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Il Trentino e i trentini nella Prima guerra mondiale
VERSO LA GUERRA
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La fortificazione del Trentino
Dal diario di Cecilia Rizzi Pizzini, Scritture di guerra, n. 5, Museo storico in Trento - Museo Storico Italiano della Guerra, 1996
Gia dal gennaio fervono i lavori Governativi al nostro Fae ci si raconta dai lavoratori i quali sono tutti obbligati dai quatordici anni finno ai sesanta a lavorare militarizati e la sera quando tornano ci raconta che il Faee e inriconoscibbile, che vengono tagliate piante senza pietà perciò curiosa anchiodi vedere quanti disastri anfato. Il giorno quatro aprile festa solene di Pasqua facendo festa anche i lavoratori. Mentre le altre domeniche non sele destinguedai giorni di lavoro si lavorano sempre. […] Come dissi sopra il giorno di Pasqua sicura di non trovare nissuno mi aviai assieme a mia zia Filomena e mia sorella Cesira verso il Faee. Lo trovai inriconoscibbile ogni trato dovevo fermarmi e chiedere ame stesa dove sono. Esclamando hoime!… Luogo delizioso memore di tantte dolcezze verginee?? Mi fermo immobile alla testa mifo apoggio colle mani e mi trovo nella più profonda mestizia pensando i bei giorni trascorsi che come il lampo fuggi e non tornano più. Mormorando qui riposano i fiori della mia gioventù. […] Addio caro Faee addio deliziosa selva. Addio piante conifferesotto le quali siamo statti più dunna volta difesi dalle temperie ora non sei più nostro sei inpotere del Governo.
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Trincee a Riva del Garda e Rovereto [MGR]
LA GUERRA IN GALIZIA
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1914 | Fronte orientale
Galizia
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55-60.000 nel 1914 dai 21 ai 42 anninel 1915 dai 18 ai 50 anni
11.400 caduti7.000 nel primo anno di guerra
15.000? prigionieri
SOLDATI TRENTINI NELL’ESERCITO AUSTRO-UNGARICO
Stazione di Trento. Partenza per il fronte [MGR]
Dalla memoria di Fioravante Gottardi, Scritture di guerra n. 2, Museo Storico in Trento - Museo Storico Italiano della Guerra
L’eco che una grande guerra s’avvicinava, giunse fin su al mio paesello di Cazzano, dove qualche raro caso veniva a interrompere l’ordinaria quiete e tranquillità. Perciò la carta di richiamo sotto le armi mi giunse quasi inaspettata ancora il giorno 2 agosto. Non si può descrivere la dolorosa partenza. Addii e abbracci, benedizioni e raccomandazioni da tutti. Ma fu giuocoforza partire. Partii alla volta di Rovereto dove indossai la divisa degli Alpini [Landesschützen]. Il giorno 8 parto da Rovereto per Trento, dove il giorno 14 andai a giurare fedeltà alla Patria […] Il 17 agosto (data memoranda) accompagnati alla stazione da una folla commossa si parte col treno per il fronte Russo. Io coll’animo straziato penso se avrò la grazia di ritornare a vedere ancora le belle valli Trentine, se sarò tra quei fortunati che faranno ritorno dal campo, che comunemente veniva chiamato “Maccello”.Il 18 si arriva a Innsbruck, ai 19 a Salisburgo, il 20 a Vienna, il 21 a Budapest, il 23 in GALIZIA!
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Villaggio in Galizia [MGR]
Dal diario di Giuseppe Masera, Scritture di guerra n. 1, Museo Storico in Trento - Museo Storico Italiano della Guerra
La nostra trincea dista da quella Russa appena 30 passi. Immaginate come sia un continuo lanciarsi sia da una parte che dall’altra, mine, granate a mano, bombe, ecc. Sicchè quei povereti che devono restar là sono sempre tempestati e non passa giorno, che uno, due, terminano di soffrire. [...] Ai 4 [di giugno] i Russi cominciarono una forte offensiva. Tutto il giorno fu un fuoco terribile ininterrotto di artiglieria. A sera la nostra trincea non esisteva più, era riempita di materiale e perfino i reticolati che stavano davanti, coi cannoni furono tutti rimbalzati all’indietro. I nostri fecero un’eroica resistenza, per quattro giorni fu un cannoneggiamento spaventoso, e un fuoco vivissimo di mitragliatrici. [...] Dal giorno si riposa, ma la notte purtroppo il lavoro è pericoloso. Bisogna portare dalla nostra linea davanti ai Russi, le cosiddette Spanische Reiter [i cavalli di frisia] cioè reticolati preparati. Non so in che modo si porta a casa la pelle, perché sparano maledettamente, i nostri come i Russi, che sono da noi distanti circa 80 passi. Una notte, e proprio in quel momento che mi trovavo fuori, incominciarono le fucilate, le mitragliatrici pure sparavano forte. Se ritornavo in trincea una palla o l’altra mi pigliava. Vi era un piccolo buco lì vicino, io e il mio compagno ci rotolammo dentro. Là
dovemmo restare più di mezz’ora e sopra le nostre teste passavano le palle Russe frammischiate alle nostre. Quando si fu un po’ calmato ritornammo in trincea e per quella notte il lavoro fu sospeso”.
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Ospedale in Galizia [MGR]
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Soldati austro-ungarici prigionieri dei russi [MGR]
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Campo di Kirsanov [MGR]
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VOLONTARI NELL’ESERCITO ITALIANO 687 circa , di cui 140 circa caduti
Famiglia Filzi [MGR]
Volontari nell’esercito italiano
IL FRONTE TRENTINOLA «GUERRA BIANCA»
Fronte italo-austriaco 1915-1918
Fronte trentino 1915-1918
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Pasubio, Dente italiano
Baraccamenti italiani sul monte Trappola, Pasubio
Rifornimenti sul monte Pasubio
Valanga, MarmoladaOsservatorio, Adamello
I PROFUGHI TRENTINI
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70.000 profughi nell’Impero austro-ungarico«Diaspora»: Boemia, MoraviaCampi profughi: Mitterndorf, Braunau
30.000 profughi in Italia
1.700 internati a Katzenau
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Profughi trentini nelle campagne austriache [MGR]
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Campo profughi di Mitterndorf [MGR]
Maria Micheli, profuga nel campo di Braunau am Inn
Dopo 6 mesi d'esilio e quando si credeva finalmente di ritornare in patria, si deve cominciare: l'ordine emanato era d'andare nelebarache. Si ariva alla cosi detta città di legno! e diffati il vasto accampamento a proprio l'aspeto duna città: al primo aspetto sembrò bello al vedere tutte queste case che sembrano di muro. Ma entrando si capisce la miseria che vi regna, prima per il ragromeramento della gente e poi pel freddo, in terzo pel mangiare.
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Nel cimitero di Mitterndorf [MGR]
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Profughi trentini a Schio [MGR]
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Profughi trentini a Vigevano [MGR]
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Campo di internamento di Katzenau [MGR]
Campo di internamento di Katzenau [MGR]
Campo di internamento di Katzenau
Gustavo Chiesa, Memorie dei tempi della prigionia
Siam prigionieri ed in base alle disposizioni del regolamento non ci è permesso né aver armi né tener con noi denaro essendo considerato questo, come l’arma più pericolosa, che possa avere un prigioniero […] Al dubbio lume di certe fiammelle che assomigliano a quelle che certe volte la mente sogna vagolanti per i cimiteri, scorgiamo dai vasti stanzoni deserti nei quali è ammucchiata qua e là un po’ di paglia. Ecco le nostre camere gratuite, ecco il nostro letto per la prima sera di penitenza grave come espiazione dell’amor nostro per la Patria!
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LA VITA IN TRENTINO DURANTE LA GUERRA
Volano. Donne e ragazzi militarizzati
Sartoria militare. San Giovanni, Val di Fassa
LA FINE DELLA GUERRA
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Trento, Piazza d’armi, 4 novembre 1918
Tierno, Mori
«Chi si avvicina a qualcuno di questi paesi, corre subito col pensiero a quanto ha visto in occasione dei più vigorosi terremoti o negli incendi più furiosi; case scoperchiate alle quali non restano che le vuote occhiaie delle finestre e le mura cadenti annerite; brani di muraglioni che sembrano braccia ischeletrite che pregano al cielo tremanti per chiedere pietà»
O. Brentari, Le rovine di guerra nel Trentino, Milano 1919