Il Libro Della Grazia Speciale

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    IL LIBRO DELLA

    GRAZIA SPECIALE

    RIVELAZIONI DI

    SANTA METILDE

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    VERGINE DELL'ORDINE

    DI S. BENEDETTO

    CON PREFAZIONE DI S. E. IL CARD. SCHUSTER

    ARCIVESCOVO DI MILANO

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    Nihil bstat quominus imprimatur.

    Can. Joseph Pecora, Gen. Eccl.

    Mediolani, die 13 - 9 - 1938.

    _______________________________

    IMPRIMATUR

    in Curia Arch. Mediolani, die 13 - 9 - 1938.

    + P. CASTIGLIONI Vic. Gen.

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    PREFAZIONE

    Quando la Chiesa ha approvato il diffusissimo culto liturgico reso a Santa Metilde, essa non

    ha propriamente approvato il suo Liber gratiae specialis, ma si fondata esclusivamente su

    questo volume per riconoscere l'eroica santit della nobile Contemplatrice Benedettina.

    Mentre Domna Mechtildis Cantrix faceva ancora echeggiare delle sue devote melodie

    liturgiche il coro delle monache di Helfta, le sue mistiche elevazioni gi venivano piamente trascritte,

    raccolte e meditate dentro e fuori della sua abbazia.

    In seguito, diffuse largamente anche in Italia ed a Firenze, esse impressionarono talmente

    l'energica Fede di Dante Alighieri, che ne introdusse i pi bei squarci nella Divina Commedia,

    facendo di Donna Matelda una delle pi celestiali figure del mondo d'oltre tomba.

    Dopo che il Certosino Lanspergio (+ 1539) cur la stampa delle Rivelazioni di S. Gertrude e diS. Metilde, il Liber gratiae specialis divenne per gli Scrittori Ascetici come uno dei pi autorevoli

    libri di testo; cos che da pi secoli, per l'unanime consenso della Chiesa, esso va esercitando una

    grande influenza sulla piet Cattolica, orientandola specialmente verso il Sacro Cuore di Ges.

    Infatti, e stato il Liber gratiae specialis quello che, insieme all'Araldo del Divino Amore di S.

    Gertrude, sin dal secolo XIV ha preparato gli animi dei fedeli alle grandi rivelazioni del Sacro Cuore

    per opera di S. Margherita Alacoque.

    Il titolo di: Liber gratiae specialis venne dato all'opera dal Signore stesso, il quale pi volte

    dichiar a Santa Metilde di approvare l'opera e di benedirne largamente i lettori.

    Ecco il motivo pel quale anch'io ho incoraggiato il pio e bravo nostro D. M. Andreoletti a

    condurre a termine ed a pubblicare questa versione italiana del: Libro della Grazia speciale.

    Peccato, che in Italiano il titolo non rifletta cos bene il significato latino!

    Lo si sarebbe potuto intitolare italianamente: Storia di un'anima privilegiata, se le mistiche

    contemplazioni della Veggente di Helfta, appunto perchesclusivamente ispirate alla sacra Liturgia,

    non si rivolgessero invece a tutte quante le anime Cattoliche.

    Dopo il: sentire cum Ecclesia, qui, nell'Abbazia di Helfta, abbiamo esclusivamente: orare

    cum Ecclesia; meditari cum Ecclesia: questo e non altro.

    Milano, 1 Maggio 1939.

    + ILDEFONSO Card. Arciv.

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    INTRODUZIONE

    Santa Metilde1 di Hackeborn, di una nobile famiglia imparentata con l'Imperatore diGermania Federico II2, nacque nel 1241. Della sua vita sappiamo ben poco, perchdobbiamo contentarci delle scarse notizie che se ne trovano in questo libro e in quello dell'

    Araldo del divino amore di santa Gertrude.

    Nell'et di sette anni si fece accettare nel Monastero delle Benedettine di Rodensdorf,dove era gi monaca sua sorella maggiore Gertrude. Questa, essendo stata eletta badessadel monastero di Helfta, vi condusse seco la sorella, che aveva 17 anni e la educ con lamassima cura.

    Metilde aveva ricevuto da Dio eminenti doni naturali, e particolarmente una

    bellissima voce, per cui le venne affidato l'ufficio di Domna cantrix, Maestra di canto in

    coro. Ella santamente adempiva il suo ufficio con somma grazia ed abilit, e sapeva darealle melodie liturgiche espressioni celestiali, a segno che si merit il plauso del Divino

    Sposo, il quale si compiacque di chiamarla sua Filomela (suo usignuolo). Col suo talento e

    la sua grande applicazione allo studio, Metilde in poco tempo fece mirabili progressi nellescienze divine ed umane, crescendo in pari tempo nella santit. Venne pertanto chiamataad istruire e formare le educande del monastero. Aveva 20 anni quando le fu affidata unafanciulla di cinque anni, per nome Gertrude, la quale dalla Santa ricevette un'educazionecos perfetta sotto ogni rapporto che fu poi Gertrude la grande, santa essa pure.

    Le doti naturali, la scienza e la grande santit fecero di Metilde il pi prezioso tesorodel monastero; la sua fama irradi fuori delle mura del chiostro e vi attir molte persone diogni ceto, anche sapienti e dotti, i quali da lontano vi accorrevano avidi di ricevere dottrinae consolazioni con gli ardori del divino amore; e a tutti la Santa, come una vera madre,porgeva lumi e conforti. A lei pure ricorse santa Gertrude per avere un giudizio sicuro su

    le grazie straordinarie che riceveva dal Signore.Santa Metilde mori il 19 Novembre 1298 e, per concessione della S. Sede, onorata

    come santa, il. 26 Febbraio, in parecchie famiglie dell'Ordine di san Benedetto.

    * * *

    Il Libro della grazia speciale3 venne diffuso principalmente da Giovanni Gerecht (in

    latino Justus), detto Lanspergio4; la prima edizione latina preparata con seria diligenza

    dallo stesso Lanspergio, venne pubblicata nel 1536; ma il libro era gi stato diffuso subito

    dopo la morte della Santa sotto il titolo di Lode di dama Metilde. La citt di Firenze era stata

    una delle prime a riceverlo, e sino alla rivoluzione si vide il popolo fiorentino ripetere ogni

    1 Molti scrivonoMechtilde, e noi pure in altro libro abbiamo scritto cosi il nome della Santa; altri invece

    scrivono Matilde. Ma un Eminentissimo e dottissimo personaggio, mentre si degnava di incoraggiare questo

    modesto lavoro, ci ha fatto osservare che in italiano da preferirsi Metilde. Infatti, bella versione italiana del

    1588 e nelle susseguenti edizioni, si leggeMettilde.

    2 MOURRET:Histoire gn. de l'Eglise, V. Pag. 110.

    3 Nella edizione italiana del seicento, l'opera portava il titolo di Libro della grazia spirituale. Non avendo

    potuto consultare l'originale del Lanspergio, abbiamo adottato il titolo portato dalle edizioni benedettinemoderne, Sul modo in cui venne composto rimandiamo al cap. XX del Libro quinto.

    4 Giovanni Gerecht, detto Lanspergio dalla citt di Landsberg (Baviera) dove era nato nel 1489, entrgiovanissimo nell'Ordine del Certosini. Uomo di piet insigne, di grande purezza di vita e di straordinaria

    mortificazione, si dedic a profondi studi e lasci molte opere di gran pregio. Fu intrepido avversario del

    luteranesimo e fervente precursore della divozione al Sacro Cuore. Pubblic pure le Rivelazioni di santa

    Gertrude, le quali insieme a quelle di santa Metilde ebbero subito una grande diffusione; vennero in seguitoposte in una certa dimenticanza, ma In questi tempi ritornano a fare molto bene. Lanspergio mor nel 1539,

    dopo trent'anni di vita religiosa.

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    sera davanti alle sacre immagini le lodi che gli erano state trasmesse dalla monaca diHelfta5.

    Per questa pubblicazione abbiamo usato della traduzione italiana del 1588, la quale inpochi anni ebbe parecchie edizioni, ma ora non si trova pi se non nelle grandi bibliotechepubbliche. Essa incompleta e molto abbreviata; l'abbiamo corretta e completata con leedizioni dei Benedettini, rispettando la divisione primitiva in cinque Libri verosimilmentefatta dal Lanspergio, aggiungendo in un 6 Libro la narrazione della morte di santa

    Metilde fatta da santa Gertrude. L'ordine dei capitoli e delle rivelazioni essendo diversosecondo le edizioni, evidentemente non ha nessuna importanza tanto per la cronologiacome sotto il rapporto della logica. Nell'edizione italiana inoltre i capitoli talora sono moltolunghi e contengono cose affatto disparate senza nessun richiamo nel titolo. Abbiamoperci creduto bene di adottare, secondo i casi, un ordine alquanto diverso e pi logico. Uncopioso indice analitico servir a ritrovare con facilit i pensieri opportuni. Per altro non stato nostro intento di fare un'opera critica, ad uso dei dotti, per la quale ci mancavanomezzi e competenza; abbiamo voluto offrire alle anime cristiane un buon libro dove la loropiet trover un alimento sostanzioso insieme e piacevole.

    ***

    Ad uso dei fedeli che non sono addentro nelle questioni teologiche, non sar inutilequalche schiarimento su le rivelazioni private in generale.

    Con la morte degli Apostoli: venne definitivamente chiusa la rivelazione cristiana; certo che Ges Cristo per mezzo degli Apostoli ha detto alla sua Chiesa tutto quanto leoccorre e potr occorrerle in ogni tempo sino alla fine del mondo. Si chiamano rivelazioniprivate quelle che si dicono fatte da Dio, dopo gli Apostoli, ad anime sante in particolare.Tali: rivelazioni particolari, anche quando siano riconosciute come autentiche, non

    aggiungono nessuna verit

    nuova al deposit

    delle verit

    rivelate affidato alla Chiesa. N

    si deve n si pu dar loro quell'assenso di fede teologica che si presta alle verit insegnatedalla Chiesa come da Dio rivelate.

    E ci vero anche nel caso in cui siano approvate dalla Chiesa, perch approvandotali rivelazioni, la Chiesa non intende proporre ai fedeli come oggetto di fede, ma solo

    dichiarare che si possono piamente credere, ossia che non contengono nulla di contrario n

    alla Fede n alla vera piet; inoltre in certi casi riconosce che giovano a diffondere una lucenuova sopra verit rivelate e divozioni particolari. La Chiesa anzi accoglie questerivelazioni con una certa diffidenza, perch facilmente potrebbero infiltrarsi in esse delleillusioni, non solo per l'azione, ingannatrice del demonio, ma anche perch l'anima che

    riceve tali: illuminazioni straordinarie potrebbe interpretarle male, sia per la loro oscuritperch Dio spesso presta soltanto una mezza luce, sia per l'imperfezione dei nostrivocaboli umani, sia per il pericolo di fermarsi troppo al senso letterale delle espressioni,dei simboli o delle immagini.

    Alle rivelazioni private pertanto non si pu prestare che un assenso di fede umanasecondo le regole della prudenza. Perci non commetterebbe peccato di eresia chi lemettesse in dubbio ed anche rifiutasse di ammetterle; ma in certi casi (come, a cagiond'esempio, per le rivelazioni del Sacro Cuore) sarebbe grave temerit respingerle edisprezzarle. La Chiesa ritiene passibili tali rivelazioni, poich le prende in esame e talora

    le approva; pertanto chi le disprezzasse tutte in blocco, come sogni di fantasie esaltate e

    inezie buone per donnicciuole secondo il linguaggio di qualche protestante, avrebbe grantorto e mancherebbe grandemente al rispetto dovuto alla Chiesa medesima.

    5 Dall'edizione benedettina (1920). Introduzione pag. 10 e 11.

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    Notiamo che l'anima la quale direttamente riceve queste rivelazioni e le persone cuisano indirizzate, quando, dopo. seria esame, siano sicure che veramente vengono da Dio,non possono senza peccato rifiutare di prestarvi fede, perch sarebbe grave ingiuria controla veracit divina. Neppure le persone estranee potrebbero senza peccato rifiutare dicredere a cose rivelate privatamente quando fossero proprio sicure che Dio ha parlato, la

    qual cosa sar assai difficile perch Dio alle persone direttamente interessate dar sempremaggiori e pi chiari indizi del suo intervento.

    ***

    Le rivelazioni di santa Metilde sono tra le pi apprezzate nella Chiesa, quantunquenon abbiano ricevuta nessuna approvazione particolare; avrebbe gran torto chi ledisprezzasse, bench col simbolismo che contengono, urtino le nostre abitudiniintellettuali moderne. Bisogna ricordare che vennero scritte in un tempo in cui tutto siesprimeva con simboli; e inoltre che i nostri vocaboli, i nostri poveri vocaboli venneroinventati per gli usi ordinari della vita, e sono infelici, inquieti, stupiti, come mendicantiintorno ad un trono, quando si adoperano per esprimere i pi sublimi fenomeni della vitamistica6.

    Le visioni contenute. in questo libro sono per lo pi simboliche; ma il simbolo soventeviene svelato da Ges Cristo medesimo, tal'altra volta dalla Santa o da santa Gertrudedietro ispirazione di Metilde; quando non ne sia manifesta la spiegazione, con un po' diattenzione o di pratica se ne intende il significato.

    Prescindendo pure dalla loro ispirazione divina, le rivelazioni di santa Metilde sonoopera di gran pregio e di grande utilit per la mirabile dottrina che contengono;illuminano, infatti, di una luce tutta di amore e di piet parecchi punti della fede, in modoparticolare la bont di Dio e il suo misericordioso amore verso di noi; Ges Cristo e il suo

    ufficio di Mediatore che supplisce per le nostre deficienze davanti all'Eterno Padre; legrandi verit che troviamo in San Paolo su la vita di Ges in noi e nel suo Corpo mistico; ilpotere ai Maria; la santa Comunione; il Purgatorio; la Comunione dei Santi tra loro e connoi; tutte queste verit vengono esposte in un modo che fa grande impressione.

    Santa Metilde fu un'ardente apostola del Sacro Cuore quattro secoli prima dellegrandi rivelazioni fatte da Nostro Signore a santa Margherita Maria ne parla

    frequentemente e ce lo rappresenta sotto i simboli pi espressivi: la fornace ardente, il

    turibolo donde si innalza verso il Padre l'omaggio pi perfetto. Vi per qui una differenza,

    ed questa che le rivelazioni di S. Margherita Maria hanno come oggetto quasi essenziale

    e carattere distintivo la riparazione all'amore di Ges oltraggiato; questo carattere manca

    nelle rivelazioni di santa Metilde, quantunque vi si trovi qualche accenno alla riparazione,come quando in tempo di carnevale Ges cerca un rifugio nel cuore della Santa.

    Il Libro della grazia speciale non si pu leggere senza sentirsi il cuore infiammato di

    amore per Ges Cristo e di divota piet per la sua Passione, e animato d'a una gran fiducia

    nella bont e misericordia di Dio, a segno che si potrebbe chiamarlo il Libro dell'amore e

    della confidenza.

    Da notarsi poi che le visioni della Santa sono avvolte in un'atmosfera liturgica; disolito, specialmente nel primo libro, l'ispirazione nasce da qualche circostanza liturgica che il punto di partenza delle visioni e delle estasi. Da un'antifona, da un versetto o da unresponsorio parte il raggio che illumina la mente della veggente e ne infiamma il cuore.Quali magnifici spettacoli ci presentano, specialmente nel primo Libro, le solennitliturgiche e le solenni comunioni! Vorremo quasi dire che S. Metilde vede e descrive il

    6 MOLIEN, Dictionn. prat. III, col. 496.

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    retroscena soprannaturale e mistico delle funzioni liturgiche. Con quale divozione e conqual frutto assisteremmo noi pure alle sacre funzioni, se ricordando le visioni di santaMetilde fossimo penetrati dal sentimento della presenza di Ges Cristo e della sua divinaMadre, degli Angeli e dei Santi, che vi prendono parte attiva in mezzo a noi!

    ***

    Le rivelazioni private vanno intese e interpretate con prudenza, senza spingereall'eccesso la lettera e tenendo conto dell'ambiente del tempo in cui vennero fatte, ed anchedelle disposizioni del soggetto da Dio scelto per suo strumento. Ci vero per tutti imistici che da Dio ricevono illuminazioni straordinarie; Dio si adatta alla formadell'istrumento che si degna di adoperare, perci la sua ispirazione prende l'improntadella formazione intellettuale di quello. Tutto ci vero anche di santa Metilde, perci lescene e le visioni che sono descritte nel suo libro, vanno lette con intenzionesoprannaturale e interpretate secondo il retto criterio della fede.

    Chi si scandalizzasse di certe espressioni, rimarrebbe accecato non gi dal braciereardente, ma dal fumo che avvolge la fiamma, perch si sarebbe fermato alla scorza esterna

    mentre d'uopo penetrare nella sostanza. Daremo alcuni esempi.

    Nelle rivelazioni di santa Metilde si dice spesso che Ges il nostro supplemento,

    quindi coi suoi meriti supplisce a tutte le nostre debolezze ed alle nostre colpe; questo nonvuol dire che Egli ci doni qualche merito senza la nostra cooperazione o ci accordi ilperdono delle colpe senza pentimento; ma significa che ci copre del suo amore e dei suoimeriti, dimodoch il Padre guardandoci attraverso Ges Cristo disposto ad usarcicompatimento e misericordia e a darci tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per far bene.Ges Cristo non intende favorire la nostra pigrizia.

    Cos dobbiamo dire dell'intercessione dei Santi, ricordando. queste parole di san

    Giovanni Crisostomo: Guardiamoci dal dormire nella pigrizia, riposando su l'aiuto deiSanti; le loro preghiere, hanno grande efficacia, ma per risentirne l'effetto, bisogna farpenitenza e progredire nella virt (Hom. V in Matt.).

    Si parta bene spesso in questo libro di accrescimento di meriti e di gloria nei Beati;

    evidente che ci si deve intendere di un aumento che si chiama accidentale, e non del

    merito sostanziale della visione intuitiva di Dio. Il merito essenziale definitivamentecostituito al punto della morte e non cresce pi n mai diminuisce per tutta l'eternit. Sitratta dunque di un soprappi accidentale, nel senso in cui Ges disse che gli Angeligodono in cielo quando si converte qualche peccatore.

    Quando sant'Agnese riceve da Ges Cristo7 l'ordine di fare a santa Metilde il dono

    dei suoi propri meriti, sarebbe errore grossolano pensare che un Santo possa cedere adun'altra anima il minimo grado di merito; bisogna intendere soltanto che quel Santopresenta a Dio i suoi meriti, con una intercessione pi pressante a favore di quell'anima,perch possa ottenere le grazie di cui abbisogna. Tanto vero che nelle visioni di santaMetilde, i Santi che avevano fatto dono dei loro meriti, li riprendono poi; li avevanodunque dato soltanto come in prestito, perch l'anima li offrisse a Dio per suo vantaggio.

    Quando Ges prega la Madre sua per Metilde e gliela raccomanda, sono preghierefatte non da Ges personalmente, ma dai fedeli che. formano il suo Corpo mistico, nelcuore dei quali Ges forma queste preghiere, imprimendovi sentimenti di divozionefervente verso la Madre sua; oppure questo un modo di esprimere l'estrema tenerezza di

    Ges per sua Madre, tenerezza per la quale Egli disposto ad accoglierne tutte ledomande, come se a Lei le presentasse Egli medesimo. Il bacio dato da Ges a Maria

    7 Vedi il cap. XI del I Libro.

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    Vergine l'espressione dell'amore incomparabile di cui il suo divin Cuore infiammatoverso di lei.

    Quando Ges si mette a disposizione di Metilde, come uno schiavo pronto il faretutto ci che le piacer, vuole in tal modo significare l'ardente amore che lo induce aconcederle tutte le grazie ch'ella desiderer secondo l'ordine della divina sapienza. Nonpossiamo noi dire che Dio nostro servo, anzi come il nostro schiavo, poich la nostrapreghiera lo costringe a fare la nostra volont?

    In tutti questi casi basta un po' di buon senso cristiano per dissipare ogni difficolt.Nelle visioni di santa Metilde, v' un simbolismo ammirabile; tutto simbolico in

    quei magnifici quadri che ci inebriano di gioie celestiali, trasportandoci negli splendori delmondo soprannaturale; persino, ogni colore ha il suo mistico significato. Le vesti sfarzosecon ricami e gemme preziose, in Ges Cristo, nella, B. Vergine, negli angeli e nei Santi,naturalmente esprimono la santit, i meriti e la gloria celeste, cose che non si possonospiegare col nostro linguaggio umano, se non con simboli sfolgoranti della pi sublime

    bellezza. Anche le pene del Purgatorio sono descritte con simboli stupendamente adatti edespressivi.

    Le scene ed espressioni di tenerezza, sensibile, che di frequente s'incontrano nellevisioni della Santa (baci, abbracci), sono simboli dell'amore santo e divino. Soprattuttorispetto a tali visioni necessario elevarsi ben oltre le figure e le metafore e guardarsi daogni idea di cose materiali e sensibili. Non trovando vocaboli adatti ad esprimere la unionemistica e la santa familiarit col suo divino Sposo, la Santa naturalmente ricorre allinguaggio ed alle scene dell'amore umano e sensibile, ad imitazione della Sposa delCantico dei Cantici. Anche la Chiesa nella sua liturgia usa: tali espressioni e tali simboliapplicandoli a Maria SS.

    il caso di dire: Omnia munda mundis: tutto, puro e santo per chi ha puro il cuore;

    ed anche di ricordare le parole di Nostro Signore: Se il tuo occhio sar semplice, tutto il tuo

    corpo sar luminoso (Matth., VI, 22); se l'intenzione sar buona, non si incontreranno ombre.Chi ha buon senso non si ferma all'esterno dei vocaboli, ma ne ricerca il senso mistico e pi intimo.

    Abbiamo dato questi schiarimenti generali onde evitare di introdurre frequenti notenel testo.

    ***

    Le rivelazioni di santa Metilde, insieme con quelle di santa Gertrude, ebbero su lapiet una influenza considerevole, specialmente nei secoli XVI e XVII. certo che gli

    iniziatori della scuola cosiddetta francese (De Brulle, Condren, Olier) ne fecero l'oggettodelle loro meditazioni; se ne riconosce manifestamente l'influenza nei loro scritti su GesCristo, su la sua vita in noi e, nel suo Corpo mistico, e su la nostra unione costante con Luinelle opere nostre.

    Lo studio delle Rivelazioni di santa Gertrude e di santa Metilde esercit pure una

    grande influenza su la formazione di san Giovanni Eudes: il Libro della grazia speciale gli era

    particolarmente caro.Aggiungeremo un'altra circostanza onorifica per santa Metilde. Gli amanti degli

    studi danteschi discutono tra loro per identificare quel personaggio che Dante introdussenei canti XXVIII - XXXIII del Purgatorio nella Divina Commedia sotto il nome di Donna

    Matelda. L'opinione tradizionale si fermava alla celebre Matilde contessa di Canossa, la

    quale fu figlia spirituale e fedele cooperatrice e protettrice di san Gregorio VII. Vari eruditimoderni pensano invece che si tratti di santa Metilde di Hackeborn. Nella edizionefrancese dei Benedettini (1920) a pagina 163 in nota si legge che dal confronto tra il canto

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    XXVIII del Purgatorio col capitol II della Parte II, risulta con evidenza che Dante volleindicare santa Metilde.

    Non il caso di addentrarci qui in questa questione che va discussa dagli studiosicompetenti; ne abbiamo fatto cenno unicamente a gloria di santa Metilde.

    SAC. M. ANDREOLETTI..

    NB. - La nostra edizione italiana porta questo titolo:LIBRO DELLA SPIRITUALE GRATIA, DELLE RIVELATIONI E VISIONI DELLA B.

    METTILDE VERGINE diviso in cinque libri: N quali si contengono mirabili sentimentide' Divini Secreti della dolce Piet di Dio N. S. mediante i quali ogni divoto Christiano, especialmente le persone Religiose, ritroveranno una molto utile, e celeste Dottrina, perconoscere et intendere pienamente la dritta via da incamminarsi alla vera perfettione dellospirito.

    Raccolto dal santiss. Gio. Lanspergio - Tradotti dal Latino in Italiano, dal R. D. Antonio

    Ballardini. In Venetia, appresso Nicol Misserini 1588.

    (Dalla prefazione):

    (La Beata Mettilde) le cui meravigliose e stupende Rivelationi, e Visioni, chi legge e considera,

    le ritrover piene veramente di altissimi e divinissimi sentimenti dello spirito di Dio, che

    grandemente illuminano le humane menti a conoscere et intendere gli occulti Misterii di Christo, e

    le secrete cose pertinenti alla nostra salute; et maravigliosamente infiammano i divoti cuori

    nell'Amor Divino...

    Il clementissimo Iddio aprendo il thesoro delle sue divine gratie riemp talmente il santo vaso

    del virginal cuore di questa B. e Divotissima Vergine Mettilde, che non potendo contenere tanta

    copia et abbondanza di doni celesti, ha dato a tutti noi sufficiente materia con lo spargimento di

    quelli, di riempire e satiar parimenti li nostri spiriti per la soavit e dolceza di cos santa e benedetta

    Lettione...

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    PROLOGO

    La Benignit e Umanit del Nostro Salvatore Iddio, il quale tantomisericordiosamente apparve all'uman genere nell'Incarnazione, ogni giorno ancoramaggiormente risplende nelle sue opere mirabili, e in questi ultimi tempi, anche in noi e anoi si degna di mostrarsi con tanta generosit. Quante meraviglie Dio abbia operato neisuoi eletti, nessuna lingua umana lo potr spiegare. Quanti doni Egli sparga nell'anima chefedelmente lo ama, nessun umano discorso lo sapr manifestare: essa sola, quell'animafelice, merita di sperimentare con quale squisita dolcezza e bont il Signore a lei si esibisca.

    Tuttavia, desideriamo con l'aiuto di Dio e per quanto ne saremo capaci, narrarequanti doni Egli abbia sparsi in un'anima che lo amava con tutto il Cuore. Quest'animasanta, con gli occhi dello spirito vide innumerabili misteri dei celesti segreti; ma per la suaumilt, reputandosi vilissima, non voleva manifestarli, Se non quando le Sue amicheintime Ve la costringevano. E quando si decideva a parlare, diceva una piccola partesoltanto delle cose mirabili che le erano rivelate, e questo per gloria di Dio e costretta

    dall'obbedienza.Noi dunque descriveremo nel nome di Ges, secondo il nostro poco sapere, quelloche quell'anima ci ha narrato, a lode e gloria della Somma Veneranda Trinit. Onde vipreghiamo, carissimi in Cristo che leggerete questo libro, di ringraziare il Signore per legrazie ed i beni che da Lui, fonte di ogni bene, furono sparsi in quell'anima ed in ognicreatura.

    Che se alcuno in questo libro trovasse cosa meno dottamente scritta, lo preghiamoche per carit ci perdoni perch abbiamo poca perizia nello scrivere, ricordando questo

    detto di Sant'Agostino: carattere e segnalato indizio di buon ingegno amare ed apprezzare nei

    discorsi non le parole ma le verit, non la forma ma la sostanza.

    Quantunque questo libro dir si possa essere tutto di rivelazioni e di visioni, e che adogni pagina contenga cose utilissime per l'edificazione e l'istruzione di tutti, nondimenoper l'utilit del lettore, lo distingueremo in cinque parti. Nella prima si porranno lerivelazioni che, secondo il tempo liturgico, riguardano le feste del Signore, dei Santi especialmente della B. V. Maria. Nella seconda, riferiremo varie cose pertinenti alla personacui vennero fatte queste rivelazioni, nelle quali la divozione e la carit dei lettoritroveranno molto profitto. Nella terza parte, si porranno alcune istruzioni pertinenti alladivina lode del Signore come alla salute degli uomini. Nella quarta si descriveranno altrecose simili ad utilit e consolazione degli uomini. Nella quinta, infine, si tratter delleanime dei fedeli, le quali dalla Santa furono vedute nel suo spirito ed aiutate.

    Tutti coloro adunque, ai quali Dio infonde lo spirito della sua Carit, la quale, comedice l'Apostolo, tutto crede, tutto spera e si d tutta a tutti; e quegli ancora che aspirano

    alla grazia di Dio, tutti accolgano con mente devota questo libro della Grazia Speciale,

    acciocch essi pure meritino di conseguire tutti quei beni che in detto libro sono scritti eche da Dio sono promessi. Ma se vi troveranno detti che non siano confermati dallaScrittura, purch non siano contrari n al Vangelo n ai libri dell'Antico Testamento, licommettano alla grazia di Dio, il quale, nel presente come nel passato, quando vuole,manifesta a coloro che lo amano i segreti nascosti della sua sapienza e della sua bont.

    Preghiamo parimenti tutti quelli che leggeranno o udiranno leggere questo libro, di

    offrire a Nostro Signore Ges

    Cristo qualche lode per quell'anima beata, onde almeno sidimostrino grati al Signore, perch si degna con tali incitamenti rinnovare questo mondoinvecchiato e gli uomini sommersi nella pigrizia di ogni bene.

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    PROEMIO

    NASCITA DI SANTA METILDE

    E SUO INGRESSO NEL MONASTERO

    Santa Metilde venne in tal modo prevenuta dalle benedizioni della Divina dolcezza (Ps.XX, 4), che nel momento medesimo della sua nascita, sembrando vicina a spirare, in granfretta venne dai parenti portata in chiesa perch le fosse subito amministrato il santoBattesimo. Tuttavia, il sacerdote che la battezz, uomo di grande santit, disse con ispiritoprofetico: Perch temete? Questa bambina non gi vicina a morire; essa vivr molti annie diventer una religiosa santa, in cui Dio operer grandi meraviglie.

    Ges Cristo rivel poi a questa vergine il motivo per cui il battesimo le era statoconferito cos presto: Egli voleva senza ritardo consacrarne l'anima come un tempio nelquale Dio abitasse con la sua grazia.

    Giunta all'et di sette anni, Metilde accompagn sua madre in un monastero vicino al

    castello dei suoi parenti e, bench in et ancora s tenera, volle ad ogni costo rimanervicontro la volont della genitrice; vi si trovava tanto felice che supplic le monache ad unaad una di accoglierla nella loro compagnia. I genitori dovettero cedere, n poterono, n conle minacce, n con le carezze, condurla via dal chiostro.

    Da quel momento la fanciulla incominci ad infervorarsi nell'amor di Dio e a godernecon istupendo ardore la dolce e divina soavit. Ogni giorno progrediva sempre pi nellapratica di tutte le virt, a segno che in poco tempo si elev alla santit pi eminente. Tuttine ammiravano la singolare mansuetudine, la profonda umilt, la pazienza inalterabile, ilgrande amo te per la povert e la fervente divozione. Progrediva principalmnte nellacarit verso Dio e verso il prossimo; era squisitamente affabile con tutti, ma specialmente

    con le persone che si trovavano nell'afflizione e nella prova; a queste anime tribolateporgeva, come una vera madre, conforto e consolazione. Da tutti perci era grandementeamata; ognuno desiderava di goderne la dolce compagnia; nessuno se ne partiva da leisenza ricevere ammaestramenti e consolazioni, bench, tali impegni le procurasserotalvolta gravi noie e disturbi anche per lo spirito.

    Fin dai primi anni Dio usava con lei una particolare familiarit, la ricolmava di donisingolari e le rivelava molte cose. Il Signore, in una parola, l'aveva arricchita di una grandeabbondanza di beni di ogni sorta. Come se non volesse nulla tralasciare dei suoi tesori, allegioie spirituali ed ai doni gratuiti soprannaturali, Egli aveva aggiunto i pi bei doni

    naturali. La scienza, l'intelligenza, la conoscenza delle umane lettere, la voce di unameravigliosa soavit: tutto la rendeva adatta ad essere per il monastero un vero tesorosotto ogni aspetto.

    Tuttavia il suo dolcissimo Signore la teneva pure sotto il peso di continue prove e, perverit, dopo tanti doni non poteva mancarle quello della sofferenza; Metilde quindisoffriva quasi sempre forti dolori di capo ed altri acerbissimi mali, ma tutto sopportava inpace, anzi con gioia. L'unico dolore, che per lei era come un supplizio d'inferno, era quellodi non poter fruire pienamente, secondo i desideri del suo cuore, della melliflua soavitdella divina grazia, per unirsi tutt'intera al suo Diletto nella beata unione del suo amore.

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    LIBRO PRIMO

    VISIONI NELLE FESTE DEL SIGNORE, DELLA SS. VERGINE E DEI SANTI

    CAPITOLO I

    NELLA FESTA DELL'ANNUNCIAZIONE

    DELLA BEATA MARIA VERGINE

    Nella festa dell'Annunciazione, quella Vergine di Cristo, mentre nella orazione

    ricordava con grande amarezza i suoi peccati, vide s stessa tutta coperta di cenci come di

    un mantello, e le vennero in mente queste parole: E la giustizia sar cingolo dei tuoi reni (Isa.

    XI, 5). Si mise a pensare cosa farebbe mai quando il Dio di Maest, cinto di giustizia, lesarebbe comparso nella sua divina Onnipotenza per domandarle conto delle Sue

    negligenze. Quanto pi l'uomo santo davanti a Dio, tanto pi si reputa vile ed inferiore atutti; quanto pi nella sua coscienza mondo dal peccato, tanto pi teme e paventa diincorrere nella disgrazia del suo Dio.

    Penetrata da tale vivissima contrizione, Metilde vide il Signore Ges seduto sopra unaltissimo trono, in atteggiamento di ineffabile dolcezza. A questa vista la cenere di cui eracoperta scomparve, ed ella si trov davanti al suo Signore, rivestita di uno splendorelucente come oro. Riconobbe allora che la vita santissima e le opere perfettissime di Cristoavevano supplito a tutto il bene che essa aveva trascurato e che tutta la sua imperfezioneera stata riparata dalla sublime perfezione del Figlio di Dio.

    Quando Dio lascia riposare sopra un'anima lo sguardo della sua misericordia e sichina verso quella per averne piet, tutte le colpe di lei vengono gettate in un eterno oblio.

    Ricevuto cos il prezioso dono della remissione di tutti i suoi peccati, Metilde,pienamente rassicurata, tutta accesa di santo ardore, si mise a riposare in seno al suodiletto Ges, moltiplicando le testimonianze di, affetto per il suo Signore e scambiando conLui parole di ineffabile tenerezza.

    ***

    Allora ella vide uscire dal Cuore del signore uno strumento di musica di cui si serv per celebrare le lodi di Dio; pregandolo pure che volesse Lui medesimo essere a s stesso la

    propria lode. E subito ud la voce del suo amato Ges che cantava quest'antifona: Laudem

    dicite Deo nostro omnes Sancti ejus; Date lode al nostro Dio, voi tutti, suoi Santi (Apoc., XIX, 5).

    Meravigliandosi ella che il Signore cantasse queste parole, le venne divinamente ispirato

    che in questa parola: Laudem, Lode, Dio loda s stesso in s medesimo senza fine, con lode

    perfetta. In quell'altra: Dicite, Dite, conobbe che Dio, dal tesoro della sua divina potenza,

    dona all'anima il potere d'invitare tutte le creature del cielo e della terra a lodare il loroCreatore. Nelle parole: Deo nostro, Al nostro Dio, intese come il Figlio, in quanto uomo,

    onori e riverisca il Padre che Egli chiama Mio Dio e vostro Dio (Joan., XX, 19). Infine, in

    quelle parole Omnes sancti ejus, Tutti i suoi santi, conobbe che tutti i Santi in cielo e su la

    terra, sono santificati da Ges Cristo sommo Santificatore.Quella pia vergine vide pure la Madre di Dio alla destra del Figlio suo, ornata di una

    lunga cintura d'oro da cui pendevano cembali di oro lucentissimo. La Vergine Santissimapercorreva tutti gli ordini angelici ed il coro dei Santi, i quali toccando quei cembali ne

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    traevano armoniosi suoni. In tal modo tutti lodavano Dio per Metilde per i doni e per legrazie che la Maest di Dio le aveva cos largamente conferite ed ella pure, con tutte le sueforze, ne benediva il Signore con loro.

    Il Signore avendo chiamato Metilde vicino a s, pos le sue divine mani su le mani diquella sua sposa, donandole tutte le fatiche e tutte le opere della sua santa Umanit. Poiapplic i suoi propri occhi dolcissimi su gli occhi della sua diletta, donandole cos il meritodei suoi santissimi sguardi e delle copiose lagrime versate nel corso della sua vita mortale.

    Applic pure le sue divine orecchie alle orecchie di essa, donandole il merito del suo udito.Imprimendo le sue labbra vermiglie su la bocca di lei, le fece dono di tutte le sue parole dilode, di azione di grazie, di preghiera e persino di quelle dei suoi discorsi pubblici, insupplemento delle negligenze da lei commesse. Infine il Signore un il suo dolcissimoCuore al cuore della sua diletta, e in tal modo le don il frutto di tutto il suo esercizio dimeditazione, di divozione e di amore, arricchendola in grande abbondanza di tutti i suoipropri beni.

    A questo modo, quell'anima, tutt'intera incorporata con Ges Cristo e, tutta liquefattanel divino amore come cera nel fuoco, ricevette il sigillo della divina somiglianza edivenne col suo Diletto una medesima cosa.

    Mentre nella messa si leggeva il vangelo, Missus est, Metilde vide l'Arcangelo

    Gabriele che sollecito scendeva in Nazaret verso la Beatissima Vergine, portando il vessilloregio coperto di lettere d'oro. Una innumerabile moltitudine di angeli lo seguiva e tuttiordinatamente si fermarono intorno alla casa dove stava la gloriosa Vergine. Dopo gliAngeli, venivano gli Arcangeli, poi le Virt e cos tutti i cori angelici, disposti in modo checiascun ordine formava come un muro dalla terra al cielo intorno a quella casa benedetta.

    Comparve infine il Signor Ges, pi bello di tutti i figli degli uomini, uscendo come lo

    Sposo dalla camera nuziale, circondato dagli ardenti Serafini che sono gli spiriti pi vicinialla Divinit. Tutta la corte celeste circondava il Signore e la Beata Vergine, come di un

    muro che si innalzava dalla terra sino alla volta dei cieli.Intanto il Signore, in piedi presso il vessillo dell'Arcangelo, sotto la forma di un

    fidanzato nel fiore di brillante giovinezza, aspettava in silenzio che l'Arcangelo avesserispettosamente presentato alla Vergine il suo messaggio.

    Quando la Beata Maria, dal profondo abisso della sua umilt ebbe dato questa

    risposta: Ecco l'Ancella del Signore, mi sia fatto secondo la vostra parola , d'un tratto lo Spirito

    Santo, sotto la forma di una colomba, con le ali spiegate della divina dolcezza, entrnell'anima della Beata Vergine, coprendola della sua ombra e rendendola feconda pergenerare il Figlio di Dio.

    Divina maraviglia operata dallo Spirito Santo! Bench carica del prezioso tesoro per

    cui era madre, Maria conserv intatto quell'altro tesoro per il quale chiamasi Vergine. cos la Vergine Immacolata fu fatta Madre di Dio-Uomo; e lo Spirito Santo fu

    l'unico testimonio di quest'opera a Lui tutta propria.

    * * *

    Giunta l'ora del regale banchetto in cui la Santa doveva ricevere il Diletto dell'animasua comunicandosi col sacramento del corpo e del sangue di Cristo, ella sent queste

    parole: Tu in me, o Sposa mia, ed io in te; e in eterno non ti abbandoner mai.

    Ma essa altro non desiderava che di lodare Iddio; perci il Signore le don il suo

    Cuore Divino sotto il simbolo d'una coppa d'oro meravigliosamente ornata, dicendole:Con questo mio divin Cuore tu sempre mi loderai. Va dunque ad offrire a tutti i Santi illiquore di vita che si contiene nel mio Cuore, affinch ne siano felicemente inebriati.

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    CAPITOLO III

    LA VOCE DEL SIGNORE

    Nella domenica seconda di Avvento, mentre si cantava la messa: Populus Sion, a quelle

    parole dell'introito: Il Signore far sentire la Voce della sua gloria, quella vergine desider

    sapere cosa sia questa voce della divina gloria e il Signore le disse: La voce della miagloria si fa sentire quando l'anima pentita piange i suoi peccati pi per amore che per

    timore, e in tal modo merita di sentire da me le parole del perdono: Ti sono rimessi i tuoi

    peccati, va in pace. Non appena l'uomo sente un vero dolore ed una sincera contrizione per i

    suoi peccati, gli rimetto tutte le sue colpe e lo ricevo nelle mie braccia come se mai nonavesse peccato.

    La voce della mia gloria risuona ancora quando l'anima a me unita nell'orazioneintima, ossia nella contemplazione, ode da me questa dolce voce: Vieni, amica mia, mostrami

    il tuo viso. (Cant. II, 14).

    Inoltre pure la voce della mia gloria quella che nell'ora della morte dolcemente

    invita l'anima ad uscire dal suo corpo per entrare nell'eterno riposo, con queste dolciparole: Vieni, eletta mia; tu sarai il mio trono, perchho desiderato la tua bellezza8.

    Infine, nel d del giudizio, quando convocher i miei eletti destinati fin dall'eternit

    agli splendori del regno celeste, la voce della mia gloria dir: Venite, voi che siete benedetti

    dal Padre mio, ricevete il regno che vi fu preparato fin dall'origine del mondo . (Matth., XXV, 34).

    CAPITOLO IV

    PERCH LA FACCIA DEL SIGNORE SIA ASSOMIGLIATA AL SOLE.

    Il sabato delle quattro tempora dell'Avvento, pregando quella santa vergine per tuttiquelli i quali con tutto il cuore desiderano di vedere la faccia del Signore, vide il Signorenel mezzo del coro. Egli stava in piedi e, coi raggi ardentissimi della sua divina faccia piradiosa di mille soli, illuminava ciascuna delle Suore presenti. Ella gli domand perch ilsuo volto avesse preso l'aspetto del sole:

    Perch il sole, rispose il Signore, ha tre propriet nelle quali mi rassomiglia: riscalda,feconda e rischiara. - Il sole riscalda: cos quelli che a me si avvicinano s'infiammano diamore, ed i loro cuori nella mia presenza si fondono come la cera davanti al fuoco. Il solerende feconde le piante, cos la presenza della mia divina faccia rende l'anima vigorosa e

    feconda nelle buone opere. Il sole illumina e risplende, parimenti chiunque viene da me illuminato dagli splendori della mia divina scienza.

    * * *

    In seguito, quella vergine ricordando il. versetto: Come un gigante si slancio a correre la

    sua via (Ps. XVIII, 6), disse al Signore: Mio Dio e mio Signore, cos'avete ispirato al profeta

    con queste parole?D'un tratto il Signore si mostr nel cielo sotto la forma di un giovine di alta statura, di

    grande bellezza ed agilit, cinto di un nastro tessuto di seta rossa, verde e bianca e disse:Colui che si accinge a percorrere una via lunga ed ardua: ha bisogno di cingersi in alto estrettamente perch le sue vesti non gli, siano d'ingombro nel camminare. La seta rossa

    8 Veni electa mea et ponam in te thronum meum, quia concupivit Rex speciem tuam: - Antifona

    dell'Ufficio delle Vergini.

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    pi solida che quella di altro colore: cos la mia passione sorpassa ogni martirio; essasorregge i Martiri di ogni tempo, comunicando loro forza e costanza. La seta bianca equella verde hanno pure la loro solidit; cos l'innocenza della mia Umanit e la santitdella mia vita superarono qualsiasi innocenza e qualsiasi merito acquistato dagli uomini.

    Io mi strinsi in alto e fortemente con la cintura della mia Umanit passibile; lalunghezza della mia eternit, l'abbreviai dentro il breve spazio della mia vita umana;esultante per la gioia, mi slanciai, come un gigante nella sua forza, quando volli percorrere

    la difficile e gravissima via per compiere la redenzione del genere umano.Chi porta un gran tesoro, si cinge strettamente per non perderlo; cos io pure

    quando portai quel prezioso tesoro che l'anima dell'uomo, con pi diligenza mi cinsi;vale a dire, portai nel mio proprio Cuore, in mezzo agli ardori del mio ineffabile amore,tutte le anime che dovevo redimere.

    * * *

    Mentre le suore andavano alla santa Comunione, Metilde vide il Signore sottol'aspetto di un Re magnifico che stava al posto del Sacerdote; alla sua presenza ognuna

    delle suore che si accostavano teneva in mano una lampada ardente la quale col suosplendore illuminava le loro facce. Lo Spirito Santo le fece intendere che quelle lampadeerano il simbolo dei cuori, l'olio il simbolo della misericordia del divin Cuore, mentre lafiamma simboleggiava l'ardore dell'amore, perch il Santo Sacramento a quelli che loricevono comunica la piet che porta ad ogni bene, e di pi li infiamma del divino amore.

    CAPITOLO V

    NELLA SOLENNIT DEL SANTO NATALE

    Nella vigilia della dolce Nativit di Ges Cristo Figlio di Dio, nell'ora in cui la Comunit

    si portava al Capitolo9, Metilde vide una moltitudine di Angeli che a due a due, confiaccole ardenti, accompagnavano ciascuna delle Suore. Il Signore comparve seduto alposto della madre badessa, sopra un trono di avorio donde impetuosamente sgorgava unfiume, di cui le limpide acque fecero scomparire ogni macchia dal viso delle suore quando

    recitarono il primo Miserere. Al secondo Miserere si avviarono tutte verso il Signore

    offrendogli le preghiere che a quell'ora facevano per la santa Chiesa. Al terzo Miserere, il

    Signore, di sua propria mano, alle anime di cui si faceva menzione nella preghiera delle

    suore, present un calice d'oro affinch ne bevessero, poi disse: Io medesimo, ogni annoqui tengo questo solenne capitolo.

    * * *

    Nella santissima notte della Nativit di G. Cristo, parve a Metilde di trovarsi sopra un

    monte pietroso dove sedeva la Beata Vergine prossima al vergineo parto. Quando l'ora fuvenuta, la Vergine Santissima venne inondata di una gioia e di una allegrezza ineffabile; laluce divina la circond di uno splendore cos vivo che incontanente ella si alz piena distupore, e si. prostr sino a terra per offrire a Dio, con l'umilt la pi profonda, le sue

    azioni di grazie. Maria era cos assorta per lo stupore, che non seppe ci che in lei avvenivase non al momento in cui nel suo grembo ebbe il piccolo Infante pi bello di tutti i figli degli

    uomini. Allora con un indicibile gaudio e con l'amore pi ardente, se lo strinse tra le braccia

    9 Adunanza nella quale si recitano certe preghiere liturgiche.

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    e gli diede i primi tre dolcissimi baci della sua materna tenerezza. In virt di questi trebaci, la Vergine venne elevata ad una unione con la SS. Trinit oltremodo superiore aqualunque unione possibile in una creatura umana eccettuata l'unione personale.

    La vita spirituale, che in questo mondo sembra dura ed aspra, era figurata da quelmonte ripido e pietroso che Cristo e la sua santa Madre salirono per i primi onde, dare agliuomini l'esempio della perfezione religiosa.

    Metilde vedeva s stessa come seduta vicino alla Beata Vergine e desiderava

    ardentemente di baciare lei pure l'amabile Infante; perci la Vergine Madre dopo averloancora baciato e stretto sul proprio cuore con dolcissime parole, lo diede parimenti ai bacied agli abbracci di quell'anima, la quale in un trasporto di amore se lo prese fra le braccia eamorosamente se lo strinse al cuore salutandolo con queste ardenti parole che non avevamai pensate prima: Vi saluto, o dolcissima sostanza del Cuore del Padre vostro, alimentoe forza della mesta e languida anima mia. Vi offerisco in lode e gloria eterna tutto ilmidollo del mio cuore e dell'essere mio.

    Per ispirazione divina ella intese come il Figlio sia, per cos dire, il midollo del Cuoredi Dio Padre.

    Il midollo un alimento che riconforta, risana ed ha un gusto piacevole; cos il Padrea noi ha dato il Figlio suo che la sua potenza e l'espressione della sua misericordiosadolcezza, affinch sia per noi protettore, medico e consolatore.

    Il midollo quel deliziosissimo gaudio che Dio solo pu dare all'anima conl'infusione del suo amore, gaudio per cui essa disprezza ogni cosa terrena, gaudio al qualein nessun modo possono essere paragonati i godimenti del mondo, quando pure fosserotutti riuniti nel cuore di un uomo solo.

    Dal volto del caro e divin Bambino risplendevano quattro raggi, i quali illuminavanole quattro parti del mondo; questi raggi erano il simbolo della vita santissima di GesCristo e della sua dottrina che illumin il mondo intero.

    * * *

    In quella medesima festa, durante la messa Dominus dixit ad me, che si celebra per

    ricordare ed onorare la nascita misteriosa ed ineffabile del Verbo nel seno di Dio Padre,parve a quella divota vergine di vedere l'Eterno Padre come un re potentissimo, sedutosopra un trono d'avorio, sotto un meraviglioso padiglione, Egli le diceva: Vieni e ricevi ilFiglio eterno ed unico del mio Cuore e comunicalo a tutti quelli che con divota gratitudineonorano in questo momento la sua eterna e sublime generazione.

    E Metilde vide uscire dal Cuore di Dio una luce che venne ad unirsi al suo proprio

    cuore sotto la forma di un piccolo Infante tutto radioso; ed ella lo salut con queste parole:Salve o splendore dell'eterna gloria, proferente la luce dalla luce; Luce di luce, fonte d

    luce, giorno che illumini il giorno10. Poi port a tutte le suore quell'Infante, il quale aciascuna don s stesso senza cessare per di farsi portare sul cuore di Metilde,

    Il dolce Infante si chin sul petto di ognuna delle suore, e per tre volte parvesucchiare il loro cuore, mentre dava loro il favore di un bacio delle sue labbra,

    Per il primo bacio Egli succhi i loro desiderii, per il secondo la loro buona volont,per il terzo prese come un bene suo proprio tutta la fatica che avevano fatta nel canto, nei

    10Splendor paternae gloriae,

    De luce lucem proferens,

    Lux lucis, et fons luminis,

    Diem dies illuminans. - (Inno d. Lodi, feria 2).

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    devoti inchini e negli esercizi di quella santa vigilia; tutto ci Egli succhi in s stesso conquel dolce bacio.

    Metilde riconobbe allora quanto sarebbe gradito a Dio che gli uomini, non ostante laloro incapacit per comprendere la divina ed ineffabile generazione del Figlio nel seno delPadre, volessro nondimeno rallegrarsene nella fede ed esaltarla con le migliori lodipossibili.

    Al Vangelo: Exiit edictum, le parve che Dio Padre le dicesse: Va dalla Vergine Madre

    di mio Figlio; pregala di darti il Figlio suo con tutto quel gaudio che essa risent quando logener, ed anche tutti i beni che questo Figlio unigenito da me ricevette per la salvezzadella Madre sua e del mondo intero.

    Metilde portatasi subito dalla Vergine, trov l'Infante adagiato nella mangiatoia eavvolto in fasce, il quale disse: Sin dalla nascita io fui cos legato e stretto in fasce che nonpotevo muovermi, per indicare che mi abbandonavo tutt'intero, coi beni che apportavo dalcielo, al potere dell'uomo ed al suo servizio; uno che legato non ha pi alcun potere, nonpu difendersi n impedire che gli si tolga il suo avere.

    Parimenti quando uscii da questo mondo, ero inchiodato sulla Croce, n potevo fare

    il minimo movimento, e questo dimostrava l'abbandono completo che facevo all'uomo ditutti i beni che avevo acquistati durante la mia vita mortale.Cos la mia vita, le mie opere, i beni che possiedo come Dio e come Uomo e la mia

    Passione, tutto abbandono all'uomo; perci l'uomo con piena fiducia pu godere tuttoquanto mi appartiene. Ed mio sommo desiderio che i miei fedeli utilmente godano ditutti i miei beni e di tutte le mie grazie.

    Parve inoltre a quella pia vergine che l'Amore, sotto la figura di una vergine, sedessevicino alla Beata Vergine Maria e l'anima gli disse: O dolce Amore, insegnatemi a rendereun conveniente omaggio a questo nobilissimo Infante.

    L'Amore rispose: Io fui il primo che me lo tenni nelle mani verginali; io lo avvolsi

    nelle fasce; insieme con sua Madre lo allattai nel mio purissimo seno e lo riscaldai sul miocuore; insieme con sua Madre lo servii e ancora di continuo lo servo. Chi vuole servirlodegnamente mi prenda per compagno, ossia faccia tutte le sue opere in unione conquell'amore per il quale Dio assunse in s stesso la natura umana, e a questo modo tuttoci che far, a Dio sar gratissimo.

    PULSAZIONI DEL CUORE DI GES CRISTO

    Mentre si cantava nell'aurora la Messa: Lux fulgebit, Metilde ricevette ineffabili

    illuminazioni, e conobbe come il Figlio di Dio fosse la luce che aveva illuminato con la sua

    risplendente Nativit l'intero universo e ciascun uomo in particolare; conobbe pure comein un bambino cos piccolo abitasse la pienezza della Divinit e come la onnipotente virtdi Dio avvolgesse quel corpicino e lo sostenesse, ch senza di essa sarebbe stato, per cosdire, annichilito; intese inoltre come in Ges si trovasse nascosta l'inscrutabile sapienza diDio, cos grande nel Verbo adagiato nel presepio come nel medesimo Verbo regnante neicieli; infine, ella vide come la dolcezza e l'amore dello Spirito Santo fossero infusi in quelpiccolo Infante, tanto che da tale suprema conoscenza l'animo di Metilde provavasentimenti ineffabili, superiori ad ogni parola e ad ogni pensiero umano.

    Metilde, o piuttosto l'anima di lei, preso l'Infante, se lo strinse fra le braccia e tantostrettamente contro il suo cuore che sentiva e contava i battiti del divin Cuore. Ora, questoCuore dava come in un solo impulso tre vigorose palpitazioni, poi un battito leggero.Metilde se ne stupiva, ma l'Infante disse: Il mio Cuore non batteva come quello degli altriuomini; dalla mia infanzia sino alla morte ha sempre pulsato come tu lo senti; ecco perchsu la Croce spirai cos in breve. Ma sappi che il primo battito provenne dall'onnipotente

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    amore del mio Cuore, amore cos grande che, nella mia mansuetudine e nella miapazienza, vinsi le contraddizioni del mondo e la crudelt dei Giudei. Il secondo battitoprovenne dall'amore sapientissimo, con cui governai me stesso e tutte le mie cose in unamaniera infinitamente degna di lode; amore per il quale ordinai con sapienza tutto quantovi in cielo e in terra. Il terzo battito nasceva. da quel soavissimo amore di cui eroinfiammato, a segno di trovare dolci le amarezze di questo mondo, amabile e piacevolepersino quella morte amarissima che soffrii per la salvezza degli uomini. Il quarto e pi

    debole battito l'espressione della bont che ebbi come uomo, per la quale comparivoamabile, socievole ed imitabile in tutti i miei atti.

    Avendo la Santa domandato al Signore perch fosse spirato cos presto per i tre battitidel suo divino Cuore, il Signore le diede questa risposta: Nell'istante medesimo in cui,nell'allegrezza della Santa Trinit, venne creata l'anima mia, l'adorabile Trinit,abbracciandola nel suo immenso amore, si diffuse in essa con la pienezza della Divinit ele fece dono di tutto quanto possedevano le tre divine persone. Dio Padre le diede la suaonnipotenza; la persona del Figlio, la sua increata sapienza; lo Spirito Santo, tutta la sua

    bont, ossia tutto il suo amore; dimodoch l'anima mia possedeva per grazia tutto quantola Divinit possiede per natura.

    In quella unione medesima, quel divino ed eterno desiderio che la Santa Trinitebbe sempre di unire la natura umana alla Divinit per redimere l'uomo, infiamm l'animamia di un ineffabile amore per il compimento dell'opera sua. Siccome d'altra parte, nellamia sapienza divina conoscevo pienamente e chiaramente la gloria della mia Umanit etutto quanto le doveva capitare e in conseguenza la salvezza dell'uomo in tutta la suaampiezza, ne concepivo una gioia divina, oltre ogni misura. L'amore benevolissimo che loSpirito Santo aveva infuso nell'anima mia mi ispir un'ardentissima brama della salvezzadell'uomo, a segn che questa era per me un peso leggiero e dolce.

    Ma nel momento in cui fui concepito per opera dello Spirito Santo, vale a dire

    quando l'anima mia fu unita al mio corpo, l'onnipotenza dovette moderare questo divinodesiderio, la sapienza temperare questa gioia, l'unzione della Spirito Santo mitigare un talfervore nell'amare, affinch la mia Umanit potesse vivere nel tempo.

    Tuttavia nell'ora della mia morte, quella carit onnipotente, saggia e benigna, chefaceva battere il mio cuore con tanto vigore, cedette la vittoria alla Divinit e diede liberacorso al mia desiderio ed al mio gaudio.. Essa invest il mio Cuore di un amore sommo edimmenso, e separ l'anima mia dal mio corpo. Se non era l'azione di questa carit, nessuntormento fosse pur superiore a tutto quanto la mente dell'uomo saprebbe inventare,avrebbe potuto darmi la morte11.

    * * *

    Durante le preghiere segrete12, il Signore le diede questa istruzione: Quando si

    intona il Sanctus, ognuno reciti un Pater, pregando affinch con l'onnipotente, sapiente,

    dolce e benigno amore del mio Cuore, io lo prepari in modo che sia fatto degno diricevermi spiritualmente nell'anima sua, ed io possa compiere in lui i miei eterni disegni,secondo tutto il mio divino beneplacito.

    Durante il Postcommunio, ognuno ancora ripeta questa versetto: Io ti lodo, o amore

    fortissimo; ti benedico, amore sapientissimo; ti glorifico, amore dolcissimo; ti esalto, amore

    sapientissimo; ti glorifico, amore dolcissimo; ti esalto, amore infinitamente buono; in ogni cosa e per

    11 Da queste parole rileviamo che non fu l'acerbit incomprensibile dei tormenti che determin la

    morte di Ges su la Croce, ma la violenza dell'amore il quale faceva battere cos fortemente il suo divinCuore. Ges pertanto mor di amore.

    12 Il Canone della santa Messa, che il sacerdote recita a bassa voce.

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    tutti i beni che la tua gloriosissima Divinit e beatissima Umanit si degnata di operare in noi per

    mezzo del nobilissimo strumento del tuo Cuore e che si operer nei secoli dei secoli. Amen. - Ed io,

    quando. il Sacerdote dar la benedizione, lo benedir in questo modo: La miaonnipotenza ti benedica, la mia sapienza ti illumini, la mia dolcezza ti inebrii, e la mia

    benignit ti attiri ed a me ti unisca per sempre!Amen.

    * * *

    In altro tempo, nella messa della Nativit del Signore, parve a quella Vergine chesopra l'altare fosse cresciuto un albero. di meravigliosa grandezza, la cui altezza arrivavasino al cielo e la larghezza copriva tutto il circuito della terra; ed era piena di foglie e difrutti infiniti. L'altezza di quest'albero figurava la Divinit di Cristo, la larghezza denotavala sua vita perfettissima; i frutti significavano i beni immensi che provennero dalle sueopere e da tutti i suoi atti. Nelle foglie erano scritte in lettere d'oro queste parole: Cristoincarnato, Cristo-uomo nato, Cristo. circonciso, Cristo dai Magi adorato, Cristo nel tempiopresentato, Cristo battezzato, Cristo crocefisso. E in tal modo tutta la vita di Cristo inquell'albero si trovava scritta.

    CAPITOLO VI

    SAN GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA

    Nella festa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, mentre si suonava il Mattutino,

    parve a quella vergine che il Signor Ges sotto l'aspetto di un fanciullo di dodici anni circa,con gioia svegliasse le suore. San Giovanni compariva pure nel dormitorio vicino al letto di

    una suora che a lui era molto divota.Davanti al santo Apostolo un angelo di grande bellezza e maest, dell'ordine deiSerafini, portava un lume, mentre una moltitudine di altri angeli, venuti ad onorare ilsanto Evangelista, con le loro lampade scortavano pure le suore fino al coro.

    Le suore che ispirate dall'amore, si alzavano con allegrezza, ricevevano una gloriamolto maggiore di altre che erano mosse solo dal timore. Ma il primo angelo chespecialmente rendeva omaggio a san Giovanni perch questo apostolo quaggi avevaamato il Signore di un amore serafico, aveva di pi il potere di mantenere l'amore nelcuore di tutti quelli che amano questo Santo, in considerazione della tenerezza particolaredi Cristo verso di lui. Per altro, lo Spirito di Dio eccita Lui stesso questo amore negli

    uomini.Durante il Mattutino. san Giovanni percorreva il coro accostando un calice alle labbra

    di ciascuna delle suore, raccogliendo la divozione che mettevano nella santa salmodia. econ grande letizia l'offriva a Ges Cristo. come un vino per Lui preparato.

    Aveva Metilde gran desiderio di sapere quale fosse la ricompensa particolare delSignore verso Giovanni per avere scritto nel suo Vangelo su la Divinit di Ges Cristo conmaggior profondit che non gli altri evangelisti. Dio le fece questa risposta:

    Tutti i suoi sensi hanno ricevuto una certa quale superiorit: i suoi occhi vedono pichiaramente la luce inaccessibile della Divinit; le sue orecchie con pi sottile intelligenzapenetrano il dolce mormorio della voce divina; la sua bocca e la sua lingua gustano senza

    posa un delizioso sapore. ed il profumo che esce dalle sue labbra riempie tutto il cielo disoavit, a segno che ciascun Santo aspira dolcemente l'odore di Giovanni. Ma il suo cuoresoprattutto arde di amore per Dio e con un, volo pi libero e pi sublime, penetra gliinscrutabili segreti delle divine profondit.

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    Le parve inoltre di vedere la gloria di Giovanni, e in quella risplendere come stelletutte le parole ch'egli scrisse su Cristo e la sua Divinit, poi tutte quelle che i Santi e iDottori dissero o scrissero onde spiegare quel sacro testo. Le sembrava di vedere un soleraggiante attraverso un puro cristallo ornato di preziose gemme.

    Metilde intese in seguito ci che si canta di san Giovanni13: Lavit in vino stolam suam:

    Egli ha lavato nel vino la sua veste, e ci significa che la sua veste di gloria porta un

    contrassegno particolare, perch egli si trov sul Calvario, vicino a Cristo inchiodato su la

    Croce, con l'anima compresa da tale compassione che vi soffr il martirio. In sanguine olivaepallium suum; Il suo mantello nel sangue dell'ulivo. In quella guisa che l'olio illumina, brucia e

    addolcisce, cos splendeva in Giovanni il fuoco dell'amore unito ad una singolaremansuetudine e dolcezza.

    Infine quella vergine present a san Giovanni, come ne era stata pregata, le orazionidi una persona che a lui era molto divota. San Giovanni le accolse con piacere: Di tutto ci che quella mi ha offerto, disse, io preparer un convito per tutti gli eletti. Ma, e per leimedesima, domand Metilde, non avete voi nessun messaggio? Il Santo rispose: Voglioessere il custode della sua verginit; in tutte le sue pene e tentazioni ella in me trover un

    rifugio sicuro: nella sua morte poi l'assister

    , e presenter

    l'anima sua senza macchia aCristo suo Diletto.

    * * *

    Metilde vide ancora San Giovanni riposare sul petto del Signore Ges. Lamoltitudine dei Santi sembrava danzare intorno ad essi cantando al Signore un inno inonore di Giovanni. La Santa allora preg il Signore d'insegnarle come potrebbe lei purelodarlo per questo discepolo tanto da Lui amato.

    Il Signore si degn di rispondere: Mi loderai: 1. a motivo dell'alta nobilt della sua

    famiglia, perch

    egli era della mia stirpe, e sotto il cielo non ve n'

    altra pi

    nobile: 2. miloderai perch dalle nozze lo chiamai all'apostolato; 3. perch venne scelto di preferenzaagli altri apostoli per contemplare sul monte lo splendore della mia faccia; 4. perch nell'ultima cena ripos sul mio seno; 5. lo loderai perch pi di tutti possedettel'intelligenza dei miei alti segreti? quindi Lui solo ebbe il merito. di scrivere per gli uominila preghiera che feci nell'andare all'Orto degli Ulivi; 6. perch dalla mia Croce, conispeciale amore gli affidai la Madre mia; 7. perch dopo la mia risurrezione lo illuminaicos bene che, nella pescagione insieme coi discepoli, mi riconobbe prima degli altri,

    esclamando: il Signore!; 8. perch in virt di una pi intima familiarit, gli rivelai i miei

    misteri, quando scrisse l'Apocalisse e quando per divina ispirazione disse: In principio era il

    Verbo, mistero prima di lui ignorato persino dai Profeti; 9. lo loderai perch bevette ilveleno per confessare il mio nome davanti agli uomini; 10. lo loderai ancora per tantimiracoli e risurrezioni che oper nel mio nome; 11. lo loderai pure per quella dolce visitache gli feci nel suo ultimo passaggio, quando coi suoi fratelli lo invitai al mio eternoconvito; 12. infine, perch lo ritirai dall' esilio della terra, liberandolo da ogni dolore e glidonai il gaudio dell'eternit.

    13 Cfr. Gen., XLIX, 11. - Responsorio dei vespri della festa di san Giovanni nel Breviario usato dal

    Monastero in quei tempi: Vox tonitrui Deus, in rota; Joannes est evangelista, mundi per ambitum praedicans lumen

    coelitum, qui triumphans Romae, lavit in vino stolam suam, et in sanguine olivae pallium suum. Alleluia. - Victo

    Senatu cum Caesare, virgineo corpore tripudiat in igne: - La voce del vostro tuono, o Dio, risuona nella ruota.

    Giovanni tale evangelista, che nel mondo intero annunci la luce celeste, e trionfante in Roma lav nel vinola sua veste e nel sangue dell'ulivo il suo mantello. Alleluia. - Cesare e il Senato sono vinti, mentre il corpo

    del discepolo vergine tripudia nel fuoco.

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    * * *

    Nella messa poi, durante il Vangelo, Metilde vide questo discepolo ritto vicino all'altare;

    egli teneva il libro davanti al sacerdote e dalla sua bocca tutte le parole del Vangelouscivano come raggi di sole. Vide pure la Beata Vergine Maria in piedi dall'altra partedell'altare; dagli occhi di San Giovanni partiva un raggio di meraviglioso splendore direttoal volto della Vergine. E come Metilde di ci restava ammirata, Giovanni le disse: Quando

    ero su la terra, io avevo tanto rispetto e tanta riverenza per la Madre del mio Signore, chenon ardivo neppure mirare la sua faccia.

    CAPITOLO VII

    NELLA NOTTE DELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE

    Nella notte santa della Circoncisione del Signore, mentre quella pia Vergine offriva a Dio

    le preghiere ed i divoti omaggi delle suore, pregandolo di dar loro la benedizione per ilnuovo anno, il Signore rispose:

    Salute a voi e benedizione da Dio mio Padre, da me Ges Cristo suo Figlio, e dalloSpirito Santo il quale la santificazione di tutte le opere vostre.

    Io sono Colui del quale sta scritto: Gli anni tuoi non finiranno punto. Venite da me, voi

    tutti che avete sete di me. (Eccl., XXIV, 26). Imparate da me che sono mansueto ed umile di cuore.

    (Matth., XI, 29). Chiunque vuole ottenere il riposo del cuore e del corpo, bisogna sia umilee mansueto.

    Chi desidera rinnovare la sua vita, faccia come la sposa che brama ricevere dal suosposo i regali del nuovo anno. Cos l'anima fedele desideri di essere da me ornata di vesti

    nuove, onde nel corso dell'anno si presenti agli occhi di tutti con la magnificenza d'unaregina.Mi domandi. dapprima la veste purpurea di una profonda umilt; e come per

    umilt io scesi dal cielo in terra, essa pure in ogni, circostanza si abbassi sino a ci che vile ed abietto.

    Mi domandi inoltre la veste scarlatta della santa pazienza; poich io mi feci uomoper soffrire i tormenti e gli obbrobri, ella pure abbracci con pazienza ci che le sembrerdifficile e penoso. Ricopra infine la porpora e lo scarlatto col mantello d'oro della carit;affinch, in unione con quell'amore che su la terra mi rese amabile e benigno verso tutti, simostri sempre affabile e graziosa verso le sue sorelle ed il suo prossimo.

    Passato l'anno, domander che siano rinnovate queste vesti, vale a dire, si esercitersempre pi nella pratica di queste virt, come se le ricevesse di nuovo.

    * * *

    Quella santa vergine preg ancora il Signore di togliere da ciascuna delle suore tuttoci che non gli piacesse; ed il Signore rispose: Togliete dal vostro cuore ogni pensiero disuperbia, di impazienza e di vanit mondana. Togliete dalle. vostre labbra ogni parola didetrazione, di vana compiacenza e di giudizio proprio. Nelle opere circoncidetevidall'ozio, dalla pigrizia nel bene, da ogni trasgressione dei precetti di Dio e da ogni

    disobbedienza. Queste parole del Signore le fecero intendere qual colpa si commetta nelgiudicare il prossimo.

    Chi porta un giudizio ingiusto, colpevole come se avesse commesso il fallo cheimputa al prossimo. Chi porta un giudizio giusto ma secondo il proprio sentimento senza

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    conoscere le intenzioni di colui che ha commesso il male, tanto colpevole in questogiudizio come quello che ha fatto il peccato; e se non far penitenza, avr il medesimocastigo.

    CAPITOLO VIII

    NELLA SOLENNITA DELL'EPIFANIA

    Nella vigilia dell'Epifania, Metilde, secondo il suo solito, conversava col Signore

    nell'orazione, quando vide una porta immensa, e in questa porta cinque altre porte ornatedi meravigliose sculture.

    La porta grande figurava l'Umanit di Ges Cristo. Le due porte in basso indicavano i

    piedi del Signore; su la colonna che li separava si leggeva questo versetto: Venite a me, voi

    tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi sollever.(Matth. XI, 28). Davanti a questa doppia

    porta stava una vergine di gran bellezza: era la Misericordia, la quale fece entrare Metilde.L'anima si trov allora davanti al gi,usto Giudice il quale; placato dalla Misericordia, lediede il perdono di tutti i peccati e la rivest dalla tunica dell'innocenza.

    Rivestita di questa candida tunica, l'anima si avvicin fiduciosa alle porte che siaprivano pi in alto, le quali significavano le mani di Cristo. Su la colonna che stava traqueste due porte, ella lesse queste parole: Ricevete la gioia della vostra gloria (Ex.; IV, 36).L vi era pure una giovane vergine: era la Benignit, la quale introdusse l'anima al cospettodel Re e l'arricch di tutte le virt.

    Cos ornata, con tutta confidenza l'anima si avvicin alla porta pi alta che indicava ildolcissimo Cuore di Ges Cristo simile ad uno scudo d'oro forato in segno della vittoriache riport nella sua Passione. Su la colonna davanti a questa porta, erano scritte queste

    parole: Avvicinatevi a Lui, siate illuminati, e il vostro volto non si coprir di confusione. (Ps.,XXXIII, 6). L pure stava una vergine oltremodo superiore alle altre nella suaincomparabile bellezza. Era questa la Carit, che introdusse l'anima presso il suo dolce

    Sposo pibello di tutti i figli degli uomini. E lo Sposo ricolm la sua diletta dei segni della

    sua tenerezza.

    Nella notte santa, durante il responsorio: In columbae specie - Sotto la forma di colomba,

    ella vide il Signore rivestito di un abito candidissimo come la neve; e intese che nell'ora incui Giovanni battezz Cristo, avendo il santo Precursore udito la voce del Padre e vedutolo Spirito Santo sotto la forma di una colomba, vide pure il Signore glorioso sotto la formain cui lo videro i tre discepoli nella Trasfigurazione sul monte.

    Metilde desiderava sapere se Giovanni avesse ricevuto il battesimo di Cristo, poichaveva detto: Io invece debbo essere da Voi battezzato. (Matth., III, 14). Il Signore esaud il suo

    desiderio:Nel toccarmi per immergermi nell'acqua, rispose, Giovanni da me ricevette ilbattesimo, perch l'aveva desiderato e ne aveva riconosciuto la necessit; gli conferiidunque il battesimo del cristiano e per ci stesso la mia innocenza.

    Il Signore soggiunse: Oggi ancora a tutti quelli che vengono battezzati nel mionome, io comunico la mia innocenza per la quale sono fatti figli del Padre celeste: perci

    mio Padre pu dire di ogni battezzato: Questi il mio figlio prediletto, mentre in lui si

    compiace come in un figlio carissimo. Che se l'uomo col peccato perde, questa innocenza,pu ricuperarla mediante una sincera penitenza.

    Mentre si cantava: Ipsum audite: Ascoltatelo, quella divota vergine disse a Dio: Mio

    Signore, che cosa dobbiamo noi udire dal vostro diletto Figlio? il Signore rispose:

    Ascoltate il mio unigenito Figlio che vi chiama: Venite a me, voi tutti che siete afflitti.

    Ascoltate i suoi insegnamenti: Beati i cuori puri. Ascoltate i suoi consigli: Chi mangia la mia

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    carne e beve il mio sangue ha la vita eterna; Chi mi segue, non camminer nelle tenebre. Ascoltate i

    suoi comandamenti: Il mio precetto che vi amiate l'un l'altro. Ascoltate le sue minacce: Come

    avrete giudicato, cos sarete voi medesimi giudicati; e ancora: Chi non porta la sua croce dietro di

    me, non pu essere mio discepolo; e parimenti: Guai al mondo a motivo degli scandali!

    * * *

    Dopo che la Santa ebbe ricevuto il corpo di Cristo, il Signore le disse: Ecco, sposamia, io ti dono l'oro, ossia. il mio divino amore; l'incenso, ossia tutta la mia santit e la miadivozione; infine la mirra, che, l'amarezza della mia intera Passione. Tutti questi beni tidono in propriet, a segno che potrai offrirmeli come un bene che ti appartiene. All'animache fa cos, io rendo doppiamente il suo dono; e ogni volta che rinnova la sua offerta glielorendo sempre duplicato.

    Cos l'uomo riceve proprio il centuplo in questo mondo, nell'attesa della vita eternache gli . promessa per l'altro.

    Ogni anno in questo giorno si potrebbe fare a Dio questa triplice offerta del suodivino amore, della sua purissima santit e del frutto della sua Passione.

    CAPITOLO IX

    NELL'OTTAVA DELL'EPIFANIA.

    Nella Domenica nell'Ottava dell'Epifania. durante la messa In excelso throno, Metilde

    vide il Signor Ges come un bel giovinetto di dodici anni; l'altare gli serviva come di tronoregale, ed Egli diceva: Eccomi con la mia virt divina, pronto a sanare tutte le vostre

    piaghe. Ma in pari tempo ella pensava nel proprio cuore: Oh! se Egli offrisse per me unalode perfetta a Dio Padre, come sarei felice!.Il Signore le rispose: Che cos' il desiderio della divina lode, se non una specie di

    gemito dell'anima, la quale soffre di non poter mai lodare Iddio come vorrebbe? Orbene, idesiderii, la divozione, la preghiera. la buona volont che l'anima prova di fare il benesono parimenti gemiti dolorosi; e venendo io a supplire per me medesimo all'incapacit dell'anima, ne guarisco tutte le piaghe.

    * * *

    Un'altra volta nella medesima domenica. il Signore le apparve di nuovo come ungiovinetto di dodici anni rivestito di una tunica verde e bianca e quella divota vergine glidisse: Perch, o Signore, aspettaste sino ai dodici anni a manifestarvi nel tempio e asedervi in mezzo ai dottori per ascoltarli ed interrogarli? Certo, gi eravate spesse volteandato al tempio secondo la consuetudine.

    Il Signore rispose: Il motivo ne fu che. secondo il corso naturale delle cose,incominciai allora ad esercitarmi negli atti umani, facendo progressi di giorno in giornonella sapienza bench fossi uguale al Padre nella sapienza eterna. Voi pure quando ifanciulli hanno dodici anni, dovreste istruirli in ogni sorta di bene e correggerliseveramente delle loro colpe; se cos faceste, molti non sarebbero perduti per la religione e

    per le cose spirituali.Metilde riprese: Che significano i due colori della vostra tunica? Il Signore rispose:

    Il bianco significa la purezza verginale della mia vita santissima; il verde l'eternafreschezza con la quale sempre fiorisco in me stesso.

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    Amantissimo mio Signore e fratello, ripigli la Santa, intercedete per me presso il

    vostro celeste Padre: ed Egli subito stese le mani e rivolse al Padre questa preghiera: Le

    vostre collere passarono sopra di me, i vostri terrori mi turbarono. (Ps. LXXXV II,1 7). All'udire

    queste parole Metilde temette di essere vittima di qualche illusione diabolica, ma il Signorela rassicur dicendo: Sono io, proprio io quello che mitigai la collera del Padre celeste ecol sangue mio riconciliai l'uomo con Dio; ma le sue collere passarono sopra di me, poich non mi risparmi quantunque fossi il suo unigenito Figlio, e mi diede nelle mani degli

    empi. Talmente placai la sua ira, che se l'uomo vorr, non ne risentir mai pi i colpi.

    * * *

    Dopo il Vangelo comparve una scala d'oro la cui sommit toccava il cielo e per laquale scendeva la Regina della gloria. La Vergine Santissima nelle sue braccia portava ildivin Bambino e lo depose su l'altare. Le sue vesti erano tessute di un argentolucentissimo, cosparso di rose d'oro; mentre quelle del divino Infante erano di colore verdee rosso. All'elevazione dell'Ostia, il Sacerdote elev l'Infante, e in seguito su l'Infantemedesimo comp tutto ci che i sacri riti prescrivono di fare sopra l'Ostia Santa.

    CAPITOLO X

    DELLA VENERAZIONE DELL'IMMAGINE DI CRISTO

    Nella Domenica seconda dopo l'Epifania, in cui a Roma si espone alla venerazione dei

    fedeli l'immagine della faccia del Signore, mentre si cantava la messa Omnis terra, Metilde

    vide il Signore sopra un monte tutto fiorito, in un trono fatto di diaspro e ornato di oro e di

    rubini. Il diaspro rappresentava la eterna giovinezza della sua Divinit

    ; l'oro il suo amore; irubini la Passione ch'egli soffr per amor nostro. Il monte era circondato di alberi magnificicoperti di frutti; le anime dei Santi riposavano all'ombra di questi alberi dove ciascunoaveva il suo padiglione d'oro, e tutti con gaudio deliziosamente si nutrivano di quei frutti.

    Questo monte figurava la vita di Ges Cristo; gli alberi, le sue virt: la Carit, laMisericordia e tutte le altre.

    Ogni Santo riposava sotto questo o quell'albero, a seconda che aveva imitato ilSignore in tale o tal altra virt. Colui che aveva imitato il Signore nella Carit, mangiavadel frutto dell'albero della Carit; colui che aveva praticato le opere di misericordia, sinutriva dei frutti dell'albero della Misericordia; e cos degli altri, secondo la loro virt

    speciale.Tutti i fedeli che con qualche prece particolare si erano preparati a venerare la Santa

    Immagine, si avvicinavano al Signore; portando su le loro spalle il carico dei loro peccati lodeponevano ai suoi piedi, e subito questi peccati si cambiavano in oro. Quelli che nel loropentimento erano animati dall'amore, ossia sentivano maggior dolore per l'offesa fatta alSignore che non per la pena meritata dalle loro colpe, vedevano i loro peccati cambiati inmonili d'oro. Coloro i quali avevano riscattato le proprie colpe con salteri e preghiere, levedevano cambiate in anelli d'oro, simili a quelli che si usano negli sposalizi.

    Le anime che, lottando con forza, avevano resistito alle tentazioni, ritrovavano le lorolotte sotto forma di scudi d'oro; quelle che si erano purificate dal peccato col castigare la

    loro carne sembravano trasformate in turiboli d'oro, perch la mortificazione sale davanti aDio come un incenso di soavissimo odore.

    Il Signore diede uno sguardo a tutte queste offerte e disse: Che ne faremo noi diquesti peccati cos ben purgati ?.. Siano tutti bruciati nel fuoco dell'amore!

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    Il Signore soggiunse: Pongasi in ordine la mensa. D'un tratto davanti al Signorecomparve una mensa coperta di scodelle e di coppe d'oro, e la faccia del Signore,scintillante come il sole, in luogo di cibo riempiva queste scodelle e queste coppe dellosplendore del suo volto. Tutti i presenti, genuflessi davanti a quella mensa, coperti a guisadi vesti dallo splendore della faccia divina, pigliavano i cibi e le bevande che formano ladeliziosa refezione degli Angeli e dei Santi. Alle suore poi che in quel giorno non si eranoaccostate al Sacramento della vita, il Signore, per mezzo di San Giovanni l'Evangelista,

    mand un cibo della sua mensa regale.Accorriamo dunque con un santo ardore: a venerare quella dolcissima. faccia che, in

    cielo, sar per noi tutto quanto potr mai essere desiderato da qualsiasi umana edangelicamente.

    La Serva di Dio aveva insegnato alle suore in qual modo potevano portarsi in ispiritoa Roma in quel giorno in cui si esponeva il volto del Signore. A questo fine dovevano

    recitare tanti Pater quante miglia vi sono tra Roma e il loro monastero.

    A questo punto, dovevano confessare al Sommo Pontefice, vale a dire a Dio, tutti iloro peccati implorandone la remissione, ricevere il corpo di Ges Cristo. Poi, in quellamedesima domenica nell'ora in cui sarebbero state libere di darsi all'orazione, usando diuna preghiera dettata dalla Santa a questa intenzione, con umile rispetto dovevano adorarel'immagine di Cristo. Santa Metilde ebbe la visione di cui sopra dopo che le suore ebberoadottato questa pratica.

    * * *

    Metilde vide parimenti quattro raggi uscire da quella faccia del Signor Ges che gli

    Angeli sono avidi di contemplare (I Petr. I, 12). Il raggio che veniva dall'alto della faccia del

    Signore illuminava tutti quelli che sono talmente uniti a Dio che, nella prosperit come

    nell'avversit

    , non desiderano altro che la volont

    di Dio solo. Il raggio che veniva dalpunto pi basso splendeva su tutti i peccatori per chiamarli alla penitenza. Quello didestra investiva della sua luce tutti i predicatori che annunciano la parola di Dio; e quellodi sinistra, quelli che servono il Signore con una perfetta e intera fedelt.

    Quella pia vergine si mise a pregare per tutti quelli che si erano raccomandati alle sueorazioni e che celebravano la memoria della dolcissima faccia del Signore, affinchpotessero un giorno contemplarla in cielo. Il Signore le disse: Nessuno di loro sar maiseparato da me.

    Vide poi la Santa venire dal Cuore di Dio verso l'anima sua una fune di cui si servper attirare verso il Signore tutti gli astanti. Questa fune figurava l'amore che Dio aveva

    infuso con tanta abbondanza in quest'anima santa, la quale perch infiammata di taleardentissimo amore, con gli esempi e con la dottrina attirava tutti a Dio.

    Il Re della gloria stendendo sopra la sua diletta le mani. della sua onnipotenza, la

    bened insieme con tutta l'assistenza, dicendo: La luce del mio volto sia la vostra eterna

    allegrezza! Amen!

    CAPITOLO XI

    DI SANT 'AGNESE

    Nella festa della beatissima Agnese, quella Serva di Cristo vide questa santa vergine emartire, vicino all'altare, la quale con un turibolo d'oro ornato di. gemme prezioseincensava le suore, riempiendo tutto il coro di un fumo di soavissimo odore. Comprese che

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    quel turibolo figurava il cuore di Sant'Agnese; le gemme preziose, le sue dolci parole; e ilfuoco, l'amore che acceso dallo Spirito Santo nel suo cuore ne consumava tutti i pensieri edi desiderii, e con soavissimo odore rallegra ancora e diletta il cuore degli uomini cheonorando Iddio meditano con divozione le deliziose parole della santa Martire.

    Mentre nel Mattutino si cantava il responsorio: Amo Christum - Io amo Cristo, il

    Signore Ges comparve a Metilde tenendo sant'Agnese abbracciata col Suo braccio destro.Il Signore e la Beata Agnese portavano vesti di color rosso, dove si vedevano tessuti in

    lettere d'oro tutte le parole della Santa, e queste parole, dalle vesti del Signore emettevanoraggi che facevano risplendere gli abiti di Agnese, a segno che il loro splendore si riflettevadapprima sul Signore, poi nel corso e sopra tutta l'adunanza. Dal cuore di quelle cherecitavano i Salmi con attenzione e divozione, partiva un raggio che attraverso il Cuore diDio, raggiungeva il cuore di Sant'Agnese, dove scorreva come un delizioso liquore. Un talsimbolo. le fece intendere che la divozione e l'amore che ancora provengono dalle parole diSant'Agnese e di tutti i Santi, sono come un sole ardente che fonde il ghiaccio e lo fa risalirecome un fiume verso la sua sorgente. Cos, l'omaggio dei cuori risale verso Dio. e ricolma iSanti di dolce allegrezza.

    * * *

    Siccome il testo dell'Ufficio richiamava di continuo le parole di Agnese, Metilde pienadi tristezza si doleva col Signore perch, essendo sin dall'infanzia rivestita dell'abitoreligioso e fidanzata a Cristo, non lo aveva mai amato con tutto il cuore come quellaVergine beata.

    Invece di risponderle, il Signore disse a sant'Agnese: Donale, figlia mia, tutti i tuoibeni.

    Da tale parola, Metilde conobbe che Dio ai suoi Santi ha conferito il privilegio di far

    dono di tutto quanto Cristo ha operato in essi ed insieme di tutto quanto hanno soffertoper amor suo, a quelli dei loro divoti ed amici i quali lodano il Signore per loro e glirndono grazie, ovvero onorano i doni di Dio in loro.

    Quando sant'Agnese ebbe adempito il desiderio del Signore, Metilde nel colmo dellasua gioia, supplic la Regina delle Vergini di voler con s lodare il suo divin Figlio eringraziarlo: Reciterai un'Ave Maria, rispose la Santissima Vergine. Ma per divinaispirazione, Metilde si mise a cantare:

    Vi saluto nel nome dell'onnipotenza del Padre; Vi saluto nel nome della sapienza del

    Figlio; Vi saluto nel nome della bont dello Spirito Santo, o dolcissima Maria, luce del cielo

    e della terra.

    Piena di grazia, la vostra pienezza fluisce sopra tutti quelli che vi amano.Il Signore con voi; il Signore, Figlio unigenito del Padre e del vostro verginal cuore,

    vostro amico e Sposo dolcissimo.

    Voi siete benedetta fra tutte le donne, perch da noi avete allontanata la maledizione e ci

    avete procurato l'eterna benedizione.

    Il frutto delle vostre viscere benedetto, essendo Egli il Creatore e Signore dell'universo,

    il quale tutto benedice e santifica ed ogni cosa vivifica ed arricchisce.Allora la Beata Maria Vergine le fece dono di tutti i suoi beni, persino della sua

    verginale maternit, affinch come ella Madre di Dio per natura, cos Metilde diventasse,per la grazia, madre di Dio in ispirito. Questo fece comprendere alla Santa che le anime lequali seguono la volont divina, amandola ed adempiendola in ogni cosa, diventanoveramente madri di Cristo secondo queste parole: Chiunque far la volont del Padre mio,

    quello mio fratello, mia sorella e mia madre (Matth., XII, 50).

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    * * *

    Vedendo la Santa il tenerissimo amore che Dio porta alle Vergini, e restandone ellastupefatta per riconoscenza ed ammirazione della Divina Piet, il Signore le disse: Levergini, a preferenza degli altri Santi, hanno ricevuto tre speciali privilegi.

    Dapprima le amo pi di ogni creatura; ed ecco perch la prima Vergine che mi haconsacrato la sua castit ha talmente infiammato il mio amore che, non potendo pi

    contenermi, mi sono precipitato dal cielo per rinchiudermi tutto intero in lei.Per secondo privilegio le ho arricchite pi di tutte le altre creature, perch ho dato

    loro in ispeciale propriet tutti i miei beni e tutti i miei patimenti.In terzo luogo, glorifico le anime vergini pi delle altre; quando, infatti, si

    avvicinano a me, rallegro il loro orecchio col dolce mormorio di un misterioso segreto, edesse sole hanno la libert di godere, a loro piacimento dei miei carissimi abbracci.

    Metilde domand: - O Dio dolcissimo, quali devono essere quelle felicissime Verginiche voi onorate di tali grazie?

    Devono essere nobili, belle e ricche, rispose il Signore; una vera vergine scelta in talmodo per diventare mia sposa, deve essere nobile per l'umilt; stimando se stessa come unnulla, si consideri come l'ultima delle creature, e desideri sinceramente. di esseredisprezzata ed avvilita; quanto pi s'immerger nella umiliazione, tanto pi apparirgloriosa e nobile nella gloria, ed io aggiungendo la mia umilt alla sua, le conferir la pielevata delle nobilt.

    La vergine deve pure essere bella, vale a dire paziente; la sua bellezza crescer inproporzione della sua pazienza, perch ai suoi patimenti aggiunger quelli della miapropria Passione; anzi onde portare al colmo la sua bellezza, le aggiunger il divinosplendore che dal Padre mio ricevetti prima della creazione del mondo.

    La vergine infine deve essere ricca nei meriti; raccolga il tesoro di tutte le virt ed io

    vi aggiunger

    le incomparabili ricchezze delle mie virt

    che le procureranno l

    sovrabbondanza delle delizie eterne.

    * * *

    Un'altra volta, mentre si cantava l'offertorio: Adducentur Regi Virgines - Le vergini

    saranno offerte al Re, Metilde pensava che cosa ella potesse offrire a Dio che gli fosse gradito.

    Chi mi offrir, disse il Signore, un cuore umile, paziente e caritatevole, mi far undono graditissimo.

    Qual il cuore, riprese la Santa, abbastanza umile perch possa piacervi?

    Il Signore rispose: Quello che trova la sua gioia nel vedersi disprezzato, afflitto edimmerso nell'avversit, godendo perch degno di aggiungere qualche cosa alla miaPassione ed alle mie umiliazioni, e perch ha qualche cosa da offrirmi in sacrificio; costui veramente paziente ed umile di cuore.

    Parimenti, colui che gode di tutto il bene che avviene al suo prossimo e si affliggedelle disgrazie di lui come delle sue proprie, costui mi offre un cuore veramentecaritatevole..

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  • 7/27/2019 Il Libro Della Grazia Speciale

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    CAPITOLO XII

    DELLA PURIFICAZIONE DELLA BEATA VERGINE MAR