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4. I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO I rischi lavorativi presenti negli ambienti di lavoro, in conseguenza dello svolgimento delle attività lavorative in un determinato luogo di lavoro, possono essere suddivisi in tre grandi categorie: A) Rischi di natura infortunistica o rischi per la sicurezza dovuti a: Strutture Macchine Impianti elettrici Sostanze pericolose Incendio-esplosioni B) Rischi di natura igienico-ambientale o rischi per la salute dovuti a: Agenti chimici Agenti fisici Agenti biologici C) Rischi di tipo cosiddetto trasversale o rischi per la sicurezza e la salute dovuti a: Organizzazione del lavoro Fattori psicologici Fattori ergonomici Condizioni di lavoro difficili. Nell’azienda in esame i rischi presenti appartengono a tutte e tre le categorie su elencate. In materia di sicurezza è tenuta al rispetto dei requisiti minimi richiesti dalla normativa vigente: D.Lgs. 626/94 e seguenti, DPR 547/55 e DPR 303/56. I rischi a cui può andare incontro un lavoratore di un’azienda del comparto chimico, nell’adempimento delle proprie mansioni, come lo è l’azienda presa in esame, si possono così riassumere: 1. Rischio di caduta dall’alto per l’uso di carrelli elevatori e Rischio di caduta e scivolamenti in piano 2. Rischio connesso ad agenti pericolosi, di natura chimica, di natura biologica 3. Rischio elettrico ( rischio collegato all’impianto elettrico e rischio collegato all’uso di macchine elettriche)

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4. I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO

I rischi lavorativi presenti negli ambienti di lavoro, in conseguenza dello svolgimento delle attività

lavorative in un determinato luogo di lavoro, possono essere suddivisi in tre grandi categorie:

A)

Rischi di natura infortunistica o rischi per la sicurezza dovuti a:

• Strutture

• Macchine

• Impianti elettrici

• Sostanze pericolose

• Incendio-esplosioni

B)

Rischi di natura igienico-ambientale o rischi per la salute dovuti a:

• Agenti chimici

• Agenti fisici

• Agenti biologici

C)

Rischi di tipo cosiddetto trasversale o rischi per la sicurezza e la salute dovuti a:

• Organizzazione del lavoro

• Fattori psicologici

• Fattori ergonomici

• Condizioni di lavoro difficili.

Nell’azienda in esame i rischi presenti appartengono a tutte e tre le categorie su elencate.

In materia di sicurezza è tenuta al rispetto dei requisiti minimi richiesti dalla normativa vigente:

D.Lgs. 626/94 e seguenti, DPR 547/55 e DPR 303/56.

I rischi a cui può andare incontro un lavoratore di un’azienda del comparto chimico,

nell’adempimento delle proprie mansioni, come lo è l’azienda presa in esame, si possono così

riassumere:

1. Rischio di caduta dall’alto per l’uso di carrelli elevatori e Rischio di caduta e scivolamenti in

piano

2. Rischio connesso ad agenti pericolosi, di natura chimica, di natura biologica

3. Rischio elettrico ( rischio collegato all’impianto elettrico e rischio collegato all’uso di

macchine elettriche)

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4. Rischio collegato alla movimentazione di carichi.

Inoltre da non sottovalutare i rischi, di natura sostanzialmente infortunistica, legati a:

• impiego di impianti di distribuzione di gas

• impiego di impianti di aspirazione

• impiego di impianti sotto pressione

• ad incendi ed esplosioni

• alla segnaletica

• all'esposizione ad agenti fisici (fattori microclimatici, rumore, illuminazione, ultrasuoni,

raggi uv, ecc.).

I pericoli derivanti dall'uso di gas compressi in bombole sono generalmente di due tipi: scoppio

delle bombole e fughe di gas tossici ed infiammabili. Per i gas di uso continuo e frequente è

obbligatorio costruire depositi all'esterno; all'interno dei laboratori i gas arriveranno mediante

condutture metalliche come avviene nell'azienda in esame.

Per evitare rischi nell'uso di cappe, basta che si sia sicuri che l'aspiratore funzioni, così anche,

soprattutto usando infiammabili, sia funzionante il sistema di spegnimento automatico nonché la

chiusura automatica delle porte.

Per la conduzione di operazioni sotto pressione, cioè gli esperimenti in autoclave, si deve operare in

apposite celle o in parti di laboratorio separati da muri antischegge. Nei laboratori dell'azienda

considerata, l'autoclave è posizionato in vano apposito.

Autoclave 1

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Autoclave 2

In un laboratorio chimico il rischio incendio è provocato dall'uso di prodotti infiammabili e da

numerose altre cause di accensione. Fondamentale è la corretta progettazione dei luoghi di lavoro

ed il corretto comportamento degli operatori.

La segnaletica è essenziale nella prevenzione dei rischi. Nell'azienda visitata, è stata curato il

corretto posizionamento di tutta la segnaletica di sicurezza.

4.1. Rischio di caduta dall’alto per l’uso di carrelli elevatori e Rischio di caduta e

scivolamenti in piano

Il rischio di caduta dall’alto è causa di infortunio sostanzialmente per il Responsabile del magazzino

e per gli operatori di tale ambiente di lavoro. Tali persone sono infatti addette alle operazioni di

carico e scarico merci, anche mediante l’uso di carrelli elevatori, e stoccaggio delle stesse. Per l’uso

di carrelli elevatori è necessaria una certa professionalità legata anche ad una maggiorazione dei

premi INAIL.

Per ciò che riguarda il rischio di caduta e scivolamenti in piano, sono interessati un po’ tutti gli

operatori dell’azienda, essendo tale rischio collegato all’ambiente di lavoro in sé.

Azioni preventive per evitare le cadute e gli scivolamenti in piano e le cadute dall’alto

Un grande numero di infortuni, un po’ in tutti i settori, dall’industria ai servizi, è generalmente

dovuto agli scivolamenti e cadute nei luoghi di lavoro.

Negli stati membri dell’Unione Europea sono questi i motivi principali delle assenze dal lavoro

superiori ai tre giorni.

Nel comparto chimico (trasformazione) gli scivolamenti e le cadute in piano rappresentano causa di

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infortuni sul lavoro unitamente alle cadute dall’alto legate all’uso di carrelli elevatori ed evitabili,

quest’ultime, solo usando il più correttamente possibile il mezzo di lavoro.

Azioni preventive:

Ordine

Gli scivolamenti e le cadute in piano sul luogo di lavoro sono dovuti principalmente alla

mancanza di ordine in generale. Sul pavimento e sui percorsi di lavoro non devono esserci

intralci.

Illuminazione

Assicurarsi che gli ambienti di lavoro abbiano una buona illuminazione e che il funzionamento

e la posizione delle luci sia tale da garantire che tutto il pavimento sia illuminato

uniformemente e che i potenziali pericoli, ad esempio ostacoli o fuoriuscite accidentali di

liquidi, siano chiaramente visibili.

Pavimentazione

Occorre controllare regolarmente che i pavimenti non siano danneggiati e chiedere, se

necessario, che vengano effettuati gli interventi di manutenzione necessari. Gli elementi su cui

un lavoratore può potenzialmente scivolare e cadere sono: buche, avvallamenti, crepe. I

pavimenti inoltre devono essere tenuti puliti.

Comunque tutti gli stati di pericolo devono essere contrassegnati chiaramente, facendo uso di

adeguata cartellonistica di sicurezza.

Fuoriuscite accidentali di liquidi

Ogniqualvolta si verificano fuoriuscite accidentali di liquidi, è necessario pulire

immediatamente utilizzando un metodo di pulizia adeguato (può essere necessario un

trattamento chimico).

Ostacoli

Ove possibile, si devono rimuovere gli ostacoli per evitare che i lavoratori vi possano

inciampare. Se ciò non é possibile, usare opportune barriere e/o segnali di avvertimento.

Calzature

I lavoratori, se l’ambiente lo richiede, devono indossare calzature adatte.

Cavi di intralcio

I macchinari devono essere sistemati in modo che i cavi di alimentazione non attraversino i

percorsi pedonali, creando intralcio.

Conseguenze delle cadute e dei scivolamenti possono essere: contusioni, abrasioni, fratture degli

arti inferiori e superiori.

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4.2. Rischi connessi ad agenti pericolosi di natura chimica e di natura biologica

Nonostante le trasformazioni del mondo del lavoro che hanno coinvolto anche il nostro Paese

modificando le attività lavorative classiche con conseguente cambiamento anche dei fattori di

rischio, vi sono ancora dei settori lavorativi nei quali i rischi per i lavoratori sono quelli classici,

come i rischi connessi ad agenti pericolosi di natura chimica e di natura biologica.

Ovviamente per gli operatori del settore in esame, il rischio chimico ed il rischio biologico sono

preponderanti visto l’uso di sostanze chimiche e di agenti biologici nella normale attività lavorativa

di tutti i giorni.

Fermo restando quanto previsto dal D.Lgs.626/94 per tutti i lavoratori, c’è da considerare anche il

D.Lgs. 645/96 che tratta particolarmente il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro

delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo d'allattamento, prevedendo che il datore di lavoro

valuti i rischi e conseguentemente l'esposizione delle lavoratrici agli agenti chimici e biologici.

Il rischio chimico per i lavoratori dell’azienda in esame è legato alla manipolazione di numerose

sostanze chimiche con differenti caratteristiche chimico-fisiche e diffuso grado di pericolosità.

Il criterio preminente di valutazione di questo tipo di rischio è collegato alle caratteristiche dei

prodotti usati, infatti, le etichette dei prodotti chimici e le relative schede di sicurezza mostrano se il

prodotto è da classificarsi pericoloso o meno. Quindi, dovrà essere cura dell’operatore la lettura

dell’etichetta e la conoscenza della simbologia che identifica la pericolosità del prodotto. In

Appendice sono riportati le Frasi di Rischi e di Prudenza con i loro relativi significati.

È importante, inoltre, l’uso, da parte del personale, di dispositivi di protezione individuale quali

guanti, occhiali, mascherine, camici, ecc.

La maggior parte delle sostanze chimiche di uso comune nei laboratori e quindi nell’azienda in

esame, presentano un grado di pericolosità più o meno elevato dipendente dalle loro proprietà

chimiche, chimico-fisiche e tossicologiche. Infatti esse sono classificate in sostanze esplosive,

sostanze comburenti, sostanze nocive, sostanze tossiche, sostanze infiammabili, sostanze irritanti e

sostanze radioattive. Ad ogni classe di sostanze è associata una lettera ed un simbolo che

compaiono sulle etichette delle confezioni.

Ad esempio la lettera associata alla classe delle sostanze esplosive è “(E)”. Sull’etichetta di una

sostanza esplosiva ci sarà dunque la (E) ed il relativo simbolo, che stanno ad indicare che la

sostanza o preparato può esplodere. La scheda di sicurezza, che accompagna sempre una sostanza,

ci dà tutte le indicazione necessarie per la corretta manipolazione della sostanza stessa. Il simbolo è

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.

Per le sostanze tossiche la lettera è (T), (T+) se molto tossiche ed i simboli sono

.

Per le sostanze infiammabili la lettera è la (F), (F+) se estremamente infiammabili ed i simboli sono

.

Nel caso in cui l’uso della sostanza provoca rischi per l’ambiente la lettera è (N) ed il simbolo è

.

È condizione necessaria, pertanto, ai fini della sicurezza nella manipolazione delle sostanze

chimiche, conoscere e capire il significato delle etichette poste sulle confezioni dei reagenti e/o dei

preparati presenti in laboratorio, associando ad essi immediati criteri di sicurezza o meglio

ricavandoli sulla base anche dei rischi segnalati (frasi R) e dei consigli di prudenza (frasi S).

Nei laboratori la manipolazione di sostanze chimiche rappresenta una potenziale fonte di rischi che,

dal punto di vista degli infortuni, possono suddividersi in: rischi di esplosione, di incendio, di

contatto accidentale con sostanze corrosive (C) e/o irritanti (XI) e/o tossiche (T) e/o nocive (XN). I

rispettivi simboli per le suddette classi sono:

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.

Le sostanze esplosive, infiammabili ed estremamente infiammabili, sono utilizzate nell’azienda in

esame; esse sono conservate (in recipienti ben chiusi) in locali idonei (ben ventilati) e maneggiate

con perizia in modo da non permettere la formazione di condizioni idonee alla combustione.

Evidenziamo ora i rischi connessi con esposizioni accidentali a sostanze chimiche capaci di arrecare

danno alla integrità fisica e/o alla salute dell’uomo. Nell’azienda in esame si usano sostanze

corrosive, irritanti, tossiche e nocive.

Le sostanze corrosive sono quelle sostanze che a contatto con la pelle e/o delle mucose esercitano

una vera e propria distruzione dei tessuti (ustioni chimiche). In azienda se ne usano diverse, come

ad esempio l’acido cloridrico (HCl), l’acido solforico (H2SO4), acido fosforico (H3PO4), acido

acetico (CH3COOH), l’idrossido di sodio (NaOH). Oltre a provocare ustioni chimiche, le sostanze

corrosive in genere hanno vapori più o meno tossici ma comunque in grado di provocare irritazione

delle vie respiratorie. E’ per questo motivo che vanno usati sotto cappa aspirante e vanno tenuti in

contenitori idonei custoditi in luoghi appositi sicuramente ventilati.

Le sostanze irritanti sono quelle sostanze che a contatto con la pelle e/o delle mucose esercitano

un’azione infiammatoria. Ad esempio nei laboratori aziendali si usa formaldeide che è un gas di

odore fortemente irritante (presenta una soglia olfattiva molto bassa, pari a 0,13 ppm). Può essere

assorbita per via respiratoria e in minima quantità anche per via cutanea ed è in grado di

determinare irritazioni a carico delle mucose, dermatiti da contatto (irritative e allergiche) e asma

bronchiale. La formaldeide inoltre possiede potere mutageno e cancerogeno (“sufficiente evidenza”

di cancerogenicità per l’animale e “limitata” per l’uomo).

Per sostanze tossiche si intendono tutte quelle sostanze che una volta introdotte nell’organismo

vengono assorbite provocando effetti dannosi su particolari organi, detti organi bersaglio.

Infine per sostanze nocive si intendono tutte quelle sostanze che hanno effetti dannosi sulla salute,

effetti che tuttavia a parità di condizioni risultano più modesti rispetto quelli prodotti dalle sostanze

tossiche.

L’azione nociva delle sostanze suddette può esercitarsi attraverso : l’ingestione, il contatto cutaneo

e l’inalazione.

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Armadio ad aspirazione per la conservazione di sostanze infiammabili

L’ingestione accidentale di sostanze, rappresenta solo un caso fortuito. In tale caso fondamentale è

il corretto comportamento nel prelievo delle sostanze e la loro collocazione nei contenitori propri

con etichetta in evidenza.

Il contatto cutaneo è più frequente. Le conseguenze possono essere di varia entità, dipende dalla

sostanza e dalla quantità. Nei casi più semplici si possono verificare irritazioni della pelle, in quelli

più gravi ustioni chimiche non solo della pelle ma anche degli occhi. Può avvenire in vari modi:

rottura accidentale di contenitori, operazioni di travaso e/o di prelievo. Anche qui è fondamentale il

corretto comportamento.

L’inalazione può causare intossicazioni più o meno acute, nonché irritazioni delle vie respiratorie e

degli occhi. Si verifica per una momentanea concentrazione di vapori tossici di sostanze volatili.

Anche qui è fondamentale il corretto comportamento, come ad esempio lavorare sotto cappa ove

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richiesto.

In generale qualora non se ne conosca con certezza la innocuità, sia da sola che in combinazione

con le altre o agenti esterni, ogni sostanza va considerata dannosa per la salute e trattata con grande

precauzione.

L’attività di laboratorio espone non solo ad incidenti fortuiti che possono essere ricondotti nel

quadro dei rischi infortunistici, ma anche ad una serie di rischi connessi con l’esposizione

prolungata a sostanze chimiche eventualmente presenti nell’ambiente di lavoro, in conseguenza

dello svolgimento delle diverse operazioni eseguite. Tali esposizioni possono essere di entità

variabile, ovvero più o meno elevate, a seconda delle modalità operative adottate, e dell’idoneità

delle strutture, dell’efficienza degli impianti di servizio (aeratori, cappe di aspirazione, ecc.), della

loro manutenzione e pulizia ivi compresa quella delle apparecchiature e della strumentazione

scientifica di laboratorio, nonché infine, dell’attenzione che si deve saper prestare a queste

problematiche da parte degli utilizzatori. Tale esposizione non deriva pertanto da cause accidentali,

ma delle prevedibili emissioni inquinanti che provengono dai normali procedimenti operativi svolti.

Si tratta quindi di un fenomeno prolungato nel tempo che deve essere controllato al fine di

contenerlo entro limiti tali da non comportare danni per la salute dell’operatore esposto.

Durante lo svolgimento delle operazioni di laboratorio quindi si ha inevitabilmente la creazione di

una serie di fonti di emissione verso l’ambiente di sostanze rinvenibili sottoforma di gas, vapori,

fumi, nebbie, polveri. Tutto ciò comporta un certo inquinamento dell’aria del laboratorio.

L’alterazione della normale composizione chimica dell’aria del laboratorio, a seconda della natura

della sostanza chimica inquinante e quindi delle sue caratteristiche tossicologiche, del valore della

sua concentrazione e del tempo di durata dell’esposizione può comportare una potenziale

compromissione dell’equilibrio biologico del personale esposto. I valori limite di esposizione

rappresentano le concentrazioni ambientali degli inquinanti alle quali si presume che un soggetto

sano possa trovarsi senza risentire effetti genericamente dannosi per la sua salute nell’arco della sua

vita lavorativa. Tali valori vengono presi come indici di riferimento nella valutazione delle

condizioni igienico-ambientali, attraverso un confronto ragionato con le concentrazioni ambientali

riscontrate. Come indici di riferimento sono presi i TLV (Threshold Limit Values) proposti

annualmente dall’ACGIH ed inseriti nella maggior parte dei contratti nazionali di lavoro. I valori

numerici dei TLV sono inversamente proporzionali alla pericolosità della sostanza.

Per ciò che riguarda gli interventi preventivi che si possono proporre in un laboratorio, va fatta una

differenziazione tra interventi sui fattori di rischio e quelli sulla persona. Fanno parte del primo

gruppo la sostituzione eventuale e possibile di sostanze con altre meno pericolose, gli interventi

sull’organizzazione del lavoro soprattutto mirata a ridurre i tempi di esposizione. Al secondo

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gruppo appartengono gli interventi quali la formazione e l’informazione ed il corretto uso dei mezzi

di protezione individuali come ad esempio i guanti, le mascherine, ecc. Anche se sull’uso dei guanti

vi sono pareri discordanti in quanto anch’essi possibile fonte di allergia non vi è dubbio che

rappresentino l’unico mezzo valido di protezione sia per l’umidità sia per il contatto con sostanze

irritanti. Come sempre avviene in prevenzione è l’utilizzo di tutti i mezzi contemporaneamente che

può dare dei risultati.

Da considerare inoltre, nel laboratorio microbiologico del controllo qualità, il rischio biologico

collegato all'uso di materiale potenzialmente patogeno. Nel suddetto laboratorio si usano

microrganismi patogeni quali batteri vegetativi e sporigeni, funghi e miceti, micobatteri.

Come evitare i rischi nell’impiego dei prodotti chimici e biologici

Aspetti fondamentali della prevenzione sono la formazione e l’informazione dei lavoratori: è

importante seguire dei corsi periodici sulla sicurezza e sull’uso dei prodotti chimici e biologici,

oltrechè ricevere informazioni tramite ad esempio materiale cartaceo.

Inoltre il personale dovrà essere dotato dei seguenti DPI (Dispositivi di Protezione Individuale):

• occhiali, quando maneggia prodotti che prevedono un rischio agli occhi per la proiezione di

schizzi di sostanze irritanti o corrosive;

• guanti antiacido o in lattice a seconda della sostanza maneggiata;

• mascherine con filtri per l’utilizzo di prodotti riportanti la dicitura “tossico per inalazione”;

• qualsiasi altro DPI necessario all’espletamento del servizio richiesto.

4.3. Rischio elettrico nell’uso delle macchine elettriche

Nel comparto in esame, le macchine in uso vanno dalle più semplici alle più complesse.

In generale le macchine ad alimentazione elettrica sono raggruppabili in :

macchine per la miscelazione ;

macchine per il confezionamento;

strumenti ed apparecchiature per le analisi.

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L’operatore, utilizzando una qualunque attrezzatura elettrica, corre il rischio di ricevere scariche

elettriche da possibili fili scoperti o dalla mancanza di una corretta messa a terra.

Come evitare i rischi nell’impiego di macchine elettriche

Le misure di prevenzione per il suddetto rischio elettrico sono le seguenti:

Tutte le macchine elettriche utilizzate devono essere controllate periodicamente a livello

strutturale e funzionale dai responsabili con l’incarico di fare assistenza tecnica preventiva;

Il controllo dovrà riguardare tutte le parti elettriche esposte (fili, interruttori, spine, messa a

terra, coperture, eccetera) a seconda del tipo di macchina;

Leggere attentamente le etichette sulla macchina;

La macchina deve essere utilizzata esclusivamente da personale autorizzato ed istruito all’uso;

Durante il funzionamento della macchina bisogna fare attenzione alle altre persone presenti;

Limitare l'uso delle prolunghe elettriche;

Non usare una presa dove già é collegato altro utilizzatore;

Evitare l'uso di riduttori, spine multiple o prese multiple;

In caso di sostituzione di pezzi, richiedere i ricambi originali;

Per ogni intervento di manutenzione è indispensabile togliere l'alimentazione elettrica della

macchina.

4.4. Movimentazione dei carichi

Per movimentazione manuale dei carichi si intende quel complesso di operazioni di trasporto o di

sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre,

tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni

ergonomiche sfavorevoli, possono comportare rischi di lesioni dorso-lombari.

Sono soggetti particolarmente a questi tipi di rischio gli operatori addetti al magazzino.

L’allegato VI del D.Lgs. 626/94 può essere utilizzato come punto di riferimento per riconoscere

l’esistenza di caratteristiche o condizioni ergonomiche sfavorevoli. Tale allegato nello specificare

quali sono le caratteristiche del carico che potrebbero costituire un rischio per il tratto dorso-

lombare indica un carico troppo pesante (Kg.30), ingombrante (se può impedire la visibilità) o

difficile da afferrare.

Per ciò che riguarda le condizioni ergonomiche sfavorevoli, diciamo che le caratteristiche

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dell'ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio per il tratto dorso-lombare nei

seguenti casi:

• lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell’attività

richiesta;

• il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o di scivolamento per le scarpe

calzate dal lavoratore;

• il posto o l’ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di

carichi a un’altezza di sicurezza o in buona posizione;

• il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del

carico a livelli diversi;

• il pavimento o il punto d’appoggio sono instabili;

• la temperatura, l’umidità o la circolazione dell’aria sono inadeguate.

Come evitare i rischi inerenti la movimentazione di carichi

• Evitare di eseguire tutte le attività di movimentazione con ritmi troppo elevati;

• Alternare periodi con movimentazione manuale, ogni ora, con lavori leggeri riducendo

in questo modo la frequenza con periodi recupero frequenza di sollevamento e

usufruendo di periodi di recupero;

• Cambiare spesso posizione;

• Nei gesti ripetuti di sollevamento eseguiti anche in posti di lavoro ben progettati, per

evitare l’affaticamento e i danni alla schiena, è necessario rispettare il rapporto ideale

previsto tra peso sollevato e frequenza di sollevamento;

• Essere formati riguardo l’uso di carrelli elevatori

La movimentazione manuale di carichi può essere causa di una gran quantità di lesioni invalidanti,

quali ad esempio:

- schiacciamento degli arti , mani e piedi;

- lesioni dorso-lombari;

- danni cardiaci, vascolari e arteriosi.