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lospecchiodelpensiero posted: " Articolo molto interessante da leggere co n attenzione anche se molto lungo perché ci fa riflettere sulle nostre origini, sulla nostra vera storia e su quanta verità ci è stata tenuta nascosta. LSDP Di: " Rispondi a questo post replicando sopra di questa linea New post on lo specchio del pensiero Il Kybalion di Ermete Trismegisto forse il più grande scienziato di tutti i tempi  by lospecchiodelpensiero Articolo molto interessante da leggere con attenzione anche se molto lungo perché ci fa riflettere sulle nostre origini, sulla nostra vera storia e su quanta verità ci è stata tenuta nascosta. LSDP Di: Clara Negri Ermete Trismegisto, ossia il Tre volte grande, personaggio mitico di origine greco-egizia, sebbene molti ancora dubitino della sua esistenza, egli era il Dio della parola creatrice, chiamato anche Thot, come il dio egizio signore del sapere; ne parlò per la prima volta Erodoto nel 450 a.C. quando tradusse in greco le conoscenze astrali egizie. Ermete è rimasto una figura leggendaria esperta di magia, astronomia, astrologia, alchimia e di

Il Kybalion Di Ermete Trismegisto Forse

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lospecchiodelpensiero posted: " Articolo molto interessante da leggere con attenzione anche se molto

lungo perché ci fa riflettere sulle nostre origini, sulla nostra vera storia e su quanta verità ci è stata tenuta

nascosta. LSDP Di: "

Rispondi a questo post replicando sopra di questa linea

New post on lo specchio del pensiero 

Il Kybalion di Ermete Trismegisto forse il più grande scienziato di tutti i tempi 

by lospecchiodelpensiero 

Articolo molto interessante da leggere con attenzione anche se molto lungo perché ci fa riflettere

sulle nostre origini, sulla nostra vera storia e su quanta verità ci è stata tenuta nascosta.

LSDP

Di: Clara Negri

Ermete Trismegisto, ossia il Tre volte grande, personaggio mitico di origine greco-egizia, sebbene

molti ancora dubitino della sua esistenza, egli era il Dio della parola creatrice, chiamato anche

Thot, come il dio egizio signore del sapere; ne parlò per la prima volta Erodoto nel 450 a.C.

quando tradusse in greco le conoscenze astrali egizie.

Ermete è rimasto una figura leggendaria esperta di magia, astronomia, astrologia, alchimia e di

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filosofia. Egli avrebbe donato agli egizi l’uso della scrittura, delle leggi e della sapienza divina ed

avrebbe lasciato circa 40 libri, ovviamente ai suoi adepti, in cui c’era scritto buona parte del suo

sapere. Cosicché dagli antichi egizi e greci, passando per il Medio Evo e il Rinascimento, molti gli

hanno attribuito la paternità di numerosi scritti, a cominciare da Erodoto, Platone, MarsilioFicino, Schuré nel secolo scorso.

Non dimentichiamo però che il nome di Ermete fu dato dai romani anche al pianeta Mercurio

che, in astrologia, simboleggia innanzitutto la mente con tutte e le sue funzioni. I libri a lui

attribuiti con una certa sicurezza sono: La tavola smeraldina, Il cratere della sapienza o i Libri

sublimi e I Misteri Eleusini.

Uno dei suoi libri, il Pimandro (= il pastore di uomini) influenzò persino il cristianesimo che, in

molti punti, ne riporta vari brani. Infatti troviamo una spiccata somiglianza tra il Pimandro e

alcuni passi dei Vangeli, fra cui quello di Giovanni. Vi è poi anche una straordinaria analogia fra il

pensiero di Ermete, o Thot, con varie parti della filosofia indù, e con la Bhagavad-Gita in

particolare, sebbene non abbiamo riscontri ufficiali fra le due culture - egizia e indiana - nei tempi

remoti.

“Il pensiero solo vede l’invisibile – scrive Ermete nel Pimandro – poiché è, di per se stesso,

invisibile (e) se vuoi vederlo, pensa al sole, pensa al corso della luna, pensa all’ordine degli

astri. Chi mantiene quest’ordine? Chi ha dato al mare i suoi limiti?…Chi ha posto le fondamenta

alla terra?” 

Quest’ultimo interrogativo ci riporta al Libro di Giobbe e ci si potrebbe chiedere: “chi ha copiato

da chi?” Ma qui non si tratta di plagiare o copiare, si tratta soltanto di trasmettere leggi universali

da millenni ripetute da molti grandi saggi in tutte le salse.

Nella prefazione del Cratere della sapienza, così chiamato dal traduttore Carlo Croce al posto

dell’antico titolo I libri sublimi, vi sarebbero contenute alcune dottrine risalenti all’Odissea di

Omero, rivelate ai greci nel I secolo d.C. ma poi disperse. Questa eclissi di duemila è finita grazie

all’appassionata ricerca di Croce, durata circa trent’anni, in varie biblioteche dell’Asia Minore,

della Grecia e d’Italia, per cui l’ottima traduzione fa del Cratere della sapienza un testo

validissimo anche per chi vuole approfondire l’astrologia del lontano passato. 

Io però non sono molto d’accordo nell’attribuire a Ermes tutta la parte astrologico-previsionale,Decani compresi, perché alcune interpretazioni non hanno, oggi come oggi, alcuna validità.

Ermes, “citato da Lattanzio, Giamblico, S. Cipriano e da molti altri, anch’egli, come tanti altri,

prima di morire avrebbe depositato i suoi libri tra gli oggetti sacri custoditi nel Tempio per

lasciarli alla posterità.

I contenuti ermetici si mostrano altamente iniziatici, nel senso che fanno parte d’una matrice

universale che, dietro l’apparente descrizione mistico-religiosa del cosmo e della creazione tutta,

contiene formule teologiche, panteistiche, filosofiche e scientifiche delle quali soltanto in questo

ultimo secolo se ne sta scoprendo la validità, essendo noi arrivati alla scissione dell’atomo, alla

fisica delle particelle e ai pluriuniversi. Infatti, in ogni cultura del mondo troviamo sempre le

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stesse leggi e sempre lo stesso principio che agisce su più livelli, come ci insegna appunto Ermete

nel suo Kybalion:“Come in alto, così in basso, come in basso così in alto, per il principio della

cosa unica”.

Ermes parlò dell’armonia e dell’unicità del cosmo, rivelandosi anticipatore della Nuova Fisica che

contiene anch’essa “la gerarchia universale di forze” nel divenire cosmico e degli influssi astrali

sull’evoluzione della vita umana sotto il dominio del Fato e del libero arbitrio. Ed è proprio la

dottrina degli astri, che furoreg-giava nei tempi antichi. ad essere la parte più lunga del Cratere

della sapienza, il che fa persino supporre che buona parte di essa possa essergli stata attribuita

per dare maggiore credibilità all’astrologia. Riporto un altro pensiero di Ermete che trovo molto

bello: “La via della salvezza è aperta a quegli eletti che già hanno conseguito la Conoscenza” e,

in ultimo: “E’ reale soltanto Colui che è permanente e perenne”.

Vi è poi un altro concetto bellissimo lasciato da Ermete tramite il suo dialogo con la Mente

spirituale che gli dice: “Dio fa l’eternità, l’eternità fa il mondo, fa il tempo e fa la generazione.

L’essenza dell’Eternità è la stabilità, quella del Mondo è l’ordine, quella del tempo è la

trasmutazione, quella della generazione è la vita e la morte…Dio è nella Mente, la mente è

nell’anima, l’anima nella materia e tutto ciò è per l’eternità. Tutto procede da Dio e la vita è

l’unione della Mente con l’Anima. Convinciti che nulla per te è impossibile e ricorda che il male

supremo è non riconoscere il divino.” 

Sappiamo oramai che le sconfinate conoscenze dei grandi Maestri del passato furono date

soprattutto verbalmente ai loro discepoli ma talvolta sono state scritte su testi tenuti

gelosamente nascosti per impedirne la distruzione. Il loro sapere era sempre escluso ai profani

(parola che vuol dire “fuori dal tempio”) perché costoro, incapaci di comprendere, distruggevano

i libri che non sapevano leggere e uccidevano i Maestri. La Blavatsky giustamente ci ha lasciato

detto: “Il genere umano è un misero gregge di pecore e la maggioranza dell’umanità odia

pensare da sé” e, purtroppo, aveva perfettamente ragione. Per tale motivo molti grandi istruttori

non lasciarono neanche testi scritti per il timore che la vera sapienza potesse essere divulgata a

chi non la merita. E sono proprio questi ultimi, forse per l’accesso a superiori stati di coscienza,

forse per altro, a parlare da millenni di fisica, astrofisica, matematica, scienza, religione pur

essendo capiti da pochissimi. Il loro sapere ha quindi assunto la forma di mito, simbolo, allegoria,

o di vera e propria fantasia, quando invece era un modo – o forse l’unico modo – per impedire la

distruzione di concetti comprensibili soltanto millenni dopo, nel momento in cui si sarebberoverificate molte premesse per arrivare finalmente alla verità.

Il Kybalion, libro apparso ufficialmente nel 1908 è interpretato da tre iniziati anonimi per cui

alcuni sospettano che abbiano scritto tutto loro, ma ciò non è possibile visto che i sette principi

ermetici esposti nel Kybalion sono stati riconosciuti rigorosamente esatti solo nel corso degli anni

successivi e, soprattutto, degli ultimi decenni del 2000.

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Bianca Ferri 

l Kybalion 

Eccovi il primo:

Tutto è mente, l’universo è mentale. Quindi Ermete ci dice che ogni cosa, visibile o, per noi,

invisibile, proviene dalla Mente universale e questa Mente è inconoscibile e invisibile, infinita e

vivente. Tutto l’universo fenomenico non è che la creazione mentale dell’UNO-TUTTO, soggetta

alle leggi di questa creazione sia nel grande che nel piccolo e in ogni cosa c’è Dio. Noi siamo un

misto di mortale e immortale perciò, già da millenni, gli indù dicevano:”Dio dorme nella pietra,

sogna nella pianta, si sveglia nell’animale, ragiona e sceglie fra il bene e il male nell’uomo” .

Eccovi il secondo principio o quello della corrispondenza: “Com’è sopra, così è sotto, com’è sotto

così è sopra. Ossia c’è sempre una corrispondenza tra i fenomeni dei vari piani di esistenza (piano

fisico, piano mentale, piano spirituale), in ossequio al principio "come in alto così in basso per il

principio della cosa unica". Gli antichi ermetisti consideravano questo secondo principio la base

per capire con la nostra mente limitata gli ostacoli che si frappongono fra noi e la vera essenza

delle cose. Esiste quindi un’armonia, un accordo e una corrispondenza fra i diversi livelli di vita e

di essere.

Terzo principio o della vibrazione. “Nulla è in quiete, ogni cosa si muove, ogni cosa vibra”. 

Quindi niente è fermo, oggi lo sappiamo benissimo, essendo tutta la materia energia in

movimento e in vibrazione. Ma riflettiamo che, riconoscendo quest’altro principio, e cioè che

tutto è mente e tutto è in vibrazione, sarebbe saggio mettere un trattino fra vibr e azione per

capire che anche, e soprattutto, la nostra mente, vibrando in continuazione come l’universo, è la

matrice di tutto ciò che pensiamo e quindi di ciò che poi facciamo. Le differenze tra la materia,

l'energia, la mente e lo spirito sono riconducibili solo a differenze vibrazionali: più alto è il livello

evolutivo, più alta è la frequenza vibrazionale. Il Tutto (ossia l'Assoluto, la Mente Suprema) ha un

livello vibrazionale infinitamente alto. L'arte della trasmutazione mentale consiste nel modificare

il nostro stato vibrazionale, risultato raggiungibile solo attraverso un grande sforzo di volontà.

Dalle cose più alte a quelle più basse, ogni cosa vibra, in diverse direzioni e in diverse maniere. Vi

sono poi vari piani di energia mentale: il piano della mente minerale, della mente elementale,

della mente vegetale, della mente animale e della mente umana. Persino le molecole, gli atomi e

i corpuscoli hanno le loro vibrazioni, con le loro attrazioni e le loro ripugnanze. Le piante hanno

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vita, mente e anima come gli animali, gli uomini e i superuomini. Inoltre i sette principi ermetici

sono in completa funzione in tutti i piani. fisico, mentale e spirituale.

Quarto principio o della polarità: “Tutto è duale, tutto ha la sua coppia di opposti. Il simile e il

dissimile sono eguali; gli opposti sono identici di natura ma differenti di grado. Amore e odio

sono quindi i due termini applicati alla stessa cosa. Incontriamo più amore quando ci evolviamo

grado a grado e meno amore, quindi più odio, quando discendiamo. Le diverse categorie però

non possono essere trasmutate, cioè l’amore col caldo o l’odio col freddo eccetera, ma quelle

eguali sì. La conoscenza di questo grande principio ermetico permette allo studioso di

comprendere meglio sia i propri stati mentali che quelli altrui, divenendo il padrone della sua

mente senza esserne schiavo. Poiché gli estremi si toccano, tutte le verità non sono che mezze

verità, tutti i paradossi possono essere conciliati e il buono e il cattivo sono la medesima cosa

vista da un estremo all’altro come le due facce di una moneta.

Perciò ogni cosa "è" e "non è" allo stesso tempo, ogni verità non è che una mezza verità e al

contempo una mezza falsità. Gli opposti condividono la natura universale in gradi diversi, e basta

pensare al caldo e al freddo, i due estremi della temperatura che sta al centro.. Dove inizia il

caldo e dove inizia il freddo? Allo stesso modo la notte e il giorno, quindi il buio e la luce, con il

punto centrale che non è più notte né è ancora giorno Dove il buio e dove la luce? Sempre al

centro per cui gli opposti corrispondono perfettamente al quarto principio ermetico. Persino

l’amore e l’odio sono due stati mentali solo apparentemente diversi ed è quindi possibile, per

tutti, cambiare le vibrazioni di odio in vibrazioni di amore e viceversa, sia in noi che negli altri.

Quinto principio: IL principio del ritmo. “Ogni cosa fluisce e rifluisce. Ogni cosa ha le sue fasi,

tutte le cose s’innalzano e cadono. L’oscillazione del pendolo si manifesta in ogni cosa. La

misura dell’oscillazione a destra è la misura dell’oscillazione a sinistra, il ritmo compensa”. 

Nell’universo tutto nasce, cresce e muore, unicamente per rinascere e avanzare lungo il percorso.

Ogni essere vivente è un misto di mortale e immortale. Il Maestro però si polarizza sul polo

desiderato e rimane fermo nella sua posizione, senza partecipare all’oscillazione che fa

retrocedere perché la volontà è sempre superiore alle leggi di questo principio e quindi avanza a

grado a grado. Gli ermetisti sanno anche che la catena delle vite fa parte di un’unica vita. Con

l’innalzarsi su un piano superiore si evitano perciò molte esperienze che subiscono invece quelli

dei piani inferiori.

In tutte le cose vi è un flusso e riflusso, un’alta e una bassa marea perché vi è o un avanzamento

o una retrocessione. Ciò avviene nelle galassie, negli uomini, negli animali, nell’energia e nella

materia. E ciò spiega anche lo sviluppo e la decadenza di razze e nazioni, sino agli stati mentali

dell’uomo, talvolta positivi talaltra negativi. Chi riesce a comprendere perfettamente questo

principio (e non è facile) applica la legge mentale ermetica della neutralizzazione. Poiché non può

annullarlo, ha appreso a subirlo e ad usarlo.

Sesto principio o Principio di causa ed effetto. “Ogni cosa ha il suo effetto, ogni effetto la sua

causa. Ogni cosa avviene secondo una legge, il caso non è che un nome per una legge non

riconosciuta. Non esistono molti piani di causalità e nulla sfugge alla legge”.  

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Questo principio spiega che nulla accade per caso perché il caso non esiste. Ma tutto ciò che

accade ha una causa e, negli avvenimenti della nostra vita, essa ha origine sia da quel che

abbiamo fatto e/o pensato da quando siamo nati, sia da quel che abbiamo fatto o pensato nelle

vite precedenti. Il caso è il termine che ignora la causa esistente ma non percepita. Nessun fattocrea un altro fatto ma è semplicemente l’anello di una lunga catena. 

Settimo principio o principio del genere: “il genere è in tutte le cose; ogni cosa ha il suo principio

maschile e femminile e si manifesta su tutti i piani”. 

Questo importantissimo principio, che dà eguale valore al maschile e al femminile, e che si

applica non solo sul piano umano, ma su quello cosmico, è di un’importanza fondamentale.

Nessuna creazione, materiale, fisica, mentale o spirituale, è possibile senza di esso, così come

nessuna creazione cosmica. Esso comprende la generazione e la rigenerazione, anche in rapporto

con la reincarnazione.

Il principio del genere dice quindi che ogni cosa ha un genere, maschile o femminile ed è legato

alla generazione, rigenerazione e creazione. Sul piano umano esso è in rapporto con il sesso, ma

non significa solo questo. Il concetto non ha a che fare con il genere sessuale. Il genere mentale

è, infatti, legato e indipendente dal genere fisico o sessuale di una persona. Il genere maschile è

attivo, proiettato verso l'esterno, e la sua parola chiave è "Volontà". Il genere femminile è

ricettivo, crea nuovi pensieri e idee, e la sua parola chiave è "Immaginazione". Tra i due generi

deve esserci equilibrio: il maschile, infatti, se non è bilanciato dal femminile, agisce

indiscriminatamente tendendo al caos, così come il femminile, se non bilanciato dal maschile,

tende viceversa alla stagnazione. Il maschile e il femminile insieme portano a un'azione ragionata,

la quale conduce al successo.

Ora, l’unità e la similarità fra tutte le cose visibili e invisibili, propagato da millenni, è stata

finalmente dimostrata dallo scienziato e Premio Nobel indiano J.C. Bose nei primi anni del ‘900 il

quale “fece delle scoperte straordinarie. Una delle più importanti fu quella che il metallo e la

pianta non sono affatto insensibili come crediamo, ma rispondono e reagiscono al pari degli

animali, dimostrando che stanchezza, paura, collera, eccitazione, stress appartengono sia al

vivente che a quel che noi definiamo non vivente.” Lui e la sua équipe assistettero alla morte per

veleno dei metalli, che abbiamo sempre creduto “non viventi”, esattamente come accade al

vivente.

A questo punto credo sia necessario aggiungere qualche altra cosetta. Poiché da circa

quarant’anni sono divenuta anche un’appassionata di Nuova Fisica, leggendo con attenzione

quanto è stato asserito e scoperto da numerosi Premi Nobel del secolo appena terminato, molti

dei quali tuttora viventi, sono rimasta sbalordita dalle stranissime analogie tra le loro

affermazioni o scoperte recenti e il Kybalion di Ermete Trismegisto, quindi mi sono posta una

domanda più che giustificata: com’è possibile che migliaia e migliaia di anni fa questo grande

uomo sapesse e trasmettesse, sebbene a pochi eletti, quanto è stato scoperto solo alla fine del

secondo millennio dopo Cristo? E com’è possibile che anche molti altri grandi come lui, dicessero

più o meno le stesse cose?

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Debbo quindi avanzare un’altra ipotesi che mi sembra molto razionale. Noi abbiamo

documentazioni scritte di molti autori che risalgono a più di seimila anni fa, quindi ancora prima

della nascita di Ermete Trismegisto, i quali parlavano anch’essi di cosmologia, astrologia,

astronomia, spiritualismo, scienza, leggi karmiche e così via. E’ quindi lecito domandarci: comemai alcuni gruppi di tutto il mondo e di tutte le razze avevano conoscenze così sbalorditive per

quei tempi? Questi grandi geni del passato cos’avevano nel loro DNA che li rendeva tanto diversi

dalla massa?

Difatti, a parte Ermete, abbiamo sempre avuto dei grandissimi personaggi, di cui alcuni

appartengono al mito ma che, al 90%, sono davvero esistiti ed hanno lasciato documenti, tenuti

quasi sempre segreti e conosciuti da pochissimi, che dicevano più o meno le stesse cose,

spiegando, migliaia e migliaia di secoli fa, fenomeni astrologi di cui abbiamo avuto la conferma

soltanto negli ultimi due secoli. Dobbiamo quindi tener conto che la nascita della cosmogonia è

contemporanea a quella dell’Homo Sapiens ed è sempre stata appannaggio dei grandi sacerdoti ematematici del passato i quali si guardavano bene dal comunicare al volgo le fonti delle loro

conoscenze. Ciò nonostante, poiché talvolta anticipavano con notevole precisione eventi come

terremoti, alluvioni, terremoti, carestie, guerre eccetera, erano considerati con grande

venerazione.

Sino ad oggi nessuno storico dell’astrologia, o almeno ben pochi, hanno saputo spiegare come

mai queste conoscenze riguardanti i moti precisi di stelle e pianeti si ritrovano in tutte le razze, le

epoche e le civiltà della terra in termini pressoché eguali, quindi debbono risalire a un’epoca

lontanissima in cui l’umanità toccava sì e no i cento milioni di abitanti e non si avvaleva di stampa,

radio, Tivù, Internet e tutte le diavolerie moderne. E’ quindi giusto azzardare le relative risposte. 

Se siete amanti del mistero, come lo sono sempre stata io, dovete affrontare la fatica di una

spiegazione plausibile, suffragata inoltre dagli ultimi ritrovamenti, tra la fine dell’800 e la metà

del ‘900, delle migliaia di tavolette sumere trovate sotto le macerie della reggia del re

Assurbanipal (circa il VII secolo a.C.) Il suo regno, assieme al palazzo reale in cui abitava, fu

distrutto dai babilonesi nel 600 a.C. e le quasi cinquantamila tavolette rimasero sepolte sotto la

reggia e ritrovate quasi tutte soltanto nella seconda metà dell‘800 grazie agli interessi napoleonici

per l’archeologia, mentre ancora un ultimo ma piccolo numero di tavolette fu trovato a metà del

‘900. Quindi la cultura umana non avrebbe avuto per niente inizio circa 6000 anni fa tanto più

che, in queste tavolette, vi è scritto che esse sono conformi a dati astrologici di altre tavolettemolto più antiche, andate purtroppo perdute.

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dell’antichità, gli uomini famosi…”, Nell’Antico Testamento vi sono persino molti nomi di celesti

che si accoppiarono con le figlie degli uomini: Semyaza, Artaquifà, Armen, Danjal, Requael,

Baraquel, Azazel, Armaros, Batarjal, Basaach, Hananel, Turel, Simapesiel, Jetrel, Tumael, Turiel,

Rumael, Iseseel, Iekon, Asbel, Gadrel, Kasdya, eccetera.

E’ quindi ovvio che questi figli di extraterrestri, ai quali era stato modificato il DNA, ebbero il

privilegio di accedere alle conoscenze scientifiche, tecnologiche, mediche dei loro genitori, grazie

al dono della scrittura e a tante altre cose, cosicché molti di essi divennero i grandi saggi o

illuminati dell’umanità. 

Abbiamo però anche il nome delle sette

scienziate madri che incrociarono il loro DNA con i terrestri: Ninimma, Ninbara, Nimug, Musardu,

Ninurta, Suzianna e Ninsun. Quest’ultima fu la mamma dell’eroe Gilgamesh, re di Uruk, inMesopotamia, e la misteriosa frase che egli ci ha lasciato nel suo scritto “L’epopea di Gilgamesh”

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:” io non posso morire perché per due terzi sono figlio di dea e per un terzo di terrestre.” è

divenuta comprensibile solo pochi anni fa, quando si è scoperto che il DNA mitocondriale si

trasmette unicamente per via materna!

Molti storici hanno invece scritto sulle origini dell’astrologia e astronomia, iniziando però tutti col

bla-bla riguardante i nostri lontanissimi progenitori, i quali avrebbero osservato, senza occhiali e

senza alcuno strumento d’ingrandimento, il moto di stelle e pianeti, stabilendo così le regole del

loro cammino e la loro specifica influenza sulla terra.

Ma non solo: questi “grandi” studiosi moderni, dimenticando che in epoche lontanissime gli  

uomini erano quasi tutti analfabeti e molto più cretini di noi, asseriscono che i nostri progenitori

avrebbero scoperto persino il tempo impiegato da un pianeta per ritornare al punto di partenza

perché dotato di una certa velocità “visibile” (sebbene Saturno impieghi quasi trent’anni per fare

il giro dello zodiaco), e rilevato addirittura il tempo che impiega una stella fissa per spostarsi di un

solo grado lungo la longitudine zodiacale, il che avviene in ben 72 anni!

E’ poi fondamentale non dimenticare che la parola zodiaco proviene dal greco ZOE che significa

vita e diakos che significa ruota. Zoe è anche la radice di Zoon = animale, e la parola spermatozoo

indica la cellula germinale maschile allo stato di seme nelle piante, negli animali e negli uomini,

quindi zodiaco è l’equivalente di cerchio della vita universale. 

Questo mistero è interpretabile solo con queste deduzioni che, ovviamente, non sono soltanto

mie: gli indù in epoca antichissima già conoscevano la precessione degli equinozi e ipotizzarono

per primi l’attrazione gravitazionale per spiegare l’equilibrio fra un astro e un altro. Supposero

inoltre la forma sferica della terra, della luna e degli altri corpi celesti. Nei loro antichi testi sacri, il

Mahabharata e il Ramayana, parlano dei Figli del Sole e Figli della Luna, esseri che avrebbero

invaso il nostro pianeta migliaia e migliaia di anni fa e che si sarebbero anche combattuti fra loro

con armi micidiali che ricordano molto da vicino quelle atomiche attuali.

Sempre nei testi sacri più antichi, troviamo riferimenti ai Figli del Sole e della Luna che si

spostavano nel cielo con apparecchi dalla forma emblematica, chiamati Vimanas, i quali avevano

forma sferica e navigavano nell’aria. Allorché questi esseri si combatterono, avvennero sulla

terra distruzioni grandissime. Anche nel Popol Vuh, testo sacro degli indiani Quichè, si trova

un’altra descrizione quasi simile a quella indù: “Moltissime lune fa, le popolazioni della terza

razza...furono condannate a morte dagli dèi. Un grande diluvio di fuoco e torrenti di fiamme

caddero dal cielo. Poi, violenti uragani finirono di distruggere le creature, i cui occhi furono

strappati dalle teste, le carni rôse, i visceri strappati, i nervi e le ossa macinate dai settari della

morte...” 

Secondo gli studiosi, il Popol Vuh sarebbe il più antico documento della storia dell’uomo, quindi

antecedente alla Bibbia, al Rig-Veda degli indù e allo Zend-Avesta iraniano.

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Vimanas 

I sumeri ebbero una improvvisa e straordinaria evoluzione per cui gli Accadi, popolo a loro vicini,

osservando questo cambiamento sconosciuto a tutta le popolazioni di quei tempi, circa seimila

anni fa conquistarono il paese ma senza sterminarlo perché volevano avere accesso alle loro

conoscenze. Ne appresero così la scrittura e ricopiarono i testi su queste famose tavolette

d’argilla, con le prime righe trascritte in sumerico e subito dopo la traduzione in accadico. Poi

esse furono tutte portate al re Assurbanipal che le conservò gelosamente nel suo palazzo.

Le tavolette sumere narrano anche di vari uomini, figli di dèi,i quali ebbero il privilegio di salire

nei cieli, di imparare la scrittura e di stare accanto al loro capo, chiamato Anu. In tempi molto più

moderni basta pensare ad Enoch biblico e al profeta Elia per averne una conferma… 

Il nostro pianeta è stato quindi “colonizzato” da civiltà aliene, provenienti da mondi diversi e da

razze diverse. Ma il prodotto di questa colonizzazione col tempo non piacque più ai loro capi e

quindi vi furono delle terribili lotte fra gli dèi, perché molti dei quali avevano scelto come spose le

donne terrestri ed altri no. Queste lotte culminarono molto probabilmente con un conflitto

atomico, se vogliamo confrontare i particolari della spaventosa guerra riportata nel testo

religioso indù Mahâbhârata con quella del Popol Vuh, e che provocò - guarda caso - gli stessi

effetti delle due bombe atomiche gettate su Hiroshima e Nagasaki nella seconda guerra

mondiale.

La battaglia celeste distrusse quasi tutta la civiltà del nostro pianeta e i pochi superstiti, non

avendo più a loro disposizione i mezzi per ricreare le antiche tecnologie, trasmisero le loro

sconfinate conoscenze grazie ai grandi Maestri spirituali dell’umanità i quali, o perché erano

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semidèi, o per accesso a superiori stati di coscienza, parlano da millenni di fisica, astrofisica,

matematica, astrologia, scienze, ma sono compresi da pochissimi. Difatti il loro sapere ha assunto

la forma di mito, simbolo, allegoria, o di vera e propria fantasia, quando invece era un modo  – o

forse l’unico modo – per impedire la distruzione di conoscenze comprensibili soltanto secoli esecoli dopo, nel momento in cui si sarebbero verificate tutte le premesse per arrivare finalmente

alla verità.

In tal modo possiamo anche spiegarci perché la Cina, già quattromila anni fa, vantava una

tradizione plurimillenaria che si proclamava erede di conoscenze trasmesse da dèi e detentrice di

antichi libri scritti dai celesti. Gli imperatori cinesi si sono sempre autoproclamati Figli del Cielo.

Nell’America precolombiana alcune antichissime leggende brasiliane, che risalgono a circa 5000

anni fa, riportano la distruzione di grandi civiltà terrestri “in seguito a una guerra con una razza

non umana”. 

Lo scienziato russo Kasanzev, osservando i bassorilievi della Porta del Sole a Tiahuanaco, haipotizzato che essi rappresentino proprio uomini scafandrati, motori spaziali e un possibile

calendario venusiano.

Gli Aztechi, soprannominati Figli del Sole, asserivano che

l’uomo fu creato ben quattro volte e poi distrutto perché “i celesti”, alla ricerca d’un tipo

perfetto, tentavano ogni volta di migliorarlo. La quinta ed ultima volta Quetzalcoatl, un barbuto

dio bianco, ridiede all’uomo la vita, poi lo istruì sulla coltivazione del mais, che divenne il suo

nutrimento primario, e gli insegnò il calendario e la scienza che permetteva di seguire il

“movimento degli astri”, cioè l’astrologia. Dopo aver compiuto la sua missione, Quetzalcoatl si

rimise in cammino per risalire su una nave spaziale che lo trasportò verso la Stella del Mattino,

ossia Venere.

I Maya si sono sempre autodefiniti Figli delle Pleiadi, sostenendo di essere i discendenti dei “Figli

del tuono”. Essi sapevano che la terra gira attorno al sole e che tutto il sistema solare gira attorno

alla galassia in un periodo che dura 25.625 anni, quindi conoscevano lo spostamento degli

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equinozi, conoscenza ufficializzata dalla nostra civiltà soltanto un secolo fa!

Questo popolo, la cui cultura è molto più antica di quanto abbiamo creduto sino a poco tempo or

sono, avrebbe avuto il primo calendario già dal 18.613 a.C. (Vedere nel libro di A. Thomas -Non

siamo i primi- ediz. Ferro 1972) Essi avevano già stabilito la durata del mese lunare in 29,53020

giorni mentre il nostro calendario la stima in 29,53059 giorni. Come sarebbe stato possibile,senza alcuno strumento di precisione, ad essere così esatti?

Riguardo all’antica cosmologia “..gli egizi parlavano di un tempo in cui gli dèi regnavano nel loro  

paese e quindi dicevano che era un ‘età dell’oro, perché ricevettero il dono della civiltà dagli

intermediari tra gli dèi e gli uomini, gli Urshu, una categoria di divinità minori il cui nome

significava “i Sorveglianti”. 

I Dogon sono invece una popolazione africana che vive tuttora a sud di Timbuktu, studiata per

circa venti anni da due antropologi francesi, Griaule e Dieterien perché possiede inspiegabili

conoscenze sul sistema “trinario” di Sirio, in particolare sulla sua stella “compagna” chiamataSirio B, una nana bianca molto densa che ruota attorno alla prima con un periodo di 50 anni.

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I Dogon 

Gli studiosi non hanno avanzato ipotesi su come

questo popolo sia venuto a conoscenza di Sirio B, visibile unicamente con l’ausilio d’un potente

telescopio e scoperta dai nostri astronomi soltanto agli inizi del 1900. Sta di fatto che, se i Dogon

erano già a conoscenza di fenomeni astronomici scoperti appena un secolo fa, la spiegazione

logica ci porta obbligatoriamente ad accettare queste spiegazioni.

Insomma, tutte le civiltà antiche parlano di potenti e terribili dèi discesi sulla terra da dischiluminosi, stelle volanti, uccelli di fuoco eccetera e del loro governo sulle popolazioni primitive che

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svolgevano per essi il ruolo di servi! L’obbedienza era rigorosissima, i migliori venivano premiati e

gli altri puniti, uccisi o sterminati con donne e bambini!

Anche l’Antico testamento enumera un numero enorme di massacri e pulizie etniche, tutte

volute da Yahwé, chiamato in ebraico anche El che significa dio, o Elohim che significa dèi e che,

nelle Gerarchie angeliche,significa Elohim o Demiurghi!.

E’ bene ricordare che l’Antico testamento inizia col Pentateuco di Mosè, morto nel 1475 a.C. Pur

tuttavia non possediamo il testo originale di alcuno scritto biblico ma soltanto copie di copie,

quindi versioni rivisitate e abbreviate di tutti i documenti sumeri antecedenti alla nascita di Mosè

di ben 1500 anni!

Gli ebrei nel loro soggiorno presso gli egizi, oltre alla religione, ne assimilarono anche le

conoscenze esoteriche, conservando addirittura molte parole egizie che oggi si credono ebraiche,

come il giardino di delizie Edin che essi hanno trasformato in Eden e il nome: Mosè, parola che

proviene dall’egizio Mose, che indicava l’iniziato più autorevole del tempio, ma di lui non

abbiamo alcun cenno storico fuorché nella Bibbia, quindi non possiamo neanche essere certi che

sia realmente esistito! Infatti, la storia di Mosè bambino, posto in una cesta di giunchi e raccolto

da una principessa egizia è presa pari pari dalla storia del re Sargon sumero Ennudorankin,

anch’egli settimo, come Mosè, nella discendenza della tradizione assiro-babilonese. La stessa

parola Geova ebraica proviene da Eove o Eova egizia che si riferiva al sommo sacerdote dei suoi

templi.

Purtroppo “Nella storia delle religioni abbondano le interpretazioni unilaterali, e di conseguenza

aberranti dei simboli…”scrive M. Eliade in Immagini e simboli. Si è obbligati quindi a concludere

che Eloah o Elohim (dio o gli dèi), nome che troviamo nel nostro Antico Testamento, assieme ad

altri diversi come Shadday, Adonai e così via, dovrebbe essere il nome generico d’un gruppo di

celesti formato da gerarchie spirituali di tipo inferiore o da semplici extraterrestri.

E’ ovvio che qui non sto parlando di Dio, l’Essere Supremo, l’Ain Soph, il Senza Nome perché Egli

ha in Sé ogni cosa, ma semplicemente di questo personaggio che regge una parte molto limitata

dell’universo, da alcuni chiamato Demiurgo. 

Anche secondo gli gnostici, il mondo è imperfetto perché è stato creato da un demiurgo, ossia da

un creatore inferiore su una scala gerarchica che sale fino a Dio ma non è Dio. Demiurgo è, infatti,

una parola greca che significa libero artigiano e quindi il fabbricatore dell’universo. Essi

insegnavano che la terra è stata creata dagli Angeli o messaggeri più bassi, gli Elohim inferiori,

uno dei quali diceva agli uomini di essere il re di Israele… Secondo la Gnosi, l’iniziato un tempo

“apprendeva una storia cosmica e teologica il cui tema era la caduta, ma non dell’uomo

peccatore come ci vien detto dal cristianesimo, bensì di semidei cattivi e infedeli, arconti ribelli

che avevano tradito il Dio buono. 

Ricordiamo che le gerarchie angeliche sono 9 e che, per quel che ci riguarda, modificano,

controllano e dominano il nostro pianeta da tempi immemorabili. Ma ci dominano e ci

controllano principalmente le prime tre, quelle più in basso, che nella religione ebraica, greca e

latina sono state chiamate Angeli o Messaggeri, Arcangeli, messaggeri primordiali o Beni Elohim

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e, la terza Elohim o Principati perché danno principio o inizio alle razze.

Sicché, nell’ultimo trentennio, grazie al grande sumerologo e glottologo Zecharia Sitchin,

abbiamo rivoluzionato dalla base quel che abbiamo sempre creduto sulle nostre origini e sulla

scienza delle stelle. Oggi siamo arrivati finalmente a decifrare queste misteriose testimonianze

del passato che, se fossero state scoperte un po’ prima, quando le religioni tuttora esistenti

facevano il buono e il cattivo tempo di ogni conoscenza umana, molto probabilmente sarebbero

state immediatamente distrutte.

Vi sono poi altri grandi misteri da svelare che confermano quanto ho detto. Ne voglio elencare

solo alcuni per vedere se qualche ascoltatore ha la risposta: Chi ha fatto i giganteschi disegni

tracciati sul terreno del deserto di Nazca, nel Perù, scoperti per la prima volta nel 1927 grazie ad

un aereo di linea che ne sorvolò la zona? Ogni disegno: ragno, uccello, pesce o rettile, è

grandissimo, uno è lungo addirittura 180 metri e un uccello ha un becco che ne misura 100.

Eseguire questi enormi geroglifici, che si possono osservare soltanto dall’alto, (ma poi da chi?) ha

un senso?

E come possiamo spiegarci la datazione della lastra di pietra trovata nel 1999 nel villaggio di

Chandar, negli Urali, che rappresenta la visione in rilievo della superficie terrestre della regione

Ufa, con fiumi, montagne, canali, opere d’irrigazione e d’ingegneria, le cui analisi con il

radiocarbonio la farebbero nientepopodimeno risalire a un minimo di otto milioni di anni fa? La

lastra inoltre presenta iscrizioni in una lingua geroglifica tuttora sconosciuta per cui gli studiosi

non hanno ancora scoperto gli autori che l’hanno fatta. 

E perché l’antichissimo simbolo della svastica è stato trovato nelle catacombe cristiane, nelle

comunità celtiche insidiatesi in Inghilterra e in Irlanda, sul vasellame azteco, sulle sculture Maya e

inoltre dalla Cina all’India e al Giappone? 

In questo modo possiamo anche spiegarci perché l’età della terra, nel Mahabharata e nel Purana

(gli antichissimi testi sacri indù) era valutata attorno ai 4 miliardi e 320 milioni anni e noi, oggi, la

stimiamo attorno ai 4 miliardi e seicento milioni. Come mai uno scarto così piccolo?

Credo che questa lunga dissertazione sia più che sufficiente per convincere gli increduli e per

mettere una pulce nell’orecchio a chi non ha mai affrontato queste tematiche. Perciò chiudo con

una frase detta nel secolo scorso da Einstein, una mente che ho sempre adorato:

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“La condanna che non è preceduta dall’indagine è il massimo dell’ignoranza” E’ quindi d’obbligo

verificare, verificare e verificare.

Clara Negri - chi sono -

Ho iniziato la mia collaborazione giornalistica nell’ambito astrologico nel lontano 1978 prima su

Amica e poi su Astra della Rizzoli, giornale sul quale ho presentato molti servizi astrologici

particolari.

Nel 1980 e 1981 ho curato mensilmente una rubrica di Astrologia e salute su l’Astrologo di

Armenia editore. Dal 1983 collaboro ininterrottamente su Sirio, con rubriche di astrologia

karmica, mondiologia, astrologia esoterica, parapsicologia Tra il 1991 e il 1992 ho scritto su

Astrodonna argomenti di parapsicologia.

Nel 1983 ha curato, per l’editore Longanesi Periodici il settore Interpretazione approfonditadell’oroscopo nell’opera A scuola di astrologia. 

Dal 1979 tengo corsi e seminari di astrologia sia a Napoli che in altre città d’Italia.  

Nel 1980 sono stata docente di Astrologia e psicologia nei Corsi di Formazione Professionale

patrocinati dalla Regione Campania.

Ho scritto dieci libri di argomento diverso che hanno come filo conduttore il mistero e la

tradizione esoterica in astrologia: Lilith la Luna Nera per Nuovi Orizzonti; 1984; Astrologia e salute

per Armenia, 1985, attualmente negli Oscar Mondadori,

Astrologia esoterica per Armenia; 1986

Astrologia e reincarnazione e Astrologia e i mille volti dell’amore per le edizioni Albero; (1987-

1988) Fatti e misfatti dell’astrologia per la Dialma.1994. I figli del cielo per la Jupiter 1997 

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Ho saltuariamente collaborato a quotidiani come La repubblica, il Mattino, l’Unità, Il giornale etc. 

Dal 1975 faccio parte del CIDA (Centro Italiano di Astrologia). Dal 1991 al novembre del 1994

sono stata la vicepresidente di quest’organizzazione per l’Italia Meridionale. Attualmente ricopro

la carica di Delegata per la Campania.

di Clara Negri per Altrogiornale.org

Fonte: http://www.altrogiornale.org/news.php 

lospecchiodelpensiero | gennaio 16, 2013 alle 11:20 am | Categorie: Uncategorized | URL:

http://wp.me/p2uRi3-16d 

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