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PERIODICO DELLA PARROCCHIA SS. TRINITÀ DI MILANO - Anno X, n°56 IL FILO

IL FILO - Milanoec2-54-194-187-6.eu-west-1.compute.amazonaws.com/wp... · 2019. 11. 27. · 32. Roberta Cesira Luisa Siveri anni 75 33. Giuseppe Mario Fatone anni 79 34. Bruno Cavazzini

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    IL FILO

  • INDICEPAGINA

    34 - 6

    78 - 9

    1011

    12 - 131415

    16 - 1718 - 23

    Ci vorrebbe un Amico! - Don MarioIl cimitero della SS. Trinità - Sergio GobbiCatechismo di I e II elementare Intervista a Suor Adelina - A cura di alcuni ragazzi di prima mediaCara Adriana - Piera, la nuoraQuesti sono i nomi - Don MarioCalendario dei mesi di dicembre 2019 e gennaio 2020OpenDay Happy Valley - Luigi e i volontari del DoposcuolaIl Museo dei Martinitt - I volontari dei DoposcuolaBrito - Padre AldoAlbum

    È successo

    in Trinità

    2

    Sono tornati alla casa del padre23. Hsi Sun Tzi anni 6224. Caterina Lardelli anni 8725. Carlo Luigi Colombi anni 8326. Stefanina Morgon anni 9027. Antonio Muglia anni 8228. Bartolo Coco anni 7929. Orlando Papaluca anni 7730. Giovanna Mastrototaro anni 7931. Mirella Rossi anni 8332. Roberta Cesira Luisa Siveri anni 7533. Giuseppe Mario Fatone anni 7934. Bruno Cavazzini anni 8535. Pierluigi Zabotto anni 6136. Luciana Buzzetti anni 97

    “Hanno ricevuto il Battesimo” a pagina 23

    PARROCCHIA SS. TRINITÀ - via G. Giusti 25, Milano, tel. 02 36 72 7100 - fax: 02 31 820 144 IBAN IT 72 R 03069 09606 100000009678 presso Banca Intesa San Paolodon Mario Longo parroco - tel. 02 33 11 831 - 02 36 72 7100.7 - 338 79 85 284 mail: [email protected] Sergio Gianelli - tel. 02 36 72 7101 cell. 339 84 28 068 don Francesco Zhao Shu - cell. 3778228967 - [email protected] Dennees Joseph - cell. 349 61 42 456 - [email protected]: via Giusti, 27 aperta dal lun. al ven. ore 15.30 - 18 - tel. 02 36 72 7100 int. 4 Oratorio: via Giusti 27-29 mail: [email protected]: tel. 02 36 72 7100.2; Sacrestia: tel. 02 3672 7100.5; Radio tel. 02 3672 7100.6Centro Ascolto mercoledì e giovedì ore 16.30 - 18.30 - tel. 02 36 72 7100 int. 3Basket, Volley, calcio: s.r.l. TRI - via Giusti 27 - tel. 02 36 72 7100 / [email protected] Padovese - Teatro del Borgo - via Giusti 29 [email protected] cell.331 31 14 001Orario SS. Messe feriali 8.30 - 18.30 vigiliare 18.30 festive 8.30 - 10.30 - 15.45 (cinese) - 18.30Tutte le celebrazioni sono trasmesse in diretta audio e video sul sito: www.trinita.tvEmail della redazione: [email protected]

  • S tiamo vivendo il tempo di Avvento, stiamocamminando verso il Natale e ciascuno dinoi ha nel cuore progetti, domande, at-tese da portare davanti a Gesù che viene: sonorichieste di tutti i tipi, dalla salute al lavoro, dallapace in famiglia e nel mondo, dal rispetto delcreato al rispetto dei fratelli…Io quest’anno ho nel cuore un desiderio, un pen-siero da far conoscere al Bambino, quasi una in-vocazione che mi pare salga anche dall’umanitàintera devastata dall’odio, dalla violenza, dalleguerre, dalle incomprensioni: “Ci vorrebbe unAmico!”.Ecco cosa chiedere come regalo per Natale: unAmico, un Amico vero però perché purtropposiamo immersi in una società in cui si è perso ilsenso di questa parola, dove l’amicizia vienefraintesa e confusa con amore e sessualità, dovespesso è utilizzata per chiedere favori oppureper creare complicità, in un mondo sempre inguerra dove invece trionfa la parola nemico,dove si cerca di trovare nemici da combattere,dove chi è diverso è sempre un nemico, ebbenein questo mondo abbiamo bisogno di riscoprireil grande valore dell’Amicizia. Proviamo a riscoprire quest’anno un significatodel Natale che è per noi il dono che il Padre cifa di un Amico.Tutto il Vangelo e la vita di Gesù si possono leg-gere appunto alla luce dell’amicizia. Gesù è venuto per darci e dirci la sua Amicizia.Quante volte nei Vangeli trovate la parolaamico!!! Anche a Giuda dice: “Amico, per questo seiqui!” (Mt. 26,50). A tutti, Lui offriva la sua amicizia senza pregiudizi:“Ecco un mangione e un beone, un amico dipubblicani e di peccatori!” (Lc. 7,34). Dà valore all’amicizia umana: “Amico prestamitre pani…“ (Lc. 11,5). Ci considera amici: “Dicoa voi amici miei, non abbiate paura…” (Lc. 12,4).“Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa;ma l’amico dello sposo, che è presente el’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo”

    (Gv. 3, 29). “Nessuno ha un amore più grande di questo:dare la sua vita per i propri amici. Voi siete mieiamici, se fate ciò che io vi comando. Non vichiamo più servi, perché il servo non sa quelloche fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici,perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’hofatto conoscere a voi’ (Gv. 15,13-15). Vive concretamente e fino in fondo rapporti diamicizia.

    “Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; maio vado a svegliarlo” (Gv. 11,11). Quanti significati e situazioni diverse in cui Gesùci chiama amici e si comporta da Amico anchedi fronte al nostro rifiuto e al nostro tradimento.A Pietro propone un cammino che parte dal-l’amicizia fino ad arrivare all’Amicizia quando perla terza volta domanda: “Pietro sei mio amico?”e dalla sua risposta, verrà l’invito a crescere finoal dono della vita. Anche a ciascuno di noi Gesù chiede l’amiciziae come Pietro anche noi dovremmo rispondere“Signore tu lo sai che sono tuo amico” e con Pie-tro riprendere il nostro cammino generoso al se-guito di Gesù. Ecco allora il regalo più bello che dobbiamochiedere: aiutaci Signore ad accogliere e gustarela tua Amicizia e donaci la capacità di essereanche noi amici come te. Questo mondo ha bisogno di Amicizia, della Suae della tua. Vieni Amico Gesù!

    di Don Mario

    Ci vorrebbeun Amico!

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  • di Sergio Gobbi

    Il cimitero dellaSS. Trinità

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    C hi lo sà mai se qualcuno dei nostri par-rocchiani abbia qualche volta sentitoparlare, o avuto occasione di leggere, diun Cimitero situato nell’ambito della Parrocchiadella SS. Trinità? Eppure.... “In una descrizione della Chiesa della SS. Trinitàe degli edifici parrocchiali, fatta in occasionedella Visita Pastorale del 7 marzo 1581, risulta chesul piazzale della chiesa era situato il cimitero”.Dunque in Trinità vi era un Cimitero! Era consue-tudine infatti di quel tempo il seppellire i morti,specialmente se noti o abbienti, in suolo consa-crato a dipresso di una Chiesa.Uso protrattosi fino al Vescovato di San Carlo, ilquale nel rispetto dei decreti del Concilio diTrento (1545-1563) che sancivano il divieto dellasepoltura nelle chiese e nei chiostri, impose perla sua diocesi il rispetto di tale obbligo. Per que-sto motivo, onde permettere ai familiari di te-nersi vicino i propri defunti, ogni pieve oparrocchia si creò il suo piccolo cimitero esternoalla Chiesa.E, così, la nostra Parrocchia fece altrettanto. Perfarsi un’idea della toponomastica attorno allachiesa della Trinità nel 1500-1700, si tenga pre-sente che vi scorreva, sull’asse delle attuali vieNiccolini e Balestrieri, il torrente Nirone; affian-cato sulla sinistra da una stradicciola, per l’ap-punto chiamata la “strèccia d’i mòrt”. All’altezzadella Chiesa un ponticello scavalcava il torrenteed immetteva in uno spazio, in gran parte occu-pato dal cimitero, oltre il quale sorgeva l’edificiosacro. Sulla sinistra del Cimitero, antistante la Chiesasorgeva la cappelletta di Gesù Bambino e sulladestra la casa parrocchiale. A est e a sud le mura

    cittadine, a ovest il borgo degli Ortolani e a nordla campagna. Più lontane la cascine Maggiolinae Zaffarana.Ora, ripensando alla vecchia chiesa della Trinità,per chi l’ha conosciuta o l’ha veduta solo in foto-grafia, ci si domanda come potesse esistere unospazio sufficiente per un cimitero. A tale proposito va ricordato che nel 1841 laChiesa venne ampliata con l’aggiunta di duecampate e lo spostamento in avanti della facciatadi 10-15 metri. E per l’appunto durante questi la-vori vennero rinvenute molte ossa, a testimo-nianza dell’esistenza di un cimitero. Un documento del 15 giugno 1787 riporta ilnome dell’ultima sepoltura nell’antico cimiterodella SS. Trinità: Teresa Brambilla fu Ambrogio,anni 10 alli 13-6-1787. Il primo sepolto nel nuovoCampo Santo fuori città alla Moiazza fu Gian Bat-tista Casati, di Gian Maria, anni 3 alli 18-6-1787.L’uso di seppellire i morti presso una Chiesa cit-tadina rimase in auge fino al 1787, allorquandouna legge dell’Imperial Regio Governo (Milanoera allora sotto la dominazione austriaca) imposela sepoltura in campo aperto e lontano dagli abi-tati. All’uopo vennero istituiti i Corpi Santi, ossiaun Comune Autonomo comprendente tutti i bor-ghi esterni alle mura cittadine, con sei cimiteri su-burbani ubicati in sestieri corrispondenti alle seiporte principali di Milano. Questi fopponi subur-bani, alcuni già esistenti, che fino allora avevanoaccolto solo i più poveri e gli stranieri, furono am-pliati e adattati alle nuove disposizioni legislative. La nostra Parrocchia della SS. Trinità con SantaMaria alla Fontana, venne inserita nel primo se-stiere, esterno alle porte Tenaglia e Comasina eil camposanto di competenza fu quello situato

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    nei pressi dell’Oratorio della Moiazza, nel qualesubito iniziarono i lavori di ampliamento.Si trattava di un rettangolo di 9000 metri quadraticircondato da un muro disadorno, che sorgevalungo la strada per Como, là dove oggi svettanoi grattacieli della moderna Porta Nuova. È inte-ressante notare che la zona era nota come la“móiascia”, ossia in dialetto popolare fanghiglia,pantano, terreno paludoso. Resta da augurarsiche i costruttori dei moderni grattacieli abbianotenuto conto della sfavorevole circostanza. Di questo e degli altri antichi cimiteri limitrofi allacittà, ne sono rimaste poche tracce. La più sug-gestiva testimonianza in Milano dei Corpi Santituttora esistente è l’ingresso all’antico Foppo-nino di Porta Vercellina nella attuale piazza Aqui-leia col perentorio monito pei vivi: “Ciò che voisarete, noi siamo adesso; chi si scorda di noi,scorda se stesso!” Il nostro Cimitero della Moiazza venne chiuso anuove sepolture verso metà del 1800, sostituitodal Cimitero Monumentale, aperto il 2 novembre1866, costruito nella pia illusione che bastasseper tutta la città e fosse degno della grande Mi-lano. La chiusura definitiva del cimitero della Mo-iazza avvenne nel 1912, quando iniziarono i lavori

    per la costruzione della linea ferroviaria per Va-rese.L’illusione che il Cimitero Monumentale bastasseper tutta la città si spense ben presto e tostovenne dato inizio a un altro grandioso Cimitero;questa volta a Musocco, aperto nel 1895.Estrema periferia nord ovest di Milano, a suotempo parte della Parrocchia della Santissima Tri-nità alla sua costituzione.Passano gli anni, molti più dei cento consentitidalla legge e anche Musocco si avvia al suo de-clino; per questo motivo molti dei suoi campisono oramai disfatti e trasformati in pratoE qui in un triste pomeriggio autunnale mi recoa far visita ai miei poveri defunti.Giunto al campo 86, completamente dismesso,sul bordo sinistro all’ombra di un cipresso, natu-ralmente piangente, una monumentale tombanera fa ancora la sua bella mostra. Incuriosito mifermo e come la tomba resto di sasso. Il nomedella defunta mi blocca. Mi stropiccio gli occhi,ma non mi sbaglio; il nome è di quelli che a suotempo hanno sconvolto il mondo e ancora oggimette in crisi tante coscienze: Evita Peron. Ma cosa ci fa la tomba di Evita Peron nel Cimi-tero Maggiore di Milano?

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    Leggo la lapide, scritta in italo spagnolo “EVITAIn questo luogo ricevette sepoltura il 13 maggio1957 la porta bandiera degli umili: Maria EvaDuarte de Peron, Evita.”Frattanto mi scorre in testa come in un film la suatragica vicenda seguita alla morte il 26 luglio del1952 a 33 anni. La salma imbalsamata vieneesposta al pubblico e in seguito trasferita allaCasa Rosada in attesa di erigerle un monumentonazionale. Ma il 23 settembre 1955 i militari conun golpe pongono fine alla dittatura di suo ma-rito, Juan Peron. L’idea di un mausoleo si bloccae la bara dell’amica del popolo viene nascosta inattesa di decisioni. Erigervi una tomba compor-tava il grosso rischio di farne luogo di pellegri-naggi nostalgici ed il non farlo quello di crearneuna eroina nazionale. Però la presenza ingombrante di un cadavere ditale alta levatura, in Argentina si fa pericolosa ecosì, in maniera misteriosa, la bara un certogiorno lascia il Paese d’origine e per vie traverse

    arriva a Milano.Tentenno il capo e continuo la lettura della la-pide: “La sua salma scomparve dall’Argentinadopo il golpe del 1955, ricevendo sepoltura inquesto luogo col nome di MARIA MAGGI DEMAGISTRIS. Il primo settembre 1971 vennero rie-sumati i suoi resti e restituiti al suo sposo ex Pre-sidente Costituzionale argentino JUANDOMINGO PERON nella villa 17 octubre sua re-sidenza de hierro, Madrid Spagna.La pia Fondazione per la Pace e la Amicizia deipopoli – Italia onlus – rende omaggio alla granderivoluzionaria umanitaria che si dedicò conamore fino all’ultimo respiro alla giustizia socialeper il suo popolo. Cimitero Maggiore di Milano,lì 26 luglio 2005”Sopra pensiero mi allontano silenzioso, nel men-tre tra i cipressi parvemi sentire una vocina checanta: “Don’t cry for me Argentina”….“Nonpianger più Argentina”.

  • di tanti bravi educatori

    Catechismo di I e II elementare

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    I l catechismo di prima e seconda elementareè un bellissimo momento di catechismo dovei bambini delle prime classi fanno esperienzaconcreta e dove si cerca di coinvolgere, il piùpossibile, tutti i sensi dei bambini (e dei genitori).Vogliamo creare un gruppo dove facciamonuove conoscenze e amicizie, stimolando l'inte-resse e la curiosità dei piccoli.Ma chi fa tutto questo?Beatrice, Daniele, Giovanni, Stefano, ragazzi chefrequentano le superiori. Una domenica al mese loro testimoniano, tra-smettono un impegno e un annuncio.Raccontano storie di alcuni personaggi dell'An-tico Testamento quelli che parlano al loro cuore(sono bambini straordinari).Raccontano del nostro giardino biblico dovesono stati messi a dimora nel 2013 alberi perogni battezzato in quell'anno. È stato commovente vedere lo scorso anno unabimba abbracciare il suo albero (i genitori le ave-vano raccontato del giardino biblico in quel lato

    di via Rosmini). Tra le piante possiamo far conoscenza anche diuna tamerice, il primo albero che Abramo hapiantato appena entrato nella terra di Canaan. Ogni albero è un mistero, il mistero della vitache va coltivato, curato, protetto. Ma nel nostro catechismo si raccontano anchestorie di animali protagonisti di pagine del Van-gelo, il loro significato e così si scopre la bellezzadel creato. Andiamo poi a visitare la nostra bellissima chiesanella sua essenziale modernità, a conoscere i sa-cerdoti, i catechisti ecc.È la scommessa di questi ragazzi che credono, si-curi che la Fede e la bellezza siano le più attrat-tive catechesi del mondo.Un grande compito prendersi cura dei piccoli equesti ragazzi vigilano con impegno dimo-strando quanto siamo importanti agli occhi diDio. Sono questi piccolissimi segni della ricchezzadella varietà dei carismi.

  • D : Possiamo darti del tu?R : SìD: Come ti chiami?R : Suor AdelinaD : Quanti anni hai?R : 50D : Da dove vieni? R : Congo ex Zaire (quando ho lasciato il miopaese era ancora Zaire)D : Senti nostalgia per il tuo paese?R : Ci penso poco perché il mio paese è dove mitrovo.D : Come hai sentito la chiamata? R : Era una domenica, ascoltavo il vangelo di san

    luca (lc. 10, 1-20) dove si dice che …..” La messeè molta ma gli operai sono pochi”.D : Quanti anni avevi?R : Avevo 14 anni.D : Quali sono i motivi che ti hanno fatto deci-dere di diventare suora?R : L’ho deciso sapendo che c’era tanto da farenella chiesa ma le suore erano poche.D : Quando lo hai detto ai tuoi genitori, loro selo aspettavano o sono rimasti sorpresi? R : Erano sorpresi perché ero un po’ biricchina!D : Quale percorso scolastico e formativo hai af-frontato?R : Dopo le scuole elementari, medie, liceo scien-tifico, sono entrata in convento laureandomi in“scienze infermieristiche” (specializzazione in gi-neco-ostetricia). Ho successivamente conseguitola laurea in “psicologia”.D : Sei felice del percorso di vita che hai scelto?R : Certo !! Se ci fosse un’altra vita rifarei tuttoquello che ho fatto.D : Tu sei madre superiora?R : SiD : Cosa facevi nel tuo paese?R : Ho studiato molto. Ho passato tanto tempoin collegio e poi sono andata via.D : Quali sono i momenti più tristi e quelli piùbelli?R : Il momento più triste è quando è morto il miopapà, ero a Roma e la mia vita in un attimo misembrava finita. Poi sono riuscita a riprendermi.Anche quando è morta una mia sorella ho sof-ferto molto. Il momento più bello in assoluto è stato quandoho preso i primi voti … è stato bellissimo !!D : Ti trovi bene in questa parrocchia? Comesono le tue giornate?R : Sì, mi trovo molto bene. Al mattino sto con lemie consorelle, mangiamo in comunità e poi, dipomeriggio, faccio attività in oratorio.D : Quali sono i tuoi impegni all’interno della par-rocchia?R : Tutto quello che c’è da fare: oratorio, catechi-smo, doposcuola, cantare.D : Quali sono le sfide più difficili che hai dovutoaffrontare?R : Le malattie. Però queste malattie mi hanno

    Intervista a

    Suor Adelina

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    fatto capire tante cose della vita.D : Come era composta la tua famiglia? Hai fra-telli e sorelle?R : Papà, mamma, tre sorelle e tre fratelli.D : Dove sono ora? Cosa fanno?R : In Belgio, Grecia, Italia, Congo. Lavorano tuttie tutti sono sposati.D : Anche loro hanno la vocazione?R : Sì, hanno la vocazione matrimoniale.

    D : Quale messaggio vorresti diffondere tra i gio-vani?R : Vorrei dire ai giovani che la vita non è facilema non bisogna arrendersi. Bisogna studiaretanto e seguire l’insegnamento dei genitori.

    A cura di alcuni ragazzi di prima media Giulia, Lavinia, Margherita, Paolo,

    Riccardo, Virginia

  • C ara Adriana, è passato un anno dalla tuascomparsa e ancora non mi sembravero. Spesso, verso sera, mi viene dasollevare la cornetta del telefono di casa equando realizzo il vuoto che mi circonda mi vieneil cuore triste, triste e la tristezza si va a sommarea quella della perdita della mia mamma.Te ne sei andata senza disturbare nessuno, nonhai mai voluto essere di peso ai tuoi figli e perquesto hai fatto in modo di non chiedere maiaiuto, sei riuscita fino alla fine a dare molto ac-contentandoti del poco che ricevevi.Sei stata la seconda donna fondamentale nellamia vita, mi hai dato sempre una spinta positivanei momenti in cui ero giù di corda, mi hai inse-

    gnato a guardare il bicchiere mezzo pieno anzi-ché mezzo vuoto e mi hai avviato all’arte di viverela vita con il sorriso. Eri una persona molto sem-plice ma nella tua semplicità hai fatto della tuacasa un museo della sartoria. Ci sono voluti pa-recchi mesi per svuotarla di tutto quello che letue mani hanno prodotto durante la tua vita eper tutti i ricordi che hai accumulato. Dover svuo-tare la casa di una persona è un’azione delle piùdelicate perché si viene a contatto con la partepiù intima dell’altro e sembra quasi di violare lasua privacy … ricordo ancora la frase che ognitanto mi ripetevi, ancor prima della malattia,quando mi dicevi che nella tua casa nonavremmo trovato soldi ma tanta roba da sgom-berare ed eri preoccupata di dove sarebbe finitotutto quel tesoretto che per te è sempre statofonte di passione e bellezza. Quando è arrivatoquel drammatico momento abbiamo organiz-zato affinché si buttasse via il meno possibile. Leporte della tua casa sono state aperte a giovanistudenti delle scuole di moda, sono state portatestoffe e gomitoli a scuola con i quali i bambinihanno fatto e fanno ancora tanti lavoretti d’arte,le tue amiche hanno portato borse in oratorio edi voce in voce sono passate persone che hannocaricato le loro macchine del tuo materiale, nullaè andato buttato ma in altri luoghi e in altre maniè stato e continua ad essere valorizzato.Si continua a vivere nei ricordi dei propri cari, iltuo insegnamento e l’amore che hai dato nonmuore mai, il semino buono passa di genera-zione in generazione e si allarga nel tessuto so-ciale dei buoni che, malgrado tutto, continuanofortunatamente ad esistere.Ed ora voglio lasciarti continuare a riposare inpace perché so che chi se ne va non ci abban-dona mai, ma rimane sempre dentro di noi, nelnostro cuore e in tutto ciò che lo ricorda. Di certole persone che se ne vanno portano con sé laloro essenza, ma nel nostro cuore rimane ciò chenon potremo mai dimenticare: la meravigliosaesperienza di aver condiviso momenti di vita as-sieme.

    Ti abbraccio

    di Piera, la nuora

    Cara Adriana

    10

  • 11

    I l libro dell’Esodo comincia proprio con que-ste parole: “Questi sono i nomi … “ a cuisegue un lungo elenco di nomi e di tribù diIsraele che partivano dall’Egitto per la Terra Pro-messa.Proprio queste parole mi sono venute alla mentequando la II domenica di Avvento, alla Messadelle 10.30 abbiamo chiamato dapprima i ragazzi

    che si prendevano l’impegno di servire il Signorefacendo i ministranti (chierichetti) e poi abbiamopresentato alla comunità gli adulti che si erano

    resi disponibili per far parte del Consiglio Pasto-rale e degli affari economici della nostra Parroc-chia.Tutti hanno iniziato così un cammino di impegnoe di servizio rispondendo alla chiamata del Si-gnore. È bello sapere che ancora oggi, qui, in mezzo anoi tante persone vivono la loro vita come una ri-

    sposta generosa alSignore per annun-ciare il suo Vangelo.Certamente non vo-gliamo dimenticareanche tutti quei cri-stiani (e sono tanti)che ogni giorno, inparrocchia e nelmondo vivono laloro vita con questagenerosità e dispo-nibilità. Grazie per l’impe-

    gno e per la vostra testimonianza e buon cam-mino a tutti nel deserto della vita.

    di Don Mario

    Questi sono i nomi

  • 12

    1 D- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 15.45 - 18.30

    - 17.00 In Bar: “Profumi diversi”

    2 L- 16.30-18.30/20.30-22.00 ADORAZIONE

    - 20.45 Consiglio pastorale

    3 M- 19.00 Incontro giovani

    - 21.00 Gruppo missionario

    4 M- 15.30 Mercoledì dell’amicizia

    - 17.30 Lettura della Bibbia

    5 G- 20.30 CateFilm: “The post”

    6 V- 18.00 Catechismo Ado

    - 18.30 Cena Film: “Il ragazzo che diventò

    7 S

    8 D- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 15.45 - 18.30- 11.30 Incontro genitori 0 - 6 anni- 15.00 Incontro genitori III el.- 19.30 Cammino fede fidanzati

    9 L- 16.30-18.30/20.30-22.00 ADORAZIONE

    10 M- 19.00 Incontro giovani

    11 M- 15.30 Mercoledì dell’amicizia

    - 17.30 Lettura della Bibbia

    12 G- 20.30 CateFilm: “Caravaggio, l’anima e il san-gue”

    13 V- 18.30 Cena Film: “Il re Leone”

    14 S- 21.00 Teatro del Borgo

    Banco di beneficenza per i nostri missionari

    15 D- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 15.45 - 18.30- 16.30 Teatro del Borgo- 15.00 Veglia di Natale per i ragazzi - 19.30 Cammino fede fidanzati

    DICEMBRE 2019

    Videogiochi:

    istruzioni per l’uso.

    2 film, 1 incontro

    16 L- 20.30 Novena in Radio

    17 M- 20.30 Novena in Radio

    18 M- 20.30 Novena in Radio

    19 G- 20.30 Novena in Radio

    20 V- 20.30 Novena in Radio

    21 S

    22 D

    23 L

    24 M- 15.00 Film a sorpresa- 17.30 S. Messa della Vigilia per famiglie - 23.30 S. Messa della Notte di Natale

    25 M- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 18.30

    26 G- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 18.30

    27 V Vacanze in Camper per chi desidera in dueturni fino al 6 Gennaio

    28 S

    29 D- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 15.45 - 18.30

    30 L

    31 M- S. MESSA: 8.30 - 18.30

    Giovedì 9 Gennaio

    20.30 Fim: “Sconnessi”

    Giovedì 16 Gennaio

    20.30 Film: “Non c’è campo”

  • 13

    16 G- 20.30 CateFilm: “Non c’è campo”

    17 V

    18 SCORSO DI ICONE

    19 DCORSO DI ICONE

    - 17.00 In Bar: “Profumi diversi”

    20 L- 16.30-18.30/20.30-22.00 ADORAZIONE

    21 M- 19.00 Incontro genitori e ragazzi con cenainterviene lo psicologo M. Andreoletti

    - 21.00 Testimoianza di un papà

    22 M- 15.30 Mercoledì dell’amicizia

    - 17.30 Lettura della Bibbia

    23 G- 20.30 CateFilm: “L’uomo dal cuore di ferro”

    24 V- 18.30 Cena Film: “La vita è bella”

    25 S

    26 D- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 15.45 - 18.30- 15.30 Catechismo I e II el.

    27 L- 16.30-18.30/20.30-22.00 ADORAZIONE

    28 M- 19.00 Incontro giovani

    29 M- 15.30 Mercoledì dell’amicizia

    - 17.30 Lettura della Bibbia

    30 G- 20.30 CateFilm: “Vero dal vivo”

    31 V- 18.30 Cena Film: “A spasso con Willy”

    1 M- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 15.45 - 18.30

    2 G

    3 V

    4 S

    5 D- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 15.45 - 18.30

    6 L- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 15.45 - 18.30

    7 M- 19.00 Incontro giovani

    - 21.00 Gruppo missionario

    8 M- 15.30 Mercoledì dell’amicizia

    - 17.30 Lettura della Bibbia

    9 G- 20.30 CateFilm: “Sconnessi”

    10 V- 18.30 Cena Film: “Corri ragazzo corri”

    11 S- 15.00 Gioco dell’Esodo- 21.00 Teatro del Borgo

    12 D- S. MESSA: 8.30 - 10.30 - 15.45 - 18.30- 16.30 Teatro del Borgo

    13 L- 16.30-18.30/20.30-22.00 ADORAZIONE

    14 M- 19.00 Incontro giovani

    15 M- 15.30 Mercoledì dell’amicizia

    - 17.30 Lettura della Bibbia

    GENNAIO 2020

    Martedì 21 Gennaio

    Ore 19.00

    Cena Genitori e figli

    con lo psicologo Massimiliano Andreoletti

    con simulazione giochi interattivi

    Martedì 21 Gennaio

    ore 21.00

    Testimonianza di un genitore

  • OpenDayHappy Valley

    14

    E così domenica anche il doposcuola“happy valley” ha partecipato all’openday della parrocchia della SS. Trinità.Sono venuti in tanti ed è stata una bellissima gior-nata; io sono stato particolarmente contento per-ché è venuta anche mia figlia. Continuiamo benecosì.

    Luigi

    Si sono spente le luci su una giornata ben riuscitae sorprendente.Grande partecipazione al mattino, più tranquilloil pomeriggio.Anche Happy Valley ha avuto il suo piccolo mo-mento di “gloria”: persone che hanno guardatole foto e i tavoli con illustrate le materie di studioe i vari livelli di cui il doposcuola si occupa (dalleelementari alle superiori). Alcuni si sono cimentatinella lettura e nella soluzione dei quesiti propo-sti.Nel pomeriggio è arrivato anche don Sergio checi ha lasciato un “che bravi!” sul cartellone dellospazio libero, dove ognuno poteva esprimere edesprimersi.Possiamo dire che l’aula “Piccolo Principe” cheda sempre è ricca di amicizia, accoglienza e fra-ternità visivamente era proprio carina: pulita, or-dinata, colorata ma soprattutto dovevatrasmettere gioia ed esperienze. Se in questosiamo riusciti ne siamo felici.

    Volontari del doposcuola

  • 15

    M ilano è legata alla storia dei Martinitt edelle Stelline, a cui è dedicato il museoche noi volontari del doposcuola ab-biamo visitato.L’orfanotrofio, nato 500 anni fa, ha dato casa aibambini poveri e orfani.Lì hanno potuto studiare e vivere grazie alle do-nazioni di molti benefattori.Tutti i benefattori, vengono ricordati al museocon quadri di diverse misure a seconda del la-scito fatto.I ragazzi e le ragazze erano guidati nello studio eavviati al lavoro.Molti imprenditori si rivolgevano all’istituto peravere manodopera qualificata.Il salario veniva gestito dall’istituto e poi dato alragazzo alla maggiore età.

    Tutti uscivano con un titolo di studio e richiestadi lavoro, infatti molti di essi sono diventati fa-mosi.Le ragazze diventavano maestre o indirizzate adaltri lavori, ma uscivano ciascuna con la loro dote,cosa allora necessaria per il matrimonio.Vi raccontiamo questo perché le cose su cui ri-flettere erano tante, parlano forse di un mondoantico, ma anche di realtà molto attuali.L’obiettivo era dare dignità e valore al futuro.Questo percorso ci ha portato a capire che aiu-tare un bambino servirà anche a far crescere lasua autostima e sicurezza.Queste visite sempre interessanti, organizzate almeglio da Anna e Francesca, tengono vivo il no-stro impegno nell’amicizia del doposcuola.

    Il Museo dei Martinitt dei volontari del doposcuola

  • di Padre Aldo

    Brito

    16

    S ono tornato a casa stanco, oggi, giovedì.Salgo in camera dopo il pranzo e ho solotrenta minuti liberi per poter dormire unpo’: sono ormai le tre del pomeriggio. Mi stendosopra il letto e mi accorgo di avere negli orecchigli apparecchi acustici. In posizione supinadanno un po’ fastidio e allora mi alzo e me litolgo. Cadono di colpo i suoni che mi riempionole orecchie, rumori di fondo, suoni senza un mes-saggio che gli apparecchi, amplificatori ignari,fanno diventar grandi ed alla fine infastidiscono.Ripongo il primo apparecchio nella scatolina epoi il secondo. I rumori della strada, che primaparevano prodotti in camera, tornano al loroposto, lontani, sussurrati. I miei piedi non fannopiù rumore sul pavimento, cammino silenzioso,recupero inconsapevolmente una sensazione diprivacy e di relax. Sì, in questo nuovo contesto,anche il poco tempo che ho per dormire si tra-sforma in un’offerta umile e gradita.Mi addormento quasi di colpo, ma riesco ad ac-corgermi che il mondo del silenzio, ha un sapore,una sapienza, che rimane nascosta al mondo delrumore. Nella vita di tutti i giorni ci dev’essere,anche lì, una verità minore, vissuta da personeminori.Il viaggio di ritorno in macchina, dall’ospedale,l’ho fatto insieme ad una persona, che sottoqualsiasi punto di vista si relaziona come minore.È, ai miei occhi. come l’immagine, la icona, delpovero. Si chiama Brito, ha 28 anni, è disoccu-pato, ha tre figli ed è vedovo. Ha nel sangue ilvirus dell’AIDS, e recentemente, nei polmoni, ilbacillo di Koch. Sta facendo con molto impegnole due terapie. Ha un portamento, oserei dire, so-lenne e riservato. Parla con grande gentilezza,

    con un tono di voce sommesso e parole pronun-ciate lentamente, intervallate da respiri di riposo.Mi ha fatto vedere la radiografia dei polmoni,che gli hanno fatto ieri nel reparto di medicinadov’era ricoverato. Ha un infiltrato nel polmonesinistro, vicino all’immagine del cuore. L’ho tran-quillizzato dicendogli che è un’immagine dei pol-moni con tubercolosi, di cui sta facendo laterapia che deve durare sette mesi. La cura diquesta forma dà buon risultato, ma bisogna es-sere fedeli al trattamento per tutti i mesi previsti. Gli chiedo se la tosse è aumentata. Mi rispondedi no. Ha tuttavia notato che deve parlare spa-ziando di più le parole. Però, mi dice, che più cheper via dei polmoni, deve allungare gli spazi trale parole per prendere forza. Gli manca energiae mi confida che la causa è, innanzi tutto, la fame.A volte passa un giorno intero senza riuscire amangiare. Mi ricordo di averlo già ascoltato un mese o duefa in ospedale. Era sfinito. Chiedeva, come aiuto,un po’ di soldi per poter rivendere foglie nel mer-cato. Là molte persone vanno a comprare foglie,perché le foglie verdi, cotte, sono l’alimento piùa buon mercato da accompagnare alla polentadi mais. È l’ultima risorsa dei poveri. Questo pic-colo lavoro, di sedere al mercato, si sentiva difarlo con le forze di cui poteva disporre.Lo accompagnai a casa per presentarlo a padreSandro, che era l’incaricato di aiutare i poveri.Quando lo vide, magro e senza energia vitale, loaiutò con un po’ di soldi del programma per ilpiccolo commercio. Brito se ne partì molto sod-disfatto. Gli chiedo se il commercio avesse mi-gliorato le sue condizioni di vita. Mi confida,senza reticenze, che la metà del denaro lo aveva

  • 17

    impiegato per pagare gli arretrati di cinque mesidi affitto della capanna, ed il resto lo aveva spesoper comprare qualche indumento per vestire i trefigli e provvedere da mangiare: una latta di maise un sacco di carbone vegetale per cuocere i cibi.Non aveva iniziato nessuna attività, perché lespese urgenti non avevano lasciato nulla percomprare le foglie da rivendere al mercato.Ora voleva venire a casa con me, per parlare conpadre Sandro per essere iscritto nella lista degliindigenti che ricevono mille meticais ogni mese(circa 15 euro).Padre Sandro era uscito per una commissione ur-gente, ma sarebbe rientrato di lì a poco tempo.Lo faccio sedere sulle sedie di vimini con i brac-cioli, che si trovano sotto la veranda, dal lato delrefettorio di casa nostra.Gli dico che può aspettare lì, che il padre Sandronon avrebbe tardato.

    Lo lascio lì, mentre vado a mangiare. Ma quandovarco la soglia del refettorio mi vergogno di mestesso, per non essermi ricordato in tempo dichiedergli se voleva mangiare anche lui. Torno indietro. Accetta volentieri e lo presentoalla cuoca Giacinta, perché prepari un buonpiatto anche per lui. Lo saluto ed entro per man-giare. Salgo in camera per un breve riposo.Quando suona la sveglia mi alzo e mi ricordo dilui. Vado giù a vedere, ed incontro padre Sandroche sta parlando con varie persone. Il mio com-pagno di viaggio non c’è più. “Padre Sandro, hai parlato con Brito, che tiaspettava?” “Sì ,sì, gli ho detto di venire domaniche è il giorno della distribuzione”.Mi spiace di non averlo più trovato seduto sullesedie, ma sono soddisfatto, perché ogni mesepotrà ricevere, anche lui, per lo meno, un piccoloaiuto.

    Quelimane, 1 di Novembre 2019

    Colori autunnali in oratorio

    Primi passi della scuola di

    cinese SS. Trinità

  • ALBUM

    18

    Incontro con don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile del Beccaria

    Inizio del cammino di iniziazione di Irene

    Momento di preghiera feriale delle 18.00

  • 19

    ALBUM

    Ragazzi, tra poco è Natale, meglio affrettarsi.....

    Potrebbe essere un‘idea?

    Domenica dello sport, benedizione squadre della TRI

  • ALBUM

    20

    Cena di inizio catechismo di IV elementare

    Incontri e cene con i giovani del martedì

    Chi desidera avere le ricette

    di tutte queste deliziose leccornie,

    può rivolgersi in Parrocchia.

    Possibilità di tutorial...

  • 21

    ALBUM

    Cena sposi novelli

    Cena del Signore in casa di un’anziana

    Pranzo quotidiano della nostra comunità

    Ogni Domenica il Signore ci chiama alla Cena

  • ALBUM

    22

    Due giorni di relax a Ceresole Reale

  • 23

    ALBUM

    Hanno ricevuto il Battesimo16. Leonida Marco Formaggio il 22 settembre17. Jacopo Mendola il 26 ottobre18. Emanuele Lanzi il 03 novembre19. Filippo Annoni il 17 novembre20. Matilde Tammaro il 17 novembre

    ... e se fossero questi i crocefissi da baciare?

    La redazione de IL FILO

    augura a tutti i lettori

    un Avvento di conversione

    per accogliere Gesù

    con un cuore di bambino