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Il ruolo della comunicazione nel contrasto della violenza di genere Il progetto Zero Stereotipi e la situazione in Italia Francesca Sanzo [Strategie per il web e i Social Media] www.francescasanzo.net

Il ruolo della comunicazione nel contrasto della violenza di genere

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Il ruolo della comunicazione nel contrasto della violenza di genere

Il progetto Zero Stereotipi e la situazione in Italia

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CHI SONO[scrivo, comunico, condivido]

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Storyteller e blogger – www.panzallaria.com www.fabularia.com Content e social media Strategist – www.francescasanzo.net nel 2009 ho fondato il progetto e l’associazione Donne PensantiNel 2010 con Giorgia Vezzoli (blogger e esperta di comunicazione web http://vitadastreghe.blogspot.com/) ho fondato il manifesto e il progetto Zero Stereotipi per una comunicazione a impatto zero stereotipi www.zerostereotipi.it

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# DECALOGO per una COMUNICAZIONE A ZERO STEREOTIPI

IMPATTO ZERO STEREOTIPI si rivolge alle aziende e agli imprenditori, alle agenzie e a tutti i professionisti del marketing, della comunicazione e dei servizi che desiderano comunicare un’immagine (e una sostanza) davvero libere dagli stereotipi.

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1. La donna è una persona, non un oggetto.

2. Non basta “coprire” le donne per essere gender friendly. Occorre prima di tutto non svilirle con atteggiamenti, parole e ogni altra forma di comunicazione che le squalifichino o ne rimandino una visione stereotipata, svilente e maschilista.

3. Il corpo delle donne, anche scoperto, non è mai volgare e non è qualcosa di cui vergognarsi o da censurare. Semmai, lo è la sua mercificazione e il modo in cui esso viene usato. Sfruttare il corpo di una donna (o peggio, di una sua parte) e usarlo come specchietto per le allodole per vendere è sempre discutibile.

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4. Una comunicazione dalla parte delle donne dovrebbe proporre modelli estetici che non siano eccessivamente finti e irraggiungibili, ma che tengano conto della conformazione naturale delle donne e, ove possibile, della loro diversità. Far sentire le donne inadeguate perché non corrispondenti a un modello unico di bellezza (giovane, magra, provocante) non è esattamente un modo per stare dalla loro parte.

5. Evita gli stereotipi: la donna-oggetto sessuale è solo uno dei tanti stereotipi che creano pregiudizi. Anche la donna-mamma-chioccia-angelo del focolare o la donna in carriera fredda e scontrosa, ad esempio, lo sono. Anche per le bambine e i prodotti a loro destinati è lo stesso (la bimba che pensa alla bellezza, che è già una mammina casalinga o – cosa sempre più inquietante – che viene messa in pose ammicanti, piuttosto che il bimbo dedito all’avventura o alla guerra sono uno dei tanti esempi). Evita di usare gli stereotipi sia femminili che maschili nella tua comunicazione, a meno che l’intento di critica nei loro confronti non sia più che evidente, oppure affida questi ruoli a entrambe i sessi.

6. Degradare gli uomini al posto delle (o insieme alle) donne non significa essere gender friendly, ma promuovere un finto paritarismo al ribasso che svilisce tutti, di cui le donne non hanno bisogno.

7. La sensualità e la sessualità sono cose bellissime, ma c’entrano con il prodotto e servizio che stai comunicando?

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8. Ok, la sensualità c’entra con ciò che stai comunicando. Ricordati però che le donne non sono persone a disposizione di chi le guarda. Non indurre i destinatari della tua comunicazione a pensare che lo siano, dipingendole con atteggiamenti di eccessiva disponibilità sessuale.

9. Quando la comunicazione propone un’immagine d’amore (in tutte le sue forme) e le persone come soggetti e non come oggetti non significa che sia volgare. Ma se la tua comunicazione è rivolta agli adulti, assicurati che i circuiti nei quali la diffonderai non giungano agli sguardi dei più piccoli.

10. Sii coerente. Essere dalla parte delle donne vuol dire ragionare e comportarsi in termini paritari. È inutile essere gender friendly nella comunicazione se non lo si è nella vita di tutti i giorni, nel proprio lavoro e nelle proprie relazioni. Il rischio è l’ipocrisia. http://www.zerostereotipi.it/comunicazione-a-zero-stereotipi/decalogo-per-una-comunicazione-a-zero-stereotipi

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Che EFFETTO hanno sull’immaginario collettivo

immagini e claim che strumentalizzano il corpo

femminile?

Perché un decalogo?

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QUESTO PUO’ ESSERE TUOPer VENDERE uno spazio pubblicitario (COSA) si usa un PEZZO DI DONNA (persona) . La metafora è chiara a tutti

Perché un decalogo?

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TI PUOI PERMETTERE QUASI TUTTO (anche di darle un calcio!)

Perché un decalogo?

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FIGA E BOMBOLONI PER TUTTI

Perché un decalogo?

A Riccione, durante la stagione estiva, quando la spiaggia è molto frequentata soprattutto da bambini

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IMMAGINI

PAROLE

ALLA PORTATA DI TUTTI

Per vendere A CHI?Per vendere COSA?

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SIAMO SICURI

Che vendere spazi reclamizzati da sederi, prendere a calci una donna e

chiamare fi.ga una bevanda non contribuiscano a creare

un humus fertile su cui si innestanoIntolleranza e violenza?

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DONNE/COSE

Se le DONNE diventano COSE sui CARTELLONI che vediamo ogni giorno,

che vedono i nostri figli

perché non potrebbero diventarlo anche

NEL PRIVATO?

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IL PROGETTO ZERO STEREOTIPIFA APPELLO ALLA RESPONSABILITA’ DELLE AZIENDE.

USARE STEREOTIPI PER VENDERE NON è SOLO SBAGLIATO PERCHE’ IMPOVERISCEL’IMMAGINARIO MA FOMENTA L’INTOLLERANZA, IL NON RISPETTO E LA VIOLENZA.

SIAMO SICURI CHE I CONSUMATORI VOGLIONO DAVVERO ESSERE CONVINTI IN QUESTO MODO?

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L’ART DIRECTORS CLUB ITALIANO HA PROMOSSO

MANIFESTO DEONTOLOGICO PER IL “RISPETTO DELLA DONNA IN PUBBLICITA’ “

http://affaritaliani.libero.it/static/upll/mani/manifesto_deontologico_adci_ita.pdf

Non solo noi

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MANIFESTO DEONTOLOGICO

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“ Il nostro mestiere è raccontare le offerte dei nostri clienti attraverso narrazioni efficaci. Ironia, humour, paradosso, appartengono al patrimonio storico del miglior linguaggio pubblicitario. Sono, fra i molti tratti distintivi della pubblicità, forse i più popolari e apprezzati, se e quando vengono impiegati con competenza, precisione e misura.Per questo crediamo, come professionisti e come individui responsabili, di dover assumere, condividere e promuovere un insieme di princìpi che servano da positivo fattore di sensibilizzazione e orientamento etico per chi, ogni giorno, crea e diffonde linguaggi e simboli. Ad animarci non è un intento censorio, che non ci appartiene, ma il desideriodi portare un contributo positivo alla crescita, non solo materiale ma anche culturale, di questo paese. In questo spirito sottoscriviamo otto semplici appelli che auspichiamo possano essere raccolti e condivisi anche al di fuori dell’Art Directors Club Italiano. Non solo dagli altri colleghi che si occupano – in vari modi – di comunicazione, ma anche dagli enti e dalle imprese per cui lavoriamo e da chiunque abbia l’opportunità,

oltre che la responsabilità, di veicolare messaggi attraverso i media. “

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CHI COMPRA

può SCEGLIERE

HA UNA GRANDE RESPONSABILITA’

CHI COMUNICA

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Lugo, 2 dicembre 2011

GRAZIEFrancesca Sanzohttp://www.francescasanzo.net/category/cittadinanza-attiva/http://www.zerostereotipi.it/

Mail: [email protected]