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IIS “G. B. Vaccarini” di Catania “Identità di genere e pari opportunità nell’apprendimento tecnologico-scientifico”. Tra cinema e letteratura : il corpo delle donne la parola delle donne. Donne senza corpo non possono avere parola. - PowerPoint PPT Presentation
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IIS “G. B. Vaccarini” di Catania
“Identità di genere e pari opportunità nell’apprendimento tecnologico-scientifico”
Tra cinema e letteratura : il corpo delle donnela parola delle donne
Donne senza corpo non possono avere parola
Nella nostra letteratura delle origini le donne sono il frutto dell’immaginario
maschile: angeli o diavoli
• Nel cinema delle origini le donne sono frutto dell’immaginario maschile: angeli benefici del focolare o divine maliarde
T. Todorov
“Si dimostra interesse per l’altro non parlando di lui ma parlando con lui”
Niccolò di Tommaso La tentazione di Adamo
La cultura monastica medievale, ossessionata dal peccato carnale, trasformò il peccato originale, che è un peccato intellettuale, in peccato del corpo, in peccato sessuale.
Da Eva alle streghe, la donna e il corpo diventano luoghi diabolici, l’incarnazione del male
Alto Medio-evo
Con l’avvento della cavalleria, l’amore da passione negativa diventa fonte di nobilitazione e di virtù.All’immagine della donna creata dal clero si sostituisce quella creata dall’aristocrazia feudale.
Andrea Cappellano definisce un codice di comportamento cavalleresco, non più fondato sulla fedeltà al signore ma sulla sull’ubbidienza alla donna e sul servizio d’amore
La teoria dell’amor cortese
De Amore - Andrea Cappellano
I. Fuggi come peste nociva l'avidità e ricerca il suo contrario.
II. Conserva la castità per l'amante.III. Non cercare volutamente di turbare la donna legata all'amore di un altro.
IV. Non scegliere l'amore di quella donna con la quale il naturale pudore ti impedisce di contrarre nozze.
V. Ricordati di evitare soprattutto le menzogne.VI. Non confidare il tuo amore a troppe persone.
VII. Segui gli insegnamenti delle donne e legati sempre alla cavalleria d'amore.
VIII. Nel dare e nel ricevere piaceri d'amore mai deve mancare il senso di pudore.
IX. Non essere maldicente.X. Non spubblicare gli amanti.XI. Sii sempre cortese e civile.
XII. Nei piaceri d'amore non sopraffare la volontà dell'amante.
La Scuola siciliana e lo Stil novo: il corpo femminile scompare
• L’amore nasce dal guardare che è fonte del piacimento e nutriciamento dell’immaginazione
• Restano lo sguardo, il saluto, il sorriso.• Le donne danno beatitudine e salvezza, diventano oggetto
di contemplazione mentale o icona di aspirazione alla felicità
• Il corteggiamento feudale lascia il posto al rituale del saluto e della lode
Al cor gentil rempaira sempre amoredi Guido Guinizzelli
Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,siando l’alma mia a lui davanti.
«Lo ciel passasti e ’nfin a Me venistie desti in vano amor Me per semblanti:
ch’a Me conven le laudee a la reina del regname degno,
per cui cessa onne fraude»11.Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza
che fosse del Tuo regno;
non me fu fallo, s’in lei posi amanza»12.
Meravigliosamente
di Jacopo da Lentini
Meravigliosamente
un amor mi distringee mi tene ad ogn’ora.
Com’om che pone mente in altro exemplo pinge
la simile pintura,così, bella, facc’eo,
che ’nfra lo core meoporto la tua figura.
E il corpo delle donne?
Donna=centro di una poesia antropocentrica,
simbolo di trasformazioni in atto, non ne è soggetto
partecipe e attivo
Non mancano donne che scrivono …in silenzio
Caterina da Siena, la prima scrittrice italiana, deve scrivere sotto sorveglianza maschile
Compiuta Donzella nasconde la sua identità=corpo=persona
Nn conosciamo il suo nome e di lei abbiamo notizie solo indirette
L’amore può essere fonte di disgregazione, follia e distruzione: è sempre l’uomo a parlare di sé e di una donna senza corpo…
Tu m'hai sì piena di dolor la mente,
che l'anima si briga di partire,
e li sospir' che manda 'l cor dolente
mostrano agli occhi che non può soffrire. Amor, che lo tuo grande valor sente, dice: - E' mi duol che ti convien morire per questa fiera donna, che nïente
par che pietate di te voglia udire –
Io non pensava che lo cor giammai
avesse di sospir' tormento tanto,
che dell'anima mia nascesse pianto
mostrando per lo viso agli occhi morte.
(Cavalcanti)
Dante
Beatrice = Donna angelo muore nella Vita Nova come
donna e rinasce nella Commedia come
angelo.La donna non ha parola,
ha parola l’angelo che non ha corpo di donna
E il punto di vista è quello maschile: lei esiste solo per e
attraverso lui
Perché Dante le ha dato la parola?
Le nostre risposte:• A Perché si parla d’amore• B Perché è lei la colpevole di quello che è
accaduto• C Perché le donne sanno parlare d’amore
Dante compie una svolta: vede oltre e fa il gran passo nel rispetto della tradizione
e rivoluzionando la tradizione.
• Qui si compie il conflitto interno all’amor cortese, tra tensione edificante e tensione tragica e distruttiva della passione:
• L’amore che eleva è per Dante l’amore-virtù non l’amore-passione, non può produrre peccato e neanche dolore, né in terra né nell’aldilà.
Ma qui, l’amore diventa i corpi di
due amanti:la “bella persona” di lei, il “piacer
“di lui, “il disiato riso”di Ginevra e
Paolo “tutto tremante”.
La svolta continua:
• Petrarca. Il corpo di Laura è al centro di un conflitto irrisolto
• Boccaccio. La natura è regolatrice della vita e premessa che permette all’autore di riconoscere spregiudicamente il diritto del corpo femminile al piacere
Petrarca ama il corpo di Laura, l’amore per lui è anche passione sensuale e per questo
minaccia alla sua integrità• Non c’è un ritratto compiuto
di Laura, lei è rappresentata attraverso particolari del suo corpo, si muove nella natura e nel tempo
• Laura è sempre ossessione mentale dell’uomo Petrarca
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e l'vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi, ch'or ne son sí scarsi;
e 'l viso di pietosi color' farsi, non so se vero o falso, mi parea:
i' che l'ésca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di súbito arsi?
Non era l'andar suo cosa mortale, ma d'angelica forma; et le parole
sonavan altro, che pur voce humana.
Uno spirito celeste, un vivo sole fu quel ch'i'vidi: et se non fosse or tale,
piagha per allentar d'arco non sana.
Boccaccio •Per la prima volta le donne acquistano dignità di personaggi autonomi e una pluralità di esistenze concrete e differenziate a seconda dell’appartenenza a vari ceti sociali.
•Le donne sono oggetto di desiderio ma anche soggetto (Lisabetta)
•Prendono l’iniziativa (monna Giovanna)
•Parlano (monna Filippa, Ghismunda)
•Danno prova d’ingegno e virtù
Cinema delle origini.Gli anni Dieci
• Si rinnovano il conflitto e il
modello stereotipo:-Angeli che elevano l’uomo\\
maliarde che lo dannano
-L’ambito è sempre quello erotico
-L’occhio, il punto di vista, è sempre quello maschile
Nel cinema del primo ‘900 si affermano le divine soprattutto nel ruolo di femmine fatali
La femme fatale è erede della donna diavolo della tradizione letteraria:
-è l’altra , rispetto alla donna madre o angelo
-un suo sguardo, un gesto, un sorriso innalzano al cielo o demoliscono un uomo
-è la donna tentatrice , la vampira a cui Adamo non sa resistere, si muove spesso nel mondo quale prezioso demone perverso, trascina l’uomo in avventure irrinunciabili e di sommo piacere, che a volte si riveleranno letteralmente fatali.
Gli uomini a cui lei si avvicina appaiono muti, imperfetti più che superbi e virili, mai all'altezza della sua sicurezza
.
Sono Francesca Bertini, Lupe Velez, Lyda Borrelli, Louise Broooks, Theda Bara (anagramma di Arab Death), saranno Greta Garbo, Eleonora Duse, Jean Harlow (l’antenata di Marilyn), Marlene Dietrich alcune delle
interpreti più note della donna maliarda e diabolica.
Nasce il divismo femminile:un\a divo\a definisce un territorio preciso, definisce
una propria identità e attraverso il gossip la sua vita è costantemente osservata dagli altri
La diva ha un corpo
deve creare identificazione = essere ideale razionale
Le donne si identificano e le temono
Gli uomini le desiderano e le temono
chi ha incastrato roger rabbit Jessica Rabbit - Google Video.flv
L’assoggettamento dell’uomo, sesso forte, al potere della
donna, sesso debole, è inconcepibile, per una
questione di stereotipi e convenienze.
Si può vedere la diffusione del modello della femme fatale da
un altro punto di vista.
Continuano ad essere centrali l’occhio e la
parola maschili : Il corpo della donna fatale,
come quello di Eva, si mostra, torna ad essere
centrale, veicolo primo di rovina per l’uomo.
“Raccontare, rappresentare la femme fatale fu come l’appendere un cartello con la scritta “Attenzione!”: tenete le vostre donne in casa, al riparo, rendetele quegli “angeli del focolare”, mogli domestiche, riservate e serene nella loro accettazione della condizione di mediocrità famigliare; esse hanno un elenco di precisi doveri: badare al figliolame, condurre la casa (o meglio: i domestici), ed essere in grado di svolgere tutti quei doveri tipici della brava moglie borghese: ricamare, cucire, sorridere, conversare cogli ospiti, servire il tè, adempiere ai doveri coniugali più intimi – senza troppa passione: il trasporto amoroso è sinonimo di debolezza eccessiva, la sensualità è morbosa e malata. L’uomo bacia la moglie sulle guance, e si prende ciò che la moglie non gli dà nei postriboli e nei casini. La vampira deve appartenere all’immaginario. Attenzione” .
Conclusioni:- lo sguardo è sempre quello maschile
-ha dato un corpo al suo immaginario erotico, alla fascinazione, alla paura dell’altro femminile e alla
paura di perdere il potere
LOUISE BROOKS Lulù, il Vaso di Pandora Die Büchse der Pandora Pandora's Box.flv
Per dirla con Jessica Rabbit
Io non sono cattiva, è che mi disegnano così.flv
Sfatiamo un altro stereotipo: il cinema delle origini e nel nostro immaginario è cinema maschile, scritto,
diretto, pensato dagli uomini
In realtà: già nel cinema nascente di inizio secolo, le
donne non sono solo dive del muto, interpreti divine di ruoli scritti dagli uomini, ma anche registe, produttrici, sceneggiatrici, attrici comiche.
Alcune di loro:• una regista prolifica fu la napoletana Elvira
Notari (oltre 60 lungometraggi e 100 corti in 20 anni) , una sceneggiatrice Eleonora Duse che, pare su consiglio di Matilde Serao, scrisse l'adattamento cinematografico di 'Cenere', romanzo di Grazia Deledda, una produttrice fu Elettra Raggio che nel 1916 creò una propria casa di produzione, la Raggio Film; Ester Gentili fu camerawoman
• Poco note anche le attrici comiche del tempo tra le quali spicca la torinese Gigetta Morano, inteprete di tante commedie degli equivoci, oppure le cosidette 'forzute' come Astrea (nota anche come la donna Maciste) la cui biografia e' ancora avvolta nel mistero.
Moltissime donne facevano il lavoro di colorare a mano le pellicole, fotogramma
per fotogramma; molte altre furono addette al montaggio. Ricordiamo la russa Esfir Sub che inventò il film di
compilazione a partire dal suo lavoro di montatrice: nel 1927 pensò di mettere insieme vari spezzoni di documenti, e
nacque il primo documentario storico La caduta della Dinastia dei Romanov.
Alcuni titoli
"Umanità'', film pacifista realizzato nel 1919 da Elvira Giallanella e interpretato da bambini; "A santanotte", film
cult del cinema rosa diretto nel 1921 da Elvira Notari e 'Leonardo da Vinci", il primo film dedicato all'inventore e girato in Italia ad opera di Mario Corsi e Giulia Rizzotto.
Di grande interesse storico e critico il film UMANITA’ (restaurato a cura della Cineteca Nazionale e dell’Associazione Orlando di Bologna con il concorso del MIBAC) di ispirazione pacifista, (tratto dal
racconto di V. E. Bravetta Tranquillino) è stato realizzato nel 1919 dalla regista Elvira Giallanella, ma è rimasto sconosciuto, insieme alla sua regista, fino al recente ritrovamento della prof.a Dall’Asta presso la
Cineteca Nazionale di Roma.
Alcune conclusioni:-Il tema resta aperto perché il cinema ci racconta e rappresenta nel mondo forse più di ogni altra arte, crea stereotipi, può contribuire a distruggere
stereotipi. Tanto se ne parla, ci sono festival ed iniziative culturali legate al tema del
cinema femminile, la scuola può partecipare a questo movimento
Parlarne ci ha fatto riflettere sulle nostre identità, sulla rappresentazione del nostro corpo, sulla relazione maschile-femminile, sulle costruzioni
dello star-system letterario e cinematografico.
Alcune proposte:
parliamo dell’evoluzione della cinematografia femminile, dei ruoli femminili e maschili nel cinema di oggi, dell’immagine che il cinema
italiano dà di noi donne e uomini, ragazze e ragazzi, dell’uso che fa del corpo l’industria dell’immagine, della sua influenza sui comportamenti,
sull’immaginario, sulle nostre identità.
Mario“Abbiamo parlato di persone e del corpo delle persone, ma ci siamo fermati sul corpo femminile. Gli uomini hanno negato anche il proprio corpo mentre negavano quello della
donna. Perché non ne parliamo? Insomma era una questione di cultura generale, non di maschile o femminile”
Guendalina”Il fatto è che la decisione l’hanno presa loro e le ragazze erano solo oggetto del loro desiderio. Se desideri ce l’hai il corpo. O no?”
Mario “Perché non parliamo del corpo maschile?”Davide “Sì, per le pari opportunità”.
Aurora”Io ho sempre pensato che il corpo lo difendi rendendolo invisibile, almeno noi ragazze”
Marco “Lo difendi da cosa? Non siamo in guerra. ”Cristina”Così lo neghi, non lo rendi invisibile . Non c’è, non ci sei.”
“Ho visto “Si può fare” . I matti seguiti da Claudio Bisio dicono proprio questo: noi abbiamo un corpo i cui diritti vanno riconosciuti. Maschi e femmine”
Dai diari di bordo: stralci di conversazione
Quello che mi è piaciuto di più:
-un punto di vista nuovo-un modo diverso di studiare la letteratura
-che cento anni fa ci fossero donne che facevano film-vedere film con occhio nuovo-la vera storia di Santa Caterina
-parlare del corpo femminile e maschile-andare a cercare pezzi di film che dimostrassero la nostra tesi
-vedere come tanti film portano alla nostra tesi-imparare a montare un video
-fare una lezione -conversazione e non una “lezione di scuola”-continuare a parlarne dopo la scuola
--non so, anzi lo so, ma è troppo personale
Gli autori e le autrici:
Martina Costanzo, Aurora Incognito, Davide Nicolosi Claudio Nicolosi , Maria Cristina, Guendalina Fontanarosa, Edoardo Mazzone, Giuliano Mirabella, Riccardo Messina, Denise Arena, Sebastiano Spataro, Saverio Città, Andrea Materia.
Docente: prof.ssa Giuseppina Arena