Il Messia Di Sappada

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  • 7/29/2019 Il Messia Di Sappada

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    Lo Straordinario e Orrido Caso

    del Messia di Sappada

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    Era il 28 novembre 1859 quando il parroco don Mattia Kratter scrivevaal proprio arcidiacono in merito al caso successo nel borgo di Sappada

    circa un figlio di tal Pietro Colle dAdamo, danni 18, il quale per tre volteebbe modo di trovare tre pietre con delle iscrizioni, e stemmi applicati.

    Il monsignore invitava il diretto superiore ad esaminare il contenuto

    della documentazione inviata circa il rinvenimento e sollecitava, per sua

    tranquillit nonch per desiderio dello scopritore di tali monumenti,

    affinch si recasse in persona per ispezionare le pietre, e darne in seguito

    il suo giudizio, dopo aver ascoltato anche i testimoni oculari prodotti dal

    giovane che si era proclamato nientemeno che Messia. Il 6 dicembre1859 larcidiacono, venuto a conoscenza dei fatti, invitava il parroco alla

    prudenza e a non cedere a facili entusiasmi.

    Ad appurare la questione, infatti, il prelato aveva inviato due ispettori

    per indagare sulle pietre, lapidi ed iscrizioni trovate dal Colle dAdamo. I

    messi, fedelissimi, avevano riferito a don Kratter il parere del superiore,

    il quale, secondo le consuetudini ecclesiastiche riguardo a tali novit chepresentano segni meravigliosi, era diffidente nel prestarvi fede ed

    invitava il parroco ad usare moderazione e discrezione nel trattar la

    vicenda, potendo creare facili illusioni ed inganni a discapito della

    moralit. Il parroco stesso ed i parrocchiani venivano invitati a rimaner

    tranquilli ed a temporeggiare in attesa della soluzione dellenigma della

    misteriosa scoperta e soprattutto, invitava ad evitare specialmente quelle

    dimostrazioni di gioia che venivano sollecitate dalle iscrizioni, ci, infatti

    avrebbe provocato il pericolo di incorrere nelle sanzioni imposte dall

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    Autorit civile ed ecclesiastica. Preoccupato dagli eventi larcidiacono

    Trojero si premurava di informare lArcivescovo implorandone lautorit

    di un giudizio attendibile. Il porporato non aveva ancora potuto

    esaminare bene la documentazione trasmessa, ma tutto sommato, da una

    prima analisi dei fatti, monsignore reputava che laccaduto fosse di poca

    importanza e da far passare nel dimenticatoio onde evitare di non

    eccitare la meraviglia, la creduloneria e, probabilmente, anche il riso e lo

    scherno dei pi smaliziati. Ma cosera accaduto di preciso? Celestino di

    Pietro Colle dAdamo detto anche Pittore asseriva di aver trovato sopra

    un monte a Nord di Granvilla tre lapidi o pietre con iscrizioni, una in

    luglio, una ai primi di ottobre, una negli ultimi giorni di novembre. Le

    due prime avevano suscitato entusiasmo nel popolo in quanto le

    iscrizioni asserivano la propriet di quei boschi non sappadini di cui i

    borgatari sognavano la ripartizione. Il tutto era stato rapportato alla

    Delegazione provinciale di Belluno, che lo respinse come fatto puerile.

    Era stata rinvenuta, per, una terza lapide! Il rinvenimento, agli occhi

    degli animi pi semplici (e non ce nerano pochi! sottolinea l

    arcidiacono), sembrava meraviglioso, poich il giovine Celestino nei

    giorni antecedenti risultava dominato da spirito malinconico, inquieto

    che lo stimolava a trasferirsi nuovamente al luogo in cui aveva trovate le

    altre due pietre. Diceva di veder lass un bel fuoco, invitava altri a

    seguirlo, ed alla fine una sera in compagnia di alcuni individui si rec

    sopra la montagna, dove giunto si lasci cadere sul terreno come se fosse

    spinto da improvviso impetuoso vento e l rimase alcuni minuti come

    svenuto. Poi, ad un tratto, si alz in piedi e cominci a dire di essere

    ritornato sulla terra sano e salvo, e determinato dissotterr la lapide

    ricoperta da un sottile strato di fieno e da poca terra. Allegro e gioioso

    per il suo nuovo rinvenimento, presa la lapide, la trasporta gi al paese, e

    l comincia a minacciar guai a chi non gli presta fede. Sembra che una

    delle iscrizioni, oltre a sollecitare giubilo per gli straordinari

    avvenimenti, profetizzasse il rapimento del giovane Colle dAdamo nel

    giro di pochi giorni, ma da chi? E per esser condotto dove? Per alcuni

    giorni, tranne alcuni segni di ingiustificata allegria, non si sentirono

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    troppi schiamazzi, ma il giorno 11 laffare prese un nuovo aspetto, ben

    diverso, divenendo religioso e serio, in conseguenza di un discorso tenuto

    dal giovane Colle nella casa paterna, nella quale aveva annunciato di

    essere inviato da Dio a sostegno della sua Chiesa e Religione. Aveva

    inveito contro coloro i quali, a suo giudizio, erano increduli, e a causa di

    questi ultimi minacci niente meno che la distruzione del mondo per

    mezzo di una pioggia di zolfo.

    Il tutto si sarebbe realizzato nel giro di sette anni, ma il Padre Eterno,

    grazie alle preghiere di Celestino, avrebbe differito di 14 anni tale limite,

    e poi fino a 21, per permettere al maggior numero di persone di

    convenirsi alla nuova Religione. Ci non basta. Sembra che qualche

    giorno pi tardi, il 15, Celestino Colle avrebbe

    avuto lardimento di recarsi in canonica con un crocifisso accompagnato

    da due discepoli che issavano candele accese, qui alla presenza del

    Parroco, del Cooperatore, e del Mansionario di Cimasappada protest

    ripetutamente, affermando che i Preti anzich a Ges Cristo avrebbero

    giurato al demonio.

    Sosteneva, per giunta, che la loro fede poggiasse su un cumulo di sabbia

    e proprio per questo egli era stato inviato dal Cielo per fondare una nuova

    religione.

    Era sorprendente, per giunta, il modo in cui il giovane voleva

    avvalorare le sue profezie. Entrato in chiesa Celestino, dopo aver preso

    uno stiletto si incise le mani, allesterno e allinterno, poi il piede

    sinistro, dal sangue fuoriuscito prese a far croci sul pavimento invocando

    ogni volta la Santissima Trinit a testimonianza delle sue asserzioni e

    ribadendo le sue convinzioni circa la fede dei preti. Celestino trascur

    solo di trafiggersi il piede destro e il costato dicendo che i Sacerdoti

    presenti non erano degni di vedere tali azioni, perch malvagi e destinati

    allinferno.

    Ci volle tutta la pazienza del Reverendo Padre Agostino Leitner per

    trattenersi e trattenere gli altri Sacerdoti presenti, gi pronti a

    scagliarvisi contro.

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    Si provvide, intanto ad inviare un Rapporto al Commissario Distrettuale

    che invi due gendarmi che provvidero, prudentemente, a consigliare al

    giovane di prender dimora in una casa attigua a quella paterna, in quanto

    luogo ritenuto pi sicuro. Per risposta, il Cursore Comunale, esecutore

    dellordine, ebbe insulti, minacce e proteste ripetute. Celestino affermava

    che nessun potere al mondo, n civile n ecclesiastico, avrebbe potuto

    rimuoverlo dalla sua abitazione e continuava a sostenere che Preti,

    Vescovi ed il Papa stesso, col tempo sarebbero venuti l a venerarlo.

    I gendarmi, stupefatti, decisero di recarsi di persona a casa del

    Messia per raccogliere prove dirette dellarroganza e inconsistenza

    delle sue parole, arrivando a intimargli larresto. Celestino ammanettato

    venne, di seguito sfidato a liberarsi, intanto lo si condusse in Auronzo.

    Sembra che durante il viaggio lapocrifo profeta abbia confessato che le

    lapidi erano state scritte proprio in quel medesimo anno. Per, il

    meraviglioso caso non si concluse con quella circostanza. Non si sa come

    e perch il giovane Riformatore insieme al padre, contro le attese dei

    paesani, dopo soli 9 giorni torn libero. Egli aveva precedentemente

    annunciato che il giorno di S. Giovanni Evangelista avrebbe tenuto un

    altro discorso in casa sua al quale invitava tutti i Sappadini. Si racconta

    che in Auronzo abbia anche profetizzato sciagure su Sappada se non

    veniva posto in libert per recitare il suo sermone. Il discorso fu fatto!

    Celestino prese a parlare all una pomeridiana di fronte a una

    moltitudine imponente tanto che la Chiesa Parrocchiale per la funzione

    vespertina risultava deserta. Quel giorno dopo aver asperso lacqua

    benedetta, che poi gett a terra, il profeta vi sovrappose un crocefisso e

    principi ad invocare, o meglio imprecare, affinch il Crocifisso si

    rialzasse se voleva essere creduto vero Ges Cristo.

    La celebrazione segu con la professione della fede in Dio, in Ges

    Cristo, nel Credo, ne Comandamenti. Quella fu anche loccasione per

    istituire il Collegio Apostolico della nuova religione composto di 12

    individui dai quali venne eliminato come Giuda corrotto un fratello del

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    Parroco. Segu la nomina di 4 Evangelisti, di 2 Segretari, a tutti loro,

    ovviamente era riservato senza dubbio alcuno il Regno dei Cieli.

    Proprio tra gli adepti sembra che ci fossero quelli che maggiormente

    perseveravano nell errore, tra costoro in modo particolare tale Fasil, di

    professione calzolaio, nella cui dimora si tenevano le prediche di

    Celestino, e, soprattutto il Segretario del Messia Ferdinando Quinz,

    chiamato comunemente Agente dello Spirito, che si poteva considerare il

    principale autore di questo vergognosissimo pazzo lavoro, egli,

    accompagnandosi sempre al fianco del giovane Colle ne sosteneva il

    coraggio e la memoria nei sermoni recitati ed era anche il pi fervido ed

    ostinato difensore delle idee espresse dal profeta... daltronde non si

    poteva che prestar fede a chi, posto in libert, dopo la deduzione nelle

    carceri di Auronzo, per disposizione di Dio stesso, affinch desse

    principio e compimento alla grande opera della fondazione della nuova

    Chiesa.

    Non basta! Il Messia affermava che il tempo aveva cancellato la

    memoria di un profeta che aveva annunciato la venuta di Celestino, gi

    tanti secoli prima dellera volgare, come vero Messia, vero Ges Cristo, e

    la sua missione avrebbe avuto compimento entro pochi anni nel mondo

    intero. Seguivano, come al solito, maledizioni ed invettive contro i soliti

    increduli, qualificati collepiteto di Farisei, tra i quali annoverava i

    signori Hoffer. I pi assennati, il Clero, la Deputazione Curiale

    cominciarono a non tollerare pi tanto disordine, tanto che, malgrado la

    neve caduta che ingombrava i passi, il parroco di Sappada si era recato di

    gioved sera, presso larcidiaconato, per riferire quanto accaduto ed

    implorare un deciso provvedimento. Il parroco era felice che in quello

    stesso tempo lAutorit Distrettuale aveva provveduto ad un intervento

    pi deciso nei confronti dei vari sobillatori. LArcidiacono comunque, era

    preoccupato per la moralit della comunit che ne aveva sofferto non

    poco, perch il numero di coloro che avevano creduto alle parole del

    Messia non era esiguo, per di pi si erano registrate gravi risse tra i

    credenti e gli increduli. Non poche erano le discordie nate tra i membri

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    delle stesse famiglie in cui si annoveravano posizioni diverse circa il

    Profeta, anche fra mariti e mogli si erano alimentati i litigi e i

    maltrattamenti che ne derivavano, causa la loro incredulit circa il

    vangelo neomessianico, le costringeva a domandare la separazione dai

    consorti. Tra gli Apostoli si trovava anche il Nonzolo Parrocchiale, un

    segretario e il Maestro Corrile e Fabbriciere, il primo a ravvedersi ed

    umiliarsi dopo la sua destituzione operata dal Mansionario di

    Cimasappada. Lintervento demergenza del parroco aveva prodotto

    qualche effetto, come pure il rigore usato contro i Capi, informati delle

    censure Ecclesiastiche. Aveva comunque lasciato la porta aperta al

    ravvedimento, usando carit e benignit, specie nei confronti degli

    ignoranti che avevano creduto per semplicit danimo pi che per vera

    fede. La bont manifestata doveva essere utile anche a redimere, tra gli

    ignoranti citati, i parenti del parroco, infatti lo stesso Celestino risultava

    essere figlio di una sorella di quello.

    Rimaneva ancora da chiarire il comportamento da adottare coi

    sobillatori e con i sedotti quanto ad eventuali censure, ritrattazioni,

    ammissione a sacramenti. Il caso inatteso e veramente orrido... ricerca

    un pronto riparo... Si sa che, nonostante la benignit professata, in

    cattive acque, dopo tali fatti navig il parroco don Mattia il quale venne

    accusato, oltre che di aver partecipato e benedetto i riti del profeta, di

    avvalersi dei servigi di perpetue troppo giovani, come nel caso della

    sorella di Dorotea Orter, ospitata in canonica, dopo lallontanamento

    della pi anziana germana e la sua dislocazione in una casa di propriet

    del parroco.

    Il sacerdote venne pure allontanato da Sappada e intercettato l11

    novembre 1867 a Tolmezzo dove in compagnia di altri sciagurati sera

    dato a ubriachezza, molestie e schiamazzi. Dello stesso Celestino si

    persero le tracce quando ci si rese conto che tutta la messinscena era

    stata allestita per rivendicare alla sua famiglia il possesso dei boschi della

    Digola, termin lo schiamazzo e terminarono pure i miracoli.