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I Quaderni di Sculpsit 1/2018 - La donna era in giallo · marzo (la modella Remington Williams) con quella del suo predecessore (Gisele Bündchen, Vogue N. 810, febbraio 2018), per

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LUCCALA CITTÀ DELLE CENTO CHIESE

Pronta a soddisfare ogni tua esigenza.Anche in caso di omicidio.

© 2011 ↑ C. W. Bailey Jr. (CC BY-NC 2.0). © 2010 ← R. Pieraccini (CC BY 2.0).

sculpsit.it 1

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EDITORIALE

Storia di due copertinea cura delle edizioni fabriani – foliis arboreem æstima

La realizzazione tipografa degli atti diuna conferenza non è, di norma, un la-voro complesso: vuole eleganza formale,non estro e creatività. Ma, a volte, qual-cuno presenta richieste più esotiche.Come in questo caso.Si tratta di convegni letterari, declinatisecondo un tema specifco, che varia divolta in volta: unica particolarità sono irelatori che non sono esperti o docenti,ma studenti che, armati di passione e dilibri, afrontano per la prima volta leasperità di una acerba critica letteraria.Un’idea ardita, che mette i ragazzi sottoi rifettori. Non fruitori passivi ma pro-tagonisti.Bisognava essere altrettanto rivoluziona-ri. Quindi, ribaltiamo le regole.Eliminiamo la veste tipografca unitaria,che identifca il prodotto. Sostituiamolacon qualcosa di camaleontico, di fuido,che si adatti all’argomento trattato e chesuggerisca qualcosa ai nostri lettori.

Ogni volume trarrà spunto da una rivistafamosa, che operi nel settore che ha in-teressato la manifestazione, omaggian-dola attraverso riferimenti visivi e am-miccamenti nella struttura e nei conte-nuti.

La donna era in giallo: questo è il nostrotitolo1 odierno, dedicato alla metà rosache anima il poliziesco.

Un tema che ci ha portato, inevitabil-mente, a scegliere Vogue: giornale iconi-co e di culto, ci è sembrato un ottimopunto di partenza per cominciare la no-stra collana e per raccontare la detectivefction al femminile.

Formato e rilegatura sono diversi, cosìcome il numero di pagine. Ma la nostra è solo un’editio minor2, chenon vuole tentare di replicare la più bla-sonata e meritoria sorella maggiore, maricordarla, creando così una connessioneintellettuale e, speriamo, anche emozio-nale, nei nostri lettori.

Il numero di Vogue attualmente in edi-cola (N. 811, marzo 2018) si apre con uneditoriale di Emanuele Farneti, Storia didue copertine, dove il direttore sottoli-nea la carica innovativa della sua rivista,confrontando la copertina del numero dimarzo (la modella Remington Williams)con quella del suo predecessore (GiseleBündchen, Vogue N. 810, febbraio 2018),per mostrare quanti diversi approccipossano essere ospitati fra le sue pagine.

Giocando con le parole e con quellecoincidenze letterarie che tanto eranocare a Borges, riprendiamo titolo e idea.

Anche i nostri lettori troveranno, quindi,due copertine.

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Quella principale è una silhouette nerasu sfondo d’ambra e d’oro, impersonale,immota, silenziosa, che racchiude in sé,idealmente, tutte le donne narratrici ointerpreti delle nostre storie.

Più concreta la quarta di copertina. Talmente concreta da avere un nome.Sara Marziali, classe 1994, studentessa inmedicina presso l’Università degli Studidi Firenze immortalata da uno scatto delfotografo Jerry Lee Ingram.

Ha presentato uno studio sui veleni nelleopere di Agatha Christie che ha ricevutol’apprezzamento della giuria scientifcaper aver presentato al meglio argomentitecnici, anche di notevole complessità, aun pubblico di non specialisti3. L’intervento è stato anche premiato dal-la giuria studentesca, che lo ha incoro-nato come migliore relazione dell’interofestival.Sta attualmente curando la stesura di untesto dal titolo cupo quanto impegnati-vo, un Trattato di tossicologia letteraria,ideale prosecuzione del percorso intra-preso che, studio e tesi permettendo, ve-drà la luce nei prossimi mesi.

Lei è il collegamento ideale fra il temacardine di questo incontro, la donna, equello del prossimo4, la scienza. Di fronte a tanti (e tanto alti) meriti, una(fnta) copertina di Vogue ci è sembratoquasi un atto dovuto.

Ci si permetta, in chiusura, di occuparequalche riga per ricordare il nostro teamdi assistenti, un gruppo che ci ha sup-portato nelle scelte e nelle valutazioni ti-pografche che hanno portato a questovolumetto.Alcuni di loro lo hanno fatto in regimedi alternanza scuola lavoro5; altri motuproprio, con l’unico obiettivo di darciuna mano. I loro nomi sono riportati, come è giu-sto, in un’apposita sezione del colophon;ma ci è parso necessario ricordarli anchequa dato che, senza di loro, questa pub-blicazione avrebbe avuto sicuramente unaspetto più incolore e dismesso. •

—1. Il riferimento non è tanto al, pur pregevole,racconto lungo di Susan Hill (1983), ma a La spo-sa era in nero, immortale giallo di Cornell Wool-rich (1940), riproposto nel 1968 anche dal cele-bre regista François Trufaut.

2. Editio minor non solo rispetto a Vogue, riferi-mento ideale per questo numero, ma anche ri-guardo alla roboante e, in questo caso, inganne-vole locuzione di “atti del convegno”: questo te-sto è, più modestamente, una presentazione de-gli interventi, una mappa ideale di temi e fgureche ci hanno accompagnato in questi due giornilucchesi sul giallo.

3. Diploma di merito con medaglia d’argento perla divulgazione scientifca, attribuito all’unani-mità dalla Commissione Scientifca del conve-gno, presieduta dal dottor Gabriele Mazzoni, Di-rettore UFC Igiene e Sanità Pubblica - ASL Tosca-na Centro.

4. Il giallo degli antichi maestri, Senigallia, 12-15maggio 2018.

5. Contemporary Humanism, progetto ASL acura dell’ISI Machiavelli (Lucca).

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Storia di due copertine 2Indice 5La donna era in giallo 6Colophon 7Un tè con Irene Adler, la donna di Sherlock Holmes 8Le investigazioni di Northanger 10Pretty Little Detectives 14Il vampiro che mormora 16We are all mad here 19Chi la fa, l’aspetti 22La donna: artefce, seduttrice, beersaglio 24L’Italia e le sue dark lady 26Miss Detective 29Miss Marple di St. Mary Mead 30Ode to the Nightingales 33Christie: donne in nero 34«Poison is a woman’s weapon,» (s)he said 37Are you ok, Annie? 39Ragazze sbeagliate 40Con gli occhi di lei 43Champagne in rosa 44La banda maculata 47

© 2018 ← E. Modena.(modella) V. Lanini.

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“La donna era in giallo”Manifestazione culturale a cura dell’ISI Machiavelli di Lucca e dell’AssociazioneCulturale Sculpsit, ospitata nel Complesso Monumentale di San Micheletto per

gentile concessione della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

10-11 marzo 2018

Apertura del convegno ad opera dello scrittore Giampaolo Simi

Mostra holmesiana a cura del collezionista Gaberiele Mazzoni

con la partecipazione speciale degli autoriBeppe CalaberettaLuciano Luciani

Luigi BuchignaniRossana Giorgi Consorti

presentano gli studenti

Adam Melanenko (Agatha Christie), Alessandro Maraschi (Rex Stout), AlessandroMarchetti Guasparini (Arthur Conan Doyle), Camilla Quilici (Agatha Christie),Consuelo Centurelli (John Dickson Carr), Costanza Benedetti (Ellery Queen),

Eleonora Di Luce (Agatha Christie e Giampalo Simi), Francesca Sassetti (“CriminalMinds”), Gaberiele Cardone (Rex Stout), Gaia Cordella (Anna Katharine Green eCarolyn Keene), Giorgia Antonelli (Anna Katharine Green e Carolyn Keene),Isabeella Bianchi (Jane Austen), Lucia Galluzzo (Michael Jackson), Letizia Mafei

(“Criminal Minds”), Marta Luccarini (Agatha Christie), Matilde Del Testa (“MissDetective”), Melissa Macrì (Agatha Christie), Rosa Garbeo (Agatha Christie), Saberina

Fanucchi (“Miss Detective”) e Sara Marziali (Agatha Christie), nonché la 2A delLiceo Classico Machiavelli (Lisia).

conduce Ilaria Nenna.

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Omaggio a

VO G U EDirettrice Responsabeile

ISABELLA BIANCHI

Vice DirettriceALESSANDRA GIUNTOLI

Curatore ScientifcoANDREW DAVENTRY

Comitato di redazioneDONATELLA BATISTONIELISABETTA VISCONTIGABRIELE MAZZONIILARIA NENNA

№ 1/2018 – I Quaderni di Sculpsitmarzo 2018

ISSN: 2611-2620 (cartaceo)2611-3325 (online)

sede e redazione: 55100, LUCCA, via di Poggio 1390.

stampa: Tipografa Facciotti - Roma

Associazione Culturale SculpsitC.F. 92064780460www.sculpsit.it | [email protected]

Il marchio Vogue è da considerarsi esclusiva deglieditori Advance Magazine Pubelishers Inc. NewYork e Les Pubelications Condé Nast SA Paris, ed èqui riprodotto a titolo di omaggio e parodia, senzache ciò implichi una qualunque forma di apprez-zamento e/o supervisione dell’editore stesso o disuoi dipendenti / affiliati sui contenuti proposti.

Hanno collabeorato / testi:Adam MelanenkoAlessandro MaraschiAlessandro Marchetti GuaspariniAlessia MaltanaCamilla QuiliciConsuelo CenturelliCostanza BenedettiEleonora Di LuceGaberiele CardoneGaia CordellaGiorgia AntonelliFrancesca SassettiIsabeella BianchiLetizia MafeiLucia GalluzzoMarta LuccariniMartina GiacomelliMatilde del TestaMelissa MacrìNora GiomettiRosa GarbeoSaberina FanucchiSara MarzialiVeronica Orciari (revisioni)Hanno collabeorato / reparto artistico:Costanza BenedettiElena ModenaEleonora TomeiGemma AlagnaFederico Marino MerloMarta Luccarinila ragazza delle stellePietro Paradossi TognelliSamuele PierantoniTommaso SantabearbearaValeria Lanini

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INTERVENTO

Un tè con Irene Adler, la donna di Sherlock HolmesAlessandro Marchetti Guasparini

Irene Adler, chi era costei? Un’abile la-dra? Una spia pronta sempre a vendersial miglior oferente? Un agente segretocoinvolto in intrighi internazionali?Quasi. Queste intriganti possibilità sonoinfatti le raffigurazioni che ne hannodato alcune recenti trasposizioni cine-matografche e televisive.Irene Adler, così come viene presentatanel Canone holmesiano, non è altro cheun’artista di successo, nata nel New Jer-sey nel 1858 e che si è esibita come con-tralto nei maggiori teatri dell’opera eu-ropei, tra cui La Scala di Milano1. Ma allora come ha fatto un personaggio,che appare di persona solo in un raccon-to del Canone1 e che è ricordato solo conbrevi citazioni in pochi altri2, ad assu-mere un ruolo così rilevante nell’imma-ginario collettivo3?Innanzitutto, Irene si è efettivamentetrovata al centro di un intrigo interna-zionale, uno scandalo tale da poter‘compromettere una delle famiglie realid’Europa’, ma questo è avvenuto più perl’avventatezza del principe ereditarioche per le efettive capacità della Don-na1. Da qui, probabilmente, la nascitadella fgura di Irene Adler come agentesegreto.

© 2017 ← Heckmannoleg.

Ma, soprattutto, Miss Adler, prima anco-ra che sugli appassionati e sugli autori diapocrif, è stata in grado di fare colpo sulcelebre investigatore. È stata infatti ca-pace di ingannare Sherlock Holmes bendue volte, prima con un travestimentoben riuscito e, poi, con uno stratagemmache ha fatto fallire l’ennesimo piano im-bastito dal detective di Baker Street1.È probabilmente grazie a ciò, prima an-cora che alla sua ben nota avvenenza,che Irene Adler è riuscita a essere ricor-data come ‘la Donna’ per eccellenza diSherlock Holmes.

—1. Uno scandalo in Boemia (1891).

2. Irene Adler è citata nei racconti Un casod’identità (1891), L’avventura del carbonchio az-zurro (1892) e L’ultimo saluto (1917).Un riferimento potrebbe essere presente anchein Cinque semi d’arancio (1891), ma la critica ap-pare divisa sull’argomento per alcune incon-gruenze nella datazione.

3. A titolo di curiosità, si ricorda che il primobrindisi nelle serate dei BSI (gruppo selezionatodi studiosi e appassionati holmesiani) è dedicatonon a Holmes o a Watson ma alla Donna – W. S.H. [i.e., Bill Hall], secretary of the Baker Street Ir-regulars, has allowed us to look over the minutesof the frst meeting of the club. Among otherbusiness it appears that the matter of an ofcialtoast was discussed. It was agreed that the frsthealth must always be drunk to “Te Woman.”

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INTERVENTI

Le investigazioni di Northangerdi Isabella Bianchi.

Qual è il primo giallo della storia dellaletteratura? La domanda, apparentemente banale, inrealtà si rivela estremamente complessa.Poe, con Auguste Dupin1, ha dato vita alprimo personaggio che interessa solo inquanto solutore di enigmi, ma altri testiantecedenti presentano elementi ricon-ducibili al genere poliziesco, come DasFräulein von Scuderi (Hofmann, 1819)o The Secret Cell (Burton, 1837)2.

Se, nel corso della nostra analisi, abban-doniamo il dogmatismo del giallo classi-co, il numero di possibili predecessoriaumenta considerevolmente.Fra di questi troviamo anche le celebriopere di Jane Austen, nelle quali possia-mo osservare come l’impianto narrato-logico appaia, nella quasi totalità deicasi, fondato sulla risoluzione di uno opiù misteri.Il matrimonio, elemento che corona ilpercorso delle protagoniste, infatti puòessere raggiunto solo dopo aver svoltouna sorta di indagine sui generis, neces-saria per fugare ogni dubbio sulla mora-lità dello spasimante, che si basa sulla ri-cerca di indizi, sull’interrogatorio dei te-stimoni e sulla valutazione critica dellecircostanze e degli accadimenti.

Ogni romanzo di Jane Austen presentaquesta struttura. Uno di questi, però, riesce addirittura asuperare questo impianto, anticipandonon tanto il giallo classico quanto unodei suoi primi e più felici successori, ilgiallo parodico, tanto caro a Barr3 e Ben-tley4.

Il testo, fra i meno conosciuti dell’autri-ce, è L’abbazia di Northanger (1818)5.La protagonista, Catherine, è una sortedi dolce anti-eroe, un personaggio cheispira tenerezza ma che non ha la gran-dezza che la Austen è solita regalare allealtre protagoniste.La ragazza, auto-suggestionatasi in se-guito a una conversazione del tutto in-nocente6, comincia una serie di rocam-bolesche quanto sconclusionate e diver-tenti indagini, che la portano a investi-gare su un testo misterioso, rinvenutoper caso durante una notte di tempesta,che, alla luce del giorno, si rivela essereuna serie di appunti domestici presianni prima da un membro della servitù.Successivamente la caparbia protagoni-sta rivolge la sua attenzioni a ben piùtragiche circostanze, valutando la possi-bilità che il suo anftrione abbia ucciso otenga segregata da anni la propria mo-glie.

© 2017 Lekcej. →

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È inutile dire come anche tali accusenon abbiano alcun fondamento, basan-dosi esclusivamente su alcuni travisa-menti dell’impressionabile fanciulla.Il romanzo si concluderà con un lietofne, come è giusto che sia; d’altra parte,come ci ricorda la stessa autrice ‘le visio-ne romanzesche fniscono’7. Il lettore moderno di polizieschi potreb-be rimanere deluso da questa conclusio-ne e risulta difficile dargli torto.Ricordiamo tutti come S.S. Van Dine, in-signe giallista americano, quando si tro-vò a codifcare per la prima volta le re-gole del giallo, stabilì che un giallo, peressere tale, debba contemplare almenoun omicidio – There simply must be acorpse in a detective novel, and thedeader the corpse the better8.

L’abbazia di Northanger, però, non è ungiallo, così come non lo sono le impresedi Sherlock Holmes9.Sono invece prodotti che presentano al-cune affinità con il moderno poliziesco eche, in un certo qual modo, ne rappre-sentano un primo, fondamentale proto-tipo.

Però rimane intatto il fascino di questaindagine gotica all’interno di un’indagi-ne sentimentale, che anticipa non solo lagolden age della detective fction ma an-che quel grande capolavoro, apprezzatis-simo da Chesterton, dalla Sayers e dallaChristie, e oggi ingiustamente dimenti-cato, che è La vedova del miliardario(1913). •

—1. I delitti della Rue Morgue (1841).

2. Alcuni critici tendono a considerare esempi diletteratura gialla anche opere decisamente lonta-ne dai canoni moderni, come la storia delle tremele (presente ne Le mille e una notte) o la trage-dia sofoclea dell’Edipo Re.

Manca tuttavia il tempo e lo spazio per una disa-nima sulla validità di un tale approccio.

3. I trionf di Eugène Valmont (1906).

4. La vedova del miliardario (1913).

5. Nonostante la pubblicazione postuma, il testoera già pronto nel 1803.

6. «E voi siete pronta ad afrontare gli orrori cheun edifcio simile a quelli ‘che si trovano nei libri’può presentare? Avete un cuore coraggioso?» -L’abbazia di Northanger.

7. L’abbazia di Northanger.

8. Il riferimento è alla regola numero 7 delleTwenty Rules for Writing Detective Stories, unasorta di credo pubblicato nel 1928 su Te Amer-ican Magazine.

9. Per quanto possa sembrare strano, le impresedel celebre investigatore di Baker Street, moltodifcilmente sono qualifcabili come veri e pro-pri gialli. Più propriamente, si tratta di romanzi eracconti d’avventura gotico vittoriani.

© 2017 Cheberkus. →

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INTERVENTI

Pretty Little Detectivesdi Gaia Cordella e Giorgia Antonelli.

‘Giovani, carine e bugiarde’: così sonodefnite le protagoniste di una serie diromanzi di Sara Shepard1, poi immorta-late in una serie TV di successo2.E così, con una leggerissima variazione,possono essere defnite anche le primegiovani investigatrici d’America, la poconota Lady Violet Strange (Anna Kathar-ine Green)3 e la ben più celebre NancyDrew (Carolyn Keene)4.

Giovani donne, sono state un esempiovirtuoso per le ragazze americane che inquegli anni sognavano l’emancipazione5,dimostrando di non aver nulla da invi-diare alla loro, più ordinaria e noiosa,controparte maschile.

Intelligenza, curiosità e grinta, unita aduna forte propensione a cacciarsi neiguai, sono gli elementi che le caratteriz-zano.E se la prima, giovane debuttante dellapiù alta società nella New York d’iniziosecolo, alla fne rinuncia alla sua carrieradopo aver trovato l’amore6, la seconda,eternamente giovane come solo gli eroiletterari possono essere, ancora oggi in-segna che non ci sono ruoli predefniti al

© 2017 ← Dimid86.

mondo e che l’impegno e la volontàpermettono di andare lontano, quale chesia la situazione di partenza.Due eterne fanciulle, che a distanza diun secolo, sembra abbiano ancora mol-tissimo da dire e da insegnare. •

— 1. La serie, iniziata nel 2006, è composta da sedi-ci volumi e da due speciali.

2. Pretty Little Liars, serie dell’ABC nata nel 2011e conclusasi l’anno scorso.

3. Si tratta di una giovane debuttante, protagoni-sta di una serie composta da nove racconti in ununico volume, Te Golden Slipper and OdtherProblems for Violet Strange (1914), molti deiquali ancora inediti in Italia.

4. La più nota giovane detective al mondo, pococonosciuta in Italia ma famosissima all’estero,dove si contano oltre duecento romanzi e svaria-te trasposizioni a lei dedicati.

5. Nel 1930, quando viene pubblicato Te Secretof the Odld Clock, il primo volume della serie diNancy Drew, non esisteva alcuna serie americanadedicata al giallo che avesse, quale unica prota-gonista, una giovane ragazza.

6. Violet’s Odwn, l’ultimo racconto del volume.

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INTERVENTI

Il vampiro che mormoradi Consuelo Centurelli.

DIPLOMA DI MERITO CON MEDAGLIA

Il tema del vampiro, declinato al fem-minile, afonda le proprie radici nei pri-mi albori del poliziesco. Sherlock Hol-mes si è trovato ad investigare sul casodi una madre, accusata di essere un mo-stro pronto a dissanguare il proprio f-glio1; e solo qualche anno dopo sarà Pa-dre Brown a dover condurre un’indaginesimile, sempre con esiti felici2.

Il meglio però arriva anni dopo, quandoun John Dickson Carr in splendida for-ma dà alle stampe Il terrore che mor-mora (1946): un romanzo perfetto, chemescola con assoluta perizia delitti im-possibili3, forti contrasti familiari, vam-pirismo, amori impossibili e il conte diCagliostro.Non pago di ciò, Carr ci ofre anche unodei ritratti più vivi e umani di una don-na mai apparsi nella letteratura polizie-sca. Chi è Fay Seton? Una povera vittima delle circostanze?Una femme fatale? Una donna calunnia-ta? O, addirittura, come qualcuno arrivaad immaginare, un vampiro? Difficile poterne parlare senza svelarenulla, senza scoprire le carte prima deltempo, cosa che in un giallo è un delittofra i più gravi, soprattutto se accade perun autore brillante come Carr.

© 2017 ← A. Annenkov (CC BY 2.0).

Le descrizioni di Carr sono sempre poe-tiche, soprattutto quando si tratta didonne. E Fay Seton occupa un posto speciale,tanto da far dubitare ai protagonisti (e allettore) della sua corporeità. Si tratta diuna creatura reale? O è uno spirito, qual-cosa di diafano, che svanisce mentre lo sicerca di abbracciare e di trattenere?La questione, però, non è davvero im-portante. Il ritratto è sublime, creato dalla manodi un grande maestro.Come le più perfette statue di Canova,Fay Seton è un incrocio di fantasia, ele-ganza e bellezza che rende al meglio lapoesia del suo artefce e che, come ognipoesia, si chiude nel dolore. Il romanzoha in sé qualcosa della tragedia greca, unsenso ineluttabile di soferenza che sisublima e che nobilita i suoi personaggi.Così come accade con questo John Dick-son Carr. •

— 1. Il vampiro del Sussex (1924).

2. Il vampiro del villaggio (1936).

3. Si tratta di un uomo ucciso in cima a una torrealla quale nessuno ha potuto accedere... - Il terro-re che mormora.

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© 2017 N. Kovalchuk.↑

Apprezziamo le mandorle amaresolo nei migliori racconti gialli.

PASTICCERIADIANDAVia Della Rosa 9, Lucca.

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INTERVENTI

We are all mad heredi Costanza Benedetti.

Vincitrice Orchidea d’oro 2016/17

Nella moderna Long Island l’investiga-tore Ellery Queen e l’avvocato Throneaccompagnano una giovane ereditiera,Alice Mayhew, in una singolare caccia altesoro: l’eccentrico ed avido padre dellaragazza ha nascosto il proprio aureo pa-trimonio nella più lugubre e malandatadelle case, quella in cui è morto.A complicare il gioco si aggiunge un fat-to che ha dell’incredibile: passata unaprima e turbolenta notte, Alice si afac-cia alla fnestra della sua camera e vedesoltanto neve, non più ‘pietra e legno ecalce e vetro’ anneriti dal tempo. La Casa Nera (così era chiamata) non c’èpiù: ‘non pareti, non camino, non tetto,nè rovine. Più nemmeno le fondamenta.Niente. Solo un prato uniformementecoperto di neve.’Sarà forse un miracolo, quanto è accadu-to a Long Island? Che sia uno scherzo gravitazionale? Unattacco di folletti? Cos’altro può aver fatto sparire un’interacasa in meno di una notte se non unaqualche forza sovrannaturale?Ne La lampada di Dio, brillante raccontofrmato Ellery Queen, ci troviamo difronte ad un enigma capace di far dubi-tare delle proprie convinzioni anche unferreo agnostico come Ellery Queen.

© 2017 ← N. Kovalchuk.

‘C’è anche un personaggio che si chiamaAlice’ ci ricorda lo stesso investigatore,riferendosi alla protagonista ed al suodoppio letterario1.Con questa frase Queen ci fornisce uninteressante spunto di analisi: in efettidue Alice cadono, senza saper come risa-lire, in due mondi di incredibile ebrezzae pericolosità, colmi di insidie mal cela-te e retti da leggi incomprensibili. Unaragazza ed una bambina, di età diferen-te ma accomunate dallo stesso nome edallo stesso destino. In quei luoghi isolati2 che sono il Paesedelle Meraviglie e l’area boscosa di LongIsland, mentre le due Alice sono sole eperse, la Follia prende il posto della Ra-gione e tutti i distratti personaggi – eforse anche i lettori– ne sono contagiati,arrivando a credere che il tempo si siafermato, che lo spazio sia stato limitato,che l’ordine del mondo sia capovolto,che ogni cosa abbia in qualche modoperso signifcato e che, in fondo, possaandare bene così.L’eroina di Carroll uscirà dal Paese delleMeraviglie, in qualche modo, non im-porta quando, perché, come lei si è abi-tuata ad esser lì, noi ci siamo abituati aimmaginarcela; Alice Mayhew troverà lacasa del padre e riuscirà ad andarsene?

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Forse. E, se non ci riuscisse, rimarrebbein un edifcio bianco ad aspettare, con-gelata in un luogo irreale, persa in un at-timo che sembra non aver necessità dimuoversi mai.Carroll e Queen ci propongono due ra-gazze destinate ad essere ricordate così:perfettamente incastrate in mondi creatisu misura per loro, per le loro paure, peri loro desideri, mondi solo apparente-mente privi di senso ma regolati in real-tà da principi immutabili, a noi ignotiper la maggior parte della lettura.

© 2017 ↓ Art-World.

Il forte legame che unisce il racconto“La lampada di Dio” ed il romanzo “Ali-ce nel paese delle meraviglie” e, in parti-colar modo, le protagoniste, ci permettedi rifettere a fondo sul signifcato di dueopere incredibili, che sono tutto fuorchéun semplice racconto giallo ed un banalelibro per bambini. •

— 1. La giovane protagonista di Alice nel paese del-le meraviglie (1865) e del suo meno noto prose-guo, Alice attraverso lo specchio e quel che vitrovò (1871).

2. Un topos letterario presente in mille gialli, apartire dal celeberrimo Dieci piccoli indiani(1939) per arrivare alle atmosfere roventi del ro-manzo queeniano Il caso dei fratelli siamesi(1933), altro testo sul tema del doppio che pre-senta molte afnità con La lampada di Dio.

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Oltre al gialloamiamo molto anche il verde

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INTERVENTI

Chi la fa, l’aspettidi Martina Giacomelli.

Pretty Little Liars1: di norma o lo si amao lo si odia.È una serie assolutamente trash, un teendrama che si sviluppa su luoghi comunie che cerca di attirare il proprio pubblicocon una storia assolutamente inverosi-mile: quattro compagne di scuola, alladeriva dopo la misteriosa sparizione del-la loro ape regina, fanno fronte comunequando un ricattatore minaccia di rive-lare i loro segreti, sconvolgendo così lacomunità dove vivono e rovinando leloro vite. A questo si aggiungono tradi-menti, storie d’amore travagliate e amo-ri safci, per condire con uno scandaloogni episodio.Il suo fascino probabilmente sta proprioin questo: nell’irrealtà della narrazioneche in un certo modo attrae, concupen-do gli spettatori che sono coinvolti inuna serie di rocamboleschi eventi, framorti misteriose, furti e relazioni adul-terine, fno a scoprire chi sia il misterio-so avversario.Avversario che sembra rivelarsi alla fnedella seconda stagione2, quando si sco-pre che il misterioso A (così si fa chia-mare) è una certa Mona Vanderwaal,compagna delle ragazze che si sarebbevendicata per essere stata bullizzata daloro in passato3.

© 2017 ← Dmitrii Designer.

Una serie irreale, quindi, ma che ci per-mette di rifettere sui rapporti sociali frai giovani e di osservarne forza e fragilità,sia come rappresentazione che come re-cepimento del pubblico4.Perché, come la maggior parte dei pro-dotti mediali, anche Pretty Little Liars èscritto (anche e soprattutto) dai proprispettatori. •

— 1. Serie TV ABC, già citata in precedenza (inter-vento Pretty Little Detectives, pagina 15).

2. Stagione 2, episodio 25.

3. In realtà la serie prosegue per altre cinque sta-gioni e si scopriranno innumerevoli altre ‘A’, mo-tivo per cui questo, a tutti gli efetti, non può es-sere considerato uno spoiler.

4. È sicuramente vero che l’ambiente sociale eculturale americano, rafgurato nella serie TV, èdecisamente diverso da quello italiano; tuttaviacerti tipi di comportamenti e di situazioni, perquanto non identici, presentano una sorta diomogeneità di fondo, che travalica i confni geo-grafci e sociali e che quindi, con le dovute accor-tezze, può essere utile per comprendere anche lanostra realtà.

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INTERVENTI

La donna: artefiee seduttriiee bersagliodi Francesca Sassetti e Letizia Maffei.

Nella prima detective fction la donnaera essenzialmente passiva.Relegata al ruolo di ‘damsell in distress’,la fgura femminile di norma era pocopiù che un espediente narrativo, un ele-mento utilizzato per fornire motivazioniper l’agire dei personaggi principali, deidetective e degli antagonisti.

Da allora le cose sono molto cambiate:l’emancipazione femminile ha compiutopassi da gigante e le storie di oggi sonopopolate da una nutrita schiera di eroinee di dark lady, di assassine e di detective,di donne forti e indipendenti, i cui oriz-zonti non sono più limitati al matrimo-nio e ai fgli.

Se è vero che sono stati i romanzi e i rac-conti la prima avanguardia di questomovimento1, attualmente sono le serieTV a fare da apripista, adattandosi aimutevoli gusti del pubblico e facendosiportavoce di ofrire uno spaccato piùvero e autentico della nostra società.

In relazione al giallo seriale non esistetestimonianza migliore in proposito diquella oferta dalla serie CBS CriminalMinds.

Nata nel 2005 per mostrare il lavoro sulcampo di un gruppo di criminologidell’FBI, è diventata un appuntamentofsso per molti fan, che ne apprezzano lacaratterizzazione dei personaggi e la tra-ma delle storie, spesso ispirate a casirealmente accaduti.

È, d’altra parte, impossibile elencare tut-ti i protagonisti femminili che abbiamotrovato su Criminal Minds.Donne sono (e sono state) alcuni deglielementi più preziosi della squadrad’investigazione2 del BAU, donne sonostate alcune delle più intelligenti e spie-tate avversarie, donne sono state alcunedelle vittime che ci hanno più colpito.

Ruoli tradizionalmente maschili sonofacilmente attribuiti a donne (il respon-sabile informatico del team, descrittocome uno degli hacker migliori al mon-do3, è una donna, Penelope Garcia), cosìcome posizioni di potere (è Erin Strauss,Direttrice di sezione, a decidere di so-spendere Aaron Hotchner4 e ad assume-re la guida temporanea dell’Unità5; saràinoltre Emily Prentiss, ex agente Inter-pol ed ex infltrata nell’IRA6, ad assume-re la direzione dell’Unità quando Hotch-ner se ne allontanerà per tutelare il f-glio7).

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La morte straziante di Haley Brooks8,moglie e madre, è uno dei decessi piùdolorosi a cui abbiamo assistito in que-sta serie, forse il simbolo più toccante ditutte le vittime

E più di cento solo le criminali, seriali enon, che ci sono state presentate nelletredici stagioni.Particolarmente interessante e signifca-tiva in proposito è Lindsey Vaughn, unodei pochi personaggi, estranei al gruppodi agenti e di comprimari, di cui possia-mo seguire l’evoluzione. Dopo averla incontrata adolescente, vit-tima assieme a una sua compagna di unrapimento9, la ritroviamo anni dopo, ri-tratta come una killer abile e spietata,pronta a tutto pur di raggiungere i pro-pri obiettivi, tanto da arrivare a rapire edrogare uno degli agenti della squadra10

in un piano complesso quanto crudele11.

Criminal minds è una serie che, perquanto romanzata, cerca di riprodurre,di portare in scena personaggi verosimi-li, quasi reali nelle loro relazioni inter-personali e nelle loro emozioni: ed è for-se anche per questo che l’apprezziamo,per la mancanza di molti degli stereotipi(non solo rivolti al mondo femminile) acui ci siamo abituato in tanti anni dicattiva televisione. •

— 1. Come dimenticare le splendide Violet Strange(Green) e Nancy Drew (Keene), di cui abbiamoparlato in precedenza?E, in loro compagnia, bisogna ricordare l’eccezio-nale Patience Tum (Queen), protagonista indi-scussa di gran parte del meraviglioso ciclo diDrury Lane, e, prima ancora, l’infermiera HildaAdams (Rinehart), Judy Bolton (Sutton), AmeliaButterworth (Green) e Loveday Brooke (Pirkis),fra le prime debuttanti in questo mondo maschi-lista.

2. In tredici stagioni la squadra ha cambiato piùvolte composizione; su sedici membri efettivi eprotagonisti principali della serie, otto sono (osono state) donne.

3. Stagione 3, episodio 9.

4. Stagione 3, episodio 1.

5. Stagione 3, episodio 2.

6. Stagione 6, episodio 17-18.

7. Stagione 12, episodio 6.

8. Stagione 5, episodio 9.

9. Stagione 3, episodio 12.

10. Stagione 12, episodio 13.

11. Stagione 12, episodi 20-21-22.

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INTERVENTI

L’Italia e le sue dark ladydi Alessia Maltana e Nora Giometti.

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA STUDENTESCA

«Amico mio,» disse Sherlock Holmesmentre discutevamo davanti al caminet-to a Baker Street. «la vita a volte sembraessere infnitamente più fantasiosa diqualunque trama i nostri autori possanomai concepire.»1.Un parere autorevole, quello del celebreinvestigatore di Baker Street e che diffi-cilmente può essere smentito, se si pre-sta attenzione alle cronache che appaio-no sui quotidiani o nei libri di storia.

Particolarmente interessante, in proposi-to, è il tema delle dark lady: una deno-minazione che nella letteratura indicapersonaggi manipolatrici, afascinanti epericolosi ma che, nella realtà, utilizzia-mo per identifcare assassine che, senzaalcuna esitazione, si sono sbarazzate diavversari e oppositori senza provare al-cun rimorso.

In Italia, le prime di cui abbiamo me-moria risalgono al mondo classico. Come non ricordare infatti Agrippina,moglie dell’imperatore Claudio, che uc-cise il marito per far salire al potere il f-glio Nerone?

Al medesimo periodo appartiene ancheLucusta, la prima avvelenatrice seriale dicui abbiamo memoria: le sono attribuiticon certezza almeno cinque omicidi, masembra che le sue vittime furono moltedi più.Più controversa è la fgura di LucreziaBorgia, la cui terribile fama di avvelena-trice non è mai stata provata: furono so-prattutto le opere di Hugo2 e l’omonimolibretto di Romani3, musicato da Donin-zetti, a costruire il personaggio, ma nonabbiamo prove certe dei suoi crimini né,tanto meno, dell’utilizzo di veleni, accu-sa che, in generale, ricade su tutta la fa-miglia Borgia.

Con un salto temporale piuttosto ampio,si arriva nel 1830 per incontrare Geltru-de Pellegrini: donna bellissima, che pu-gnalò il marito per fuggire con l’amante,il quale, dopo aver saputo cosa era suc-cesso, inorridito da quel gesto, la rifutò.Perso ogni interesse per la vita, Geltrudesi recò dal magistrato e confessò quantoera successo, tacendo solamente il nomedell’amante. Una storia triste che si con-clude con una condanna alla ghigliotti-na, eseguita nel 1837.

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Leonarda Cianciulli invece agì per istin-to materno: avendo perso molti fgli, se-guì dei rituali magici che richiedevanodi sacrifcare alcune donne, per proteg-gere i quattro che le erano rimasti. Particolarmente fantasioso (per quantoinefficace) fu inoltre il sistema che trovòper disfarsi dei cadaveri: li bollì e cercòdi utilizzarli per preparare sapone, tantoda essere ricordata come la ‘saponifca-trice di Correggio’.

Caterina Forte era l’amante di un riccocommerciante siciliano. La moglie, venuta a sapere della relazio-ne extraconiugale del marito, si recò as-sieme ai fgli da Caterina per afrontarla.Pochi giorni dopo il commerciante, tor-nato a casa, ritrovò la sua famiglia uccisaa corpi di spranga.

Pia Bellentani, nota con il nome di ‘no-vella Madame Bovary’, tradì il marito e,dopo esser stata scaricata dall’amante,gli sparò ad una festa davanti a centinaiadi testimoni.

Anna Maria Botticelli e Marilena Sica,due diciottenni pugliesi, uccisero unaloro coetanea a causa di un sogno ricor-rente della prima, dove vedeva il padredi Marilena, morto da poco, che le inci-tava a compiere l’omicidio.

Sonya Calef era un’infermiera che ingioventù aveva soferto di depressione etentato più volte il suicidio.Assunta in ospedale, uccise otto pazientie, trasferitasi in un’altra struttura, ne eli-minò altri diciotto.

Tanti delitti al femminile quindi; delitticruenti, che accomunano fra loro questedonne e che le rendono degne avversariedelle più grandi assassine che popolanole pagine dei più famosi romanzi gialli. •

—1. Un caso d’identità (1891).

2. Lucrezia Borgia (1833).

3. Lucrezia Borgia (1833).

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INTERVENTI

Miss Detectivedi Matilde Del Testa e Sabrina Fanucchi.

La protagonista del flm Miss Detective(Miss Congeniality), Gracie Hart, inter-pretata da Sandra Bullock, è una donnache, sin da piccola, mostra un carattereduro, rozzo e mascolino e un certo futointuitivo.Agente FBI, si trova perfettamente a suoagio nel destreggiarsi in un mondo che èapertamente maschilista.

Gracie Hart ha una personalità ambiva-lente che si esprime secondo i clichémaschile e femminile. La sua impulsivitàe la schiettezza nascono dal primo, chemaschera la parte femminile, non rico-nosciuta da nessuno – nemmeno la pro-tagonista, infatti, ne è consapevole- per-ché nascosta.

Ciò è evidente sin dalla prima scena delflm, in cui la piccola Gracie Hart, perdifendere un compagno di scuola indifficoltà, non esita a sferrare un belgancio destro ad un suo coetaneo. Anziché ringraziarla per essere stato di-feso, il compagno di Gracie se ne va sec-cato, e tutto ciò che riesce a dirle è «Nonmi piaci! Non voglio essere difeso dauna femmina!»

La protagonista incarna poi lo stereotipofemminile di donna sottovalutata nellesue capacità, sia fsiche che intellettuali,

che da sempre ricorre nella storia. Que-sto si presenta nei programmi televisivi,nelle serie-tv e nei concorsi di bellezza,che vengono screditati perché femmini-li, ma non solo: in questo caso, alla pro-tagonista non viene riconosciuta la suaimportanza nemmeno sul luogo di lavo-ro.Qui, nella maggior parte dei casi, agisced’impulso, per il bene degli altri, ma,nonostante ciò, la donna riceve accuse egiudizi negativi, senza che le venga con-cessa alcuna fducia e credibilità. Tutto ciò che la circonda obbliga GracieHart a cambiare se stessa. Se all’inizio considera il concorso di bel-lezza come qualcosa di frivolo e di asso-lutamente estraneo alla sua natura, du-rante il flm notiamo un cambiamentointeriore, che le permette di entrare insintonia con le altre ragazze e di sentirsiparte di quel mondo femminile che laspaventava così tanto. Questo flm getta uno sguardo su argo-menti di assoluta attualità: in particola-re, fa rifettere sulla rivendicazione dellaparità dei sessi, tramite una leggera iro-nia che, fungendo da specchio della so-cietà odierna, ha lo scopo di ribaltare lacondizione di stereotipo e il modo dirapportarsi con esso, facendo sorridere esuscitando empatia. •

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Miss Marple di St. Mary Meaddi Camilla Quilici e Rosa Garbo.

Cara vecchietta del secolo scorso, natagià anziana dalla fertile penna di AgathaChristie verso la fne degli anni ‘20, MissMarple è una detective assolutamenteinusuale, protagonista di una lunga seriedi romanzi e racconti1 che ha trovatoappassionati in tutto il mondo.

Miss Marple vive a St. Mary Mead, picco-lo villaggio nel sud-est dell’Inghilterra(sebbene la sua posizione precisa sia, an-cora oggi, oggetto di discussione2), dacui si allontana raramente3 e dove passala maggioranza del suo tempo dedican-dosi alle sue grandi passioni: il birdwat-ching, il giardinaggio e, soprattutto,l’osservazione della natura umana4.

Dietro il suo aspetto comune si celanogrande intuito e ingegno, insieme a unavisione della vita che è disincantata manon del tutto disillusa e priva di speran-za.

Si tratta, di fatto, di un personaggio uni-versale e senza tempo che, proprio perquesto, ha incontrato i favori del pubbli-co. Un personaggio ordinario e tangibile,che è vicino al lettore e alle sue espe-rienze; qualcuno che conosciamo tutti,che ci ricorda una zia, una nonna o unasemplice vicina di casa.

Molte delle sue indagini appaiono inso-lite5, soprattutto se accostate a una fgu-ra così semplice, in apparenza, ma MissMarple lacera il tessuto temporale supe-rando gli anni ‘30 e diventando un ar-chetipo senza tempo, fgura emblemati-ca che fa dell’osservazione e dell’espe-rienza le sue armi migliori.

Morigerata e tranquilla, anche i suoi ra-gionamenti e le sue conclusioni si pre-sentano in una forma leggera ed accessi-bile: non si trovano casi complicati efantasiosi alla Dickson Carr o enigmi dilogica sopraffina alla Ellery Queen mamisteri che sono sondati e risolti da unacuriosità e un intelletto che sono (o po-trebbero essere) comuni a tutti noi.

Miss Marple è un personaggio particola-re, una donna che esce dal suo ruolo ma,al contempo, ne rimane vicina, quasi anon volerlo abbandonare. È una donna che non ha paura di dire lasua in un mondo che sta esplorando perla prima volta i fermenti del femmini-smo ma, al contempo, non alza la voce:si impone con elegante fermezza e paca-tezza, surclassando gli uomini con la cal-ma tranquillità della ragione.

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Miss MarpleDelitti all’inglese, dal 1927

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Miss Marple è, di fatto, un’eroina; noninverosimile e, al contempo, eccezionalequanto Sherlock Holmes, ma un perso-naggio vero, reale, con pregi e difetti,che rimane sospesa fra passato e futuro eche, senza troppi stravolgimenti, possia-mo immaginare anche in un giallo am-bientato ai giorni nostri.

Una protagonista che rimarrà semprenei cuori dei moltissimi lettori di Aga-tha Christie, la scrittrice di gialli più fa-mosa e amata dal pubblico. •

—1. Si tratta, più precisamente, di 12 romanzi e 20racconti, un ciclo che copre quasi tutta la carrieraeditoriale della Christie, dal 1927 (Il Club delmartedì sera) fno al 1976, con la pubblicazionepostuma (Addio Miss Marple) di un testo cheaveva già scritto nel 1940.

2. La geografa è complessa da seguire: se St.Mary Mead all’inizio trova nel Downshire (Lamorte nel villaggio), più tardi sembra essersi spo-stato nel Radfordshire (C’è un cadavere in bi-blioteca). La BBC lo colloca invece nel Middle-shire (Nemesi), mentre una versione di St. MaryMead precedente a Miss Marple si trova nel Kent(Il mistero del treno azzurro).

3. In Miss Marple nei Caraibi, però, la troviamoad investigare su una tragica morte di un mag-giore in pensione nell’isola di St. Honoré.

4. «È che, vede,» cominciò fnalmente «vivendocosì soli, in una parte del mondo quasi remota, ènecessario avere un passatempo. Ci si può occu-pare naturalmente dei lavori a maglia, delle ra-gazze esploratrici, delle opere di assistenza, comeci si può divertire a dipingere dei bozzetti, ma ilmio passatempo è sempre stato la Natura Uma-na. Così varia e così... afascinante! E naturalmen-te in un piccolo villaggio, senza altre distrazioni,non manca il modo di approfondire questo stu-dio.» - La morte nel villaggio (1930).

5. «So esattamente a che cosa ti riferisci, caro.» re-plicò Miss Marple. «Per esempio, la signora Car-ruthers ieri mattina ha avuto una stranissimaesperienza. Ha comprato da Elliot’s due etti digamberetti sgusciati. È entrata in altri due negozie quando è arrivata a casa si è resa conto di nonaverli più con sé. È tornata nei due negozi in cuiera entrata ma i gamberetti erano completamen-te spariti. Odra questo a me sembra molto singola-re.» - Il Club del martedì sera (1927).

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INTERVENTI

Ode to the Nightingalesdi Adam Melanenko e Melissa Macrì.DIPLOMA DI MERITO CON MEDAGLIA

Agatha Christie è famosa soprattutto perHercule Poirot, il celebre investigatorebelga, e per Miss Jane Marple, l’arzilla zi-tella di St. Mary Mead.La produzione esterna ai due grandi pro-tagonisti, con l’eccezione per pochi testiquali Dieci piccoli indiani (1939) e diTrappola per topi (1952), è decisamentemeno conosciuta ed apprezzata. Il che è un peccato, perché ci sono deitesti assolutamente pregevoli, dal duettoche ha come protagonista la frizzanteBundle1, all’anagrafe Lady Eileen Brent,la prima IT girl nella detective fction,fno all’ottimo È un problema (1949).Una menzione particolare merita Il vil-lino degli usignoli (1934): racconto bre-ve, leggero e fantasioso, i cui protagoni-sti, Alix King e Gerald Martin, richiama-no un po’ quelli che diventeranno i per-sonaggi principali di un romanzo deci-samente più tardo, dal titolo Nella miafne è il mio principio (1967). La trama è talmente semplice e lineareche il lettore, di certo più smaliziato del-la protagonista, capisce subito quale sialo scopo del marito: sbarazzarsi in frettadella novella sposina e godersi senza al-cun disturbo gli agi che comporta la ve-dovanza.

A una tale conclusione, dopo una serie diaccadimenti che lasciano ben poco spa-zio a eventuali dubbi, arriva anche Alixche, però, non si rallegra troppo alla pro-spettiva di fnire sotto terra solo per sod-disfare le aspettative del suo caro Geralde decide quindi di dare battaglia.Comincia così una partita a scacchi, unasfda che è, al contempo, intellettuale edemotiva e che ha in palio la vita di Alix.La conclusione non si può svelare, siaper l’arma utilizzata per perpetrare il de-litto, assolutamente originale, sia per ilcolpo di scena fnale che chiude la nar-razione. Ma la lettura, per gli amanti del giallo edella suspense, è d’obbligo.In calce, è interessante sottolineare il ri-ferimento classico presente nel titolo, unrichiamo al truce mito di Filomena che,spesso, non è colto dai lettori, ingannatida una spiegazione semplicistica fornitadallo stesso protagonista. Un grosso, grossissimo errore. •

—1. Il segreto di Chimneys (1925) e I Sette Qua-dranti (1929).

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INTERVENTI

Christie: donne in nerodi Marta Luccarini.

DIPLOMA DI ALTO MERITO CON MEDAGLIA

Nel 1928 le donne inglesi acquisironodiritto di voto al pari degli uomini1; neiromanzi di Agatha Christie scritti primadel 1928 contiamo non meno di settedonne che possiamo considerare crimi-nali di alto proflo2. Un dettaglio degno di nota, che ci facomprendere come il percorso di eman-cipazione nel poliziesco abbia precedutodi molto quello nel mondo reale3.Agatha Christie ci ha mostrato, fn dalsuo primo libro, donne forti, energiche epadrone della propria vita4; e questo èancor più vero quando si parla delle sueassassine, intelligenti e abili ingannatriciche animano alcune delle pagine mi-gliori della regina del giallo5.Prendendo ad esempio tre fra i testi piùcaratteristici dell’autrice, possiamo no-tare che, nonostante la varietà dei mo-dus operandi e delle trame, ci sono alcu-ne caratteristiche comuni a tutte le ope-re, importanti per defnire un prototipodi donna criminale nell’opera di AgathaChristie.Il mistero del treno azzurro (1928) è unodei primi lavori della Christie. Operaconsiderata minore da gran parte dellacritica, priva di quelle malizie che poidiventeranno abituali nei testi successivi,ha comunque il pregio di ofrire una tra-

ma lineare che, però, arriva a una con-clusione non scontata e ben strutturata. Se morisse mio marito (1933) è, invece,un ottimo romanzo, universalmente ap-prezzato e dove l’autrice britannica sem-bra ofrire il meglio di sé.Lo insanguinano ben tre cadaveri, dueuccisi all’arma bianca e uno tramite ve-leno; un libro eccellente, dove gli indizisono disseminati con accuratezza e doveil capovolgimento fnale può spiazzarenon solo il lettore alle prime armi maanche alcuni dei più navigati.Anche Corpi al sole (1947) è un eccellen-te esempio di abilità tecnica e di gestio-ne dell’intreccio, con una trama assolu-tamente valida conclusa con un eccel-lente esempio di misdirection. Non èimpossibile capire chi sia il colpevole,ma comprendere anche quale strata-gemma venga utilizzato per uccidere ri-chiede un buon intuito.Questi tre libri, per quanto molto diver-si, ci presentano donne che riescono adideare piani brillanti e si rivelano com-plici impeccabili e affidabili se non addi-rittura assassine in prima persona, ingrado di commettere con assoluta effi-cienza e abilità, agghiaccianti omicidi,senza porsi alcun problema.

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I mezzi utilizzati sono estremamenteeterogenei: si passa, nei casi analizzati,dallo strangolamento con una corda (Ilmistero del treno azzurro) all’uso di unostiletto e del veleno (Se morisse miomarito), fno allo strangolamento a maninude (Corpi al sole). Tuttavia la deter-minazione e la volontà rimane la stessain ognuna di queste assassine. È importante anche rifettere sui mo-venti. Le dark lady di Agatha Christiesono mosse fondamentalmente dalla cu-pidigia, dall’egoismo che le spinge adagire per ottenere ciò che più desidera-no. Questo le porta, talvolta, a legarsi a dop-pio flo con un uomo che possa soddi-sfare i loro desideri e che diviene lorocomplice, creando una commistione diricchezza e passione che afascina il let-tore.In defnitiva, se Sherlock Holmes arrive-rà ad apprezzare intellettualmente unasola donna6, Poirot non potrà dire altret-tanto: sono moltissime le criminali astu-te e brillanti, nonché molto intriganti,che attraverseranno la sua strada nelcorso degli anni, per la gioia di noi letto-ri. •

—1. Il diritto di voto femminile, riconosciuto nel1918, lo garantiva solo alle donne oltre itrent’anni (gli uomini potevano votare invece su-perati i ventuno anni).

2. Per rispetto al lettore che non li avesse ancoraletti, non citeremo i romanzi interessati.

3. Quanta strada dal Canone holmesiano dove,su sessanta storie, sono pochissime le donne col-pevoli di un qualche reato e, spesso, si tratta divittime delle circostanze o, comunque, di reati,almeno parzialmente, giustifcabili (l’unica veradark lady è, forse, Isadora Klein, femme fatalepresente nel racconto L’avventura di Tree Ga-bles).

4. Poirot a Styles Court (1920).

5. «Le donne se ne intendono di delitti!» aferme-rà la scrittrice Ariadne Odliver nel romanzo Cartein tavola (1936); e Buttle, sovrintendente di Sco-tland Yard, le risponderà serafcamente «In gene-re, come delinquenti, hanno sempre grande suc-cesso. È raro che perdano la testa. E poi, hannouna faccia tosta incredibile per sostenere la loroversione dei fatti.».

6. Uno scandalo in Boemia (1891).

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INTERVENTI

«Poison is a woman’s weapon,» (s)he saiddi Sara Marziali.

DIPLOMA DI ALTO MERITO CON MEDAGLIAPREMIO SPECIALE DELLA GIURIA STUDENTESCA

In una memorabile scena di una dellepiù brillanti commedie di Oscar Wilde1,Lady Bracknell lamenta il fatto che i f-danzamenti in una particolare zonadell’Hertfordshire siano molto più nu-merosi di quanto le statistiche lascinosupporre.Fortunatamente l’anziana signora nonha mai potuto gustare alcuna delle operedi Agatha Christie, altrimenti avrebbepotuto notare quanto pericolosa possaessere la vita nell’amen Inghilterra dellecase di campagna, dei ricevimenti son-tuosi e dei veleni che, immancabilmen-te, sembrano accompagnare il tè dellecinque.

I veleni sono una parte fondamentaledell’opera di Dame Agatha che, come èricordato in ogni sua biografa, ha lavo-rato come volontaria nel dispensariodell’ospedale di Torquay durante la pri-ma guerra mondiale, venendo a contattocon medicinali e altre sostanze che ri-troveremo frequentemente in tutta lasua opera. È la stricnina ad aprire il suo primo ro-manzo2 per poi andare in crescendo, fnoad arrivare alla sua penultima operadove Dame Agatha ci ofre un profuvio

di veleni, passando con piena disinvoltu-ra dall’arsenico alla morfna, dal cianurodi potassio alla fsostigmina3 in un’eca-tombe di delitti tale da soddisfare ancheil più esigente dei lettori.

Saltuariamente fra le sue pagine compa-iono anche droghe4 e malattie indottetramite inoculazione di batteri o virus5,ma si tratta tutto sommato di casi rari,di un mondo che, probabilmente, cono-sceva poco e che non l’ha mai afascina-ta appieno.

Ripercorrendo la sua opera possiamo se-gnalare, fra le cause di morte, 90 avvele-namenti, 34 omicidi compiuti con armida fuoco, 29 con armi bianche, 26 concorpi contundenti, 19 attraverso stran-golamenti e 12 per annegamento.

Limitando l’analisi ai veleni, le sostanzeche presentano maggiori riscontri sonol’arsenico (8 casi), il cianuro (8 casi; ilcianuro è anche l’unico veleno che com-pare nel titolo di un romanzo6) e la mor-fna (5 casi); ma non mancano neanchescelte originali e fuori dalle righe, comel’acido formico7, il veleno del serpenteboomslang8, il tallio9 o la fsostigmina3.

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Il veleno è arma femminile per eccellen-za nei romanzi della Christie, come so-stenuto anche da alcuni dei suoi prota-gonisti?10

Difficile a dirsi, in quanto nella sua operaincontriamo vari uomini che sembranoapprezzarne la letale efficacia, non di-sdegnando di utilizzarne in quantità,qualora le circostanza lo richiedano.

Sicuramente però può essere considera-to la prima scelta di Dame Agatha, forsela donna che, più di tutte, è riuscita atrarre giovamento dal suo utilizzo nelsecolo scorso. •

—1. «I do not know whether there is anything pe-culiarly exciting in the air of this particular partof Hertfordshire, but the number of engage-ments that go on seems to me considerablyabove the proper average that statistics have laiddown for our guidance.» (Te Importance ofBeing Earnest, 1895).

2. Poirot a Styles Court (1920).

3. Sipario. L’ultimo caso di Poirot (1975).

4. Nello splendido, quanto, spesso, poco apprez-zato, Sono un’assassina? (1966) la vittima vienedrogata intenzionalmente per farle credere diaver compiuto degli omicidi; un espediente simi-le era già stato utilizzato nel precedente romanzoMiss Marple ai Caraibi (1964).

Una persona muore per overdose ne Il ballo del-la vittoria (1923).

Il tema della droga è inoltre trattato, sia puremarginalmente, nei racconti brevi Le cavalle diDiomede, Il gregge di Gerione e La cattura diCerbero, appartenenti alla raccolta Le fatiche diHercule (1947).

5. La maledizione della tomba egizia (1923), Car-te in tavola (1936), È troppo facile (1939) e Ilgregge di Gerione (1947).

6. Giorno dei morti (1945), il cui titolo in ingleseè, invece, Sparkling Cyanide, letteralmente ‘cia-nuro frizzante’.

7. La maledizione dei Lemesurier (1923).

8. Delitto in cielo (1935).

9. Un cavallo per la strega (1961).

10. ‘Il signor Shaitana proruppe in una risatinagarbata. «Il veleno è l’arma delle donne.» disse.«Quante avvelenatrici misteriose devono esser-ci… che non sono mai state scoperte.» – Carte intavola (1936).

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INTERVENTI

Are you ok, Annie?di Lucia Galluzzo.

Il tema del giallo emerge chiaramentenon soltanto in libri, serie tv e flm, maanche in opere con ben altre caratteristi-che: fra di queste, le canzoni, nelle qualispesso si parla di delitti, di misteri e diomicidi che vedono, a volte, proprio ledonne come protagoniste. È questo il caso di Smooth Criminal(1987), celeberrima canzone di MichaelJackson e vivida narrazione di un omici-dio misterioso che andrà a colpire unadonna. Le vicende di Annie ci vengonoraccontate come nel più classico deigialli, attraverso una narrazione che ac-centua il mistero e la tensione negliascoltatori, mentre il ritmo travolgentesottolinea i passaggi di una vicenda cheappare, fn da subito, dalla conclusioneincerta. Le sensazioni che traspaiono sono quelledi Annie, la protagonista: veicolate e am-plifcate dalla musica, colpiscono il pub-blico e lo rendono partecipe, quasi sitrovasse accanto a lei.Anche altri artisti hanno deciso di crearedei gialli sui generis, attraverso musica ecanzoni, ottenendo spesso ottimi risul-tati. In Cell Block Tango, canzone del musi-cal Chicago, sei donne raccontano i de-litti delle quali sono colpevoli. Il risulta-to è speculare rispetto a Smooth Crimi-nal: se Annie è la classica vittima inno-cente, bisognosa d’aiuto e protezione,

Cell Block Tango ci parla invece di don-ne forti, decise, di assassine non pentite,che anzi accusano le rispettive vittime diessere le sole responsabili della propriamorte. Anche la musica viene gestita inmaniera diversa: se nella canzone di Mi-chael Jackson è parte integrante dellastoria, Chicago la utilizza solo come co-lonna sonora, come accompagnamentoalle dure parole espresse dalle protago-niste.Ancora diversa è Maxwell’s Silver Ham-mer (1969), dei Beatles, dove il temadell’omicidio viene trattato con moltaleggerezza, quasi fosse un gioco frivolo esenza conseguenze, dove un bambino sidiverte con il suo giocattolo preferito. Inquesto caso manca l’empatia con la vit-tima, non c’è compassione negli ascolta-tori che, quasi, non riescono ad accor-gersi dell’omicidio.Musica e giallo quindi si incontrano piùspesso di quanto si pensi.Le canzoni sono spesso affini a noir, athriller: fedeli narrazioni che voglionosuscitare emozioni, passioni e forti sen-timenti nel loro pubblico, non esercizi dilogica, ma esplosioni dei sensi, raffichedi sensazioni che difficilmente potreb-bero essere raggiunte attraverso il solotesto scritto. Il trionfo del dionisiaco in un genere(quello giallo) che, di norma, vive sulgeometrico culto dell’apollineo.

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INTERVENTI

Ragazze sbagliatedi Eleonora Di Luce.

Del giallo conosco Agatha Christie. Pocoaltro. Anzi nulla, se si esclude la statuariabellezza di Benedict Cumberbatch che,comunque, non credo possa esser consi-derato un buon argomento per un con-vegno sul tema ‘giallo e donna’.

Con Agatha Christie vado sul sicuro,penserete voi. Chi meglio della reginadella detective fction? Sembra però cheuna tale opinione sia molto difusa, datoche, a quanto mi risulta, almeno altriquattro interventi (fra cui quello di unamia amica, Marta, che si è appropriatacon un colpo maestro di tutte le darklady) verteranno su di lei o sui suoi per-sonaggi. Meglio lasciare quindi la parolaa chi è più brava (e competente) di me.

Poi ho saputo che il convegno sarebbestato aperto da un intervento dello scrit-tore toscano Giampaolo Simi e ho pen-sato che sarebbe potuto essere interes-sante (nonché oltremodo sfacciato) pro-porre una relazione su un suo romanzo.Wikipedia me ne ha oferto una lista e,cercando un testo al femminile, mi sonobuttata su La ragazza sbagliata.

Edizioni Sellerio, fra l’altro: quindi an-che ben curata dal punto di vista tipo-grafco, cosa che per me è molto impor-tante.

Posso dirvi che l’ho letto in due notti.Sinceramente non so se possa esser def-nito a tutti gli efetti un giallo (il confnefra giallo e noir ancora mi sfugge), ma sitratta comunque di un testo forte, intri-gante e pieno di spunti. Una bella storia, che mi sento di consi-gliare non a chi si interessa di camerechiuse, delitti impossibili e logica so-praffina, ma a chi ama la tensione chescaturisce dallo scontro di personaggicomplessi e ben delineati, con una tra-ma e una realtà che sembra inghiottirli esoprafarli.

Non vi parlerò di quel che succede. Chidi voi lo vorrà, dovrà scoprirlo da solo (e,per i più pigri, esiste sempre wikipedia).

Invece mi permetterò di rubare un’ideaalla mia amica Costanza che, poche pa-gine fa, ha presentato un ottimo con-fronto fra due Alici letterarie, la bimbaperduta di Carroll e la giovane ereditieradel signor Queen. Capolavoro il primo, ma anche (a quan-to mi si dice) il secondo.

Lei ha avuto una perfetta omonimia: iomi devo accontentare di un’assonanzaquasi perfetta. Assonanza di nome, maanche di storia, di realtà e di tormento.

© 2017 iiievgeniy. →

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Nora è protagonista e vittima de La ra-gazza sbagliata (2017); Norma è prota-gonista e vittima di Sono un’assassina(1969), romanzo tardo e minore di Aga-tha Christie, dove Hercule Poirot, a quasicinquant’anni dal suo debutto nel casoStyles, deve riuscire a scoprire se una ra-gazza abbia commesso o meno un omi-cidio.Le corrispondenze fra le due opere sonoinfnite: le due ragazze sono entrambesbandate, frequentano ambienti artistici(il padre di Nora è un famoso scultore,Norma è fdanzata con un sedicente pit-tore), hanno un rapporto estremamentecomplesso con l’investigatore, fanno usodi droga e, elemento essenziale, non ri-cordano di aver commesso il crimine delquale, però, sono le prime ad accusarsi. Due ragazze che hanno avuto una vitadifficile, che ‘hanno gli occhi tristi anchequando sorridono’, prendendo a prestitouna bella espressione di Simi e che, fa-cendo lo stesso con la Christie, ‘hannol’aria di ragazze adulte che vogliono pa-rere bambine’. Nora e Norma, ad un certo punto dellanarrazione, si trasformano: ‘non piùOfelia, diventano Ifgenia’. Storie doloro-se, che crescono nel tormento di unacolpa che nessuna delle due riesce amettere a fuoco o anche solo a sapere see quanto sia reale.Anche le vittime presentano qualcheaffinità: ognuna delle due ha una faccia-ta rispettabile sotto la quale, però, com-pare una realtà diversa, più meschina emeno confortante. Infne, gli investiga-tori: entrambi vecchi e disillusi, faticano

a comprendere il mondo attuale e ri-mangono sospesi, in una sorta di stasidecadente e non priva di un velo di au-tocommiserazione.Ci troviamo comunque di fronte a duemodi diversi di vivere e interpretare ilgiallo. Due chiusure opposte, apollinea echiarifcatrice nel primo (con possibilematrimonio all’orizzonte, orchestratodal detective che assurge a deus ex ma-china), sommessa e amara nel secondo,dove i personaggi rimangono sconftti ele verità disvelate non sono balsamo oconforto. Ma, soprattutto, due essenzediverse, quasi speculari.Agatha Christie, nel 1966, ci ha ofertouna delle ultime indagini di HerculePoirot: un mondo nuovo, che non sentesuo e che sta allontanandosi dai villini dicampagna dove per quasi mezzo secoloaveva ambientato i suoi crimini, dovesviluppare una sorta di favola in giallo.Giampaolo Simi invece, poco più di cin-quanta anni dopo, ci propone Dario Cor-bo, giornalista senza più lavoro che siimmerge non nel futuro ma nel passato,nella Versilia del 1993, per raccontarciuna cronaca in nero, senza sollievo, chespazia solo fra dolore e frustrazione.Due romanzi uniti da mirabili coinci-denze e separati da diversi modi di scri-vere, di raccontare e di vivere una storia. Qualcuno di voi amerà di più il primopercorso, qualcun altro, il secondo. Po-chi li ameranno entrambi. Ma questo è ilbello della letteratura: amare tanto etanti, senza ritegno, considerando solo ilgusto personale e il fremito e l’ardoreche quelle pagine ci sanno regalare. •

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INTERVENTI

Con gli occhi di leia cura della classe II A Classico, Liceo Machiavelli (LU)

La seconda A del liceo classico Machia-velli tinge di giallo uno delle più note edeleganti orazioni dell’antichità (la cele-bre Ὑπὲρ τοῦ Ἐρατοσθένους φόνουἀπολογία, V secolo a.C.; nota in italianocon il titolo di Per l’uccisione di Eratò-stene), sviluppandone una rilettura alfemminile, dal punto di vista della mo-glie di Eufeto.

Un intervento che mescola abilmentecultura classica e letteratura popolare,nel solco della più alta tradizione oxfor-diana, inaugurata quasi un secolo fa dal-la celebre scrittrice britannica DorothyL. Sayers (Aristotle on Detective Fiction,1935).

© 2017 ↑ A. Zasimova.

Presentano:

• Anna Baldocchi

• Chiara Tettamanti

• Elena Angelini

• Elisabetta Cordoni

• Giorgia Pia Innocente

• Irene Billet

• Lavinia Vicidomini

• Luca Calantoni

• Mafalda Piegaia

• Lucrezia Lubrano di Scorpaniello

• Margherita Cavallini

• Maria Vittoria Siclari

• Mattia Vanni

• Rita Clarissa Rosso

• Sveva Quinzi

• Vanni Matteucci

• Veronica Gini

• Vittoria Corrente

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Champagne in rosadi Alessandro Maraschi e Gabriele Cardone.

DIPLOMA DI MERITO CON MEDAGLIA

I romanzi di Rex Stout sono forse il ciclodi detective fction più rappresentativodella New York del secolo scorso, unmondo vivo e vibrante di energia comela Londra dipinta da Doyle nel Canoneholmesiano. Le sue trame non hanno mai raggiuntole vette deduttive proposte da Queen eCarr: la vera ricchezza dei romanzi èperò nascosta in quella che è quasi sicu-ramente la più splendida coppia di inve-stigatori che abbiano mai animato il po-liziesco, Nero Wolfe (amante della cuci-na e coltivatore di orchidee) e il suo fdoassistente, Archie Goodwin.

Champagne per uno è sicuramente unadelle opere più impegnate di Stout; sel’autore non è nuovo a tematiche socialianche di rilievo (gli immigrati1, i profu-ghi2, la violenza contro le donne3, la se-gregazione razziale4) in questo caso iltema è assolutamente preponderante: illibro parla infatti di ragazze madri, unargomento scomodo e bandito dai salot-ti bene dell’America del dopoguerra.Il romanzo invece ne presenta e discutela condizione con dovizia di particolari;se a questo si aggiunge anche il fatto chesono raccontate seduzioni e relazioni fraclassi sociali diverse, si può comprenderecome l’opera non fosse sicuramente ungiallo leggero, da consumarsi senza alcu-na riflessione.

Champagne per uno presenta l’omicidiodi una ragazza madre, uccisa durante unrinfresco oferto da un’istituzione bene-fca che supporta le ragazze madri, cer-cando di aiutarle dopo il parto e di so-stenerle nella ricerca di un’occupazione5.

Per fare un favore ad un conoscente aletto con l'influenza, Archie Goodwinprende il suo posto e si ritrova a vederemorire la giovane e bella Faith Usher,avvelenata da una dose di cianuro pre-sente nella sua coppa di champagne.

Omicidio o suicidio? La ragazza portavasempre con sé una dose di veleno e ave-va spesso detto di volersi togliere la vita,quindi nessuno ha dubbi.

Nessuno a parte Archie Goodwin che,avendo tenuto d’occhio la ragazza, so-stiene si tratti di un delitto.

L’indagine è complessa e interessante. Ma ancor più interessante è il ritrattoche viene proposto ai lettori delle ragaz-ze madri, un ritratto positivo, che stridecon il pensiero dell’America perbenistaed ipocrita di quegli anni, secondo laquale un fglio fuori dal matrimonio era,di fatto, prova più che evidente di unatto di meretricio.

© 2017 DenisMArt. →

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L’alcool uccide. Il cianuro anche.Consumali responsabilmente.

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La donna che aveva un bambino senzaessere maritata era colpita da riprovazio-ne e disprezzo sociale, non trovava lavo-ro, aveva una vita difcile e spesso veni-va abbandonata dalla stessa famiglia. Le più fortunate riuscivano a trasferirsi esi rifacevano una vita in un luogo dovenon erano conosciute e dove potevanopassare per giovani vedove; la maggio-ranza, impossibilitate per mancanza dirisorse a compiere un passo del genere,si trovavano ai piedi della scala sociale,costrette a prostituirsi o a cercare lavorisaltuari e malpagati per riuscire a so-pravvivere.

Il romanzo invece le presenta come per-sone forti e determinate, che hannocommesso un errore, una leggerezza, mache per questo non devono essere stig-matizzate o condannate a vita. Un ap-prezzamento che viene non solo ribaditopiù volte da Archie Goodwin, ma anchedal grande Nero Wolfe, inveterato miso-gino. Sono i ricchi, i potenti, le personedi buona famiglia e reputazione a fare lafigura peggiore in questo romanzo. Così come accade in molte storie che ciha raccontato Rex Stout. •

—1. Fer-de-Lance (1934).

2. Nero Wolfe e i ragni d’oro (1953).

3. Colpo di genio (1960).

4. Alta cucina (1938) e Il diritto di morire (1964).

5. «Quando le ragazze madri, debitamente mi-gliorate, lasciano Grantham House, l'Istituzionele fnanzia, in attesa che troviino un lavioro, o unmarito; e anche dopo, non le dimentica.Grantham stesso, qualche tempo prima di mori-re, studiò un sistema per mantenere i contatti:ogni anno, in occasione del compleanno di lui,sua moglie inviitavia quattro di quelle ragazze auna festa intima, nella casa della Quinta Avienue.Quattro giovianotti della miglior società facevianoda cavialieri. Dopo la morte di Grantham, avivie-nuta cinque anni fa, la moglie ha mantenuto latradizione.»

© 2017 Artenex. →

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La banda maculata1, 2, 3, 4

Arthur Conan Doyle

Negli ultimi otto anni ho avuto la fortuna di afanaare il mio amiao Sherloak Holmes in piùdi settanta aasi: viaende a volte tragiahe e a volte ridiaole, quasi sempre insolite, mai banali.Poao interessato al aompenso o alla posizione del aliente, Holmes ha infatti sempre privile-giato nelle sue saelte i problemi aomplessi e le analisi rafnate, disdegnando i lavori ahe nonpresentassero qualahe aspetto fuori dall’ordinario, per quanto remunerativi potessero essere.Come narratore mi ritrovo quindi a poter attingere a un aampionario quasi illimitato, riaao dispunti interessanti per i miei lettori; eppure, per quanto mi sforzi, non aredo di aver mai par-teaipato ad alauna indagine ahe si sia rivelata più singolare di quella ahe ha interessato la fa-miglia Roylott di Stoke Moran5.

La storia risale all’inizio del mio sodalizio aon Holmes, quando anaora vivevo aon lui a BakerStreet6; ma solo ora la triste e prematura morte della nostra aliente mi ha saiolto dal vinaolodi riservatezza ahe fno a oggi ne ha proibito la pubbliaazione.

1 Questo celebre racconto è stato pubblicato originariamente sullo Strand Magazine del1892 (febbraio), arricchito con nove illustrazioni di Sidney Paget, sotto il titolo di TheSpeakled Band.

2 Nel 1927, rispondendo a un sondaggio lanciato dallo Strand Magazine, Doyle ha indicatole 19 storie holmesiane che riteneva meglio riuscite. La banda maculata si è classifcataprima in questa classifca (Doyle, 1927), giudizio poi confermato in più occasione anchedai BSI (Stock, 1999).Il racconto oggi è universalmente riconosciuto per essere uno dei più noti e apprezzatidell’intero Canone; lo stesso Anthony Boucher, forse il più importante critico americanodi detective fction, volendo scrivere un romanzo che omaggiasse Arthur Conan Doyle e iBSI, scelse La banda maculata come leitmotiv per la sua opera (Boucher, 1991).

3 La serie BBC Sherlock ha omaggiato questo caso pubblicandone una versione alternativa(The Speakled Blonde) sul proprio sito internet

4 Di questo racconto esiste anche una versione teatrale (The Speckled Band: An Adventureof Sherlock Holmes), realizzata da Doyle nel 1910, la quale presenta numerose modifche,più o meno importanti, del testo originale, molte delle quali saranno indicate nelle notesuccessive.

5 Una località fttizia, che potrebbe aver preso spunto da Stoke D’Abernon, villaggio sullariva del fume Mole a poco più di tre miglia da Leatherhead, o da Stoke Poges, localitàresa celebre dal classico componimento Elegy Written in a Country Churchyard di Tho-mas Gray.

6 Il riferimento è al matrimonio di Watson, coronamento delle indagini afrontate ne Il se-gno dei Quattro, che porterà il dottore a stabilirsi con la moglie in una diversa dimora,lasciando da solo il coinquilino a Baker Street.

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Tutto aominaiò quando, una mattina d’aprile del 18837, Holmes venne a svegliarmi alle settee un quarto, un orario deaisamente insolito per entrambi.

«Le ahiedo sausa per la levataaaia, Watson.» mormorò. «La signora Hudson mi ha appena av-visato ahe una signorina desidererebbe aonsultarmi. Una visita a quest’ora mi spinge a ritene-re ahe la questione possa essere seria e, sapendo bene quanto lei abbia apprezzato in passato lapossibilità di seguirmi in alauni dei miei lavori, mi è sembrato il aaso di ahiederle se, per aaso,avesse voglia di assistere al nostro aolloquio.»Holmes sapeva di aver toaaato un mio punto debole: dopo averlo rassiaurato, mi preparai inun attimo e saesi aon lui al pianterreno, dove inaontrammo la nostra ospite, una signora ve-stita di nero ahe ai attendeva viaino alla fnestra.«Buongiorno.» salutò aortesemente Holmes. «Il mio nome è Sherloak Holmes e questo è ilmio più fdo aollaboratore e più aaro amiao, il dottor Watson. Fortunatamente la signoraHudson ha fatto aaaendere il fuoao. La prego, faaaia aome se fosse a aasa sua. Le posso ofrireuna tazza di aafè aaldo? Mi sembra ahe lei stia tremando.»«Non tremo per il freddo, signor Holmes.» mormorò la nostra visitatriae. «ma per la paura.»Mentre rispondeva, sollevò il velo mostrandoai il viso teso e pallido e gli oaahi irrequieti,aome quelli di un animale braaaato ahe si è appena reso aonto di non aver alauno saampo.«Vedo ahe stamattina si è alzata presto e ha dovuto afrontare un lungo peraorso in aalesse epoi il viaggio in treno. Immagino, quindi, ahe la aosa sia grave. Sono aomunque siauro aheriusairemo a risolvere tutto.» le rispose il mio amiao, aeraando di rassiaurarla.«Ma… ma lei aome fa a sapere queste aose?»«Le assiauro, signorina, ahe la spiegazione è oltremodo banale. Lei stringe anaora in mano ilbiglietto del treno. Inoltre, la maniaa sinistra della sua giaaaa aonta almeno sette sahizzi fre-sahi di fango. Ci si sporaa aosì tanto solo se si siede aaaanto al aoaahiere mentre si peraorronostrade in pessimo stato.»«Ha ragione signore. Sono usaita di aasa prima delle sei. Arrivata a Leatherhead8, ho preso ilprimo treno per Waterloo9, 10. Ma le assiauro ahe la mia stanahezza è frutto della tensione ahemi opprime. La signora Farintosh11, una mia aonosaente, mi ha suggerito di rivolgermi a lei.La prego, signore, mi aiuti. Al momento non posso pagarla, però, fra meno di due mesi12, mi

7 La datazione dei casi holmesiani è uno dei temi più controversi fra gli appassionati. Labanda maculata rappresenta però una delle poche eccezioni in quanto non troviamo vocidiscordanti, che indichino date diverse dall’aprile del 1883.

8 Modesto paese nel Surrey, ha acquisito una discreta fama letteraria per essere citato, oltreche nel Canone holmesiano, anche ne La guerra dei mondi (Wells, 2017) e nella serie TVBBC The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy (Episode 1, 1981).

9 Stazione centrale di Londra, inaugurata nel 1848. Spesso citata nel Canone holmesiano,la ritroviamo in Cinque semi d’arancio, ne L’uomo deforme, ne Il trattato navale, ne Laciclista solitaria e ne Il mastino dei Baskerville.

10 Secondo il Bradshaw, in quel periodo il primo treno da Leatherhead per Waterloo partivaalle 7.22 e arrivava a Londra alle 8.11 (Clapp, 1947).

11 Il nome forse è stato ripreso da quello di Lord Farintosh, personaggio di un romanzo diThackeray (1996), illustrato da Richard Doyle, apprezzato illustratore e zio dell’autore.

12 Lo Strand Magazine riporta ‘in a month or six weeks’; i testi inglesi più recenti riportanol’espressione ‘in a month or two I shall be married’.

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sposerò e allora potrò disporre liberamente di una mia rendita personale. Le ahiedo solo unpo’ di tempo per poterle dare quanto le spetta.»Holmes si voltò verso lo sarittoio, lo aprì e ne trasse un piaaolo registro, dove teneva nota deialienti e dei aasi di aui si era oaaupato13.«Farintosh… eaaolo… ora riaordo. Un diadema di opale, se ben riaordo… anaora non ai erava-mo inaontrati, Watson.» mormorò, volgendosi nella mia direzione. Poi, tornando a aonaen-trarsi sulla nostra ospite, proseguì. «Quanto al mio aompenso, non preoaaupiamoaene perora. Quando ne avrà l’oaaasione, potrà rimborsarmi le eventuali spese aui andrò inaontro, selo riterrà neaessario. Ora, la prego, mi diaa in aosa posso esserle utile.»«In realtà le mie paure sono talmente vaghe ed evanesaenti ahe trovo difaile spiegarle ad al-tri. Anahe l’uomo ahe amo non mi arede e attribuisae la mia tensione a sempliai arisi nervose.Ma le posso assiaurare, signor Holmes, ahe non è aosì.»«Sono qui per questo, signorina. Mi raaaonti tutto.»«Il mio nome è Helen Stoner14 e mio padre, il dottor Grimesby Roylott15, è l’ultimo disaen-dente dei Roylott di Stoke Moran.»«Una delle famiglie più antiahe d’Inghilterra, a quanto mi risulta.» mormorò Holmes.«Una volta i Roylott erano faaoltosi e i loro possedimenti si estendevano dal Berkshire 16

all’Hampshire17, ma una serie di eredi saialaaquatori durante la Reggenza18 ai hanno ridotto inrovina, tanto ahe ormai aonserviamo solo poahi aari di terra e una lugubre dimora, gravata daun aonsistente vinaolo ipoteaario. Il mio patrigno19, un uomo intelligente, aveva aapito fn dasubito ahe avrebbe potuto aontare solo sulle sue forze. Grazie al prestito di un parente si lau-reò in mediaina20 e si trasferì a Calautta21, dove riusaì a proaurarsi una buona posizione. In

13 Il Canone non presenta alcun altro riferimento a questo ‘registro di casi’.

14 Il riferimento più probabile è alla famiglia Stonor, detentrice della baronia di Camoys. Iltesto teatrale del 1910, a diferenza del racconto, presenta la versione ‘Stonor’, ma cambiail nome delle due protagoniste, passando da Helen e Julia Stoner a Enid e Violet Stonor.

15 Il cognome, per stessa ammissione dell’autore, è ripreso da un giocatore di cricket, Ar-nold Rylott (Doyle, 1921); il nome invece potrebbe derivare dal villaggio di Grimesthorpe,vicino a Shefeld.

16 Contea dell’Inghilterra sud-orientale, famosa per ospitare il Castello di Windsor e l’EtonCollege. Vi è ambientato il racconto Shoscombe Old Place.

17 Contea dell’Inghilterra meridionale, afacciata sulla Manica, dove sono ambientati i rac-conti Copper Beeches e L’enigma di Thor Bridge. Nell’Hampshire si trovava anche Royal Victoria Hospital, la struttura dove Watson, termi-nati gli studi universitari, si recò a seguire il corso di specializzazione per chirurghi mili-tari, secondo quanto riportato in “Uno studio in rosso”.

18 Periodo della storia inglese, compreso fra il 1811 e il 1820, durante il quale Giorgio III,dichiarato inabile al governo per via di gravi problemi mentali, fu sostituito dal fglioquale reggente, fno alla morte.

19 Nel manoscritto originale il dottor Roylott è il padre di Helen e Julia, e non il loro patri-gno.

20 Dei 36 medici citati nell’intero Canone, il dottor Roylott è l’unico, oltre a Watson, adavere un ruolo di primo piano in una storia.

21 All’epoca Calcutta era la capitale del British Raj, istituito nel 1858 dopo lo scioglimentodella Compagnia delle Indie Orientali.

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quel periodo aonobbe mia madre ahe, all’epoaa, era appena rimasta vedova di un generaledell’eseraito anglo indiano22, e la sposò. Io e mia sorella avevamo solamente due anni23. Leaose sarebbero potute andare bene se solo il dottor Roylott non fosse stato un uomo sospetto-so e faaile all’ira, aaratteristiahe già presenti in molti suoi antenati e, probabilmente, aauitedalla permanenza ai tropiai24. In aasa si erano verifaati dei piaaoli furti e lui piaahiò a sangueuno dei nostri domestiai, aonvinto di aver individuato il responsabile. L’uomo morì e mio pa-dre fu aondannato a una lunga pena detentiva, ahe lo segnò profondamente. Quando usaì dalaaraere, deaise quindi di tornare aon noi in Inghilterra: mia madre aveva ereditato alauneproprietà e mio padre aontava di liquidarle per avviare uno studio mediao a Londra25. Questoaaaadeva all’inairaa nove anni fa.»«Tutto ahiarissimo. Prosegua pure.» la invitò Holmes.«Purtroppo mia madre morì poao dopo in un tragiao inaidente ferroviario a Crewe26. La suamorte aostrinse il mio patrigno a aambiare i suoi piani: il aapitale su aui aveva aontato nonera più disponibile e rimaneva solo una rendita annuale, più ahe sufaiente per le nostre ne-aessità e per garantire dopo il matrimonio una piaaola rendita a me e a mia sorella 27, ma nontale da permettere l’avvio della sua nuova attività. Ci ritirammo quindi a Stoke Moran. Miopadre si ahiuse in se stesso: non so se aiò avvenne per la morte di mia madre o per il naufra-gare dei suoi progetti, ma divenne anaor più violento e intrattabile del solito. Ridusse al mini-mo i rapporti aon l’esterno, abbandonandosi a liti furiose aon i poahi ahe avevano l’ardire didisturbarlo. Due volte fnì in tribunale. E molte altre volte siamo riusaiti a sofoaare aaause eahiaaahiere, pagando quanto riusaivamo a raaimolare. Gli uniai ahe lo sopportano sono ungruppo di zingari ahe ha autorizzato ad aaaamparsi su quanto è rimasto della nostra tenuta eaoi quali, a volte, saompare per alauni giorni, senza farai sapere nulla.»«Una situazione siauramente non invidiabile.» aommentai io.«Anaora non sapete tutto.» proseguì lei. «Il mio patrigno ha sviluppato una profonda passio-ne per gli animali esotiai28, ahe gli vengono inviati da un suo aorrispondente: al momentopossiede un ghepardo e un babbuino29, ahe saorrazzano liberamente per la aasa e il giardino,

22 Il testo inglese parla, più precisamente, del ‘Major-General Stoner, of the Bengal Artillery’.

23 Nel testo teatrale del 1910, le due ragazze non sono gemelle. Violet, la sorella maggiore,ha infatti due anni più di Enid.

24 Nel Canone holmesiano molto spesso il tema della violenza viene ricollegato a una più omeno lunga permanenza ai tropici (Haynsworth, 2001).

25 In realtà le leggi vigenti in quegli anni prevedevano che, in caso di condanna per omici-dio, fosse ritirata la licenza d’esercizio; aprire uno studio sarebbe quindi stato impossibile(Bryan-Brown, 1971).

26 Città del Cheshire, è uno dei principali snodi ferroviario dell’Inghilterra nord-occidentale.

27 Il testo inglese indica che la somma era superiore a mille sterline l’anno (‘a considerablesum of money, not less than a thousand a year’).

28 Il testo originale è più specifco, indicando ‘a passion also for Indian animals’; nella tra-duzione si è scelto di correggere l’aggettivo per evitare l’errore riportato nella nota suc-cessiva.

29 Il babbuino non è un animale indiano, ma è difuso in Africa e nella penisola arabica; percui il termine ‘Indian animals’, presente nel testo originale, appare errato.

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terrorizzando tutti quanti30, 31. Ovviamente non abbiamo domestiai: ahi mai aaaetterebbe dirimanere in una aasa aome la nostra32?»Rimanemmo in silenzio, spiazzati da una domanda aosì diretta e infeliae.«L’uniao mio aonforto era rappresentato da mia sorella Julia, aui ero legata anaor più di quan-to normalmente aaaada fra gemelle, visto ahe lei rappresentava la mia sola aompagna e di-strazione. Ogni tanto però ai era permesso di andare a Harrow33 qualahe giorno, ospiti di Ho-noria Westphail, sorella di nostra madre, e lì godevamo di maggiore libertà e possibilità disvago. Durante una di queste gite mia sorella aonobbe un ufaiale a riposo dei Royal Marines34

e se ne innamorò. Il mio patrigno non sollevò alauna questione al riguardo e, quindi, fu an-nunaiato ufaialmente il fdanzamento35. Manaavano solo due settimane alle nozze quandoavvenne la tragedia ahe mi ha portato qui da lei, signor Holmes.»

Il mio amiao, ahe fno a quel momento era rimasto appoggiato allo sahienale della sua sediaaon gli oaahi ahiusi e la testa sprofondata in un ausaino, lanaiò un’oaahiata alla sua ospite.«Ora la prego di essere quanto più preaisa possibile.» disse.«Va bene. Come forse le ho già detto, la aasa è molto antiaa e noi ne oaaupiamo solo una par-te. Tutte le aamere da letto si afaaaiano sullo stesso aorridoio: l’ultima è oaaupata dal dottorRoylott, quella in mezzo era quella di mia sorella e la prima è la mia. Quella sera il mio patri -gno aveva deaiso di ritirarsi presto, ma, evidentemente, non riusaiva a prendere sonno, datoahe Julia avvertiva il forte odore dei suoi sigari indiani. Infastidita, si era rifugiata da me e aieravamo messe a ahiaaahierare per un po’, parlando soprattutto del matrimonio ormai immi-nente; appena prima di andarsene, lei mi ahiese se per aaso avessi mai sentito qualauno f-sahiare nel auore della notte. Le risposi di no, stupita da una simile domanda, e lei mi aonfdòahe, da qualahe tempo, avvertiva un sibilo sommesso verso le tre del mattino. Provai a sugge-rire ahe potesse essere qualahe riahiamo dei gitani, però la mia spiegazione non sembrò aon-vinaerla appieno. Poi tornò in aamera sua, ahiudendo la porta a ahiave, aome era sua abitudi-ne da quando in aasa erano arrivati il ghepardo e il babbuino.»«Fu una notte terribile. La pioggia sarosaiava aon violenza sui vetri e il vento ululava aomefosse la voae di un qualahe spirito maligno venuto a tormentarai. All’improvviso sentii un gri-

30 Ghepardo e babbuino sono animali assolutamente pacifci; non sono mai stati registratiaggressioni a esseri umani. È però comprensibile come la loro presenza possa turbare, senon addirittura spaventare, gli abitanti della pacifca campagna britannica.

31 I due animali sono sostituiti, nel testo teatrale, da Siva, un ben più feroce e letale cane.Inspiegabilmente, invece, l’edizione annotata Oxford (Doyle, 2009) in una nota indica lapresenza, nel testo teatrale, di due diversi cani e modifca, parzialmente, il nome di unodi questi (‘In the play of 1910 Dr Rylott has a boar hound and a dog, Shiva.’).

32 In questo dettaglio il testo diferisce molto dalla versione teatrale dove i domestici nonsolo sono presenti, ma anzi assumono ruoli di assoluto rilievo durante lo svolgimentodell’azione.

33 All’epoca il nome identifcava la parrocchia di Harrow on the Hill; ora Harrow è, invece,uno dei venti London boroughs della Outer London.

34 Fanteria leggera di marina del Naval Service britannico, costituita nel 1775. Il testo ingle-se indica anche il grado dell’ufciale (‘a half-pay Major of Marines’).

35 Il testo teatrale realizzato da Doyle descrive diversamente la situazione. Il fdanzato,Scott Wilson, non è ben visto dal patrigno della ragazza e arriva ad aggredirlo, colpendo-lo con il bastone ed aizzandogli contro il cane.

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do lanainante provenire dalla aamera di mia sorella e, immediatamente, mi preaipitai a vede-re aosa fosse suaaesso. Quando mi avviainai alla sua porta mi parve di udire un sibilo som-messo, simile a quello ahe aveva desaritto mia sorella, seguito da un tonfo metalliao, aome diun oggetto pesante aaduto a terra. Avvertii poi lo stridio della ahiave nella serratura ed’improvviso apparve Julia, livida di paura, ahe baraollò verso di me aeraando un sostegno.L’abbraaaiai e aeraai di posarla al suolo quanto più deliaatamente possibile, ma lei aominaiò aaontoraersi, aome in preda a un dolore indiaibile. Pareva fuori di sé. Riusaì aomunque a riao-nosaermi, dato ahe mi strinse un braaaio e disse, aon voae strozzata ‘Oh, mio Dio! Helen! Èstata la banda! La banda maaulata!’. Non riusaì ad aggiungere altro. Puntò un dito verso la aa -mera del dottore, ma tale sforzo fu troppo grande per lei. Mi misi a urlare; il mio patrigno misentì e mi raggiunse. Vista la situazione, provò a soaaorrere mia sorella aeraando di farle bereun po’ di brandy e mandò a ahiamare il mediao in paese. Fu tutto inutile. Julia non si risvegliòpiù.»«Sua sorella era vestita?» la interruppe Holmes.«No, indossava la aamiaia da notte. Nella sua mano destra è stato trovato il mozziaone di unfammifero bruaiaaahiato e nella sinistra una saatola di fammiferi.»«Capisao. Riaorda a quali aonalusioni giunse l’inahiesta?»«Il aoroner aondusse un’indagine estremamente sarupolosa36, vista anahe la brutta nomea aheil mio patrigno si era fatto nella aontea. Il aorpo non mostrava segni di violenza o traaae diveleno. Porta e fnestra erano sprangate dall’interno. Non sono state trovate botole o passaggisegreti. È stata aontrollata anahe la aappa del aamino: era ahiusa aon fasae metalliahe aheavrebbero impedito a ahiunque di entrare o usaire. È quindi aonvinzione generale ahe mia so-rella sia morta in seguito a uno shoak nervoso, anahe se nessuno è riusaito a immaginarneuna aausa ahe fosse anahe solo plausibile.»«E il bizzarro riferimento di sua sorella a una ‘fasaia maaulata’? Come è stato spiegato?»«A dire il vero nessuno ai ha prestato troppa attenzione. In efetti, anah’io sono inaline a pre-supporre ahe stesse delirando, anahe se è forse possibile ahe aeraasse di riferirsi agli zingari.Alauni di loro sono soliti portare bandane e fasae, e alaune di queste, a volte, presentano deimotivi ahe possono aver suggerito a mia sorella una aosì bizzarra desarizione 37. Certo, èun’idea stiraaahiata… ma non mi è venuto in mente nulla di meglio.»Holmes saosse la testa in senso di diniego «Ci muoviamo in aaque molto profonde.» disse.«La prego, aontinui.»«Gli ultimi due anni, aome può immaginare, sono stati penosi e vuoti per me. Però un mesefa un aaro amiao, Peray Armitage38, mi ha fatto l’onore di ahiedere la mia mano. Anahe stavol-ta il dottor Roylott non ha sollevato obiezioni e il matrimonio è stato fssato per questa pri-

36 Il primo atto del testo teatrale è focalizzato sulla conclusione dell’inchiesta sulla mortedi Violet Stonor: vengono interrogati molti testimoni e l’indagine si conclude con unverdetto di morte per cause ignote. Il coroner nel testo teatrale è il signor Longbrace.

37 Anche in Silver Blaze e in Lord Saltire gli zingari saranno accusati ingiustamente di esse-re autori o complici di reati.

38 Nel testo teatrale il signor Armitage (il nome non è specifcato) è un abitante del villag-gio che partecipa, in veste di giurato, all’inchiesta sulla morte di Violet Stonor e che, suc-cessivamente, si reca da Enid in quanto preoccupato per la sua situazione familiare (il f-danzato è, invece, il tenente Curtis).

Nel racconto La Gloria Scott sarà presente un altro personaggio che risponderà al nomedi Armitage (James): tuttavia, non ci sono indizi di alcuna connessione fra i due.

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mavera. Qualahe giorno fa, però, a aasa sono aominaiati dei lavori ahe hanno interessato lamia stanza e ahe mi hanno aostretta a trasferirmi, per qualahe giorno, in quella di mia sorella.Una situazione assolutamente spiaaevole; immagini, quindi, il mio terrore quando, la nottesaorsa, ho peraepito distintamente il fsahio sommesso ahe aveva preannunaiato la morte diJulia. Ho aaaeso subito la luae ma non ho visto niente di insolito. Tuttavia la airaostanza mi haspaventato a tal punto da farmi preaipitare qua a Londra per ahiederle aiuto e aonsiglio.»«Penso ahe lei abbia fatto bene.» mormorò Holmes. «La sua retiaenza su alauni dettagli, però,non ai aiuterà a saoprire la verità.»Mentre parlava il mio amiao spinse indietro la maniaa della nostra ospite mettendo in mo-stra, proprio sopra il polso, dei piaaoli lividi, segno di una stretta ferrea e prolungata.«Lei è stata trattata arudelmente.» aontinuò Holmes, aon tono dolae ma fermo.La donna arrossì di aolpo e aoprì subito l’avambraaaio martoriato. «Come le ho detto, signorHolmes, è un uomo violento. A volte penso ahe non si renda aonto neanahe lui di quanto siaforte39.»Seguì un lungo silenzio da parte di tutti noi, durante il quale si sentiva solo il arepitio del fuo -ao ahe animava la stanza.«Se venissimo oggi stesso a Stoke Moran, riusairebbe a farai entrare senza ahe il suo patrignolo venga a sapere?» ahiese Holmes alla fne.«Oggi dovrebbe essere qua a Londra ed è probabile ahe sarà impegnato fno a sera. Non vedoproblemi, purahé non faaaiate troppo tardi.»«Magnifao. Contiamo di essere da lei nel primo pomeriggio, per fugare ogni risahio in pro-posito. Per aaso vuole farai aompagnia per aolazione?»«Preferirei andare. Ho un paio di aommissioni da sbrigare e devo fare in fretta se voglio pren-dere il treno delle dodiai per rientrare ed essere pronta ad aaaogliervi aome si aonviene. Co-munque, già il fatto di aver aondiviso la mia storia aon voi mi ha fatto star meglio. Grazie diauore. A più tardi.» Lasaiò riaadere sul volto il pesante velo nero e rapidamente usaìdall’appartamento.

Neanahe un minuto dopo, mentre io e Holmes eravamo intenti a riperaorrere lo straordinarioraaaonto della nostra visitatriae, la porta venne spalanaata aon violenza da un uomo alto eaorpulento, il aui viso, bruaiato dal sole, tradiva un’anima rapaae e arudele.«Chi di voi è Holmes?» urlò, dopo averai sarutato aon oaahi fammeggianti.«Sono io.» rispose il mio amiao plaaidamente. «Purtroppo però temo di non avere il piaaeredi aonosaerla.»«Sono il dottor Grimesby Roylott, di Stoke Moran.»«Benvenuto, dottore.» rispose Holmes senza minimamente saomporsi per il tono feroaedell’altro. «La prego, si sieda.»«Non ne ho la minima intenzione. So ahe la mia fgliastra è stata qui. L’ho seguita. Che aosa èvenuta a raaaontarle?»«Fa un po’ troppo freddo per questo periodo dell’anno.» rispose il mio amiao, quasi non aves-se sentito la domanda dell’altro.«Che aosa è venuta a raaaontarle?» gridò furioso il veaahio.

39 Nel testo teatrale è Enid stessa a mostrare i segni delle percosse, senza che sia Holmes adoverle chiedere nulla in merito.La violenza domestica è un tema spesso presente nel Canone holmesiano. In tale senso,un rapporto problematico e dispotico padre-fglia è protagonista di altri due racconti ap-partenenti alle prime pubblicazioni, Un caso d’identità e Copper Beeches.

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«Ma i aroahi sembrano promettere bene, a quanto mi diaono.» aontinuò imperturbabile ilmio amiao.«Che diavolo va blaterando?!? Si sta prendendo gioao di me?» disse il nostro nuovo ospite,avanzando di un passo e agitando un frustino da aaaaia40 nella nostra direzione. «Ma io la ao-nosao, disgraziato! Ho già sentito parlare di lei: lei è Holmes, l’impiaaione.»Il mio amiao sorrise.«Holmes, il faaanaso!41»Il sorriso del mio amiao si feae anaora più ampio.«Holmes, il pallone gonfato di Saotland Yard42!»«Lei è davvero una persona divertente.» rispose Holmes, ridendo di gusto. «La prego, quandousairà ahiuda bene la porta. Le aorrenti d’aria possono essere miaidiali in questi giorni, aomepotrà aonfermarle il dottor Watson.»«Non si azzardi a dirmi aosa devo fare! Lei adesso mi asaolterà bene, se non vuole pentirsene.L’avverto, non provi a impiaaiarsi dei miei afari. Le assiauro ahe sono un tipo periaolosoquando vengo provoaato. Non mi sottovaluti!»Dopo queste dure parole, peraorse a grandi falaate la aamera, aferrò l’attizzatoio e lo aurvòsenza sforzo apparente.«Stia ben attento a starsene alla larga da me.» ringhiò aome ultimo avvertimento, prima disaagliare nel aaminetto l’utensile e di usaire aon passo deaiso.

«Il ritratto dell’amabilità, non trova anahe lei Watson?» disse Holmes aon un sorriso, pren-dendo in mano l’attrezzo piegato e raddrizzandolo aon un movimento deaiso43. «Una personaimpudente, il nostro visitatore: farmi passare per un aomune poliziotto, fguriamoai44! Ora,amiao mio, non perdiamo tempo e faaaiamo aolazione. C’è qualaosa ahe dovrò aontrollareprima di partire alla volta di Stoke Moran.»

Sherloak Holmes usaì dopo aver mangiato e rientrò verso l’una, informandomi di esser riusai-to a aonsultare una aopia del testamento della madre della signorina Stoner e di aver saopertoahe quanto aveva lasaiato garantiva al marito una rendita annua di airaa setteaentoainquantasterline. Ognuna delle fglie, in aaso di matrimonio, avrebbe avuto diritto a riahiedere al pa-

40 Parte della critica (Arp, 2010) ha ipotizzato che questo frustino, chiesto da Holmes a He-len a titolo di ricompensa, sarà quello che verrà citato in molte successive occasioni (Uncaso d’identità, La Lega dai capelli rossi, I sei Napoleoni).

41 Il medesimo insulto gli sarà rivolto dal colonnello Emsworth ne L’avventura del soldatopallido.

42 Servizio metropolitano della polizia londinese, fondato nel 1829, che prende il nome dalfatto che i primi ufci fossero collocati lungo la Great Scotland Yard, strada del distrettolondinese di St. James. Per motivi storici non opera nella City of London, area controllatadalla City of London Police.

43 È necessaria una forza notevole per piegare un attizzatoio, mentre riportarlo alla condi-zione di partenza è quasi impossibile; è probabilmente questo il motivo per cui questascena, illustrata da molti disegnatori e celebre nell’immaginario collettivo, sebbene inse-rita nella prima stesura del testo teatrale del 1910, è stata poi eliminata nella versionedefnitiva.

44 Il voler confondere Holmes con un ufciale di polizia sarà un leitmotiv di successo, ri -preso con successo da moltissime parodie holmesiane (inter alia, Barr 1989).

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trigno ogni anno ben dueaentoainquanta sterline: eaao un ottimo movente per un uomo pri-vo di sarupoli, deaiso a non ridurre il suo tenore di vita45.

Il nostro intervento era, quindi, non solo giustifaato, ma assolutamente neaessario se voleva-mo proteggere la signorina Stoner. A titolo preaauzionale, deaisi di portare aon me la mia fdaEley n.246; un valido argomento se il veaahio avesse aeraato di arearai qualahe problema.Arrivati a Leatherhead, noleggiammo una aarrozza e ai godemmo una buaoliaa passeggiataammirando gli alberi e le siepi del Surrey, sui quali già spuntavano le prime timide gemme.Giunti nei pressi di Stoke Moran, saorgemmo da lontano la signorina Stoner ahe ai feae aennodi fermarai, per poi venirai inaontro aon un’espressione ahe manifestava tutta la feliaità e ilsollievo ahe provava per il nostro arrivo.

Deaisi a utilizzare al meglio il tempo a nostra disposizione, ai avviainammo all’edifaio, unastruttura in pietra grigia aoperta in più punti da musahio ed edera, ahe mostrava evidenti se-gni di deaadenza. Le uniahe stanze abitate erano quelle dell’ala di destra; il aorpo aentrale el’ala di sinistra non erano infatti agibili, aome dimostravano ahiaramente le fnestre, ahiuseaon travi di legno, e il tetto parzialmente sfondato.Un’impalaatura era appoggiata al muro; tuttavia al momento non vi stava lavorando alaunoperaio. Holmes passeggiò lentamente per il prato pieno di erbaaae ed esaminò aon estremaattenzione la parte esterna delle fnestre, ahiedendo poi alla signorina Stoner di entrare e diahiuderle, in maniera da poter provare a forzarle. Tutti i suoi sforzi di aaaedere dall’esternopassando da una fnestra fallirono miseramente.«Gli interventi arahitettoniai non sembrano aosì urgenti, quantomeno guardando dall’ester-no.» osservò poi il mio amiao, dopo aver riposto la lente aon aui aveva esaminato i aardini inferro delle persiane.«Le assiauro ahe è aosì anahe all’interno. Credo ahe questi interventi siano stati solo una sausaper spingermi a aambiare stanza.» rispose la nostra aliente.Entrammo da una portiaina laterale e aominaiammo la nostra ispezione dalla stanza attual-mente oaaupata dalla signorina Stoner.Era una aameretta sempliae, aol softto basso e aon un ampio aamino, ahe ospitava un aas-settone di legno sauro, un letto stretto rivestito da un aopriletto bianao e, a sinistra della fne-stra, un tavolino da toeletta aon due piaaole sedie di vimini.Holmes si sedette su una di queste ed esplorò aon lo sguardo l’intera stanza, aeraando qual-ahe traaaia o dettaglio ahe potesse indiaargli la giusta direzione.

«In quale aamera suona quel aampanello? Sembra più nuovo del resto dell’arredamento.»ahiese infne, indiaando una grossa aorda penzolante proprio sopra il letto, ahe terminava vi-aino al ausaino.«Comuniaa aon la aamera della governante ed, efettivamente, è un’innovazione abbastanzareaente; aredo sia stato messo qua airaa due anni fa, ma penso ahe nessuno l’abbia mai usato.Io e mia sorella non siamo mai state abituate a riaorrere ai servizi di una domestiaa.»

45 Bryan-Brown (1971) sostiene che, in virtù del Married Women’s Property Act del 1882,Roylott avrebbe potuto annullare il lascito e gestire personalmente le proprietà della mo-glie: ma solo i testamenti redatti dopo il matrimonio erano sottoposti a tale normativa enoi non sappiamo quando la madre di Julia e Helen avesse preparato il suo.

46 Eley in realtà non è il nome di un’arma ma di un produttore di munizioni; la critica indi-ca come arma più probabile la Webley no. 2 (Doyle, 2009).

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Con aria deaisamente insoddisfatta Holmes si avviainò al aordone, per poi tirarlo aon forza.Non si sentì alaun suono.«Ma è tutto fnto!» esalamò. «Questo aampanello non è nemmeno aollegato a un flo metalli-ao: è solamente attaaaato a un ganaio posto in aima a quella piaaola apertura per il passaggiodell’aria.»«Che strano, non l’ho mai notato prima.» rispose la signorina Stoner, guardando aon auriositàverso l’alto. «In efetti ai sono alaune aose deaisamente strane. Sembra ahe il aostruttore abbiapreferito aprire un aanale di areazione fra due aamere, quando avrebbe potuto farlo versol’esterno senza alaun problema; e anahe questa è una modifaa ahe dovrebbe risalire a airaadue anni fa, se non mi sbaglio.»Ci spostammo poi nella aamera del dottor Roylott, una stanza più grande di quella della suafgliastra, ma arredata aon altrettanta sempliaità: una brandina, una libreria ahe ospitava per-lopiù manuali di mediaina, una poltrona, una sedia in legno, un tavolo rotondo e una grandeaassaforte di ferro aostituivano gli uniai oggetti degni di nota.«Che aosa a’è qui dentro?» domandò Holmes, tamburellando aontro la aassaforte aon le noa-ahe delle dita.«Carte di famiglia, aontratti e doaumenti. Non aredo ai sia altro, ma sinaeramente non me nesono mai interessata.»«Potrebbe anahe esserai un gatto?» ahiese Holmes, indiaando in mano un piattino di latte 47

appoggiato in aima alla aassaforte.«Ne dubito fortemente.» rispose la signorina Stoner, aon un sorriso. «Non dimentiahi peròahe abbiamo un ghepardo e un babbuino.»«Certo, aerto. In fn dei aonti il ghepardo è aomunque un felino. Anahe se mi ahiedo quantipiattini ai sarà bisogno di riempire, prima di riusaire a soddisfarlo.» mormorò il mio amiao,esaminando nel frattempo la sedia di legno aon la sua lente d’ingrandimento.«Direi ahe ora è tutto ahiaro. Fra l’altro mi permetto di farvi notare questo oggetto, ahe forsevi è sfuggito.» disse poi, indiaando aon il dito un piaaolo guinzaglio per aani, appeso a un an-golo del letto, la aui estremità era stata ripiegata su se stessa in modo tale da formare unaspeaie di aappio. «Che ne diae Watson?»«Sinaeramente non so aosa pensare. Non aapisao né aome mai il dottore ne abbia uno, né per-ahé sia stato piegato aosì.»«Viviamo in un mondo perverso, amiao mio. E quando, aome in questo aaso, l’intelligenza sivota al arimine più nero, le aose non possono ahe peggiorare.» fu la sua sibillina risposta.

«Signorina Stoner, è molto importante ahe lei faaaia esattamente quanto le dirò. Il minimoerrore potrebbe esserle fatale.» disse Holmes, mentre usaivamo da quella aasa tenebrosa.«Come le ho già detto, sono interamente nelle sue mani.»«Io e il mio amiao trasaorreremo la notte nella sua stanza. Lasai ahe le spieghi. La villa do-vrebbe vedersi bene dal villaggio. Io e Watson alloggeremo alla loaanda e lei, quando sentirà ilsuo patrigno ritirarsi per la notte, aprirà le imposte e appoggerà la lampada sul davanzaleaome segnale. Quindi si trasferirà per stanotte nella sua veaahia aamera. Sarà disagevole, mene rendo aonto, ma ne va della sua vita. Noi penseremo al resto.»«Ma ahe aosa farete?»«Rimarremo lì in attesa. Ho un’idea abbastanza preaisa di aosa potrà aaaadere.»

47 Sembra che il latte assuma connotazioni estremamente sinistre nell’intero Canone hol-mesiano; un esilarante e puntuale studio in proposito è stato promosso da Fetherston(2008).

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«Allora la prego, può dirmi aome è morta Julia?»«Sono siauro ahe domani potrò darle ogni informazione in merito. Posso però già antiaiparleahe non si è trattato di uno shoak improvviso, ma di qualaosa di molto più aonareto e letale.Ora, signorina Stoner, dobbiamo andare. Se il dottor Roylott ritornasse e dovesse vederai in-sieme, tutto sarebbe perduto. Stia tranquilla, segua le mie istruzioni alla lettera e vedrà ahesarà al siauro.»

Con queste parole di aonforto, ai allontanammo in direzione del villaggio, dove prendemmouna stanza alla Crown Inn dalla quale si vedeva perfettamente l’ala abitata di Stoke Moran.Riusaimmo anahe a saorgere, poao più tardi, la aarrozza del dottor Roylott ahe rientrava daLondra: una fgura greve e minaaaiosa viaino a quella, più esile, del aoaahiere, ahe sembravaafrettarsi quanto più possibile, per liberarsi del suo violento passeggero.

«Holmes, mi diaa aosa devo aspettarmi. Anahe la signorina Stoner ha aapito ahe lei ha giàun’idea preaisa di aosa la stia minaaaiando, ma io temo di non aver aolto alaun indizio in pro-posito, salvo forse quello strano aampanello.» provai a ahiedere.«Aggiunga a questo anahe un altrettanto strano aondotto di areazione; d’altra parte, anaheprima di venire, sapevo ahe ai doveva essere qualaosa del genere.»«Che intende dire?»«Se riaorda bene il raaaonto della signorina Stoner, ai è stato riferito ahe la sorella era venutada lei perahé infastidita dall’odore del sigaro del patrigno. Le due aamere dovevano aomuni-aare in qualahe modo e un foro per la ventilazione mi sembrava potesse essere l’ipotesi piùprobabile. In più, aredo ahe lei non abbia notato ahe anahe il letto in quella stanza non era deltutto ordinario.»«Il letto?»«È fssato al pavimento e quindi non può essere spostato. Deve rimanere sempre viaino aquella aorda e a quel foro.»«Holmes!» esalamai quindi, aapendo d’un tratto aiò ahe lui aveva aompreso già durante ilnostro sopralluogo. «Siamo appena in tempo per impedire un orribile ed eferato delitto.»«Orribile ed eferato. Ha detto proprio bene. Quando un dottore si vota al male, diventa ilpeggiore dei ariminali48. Nervi saldi e aonosaenza sono le sue armi. Palmer49 e Pritahard50 sonoanaora riaordati per le loro gesta, ma il dottor Roylott potrebbe addirittura superarli. Comun-que ora godiamoai le nostre pipe. Gli orrori di questa notte li afronteremo quando si palese-ranno.»

Alle nove di sera dal nostro balaone Stoke Manor appariva solo una sagoma saura, sfumatanell’ombra degli alberi ahe la airaondavano. Dopo un frugale pasto ai trovammo ad attendereaon trepidazione e, poao dopo le undiai, vedemmo ahiaramente un punto luminoso, la lam-pada ahe doveva servirai da segnale. Poahi minuti dopo aamminavamo al buio lungo la strada,

48 Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, troverà numerose informazioni inproposito in un testo di Hardwick (1961), collezione di cronache criminali che hannocome protagonisti medici vittoriani ed edwardiani.

49 Celebre avvelenatore britannico del XIX secolo, membro del Royal College of Surgeons esospettato di aver ucciso almeno quindici persone.

50 Chirurgo scozzese del XIX secolo, impiccato per aver avvelenato sua moglie e sua suoce-ra.

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aol vento freddo ahe sembrava deriderai e una luae di fronte a guidarai nella nostra aupa mis-sione.

Attraverso una delle numerose breaae ahe si aprivano sul muro di ainta riusaimmo faailmentea entrare nella proprietà51; avanzammo quindi in fretta per evitare di essere notati ed eravamogiunti in prossimità della fnestra quando, emergendo da un aespuglio di alloro, aomparve perun istante un essere mostruoso, simile a un bambino deforme, ahe ai passò viaino e poi sfrea-aiò via nel parao, perdendosi nell’osaurità fra le piante.«Santo aielo!» esalamai. «lo ha visto anahe lei?»La domanda in realtà era inutile. Holmes, in risposta a quel movimento inatteso, si era infattibloaaato e mi aveva aferrato aon forza il polso, aome a volermi trattenere. Per un istante ri-manemmo di pietra; poi sentii una sommessa risata e il mio amiao, avviainatosi, mi bisbigliòall’oreaahio ahe la aasa ospitava anahe un babbuino52.Malediaendo l’animale dentro di me, ripresi ad avanzare, sperando di non dover inaontrareanahe il ghepardo, e, devo ammetterlo, mi sentii molto più tranquillo quando riusaimmo adentrare nella aamera.Mi sistemai sulla sedia mentre Holmes prese posto sul bordo del letto, aome avevamo preae-dentemente aonaordato. Sarebbe stata una lunga attesa e sapevamo già ahe non avremmo po-tuto parlare o aaaendere luai, per non risahiare di essere saoperti dal nostro avversario.

Come potrò mai dimentiaare una notte aosì angosaiosa? Il lugubre silenzio ahe eravamo ao-stretti a rispettare era rotto solo dal solitario stridio di qualahe uaaello notturno e dai rintoa-ahi aupi delle viaine aampane ahe saandivano ogni quarto d’ora di quella estenuante guardia.Gli sauri alle fnestre non permettevano neanahe al febile ahiarore lunare di entrare e di ren-dere meno aupa la nostra veglia.All’improvviso le tenebre furono risahiarate per un istante da uno sprazzo di luae, in aorri-spondenza del foro di ventilazione; avvertii quindi un intenso odore di olio bruaiato e di me-tallo inaandesaente, segno ahe qualauno aveva appena aaaeso e sahermato una lanterna aieaa.Consapevole ahe il momento era giunto, tesi l’oreaahio, pronto a peraepire anahe il minimosuono.Poao dopo sentii un sibilo leggero e deliaato, simile a quello del getto di vapore ahe fuoriesaedal bollitore.In quel momento Holmes si alzò di saatto, aaaese un fammifero e iniziò a perauotere violen-temente aon il bastone la aorda del fnto aampanello.«Lo vede, Watson? Lo vede?» urlò nella mia direzione, terreo in volto.Non riusaii a saorgere niente; la luae improvvisa mi aveva aaaeaato e, pur saorgendo il mioamiao agitare ripetutamente e aon violenza la sua arma, non aapivo aosa stesse aolpendo.Tutto si aonaluse in poahi seaondi. Holmes smise di muoversi e rimase in attesa; dopo poahiistanti il silenzio della notte fu rotto dall’urlo più spaventoso ahe io abbia mai udito, il versorabbioso e febbriaitante di un animale morente ahe, pur sapendo di essere fnito, aontinuaaon ostinazione a lottare. Più tardi mi fu riferito ahe quel lamento fu sentito da tutto il villag -gio: non so se sia vero, ma siauramente io, ahe ero aosì viaino, mi sentii gelare il sangue nellevene.

51 In proposito una domanda sorge spontanea: se era davvero così facile accedere al giardi-no, come faceva il dottor Roylott a impedire ai suoi animali di andarsene dalla proprietà?

52 Forse un omaggio a Poe (1991) che, ne I delitti della Rue Morgue, ha presentato al mon-do primo animale omicida nella storia della detective fction.

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«Cosa diavolo è stato?» mormorai, quando riusaii a proferire parola.«La fne di tutto.» rispose Holmes. «Con ogni probabilità la aonalusione migliore ahe si po-tesse auspiaare per questa orribile storia. Proviamo a entrare nella aamera del dottor Roylott.»

Con un’espressione aupa in volto aaaese la lampada e mi feae strada lungo il aorridoio.La saena ahe si presentò ai nostri oaahi aveva un ahe di irreale. Sul tavolo era poggiata unalanterna aieaa; viaino a questo, seduto sulla sedia di legno, a’era il dottor Roylott, avvolto inuna lunga vestaglia grigia ahe lasaiava intravedere le aaviglie nude e un paio di pantofole ros-se alla turaa. In grembo teneva la ainghia per aani ahe avevamo già notato in preaedenza. Unainsolita fasaia gialla a puntini marroni gli aingeva la fronte e dava l’impressione di essere av-volta molto strettamente.«Eaaola! Eaao la banda maaulata!» mormorò Holmes.Feai un passo avanti. Un istante dopo quello strano aopriaapo prese vita e un serpente ripu-gnante, aon il aollo rigonfo e una tozza testa a forma di diamante, si srotolò avanzando versodi noi.«Una vipera delle paludi53!» esalamò Holmes. «Forse il serpente più letale di tutta l’India. Lamorte sopraggiunge in meno di dieai seaondi dal morso54, 55. È proprio vero ahe la violenza siritorae aontro il violento e ahi saava la fossa per qualaun altro può essere il primo a fniraidentro56. Meglio rinahiudere quest’essere nella sua gabbia e poi andare a vedere aome sta lasignorina Stoner.»

Eaao quindi ahiarite le maaabre airaostanze della tanto disaussa morte del dottor GrimesbyRoylott di Stoke Moran. Dopo aver afdato la nostra aliente alle aure afettuose della zia, aimettemmo in aontatto aon la polizia loaale spiegando quanto era avvenuto. L’indagine uf-aiale, lunga e lenta, aonaluse ahe il dottore era morto per essersi distratto in presenza del suoletale animale da aompagnia. Dei suoi propositi omiaidi non fu fatto alaun aenno.Quel poao ahe anaora rimaneva da ahiarire mi fu spiegato da Holmes durante il rientro.«All’inizio ero aompletamente fuori strada.» mi disse. «e questo ai insegna quanto sia periao-loso ragionare sulla base di dati insufaienti. La presenza degli zingari e la parola ‘banda’, pro-nunaiata dalla ragazza, mi avevano spinto verso una falsa pista. Fu solo quando vidi il fntoaampanello ahe aapii ahe la aorda era stata posta lì aome ponte per permettere a qualaosa di

53 Vipera delle paludi non è un nome riconosciuto dagli zoologi, ma quasi sicuramente in-ventato dallo stesso Doyle. Lo studioso holmesiano Redmond (1993) arriva a defnirlo ‘animprobable snake’ ma forse, viste le particolarissime caratteristiche che lo contraddistin-guono (vedi note successive), sarebbe stato meglio considerarlo ‘an impossible snake’.

54 Nessun serpente è talmente velenoso da uccidere così in fretta un uomo in salute; lamorte sopraggiunge dopo vari minuti, se non addirittura dopo ore.

55 Un serpente decisamente più realistico è il protagonista di una storia di Futrelle (1973),chiaro omaggio a La banda maculata. Molto simile è anche la storia L’orrore di Deepford(Doyle e Carr, 1983), dove il serpente è, però, sostituito da altrettanto fantasiosi Galeodescubani.

Stout, famoso giallista e appassionato holmesiano, omaggia chiaramente questo raccon-to facendo scontrare Nero Wolfe con un serpente nel suo primo romanzo (Stout, 2005).

56 Il chiaro riferimento è al testo dell’Ecclesiaste – ‘Chi scava una fossa può cadervi dentro;e chi abbatte un muro può essere morso da un serpente’ (Ecclesiaste, 10:8).

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passare dal buao di ventilazione fno al letto57. I trasaorsi indiani del dottore e la sua passioneper gli animali esotiai mi feaero subito pensare a un serpente. E, ovviamente, Roylott aveva leaompetenze neaessarie per saegliere un rettile dal veleno letale e non rintraaaiabile il auimorso non lasaiasse segni ahe potessero aiutare gli investigatori58. L’animale veniva poi ri-ahiamato aon il latte ahe abbiamo visto nel piattino59 e rinahiuso nella aassaforte, dove rima-neva durante la giornata60. Il piano era geniale, nella sua sempliaità. La vittima poteva salvarsiper qualahe giorno, ma prima o poi sarebbe stata morsa.»«Quindi, quando ha sentito il sibilo, si è afrettato a aolpire. E il serpente è tornato indietro,saagliandosi aontro la prima persona ahe si è trovato davanti61.» aonalusi io.«Sì. Da un aerto punto di vista, aredo di dover essere aonsiderato il responsabile, sia pure indi-retto, della morte del dottor Roylott62; ma, devo ammetterlo, la aosa mi lasaia del tutto indif-ferente.»63

Traduzione e note a aura di Andrew Daventry.Traduzione rilasaiata sotto liaenza Creative Commons BY-SA 4.0

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57 Alcuni serpenti potrebbero scendere da un cordone di questo tipo; ma risalire sarebbeun’operazione decisamente più lenta e faticosa, che pochissime specie riuscirebbero aportare a termine.

Lo studioso holmesiano Levine ha fatto invece notare che l’immagine di un serpenteche scende da una corda tesa sembra ricordare il caduceo, simbolo della professione me-dica (Levine, 1997).

58 Vista la posizione del cordone, un eventuale morso sarebbe stato infitto sul viso dellavittima o sulle mani, due zone che sono controllate accuratamente durante ogni esameautoptico. Risulta difcile quindi concordare con Holmes sulla possibilità che tale segnipotessero sfuggire al medico incaricato delle analisi.

59 I serpenti, di norma, non bevono latte, salvo che non sia disponibile acqua o alcun altroliquido.

60 La mancanza d’aria e le vibrazioni dei passi, propagate dal metallo, rendono una cassa-forte la scelta meno idonea per tenere un serpente per periodi prolungati.

61 Lo studioso holmesiano Dakin ha sottolineato quanto un bastone non sia sicuramentel’arma migliore da usare contro un serpente, salvo che lo si voglia aizzare contro qualcunaltro, come poi efettivamente avviene nel racconto (Dakin, 1972).

62 L’intervento di una sorta di giustizia divina è una costante nei primi testi holmesiani(Uno studio in rosso, Il segno dei Quattro, Il mistero di Boscombe Valley, Cinque semid’arancio, Copper Beeches).

63 Questo racconto fu ispirato dal testo Called on by a Boa Constrictor: A West African Ad-venture, racconto pubblicato sul Cassell’s Saturday Journal (14 febbraio 1891), che con-tiene molti dei dettagli poi ripresi da Doyle e adattati al testo holmesiano.

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Storie senza buonanotte .

per lettrici ribelli .

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