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Il Partenone come simbolo dell'identità nazionale greca di Valentina E. Pistarino

Il Partenone come simbolo dell'identità nazionale greca · 1842: i primi archeologici greci indirizzano una domanda di restituzione dei marmi Elgin (per i Greci “Parthenon marbles”),

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Il Partenone come simbolo dell'identità nazionale greca

di Valentina E. Pistarino

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Argomenti

Il Partenone e la storia della Grecia moderna

La questione dei marmi Elgin

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Il Partenone e la storia della Grecia moderna

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Greci “senza voce”I Greci per secoli sembrano non parlare

del Partenone. La maggior parte della popolazione probabilmente perde coscienza della natura e dell’antichità del monumento, trasformato in chiesa nei primi secoli del Cristianesimo, poi in chiesa latina (XIII sec.) e infine in moschea (XV sec.). Il fatto che gli Ateniesi non ricordino il loro passato è oggetto di lamentele, già nel XII sec., da parte dell’arcivescovo di Atene Michele Coniate.

Le uniche fonti sul Partenone e sull’Acropoli per quasi tutta la storia medievale e moderna consistono, pertanto, nelle testimonianze degli stranieri.

Rappresentazione di Greci tipica dell’immaginario occidentale: Th. Aligny, Ragazze greche ballano la "Romaika", 1850

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Il risveglio della Grecia Nel corso del XVIII sec. alcuni intellettuali greci vengono permeati dalla cultura illuministica e classicista europea: Evgenios Voulgaris (1716-1806) traduce in greco Voltaire, AdamandiosKorais (1748-1833) vive a Parigi e partecipa con entusiasmo alla Rivoluzione francese, RigasVelestinlis (1757-1798) fonda a Vienna il primo giornale greco, Ephemeris.La nobiltà greca fanariota (dal quartiere greco di Costantinopoli, il Fanar) dà forte slancio all’illuminismo greco e alla riscoperta delle antiche radici culturali; si sente l’esigenza di depurare la parlata popolare dai termini stranieri per recuperare la grandezza della lingua greca.La ritrovata coscienza nazionale, almeno da parte degli intellettuali e delle élites greche, trova un appoggio nella politica dell’impero russo, molto interessato ad ampliare la propria influenza ai danni dell’impero ottomano: la Russia ottiene dai Turchi una sorta di “protettorato” sui sudditi greci ortodossi (trattato di Küçük-Kainarge, 1774).

Ritratto di Adamandios Korais, “padre” della lingua greca katharévoussa

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La Guerra di Indipendenza (1821-1828)

1821: scoppia la guerra di Indipendenza greca sull’onda dei moti rivoluzionari del 1820, sostenuta dai monasteri ortodossi e dalle correnti filellene occidentali.1822: il congresso greco di Epidauroproclama l’Indipendenza della Grecia dall’impero ottomano.1825: Russia e Francia intervengono a favore della Grecia.1827: Inghilterra, Francia e Russia si alleano ufficialmente per liberare la Grecia. 20 ottobre 1827: Sconfitta della flotta turca a Navarino.1828: con il trattato di Adrianopoli la Russia ottiene dall’impero ottomano l’Indipendenza ufficiale della Grecia.

Th. Vryzakis, Germanos, Il Metropolita di Patrasso benedice la bandiera della Rivoluzione, 1865

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Episodi di guerra:l’Acropoli assediata

1821/1822: i Turchi resistono sull’Acropoli all’attacco dei Rivoluzionari greci, ma vengono sconfitti e massacrati. 1825: Odysseas Androutsos (1788-1825), uno dei capi della rivolta greca, viene imprigionato dai Greci sull’Acropoli per tradimento e ucciso.1826/1827: i rivoltosi greci e filelleni subiscono l’assedio turco e sono a loro volta sconfitti e uccisi.

A sinistra: K. Krazeisen, Greci in battaglia tra le antiche rovine, 1829; sopra, ritratto di

Odysseas Androutsos e L’assedio di Atene descritto da Makriyanni

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Un Re per la GreciaAl termine della Guerra d’Indipendenza, le

aspre lotte interne e le divisioni tra i Greci - giàevidenti durante la guerra - sfociano nell’uccisione del neoeletto governatore della Grecia, Ioannis Kapodistrias (1776-1831).

A sinistra, Ritratto di Ioannis Kapodistrias (1776-1831) ; sopra, P. v. Hess, L’arrivo del re a Nauplio, 1835

1832: la conferenza di Londra designa re di Grecia Ottone, secondogenito di re Ludwig di Baviera.

6 febbraio 1833: arrivo a Nauplio di Re Ottone I.

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Due architetti per Otto: Schinkel e von Klenze

Due famosi architetti tedeschi si disputano il privilegio di “mettere mano” sull’Acropoli: Karl Friedrich. Schinkel e Leo von Klenze. È ben presente a entrambi la fortissima valenza simbolica e politica del sito.

L. von Klenze

K.F. Schinkel

K.F. Schinkel (1781-1841),artefice dell’Altes Museum e della Sala dei Concerti a Berlino, viene interpellato dal fratello di Otto, Maximilian di Baviera: i suoi progetti trasformano sulla carta la rocca del Partenone nel Palazzo Reale della nuova monarchia greca. Per fortuna la sua idea non ha successo!

L. v. Klenze(1784-1864), architetto del Walhalla, si propone come consulente al re greco e propone il restauro dell’Acropoli; definisce il progetto di Schinkel “un fascinoso sogno di mezza estate”.

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Schinkel: una rocca “regale”

K.F. Schinkel, pianta del palazzo progettato per il re Otto sull’Acropoli, 1834

Ippodromo infossato utilizzato come corte cerimoniale all’aperto

Il Partenone, incassato tra edifici ad un piano

Quartiere residenziale

Ingresso monumen-

tale

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Schinkel: una rocca“regale”

K.F. Schinkel, Progetto per il palazzo di re Otto sull’Acropoli, 1834. Vista da ovest.

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Lo “sgombero”

L’11 aprile 1833 i Bavaresi offrono un banchetto d’addio all’ultima guarnigione turca di stanza sull’Acropoli, che si ritira in buon ordine.Tra i due architetti tedeschi ha la meglio Leo v. Klenze, che riesce a imporre il suo progetto di restauro.

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“L’inaugurazione dell’Acropoli”“ Dopo tanti secoli di barbarie, Vostra Maestà ha camminato oggi per la prima volta su questa celebrata Acropoli, procedendo sulla strada della civiltàattraversata da uomini come Temistocle, Aristide, Cimone e Pericle; questo è e sarà, agli occhi del vostro popolo, il simbolo del Vostro glorioso regno. Tutti i resti della barbarie saranno rimossi, qui come in tutta la Grecia, e le vestigia del passato glorioso saranno riportate di nuovo alla luce, come solido fondamento di un presente e di un futuro gloriosi”Discorso al Re pronunciato da Leo von Klenze il 29 agosto 1835, nel corso dell’inaugurazione ufficiale dei restauri dell’Acropoli.

In realtà la “visione” di v. Klenze non è poi tanto diversa da quella di Schinkel….

Foto di Otto I, 1865

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Klenze: sogno di una roccarestaurata

L. v. Klenze, Veduta ideale di Atene, 1846.

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Ripulire e restaurare “realmente” l’Acropoli

1835: il sito è sottoposto al controllo del Servizio Archeologico greco. Per cinquanta anni si spoglia la rocca e si asportano tutte le tracce moderne e medievali, fino alla distruzione della torre “dei Franchi”, che scandalizza parte dell’Europa.1890: il direttore degli scavi annuncia trionfalmente: “abbiamo riconsegnato l’Acropoli al mondo civilizzato, ripulita da tutte le aggiunte della barbarie, nobile monumento al genio greco”.

1894: un terremoto danneggia gravemente il Partenone e gli altri edifici dell’Acropoli: inizia una prima fase di restauri superficiali ai monumenti, conclusa nel 1902.

Anni Venti: l’ingegnere Nikolaos Balanos pone mano ad un vigoroso restauro del Partenone.

Fine anni Sessanta: a causa dell’ossidazione delle grappe in ferro utilizzate da Balanos e dell’inquinamento ambientale, il monumento à segni di degrado.1986: a seguito dell’elaborazione di numerosi progetti negli anni Settanta sotto il patronato dell’UNESCO, parte finalmente il programma di restauro che continua tuttora.

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Il XX secolo in GreciaIl XX sec. in Grecia è caratterizzato da un’altalenare frenetico di governi monarchici, repubblicani (1913, 1924, 1964) e dittature (1935, 1967-’70). Il Partenone rimane il simbolo politico per eccellenza: occupare l’Acropoli significa governare la Grecia.

In alto, 1941, bandiera nazista nel Partenone; a lato, cerimonia greca del dopoguerra

Nel corso della Seconda guerra mondiale, Italiani e Tedeschi alzano la propria bandiera nel Partenone; alla fine del conflitto, il governo greco organizza una solenne cerimonia per “riconsacrare” la Rocca con la bandiera greca.

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Il Partenone e la società grecaDue esempi di come viene “vissuto” il Partenone nella società greca moderna:

• segno di solidità e tradizione;

• mezzo per richiamare l’attenzione e scuotere l’opinione pubblica.

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Il Partenone e l’arte: futuristi sui generis

Quasi tutti gli artisti e i letterati greci nel corso del XIX e XX sec. hanno elaborato un’idealizzazione del Partenone, presentato come emblema del popolo greco, della sua storia e, soprattutto, della sua rinascita.Il caso limite è rappresentato dai futuristi greci: il manifesto futurista “Distruggiamo il chiaro di luna” (1909) chiede la demolizione del Partenone”, ma gli artisti greci sono assolutamente contrari e anzi, partono dallo studio del fregio per sperimentare le possibilità di movimento. Marinetti stesso, del resto, consapevole dell’orgoglio nazionale greco, nel Manifesto per i giovani artisti greci stempera i toni e fa parlare il monumento stesso, che invita i giovani ad allontanarsi dalla tradizione! L’intellettuale Konstantinos Partheniscommenta: “Non c’è bisogno di demolire l’Acropoli, nostra Madre; dobbiamo prenderla ad esempio, non come modello da imitare”.

P. Prekas, Il cavallo dal fregio ovest del Partenone

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Il Partenone e la pubblicità

“Un Paese con una tradizione storica lunga quanto la Grecia sa apprezzare la compagnia aerea con i mezzi più moderni”Lufthansa

Il Partenone ha uno straordinario potenziale pubblicitario in quanto simbolo della storia e della cultura greca.

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Umorismo greco

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La questione dei marmi Elgin

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Le prime tappe 1842: i primi archeologici greci indirizzano una domanda di restituzione dei marmi Elgin (per i Greci “Parthenon marbles”), alla Corona inglese.Fine XIX-inizi XX sec.: la restituzione dei marmi da parte dell’Inghilterra rimane un argomento “scottante” per la stampa greca, che lo riprende più volte.1941: il Foreign Office propone di rimpatriare i marmi per ringraziare i Greci per la loro lotto contro il nazismo. La proposta non ha seguito.1961: Prima richiesta ufficiale da parte del sindaco di Atene, rivolta alla città di Londra. La domanda nasce probabilmente a seguito dell’inaugurazione della galleria Duveen.1982: Il ministro della Cultura greco Melina Mercouri, rilascia un’intervista alla BBC chiedendo la restituzione dei marmi, in vista dell’inizio dei nuovi restauri dell’Acropoli. Il governo greco richiede formalmente per la prima volta al governo britannico il ritorno dei marmi ad Atene. Melina Mercouri partecipa all’incontro mondiale dei Ministri della Cultura in Messico e chiedela protezione dell’UNESCO per la richiesta della stato greco: la maggioranza dei Ministri vota a favore e il Partenone viene adottato come logo.

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La lotta di Melina MercouriMelina Mercouri, già celebre

cantante e attrice, si vota alla causa della restituzione dei marmi. Nel 1983 smuove l’opinione pubblica mondiale piangendo di fronte ai marmi Elgin a Londra.

Nel 1987 la nuova richiesta di rimpatrio dei marmi è motivata “per l’unicità del monumento [il Partenone] e il suo valore simbolico”: viene finalmente dichiarata la sua valenza di simbolo dell’identità nazionale greca.

La morte della Mercouri, nel 1994 è molto compianta in Grecia.

Sopra, Melina Mercouri in visita al Partenone, 1982. A fianco, il francobollo emesso per la sua morte

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Le ultime tappe

1987: il progetto del Nuovo Museo dell’Acropoli acuisce le tensioni tra Grecia e Regno Unito: il nuovo museo prevede, infatti, una sala vuota per i marmi Elgin. Intanto, anche l’International Council of Museums (ICOM) appoggia le istanze greche.1997: dato che il rifiuto della Gran Bretagna si basa legalmente sul diritto di proprietà sui marmi, il governo greco propone una trattativa “non legale, ma culturale e politica”, grazie alla quale i marmi potrebbero essere esposti nel Nuovo Museo dell’Acropoli, mentre la Gran Bretagna ne conserverebbe la proprietà e il controllo; i Greci si impegnerebbero, inoltre, ad allestire mostre di antichità greche di risonanza internazionale in Inghilterra. 1999: il Parlamento europeo presenta un documento di richiamo al Regno Unito.Inizi del XXI sec.: gli incontri dei rappresentanti dei governi dei due Paesi non arrivano ad uno scioglimento della situazione. Il biasimo delle principali istituzioni politiche e culturali mondiali non smuove la parte dell’opinione pubblica inglese favorevole al mantenimento dei marmi in Inghilterra.A partire dagli anni Ottanta vengono fondate associazioni in tutto il mondo per la restituzione dei marmi. Un sito internet creato dagli studenti di una scuola superiore di Creta e dal loro insegnante di inglese è particolarmente attivo nella ricerca delle adesioni.

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Il sito degli studenti di Creta

Lontani dalla loro terra natìa, i marmi del Partenone sono rimasti al British Museum per oltre 150 anni. Ciò ha significato continue trattative tra il governo greco, che ne chiede la

restituzione, e il governo inglese che, insieme all'amministrazione del British Museum, continua a rifiutarla.

Nelle pagine che seguono puoi leggere qualcosa sulla storia dei Marmi del Partenone, insieme ai punti di vista del governo greco, del governo inglese,del Partito Laburista, del Partito

Conservatore e del British Museum. Infine spieghiamo la nostra opinione e ti chiediamo di esprimere la tua. Non ci vuole più di un minuto per spedirci una e-mail .

Speriamo che la lettura di queste pagine sia piacevole ed istruttiva, così come è stata per noi la loro realizzazione.

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"Ciechi gli occhi che non versano lacrime vedendo, O Grecia amata, le tue sacre membra razziate da profane mani inglesi, che hanno ferito ancora una volta il tuo petto dolente, e rapito i tuoi dèi, dèi che odiano l'abominevole nordico clima d'Inghilterra"

Lord Byron, "Il pellegrinaggio del giovane Aroldo"

http://www.uk.digiserve.com/mentor/marmi/index.htm

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BibliografiaK. Andrews, Athens Alive, Athens 1979.M. Beard, Il Partenone, Editori Laterza, Bari 2006 (ed. ingl. 2002).D. Brewer, The Greek war of independence: the struggle for freedom from Ottoman oppression and the birth of the modern Greek nation, the Overlook press,Woodstock - New York 2001.R. Clogg, Storia della Grecia moderna. Dalla caduta dell’impero bizantino a oggi, Bompiani, Milano 1998.C. Hitchens, The Elgin Marbles. Should they be returned to Greece?,London 1987.M. Pavan, L’avventura del Partenone. Un monumento nella storia, Sansoni editore, Firenze 1983.D. Philippides, The Parthenon as Appreciated by Greek Society, in P. Tournikiotis (a cura di), “The Parthenon and its Impact in ModernTimes”, Athens 1994, pp. 278-309.

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BibliografiaN. Svoronos, Storia della Grecia moderna, Roma 1974.Who Owns the Past? The Case of the Parthenon Marbles. Papers heldat a Seminar and Public Debate at the Medelhavsmuseet, a cura diHouby – Nielsen, Stockholm, May the 25th 2003, in Medelhavsmuseet. Focus on the Mediterranean, 2 (2005), pp. 133-163.

Sitografia

http://www.uk.digiserve.com/mentor/marmi/index.htm (sito degli studenti cretesi per la restituzione dei marmi Elgin)http://en.wikipedia.org/wiki/Greek_War_of_Independence (voce di buon livello, in lingua inglese, dell’enciclopedia internet wikipedia sulla guerra di Indipendenza greca)