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1 Il contesto socio-religioso della seconda metà del secolo XVI: l'esempio dell'Ordine francescano. Per un'analisi storica e geopolitica. Intervento al Convegno "San Carlo Borromeo e la Famiglia francescana: dialogo fecon- do tra Carisma ed Istituzione", Milano, Angelicum, 29 gennaio 2011. p. Gianfranco Berbenni, Roma Abstract. 001. Il valore plurisecolare di san Carlo Borromeo (1538-1584), considerato nelle sue relazioni con la Famiglia francescana, viene ulteriormente confermato con l'apporto strutturale della moderna scienza geopolitica, attenta alle correlazioni tra territorio e vita umana associata. 002. La particolare collocazione della Valtellina e delle Valli ticinesi in rapporto al diffondersi della Riforma ai confini della Penisola, porta a comprendere la logica delle scelte borromai- che riferite ad alcune componenti del Francescanesimo operative nel Ducato di Milano. 003. Tra le molte opportunità di sondaggio storico-ambientale si procede ad un breve approccio alla Bolla di Pio V, Beatus Christi, Bolla di Pio V, del 23 gennaio 1567 riferita alle procedu- re di soppressione degli Amadeiti e dei Clareni e della Lettera Si risponde a Vostra Signoria, del 17 marzo 1584, inviata al Borromeo da parte del cardinal Savelli, circa le modalità di dif- fusione della Religione cattolica nella Rezia o 'Paese dei Grisoni'. Premessa. 004. La particolare ottica di analisi che ci viene offerta dalla scienza denominata 'geopoli-tica' po- ne in primo piano l'aspetto tra i più significativi della personalità e dell'azione di san Carlo Borromeo, ovvero la sua pressocché inimitabile capacità di controllare la complessità o, o come egli preferirebbe definire tale oggetto, il "Caos". 1 005. Se la vastità della produzione borromaica è da tutti riconosciuta come sfida ad ogni sistema culturale-archivistico moderno, onde evitare il pericolo di un pur sottile atteggiamento 'da 1 Con tale nome infatti si autoidentificava nell'Accademia delle 'Notti Vaticane', istituita il 20 aprile 1562, con l'adesione delle mi- gliori giovani personalità della Chiesa romana del periodo, tra esse Ugo Boncompagni, futuro Gregorio XIII. L'intuizione della prima età adulta del Borromeo percorre tutte le ulteriori fasi della sua esistenza terrena, qualificandone lo stile culturale e operati- vo.

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Il contesto socio-religioso della seconda metà del secolo XVI: l'esempio dell'Ordine francescano. Per un'analisi storica e geopolitica. Intervento al Convegno "San Carlo Borromeo e la Famiglia francescana: dialogo fecon-do tra Carisma ed Istituzione", Milano, Angelicum, 29 gennaio 2011.

p. Gianfranco Berbenni, Roma

Abstract. 001. Il valore plurisecolare di san Carlo Borromeo (1538-1584), considerato nelle sue relazioni con la Famiglia francescana, viene ulteriormente confermato con l'apporto strutturale della moderna scienza geopolitica, attenta alle correlazioni tra territorio e vita umana associata. 002. La particolare collocazione della Valtellina e delle Valli ticinesi in rapporto al diffondersi della Riforma ai confini della Penisola, porta a comprendere la logica delle scelte borromai-che riferite ad alcune componenti del Francescanesimo operative nel Ducato di Milano. 003. Tra le molte opportunità di sondaggio storico-ambientale si procede ad un breve approccio alla Bolla di Pio V, Beatus Christi, Bolla di Pio V, del 23 gennaio 1567 riferita alle procedu-re di soppressione degli Amadeiti e dei Clareni e della Lettera Si risponde a Vostra Signoria, del 17 marzo 1584, inviata al Borromeo da parte del cardinal Savelli, circa le modalità di dif-fusione della Religione cattolica nella Rezia o 'Paese dei Grisoni'. Premessa. 004. La particolare ottica di analisi che ci viene offerta dalla scienza denominata 'geopoli-tica' po-ne in primo piano l'aspetto tra i più significativi della personalità e dell'azione di san Carlo Borromeo, ovvero la sua pressocché inimitabile capacità di controllare la complessità o, o come egli preferirebbe definire tale oggetto, il "Caos".1 005. Se la vastità della produzione borromaica è da tutti riconosciuta come sfida ad ogni sistema culturale-archivistico moderno, onde evitare il pericolo di un pur sottile atteggiamento 'da 1 Con tale nome infatti si autoidentificava nell'Accademia delle 'Notti Vaticane', istituita il 20 aprile 1562, con l'adesione delle mi-

gliori giovani personalità della Chiesa romana del periodo, tra esse Ugo Boncompagni, futuro Gregorio XIII. L'intuizione della prima età adulta del Borromeo percorre tutte le ulteriori fasi della sua esistenza terrena, qualificandone lo stile culturale e operati-vo.

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panegirico', suggeriamo di accostare non soltanto le opere del Nostro, ma anche, e soprattut-to, quelle dei suoi superiori o dei suoi cooperatori. 006. Tale è il caso dei documenti da noi prescelti per questo intervento: la succitata Bolla di Pio V e la Lettera del Cardinal Giacomo Savelli. E' chiaro che in tal modo si amplia la vastità della documentazione riferibile al santo Arcivescovo di Milano, anche se le prevedibili fatiche, sono compensate da una migliore oggettività storica. 1. L'arcidiocesi di Milano e la sua collocazione geopolitica nella seconda me-tà del XVI secolo. 007. Carlo Borromeo, agli occhi degli storici aumenta sempre più la sua dimensione di unicità nel contesto della vita moderna cattolica, a partire dal secolo XVI sino ai nostri inizi di XXI se-colo, albori del III millennio. 008. Non soltanto i dati della sua personale Biografia2 rendono ragione di questo primato, ma an-che l'oggettiva collocazione della città di Milano sul territorio europeo occidentale fa emer-gere la logica interna di varie sue scelte strategiche ecclesiali e sociali.

L'osservazione satellitare del cosiddetto inquinamento lu-minoso nel periodo notturno, sottolinea a tutt'oggi l'impor-tante arteria (giugulare) europea che unisce Milano alle grandi città industriali della Renania-Westfalia, dei Paesi Bassi e dell'Inghilterra. La semplice collocazione geopoliti-ca rende ragione del fatto che la metropoli lombarda sia stata sede imperiale romana, nel IV secolo, evento che porta conseguenze nella mentalità sociale milanese in epoca bor-romaica, con il riferimento continuo alla figura e all'opera di sant'Ambrogio.

009. In primo luogo, si noti come il territorio milanese, si trovi all'incrocio - nei pressi di Piacenza - del sistema viario genovese (via Aurelia e via Postumia) ed emiliano (via Aemilia). Esso permise a merci ed eserciti romani di dirigersi verso il Nord Franco-Germanico e che ne de-terminarono la scelta quale una tra le sedi dell'Impero Romano d'Occidente (286-402 d. Cr.), celebre per l'Editto di tolleranza nei confronti dei cristiani e restituzione dei loro beni (feb-braio 313). 2 Davvero difficile anche per il futuro prossimo e remoto, riprodurre le condizioni socio-ecclesiali e le relazioni intra-ecclesiali di cui Carlo Borromeo potè fruire nella sua intensa vita. La stretta connessione che ebbe con tre Pontefici, Pio IV dal punto di vista parentale, Pio V e Gregorio XIII dal punto di vista collaborativo e amicale, lo portò ad acquisire una metodologia di lavoro estre-mamente ordinata, efficace, selettiva, autentica base per comprendere modalità e risultati di 7 Sinodi o 'concili' provincia-li/metropolitani e di 11 Sinodi diocesani.

010. Ancora in epoca borromaica la parte nord del territorio milanese, a ridosso del siste

ma alpino centrale, era abitata e vissuta con la chiara coscienza di essere snodo vitale per l'accesso alle valli del Rodano, del Reno, dell'Innradici nel fatto che il cuore idrografico dell'intero continente europeo è collocato propriola Rezia, nell'area dell'Adula, del Piz Lunghin e del Gletsch nell'Oberalp . 011. Questo territorio diviene di primaria importanza nei secoli XVvista storico-militare, ma soprattutto qualeta dagli antichi percorsi fluviali e stradali mediterranea da parte della Riforma protestante e con le strategie di un suo contenimento strutturale messe in opera da san Carlo Borromeo.

Particolare della Tabula Peutingeriana, elemento cartografico i cui dati risalgono al III secolo d.Cr. Al centro si noti la città di 'Mediolanum' e le direttrici viarie che collegano il porto di Nord Europa.

Ancora in epoca borromaica la parte nord del territorio milanese, a ridosso del siste

Il punto centrale fluviale o 'cuore iderografico' del continente europeo è in linea diretta collegato all'area lombarda milanese. Il sistema delle vallate e dei gradi fiumi è stato, notoriamente, la prima via di comuncazione in epoca neolitica. La navigabilità del grande Reno, giustifica non solo la sua funzione di confine tra popoli legati a Roma e popoli di altre etnie, ma anche il suo essere via di trasporto di merci e di pesone, via principale per i percorsi culturali e sociali dell'Europa occidentale, così come il Danubio e il suo grande affluente, il fiume Inn, lo è stato per l'Europa centro-orientale.

a abitata e vissuta con la chiara coscienza di essere snodo vitale per l'accesso alle valli del Rodano, del Reno, dell'Inn-Danubio. Del resto il fenomeno poggia le radici nel fatto che il cuore idrografico dell'intero continente europeo è collocato propriola Rezia, nell'area dell'Adula, del Piz Lunghin e del Gletsch nell'Oberalp .

di primaria importanza nei secoli XVI-XVII, non solo dal punto di militare, ma soprattutto quale via di comunicazione culturale

percorsi fluviali e stradali -, con la forte pressionedella Riforma protestante e con le strategie di un suo contenimento

strutturale messe in opera da san Carlo Borromeo.

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Particolare della Tabula Peutingeriana, elemento cartografico i cui dati risalgono al III secolo d.Cr. Al centro si noti la città di 'Mediolanum' e le direttrici viarie che

il porto di Genova (Ianua) con il

Ancora in epoca borromaica la parte nord del territorio milanese, a ridosso del siste-

Il punto centrale fluviale o 'cuore iderografico' del continente europeo è in linea diretta collegato all'area

sistema delle vallate e dei gran-di fiumi è stato, notoriamente, la prima via di comuni-cazione in epoca neolitica. La navigabilità del grande Reno, giustifica non solo la sua funzione di confine tra popoli legati a Roma e popoli di altre etnie, ma

suo essere via di trasporto di merci e di per-sone, via principale per i percorsi culturali e sociali dell'Europa occidentale, così come il Danubio e il suo grande affluente, il fiume Inn, lo è stato per l'Europa

a abitata e vissuta con la chiara coscienza di essere snodo vitale per Danubio. Del resto il fenomeno poggia le

radici nel fatto che il cuore idrografico dell'intero continente europeo è collocato proprio nel-la Rezia, nell'area dell'Adula, del Piz Lunghin e del Gletsch nell'Oberalp .

XVII, non solo dal punto di via di comunicazione culturale-religiosa - facilita-

, con la forte pressione verso l'area italico-della Riforma protestante e con le strategie di un suo contenimento

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Sistema viario moderno (autostrade) con evidenza alla più breve direttrice sud-nord che, partendo dal mar Tir-reno (Genova), transitando per Milano, collega con il Mare del Nord tramite la Valle del Reno. Le antiche vie celtiche e romane coinvolgevano in modo diretto la Valtellina e la Valchiavenna, con una serie di transiti a quote relativamente basse, come nel caso del Lucoma-gno, del Maloja (S. Moritz) e della Val Fraele (Bor-mio).3 La mancanza di un sistema autostradale moderno non deve trarre in inganno sulla centralità europea dell'area retico-valtellinese-valchiavennasca.

012. Il primato politico dell'area milanese-retica coincide con il massimo sviluppo della dinastia imperiale asburgico-spagnola e con il nascere della potenza francese che, a sua volta, domi-nerà il XVII secolo europeo. Borromeo si trovò dunque a confrontarsi con gli interessi di due potenze 'cattoliche' le quali, pur di sopravvivere all'eventuale strapotere dell'altra, non esita-vano a mettere in secondo o in primo piano le esigenze della Chiesa e della Sede Apostolica, in particolare.

Al termine della gestione imperiale di Carlo V (+ 21 settembre 1558) - quando il giovane Borromeo è nel pieno sviluppo delle sue future capacità ge-stionali - si nota immediatamente la tendenza po-litica di accerchiamento della Francia, da parte della Spagna e degli Asburgo. Il fenomeno coin-volge direttamente non solo il Monferrato pie-montese, ma anche

013. A coronamento di questo quadro estremamente sintetico sul sistema territoriale e geopolitico nei quali si viene a trovare l'Arcidiocesi governata per 19 anni da Carlo Borromeo (1562/65-1584), si invita a confrontare la sua azione pastorale e politica con quella di un altro celebre cardinale, Armand-Jean Du Plessis, duca di Richelieu (1585- 1642), esponente della moder-

3 Nell'area alpina centrale, troviamo numerosi altri passi alpini, più difficili da transitare nella stagione invernale: citiamo il San Gottardo, il san Bernardino in Val Mesolcina, lo Spluga e il Septimer nei pressi di Chiavenna, il Muretto in Valmalenco, il Berni-na il Val Poschiavo e infine lo Stelvio, con la duplice diramazione in Val Santa Maria e in Val Solda.

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na 'ragion di stato' o 'interesse nazionale' indipendente da vincoli morali, elaborata impro-priamente sulla originale posizione di Giovanni Botero (1588).4 2. Due applicazioni a documenti correlati e correlabili alla Famiglia france-scana 2.1. Carlo Borromeo e i Francescani. Il caso della soppressione5 degli Amadeiti e dei Clareni. 014. Uno tra i primi problemi con i quali san Carlo Borromeo si trovò a confrontarsi nella sua specifica relazione con la Famiglia francescana, fu la gestione della soppressione/unione6 di due piccole riforme serafiche, presenti unicamente sul territorio italiano, gli Amadeiti e i Clareni. 015. Gli Amadeiti, fondati nel 1464 dal Beato Amedeo Menez de Sylva (+ 10 agosto 1482, Mila-no), hanno avuto soltanto un secolo di vita, radicata nella regione della Lombardia, anche se il convento più rappresentativo era situato in Roma, nella zona del Gianicolo, in San Pietro in Montorio, reso celebre nel secolo XVII per essere il centro di formazione e di documenta-zione tipografica per la presenza francescana nelle Americhe.7 016. La 'congregazione' dei Clareni o 'Frati minori Eremiti', si ispirava a Frate Angelo Clareno (+ 1337) e fu rifondata da frate Pietro Ispano, con l'approvazione (11 marzo 1472) del papa francescano Sisto IV, che destinava loro la chiesa romana di San Girolamo e, poi, a San Bar-tolomeo all'Isola Tiberina. A differenza degli Amadeiti non ebbero presenze in Lombardia. 017. La Bolla di 'unione' con i Frati Osservanti è la Beatus Christi, del Sommo Pontefice Pio V (23 gennaio 1567).8 L'apparente situazione paradossale è dato dal fatto che Carlo Borromeo è

4 Rammento che nella nota questione dell'assedio di La Rochelle (1627-1628), il cardinale Richelieu, tra i vari progetti di colloca-zione della comunità protestante ugonotta locale, aveva in animo di offrire loro la Valtellina quale nuovo luogo di residenza. Del resto la zona valtellinese, nei primi tre decenni del XVII secolo era notoriamente mista, cioè abitata da protestanti e cattolici. Nel 1640, oltre alla fondazione del convento dei Cappuccini, in Sondrio si discuteva anche dell'apertura di una struttura formativa pro-testante. 5 Il termine 'soppressione' è improprio. In realtà sarebbe meglio usare la parola "unione", intendendola come "unione delle 'congregazioni' degli Amadeiti e dei Clareni con i Frati dell'Osservanza", detentori del sigillo dell'Ordine francescano dopo la fa-mosa bolla "Ite et vos" del papa Leone X (29 maggio 1517). 6 Se confrontiamo le fatiche borromaiche in questo 'affare ecclesiastico' con quelle ben più rischiose della soppressione degli Umi-

liati (bolle papali dal 1567 al 1571), si comprendono i vari gradi di rischio che comportava un simile intervento intra-ecclesiale e, di riflesso, la prudenza e la forza, l'intelligenza e la determinazione del santo arcivescovo. 7 Significative le presenze sul territorio lombardo degli Amadeiti: Oreno di Vimercate (1457), S. Maria di Bressanoro a Castelleo-ne Cremonese (1464), Quinzano (Brescia) (1468), Santa Maria della Pace in Milano (1469), Santa Maria della Pace a Brescia (1460), San Francesco d'Iseo (1463), San Bernardino di Erbusco (1467), Santa Maria di Caravaggio (1462), Santa Maria di Ante-gnate (1468), Santissima Annunziata di Borno (1469); Santa Maria della Pace di Castelnuovo Scrivia (1472), San Martino di Lacchiarella (1472), Santa Maria delle Grazie di Lodi (1476), Santa Maria delle Grazie di Nizza Monferrato (1476), Santa Maria delle Grazie di Cremona (s.d.), san Bernardino di Piacenza (1482). Cf. SEVESI, Amadeiti (1944), 106-107. 8 Cf. SALA , Documenti, I (1857) 190-194.

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al tempo stesso esecutore dell'unione e Protettore e Correttore delle due 'congregazioni'.9 Il contrasto è facilmente risolvibile considerando la priorità che il Borromeo dava all'attuazione dei Decreti del Concilio di Trento, al quale aveva direttamente contribuito nella terza e con-clusiva fase (gennaio 1562 - dicembre 1563).10

018. Il Documento magisteriale è molto ben strutturato dal punto di vista della scienza canonica, applicata ad ogni tipo di difficoltà attuativa prevedibile.11 Per apprezzarne la splendida sag-gezza, proponiamo una breve analisi del periodo numero 7, debitamente segmentato (stico-grafato), e chiuso da una perfetta e concisa frase di altro valore pastorale-spirituale.

Eos autem omnes et singulos fratres, qui ejusmodi segregationum et

denominationum erant, cum eorum omnibus domibus,

Ecclesiis, Oratoriis et Locis

quibuscumque, ubicumque consistant,

Fratribus Ordini Minorum Familia de Observantia vocatis, eorumque Congregationi aggregamus atque

unimus; et sic in posterum ex nunc perpetuo aggregatos et

unitos esse disctisque de Observantia adherere et

eisdem, quibus illi utuntur, regularibus institutis, professione, moribus, habitu et vivendi forma ac agnominibus, denominationibus uti,

ac unam familiam tantum de caetero esse, eisdemque Generalibus seu

Provincialibus Ministris, caeterisque superioribus aut officialibus,

quibus illi subsunt aut pro tempore suberunt,

subjectas esse et in eadem immediate, cum illis obedientia, Deo servire pure,

ordinarie et uniformiter ,

nullaque prorsus re nulloque discrimine sejunctos,

9 Si veda il periodo 27, della Bolla (atesto in Appendice 1). 10 Borromeo fu designato come Presidente della commissione dei teologi applicati alla redazione del noto Catechismus Romanus, promulgato con l'autorità dello stesso Concilio. 11 Si consideri che - a differenza della Bolla di unione del 1517, disattesa dallo stesso Leone X il quale con il Breve Sacrae Reli-gionis dell'11 novembre 1518, confermava l'erezione della Provincia di San Pietro in Montorio in Roma, accettata dallo stesso Capitolo generale dei Frati dell'Osservanza celebrato a Lione nello stesso anno - l'unione fu realizzata, pur con alcune difficoltà documentabili sino al 1570 (cf. SEVESI, Amadeiti [1944], 119-160, con 56 documenti).

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aut dissimiles debere decernimus.

Notevole davvero questa nuova obbedienza, da viversi subito (immediate) in modo tale da poter servire Dio 'in purezza di spirito' e di adesione a livello di atteggiamento interiore (pu-re), nell'ordinarietà della vita quotidiana e locale (ordinarie) e con uniformità di comporta-mento esteriore (uniformiter). 019. Ulteriori aspetti strutturali e contenutistici li lasciamo ad altre occasioni di approfondimen-to.12 Notiamo soltanto che ricerche future molto meticolose e attente ai testi originali, po-trebbero offrire testimonianze dirette sulla redazione di questo tipo di documenti pontifici, tanto importanti quanto autorevoli, mettendo in risalto l'apporto che vi diede lo stesso san Carlo. 020. Procediamo ora all'accostamento al secondo sondaggio che coinvolge il contesto socio-religioso nel quale si svolge la relazione tra Famiglia francescana e il santo Arcivescovo, cardinale presbitero di Santa Prassede. 2.2. San Carlo e la questione del rafforzamento cattolico nella Svizzera e nella Rezia o 'Paese dei Grisoni' 021. L'intera e sofferta Assise conciliare, riunita nella città di Trento, nelle sue tre fasi, vissute con numerosi anni di interruzione, dal 1543 al 1565,13 fu convocata per la Riforma della Chiesa cattolica, su chiaro stimolo della Riforma evangelica o Protestante, rapidamente diffusa a Nord delle Alpi nelle sue varie articolazioni. Carlo Borromeo si trova a gestire il fianco più debole e territorialmente più ampio della 'frontiera' tra le due Riforme.14 Nessuno meglio di lui era preparato per questo faticoso ed entusiasmante compito. 022. La strategia borromaica di fronte alla veloce diffusione della Riforma protestante. Prima di avvicinare il documento da noi prescelto, appartenente agli ultimi mesi della vita terrena di san Carlo (datato al 17 marzo 1584) è necessario avere dinanzi agli occhi un qua-dro sistemico della sua intera azione ecclesiastica riformista e anti-riformista o contro-riformista che dir si voglia. 023.

12 Si consulti nell'Allegato I l'intero testo della Bolla. E' stato suddiviso in periodi e sottoperiodi, seguendo il criterio della punteg-giatura originaria: il periodo è identificato dal segno del 'punto'; il sottoperiodo dal 'punto e virgola'. 13 Per maggiore precisione: la prima fase, da dicembre 1545 a marzo 1547, di sedici mesi, con conteggio inclusivo; la seconda fa-se, da maggio 1551 ad aprile 1552, di dodici mesi; la terza fase, da gennaio 1562 a dicembre 1563, la più ampia, di 24 mesi. 14 L'area alpina occidentale, piemontese-sabauda si doveva confrontare solo con il riformismo dei Valdesi. L'area alpina orientale, veneto-trentina-friulana, era confinante con zone tradizionalmente cattoliche come il Tirolo austriaco e la Baviera, notoriamente fedeli alla cattolicità.

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Il vero nucleo dell'azione del Borromeo fu dedicato alla Riforma interna della Chiesa cattoli-ca ambrosiana, rinnovandone in modo profondo e diffuso, lo spirito e la vita, le celebrazioni liturgiche e il servizio caritativo, l'istruzione dei chierici e le visite pastorali, i cosiddetti 'concili provinciali' (sette) e i sinodi diocesani (undici), ossatura di quegli 'Acta Ecclesiae Mediolanensis' ammirati e imitati nell'intera Chiesa. 024. La Famiglia francescana e, nel caso specifico, la Riforma cappuccina, furono particolarmente interpellate per l'azione - esterna e spirituale al tempo stesso - di contenimento territoriale della diffusione del Protestantesimo, che da qualche decennio aveva già varcato il confine i-drografico tra Nord e Sud Europa, con notevoli infiltrazioni nelle zone della Val Poschiavo e della Val Mesolcina. 025. Quattro sono le fasce di questi interventi sul territorio socio-politico e sulle circoscrizioni ec-clesiastiche corrispondenti: a- la zona 'ultramontana', considerando con tale aggettivo le iniziative prese da san Carlo di-

rettamente con i Cinque Cantoni Cattolici (Luzern, Ur, Schwyz, Unterwalden, Zug), di lingua tedesca e con il Cantone dei Grigioni, bilingue, romancio-tedesco, federazione delle Tre Leghe (Lega Caddea o Lega della Casa di Dio (Gotteshausbund), Lega Superiore o Grigia (Obererbund o Grauerbund), Lega delle dieci Giurisdizioni o Diritture (Zehngeri-chtenbund);

b- la zona 'cismontana', ovvero il territorio immediatamente attiguo al confine idrogeologico, e cioè le Valli dell'attuale Canton Ticino (Gottardo, Lucomagno, Mesolcina e Calanca) e le Valli della Rezia Inferiore, costituita dai cosiddetti 'Terzieri', corrispondenti alle zone di Valchiavenna, di Valtellina (con la Val Poschiavo) e della contea Bormiese;

c- la zona dei grandi laghi lombardi, con distribuzione di insediamenti secolari e regolari, di santuari e conventi, nell'area del Lago Maggiore o Verbano, del Lago di Como o Lario, del Lago d'Iseo o Sebino;

d- la zona metropolitana della stessa Milano, con la fondazione del Collegio Elvetico. La genialità organizzativa e la stupefacente capacità ascetica di lavoro consentirono al santo Arcivescovo di intervenire con un'efficacia che ha sfidato la continuità di effetto in quattro secoli di storia della Chiesa di Lombardia e di parte della nazione Svizzera. 026. Elvezia e Rezia, uno tra i punti focali della cristianità moderna La Chiesa cattolica e la Famiglia francescana, e in specie la giovane Riforma dei Frati Cap-puccini - che vedrà il massimo fulgore nella Francia della prima metà del secolo XVII, in corrispondenza al momento migliore di sviluppo culturale e politico di questa Nazione, at-torno alla quale si formerà il mondo contemporaneo - vivono nella Svizzera e nella Rezia momenti notevoli della propria storia e spiritualità. 027. Sia sufficiente rammentare la fondazione della Congregazione di 'Propaganda Fide' il 22 giugno 1622 e il 24 aprile del medesimo anno l'uccisione, a Seewis, nella Valle del Praetti-gau, nella Lega delle Dieci Giurisdizioni, del sacerdote cappuccino, san Fedele da Sigmarin-

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gen proclamato 'protomartire' della medesima istituzione, beatificato e canonizzato nella prima metà del XVIII secolo. 028. Tornando all'epoca di Carlo Borromeo, citiamo alcuni tra gli interventi più significativi (cf. 025): Per le fasce ultramontana e cismontana : - la fondazione della Provincia elevetica dei Cappuccini nel 1581, da parte di un gruppo di

Cappuccini milanesi, diretto da p. Francesco da Bormio (+ 1583) e con il riconoscimento del titolo di 'Provincia' già nel 1589;

- la Missione di Val Mesolcina e Val Calanca, affidata ai Cappuccini di Milano; - la presenza dello stesso p. Francesco da Bormio nei Terzieri della Rezia Inferiore, premes-

sa per la successiva 'Missione Retica', affidata nel 1621 a p. Ignazio da Casnigo (+ 1632), proveniente dalla neonata Provincia Bresciana (1587), alla quale verranno poi affidate tut-te le Case (1645), aventi come centro operativo Tiefenkastel (1635).

Per la fascia lacustre: - le fondazioni o la ristrutturazione dei conventi nel Canton Ticino e nelle zone verbana, la-

riana e sebina o delle Valli bergamasche, in particolare, . in epoca borromaica: Almenno (1586), Breno (1586), Cannobio (1569), Domaso (1573),

Iseo (1586), Pescarenico (1575), Porlezza (1581), Sorengo nel Ticino (1565), Sovere (1575), Trescore Balneario (1580), Vertova (1575).

. nei 40 anni successivi: Bellagio (1609), Edolo (1608), Faido (1607), Locarno (1602), San Giovanni Bianco (1640), e, nel territorio della Rezia Inferiore, a coronamento di tante fati-che e complesse trattative politico-religiose, i quattro conventi di Chiavenna (1640), Mor-begno (1629), Sondrio (1628), Tirano (1627).

029. Al di là di elencazioni che possono apparire a prima vista aride e fredde, riscontriamo la pas-sione delle Chiese locali della Svizzera, del Ticino, dello Stato di Milano e delle popolazioni delle Terre Venete di Lombardia per una Riforma cattolica diffusa e radicata nel territorio, pur sofferta per gli scontri politico-religiosi tra i partiti degli Spagnoli e Asburgo da una par-te e dei Francesi dall'altra, con l'atteggiamento diplomaticamente indipendente della Serenis-sima Repubblica di Venezia. 030. Circa lo zelo di san Carlo per la Riforma cattolica della Rezia: la Lettera del card. Sa-velli (17 marzo 1584).15 Consideriamo ora l'intensità dell'azione del santo Arcivescovo in riferimento alle popolazioni della Rezia Inferiore, attraverso la Lettera per servitio della Religione nelli Paesi de' Griso-ni", risposta a corrispondenti richieste , redatta dal cardinale vescovo [Giacomo] Savelli (+ 5 dicembre 1587), protonotario apostolico. 031. Superiamo l'apparente ottimismo derivabile dall'uso curiale dei vari superlativi "Illustrissi-mo, Reverendissimo, Osservandissimo" e vediamo di sottolineare, in una sorta di filigrana, i

15 Cf. SALA , Documenti 2 (1861), pp. 302-304.

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messaggi di esortazione alla prudenza, riferiti chiaramente ad un Borromeo totalmente impe-gnato per la diffusione della Chiesa in ogni area della propria grande Diocesi ambrosiana. Pigliamo anche l'opportunità di approcciare per intero il suddetto Documento. 032.

1. [1a] Si risponde a Vostra signoria Illustrissima et reverendissima sopra li particolari scritti per servitio della Religione nelli Paesi de' Grisoni, che la continuatione della Visita viene appro-vata et per l'opera in sè e per il frutto, che se ne è cavato nella Valle Mesolcina; [1b] ma per la difficoltà di havere ad un tratto tanti preti che bisognariano, et anche per qual-che moto che si vede eccitato in quelle genti, si giudica che forsi saria espediente attendesse con interpolatione, et si che non si desse occasione di far giudicio che si pensi d'attendere a general visita di tutti quei contorni; [1c]nondimeno si rimette alla prudenza di Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima di fare come meglio giudicarà che le possa riuscire.

Già il primo periodo è un capolavoro di diplomazia 'inter-cardinalizia': dopo la lode per "l'o-pera in sé e il frutto" della Visita pastorale/apostolica nella Valle Mesolcina, subito si pongo-no innanzi due motivazioni per non procedere immediatamente ad una "general visita di tutti quei contorni", modus dicendi riferibile ad una paventata Visita alla Valchiavenna e alla Val-tellina. La critica sottile all'interventismo di san Carlo è attutito dalla successiva frase, riferita al rimettersi "alla sua prudenza... di fare come meglio giudicarà che le possa riuscire". 033.

2. [2a] Il Collegio di Milano si doverà provedere che vi si possa intertenere quel numero di gio-vani, col quale si possa provedere a' Canonicati di Coira, et alle più insigni Chiese; [2b] per il resto bastaranno scole di honesta gramattica [sic], et catechismi, et si lauda che si veda come si potesse erigere una scola in Coira, come suole essere per le altre Chiese Cate-drali, in forma et modo, che quelli che se allevaranno, possino poi contentarsi delle parrochia-li communi et benefitii del paese. 3. [3a] Si dovria perciò pensare se si potesse applicare a simil scola qualche intrata di Chiesa in quelle bande, et se si potesse erigerne in qualche forma una nell'Abbatia Premonstratense vi-cino a Coira a due leghe [: l'abbazia di Pfaefers], ove si dice che non vi è se non un solo Mo-naco Sacerdote; [3b] et questo si dice, parendo che sia difficile dare sostentatione a quella scola di Coira, che li Signori non sappiano donde viene il trattenimento; [3c] sapendo loro molto bene l'intrate e l'uscite del Vescovo, et volendo secondo le capitula-tioni havere il conto da lui insieme col Capitolo; [3d] et quando potesse riuscire senza rumore, non mancarà poi Sua Santità di provedere, che per la spesa non si ritardi di far questa scola.

I periodi 2-3 sono tutti dedicati a 'scuole' di formazione catechetica e in specie alla scuola diocesana - ovvero 'Seminario' - per educare giovani preti destinati alle Parrocchie e ai Ca-nonicati della Diocesi di Coira, centro della Lega Cadea e sede vescovile di riferimento per tutto il Canton Grigioni. La notoria ipersensibilità cantonale per le eventuali interferenze dall'esterno è accennata dalla frase che introduce il sottoperiodo conclusivo [3d]: "quando potesse riuscire senza rumore", dove per 'rumore' si intende una forte reazione socio-ecclesiale provocata da notizie variamente apprese e diffuse.

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034. 4. Facendosi la Visita interpolatamente, non bisogna tanto numero di preti, quale forse, et in spetie di quelli che sappiano la lingua tedesca, sarà difficile di mettere insieme. 5. Il Breve, di potersi valere de' Religiosi et preti d'ogni diocesi, si concederà, ma a tempo limi-tato, cioè ad biennium, et che si proveda che per l'absenza di obligati all'altre Chiese, quelle non patiscano. 6. [6a] Par difficil cosa dar facoltà d'assolvere gl'occupatori de' beni ecclesiastici, senza la resti-tutione, et massimamente dove l'occupatione è fatta da Catolici, et tanto più vedendo che que-sta difficulta la riforma di quelle bande, causando la penuria di sacerdoti buoni; [6b] et se hanno da essere assoluti, bisogna che conoschino il peccato, et almeno siano pentiti, trattandosi con gente che non ritorna pur hora dall'Heresia al gremio di Santa Chiesa.

Continuano gli inviti alla prudenza pastorale, curando che la quantità di sacerdoti [italiani] sia accompagnata dalla conoscenza della lingua tedesca e che la presenza di Religiosi prove-nienti da altre diocesi non superi i due anni di permanenza. Ulteriore elemento di complessi-va è data dalle questioni relative a beni ecclesiastici occupati abusivamente da cattolici loca-li, ostacolo frequente ad una presenza stabile di presbiteri nelle parrocchie. 035.

7. Così anco si lauda la provisione de' libri et Catechismi, avvertendo che li catechismi siano brevi et facili, et si fuggano le controversie superflue; sarà bene pensare a postille sopra gli Evangelii delle Domeniche, di feste, di quaresima, si tedesche come latine, facili e appropria-te alla capacità et bisogno di quella gente. 8. Circa l'ornar le Chiese si potria da Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima applicare a ciò qualche persone deputate ad opere pie. 9. Il Vescovo di Coira si ecciterà con Brevi et ricordi [memorie]; così anche il Vescovo di Co-mo. 10. [10a] Se si potesse havere qualche huomo di buono ricapito, che fusse capace di Canonicato in Coira, si potria mandare, acciò assistesse al Vescovo come Vicario, o Luogotenente, o Au-ditore, overo visitatore, che ciò si rimette a Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima, et se trovarà huomo a questo proposito, se gli provederà di provisione condecente; [10b] s'haverà poi d'avvertire che dovendo visitare et assistere a Capitoli del Clero, sarà ne-cessario che habbi con la lingua italiana la tedesca, et si protria considerare se per questo della lingua tedesca bisognassero due huomini. 11. [11a] Quanto poi all'impedimento che si dà a Prelati et Preti forastieri, si starà vedendo in che finità il negotio scrittoci; [11b] ben si dice, che si dovria procurare che l'impedimento fosse anco levato agli Ordinarii, dubitandosi che l'ordinationi o visite de' Prelati forastieri in molte parti facilmente si svani-ranno, se li Ordinarii non possono fare il loro Ufficio.

Dopo una significativa lode per l'impegno nella diffusione di libri e in particolare di 'Catechismi', il cardinal Savelli ricorda che tale materiale deve risultare breve e facile, evi-tando "controversie superflue" e proponendo anche commenti ovvero 'postille' ai Vangeli delle domeniche e delle feste, bilingui (latine e tedesche) e adattate "alla capacità et bisogno

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di quella gente". Sarà interessante per il futuro, verificare la verosimile congruità di queste esortazioni. Soprassediamo, in questa sede, alle successive e pur interessanti questioni e 'negotii'. 036.

12. [12a] Quanto poi alla dispositione di quelli di Val Chiavenna, et anco in Valtellina, et all'aiuto che li può dare, essendo quelle Valli soggette a tutte tre le Leghe, è da dubitare che vi sarà più difficultà di quello è stato in Val Mesolcina, tanto più che dalle lettere di Vostra Signoria Illu-strissima et Reverendissima si conosce, che l'altre Leghe anco in questa Visita di Mesolcina hanno presunto di fare intoppo; [12b] per il che si giudica che sia bene l'aiutare la dispositione di quelli di queste Valli, ma con molta circospettione, et anco con temperamento del favor di quelli huomini, per non cau-sar maggior contentione, et ancora gelosia et ombra di stato; [12c] et perciò si giudica sia a proposito, che solo li Svizzeri catolici siano quelli, che con il loro patrocinio promuovino la giustitia della causa di queste Valli; [12d] et in specie si ricorda d'aiutare il Monasterio di San Domenico in Morbegno, al quale essendo prohibito di vestire novitii, corre pericolo di estinguersi, et se bene fose gli Heretici delle Leghe si fondaranno sopra gli articoli generali del 1526, nondimeno è ingiusto introdur-ne l'osservanza in Valtellina a preiudicio de' Cattolici, essendo che dopo il 1526 sempre han-no ricevuto novitii, et che se non doppo pochi anni in qua è fatta questa innovatione. 11. L'istesso si dice per il Monasterio di Monache sopra di Sondrio dell'Ordine di S. Benedetto, et è iniquità manifesta, alla quale deveriano li Catolici procurar rimedio, che simili Monasterii si fanno per indirectum vacare, et poi se l'usurpano gli Heretici, anco dove sono in minor nume-ro de' Catolici. [pag. 303] 12. [12a] Circa l'andare in quelle parti in persona, o proprio nome, o di Nostro Signore, si rimette al giudizio di Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima, la quale vedendovi sicurezza, et non havendo causa di dubitare di qualche incontro d'indignità o di commotione maggiore, potria, secondo quello giudicarà espediente, risolversi dandone quà notitia per tempo; [12b] et raccomandandomi alla buona gratia di Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissi-ma humilissimamente le bacio le mani.16

Splendida descrizione delle difficoltà politico-religiose che le Valli Retiche del versante me-diterraneo ponevano alle intenzioni riformiste del Borromeo, chiaramente connotate da una forte istanza di immediata applicazione delle Visite e delle tutele per le comunità cattoliche locali. Di alto valore pastorale il richiamo ad agire "con molta circospettione, et anco con temperamento del favor di quelli huomini, per non causar maggior contentione, et ancora ge-losia et ombra di stato". Ancor più interessanti i due casi proposti, ovvero la questione del divieto di ricevere novizi per il convento domenicano di Morbegno e il caso del Monastero di san Lorenzo in Sondrio, adocchiato dalla comunità protestante presente in città. Siamo nel 1584, alla vigilia della nomina ad arciprete del Servo di Dio Nicolò Rusca (1587), morto in seguito a torture durante il processo di Thusis il 4 settembre 1618. Formato nel Collegio Elvetico a Milano, conobbe di persona san Carlo, il quale gli avrebbe detto, citando l'apostolo Paolo: «Figliuol mio,

16 Dati epistolari conclusivi: "Di Roma li 17 di marzo 1584. | Di Vostra Signoria Illustrissima et Reverendissima | Humilissimo servitore | il Cardinal Savello | a tergo: All'Illustrissimo et Reverendissimo Signor mio Osservandissimo il Signor Cardinale di Santa Prassede.

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combatti buona guerra, compi tua carriera. Per te è riposta una corona di giustizia, che ti ren-derà in quel giorno il giudice giusto». 037. Questo il quadro storico-ecclesiale nel quale si verranno a trovare i nuovi Ordini chiamati a contenere la Riforma protestante, ben radicata sul territorio chiavennasco, valtellinese e bormino: ci riferiamo non solo ai Francescani Cappuccini, ma anche ai Domenicani (Morbe-gno) e ai Gesuiti (Ponte e Bormio). Conclusione 038. Come dare sintesi davanti ad un gigante di santità, di capacità gestionale, di promozione cul-turale e territoriale come Carlo Borromeo? Penso che una breve frase possa riassumere gli intenti e i risultati di questo breve intervento: ammirazione, critica e devota. Dove l'agget-tivo 'critica' sta a indicare un approccio integrale, attento alle testimonianze e alle fonti 'parallele' e l'aggettivo 'devota' rammenta la misteriosa e vivente relazione che i credenti hanno con i propri santi pastori, nel mistero della 'communio sanctorum'. 039. In prospettiva, si presenta davvero entusiasmante un lavoro di ricerca sull'opera e lo spirito di san Carlo Borromeo, non soltanto nel tentativo di favorire una più facile consultazione dell'enorme quantità di documenti d'archivio, ma cercando in essi motivi e stimoli ispirativi per il nostro essere 'Chiesa' del XXI secolo, pure essa interpellata da cambiamenti davvero epocali. 040. Ci congediamo ricordando l'intensa pagina, quasi come un 'testamento spirituale', nella quale san Carlo descrive la Rezia come il luogo di agognato martirio, traguardo di una totale dedi-zione al bene della Chiesa, amata e servita con il massimo di attenzione e di ordine, Lui che da giovane 'accademico' delle Notti Vaticane si autodefiniva come 'Caos'. [estratti del testo...] Bibliografia essenziale - Acta Ecclesiae (1738) Acta Ecclesiae Mediolanensis a s. Carolo Cardinali s. Praxedis Archiepiscopo condita, edizione patrocinata

dal card. Federico Borromeo, con aggiunta del VII Sinodo provinciale, Bergamo, 1738, 1272 pp.

- Giancotti, Per ragioni (2010) GIANCOTTI Fabiola, Per ragioni di salute. San Carlo Borromeo nel quarto centenario della canonizzazione.

1610-2010, Presentazione di mons. Franco Buzzi, con 62 opere d'arte inedite, Milano, Spira-li - Il Club di Milano, 2010, 964 pp., ill., delle quali molte f.t. Il libro II è costituito da un 'Glossario e dizionario. Attualità della lingua di san Carlo' (pp. 567-906.

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- Sala, Documenti (1857-61) SALA Aristide, Documenti circa la Vita e le Gesta di San Carlo Borromeo, 3 vol., Milano, 1857-1861, pp.

94*+620 (I); 547 (II): 843 (III). - Sevesi, Frati Minori (1938) SEVESI Paolo Maria, San Carlo Borromeo, Cardinal Protettore dell'Ordine dei Frati Minori (1564-1572), in

"Archivum Franciscanum Historicum" 31 (1938) 72-126. 387-439. - Sevesi, Panigarola (1940) SEVESI Paolo Maria, San Carlo Borromeo ed il P. Francesco Panigarola, O.F.M., in "Archivum Francisca-

num Historicum" 40 (1947) p. 143-207. - Sevesi, Amadeiti (1944) SEVESI Paolo Maria, San Carlo Borromeo e le Congregazioni degli Amadeiti e dei Clareni (1567-1570).

Con documenti inediti, in "Archivum Franciscanum Historicum" 37 (1944) 104-164. Nume-rosi gli apporti di p. Sevesi alle relazioni tra san Carlo e la Famiglia francescana nelle sue varie articolazioni.

- Tallon, Francia (2006) TALLON , Alain, San Carlo Borromeo e la Francia. Santità e relazioni internazionali nel secondo Cinque-

cento, in Cultura e spiritualità borromaica tra Cinque e Seicento. Atti delle giornate di stu-dio 25-26 novembre 2005, a cura di Franco Buzzi e Maria Luisa Frosio, "Studia Borromai-ca" [Biblioteca Ambrosiana] 20 (2006) 31-42.

Per la dimensione geopolitica nelle analisi socio-religiose: - BERBENNI , Straniero (2010) Lo Straniero nella Bibbia. Sondaggio storico, socio-ecclesiale per una prospettiva di servizio (diakonia) francescano-

cappuccino, intervento al Capuchin Meeting on Migration, convocato dall'Ufficio della Curia generale OFM Cap "Justice Peace and Ecology" a Krakow (Poland), 09 November 2010, 17 fogli (trad. inglese in corso).

- BERBENNI , Città (2009) Città interculturale e 'fattore R' [: Religione]. Convivenza interculturale negli spazi urbano-metropolitani del XXI se-

colo. Considerazioni iniziali a partire dalla dimensione socio-religiosa, in 'Civitas' (Rivista di ricerca storica e cultura politica, fondata nel 1919 da Filippo Meda, Roma), n.s. 5/2-3 (maggio-dicembre 2008) pp. 45-48. Trad. inglese a cura di Adriana Gini. Il testo è stato pubblicato anche in La città... la crisi, le ragioni, i rimedi, tomo 30 della collana 'Studi Urbanistici', diretta di Corrado Beguinot (Fon-dazione Aldo Della Rocca), Roma-Napoli, 2009, pp. 65-69.

- BERBENNI , Ionio-Adriatica (2008) Il valore interculturale dell'area Ionio-Adriatica nell'ottica strategica di InGentibus Foundation E.V. Elementi intro-

duttivi, 1st Adriatic-Ionian Intercultural Dialogue Conference, Corfù, 27-28 giugno 2008. Vedi anche www.ingentibus.org

- BERBENNI , Economia (2008) L'economia da strumento a idolo: una lettura francescana. Fraternità minore e povera nel contesto socio-economico

odierno, intervento all'Incontro interfrancescano GPIC (Giustizia Pace e Integrità del Creato), Assisi-Santa Maria degli Angeli, 2 giugno 2008, 12 ff. + Allegati come strumenti di lavoro.

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Allegati. 1. Bolla di unione dei Clareni e degli Amadeiti ai Frati Minori della Famiglia degli Osservanti. Beatus Christi, Bolla di Pio V, del 23 gennaio 1567, con la quale si unisce l'Ordine degli Amadei e dei Cla-reni all'Ordine dei Frati Minori Osservanti, di cui è Protettore il Cardinal Carlo Borromeo, in Sala, Docu-menti, I, 190-194 (pergamena originale). [pp. 190-194]

> Quantum utilitatis, Bolla del 30 aprile 1567, nella quale Pio V fa diverse prescrizioni ad emendazione dell'Ordine degli Umiliati, incaricando il Cardinale Carlo Borromeo di curarne l'esecuzione precisa, anche mediante opportuni rigo-ri.[pp. 195-200]

Pius Episcopus Servus Servorum Dei ad perpetuam rei memoriam. 1. Beatus Christi Salvatoris Confessor Franciscus, dum adhuc mortalis hujus vitae | spatia decurreret, ardentis-simo caelestium amore captus, nec sibi tantum illa, sed quam plurimis hominum fieri posset quaesita cu-piens, totusque in idipsum incumbens, quae Ordinis Minorum initia fuerunt, confluentes ad se veluti ad me-liorem frugem undique Fratres suos in unam familiam collegit, collectosque ipsorum omnium vitam et mo-rem ad unam eandemque regulam dirigens, his praeceptis insittuit, ea disciplina formavita, quae ad conjun-ctionem atque adeo unionem inter illos onciliandam e tuendam maxime pertinerent. 2. Humilitatem illis praecipue conplectendam proponens, qua humana haec inania et fluxa, quod ejusdem Sal-vatoris consilium fuerat, aspernati, solidam ac permanentem a Deo felicitatem expectarent. 3. Itaque hac ipsa familia suas operas ad praescriptam rationem graviter confrerente, Domini Dei nostri ager egregie cultus uberrimos et praetantissimos fructus continuo protulit et subinde profert, atque, uti speramus, profert in dies suaviores et largiores. 4. Verum quoniam eadem familia, quae una ab uno costituta fuerat, in quasdam quasi partes paulatim ita con-cessit, ut jam non una ne ipso quidem, que [sic] a patre suo vocata est, nomine consistat; sed variis agnomi-nibus, cum de illa vel illa parte agitur, sit distinguendum. 5. Propterea nos, ne animorum quidem aut mentis inter eos, quoa exterius ita rebus sejunctos cernimus, interio-rem conjunctionem sperare tuto valeamus; quin etiam quando in eam, de qua supra diximus, spem erecti ab ejusmodi Ordinis Fratribus oprima quaeque et maxima ad Dei gloriam et militantis Ecclesiae utilitatem et opramus, et sane pro ea, quam in praecelsae dignitatis fastigio collocati nostro muneri debemus, diligentia exigimus, non sinimur carere cura, ne forte, rebus ita neglectis - quod Deus oprimus maximus avertat - ma-gna inde sensim incommoda subeamus, 6. [5a] Id igitur qua possumus oper, post petitum a Deo auxilium, cavere volentes, arque hinc potissimum inci-pientes, Motuproprio atque ex certa scientia et matura deliberatione, nostra apostolica auctoritate deque apo-stolicae potestatis plenitudine Amadeorum et Clerenorum etiam de la Becca cuncupatorum sancti Petri in Monte aureo et sancti Jeronimi sive sancti Bartholomaei in Insula de Urbe, aliarumque quarumlibet Provinciarum respective Fratrum Ordinis sancti Francisci eorumdem institutionem, congregationes, conven-tus, denominationes, nomina et vocabula quaecumque; [6b] nec non.............. Regularibus institutis Fratrum dicti sancti Francisci Ordini Familiae Minorum de Obser-vantia vocatorum discrepant eorum Regularia [p. 191] instituta, constitutiones, statuta, consuetudines et ri-tus, modumque et normam vivendi interdicimus et prohibemus, illaque nec non illorum primissiones, con-firmaziones et adprobationes apostolica auctoritate factas, et illorum causa privilegia, indulta, gratias et litte-

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ras, etiam a Sede apostolica et forsan occasione Concordiarum inter ipsos Fraters initarum confirmatorias, ac Morum, scientia, potestatisque plenitudine similibus; [6c] vel etiam consideratione, vel ad instantiam Imperatoris, Regum, et aliorum principus concessa et quibu-scumque concepta formulis, ac suffulta decretis, quorum onium tenores his litteris haberi volumus pro e-xpressis, extinguimus, supprimimus, revocamus, cassamus, et in perpetuum penitus et omnino omnia tollimus. 7. [7a ]Eos autem omnes et singulos fratres, qui ejusmodi segregationum et denominationum erant, cum eorum omnibus domibus, Ecclesiis, Oratoriis et locis quibuscumque, ubicumque consistant, Fratribus Ordini Mino-rum familia de Observantia vocatis, eorumque Congregationi aggregamus atque unimus; [7b] et sic in posterum ex nunc perpetuo aggregatos et unitos esse disctisque de Observantia adherere et ei-sdem, quibus illi utuntur, regularibus institutis, professione, moribus, habitu et vivendi forma ac agnomini-bus, denominationibus uti, ac unam familiam tantum de caetero esse, eisdemque Generalibus seu Provincia-libus Ministris, caeterisque superioribus aut officialibus, quibus illi subsunt aut pro tempore suberunt, su-bjectas esse et in eadem immediate cum illis obedientiae Deo servire pure, ordinarie et uniformiter, nul-laque prorsus re nulloque discrimine sejunctos, aut dissimils debere decernimus. 8. [8a] Quin immo ut hae puriore conscientia et tranquilliore animo praestare valeant debeantque et non aliter; [8b] eosdem a priorum institutorum, rituumque et aliorum supradictorum, iis scilicet dumtaxat, quibus ab institu-tis et ritibus Fratrum de Oservantia differebant, nen non si quibus, quavis rationem aut modo, jureve aut fac-to iis tenebantur, vel etiam tenentur, aut teneri se opinantur promissione, juramento aut voto, quorum obser-vatio scandalum aut perturbationem judicio superioris caeteris allatura esset, absolvimus et liberamus; [8c] mandantes ipsorum universis et singulis ut praemiss non impediant, neque eis ulla ex parte[,] ulla ratione, ulloque modo resisten vel aversentur, ac nihil faciant vel experiantur aut tentent quominus plene et celeriter aut facile suos effectus consequantur, neque ut ea vitent, saecularium habitu lateant, vel tamquam clerici sa-eculares ad aliquos Ordines minores vel majores promoveri praesumant. [8d] Neque vero ad alias Religiones, aliosve Ordines etiam paris vel acrtioris regulae, regularisque observantiae transeant, sine licentia Sedis Apostolicae speciali; sed praefatis Fratribus de Observantia, eorumque Congre-gationi et obediantiae adhereant et omnibus aliis supradictis quam primum pareant et obsequentur re ipsa. 9. [9a] Quod si eorum quispiam secus fecerit, omnes illasmet sententias, censuras et poenas eo ipso incurrat et patiatur, quas mere apostatae ipsi, tam juxta canonicas sanctiones quam dicti Ordinis regularia instituta in-currunt et patiuntur; [9b] ac perinde contra illum sive ab Ordinariis locorum, sive ab ipsis Superioribus Fratrum de Observanti, ad quos pertinet, procedatur et severe adnimavertatur, atque contra vere apostatam procederetur et animadverte-tur. 10. Et si quando ad obedientiam reversus, in aliorum consortium receptus fuerit, vocis tamen activae et passivae, suorumque Ordinum omnium usu perpetuo careant. 11. Caeterum ut universa Congregatio Fratrum hujusmodi de Observantia, hoc additamento, quasi novis colonis aucta, placida simul perpetuaque pace fruantur et conquiescant, neque uno tantum nomine, sed una etiam mente consistant, nullaque ibi altercandi occasio surrepat, eisdem Motu, scientia et potestatis plenitudine statuimus et ordinamus, ut nullus ex veteribus Fratribus de Observantia, quemquam sic noviter aggregato-

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rum recordatione priorum nominum aut vitae, vel alio quocumque modo irritare aut Amadeum vel Clare-num, seu alia quam de Observantia [p. 192] nuncupatione appellare audeant. 12. Quid contra ausus fuerit, a suo Superiore graviter puniatur. 13. Ipsi quid etiam sic aggregati Fratres suos gradus, et quae ratione suorum graduum privatim habent privile-gia, facultates et anterioritates, institutis tamen regularibus de Observantia expresse non contraria ut prius retineant. 14. Universim vero iisdem privilegiis, facultatibus, immunitatibus, praerogativis, indultis et gratiis indistincte fruantur et potiantur, quibus et ipsi veteres, ac quoties Provincialia vel Generalia Capitul habebuntur, ita ho-rum quidque, pro ea in quo ipse fuerit, provincia, si tamen alias vocem in Capitulo habiturus fuisset, illis in-tersit, quemadmodum et veterum quilibet intersit vel interesse potuit. 15. Et pariter , ut illi, tam in eisdem Capitulis ipsorum Capitulorum electione, quam extra Capitula Superiorum, ad quos pro tempore pertinebit dispositione ad quoscumque gradus et quaecumque officia in quibuslibet Provinciarum, sub quibus deget, Conventibus et Domibus regularibus, tam antiquis quam noviter unitis de Observantia promoveri et assumi valeat. 16. [16a] Denique in utrique semper inter se agant, ut caeteris pares, sola antiquitate alteri alteris praeferantur; ita scilicet ut inter gerentes pares gradus vel vares Rodines, suscepti gradus vel Ordinis, inter aliors vero e-missae professionis tempora inspiciantur; [16b] et prout quisque antecedit tempore, sive sit ex veteribus, sive ex noviter aggregatis, loco in Choro et Capitu-lo, processionibus, ac quibuscumque aliis praerogativis antecedant, servata interim graduum et Ordinum ma-joritate. 17. [17a] Praeterea nulla omnino Domus quamvis parva et exigua, nullusque Locus regularis, ubi dicti Fratres hactenus ante aggregationem de ipsis ut supra factam habitare soliti sunt, ad ipsos quasumque ratione perti-nens reliquatur acsque permissione nostra expressa, sed tot fratribus unaquaeque continuo habitetur, quot ibi commode esse et ali poterunt, et quae eisdem dominus, eleemosinae vel alio nomia pia hominum largitione offeruntur subsidia; [17b] pariter si quae ad restaurationes, fulcimenta, vel alium usum fabricarum, nec non ad Ecclesiarum lumina et ornatum, vasorumque et caeterae sacrae suppellctilis comparationem tradita, legata relicta, aut quocumque nomine donata sunt, etiam consideratione prioris institutionis, quae ibi tunc vigebat, ac contemplatione Con-gregationum quarum tunc temporis erant, illarunque nomine expresso eadem omnia, et alia insuper quae-cumque quamvis aliter donantium hujusmodi dispositione absumenda novis habitatoribus in supradictos tan-tum, neque alios ullos convertenda usus omni prorsus, quantum ad unionem praefatam pertinet, caducitate ejusque praetensione seclusa, integre debeantur. 18. [18a] Gubernatio quoque et cura quorumcumque Monasteriorum Monialoium, quae antea Conventibus et Superioribus hujusmodi domorum et locorum demandata erat, ed illos pertineat, qui ibi erunt in posterum; [18b] proinde possit Generalis Minister in omnibus quarumcumque Provinciarum dominus sicut supra unitis, do-nec generale, vel in ipsa Provincia, in quae illae sitae fuerint, Provinciale Capitulum celebretur, Officiales et Fratres, sive ex veteribus, sive ex nunc aggregatis, sive etiam ex utrisque quot et qui sibi visi fuerint, arbitrio suo libere deputare, et ad illarum regimen et directionem mittere. 19.

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[19a] Interea vero temporis, ipsi Fratres sic noviter aggregati, si critramontani fuerint, in illius in qua nati sunt; [19b] si vero ultramontani in illius, cujus maluerint, Provinciarum domibus regularibus sint et maneant, usquequo aliter constituatur, et ipsos ad aliam domum aliumve locum mitti sive Capituli sive Generalis Ministri huju-smodi ordinatione contingat. 20. Porro in Capitulo provinciali Mediolanensi Fratrum de Observantia, quod Mediolani proxime celebrabitur, omnibus provinciae Mediolanensis Regularibus domibus del Observantia tam antiquis quam nunc unitis, ut praefertur, de Guardianis, aliisque Officialibus et Superioribus ac Fratribus, qui illas regere et in illis esse debeant, ex utrorumque Fratrum, veterun scilicet et nunc aggregatorum numero indifferenter, alias tamen ex more inter Fratres de Oservantia prius observato, provideatur, idem deinceps in caeteris qui [p. 195] per Provincias subinde celebrabuntur Capitulis, quoad ipsarum provinciarum domos observetur. 21. Ac in provinciarum numero, terminisque et denominationibus ea ratio, eaque distinctio habeatur, quae inter Fratres de Observantia, ante has ipsas litteras habebatur. 22. Nuper autem aggregatae domus in eam provinciam transeant et in ea numerentur, intra cujus fines quaeque consistit. 23. Et cum pro tempore provinciale Capitulum celebrandum erit, ii tantum ad illud conveniant, qui ex illa pro-vincia fuerint, in qua tunc Capitulum celebrabitur. 24. In ipso vero Mediolanensi, quod primum omnium posta has litteras propediem celebrandum est, quicumque ex Fratribus sic aggregatis, qui ante aggregationem a nobis ut supra facta, ubicumque locorum degentes e-rant ex provincia santi Metri in Monte Aureo de Urbe, et in illa comprehendebantur et idcirco vocem in Ca-pitulo habebant, quoniam harum ignari illuc forte omnes se conferent, possint quidem libere omnes hac vice celebrationi adesse, sed ii tantum ex eis jam nunc ibi vocem habeant et suffragia ferant, qui sint ex illis do-mibus, quae juxta aggregationem praefatam intra antiquod limites et fine provinciae Mediolanensis Fratrum de Observantia sunt sitae. 25. [25a] Has porro litteras, et his litteris contenta decdreta, statuta, ordinationes, et olia omnia usque adeo firma et valida atque observanda esse volumus, ut cunquam revocari ant infringi vel suspendi, nunquam de volun-tatis aut mendis nostrae defectu oppugnari possint, nunquam adversus ea restitutionem in integrum, reduc-tionem ad terminos juris aut aliud quodcumque gratiae vel justitiae remedium quisquam impetrare, vel etiam ab aliis impetrato, aut Motusimili concesso, uti valeat ex quavis causa, quantumlibet rationabili; [25b] et ita de his omnibus et singulis, ac simul quod haec eadem aliquibus ejusmodi statutorum et ordinationum revocationibus, suspensionibus, et aliis contrarii dispositionibus generalibus vel specialibus ab eadem Sede Apostolica pro tempore factis non comprehendantur, sed ab illis semper excepta sint. 26. [26a] Sicque a quibuscumque Judicibus, Ordinariis et Delegatis etiam causarum Palatii Apostolici Auditori-bus, ac Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalibus etiam de latere Legatis, in quavis causa et instantia, sublata eis et eorum cuilibet quavis aliter interpretanti, et judicandi facultare et auctoritate, interpretari et judicari debat; [26b] nec non quidquid secus, a quoquam, quavis auctoritate scienter vel ignoranter, contingerit attemptari, irri-tum et inane decernimus. 27.

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Propterea dilectis Filiis Carolo tituli Sanctae Praxedis Presbytero Cardinali Borromeo nuncupato dicti Ordinis Protectori et Correctori , nec non pro tempore existenti ejusdem Ordini Generali Ministro manda-mus, ut ambo, vel ipsorum alter, has litteras et quidquid in proximo provinciali Capitulo Mediolanensi, utro-que vel altero isporum Praesidente, pro suprascrittorum omnium executione et observatione ordinabitur, fa-ciant per se vel alium seu alios, ab omnibus et singulis Fratribus praefatis exactissime observari. 28. Contradictores quodlibet et non parentes ac rebelles, per sententias, censuras et poenas ecclesiasticas, ac e-tiam graduum, officiorum et vocis tam activae quam passivae privationem, ac caetera quae sibi videbuntur opportuna juris et facti remedia, quacumque prorsus appellatione postposita et etiam rejecta, compescendo, atque eosdem in sententias, censuras et poenas praedictas incidisse declarando, easque saepius aggravando, adhibita etiam, si opus fuerint, manu militari, et invocato auxilio brachii saecularis. 29. Non obstantibus praemissis, ac nostra de non tollendo jure quaesito, ac piae memoriae Bonifacii Papae VIII Praedecesoris nostri de una, et in Concilio generali edita de duobis dietis, aliisque Consitutionibus et Ordina-tionibus apostolicis, nec non Ordinis et Congregationum hujusmodi juramento, confirmatione apostolica, et quavis alia firmitate roboratis statutis et

consuetudinibus, privilegiis quoque et indultis apostolicis

illis per quoscumque Romanos Pontifices ac Sedem apostolicam, et etiam nos, sub quibuscumque tenoribus

et formis, ac cum quibusvis clausulis et decretis in genere et in specie concessis, ac [p. 196] quotiescumque confirmatis et innovatis, etiam Maremagnum nuncupatis,

ac quibuslibet aliis indulgentiis et litteris apostolicis,

per quae his litteris non expressa vel etiam non inserta harum effectus et executio impediri valeret, vel tarda-ri; et de quibus quorumcumque totis tenoribus habenda esset mentio specialis. 30. Volumus etiam quod harum litterarum exempla etiam impressa, dicti Caroli Cardinali et Protectoris aut Generalis seu alicujus Provincialis Ministri Fratrum sigillo, et ejusdem Caroli Cardinali Secretarii, vel ip-siusmet Generalis aut Provincialis Ministri manu obsignata, eamdem fidem in judicio et extra judicium, ubique locorum faciant, quam hae litterae ipsae facerent, si ostenderentur vel exhiberentur. 31. Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostrae prohibitionis,

extinctionis, revocationis, cassationis,

oblationis, aggregationis, unionis, absolutionis,

liberationis, ordinationis, interdicti,

mandati,

20

statuti, decreti et

voluntatis infringere, vel ei ausu temerario contraire.

32. Si quis autem hoc attemptare praesumpserit, indignationem Omnipotentis Dei, ac Beatorum Petri et Pauli Apostolorum ejus, se noverit incursurum. 33. Datum Romae apud sanctum Petrum, anno Incarnationis Dominicae millesimo quingentesimo sexagesimo septimo, decimo kalendas februarii, Pontificatus nostri anno tertio. Caesar Glorierius Caesarem Secretarium Sigillo di piombo appeso a cordincino rosso-giallo di seta. 2. Consistenza dei depositi archivistici relativi alle Visite degli Arcivescovi di Milano, con ampio spazio al materiale del periodo di san Carlo:17 Diocesi Regione prima. Pieve d'Abbiategrasso. 20 vol. 1365-1846.

Pieve d'Arsago, 19 vol. 1564-1772. Pieve di Casorate, 26 vol. Pieve di Cesano Boscone, 22 vol. Pieve di Corbetta, 46 vol. Pieve di Gallarate, 41 vol. Pieve di Lacchiarella, 21 vol. Pieve di Legnano, 34 vol. Pieve di Parabiago, 6 vol. (> Legnano), Pieve di Magenta, 4 vol. (> Corbetta), Pieve di Mezzana, 8 vol. Pieve di Rho, 16 vol. Pieve di Rosate, 33 vol. Pieve di Somma, 20 vol., Pieve di Trenno, 10 vol.

Regione seconda. Pieve di Angera, 28 vol. Pieve di Sesto Calende, 3 vol. Pieve di Besozzo, 42 vol. Pieve di Leggiuno, 18 vol. Pieve di Valtravaglia, Bedero, Luino, 41 vol. Pieve di Valsolda, Porlezza, 61 vol. Pieve di Valli Svizzere, Riviera, Leventina, Blenio, Capriasca,Brissago, 82 vol.

Regione terza. Pieve di Appiano, Gerenzano, 53 vol. Pieve di Arcisate, 36 vol. Pieve di Busto Arsizio, 40 vol. Pieve di Carnago (Castel Seprio), 47 vol. Pieve di Castiglione, Carnago, 2 vol. Pieve di Cuggiono, Dairago Pieve di Dairago, 53 vol. Pieve di Nerviano, 28 vol.

17

SALA , Documenti, I, pp. 55*-73*.

21

Pieve di Saronno, 5 vol. Pieve di Varese, 100 vol.

Regione quarta. Pieve di Agliate, 41 vol. Pieve di Besana, Agliate Pieve di Bollate, 19 vol. Pieve di Bruzzano, 25 vol. Pieve di Cantù / Galliano, 42 vol. Pieve di Alzate, Cantù 1 vol. Pieve di Cucciago, Cantu Pieve di Carate, Agliate Pieve di Seregno, 4 vol. Pieve di Desio, 30 vol. Pieve di Mariano 24 vol. Pieve di Monza 33 vol. Pieve di Seveso, 32 vol.

Regione quinta. Pieve di Asso, 23 vol. Pieve di Brivio, 41 vol. Pieve di Merate, Brivio e Missaglia, Pieve di Incino, 57 vol. Pieve di Lecco, 34 vol. Pieve di Missaglia, 38 vol. Pieve di Casate Nuovo, Missaglia Pieve di Oggiono, 32 vol. Pieve di Olginate, 21 vol. Pieve lacuali, Bellano, Dervio, Perledo, Varenna, 32 vol. Pieve di Valsassina, Primaluna, Averaria, Taleggio, 50 vol.

Regione sesta. Pieve di Chignolo, 11 vol. Pieve di San Donato, 10 vol. Pieve di San Giuliano, 15 vol. Pieve di Zibido al Lambro, San Giuliano Pieve di Gorgonzola, 28 vol. Pieve di Locate, 16 vol. Pieve di Melegnano, 16 vol. Pieve di Melzo, 15 vol. Pieve di Mezzate, 7 vol. Pieve di Segrate, 21 vol. Pieve di Settala, 13 vol. Pieve di Treviglio, 27 vol. Pieve di Trezzo, 24 vol. Pieve di Vimercate, 36 vol.

Miscellanea Pievi e Regioni 21 vol.

Pievi cessate (giurisdizione di altri vescovi) Pieve di Arona, 11 vol. Pieve di Frassineto, 13 vol. Pieve di Cannobio, 35 vol. Pieve di Verdello, 28 vol.

Provincia ecclesiastica Città e diocesi di Bergamo, 39 vol. Città e diocesi di Brescia, 41 col. Città e diocesi di Cremona, 17 vol. Città e diocesi di Lodi - Città e diocesi di Pavia, 2 vol. Città e diocesi di Como, 9 vol. Città e diocesi di Crema - Città e diocesi di Mantova, 2 vol.

Diocesi expraprovinciali, una volta soggette al Metropolita di Milano 31 vol., Vigevano, Vercelli, Guastalla Sacro monte di Varallo. Casale, Alba. Acqui. Riviera di Orta.

Pavia-Tortona, Piacenza. Torino, Reggio, Verona. Tonon. Avignone. Portogallo. Città di Milano [pp. 73*]

Metropolitana, 82 vol.

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Prepositurale parrocchia S. Maria dei Servi in S. Carlo, 21 vol. Collegiata parrocchia San Babila, 18 vol. Basilica prepositurale e parrocchiale S. Stefano in Brolio, 25 vol. Prepositurale parrocchia Santa Maria della Passione, 4 vol. piccoli Corpi santi, Calvairate e Monluè, 2 vol.

1. Porta Romana, subalterne Porta Vigentina e Ludovica Parrocchia di S. Gottardo, - Prepositurale parrocchia di s. Nazaro in Brolio, 11 vol. Prepositurale parrocchia di s. Calimero, 5 vol. Prepositurale parrocchia di s. Eufemia, 13 vol. Corpi santi, 2 vol., s. Rocco

2. Porta Ticinese Prepositurale parrocchia di s. Alessandro in Zebedia, 18 vol. Prepositurale parrocchia di s. Giorgio al Palazzo, 11 vol. Prepositurale parrocchia di s. Lorenzo, 15 vol. Prepositurale parrocchia di s. Eustorgio, 1 vol. recente 1852. Prepositurale parrocchia di Corpi santi, 8 vol. S. Gottardo, Barona, Tre Ronchetti, S. Barnaba in Gratosoglio.

3. Porta Vercellina Parrocchia del Santo Sepolcro, 12 vol. Prepositurale parrocchia di S. Maria alla Porta, 13 vol. Imperiale basilica e Collegiata parrocchiale di s. Ambrogio, 48 vol. Prepositurale parrocchia di san Vittore al Corpo, 5 vol. Corpi santi, 4 vol., s. Pietro in Sala

4. Porta Comasina e subalterna Porta Tenaglia Prepositurale parrocchia di s. Maria Segreta, 7 vol. Prepositurale parrocchia di S. Tommaso in terra amara, 16 vol. Prepositurale e parrochia di S. Maria del Carmine, 12 vol. Prepositurale e parrochia di S. Simpliciano, 6 vol. Corpi santi, 3 vol.

5. Porta Nuova Prepositurale e parrochia di s. Marco, 1 vol., 1853. Prepositurale e parrochia di s. Francesco di Paola (s. Anastasio), 17 vol. Prepositurale e parrochia di s. Maria della Scala in S. Fedele, 68 vol.

Miscellanea di diverse Parrocchie e Porte, 28 vol.