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Newsletter d’informazione della Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids per ricevere la newsletter, inviare una mail a: [email protected] I programmi te- levisivi e ra- diofonici messi in onda negli ulmi mesi subiscono più interru- zioni del consueto per una parcolare - pologia di “appelli pubblicitari”. Erano i mesi del 5X1000, quando il ciadino che paga le tasse può esprimere un’opzione circa la desnazione di una parte del suo tributo. Centri di ri- cerca di tua Italia segnalavano l’eccel- lenza del proprio la- voro, la posizione ot- tenuta nel ranking na- zionale e internazio- nale, la ricaduta delle ricerche nel migliora- mento delle cure e dei risulta clinici. Ciò che emergeva è un Paese ricco di potenzialità ma ormai privo di ri- sorse istuzionali. Non vi è patologia che in Italia non possa contare su Centri di alssima specializza- zione ma nessuno può contare sul solo so- stegno statale. Il ricercatore italiano è tra i più anziani al mondo perché non vi è ricambio. Oggi è an- che tra i più penaliz- za al mondo perché a pochissimi saranno garan progressi in Per la ricerca sull’Aids – Anlaids sooscrive la leera di Guido Poli alle istuzioni N egli ulmi tre anni sono sta eroga a sostegno della ricerca sull’Hiv/Aids da parte del Ministero della Salute in tuo circa 10 milioni di euro. «Un’inezia», secondo Guido Poli dell’Università Vita- Salute San Raffaele di Milano, che tuavia «da un lato ci ha permesso di poter sostenere borse di studio per i giovani ricercatori ed acquistare i reagen; dall’altro, ci ha con- sento di partecipare a bandi internazionali, sovente basa sul principio dell’esistenza di un cofinanziamento a livello nazionale». Se anche questo modesto contributo venisse a mancare «significherebbe la dispersione di un capitale umano di conoscenze e credibilità internazionale». Per questo Guido Poli ha inviato una leera al Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Lea e alla Ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiedendo loro «di riaprire l’agenda governava su questa pagina forse dimencata dagli ulmi governi». La leera faceva seguito a un appello simile lanciato dalle associazioni Lila e Nadir nelle scorse semane in cui si denunciava il fao che non si abbiano più nozie da parte del- l’Istuto Superiore di Sanità dei proge di ricerca in essere presso l’ente. Cosa l’ha spinta a questa iniziava? Non è la prima volta che, nel mio piccolo, provo a smolare la comunità scienfica dedicata alla ricerca su Hiv e cresciuta negli anni grazie al “ferlizzante” del programma nazionale scrivendone su “Scienzainrete” e coinvolgendo anche me- dia importan quali la rivista “Science”. Tuavia, era da molto tempo che non riscontravo una partecipazio- ne così ampia, se- gno che il proble- ma tocca un nervo scoperto della ri- cerca del nostro pae- se: lo tesmoniano le leere delle tre Onlus (Anlaids, Asis e Nps Italia) e delle cinque società scienfiche di ambito immuno-infevologico (Siaic, Siica, Simit, Siv e Sivim) che sono state inviate in allegato alla leera soo- scria da 111 responsabili di pro- geo del programma nazionale Hiv/Aids. Per rispondere direamente alla domanda, sono convinto che solo araverso una rinnovata alleanza tra il mondo della ricerca, della clinica e delle as- sociazioni di pazien si possa riuscire a sen- sibilizzare i nostri governan a riaccendere un finanziamento compevo e pubblico sull’infezione da Hiv ed altre eventualmente correlate a cominciare dalle epa virali, per non disperdere il patrimonio culturale e scienfico accumulato negli anni e che ha permesso all’Italia di competere e contribuire a livello globale ai progressi nella loa al virus ed alla malaa che ne consegue. Siamo in una situazione di crisi economica senza pari, ovunque si legge di tagli alla spesa pubblica: quali risulta concre pensa realiscamente si possano oenere da que- sta sollecitazione a un maggior sostegno verso la ricerca sull’Aids? Il governo ed altri organismi quali la Banca Centrale Europea menzionano spesso la necessità d’invesre sui giovani per uscire dalla crisi. La ricerca biomedica offre la possibilità di una formazione altamente specifica ed a basso costo (se pensiamo che uno studente di doorato percepisce circa 1.200-1.300 € per 3-4 anni) aprendo poi strade molto diverse in ambito lavora- vo. In questo quadro il cennaio di labo- ratori che sono sta finanzia negli anni grazie al ProgAIDS, incluso il mio, connuano a svolgere questo ruolo restuendo al “si- stema paese” competenze eccellen a valle di un piccolo invesmento (circa 10 milioni di euro per 3 anni, nell’ulma tornata). Inoltre va considerato il valore aggiunto di contribuire, con i risulta delle nostre ri- cerche, a non fare abbassare la guardia sull’infezione da Hiv e a promuovere cultura di prevenzione e, se necessario, di cure adeguate. Non mi sembra poco! Ricerca: la corsa all’oro delle associazioni Editoriale di Mauro Moroni Il Governo sostenga i ricercatori connua a pag. 2 Anlaids ByMail n. 52 - luglio 2013

Il Governo sostenga i ricercatori - Guido Bastianelli€¦ · inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta e alla Ministro della Salute Beatrice Lorenzin

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Page 1: Il Governo sostenga i ricercatori - Guido Bastianelli€¦ · inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta e alla Ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Newsletter d’informazione dellaAssociazione nazionale per la lotta contro l’Aids

per ricevere la newsletter, inviare una mail a: [email protected]

I programmi te-levisivi e ra-

d i o f o n i c imessi inonda negliultimi mesisubisconopiù interru-

zioni delconsueto per

una particolare ti-pologia di “appellipubblicitari”. Erano imesi del 5X1000,quando il cittadinoche paga le tasse puòesprimere un’opzionecirca la destinazionedi una parte del suotributo. Centri di ri-cerca di tutta Italiasegnalavano l’eccel-lenza del proprio la-voro, la posizione ot-tenuta nel ranking na-zionale e internazio-nale, la ricaduta dellericerche nel migliora-mento delle cure e deirisultati clinici. Ciò cheemergeva è un Paesericco di potenzialitàma ormai privo di ri-sorse istituzionali.Non vi è patologiache in Italia non possacontare su Centri dialtissima specializza-zione ma nessuno puòcontare sul solo so-stegno statale.Il ricercatore italianoè tra i più anziani almondo perché non viè ricambio. Oggi è an-che tra i più penaliz-zati al mondo perchéa pochissimi sarannogarantiti progressi in

Per la ricerca sull’Aids – Anlaids sottoscrive la lettera di Guido Poli alle istituzioni

N egli ultimi tre anni sono stati erogatia sostegno della ricerca sull’Hiv/Aidsda parte del Ministero della Salute

in tutto circa 10 milioni di euro. «Un’inezia»,secondo Guido Poli dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che tuttavia«da un lato ci ha permesso di poter sostenereborse di studio per i giovani ricercatori edacquistare i reagenti; dall’altro, ci ha con-sentito di partecipare a bandi internazionali,sovente basati sul principio dell’esistenza diun cofinanziamento a livello nazionale». Seanche questo modesto contributo venisse amancare «significherebbe la dispersione diun capitale umano di conoscenze e credibilitàinternazionale». Per questo Guido Poli hainviato una lettera al Presidente del Consigliodei Ministri Enrico Letta e alla Ministro dellaSalute Beatrice Lorenzin chiedendo loro «diriaprire l’agenda governativa su questa paginaforse dimenticata dagli ultimi governi». Lalettera faceva seguito a un appello similelanciato dalle associazioni Lila e Nadir nellescorse settimane in cui si denunciava il fattoche non si abbiano più notizie da parte del-l’Istituto Superiore di Sanità dei progetti diricerca in essere presso l’ente.

Cosa l’ha spinta a questa iniziativa?Non è la prima volta che, nel mio piccolo,provo a stimolare la comunità scientificadedicata alla ricerca su Hiv e cresciuta neglianni grazie al “fertilizzante” del programmanazionale scrivendone su “Scienzainrete” e

coinvolgendo anche me-dia importanti quali

la rivista “Science”.Tuttavia, era damolto tempo chenon riscontravouna partecipazio-ne così ampia, se-

gno che il proble-ma tocca un nervo

scoperto della ri-cerca del

nostropae-

se:

lo testimoniano le lettere delle tre Onlus(Anlaids, Asis e Nps Italia) e dellecinque società scientifiche di ambitoimmuno-infettivologico (Siaic, Siica,Simit, Siv e Sivim) che sono stateinviate in allegato alla lettera sotto-scritta da 111 responsabili di pro-getto del programma nazionaleHiv/Aids. Per rispondere direttamentealla domanda, sono convinto che soloattraverso una rinnovata alleanza tra ilmondo della ricerca, della clinica e delle as-sociazioni di pazienti si possa riuscire a sen-sibilizzare i nostri governanti a riaccendereun finanziamento competitivo e pubblicosull’infezione da Hiv ed altre eventualmentecorrelate a cominciare dalle epatiti virali,per non disperdere il patrimonio culturale escientifico accumulato negli anni e che hapermesso all’Italia di competere e contribuirea livello globale ai progressi nella lotta alvirus ed alla malattia che ne consegue.

Siamo in una situazione di crisi economicasenza pari, ovunque si legge di tagli allaspesa pubblica: quali risultati concreti pensarealisticamente si possano ottenere da que-sta sollecitazione a un maggior sostegnoverso la ricerca sull’Aids?Il governo ed altri organismi quali la BancaCentrale Europea menzionano spesso lanecessità d’investire sui giovani per usciredalla crisi. La ricerca biomedica offre lapossibilità di una formazione altamentespecifica ed a basso costo (se pensiamoche uno studente di dottorato percepiscecirca 1.200-1.300 € per 3-4 anni) aprendopoi strade molto diverse in ambito lavora-tivo. In questo quadro il centinaio di labo-ratori che sono stati finanziati negli annigrazie al ProgAIDS, incluso il mio, continuanoa svolgere questo ruolo restituendo al “si-stema paese” competenze eccellenti a valledi un piccolo investimento (circa 10 milionidi euro per 3 anni, nell’ultima tornata).Inoltre va considerato il valore aggiunto dicontribuire, con i risultati delle nostre ri-cerche, a non fare abbassare la guardiasull’infezione da Hiv e a promuovere culturadi prevenzione e, se necessario, di cureadeguate. Non mi sembra poco!

Ricerca: la corsa all’oro delle associazioniEditoriale diMauro Moroni

Il Governo sostenga i ricercatori

continua a pag. 2

Anlaids ByMail n. 52 - luglio 2013

Page 2: Il Governo sostenga i ricercatori - Guido Bastianelli€¦ · inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta e alla Ministro della Salute Beatrice Lorenzin

carriera. Sono il fruttodi una stagione fortu-nata, quando era pos-sibile, da parte dei re-sponsabili di strutture,individuare gli “allievi”più promettenti, procu-rarsi finanziamenti persoggiorni anche di anniall’estero, garantire unadignitosa collocazioneal rientro. Oggi non èpiù così e il “5x1000” siè trasformato in unasorta di “corsa all’oro”nei pochi torrenti da cuiancora si può drenarequalche pagliuzza.I finanziamenti sulla ri-cerca sull’Aids non fan-no eccezione. Centri diricerca e ricercatori mo-tivati non mancano. Némancano i problemi an-cora aperti, sia nell’am-bito della ricerca di baseche applicata. È forte ilrischio di “ri-provincia-lizzare” la ricerca na-zionale perché gli scam-bi internazionali costa-no ed anche i flussi difinanziamento consi-stenti che tuttora esi-stono tendono a pren-dere altre strade.L’Aids, infine, raccogliein sé da sempre un in-sieme di aspetti che nefanno, tra i grandi pro-blemi sanitari di oggi,qualcosa di particolare.Nella lotta all’Hiv, ricer-ca, cura, prevenzione,informazione dovreb-bero dar forma ad unastrategia unitaria conobiettivi ambiziosissimima oggi realistici. Ilcompito delle associa-zioni, ciascuna nell’am-bito della sua storia,cultura, radicamento,obiettivi e mezzi, restaaltissimo e, forse comenon mai, insostituibilee irrinunciabile.

Mauro Moroni

Editoriale di Mauro Moronisegue da pag. 1

Anlaids ByMail n. 52 - luglio 2013pag. 2

A ll’interno del Ministero della Salute,Giuseppe Ruocco è a capo della Dire-zione generale della Prevenzione che

fa riferimento al Dipartimento della sanità pub-blica e dell’innovazione fino a poco tempo fadiretto da Fabrizio Oleari, ora direttore dell’IstitutoSuperiore di Sanità. A lui abbiamo chiesto di il-lustrare la posizione del Ministero in meritoalla lotta all’Hiv/Aids e al sostegno alla ricerca.

Nelle ultime settimane sia le associazionidei pazienti che la comunità scientificahanno denunciato come la lotta all’Hiv/Aidsnon sia più una priorità né in termini di in-terventi per la prevenzione né in quelli disostegno alla ricerca: quale è la posizionedell’attuale ministero in merito? Sono previsteazioni concrete per contrastare la diffusionedell’infezione da Hiv e migliorare la qualitàdella vita delle persone colpite?L’infezione da Hiv e l’Aids continuano a rap-presentare un problema prioritario di sanitàpubblica per questo Ministero, che ha promossoe promuove iniziative per la prevenzione, laricerca, la diagnosi, il trattamento e la comu-nicazione connesse a tale patologia, nonchéper l’assistenza, la formazione, il sostegno alleassociazioni e la tutela dei diritti delle personecon Hiv. Tali iniziative sono condotte con ilsupporto della Commissione Nazionale per lalotta contro l’Aids (CNA), istituita nel 1987, edella Consulta delle Associazioni per la lottacontro l’Aids (CAA), attiva dal 1991, le qualihanno contribuito e supportato il Ministeroad affrontare temi di grande rilevanza socialee di non facile approccio. In particolare, tra il2009 ed il 2013: l’Italia è stata tra i primi Paesiad aver risposto concretamente alle richiestegiunte dall’Unione Europea sulle politiche perla diagnosi precoce dell’Hiv, emanando, nelluglio 2011 un ‘Documento di consenso sullepolitiche di offerta e le modalità di esecuzionedel test per Hiv’, che è stato aggiornato duranteuna Conferenza Nazionale di consenso, tenutasiad aprile 2012. La realizzazione da parte delleRegioni di programmi sulla diagnosi di infezioneda Hiv è stata inserita, nel 2012, tra gli obiettividi Piano Sanitario Nazionale per l’assegnazionedi quote vincolate alla realizzazione degliobiettivi stessi. A seguito delle numerose ri-chieste di chiarimenti pervenute ai Ministeridella salute e del lavoro in merito alla liceità omeno dell’effettuazione di accertamenti pre-assuntivi e periodici riguardanti l’eventualestato di sieropositività dei lavoratori, i due di-casteri, il 12 aprile 2013, hanno emanato, in

forma congiunta, la circolare "Tutela dellasalute nei luoghi di lavoro: Sorveglianza sanitaria– Accertamenti pre-assuntivi e periodici sie-ropositività HIV – Condizione esclusione divietoeffettuazione”, documento che chiarisce lecondizioni di esclusione della possibilità di ac-certamento della sieropositività e individuale limitazioni da rispettare per poter legitti-mamente procedere ad accertamenti di sie-ronegatività per l’Hiv, anche in considerazionedalle attuali possibilità terapeutiche che hannomutato sostanzialmente il quadro epidemio-logico e prognostico dell’infezione da Hiv. È incorso di finalizzazione, inoltre, la produzionedi materiale informativo da distribuire in luoghidi ritrovo e aggregazione che riprende i mes-saggi dell’ultima campagna di comunicazioneUniti contro l’Aids, testimonial Raoul Bova, trai quali l’invito ad usare il preservativo nei rap-porti occasionali e a fare il test se si sonoavuti comportamenti a rischio. Negli anni lepolitiche specifiche di prevenzione e di inter-vento in popolazioni colpite sono state modulatein relazione al mutare dell’andamento epide-miologico della malattia e del suo decorso cli-nico e, vista la complessità assistenziale, sociale,economica e scientifica connessa all’epidemiada Hiv, si ritiene che sia necessaria una conti-nuità per affrontare con costante attenzionetemi ancora aperti. Alcuni di questi, a causadi oggettive complessità, meritano ulterioriapprofondimenti, che saranno comunquecondotti nel prosieguo dei lavori della CNA edella CAA.

Quale sarà il destino di questi organismi,anche in vista del decreto del Presidentedella Repubblica datato 28 marzo 2013riordina tutti gli organi collegiali operantisotto il Ministero della Salute?La CNA e la CAA sono state confermate tragli organismi collegiali che restano in vitadopo il loro riordino, ad ulteriore riprovadella importanza che diamo alla materia.

Per la ricerca sull’Aids – Intervista a Giuseppe Ruocco, Dir. gen. della Prevenzione

“L’Aids, una priorità per il Ministero”

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A capo della divisione di Microbiologia e Immunologia dellaEmory University di Atlanta, Georgia, è uno dei piùimportanti ricercatori al mondo specializzato nello studio

dell’infezione da Hiv nel modello dei primati ed è membro delComitato Scientifico del CROI. Questo brillante curriculumappartiene a uno scienziato italiano che vive negli Stati Uniti daoltre 20 anni e che lavora anche per sosteneree migliorare la ricerca scientifica italiana. A lui,ad esempio, si deve l’idea dei CROI-ICAR Awards,nati per premiare i migliori lavori presentati dagiovani ricercatori italiani alla più importanteconferenza scientifica sull’Hiv/Aids. Con GuidoSilvestri cerchiamo di fare il punto sullo stato disalute della ricerca sull’Aids in Italia.

Come è lo stato della ricerca sull’Hiv/Aids nelnostro paese?Credo che l’Italia stia perdendo posizioni rispettoad alcuni paesi leader; se si guarda ai contributiimportanti di altri paesi – non parlo tanto degliStati Uniti che sono su un altro pianeta, mapaesi con un prodotto interno lordo simileall’Italia come il Canada, la Francia, l’Australia,la Svizzera, i paesi nordici – vediamo che inqueste realtà si investe e di conseguenza siproducono studi che contribuiscono a dei pro-gressi significativi. In questo campo l’Italiasembra un pochino in rallentamento.

Dobbiamo lamentare la solita mancanza di soldi?I fattori in gioco sono complessi e se li indaghiamo si rischia difare filosofia. L’Italia ha una tradizione scientifica meno strutturatarispetto, per esempio, a molti dei paesi anglosassoni o ai paesinordici: ha da un lato una forte impronta cattolica, dove lascienza conta poco e può essere in qualche caso contrastata, edall’altro altre correnti culturali, da quella liberale crociana aquella marxista, in cui comunque il ruolo della scienza e dellatecnologia è abbastanza secondario, mentre invece nel prag-matismo che caratterizza il mondo anglosassone scienza e tec-nologia sono le chiavi del futuro. Quindi non c’è da sorprendersise in questo campo il peso dell’Italia non è enorme. Poi ci sonoaltri fattori: a volte ho l’impressione che in Italia si faccianoscelte emotive basate sul momento, ad esempio basandosi suifatti di cronaca o su vicende che suscitano l’emozione delpubblico e spingono i ministri a fare annunci in televisione percercare il consenso. Invece ci vorrebbe un atteggiamento piùpacato, più serio: occorrerebbe un esame attento degli obiettiviper creare una global strategy del paese e chiarire che ruolo hal’Italia, quale è la sua missione nel mondo, nell’Europa. Questopurtroppo manca: non si riesce a capire, nel campo scientificocome in quello militare o culturale, cosa vuole essere l’Italia.Vogliamo essere un paese che scientificamente è all’avanguardia,perché crediamo sia una cosa importante? Allora bisognainvestire, bisogna creare infrastrutture, liberare energie e talentiche in effetti ci sono. Ma io non ho sentito nessuno in campagnaelettorale dire “la nostra strategia per quanto riguarda la cultura,

l’innovazione e la scienza è questa”. Non si prendono nemmenola briga di parlarne, ed è chiaro che poi i giovani si allontananoperché non si sentono rappresentati da questo modello. Questaè la differenza più grossa tra l’Italia e i paesi anglosassoni.

In quali settori della ricerca sull’Hiv siamo più deboli? Da due anni organizziamo i CROI-ICAR Awardscon cui premiamo a ICAR i migliori lavoriitaliani presentati al CROI. Sono tutte ricerchefondamentalmente di tipo clinico, alcune otti-me, con buona casistica di pazienti, ben con-trollate, con osservazioni interessanti. Quindic’è sicuramente una infrastruttura clinica cheè gestita bene, con buoni medici, bravi statistici:da questo punto di vista c’è un buon contributoalla ricerca mondiale. Dal punto di vista dellaricerca di base in generale, indipendentementedal fatto che sia sulla patogenesi, sui vaccinio su altro, stiamo scivolando indietro: ormaiè un pezzo che non c’è più un contributo rile-vante. Anche perché c’è una generazione cheha dato degli ottimi contributi in passato mache fatalmente si sta invecchiando: mancanoi trentenni che vengano su a parlare di progettiinnovativi, vedo molta timidezza, vedo i ragazzicristallizzati in queste eterne dinamiche traprofessori, associati, ricercatori, posizioni cherimangono occupate dagli stessi personaggiper cui non si liberano mai i nuovi talenti. È

ovvio che l’attuale penuria di risorse economiche rende questasituazione ancora più difficile da sbloccare: servono borse distudio o sostegni per rilanciare i giovani ricercatori.

A questo proposito, Anlaids ha deciso recentemente di riattivarei premi scientifici ai giovani ricercatori che sono stati un impegnoimportante fin dalla sua fondazione. Che suggerimento darebbesui principi generali con cui individuare i progetti da premiare?Io cercherei di non fare gesti simbolici dando ad esempio unpremio di 1.000 euro con cui al massimo il ricercatore riescead andare in vacanza. Cercherei di fare qualcosa che abbiaun ampio respiro, ad esempio una borsa di 30.000 euro rin-novabile per un anno, in modo tale che una persona per dueanni ha quel minimo di respiro che gli consente di portareavanti un progetto. Devono essere il più possibile agganciatea un progetto di ricerca e gestite da Anlaids in maniera auto-noma senza i soliti tre o quattro personaggi influenti chesono sicuramente persone ottime e dall’alto profilo scientificoma che rischiano di perpetrare un meccanismo di “spartizione”dei fondi disponibili in base all’appoggio da dare a specifiche“scuole” o “gruppi”, invece di puntare univocamente sullaqualità. Il progetto dei CROI-ICAR Awards, ad esempio, a mepiace perché è completamente sganciato dai “capi”: il processodi review non ha niente a che fare con loro e poi il piccolopremio che diamo è scelto indipendentemente da qualsiasisegnalazione. Secondo me dobbiamo galvanizzare questiragazzi, dar loro lo stimolo, l’entusiasmo.

Anlaids ByMail n. 52 - luglio 2013 pag. 3

Per la ricerca sull’Aids – Intervista a Guido Silvestri, Emory University di Atlanta, Georgia

“La ricerca italiana perde posizioni”

foto di Giulio M

aria Corbelli

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T ornando nelSud-Est asiati-co dopo l’edi-

zione del 2004 aBangkok, la Confe-renza della Inter-national AIDS So-ciety su Patogenesi,Trattamento e Pre-venzione dell’HIVche si è svolta aKuala Lumpur dal30 giugno al 3 luglio ha riportato l’attenzione sui problemiconnessi con la cura e il trattamento delle persone chesi iniettano droghe (injecting drugs users – IDU). Comeha sottolineato Adeeba Kamarulzaman, co-chair dellaconferenza insieme a Françoise Barré-Sinoussi, i pro-grammi di distribuzione di siringhe sterili che sono statiimplementati in Malesia hanno fatto da modello per in-fluenzare molti altri paesi della Regione. E l’attenzioneglobale che viene dall’organizzazione di queste conferenzecontribuisce a far sì che si diffondano programmi basatisull’evidenza e si riduca il ricorso alla pena di morte perreati connessi alla droga.Ma, anche se non sono mancate importanti sessioni sullalotta allo stigma e alla discriminazione, la conferenza IASè centrata più sulle questioni scientifiche che sui dirittiumani rispetto alla cosiddetta Conferenza mondiale AIDSche lo IAS organizza negli anni pari e che attrae un numerodi delegati cinque volte superiore a quello (5.000) che haaffollato il Kuala Lumpur Convention Centre. E, tra lenovità rilevanti presentate, quella che probabilmente faràricordare questa edizione è il lancio delle nuove LineeGuida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (vediarticolo a pagina 5) che promuovono un accesso piùampio e precoce alla terapia antiretrovirale in tutti ipaesi, indipendentemente che si tratti di paesi a bassoreddito o superpotenze industrializzate.

TASP E PREP TRA RISuLTATI E CONTROVERSIENaturalmente non potevano mancare le sessioni dedicateagli effetti preventivi del trattamento antiretrovirale (Tre-atment as Prevention – TasP) e quelle sulla profilassi pre-esposizione (Pre-exposure Prophylaxis – PreP), due degliargomenti più dibattuti negli ultimi mesi. Da riportare

l’analisi sulla manca-ta efficacia dello stu-dio FEM-PreP, se-condo precedenti re-port da attribuire allascarsa aderenza altrattamento: secon-do Christina Wonge gli altri ricercatori,le donne arruolateavevano deciso di

partecipare non perché desiderose di provare l’efficaciadella PreP ma piuttosto per avere benefici personali comela possibilità di fare il test una volta al mese o gli incentivieconomici previsti. E questo potrebbe aver influenzatonon di poco la loro capacità di seguire il trattamento.

LA RICERCA DELLA CuRAUn altro settore che suscita molto interesse ultimamenteè quello della scienza di base diretta alla “cura” o alla era-dicazione dell’infezione. Oltre agli studi sui post-treatmentcontroller o quelli sul trapianto di midollo di cui parliamonelle prossime pagine, Martin Tolstrup ha presentato idati da uno studio clinico di fase I per un inibitoredell’istone deacetilasi (HDAC) che dovrebbe risvegliare lecellule latenti infettate con l’HIV, il panobinostat. Lo studioha coinvolto quindici persone con viremia soppressa da

molto tempo che hanno assuntodiverse dosi di panobinostat perun totale di otto settimane. Tragli endpoint secondari c’era anchela misurazione qualitativa – nonquantitativa – della viremia a livellimolto bassi che diveniva rilevabiledopo la somministrazione del far-maco. Anche se questi risultatisembrano confermare la capacitàdegli inibitori della HDAC di in-terrompere la latenza delle celluleinfette, essi sono da considerarsicomunque preliminari e non ri-solvono la questione su quale

proporzione delle cellule latenti rispondano al trattamento.

NuOVE STRATEGIE E TRATTAMENTISul fronte della ricerca clinica, importanti risultati daglistudi di fase III su dolutegravir, un inibitore dell’integrasiche si è dimostrato non inferiore rispetto a raltegravir eaddirittura superiore a questo nei pazienti che non hannomai assunto inibitori dell’integrasi; inoltre dolutegravirmantiene buona efficacia nella somministrazione duevolte al giorno persino contro i ceppi resistenti a raltegravir. Presentati anche i dati di efficacia e sicurezza a 96settimane della fixed dose combination di elvitegravir,cobicistat, emtricitabina e tenofovir: l’efficacia è simile aquella di Atripla o atazanavir/ritonavir con Truvada e simantiene indipendentemente dalle caratteristiche de-mografiche, di viremia e di CD4 al baseline. La combinazionesembra avere un miglior profilo di resistenze e di tollerabilità,rendendola una buona opzione per il trattamento disoggetti naïve. Infine, lo studio ENCORE1 di 48 settimane condotto inAfrica, Asia, Australia, Europa e nelle Americhe ha dimo-strato che una dose di 400 mg di efavirenz è virologicamentenon inferiore al dosaggio standard di 600 mg; alcune, manon tutte, le evidenze suggeriscono anche un minor tassodi eventi avversi con il dosaggio inferiore.

Anlaids ByMail n. 52 - luglio 2013pag. 4

IAS 2013 – La 7a edizione si è svolta a Kuala Lumpur, Malesia, dal 30 giugno al 2 luglio

La Conferenza IAS torna nel Sud-Est asiatico

Adeeba Kamarulzaman.Photo©InternationalAIDS Society/Marcus Rose/Workers' Photos

Christina Wong et al., Participant Motivation for Enrollingand Continuing in the FEM-PrEP HIV Prevention ClinicalTrial. pag.ias2013.org/Abstracts.aspx?SID=24&AID=1672

Un momento del workshop sullacura. Photo©International AIDS So-ciety/Marcus Rose/Workers' Photos

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Anlaids ByMail n. 52 - luglio 2013 pag. 5

Nuove linee guida OMS: terapia a 500 CD4

u n momento impor-tantissimo della Con-ferenza e stato quel-

lo della divulgazione dellenuove Linee Guida dell’Or-ganizzazione Mondiale dellaSanità (OMS) per la terapiae la prevenzione dell’infe-zione da HIV, presentatedagli esperti che maggior-mente hanno contribuitoalla stesura del documento;tra questi Stefano Vella (Isti-tuto Superiore di Sanita),che e stato il co-chair dellasezione “trattamento degliadulti con infezione da HIV”. Fin dal 2002, l’OMS ha stilato linee guida sull’uso deifarmaci antiretrovirali, dedicandole di volta in volta aivari aspetti della diagnosi, del trattamento e della curadell’HIV. Ora, per la prima volta, queste linee guidaseguono l’intero percorso di cura della persona con HIV,compreso l’aspetto della prevenzione. Ne scaturisce cosìun documento articolato, che contiene una serie di rac-comandazioni che partono dalle strategie test e counsellinge test and treat per arrivare alla vera e propria terapiaanti HIV e agli aspetti operazionali (servizi sanitari, eroga-zione delle cure, monitoraggio della risposta e degli effetticollaterali, gestione delle coinfezioni e delle comorbidita).Tradizionalmente le Linee Guida dell’OMS erano dedicatesoprattutto ai Paesi in via di sviluppo; la vera novita e cheil documento 2013 e universale e valido per tutto ilmondo, senza differenze tra ricchi e poveri. L’approccio seguito nella stesura delle Linee Guida equello della “medicina basata sulle evidenze”: le racco-mandazioni scaturiscono non dall’opinione personale madall’analisi dei dati scientifici disponibili, selezionati sullabase della loro qualita, secondo una metodologia rigorosae validata, che lascia spazi limitati alla soggettivita. Tutto,

pero, visto nell’ottica dellasalute pubblica, tenendoconto quindi dell’applicabi-lita e fattibilita nei diversicontesti socio-geografici. Appare quindi fortementeinnovativa la raccomanda-zione clinica che rapida-mente ha reso popolari leLinee Guida 2013:

La soglia per l’inizio della•HAART in adulti e ado-lescenti e innalzata a500 CD4/mmc. La prio-rita resta (come nelleLinee Guida 2010) il trat-tamento delle persone

con meno di 350 CD4/mmc. La terapia va iniziata, indipendentemente dal numero•dei CD4, non solo in chi ha una coinfezione con la tu-bercolosi o una grave epatopatia associata a HBV (giaprevisto dalle Linee Guida del 2010), ma anche:

nei partner sieropositivi delle coppie discordanti, •nelle donne gravide o che allattano,•nei bambini con eta inferiore a 5 anni. •

Secondo le stime, l’applicazione delle nuove raccoman-dazioni dovrebbe evitare circa tre milioni di morti perAIDS e tre milioni e mezzo di nuove infezioni da HIV tra il2013 e il 2025. La parte operazionale delle Linee Guidafornisce strumenti di supporto per permettere che cioavvenga, attraverso le politiche sanitarie, l’implementazionedelle infrastrutture e la continuita dell’assistenza allepersone con HIV. Le nuove Linee Guida sono state accolte con entusiasmoda chi ne coglie la grande innovativita in tema di difesadei diritti umani e del principio di equita. Da non ignorare,pero, avverte l’OMS, che per la loro applicazione e indi-spensabile un incremento del 10% del totale degli inve-stimenti annui per la lotta all’HIV.

IAS 2013 – di Lucia Palmisano, Istituto Superiore di Sanità

Stefano Vella, Photo©International AIDS Society/Steve Forrest/Workers’ Photos

A nlaids conferma il suo impe-gno a sostegno della ricercasull’Hiv/Aids bandendo una bor-

sa di studio e un premio scientifico perun valore complessivo di 35.000 euro.La Borsa di Studio di Ricerca nel Setto-re Biomedico, del valore di 25.000euro, è riservata a laureati in MedicinaChirurgia e Scienze Biologiche o Bio-tecnologie, di nazionalità italiana e re-sidenti in Italia, che non abbiano su-perato i 35 anni di età alla data di sca-

denza del bando. La scadenza per lapresentazione della domanda di par-tecipazione è il 30 settembre 2013. Ilbando completo è scaricabile sul sitowww.anlaidsonlus.it.Il Premio Scientifico intitolato a Gio-van Battista Rossi assegnerà 10.000euro al ricercatore italiano distintosinel campo della ricerca sull’Aids per ilmiglior lavoro pubblicato nel periododal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre2012. Possono partecipare i ricercatori

di cittadinanza italiana e di età inferioreai 40 anni all’atto della presentazionedella domanda che figurino comveprimo autore di un lavoro scientificointeramente eseguito in un centro diricerche italiano e documentato conpubblicazione compresa nelle datesopra riportate. Anche per le domandedi partecipazione al premio GB Rossi,la scadenza è fissata al 30 settembre2013. Per scaricare il bando, visitarela pagina dedicata.

Anlaids finanzia la ricercaRinnovate le borse di studio e il premio scientifico intitolato a Giovan Battista Rossi

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Anlaids ByMail n. 52 - luglio 2013pag. 6

Verso il controllo dell’infezione post-trattamento

A Kuala Lampur durante la 7a Conferenza IASun meeting satellite dell’ANRS, agenzia fran-cese di ricerca sull’HIV (What Can We Learn

from Post-Treatment Controllers?) è stato dedicatoai pazienti che mantengono senza terapia una caricavirale non rilevabile dopo essere stati trattati conHAART per 3-5 anni al momento della diagnosi diinfezione acuta. Questi soggetti sono chiamati PTC(post-treatment controllers) e differiscono da coloroche sono definiti Elite Controllers (EC) i quali man-tengono una condizione di non progressione a lungotermine della malattia (15-20 anni dall’infezione)in assenza di terapia. La condizione di non progres-sione a lungo termine senza terapia riguarda unafrazione molto piccola di pazienti (inferiore all’1%)e, sebbene molto studiata sia sul versante dell’ospitesia su quello dei ceppi virali ospitati da questi indi-vidui, sembra essere una condizione molto peculiaredovuta a una costellazione di fattori ovvero riguardacontemporaneamente l’assetto genetico e l’insiemedelle risposte immunitarie dei singoli soggetti.

CHI SONO I PTC?Dal punto di vista numerico i PTC sembrano essereil 5-15% dei soggetti trattati molto precocementein quanto durante l’infezione acuta avevano mostratosintomi severi. La letteratura ha riportato ad oggi50 casi. Contrariamente agli EC, i PTC nella maggio-ranza dei casi studiati non hanno una specifica pro-tezione genetica ovvero non hanno particolari aplo-tipi HLA associati alla progressione lenta (HLA-B52/27) e hanno risposte immunitarie più deboli. Alcune presentazioni hanno riportato i risultati dellostudio francese VISCONTI (Viro-Immunologic Sustai-ned CONtrol after Treatment Interruption) che dal1998 al 2001 ha arruolato 18 pazienti con una etàmedia di 33 anni, che nell’88% dei casi avevanoavuto un decorso severo dell’infezione acuta ed

erano stati trattati con una HAART a 3 (73%) o 4(20%) farmaci; i regimi contenevano PI nell’80% deicasi e la durata mediana del trattamento è stata 2.4anni. Durante il trattamento i pazienti avevano rag-giunto un numero normale di linfociti CD4. Ad oggi,trascorsi più di 9 anni dalla sospensione della terapia,solo un soggetto ha iniziato nuovamente la terapiaa causa di un grave evento clinico e 3 hanno avutoun rebound virale di lieve entità (86, 1976, 4900copie/ml) che non ha comportato riassunzione deifarmaci. L’85% delle determinazioni della caricavirale eseguite negli anni come follow-up, dopo l’in-terruzione, era minore di 50 copie/ml. La caricavirale nei reservoir (cellule monunucleate di sangueperiferico PBMC e intestino) era bassa. La viremiaresidua definita come 2 determinazioni consecutive>50 cp/mL ha permesso di identificare 2 gruppi disoggetti: 13 di questi, negativi per la viremia residua,all’ultima osservazione avevano più di 900 CD4 eun rapporto CD4/CD8>1, mentre 5, con viremia re-sidua, mostravano un declino di entrambi.

IL TRATTAMENTO MOLTO PRECOCEDurante questo meeting sono inoltre stati presentatii dati dello studio Tailandese RV524/Search 010 StudyGroup relativi al trattamento molto precoce in parti-colare con riferimento alla classificazione di Fiebig(vedi figura). La casistica ha studiato 100 pazienticon una età mediana di 29 anni classificati rispetti-vamente nel 30%, 15% e 43% dei casi in stadio I, II eIII di Fiebig. Ben il 92% dei soggetti in stadio I nonpresentava DNA integrato nei PBMC mentre questapercentuale era 53% nei pazienti in fase III. Dopo unanno di trattamento queste percentuali aumentavanoal 100% e 89%. Inoltre la quantificazione del DNA in-tegrato indicava che nelle sottopolazioni T centralmemory dopo 24 settimane di trattamento il virusera assente anche in questi compartimenti se il trat-

IAS 2013 – di Claudia Balotta, Ospedale L. Sacco di Milano

MedianNo residual

viremia(n=13)

Residual viremia +

(n=5)P-value

All’infezione primaria

CD4/mm3 502 593 0.6

Ratio 0.75 0.65 0.4

All’interruzione di trattamento

CD4/mm3 954 583 0.14

Ratio 1.75 1.35 0.17

All’ultima visitaCD4/mm3 983 530 0.003

Ratio 2.10 0.88 0.02

Coorte VISCONTI – Outcome immunologici

Laurent Hocqueloux, Orléans’ Regional Hospital (France) For the ANRS EP47VISCONTI study group: Long-term clinical and viro-immunologic outcomesof post-treatment controllers (PTCs) in the ANRS-VISCONTI study.http://pag.ias2013.org/session.aspx?s=42#2

Laurent Hocqueloux, Photo©International AIDS Society/Marcus Rose/Workers’ Photos.

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Anlaids ByMail n. 52 - luglio 2013 pag. 7

T ra i late-breaker della Conferenza IAS di KualaLumpur, sono stati presentati da Timothy Henrichdella Harvard Medical School i casi di due persone

sieropositive che si sono sottoposte a un trapianto dicellule staminali per curare una leucemia e che, alcunesettimane dopo l’interruzione della terapia antiretrovirale,non mostrano nessuna evidenza di replicazione di HIV.Un terzo paziente, anch’esso arruolato nello studio, pur-troppo è morto sei mesi dopo il trapianto; un tragico out-come che evidenzia come questo tipo di trattamentopresenti rischi molto seri di complicazioni.I due pazienti che hanno risposto positivamente hannoavuto bisogno di un trapianto di midollo per curare unlinfoma di Hodgkins; diversamente dal caso di TimothyBrown, il cosiddetto “Paziente di Berlino” che è oggisenza trattamento antiretrovirale da più di cinque annisenza alcun rebound virale, questi pazienti non sonoricorsi a un donatore con la delezione genetica CCR5-del-ta-32 che protegge dalla infezione da HIV e alla quale erastata attribuita la cura funzionale in quel caso. Tuttavia,come è di prassi per evitare la malattia del trapiantocontro l’ospite, anch’essi si sono sottoposti a una che-mioterapia in grado di abbattere buona parte del sistemaimmunitario. Inoltre hanno proseguito la terapia ART

prima, durantee dopo il tra-pianto, con unfollow-up di 4.5e 2.7 anni primadi interrompereil trattamento.La sospensionedella terapia èstata decisadopo che diversiesami intensivinon sono riusciti

a mostrare evidenza di replicazione virale in corso. Secondo i dati presentati a Kuala Lumpur, le analisi a 7 e15 settimane non sono riuscite finora a fornire alcunaevidenza di replicazione virale, né di alcuna rispostaimmune specifica contro l’HIV. Non è stato possibiletrovare l’HIV neanche nel sangue usando saggi da menodi una copia a millilitro, nelle cellule (in milioni di cellulecon test altamente sensibili) o nel tessuto intestinale(uno dei compartimenti considerati un “santuario” perl’HIV dai ricercatori per la cura). I ricercatori suggeriscono che due aspetti del loro protocollopotrebbero ricoprire una certa importanza. Innanzitutto,il ruolo della chemioterapia per combattere la malattiadel trapianto contro l’ospite potrebbe essere critico nel-l’eliminare le cellule infettate dopo il trapianto. In secondoluogo, proseguire la ART per diversi anni dopo il trapiantopotrebbe anche aver evitato la reinfezione permettendoal contempo la eliminazione di ogni reservoir residuo dicellule infettate con l’HIV.

Da Fiebig EW, Dynamics of HIV viremia and antibody seroconversion inplasma donors: implications for diagnosis and staging of primary HIVinfection. AIDS. 2003; 17: 1871-9.

Classificazione di Fiebig

Stadio HIV RNA p24 ELISA WB Durata media dell’infezione(giorni)

I + - - - 5

II + + - - 10.3

III + + + - 13.5

IV + + + indet. 19.1

tamento veniva iniziato in stadio I, mentre era presentein 3 su 4 pazienti in Fiebig III e in tutti soggetti coninfezione cronica. Inoltre a 24 settimane la metà deisoggetti in stadio I sembrano non sviluppare una ri-sposta anticorpale, indicando una possibile remissionedell’infezione. Se confermati questi dati avranno im-portantissime implicazioni per il controllo dell’infezioneattraverso il trattamento molto precoce, la cosiddettacura funzionale.In aggiunta a questi dati, l’efficacia della terapiaprecoce è stata discussa nel caso di un paziente diAmburgo che, dopo un trattamento di oltre 5 anniiniziato in fase molto precoce, a 9 anni dall’ultimaassunzione di farmaci antiretrovirali mantiene oltre1000 cellule CD4 e il controllo della replicazionevirale anche se privo di un corredo genetico pro-tettivo.Il simposio aveva, inoltre, l’obiettivo di costruire unacoorte internazionale di pazienti in grado di controllarel’infezione dopo il trattamento precoce e la sua in-terruzione. Molti quesiti relativi ai meccanismi delcontrollo della replicazione virale rimangono aperti.L’identificazione dei fattori predittivi associati al con-trollo dell’infezione permetterebbe di individuare isoggetti per i quali l’interruzione della terapia potrebbeessere pianificata senza rischi per il paziente.

Photo©International AIDS Society/Marcus Rose/Workers’ Photos.

Timothy Henrich, photo©International AIDS Society/Steve Forrest/Workers’ Photos

Due casi di cura?IAS 2013 – Novità sul fronte della eradicazione

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Anno V numero 52luglio 2013

Newsletter d’informazione di Anlaids OnlusAssociazione Nazionale per la Lotta contro l’Aidsvia Barberini, 3 00187 RomaTel. 064820999Fax [email protected]

Registrazione al Trib. di Roman. 196/2010 del 19 aprile 2010

Direttore responsabile:Giulio Maria [email protected]

Comitato di redazione:Claudia Balotta, Fiore Crespi, Da-niela Lorenzetti, Lucia Palmisano,Olga Pohankova

Progetto grafico: Gamca

Al numero verde gratuito800 589 088

tutti i lunedì e giovedì dalle 16 alle 20un infettivologo sarà a disposizione,anche in inglese e franceseSu anlaidsonlus.it/forum, il dott.Francesco Baldasso risponde a do-mande di ambito medico.

Anlaids ByMail n. 52 - luglio 2013pag. 8

News breviNAzIONALE

A FIRENzE IL XXVI CONGRESSO ANLAIDS

Si terrà il 29 e 30 novembre 2013 la ventiseiesimaedizione del Congresso Anlaids. L'evento sarà ospitatonel capoluogo toscano nei locali del Cenacolo di SantaCroce e presso l'Istituto Agronomico per l’Oltremare.I presidenti del Congresso, Francesco Mazzotta eGuido Bastianelli, insieme con il presidente nazionaleAnlaids Mauro Moroni invitano le sedi Anlaids ad in-dividuare attivisti o persone sieropositive disponibiliad essere incluse nel programma del convegno.

NAzIONALE

SESTA EDIzIONE DEL PREMIO TOMASSETTI

Il 30 luglio 2007 moriva improvvisamente a soli 39anni Riccardo Tomassetti, gior-nalista scientifico unanime-mente apprezzato per le suequalità umane e professionali.Dal rimpianto per la sua pre-matura scomparsa è nato ilPremio giornalistico “RiccardoTomassetti”, giunto quest’annoalla sua sesta edizione. Il pre-mio, promosso dal Master di I livello “Le Scienze dellavita nel Giornalismo e nei rapporti Politico-istituzio-nali” (SGP) della Sapienza Università di Roma e so-stenuta da MSD Italia, ha come focus “Ricerca, inno-vazione e futuro in Virologia”. Quest’anno, quindi, laGiuria assegnerà un riconoscimento al giovane gior-nalista che avrà presentato il miglior servizio giorna-listico che affronti tematiche relative alla ricerca scien-tifica, all’innovazione e alle prospettive future nelcampo della virologia, pubblicato su agenzie, quoti-diani, periodici, radiotelevisione, siti web o blog. Igiornalisti che al 1° gennaio 2013 non abbiano com-piuto 35 anni d’età hanno tempo fino al 10 novembreper inoltrare le candidature al Premio.Il Premio è patrocinato dall’Associazione pazienti conEpatite e malattie del fegato, EpaC Associazione Onlus,e dalle più importanti associazioni di lotta all’HIV/AIDS,Anlaids Onlus, C.I.C.A., Nadir Onlus e NPS - NetworkPersone Sieropositive Italia Onlus.

MANTOVA

ANLAIDS INCONTRA GLI SCOuT

Il giorno 11 maggio 2013 Anlaids Mantova, rappre-sentata dal presidente Mauro Longhi e alcuni volontari,ha per la prima volta partecipato a un’attività propostadal gruppo scout Agesci della Parrocchia di S. Pio X,che sta affrontando un tema molto importante ine-rente ai giovani e all’affettività in tutte le sue sfere.L'incontro aveva lo scopo di informare i giovani di etàcompresa tra i 17 e i 21 anni sui pericoli dei rapportisessuali non protetti. All'incontro ha partecipato anchePaolo Costa, primario dell’Unità Operativa MalattieInfettive Az. Osp. Carlo Poma di Mantova.

LAzIO

SuPEREROI IN RADIO CONTRO L’HIV

Pinocchio, Biancaneve, laBella e la Bestia, il Gladiatoree la Principessa sul pisello:sono solo alcuni dei protago-nisti della nuova campagnaradiofonica di Anlaids Lazio"Giocoinforma.it”. Il regista eautore radiofonico Arturo Vil-lone e Piero Chiambrettihanno infatti chiamato a rac-colta supereroi dei fumetti, personaggi delle fiabe edel grande schermo per realizzare 30 soggetti da 30’’nei quali i protagonisti si confrontano in modo ironicoe divertente sull’importanza della prevenzione control’Hiv. Ecco allora Luca Ward nella parte, ovviamente,del Gladiatore e dell’Agente ZeroZeroCervello e DiegoAbatantuono in quella di Tarzam – il re della giunglametropolitana – e Zarro, l’eroe mascherato vestito dinero. Baz – al secolo Marco Bazzoni di Colorado Caffè– interpreta invece l’Alieno Mutante che seduce tuttigli umani. Tutti che hanno rapporti sessuali non protetti.E a tutti, puntualmente, la Voce della Coscienza – in-terpretata da Piero Chiambretti – ricorda di prendereprecauzioni e di fare il test dell’Hiv. E poi ci sono: Elvirala Vampira, la Donna Gatto, l’Uomo Lupo, La Sirenettae molti altri, interpretati da attori, doppiatori e comiciche hanno accettato di aderire gratuitamente al pro-getto, interamente a “costo zero”, per ricordare agliascoltatori che bisogna sempre proteggersi nei rapportisessuali. Le musiche degli spot sono del compositoreGiovanni Lodigiani e della rock band al femminile "leRivoltelle”.Gli spot radiofonici rimandano al gioco interattivo sullaprevenzione dal quale la campagna stessa prende ilnome: Gioconinforma.it, un programma d’informa-zione online sull’Aids/Hiv ideato da Anlaids Lazio.

LOMBARDIA

CORSO DI FORMAzIONE PER I FuTuRI MEDICI

Anlaids Lombardia ha iniziato un percorso di forma-zione per introdurre i giovani del Segretariato Ita-liano Studenti in Medicina (SISM) all’interno delleattività di prevenzione, nelle scuola del territoriomilanese. Il corso è suddiviso in tre moduli: un primosu “La mission dell’associazione” per illustrare comeAnlaids si muova in un’ottica di servizio e di coerenzascientifica, tenendo sempre presente gli aspettietici, multiculturali e valoriali che si presentano al-l’interno di ogni realtà scolastica; il secondo moduloriguarda “La chiarezza metologica”, perché molticontenuti scientifici e clinici sull’argomento dell’in-fezione da Hiv possono risultare di non facile com-prensione per i ragazzi e dimostrarsi addirittura an-siogeni per il messaggio di pericolo che possono im-plicitamente veicolare; il terzo modulo affronta le“Caratteristiche dell’istituzione scuola” attraversola tecnica del Role Play.