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il geometra ligure 4 ottobre novembre dicembre 2011 anno 60° - 4 ottobre - novembre - dicembre 2011 Tariffa Regime Libero: “Poste Italiane S.p.A.” Sped. abb. post. 70% - DBC Genova Tassa pagata Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 318 del 29/11/54 Direttore Responsabile Arnoldo Juvara Segretario di Redazione Marco Russello Redattori Roberta Arena Pier Emilio Copello Alessio Danovaro Paolo De Lorenzi Ettore Fieramosca Filippo Finocchiaro Franco Garbarino Mauro Mattei Andrea Merello Adolfo Morasso Liliana Olcese Alessandro Ombrina Roberto Ombrina Adriano Rodari Redattore onorario Lorenzo Traverso Direzione Amministrazione Redazione e Distribuzione 16129 Genova Viale Brigata Bisagno, 8/1-2 Tel. 010.5700735 [email protected] www.collegio.geometri.ge.it Hanno collaborato a questo numero Geom. Alberto Marcenaro Geom. Luciano Piccinelli Geom. Fabio Crovetto Geom. Luigi Lanero Dott.ssa Stella Seitun Dott.ssa Raffaella Ponte Alberto Verardo La presente pubblicazione è distribuita gratuitamente agli iscritti all’albo professionale della Provincia di Genova ed ai Collegi Geometri e Geometri Laureati d’Italia. La riproduzione degli articoli, schizzi e fotografie è permessa solo citando la fonte. Le opinioni espresse dagli Autori, Redattori, Corrispondenti non impegnano né la Direzione, né la Redazione, né il Collegio di cui il periodico è l’organo. Stampato nel mese di dicembre 2011 dalle Grafiche Fassicomo Via Imperiale, 41 - 16143 Genova Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Luci nella sera Foto di copertina geom. Marco Russello sommario 162 Se tornassi indietro... 167 L’Archivio Storico del Comune di Genova - 2 a parte 172 I geometri ed i 150 anni dell’unità d’Italia 177 Iscritti all’Albo d’Onore del Collegio 180 Puntatori laser: possono essere pericolosi? 182 Museo d’arte orientale “E. Chiossone” 183 Viaggio tra i giochi del mondo 184 All’ombra del Tricolore 191 Agit: Congresso 2011 - Verona 193 Vademecum sulla formazione continua obbligatoria 198 Comunicazioni dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati 203 Giurisprudenza 205 Legislazione 208 Tracciamenti di cantiere: strumenti, tecniche, esemplificazioni

il geometra ligure - agassociati.com · da Giuseppe Garibaldi (nato a Nizza, ma di origine ligure, con padre di Chiavari e madre di Loano), generale, patriota, condottiero italiano,

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il geometraligure

4ottobrenovembredicembre

2011

anno 60° - 4 ottobre - novembre - dicembre 2011Tariffa Regime Libero: “Poste Italiane S.p.A.” Sped. abb. post. 70% - DBC Genova Tassa pagata Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 318 del 29/11/54

Direttore Responsabile Arnoldo Juvara

Segretario di Redazione Marco Russello

RedattoriRoberta ArenaPier Emilio CopelloAlessio DanovaroPaolo De LorenziEttore FieramoscaFilippo FinocchiaroFranco GarbarinoMauro MatteiAndrea MerelloAdolfo MorassoLiliana OlceseAlessandro OmbrinaRoberto OmbrinaAdriano Rodari

Redattore onorarioLorenzo Traverso

Direzione AmministrazioneRedazione e Distribuzione16129 Genova Viale Brigata Bisagno, 8/1-2Tel. 010.5700735 [email protected] www.collegio.geometri.ge.it

Hanno collaborato a questo numeroGeom. Alberto MarcenaroGeom. Luciano PiccinelliGeom. Fabio CrovettoGeom. Luigi LaneroDott.ssa Stella SeitunDott.ssa Raffaella PonteAlberto Verardo

La presente pubblicazione è distribuita gratuitamente agli iscritti all’albo professionale della Provincia di Genova ed ai Collegi Geometri e Geometri Laureati d’Italia. La riproduzione degli articoli, schizzi e fotografie è permessa solo citando la fonte. Le opinioni espresse dagli Autori, Redattori, Corrispondenti non impegnano né la Direzione, né la Redazione, né il Collegio di cui il periodico è l’organo.

Stampato nel mese di dicembre 2011 dalle Grafiche FassicomoVia Imperiale, 41 - 16143 Genova

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Luci nella sera

Foto di copertina geom. Marco Russello

sommario162 Se tornassi indietro...

167 L’Archivio Storico del Comune di Genova - 2a parte

172 I geometri ed i 150 anni dell’unità d’Italia

177 Iscritti all’Albo d’Onore del Collegio

180 Puntatori laser: possono essere pericolosi?

182 Museo d’arte orientale “E. Chiossone”

183 Viaggio tra i giochi del mondo

184 All’ombra del Tricolore

191 Agit: Congresso 2011 - Verona

193 Vademecum sulla formazione continua obbligatoria

198 Comunicazioni dal Consiglio Nazionale Geometrie Geometri Laureati

203 Giurisprudenza

205 Legislazione

208 Tracciamenti di cantiere:strumenti, tecniche, esemplificazioni

A l momento in cui verrà letta la presente rivista, saremo quasi a fine

2011, anno che rimarrà scritto nella nostra storia italiana, per le manifestazioni di vario tipo che hanno ricordato i 150 anni dell’unità d’Italia. Mi sembra pertanto doveroso scrivere alcune righe anche in questa nostra rivista per ricordare tale ricorrenza per almeno due principali motivi. Il primo é che l’unità d’Italia ha avuto origini proprio dalla nostra città, con la partenza dei Mille da Quarto, guidati

da Giuseppe Garibaldi (nato a Nizza, ma di origine ligure, con padre di Chiavari e madre di Loano), generale, patriota, condottiero italiano, noto anche con l’appellativo Eroe dei Due Mondi, per le sue imprese compiute in Europa ed in America del Sud, persona più nota del Risorgimento Italiano, ed uno dei personaggi storici italiani più celebri al mondo.

Il secondo punto é la correlazione tra l’unità d’Italia e la figura del geometra così come la riconosciamo al giorno d’oggi.

La costituzione dell’unità d’Italia nasce a fine ‘700 prevalentemente dallo sviluppo di una coscienza politica nazionale, maturata

soprattutto nella borghesia, con la diffusione delle idee liberali, e dell’Illuminismo esaltate dalla Rivoluzione francese, ed ebbe un’accelerazione improvvisa con la discesa in Italia di Napoleone Bonaparte nella sua prima campagna d’Italia, avvenuta nel 1796. Rovesciati i sovrani preesistenti, i Francesi, deludendo le speranze dei patrioti giacobini italiani, si erano stabilmente insediati nella Pianura Padana, creando repubbliche su modello francese (le cosiddette repubbliche sorelle), rivoluzionando la vita del tempo e portando idee nuove, ma facendone anche ricadere il costo sulle popolazioni locali, sino a generare episodi di rivolta.

Il sorgere della coscienza nazionale non fu un processo unitario, lineare o coerentemente definito; diversi programmi, aspettative ed ideali, a volte anche incompatibili tra loro, confluirono in un vero e proprio diversificato campo ideologico. Infatti vi erano quelli romantico-nazionalisti, repubblicani, protosocialisti, anticlericali, liberali, monarchici filo Savoia o papalini, laici e clericali.

Vi era inoltre l’ambizione espansionista di Casa Savoia verso la Pianura Padana, vi era il bisogno di liberarsi dal dominio austriaco nel Regno del Lombardo-Veneto, unitamente al generale desiderio di migliorare la situazione socio-economica approfittando delle opportunità offerte dalla rivoluzione tecnico-industriale, superando al contempo la frammentazione della penisola laddove sussistevano Stati, in parte liberali, che spinsero i vari rivoluzionari della penisola a elaborare e a sviluppare un’idea di patria più ampia e ad auspicare la nascita di uno Stato

Geom. Franco Garbarino

I geometri ed i 150 anni dell’unità d’Italia

173Il geometra ligureI geometri ed i 150 anni dell’unità d’Italia

nazionale analogamente a quanto avvenuto in altre realtà europee come Francia, Spagna e Gran Bretagna.

Le personalità di spicco in questo processo furono m o l t e t r a c u i : Giuseppe Mazzini (anch’esso ligure), figura eminente del movimento liberale r e p u b b l i c a n o italiano ed europeo;

Giuseppe Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste; Camillo Benso conte di Cavour, statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all’espansione del Regno di Sardegna; Vittorio Emanuele II di Savoia, abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d’Italia.

Vi furono gli unitaristi repubblicani e federalisti radicali contrari alla monarchia come Nicolò Tommaseo e Carlo Cattaneo; vi furono cattolici come Vincenzo Gioberti e Antonio Rosmini che auspicavano una confederazione di stati italiani sotto la presidenza del Papa (neoguelfismo) o della stessa dinastia sabauda; vi furono docenti ed economisti come Giacinto Albini e Pietro Lacava, divulgatori di ideali mazziniani soprattutto nel Meridione.

Trascorsa la fase delle società segrete, sviluppatasi soprattutto tra il 1820 ed il 1831, durante i due decenni successivi presero corpo

le due correnti principali che promossero con piena consapevolezza ed incisività politica il processo risorgimentale, quella democratica e quella moderata.

L’unità d’Italia avvenne appunto grazie all’operazione guidata da Giuseppe Garibaldi,

liberando il Sud dal dominio borbonico, unificando così il Regno delle Due Sicilie allo Stato Sabaudo con il Ducato di Parma, il Ducato di Modena ed il Granducato di Toscana, sotto la guida di Vittorio Emanuele II. Nell’ambito del primo parlamento d’Italia, il 17 marzo del 1861, lo stesso proclamava il Regno d’Italia. Nello stesso anno vengono conquistati, la Romagna, le Marche, l’Umbria, Benevento e Pontecorvo, sottratti alla Chiesa e annessi al regno con plebisciti.

Nel gennaio 1861 si tennero le elezioni per il primo parlamento. Su quasi 26 milioni di abitanti, il diritto a votare fu concesso solo a 419.938 persone (circa l’1,8%), soltanto 239.583 votarono; i voti validi furono 170.567, dei quali oltre 70.000 erano di impiegati statali. Furono eletti 85 fra principi, duchi e marchesi, 28 ufficiali, 72 fra avvocati, medici ed ingegneri. Con la prima

174 Il geometra ligure I geometri ed i 150 anni dell’unità d’Italia

convocazione del Parlamento italiano del 18 febbraio1861 e la successiva proclamazione del 17 marzo, Vittorio Emanuele II è il primo re d’Italia. Nel 1866, con la terza guerra di indipendenza, vengono annessi al regno il Veneto (comprendeva anche la Provincia del Friuli) e Mantova sottratti all’Impero Austro-Ungarico. Nel 1870, con la presa di Roma, viene annesso il Lazio, sottraendolo allo Stato della Chiesa. Roma diventa la capitale d’Italia (prima erano state Torino e Firenze).

Il Regno d’Italia si configurava come una delle maggiori nazioni d’Europa, almeno a livello di popolazione e di superficie (22 milioni su una superficie di 259.320 km2), non poteva considerarsi una grande potenza, a causa soprattutto della sua debolezza economica e politica. Le differenze economiche, sociali e culturali ereditate dal passato ostacolavano la costruzione di uno stato unitario. Accanto ad aree tradizionalmente industrializzate coinvolte in processi di rapida modernizzazione, esistevano situazioni statiche ed arcaiche riguardanti soprattutto l’estesissimo mondo agricolo e rurale. L’estraneità delle masse popolari al nuovo Stato si palesò in una serie di sommosse, rivolte, fino a un’estesa guerriglia popolare contro il governo unitario, il brigantaggio interessò principalmente le province meridionali (1861-1865), impegnando gran parte del neonato esercito in una repressione spietata, considerata una vera guerra civile. Quest’ avvenimento fu uno dei primi e più tragici aspetti della “questione meridionale”, problema dalle conseguenze gravissime che ancora oggi attanaglia il Mezzogiorno d’Italia. Ulteriore elemento di fragilità era costituito dall’ostilità della Chiesa cattolica e del clero nei confronti del nuovo Stato.

Nei vent’anni antecedenti allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il Regno d’Italia aveva visto un graduale ma costante cambiamento verso la forma parlamentare, i governi di quegli anni chiedevano la fiducia alla Camera dei Deputati, e non più al Senato del Regno. L’Italia si trasformò in

una monarchia parlamentare come il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Il diritto di voto era attribuito, secondo la legge elettorale piemontese del 1848; in base al censo gli aventi diritto al voto costituivano appena il 2% della popolazione. Le basi del nuovo regime erano quindi estremamente ristrette, conferendogli una grande fragilità.

Nel 1919, dopo la Prima Guerra Mondiale, vengono annessi il Trentino, l’Alto Adige, Gorizia ed il Friuli orientale, l’Istria, Trieste, Zara e le isole del Carnaro, Lagosta, Cazza e Pelagosa, poi l’isola di Saseno nel 1920 e Fiume nel 1924.

Durante la Seconda Guerra Mondiale vengono annesse le isole Ionie (ad eccezione di Corfù, legata all’Albania), la Dalmazia e il territorio di Lubiana.

L’Istria, Fiume, la Dalmazia (con le isole di Pelagosa, di Lagosta e di Cazza) vengono cedute nel 1947 alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, le isole Ionie passano alla Grecia, l’isola di Saseno all’Albania, alla Francia i territori di Tenda e di Briga, il passo del Monginevro, la Valle Stretta del monte Thabor, il Colle del Moncenisio ed una

parte del territorio del Colle del Piccolo San Bernardo. Il Regno d’Italia, retto intanto da Umberto prima come luogotenente del Regno (1943-1946) e poi come re (il Re di maggio) in seguito all’abdicazione di Vittorio Emanuele III, si conclude con la proclamazione della Repubblica Italiana a seguito del referendum del 1946 e Casa Savoia esce dalla storia

175Il geometra ligureI geometri ed i 150 anni dell’unità d’Italia

d’Italia dopo 85 anni. Sebbene in Italia la figura del geometra dei giorni nostri abbia origini assai recenti, in quanto istituita con il Regio Decreto 11 febbraio 1929, n. 274,

in sostituzione del perito agrimensore, si può comunque affermare che le sue origini risalgono, appunto, a seguito dell’Unità d’Italia.

Infatti dopo il famoso 17 marzo 1861, vennero istituiti i Regi Istituti Tecnici con sedi in alcune città dell’Italia centro-settentrionale. Si trattava di scuole, soprattutto per le sezioni fisico-matematica ed industriale meccanico-metallurgica, oggi note con il termine “di eccellenza” che preparavano i giovani agli studi universitari scientifici. Furono principalmente attivi in quelle città in forte sviluppo industriale (Torino, Firenze, Terni, etc.) che necessitavano di quadri dirigenziali preparati e competenti e per i quali la preparazione classica diffusa in Italia per le classi dirigenti non risultava idonea. Queste scuole ed in particolare le due sezioni fisico - matematica ed industriale meccanico-metallurgica richiamavano allievi da ogni parte d’Italia e possono essere

senza dubbio paragonate ai moderni corsi universitari triennali. Le sezioni Agrimensura e Commerciale - Ragioneria non consentivano invece l’accesso all’università e formavano gli allievi nelle professioni di geometra e ragioniere. Con la Riforma Gentile del 1923 venne eliminata la sezione Fisico - Matematica, trasformata in Liceo Scientifico e la sezione Industriale. Le Sezioni Industriali vennero infatti progressivamente chiuse in tutta Italia oppure vennero adattate alla formazione di tecnici non laureati attraverso la trasformazione in Istituti Tecnici Industriali, con una preparazione quasi completamente pratica e non più principalmente teorica e scientifica. La chiusura di queste sezioni a seguito della Riforma Gentile fu un grave errore, considerando anche che in altri paesi europei (specialmente in Germania e Francia) queste scuole si svilupparono ulteriormente dando vita alle celebri scuole universitarie politecniche, che hanno contribuito in maniera determinante alla formazione dei tecnici e degli ingegneri. Le altre sezioni dei gloriosi Regi Istituti Tecnici, quella di indirizzo Amministrativo e quella per Geometri, si resero autonome negli anni successivi al 1923 formando rispettivamente l’Istituto Tecnico Commerciale e quello per Geometri.

L’identità del geometra in senso lato, ossia analizzando la semplice parola che deriva dal greco: geo terra e metron misura, quindi misura della terra risale comunque a tempi assai remoti. Infatti già il Petrarca così si esprimeva: “Erodoto, di greca istoria padre, vidi, e dipinto il nobil geometra, di triangoli e tondi e forme quadre”. Erodoto narra nel suo libro secondo, della presenza e della professione esercitata dagli Agrimensori nell’antico Egitto. Il Nilo fu fonte e causa della nascita dell’agrimensura, le sue inondazioni ne sconvolgevano le terre limitrofe, di qui la necessità di ricorrere a delle misurazioni e rimisurazioni di terre per rintracciare i confini delle varie proprietà e concessioni, studiando e codificando le norme per il ritrovamento dei confini medesimi.

176 Il geometra ligure I geometri ed i 150 anni dell’unità d’Italia

la formazione ex novo dei beni catastali e la esecuzione di opere pubbliche.

Dal 1500 al 1700 le scienze prendono uno straordinario sviluppo con un nutrito intervento di invenzioni specialmente per la geodesia. Il Porro costruiva il “cannocchiale distanziometro centralmente anallattico”, Gio Pretorius di Norimberga nel 1590 inventò e costruì la “Tavoletta Pretoriana” e fu un misuratore agrario bavarese, tale Herman, ad avere l’idea del “Planimetro” per la determinazione delle superfici graficamente raffigurate.

Nel XVIII secolo la professione viene esercitata in modo completo, si assiste infatti alla nascita di una cultura tecnica e alla formazione di una classe professionale di agrimensori a cui verrà demandata la gestione del territorio. Negli anni 1720-1750 il Catasto in Lombardia formò una classe di funzionari tecnici gli “Agrimensori di sua maestà Cesarea” svincolata da interessi e protezioni locali, attiva poi nel corso del secolo nell’intera penisola, non solo nella gestione di impegnative campagne catastali, ma anche nella gestione del territorio, dalle questioni idrografiche ed alla progettazione di grandi infrastrutture: ponti, strade, porti.

Le loro competenze confluiranno nei programmi di formazione delle scuole tecniche che verranno fondate nella seconda metà del Settecento in numerosi Stati italiani sull’esempio della francese “Ecole des ponts et des chaussèes”.

Più tardi Omero (siamo nel IX secolo a.C.) parla della cura che i Greci avevano nel delimitare le singole proprietà: egli ricorda i recinti e i termini lapidei posti lungo le linee di confine. Termini protetti dalla religione e dalle leggi.

Con un ulteriore salto temporale e in merito alla fondazione della città di Alessandria, si racconta che nel 333 a.C. Alessandro Magno diede ordine a Dinocrate “che gli tracciasse un piano, previa misurazione del fondo della baia, del suolo, della sua altimetria: in pratica un piano quotato”. Dinocrate, geometra con particolare tendenza all’architettura e all’urbanistica, ebbe quindi a redigere un vero e proprio piano regolatore della città basato sul cardo e sul decumano.

Sempre in epoca romana Valentiniano istituì e costituì con decreto imperiale il primo “Collegio degli Agrimensori”; un’ordinanza così riportata: “Riguardo ai professionisti della geometria agraria, arbitri dei confini da tracciare, e massimamente ai discepoli di essi – rendano ciò noto per iscritto – con la forza e l’ausilio della nostra clemenza, decretiamo che essi siano ragguardevoli e, quando esercitano la loro professione legalmente, devono essere chiamati illustri”.

Gli agrimensori furono, poi, anche chiamati a dirigere arbitralmente le controversie per lo spostamento di confini dovuto ad alluvioni sostituendosi così agli Organi di Giustizia.

Dal V secolo d.C. con la vincita dei Barbari sui Romani e l’inizio dell’età medioevale l’agrimensura subisce uno stato di abbandono. Molti operatori empirici assecondano o addirittura favoriscono liti e querele. Solo a partire dal X secolo quando i vari feudatari si resero conto che dovevano eseguire opere pubbliche di necessità e funzionalità per la vita dei cittadini, vennero riprese le operazioni catastali, rivolte soprattutto alla esazione dei tributi, ma si fecero anche grandi interventi per la formazione di strade, di bonifiche e di canali per l’irrigazione. Insieme a quanto detto e con l’accrescimento dei beni temporali dei Papi segue il ritorno degli agrimensori con