36

Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Il numero di settembre con la guida alla "Offerta all'Amore Misericordioso" in vista del prossimo Anno Santo.

Citation preview

Page 1: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"
Page 2: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Libri TeresianiLimiti umani 23

Pagine TeresianeLa cresima spiega tutto 24-26

Amici di TeresaVoglio Essere una santa! 27-31

Nella pace del Signore 31

Per ricordare mons. Guy Gau-cher, a più di un anno dalla scom-parsa, riproponiamo l’omelia con cui salutò, il 19 giugno 2005, la diocesi di Lisieux.

Fratelli e sorelle in Cristo,in questa messa di ringraziamen-to, permettetemi, per una volta, di non meditare solamente la parola di Dio della domenica. In questa basilica in cui celebro l’Eucaristia di saluto alla diocesi di Bayeux e Lisieux e al Pèlerinage, vorrei con-dividere con voi, un’ultima volta, ciò che io devo a suor Teresa di Gesù bambino del Volto Santo. Certo, tutti i ringraziamenti vanno prima ed essenzialmente al Dio tri-nitario. Sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, origine e fine di tut-to, che reggono la Chiesa, il mon-do e ognuna delle nostre vite. Ma la grazie di Dio passa attraverso degli intermediari, dei mediatori, delle mediatrici. Teresa Martin è una di queste, privilegiata. Nell’ora in cui il mio ministero episcopa-le si eserciterà altrove – perché la missione continua – voglio rende-re grazie per questa giovane don-na, “faro di questo secolo”, come disse Yves Congar, attraverso una meditazione, una testimonianza che potrebbe intitolarsi: “Perché ti amo, Teresa”.Come tanti altri, all’inizio non ho provato che indifferenza, se non disprezzo, verso te, Teresa. La tua

statua nella mia parrocchia, quel-la degli Orphelins d’Auteuil, non mi attirava molto. A ventidue anni, sono passato per Lisieux senza degnarmi di visitare il tuo Carme-lo. Tutto sembrava allontanarmi da te: gli innumerevoli mercanti che proponevano la tua immagine zuccherata, brutta perché troppo “graziosa”, il poco –troppo poco- che sapevo di te: il tuo ambien-te cattolico chiuso su se stesso, la tua famiglia da canonizzare in

3Santa Teresa Settembre 2015

A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN° Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Gesù Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dell’Artigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

Avila (si riconosce sullo sfondo) Teresa col fratello Rodrigo, compa-gno dei suoi fervori infantili, fugge da casa alla ricerca del martirio nella terra dei Mori, ma viene presto recuperata da uno zio.

Ritratto di Teresa d’Avila eseguito sulla base della sua maschera funeraria.

Ricordiamo che tutti i primi giovedì del mesela santa messa sarà offerta per tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

www.radiosantateresa.itAscolta anche tu

Radio SantaTeresa

som

ma

rio Amici di TeresaPerchè ti amo, Teresa 3-8

Luoghi TeresianiSan Giovanni in Foro 9-10

INSERTO: Feste TeresianePer il tuo solo amore 11-20

Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 63-66

SEI LUNETTE un magnifico ciclo pittoricosu santa Teresa di GesùSono state restaurate le lunette degli altari laterali della nostra chiesa “S. Pietro in Oliveto” a Brescia che rappre-sentano altrettante esperienze misti-che della santa Madre Teresa. Il restau-ratore le ha definite il ciclo pittorico più bello del XVII secolo presente nel territorio bresciano. Dall’8 settembre all’8 ottobre saranno esposte al Museo Diocesano di Brescia per poi tornare nella loro chiesa dove saranno esposte sino al 20 ottobre. L’esposizione è ac-compagnata da una piccolo catalogo esplicativo (48 pp.) con contributi te-ologici, spirituali, artistici e storici. Può essere acquistato sul loco o richiesto in redazione. Il risultato del lavoro di restauro è sorprendente, come potrete intuire dalle foto che illustrano questo numero del periodico, ed i costi ingen-ti. Tutti possono dare il loro picco-lo o grande contributo.

Nella lunetta sopra: Gesù mostra a Teresa l’Inferno ed il posto che avrebbe meritato di occupare, di Giuseppe Tortelli.

PERCHÈ TI AMO, TERESAChi avrebbe potuto inventarti?

di mons. Guy Gaucher,fu vescovo ausiliare di Bayeux e Lisieuxda “Quaderni Carmelitani”, n. 23 (2006)

Traduzione dal francese di Fabio Ragazzoni

am

ici d

i te

resa

Page 3: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Libri TeresianiLimiti umani 23

Pagine TeresianeLa cresima spiega tutto 24-26

Amici di TeresaVoglio Essere una santa! 27-31

Nella pace del Signore 31

Per ricordare mons. Guy Gau-cher, a più di un anno dalla scom-parsa, riproponiamo l’omelia con cui salutò, il 19 giugno 2005, la diocesi di Lisieux.

Fratelli e sorelle in Cristo,in questa messa di ringraziamen-to, permettetemi, per una volta, di non meditare solamente la parola di Dio della domenica. In questa basilica in cui celebro l’Eucaristia di saluto alla diocesi di Bayeux e Lisieux e al Pèlerinage, vorrei con-dividere con voi, un’ultima volta, ciò che io devo a suor Teresa di Gesù bambino del Volto Santo. Certo, tutti i ringraziamenti vanno prima ed essenzialmente al Dio tri-nitario. Sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, origine e fine di tut-to, che reggono la Chiesa, il mon-do e ognuna delle nostre vite. Ma la grazie di Dio passa attraverso degli intermediari, dei mediatori, delle mediatrici. Teresa Martin è una di queste, privilegiata. Nell’ora in cui il mio ministero episcopa-le si eserciterà altrove – perché la missione continua – voglio rende-re grazie per questa giovane don-na, “faro di questo secolo”, come disse Yves Congar, attraverso una meditazione, una testimonianza che potrebbe intitolarsi: “Perché ti amo, Teresa”.Come tanti altri, all’inizio non ho provato che indifferenza, se non disprezzo, verso te, Teresa. La tua

statua nella mia parrocchia, quel-la degli Orphelins d’Auteuil, non mi attirava molto. A ventidue anni, sono passato per Lisieux senza degnarmi di visitare il tuo Carme-lo. Tutto sembrava allontanarmi da te: gli innumerevoli mercanti che proponevano la tua immagine zuccherata, brutta perché troppo “graziosa”, il poco –troppo poco- che sapevo di te: il tuo ambien-te cattolico chiuso su se stesso, la tua famiglia da canonizzare in

3Santa Teresa Settembre 2015

A cura della Provincia Veneta dei Carmelitani ScalziVicolo Scalzi, 13 - 37122 VeronaCon approvazione ecclesiastica.Autorizzazione tribunale di Verona 20/01/1966 n. 191Dir. Responsabile: p. Antonio Maria Sicari ocdRapp. legale: p. Umberto Raineri ocdDirettore: p. Giacomo Gubert ocdN° Repertorio ROC.: n. 24593 del 06/06/2014Foto: Foto Soave via L. Manara, 10 - Verona www.flickr.com

Redazione: Padri Carmelitani Scalzi Santuario di s. Teresa del Bambino Gesù Via Volturno, 1 - 37135 Verona tel. 045.500.266 - fax 045.581.214Impaginazione: Grafiche Vilcar - Villa Carcina (Bs)Stampa: Litografia Casagrande via dell’Artigianato, 10 Colognola ai Colli (VR)Spedizione: Nuova Zai - via A. Secchi, 7 - Verona

Avila (si riconosce sullo sfondo) Teresa col fratello Rodrigo, compa-gno dei suoi fervori infantili, fugge da casa alla ricerca del martirio nella terra dei Mori, ma viene presto recuperata da uno zio.

Ritratto di Teresa d’Avila eseguito sulla base della sua maschera funeraria.

Ricordiamo che tutti i primi giovedì del mesela santa messa sarà offerta per tutti i nostri devoti lettorialle ore 8.00 e alle ore 18.30 (ora italiana).

www.radiosantateresa.itAscolta anche tu

Radio SantaTeresa

som

ma

rio Amici di TeresaPerchè ti amo, Teresa 3-8

Luoghi TeresianiSan Giovanni in Foro 9-10

INSERTO: Feste TeresianePer il tuo solo amore 11-20

Inserto per bambiniSulle orme di Giovanni della Croce 63-66

SEI LUNETTE un magnifico ciclo pittoricosu santa Teresa di GesùSono state restaurate le lunette degli altari laterali della nostra chiesa “S. Pietro in Oliveto” a Brescia che rappre-sentano altrettante esperienze misti-che della santa Madre Teresa. Il restau-ratore le ha definite il ciclo pittorico più bello del XVII secolo presente nel territorio bresciano. Dall’8 settembre all’8 ottobre saranno esposte al Museo Diocesano di Brescia per poi tornare nella loro chiesa dove saranno esposte sino al 20 ottobre. L’esposizione è ac-compagnata da una piccolo catalogo esplicativo (48 pp.) con contributi te-ologici, spirituali, artistici e storici. Può essere acquistato sul loco o richiesto in redazione. Il risultato del lavoro di restauro è sorprendente, come potrete intuire dalle foto che illustrano questo numero del periodico, ed i costi ingen-ti. Tutti possono dare il loro picco-lo o grande contributo.

Nella lunetta sopra: Gesù mostra a Teresa l’Inferno ed il posto che avrebbe meritato di occupare, di Giuseppe Tortelli.

PERCHÈ TI AMO, TERESAChi avrebbe potuto inventarti?

di mons. Guy Gaucher,fu vescovo ausiliare di Bayeux e Lisieuxda “Quaderni Carmelitani”, n. 23 (2006)

Traduzione dal francese di Fabio Ragazzoni

am

ici d

i te

resa

Page 4: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

5

4 Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015

nione, andare a trovarlo a Bayeux (i capelli raccolti per sembrare più matura) affinché ti conceda di en-trare al Carmelo a quindici anni; ricorrere allo stesso papa per sol-lecitare lo stesso permesso. Non hai nessun dubbio. Ancora per amore, diventi nel settembre 1896 “folle” soffrendo di desideri infiniti che opprimono il tuo cuore; vuoi essere prete, dottore della Chiesa, missionario, martire … è ragione-vole? No. Tu lo sai, ma non rinun-ci. Bisogna trovare una soluzione e tu la troverai. Eclissata, silenzio-sa e pertanto intrepida (più di tua sorella Celina), avanzi da sola su percorsi sconosciuti. “La mia follai è quella di sperare”. La tua giovi-nezza e la tua debolezza sono la tua forza.Ti amo perché la tua “piccola via”, eureka geniale, ritrova il cuore del Vangelo in un’epoca in cui i cristia-ni sono lacerati da una moltitudine di obblighi, di opere, di pratiche spesso timorose, ossessionati dalla Giustizia di Dio. Punti diritta all’essenziale con la tua semplicità limpida come una sorgente, infles-sibile come l’acciaio. “Per quanto

mi riguarda, non trovo più niente nei libri, se non nel solo Vangelo. Questo libro mi basta”. Ti amo perché sei rimasta una bambina o, piuttosto, hai ritrovato tutte le gra-zie del bambino in età adulta, pri-vilegio così raro. A dodici - tredici anni dovevi essere insopportabile con le tue lacrime inesauribili; le tue arie da Maddalena che “pian-geva per aver pianto”. Che con-trasto con la maturità degli ultimi anni (hai poco più di vent’anni) che ti pone tra le carmelitane vissute.Ti amo per il tuo umorismo, la lu-cidità su te stessa e su coloro che ti circondano. Ami i santi che scherzano, che restano sempre gioiosi, che amano la loro fami-glia. È anche per questo che ti si ama. Quando nella maturità, ver-so il 1895, mi sembra – sei infine pienamente te stessa, tu respiri la vita, tu ami liberamente la natura, i fiori, gli animali, il cielo, le stelle … Ma prima di tutto, tu ami gli uo-mini, soprattutto le povere sorelle della comunità. La tua vocazione alla solitudine – che paradosso – ha fatto sbocciare la tua natura di donna. La tua affettività così agi-

am

ici d

i te

resa

blocco, la tua “belle Epoque” che mi irritava con il suo moralismo au-gusto, la sua arte conformista, la sua ingenua fiducia nel Progres-so; il tuo linguaggio pio, la tua vita “angelica” al Carmelo, strana per i suoi usi, i suoi veli neri e le sue grate, la tua morte romantica in mezzo alle rose. Quanto a coloro che tessevano le tue lodi, mi infa-stidivano ancora di più! Veramente tutto di te mi irritava.Queste situazioni impossibili non sono per farti dispiacere; tu ami la lotta. Ma in che modo ci catturi per rovesciarci, “incastrarci”, per infilarti nelle nostre vite, come se si trattasse di uno scasso, senza tut-tavia importi? A volte arrivi come un fulmine, a volte prendi tempo. Spesso ti è sufficiente mostrare il tuo vero volto. Chi può resistere al tuo fascino segreto? Solo colo-ro che non ricevono questa grazia teresiana. Perché serve eviden-temente una grazia. Grazia che annienta, come se si prendesse gioco del baluardo di ostacoli ac-cumulati a piacimento. Cosicché quando mi si domanda perché ti amo,. Io non posso che rispon-dere: perché sei tu. Ciò, evidente-mente, non spiega niente. Allora, mi si chiede di dare delle ragioni. E allora, cerchiamole.Ti amo perché rimani una sorpre-

sa continua, una personalità inaf-ferrabile, disorientante. Non hai niente in comune con quell’imma-gine pietrificata che immaginavo prima. Tu stessa ti sei meravigliata dei “contrasti” del tuo carattere. È vero, ti ho creduta birichina al-lorché la tua intelligenza intuitiva era in costante movimento. Cerchi continuamente, mai soddisfatta delle tue scoperte. Vuoi andare sempre più lontano, soprattutto quando è in gioco Dio. Ma tu sai anche valutare le persone che ti circondano. Non ti lasci gettare “polvere negli occhi”.Talvolta ti mostri dolce, timida. Talvolta sei una vergine guerriera avida di gloria, affascinata da tua sorella Giovanna d’Arco. Tena-ce, audace, temeraria, vai fino in fondo al tuo progetto: amare fino a morire. Dapprima ti ho preso come una pia fanciulla, una signo-rina di buona famiglia, una religio-sa esemplare quando invece eri un’amante appassionata di Gesù, il tuo Diletto, cui in segreto davi del tu. Per Lui, osi tutto: rincorrere per strada il tuo vescovo perché anti-cipi la data della tua prima comu-

am

ici d

i te

resa

Dettagli della lunetta di Giuseppe Tortelli

Page 5: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

5

4 Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015

nione, andare a trovarlo a Bayeux (i capelli raccolti per sembrare più matura) affinché ti conceda di en-trare al Carmelo a quindici anni; ricorrere allo stesso papa per sol-lecitare lo stesso permesso. Non hai nessun dubbio. Ancora per amore, diventi nel settembre 1896 “folle” soffrendo di desideri infiniti che opprimono il tuo cuore; vuoi essere prete, dottore della Chiesa, missionario, martire … è ragione-vole? No. Tu lo sai, ma non rinun-ci. Bisogna trovare una soluzione e tu la troverai. Eclissata, silenzio-sa e pertanto intrepida (più di tua sorella Celina), avanzi da sola su percorsi sconosciuti. “La mia follai è quella di sperare”. La tua giovi-nezza e la tua debolezza sono la tua forza.Ti amo perché la tua “piccola via”, eureka geniale, ritrova il cuore del Vangelo in un’epoca in cui i cristia-ni sono lacerati da una moltitudine di obblighi, di opere, di pratiche spesso timorose, ossessionati dalla Giustizia di Dio. Punti diritta all’essenziale con la tua semplicità limpida come una sorgente, infles-sibile come l’acciaio. “Per quanto

mi riguarda, non trovo più niente nei libri, se non nel solo Vangelo. Questo libro mi basta”. Ti amo perché sei rimasta una bambina o, piuttosto, hai ritrovato tutte le gra-zie del bambino in età adulta, pri-vilegio così raro. A dodici - tredici anni dovevi essere insopportabile con le tue lacrime inesauribili; le tue arie da Maddalena che “pian-geva per aver pianto”. Che con-trasto con la maturità degli ultimi anni (hai poco più di vent’anni) che ti pone tra le carmelitane vissute.Ti amo per il tuo umorismo, la lu-cidità su te stessa e su coloro che ti circondano. Ami i santi che scherzano, che restano sempre gioiosi, che amano la loro fami-glia. È anche per questo che ti si ama. Quando nella maturità, ver-so il 1895, mi sembra – sei infine pienamente te stessa, tu respiri la vita, tu ami liberamente la natura, i fiori, gli animali, il cielo, le stelle … Ma prima di tutto, tu ami gli uo-mini, soprattutto le povere sorelle della comunità. La tua vocazione alla solitudine – che paradosso – ha fatto sbocciare la tua natura di donna. La tua affettività così agi-

am

ici d

i te

resa

blocco, la tua “belle Epoque” che mi irritava con il suo moralismo au-gusto, la sua arte conformista, la sua ingenua fiducia nel Progres-so; il tuo linguaggio pio, la tua vita “angelica” al Carmelo, strana per i suoi usi, i suoi veli neri e le sue grate, la tua morte romantica in mezzo alle rose. Quanto a coloro che tessevano le tue lodi, mi infa-stidivano ancora di più! Veramente tutto di te mi irritava.Queste situazioni impossibili non sono per farti dispiacere; tu ami la lotta. Ma in che modo ci catturi per rovesciarci, “incastrarci”, per infilarti nelle nostre vite, come se si trattasse di uno scasso, senza tut-tavia importi? A volte arrivi come un fulmine, a volte prendi tempo. Spesso ti è sufficiente mostrare il tuo vero volto. Chi può resistere al tuo fascino segreto? Solo colo-ro che non ricevono questa grazia teresiana. Perché serve eviden-temente una grazia. Grazia che annienta, come se si prendesse gioco del baluardo di ostacoli ac-cumulati a piacimento. Cosicché quando mi si domanda perché ti amo,. Io non posso che rispon-dere: perché sei tu. Ciò, evidente-mente, non spiega niente. Allora, mi si chiede di dare delle ragioni. E allora, cerchiamole.Ti amo perché rimani una sorpre-

sa continua, una personalità inaf-ferrabile, disorientante. Non hai niente in comune con quell’imma-gine pietrificata che immaginavo prima. Tu stessa ti sei meravigliata dei “contrasti” del tuo carattere. È vero, ti ho creduta birichina al-lorché la tua intelligenza intuitiva era in costante movimento. Cerchi continuamente, mai soddisfatta delle tue scoperte. Vuoi andare sempre più lontano, soprattutto quando è in gioco Dio. Ma tu sai anche valutare le persone che ti circondano. Non ti lasci gettare “polvere negli occhi”.Talvolta ti mostri dolce, timida. Talvolta sei una vergine guerriera avida di gloria, affascinata da tua sorella Giovanna d’Arco. Tena-ce, audace, temeraria, vai fino in fondo al tuo progetto: amare fino a morire. Dapprima ti ho preso come una pia fanciulla, una signo-rina di buona famiglia, una religio-sa esemplare quando invece eri un’amante appassionata di Gesù, il tuo Diletto, cui in segreto davi del tu. Per Lui, osi tutto: rincorrere per strada il tuo vescovo perché anti-cipi la data della tua prima comu-

am

ici d

i te

resa

Dettagli della lunetta di Giuseppe Tortelli

Page 6: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

tata prima (la tua vita era iniziata male: la perdita della mamma e delle sorelle che ti hanno fatto da mamma, la grave malattia, gli scrupoli, le “pene dell’anima”, la tua ipersensibilità) si è equilibrata ed hai amato tutte le tue sorelle, i tuoi due fratelli pure così giovani. Ti sei sviluppata con una libertà sorprendente attraverso le pic-colezze, le incomprensioni di una vita di clausura, senza disprezzare nessuna sorella, facendo attenzio-ne ad ognuna, amandola per quel che era.Ti amo perché sei una ragazza autentica, che ama la verità, che lotta per essa, depistando spieta-tamente le scappatoie, le piccole “pie” ipocrisie. Preferisti essere esclusa dal Carmelo piuttosto che permettere a suor Marta, tua com-pagna di noviziato, di attaccarsi a madre Maria di Gonzaga” come un cane al suo padrone”. Tu ami le si-tuazioni chiare. Quando hai dovuto soffrire di trovarti al crocevia delle influenze di tutte le Madri che vole-vano formarti alla loro idee! Come hai saputo scappare da loro, riso-luta sulla tua via di libertà e di ab-bandono a Dio solo, per tracciare la tua strada, ispirata dallo Spirito! Tu non vuoi sembrare, ma essere. Tanto peggio se ciò dispiace.Ti amo perché alla fine della vita sei

entrata nelle tenebre e perché ti sei seduta alla “tavola dei peccatori”. Sei uscita dal ghetto cattolico che guardava questo “grandi peccato-ri” dall’alto della sua retta coscien-za. Il tuo “primo figlio” lo troverai in prigione mentre aspetta la ghigliot-tina. Enrico Pranzini morirà perdo-nato senza sapere ciò che ti deve, ma tu, tu non lo dimenticherai mai. I tuoi compagni si chiamano anco-ra Giacinto Loyson, ex provinciale dei carmelitani, sposato, che si è opposto all’infallibilità papale: tu lo consideri come tuo “fratello”. In-chiodata sul tuo letto di dolore, of-fri la tua ultima comunione per lui e le sofferenze per Renato Tostain, un ateo moralmente irreprensibile che ha sposato tua cucina Mar-gherita Maudelonde,. Hai cono-sciuto la prove della fede che hai affrontato nel silenzio di Dio, nei ri-chiami vertiginosi del “nulla”, nella tentazione del suicidio nelle varie sofferenza fisiche e morali. Attra-verso tutto questo, hai conservato la speranza della donna audace, che gioca tutta la sua vita sul suo amore, senza mai fare la stoica, re-stando piccola, vulnerabile.

Ti amo perché mi hai mostrato lo spirito del Carmelo e perché, attra-verso te, ha ispirato molte persone a consegnarsi all’Amore, nel cuore della Chiesa, con la preghiera gra-tuita e silenziosa. Patrona univer-sale delle missioni, tu sei la prova dell’efficacia misteriosa di questa preghiera nascosta. Tutta la tua vita postuma lo mostra, lo grida. Piccola carmelitana sconosciuta, hai ispirato il Concilio Vaticano II, sei la maestra di intere generazio-ni, di tutti i risvolti della società. Hai reso democratica la santità viven-do di fede, speranza e amore nella vita quotidiana, quella della mag-gioranza degli uomini.Ti amo perché, da ragazza gioiosa e audace hai sconvolto il pesante apparato ecclesiale. Seri inquirenti hanno voluto farti entrare nei ca-sellari di questionari preparato per una santità predefinita. Hai sventa-to tutti questi piani e per te è sta-to necessario abbreviare i termini regolamentari. È stato facile, tutti i papi furono tuoi amici. Hai esaudi-to il mondo con miracoli innume-revoli, in maniera talvolta inedita in cui si poteva riconoscere il tuo umorismo.Ti amo, infine – bisogna che mi fer-mi con la mia litania – come segno, riflesso, prova (che parola impie-gare?) dell’Amore Misericordioso del Padre che si è manifestato al mondo attraverso Gesù e il suo Spirito che soffia dove vuole. Se la Trinità ha fatto di te questo “capo-lavoro della natura e della grazia” bisogna ringraziarla con un silen-zio adorante. “Per te, o Dio, anche il silenzio è lode” (Sal 64).Ti amo perché sei un’intrepida mis-sionaria di Gesù nel nostro mondo secolarizzato. In diciassette anni di presenza a Lisieux, ho potuto con-

statare, a contatto con folle che vengono da ogni parte del mon-do, la potenza della tua azione sui cuori, per le genti di ogni ambien-te sociale, di ogni nazione, di ogni lingua. Ho anche avuto la grazia di constatare l’aspetto incredibile dei tuoi viaggi attraverso il mondo. Dal 1994, le tue Reliquie percorrono i cinque continenti: l’ho visto con i miei occhi: in Italia, Belgio, a New York, nelle Filippine, a Hong Kong, in Canada, in Russia, in Libano, nel Benin, in Polonia … Sei veramente una sorella universale.Ti amo perché tutto ciò che hai scritto è vero e tu mantieni le tue promesse, tra le altre questa: “Passerò il mio Cielo a far del bene

7

6 Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015

am

ici d

i te

resa a

mic

i di t

ere

sa

Dettaglia della lunetta di Angelo

Trevisani

Page 7: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

tata prima (la tua vita era iniziata male: la perdita della mamma e delle sorelle che ti hanno fatto da mamma, la grave malattia, gli scrupoli, le “pene dell’anima”, la tua ipersensibilità) si è equilibrata ed hai amato tutte le tue sorelle, i tuoi due fratelli pure così giovani. Ti sei sviluppata con una libertà sorprendente attraverso le pic-colezze, le incomprensioni di una vita di clausura, senza disprezzare nessuna sorella, facendo attenzio-ne ad ognuna, amandola per quel che era.Ti amo perché sei una ragazza autentica, che ama la verità, che lotta per essa, depistando spieta-tamente le scappatoie, le piccole “pie” ipocrisie. Preferisti essere esclusa dal Carmelo piuttosto che permettere a suor Marta, tua com-pagna di noviziato, di attaccarsi a madre Maria di Gonzaga” come un cane al suo padrone”. Tu ami le si-tuazioni chiare. Quando hai dovuto soffrire di trovarti al crocevia delle influenze di tutte le Madri che vole-vano formarti alla loro idee! Come hai saputo scappare da loro, riso-luta sulla tua via di libertà e di ab-bandono a Dio solo, per tracciare la tua strada, ispirata dallo Spirito! Tu non vuoi sembrare, ma essere. Tanto peggio se ciò dispiace.Ti amo perché alla fine della vita sei

entrata nelle tenebre e perché ti sei seduta alla “tavola dei peccatori”. Sei uscita dal ghetto cattolico che guardava questo “grandi peccato-ri” dall’alto della sua retta coscien-za. Il tuo “primo figlio” lo troverai in prigione mentre aspetta la ghigliot-tina. Enrico Pranzini morirà perdo-nato senza sapere ciò che ti deve, ma tu, tu non lo dimenticherai mai. I tuoi compagni si chiamano anco-ra Giacinto Loyson, ex provinciale dei carmelitani, sposato, che si è opposto all’infallibilità papale: tu lo consideri come tuo “fratello”. In-chiodata sul tuo letto di dolore, of-fri la tua ultima comunione per lui e le sofferenze per Renato Tostain, un ateo moralmente irreprensibile che ha sposato tua cucina Mar-gherita Maudelonde,. Hai cono-sciuto la prove della fede che hai affrontato nel silenzio di Dio, nei ri-chiami vertiginosi del “nulla”, nella tentazione del suicidio nelle varie sofferenza fisiche e morali. Attra-verso tutto questo, hai conservato la speranza della donna audace, che gioca tutta la sua vita sul suo amore, senza mai fare la stoica, re-stando piccola, vulnerabile.

Ti amo perché mi hai mostrato lo spirito del Carmelo e perché, attra-verso te, ha ispirato molte persone a consegnarsi all’Amore, nel cuore della Chiesa, con la preghiera gra-tuita e silenziosa. Patrona univer-sale delle missioni, tu sei la prova dell’efficacia misteriosa di questa preghiera nascosta. Tutta la tua vita postuma lo mostra, lo grida. Piccola carmelitana sconosciuta, hai ispirato il Concilio Vaticano II, sei la maestra di intere generazio-ni, di tutti i risvolti della società. Hai reso democratica la santità viven-do di fede, speranza e amore nella vita quotidiana, quella della mag-gioranza degli uomini.Ti amo perché, da ragazza gioiosa e audace hai sconvolto il pesante apparato ecclesiale. Seri inquirenti hanno voluto farti entrare nei ca-sellari di questionari preparato per una santità predefinita. Hai sventa-to tutti questi piani e per te è sta-to necessario abbreviare i termini regolamentari. È stato facile, tutti i papi furono tuoi amici. Hai esaudi-to il mondo con miracoli innume-revoli, in maniera talvolta inedita in cui si poteva riconoscere il tuo umorismo.Ti amo, infine – bisogna che mi fer-mi con la mia litania – come segno, riflesso, prova (che parola impie-gare?) dell’Amore Misericordioso del Padre che si è manifestato al mondo attraverso Gesù e il suo Spirito che soffia dove vuole. Se la Trinità ha fatto di te questo “capo-lavoro della natura e della grazia” bisogna ringraziarla con un silen-zio adorante. “Per te, o Dio, anche il silenzio è lode” (Sal 64).Ti amo perché sei un’intrepida mis-sionaria di Gesù nel nostro mondo secolarizzato. In diciassette anni di presenza a Lisieux, ho potuto con-

statare, a contatto con folle che vengono da ogni parte del mon-do, la potenza della tua azione sui cuori, per le genti di ogni ambien-te sociale, di ogni nazione, di ogni lingua. Ho anche avuto la grazia di constatare l’aspetto incredibile dei tuoi viaggi attraverso il mondo. Dal 1994, le tue Reliquie percorrono i cinque continenti: l’ho visto con i miei occhi: in Italia, Belgio, a New York, nelle Filippine, a Hong Kong, in Canada, in Russia, in Libano, nel Benin, in Polonia … Sei veramente una sorella universale.Ti amo perché tutto ciò che hai scritto è vero e tu mantieni le tue promesse, tra le altre questa: “Passerò il mio Cielo a far del bene

7

6 Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015

am

ici d

i te

resa a

mic

i di t

ere

sa

Dettaglia della lunetta di Angelo

Trevisani

Page 8: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

9Santa Teresa Settembre 2015

8 Santa Teresa Settembre 2015 8

am

ici d

i te

resa

sulla terra fino alla fine del mondo”. Ti amo infine – è necessario fer-marsi- perché una tua promessa si è realizzato il 19 ottobre 1997, cento anni dopo la tua morte: “Ah! Malgrado la mia piccolezza, vorrei illuminare le anime come i Profeti, i Dottori” (Ms B 3r°). Ora vorrei associare al mio rin-graziamento il papa Giovanni Pa-olo II (ora santo, ndr). Tutto il mio episcopato si è svolto sotto il suo Pontificato. Ora se Teresa è stata proclamata Dottore della Chiesa a 24 anni – il più giovane dopo 2000 anni – dobbiamo ringraziare lui che, superando ogni ostacolo, ha riconosciuto, nel suo “genio femminile” un contributo capitale alla “Scienza dell’Amore divino” (Titolo della Lettera Apostolica, 19 ottobre 1997). Bella occasione questa di ringraziare la Trinità per il dono di Giovanni Paolo II, altro mediatore della grazia divina per il nostro mondo. Poiché la sua cau-sa di Beatificazione sarà aperta il prossimo 28 giugno – procedura eccezionale – come dubitare che non raggiunga presto la sua amica Teresa sugli altari?

“La nostra Chiesa è la Chiesa dei Santi”, scriveva Bernanos. Lodia-mo Dio per i suoi Santi, rendiamo grazie per la loro esistenza: sono un segno per il mondo che il Van-gelo si può vivere dappertutto, in tutte le condizioni di vita. Sono le nostre guide, i nostri maestri, i nostri amici, ci aiutano a raggiun-gere il fine del nostro cammino. Sono la famiglia di Dio. Teresa ha detto: Chi avrebbe potuto inventa-re la Santa Vergine?” Si potrebbe dire: “Chi avrebbe potuto inventa-re suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo?” Così vicina e così lontana, così ordinaria e così straordinaria, questa piccola nor-manna amata in tutto l’universo, che si crede di conoscere e che si nasconde sempre perché l’ultima parola della sua persona esprime qualcosa del Mistero insondabile dell’Amore di Dio.Sì, grazie, Signore, di averci dona-to santa Teresa di Lisieux. Sii loda-to per colei che ha risposto piena-mente al richiamo del tuo Amore Misericordioso. Ecco qualche ra-gione del “Perché ti amo, Teresa”.Visione della

Santissima Trinità di An-

gelo Trevisani

Il “luogo teresiano” d’eccellen-za nel centro storico di Verona è la chiesa di San Giovanni in Foro, situata lungo il Corso

Porta Borsari, risalente all’incirca al XII secolo. La chiesa confinava direttamente con il Foro romano, oggi piazza Erbe, come fa intuire anche il nome dell’edificio religio-so, che, sempre per la sua vici-nanza al Foro, ebbe anche il titolo di basilica. Come ricorda la scritta di una parete esterna, “combu-sta est civitas Veronae”, la chiesa venne gravemente danneggiata dall’incendio che distrusse par-te di Verona nel 1172. Nel 1905 si staccarono dalla chiesa alcuni calcinacci, e fu allora che le mura-ture romaniche vennero alla luce. All’esterno è presente una tomba

in marmo con croce e stemmi, e sovrapposto un trittico. Il cam-panile, con base del XIV secolo e parte superiore più recente, è in cotto. Notevole il piccolo portale rinascimentale della chiesa, scol-pito da Gerolamo Giolfino, con tre statue, in cima San Giovan-ni Evangelista, ai lati San Pietro e San Giovanni Battista, mentre nella nicchia un affresco di Nicola Giolfino con San Giovanni. In questa antica chiesa, tra il 1927 ed il 1929, venne aperta una cap-pella, che ospita un “gisant” del-la Santa, luogo di preghiera, di rose e di grazie, dedicata alla “più grande santa dei tempi moderni”, la nostra Teresa di Lisieux. Ne leg-giamo la storia in una iscrizione che qui riproduciamo:

luo

gh

i te

resi

an

i

SAN GIOVANNI IN FORO

di p. Giacomo Gubert ocd

nel centro storico di Verona

Page 9: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

9Santa Teresa Settembre 2015

8 Santa Teresa Settembre 2015 8

am

ici d

i te

resa

sulla terra fino alla fine del mondo”. Ti amo infine – è necessario fer-marsi- perché una tua promessa si è realizzato il 19 ottobre 1997, cento anni dopo la tua morte: “Ah! Malgrado la mia piccolezza, vorrei illuminare le anime come i Profeti, i Dottori” (Ms B 3r°). Ora vorrei associare al mio rin-graziamento il papa Giovanni Pa-olo II (ora santo, ndr). Tutto il mio episcopato si è svolto sotto il suo Pontificato. Ora se Teresa è stata proclamata Dottore della Chiesa a 24 anni – il più giovane dopo 2000 anni – dobbiamo ringraziare lui che, superando ogni ostacolo, ha riconosciuto, nel suo “genio femminile” un contributo capitale alla “Scienza dell’Amore divino” (Titolo della Lettera Apostolica, 19 ottobre 1997). Bella occasione questa di ringraziare la Trinità per il dono di Giovanni Paolo II, altro mediatore della grazia divina per il nostro mondo. Poiché la sua cau-sa di Beatificazione sarà aperta il prossimo 28 giugno – procedura eccezionale – come dubitare che non raggiunga presto la sua amica Teresa sugli altari?

“La nostra Chiesa è la Chiesa dei Santi”, scriveva Bernanos. Lodia-mo Dio per i suoi Santi, rendiamo grazie per la loro esistenza: sono un segno per il mondo che il Van-gelo si può vivere dappertutto, in tutte le condizioni di vita. Sono le nostre guide, i nostri maestri, i nostri amici, ci aiutano a raggiun-gere il fine del nostro cammino. Sono la famiglia di Dio. Teresa ha detto: Chi avrebbe potuto inventa-re la Santa Vergine?” Si potrebbe dire: “Chi avrebbe potuto inventa-re suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo?” Così vicina e così lontana, così ordinaria e così straordinaria, questa piccola nor-manna amata in tutto l’universo, che si crede di conoscere e che si nasconde sempre perché l’ultima parola della sua persona esprime qualcosa del Mistero insondabile dell’Amore di Dio.Sì, grazie, Signore, di averci dona-to santa Teresa di Lisieux. Sii loda-to per colei che ha risposto piena-mente al richiamo del tuo Amore Misericordioso. Ecco qualche ra-gione del “Perché ti amo, Teresa”.Visione della

Santissima Trinità di An-

gelo Trevisani

Il “luogo teresiano” d’eccellen-za nel centro storico di Verona è la chiesa di San Giovanni in Foro, situata lungo il Corso

Porta Borsari, risalente all’incirca al XII secolo. La chiesa confinava direttamente con il Foro romano, oggi piazza Erbe, come fa intuire anche il nome dell’edificio religio-so, che, sempre per la sua vici-nanza al Foro, ebbe anche il titolo di basilica. Come ricorda la scritta di una parete esterna, “combu-sta est civitas Veronae”, la chiesa venne gravemente danneggiata dall’incendio che distrusse par-te di Verona nel 1172. Nel 1905 si staccarono dalla chiesa alcuni calcinacci, e fu allora che le mura-ture romaniche vennero alla luce. All’esterno è presente una tomba

in marmo con croce e stemmi, e sovrapposto un trittico. Il cam-panile, con base del XIV secolo e parte superiore più recente, è in cotto. Notevole il piccolo portale rinascimentale della chiesa, scol-pito da Gerolamo Giolfino, con tre statue, in cima San Giovan-ni Evangelista, ai lati San Pietro e San Giovanni Battista, mentre nella nicchia un affresco di Nicola Giolfino con San Giovanni. In questa antica chiesa, tra il 1927 ed il 1929, venne aperta una cap-pella, che ospita un “gisant” del-la Santa, luogo di preghiera, di rose e di grazie, dedicata alla “più grande santa dei tempi moderni”, la nostra Teresa di Lisieux. Ne leg-giamo la storia in una iscrizione che qui riproduciamo:

luo

gh

i te

resi

an

i

SAN GIOVANNI IN FORO

di p. Giacomo Gubert ocd

nel centro storico di Verona

Page 10: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

11Santa Teresa Settembre 2015

10 Santa Teresa Settembre 2015

luo

gh

i te

resi

an

iA LA MAGGIOR GLORIA DI DIO

IN ONORE DIS. TERESA DEL BAMBINO GESÙ

NEL 1927 PER CONCESSIONE DIS. E. MONS. VESCOVO

GIROLAMO CARDINALEVENNE APERTA

QUESTA CAPPELLA

IL MONUMENTOMUNIFICO DONO DELLASIG. VIRGINIA MARTINI

FU SCOLPITO DALPROF. U. PIGHIE BENEDETTO

SOLENNEMENTEIL 6 GENNAIO 1929

CON LE OBLAZIONIDEI DEVOTI

LA CAPPELLA VENNE IN SEGUITO ARRICCHITA

DELL’ALTARE IN MARMODELLA BALAUSTRA

DEL CANCELLOE DEI MOSAICI VENEZIANI

SU CARTONIDELL’ARCH. E. FAGIUOLIE DEL PROF. G. MIOLATO

LAVORI APPROVATI DALLA REGIA SOVRAINTENDENZA

E DALLA COMMISSIONE PERL’ARTE SACRA

1939SAC. PIO TINAZZI

Il piano iconografico è classico: al centro l’urna con Teresa sul letto di morte, ai lati i mosaici con gli episodi salienti della sua breve vita (con una curiosità: in un mosaico Teresa aiuta una novizia dall’aria abbattuta che si muove con una stampella. L’immagine rimanda al suo ufficio di vice maestra del-le novizie ma anche alla pazienza con cui assisteva l’inferma suor San Pietro, che tuttavia era anzia-na). Una grande iscrizione ricorda gli anniversari più importanti della vita di Teresa. Un affresco sopra l’ingresso della cappella ritrae Te-resa che sparge rose sopra la cit-tà di Verona. E così fu, è e sarà, per grazia di Dio!

fest

e te

resi

an

e 2

015

PER IL TUO SOLO AMORE

J.M.J.T.Offerta di me stessa come Vittimad’Olocausto all’Amore Misericordioso del Buon Dio.

Dodici giorni attraverso l’Atto d’Offertaall’Amore Misericordioso

Per prepararci alle feste teresiane dell’anno del Signore 2015 ed all’or-mai prossimo “Giubileo della Mise-ricordia”, vi proponiamo un breve viaggio in dodici tappe attraverso una delle perle dell’insegnamento di Teresa, l’Atto di Offerta all’Amore Misericordioso.

In questo viaggio scegliamo come guida l’opera del sacerdote france-se Jacques Fau, edita in Italia da Punto Famiglia di Angri (SA) (www.editricepuntofamiglia.it) con la pre-fazione di fr. François-Marie Léthel ocd, che abbiamo pubblicato nello scorso numero di giugno.

O mio Dio, Trinità Beata, io desi-dero Amarti e farti Amare, lavo-rare alla glorificazione della San-ta Chiesa salvando le anime che sono sulla terra e liberando quelle che soffrono nel purgatorio. De-sidero compiere perfettamente la tua volontà e arrivare al grado di gloria che mi hai preparato nel (Gv 14,2) tuo regno; in una parola, desidero essere Santa, ma sento la mia impotenza e ti domando, o mio Dio, di essere tu stesso la mia Santità! (Gv 3,16)Poiché mi hai amata fino a darmi il tuo unico Figlio perché sia il mio Salvatore e il mio Sposo, i tesori in-finiti dei suoi meriti sono miei ed io te li offro con gioia, supplicandoti di non guardarmi che attraverso il Volto di Gesù e nel suo Cuore ardente d’Amore. Ti offro ancora tutti i meriti dei Santi sia del Cielo che della terra, i loro atti d’Amo-re e quelli dei Santi Angeli; ti of-fro infine, o Beata Trinità, l’Amore e i meriti della Santa Vergine, mia

Madre diletta. A lei affido la mia offerta pregandola di presentarte-la. Il suo Figlio divino, mio Amato Sposo, nei (Eb 5,7) giorni della sua vita mortale ci ha detto: « Tutto ciò che domanderete al Padre mio (Gv 16,23) nel mio nome, ve lo darà »! Sono dunque certa che esaudirai i miei desideri. Lo so, o mio Dio: più vuoi dare, più fai desiderare! Sen-to nel mio cuore desideri immensi ed è con fiducia che ti chiedo di venire a prendere possesso della mia anima. Ah, non posso ricevere la Santa Comunione tanto spes-so come desidero! Ma, Signore, non sei tu Onnipotente?... Resta in me, come nel tabernacolo: non allontanarti mai dalla tua piccola ostia! Vorrei consolarti dell’ingra-titudine dei cattivi e ti supplico di togliermi la libertà di dispiacerti. Se qualche volta cado per debolez-za, il tuo Sguardo Divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma ogni cosa in

Page 11: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

11Santa Teresa Settembre 2015

10 Santa Teresa Settembre 2015

luo

gh

i te

resi

an

i

A LA MAGGIOR GLORIA DI DIOIN ONORE DI

S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ

NEL 1927 PER CONCESSIONE DIS. E. MONS. VESCOVO

GIROLAMO CARDINALEVENNE APERTA

QUESTA CAPPELLA

IL MONUMENTOMUNIFICO DONO DELLASIG. VIRGINIA MARTINI

FU SCOLPITO DALPROF. U. PIGHIE BENEDETTO

SOLENNEMENTEIL 6 GENNAIO 1929

CON LE OBLAZIONIDEI DEVOTI

LA CAPPELLA VENNE IN SEGUITO ARRICCHITA

DELL’ALTARE IN MARMODELLA BALAUSTRA

DEL CANCELLOE DEI MOSAICI VENEZIANI

SU CARTONIDELL’ARCH. E. FAGIUOLIE DEL PROF. G. MIOLATO

LAVORI APPROVATI DALLA REGIA SOVRAINTENDENZA

E DALLA COMMISSIONE PERL’ARTE SACRA

1939SAC. PIO TINAZZI

Il piano iconografico è classico: al centro l’urna con Teresa sul letto di morte, ai lati i mosaici con gli episodi salienti della sua breve vita (con una curiosità: in un mosaico Teresa aiuta una novizia dall’aria abbattuta che si muove con una stampella. L’immagine rimanda al suo ufficio di vice maestra del-le novizie ma anche alla pazienza con cui assisteva l’inferma suor San Pietro, che tuttavia era anzia-na). Una grande iscrizione ricorda gli anniversari più importanti della vita di Teresa. Un affresco sopra l’ingresso della cappella ritrae Te-resa che sparge rose sopra la cit-tà di Verona. E così fu, è e sarà, per grazia di Dio!

fest

e te

resi

an

e 2

015

PER IL TUO SOLO AMORE

J.M.J.T.Offerta di me stessa come Vittimad’Olocausto all’Amore Misericordioso del Buon Dio.

Dodici giorni attraverso l’Atto d’Offertaall’Amore Misericordioso

Per prepararci alle feste teresiane dell’anno del Signore 2015 ed all’or-mai prossimo “Giubileo della Mise-ricordia”, vi proponiamo un breve viaggio in dodici tappe attraverso una delle perle dell’insegnamento di Teresa, l’Atto di Offerta all’Amore Misericordioso.

In questo viaggio scegliamo come guida l’opera del sacerdote france-se Jacques Fau, edita in Italia da Punto Famiglia di Angri (SA) (www.editricepuntofamiglia.it) con la pre-fazione di fr. François-Marie Léthel ocd, che abbiamo pubblicato nello scorso numero di giugno.

O mio Dio, Trinità Beata, io desi-dero Amarti e farti Amare, lavo-rare alla glorificazione della San-ta Chiesa salvando le anime che sono sulla terra e liberando quelle che soffrono nel purgatorio. De-sidero compiere perfettamente la tua volontà e arrivare al grado di gloria che mi hai preparato nel (Gv 14,2) tuo regno; in una parola, desidero essere Santa, ma sento la mia impotenza e ti domando, o mio Dio, di essere tu stesso la mia Santità! (Gv 3,16)Poiché mi hai amata fino a darmi il tuo unico Figlio perché sia il mio Salvatore e il mio Sposo, i tesori in-finiti dei suoi meriti sono miei ed io te li offro con gioia, supplicandoti di non guardarmi che attraverso il Volto di Gesù e nel suo Cuore ardente d’Amore. Ti offro ancora tutti i meriti dei Santi sia del Cielo che della terra, i loro atti d’Amo-re e quelli dei Santi Angeli; ti of-fro infine, o Beata Trinità, l’Amore e i meriti della Santa Vergine, mia

Madre diletta. A lei affido la mia offerta pregandola di presentarte-la. Il suo Figlio divino, mio Amato Sposo, nei (Eb 5,7) giorni della sua vita mortale ci ha detto: « Tutto ciò che domanderete al Padre mio (Gv 16,23) nel mio nome, ve lo darà »! Sono dunque certa che esaudirai i miei desideri. Lo so, o mio Dio: più vuoi dare, più fai desiderare! Sen-to nel mio cuore desideri immensi ed è con fiducia che ti chiedo di venire a prendere possesso della mia anima. Ah, non posso ricevere la Santa Comunione tanto spes-so come desidero! Ma, Signore, non sei tu Onnipotente?... Resta in me, come nel tabernacolo: non allontanarti mai dalla tua piccola ostia! Vorrei consolarti dell’ingra-titudine dei cattivi e ti supplico di togliermi la libertà di dispiacerti. Se qualche volta cado per debolez-za, il tuo Sguardo Divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma ogni cosa in

Page 12: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

13Santa Teresa Settembre 2015

12 Santa Teresa Settembre 2015

se stesso... Ti ringrazio, o mio Dio, di tutte le grazie che mi hai accor-date, in particolare di avermi fatta passare attraverso il crogiolo della sofferenza. (Sap 3,5-6) Sarà con gioia che ti contemplerò (Mt 24,30) nell’ultimo giorno mentre reggi lo scettro della Croce. Poiché ti sei degnato di darmi in sorte questa Croce tanto preziosa, (Gv 20,27) spero di rassomigliarti nel Cielo e di veder brillare sul mio corpo glo-rificato (Gal 6,17) le sacre stimmate della tua Passione!Dopo l’esilio della terra, spero di venire a goderti nella Patria; ma non voglio ammassare meriti per il Cielo, voglio lavorare per il tuo solo Amore, con l’unico scopo di farti piacere, di consolare il tuo Sa-cro Cuore e di salvare anime che ti ameranno eternamente.Alla sera di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuote, perché non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere. (Is 64,6) Ogni nostra giustizia è imperfetta ai tuoi occhi. Voglio dunque rivestirmi della tua propria Giustizia e ricevere dal tuo Amore il possesso eterno di Te stesso. Non voglio altro Trono e al-tra Corona che Te, o mio Amato! (Sal 89,4)

Ai tuoi occhi il tempo è nulla: un giorno solo è come mille anni. Tu puoi dunque prepararmi in un istante a comparire davanti a te.Allo scopo di vivere in un atto di perfetto Amore, mi offro come vittima d’olocausto al tuo Amore misericordioso, supplicandoti di consumarmi (2vo) senza posa, la-sciando traboccare nella mia ani-ma (Gv 7,38) le onde d’infinita te-nerezza che sono racchiuse in te, così che io diventi Martire del tuo Amore, o mio Dio!Questo martirio, dopo avermi pre-parata a comparire davanti a te, mi faccia infine morire e la mia anima si slanci senza ritardo nell’eterno abbraccio del Tuo Amore Miseri-cordioso! Voglio, o mio Amato, ad ogni battito del cuore rinnovarti (Ct 4,6) questa offerta un numero infinito di volte, fino a che, svanite le ombre (1Cor 13,12), possa ri-dirti il mio Amore in un Faccia a Faccia Eterno!

Maria Francesca Teresadi Gesù Bambino del Volto Santo

rel. carm. Ind.

Festa della Santissima Trinità9 giugno dell’anno di grazia 1895

Che cosa intende Teresa per Giustizia di Dio? In una lette-ra al suo fratello spirituale padre Roulland, sacerdote del-le Missioni estere di Parigi e missionario in Cina, Teresa

sviluppa il suo pensiero sulla Giustizia di Dio.

“So che è necessario essere completamente puri per compari-re dinanzi al Dio di ogni Santità, ma so anche che il Signore è infinitamente Giusto, ed è questa giustizia, che spaventa tante anime, a costituire il motivo della mia gioia e della mia fidu-cia. Essere giusto non vuol dire soltanto esercitare la severità per punire i colpevoli, vuol dire anche riconoscere le intenzioni ret-te e ricompensare la virtù. Io spero tanto dalla giustizia di Dio quanto dalla sua misericordia. Appunto perché è giusto «Egli è compassionevole (Sal 102,8) e pieno di dolcezza, lento nel puni-re e ricco di misericordia (Sal 102,14). Infatti conosce la nostra fragilità e si ricorda che noi siamo (Sal 103,13) polvere. Come un padre prova tenerezza per i suoi figli, così il Signore prova compassione di noi »...” (LT 226)

Alla fine del Manoscritto A, redatto nel 1895, spiega com’è giunta a of-frirsi all’Amore Misericordioso:

“Quest’anno il 9 giugno, festa della San-tissima Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato” (Ms A 84r°). “Dopo tante grazie posso cantare con il salmista che « il Signore è buono, che la sua miseri-cordia è eterna » (Sal 117,1). Mi sembra che se tutte le creature avessero le stesse grazie che ho io, il Buon Dio non sarebbe temuto da nessuno, ma amato fino alla follia, e che per amore e non tremando, nessuna anima acconsentirebbe mai a darGli dispiacere. Capisco però che non tutte le anime possono somigliarsi: biso-gna che ce ne siano di diversi tipi allo sco-po di onorare in modo speciale ognuna delle perfezioni del Buon Dio. A me Egli ha donato la sua Misericordia infinita ed

è attraverso essa che contemplo ed adoro le altre perfezioni Divi-ne! Allora tutte mi appaiono raggianti d’amore, perfino la Giusti-zia (e forse anche più di ogni altra) mi sembra rivestita d’amore. Che dolce gioia pensare che il Buon Dio è Giusto, cioè che tiene conto delle nostre debolezze, che conosce perfettamente la fragi-lità della nostra natura. Di cosa dunque dovrei avere paura? Ah, il Dio infinitamente giusto che si degnò di perdonare con tanta bontà tutte le colpe del figliol prodigo, (Lc 15,21-24) non deve for-se essere Giusto anche verso di me che «sono sempre con Lui?...» (Lc 15,31)” (Ms A 83v°-84r°).

fest

e te

resi

an

e 2

015

I - G

IUST

IZIA

DI

DIO

fest

e te

resi

an

e 2

015

Dettaglio della lunetta di Andrea Celesti

Page 13: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

13Santa Teresa Settembre 2015

12 Santa Teresa Settembre 2015

se stesso... Ti ringrazio, o mio Dio, di tutte le grazie che mi hai accor-date, in particolare di avermi fatta passare attraverso il crogiolo della sofferenza. (Sap 3,5-6) Sarà con gioia che ti contemplerò (Mt 24,30) nell’ultimo giorno mentre reggi lo scettro della Croce. Poiché ti sei degnato di darmi in sorte questa Croce tanto preziosa, (Gv 20,27) spero di rassomigliarti nel Cielo e di veder brillare sul mio corpo glo-rificato (Gal 6,17) le sacre stimmate della tua Passione!Dopo l’esilio della terra, spero di venire a goderti nella Patria; ma non voglio ammassare meriti per il Cielo, voglio lavorare per il tuo solo Amore, con l’unico scopo di farti piacere, di consolare il tuo Sa-cro Cuore e di salvare anime che ti ameranno eternamente.Alla sera di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuote, perché non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere. (Is 64,6) Ogni nostra giustizia è imperfetta ai tuoi occhi. Voglio dunque rivestirmi della tua propria Giustizia e ricevere dal tuo Amore il possesso eterno di Te stesso. Non voglio altro Trono e al-tra Corona che Te, o mio Amato! (Sal 89,4)

Ai tuoi occhi il tempo è nulla: un giorno solo è come mille anni. Tu puoi dunque prepararmi in un istante a comparire davanti a te.Allo scopo di vivere in un atto di perfetto Amore, mi offro come vittima d’olocausto al tuo Amore misericordioso, supplicandoti di consumarmi (2vo) senza posa, la-sciando traboccare nella mia ani-ma (Gv 7,38) le onde d’infinita te-nerezza che sono racchiuse in te, così che io diventi Martire del tuo Amore, o mio Dio!Questo martirio, dopo avermi pre-parata a comparire davanti a te, mi faccia infine morire e la mia anima si slanci senza ritardo nell’eterno abbraccio del Tuo Amore Miseri-cordioso! Voglio, o mio Amato, ad ogni battito del cuore rinnovarti (Ct 4,6) questa offerta un numero infinito di volte, fino a che, svanite le ombre (1Cor 13,12), possa ri-dirti il mio Amore in un Faccia a Faccia Eterno!

Maria Francesca Teresadi Gesù Bambino del Volto Santo

rel. carm. Ind.

Festa della Santissima Trinità9 giugno dell’anno di grazia 1895

Che cosa intende Teresa per Giustizia di Dio? In una lette-ra al suo fratello spirituale padre Roulland, sacerdote del-le Missioni estere di Parigi e missionario in Cina, Teresa

sviluppa il suo pensiero sulla Giustizia di Dio.

“So che è necessario essere completamente puri per compari-re dinanzi al Dio di ogni Santità, ma so anche che il Signore è infinitamente Giusto, ed è questa giustizia, che spaventa tante anime, a costituire il motivo della mia gioia e della mia fidu-cia. Essere giusto non vuol dire soltanto esercitare la severità per punire i colpevoli, vuol dire anche riconoscere le intenzioni ret-te e ricompensare la virtù. Io spero tanto dalla giustizia di Dio quanto dalla sua misericordia. Appunto perché è giusto «Egli è compassionevole (Sal 102,8) e pieno di dolcezza, lento nel puni-re e ricco di misericordia (Sal 102,14). Infatti conosce la nostra fragilità e si ricorda che noi siamo (Sal 103,13) polvere. Come un padre prova tenerezza per i suoi figli, così il Signore prova compassione di noi »...” (LT 226)

Alla fine del Manoscritto A, redatto nel 1895, spiega com’è giunta a of-frirsi all’Amore Misericordioso:

“Quest’anno il 9 giugno, festa della San-tissima Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato” (Ms A 84r°). “Dopo tante grazie posso cantare con il salmista che « il Signore è buono, che la sua miseri-cordia è eterna » (Sal 117,1). Mi sembra che se tutte le creature avessero le stesse grazie che ho io, il Buon Dio non sarebbe temuto da nessuno, ma amato fino alla follia, e che per amore e non tremando, nessuna anima acconsentirebbe mai a darGli dispiacere. Capisco però che non tutte le anime possono somigliarsi: biso-gna che ce ne siano di diversi tipi allo sco-po di onorare in modo speciale ognuna delle perfezioni del Buon Dio. A me Egli ha donato la sua Misericordia infinita ed

è attraverso essa che contemplo ed adoro le altre perfezioni Divi-ne! Allora tutte mi appaiono raggianti d’amore, perfino la Giusti-zia (e forse anche più di ogni altra) mi sembra rivestita d’amore. Che dolce gioia pensare che il Buon Dio è Giusto, cioè che tiene conto delle nostre debolezze, che conosce perfettamente la fragi-lità della nostra natura. Di cosa dunque dovrei avere paura? Ah, il Dio infinitamente giusto che si degnò di perdonare con tanta bontà tutte le colpe del figliol prodigo, (Lc 15,21-24) non deve for-se essere Giusto anche verso di me che «sono sempre con Lui?...» (Lc 15,31)” (Ms A 83v°-84r°).

fest

e te

resi

an

e 2

015

I - G

IUST

IZIA

DI

DIO

fest

e te

resi

an

e 2

015

Dettaglio della lunetta di Andrea Celesti

Page 14: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

15Santa Teresa Settembre 2015

14 Santa Teresa Settembre 2015

Teresa, bambina educata alla ge-nerosità verso Dio ed il prossi-mo attraverso “i rosari delle pra-

tiche” e numerosi e quotidiani piccoli sacrifici, scriverà, una volta lasciate le fasce dell’infanzia ed entrata al Carme-lo, di “non volere accumulare merito per il Cielo”, “Non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere” e “comparirò davanti a te a mani vuote”.

Il grande messaggio che Teresa ci la-scia, di donarsi senza misura, di lavora-re sena cercare la ricompensa, si ritrova espresso nel Manoscritto B. I desideri infiniti, come scrisse nella prima re-dazione dell’Atto di offerta, non cessano di tormentare la sua anima: Oh, mio Gesù, che cosa risponderai a tutte le mie fol-lie?” (Ms B 3r°). è nella Scrittura che troverà la risposta, la Prima Lettera ai Corinzi le farà scoprire che la sua vocazione è l’Amo-re. San Paolo le mostrerà la diversità dei ministeri, e attraverso l’immagine del corpo, il posto del cuore. . “Capii che la Chiesa aveva un Cuore, e che questo Cuore era acceso d’Amore […] Nel Cuore della Chiesa sarò l’Amore!” (Ms B 3v°). Che cosa c’è di più gratuito dell’Amore? A Gesù, Teresa risponde offrendosi come vittima d’olocausto cioè come dono totale, sena riserve né ritorno. “Oh Gesù, lo so, l’amore si paga soltanto con l’amore: così ho cercato ed ho trovato il modo per calmare il mio cuore rendendoti Amore per Amore” (Ms B 4r°).

B) svilupperà la stessa idea. “per soddisfare la Giustizia Divina occorrevano vittime perfetta, ma alla legge del timore è succe-duta la legge dell’Amore; e l’Amore ha scelto per olocausto me, debole ed imperfetta creatura!” (Ms B 3v°)Ma come rispondere concretamente a questo amore? Come far piacere a Gesù? “Non ho altro mezzo per provarti il mio amore che gettare fiori, cioè non lasciar sfuggire nessun piccolo sacrifi-cio, nessuno sguardo, nessuna parola, approfittare di tutte le cose più piccole e farle per amore! […] Gesù, a che cosa ti serviranno i miei fiori ed i miei canti? Ah, lo so bene: questa pioggia profuma-ta, questi petali fragili e senza alcun valore, questi canti d’amore del più piccolo dei cuori, ti incanteranno” (Ms B 4r°-4v°)

Il 9 giugno 1895, festa della SS. Trinità, Teresa riceve “la gra-zia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato” (Ms A 84r°). Dopo la Messa, Teresa si offre come vittima

d’olocausto dall’Amore Misericordioso e scrive nel suo Atto di offerta: “Voglio lavorare per il tuo solo Amore, con l’unico scopo di farti piacere”.Questa, in un certo senso, non è una scoperta ma ciò che Teresa viveva fin dall’entrata al Carmelo. Si tratta piuttosto di un ap-profondimento: Gesù le fa comprendere che è sulla strada giu-sta. Il 10 maggio 1896, la Madre Anna di Gesù, fondatrice del Carmelo in Francia, le dà in sogno lo stesso incoraggiamento: “O Madre mia […] mi dica se il buon Dio mi domanda qualche cosa di più delle mie povere piccole azione e dei miei desideri. È contento di me?” Il volto della Santa assume un’espressione incomparabilmente più affettuosa della prima volta che mi parlò. Il suo sguardo e le sue carezze erano la più dolce delle risposte. Tuttavia mi disse: “Il buon Dio non chiede altro da lei: è conten-to, molto contento! ...” (Ms B 2r°-2v°).La lettera a suor Maria del Sacro Cuore, del settembre 1896 (Ms

Quando Teresa parla di “libertà”, che cosa intende con questa parola? Perché chiede a Gesù di prendere la sua libertà?

All’epoca della sua prima comunione di quale libertà ha paura? È un rifiuto ad impegnarsi, ad assumersi la propria responsabilità? Sicuramen-te no La sua volontà di non rifiutare nella a Dio non è un atteggiamento passio, una mancanza di maturità: Teresa non aspetta che Dio agisca al suo posto. Dobbiamo capire bene che cosa in-tende Teresa quando chiede a Gesù di toglierle la libertà di dispiacergli. Dopo la sua malattia e specialmente durante il viaggio ad Alençon ha fatto l’esperienza delle sollecitazioni del mondo. Si rende conto che per molte persone, essere li-beri vuol dire cercare una vita facile, respingere ogni costrizione, volere la propria autonomia, lascarsi guidare dai propri istinti, dai propri inte-ressi o dalle sollecitazioni del mondo. Di fronte a queste tentazione Teresa è consapevole della sua piccolezza, della sua impotenza.Avendo sentito, fin dalla più giovane età, che Dio le chiedeva di donarsi a Lui, Teresa libera-mente ha scelto di donare tutto, di non rifiutare niente e chiede a Dio la forza necessaria. Non è dunque la preghiera del Padre nostro: “Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male?” Teresa non vuole essere una santa a metà! Vuole rispondere alla chiamata di Dio, chiedendogli di toglierle la libertà di dispiacer-gli. Le sue poesie riflettono perfettamente il suo pensiero come, ad esempio, due strofe di “Vivere d’amore” (P 17):

II –

AM

OR

E G

RA

TU

ITO

III

– FA

R P

IAC

ER

E IV –

LIB

ER

E A

MO

RE

fest

e te

resi

an

e 2

015

Viver d’Amore è dare senza tregua,senza pretesa di compensi umani.Ah, senza misura io do, ben certache non si calcola quando pur si ama!

« Viver d’Amore, oh, che follia strana! »,mi dice il mondo: « Cessate il vostro canto,e vita e profumi non sprecate più!Sappiate farne un uso intelligente! ».

Momento della morte di santa Teresa, lunetta di Giovanni Segala da Murano

Page 15: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

15Santa Teresa Settembre 2015

14 Santa Teresa Settembre 2015

Teresa, bambina educata alla ge-nerosità verso Dio ed il prossi-mo attraverso “i rosari delle pra-

tiche” e numerosi e quotidiani piccoli sacrifici, scriverà, una volta lasciate le fasce dell’infanzia ed entrata al Carme-lo, di “non volere accumulare merito per il Cielo”, “Non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere” e “comparirò davanti a te a mani vuote”.

Il grande messaggio che Teresa ci la-scia, di donarsi senza misura, di lavora-re sena cercare la ricompensa, si ritrova espresso nel Manoscritto B. I desideri infiniti, come scrisse nella prima re-dazione dell’Atto di offerta, non cessano di tormentare la sua anima: Oh, mio Gesù, che cosa risponderai a tutte le mie fol-lie?” (Ms B 3r°). è nella Scrittura che troverà la risposta, la Prima Lettera ai Corinzi le farà scoprire che la sua vocazione è l’Amo-re. San Paolo le mostrerà la diversità dei ministeri, e attraverso l’immagine del corpo, il posto del cuore. . “Capii che la Chiesa aveva un Cuore, e che questo Cuore era acceso d’Amore […] Nel Cuore della Chiesa sarò l’Amore!” (Ms B 3v°). Che cosa c’è di più gratuito dell’Amore? A Gesù, Teresa risponde offrendosi come vittima d’olocausto cioè come dono totale, sena riserve né ritorno. “Oh Gesù, lo so, l’amore si paga soltanto con l’amore: così ho cercato ed ho trovato il modo per calmare il mio cuore rendendoti Amore per Amore” (Ms B 4r°).

B) svilupperà la stessa idea. “per soddisfare la Giustizia Divina occorrevano vittime perfetta, ma alla legge del timore è succe-duta la legge dell’Amore; e l’Amore ha scelto per olocausto me, debole ed imperfetta creatura!” (Ms B 3v°)Ma come rispondere concretamente a questo amore? Come far piacere a Gesù? “Non ho altro mezzo per provarti il mio amore che gettare fiori, cioè non lasciar sfuggire nessun piccolo sacrifi-cio, nessuno sguardo, nessuna parola, approfittare di tutte le cose più piccole e farle per amore! […] Gesù, a che cosa ti serviranno i miei fiori ed i miei canti? Ah, lo so bene: questa pioggia profuma-ta, questi petali fragili e senza alcun valore, questi canti d’amore del più piccolo dei cuori, ti incanteranno” (Ms B 4r°-4v°)

Il 9 giugno 1895, festa della SS. Trinità, Teresa riceve “la gra-zia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato” (Ms A 84r°). Dopo la Messa, Teresa si offre come vittima

d’olocausto dall’Amore Misericordioso e scrive nel suo Atto di offerta: “Voglio lavorare per il tuo solo Amore, con l’unico scopo di farti piacere”.Questa, in un certo senso, non è una scoperta ma ciò che Teresa viveva fin dall’entrata al Carmelo. Si tratta piuttosto di un ap-profondimento: Gesù le fa comprendere che è sulla strada giu-sta. Il 10 maggio 1896, la Madre Anna di Gesù, fondatrice del Carmelo in Francia, le dà in sogno lo stesso incoraggiamento: “O Madre mia […] mi dica se il buon Dio mi domanda qualche cosa di più delle mie povere piccole azione e dei miei desideri. È contento di me?” Il volto della Santa assume un’espressione incomparabilmente più affettuosa della prima volta che mi parlò. Il suo sguardo e le sue carezze erano la più dolce delle risposte. Tuttavia mi disse: “Il buon Dio non chiede altro da lei: è conten-to, molto contento! ...” (Ms B 2r°-2v°).La lettera a suor Maria del Sacro Cuore, del settembre 1896 (Ms

Quando Teresa parla di “libertà”, che cosa intende con questa parola? Perché chiede a Gesù di prendere la sua libertà?

All’epoca della sua prima comunione di quale libertà ha paura? È un rifiuto ad impegnarsi, ad assumersi la propria responsabilità? Sicuramen-te no La sua volontà di non rifiutare nella a Dio non è un atteggiamento passio, una mancanza di maturità: Teresa non aspetta che Dio agisca al suo posto. Dobbiamo capire bene che cosa in-tende Teresa quando chiede a Gesù di toglierle la libertà di dispiacergli. Dopo la sua malattia e specialmente durante il viaggio ad Alençon ha fatto l’esperienza delle sollecitazioni del mondo. Si rende conto che per molte persone, essere li-beri vuol dire cercare una vita facile, respingere ogni costrizione, volere la propria autonomia, lascarsi guidare dai propri istinti, dai propri inte-ressi o dalle sollecitazioni del mondo. Di fronte a queste tentazione Teresa è consapevole della sua piccolezza, della sua impotenza.Avendo sentito, fin dalla più giovane età, che Dio le chiedeva di donarsi a Lui, Teresa libera-mente ha scelto di donare tutto, di non rifiutare niente e chiede a Dio la forza necessaria. Non è dunque la preghiera del Padre nostro: “Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male?” Teresa non vuole essere una santa a metà! Vuole rispondere alla chiamata di Dio, chiedendogli di toglierle la libertà di dispiacer-gli. Le sue poesie riflettono perfettamente il suo pensiero come, ad esempio, due strofe di “Vivere d’amore” (P 17):

II –

AM

OR

E G

RA

TU

ITO

III

– FA

R P

IAC

ER

E IV –

LIB

ER

E A

MO

RE

fest

e te

resi

an

e 2

015

Viver d’Amore è dare senza tregua,senza pretesa di compensi umani.Ah, senza misura io do, ben certache non si calcola quando pur si ama!

« Viver d’Amore, oh, che follia strana! »,mi dice il mondo: « Cessate il vostro canto,e vita e profumi non sprecate più!Sappiate farne un uso intelligente! ».

Momento della morte di santa Teresa, lunetta di Giovanni Segala da Murano

Page 16: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

fest

e te

resi

an

e 2

015

16 Santa Teresa Settembre 2015

Sa

nta

Te

res

a I S

ette

mb

re 2

01

5 I s

pe

cia

le b

am

bin

i I 63

Durante i mesi che separano la “conversione” del Natale 1886 all’entrata al Carmelo nell’aprile 1888, Teresa spe-rimenterà la potenza di Dio. Dovrà affrontare la pru-

denza del mondo, per rispondere alla Sua chiamata. Prima della grazia di Natale, era consapevole della sua eccessiva sensibilità: “Non so come mi cullassi nel dolce pensiero di entrare al Car-melo visto che ero ancora nella fasce dell’infanzia! … Gesù mi rese forte e coraggiosa, mi rivestì della sua armatura e da quella notte benedetta, non fui vinta in nessun combattimento” (Ms A, 44v°). Egli le farà scoprire che al follia di Dio è più forte della sua debolezza.Teresa, ribaltando la prospettiva della prudenza umana, apre un nuovo cammino per andare verso Dio. Non è un cammino facile in cui ci si lascia vivere e ci si comporta secondo i criteri della prudenza umana, ma, al contrario, bisogna rispondere alla follia di Dio con un amore folle. Quello che la grazia di Natale le ha fatto scoprire, Teresa lo mette in pratica. Sapendo che Dio si accontenta della sua buona volon-tà, si lascia affascinare dallo sguardo divino, desiderando “diven-tare la preda del suo Amore” (cfr. Ms B 5v°). Bisogna accettare che la follia di Dio sia più forte della nostra prudenza umana. Teresa ritrova ciò che san Paolo dice ai Corinzi: “L’uomo lascia-to alla sue forza non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui” (1Cor 2,14) e “la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio!” (1Cor 3,19).È sicuramente un’eco del Vangelo quello che riceviamo da Tere-sa: “ Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelati ai piccoli” (Lc 10,21). In lei si realizza la beatitudine “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3).

V –

PR

UD

EN

ZA

UM

AN

AE

FO

LL

IA D

I D

IO

“Il Martirio, ecco il segno della mia giovinezza” (Ms B 3r°). Nel settembre 1896, quando Teresa scrive i ricordi del suo ultimo ritiro, mette al primo posto i suoi desideri di marti-

rio perché in esso vede il vertice dell’amore. È ben consapevole che questo desiderio era profondamente inscritto in lei da mol-to tempo. Tuttavia se l’eventualità di versare il suo sangue per Gesù sembra improbabile, Teresa pensa che ci siano molti modi di essere martire. Lo scriveva al rev. Bellière: “Il martirio del cuo-

VI

– D

ESI

DE

RIO

DI

MA

RT

IRIO

Santa Teresa è scortata nella notte dai santi angeli, di Francesco Paglia.

Page 17: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

fest

e te

resi

an

e 2

015

16 Santa Teresa Settembre 2015

Sa

nta

Te

res

a I S

ette

mb

re 2

01

5 I s

pe

cia

le b

am

bin

i I 63

Durante i mesi che separano la “conversione” del Natale 1886 all’entrata al Carmelo nell’aprile 1888, Teresa spe-rimenterà la potenza di Dio. Dovrà affrontare la pru-

denza del mondo, per rispondere alla Sua chiamata. Prima della grazia di Natale, era consapevole della sua eccessiva sensibilità: “Non so come mi cullassi nel dolce pensiero di entrare al Car-melo visto che ero ancora nella fasce dell’infanzia! … Gesù mi rese forte e coraggiosa, mi rivestì della sua armatura e da quella notte benedetta, non fui vinta in nessun combattimento” (Ms A, 44v°). Egli le farà scoprire che al follia di Dio è più forte della sua debolezza.Teresa, ribaltando la prospettiva della prudenza umana, apre un nuovo cammino per andare verso Dio. Non è un cammino facile in cui ci si lascia vivere e ci si comporta secondo i criteri della prudenza umana, ma, al contrario, bisogna rispondere alla follia di Dio con un amore folle. Quello che la grazia di Natale le ha fatto scoprire, Teresa lo mette in pratica. Sapendo che Dio si accontenta della sua buona volon-tà, si lascia affascinare dallo sguardo divino, desiderando “diven-tare la preda del suo Amore” (cfr. Ms B 5v°). Bisogna accettare che la follia di Dio sia più forte della nostra prudenza umana. Teresa ritrova ciò che san Paolo dice ai Corinzi: “L’uomo lascia-to alla sue forza non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui” (1Cor 2,14) e “la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio!” (1Cor 3,19).È sicuramente un’eco del Vangelo quello che riceviamo da Tere-sa: “ Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelati ai piccoli” (Lc 10,21). In lei si realizza la beatitudine “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3).

V –

PR

UD

EN

ZA

UM

AN

AE

FO

LL

IA D

I D

IO

“Il Martirio, ecco il segno della mia giovinezza” (Ms B 3r°). Nel settembre 1896, quando Teresa scrive i ricordi del suo ultimo ritiro, mette al primo posto i suoi desideri di marti-

rio perché in esso vede il vertice dell’amore. È ben consapevole che questo desiderio era profondamente inscritto in lei da mol-to tempo. Tuttavia se l’eventualità di versare il suo sangue per Gesù sembra improbabile, Teresa pensa che ci siano molti modi di essere martire. Lo scriveva al rev. Bellière: “Il martirio del cuo-

VI

– D

ESI

DE

RIO

DI

MA

RT

IRIO

Santa Teresa è scortata nella notte dai santi angeli, di Francesco Paglia.

Page 18: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Sa

nta

Te

res

a I S

ette

mb

re 2

01

5 I s

pe

cia

le b

am

bin

i I 65S

an

ta T

ere

sa

I

S

ett

em

bre

20

15

I

s

pe

cia

le b

am

bin

i

I

64

Page 19: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Sa

nta

Te

res

a I S

ette

mb

re 2

01

5 I s

pe

cia

le b

am

bin

i I 65S

an

ta T

ere

sa

I

S

ett

em

bre

20

15

I

s

pe

cia

le b

am

bin

i

I

64

Page 20: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

re non è meno fecondo dell’effusione del sangue” (LT 213). E sempre allo stesso: “Lei mi dice, fratello mio, di impetrarle la grazia del martirio. Questa grazia l’ho spesso sollecitata per me, ma non ne sono degna […] Poiché sembra che il Signore non voglia accordarmi che il martirio dell’amore, spero che mi per-metterà, per mezzo suo, di cogliere l’altra palma alla quale aspi-riamo” (LT 224). Teresa si sente chiaramente chiamata a questo martirio d’amore, dono di amore assoluto, come nell’olocausto, dove la vittima è completamente consumata. Il 7 settembre 1896 scrive a suor Maria del Sacro Cuore: “I miei desideri di martirio non sono nulla; non sono quei desideri che mi danno la fiducia illimitata che sento nel cuore […] Ciò che piace al buon Dio […] è di vedermi amare la mia piccolezza, la mia povertà, è la cieca speranza che ho nella sua misericordia! …” (LT 197). Questo desiderio di martirio si realizzerà rinnovando, a ogni battito del cuore, l’offerta che ha fatto all’Amore Misericordioso. È questo che diceva nella poesia “Viver d’Amore”. Teresa l’ha vissuto:

Guardiamo da vicino le immagini utilizzate da Teresa per esprimere ciò che ha percepito dell’azione dello Spirito Santo in lei. Esse ci condurranno ad una maggiore inti-

mità con lo Spirito che è stato effuso per il perdono dei peccati.Lo Spirito Santo è anzitutto uno sguardo che le insegna molte cose. Sguardo di Gesù incontrato sin da bambina, una sera, al tramonto, sul mare. Scriverà: “Presi la decisione di non allon-tanare mai la mia anima dello sguardo di Gesù” (Ms A 22r°). Sguardo con cui fondersi nel giorno della sua prima comunione: “Da molto tempo, Gesù e la povera piccola Teresa si erano guar-dati e si erano capiti … Quel giorno non era più uno sguardo, ma una fusione, non eran più due […]. Restava solo Gesù, Egli era il padrone, il Re” (Ms A 35r°). Incrociano lo sguardo di Gesù, Te-

VII

– L

O S

PIR

ITO

EF

FU

SOP

ER

IL

PE

RD

ON

O D

EI

PE

CC

AT

I

17Santa Teresa Settembre 2015

Sa

nta

Te

res

a

I

Se

tte

mb

re 2

01

5

I

sp

ec

iale

ba

mb

ini

I

6

6

Morir d’Amore è assai dolce martirio,che vorrei appunto per te patire!O Cherubini, accordate la lira:del mio esilio io sento già la fine.

Fiamma d’Amor, continua a consumarmi!Vita fugace, pesa il tuo fardello!Gesù Divino, il mio sogno adempi:morir d’Amore.

fest

e te

resi

an

e 2

015

Processione con il Santissimo Sacramento, S.Teresa vede il Bambino Gesè procedere verso di lei attorniata dalle monache, di Andrea Celesti.

Page 21: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

re non è meno fecondo dell’effusione del sangue” (LT 213). E sempre allo stesso: “Lei mi dice, fratello mio, di impetrarle la grazia del martirio. Questa grazia l’ho spesso sollecitata per me, ma non ne sono degna […] Poiché sembra che il Signore non voglia accordarmi che il martirio dell’amore, spero che mi per-metterà, per mezzo suo, di cogliere l’altra palma alla quale aspi-riamo” (LT 224). Teresa si sente chiaramente chiamata a questo martirio d’amore, dono di amore assoluto, come nell’olocausto, dove la vittima è completamente consumata. Il 7 settembre 1896 scrive a suor Maria del Sacro Cuore: “I miei desideri di martirio non sono nulla; non sono quei desideri che mi danno la fiducia illimitata che sento nel cuore […] Ciò che piace al buon Dio […] è di vedermi amare la mia piccolezza, la mia povertà, è la cieca speranza che ho nella sua misericordia! …” (LT 197). Questo desiderio di martirio si realizzerà rinnovando, a ogni battito del cuore, l’offerta che ha fatto all’Amore Misericordioso. È questo che diceva nella poesia “Viver d’Amore”. Teresa l’ha vissuto:

Guardiamo da vicino le immagini utilizzate da Teresa per esprimere ciò che ha percepito dell’azione dello Spirito Santo in lei. Esse ci condurranno ad una maggiore inti-

mità con lo Spirito che è stato effuso per il perdono dei peccati.Lo Spirito Santo è anzitutto uno sguardo che le insegna molte cose. Sguardo di Gesù incontrato sin da bambina, una sera, al tramonto, sul mare. Scriverà: “Presi la decisione di non allon-tanare mai la mia anima dello sguardo di Gesù” (Ms A 22r°). Sguardo con cui fondersi nel giorno della sua prima comunione: “Da molto tempo, Gesù e la povera piccola Teresa si erano guar-dati e si erano capiti … Quel giorno non era più uno sguardo, ma una fusione, non eran più due […]. Restava solo Gesù, Egli era il padrone, il Re” (Ms A 35r°). Incrociano lo sguardo di Gesù, Te-

VII

– L

O S

PIR

ITO

EF

FU

SOP

ER

IL

PE

RD

ON

O D

EI

PE

CC

AT

I

17Santa Teresa Settembre 2015

Sa

nta

Te

res

a

I

Se

tte

mb

re 2

01

5

I

sp

ec

iale

ba

mb

ini

I

6

6

Morir d’Amore è assai dolce martirio,che vorrei appunto per te patire!O Cherubini, accordate la lira:del mio esilio io sento già la fine.

Fiamma d’Amor, continua a consumarmi!Vita fugace, pesa il tuo fardello!Gesù Divino, il mio sogno adempi:morir d’Amore.

fest

e te

resi

an

e 2

015

Processione con il Santissimo Sacramento, S.Teresa vede il Bambino Gesè procedere verso di lei attorniata dalle monache, di Andrea Celesti.

Page 22: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 19

18

resa è consapevole di essere perdonata. Per-ciò, nella sua preghiera può dire con fiducia: “Se qualche volta cado per debolezza, il tuo Sguardo Divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni”. Un’altra immagine che ricorre spesso negli scritti di Teresa è quella del fuoco, così come il verbo”consumare” e il sostantivo “crogio-lo”, termine quest’ultimo che Teresa prende in prestito dal libro della Sapienza. Come l’o-ro viene purificato dal fuoco del crogiolo, così ella vuole essere purificata dal Fuoco dell’a-more: “La prova deve purificarci come l’oro nel crogiolo” (LT 165).La terza immagine, lo Spirito come “acqua viva” che inonda”, ricorre soprattutto in oc-casione della scoperta dell’Amore Misericor-dioso. Scrive. “Credo che se tu trovassi anime che si offrono come Vittime di olocausto al tuo Amore, tu le consumeresti rapidamente; credo che saresti felici di non comprimere i torrenti di infinite tenerezze che sono in te ...” (Ms A 84r°). Poco dopo, confida a madre Agnese: “Madre diletta, lei che mi ha permesso di offrirmi così al buon Dio, lei conosce i fiumi o meglio gli oceani di grazie che sono venuti ad inondare la mia anima … Ah, da quel giorno felice, mi sembra che l’Amore mi penetri e mi circondi, mi sembra che ad ogni istante questo Amore Misericordioso mi rinnovi, purifichi la mia anima e non vi lasci nessuna traccia di peccato” (Ms a 84r°).

Santa Teresa d’Avila raccomandava a coloro che esordivano nell’orazione di farsi aiutare da delle immagini: “Cercate di avere un’immagine o un ritratto del Signore che sia di

vostro gradimento, non per portarla sul vostro cuore senza mai guardarla, ma per parlarci spesso: Egli vi inspirerà ciò che dovete dirgli” (Cammino di perfezione, c. 26/8).Due immagini su tutte hanno ricoperto un ruolo importante nel-la vita della figlia santa Teresa di Lisieux: quella di Gesù Bambi-no e quella del Volto Santo.Continuando una riflessione sul significato della sofferenza in Teresa, soffermiamoci sull’immagine del Volto Santo e cerchia-mo di individuarne il significato nella sua vita spirituale.Innanzi tutto, l’immagine del Volto Santo evoca per Teresa l’in-vito a consolare Gesù, a pregare per riparare gli errori che gli hanno causato tanta sofferenza. Dopo l’entrata al Carmelo, que-sta devozione si approfondisce. Nel primo manoscritto del 1895, indirizzato a madre Agnese, scrive: “Fino ad allora non avevo sondato la profondità dei tesori nascosti nel Volto Santo; fu per suo tramite, Madre diletta, che ho imparato a conoscerli: come in passato ci aveva precedute tutto al Carmelo, così lei aveva pe-

VII

I –

IL V

OL

TO

SA

NT

Ofe

ste

tere

sia

ne

20

15netrato per prima i misteri d’amore nascosti nel Volto del nostro Sposo” (Ms A 71r°). La malattia del papà, Luigi Martin, influen-zerà l’evoluzione del suo pensiero e la condurrà a contemplare ancora più in profondità il Volto Santo. Nell’immagine del papà umiliato dalla malattia mentale, Teresa scopre una riproduzione dell’immagine del Volto Santo. Di fronte al mistero della soffe-renza per malattia del papà, che ha colpito le facoltà mentali del suo “re amato”, Teresa scopre che vi è un legame stretto tra la sua sofferenza e le sofferenze di Cristo, evocate dall’immagine del Volto Santo.Ormai, guardano l’immagine del Volto Santo, vi scopre il segno dell’amore di Cristo: “Gesù brucia d’amore per noi. Guarda il suo Volto adorabile Guarda quegli occhi spenti e abbassati […] Guarda Gesù nel suo Volto e lì vedrai come ci ama (LT87).

L’immagine del Sacro Cuore, e più ancora quella del Vol-to Santo, hanno occupato un posto importante nella vita spirituale di Teresa di Gesù Bambino. Per Teresa l’essen-

ziale in queste immagini è crescere nell’intelligenza della Fede, favorire un’intimità sempre più stretta con Gesù: “O Gesù, mio primo, mio solo Amico, tu che io amo unicamente” (Ms B 4v°).IL 21 giugno 1897, scrive al rev. Bellière: “Quando vedo Mad-dalena avanzarsi in mezzo ai numerosi convitati, bagnare con le sue lacrime i piedi del suo Maestro adorato (Lc 7,36-38), che lei tocca per la prima volta, sento che il suo cuore ha compreso gli abissi d’amore e di misericordia del Cuore di Gesù e che, per quanto peccatrice sia, questo Cuore d’amore non solo è disposto a perdonarla, ma anche a prodigarle i benefici della sua intimità divina (Lc 10,39), ad elevarla fino alle più alte cime della con-templazione. Ah, caro piccolo Fratello mio, da quando mi è stato dato di capire così l’amore del Cuore di Gesù, le confesso che esso ha scacciato dal mio cuore ogni timore. Il ricordo delle mie colpe mi umilia, mi induce a non appoggiarmi mai sulla mia forza che non è che debolezza; ma ancor più questo ricordo mi parla di misericordia e d’amore” (LT 247).Pregare il Sacro Cuore significa per Teresa scoprire che il Cuore di Gesù è suo, come il suo cuore è solo di Gesù, è amare con il Cuore stesso di Gesù. Possiamo fare nostri i sentimenti che esprime nell’atto di offerta all’Amore Misericordioso: “Allo sco-po di vivere in un atto di perfetto Amore, mi offro come vittima d’olocausto al tuo Amore Misericordioso, supplicandoti di con-sumarmi senza posa, lasciando traboccare nella mia anima le onde d’infinita tenerezza che sono racchiuse in te”.

IX –

IL

SA

CR

O C

UO

RE

“Viver d’Amore è dare senza tregua,senza pretesa di compensi umani.Ah, senza misura io do, ben certache non si calcola quando pur si ama!

Al Cuor Divino, colmo di dolcezza, ho dato tutto ed or leggera corro ed io altro non ho che la mia ricchezza:viver d’Amore” (P 17,5)

fest

e te

resi

an

e 2

015

Dettagli dellalunetta diDomenico Carretti

Page 23: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 19

18

resa è consapevole di essere perdonata. Per-ciò, nella sua preghiera può dire con fiducia: “Se qualche volta cado per debolezza, il tuo Sguardo Divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni”. Un’altra immagine che ricorre spesso negli scritti di Teresa è quella del fuoco, così come il verbo”consumare” e il sostantivo “crogio-lo”, termine quest’ultimo che Teresa prende in prestito dal libro della Sapienza. Come l’o-ro viene purificato dal fuoco del crogiolo, così ella vuole essere purificata dal Fuoco dell’a-more: “La prova deve purificarci come l’oro nel crogiolo” (LT 165).La terza immagine, lo Spirito come “acqua viva” che inonda”, ricorre soprattutto in oc-casione della scoperta dell’Amore Misericor-dioso. Scrive. “Credo che se tu trovassi anime che si offrono come Vittime di olocausto al tuo Amore, tu le consumeresti rapidamente; credo che saresti felici di non comprimere i torrenti di infinite tenerezze che sono in te ...” (Ms A 84r°). Poco dopo, confida a madre Agnese: “Madre diletta, lei che mi ha permesso di offrirmi così al buon Dio, lei conosce i fiumi o meglio gli oceani di grazie che sono venuti ad inondare la mia anima … Ah, da quel giorno felice, mi sembra che l’Amore mi penetri e mi circondi, mi sembra che ad ogni istante questo Amore Misericordioso mi rinnovi, purifichi la mia anima e non vi lasci nessuna traccia di peccato” (Ms a 84r°).

Santa Teresa d’Avila raccomandava a coloro che esordivano nell’orazione di farsi aiutare da delle immagini: “Cercate di avere un’immagine o un ritratto del Signore che sia di

vostro gradimento, non per portarla sul vostro cuore senza mai guardarla, ma per parlarci spesso: Egli vi inspirerà ciò che dovete dirgli” (Cammino di perfezione, c. 26/8).Due immagini su tutte hanno ricoperto un ruolo importante nel-la vita della figlia santa Teresa di Lisieux: quella di Gesù Bambi-no e quella del Volto Santo.Continuando una riflessione sul significato della sofferenza in Teresa, soffermiamoci sull’immagine del Volto Santo e cerchia-mo di individuarne il significato nella sua vita spirituale.Innanzi tutto, l’immagine del Volto Santo evoca per Teresa l’in-vito a consolare Gesù, a pregare per riparare gli errori che gli hanno causato tanta sofferenza. Dopo l’entrata al Carmelo, que-sta devozione si approfondisce. Nel primo manoscritto del 1895, indirizzato a madre Agnese, scrive: “Fino ad allora non avevo sondato la profondità dei tesori nascosti nel Volto Santo; fu per suo tramite, Madre diletta, che ho imparato a conoscerli: come in passato ci aveva precedute tutto al Carmelo, così lei aveva pe-

VII

I –

IL V

OL

TO

SA

NT

Ofe

ste

tere

sia

ne

20

15

netrato per prima i misteri d’amore nascosti nel Volto del nostro Sposo” (Ms A 71r°). La malattia del papà, Luigi Martin, influen-zerà l’evoluzione del suo pensiero e la condurrà a contemplare ancora più in profondità il Volto Santo. Nell’immagine del papà umiliato dalla malattia mentale, Teresa scopre una riproduzione dell’immagine del Volto Santo. Di fronte al mistero della soffe-renza per malattia del papà, che ha colpito le facoltà mentali del suo “re amato”, Teresa scopre che vi è un legame stretto tra la sua sofferenza e le sofferenze di Cristo, evocate dall’immagine del Volto Santo.Ormai, guardano l’immagine del Volto Santo, vi scopre il segno dell’amore di Cristo: “Gesù brucia d’amore per noi. Guarda il suo Volto adorabile Guarda quegli occhi spenti e abbassati […] Guarda Gesù nel suo Volto e lì vedrai come ci ama (LT87).

L’immagine del Sacro Cuore, e più ancora quella del Vol-to Santo, hanno occupato un posto importante nella vita spirituale di Teresa di Gesù Bambino. Per Teresa l’essen-

ziale in queste immagini è crescere nell’intelligenza della Fede, favorire un’intimità sempre più stretta con Gesù: “O Gesù, mio primo, mio solo Amico, tu che io amo unicamente” (Ms B 4v°).IL 21 giugno 1897, scrive al rev. Bellière: “Quando vedo Mad-dalena avanzarsi in mezzo ai numerosi convitati, bagnare con le sue lacrime i piedi del suo Maestro adorato (Lc 7,36-38), che lei tocca per la prima volta, sento che il suo cuore ha compreso gli abissi d’amore e di misericordia del Cuore di Gesù e che, per quanto peccatrice sia, questo Cuore d’amore non solo è disposto a perdonarla, ma anche a prodigarle i benefici della sua intimità divina (Lc 10,39), ad elevarla fino alle più alte cime della con-templazione. Ah, caro piccolo Fratello mio, da quando mi è stato dato di capire così l’amore del Cuore di Gesù, le confesso che esso ha scacciato dal mio cuore ogni timore. Il ricordo delle mie colpe mi umilia, mi induce a non appoggiarmi mai sulla mia forza che non è che debolezza; ma ancor più questo ricordo mi parla di misericordia e d’amore” (LT 247).Pregare il Sacro Cuore significa per Teresa scoprire che il Cuore di Gesù è suo, come il suo cuore è solo di Gesù, è amare con il Cuore stesso di Gesù. Possiamo fare nostri i sentimenti che esprime nell’atto di offerta all’Amore Misericordioso: “Allo sco-po di vivere in un atto di perfetto Amore, mi offro come vittima d’olocausto al tuo Amore Misericordioso, supplicandoti di con-sumarmi senza posa, lasciando traboccare nella mia anima le onde d’infinita tenerezza che sono racchiuse in te”.

IX –

IL

SA

CR

O C

UO

RE

“Viver d’Amore è dare senza tregua,senza pretesa di compensi umani.Ah, senza misura io do, ben certache non si calcola quando pur si ama!

Al Cuor Divino, colmo di dolcezza, ho dato tutto ed or leggera corro ed io altro non ho che la mia ricchezza:viver d’Amore” (P 17,5)

fest

e te

resi

an

e 2

015

Dettagli dellalunetta diDomenico Carretti

Page 24: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 21

20

Teresa di Gesù Bambino ha conosciuto nella sua vita nu-merose prove: fisiche, affettive, spirituali Il suo esempio può aiutare coloro che stanno vivendo momenti diffi-

cili. Ricordiamo in particolare la sua prova del dubbio, che ha conosciuto durante la sua vita religiosa. Ora, è bene osservare come Teresa reagisce di fronte alla tentazione del dubbio. Oggi alcuni di noi vorrebbero abbandonare tutto, adducendo come esempio che anche Teresa di Gesù Bambino e Madre Teresa di Calcutta hanno dubitato. Teresa non si rimprovera, non dà le-zioni ma, seduta alla tavola dei peccatori, chiede perdono per i suoi fratelli e prega per loro. “Oh Signore, rimandaci giustificati ...” (Ms C 6r°). Vediamo i mezzi principali che Teresa utilizza contro le tentazioni.Innanzitutto la volontà di credere“Gesù sa bene che, pur non avendo il godimento della Fede, mi sforzo almeno di compierne le opere. Credo di aver fatto più atti di fede da un anno ad oggi che non durante tutta la mia vita. Ad ogni occasione di lotta […] mi comporto da coraggio-sa” (Ms C 7r°).Si appoggia su tutte le parole del Vangelo che fondano sulla sua speranzaDurante la sua adolescenza, si era entusiasmata per il libro del rev. Arminjon: “Fine del mondo presente e misteri della vita futura”. Teresa cita spesso questa frase: “Il Dio riconoscente esclamerà: adesso è il mio turno”. Nell’Atto di offerta, ci sono due riferimenti espliciti sulla speranza che nutre riguardo alla felicità del cielo. Parlando della grazia che Dio le ha fatto, fa-cendola passare attraverso il crogiolo della sofferenza, scrive: “Sara con gioia che ti contemplerò nell’ultimo giorno mentre reggi lo scettro della Croce”. Aspetta con fiducia il momento in cui potrà ridire il suo amore in un faccia a faccia eterno.Vivere d’amore“Così, nonostante questa prova che mi toglie ogni godimento, posso però esclamare: Signore tu mi colmi di gioia con tutto quello che fai (Salmo 91). Perché, c’è forse gioia più grande di quella di soffrire per tuo amore? ...”(Ms C 7r°)

Teresa trova nella vita attuale/terrena un’anticipazione del-la felicità promessa da Gesù. L’atto di offerta all’Amore Misericordioso ne è una testimonianza. Il 9 giugno 895,

dopo aver scoperto come Gesù desidera essere amato, Teresa farà, di questa fede nell’amore, il filo conduttore di tutta la sua vita: “Penso che se tu trovassi anime che si offrono come Vitti-me di olocausto al tuo Amore, tu le consumeresti rapidamente; credo che saresti felice di non comprimere affatto i torrenti di infinite tenerezze che sono in te […]. Che io sia questa felice vittima” (Ms A 84r°).“Allo scopo di vivere in un atto di perfetto Amore, mi offro come vittima d’olocausto al tuo Amore Misericordioso”. È la gioia di donarsi che si esprime perfettamente: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!” (At 20,35). Questa gioia profonda, dell’unione a Dio nell’Amore, si esprimerà più chiaramente nella lettera in-dirizzata a suor Maria del Sacro Cuore (Manoscritto B). Medi-tando i capitoli 12 e 13 della Prima Lettera ai Corinzi, Teresa ha scoperto che nel Corpo di Cristo v è un Cuore e in questo cuore trova la sua vocazione. Questa gioia delirante, o piuttosto, come dice Teresa, questa pace “calma e serena” è il grande messaggio teresiano. Per molti aspetti, Teresa è vicina a Francesco d’Assisi. Come Francesco, Teresa aspira a ricevere le stimmate: “Poiché ti sei degnato di darmi in sorte questa Croce tanto preziosa, spero di rassomigliarti in Cielo e di veder brillare sul mio coproo glo-rificato le sacre stimmate della tua Passione!” Quando parla di Gioia, ha degli accenti che sembrano quelli di Francesco d’Assisi quando, nei Fioretti, spiega a Fra Leone dove si trova la “Perfetta Letizia”: “Talvolta, è vero, il cuore dell’uccellino è assalito dalla tempesta: gli sembra di non credere che non esiste altro se non le nubi che lo avvolgono. È quello il momento della gioia perfetta per il povere debole esserino. Che felicità per lui restare là ugual-mente, fissare la luce invisibile che si nasconde alla sua fede!!!” (Ms B 5 r°). Che Francesco e Teresa aiutino tutti coloro che sono nell’afflizione a ritrovare la gioia perfetta promessa da Gesù: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11).

X –

LA

PR

OV

A D

EL

DU

BB

IO

XI

– L

A G

IOIA

PE

RF

ET

TA

fest

e te

resi

an

e 2

015

fest

e te

resi

an

e 2

015

La santa Vergine appara a santa

Teresa e le dona una collana, di Domenico

Carretti.

Dettagli della lunetta di Gio-vanni Segala da Murano

Page 25: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 21

20

Teresa di Gesù Bambino ha conosciuto nella sua vita nu-merose prove: fisiche, affettive, spirituali Il suo esempio può aiutare coloro che stanno vivendo momenti diffi-

cili. Ricordiamo in particolare la sua prova del dubbio, che ha conosciuto durante la sua vita religiosa. Ora, è bene osservare come Teresa reagisce di fronte alla tentazione del dubbio. Oggi alcuni di noi vorrebbero abbandonare tutto, adducendo come esempio che anche Teresa di Gesù Bambino e Madre Teresa di Calcutta hanno dubitato. Teresa non si rimprovera, non dà le-zioni ma, seduta alla tavola dei peccatori, chiede perdono per i suoi fratelli e prega per loro. “Oh Signore, rimandaci giustificati ...” (Ms C 6r°). Vediamo i mezzi principali che Teresa utilizza contro le tentazioni.Innanzitutto la volontà di credere“Gesù sa bene che, pur non avendo il godimento della Fede, mi sforzo almeno di compierne le opere. Credo di aver fatto più atti di fede da un anno ad oggi che non durante tutta la mia vita. Ad ogni occasione di lotta […] mi comporto da coraggio-sa” (Ms C 7r°).Si appoggia su tutte le parole del Vangelo che fondano sulla sua speranzaDurante la sua adolescenza, si era entusiasmata per il libro del rev. Arminjon: “Fine del mondo presente e misteri della vita futura”. Teresa cita spesso questa frase: “Il Dio riconoscente esclamerà: adesso è il mio turno”. Nell’Atto di offerta, ci sono due riferimenti espliciti sulla speranza che nutre riguardo alla felicità del cielo. Parlando della grazia che Dio le ha fatto, fa-cendola passare attraverso il crogiolo della sofferenza, scrive: “Sara con gioia che ti contemplerò nell’ultimo giorno mentre reggi lo scettro della Croce”. Aspetta con fiducia il momento in cui potrà ridire il suo amore in un faccia a faccia eterno.Vivere d’amore“Così, nonostante questa prova che mi toglie ogni godimento, posso però esclamare: Signore tu mi colmi di gioia con tutto quello che fai (Salmo 91). Perché, c’è forse gioia più grande di quella di soffrire per tuo amore? ...”(Ms C 7r°)

Teresa trova nella vita attuale/terrena un’anticipazione del-la felicità promessa da Gesù. L’atto di offerta all’Amore Misericordioso ne è una testimonianza. Il 9 giugno 895,

dopo aver scoperto come Gesù desidera essere amato, Teresa farà, di questa fede nell’amore, il filo conduttore di tutta la sua vita: “Penso che se tu trovassi anime che si offrono come Vitti-me di olocausto al tuo Amore, tu le consumeresti rapidamente; credo che saresti felice di non comprimere affatto i torrenti di infinite tenerezze che sono in te […]. Che io sia questa felice vittima” (Ms A 84r°).“Allo scopo di vivere in un atto di perfetto Amore, mi offro come vittima d’olocausto al tuo Amore Misericordioso”. È la gioia di donarsi che si esprime perfettamente: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!” (At 20,35). Questa gioia profonda, dell’unione a Dio nell’Amore, si esprimerà più chiaramente nella lettera in-dirizzata a suor Maria del Sacro Cuore (Manoscritto B). Medi-tando i capitoli 12 e 13 della Prima Lettera ai Corinzi, Teresa ha scoperto che nel Corpo di Cristo v è un Cuore e in questo cuore trova la sua vocazione. Questa gioia delirante, o piuttosto, come dice Teresa, questa pace “calma e serena” è il grande messaggio teresiano. Per molti aspetti, Teresa è vicina a Francesco d’Assisi. Come Francesco, Teresa aspira a ricevere le stimmate: “Poiché ti sei degnato di darmi in sorte questa Croce tanto preziosa, spero di rassomigliarti in Cielo e di veder brillare sul mio coproo glo-rificato le sacre stimmate della tua Passione!” Quando parla di Gioia, ha degli accenti che sembrano quelli di Francesco d’Assisi quando, nei Fioretti, spiega a Fra Leone dove si trova la “Perfetta Letizia”: “Talvolta, è vero, il cuore dell’uccellino è assalito dalla tempesta: gli sembra di non credere che non esiste altro se non le nubi che lo avvolgono. È quello il momento della gioia perfetta per il povere debole esserino. Che felicità per lui restare là ugual-mente, fissare la luce invisibile che si nasconde alla sua fede!!!” (Ms B 5 r°). Che Francesco e Teresa aiutino tutti coloro che sono nell’afflizione a ritrovare la gioia perfetta promessa da Gesù: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11).

X –

LA

PR

OV

A D

EL

DU

BB

IO

XI

– L

A G

IOIA

PE

RF

ET

TA

fest

e te

resi

an

e 2

015

fest

e te

resi

an

e 2

015

La santa Vergine appara a santa

Teresa e le dona una collana, di Domenico

Carretti.

Dettagli della lunetta di Gio-vanni Segala da Murano

Page 26: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

luo

gh

i te

resi

an

i

Santa Teresa Settembre 2015 23

22 Santa Teresa Marzo 2015

Più medito l’atto di offerta, più percepisco che Teresa ha una profonda comprensione del mistero della Santissima Trinità. Ha ricevuto la grazia di comprendere l’amore che

è racchiuso in Dio: Dio non è che amore e Teresa, quando par-la d’Amore, intende soprattutto l’amore con cui Gesù desidera essere amato. Il mistero della Trinità ci rivela l’Amore che è in Dio: Teresa desidera offrirsi a Lui. Questa comprensione dell’A-more Trinitario è sottolineata dall’aggettivo”Beata”: è nella con-templazione dell’Amore trinitario che Teresa trova la sua vera felicità: “Trinità Beata”. Gesù, all’inizio del suo ministero, aveva cominciato la rivelazione del messaggio evangelico con le Beati-tudini: “Beati i Misericordioso perché otterranno misericordia”. È questa misericordia che, agli occhi di Teresa, descrive meglio il Volto di Dio: ella si offre all’Amore Misericordioso, fonte della vera felicità. La misericordia del Padre si esprime nel dono del Figlio: “Poiché mi hai amata fino a darmi il tuo unico Figlio per-ché sia il mio Salvatore e il mio Sposo”. La misericordia di Gesù è simboleggiata dall’immagine del Volto Santo: “Guarda, Gesù, nel suo Volto e lì vedrai come ci ama” (LT 87). La misericordia p tale anche perché, attraverso lo Spirito Santo, i nostri peccati sono perdonati. L’atto di offerta esprime quindi la pietà trinita-ria di Teresa. Nella lettera a suor Maria del Sacro Cuore, scritta l’8 settembre 1896, ci dice la sua aspirazione: “L’uccellino vor-rebbe volare verso quel Sole brillante che affascina i suoi occhi, vorrebbe imitare le Aquile sue sorelle che vede elevarsi fino al focolare Divino della Trinità Santissima” (Ms B 5r°). La Trinità è veramente per lei l’espressione più perfetta dell’Amore a cui si offre come vittima. Così il suo desiderio più profondo è di amare e far amare la Trinità Beata. Sarà “con gioia che ti contemplerò nell’ultimo giorno”. Nel frattempo, nella Fede, spesso non sen-tita, non cesserà di “fissare la luce invisibile che si nasconde alla sua fede!!! ...” (Ms B 5r°).

Che Teresa ci insegni a vivere nella fiducia dell’Amore trinitario, così profondamente legato all’Amore Misericordioso, al quale si è offerta il 9 giugno 1895!

XII

– T

RIN

ITÀ

BE

AT

A

Può un santo avere dei limi-ti? Forse ad un primo im-patto suona un po’ male accostare la parola “limite”

alla figura di una persona che ma-gari ha trascorso gran parte della sua esistenza, se non tutta l’intera vita, nell’amore zelante per il Si-gnore e per il prossimo...eppure più si ci avvicina alla luce e più si riesce a vedere meglio e a rico-noscere con maggiore scrupolo le proprie im-perfezioni e i propri limi-ti. Sembra quasi come possedere un nuovo paio di occhiali, e non bisogna spaventarsi se pensiamo di presentarci a mani vuote davanti al Signore, questo ce lo in-segna proprio la nostra amata Te-resa di Lisieux, la santa protagonista del libro di Luis Jor-ge González, dal titolo “Teresa di Lisieux, i limiti umani di una gran-de santa”. L’autore, attualmente docente di psicologia e spiritualità al Pontificio Istituto di Spiritualità Teresianum e presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma, in questo libro vuole trasmettere al lettore come sia importante tra-sformare i propri limiti non in una scala impervia e impossibile da percorrere, ma in una salita dolce che - seppur nel dolore - fa intravedere sempre la luce dell’arrivo, perché ognuno possie-de i doni e le forze necessarie per giungere alla cima. Teresa sembra ripeterci in continuazione: «Se io ce l’ho fatta puoi farcela anche tu!», sembra quasi uno dei punti

cardine della sua testimonianza, invitare cioè tutti noi a valorizzare le nostre “potenzialità” spirituali, a desiderare il Cielo senza consi-derarlo solamente appannaggio di una élite di privilegiati, o di chi non ha mai avuto momenti di debo-lezza così come sembrano le vite

dei più grandi santi. Tutti hanno dovuto superare delle prove, dei periodi di oscurità, delle notti inter-minabili senza quasi più una speranza.Dopo una brevissima in-troduzione il testo si svi-luppa affrontando sette caratteristiche del vissu-to umano di Teresa: auto-stima, salute fisica, l’arte del pensare, libertà emo-zionale, comportamento

eccellente, missione personale, contributo a forgiare la storia; l’au-tore utilizza una chiave psicologia, essendo laureato anche in psicolo-gia clinica, e in particolare fa riferi-mento alla PNL (Programmazione Neurolinguistica) sostenendo che Teresa utilizzasse, seppur inconsa-pevolmente, alcune delle tecniche per lo sviluppo umano che sono state poi codificate nell’ambito di questo ramo della psicologia.

LIMITI UMANI

di Annalisa Bonadonna

di una grande santa

fest

e te

resi

an

e 2

015

I bambini della scuola dell’infanzia “Maria Immaco-lata” di Pozzo di Camacici, San Giovanni Lupatoto (VR), dopo aver ascoltato il nostro padre Gino, parroco e priore, parlare loro dei genitori di santa Teresa, hanno preparato questo grande cartellone con tutti i loro disegni sul tema “La buona famiglia”. Esso fu esposto per alcune settimane nella cappella dei santi genitori.

Santa Teresa Settembre 2015 22

Dettaglio della lu-netta di Francesco

Paglia

Page 27: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

luo

gh

i te

resi

an

i

Santa Teresa Settembre 2015 23

22 Santa Teresa Marzo 2015

Più medito l’atto di offerta, più percepisco che Teresa ha una profonda comprensione del mistero della Santissima Trinità. Ha ricevuto la grazia di comprendere l’amore che

è racchiuso in Dio: Dio non è che amore e Teresa, quando par-la d’Amore, intende soprattutto l’amore con cui Gesù desidera essere amato. Il mistero della Trinità ci rivela l’Amore che è in Dio: Teresa desidera offrirsi a Lui. Questa comprensione dell’A-more Trinitario è sottolineata dall’aggettivo”Beata”: è nella con-templazione dell’Amore trinitario che Teresa trova la sua vera felicità: “Trinità Beata”. Gesù, all’inizio del suo ministero, aveva cominciato la rivelazione del messaggio evangelico con le Beati-tudini: “Beati i Misericordioso perché otterranno misericordia”. È questa misericordia che, agli occhi di Teresa, descrive meglio il Volto di Dio: ella si offre all’Amore Misericordioso, fonte della vera felicità. La misericordia del Padre si esprime nel dono del Figlio: “Poiché mi hai amata fino a darmi il tuo unico Figlio per-ché sia il mio Salvatore e il mio Sposo”. La misericordia di Gesù è simboleggiata dall’immagine del Volto Santo: “Guarda, Gesù, nel suo Volto e lì vedrai come ci ama” (LT 87). La misericordia p tale anche perché, attraverso lo Spirito Santo, i nostri peccati sono perdonati. L’atto di offerta esprime quindi la pietà trinita-ria di Teresa. Nella lettera a suor Maria del Sacro Cuore, scritta l’8 settembre 1896, ci dice la sua aspirazione: “L’uccellino vor-rebbe volare verso quel Sole brillante che affascina i suoi occhi, vorrebbe imitare le Aquile sue sorelle che vede elevarsi fino al focolare Divino della Trinità Santissima” (Ms B 5r°). La Trinità è veramente per lei l’espressione più perfetta dell’Amore a cui si offre come vittima. Così il suo desiderio più profondo è di amare e far amare la Trinità Beata. Sarà “con gioia che ti contemplerò nell’ultimo giorno”. Nel frattempo, nella Fede, spesso non sen-tita, non cesserà di “fissare la luce invisibile che si nasconde alla sua fede!!! ...” (Ms B 5r°).

Che Teresa ci insegni a vivere nella fiducia dell’Amore trinitario, così profondamente legato all’Amore Misericordioso, al quale si è offerta il 9 giugno 1895!

XII

– T

RIN

ITÀ

BE

AT

A

Può un santo avere dei limi-ti? Forse ad un primo im-patto suona un po’ male accostare la parola “limite”

alla figura di una persona che ma-gari ha trascorso gran parte della sua esistenza, se non tutta l’intera vita, nell’amore zelante per il Si-gnore e per il prossimo...eppure più si ci avvicina alla luce e più si riesce a vedere meglio e a rico-noscere con maggiore scrupolo le proprie im-perfezioni e i propri limi-ti. Sembra quasi come possedere un nuovo paio di occhiali, e non bisogna spaventarsi se pensiamo di presentarci a mani vuote davanti al Signore, questo ce lo in-segna proprio la nostra amata Te-resa di Lisieux, la santa protagonista del libro di Luis Jor-ge González, dal titolo “Teresa di Lisieux, i limiti umani di una gran-de santa”. L’autore, attualmente docente di psicologia e spiritualità al Pontificio Istituto di Spiritualità Teresianum e presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma, in questo libro vuole trasmettere al lettore come sia importante tra-sformare i propri limiti non in una scala impervia e impossibile da percorrere, ma in una salita dolce che - seppur nel dolore - fa intravedere sempre la luce dell’arrivo, perché ognuno possie-de i doni e le forze necessarie per giungere alla cima. Teresa sembra ripeterci in continuazione: «Se io ce l’ho fatta puoi farcela anche tu!», sembra quasi uno dei punti

cardine della sua testimonianza, invitare cioè tutti noi a valorizzare le nostre “potenzialità” spirituali, a desiderare il Cielo senza consi-derarlo solamente appannaggio di una élite di privilegiati, o di chi non ha mai avuto momenti di debo-lezza così come sembrano le vite

dei più grandi santi. Tutti hanno dovuto superare delle prove, dei periodi di oscurità, delle notti inter-minabili senza quasi più una speranza.Dopo una brevissima in-troduzione il testo si svi-luppa affrontando sette caratteristiche del vissu-to umano di Teresa: auto-stima, salute fisica, l’arte del pensare, libertà emo-zionale, comportamento

eccellente, missione personale, contributo a forgiare la storia; l’au-tore utilizza una chiave psicologia, essendo laureato anche in psicolo-gia clinica, e in particolare fa riferi-mento alla PNL (Programmazione Neurolinguistica) sostenendo che Teresa utilizzasse, seppur inconsa-pevolmente, alcune delle tecniche per lo sviluppo umano che sono state poi codificate nell’ambito di questo ramo della psicologia.

LIMITI UMANI

di Annalisa Bonadonna

di una grande santa

fest

e te

resi

an

e 2

015

I bambini della scuola dell’infanzia “Maria Immaco-lata” di Pozzo di Camacici, San Giovanni Lupatoto (VR), dopo aver ascoltato il nostro padre Gino, parroco e priore, parlare loro dei genitori di santa Teresa, hanno preparato questo grande cartellone con tutti i loro disegni sul tema “La buona famiglia”. Esso fu esposto per alcune settimane nella cappella dei santi genitori.

Santa Teresa Settembre 2015 22

Dettaglio della lu-netta di Francesco

Paglia

Page 28: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 25

24

LA CRESIMA SPIEGA TUTTO

Fare la volontàdi Dio è vivere la sua Parola.

La sua Parola è amore.Fare la sua volontà

è vivere nel suo amore.

In realtà, per capire davvero quello che mi sta succedendo, bisogna tornare al giorno del-la mia cresima. All’inizio non

mi era così chiaro. L’ho capito quest’estate, quando un giorno mi sono ricordata che don An-drea, il nostro curato, durante gli incontri di preparazione, ci ave-va letto il brano che parla della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e sulla Madonna. Da quel momento loro, che improvvisa-mente sapevano parlare tantis-sime lingue, hanno iniziato a te-stimoniare, sono andati in tutto il mondo a testimoniare l’amore del Signore, l’esistenza di questo Dio che è buono, che è amore, che è vita. Mi erano rimaste profonda-mente impresse questa parole del

don: “Quando ri-ceverete lo Spi-rito Santo anche voi dovrete fare come gli apostoli: essere al servizio del Signore, fare la sua volontà”. E mi chiedevo che cosa potevo fare io per il Signore, come potevo fare a testimoniare il suo amore.Poi, ci ha raccon-

tato la storia di un ragazzo, al qua-le avevano letto lo stesso brano e avevano spiegato la stessa cosa. Ebbene, questo ragazzo, il gior-no dopo aver ricevuto la cresima, si è presentato dal suo parroco di buonora e gli ha detto: “Sono pronto, che cosa devo fare per il Signore?”Ero rimasta molto colpita da que-sto episodio. Però mi sembrava un po’ strano andare alla mattina di buonora dal dono e dire: “Che cosa devo fare?”. Perciò sono sta-ta zitta e ho passato molti giorni a chiedermi cosa potevo fare per essere degna di avere ricevuto i sette doni dello Spirito Santo e vi-verli come hanno fatto i discepoli.Continuavo a pensarci, questa cosa mi frullava nella testa, dav-vero non capivo che cosa potevo fare, io, per il Signore … E, di lì a due mesi, si è presentata la ma-lattia. Ecco, io la malattia la sto vivendo come un impegno da cresimanda. Per questo cerco di vivere al meglio l’attimo, perché sono sicura che il Signore mi sta chiedendo questo.È un impegno che ho preso io. Dio mi ha donato lo Spirito Santo, mi ha fatto la domanda: “Vuoi essere testimone del mio amore?” Io gli ho detto sì e adesso lo porto fino alla fine.Infatti, ogni giorno, le mie soffe-renze e anche le mie gioie le affido tutte al Signore, perché so che lì sono nelle mani giuste e le offro a tante persone. Un giorno le offro alle persone che stanno con me,

un altro giorno ai non credenti, perché tutti abbiamo bisogno di preghiere di sostegno. Ognuno ha un Dio, Dio c’è per tutti.Tutti possono farlo. E io mi rivol-go soprattutto ai ragazzi. Offrite le vostre giornate a tanti altri ragazzi che soffrono perché non hanno la fede, hanno un grande vuoto. Dio ci dà questa grandissima forza: potete costruire grattacieli, scala-re le montagne.Ora io non dico che bisogna per forza passare attraverso un’espe-rienza come la malattia per vivere la cresima. Anzi, non ve lo auguro di certo. Però, potete vivere que-sto mandato facendo dei gesti verso il prossimo, aiutando il vo-stro compagno che è più in diffi-coltà a fare il compito, sostenen-do le persone meno fortunate.Nelle persone che voi aiutate c’è il Signore, c’è proprio Gesù. Questo mi fa venire in mente una piccola storia.

Una bambina cieca si guadagna da vivere vendendo le mele vici-no ad un aeroporto. A un certo punto arriva un gruppo di ragaz-zi che deve prendere l’aereo per ritornare a casa. Solo che questi ragazzi fanno un bel po’ di casino e finiscono per rovesciare la ban-carella dove lei aveva esposto le mele. Tutti se ne fregano, tranne uno, che dice ai suoi amici: “Avvi-sate a casa che prendo il prossi-mo aereo”. E rimane lì ad aiutare la piccola cieca a risistemare tutte le mele.La bambina, finito per bene il la-voro, gli chiede tutta seria: “Ma tu sei Gesù?”Il ragazzo rimane talmente colpito … In realtà, in quel momento Gesù

era veramente in lui, perché quan-do noi facciamo questi gesti verso il prossimo, quando li facciamo veramente con il cuore, non per-ché dobbiamo farli, sappiamo che farà bene a lui, E non dobbiamo volere niente in cambio: in quel momento Gesù vive in noi. Ma in quel momento penso anche che Gesù sia stato in quella bambina, che ha saputo cogliere nel prossi-mo la bontà del Signore. […]

Dio bussa sempre alla nostra por-ta, è nostro amico, è nei nostri ge-nitori, è nel nostro prossimo. Bi-sogna saper cogliere tutto questo e allora sì che avremo veramen-te dentro di noi lo Spirito Santo, questo grandissimo dono del Si-gnore.

di Giulia Gabrielida “Un Gancio in mezzo al Cielo”

Edizioni Paoline,

pa

gin

e te

resi

an

e

pa

gin

e te

resi

an

e

Page 29: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 25

24

LA CRESIMA SPIEGA TUTTO

Fare la volontàdi Dio è vivere la sua Parola.

La sua Parola è amore.Fare la sua volontà

è vivere nel suo amore.

In realtà, per capire davvero quello che mi sta succedendo, bisogna tornare al giorno del-la mia cresima. All’inizio non

mi era così chiaro. L’ho capito quest’estate, quando un giorno mi sono ricordata che don An-drea, il nostro curato, durante gli incontri di preparazione, ci ave-va letto il brano che parla della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e sulla Madonna. Da quel momento loro, che improvvisa-mente sapevano parlare tantis-sime lingue, hanno iniziato a te-stimoniare, sono andati in tutto il mondo a testimoniare l’amore del Signore, l’esistenza di questo Dio che è buono, che è amore, che è vita. Mi erano rimaste profonda-mente impresse questa parole del

don: “Quando ri-ceverete lo Spi-rito Santo anche voi dovrete fare come gli apostoli: essere al servizio del Signore, fare la sua volontà”. E mi chiedevo che cosa potevo fare io per il Signore, come potevo fare a testimoniare il suo amore.Poi, ci ha raccon-

tato la storia di un ragazzo, al qua-le avevano letto lo stesso brano e avevano spiegato la stessa cosa. Ebbene, questo ragazzo, il gior-no dopo aver ricevuto la cresima, si è presentato dal suo parroco di buonora e gli ha detto: “Sono pronto, che cosa devo fare per il Signore?”Ero rimasta molto colpita da que-sto episodio. Però mi sembrava un po’ strano andare alla mattina di buonora dal dono e dire: “Che cosa devo fare?”. Perciò sono sta-ta zitta e ho passato molti giorni a chiedermi cosa potevo fare per essere degna di avere ricevuto i sette doni dello Spirito Santo e vi-verli come hanno fatto i discepoli.Continuavo a pensarci, questa cosa mi frullava nella testa, dav-vero non capivo che cosa potevo fare, io, per il Signore … E, di lì a due mesi, si è presentata la ma-lattia. Ecco, io la malattia la sto vivendo come un impegno da cresimanda. Per questo cerco di vivere al meglio l’attimo, perché sono sicura che il Signore mi sta chiedendo questo.È un impegno che ho preso io. Dio mi ha donato lo Spirito Santo, mi ha fatto la domanda: “Vuoi essere testimone del mio amore?” Io gli ho detto sì e adesso lo porto fino alla fine.Infatti, ogni giorno, le mie soffe-renze e anche le mie gioie le affido tutte al Signore, perché so che lì sono nelle mani giuste e le offro a tante persone. Un giorno le offro alle persone che stanno con me,

un altro giorno ai non credenti, perché tutti abbiamo bisogno di preghiere di sostegno. Ognuno ha un Dio, Dio c’è per tutti.Tutti possono farlo. E io mi rivol-go soprattutto ai ragazzi. Offrite le vostre giornate a tanti altri ragazzi che soffrono perché non hanno la fede, hanno un grande vuoto. Dio ci dà questa grandissima forza: potete costruire grattacieli, scala-re le montagne.Ora io non dico che bisogna per forza passare attraverso un’espe-rienza come la malattia per vivere la cresima. Anzi, non ve lo auguro di certo. Però, potete vivere que-sto mandato facendo dei gesti verso il prossimo, aiutando il vo-stro compagno che è più in diffi-coltà a fare il compito, sostenen-do le persone meno fortunate.Nelle persone che voi aiutate c’è il Signore, c’è proprio Gesù. Questo mi fa venire in mente una piccola storia.

Una bambina cieca si guadagna da vivere vendendo le mele vici-no ad un aeroporto. A un certo punto arriva un gruppo di ragaz-zi che deve prendere l’aereo per ritornare a casa. Solo che questi ragazzi fanno un bel po’ di casino e finiscono per rovesciare la ban-carella dove lei aveva esposto le mele. Tutti se ne fregano, tranne uno, che dice ai suoi amici: “Avvi-sate a casa che prendo il prossi-mo aereo”. E rimane lì ad aiutare la piccola cieca a risistemare tutte le mele.La bambina, finito per bene il la-voro, gli chiede tutta seria: “Ma tu sei Gesù?”Il ragazzo rimane talmente colpito … In realtà, in quel momento Gesù

era veramente in lui, perché quan-do noi facciamo questi gesti verso il prossimo, quando li facciamo veramente con il cuore, non per-ché dobbiamo farli, sappiamo che farà bene a lui, E non dobbiamo volere niente in cambio: in quel momento Gesù vive in noi. Ma in quel momento penso anche che Gesù sia stato in quella bambina, che ha saputo cogliere nel prossi-mo la bontà del Signore. […]

Dio bussa sempre alla nostra por-ta, è nostro amico, è nei nostri ge-nitori, è nel nostro prossimo. Bi-sogna saper cogliere tutto questo e allora sì che avremo veramen-te dentro di noi lo Spirito Santo, questo grandissimo dono del Si-gnore.

di Giulia Gabrielida “Un Gancio in mezzo al Cielo”

Edizioni Paoline,

pa

gin

e te

resi

an

e

pa

gin

e te

resi

an

e

Page 30: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 27

26

Questa parole di Giulia Gabrieli mi ricordano le poche righe che santa Teresa scrisse a proposi-to della sua cresima. Ve le ripro-pongo: “Poco tempo dopo la mia prima Comunione, entrai di nuo-vo in ritiro per la Cresima. Mi ero preparata con grande cura a rice-vere la visita dello Spirito Santo, non capivo perché non si desse una grande importanza al fatto di ricevere questo sacramento d’A-more. Di solito si faceva soltanto un giorno di ritiro per la Cresima, ma poiché Monsignore non aveva potuto venire nel giorno stabilito, ebbi la consolazione di avere due giorni di solitudine. Per distrarci la nostra maestra ci portò a Monte Cassin e là raccolsi a piene mani grandi margherite per il Corpus Domini. Ah, come era gioiosa la mia anima; come gli apostoli at-tendevo con felicità la visita dello

Spirito Santo! Mi rallegravo all’idea di essere presto perfetta cristiana e soprattutto di avere eternamen-te sulla fronte la croce misteriosa che il Vescovo segna imponendo il sacramento... Finalmente il mo-mento felice arrivò: al momento della discesa dello Spirito Santo non sentii un vento impetuoso, ma piuttosto quella brezza leggera 144 della quale il profeta Elia udì il mormorio sul monte Oreb. In quel giorno ricevetti la forza di soffrire, poiché poco dopo doveva comin-ciare il martirio della mia anima... Fu la mia cara piccola Leonia che mi fece da Madrina; era così com-mossa che non riuscì ad impedire alle lacrime di scorrere per tutto il tempo della cerimonia. Ricevette con me la Santa Comunione, poi-ché ebbi ancora la felicità di unir-mi a Gesù in quel bel giorno (Ms A 36v°-37r°).

pa

gin

e te

resi

an

e

am

ici d

i te

resaL

a santità non consiste in fenomeni straordinari, ma piuttosto nel “fare in ma-niera straordinaria le cose

ordinarie!” Si rimane male quando si apprende che la vita di Teresa Martin fu del tutto ordinaria.Si dimentica che è diventata santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, conosciuta nel mondo in-tero, con numerosi titoli (Patrona Universale delle Missioni, Patro-na secondaria di Francia, Dotto-re della Chiesa, ecc.), passando inosservata nella sua famiglia, nel suo ambiente, nel suo Carmelo, e perfino dal suo padre spiritua-le... Certo, a Lisieux, si è potuto parlare di una giovane che ebbe l’audacia di parlare al Papa Leone XIII durante un’udienza a Roma (un giornale locale lo segnalò). Poi era entrata al Carmelo a quindici

anni e tre mesi. Ma quando morì - il 30 settembre 1897 - in un picco-lo Carmelo di provincia, era pres-soché sconosciuta, non c’erano che 30 persone alla sua sepoltura nel cimitero di Lisieux. Il 17 mag-gio 1925, alla sua canonizzazione in San Pietro a Roma ce ne furo-no 500.000. Quindi? Quindi, sì, fu una vita molto ordinaria e molto nascosta.

Alençon (1873-1877)Una famiglia cristiana, a Alençon, il padre Luigi Martin, orologiaio-gioielliere, la madre, Zelia Guérin, merlettaia. Ebbero nove figli di cui quattro morti in tenera età. Re-stano quattro figlie ed ecco che a quarant’anni, la mamma è incinta: Teresa nasce il 2 gennaio 1873. Bambina allegra, vivace, dopo un anno a balia (sua madre non può

“VOGLIO ESSERE UNA SANTA!”

di Mons. Guy Gaucher, Fu vescovo ausiliare di Bayeux e Lisieux

una vita ordinaria (I)

Page 31: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 27

26

Questa parole di Giulia Gabrieli mi ricordano le poche righe che santa Teresa scrisse a proposi-to della sua cresima. Ve le ripro-pongo: “Poco tempo dopo la mia prima Comunione, entrai di nuo-vo in ritiro per la Cresima. Mi ero preparata con grande cura a rice-vere la visita dello Spirito Santo, non capivo perché non si desse una grande importanza al fatto di ricevere questo sacramento d’A-more. Di solito si faceva soltanto un giorno di ritiro per la Cresima, ma poiché Monsignore non aveva potuto venire nel giorno stabilito, ebbi la consolazione di avere due giorni di solitudine. Per distrarci la nostra maestra ci portò a Monte Cassin e là raccolsi a piene mani grandi margherite per il Corpus Domini. Ah, come era gioiosa la mia anima; come gli apostoli at-tendevo con felicità la visita dello

Spirito Santo! Mi rallegravo all’idea di essere presto perfetta cristiana e soprattutto di avere eternamen-te sulla fronte la croce misteriosa che il Vescovo segna imponendo il sacramento... Finalmente il mo-mento felice arrivò: al momento della discesa dello Spirito Santo non sentii un vento impetuoso, ma piuttosto quella brezza leggera 144 della quale il profeta Elia udì il mormorio sul monte Oreb. In quel giorno ricevetti la forza di soffrire, poiché poco dopo doveva comin-ciare il martirio della mia anima... Fu la mia cara piccola Leonia che mi fece da Madrina; era così com-mossa che non riuscì ad impedire alle lacrime di scorrere per tutto il tempo della cerimonia. Ricevette con me la Santa Comunione, poi-ché ebbi ancora la felicità di unir-mi a Gesù in quel bel giorno (Ms A 36v°-37r°).

pa

gin

e te

resi

an

e

am

ici d

i te

resaL

a santità non consiste in fenomeni straordinari, ma piuttosto nel “fare in ma-niera straordinaria le cose

ordinarie!” Si rimane male quando si apprende che la vita di Teresa Martin fu del tutto ordinaria.Si dimentica che è diventata santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, conosciuta nel mondo in-tero, con numerosi titoli (Patrona Universale delle Missioni, Patro-na secondaria di Francia, Dotto-re della Chiesa, ecc.), passando inosservata nella sua famiglia, nel suo ambiente, nel suo Carmelo, e perfino dal suo padre spiritua-le... Certo, a Lisieux, si è potuto parlare di una giovane che ebbe l’audacia di parlare al Papa Leone XIII durante un’udienza a Roma (un giornale locale lo segnalò). Poi era entrata al Carmelo a quindici

anni e tre mesi. Ma quando morì - il 30 settembre 1897 - in un picco-lo Carmelo di provincia, era pres-soché sconosciuta, non c’erano che 30 persone alla sua sepoltura nel cimitero di Lisieux. Il 17 mag-gio 1925, alla sua canonizzazione in San Pietro a Roma ce ne furo-no 500.000. Quindi? Quindi, sì, fu una vita molto ordinaria e molto nascosta.

Alençon (1873-1877)Una famiglia cristiana, a Alençon, il padre Luigi Martin, orologiaio-gioielliere, la madre, Zelia Guérin, merlettaia. Ebbero nove figli di cui quattro morti in tenera età. Re-stano quattro figlie ed ecco che a quarant’anni, la mamma è incinta: Teresa nasce il 2 gennaio 1873. Bambina allegra, vivace, dopo un anno a balia (sua madre non può

“VOGLIO ESSERE UNA SANTA!”

di Mons. Guy Gaucher, Fu vescovo ausiliare di Bayeux e Lisieux

una vita ordinaria (I)

Page 32: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 29

28

nutrirla), ha una vita felice, riem-pita d’amore dai suoi genitori e dalle sue sorelle. L’ultima piccola riceve dalla sua famiglia una fede profonda, viva, caritatevole. Va tutto bene, fino al dramma: Zelia Martin muore di un cancro al seno (agosto 1877).Teresa ha quattro anni e mezzo. Lo choc è molto forte per la pic-cola Teresa. Sceglie la sorella Pa-olina come seconda mamma ma la ferita è profonda e impiegherà dieci anni a cicatrizzarsi.

Lisieux (1877-1888)Con cinque figlie da allevare, il si-gnor Martin cede alle insistenze del cognato Isidoro Guérin, far-macista a Lisieux. Tutta la famiglia si stabilisce ai Buissonnets. Tere-sa vi trova un ambiente caldo ma i cinque anni in cui andrà a scuola dalle Benedettine resteranno per lei “i più tristi della sua vita”. Buo-na alunna ma timida, scrupolosa, vive male i contrasti della sua vita scolastica... La partenza di Pao-lina per il Carmelo di Lisieux ria-pre la ferita. A dieci anni, Teresa si ammala gravemente: sintomi allarmanti di una regressione in-fantile, allucinazioni, anoressia. La medicina rinuncia. Le famiglie, il Carmelo pregano. Il 13 maggio 1883, una statua della Vergine Maria sorride a Teresa che guari-sce istantaneamente. L’8 maggio dell’anno successivo riceve la sua prima comunione: è per lei una “fusione” d’amore. Gesù si dona a lei e lei si dona a Gesù. Pensa già a diventare carmelitana. La partenza per il Carmelo della sua terza mamma, sua sorella Ma-ria, la destabilizza. Soffre di una grave crisi di scrupoli ossessivi, diventa ipersensibile e “piagnu-colosa all’eccesso”. Vuole mori-re ed essere liberata. La notte di Natale 1886, la grazia tocca il suo cuore. È una vera “conversione” che la trasforma in donna forte. Il Bambino del presepio, il Verbo di Dio, le ha trasmesso la sua forza nell’Eucaristia. Eccola pronta a combattere per il Carmelo, a su-perare tutti gli ostacoli: suo padre, suo zio, il Superiore del Carmelo, il Vescovo, il Papa Leone XIII. Per-ché la grazia le ha aperto il cuo-re e vuole salvare i peccatori con

Gesù che, sulla Croce, ha sete di anime. Teresa, a quattordici anni e mezzo, decide di restare ai piedi di questa Croce per “raccogliere il sangue divino e donarlo alle ani-me”. Questa è la sua vocazione: “Amare Gesù e farlo amare”. Nel 1887, sentendo parlare di un as-sassino che ha ucciso tre donne a Parigi, prega e si sacrifica per lui, volendo ad ogni costo strapparlo dall’inferno. Enrico Pranzini è giu-dicato e condannato alla ghigliot-tina. Ma prima di morire, bacia il Crocifisso! Teresa piange di gioia: esaudita, lo nomina il suo “primo figlio”. Durante un pellegrinaggio in Italia, Teresa si accorge che fuo-ri della loro “sublime vocazione”, i sacerdoti hanno i loro piccoli lati nascosti. Coglie che bisogna pre-gare molto per loro perché sono uomini “deboli e fragili”. Teresa comprende che la sua vocazione non è soltanto di pregare per la conversione dei grandi peccatori ma anche di pregare per i sacer-

doti. Nel corso dello stesso pelle-grinaggio, ella domanda al Papa di entrare al Carmelo a quindici anni. Risposta evasiva, “fiasco”, ma il 9 aprile 1888, lascia per sempre suo padre, le sue sorelle, i Buissonnets, il suo cane Tom...

Al Carmelo (1888-1897)Un cammino di solitudineFelice di essere là “per sempre”, “prigioniera” con Lui... e 24 suo-re. La vita comunitaria, il freddo, la preghiera sovente nell’aridità, la solitudine affettiva (anche se ritro-va due sorelle), sopporta tutto con ardore. La sua più grande soffe-renza sarà la malattia del suo papà diletto, ricoverato al Bon Sauveur di Caen, ospedale per malati men-tali. Nuovo dramma famigliare per Teresa. Si immerge nella preghie-ra con “il Servo sofferente” di Isa-ia 53, sulle tracce della passione di Gesù. Ma il clima spirituale del suo Carmelo, segnato da una paura diffusa di Dio, visto innan-zitutto come giustiziere, le pesa.

UN MESSAGGIO D’AMORE E DI FIHAVANANA (fratellanza)

Prosegue il viaggio delle reliquie di santa Teresa in Madagascar.Sono atterrate all’areoporto d’Iva-to il 3 luglio scorso, accolte dall’arcive-scovo mons. Odon Razanakolona. Esse, insieme alle reliquie dei beati Luigi e Zelia, per-correranno le 21 diocesi dell’Isola Rossa partendo da quella d’Antsirana-na. All’accoglienza dei reliquiari, che hanno già visitato il Madagascar, hanno partecipato anche il capo del governo con la sua consorte

am

ici d

i te

resa

Page 33: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Santa Teresa Settembre 2015Santa Teresa Settembre 2015 29

28

nutrirla), ha una vita felice, riem-pita d’amore dai suoi genitori e dalle sue sorelle. L’ultima piccola riceve dalla sua famiglia una fede profonda, viva, caritatevole. Va tutto bene, fino al dramma: Zelia Martin muore di un cancro al seno (agosto 1877).Teresa ha quattro anni e mezzo. Lo choc è molto forte per la pic-cola Teresa. Sceglie la sorella Pa-olina come seconda mamma ma la ferita è profonda e impiegherà dieci anni a cicatrizzarsi.

Lisieux (1877-1888)Con cinque figlie da allevare, il si-gnor Martin cede alle insistenze del cognato Isidoro Guérin, far-macista a Lisieux. Tutta la famiglia si stabilisce ai Buissonnets. Tere-sa vi trova un ambiente caldo ma i cinque anni in cui andrà a scuola dalle Benedettine resteranno per lei “i più tristi della sua vita”. Buo-na alunna ma timida, scrupolosa, vive male i contrasti della sua vita scolastica... La partenza di Pao-lina per il Carmelo di Lisieux ria-pre la ferita. A dieci anni, Teresa si ammala gravemente: sintomi allarmanti di una regressione in-fantile, allucinazioni, anoressia. La medicina rinuncia. Le famiglie, il Carmelo pregano. Il 13 maggio 1883, una statua della Vergine Maria sorride a Teresa che guari-sce istantaneamente. L’8 maggio dell’anno successivo riceve la sua prima comunione: è per lei una “fusione” d’amore. Gesù si dona a lei e lei si dona a Gesù. Pensa già a diventare carmelitana. La partenza per il Carmelo della sua terza mamma, sua sorella Ma-ria, la destabilizza. Soffre di una grave crisi di scrupoli ossessivi, diventa ipersensibile e “piagnu-colosa all’eccesso”. Vuole mori-re ed essere liberata. La notte di Natale 1886, la grazia tocca il suo cuore. È una vera “conversione” che la trasforma in donna forte. Il Bambino del presepio, il Verbo di Dio, le ha trasmesso la sua forza nell’Eucaristia. Eccola pronta a combattere per il Carmelo, a su-perare tutti gli ostacoli: suo padre, suo zio, il Superiore del Carmelo, il Vescovo, il Papa Leone XIII. Per-ché la grazia le ha aperto il cuo-re e vuole salvare i peccatori con

Gesù che, sulla Croce, ha sete di anime. Teresa, a quattordici anni e mezzo, decide di restare ai piedi di questa Croce per “raccogliere il sangue divino e donarlo alle ani-me”. Questa è la sua vocazione: “Amare Gesù e farlo amare”. Nel 1887, sentendo parlare di un as-sassino che ha ucciso tre donne a Parigi, prega e si sacrifica per lui, volendo ad ogni costo strapparlo dall’inferno. Enrico Pranzini è giu-dicato e condannato alla ghigliot-tina. Ma prima di morire, bacia il Crocifisso! Teresa piange di gioia: esaudita, lo nomina il suo “primo figlio”. Durante un pellegrinaggio in Italia, Teresa si accorge che fuo-ri della loro “sublime vocazione”, i sacerdoti hanno i loro piccoli lati nascosti. Coglie che bisogna pre-gare molto per loro perché sono uomini “deboli e fragili”. Teresa comprende che la sua vocazione non è soltanto di pregare per la conversione dei grandi peccatori ma anche di pregare per i sacer-

doti. Nel corso dello stesso pelle-grinaggio, ella domanda al Papa di entrare al Carmelo a quindici anni. Risposta evasiva, “fiasco”, ma il 9 aprile 1888, lascia per sempre suo padre, le sue sorelle, i Buissonnets, il suo cane Tom...

Al Carmelo (1888-1897)Un cammino di solitudineFelice di essere là “per sempre”, “prigioniera” con Lui... e 24 suo-re. La vita comunitaria, il freddo, la preghiera sovente nell’aridità, la solitudine affettiva (anche se ritro-va due sorelle), sopporta tutto con ardore. La sua più grande soffe-renza sarà la malattia del suo papà diletto, ricoverato al Bon Sauveur di Caen, ospedale per malati men-tali. Nuovo dramma famigliare per Teresa. Si immerge nella preghie-ra con “il Servo sofferente” di Isa-ia 53, sulle tracce della passione di Gesù. Ma il clima spirituale del suo Carmelo, segnato da una paura diffusa di Dio, visto innan-zitutto come giustiziere, le pesa.

UN MESSAGGIO D’AMORE E DI FIHAVANANA (fratellanza)

Prosegue il viaggio delle reliquie di santa Teresa in Madagascar.Sono atterrate all’areoporto d’Iva-to il 3 luglio scorso, accolte dall’arcive-scovo mons. Odon Razanakolona. Esse, insieme alle reliquie dei beati Luigi e Zelia, per-correranno le 21 diocesi dell’Isola Rossa partendo da quella d’Antsirana-na. All’accoglienza dei reliquiari, che hanno già visitato il Madagascar, hanno partecipato anche il capo del governo con la sua consorte

am

ici d

i te

resa

Page 34: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

30 Santa Teresa Settembre 2015

nella pace del signoreAspira all’Amore quando legge la Viva Fiamma d’Amore di San Gio-vanni della Croce. Nel 1891, a di-ciotto anni, un sacerdote la lancia “sulle onde della fiducia e dell’A-more” sulle quali non osava avan-zare, essendo piuttosto restia in questo cammino audace, anche per sua sorella Paolina, Madre Agnese di Gesù, che diverrà pri-ora nel 1893. Suo padre, ritornato in famiglia, muore nel 1894: Celi-na che lo curava entra a sua volta al Carmelo. È in quest’epoca che la giovane suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo (questo è il suo nome vero, riassunto della sua vocazione), scopre, dopo anni di ricerca, la via dell’infanzia spiri-tuale che trasformerà la sua vita. Riceve la grazia di approfondire la Paternità di Dio che non è che amore Misericordioso (espresso in suo Figlio Gesù incarnato). La vita cristiana non è altro che la vita di figli del Padre (“figli nel Figlio”),

inaugurata nel battesimo e vissu-ta in una confidenza assoluta. “Se non ritornerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli”, dice Gesù (Mt 18,3). Per fortuna, Madre Agnese le ordina di scri-vere i suoi ricordi d’infanzia. Tere-sa obbedisce e scrive 86 pagine in un piccolo quaderno. Allorché alla sua epoca le anime elette (rare) si offrivano come vittime alla Giustizia divina, il 9 giugno 1895, durante la messa della Trinità, la “debole e imperfetta” Teresa si of-fre al suo Amore Misericordioso. Questo dono totale la “rinnova”, brucia ogni suo peccato. Nel set-tembre 1896, Teresa sente che la sua bella vocazione (“carmelitana, sposa e madre”) non le basta più. Prova durante la sua preghiera il richiamo di grandi desideri: essere sacerdote, diacono, profeta, dot-tore (della Chiesa), missionario, martire... Queste sofferenze spari-ranno quando troverà infine la sua vocazione leggendo un passo di san Paolo sulla carità (1Cor 13). Allora, tutto diventa luminoso per lei e può scrivere: “O Gesù, mio Amore... ho trovato infine la mia vocazione, è l’Amore! Sì ho trova-to il mio posto nella Chiesa e que-sto posto, o mio Dio, me l’avete dato Voi... nel cuore della Chiesa, mia Madre, io sarò l’Amore... così sarò tutto... così il mio sogno sarà realizzato!!!” (Manoscritto B, 3v°). Sempre più preoccupata dei pec-catori che non conoscono questo Amore Misericordioso, ella entra nella Pasqua 1896 in una notte fitta dove la sua fede e la sua spe-ranza devono combattere. Tanto più che una tubercolosi consuma la sua salute e la indebolisce. Usa le sue ultime forze per insegnare la via d’infanzia alle cinque novizie di cui è responsabile e a due fratelli

spirituali, sacerdoti missionari per l’Africa e la Cina. Vivendo questa “com-passione”, in unione con la Passione di Gesù nel Getsema-ni e sulla Croce, spossata dalle emottisi, conserva il suo sorriso e la sua squisita carità che rialza il morale delle sorelle, costernate di vederla morire in atroci sofferen-ze. Per obbedienza, continua fino allo sfinimento la redazione dei suoi ricordi nei quali, con traspa-rente verità, “canta le misericordie del Signore” nella sua breve vita. Pregando per “fare del bene sulla terra, dopo la sua morte, fino alla fine del mondo”, profetizzando umilmente che la sua missione postuma sarà di “donare la sua piccola via alle anime” e di “pas-sare il suo Cielo a fare del bene

sulla terra”, muore il 30 settembre 1897. Un anno dopo la sua morte, fu pubblicato un libro composto a partire dai suoi scritti: la Storia di un’Anima che conquistò il mondo e fece conoscere questa giovane suora che amò Gesù fino a “morir d’amore”. Questa vita nascosta irradiò l’universo. Tutto ciò conti-nua da più di cento anni... (segue)

am

ici d

i te

resa

ELENA CARNIELETTO(n. 14-9-1922 m. 9-8-2013), nel II anniversario “Sentitemi vicino e parlatemi ancora. Io

vi amerò dal cielo comevi ho amati in terra”.

IMERIO SARTI(n. 21-7-1947 m. 24-9-2012)

di Bovolone (VR)

VINCENZO FRANCHINI di Nogara (VR)

nel IX anniversario

FLORA VIGNATO(n 10-5-1981 m. 17-9-1994)

di Bovolone (VR)

GAETANA FERMANTI(n. 27-1-1932m. 20-6-2015)

Dario Vertuan,Ca’ degli Oppi (VR)

XV anniversario

FRANCO CREMONESInel III anniversario

(+ 15 agosto 2012),Goito (MN)

NELLO MUTTICa’ degli Oppi (VR)

GUIDO TESSARINICa’ di David (VR)

nel VII anniversario

Come la cerva anelaai corsi d’acqua,così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:quando verrò e vedròil volto di Dio?

Santa Teresa Settembre 2015 31

Page 35: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

30 Santa Teresa Settembre 2015

nella pace del signoreAspira all’Amore quando legge la Viva Fiamma d’Amore di San Gio-vanni della Croce. Nel 1891, a di-ciotto anni, un sacerdote la lancia “sulle onde della fiducia e dell’A-more” sulle quali non osava avan-zare, essendo piuttosto restia in questo cammino audace, anche per sua sorella Paolina, Madre Agnese di Gesù, che diverrà pri-ora nel 1893. Suo padre, ritornato in famiglia, muore nel 1894: Celi-na che lo curava entra a sua volta al Carmelo. È in quest’epoca che la giovane suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo (questo è il suo nome vero, riassunto della sua vocazione), scopre, dopo anni di ricerca, la via dell’infanzia spiri-tuale che trasformerà la sua vita. Riceve la grazia di approfondire la Paternità di Dio che non è che amore Misericordioso (espresso in suo Figlio Gesù incarnato). La vita cristiana non è altro che la vita di figli del Padre (“figli nel Figlio”),

inaugurata nel battesimo e vissu-ta in una confidenza assoluta. “Se non ritornerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli”, dice Gesù (Mt 18,3). Per fortuna, Madre Agnese le ordina di scri-vere i suoi ricordi d’infanzia. Tere-sa obbedisce e scrive 86 pagine in un piccolo quaderno. Allorché alla sua epoca le anime elette (rare) si offrivano come vittime alla Giustizia divina, il 9 giugno 1895, durante la messa della Trinità, la “debole e imperfetta” Teresa si of-fre al suo Amore Misericordioso. Questo dono totale la “rinnova”, brucia ogni suo peccato. Nel set-tembre 1896, Teresa sente che la sua bella vocazione (“carmelitana, sposa e madre”) non le basta più. Prova durante la sua preghiera il richiamo di grandi desideri: essere sacerdote, diacono, profeta, dot-tore (della Chiesa), missionario, martire... Queste sofferenze spari-ranno quando troverà infine la sua vocazione leggendo un passo di san Paolo sulla carità (1Cor 13). Allora, tutto diventa luminoso per lei e può scrivere: “O Gesù, mio Amore... ho trovato infine la mia vocazione, è l’Amore! Sì ho trova-to il mio posto nella Chiesa e que-sto posto, o mio Dio, me l’avete dato Voi... nel cuore della Chiesa, mia Madre, io sarò l’Amore... così sarò tutto... così il mio sogno sarà realizzato!!!” (Manoscritto B, 3v°). Sempre più preoccupata dei pec-catori che non conoscono questo Amore Misericordioso, ella entra nella Pasqua 1896 in una notte fitta dove la sua fede e la sua spe-ranza devono combattere. Tanto più che una tubercolosi consuma la sua salute e la indebolisce. Usa le sue ultime forze per insegnare la via d’infanzia alle cinque novizie di cui è responsabile e a due fratelli

spirituali, sacerdoti missionari per l’Africa e la Cina. Vivendo questa “com-passione”, in unione con la Passione di Gesù nel Getsema-ni e sulla Croce, spossata dalle emottisi, conserva il suo sorriso e la sua squisita carità che rialza il morale delle sorelle, costernate di vederla morire in atroci sofferen-ze. Per obbedienza, continua fino allo sfinimento la redazione dei suoi ricordi nei quali, con traspa-rente verità, “canta le misericordie del Signore” nella sua breve vita. Pregando per “fare del bene sulla terra, dopo la sua morte, fino alla fine del mondo”, profetizzando umilmente che la sua missione postuma sarà di “donare la sua piccola via alle anime” e di “pas-sare il suo Cielo a fare del bene

sulla terra”, muore il 30 settembre 1897. Un anno dopo la sua morte, fu pubblicato un libro composto a partire dai suoi scritti: la Storia di un’Anima che conquistò il mondo e fece conoscere questa giovane suora che amò Gesù fino a “morir d’amore”. Questa vita nascosta irradiò l’universo. Tutto ciò conti-nua da più di cento anni... (segue)

am

ici d

i te

resa

ELENA CARNIELETTO(n. 14-9-1922 m. 9-8-2013), nel II anniversario “Sentitemi vicino e parlatemi ancora. Io

vi amerò dal cielo comevi ho amati in terra”.

IMERIO SARTI(n. 21-7-1947 m. 24-9-2012)

di Bovolone (VR)

VINCENZO FRANCHINI di Nogara (VR)

nel IX anniversario

FLORA VIGNATO(n 10-5-1981 m. 17-9-1994)

di Bovolone (VR)

GAETANA FERMANTI(n. 27-1-1932m. 20-6-2015)

Dario Vertuan,Ca’ degli Oppi (VR)

XV anniversario

FRANCO CREMONESInel III anniversario

(+ 15 agosto 2012),Goito (MN)

NELLO MUTTICa’ degli Oppi (VR)

GUIDO TESSARINICa’ di David (VR)

nel VII anniversario

Come la cerva anelaai corsi d’acqua,così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:quando verrò e vedròil volto di Dio?

Santa Teresa Settembre 2015 31

Page 36: Il numero di settembre del periodico "Santa Teresa di G. B. e la sua pioggia di rose"

Uscita dell’autostradaVERONA SUDPrenotazione pellegrinaggiTel.: 045.500.266

SOSTEGNO€ 15,00

BENEFICENZA:€ 25,00

VERSAMENTOC.C.P. 213371

OFFERTE

PADRI CARMELITANI SCALZI Santuario di S. Teresadel Bambino Gesù Via Volturno, 137135 Verona - tel. 045.500.266 fax [email protected]

ORARIO SANTE MESSEORARIO FERIALE:7.00 - 8.00 - 9.00 - 10.00 16.30 - 18.30ORARIO FESTIVO:7.30 - 8.30 - 9.30 - 10.3012.00 - 16.30 - 18.30

Ascolta la Santa Messaanche su RADIO SANTA TERESAwww.radiosantateresa.it

CANONIZZAZIONEDI LUIGI E ZELIA MARTINgenitori di S. Teresa di G. B.

"Ho avuto dei genitori piùdegni del Cielo che della terra".

Partenza dal piazzale della basilicaalle 22 - di sabato 17 ottobre.Ritorno nella serata di domenica

Costo del viaggio in torpedone: 40 euro.Le iscrizioni si accettano in Santuario,presso il Negozio dei Ricordio gli uffici parrocchiali.

Piazza San Pietro, 18 ottobre 2015

“Saremo felici solo una volta tutti riunitiin Cielo”

Dettagliodell’urna dei beati Luigi e Zelia. Insieme a tutta la famiglia c’è anche il piccolo Pietro. Ora si dovràaggiungereCarmen,la bambina guari-ta per l’interces-sione dei beati.

PROCESSIONEdella STATUAdi SANTA TERESAper le vie del quartiere

Domenica 4 ottobre 2015dopo la s. Messa delle 18.30www.santateresaverona.it