Dott. R.M. Lanubile Sicurezza di Laboratorio http://www.disteba.unisalento.it/sesiger Di.S.Te.B.A. Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali Il Rischio Biologico D.Lgs 81/2008 integr. con il D.Lgs 106/2009
PowerPoint PresentationBiologiche e Ambientali
Il Rischio Biologico D.Lgs 81/2008 integr. con il D.Lgs
106/2009
Rischio Biologico
Esposizione ad agenti biologici che presentano o possono presentare
un rischio per la salute umana …………
Rischio Biologico
Titolo I
sul lavoro
Titolo VI
sul lavoro
Titolo VI
punta nel settore
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
coltura cellulare endoparassita umano
agente biologico
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
microrganismo anche se geneticamente
microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno,
in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico;
agente biologico
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule
derivate da organismi pluricellulari.
coltura cellulare
Grazie all'affinamento dei mezzi diagnostici, tra i rischi di
natura biologica sono stati riconosciuti quelli allergici, tossici
e cancerogeni.
Esposizione dei lavoratori a
artropodi (acari della polvere,insetti, zecche ...)
sindromi irritative delle mucose e delle prime vie
respiratorie
polvere di legno linee cellulari tumorigene
rischi cancerogeni
prioni Morbo
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Uso Deliberato
isolamento, coltura o trattamento di agenti microbiologici a scopi
diagnostici
allorché vengano DELIBERATAMENTE introdotti nel ciclo lavorativo,
per esservi trattati, manipolati o trasformati
ovvero per sfruttarne le proprietà biologiche a qualsiasi
titolo.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Tali condizioni si verificano, quindi, ogni volta che i
microrganismi si configurino comunque quali materia prima,
substrato, catalizzatore, reagente o prodotto in un processo
lavorativo, ancorché parziale. Con queste premesse si comprende
come i laboratori diagnostici di tipo microbiologico siano compresi
nella fattispecie delle attività lavorative che usano agenti
biologici.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
ESPOSIZIONE POTENZIALE
di farne oggetto di attività lavorativa.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
E’ il caso di laboratori che non eseguano specificamente le prove
di cui sopra, come pure, delle strutture sanitarie ambulatoriali o
ospedaliere, nei quali anche se può determinarsi la presenza,
occasionale o concentrata, di agenti biologici, non si concreta un
vero e proprio uso di tali agenti, mancando il deliberato intento
di farne oggetto dell'attività lavorativa. La presenza di agenti
biologici ha qui, piuttosto, carattere di epifenomeno indesiderato
ma inevitabile, più che di voluto e specifico oggetto del
lavoro.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
SETTORI LAVORATIVI CON USO DELIBERATO DI AGENTI BIOLOGICI
Università e Centri di ricerca
Sanità
Industria Chimica
Industria Alimentare
Industria Farmaceutica
ricerca e sperimentazione nuovi metodi diagnostici uso e
sperimentazione di farmaci contenenti agenti biologici prove
biologiche (su animali e cellule)
produzione di microorganismi selezionati
laboratori di microbiologia (diagnostica e saggio) ricerca e
sperimentazione di nuovi materiali e processi che utilizzano agenti
biologici
ATTIVITA’ CON POTENZIALE ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Agricoltura Zootecnia Macellazione e lavorazione delle carni
Acquacoltura Servizi veterinari Servizi sanitari (ospedali,
ambulatori, studi dentistici…) Laboratori diagnostici
chimico-clinico Servizi mortuali e cimiteriali Servizi di raccolta,
trattamento, smaltimento rifiuti Servizi di disinfezione e
disinfestazione Impianti di depurazione acque di scarico
Manutenzione impianti fognari
Su quali parametri si basa la pericolosità
degli agenti biologici per l’uomo ?
Capacità penetrare e
moltiplicarsi nell’ospite
infetto a suscettibile
misure profilattiche (vaccini)
In sede di compilazione di questo primo elenco di agenti biologici
classificati non si è tenuto
conto dei microrganismi geneticamente modificati.
Non sono stati presi in considerazione gli agenti patogeni di
animali e piante di cui è noto che non
hanno effetto sull'uomo.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
1. Sono inclusi nella classificazione unicamente gli agenti di cui
è noto che possono provocare
malattie infettive in soggetti umani.
I rischi tossico ovvero allergenico eventualmente presenti sono
indicati a fianco di ciascun agente in
apposita colonna.
2. La classificazione degli agenti biologici si basa sull'effetto
esercitato dagli stessi su lavoratori
sani.
Essa non tiene conto dei particolari effetti sui lavoratori la cui
sensibilità potrebbe essere modificata da
altre cause quali malattia preesistente, uso di medicinali,
immunità compromessa, stato di gravidanza o
allattamento, fattori dei quali è tenuto conto nella sorveglianza
sanitaria di cui all'art. 95.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Estratto dall’Allegato XLVI Elenco degli agenti biologici
classificati
3. Gli agenti biologici che non sono stati inclusi nei gruppi 2, 3,
4 dell'elenco non sono
implicitamente inseriti nel gruppo 1.
Per gli agenti di cui è nota per numerose specie la patogenicità
per l'uomo, l'elenco comprende le
specie più frequentemente implicate nelle malattie, mentre un
riferimento di carattere più generale
indica che altre specie appartenenti allo stesso genere possono
avere effetti sulla salute dell'uomo.
Quando un intero genere è menzionato nell'elenco degli agenti
biologici, è implicito che i ceppi e le
specie definiti non patogeni sono esclusi dalla
classificazione.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Estratto dall’Allegato XLVI Elenco degli agenti biologici
classificati
4. Quando un ceppo è attenuato o ha perso geni notoriamente
virulenti, il contenimento richiesto dalla
classificazione del ceppo parentale non è necessariamente applicato
a meno che la valutazione del
rischio da esso rappresentato sul luogo di lavoro non lo
richieda.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Estratto dall’Allegato XLVI Elenco degli agenti biologici
classificati
5. Tutti i virus che sono già stati isolati nell'uomo e che ancora
non figurano nel presente
allegato devono essere considerati come appartenenti almeno al
gruppo 2, a meno che sia provato
che non possono provocare malattie nell'uomo.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Estratto dall’Allegato XLVI Elenco degli agenti biologici
classificati
6. Taluni agenti classificati nel gruppo 3 ed indicati con doppio
asterisco (**) nell'elenco allegato
possono comportare un rischio di infezione limitato perchè
normalmente non sono veicolati
dall'aria. Nel caso di particolari attività comportanti
l'utilizzazione dei suddetti agenti, in relazione al
tipo di operazione effettuata e dei quantitativi impiegati può
risultare sufficiente, per attuare le misure
di cui ai punti 2 e 13 dell'Allegato XII ed ai punti 2, 3, 5
dell'Allegato XIII, assicurare i livelli di
contenimento ivi previsti per gli agenti del gruppo 2.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Estratto dall’Allegato XLVI Elenco degli agenti biologici
classificati
7. Le misure di contenimento che derivano dalla classificazione dei
parassiti si applicano unicamente
agli stadi del ciclo del parassita che possono essere infettivi per
l'uomo.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Estratto dall’Allegato XLVI Elenco degli agenti biologici
classificati
8. L'elenco contiene indicazioni che individuano gli agenti
biologici che possono provocare
reazioni allergiche o tossiche, quelli per i quali è disponibile un
vaccino efficace e quelli per i
quali è opportuno conservare per almeno dieci anni l'elenco dei
lavoratori che hanno operato in
attività con rischio di esposizione a tali agenti.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Estratto dall’Allegato XLVI Elenco degli agenti biologici
classificati
Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a
seconda della gravità del rischio di infezione:
GRUPPO Possibilità di
Morbillo (V)
Poliomelite (V)
Candida (A)
Botulino (T)
presenti
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI
BIOLOGICI
Art. 268
Agente biologico
non patogeni)
2
2
V
2
D elenco dei lavoratori
T produzione di tossine
V vaccino efficace disponibile
3 (**)
2
2
2
V
2
umana (AIDS)
tipi 1 e 2
altre TSE degli animali a queste associate
3 (**)
Agente biologico
Agente biologico
Cladosporium bantianum o trichoides)
neoformans var. neoformans)
bacillispora)
2
A
capsulatum)
3
introduzione nell’organismo attraverso aspirazione, ingestione,
ferite, ecc.
Modalità di esposizione e vie di trasmissione
Sorgente Individuo sano
per mezzo di vettori distinti in:
Meccanici o passivi Attivi o obbligati e di arricchimento
Modalità di esposizione e vie di trasmissione
Per aerosol si intende una miscela formata da una fase
disperdente
aeriforme ed una fase dispersa liquida o solida, avente un certo
carattere
di stabilità.
Il Bioareosol come fattore di rischio
Parliamo di Bioaerosol quando ci troviamo in presenza di un aerosol
la
cui fase dispersa è formata da agenti biologici.
Rappresenta una rilevante fonte di dispersione nell’atmosfera di
materiale
infetto e costituisce una delle più frequenti modalità di
contaminazione
ambientale, tanto più pericolosa in quanto invisibile.
Durante le comuni operazioni di laboratorio una delle cause più
frequenti
di contaminazione ambientale nei laboratori, e di rischio per il
personale,
è rappresentato dalla formazione di Bioareosol, soprattutto se si
lavora
con agenti biologici che si diffondono facilmente per via
aerea.
Il Bioareosol come fattore di rischio
Il Bioareosol si può formare durante:
•l’impiego di centrifughe
•frantumatori di cellule, liofilizzatori,
•l’apertura di contenitori (provette, scatole petri, fiale, beute
ecc.)
•la flambatura di anse o aghi che può causare l’occasionale
proiezione a
distanza di germi ancora viventi
Il Bioareosol si può formare durante:
•durante la manipolazione di colture batteriche davanti ad una
finestra, in
quanto le correnti d’aria favoriscono la dispersione locale
dei
microrganismi
Modalità di penetrazione dei microrganismi
La penetrazione degli agenti patogeni nell’organismo può avvenire
per le seguenti vie:
il tratto respiratorio
Frazione inalabile: particelle aereodisperse totali che vengono
inalate attraverso il naso e la bocca (diametro aereodinamico fino
a 100mm)
Frazione toracica: penetrano oltre la laringe (diametro
aerodinamico fino a 10 mm) e si deposita nella regione tracheo-
bronchiale
Frazione respirabile (alveolare): penetrano nelle vie respiratorie
non ciliate (diam. aerod. fino a 5 mm)
la cute se integra costituisce una barriera pressocchè
insormontabile per i microrganismi patogeni; bastano però lesioni
di continuo, anche minime, perché la penetrazione possa
avvenire
Modalità di penetrazione dei microrganismi
via cutanea
mucose
è la più importante via di accesso dei microrganismi patogeni
nell’organismo. Le mucose più implicate sono quelle dell’apparato
respiratorio, digerente e congiuntivale.
ingestione accidentale apparato digerente
mani alimenti e bevande sigarette schizzi accidentali
ingresso diretto dei germi patogeni nei tessuti o nel torrente
circolatorio
attraverso ferite accidentali, punture di insetti
o morsicature di animali infetti.
Modalità di penetrazione dei microrganismi
umorale
derivati
sangue • qualsiasi fluido corporeo di cui non è possibile
stabilire
l’origine in situazioni di emergenza
altri campioni assimilabili
• colture cellulari o colture di
tessuti infettati da HIV o HBV
• sangue, organi o altri tessuti di
animali da laboratorio infettati
sperimentalmente con HIV o
Identificazione del pericolo
Individuazione dei rischi
Stima del danno
L’identificazione della pericolosità degli agenti biologici è
correlata a: •varietà e ubiquitarietà delle specie batteriche e
virali aereodisperse •risposta adattativa o immunitaria
dell’organismo umano •mancanza di relazione dose-risposta
•impossibilità di definire dosi-soglia per discriminare tra
condizioni di presenza o assenza di rischio •impossibilità di
conoscere, in presenza di una data entità di esposizione, qual è la
frequenza di danno in un gruppo di soggetti esposti
L’identificazione della pericolosità degli agenti biologici è
correlata a: •varietà e ubiquitarietà delle specie batteriche e
virali aereodisperse •risposta adattativa o immunitaria
dell’organismo umano •mancanza di relazione dose-risposta
•impossibilità di definire dosi-soglia per discriminare tra
condizioni di presenza o assenza di rischio
L’identificazione della pericolosità degli agenti biologici è
correlata a: •varietà e ubiquitarietà delle specie batteriche e
virali aereodisperse •risposta adattativa o immunitaria
dell’organismo umano •mancanza di relazione dose-risposta
L’identificazione della pericolosità degli agenti biologici è
correlata a: •varietà e ubiquitarietà delle specie batteriche e
virali aereodisperse •risposta adattativa o immunitaria
dell’organismo umano
L’identificazione della pericolosità degli agenti biologici è
correlata a: •varietà e ubiquitarietà delle specie batteriche e
virali aereodisperse
L’identificazione della pericolosità degli agenti biologici è
correlata a:
La valutazione della probabilità che gli agenti biologici, venuti a
contatto con il soggetto, provochino l’evento dannoso
infezione allergia intossicazione
alle caratteristiche intrinseche dell’agente biologico alla
suscettibilità dell’ospite al tipo di interazione (vie di
penetrazione, durata, frequenza) all’ambiente in cui avviene
l’incontro
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Qualsiasi attività che comporti l’uso di agenti biologici di
gruppo 2 o 3 deve essere comunicata all’organo di vigilanza
almeno trenta giorni prima dell’inizio dei lavori fornendo il
nome dell’azienda e del suo titolare e il DVR.
I laboratori che svolgono attività diagnostica sono tenuti
alla
comunicazione anche per gli agenti biologici di gruppo 4.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Il datore di lavoro che intende utilizzare, nell’esercizio
della
propria attività, un agente biologico del gruppo 4 deve
munirsi
di autorizzazione del Ministero del lavoro, della salute e
delle
politiche sociali. L’autorizzazione viene rilasciata previo
parere
del Ministero della Sanità e ha la durata di 5 anni.
Capo II OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
Art. 271 Valutazione del rischio
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
1. Il datore di lavoro, nella valutazione del rischio di cui
all'art. 4, comma 1, tiene conto
di tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche
dell'agente biologico e
delle modalità lavorative, ed in particolare:
a) della classificazione degli agenti biologici che presentano o
possono presentare un
pericolo per la salute umana quale risultante dall'allegato XLVI o,
in assenza, di quella
effettuata dal datore di lavoro stesso sulla base delle conoscenze
disponibili e seguendo i
criteri di cui all'art. 268, commi 1 e 2;
b) dell'informazione sulle malattie che possono essere
contratte;
c) dei potenziali effetti allergici e tossici;
d) della conoscenza di una patologia della quale è affetto un
lavoratore, che è da porre in
correlazione diretta all'attività lavorativa svolta;
e) delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall'autorità
sanitaria competente che
possono influire sul rischio;
f) del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici
utilizzati.
1. In tutte le attività per le quali la valutazione di cui all'art.
271 evidenzia rischi per la
salute dei lavoratori il datore di lavoro attua misure tecniche,
organizzative e
procedurali, per evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti
biologici.
2. In particolare, il datore di lavoro:
a) evita l'utilizzazione di agenti biologici nocivi, se il tipo di
attività lavorativa lo consente;
b) limita al minimo i lavoratori esposti, o potenzialmente esposti,
al rischio di agenti
biologici;
c) progetta adeguatamente i processi lavorativi anche attraverso
l’uso di dispositivi di
sicurezza atti a proteggere dall’esposizione accidentale ad agenti
biologici;
d) adotta misure collettive di protezione ovvero misure di
protezione individuali qualora
non sia possibile evitare altrimenti l'esposizione;
e) adotta misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la
propagazione accidentale di
un agente biologico fuori dal luogo di lavoro;
f) usa il segnale di rischio biologico, rappresentato nell'allegato
X, e altri segnali di
avvertimento appropriati;
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
g) elabora idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare
campioni di origine umana
ed animale;
h) definisce procedure di emergenza per affrontare incidenti;
i) verifica la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro al
di fuori del contenimento
fisico primario, se necessario o tecnicamente realizzabile;
l) predispone i mezzi necessari per la raccolta, l'immagazzinamento
e lo smaltimento dei
rifiuti in condizioni di sicurezza, mediante l'impiego di
contenitori adeguati ed
identificabili eventualmente dopo idoneo trattamento dei rifiuti
stessi;
m) concorda procedure per la manipolazione ed il trasporto in
condizioni di sicurezza di
agenti biologici all'interno e all’esterno del luogo di
lavoro.
Art. 272 Misure tecniche, organizzative, procedurali
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
1. Nelle attività per le quali la valutazione di cui all'art. 271
evidenzia rischi per la salute
dei lavoratori, il datore di lavoro fornisce ai lavoratori, sulla
base delle conoscenze
disponibili, informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto
riguarda:
a) i rischi per la salute dovuti agli agenti biologici
utilizzati;
b) le precauzioni da prendere per evitare l'esposizione;
c) le misure igieniche da osservare;
d) la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei
dispositivi di protezione
individuale ed il loro corretto impiego;
e) le procedure da seguire per la manipolazione di agenti biologici
del gruppo 4;
f) il modo di prevenire il verificarsi di infortuni e le misure da
adottare per ridurne al
minimo le conseguenze.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
2. Il datore di lavoro assicura ai lavoratori una formazione
adeguata in particolare in ordine
a quanto indicato al comma 1.
3. L'informazione e la formazione di cui ai commi 1 e 2 sono
fornite prima che i lavoratori
siano adibiti alle attività in questione, e ripetute, con frequenza
almeno quinquennale, e
comunque ogni qualvolta si verificano nelle lavorazioni cambiamenti
che influiscono sulla
natura e sul grado dei rischi.
4. Nel luogo di lavoro sono apposti in posizione ben visibile
cartelli su cui sono riportate le
procedure da seguire in caso di infortunio od incidente.
Art. 278 Informazioni e formazione
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
1. Qualora l’esito della valutazione del rischio ne rilevi la
necessità i lavoratori esposti ad
agenti biologici sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui
all’art. 41.
2. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente,
adotta misure protettive
particolari per quei lavoratori per i quali anche per motivi
sanitari particolari si richiedono
misure speciali di protezione…….
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
1. I lavoratori addetti ad attività comportanti uso di agenti del
gruppo 3 ovvero 4 sono
iscritti in un registro in cui sono riportati, per ciascuno di
essi, l'attività svolta, l'agente
utilizzato e gli eventuali casi di esposizione individuale.
2. Il datore di lavoro istituisce ed aggiorna il registro di cui al
comma 1 e ne cura la tenuta
tramite il responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
Il medico competente e il
rappresentante per la sicurezza hanno accesso a detto registro.
….
Art. 280 Registri degli esposti e degli eventi accidentali
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Copia del registro deve essere consegnata all’exISPESL e all’organo
di vigilanza competente per territorio, comunicando le eventuali
variazioni ogni tre anni.
Negli allegati XLVII e XLVIII del D.Lgs. 81/08 sono riportate le
misure di contenimento da attuare per i vari gruppi di
rischio.
Il termine contenimento indica le misure di sicurezza per
l’utilizzo, la manipolazione e la conservazione degli agenti
biologici atte ad eliminare o ridurre al minimo
l’esposizione.
MISURE DI CONTENIMENTO
MISURE DI CONTENIMENTO
Possiamo distinguere due tipologie di contenimento
– primario: è la prima linea di difesa quando si lavora con agenti
infettivi o c’è comunque un rischio di esposizione
protezione del lavoratore o del personale situato nelle immediate
vicinanze della possibile sorgente di esposizione
- secondario: protezione dell’ambiente esterno ad una possibile
sorgente di esposizione
Il contenimento può essere ottenuto con:
Barriere fisiche Isolamento Utilizzo di DPC Utilizzo di DPI
Barriere chimiche Detergenti Disinfettanti
Barriere biologiche Vaccinazione
MISURE DI CONTENIMENTO
I livelli di contenimento dipendono dalla classe dell’agente
biologico e dal tipo di contatto prevedibile.
• evitare l’accumulo delle esposizioni; • prevenire la formazione
di areosol; • effettuare la pulizia quotidiana dei locali di
lavoro; • indossare i dispositivi di protezione individuali (DPI);
• curare l’igiene delle mani con detergenti adatti; • prevenire la
fuoriuscita di microrganismi all’esterno del
laboratorio;
MISURE DI CONTENIMENTO
E’ necessario considerare che anche un agente biologico di gruppo 1
può provocare allergie pertanto occorre:
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Agenti biologici di gruppo 2-3-4 All. XLVII D.Lgs. 81/2008 per i
livelli di contenimento BL2-BL3-BL4 (Esempi)
La zona di lavoro deve essere separata da qualsiasi
altra attività nello stesso edificio
2 No
3 racc.
4 Si
devono essere filtrate attraverso un ultra-filtro
(HEPA) o un filtro simile
2 No
4 Si sull’aria immessa e su quella
estratta
autorizzate
compensazione
essere manipolati in cabine di sicurezza, isolatori o
altri adeguati contenitori
2 Ove opportuno
dall’aria
4 Si
Misure di prevenzione per la manipolazione di sangue e
assimilati
sangue liquido seminale liquido cerebrospinale liquido peritoneale
secrezioni vaginali liquido pleurico liquido amniotico
Precauzioni universali che devono essere utilizzate quando si
manipolano:
Misure di prevenzione per la manipolazione di sangue e
assimilati
tutti gli operatori devono usare idonee misure di barriera per
prevenire l’esposizione cutanea e mucosa: - guanti che devono
essere sostituiti dopo ogni procedura - mascherine ed occhiali per
prevenire l’esposizione delle mucose della bocca, del naso e degli
occhi ogni qualvolta vi sia la possibilità di emissione di
goccioline o aerosol - camici nei casi in cui vi possano essere
schizzi di sangue
- le mani devono essere lavate accuratamente ed immediatamente se
si verifica accidentalmente il contatto con sangue o altri liquidi
biologici e dopo la rimozione di guanti
- devono essere adottare tutte le misure necessarie a prevenire
incidenti causati da aghi, bisturi ed altri oggetti taglienti
utilizzati durante la esecuzione delle manovre:
gli aghi non devono essere reincappucciati o piegati e rotti,
rimossi dalle siringhe o manipolati in qualsiasi modo. Devono
essere eliminati in appositi contenitori
- il materiale utilizzato deve essere sterilizzato mediante
trattamento in autoclave a 120°C per 20 min
- i rifiuti speciali ospedalieri devono essere inviati ad
incenerimento presso ditte specializzate
nei casi in cui si manipolino altri materiali biologici quali: feci
secrezioni nasali saliva sudore lacrime urine vomito non sono
necessarie le precauzioni universali, a meno della presenza
macroscopica di sangue, ma vanno comunque adottate le Buone Prassi
di laboratorio.
DISINFEZIONE E STERILIZZAZIONE
Per sterilizzazione si
classi di microrganismi
comprese le spore
Per disinfezione si intende l’impiego di mezzi fisici o
chimici che uccidono i microrganismi ma non
necessariamente le spore
considerando un tempo di contatto minimo di 15 min
Per germicida chimico si intende una sostanza o miscela in grado
di
uccidere i microrganismi.
GERMICIDI CHIMICI
Cloro Il cloro è un ossidante ad azione rapida, ad ampio spettro e
facilmente reperibile. La forma commerciale è una soluzione acquosa
di ipoclorito di sodio (NaOCl), la candeggina che ha una
concentrazione di cloro libero pari a 50g/L. La candeggina è
alcalina quindi ha un potere corrosivo sui metalli e se lasciata
all’aria se ne riduce il potere germicida perché si riduce la
disponibilità di cloro libero. I disinfettanti comunemente
utilizzati in laboratorio dovrebbero avere una concentrazione di
cloro libero pari a 1g/L. Nel caso di sversamenti a rischio
biologico è consigliabile utilizzare una concentrazione di 5g/L. E’
importante ricordare che il cloro è tossico quindi la candeggina va
usata in aree ben ventilate e mai miscelata con acidi per evitare
la rapida formazione di gas cloro.
Alcoli L’alcol etilico e l’alcol isopropilico agiscono coagulando
le proteine in presenza di acqua. Sono attivi contro le forme
vegetative di batteri, funghi, virus con involucro lipidico ma non
contro le spore. La concentrazione ottimale come germicida è del
70%. Si possono utilizzare anche miscele di alcol con cloro libero
2g/L che risultano più efficaci del solo alcol. Le soluzioni di
etanolo al 70%(v/v) possono essere usate sulla pelle, sui banchi di
lavoro, sulle cappe biologiche e per piccoli utensili di
laboratorio. Le soluzioni contenenti alcol non devono essere
trattate in autoclave.
Calore secco Viene applicato in apposite stufe. Per una
sterilizzazione completa è necessario che sia raggiunta una
temperatura di 160°C per due ore o di 140°C per tre ore.
Calore umido Viene applicato in autoclavi. Il vapore saturo sotto
pressione è un mezzo estremamente efficace per sterilizzare oggetti
e soluzioni di uso comune in laboratorio.
Radiazioni ultraviolette E’ un sistema di sterilizzazione
particolarmente idoneo all’ambiente sotto cappa e per piccoli
ambienti. I raggi UV non hanno grande capacità di penetrazione
perciò sono efficaci soprattutto sulle superfici. Essendo agenti
mutageni ed estremamente dannosi per gli occhi devono essere
utilizzati a distanza dagli operatori.
Agenti fisici ad azione germicida
Misure per l’impiego confinato dei microrganismi geneticamente
modificati, volte a tutelare la salute dell’uomo e
dell’ambiente
L’utilizzo di OGM prevede da parte dell’utilizzatore e del titolare
dell’impianto di una Notifica al Ministero della Sanità.
Valutazione della classe d’impiego
Notifica dell’impianto Notifica dell’impiego
Ministero della Sanità Regione o Provincia autonoma
interessata
autorizzazioni
•In analogia con i gruppi di rischio 1-4 previsti dal D. L.vo
81/2008 e s.m.i., sono previste quattro classi di impiego, definite
sulla base del livello di contenimento necessario a proteggere la
salute umana e l’ambiente dai possibili rischi connessi con l’uso
del particolare MOGM. •Si noti che mentre a norma del D. L.vo
81/2008 e s.m.i. si classificano in gruppi di rischio gli agenti
biologici, qui l’oggetto della classificazione non sono i MOGM
bensì gli impieghi previsti.
Classe 1 impieghi confinati che presentano rischi nulli o
trascurabili, ovvero operazioni per le quali un livello 1 di
contenimento è adeguato a proteggere la salute umana e l’ambiente
Classe 2 impieghi confinati a rischio basso, ovvero operazioni per
le quali un livello 2 di contenimento è adeguato a proteggere la
salute umana e l’ambiente Classe 3 impieghi confinati che
presentano un rischio moderato, ovvero operazioni per le quali un
livello 3 di contenimento è adeguato a proteggere la salute umana e
l’ambiente Classe 4 impieghi confinati a rischio alto, ovvero
operazioni per le quali un livello 4 di contenimento è adeguato a
proteggere la salute umana e l’ambiente
Classi di rischio = classi d’impiego del MOGM
La classe dell’impiego confinato è determinata dal livello di
contenimento adeguato a garantire la sicurezza per la salute.
Procedure da seguire in caso di sversamento o esposizione a
materiale biologico
Sversamento di materiale infetto: 1) Indossare due paia di guanti
2) Coprire il materiale con un pezzo di carta assorbente
imbevuto
di disinfettante 3) Lasciare agire per almeno 30 minuti 4) Se sono
presenti frammenti di vetro maneggiarli con le pinze 5) Eliminare
la carta e il materiale in appositi contenitori per rifiuti
biologici 6) Pulire e disinfettare la superficie contaminata 7)
Autoclavare o immergere per 24 ore nel disinfettante tutto il
materiale utilizzato
Esposizione a materiale biologico: In caso di puntura o taglio •
Aumentare il sanguinamento • Detergere con acqua e sapone •
Disinfettare la ferita utilizzando i prodotti contenuti nella
cassetta del pronto soccorso
In caso di contatto cutaneo • Lavare la zona con acqua e sapone •
Disinfettare la cute con i prodotti contenuti nella cassetta
di
pronto soccorso
In caso di schizzi negli occhi • Sciacquare gli occhi con acqua
utilizzando i lava occhi.
Rottura di provette o altri contenitori all’interno di centrifughe:
• Fermare il rotore e lasciare la centrifuga chiusa per almeno
30
minuti • Indossare guanti possibilmente antitaglio • Aprire i
rotori o i contenitori a tenuta, con le pinze recuperare i
frammenti di vetro o plastica, porli in un contenitore adatto allo
smaltimento
• Autoclavare o immergere in un disinfettante per 24 ore tutte le
provette rotte, i frammenti di vetro, i contenitori: usare
varechina diluita 1:5 o alcol 70%
• Il rotore e gli accessori vanno puliti con disinfettante facendo
attenzione alla compatibilità chimica
• Pulire l’interno della centrifuga e lasciare agire un
disinfettante per tutta la notte, quindi lavare con acqua e
asciugare; trattare come rifiuti biologici tutti i materiali
contaminati
Misure comportamentali generali in un
Laboratorio Biologico
• Non fumare, mangiare, bere e tenere cibo in tutte le zone dove
sono tenuti o maneggiati materiali biologici pericolosi;
•togliere gli indumenti protettivi quando si lascia il
laboratorio;
•ogni volta che si maneggino sangue, liquidi biologici e qualsiasi
altro materiale di provenienza umana o animale indossare guanti
monouso in lattice o vinile, indumenti protettivi (camice con
maniche lunghe), occhiali e visiera;
• non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del
laboratorio con i guanti con cui si è maneggiato materiale
potenzialmente infetto;
• rispettare le norme igieniche, lavarsi le mani frequentemente e
ogni qualvolta ci si contamini o immediatamente dopo aver rimosso i
guanti;
• non pipettare con la bocca, usare solo pipettatori
meccanici;
• è vietato reincappucciare gli aghi: riporli direttamente negli
appositi contenitori; • eliminare le punte delle micropipette in
contenitori di plastica rigida;