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IL CODICE PADOVANO ANTONIANO XIV, 322, E IL TESTO DEI TRACTATUS SUPER QUATUOREVANGELIA DI GIOACCHINO DA FIOREAuthor(s): EZIO FRANCESCHINISource: Aevum, Anno 9, Fasc. 4 (OTTOBRE-DICEMBRE 1935), pp. 481-492Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25818897 .
Accessed: 14/06/2014 21:29
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1NEDITA ET R A R A
EZIO FRANCESCHINI
Prof. inc. nella Universita di Padova
IL CODICE PADOVANO ANTONIANO XIV, 322, E IL TESTO DEI TRACTATUS SUPER QUATUOR EVANOEL1A DI GIOACCHINO DA FIORE
In un volume delle ? Fonti per la Storia d'ltalia ? pubblicate a cura delFIstituto Storico Italiano e comparsa, or sono quattr'anni, la prima edizione critica dei Tractatas super quatuor Evangelia di Gioacchino da Fiore a cura di Ernesto Buonaiuti (Roma, Tipo grafia del Senato, 1930, pp. LXXI-363).
Questa nota, omettendo deliberatamente ogni questione sto rica intorno alFopera, non vuole essere che un esame del metodo
seguito dalFEditore nella costituzione del testo critico e nello stesso tempo una revisione di esso (1).
I Tractatus tres super quatuor Evangelia sono conservati, per quanto finora e noto, in due soli codici: il padovano Antoniano
XIV, 322 (= A) scritto verso la meta del sec. XIII, e il ms. A 121 della ex-Reale Biblioteca di Dresda (= D), del sec. XIV. Secondo il Buonaiuti, i due manoscritti ? di inegualissimo valore ? (2) non
(1) E poiche la serenita di giudizio e indispensabile ad ogni critica seria, non prendo in considerazione la polemica fra Carmelo Ottaviano
(? Archivio di Filosofia? I, 1 [gennaio 1931], pp. 72-82, e I, 2 [aprile 1931], pp. 111-14) e il Buonaiuti (?Ricerche Religiose? gennaio 1931, pp. 94-96).
(2) Op. cit., p. LXV11I. Prezioso e per il Buonaiuti il padovano, perche trascritto da un dotto; mentre invece ? V amanuense di D si rivela ad ogni pie sospinto trascrittore inintelligente e sbadato: se ne vuole prova piu palmare di quella offerta dal fatto che trascrivendo con Deus quasi tutte le abbreviazioni di Dominus ch'egli trovava nei suo originale, ha
? 481 ?
Aevum - Anno IX - 31
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sono collegati da diretti vincoli di parentela fra loro: ? Basta a
dimostrarlo il particolare che nella ripartizione delle generazioni vissute nella luce della rivelazione, mentre il testo originario do
veva, in armonia con i calcoli paralleli di Gioacchino, contare
quattordici generazioni da Papa Silvestro a Zaccaria, se D inserisce il nome di Zaccaria, sia pure con un'aggiunta ? papam tertium ?
che e un evidente residuo errato di un accenno simultaneo a Gre
gorio HI, A, quasi a lasciare maggiore duttilita a calcoli e a rife
rimenti che dovevano in particolar modo interessare lui e i suoi
lettori, taglia Paccenno a Zaccaria e a Gregorio e interpone uno
spazio bianco (f. 99 v b) suscettibile di essere riempito come si
voleva ? (op. cit., p. LXIX). Se il problema fosse realmente cosi come il B. lo presenta,
la conclusione (con le altre osservazioni a p. 106 nota 1) sarebbe
legittima ed esatta: ma le cose stanno diversamente. Infatti la
lacuna al f. 99 v b di A e colmata da una nota che si legge in
fondo al medesimo foglio: ? usque ad Zachariam papam ... gene rationes XIIII? (dopo papam e una breve lacuna), scritta non
dalla mano del copista ma da una assai antica, forse dello stesso
secolo, e comunque anteriore al codice di Dresda. Cade con cio
la prova principale delPindipendenza dei due manoscritti. II testo
dei quali e invece molto piu vicino di quanto il B. non creda:
poiche le differenze notate sono dovute in buona parte soltanto
a cattiva lettura delP Editore. Numerosi sono, ad esempio, i passi in cui Pordine delle parole appare diverso nei due manoscritti,
ma in realta non lo e perche in A delle lineette sovrapposte alle
singole parole indicano la loro vera posizione secondo un metodo
ben noto agli studiosi di paleografia. Tali lineette furono segnate dalla stessa mano del copista, il quale evidentemente rivide con
grande cura il testo : eppure il B. non ne fece alcun conto, se
gnando quindi nelPapparato critico delle discrepanze con D che
sono del tutto insussistenti.
Malgrado questo, e certo che D non dipende da A, per altri
trascritto cosi anche quando il dominos delPoriginale non si riferiva a
Dio, ma ad un qualsiasi padrone e signore di questo mondo? ? (p. LXX). Ma come mai ha potuto dimenticare il Buonaiuti che appunto gli
amanuensi inintelligenti e sbadati sono i piu preziosi per la ricostruzione
delPoriginale? L/amanuense dotto davanti a parole del suo originale che non sa leggere pud essere tratto a cambiare di sua iniziativa per rendere
comprensibile il testo; mentre quello ignorante, copiando senza capire, pud bensi formare dei monstra ma proprio attraverso essi ci offre quella possibility di risalire all'originale che le correzioni dotte ci tolgono in modo assoluto.
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IL CODICE PADOVANO ANTONIANO XIV, 322
motivi: e in modo particolare per alcune (pochissime, ma sicure) lezioni che esso conserva esatte mentre sono indubbiamente errate in A. Queste lezioni avrebbero naturalmente dovuto entrare nel
testo, trattandosi di un'edizione critica; invece il B. le mise in nota e lascio nel testo quelle corrotte di A facendole seguire dal
solito [sic]. II motivo sta negli intendimenti con cui il B. voile
pubblicare quest'opera gioacchimita: ?... Feditore dello scritto
gioacchimita che diamo in queste pagine non aveva dinanzi a se che un partito molto chiaro e semplice: attenersi fedelmente, scru
polosamente, al testo di A, unico autorevole garante dell* ultima
opera del ?profeta?, anche quando appariva occasionalmente difet toso ... abbiamo voluto pertanto uniformarci, costantemente ed
invariabilmente, al testo di A, anche nella mutevolezza capricciosa della sua gratia sui nomi di citta e di personaggi ...? (op. cit., introduz. p. LXX).
Sono rimaste cosi nel testo le lezioni errate: ? noctem (signi ficat) adversitatem (p. 228 r. 11) ... quamvis peccatis ex gentibus (p. 243 r. 6) ... etsi non liceat sudito resistere (p. 236 r. 21) ...
non ingrue (p. 236 r. 23) ... movit mulier ad credendum (p. 289 r. 5) ... in quorum ore verba prophetica resonare sentimus (p. 290 r. 25) ... afferens ab eis talentum (p. 316 r. 23) ...? ed altre di minore entita al posto delle lezioni vere riportate da D: ? nox
(significat) adversitatem ... quamvis peccatis exigentibus ... etsi non liceat subdito resistere ... non incongrue ... movit mulierem ad credendum ... in cuius ore verba prophetica resonare sen timus ... auferens ab eis talentum ...? che vengono semplice mente citate in nota.
Ma anche la trascrizione pura e semplice di A non e stata fatta con molta cura: le pagine di correzioni che seguono valgano a dimostrarlo. E si noti che A e un codice talmente nitido da ridurre pressoche a zero le possibility di errata lettura ad un let tore attento e scrupoloso.
Quanto alPapparato critico che accompagna il testo, PEditore aveva davanti un compito molto semplice: collazionare D e se
gnarne con cura le principali varianti. Ad un esame superficiale pare infatti che questo lavoro sia stato fatto con scrupolosa dili
genza; ma non e che perfezione apparente: in realta nelPapparato critico v'e il superfluo e Pinutile, manca invece Futile e spesso il necessario. Per esempio, il B; nota come varianti degne di men zione le infinite parole nelle quali il gruppo ti davanti a vocale e sostituito nel codice di Dresda da ci; non ne valeva davvero la pena: bastava avvertire del fatto il lettore con una breve nota iniziale.
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Ma il peggio e dalP altro lato; vi sono nei testo parecchi punti che lasciano adito a dubbi: in questo caso la variante di D sarebbe preziosissima: eppure non c'e. Dico subito che non ho controllato e neppure visto il codice di Dresda: ne conosco soltanto il retro del f. 186 riprodotto dal B. in una nitida tavola
fotografica (Tav. II, fra le pp. 40 e 41). Ma le seguenti osservazioni
possono bastare:
p. 26, r. 14-19: il B. iegge: ? Quod autem dicit Helisabeth: "quia sic michi fecit Dominus in diebus quibus respexit auferre
obprobrium meum inter homines " (= Luca, I, 25) tale est ac
si diceretur: auferendo michi Dominus [D =' Deus] sic ob
probrium, obprobrium quodam [D =
quodammodo] michi fecit
[D = fecit michi], quia Iudeorum iuxta illud [D
= istud] fare:
anus et iam sepulchro proxima voiuptati operam dedisse ?. La frase e incomprensibile (almeno per me, perche PEditore non ha messo nei testo alcun segno da cui si possa arguire che
egli la ritenesse tale): ma diventa chiara leggendo quoddam invece di quodam, videor invece di Jndeorum, Sare invece di
fare: queste lezioni esatte sono tutte in A (lette male dal B.) e sono probabilmente anche in D: ma, tolta la variante quo dammodo, Fapparato critico non dice nulla.
p. 10, r. 25-30. II testo e indicato come lacunoso addirittura per cinque righe da una serie successiva di puntini, e si avverte in nota che ? la pergamena e rotta da fori ? : ma non si dice affatto che in D il testo e integro e che, per di piu, corri
sponde perfettamente a quello di A: segno evidentissimo che le lacune del testo non esistono. E difatti il foro (perche si tratta di uno solo) esisteva nella pergamena prima delPuso: al testo non manca nemmeno una virgola.
p. 107, r. 25: ?... invenient Spiritum veritatis loquentes [sic] in medio doctorum omnem veritatem ? ; in A si legge loquentes ma corretto in loquentls, che e indiscutibilmente la lezione
vera, dalla mano stessa del copista. E in D, e proprio loquentes? p. 131, r. 10-11: ? Nee illud moveat quod superius ... dixlmimus
[sic] in Judea designari fideles Judeorum ... ?. A parte il fatto che mi pare si possa leggere in A dixeramus, se in D c'e
pure la lezione dixlmimus, il che si pud bene supporre non
essendo notata alcuna variante nelPapparato critico, la que stione delle relazioni di D con A sarebbe presto risolta.
p. 264, r. 12: ?... ut intelligatur ilia fides per que [sic] caritatem
operatur ...? \ cosi deve avere anche D perche nulla si dice
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IL CODICE PADOVANO ANTONIANO XIV, 322
in nota; ma in A delle lineette sovrapposte al que e altre
poste fra fides e per, dalla stessa mano del copista, dicono che si deve leggere: ?fides que per caritatem operatur? (v. ep. ad Qalatas V, 6). Anche qui sarebbe necessario rive dere il passo in D.
Si puo dunque pensare che il codice di Dresda non sia stato collazionato come doveva esserlo; la scelta delle varianti dimostra
diligenza ma insufficiente criterio critico: ne, forse, mancano gli errori essendo il codice in grafia ben piu complicata di quella di A (1).
Malgrado queste riserve Pedizione dei Tractatus ha raggiunto il suo scopo di presentare agli studiosi un buon testo delP opera gioacchimita: e ne va data lode non piccola alPEditore. Ma poteva essere migliore con una piu accurata lettura di A (2), con il riscontro piu preciso di D, con la risoluta eliminazione di tante varianti inutili. Veda il Buonaiuti se sia il caso di tenere presenti queste osservazioni nella pubblicazione delle altre due opere gioac chimite, il De Articulis Fidei e VAdversus Judeos, che ci ha pro messo (v. prefaz. p. VIII) e che attendiamo. Ecco intanto Pelenco delle correzioni da apportare al testo dei Tractatus super Quatuor Evangelia:
(1) Un minuto riscontro del f. 186v di D sulla base della riproduzione fotografica su citata non mi ha permesso di rilevare che un errore di qualche importanza (ilia per via), pochi altri di nessun conto e delle
omissiqni di varianti che non avrebbero giovato alia ricostruzione del testo. E invece da segnalare un fatto che al B. e sfuggito e che pud avere qualche importanza per la storia della tradizione manoscritta dei I'opera: si rileva cioe che in D le citazioni evangeliche inserite nei testo dei Tractatus sono abbreviate; ad es. dove A da la lezione: ? Audiens autem Herodes rex turbatus est et omnis Jherosolima cum illo. Et con gregans omnes principes sacerdotum sciscitabatur ab eis ubi Christus nasceretur. Qui dicunt ei: in Bethlem Jude. Sic enim scriptum est per prophetam: et tu Bethlem, terra Juda, nequaquam minima es in princi pibus Juda: ex te enim exiet dux qui reget populum meum Israel* (p. 69 r. 24-30: Matteo, II, 3-6), D abbrevia cosi: ? Audiens autem Herodes rex turbatus est et omnis Jerosolima cum illo, et cetera usque: ex te enim exiet dux qui regat populum meum Israel ?.
(2) Si badi alle lineette poste sopra le parole e che ne indicano la esatta posizione; alle differenze chiarissime in A fra hoc e hec, fra super e supra, fra qui e quasi, etc.; si unifichi la scrittura dei nomi propri. E se qualcuno vorra studiare piu a fondo le relazioni fra A e D, esamini la questione della frase in piu offerta da D (op, cit, p. 218 r. 10) e della dicitura: ? visi sunt a primo Greci ...? offerta da A e da D dove noi ci attenderemmo a principio (e cosi infatti, arbitrariamente, pose PEditore, p. 220 r. 2).
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4, j (1): Marchus; 5,14: lac vobis potum dedi, non escam
(Panteposizione di dedi e indicata nel ms. da lineette sovrapposte); 6,16: Hoc enim et Arrius; 10,1: Ioseph cui erat desponsata Maria
(il cui e aggiunto a margine dalla stessa mano del copista: rion deve quindi essere posto fra parentesi); 10,25_30: si ricostruisca il testo cosi: ? Denique genealogie ipsi, que incepit ab Abraham, sterilis Ioseph dedit finem: at disceret omnis mundus non esse
post eum querendum regem vel principem qui regeret terrenum
regnum in sanguine de semine David, aut sacerdotem de semine Aaron ...? (il B. interruppe il testo con una serie di punti come
si trattasse di un passo lacunoso, e avverti in nota che la perga mena e rotta da fori. In realta si tratta di un solo foro rotondo, il quale esisteva prima che Pamanuense scrivesse il trattato, come
si puo agevolmente capire dal modo con cui sono divise le parole nei due lati della rottura: iosepter... renum, etc. II testo e
quindi completo ed esatto); 11,3: per evangelium ego vos genui
(Panteposizione di ego e indicata da lineette sovrapposte); 11,25: cui resistere non possit allophilus, quo percussus corruat ipse ...
(la et davanti a quo e cancellata); 11,27: secundum carnem texuit seriem genealogie (Panteposizione di texuit e indicata da lineette
sovropposte); 11,30: extimare; 12,2: si metta loqui fra parentesi acute (nel cod. vi e una raschiatura in cui si legge solo la parte finale -#/; pero davanti pare ci sia posto soltanto per due lettere.
Comunque si tratta di una integrazione delPeditore); 12,18: ostetrix; 13, 13: ex regibus luda; 13, 19: neque enim regnare potest spiritus ubi vivit caro, cum ...; 13,27: Denique si {ab Abraam) (nel ms.
e ab Adam; pero una mano antica scrisse sopra: abraam, che e
la lezione vera); 15, 16: il testo vuole protendatur, ma nel ms. e
scritto protendantur; 15,28: secuntur; 16, 5: Ahab; 16, 13: qualiter Christus Ihesus sit filius David; 16, 14: invenimus Ioseph dictum virum Marie (Panteposiz. di Ihesus nel primo caso e di Ioseph nel
secondo e indicata da lineette sovrapposte); 17, 16: sacerdotii (ma nel ms. e: sacerdotitii); 17,23: Iohannem; 18, J6: a dextris altaris
incensi visus est (anteposiz. per lineette sovrapposte; la medesima
lezione e in D); 18,19: parvam illam collectionem (anteposiz. indi
cata da lineette sovrapposte; anche qui, percio, A = D); 18,30:
patriarcharum; 20,12: Melchisedech; 20, u: michi; 20,17: in spi ritum; 21,13: si ricostruisca cosi il testo: ?set non similiter in
his que pertinent ad misterium Helisabeth et lohannis, et in hiis
que pertinent ad mysterium matris Domini et Ihesu ? (la parte sot
(1) II numero grande rimanda alia pagina, il piccolo alia riga del Pedizione del Buonaiuti.
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tolineata, in A e scritta a iato dalla stessa mano, in D e nei testo; il copista di A l'omise nella prima scrittura per un evidente errore
d'occhio causato dalla ripetizione di misterium); 24,6; levitici ge neris sinagogam; 24, 16: quo circa; 25,7: monasticam religionem Mam (anteposizione per lineette; questa e pure la lez. di D): 25, 29: tipice; 26, 17_i9: il testo stabilito dal Buonaiuti e qui del
tutto incomprensibile: ? auferendo michi Dominus sic obprobrium,
obprobrium quodam (!) michi fecit, quia Iudeorum (! ?) iuxta illud fare (!?): anus et iam sepulchro proxima voluptati operam de
disse ?; si legga invece: ? auferendo michi Dominus sic obprobrium, obprobrium quoddam michi fecit; quia videor iuxta illud Sare, u anus et iam sepulchro proxima", voluptati operam dedisse ? ;
28,27: dicens ei\ 28, 28: in m(ulieribus) (Luca, I, 28); 29,10: nomen
eius Ihesu; 29,12: David patris sui: 30, 14 25: Apocalipsi, Apoca
lipsis; 30, ]9: saltim; 30, 20 : forse e da leggere asserif fore Ch.;
30, 27 : Helysabeth; 31,14: summe bonus est; 31,21 30: Helisabeth;
31,26: Moisi; 32,7: Helye; 32,31: misteria; 34, 10: Abrahe semen
(cosi S. Paolo, ad GaL HI, 29); 34, 15: tipici; 35,7: Apocalipsim; 35, 13: misterii; 35, 17: subter omne celum ; 35, 20 : de legatione;
36,I4: Encheridion; 37,4: et Wdfecausam; 37, J2: hipocrisis; 37, ?4_5: i tre non si lascino nei testo senza parentesi come sono nei ms. (1);
38,12: et si; 39, 16: Apocalipsis; 40,21: ipsa est, et ...; 42, ?4: duobus tantum (cosi anche D); 44, n 19: Ierusalem, Ierosolimis;
47,4: vocabunt; 47,14: hec tx\t; 48, 7: designatus; 48,8: veluti;
48, i5: qui a seculo sunt; 52,3: spirituale; 54, 10 19 31 : spirituales, spiritualium, spirituales; 55, 10: spiritualium; 55, 17: in tipo Ysaac;
55,24: spiritualem; 56,9: spiritualis; 56, 22: admisceretur; 56, 28< 29< 30: spirituales, spirituales, spiritualis; 56,32: precesserint; 56,34; mi steria ; 57, j: misterium; 57, A: supra caput; 57, 19: ista mandavit, nisi quia; 58, ,4: spiritualiter; 58, 20 : sollempniter; 60,6: a Deo esse facta; 60,14: ammirans super opere Dei; 60,21: id esse apud homines ; 60, 22: intra vocem ; 60, 30: sicut et per Moysen ; 61, 17: quamvis istud; 61, 23: Sic et hie; 62, 16: spiritualem; 62, 27: exti
marent; 63, 28 : nati sint; 64, 19: nichil; 66, 19: mihi complacuit (v. pure p. 152,24 e 153,8); 66, 25_26: vidimus gloriam eius, gloriam quasi Unigeniti ...; 67,3: Iherosolimam; 67, 6: Iherosolima; 67,8; ammonet; 67, 20: supra omne; 71,,: addiscere (cosi pure D; nei
ms. il primo d e con la parte superiore rovesciata a sinistra, il
(1) La lezione reverted (p. 38,10) e esatta perche scritta a margine dalla stessa mano del copista che voile correggere il revered del testo, ponendovi anche sopra un segno di rinvio alia correzione marginale: Teditore avrebbe pero potuto avvertire del fatto nelPapparato critico.
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secondo diritto); 73, 29: appropinquare nisi sumus; 75,3: Babilo
nis; 75,4: tipum; 75, 27-28: pacienti recuset (cosi anche D); 76, 23_24: significat ordinem monachorum ; 77, n 13: sompnis; 77, 21: ?tu, quis es ? ?; 78,15: quando Dominus percussit; 78, 23_24: Egiptiorum, Egipti; 79,10: Apocalipsi; 80,6: Apocalipsi; 81,16: Babilonis; 81, )8: Ierusalem; 82,3: Ierusalem; 82,7: apparuerunt in ista; 82,9: Ieru
salem; 82, 10-11: Babilonis, Babilone; 82, 14: Israel (et) reliquiis gentium (et e aggiunto a lato d'altra mano); 82, 15: parturientis feminam; 82, 23: hostias obtulerunt (cosi anche in D); 84,17: quo parcus ; 85, 8: inde elevatus ; 85, 12: abscisus ; 85,22: Ierusalem ; 86, 14: in adventum; 86, 20: Apocalipsi; 89, 8: quod autem dicit; 89, 22 : noverunt; 90, 16: quid insanitis ?; 90, 18: diiudicatur; 92,3: Iezechiele; 92, 14: Helye; 92, 19: filia Fanuel (non Ianuel; anche
Luca, Evang. II, 36: filia Phanuel); 92, 25: Ierusalem; 92,28: Aser, qui; 92, 30: non mihi videtur; 93, x\ fill, tu; 93, 5 9: Iherosolimis; 93> i8, jo, 2], so: Ierusalem ; 93,20: Babilonis ; 94,6< 14< 19i 22f 23< 34: Ieru salem ; 94, 19: aliquid etiam nunc et in Ierusalem; 94, 20: extra
ipsum (da riferirsi a templum); 94, 23: prescriptum; 95, 1 9: Babi
lonem, Babilonis; 95, 4 6: Helye, Helyas; 96, x: Ierusalem ... Ysaias; 97, 7: Galylea ; 97,8: quod erat in Ierusalem ; 98, 14: Matheus ;
98, 16: Egyptum ; 99, 15: precesserunt in Ecclesia ; 100,2: Apoca lipsi; 100,9: et esce eius erunt; 101,4: ̂quidem; 101,5; Egipto; 101, n : Egipto; 101,16: iudaicus videlicet et gentitis (anteposiz. indicata da lineette sovrapposte; dunque anche qui A =--- D); 101,17:
Helye; 101, 20: subter omne celum; 101, 28: At quia orbis ?
102,4: et tamen in genere totum pertlneat; 102,7: etiam electi
(cosi anche D e il Vang, di Matteo, XXIV, 24); 102,14: fraglantie (corretto su : flagrantie); 102, 18: Egipto ; 105, 8 17: Ierusalem ; 105, 26: Matheus; 106, 5: usque ad (Zackariam papam) (la lacuna che e nel testo e colmata da una mano molto antica in fondo al
foglio); 107, 16: Ierusalem; 107, 23: que supra; 107, 25: invenient
Spiritum veritatis loquentis in medio; 108, 4: super prudentia; 108,7: omnes adversarii; 108, 12: ammirabuntur; 108, 28: Iheroso limis; 109, 2: dicit Osee\ lll,n: ipse inchoabit (corretto su in
choabat); 112, I ]8: Iherosolima, Iherosolimite; 112,4: utraque ipse qui ...; 112,23: Traconitidis; 113,3: supra sublimia; 114,16: san
ctificate; 114, 17: psalmografi; 114, 20: crismatis; 115,12: hominis metuentis Dominum ; 115, 20: saduceis; 115, 25-26: sciant possibile (esse) suscitari (esse e scritto a lato da mano antica per colmare una raschiatura che e nel ms. fra possibile e suscitari); 115,30: Quoniam quidem de illis dicit ...; 116, 21: non (quantum) exquirit voluptas (quantum, richiesto nel testo anche dal senso, era scritto
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IL CODICE PADOVANO ANTONIANO XIV, 322
a lato in A; poi Festremita del foglio fu tagliata: ma -turn si legge ancora benissimo; quantum e pure in D): 118,7: attenditis (cor retto su adtenditis); 118, 24 27: Ierusalem; 121,8: dupplicem; 121,19 :
mysteria; 122, 4: quia Deum timent; 122,5: etsi tristantur; 122,30_31: animale quod preit; 123, 10: veritas per Ihesum; 123, n: in expla nation eorum, que ante dixerat, subiunxit hoc quod modo audi
vimus; 124,2: in sompnis; 124, n_12: et quern pater Samson: 124, 22: quicquid de eius; 125, 2: Iherosolimis ; 125,5: Helyas ; 125, 5_6: si ometta - Et dixerunt ei (nei ms. e cancellato; e. nei testo evan
gelico, Giov. I, 19, non c'e); 125,912; Helyam, Helyas: 125,2,: quasi vox prolata; 126, 26_29: si ometta tutto il periodo da Et hoc
quidem a filium Dei (V Editore avverte in nota che tale periodo manca in D e che anche in A e cancellato come evidente errore; difatti si veda al suo vero posto a p. 128,5_8. Ma perche allora lo insert nei testo, sia pure fra parentesi, con chiaro danno dell'espo sizione?); 127, 3 17 2(K 32: super (e non supra); 128,4: quo in con
clusion ; 128,6: quo baptizatus; 128,7: hystorie; 129, j 5 7 l7: Galy lea, Galylee, Galylee, Galyleam; 129,9: vacare non potest; 129,13: in Capharnau; 129, 20: Galilee gentium; 130,13: Nec mirum; 130, ui additi sunt (ludeis) (la lez. grecis scritta nei testo di A e quasi erasa, e a lato si legge, di mano molto antica, la lez. vera: iudeisr che e pure in D); 130, 18 19: Ierusalem ; 131,7: consummandus; 131, n : dixeramus in Iudea (mi pare si possa leggere chiaramente cosi dove TEdit. lesse diximimus [sic]); 131, 16: de Egipto; 132, n: postquam traditus ; 132, 12: Galyleam ; 132,24: Galylee; 133, 4 8 n: Ierosolimam, Ierosolimam, Ierusalem ; 133, 16: Hec facis ; 133, 24 :
introivit in gl.; 133, 26: scribens enim; 134, 2: Ierico; 134, 15_l6: in
Gatitea; 134,16: Ierusalem; 134,19: Galyleam; 135,16: Helya; 135, 28: inde venit in Judeam; 136,9: Bethphage; 136, 22; Galylea; 137,2: in luogo di: qui [sic] scilicet initium, leggerei: qui fecit initiumr oppure si metta la lezione di D: quod; 138,2 n: Ierusalem;
138,9: Galylea; 138,19: receptus Dominus ah eis (antecipaz. indi cata da lineette sovrapposte; cosi A = D); 140,7: Ierusalem; 141,4: Helye; 141,13: ypocritis; 141,17_18: aliquod sollempne; 142,9: Ieru
salem; 143,6: sollempnitatis; 143,9: Helye; 144,6: Helye; 145, 20; post hec; 145, 26 : in Galylea ; 146, 10: Asya ... Ierusalem; 147,9: levare i due punti dopo Christo; 147, 23: protinus addidit (in abdidit e il solito errore delP Edit, nella lettura del doppio d); 148, o3: audito Ihesus; 148, 27: quicquid ingeritur; 149,13: in azimis et ritu sancte Romane Ecclesie; 151, lg: luda dominaretur carnali;
152,12 : qua sollempnitate; 153, 27: aperiuntur celi; 153, 28: videant;
155,3: sollempniter; 155-156: quadraginta nei cod. e sempre scritto
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EZIO FRANCESCHINI
XL, nonXXXX; 156,17: in fine; 156, 26: prospicit infirmata; 157,6: crediderint; 157,18: eos ista (cosi anche D); 157,19: diaboli sug
gestionem (cosi pure D); 162,8: ydolorum ; 163,7: Apocalipsis;
164,4: quicquid faciatnus; 164,19: supra omne; 166,4: Apocalipsi; 166,5: in abisso; 167, 23: adducium; 167,24: Galileam ; 167, 25: adductum; 168,2: post hec; 168,5: de resticulis; 168,16: hec com
pilando; 168, 26: Ysaie; 169,2: Ysaia; 169,3: qui postquam; 169, u: his omnibus; 169,16: Galylee; 173,3: Ierusalem; 173,8: tempus
ficuum; 175,2: misterii; 175,10: quod Deus dederit; 177, 18: Qui videlicet ; 177, 23: porro ut hoc sciant, venire videre invitantur;
177,24: trahuntur; 177, 26 : intfcrioris (ma nel ms. e: interior or is);
178,3: veniunt ad Ihesum; 178,17: et adductus; 179,6: Ysaac;
179,15: et obedientia; 180,6: adductus est; 180, n: in transmigra tionem sanctam; 182, 8 9: ex alius ... ex alius (cosi pure D) ;
183,12: si ometta il quod davanti a si Philippus (quod manca pure in D ; in A e cancellato, ne il senso certo lo richiede); 183,16:
Galylee; 183, 22: et zelentur (la et e pure in D); 184,3: plenas iracundie (cosi anche in D); 185,9: a Galilea; 186,7: quia sine
dolo; 186,14: suggillationem; 187,9: quicquid; 188,9: et hec quidem; 189, 20: eique maiora (non : ei quoque) ; 191, 2: Galylee ; 192,23: per quorum ora; 193, u: Galylee; 194,8: non pertinuerit; 195,8: novum aliquid; 196,7: nonne hec; 196,10: in vigilia pasce; 199,4: impletis hydriis aqua; 199,7: gustavit architriclinus aqua vinum
factum (non: aquam vinum factam); 201, ?4: trans Iordanen Ga
lylee; 201,27: Galylee; 203,3: hystorie ; 203, 14: Ierusalem ; 203,16: quia vero sancti; 204, 15: traditus est illi liber; 204, 16: ambulabat in tenebris (Matteo, Ev. IV, 8, ha: qui sedebat in tenebris); 205,18; Ierusalem; 206,1 8: Ierusalem, 206,10_n: testamur esse complenda: 207, x: et bene dictum est; 207,18: dicer et apostolus (cosi anche
D); 208, 1: de eo dicebatur; 208, 4: ipsemet sibi ipsi; 208, 7: Apo calipsi ; 209,5_6: non potui loqui vobis; 209,7: iccirco tamen; 209, 27: qui loquantur sapienciam; 209, 29: cum et hoc aperta; 210,8_10: propter quod unxit me, evangelizare pauperibus misit
me, et cetera; 212,22: dixit autem hoc; 213,8: ut magis paciatur (antecipaz. indicata da lineette sovrapposte; anche qui, dunque, A = D); 213,15: quod ad memoriam Dominus redacit; 214,10 n :
quo ad votum, quo ad effectum; 215,1: qui Ecclesias; 215,2: Galilea; 215,5: extimatur; 216,17: in qua et Capharnaum; 217,7: Asya; 218,10: dopo: vita autem monastica, si metta una serie di
puntini perche vi e una evidente lacuna che lascia interrotta la
frase, o meglio si metta nel testo fra parentesi acute Fintegrazione di D; 219,3: unctione magistra; 219,25: processisset apud Latinos
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il codice padovano antoniano xiv, 322
(con processisse non si sarebbe potuto lasciare il quod, come fa
PEdit.); 219,26: sollempniter; 220,2: sunt a primo (cosi pure D);
221,12: supra quern ; 222,3: Et hec quidem ; 222,13 14: Galylee >
222,15: patria Ihesu; 223, w: verba spiritalia (anteposiz. per li
neette sovrapposte); 224, 8: protulit veritatem; 224,14: commi
nantia; 224,18: tremefactus idem Felix; 224,23 24: quicquid; 225,2: et quoniam multi precesserant; 225,4: precesserant; 225, 8: ob
ductus; 225, 20 : sicut potest liberare; 225, 29 : hoc est verbum ;
226,2: super omnes; 226,10: Symonis; 226,17: quod ergo operatus;
227,8: febbribus; 227,2: mercennarii; 228, x: Petrus et Andreas;
228, so: scire quod; 228, 23: super omnem; 229,9: quibus voce Do
mini per increpationem dicitur; 230,3_4: preter generalem; 230,22: in loco illo ubi agitur; 230, 23 24 : Ierusalem; 230, 28: Hec iccirco;
231,9 n : Ierusalem ; 232,19: quicquam ; 232, 20: laborart; 234, x: accedentes ad se; 234,2: capacitate sua possent (cosi anche D);
235,25: spirituale ... spirituale; 236,2: secuntur; 236,4: Noli timere, ex hoc iam homines eris capiens (questa e la punteggiatura anche
in Luca, Ev. V, 10); 236, 9: fit initiatio; 339, 4: coarcervantur;
239, 13: in cassum ; 240,9: Et hec quidem ; 240,18: verum etiam
et proprias; 242, 4: innuit intellectu ; 243, 14: prophanarl; 244, 23:
negociationis; 244,25; quadam pietatis specie; 245,1: s/paulisper
percunctatur; 245, 26: hec actenus; 246,8: quia scriptum est (cosi anche in Giovanni, Ev. II, 17); 246,21: false prolatum dixerint; 247, 28: introistis (cosi pure in Giov., Ev. IV, 38); 247, 30 : ipsius Christi
Domini (cosi anche in D); 248, 10: hit autem; 248,17: item edifi
cetur; 249,4: post hec; 249,19: a tritico (cosi anche in D); 250,3: cum ipso ambulare; 250, 18: item; 250, 19: set Deo, etiam preter illud; 250,28: Apocalipsi; 252,1: etiam facie; 252,5: s#/??r asellum;
252,7: qua primo expulit; 252, 17: et hec quidem; 253, 4: pro
ipso dictum est (cosi anche D); 254, u: preter hoc (cosi anche D); 254, 28: verum etiam quod; 254, 26: non potest introire (cosi anche
Giov., Ev. Ill, 5); 255, 18: Et hec quidem; 256, n: etiam profunda; 256, 15: spiritalia que animalis; 257, 15: nemo nisi baptizatus (cosi anche in D); 257, 17: hec ignorabat; 258, 6: dexteram; 258, 36: vana gloria quoque ; 259,21: quando oportebat; 259, 26: si quod; 260, 28: quam prelatione; 260, 30: verum etiam; 261,2: sicut, inquit;
262, 19: quando nec illi; 263, 13: Sic Igltur dilexit; 263,17: stillare
super se; 264, 2: Helyas; 264,12: ilia fides que per caritatem (Fan
teposizione del que e indicata da linette sovrapposte); 265, n: ubi etiam mox, e togliere la parentesi fra ubi e surgere, perche in A la frase e scritta a lato, ma dalla mano stessa del copista
265, 27: super quo; 265, 28: quasi iccirco; 266, n: iccirco; 266, 13:
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EZIO FRANCESCHINI
occalte; 266, 26: super tribulantes; 267, 28: precesserunt; 269, 7: qui auctor; 270, 25: sed tantum ad nuptias; 270, 31: permittitur;
271,4: omnibus perferendus; 271, 17: despicabiles sunt; 273,8: super omnes; 273, 13: discipuli eius quibus dicitur; 274, 6: super omnes; 275,10: in aqua in qua ego hactenus baptizavi; 275, 21 :
et quid habet Pater quod non habeat Filius ?; 276,5: immo quia; 277, 2: pocius eos tantum; 277, 23_25: si ricostruisca il periodo cosi: ? Et ubi inveniuntur humiles in quibus requiescat? Res mira, in relictis et abiectis, in locis desertis et a gratia diutius destituti.
Sepe enim accidisse et etiam de Scripture assertione cognovimus ... etc.?. (Questo spostamento di proposizioni e indicato nei cbdice dalla lettera b sovrapposta a Res mira, mentre a Et ubi e sovrap
posta una a e a sepe enim una c; ridotto cosi il periodo corri
sponde perfettamente alia lezione di D); 278, n: tirannide; 278,18: Assiriorum; 281, 2: super quo et loquimur; 281, 5: super fontem; 282, 5: super fontem; 282, 19: cum deberet unusquisque ; 284,13: Et quod est; 286, 5: quis nostrum non iam; 286, n: pre assiduitate in tedium; 289,7: dicit ergo ei Ihesus (ei sono pure in Giov., Ev. IV,
16); 289,16_17: ... et nunc quern habes non est tuus vir; hoc vere
dixisti? (il nunc e questa punteggiatura sono pure in Giov., Ev. IV, 18); 289, 29: Egipti; 290, 12: tamen est hoc; 290, 15: Ierosolimis;
290,21: et discipulorum eius; 290, 26: et hec quidem; 290,31: Iero solimis ; 293, 14: audivit hec; 294, 19: dopo ... cum ilia, si metta nei testo la seguente frase: Nemo tamen dixit ei: quid queris aut
loqueris cum ea ? (In A e scritta a lato; e una ripetizione del testo evangelico che introduce meglio la spiegazione come Gioac chino fa in molti altri passi: deve quindi essere posta nei testo); 294, oo: nisi raro censebant; 294, 29: quasi iuris in proprium; 296, 4: que in uno speciali; 296,7: quid dixerint ... audiverint; 296, 18: rennuebat; 296, 19: qua se gaudent imbutos viri spiritales (la lez. viros e corretta in viri dalla stessa mano del copista); 296, 24: per hoc queat; 297, 17: et hec quidem ; 297, 23_24: et earn
qua sola suadentur eterna; 298,16: qui hec dicimus; 299,12: ut
frequentius; 300, 18_19: usque hue a Iohanne; 301, 18: et ipsi etiam
Capharnaum; 302, 6: et erat quidam regulus; 302, 17: consum
mandum; 306,7: Abrahe; 308, x; in se simul; 309,10: in Oatileam; 309,20: hec de transitu; 310,23t29: Ierosolimam, Ierosolimis; 312,15: utique loquitur (anteposizione indicata da lineette sovrapposte; cosi A = ancora a D); 312, 19: iccirco; 316, 12: iccirco; 316, 21: ut qui non videbant viderent; 316,30: factis autem negant; 318,13: hec dicentes ; 319, 3: Iherico ; 321,5: set tantum abisse ; 322, llf 23: Apocalipsi; 322, 20: coronetur martirio.
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