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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% /ROMA/AUT.N.102/2008 - RIVISTA DELLO C.S.A.IN. CENTRI SPORTIVI AZIENDALI E INDUSTRIALI port Tempo n°10 Novembre 2010 Antonio Ghirelli, decano dei giornalisti, racconta la sua lunga esperienza nello sport e non solo Jeff Onorato, un campione di sci nautico diversamente abile, parla di una sua coinvolgente esperienza Daniel Winteler, punto di riferimento per il turismo italiano, descrive ombre e luci

I L A I R T S U D o port - csain.it · Roma (tel. 06-2294336) Iscrizione Tribunale di Roma n.187/08 del 02/05/2008 ... alle Scuole dello Sport del CONI, hanno man mano modulato il

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n°5 Guigno 2010

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Antonio Ghirelli, decanodei giornalisti, raccontala sua lunga esperienzanello sport e non solo

Jeff Onorato, un campionedi sci nautico diversamenteabile, parla di una suacoinvolgente esperienza

Daniel Winteler, puntodi riferimento peril turismo italiano,descrive ombre e luci

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2 Lo CSAIn non perde il passo...di Luigi Fortuna

3 C’è speranza per lo sport se gli atleti...

di Giacomo Crosa

4 Niente turismo per casodi Giacomo Crosa

8 Una “penna” dentro la storiadi Augusto Frasca

12 Elisa, la farfalla d‘oro

16 La festa è uno spettacoloa cura della Federazione Italiana

Teatro Amatori

19 Io e Simona, la vittoriadel cuore

di Jeff Onorato

22 Quando lo sport fa azienda

24 Sot la Nape riscopre l’Americadi Luciano Romano per l’Ufi

26 Quando la danza è un’illusionedi Barbara Raselli

28 Il giorno del miracolodi Santino Morabito

30 Un posto al soledi Luigi Laino

32 Giovani piloti cresconoa cura della Commissione

automobilistica sportiva italiana

34 L’Horse-ball va alla caricaa cura del CTE

e CSAIn Equitazione

N°10

NOVE

MBRE

2010

s o m m a r i o

RIVISTA DELLO CSAINCentri SportiviAziendali e Industriali

DIRETTORELuigi FortunaDIRETTORE RESPONSABILEGiacomo CrosaVICE DIRETTORESandro AquariCOORD. REDAZIONEPaolo Germano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAmbra AquariSEGRETERIA DI REDAZIONEMaria Grazia BiancofioreSilvano MorraSimonetta SgrignaSEDE E SEGRETERIA Viale dell'Astronomia, 3000144 RomaTel. 06.5903526 / 06.5925637Fax. 06.5903242 / [email protected] web: www.csain.itStampa: Grafica Giorgetti, Via di Cervara, 10 – 00155 Roma (tel. 06-2294336)Iscrizione Tribunale di Roman.187/08 del 02/05/2008Numero chiuso in redazione il 5 novembreLa riproduzione parziale o totale degli articoli è consentita solocitando la fonte

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36 Apriamo quella portaa cura di Anima

37 Dirigenti e tecnici, tutti in corso

38 Il Taekwondo fa il restyling

40 MondoCSAIn

46 Organigramma CSAIn

48 La Fenice prende il volo

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I l p r e s i d e n t e

di Luigi Fortuna

LO CSAIN NON PERDE IL PASSO ED È PRONTOALLE NOVITÀ CHIESTE DA FUORI E DA DENTRO

Istituzioni ragionevolmente ci chiedono: nuovi regola-menti CONI-EPS e più ampie coperture Assicurativeemanate dal Governo. I regolamenti prevedono sia lemodifiche statutarie, che nuovi criteri di valutazionedello status di EPS, che l’avvio di un nuovo capillarecensimento tra le ASD, specie tra quelle con affiliazio-ni multiple che a loro volta dovranno esprimere il loroEPS di riferimento primario ed infine le nuove modali-tà di presentazione e realizzazione dei progetti annua-li. Inizieremo quindi da subito a riordinare il sistema deiquadri sportivi che verranno completati e armonizzati,non appena ai nostri albi saranno aggiunti i dati delcensimento in corso. Anche le riunioni programmaticheavverranno entro questo novembre e i processi diammodernamento dei percorsi interni verranno discus-si collegialmente, nel consueto appuntamento deiQuadri al quale saranno invitati a presentarsi i nuoviPartner dei settori Bancari, Telefonici, Assicurativi,Abbigliamento sportivo, Gadget e Turismo. Il nostroTempoSport continua a mietere consensi e proseguenel piacere di fornire competente e puntuale informa-zione, cultura, storia e notizie di attività. Grazie allaRedazione e ai Collaboratori. Adesso permettetemi unsogno ed un’esplicita offerta reale: non pensate chesia arrivato il momento di progettare e realizzare ungrande evento tra tutti gli EPS? Non sarebbe veramen-te entusiasmante dare questa prova di maturità sulcampo? Grazie per un aperto confronto sportivo. l

ituffarsi nel frenetico fare del volontariato è unconforto ed una ricarica non da poco, di cuidovremmo discutere più spesso. Talvolta si perdeun po’ di tempo nel saltare tra una biglia e l’altra

che qualche burlone lancia qua e là, per non farti intor-pidire, quasi come palestra del fisico e della mente.Anche questo è vita e stimolo. La realtà è ben altracosa, i ruoli restano distanti e definiti, lo CSAIn non haperduto battute né ingranaggi, avanti con costantemoderazione, da grande fondista giunto al cinquanta-seiesimo anno. Un esempio fra tutti il grande succes-so dell’anno ciclistico appena concluso e la maturitàdella Sezione Nazionale del Ciclismo CSAIN, denomi-nata CSAIN–UDACE, che grazie alla difficile opera dialcuni uomini ha saputo farsi valere anche a livelloIstituzionale.L’anno sportivo è stato sorprendente e le sperimenta-zioni hanno permesso economie, tanto da poteresostenere ulteriori iniziative come la Formazione conti-nua di Tecnici e Dirigenti. I primi due appuntamenti diCatania e Montecatini hanno già soddisfatto le esigen-ze di centottanta partecipanti e il prossimo si terrà aVicenza. I responsabili della formazione, unitamentealle Scuole dello Sport del CONI, hanno man manomodulato il format e Vicenza rappresenta un nuovogrande evento. Grazie quindi a quanti formano laStruttura, Segreteria inclusa. Ma è tempo di ulterioreattenzione ai cambiamenti che il CONI ed altre

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portTempo

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i l d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

di Giacomo Crosa

C’E’ SPERANZA PER LO SPORT SE GLI ATLETISI DICHIARONO LE “VITTIME” DEL DOPING?

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tro del sistema. Lo dedico con senso di noia e di fasti-dio perché ha come retrogusto il doping.C’è stato molto clamore intorno alle dichiarazioni sulmondo del ciclismo del capo della Procura Antidopingdel CONI, Ettore Torri, che probabilmente deluso, hametaforicamente alzato le mani in senso di resa alcospetto del fenomeno doping. Bene. Nel frastuonodelle reazioni c’è stato un ciclista italiano di rango, nonriporto il nome solo perché, so per certo, essere pen-siero dominante tra gli atleti e non solo, che ha pensa-to bene di uscire con lo stereotipo secondo il qualel’atleta sarebbe la “vittima” del doping e del sistema.Su questo io posso anche perdere la testa.Atleta vittima di che? Dov’è il suo potere di libero arbi-trio? Dov’è la sua dignità di uomo? Qualcuno lo obbli-ga a prendere od accettare una siringa ed il suo male-detto contenuto? Qualcuno può fargli ingoiare unapastiglia con la forza? Quando un atleta rifiuta la propria responsabilità erimanda la sostanza dei suoi comportamenti al “siste-ma” di cui lui è il motore non si rende conto di andarecontro tutte le regole scritte e non scritte?Conosco già, per essermele già sentite rivolgere, leobiezioni. Sono tutte giustificazioni infantili.Personalmente ho sull’argomento doping, nel ciclismoe non solo, una sola certezza. Se distruzione di questocancro sportivo ci sarà mai, se riduzione del fenomenoa livelli di umana e quindi accettabile consistenza, que-sta potrà realizzarsi solo se gli atleti lo vorranno.Dipenderà solo da loro, dai loro comportamenti, dalleloro scelte. Gli atleti si prendano il loro ruolo di prota-gonisti assoluti. In caso contrario saranno sempre insi-gnificanti “ anime perdute”. l

erma la giostra…voglio scendere. La giostra dellavita sta girando ad una velocità tale che il males-sere è forte. Mi trovo sempre più spesso a com-battere questa sensazione. Voglio scendere.

Disagio. Voglio scendere perché faccio sempre piùfatica a capire quanto sta accadendo intorno a me.Vorrei scendere sapendo che è impossibile. Questo èindubbiamente più che probabilmente l’origine deldisagio. Penso anche che questo brontolare sia perl’età, per gli anni che si fanno numericamente pesanti.Amen. Ho l’impressione che intorno a me non ci sianopiù regole o che i più non abbiano più voglia di rispet-tare quelle poche che sembrano averne dignità. Anchelo sport ed il suo mondo che è stato gran parte dellamia vita, mi dà idea che si sia adeguato all’andazzo.Con realismo più che travolto dal pessimismo mi vieneda pensare che lo sport, con i suoi valori, con il suoessere straordinario fenomeno culturale e pedagogico,lo sport come straordinario generatore di emozioni,abbia perso la sua capacità attrattiva nei confronti deigiovani per i quali sembra essere ormai solo show,qualche cosa da guardare e non da praticare, proprioperché anche lui, lo sport, fa una tremenda fatica avivere nelle regole che sono la sua essenza.Pensando proprio ai giovani ed alla nebbia d’incertez-ze che circonda le loro vite, lo sport dovrebbe avere laforza antica di rigenerare quel senso di diversità posi-tiva che nella forza delle regole trova il significato dellapropria esistenza. Dico sport e quindi dico gli uominiche di lui sono protagonisti. Dico dirigenti, dico allena-tori. Dico, soprattutto, atleti. Pensando alle regole, agli atleti dedico quest’ultimopensiero, a loro che giustamente si considerano il cen-

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States?«Quattro, poi otto anni inInghilterra, uno in Belgio, per arri-vare poi in Italia».Gioventù passata in compagniadi quale sport?«Come tutti coloro che non hannoun’eccellenza ho praticato un pocodi tutto. Con grande passione hogiocato a rugby; poi, senza chenessuno si metta a ridere per lamia statura non eccelsa (1,75), hogiocato a pallacanestro, ed ancora:atletica, in particolare salto in alto esono orgoglioso per aver saltatocon il fosbury, una misura pari allamia statura, infine molto nuoto. Nonho mai fatto calcio».Complimenti, un vero polivalen-te.«A dir la verità la vera atleta poliva-lente in famiglia è mia moglie Tracy,inglese, che fino alla prima gravi-danza è stata una bravissima tria-tleta. Lei, a differenza di me e dellemie scelte sportive, ha il piaceredella sofferenza fisica. Ancora ogginuota un centinaio di vasche, io seva bene mi fermo a cinque».Figli?«Due, due femmine. Stella di 8

anni che tira di scherma, che è aiprimi colpi di golf e che sale anchesulla materrassina del judo e quin-di un poco mi assomiglia, eGemma di due anni e mezzo.Stella e Gemma, due nomi interna-zionalmente accettabili».I suoi anni di studente-atleta checosa hanno lasciato nel suoessere quello che oggi è?«La cosa più importante, che poi èquella che vivo tutti i giorni, è nellapercezione del valore del concettodi squadra. Io ho praticato soprat-tutto sport di squadra e di conse-guenza ho metabolizzato il fattoche ci si muove tutti insieme, che siarretra tutti insieme, che si vince esi perde tutti assieme, che c’è pia-cere nel fare e nel costruire insie-me ad altri, che non è difficile rico-noscere che ciascuno di noi ha deipunti di forza ma anche dei puntideboli. Tutta questa pedagogia miha aiutato molto e mi aiuta ancora.Mi guida anche nel capire e, di con-seguenza, scegliere le persone conle quali lavorare. Inutile scegliere persone chehanno le stesse qualità. Nel prati-co, devi avere il coraggio di pren-

Intervista a Daniel John Winteler, n.1 di Federturismo e dell’Alpitour,il più grande gruppo italiano del settore. Di cultura anglosassone,

è stato uno sportivo polivalente e il concetto di squadra è alla base della sua filosofia imprenditoriale e lo considera fondamentale per il

rilancio di un’industria vitale per il nostro Paese: «Spendiamo più di altre nazioni, ma spendiamo peggio»

Nel vasto labirinto orizzontale everticale del Lingotto, storico edifi-cio di Torino, Daniel John Wintelerha il suo posto di comando. Lui èun uomo di 47 anni, cresciuto pro-fessionalmente nella fiducia totaledi un grande personaggio positivocome Umberto Agnelli. Attualmenteguida con grandi risultati l’Alpitour,il più grande gruppo turistico italia-no con i gradi di Presidente e diAmministratore Delegato. Di presti-gio anche il suo essere Presidentedi Federturismo in Confindustria.L’arredo del suo ufficio, sicuramen-te sobrio, esalta l’anima di chi looccupa. Turismo e sport, poster ecoppe, un pallone di basket, uno dirugby ed uno di football americano.Intorno a tutto ciò, persone e conloro efficienza e sorrisi.Il nome, per primo, esprime lacuriosità del prologo…«L’origine del cognome si perdenella notte dei tempi delle vallatesvizzere. Il nome, invece, è influen-zato dal fatto che, pur avendo geni-tori italiani e svizzeri, sono natonegli Stati Uniti». Ed allora, visto che è nato inPennsylvania, e di sport parlan-do: più gli Steelers del football,Penguins dell’hockey o Piratesdel baseball?«Steelers all the way, non si dimen-tichi che hanno vinto sei SuperBowl, due recentemente. Di hockeynon ho mai capito nulla. I Pirates,poverini, hanno una striscia di risul-tati poco gloriosa, direi disastrosa.Quindi Steelers tutta la vita».Quanti gli anni vissuti negli

Niente TURISMO

per CASO

di Giacomo Crosa

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dere con te anche persone magaridifficili da gestire in un rapporto ini-ziale, ma che poi sai che possonodare all’azienda un valore aggiun-to. E’ giusto prendere atto che inuna squadra non ci possono esse-re solo attaccanti. Ci vuole chigioca a centrocampo, chi in difesa,chi entra a partita iniziata».A proposito di conquiste, tornoalla sua gioventù sportiva: c’è unepisodio che ancora ricorda?«Lo ricordo perché fu un eventoper me inaspettato. Ero appenaarrivato a Milano nuotavo e divennicampione regionale dei 100 dorso.Fu una grande emozione e con leiprovai il piacere di una ricompensaper il molto allenamento che c’eradietro. Ripensandoci, c’è un’altracosa che non è certo legata ai mieipiccoli, piccolissimi successi sporti-vi che ora mi viene in mente ed èl’atmosfera dei Giochi dellaGioventù ai quali ho partecipato.»Devo dirle che il suo essere statoanche saltatore in alto mi intriga.«Allora, a questo proposito leposso aggiungere un fatto curioso.Ero in Inghilterra, a Londra, 1968.Ebbi un grave incidente ad una

gamba edovetti affron-tare un duro edoloroso perio-do di rieduca-zione. Durantequesto periodoper stimolarmi imedici mi por-tavano comeesempio ilgrande saltato-re in alto ValeryBrumel cheaveva avutouna gambadistrutta in unincidente dimoto e chegrazie alla suaforza di volontàera tornato asaltare. Lo sti-molo ha funzio-nato.»Ora lei è aTorino ed è

nato Pittsburgh: curiosa lacasuale similitudine industrialetra le due città!«Curioso veramente: città manifat-turiera e dell’acciaio, di metalmec-canici e anche se in altro settorePittsburgh. Città ugualmente indu-striale Torino. Città simili anchenella loro trasformazione.Pittsburgh, negli ultimi venti anni,ha cambiato la sua natura puntan-do soprattutto sui servizi, sull’ali-mentare e sulla finanza. Poi, comeusano fare negli USA, si è guada-gnata il titolo di città con the bestquality of life, la miglior città dovevivere. Io sono a Torino da 10 annied in questo periodo ho constatatouna sua graduale e costante tra-sformazione. Oggi è una città chesta riscoprendo tutte le sue poten-zialità sopite negli anni. C’è moltomovimento, c’è fermento, c’è cultu-ra, c’è turismo, il che ovviamente cifa piacere, c’è serietà accademica,la gente si sta dispiegando nei varicolori della vita pur non rinnegandola sua natura e le sue origini. Devoaggiungere che, per la mia prospet-tiva, mi piacerebbe ci fossero piùmanifestazioni sportive importanti.

E’ NATO NEGLI USA,È STATO UOMO DI FIDUCIA DEGLIAGNELLI

Daniel John Winteler è nato nel1963 a Pittsburgh negli Stati Uniti.Laureatosi in Economia eCommercio all’Università Bocconidi Milano, si è poi specializzatopresso la London BusinessSchool. Inizia la sua carriera pres-so Farmitalia Carlo Erba.Dal 1988 ha lavorato in Ciba-GeigyS.p.A., prima in qualità di respon-sabile del controllo di progetti euro-pei di specializzazione della produ-zione farmaceutica, poi negli anni’90, presso la Ciba AG di Basilea,in qualità di responsabile Finanza eControllo in Europa e successiva-mente del Gruppo Ciba Vision alivello mondiale. Tra il 1996 ed il 1997 è stato mem-bro del team che ha curato la fusio-ne fra Ciba AG e Sandoz AG, dacui è nata Novartis AG. Nel corsodello stesso periodo, è stato mem-bro del team costituente di CibaSpecialty Chemicals AG, attraversouno spin-off da Novartis AG, conrelativa quotazione nella Borsa diZurigo (SMI) e di New York. Di que-st’ultima società, ha assunto laDirezione delle attività di M & A,portando a termine diverse opera-zioni in campo internazionale. Nel 1998 è diventato ChiefOperating Officer della divisioneWater Treatments di Ciba SpecialtyChemicals AG, avviando una pro-fonda ristrutturazione operativa efinanziaria, conclusasi positiva-mente nel 2000 quando approdaall’Ifil, holding di investimenti delGruppo Agnelli, dove è stato primaDirettore Generale e poi ancheAmministratore Delegato, avviandoil riassetto e il rilancio della società.Dalla fine di dicembre del 2005,Daniel John Winteler è Presidentee Amministratore Delegato delGruppo Alpitour, leader nel merca-to turistico italiano. Dall’agosto2007 inoltre Daniel John Wintelerricopre la carica di Presidente diFederturismo Confindustria. l

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Daniel John Winteler è nato a Pittisburgh, dove ha vissutoper quattro anni prima di trasferirsi in Inghilterra

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lo stadio. Qualche problema, obiet-tivamente, per i siti olimpici periferi-ci. Torino città, in ogni caso, hasaputo beneficiare dei Giochi,anche se mi diverte ricordare unepisodio di cui sono stato testimo-ne in una delle cosiddette NottiBianche. Accompagnavo un gior-nalista tv in un giro d’interviste. InPiazza San Carlo viene fermata perun parere su tutti i colori, i suoni, lafrenesia di quella Notte Bianca unamadamin, una signora anziana tori-nese doc. Le piace tutto questo?La domanda. Risposta in rigorosacadenza torinese: “Bello, bello,però adesso bisognerebbe tornarea lavorare, neh!”. Per lei, espres-sione di una cultura stratificatanella storia, tutto quello, in fondo,era una perdita di tempo».Dopo importanti e varie espe-rienze professionali lei è appro-dato al turismo con il ruolo diPresidente e A.D. di AlpitourGroup e di Presidente diFederturismo in Confindustria.Che tipo di industria è il turismo:facile o difficile?«E’ un’industria sottovalutata siadal punto di vista della sua impor-tanza sia nella sua complessità.Nel senso che purtroppo è una diquelle attività umane dove tutti pen-siamo di essere degli esperti. Tuttidalla loro poltrona sanno cosa sidovrebbe fare. La spontaneità è un

valore, certo, ma non è sufficiente.La creatività deve essere accom-pagnata da una rigorosa capacitàgestionale. In Italia abbiamo 50milioni di arrivi internazionali l’anno:immagini mettere in catena gliaerei, gli alberghi, i trasferimenti.Senza una visione gestionaleimportante si fa poco. E’ vero cheabbiamo un patrimonio straordina-rio, ma sottovalutiamo l’impatto cheproprio sulla gestione tutto questoha. Nei fatti non abbiamo una visio-ne unitaria del problema. Io comebattuta dico sempre che la nostraidentità come paese è molto miglio-re della nostra immagine. Ognunofa pensando solo al suo particolare.Non c’è una promozione unitaria.Devo dire essere anche un fattostrutturale: abbiamo un Ministero,l’ENIT, almeno, in media, 150assessori al turismo in ogni regio-ne. Insomma, in Italia non siamocapaci di interpretare un vero giocodi squadra».Non è il massimo della funziona-lità, è evidente, ma c’è qualcosache può migliorarla?«Basterebbe solo un poco di buonsenso. Fare tutti un passo indietrodai propri interessi personali eguardare così l’interesse generale.Ora ci si sente tutti capocannonieri,ma andando avanti così la squadraretrocede. Con un coordinamento alivello centrale si riuscirebbe acreare un migliore impatto com-plessivo. Si dovrebbe poi far sì cheil turismo non fosse slegato daglialtri settori dell’economia italiana.infrastrutture, trasporti, cultura,sport, dalla scuola e così via. E’banale che se non mettiamo il turi-smo al centro di questa galassia,l’industria di questo settore resteràsempre un’attività di serie B».Mi sembra tutto un paradosso! «In questo senso l’Italia è un para-dosso straordinario. Noi spendia-mo in promozione tanto quanto senon più dei nostri paesi concorrenticome Spagna e Francia, peròspendiamo peggio. Non è quindi unproblema di mancanza ma diabbondanza sfruttata male. Troppele persone che se ne occupano. Insintesi non abbiamo una visione

Per capirci, le porto l’esempio diuna città spagnola che fino a pocotempo fa era nulla dal punto di vistaturistico: Valencia che negli ultimianni si è data come motto quello dinon far mai cadere la palla a terra.Ogni volta che organizza un eventodeve subito dopo essercene unaltro. Torino ha avuto la grandeoccasione dei Giochi OlimpiciInvernali che le hanno fatto moltobene, ma obiettivamente non c’èstato un seguito».Di turismo parlando, quanto ungrande evento influisce sul set-tore?«Il discorso è molto interessante edelicato perché l’evento in sé ha unimpatto che gli inglesi definirebberoquestionable, da discutere, dapunto interrogativo. Prendiamo iGiochi di Torino. Sulla stagioneinvernale hanno avuto un impattonegativo perché hanno spaccato lastagione in due rendendo inutilizza-bili nelle due settimane più pregiatele montagne di riferimento.L’importante è, però, prenderecoscienza che la valenza straordi-naria non è nell’evento in sé, manel suo prima e nel suo dopo».Questo è accaduto per Torino2006?«In parte sì, perché la città ha utiliz-zato i Giochi per valorizzare il pro-prio profilo, la propria visibilità, hasaputo riutilizzare i suoi palazzetti,

I consigli del manager: un buon turista deve avere sempre chiaro cosa vuoledalla vacanza

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coordinata dell’in-dustria del turi-smo. Dovrebberoessere le impreseche si occupanodel turismo al cen-tro del sistema enon solo la partepolitico-istituzio-nale. Non accadecosì. Un difettooriginale è poi cheil nostro turismo,nato negli annicinquanta, si è svi-luppato per soddi-sfare la domandainterna creandositutti i limiti nei ser-vizi che oggi scon-tiamo. Basta pen-sare al problemadelle lingue. Unesempio per capi-re meglio i proble-mi. Un paesecome l’Inghilterra,che in Europa è ilsecondo per origi-nazione di turismo dopo laGermania, ci classifica al quintoposto come destinazione più scel-ta. Gli inglesi scelgono prima laSpagna, poi la Francia, poi ilPortogallo, poi la Grecia e magarila Turchia. Tutti ci amano per la cul-tura, per il cibo, per tante altre bellecose però...».Lo sport può inserirsi da prota-gonista nell’industria del turi-smo?«Si deve inserire. Oggi la vacanza,il viaggio, come un po’ tutte le atti-vità umane, risponde sempre di piùad un desiderio di autorealizzazio-ne, non è quindi più un solo consu-mo, un momento di stacco dal quo-tidiano. Se uno è appassionato diuno sport, ciclismo, trekking, para-cadutismo, vela, equitazione chesia, per lui riuscire a tematizzareuna vacanza sul suo sport è ancheun momento di soddisfazione ulte-riore, di aurealizzazione appunto.Cinicamente ma con il sorriso devodire che questo turista è anchedisponibile a spendere di più. Sepoi si riesce a organizzare una

Dopo la laurea alla Bocconi, Winteler ha iniziato la sua attività nel settore farmaceutico

qualche cosa che unisce la praticadi uno sport con la possibilità divivere da spettatore ad un qualco-sa di notevole allora si ottiene ilmassimo come per noi dell’Alpitourè stato in occasione della recenteRyder Cup di Golf in Galles». Quali regole seguire per essereun buon turista?«Riflettere bene prima di scegliere.Avere ben chiaro quello che sivuole dalla vacanza. Soprattutto seè una vacanza famigliare. Poi ricor-darsi di godersela, sembra unabanalità, ma non è così, godere diogni momento perché sono minutie ore irripetibili, infine mollare neilimiti del consentito le briglie…inte-ragire. E’ inutile andare a dodicimi-la chilometri di distanza per ripro-durre il proprio mondo. Assorbireda tutto quello, persone e cose,che ci circonda».Una destinazione imperdibile inItalia?«La Sicilia».Un’esperienza altrettanto imper-dibile all’estero.«Gli Stati Uniti con la famiglia: on

the road. Itinerante».Fuori della sua finestra, in lonta-nanza, monti innevati. Come siprospetta la stagione invernale?«Le premesse sono buone, ma nonbasterà solo la neve. Il turismo ingenerale sta vivendo momenti diffi-cili. Noi però stiamo reagendobene. Però bisogna esserecoscienti che ci sarà sempre piùselezione».Chiudiamo riparlando di sport. Ilsuo atleta del cuore?«Oggi è Daniel Carter, aperturadegli All Black neozelandesi».Donna?«Per farle un piacere voglio andareindietro nel tempo. E stata la primaatleta a rappresentare per me unelemento di originalità: la ginnastaOlga Korbut». Siamo qui al Lingotto, facile pen-sare alla Fiat e di conseguenzaalla Juventus. Juventino?«No. Se parliamo di calcio, perquanto la maglia sia bianconera,tifo Cesena. Effetto di un piccoloamore giovanile appena arrivato inItalia. Lei tifava Cesena». l

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di Augusto Frasca

Antonio Ghirelli, un decano dei giornalisti italiani, figlio della fervida cultura napoletana, ha vissuto la professione a 360°, ricoprendo anche delicati incarichi

istituzionali e con una passione mai rinnegata per lo sport. In questa intervista diAugusto Frasca racconta episodi della sua carriera e del suo privato

Un “penna” dentro

laSTORIAAugusto Frasca, abruzzese tra-piantato a Roma, è giornalista,scrittore e storico dello sport. Per oltre 20 anni è stato Capo ufficio stampa della Federazioneitaliana di atletica leggera,nonché direttore della rivista“Atletica”; inoltre è statoResponsabile della comunicazionedei Mondiali di atletica del 1987 e del centro stampa dei Mondialidi calcio del 1990. Tra le sueopere segnaliamo: “InfinitoOberweger” (2000), LaGarzantina dello Sport (2008, conClaudio Ferretti), “DorandoPietri, la corsa del secolo” (2007)e il recente “Roma Olimpica,la meravigliosa estate del 1960”(2010, con Vanni Loriga), libroedito da Vallardi. Ha collaboratoper il “Corriere dello Sport”e attualmente scrive per“Il Tempo”.

Decano del giornalismo italiano, figura unica per poliedricità e cifraprofessionale, Antonio Ghirelli è nato a Napoli nel 1922. Nelle stagioniuniversitarie è amico fraterno di Raffaele La Capria, Giuseppe PatroniGriffi, Francesco Compagna, Francesco Rosi, Luigi Compagnone.Redattore nel 1944 in Radio Napoli libera, segue la V Armata come com-mentatore della Radio Mobile, assumendo nel 1945 la direzione di RadioBologna. Dal ‘46 al ‘48 collabora con l’Unità e Milano Sera.Trasferitosi a Roma, è capo-cronista nei quotidiani del pomeriggio LaRepubblica d’Italia e Paese Sera. Nel dicembre 1956 esce dal PCI e daPaese Sera sulla scia delle rivelazioni sui crimini di Stalin e della sangui-nosa repressione della rivoluzione ungherese. Nel 1958 è chiamato a diri-gere Il Calcio e il Ciclismo illustrato, e l’anno successivo Tuttosport. Èdirettore nel 1961 del Corriere dello Sport. Lasciato il quotidiano roma-no, è inviato speciale del Corriere della Sera e collaboratore culturaledella Stampa. Nel 1965 rientra alla direzione del Corriere dello Sport,restandovi fino al 1972, stagione in cui, su chiamata di Angelo Moratti,assume la direzione del quotidiano economico-politico Il Globo. Nel 1974è chiamato a dirigere il settimanale politico-culturale Il Mondo. Nel 1978è nominato direttore dell’ufficio stampa del Presidente della RepubblicaPertini e, nell’estate del 1983, del governo Craxi. Nell’86-87 dirige ilTG2 e, nell’88-89, l’Avanti! È editorialista del Mattino e del Corrieredello Sport. Protagonista di un’intensa attività letteraria, di lui si segna-lano in particolare Napoli sbagliata (1962), la Storia del calcio in Italia,il best-seller Storia di Napoli (1973), Donna Matilde, dedicato allaSerao, Effetto Craxi e, dedicato a Pertini, Caro Presidente. AugustoFrasca conosce Ghirelli dal 1968, anno in cui s’affacciò al giornalismoscrivendo d’atletica sul Corriere dello Sport a fianco di Vanni Lòriga.

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Caro direttore, un giorno, eral’inizio degli anni ’70, al terminedi una folgorante domenica cal-cistica, scrivesti: Dio, ti ringraziodi essere giornalista sportivo. «Lo scriverei anche adesso, allalettera». Malgrado i tempi, le manipolazio-ni, i mercati, malgrado il giornali-smo sia spesso rischio per l’eti-ca e l’estetica dell’informazione,oltre che per la grammatica e lasintassi?«Malgrado tutto. Ad esempio, ilgioco del calcio ha un fascinounico, che nasce anche dalla sem-plicità e dall’immediatezza dellesue regole. Me ne innamorai a otto anni. StadioAscarelli, incontro Napoli-Bologna,Carletto Buscaglia, ala sinistra par-tenopea, perse una scarpa, e con ilpiede nudo segnò il gol che avreb-be propiziato il pareggio per gliazzurri».Ritieni quindi più sano reagireche rassegnarsi all’andazzo.«Vedi, il gioco è sempre più bellodella realtà, dove ti scontri concose durissime. Il giornalismo spor-tivo ha un contatto diretto con ilpubblico e con i protagonisti. LeOlimpiadi, ogni quattro anni, edovunque si svolgano, sono spetta-colo imperdibile, e realmente unafesta dello sport e della gioventùdel mondo. Poi sono intervenute atutti i livelli, tuttora prevalenti inmisura imbarazzante, le degenera-zioni della società dello spettacolo,diretta emanazione della degene-razione della politica. La televisio-ne, con il suo essere preda dell’au-dience, ha colossali responsabilità.Da anglofilo, ritengo che lo sportdebba far parte a pieno diritto diqualsiasi progetto pedagogico e dicrescita sociale, e penso che ilregolamento del gioco del calcio,nella sua esaltazione del fair-playsottoscritta nel 1863 nellaFreemason Tavern di Londra,sarebbe un eccellente manuale perl’educazione dei nostri giovani». Restiamo alla carriera, alla finedegli anni Cinquanta e ad unnapoletano che sale alla direzio-ne di un quotidiano torinese.

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Antonio Ghirelli a colloquio con l’avvocato Gianni Agnelli. Il giornalistanapoletano ha diretto alla fine degli anni 50 il quotidiano torinese Tuttosport

«Il calcio, malgrado tutto, ha un fascinounico: il gioco è più bello della realtà.

Lo sport resti elemento di crescita sociale»Sallustro, il leone dell’area di rigorenella mia adolescenza napoletana,Peppino Meazza, Silvio Piola,Fulvio Bernardini, e poi, più avanti,Valentino Mazzola e ancora piùavanti Omar Sivori. Tra i più vicininel tempo, Roberto Baggio, fuori-classe assoluto».Nel mese scorso sono stati ricor-dati i settanta anni di Pelé e i cin-quanta di Maradona. Un diffusoluogo comune li porta spesso adessere additati come i più grandinella storia centenario del calcio.«Tra i più grandi. Ma non i più gran-di. Il luogo comune è una iattura,sempre, soprattutto nel giornali-smo, perché è la somma di scarsacuriosità e di accidia di mestiere». Facciamo altri nomi. Almenouno.«E a uno mi limito, poiché in gene-re queste classifiche sono arbitrarie

«Alla direzione di Tuttosport,Gianni Agnelli, che possedevaall’epoca quote azionarie del quoti-diano, avrebbe voluto Gianni Brera.Ma l’altro comproprietario dellatestata fondata quindici anni primada Renato Casalbore preferì il sot-toscritto. E il 1959 fu una stagionesegnata, calcisticamente, con lamia direzione, da una straordinariae positiva coincidenza per un gior-nale dalle forti radici locali: direttatecnicamente da Renato Cesarini,allenata da Carlo Parola, guidatasul campo da Giampiero Boniperti,la Juventus vinse lo scudetto con 8punti di vantaggio sulla Fiorentina,e il Torino tornò in serie A dopo unanno di purgatorio». Grandi personaggi, Cesarini eParola. «Tra i miei preferiti nella storia delcalcio nazionale, insieme con Attila

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e affatto relative. Il primo che miviene in mente è Alfredo DiStefano, prodotto dall’incrociomirabile tra un padre originario diCapri e una madre inglese.Nell’argentina River Plate, nellacolombiana Millionarios o nellaspagnola Real Madrid, totalepadronanza del campo, piedi infal-libili, in dieci secondi dalla difesadella propria area di rigore all’as-salto della porta avversaria. Facciomia la magistrale affermazione diHelenio Herrera, che di campioni,di classe pura e d’agonismo erasottile intenditore: se Pelè era, nel-l’orchestra, il primo violino, DiStefano era l’orchestra». Qualche nome extra calcistico.«Ero tifoso di Fausto Coppi, maammiravo Gino Bartali. Ancoraprima, in quella che tra le due guer-re era la disciplina più popolare,ero tifoso di Learco Guerra, ma nonpotevo non rispettare la grandezzadi Alfredo Binda. E AdolfoConsolini, dalla medaglia d’oroolimpica del ’48 al commoventegiuramento gridato nella cerimoniad’apertura di Roma ‘60». In periodi più recenti?«L’emozione, nel 1960, per Berrutisul traguardo dell’Olimpico dinanziai velocisti statunitensi. Fu la vitto-ria dell’uomo giusto nel posto giu-sto, l’esaltazione, aristocratica,della regina delle discipline sporti-

ve. L’infallibilità agonistica di SaraSimeoni sulle pedane internaziona-li, da Praga a Mosca e LosAngeles. Più avanti, ho ammiratoFiona May. E adesso quell’eccezio-nale personaggio a nome ValentinoRossi».Un’emozione, su tutte.«Fammi riflettere. Forse quella

legata al luglio 1962, quando dainviato speciale per il Corriere dellaSera seguii lo storico USA-URSS diatletica, stadio della StanfordUniversity a Palo Alto. In quellaoccasione, un risultato su tutti: ilprimato mondiale di 2.26 di ValerijBrumel nell’alto. Ed un’esperienzaumana e professionale di raro

Ghirelli insieme al Presidente Sandro Pertini del quale divenne direttoredell’Ufficio Stampa nel 1978. Alla destra di Ghirelli Francesco Cossiga,allora ministro degli Interni

Il giornalista conaltri tre napoletaniillustri: da sinistra ilregista FrancescoRosi, lo scrittoreRaffaele La Capria eil giornalista-scritto-re Ermanno Rea.Nel 1973 Ghirelli hapubblicato la Storiadi Napoli, diventatoun best-seller

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A passeggio per il centro di Roma insieme a Bettino Craxi che lo chiamònell’estate del 1983 quando iniziò il suo primo governo. Ghirelli scrisse illibro Effetto Craxi

spessore».Un gotha personale, di colleghi edirigenti...«Tra i primi, Bruno Roghi, cesella-tore della parola e grande musico-logo, Gianni Brera, fazioso ma discrittura potente, Orio Vergani,Gino Palumbo, MaurizioBarendson, e giornalisti esemplariche ho avuto al mio fianco comecapo-redattori, Giorgio Tosatti, figliodi Renato, perito a Superga, eGastone Alecci. Tra i secondi,Ottorino Barassi, impeccabile orga-nizzatore dei Mondiali del 1934 -decennio irripetibile, gli anni ’30,per lo sport italiano, due titoli mon-diali e vittoria olimpica nel calcio,primi posti degli azzurri nei Giochiolimpici del 1932 e del 1936 - e pre-sidente federale dal ’46 al ’58. EGiulio Onesti, con almeno tre meri-ti. Anzi, quattro. Fu il protagonistadella memorabile ripresa delComitato olimpico, ribaltando ilruolo di liquidatore dell’organismo,emanazione del Ventennio, affida-togli nel ’44 da Pietro Nenni. In taleoperazione, grandemente lungimi-rante ed apparentemente visiona-ria, l’opera di Onesti è in chiavestorica assimilabile al miracolo rea-lizzato da Enrico Mattei con l’ENI.Ebbe inoltre, Onesti, l’intelligenzadi assicurarsi la collaborazione deimigliori dirigenti provenienti dallestrutture organizzative delFascismo. Penso ad un illuministacome Bruno Zauli, penso a MarioSaini, a Marcello Garroni, aGiordano Bruno Fabjan. E con que-sti stessi uomini realizzò il capola-voro dell’Olimpiade del 1960.Quarto merito di Onesti, qualitàrara, morire senza conti bancari».Gli anni ai vertici istituzionali,prima al Quirinale, con Pertini,poi a palazzo Chigi, con Craxi.«Esperienze formidabili. Ero esono socialista, e non potevo nonprovare affetto e stima per un uomoeccezionale come il Presidentedella Repubblica. Mai stato a disa-gio con lui, neanche quando midimissionò, dopo essermi caricatosulle spalle responsabilità indirette.Mi piace ricordare - me ne fececonfidenza la moglie delPresidente, Carla - come era cadu-

ta la scelta sul mio nome alla dire-zione dell’ufficio stampa delQuirinale. Una mattina, SandroPertini si svegliò più presto del soli-to. Saltò dal letto, scosse la moglieed esclamò, “ho trovato l’uomo perl’ufficio stampa: è napoletano, èintelligente, è socialista, è unosportivo”. Nessun difetto da attribuirgli?«Due, vanitoso e vendicativo». E Craxi?«Anche con Bettino Craxi, allaPresidenza del Consiglio, mai pro-blemi, mai disagio. È stato un pro-tagonista sfortunato, anche perse-

guitato». L’incontro della vita.«Mia moglie Barbara, sposata nel’45, senza una lira in tasca, condot-ta in viaggio di nozze dopo venti-cinque anni, avendola attesa, ioproveniente dai Mondiali di Cittàdel Messico del 1970, al molo 92dello scalo di New York, innamo-randomene, al suo scendere dallascaletta della nave, per la secondavolta». E quindi, sull’isola deserta?«E quindi, su quell’isola, porterei lasua foto. E una copia della miaStoria di Napoli». l

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La Santoni, romana, è la capitana della straordinariasquadra azzurra di ginnastica ritmica confermatasi

campione mondiale. E per Londra un sogno e una vendetta

Armonia e decisione, leggerezza epotenza, delicatezza e determinazione:un elenco di sostantivi in apparenteantitesi tra loro che in realtà contengo-no l’essenza della ginnastica ritmica.Solo accostando elementi contrastantisi può trovare la natura di uno sportolimpico che unisce l’eleganza delladanza alla forza fisica, una disciplinache implica grande collaborazione elavoro di squadra.Solo con costanza e passione la ginna-stica ritmica può entrare dentro di te,facendo parte integrante della tua vita.In molti casi però non sei tu a sceglier-la: è Lei che sceglie te. Ti catturaanima e cuore, ti incanta. Come il bat-ter d’ali di una farfalla, impalpabilema vitale: the butterfly effect…Per diventar farfalla, Elisa Santoni hadovuto superare ostacoli importanti, apartire dall’intervento chirurgico alcuore che, all’età di otto anni, le haconsentito di avviare l’attività agoni-stica. Un talento precoce quello del-l’atleta romana che ad undici anni laporta in pedana per il suo primoEuropeo Junior. Sono le sue stessecompagne ad eleggerla leader dellasquadra, capitano della nazionale ita-liana: segno di notevole fiducia e rico-noscenza.Nel 2003 partecipa agli Europei diRiesa ed ai Mondiali di Budapest, ma ènel 2004 che viene scritto il capitolopiù importante della ginnastica ritmicaitaliana. Ad Atene, le ‘farfalle’ si tingo-no d’argento, storica medaglia, laprima olimpica. Non un punto d’arrivoma di partenza.Il 2005 porta il primo titolo iridato ai

Mondiali di Baku, accompagnato dalprimato nella specialità cerchi e cla-vette e dalla seconda piazza in quella inastri: una vera e propria consacra-zione internazionale. Anche nel 2006 ilpalmares di Elisa viene incrementatocon tre medaglie preziose: agli Europeidi Mosca le azzurre conquistano ilbronzo nel concorso generale, l’argen-to con cerchi e clavette ed un altrobronzo nella specialità nastri.I Mondiali di Patrasso del 2007 porta-no con sé un risultato ‘dolceamaro’:un tris d’argento che lascia un po’ didelusione negli occhi di Elisa e compa-gne. Un preludio non roseo per avvia-re la preparazione olimpica. Se è veroche non ci si deve mai arrendere din-nanzi alle difficoltà, la storia recentedelle ‘farfalle d’oro’ potrebbe esserneesempio indelebile: relegate in quartoposto per un verdetto ‘discutibile’ alleOlimpiadi di Pechino, le azzurre ritor-nano in pedana nel settembre 2009 peri Mondiali di Miè. Il Sol Levantediventa tabù da sfatare: oro in concor-so generale e nastri, argento specialitàcerchi. Una riscossa guidata dal cari-sma di Elisa, punto di forza dell’eser-cizio presentato in Giappone: con lecompagne girate di spalle, la ‘capita-

na’ era l’unica con lo sguardo rivoltoverso la giuria. Un premio ma non unrisarcimento: la ferita di Pechinorimane ancora aperta. Il cammino diElisa continua senza soste, la‘Capitana’ diviene leader indiscussa econduce la nazionale attraverso un2010 dalle tinte sgargianti. La prima-vera della ginnastica italiana fioriscesulla pedana di Brema, dove nel mesedi aprile vanno in scena i campionatiEuropei. L’Italia chiude la trasfertatedesca con tre medaglie, due d’argen-to (concorso generale, funi e nastri) eduna di bronzo (cinque cerchi). Untrionfo ma l’apoteosi non è lontana…25 settembre 2010, Mondiali diMosca: Elisa ha nuovamente lo sguar-do fisso sulla giuria ed un solo pensie-ro nella testa. L’esercizio sfiora la per-fezione e colloca le azzurre sul gradinopiù alto del podio nel concorso genera-le, proprio dinnanzi a Bielorussia eRussia. Una vittoria inestimabile, otte-nuta nella tana del lupo! Il gruppo è coeso più che mai, rassicu-rato dalla presenza di un punto di rife-rimento ben evidente per illuminare lastrada che porta al reale obiettivo: aLondra nel 2012 sarà nuovamenteOlimpiade. (P.C.) l

ELISA,la farfalla d’oroElisa Santoni, romana, gareggia per

l’Aeronautica militare

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2005, oro di specialità 30) Primo club: Ginnastica ritmicaRomana 31) Club attuale: Aeronautica Militare 32) Primo allenatore: FrancescaBattisti, Liliana Iacomini, MichelaConti 33) Attuale allenatore: EmanuelaMaccarani, ct Squadra Nazionale 34) Delusione più grande: GiochiOlimpici Pechino 2008: 4° posto,medaglia di legno con esercizi edesecuzioni da oro olimpico 35) Soddisfazione più grande:oro ai Campionati del Mondo di Mie2009, oltre alla soddisfazione peressere le Campionesse del Mondo,la conferma del “furto” subito aiGiochi Olimpici di Pechino 2008...Oro ai Campionati del Mondo diMosca nel 2010 (una conferma deltitolo mondiale e per di più una vit-toria a casa delle nostre prime

che effetto fa36) Essere un personaggio:non mi sento un personaggio,anche se mi gratifica e mi fa piace-re sapere che molte persone vedo-no in me un modello da seguire 37) Il dolore fisico: il dolore fisicoè solo una spia che si accende nelquadro degli strumenti…Basta nonguardarla per continuare ad alle-narsi 38) Un complimento vero: fa pia-cere, dà soddisfazione, ti appaga

chi sei?1) Nome e cognome:Elisa Santoni 2) Altri nomi e soprannomi: Sasà 3) Data e luogo di nascita: 10 dicembre 1987, Roma 4) Segno zodiacale: Sagittario 5) Altezza: 178 cm 6) Peso: 59 kg 7) Numero di scarpe: 42 8) Capelli: castani mossi 9) Occhi: castani 10) Stato di famiglia: nubile 11) Domicilio: Desio c/o CentroFederale Ginnastica Ritmica 12) Studi: laureanda in ScienzeMotorie c/o Università degli Studidell’Aquila 13) Lingue straniere: inglese

profilo14) Carattere:carismatica, forte, decisa, solare atratti riflessiva. Il modo con cuiaffrontiamo le circostanze della vitafa comprendere molti aspetti delproprio carattere. Ritengo che iltalento sia un dono, mentre il carat-tere una scelta. 15) Qualità dominante:la costanza e la tenacia16) Difetto dominante: talvoltapermalosa 17) Hobby: cinema, lettura, musi-ca, moda, tecnologia, Internet,viaggi e poi vincere (forse è il miohobby preferito) 18) Mania: ricerca della perfezione 19) Desideri: si dice che nel rac-contare un desiderio ci sia il rischioche non si avveri… Dato che è tuttala carriera che lo sto rincorrendo,mancando meno di due anni alladata in cui vorrei che si avverasse,preferisco tenerlo per me! Unavolta ci sono andata molto vicina… 20) Complesso: non lo sento tantoun complesso, quanto più unaresponsabilità nei confronti dellemie compagne di squadra. Voglioessere il fuoco, l’energia, il buonesempio per loro 21) Superstizione: non sono superstiziosa, l’unico atto

che si può avvicinare a qualcosa disimile sono gli attimi che precedo-no la gara, tra tutti il momento in cuicon le mie compagne ci guardiamonegli occhi22) Modo di vestire: a secondadella situazione vesto casual o piùraffinata... in linea di massima mipiace seguire la moda 23) Mezzo di locomozione: l’ae-reo mi piace per arrivare prima alladestinazione, ma con l’auto, megliocabriolet, riesco a vivere appienoogni momento e a rendere il viag-gio parte integrante di una vacanzao di una bella esperienza e nonsolo il trasferimento per arrivarealla destinazione finale24) Ora della sveglia: 7.00 delmattino, nei weekend lontani dallegare “non pervenuta” 25) Ora del sonno: 00.00-00.30,spesso Facebook mi porta a fare“nottata”

curriculum26) Sport praticati da piccola:nuoto per poi approdare alla ginna-stica. Stili preferiti: stile libero erana 27) Prima gara ufficiale di ritmi-ca: a livello Internazionale Campio-nati Europei Budapest 1999 28) Prima soddisfazione: a livello internazionale Bronzo aiCampionati Europei di Riesa nel2003 29) Prima vittoria internazionale:Campionati del Mondo di Baku

Elisa si esibisce all’aperto (Foto Augusto Brizzi)

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rosso, ma ogni tanto brindo con lospumante (speriamo di avere legiuste occasioni per poterlo fare)64) Liquore: non mi piacciono,preferisco, nella giusta occasionescegliere un cocktail, un mojitomagari

la cultura65) Lo scrittore: Dan Brown,Nicholas Sparks,... 66) Il poeta: Jacques Prevert,Pablo Neruda, Kahlil Gibran,... 67) Il pittore: Salvador Dalì, PabloPicasso,Van Gogh 68) La musica: commerciale, disco, hip-hop 69) Lo scienziato:Leonardo e Darwin70) L'uomo politico: BarackObama. Il giorno successivo allasua elezione il quotidiano LaRepubblica intitolava: Il Mondo ècambiato 71) La scienza: sono a favoredella scienza come arte di ricerca,nella medicina e nella conoscenza,non tanto come atto compulsivo efrenetico specie in campo militare;nonché la crescente azione negati-va della produzione economica sul-l'ambiente naturale, la prospettivareale di un esaurimento delle risor-se naturali non rinnovabili e altrecose 72) Il quotidiano: La Gazzettadello Sport e Repubblica

gli svaghi73) Il cantante: italiani Ligabue,Baglioni, Elisa; stranieri JamesBlunt, Beyoncè, Rihanna74) L'attrice italiana: mi piacemoltissimo Giovanna Mezzogiorno,riesce ad adattarsi a tutti i ruoli;reputo che abbia avuto una cresci-ta professionale incredibile e in piùmi sembra una persona vera edeterminata.75) L'attore italiano: mmm....direiRaoul Bova76) Il comico italiano:Enrico Brignano 77) L'attrice straniera:Julia Roberts

della stagione… 48) Stagione: estate 49) Numero: 10 50) Lettera: la S, la S del miocognome, la S di Superman, la Scome lettera morbida e sinuosa, laS che si può disegnare con unnastro, la S di sogno51) Vacanza: l’ingrediente princi-pale della mia vacanza non e’ ilrelax, ma il divertimento. Nonimporta dove, ma con chi. La metaideale California e Centro Americain generale52) Città italiana: Roma, la miacittà dell’anima 53) Città straniera: New York, perme la Roma americana, piena divita, di movimento, di persone, diopportunità. Incredibile54) Nazione: Italia, on la cambiereiper nulla al Mondo. Amo viaggiare,vivere all’estero, ma sempre con ilpensiero di poter tornare nel Paeseche amo, portando con fierezza lamia italianità

il palato55) Aperitivo: purtroppo o per for-tuna il nostro sport comporta unregime alimentare abbastanza rigi-do. Questo significa che quando“sforiamo” tendiamo ad andare drit-te “al sodo” trascurando un po’ lafase di warm up. Mi piace invecemolto l’idea dell’aperitivo, soprattut-to d’estate, come modo per stareinsieme agli amici. Di solito optoper l’aperitivo analcolico della casa,alla frutta magari56) Antipasto: vitel tonnè 57) Primo piatto: qualunque tipo dipasta con sugo fresco, pomodorinie basilico 58) Carne: la classica tagliata dimanzo con rucola e olio crudo 59) Pesce: preferisco la carne, mai gamberi rientrano al secondoposto nelle mie preferenze60) Formaggio: mozzarella in tuttele sue forme: piccole, grandi,intrecciate…di bufala poi è daimpazzire61) Frutta: fragola62) Dolce: torta Saker 63) Vino: non mi piace il vino

soprattutto se riconosci la veridicitàdello stesso, se arriva da personeimportanti e soprattutto se senti dimeritarlo 39) Un complimento falso: lasciail tempo che trova…sicuramentenon arrivano da persone “strette” equesto limita completamente ilpeso delle loro parole 40) Vivere in quest'epoca: è emo-zionante…le direzioni da seguiresono molteplici, nulla è scrittoprima, la rotta uno la sceglie da sè,ma lungo il percorso ci sono milleopportunità che si possono verifica-re41) Il denaro: non sono moltoattaccata al denaro, tutte le scelteche ho fatto e che continuerò a faresaranno dettate dalla passione, dalpiacere nel fare una cosa o unascelta42) L'amore: è un grandissimocontenitore: all’interno c’è di tutto:emozioni, passioni, sorrisi, pianti,sogni. E’ un meraviglioso caos acui tengo molto e che custodiscogelosamente43) La famiglia: è la mia ener-gia…in Nazionale mi prendono ingiro dicendo che noi “Santoni”siamo la famiglia del MulinoBianco…i miei genitori mi stannovicini pur abitando a 600 km didistanza, così anche i miei fratelli ei miei parenti…non appena posso-no mi vengono a trovare, mi seguo-no in tutte le gare, ci confrontiamonelle scelte importanti e più frivo-le…come dire: lontani ma semprevicini 44) Il passare degli anni: mi sentoancora molto giovane per poterdescrivere questa esperienza…almomento non è tangibile

le preferenze45) Ora: 18.00, e’ l’ora in cui nor-malmente dedico il tempo a mestessa 46) Giorno: Domenica, la giornatadi riposooooo =P47) Mese: Luglio: tutta l’estatedavanti, il cambio della sede di alle-namenti da Desio a Follonica, l’av-vicinarsi della gara più importante

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96) Vittoria più entusiasmantenello sport: quella di Phelps suCavic ai Giochi Olimpici di Pechino2008, che l’ha portato a vincere 8medaglie d’oro nella stessa edizio-ne dei Giochi97) Sconfitta più incredibile nellosport: non ho ricordi di sconfitteincredibili... da quando ho comin-ciato a seguire lo sport di alto livel-lo, i divari tra il favorito e i preten-denti erano relativamente limita-to… questo andava ad abbassarele aspettative e quindi a renderemeno incredibile una eventualesconfitta. Se dovessi sceglierneuna forse quella del Dream Team aiGiochi Olimpici di Atene 2004.98) Avvenimento privato: il sorri-so e gli occhi di mia mamma, di miopapà e dei miei fratelli dopo l’inter-vento al cuore subito all’età di 8anni, necessario per potermi avvia-re all’attività agonistica. Queglistessi occhi mi hanno poi vistoCampionessa del Mondo per dueanni consecutivamente

per concludere99) Qual è il tuo motto preferito:crederci sempre, arrendersi mai100) Definisciti in poche parole:sono una ragazza di 25 anni, conun sogno da raggiungere: la miasolarità, la mia simpatia, la miadeterminazione, il mio essere lea-der mi aiutano a vivere al meglio ilpercorso che giorno per giorno mipermetterà di provare a realizzarlo.In tutto questo essere concreta,ogni tanto mi piace sognare sia peril presente, che per il futuro l

do ho fatto la difficile scelta dilasciare casa e trasferirmi nel cen-tro federale di Desio per inseguire ilmio sogno 88) L'amica/o del cuore: Elisa Bianchi = P con lei ho vissutopraticamente tutta la mia vita spor-tive, siamo coetanee, a 14 entram-be abbiamo lasciato famiglia, amicie città per trasferirci al CentroFederale, siamo sempre state incamera insieme in hotel e da circaun anno abbiamo preso in affittouna casa. E’ sicuramente il mioalter ego

il meglio di sempre89) Il libro: Mille Splendidi Soli diKhaled Hosseini 90) Il film: Il Gladiatore 91) Il disco: U2, How to Dismantlean Atomic Bomb 92) Lo show televisivo: Chi haincastrato Peter Pan 93) Avvenimento sportivo: asso-lutamente i “Giochi olimpici”: nonc’e’ Campionato del Mondo diCalcio che tenga94) Campione italiano dellosport: Valentino Rossi, seppur nonappassionata di motociclismo è riu-scito a tenermi davanti al televisoreper la grandezza del personaggio,per la potenza mediatica, per lasua simpatia 95) Campione straniero dellosport: Usain Bolt, l’uomo più velo-ce del Pianeta, l’uomo più veloce disempre, è emozionante descriver-lo, vederlo è incredibile

78) L'attore straniero: Sean Connery e Richard Gere...impossibile sceglierne uno 79) Il presentatore: Paolo Bonolismi piace come persona, come pro-fessionalità, come percorso (è par-tito da Bim Bum Bam), per la scel-ta di specializzarsi in presentatoree basta... e quindi non canta, nonballa, fa il presentatore!

i ricordi d’infanzia80) La favola: Alice nel paese delle meraviglie 81) Il gioco: tutta la vita Monopoli,gioco senza età, giocavo con i mieifratelli che sono sicura barassero82) Il disegno: mi è’ sempre rima-sto impresso il disegno di un alberoche improvvisavo in gran quantitàquando ero piccola, a pensarciadesso forse per la sua maestosità,per il senso di protezione di frontead uno spazio vasto83) I genitori: ricordo le coccole dimia mamma e la simpatia di miopapà, che tutte le sere prima diandare a dormire veniva a farmiridere imitando lo scimpanzé84) Il buio: lascia sfogo alla miaimmaginazione 85) La scuola: a causa del tipo divita non ho vissuto la scuola nelvero senso della parola: ho fre-quentato il liceo scientifico coninsegnanti privati dopo le ore d'alle-namento e mi sono diplomata nelliceo Farnesina a Roma. Ora sonoiscritta alla Facoltà di ScienzeMotorie dell'Aquila 86) Gli insegnanti: con gli insegnanti, ho sempre avutoun ottimo rapporto, soprattutto daquando sono al Centro Federale.La situazione e i rapporti era similiad un college americano.Riuscivamo ad incastrare impegnisportive e impegni scolastici, c’e’sempre stata disponibilità nel com-prendere I nostri sforzi e questo hapermesso un ottimo feeling nel rap-porto scuola/sport 87) L'età decisiva: probabilmente i miei 14 anni quan-

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La squadra di ginnastica ritmica che ha vinto il titolo mondiale lo scorsoanno in Giappone

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È stato un successo. Per tre gior-ni, dall’8 al 10 ottobre, Siracusa èstata la capitale del teatro amato-riale italiano grazie alla XXIII edi-zione della Festa organizzata dallaFita. Grande partecipazione, gran-de entusiasmo. Domenica il presi-dente nazionale della Fita CarmeloPace, tra un saluto e l’altro ai parte-cipanti che stavano lasciando l’al-bergo che li aveva ospitati per farritorno alle proprie case, ha fatto unrapido bilancio a caldo dell’even-to».Presidente, innanzitutto perché

Siracusa?«E’ il luogo simbolo del teatro,come dire, il teatro torna alle sueradici. E poi la Fita in provincia diSiracusa ed in Sicilia ha una fortepresenza numerica e una ricono-sciuta qualità artistica».Com’è andata la Festa?«I numeri ci dicono che la proposta

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Ai primi di ottobre Siracusa ha ospitato l’evento celebrativo del Teatro Amatoriale. La soddisfazione del presidente Carmelo Pace: «La città siciliana e tutta la Regione

hanno risposto come speravamo. I numeri testimoniano della riuscita della manifestazione». La compagnia di Lugo premiata per la migliore rappresentazione

La FESTAè uno spettacolo

è stata accolta benissimo: oltre 400partecipanti da tutte le regionid’Italia. Con la partecipazione deisiciliani abbiamo avuto punte di600 presenze nella Cittadella delTeatro che abbiamo allestito all’in-terno dell’Hotel Fontane Bianche».Come hanno trascorso i quattrogiorni della Festa?«Oltre a visitare i luoghi, ad assiste-re alle serate programmate, gliattori hanno frequentato gli stage,ma soprattutto hanno avuto mododi incontrarsi e di confrontarsi.Questo è lo spirito che pervade laFesta, direi il valore fondante dellamanifestazione. Gli attori, la vera essenza dellafederazione, si incontrano tra loro eparlano delle loro esperienze nelteatro».E’ domenica e già alcuni fannoritorno a casa.«Sì, abbiamo appena finito la con-versazione sul teatro che abbiamovoluto titolare “La cultura è un dirit-to… lo spettacolo un servizio”.Nonostante le partenze eravamopiù di 150 in sala. E’ la prova che lagente ha bisogno di incontrarsi, discambiarsi idee, proposte, di sen-tirsi parte di qualcosa che non èsolo utile a se stessi, ma anche acoloro che ci circondano nelle

Il presidente Carmelo Pace tra i due giovani attori Giovanni Argante e DeboraLentini che hanno fatto parte della Giuria

A cura della Federazione italiana Teatro Amatori

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nostre comunità. La cultura è undiritto riconosciuto a tutti i cittadiniitaliani dalla nostra Costituzione. Lospettacolo è uno dei mezzi perchési realizzi. Il teatro amatoriale èforse quello che ha più valore.Perché è spesso popolare e rag-giunge anche coloro che sono fuoridai circuiti delle grandi città e deigrandi eventi».Stanchi e soddisfatti?«Stanchi sicuramente, perché nonv’è nulla di scontato in un’organiz-zazione che si basa sul volontaria-to. Abbiamo faticato tutti, i compo-nenti del direttivo, i ragazzi delgruppo locale La Mansarda che cihanno collaborato e, soprattutto, il

giovane settantenne Luca Morelli,presidente provinciale di Siracusa,che è stato l’anima di tutto.Soddisfatti perché abbiamo datotutto quello chepotevamo dare. Miauguro che il giudi-zio dei partecipantialla fine sia positi-vo. Certo è che seogni anno vi parte-cipano tante per-sone vorrà direqualcosa».Il prossimo annodove sarete?«Vedremo. Ormaila festa ha anchela finalità di pro-muovere nel terri-torio la nostraorganizzazione eper questo chiedia-mo alle varie regio-ni di proporsi divolta in volta.Intanto godiamoci ibei ricordi di que-sta edizione checiascuno di noiporterà con sé». Dopo le considera-zioni delPresidente Pace ci

piace concludere ricordando unepisodio che sintetizza lo spiritodella Festa. Durante le premiazioni Agata Tarso

Il celebre teatro greco di Siracusa. La città siciliana è stata nominata capitaledel Teatro Amatoriale per il 2010

TUTTI I VINCITORIDEL PREMIO FITALIA 2010Questi i vincitori del premio Fitalia 2010 nelle variecategorie. Sono stati scelti dalla giuria composta daAldo Formosa, autore e regista teatrale, e dagli attoriGiovanni Argante e Debora Lentini. Alla fine il presi-dente della giuria Aldo Formosa ha così commentato:«La Fita può considerarsi un naturale serbatoio, lascuola dalla quale possono spiccare il volo i più dotatidi talento. Dai lavori in concorso, visionati, per l'asse-gnazione dei premi, abbiamo potuto rilevare come laFita, nei tre giorni della sua Festa Nazionale, voluta ecelebrata nella città di Siracusa, manifesta chiaramen-te l'esaltazione del Teatro Amatoriale che tra le tantefunzioni può considerarsi fucina di quello professioni-stico».1) Miglior spettacolo alla compagnia “La Compagine diLugo” (Ravenna) per lo spettacolo La not cheGaribaldi e vulè ins la lona di Paolo Parmiani. 2) Migliore regia a Catia Sfregola della compagnia. “IlTeatro” di Roma per lo spettacolo Ho visto Sara eValeria... volare di Fausto Marchetti.3) Miglior allestimento scenico (scenografia, costumi eluci) a Andrea Caldarelli della Compagnia FilarmonicoDrammatica di Macerata per lo spettacolo La vita che

ti diedi di Luigi Pirandello.4) Miglior attore protagonista a Filippo Totaro dellaCompagnia Teatro Stabile Città di Manfredonia (Fg)nello spettacolo Non ti conosco più... amore mio diAldo De Benedetti.5) Migliore attrice protagonista a Agata Tarso dellaCompagnia Amici del Teatro di Nicolosi (Ct) nello spet-tacolo Filumena Marturano di Edoardo De Filippo.6) Miglior attore caratterista a Civita Cleto dellaCompagnia “Misci e ma acciapei” di Borzonasca (Ge)nello spettacolo Gelsomino di Fernando Ferrarotti.7) Miglior attrice caratterista a Eliosa Collina dellaCompagnia Filodrammatica “Non solo ragionieri” diCastiglione dei Pepoli (Bo) nello spettacolo Io, Alfredoe Valentina di Oreste De Santis.8) Premio Autore Fita a Cosimo Boglio per il testoOperazione Cappuccino. 9) Premio Foto di Scena alla Compagnia “I Sani dalegare” di Roma per la commedia “Una volta nellavita”.10) Premio Locandina alla compagnia Alfa Teatro diAndria per la commedia “Anna Capelli”.11) Premio costumi ex aequo alla compagnia Amici perun sogno di Stresa per il musical “I Figli del Nilo” ealla compagnia il Canovaccio di Leonforte per la com-media “Anime di carta” l

Agata Tarsu vincitrice del premio comemiglior attrice protagonista

Luca Morelli, presidente del comitato provinciale Fitadi Siracusa, anima della manifestazione

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si alza tra il pubblico per andare aritirare il premio come miglioreattrice protagonista accompagnatadagli applausi. Ritira il premio; unpo’ impacciata come tutti gli ama-tori che quasi si scherniscono amettersi a disposizione del foto-grafo. Il presentatore azzarda unfuori programma: «Ci reciti unpezzo». Cosa inedita durante lapremiazione e, pertanto, inaspet-tata dal pubblico, dagli organizza-tori e sicuramente anche da chi èpremiata. Gelo…dirà certamenteche non è il caso. Situazione da far“morire d’infarto” anche il più con-sumato attore professionista chein questi casi domanda sempreprima: cosa mi farete fare? Cosami chiederete? L’esile figura diAgata Tarso da Nicolosi, un paesi-no vicino ai primi crateri dell’Etna,sembra non scomporsi: ha vinto ilpremio per l’interpretazione diFilumena Marturano di De Filippo.Attimi di silenzio e poi si sente sololei, nel passo più intenso dell’inter-pretazione di Filumena.

Il presidente Carmelo Pace “gestisce” il passaggio di consegne tra Stresa, capitaledel teatro lo scorso anno, e Siracusa, rappresentata da Liddo Schiavo, presidentedella Commissione cultura della provincia

I GIOVANI DELL’ ACCADEMIA E“IL SOGNO DEI TOPASTRI”A Siracusa uno degli eventi più attesi era legatoall’Accademia del Teatro, la straordinaria iniziativa chela Fita propone da diversi anni ai giovani dai 18 ai 25anni: la possibilità di partecipare ad uno stage residen-ziale di otto giorni rivolto a dici ragazzi e ragazze chevengono selezionati tra tutte le compagnie Fita d’Italia.Sotto la direzione del regista dell’Accademia DanieleFranci hanno provato otto ore al giorno per presentareinfine il lavoro teatrale proposto. Quest’anno era “Ilsogno di topastri”, liberamente ispirato al racconto diStefano Benni “La topastra”. Lo spettacolo trattava iltema dell’ambiente e della tutela dello stesso in unamodalità giovane, comprensibile, a volte anche ele-mentare ma sempre divertente ed efficace.Questi i giovani che hanno partecipato all’Accademia:Veronica Romano, Agnese Mercati, RobertaBarbagallo, Elena Milani, Francesco Molino, YounessSouel, Marco Martini, Alessio Tenardi, Consoli PlacidoAndrea, Simone Gattullo. Assistenza alla direzione eraGiovanni Ferrari. Il Direttore Daniele Franci ha dichia-rato: «L’Accademia proprio per l’identità che un’inizia-tiva di questo genere credo debba avere, penso che ilpercorso svolto dai “giovani allievi” non sia stato e nondebba essere, la partecipazione ad un allestimento diuno spettacolo con un regista sconosciuto; il mio ruolodi regista, in questo contesto deve cadere in secondopiano, il primo posto in esperienze come questa, devesempre averlo “l’emozione” ed il piacere dei ragazzi dilavorare in modo duro e pregno di perseveranza per la

creazione di un loro prodotto. Formare dei ragazzi inotto giorni non significa trasformarli in attori, questosarebbe presuntuoso ed estremamente diseducativo,credo invece significhi far provare loro cosa significhivivere in compagnia, in gruppo, provare circa otto oreal giorno e richiedere una disciplina che apporti nuoveabilità ed il consolidamento di competenze già acquisi-te attraverso la loro normale partecipazione ad asso-ciazioni o compagnie teatri locali. L’Accademia per meè stata un’occasione per “far rumore” e per far capirein un contesto in cui erano presenti rappresentanti ditutt’Italia, che è anche e soprattutto con i giovani chebisogna provocare il rumore del sorriso per far sì che ilteatro continui a farsi sentire». l

Il teatro compie ancora una volta lasua magia: gli oltre 500 spettatorivengono risucchiati nel vortice dipassione che trasmette l’artista. E’come se non fossimo più lì, maall’interno della storia, anzi siamoun po’ tutti Filumena. Battuta fina-le, un’eruzione di applausi.

Nessuno di noi saprà come in quelmomento si è sentita Agata. Noicertamente con qualcosa in più.Questo è il teatro degli amatori:sensazioni che è impossibile rac-contare se non le vivi.Fortunatamente noi eravamo aSiracusa. l

I giovani attori dell’Accademia mentre interpretano “Ilsogno dei Topastri”

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di Jeff Onorato

Jeff Onorato, pluricampione di sci nautico tra i “diversamente abili” ma anche maestro federale, ci racconta come ha insegnato a far “volare” sull’acqua Simona

Atzori, straordinaria donna, nata senza gli arti superiori, ma già dedicatasi con successo sia al ballo e sia alla pittura

Jeff Onorato in azione, con il suo entusiasmo e la sua grinta, sugli sci d’acqua. In questa disciplina ha vinto due titoli mondiali

Ho piacere di raccontarvi unastraordinaria esperienza sportiva, enon solo: il protagonista maschilesono io, mi chiamo Jeff, quello fem-minile è Simona. Io e Simona cidefiniamo, certo con pochissimamodestia, due splendidi ragazziche hanno saputo amorevolissima-mente organizzarsi la vita, purdisponendo in due di un solo brac-cio.Io ne ho perso uno a seguito di unfastidioso episodio stradale mentreero in sella alla mia motocicletta,cosa che poi, peraltro, si è rivelataper me come una vera opportunità.La splendida Simona invece dibraccia non ne ha neanche uno,una particolarità che possiede dallanascita ma che comunque non leha impedito di diventare una “étoileinternazionale”, un’affermata pittri-ce che dipinge con i piedi e, cosaancor più importante, una donnafelice e realizzata.Di me, oltre che del mio bel “fisico”,cosa già detta, direi anche chedivertendomi mi sono assunto ilnon semplice compito di rendereonore alla patria conquistandonella disciplina dello sci nauticodue ori mondiali e tre ori europei,collezionando nella mia carriera,non ancora conclusa, anche quat-tro record del mondo della catego-ria.La cosa più importante per me,dopo ovviamente gli aspetti morali,è l’aver acquisito, con un solo brac-cio, un brevetto di maestro federa-le, primo caso nella storia dellosport, qualifica che mi ha permesso

Io e Simona, la vittoria del

CUORE

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Simona Atzori nella sua straordinaria esperienza sugli sci d’acqua nella qualel’ha coinvolta con successo Onorato

di aprire una scuola a LaMaddalena, nella stupenda isoladove abito, scuola, che come rac-conto è stata teatro della nostra

ultima incredibile esperienza.La mia storia professionale di atle-ta azzurro e maestro diversamenteabile dei normodotati si incrocia

con quelladella ballerina,un po’ cigno unpo’ libellula,quando decidodi invitareSimona ad unodegli spettacoliche da tempoorganizzo a LaMaddalena diconcerto con laS p e c i a lOlympics.La manifesta-zione, insiemea Simona,vede protago-nisti sul palco ein video, tantialtri atleti dotatidi diversa abili-tà e riscuotesempre ung rand i ss imosuccesso.Come benrisaputo, dacosa nascecosa, ed iosfruttando lag e n e r o s i t à

della mia mente, capa-ce di creare “liberi pen-sieri”, ho immaginatoper la mia amica balleri-na un nuovo palcosce-nico sull’acqua.Senza perdere tempone ho parlato con lei, lacondivisione è stataimplicita e immediata. Ilprogetto è partito, tutto ilresto è cronaca: misono subito messo allavoro, ho pensato cheper trainare Simonaavrei potuto adattareuna delle cinture spe-ciali usate comunemen-te dai miei amici velistiche vanno al trapezio.Io stesso ne ho testatoa secco diversi modellisino ad individuare

quella giusta. Con un attento studioho apportato successivamentetutte le modifiche necessarie peradeguarlo alle esigenze di unosciatore senza braccia, calcolandoaltezze e posizioni destinate agarantire bilanciamento ed equili-brio, facendo soprattutto attenzionealla sicurezza dell’atleta.Successivamente mi sono calatonel ruolo di collaudatore provandoio stesso diverse partenze dall’ac-qua e lunghi tratti di andatura, nonprima di avermi fatto legare al fian-co il mio unico braccio, immedesi-mandomi così nella condizione cheSimona avrebbe affrontato.Tutti i test sono stati positivi e moltoincoraggianti, così non ci rimanevaaltro che far partire l’infernale mac-china organizzativa del “Fly for LifeProject” che, come prima cosa, hapredisposto l’arrivo a LaMaddalena di Simona e la suasplendida famiglia.Sono seguiti dieci giorni di durolavoro durante i quali al SaintTropez Club ognuno di noi ha libe-rato le energie più belle e più nobi-li che esistono nell’universo: “lacoscienza, la volontà, l’intelligen-za”. Le nostre menti, interagendotra loro a vario titolo, hanno compo-sto una stupenda sinfonia di pen-sieri, l’ottimismo materializzandosiha messo in fuga pregiudizi e pre-

Simona, milanese nata da genitori sardi, negli “abiti” perlei più consueti di ballerina. Fin da giovane ha iniziato adipingere con i piedi e a ballare

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concetti e in questo contestoSimona, non senza difficoltà, hacondotto il suo corpo verso la “con-quista”.Tutto ha funzionato alla perfezione,questa splendida creatura, pittrice,ballerina e ora anche sciatrice,entra così nella storia ma, cosaancor più importante, dimostra checon un semplice pretesto, in questocaso sportivo, si può donare alprossimo un importante strumentodi riflessione destinato ad aiutare isoggetti che ancora non hannoavuto la forza di reagire.Così accadde che il maestro conun solo braccio abbia insegnato asciare sull’acqua ad un’allieva chedi braccia non ne ha neanche uno.La storia che vi ho appena raccon-tato è solo l’ultima delle numerosis-sime esperienze che ho avuto il pri-vilegio di vivere, credo che pochis-sime persone al mondo possanovantarne così tante e così diversifi-cate. Possono testimoniarlo i mieiatleti non vedenti: Graziella,Gavino, Franco, per citare solo i piùesperti; quelli paraplegici: Cristina,Angelo, Alessio; e cosa dire diPietro e Rossano, due autenticigladiatori che pur avendo unaforma di spasticità hanno trovato ilmodo di coordinarsi per sciare,cosa certo non facile per chi pos-siede quelle prerogative; i sordo-muti, e poi ancora la foltissima pat-tuglia, o meglio il piccolo esercito,degli allievi con le più svariate pre-rogative mentali, gruppo nel qualesvettano Emanuele e Adriano, gliunici sciatori d’acqua con la sindro-

me di Down che io conosca.Ognuno di loro possiede una diver-sa e straordinaria storia, ma tuttisono proiettati verso il miracolodella “pietra filosofale”, quella pie-tra che gli antichi alchimisti hannocercato invano per secoli perché aloro dire avrebbe avuto il potere ditrasformare il vile metallo in oro.Nessuno di loro l’ha mai trovataperché non è fuori che va cercatama dentro la propria anima: è lì chel’hanno trovata imiei ragazzi, nelmigliore deinascondigli, in quelluogo dove pochihanno il coraggio diandare, in quelluogo dove la paro-la d’ordine peravere libero acces-so è “accettare”.Piacersi come si è etrasformare ognidisagio in una gioia,rappresenta il mira-colo della pietra filo-sofale: il poveroferro che si trasfor-ma in oro.La consapevolezzadi tutto questo sirafforza ad ognioccasione d’incon-tro e di confronto alcentro sportivo tratutti gli atleti specia-li e coloro che, perloro fortuna, dispon-gono dell’integritàfisica e mentale.

Jeff Onorato in una foto di gruppo con i suoi“ragazzi” che allena a La Maddalena

Jeff Onorato è nato 58 anni fa a La Maddalena,dove vive tuttora. La sua grande passione e abilitàper lo sport (calcio, pallavolo, atletica, ginnastica) èstata frenata nel 1976 da un grave incidente in cui èstato coinvolto alla guida della sua moto. Quindi hariversato da “diversamente abile” il suo entusiasmoe le sue doti di sportivo nato verso lo sci nautico. Ilsuo curriculum agonistico è ricco di successi e qui sielencano quelli più significativi. Nel 1997 ha conqui-stato in Florida il titolo mondiale nella specialità figu-re, stabilendo anche il record del mondo. Il titolomondiale è stato poi bissato in Francia, a Vichy,dodici anni dopo. Agli Europei in Danimarca, nel

1997, ha conquistato il titolo sia nelle figure sia nelloslalom. Nelle figure ha vinto nuovamente l’Europeonel 2000, giungendo anche secondo nello slalom.Nel suo palmarès, oltre a dodici titoli italiani, ci sonoanche quattro medaglie d’argento mondiali e quattroeuropee. Ha partecipato come apripista ai Mondiali di sci nau-tico a piedi nudi. Numerosissimi anche i premi e iriconoscimenti assegnatogli, tra i tanti segnaliamo il“Collare d’oro”, massima onorificenza dello sport ita-liano, che gli fu consegnato nel 2002. Il suo indirizzo email: [email protected]. Telefono (ufficio) 0789/727768. l

ONORATO, UNA CARRIERA DI SUCCESSI

Cerchiamo di non perdere maiun’occasione per regalarci ognipossibile ed impossibile opportuni-tà, ci piace giocare, divertirci,osservare quanto sentimento equanta stima nutrono le nostrementi per i nostri corpi, non certoindeboliti, ma piuttosto rafforzati daisegni del destino, quegli stessicorpi che nessuno vorrebbe e chea noi invece ci rendono orgogliosi efelici. l

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battaglia serratissima ed emozio-nante il meritato successo ha pre-miato la formazione dei Burnersper una rete a zero.I neocampioni sono stati premiatidal presidente di Riello Group,Ettore Riello, che è stato presentea bordo campo per tutte le partiteed ha rallegrato l’intera giornatacon il suo commento durante lafase dei rigori e la finale. Erano presenti anche il presidentedel Comitato regionale CSAIn

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La Riello Group, brand leader nel settore del riscaldamento e climatizzazione,ha organizzato ai primi di ottobre un torneo interaziendale di calcio a sette che

ha avuto partecipazione e successo. L’evento è nato sulla spinta della costituzione della Asd Riello, affiliata CSAIn

Quando lo sport fa

AZIENDAEugenio Ferrari e il presidente delComitato provinciale CSAIn PaoloMalacchini.I complimenti sono andati quindi aineocampioni: Luca Turati, FabioPraga, Ivano Manfrin, OsvaldoCenturioni, Pierluigi Maggioni,Alessandro Bacchiega, FedericoRenso, Salvatore Di Paola,Emiliano Ridolfi e Renato Nifruli. Ivincitori, oltre al trofeo, hanno otte-nuto in premio un weekend per duepersone a scelta tra le più belle

Sabato 2 ottobre, in una splendi-da giornata di sole, si è svolto ilprimo Torneo di calcio a 7 pressoRiello Group, azienda leader nelsettore dei sistemi e delle tecnolo-gie per il riscaldamento e la clima-tizzazione di tutti gli ambienti.L’iniziativa si è inserita nell’ambitodi un più vasto programma volto acreare all’interno dell’aziendaserenità e spirito di appartenenzaattraverso azioni mirate a realizza-re le aspettative dei dipendenti e avalorizzare il contributo e le attitu-dini di ciascuno.Per questo motivo in estate, oltre adue piacevoli aree relax, era statorealizzato anche un campo di cal-cio, all’interno del campus azien-dale, a disposizione dei dipendentiche l’hanno particolarmenteapprezzato. E’ stata costituita l’AssociazioneSportivi Dilettantistica SportiviRiello di seguito affiliata alloCSAIn. Si è così pensato di orga-nizzare un torneo interaziendaleche aveva anche lo scopo di riuni-re i collaboratori di tutte le sedi pre-senti in Italia.Hanno, infatti, partecipato seisquadre provenienti dai vari sitiaziendali: Legnago, Lecco,Morbegno e Bussolengo, donne ebambini compresi. Le squadreerano composte da un minimo diotto ad un massimo di dieci gioca-tori e a turno hanno giocato tutti icomponenti.La prima fase eliminatoria è stataorganizzata in due gironi compostida tre squadre. Le partite in questafase sono state molto combattuteanche perché la durata delle gareera di soli venti minuti. Ben tre par-tite sono state decise dopo i calcidi rigore. Alla fine sono approdati alla finalela squadra “Burners” e la squadra“Us Amici” di Legnago. Dopo una La squadra dei Burners vincitrice del torneo

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località d’Italia.Sono inoltre stati assegnati i premiper i capocannonieri (MassimilianoCettolin, Alberto Pirotta, CristianPerlini, Fabio Praga, EmilianoRidolfi e Salvatore Di Paola con

ben un gol a testa) e per i miglioriportieri (Ernesto Montagnoli eNicola Veronese).La vittoria dei Burners è stata dedi-cata alla scomparsa collegaRenata Moro creando così un

momento di grande commozione.L’evento si è concluso con una sim-patica “risottata” a coronamento diuna mattinata veramente piacevolein cui, al di là di un sano spirito dicompetizione, a farla da padronisono stati lo spirito d’unione ed’amicizia e il desiderio di ripeterloquanto prima. RISULTATI DEL TORNEO. Girone A: Ac Pro Wave- Us Amici4-2 (dopo i rigori); Morbegno-AcPro Wave 3-1 (dopo i rigori);Morbegno-Us Amici 0-1.Girone B. Burners-All Stars 2-0;Beretta-Burners 0-3 (dopo i rigori);Beretta-All Stars 2-0.Finale: Burners- Us Amici 1-0 l

RIELLO, UN MARCHIO STORICO CHE FA ONOREALL’ITALIAMarchio storico, presente nel mercato italiano daglianni 20, Riello Group è oggi leader mondiale nella pro-duzione di bruciatori e protagonista europeo nel mer-cato dei prodotti e dei servizi per il riscaldamento e laclimatizzazione. Riello Group opera in 9 stabilimentiproduttivi, con 2000 dipendenti, ha una rete commer-ciale di 14 International Companies e otto uffici di rap-presentanza con clienti in oltre 60 nazioni. Opera condecisione sul fronte dell'innovazione di prodotto, attra-

verso i suoi Centri di eccellenza, i Centri di Ricercasulla Combustione, sulle Caldaie e sullaCogenerazione. Con sempre maggior attenzione alrisparmio energetico e all'impatto ambientale, Riello hapuntato da tempo sulla cogenerazione e sull'utilizzo dienergie rinnovabili (con focus sui pannelli solari).Oggil'azienda è infatti all'avanguardia nelle tecnologie deigruppi termici e dei sistemi di climatizzazione più sofi-sticati, dove è impegnata a fissare nuovi standard diriferimento in termini di efficienza, contenimento deiconsumi energetici e attenzione all'ambiente.RielloGroup è tecnologie affidabili, solide, durature maanche servizi personalizzati, dove competenza, fidu-cia, capacità sono fattori di eccellenza. l

Gli US Amici, battuti in finale

La Beretta, eliminata solo ai calci di rigori

La formazione degli All Stars

L’Ac Pro Wave: per loro fatali i rigori

I “ragazzi” del Morbegno

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con specialità gastronomiche italia-ne. La parte folcloristica era riser-vata al gruppo locale “SanGiovanni dancers”, composto daitaliani, ma soprattutto al gruppoSot la Nape. Il team friulano ha pre-sentato quattro spettacoli, di oltreun’ora ciascuno, fatti di danze,canti e musiche, esibizioni sottoli-neate da entusiastici applausi delnumerosissimo pubblico presente.Il gruppo si è anche distinto per il

dopo spettacolo per la discesa del-l’orchestrina (forte di due fisarmoni-che, contrabbasso, clarino e chitar-ra) in mezzo al pubblico con l’ese-cuzione di musiche popolari italia-ne e l’invito ai presenti di danzareassieme ai componenti in costume.Oltre a questi spettacoli e alla par-tecipazione a due sfilate lungoalcune strade della città, il “Sot laNape” ha anche tenuto un concertodi musica sacra, con la direzione

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di Luciano Romano

Il gruppo folcloristico friulano ha partecipato ai festeggiamenti del Columbus Day che si sono svolti proprio a Columbus, nell’Ohio. Tante e apprezzate le esibizioni

che hanno coinvolto anche molti abitanti della città statunitense

Il gruppo corale folcloristico “Sotla Nape” di Villa Santina, in provin-cia di Udine, è stato in Usa, preci-samente nella città di Columbus,stato dell’Ohio. Vi era stato invitatoper partecipare alle manifestazionilegate al “Columbus Day” che,come noto, è la festa nazionale sta-tunitense che celebra, il 12 ottobre,la scoperta dell’America. Il gruppo, partito per gli Usa dall’ae-roporto di Ronchi dei Legionari,giunto a Columbus, è stato ricevutoin aeroporto da una delegazionedel comitato organizzatore eaccompagnato in un signorilealbergo dove è stato ospitato persei giorni. L’avventura americanadel “Sot la Nape” è iniziata con unabreve esibizione televisiva. Ha pre-sentato una parte della danza “LaFurlane” alla televisione Fox, net-work molto seguito nella zona, alpunto che nei giorni successivinumerosi sono stati gli apprezza-menti delle gente del posto ai com-ponenti per la loro apparizione tele-visiva.Il programma delle cerimonie com-prendevano una serie di manifesta-zioni con l’esibizione di cantanti,bande, fanfare, cori, gruppi folclori-stici in un’area delimitata che com-prendeva 33 chioschi che vendeva-no prodotti italiani e 22 chioschi

SOTla Naperiscopre l’America

I componenti del gruppo friulano davanti agli studi della Fox dove si sono esibiti

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della maestra Enza Petris, nellachiesa di San Giovanni Battista.Qui, per la verità. Il pubblico pre-sente non era molto numeroso, conl’evidente rammarico degli organiz-zatori, i quali, però, hanno dimo-strato la loro entusiastica ammira-zione per le esecuzioni, intervallateanche da brani suonati all’organodalla stessa maestra.Durante il soggiorno, il gruppo èstato ospite di ristoranti italianidove l’orchestrina ha eseguito lemusiche caratteristiche popolarifriulane ma anche le canzoni italia-ne più note. Quando gli organizza-tori hanno saputo che col gruppofriulano c’era anche il sindaco diVilla Santina, Romano Polonia,hanno organizzato una visita alpalazzo del parlamento locale. Igiudizi raccolti in occasione dellevarie esibizioni sono stati tutti posi-tivi, anche dopo il concerto vocale.Particolarmente apprezzata è statapoi l’iniziativa che ha seguito tuttigli spettacoli di scendere in mezzoal pubblico per invitare gli astanti adanzare. Pare qui giusto ricordareche il gruppo si è esibito più volteall’estero con trasferte iniziate nellontano 1962 in Olanda. Negli annile trasferte si sono susseguite aritmo sostenuto. A parte le ricorren-ti esibizioni in terra europea(Polonia, Svizzera, Austria,Spagna, Lussemburgo, Slovenia,Croazia, Macedonia, Cechia,Francia), il gruppo friulano ha effet-tuato una torurnèe in Canada, negliStati Unititi si è esibito a Miami,Newark e più volte a New York; haeffettuato giri di spettacoli inVenezuela e in Sud Africa, sempreottenendo entusiastici riconosci-menti. Va aggiunto che questogruppo, nel suo vasto repertorio,annovera anche delle esecuzionicorali che spaziano dalle villottefriulane a canti popolari regionaliitaliani e stranieri e alla musicasacra. Questa lo ha portato a esi-birsi in San Giovanni in Laterano,nella cattedrale del Lussemburgo ein chiese importanti di altri centriitaliani. Positiva quindi questa ulti-ma trasferta che va ad aggiungersialla ben nutrita serie di esibizionidel “Sot la Nape”. Unico contrat-

tempo, presto dimenticato, alla par-tenza del volo quando in fase didecollo verso Fiumicino un viaggia-tore ha dato in escandescenze

costringendo il comandante al rien-tro nella piazzola. L’aereo poi, dopol’intervento della polizia, è partitocon due ore di ritardo. l

E’ RUSSI LA CAPITALE DEL COORDINAMENTO DEI FESTIVAL UFIIl 16 ottobre si è svolto a Russi, in provincia di Ravenna, l’annuale incon-tro del Coordinamento Circuiti Festival dell’UFI. La località romagnola,sede di un rinomato Festival conosciuto in tutto il mondo, nonché delGruppo Folkoristico “Canterini Romagnoli città di Russi”, da un ventennioè il centro del succitato Coordinamento, condotto da Marco Mingotti eMorena Venturi, Consiglieri Nazionali UFI. Da qui partono gli inviti alle com-pagini di tutto il mondo che durante le estati animano le piazze di paesi ecittà italiane. La stessa struttura, attrezzata e con una confortevole sala riu-nioni, ospita anche il Centro Nazionale di Documentazione del Folclore.Così l’Unione Folclorica Italiana promuove e organizza, direttamente oattraverso i suoi gruppi affiliati, diverse manifestazioni, sia a caratterenazionale che internazionale. Numerosi sono i Festival del Folclore disse-minati in tutta Italia ed attraverso questo coordinamento i festival sono col-legati anche ad altre manifestazioni organizzate nei paesi confinanti conl’Italia. Questa collaborazione, ancora una volta, mette in evidenza lacaratteristica di cooperazione dei popoli attraverso il folclore e, quindi, dasempre il folclore ha anticipato l’Unione Europea e la cooperazione nelmondo: caratteristiche insite nell’arte come nello sport. È da evidenziare laparticolare collaborazione che il Coordinamento Circuiti Festival ha svilup-pato con i principali festival di Croazia e Slovenia ed è stato un vero piace-re poter ospitare i massimi vertici del folclore delle due nazioni. Per laCroazia era presente il prof. Ante Cukrov e per la Slovenia il prof. BrunoRavnicar e la dott.ssa Magdalena Tovornik, quest’ultima anche Consigliereper gli affari esteri del Presidente della Repubblica della Slovenia. In pro-cinto di partire per Tahiti per partecipare al Congresso mondiale del CIOFF(International Council of Organizations of Folklore Festivals and Folk Arts),i tre illustri ospiti hanno espresso il loro compiacimento per l’ottimo livelloorganizzativo raggiunto dalla nostra organizzazione. l

Foto di rito del gruppo sotto il monumento dedicato a Cristoforo Colombo

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and Supermomix con tour mondialidi 1500 spettacoli che includonoAustralia, Austria, Belgio, Brasile,Cina, Canada, Cile, Dubai, Francia,Germania, Grecia, Olanda, Italia,Macau, Nuova Zelanda, Singaporee Stati Uniti. Rimane nei Momix persei anni. In seguito, nel 2006 si tra-sferisce definitivamente in Italiadove, in collaborazione conEmiliano Pellissari dei “NOGravity“e Gianni Melis dei “Momix”lavora sia come danzatore, assi-stente alla coreografia e regia discena allo spettacolo Comix. Nel2007 entra a far parte del nuovo

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Tra i prestigiosi collaboratori di CSAIn c’è Anthony Heinl, direttore artistico,coreografo oltre che danzatore. Ha fatto parte, per diversi anni della famosa

compagnia di ballerini-illusionisti Momix. Attualmente è impegnato nello spettacolo “FireFly”, un viaggio incentrato sul sogno e la fantasia

Anthony Heinl, direttore artisti-co, coreografo, danzatore, collabo-ra con CSAIn dal 2008 con stage,corsi di aggiornamento per inse-gnanti, fa parte dei docenti delcampus estivo “Danza sul Mare” ed

è presente in qualità di giurato aconcorsi e rassegne nazionali qualiil prossimo appuntamento di mag-gio “Passi in Scena 2011”.Anthony Heinl, nato a Toledo,nell’Ohio, si forma al BostonConservatory, nella facoltà diDanza e Teatro Musicale, riceven-do la Jan Veen Award per l’eccel-lenza nel maggio 2001. In seguitoriceve una borsa di studio per ilJacob’s Pillow Dance festival e ilPaul Taylor Winter Workshop. Da lìpartecipa a numerosi spettacolicoreografati da Paul Taylor, JoseLimon, Lar Lubovitch, AngelinPreljocaj, DavidP a r s o n s ,Lachine, PeterAnastos, MarthaGraham.Nel 2001 entra afar parte deiMomix, la famosacompagnia di bal-lerini illusionisti,sia come balleri-no che assistentedi MosesPendleton. Danzain LunarSea,SunFlowerMoon,O p u s C a c t u s ,Momix in Orbit,Best of Momix,Momix Classics

di Barbara Raselli

Barbara Raselli, romana, è coordina-trice del settore danza CSAIn per ilLazio. Dopo aver perfezionato lo stu-dio della tecnica classica e modernacon maestri di fama internazionale,ha fatto parte del corpo di ballo dinumerose trasmissioni della Rai e diMediaset, da “Noi con le ali” a“Premiatissima”, da “La Corrida” a“Donne sotto le stelle”.Ha lavorato in tournée con vari arti-sti e compagnie e dal 1982 ha inse-gnato in diverse scuole fino al 2005,anno in cui nasce il Centro coreogra-fico ArteMiDanza di cui assume laDirezione Artistica. Ha vinto numero-si premi. Per lo CSAIn ha organizza-to nel 2009 e 2010 il ConcorsoNazionale “Passi in Scena”. Nel2009 ha assunto la direzione artisticadella Kuon Ganjo Dance Company

Quando la DANZAè un’illusione

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nuovo spettacolo “Free Cloud“ alTeatro Comunale di Ventimiglia il27 novembre 2008. A maggio del2009 viene chiamato dal MaestroVladimir Derevianko, direttore artsi-tico del MaggioDanza di Firenze,per creare la nuova produzione“FireFly“, di cui ottime sono state lerecensioni. Sarà proprio “FireFly”,la nuova produzione che la compa-gnia insieme alla nuova agenzia didistribuzione «INTEATRO» diMaria Ricucci proporrà per la pros-sima stagione teatrale. “FireFly”,uno spettacolo fatto di illusioni visi-ve. Un viaggio incentrato sulsogno, la fantasia e la semplicità,risultato della contaminazione divarie discipline: danza, teatro fisi-co, acrobatica, ma anche video artcon in più il ricorso alle più aggior-

Qui e nella pagina precedente un’esibizione dei ballerini dell’eVolution Dance Theater. Sotto, all’interno del box,un’immagine stilizzata di Anthony Heinl

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nate macchine sceniche. Il primointento è quello di stupire e stimola-re l’immaginario comune, di tra-sportare e condurre verso una real-tà fatta di illusione e magìa, ren-dendo possibile l’impossibile. Unospettacolo che porta l’arte allagente, capace di comunicare,divertire e affascinare, che unisceprofessionalità e serietà artisticaall’ intrattenimento. Spettacolo costruito per singolescene in cui prendono vita tra colo-ri e luci in movimento, creature maiviste: slittano nello spazio, si eleva-no dal suolo, si snodano e si riuni-scono con movimenti delicati emisurati. Un esplosione di visionein cui momenti poetici di rara bel-lezza si alternano a quelli più ludicie ironici. l

LA COMPAGNIA E I PROSSIMI SPETTACOLIAnthony Heinl (direttore artistico, coreografo, regista, danzatore)Nadessja Casavecchia (direttore associato, assistente, danzatrice)Antonella perazzo (dance captain , danzatrice)Danzatori: Mimmo Miccolis, Bianca Pratali, Ivan Trimarchi, Zaira Greifemberg, Vincenzo Gambuzza, Melania Mazza Ferro, Francesca Maresca, Alessio Attanasio).Queste le prossime date della Evolution Dance Theater:30 novembre 2010, FireFly, Teatro E.Fabbri, Vignola (Modena); 28/29 gennaio 2011, FireFly, Teatro delle Celebrazioni, Bologna www.teatrocelebrazioni.it;30 gennaio 2011, FireFly, Teatro Auditorio Cassano Magnago www.auditoriocassano.it;3/4/5/6 febbraio 2011, FireFly, Teatro Allianz, Milano (Assago) www.teatrodellaluna.com.www.evolutiondancetheater.com

spettacolo “Why” di Daniel Ezralow.Nel 2008 crea una propria compa-gnia di danza, la AH! Dance theaterillusion che fa il suo primo debuttoal Teatro Rossini di Roma il 23 apri-le 2008 con “SognAHndo“, riscuo-tendo subito grande interesse tantoda essere prorogato per altri 21giorni. Sempre nel 2008 nasce unastimolante collaborazione con laNext Stop, prossimamenteEsperienze Visive, una rinomatasocietà di management all’internodi Cinecittà, di grande fama sianazionale che internazionale pertutto ciò che riguarda la realizzazio-ne e la promozione di progettivideo sia musicali che pubblicitari.Dal settembre 2008, la compagniapassa al nuovo nome di eVolutiondance theater. Debutta con il suo

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vino, soprattutto rosso.La quantità considerata oggi accet-tabile non è più riferita al sesso o alpeso corporeo, ma calcolata in rap-porto con le calorie totali assunteper una quota del 6%. Come direche un individuo che assume 2000calorie al giorno si potrà consentire120 calorie da alcol che corrispon-dono a 130 cc di vino rosso amedia gradazione e a 150cc di vinobianco, quantità protettiva per lanostra salute e ben al di sotto dellasoglia di qualunque “prova pallonci-no”. Il vino ha sempre avuto nella storiae nella cultura dell’uomo un grandevalore, tanto da essere elevato nelNuovo Testamento a simbolo del-l’alleanza con Dio, ma allo stessotempo i suoi effetti negativi sonoampiamente riportati già nellaBibbia, con l’incidente di Noè chenon seppe regolarsi nella quantità.La cultura del vino arriva in Italiacon i Greci. Un greco qualunque,ma che sapeva vivere e non volevafarsi mancare il meglio nella nuovae Grande Grecia o, come vuole ilmito, un greco ben preciso, uncerto Dionisio, figlio settimino diGiove che dovendosi cercare fortu-na lontano dall’Olimpo portò con séuna pianticella di vite. Vuole la leg-

di Santino Morabito (Specialista in Scienza dell’Alimentazione)

Il GIORNOdel miracolo

A San Martino si celebra l’evento della trasformazione del succo dell’uva in vino, una bevanda che fa parte della storia e della cultura dell’uomo ed è

anche protettiva per la salute qualora se ne faccia un consumo moderato. Invece diventano gravi i danni quando l’abuso diventa cronico

Ogni anno l’11 novembre, ilgiorno di San Martino, si verifica unmiracolo. Il succo dell’uva perdetutti i suoi zuccheri, per effetto deibatteri che li trasformano in alcoletilico, e si tramuta in vino. L’alcol èessenzialmente una sostanza tos-sica che il nostro organismo ècapace di scindere in molecole piùpiccole e da cui trae energia inmaniera significativa: sette calorieper grammo. Solo i grassi sannofare di meglio con una resa di novecalorie per grammo. Ma sarebbeben poca cosa se stesse tutto qua,in un apporto energetico più omeno necessario alle nostre latitu-dini e per il nostro stile di vita, ilsignificato nutrizionale del vino. Ilsuo valore è soprattutto ripostonelle oltre cento sostanze in essodisciolte e che hanno principalmen-te un potere antiossidante. Ci difen-dono dai prodotti tossici del nostrometabolismo proteggendo l’integri-tà delle nostre cellule e soprattuttodelle nostre arterie.Il processo aterosclerotico, datoben documentato in esami autopti-

ci, è maggiore nei forti bevitori enegli astemi, mentre sono più pro-tette le arterie dei moderati bevitori.Senza cadere nell’eccesso del pro-verbio “A chi non beve vino, Dio glineghi anche l’acqua”, un moderatoconsumo ai pasti, oltre che amigliorare la digestione e la palata-bilità dei cibi, determina una ridu-zione del colesterolo totale circo-lante nel nostro sangue e l’aumen-to di una frazione buona che pro-tegge invece le nostre arterie. Il “Seven Countries Study”, perintenderci lo “Studio dei SettePaesi” che sancisce il primato dellaDieta Mediterranea sulla salute ingenerale e in particolare per learterie e i conseguenti accidenticardiovascolari, evidenzia unaspetto curioso che va sotto ilnome di paradosso francese. Nonsi capiva perché i francesi, rispettoalle altre popolazioni del NordEuropa e degli Stati Uniti pur aven-do livelli di colesterolo più elevati,presentavano una più bassa inci-denza di infarto cardiaco. Un mag-giore consumo di grassi animali,come quelli contenuti in formaggiparticolarmente grassi e nella pie-tanza simbolo nazionale, il foi gras,risulterebbe bilanciato nei suoieffetti da un corretto consumo di

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genda che per proteggere la pianti-na dal sole e dalla salsedine duran-te il lungo viaggio per mare riposele radici in un osso d’uccello. Iltempo passava, il viaggio continua-va, la pianticella cresceva eDionisio la trapiantò in un osso dileone e, cresciuta ancora, la riposein un grosso osso d’asino fino almomento di passarla poi definitiva-mente nella terra.Pare che Dionisio fosse approdatoin Sicilia ed ancora oggi si conten-dono il terreno della prima vite,Agatirso, l’attuale Capo d’Orlando,città sacra al culto di Dionisio, sortasul tirreno di fronte alle isole Eolie eNaxos sorta sullo Ionio, sotto quel-la rocca che sarebbe poi diventataTauromenion.Di storie come questa e di primoge-niture per la vite in Italia ce nesaranno in ogni area della MagnaGrecia, ma quello che ci interessaè la simbologia della leggenda: unapiccola quantità di vino ti rende leg-gero come un uccello, una giustabevuta forte come un leone, unagrande bevuta ti riduce come unasino. Evidenti effetti dei diversi consumisul tono dell’umore e sul comporta-mento cui si associa l’effetto sullanostra salute, protettivo o venefico.L’alcol agisce direttamente a livellodel sistema nervoso centrale,modificando la concentrazione dialcuni neuro modulatori ed endorfi-

ne (oppioidi endogeni) ad ogni sin-gola bevuta. Per questo ha uneffetto unificante tra gli elementi diun gruppo che riescono ad armo-nizzare tra di loro, ad avere atteg-giamenti di intima amicizia, a trova-re formule semplici per risolvere iproblemi del mondo, frustrazioni oconflitti. Un consumo di alcol, anche saltua-rio e modesto se volete, a scoposocializzante ma che può diventarea rischio, soprattutto per il mondogiovanile, per il contesto in cui siverifica. Assunzione a digiuno econ altre sostanze che ne facilitanol’assorbimento, intervento di fattoriesterni, da mix di luci e rumore, cheacuiscono a livello cerebrale glieffetti su percezione, attenzione,elaborazione, valutazione, in unacascata di effetti che alla guida diun’auto continua ancora a scriveretristi pagine di cronaca.L’abuso cronico di bevande alcoli-che determina invece squilibri nutri-tivi con seria malnutrizione a caricodel sistema nervoso periferico percarenza vitaminica e dell’interoorganismo perché finisce per ridur-re l’appetito e di conseguenza lanormale alimentazione e il correttoapporto in nutrienti. Nessun organo od apparato delnostro organismo è risparmiato dal-l’eccesso di alcol: in primis esofagi-te, gastrite ed ulcere, infarcimentograsso del fegato e poi epatite e

cirrosi, per non considerare unaumento dell’incidenza di neopla-sie di tutto il tratto gastrointestinale.Seguono non meno gravi le pan-creatiti acute e croniche, infezionipolmonari, diminuzione della capa-cità riproduttiva sia nell’uomo chenella donna. Voglio soltanto ricor-dare che l’apparato cardiovascola-re, protetto da un basso consumo,viene notevolmente danneggiatodall’abuso con aumento della pres-sione arteriosa, modifiche della fre-quenza e del ritmo cardiaco, finoad arrivare ad una cardiomiopatiaalcolica.La medicina cinese conosceva daoltre 10 secoli l’effetto anti-infettivodell’estratto di una pianta, il ko-jokon. Oggi sappiamo che questasostanza, prodotta dalla piantacome difesa alle radiazioni ultravio-lette e ai vari agenti infestanti, sichiama trans-resveratrolo e chealle nostre latitudini ne è particolar-mente ricca l’uva rossa e di conse-guenza anche il vino rosso. In unprimo momento le fu riconosciutoun potere antiossidante, che spie-ga da solo il paradosso francese,poi una serie di studi hanno eviden-ziato capacità protettive nei con-fronti di demenza senile edAlzheimer, carcinoma della mam-mella e infezioni virali. Uno studioitaliano di pochi anni fa ha dimo-strato che il resveratrolo è in gradodi inibire la replicazione del virusinfluenzale nelle cellule infettate edinibisce la sintesi di proteine impli-cate nei processi infiammatori. Uno studio che ha riabilitato ai mieiocchi un comportamento della buo-n’anima del nonno. Quando si sen-tiva raffreddato pretendeva che mianonna mettesse sul fuoco mezzolitro di vino rosso e lo facesse bolli-re fino a dimezzarlo, poi lo bevevacaldo prima di mettersi sotto lecoperte. Mia nonna diceva che erauna scusa per alzare il gomito e ioda piccolo gli prestavo fede, nonpotendo capire allora che bollendoil vino l’alcol evaporava e nonpotendo sapere che il resveratrolosi concentrava. Peccato nonno,abbiamo perso l’occasione di con-segnare alla medicina una grandeintuizione. l

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sizione. Fra le tante categorie di personeesposte cronicamente alla luce deiraggi solari, lo sportivo “outdoor” èquello che più di ogni altro atletasubisce le interferenze degli agentiatmosferici nel computo della per-formance sportiva e nelle sedute diallenamento. Le scottature solari e più in genera-le, le fotoesposizioni croniche,sono da considerarsi il principalefattore ambientale di rischio, sia peril melanoma (soprattutto prima dei20 anni), sia per gli altri tumori dellapelle (MNSC, non melanoma skincancer), questi ultimi in manieradirettamente proporzionale alladose di radiazioni accumulata neglianni, rispetto al proprio fototipo(colorito dell’incarnato e tendenzaalle scottature da raggi UV), mentrenel caso del melanoma dal numeroe dall’intensità delle esposizionisolari acute.Un fototipo chiaro, una giovane etàe l’attività sportiva agonistica costi-tuiscono una triade di fattori daprendere in considerazione quandosi parla di tumori della pelle neglisportivi: in aggiunta a tutto ciò, letendenze socio-culturali hannoaddirittura aggravato questorischio. Notoriamente in questi ulti-mi decenni l’esposizione al sole o

di Luigi Laino

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Un posto al

SOLE

I raggi solari sono sinonimo di vita e hanno anche proprietà terapeutiche, masenza le dovute precauzioni possono provocare seri danni. Soprattutto gli sportivi

che gareggiano all’aperto hanno bisogno di adeguate protezioni

Il sole da sempre è sinonimo dibenessere e costituisce da millenniil simbolo naturale della Vita. I raggi del sole hanno proprietàbenefiche sull’uomo come gli studicondotti negli anni hanno dimostra-to ampiamente: se molto si sa sulrapporto fra i raggi solari e la fissa-zione di vitamine fondamentali allavita (come la vitamina D nella cre-scita muscolo-scheletrica), oggi iltema più importante del “benesseresolare” è sicuramente quello psico-fisico. E’ stato, infatti, dimostratocome il sole incida in maniera signi-ficativa nella produzione di ormonie neuro-mediatori specifici chesono alla base dei processi endo-

geni che nell’uomo conducono albenessere.Inoltre in ambito dermatologicol’elioterapia - la terapia con il sole -è da sempre riconosciuta comearma importante nei confronti dimolteplici malattie infiammatoriedella pelle, prime fra tutte laPsoriasi e la Dermatite atopica,patologie che ancora oggi, impe-gnano notevolmente gli scienziatidi tutto il mondo per la ricerca dinuove terapie. L’elioterapia rimane,quindi, nonostante l’avanzamentodella scienza, un fedele alleato nelmiglioramento di diverse e impor-tanti malattie dermatologiche.Oggi il sole è diventato anche unamoda: l’aspetto abbronzato è rico-nosciuto nell’ambito sociale comeun passaporto di benessere e salu-te che aiuta nei rapporti e negliscambi interpersonali; chi èabbronzato, è probabilmente unsoggetto che ha più tempo per ilsuo corpo e per dedicarsi agli sporto agli hobby.Conoscere il sole, però, significa“prendere il meglio” di questaimmensa fonte di vita, limitando ilpiù possibile le interferenze – pur-troppo molto dannose – causatedall’eccesso di esposizione esoprattutto da atteggiamenti erratinei tempi e nelle modalità di espo-

Il dottor Luigi Laino, dirigente medi-co, è uno specialista dermatologo evenereologo e opera a Roma. E’segretario della Federazione Italianadi Dermatologia dello Sport (Fitdes).E’ membro supplente del collegiorevisori dei conti dell’Ordine deimedici chirurghi e degli odontoiatridi Roma e consulente tecnico derma-tologo del Tribunale Ordinario diRoma. E’ autore di diversi articoli suriviste scientifiche dermatologicheInternazionali.

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che i tassi di utilizzo per la protezio-ne solare, sia in termini di fattore diprotezione (SPF) del filtro solare,sia di frequenza nelle applicazioni,sono insufficientemente adeguateagli standard raccomandati.Si faccia caso: negli sport outdoorcon prolungate esposizioni al sole(tennis, ciclismo, golf, canottaggioetc.) si possono osservare gli atletinell’esercizio di qualsiasi praticaaggiuntiva nell’intermezzo dellaseduta di allenamento o di gara(dal bere, al cambio o alla manu-tenzione dell’attrezzatura sportiva,al mangiare), ma quasi mai siosserva uno sportivo applicare oancor meglio ri-applicare un filtrosolare (pratica fra l’altro oggi velocee agevole grazie alle nuove compo-sizioni cosmeceutiche che permet-

ai raggi ultravioletti viene protrattaanche al di fuori del contesto spor-tivo (o lavorativo) e per scopi pura-mente estetici. La maggior parte degli atleti profes-sionisti sono individui giovani inten-samente esposti al sole nelle com-petizioni sportive ma soprattutto nelcorso dei loro allenamenti: tali fatto-ri, presi assieme (giovane età etempo di permanenza al sole)costituiscono un binomio che giu-stifica la classe di rischio elevataper questo tipo di tumori.In un recente studio brasiliano,paese nel quale sono presenti tuttii fototipi (dal più chiaro al più scuro)è risultato che la gran parte degliatleti intervistati (73%) non fa usodi alcun protettore solare; il 59%aveva un fototipo chiaro (I, II, III):dati che fanno pensare.Nel nostro paese le cose nonvanno meglio: l’attitudine dellosportivo, soprattutto agonista, allaprotezione della pelle durante gliallenamenti e le gare è sicuramen-te dettata dalle esperienze perso-nali e da spiacevoli precedentispiacevoli (ustioni solari che hannocompromesso una performancesportiva, familiarità per tumori dellapelle etc.). Invece risulterebbemeno frequente, soprattutto inassenza di una supervisione der-matologica, all’interno delle asso-ciazioni e società sportive la valuta-zione del rischio in relazione aitempi di esposizione, alle latitudinie al fototipo personale.Risulta ancora, da studi scientifici,

I giocatori e le giocatrici di beach-volley sono tra gli atleti più esposti ai rischidel caldo e soprattutto del sole. Giocano d’estate sulle spiagge a qualsiasi ora

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tono una pratica estensibilità, unfacile riassorbimento e una com-pliance adeguata agli standardsportivi). L’attenzione nei riguardi delle pro-blematiche dermatologiche inambito sportivo stanno comunquemutando: stando al report degliorganismi di sorveglianza delComitato olimpico internazionale,la richiesta di visita dermatologicaper gli atleti olimpici è passata dal3% delle Olimpiadi del 2000(Sydney) al 16% delle Olimpiadi diAtene del 2004; il dato più rilevanteperò riguarda la classifica pernumero di prestazioni medico spe-cialistiche, che identifica la visitadermatologica come quella piùrichiesta in senso assoluto durantei Giochi olimpici di Atene.Consideriamo questo dato di parti-colare rilevanza, anche al nettodella variabilità ambientale che hapotuto differenziare le dueOlimpiadi e nonostante le mancatespecifiche riguardo alle diagnosi ole motivazioni che hanno spinto gliatleti a richiedere il consulto derma-tologico; Riteniamo in conclusione che taliquesiti possano essere posti anchein ambito internazionale, per unamigliore sorveglianza epidemiologi-ca all’interno di ogni ambito sporti-vo agonistico, finalizzata al reperi-mento di più accurati strumenti diprevenzione dermatologica per gliatleti. l

Anche i ciclisti, che comunque sono esposti a qualsiasi tipo di clima, spessopassano ore e ore in bicicletta sotto il sole

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fornitore che già si è guadagnatouna forte credibilità nella F.3 tricolo-re, la potenza importante (180 cv),la cura alla sicurezza, sono statiappeal tecnici apprezzati.Il montepremi proietta i migliori nelCampionato Italiano Formula 3 edè un motivo di grande considera-zione da parte dei piloti. La stessapresenza di allievi del Ferrari DriverAcademy, come il campione

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Giovani piloti

CRESCONO

Si è conclusa con la prova di Monza la prima stagione della Formula AciCsaiAbarth, valevole anche per il trofeo Alboreto. Pieno successo della manifestazione

con il francese Maisano vincitore individuale. Numerosi i partecipanti tutti di età compresa tra i 15 e i 19 anni

Con il successo finale conquista-to dal francese Brandon Maisano,davanti allo svizzero PatricNiederhauser ed all’italo-svizzeroRaffaele Marciello, si è recente-mente conclusa a Monza la primastagione di gare della FormulaAciCsai Abarth, la serie addestrati-va varata quest’anno dalla federa-zione nazionale per allevare giova-ni talenti. Valevole anche comeSesto Trofeo Michele Alboreto,l’ambito riconoscimento che fino al2009 era abbinato alla FormulaAzzurra dalla quale ha raccolto iltestimone, la Formula AciCsaiAbarth ha visto la sua prima edizio-ne di Campionato Italiano all’inse-gna di uno spettacolo agonisticoappassionante. Merito della mono-posto, sicura e prestazionale, cheseguendo precise indicazioni diAci-Csai è stata realizzata dallaTatuus con motorizzazione FPTRacing 1.4 Turbo da 180 CV. Emerito di un ricchissimo schiera-mento di giovanissimi piloti, dall’etàmedia di poco superiore ai 17 anni,provenienti da un panorama sporti-vo internazionale.I sette appuntamenti in calendario,tutti su gara doppia, hanno, infatti,registrato presenze sempre supe-riori ai 35 iscritti, di cui poco menodella metà di nazionalità estera econ 12 differenti nazioni rappresen-

tate. Dalla Francia all’Argentina,dalla Svizzera al Brasile, dal SudAfrica alla Cina. A persuaderesquadre e piloti, sono stati i conte-nuti tecnici, il montepremi e la pre-senza del Ferrari Driver Academy.Quanto alla tecnica la monopostosi è presentata subito molto vicinaalla Formula 3 e per questo struttu-ralmente più formativa di altre simi-lari. La motorizzazione dello stesso

Il vincitore del trofeo, il francese Brandon Maisano festeggiato dal suo team

A cura della Commissione automobilistica sportiva italiana

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no il comportamento dei piloti. Pilotitutti giovanissimi perché sonoammessi alla partecipazioneragazzi di almeno 15 anni di età emassimo di 19. Quest’anno i pilotinati tra il 1° gennaio 1987 ed il 31dicembre 1990, ovvero tra 20 e 23anni di età sono stati in gara per untrofeo Nazionale. Fatta eccezioneper due 22enni, sul totale dei parte-cipanti il pilota più “anziano” ha dapoco compiuto 20 anni, mentre ilpiù giovane, Raffaele Marciello,compirà 16 anni solo a dicembre.La stagione 2010 si è perciò con-clusa nel segno del franceseBrandon Maisano (BVM-Target),17enne di Cannes, che ha fatto suoil titolo dopo essersi portato in testaal campionato in occasione delterzo round ed aver poi sapiente-mente amministrato il vantaggio. Isuoi primati prestazionali, come lapole position nell’appuntamento diMonza, i quattro giri più veloci o lesole quattro vittorie incamerate,sono, infatti, arrivate solo quando ledinamiche di classifica lo rendeva-no necessario. Se Brandon è statocampione per supremazia intelletti-va, non sono mancate eccellenzein termini di talento puro. Come quello mostrato da RaffaeleMarciello (JD Motorsport), suocompagno di studi nel FerrariDriver Academy e che, nonostantei suoi 15 anni, ha mostrato subitograndi doti velocistiche e caratteria-li. L’incidente del quale è statoincolpevole vittima ad Imola, a conti

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fatti, gli hanegato la pos-sibilità di lotta-re ad armi piùpari, ma restacomunque unterzo posto inclassifica otte-nuto con duevittorie, altridue piazza-menti a podio,una pole posi-tion ed un giropiù veloce. Asoffiargli laseconda posi-zione in cam-pionato, pro-

prio all’ultimo round, è stato lo sviz-zero Patric Niederhauser (JenzerMotorsport), autore di una secondametà di stagione in crescendo conuna vittoria, altri cinque piazzamen-ti a podio (il numero dei suoi piaz-zamenti nelle prime tre posizioni èrisultato inferiore solo a quello diMaisano, che ne ha ottenuti sette),una pole e un giro più veloce. Adimostrazione del grande equilibrioespresso in pista va segnalato cheben otto differenti piloti sono salitisul gradino più alto del podio nelle14 gare disputate. L’appuntamento con lo spettacoloofferto dalla Formula AciCsaiAbarth è ora al prossimo anno conuna nuova emozionante stagionedi gare per i giovanissimi talentidell’automobilismo italiano ed inter-nazionale.Campionato Italiano FormulaAciCsai Abarth. Trofeo MicheleAlboreto. 1) Brandon Maisano(BVM Racing), 128; 2)Niederhauser (Jenzer Motorsport),106; 3) Marciello (JD Motorsport),91; 4) Cunill (Prema Junior), 82; 5)Zimin (Jenzer Motorsport), 80; 6)Van Asseldonk (Prema Junior), 76.Trofeo Nazionale CSAI. 1)Iaquinta (Emmebi - ARMCompetition), 153; 2) Colombo (RPMotorsport - ARM Competition),116; 3) Bonamico (), 98; 4) Taloni(Winner Motorsport), 78.TrofeoNazionale CSAI TEAM. 1) PremaJunior, 166; 2) Jenzer Motorsport,160; 3) BVM, 122. l

Brandon Maisano o l’italo svizzeroRaffaele Marciello, è stata di fortestimolo per tutti anche perché in piùoccasioni lo stesso responsabiledel programma FDA, LucaBaldisserri, ha dichiarato che ave-vano sotto osservazione tutti i par-tecipanti al campionato proprio percercare nuovi talenti. La possibilità di svolgere test insessioni programmate già in sederegolamentare attraverso giornatedi prove collettive ha rappresentatoun altro punto chiave del campio-nato, fondando le sue valenze for-mative anche su un importantenumero di chilometri percorsi traprove e gare. Il grande numero dipartecipanti è stata un’altra levadelle valenze formative che si con-solidano quando il pilota è costrettoa confrontarsi con un alto numerodi avversari, ma, come propriocome la Formula Azzurra a suotempo fortemente voluta dal com-pianto Gino Macaluso nell’ambitodel Progetto Giovani, la FormulaAciCsai Abarth è una vera e propriascuola sul campo. Grazie alla pre-senza della Scuola Federale Csai,con il direttore Cristiano del Balzoed il pilota-istruttore RaffaeleGiammaria, i piloti sono assistiti inpista in ogni appuntamento dellastagione attraverso briefing dedica-ti alla tecnica di guida, alla regola-mentazione sportiva ed alla mecca-nica. Il pilota-istruttore scende poianche in pista nelle prove libere inmodo da seguire e studiare da vici-

Le vetture monoposto realizzate dalla Tatuus su indicazioni Aci-Csai alla partenza della prova di Monza

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bili e lasciando inchiodato allasedia tutti gli spettatori fino alla finecon standing ovation per la squa-dra nazionale Italiana che ha vintoquesta Four Nations QualificationCup con dei punteggi sorprendenticome il 17-1 contro l'Austria e il 14-3 contro la Francia.Il fairplay, la sportività, la complicitàdel binomio sono le basi di questo

La “pallacanestro” a cavallo, da poco entrata anche nello CSAIn Equitazione,riscuote sempre più interesse. Merito anche della squadra azzurra che durante lafiera “CavalliaMilano” ha entusiasmato il pubblico vincendo la Four Nations Cup

A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

sport, molto coinvolgente per ilpubblico e molto accessibile per lasemplicità delle sue regole, che nefanno uno sport eccezionalmenteattraente per i media e il grandepubblico. Questa disciplina apportanel mondo equestre delle caratteri-stiche molto interessanti e comple-mentari rispetto alle classiche disci-pline equestri. Prima di tutto,

Durante la mani-festazione diCAVALLIaMILANO,presso la Fiera diRho programmatadal 21 al 24 ottobre,si è svolta la FourNations QualificationCup di Horse Ball,tappa necessariaper alcune nazioni,tra cui l'Italia, perpoter partecipare alp r o s s i m oC a m p i o n a t oEuropeo che si svol-gerà in Francia nel2011. CSAinEquitazione, in stret-ta collaborazionecon la FIHB( F e d e r a z i o n eInternationale diHorse-Ball), hamesso in piedi unprogetto di comunicazione e di for-mazione per nuovi tecnici che desi-derano avvicinarsi a questa disci-plina. La presenza dell'Horse-Ballin questa prima Fiera del Cavallo aMilano è stato senz'altro uno stra-ordinario successo a giudicare dalnumeroso pubblico che ha gremito,già mezz'ora prima dell'inizio dellepartite, tutti i posti a sedere disponi-

www.csainequitazione.it

L’Horse-Ball va alla

CARICA

La squadra italiana di Horse-Ball premiata dopo la vittoria nella Four Nations Qualification Cup

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A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

molto più accessibile e stimola l'al-levamento di razze "minori" cheoggi non avrebbero sbocco in unacompetizione internazionale con lealtre discipline equestri.Ricordiamo, ancora una volta, checosa è l'Horse-Ball. E’ prima di tuttouno sport di squadra. Uno sportcollettivo nel mondo equestre. Sigioca sia su cavallo che su Pony edè molto affascinante e coinvolgenteda guardare in particolare nella rac-colta della palla (chiamata in fran-cese ramassage) senza mai scen-dere da cavallo. Difficile? Per nien-te. In realtà piccini e grandi posso-no praticare questa disciplina egrazie ad una cinghia che passasotto la pancia del cavallo ed èattaccata alle staffe, chiunque puòraccogliere la palla da terra. Leregole sono in parte quelle dellapallacanestro. L'obbligo dei tre pas-saggi tra tre giocatori diversi creaun gioco di attacchi e difesa basatisu schemi di gioco. La palla nonpuò essere tenuta da un giocatoreper più di 10” favorendo così circo-lazione di palla e velocità di gioco.Due arbitri disciplinano il gioco dicui uno a cavallo. La partita dura 20minuti con un intervallo di 3 minuti.Sono quattro i binomi contempora-neamente sul campo di gara men-

tre due riserve sono a bordo campoe possono entrare in qualsiasimomento purché in fase di giocofermo. La disciplina è nata inFrancia negli anni 70 e conta oggipiù di venti paesi praticanti ed èriconosciuta dalla FEI. E' arrivata in Italia alla fine deglianni 80 e ad oggi è giocato in più di11 regioni Italiane con una ventinadi squadre.Infine, per giocare a Horse-Ball nonoccorrono particolari attrezzaturema semplicemente un palloneimbrigliato in una rete di sei mani-glie, una cinghia per legare le staf-fe e un cerchio da un metro di dia-metro per incominciare a fare iprimi canestri. Il prossimo appunta-mento di CSAIn Equitazione conl'Horse-Ball è rappresentato dallostage di formazione per principiantiche si terrà dal 20 al 22 novembrepresso il Centro Ippico NuovaCascina Vergosa in Via Vergosa 5,a San Fermo della Battaglia (CO).Lo stage è rivolto a tutti e insegne-rà le basi per iniziare a giocare e adivertirsi. Docente: Miki Appendino,allenatore della Nazionale Italiana.Per qualsiasi informazione si puòprendere contatto con [email protected] [email protected] l

essendo una disciplina moltoimmediata nel suo approccio, per-mette di coinvolgere da subito i piùpiccoli su Pony. Lo spirito collettivocrea immediatamente un legamemolto forte tra i binomicavaliere/pony e ovviamente tra idiversi componenti della squadra. Ilfatto per i giovani di poter continua-re poi su cavalli, crea una motiva-zione fortissima e permette dasubito di avere dei ragazzi moltocompetitivi, ne è la dimostrazione ilrisultato ottenuto durante questaFour Nations Qualification Cup conla squadra italiana composta dagiovani elementi. Un altro aspetto interessante è iltrattenimento dei ragazzi nelmondo equestre. In effetti, uno deiproblemi maggiori dell'equitazionein tutto il mondo è l'abbandono del-l'equitazione dei ragazzi in fase dipre-adolescenza. In quel periodo imaschi cercano il rapporto di squa-dra e di appartenenza che difficil-mente trovano nelle disciplineequestri classiche. I centri cheinvece praticano l'Horse-Ball trat-tengono fino all'80% dei loro ragaz-zi. Un altro dei vantaggi di questadisciplina è che non esiste unarazza particolarmente adatta, que-sto rende lo sport economicamente

Una spettacolare fase di gioco di Horse-Ball. Oggi in Italia si gioca in ben undici regioni con una ventina di squadre

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CSAIN e ANIMA PER IL SOCIALE

sostenere un programma medicoumanitario internazionale dedicatoall’infanzia in difficoltà».Alla presenza dell’autore GaetanoGargiulo, hanno introdotto l’incon-tro Sabrina Florio, Presidente diAnima, Barbara Santoro,Presidente Shenker e coordinatricedel Progetto “Manager con Anima”e Santo Versace, PresidenteFondazione Operation Smile ItaliaOnlus. Hanno presentato il testoBarbara Sena, Docente diMetodologia e tecnica della ricercasociale e Sociologia dei processieconomici alla Facoltà di ScienzeSociali della Pontificia UniversitàSan Tommaso D'Aquino in Urbe“Angelicum” e Michele Petrucci,Presidente ASAP, Agenzia per loSviluppo delle AmministrazioniPubbliche. Ha condotto AntonioMemoli, studioso di Etica Sociale. l

valori d’impresa,Associazione non profit pro-mossa dall’Unione degliIndustriali e delle imprese diRoma.Un progetto editoriale allostesso tempo ‘culturale’ ed‘umanitario’, finalizzato allavalorizzazione del rapportotra Impresa, Cultura eSolidarietà. Il saggio contri-buisce, infatti, al sostegnodei programmi medici uma-nitari della FondazioneOperation Smile Italia Onlus.In occasione dell’evento èstato presentato il progetto“Manager con Anima”, con-versazioni con imprenditoriimpegnati in progetti diResponsabilità Socialed’Impresa creativi ed innova-tivi, ideato e realizzato daAnima in collaborazione conShenker.

Sabrina Florio, Presidente diAnima: «Abbiamo deciso di soste-nere questa iniziativa editoriale inquanto perfettamente in linea conla mission di Anima, Associazioneche si occupa di diffondere tra leimprese del territorio la culturadella responsabilità sociale d’im-presa e della sostenibilità. In uncontesto globalizzato in continuaevoluzione, caratterizzato da dina-miche sociali e turbolenze finanzia-rie, la nostra economia ha ancorapiù bisogno oggi di imprenditori emanager che sappiano impegnarsie guardare lontano: è così che sisviluppa un’imprenditoria sana, ingrado di divenire vero motore delbenessere sociale. E’ con piacere inoltre che condivi-diamo la scelta nobilissima di

Diffondere una nuova concezio-ne del ‘fare impresa’, basata sullaresponsabilità sociale, in cui mana-ger e imprenditori divengono sog-getti proattivi capaci di renderecompatibile la propria prospettiva dicrescita con lo sviluppo economicoe sociale del Paese. Una sfida a varcare la soglia esuperare un approccio gestionale,organizzativo e manageriale di tipotradizionale per incamminarsiverso una maggiore etica nel lavo-ro, nella gestione e nei fini d’impre-sa. Questo il principale messaggio dellibro “La porta di Titò”, che è statopresentato il 10 novembre scorso aRoma, presso lo Shenker CultureClub, da Anima per il sociale nei

Anima ha presentato a Roma il libro “La porta di Titò” di Gaetano Gargiulo. Un saggio con cui si vuole valorizzare il rapporto tra impresa, cultura e solidarietà.Nell’occasione è stato proposto anche il progetto “Manager con Anima”

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APRIAMO quella porta

La copertina del libro di GaetanoGargiulo

Sabrina Florio, presidente di Anima

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Montecatini Terme ha ospitato a fine ottobre un nuovo stage di aggiornamento perdirigenti e tecnici dello CSAIn. E’ stato organizzato in stretta collaborazione con la

Scuola dello Sport Coni della Toscana. Si replica a fine novembre a Vicenza

Montecatini Terme ha accolto,nell’ultimo weekend di ottobre, unanutrita schiera di tecnici e dirigentiCSAIn per un corso di formazionedagli alti contenuti, organizzato instretta collaborazione con laScuola dello Sport CONI dellaToscana. L’esigenza di informare eformare le figure del dirigente spor-tivo e del tecnico sportivo, nascenello CSAIn molti anni fa, ma si èavvertita ancora più intensamentea partire dal 1999, cioè dal DecretoMelandri 242/99, dall’art.90 dellafinanziaria 2003, legge 289/2002 edal Decreto Pescante 15/2004.Questa legislazione relativa allamateria sportiva, ha disposto age-volazioni fiscali ed indicazioni pre-cise circa la natura giuridica dell’as-sociazionismo sportivo e disposi-zioni relative ai requisiti obbligatoriper le associazioni e società sporti-ve dilettantistiche. Inoltre, l’evolu-zione della società odierna, tesaall’esame costante della cura dellapersona non solo sotto il profilo fisi-co, ma anche da un punto di vistasociale, di stili di vita, psicologico esanitario, richiede ai tecnici di esse-re in grado di prestare servizi sem-pre più esclusivi. Da queste consi-derazioni, è nata la necessità,all’interno dello CSAIn, di creareappositi corsi di formazione darivolgere proprio ai dirigenti e aitecnici sportivi.A Montecatini, dopo i saluti di rito(molto gradito quello del Presidentedel CONI Toscana dr. PaoloIgnesti), i docenti della scuola dellosport regionale ed i docenti CSAInsi sono alternati nell’insegnamentodelle materie, in parte in sessione

Dirigenti e tecnici, tutti

in CORSOlegislazione sportiva. Per tutti i pre-senti attestati di partecipazioneCSAIn, per gli assenti invece, sireplica a fine novembre a Vicenzae l’augurio (e il consiglio) è che lapartecipazione sia molto ampia,per la valenza oggettiva dei corsi eper l’importante crescita personalee professionale che ne deriva. Pereventuali informazioni, fa riferimen-to la segreteria nazionale CSAInallo 06-54221580 l

comune (tecnici e dirigenti assie-me) ed in parte in aule separate acausa delle ovvie diversità nei pro-grammi dei corsi. Promozione ed impiantistica sporti-va, sono stati i primi argomenti delcorso per dirigenti, seguiti dai prin-cipi di base per la costituzione eorgani e funzionamento delle Asd,compresi obblighi contabili e rendi-contazione. A chiudere la primagiornata, nozioni sulle responsabili-tà del dirigente e tecnicosportivo. Il sabato si è aper-to parlando di comunicazio-ni interpersonali e degliaspetti sanitari della praticasportiva, nel pomeriggio,inquadramento e adempi-menti per compensi erogatida Asd, poteri di accesso,ispezione e verifica nellosport dilettantistico ed eticadello sport. Invece materieesclusivamente trattate nelcorso per tecnici: metodo-logia dell’allenamento,metodologia dell’insegna-mento e psicologia dellosport.A chiudere il corso, ilresponsabile della forma-zione CSAIn, dott. MicheleBarbone, che ha parlato diordinamento sportivo e

In una foto d’archivo il dott. Michele Barbonecon il presidente CSAIn Luigi Fortuna

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associati su argomenti ostici e incontinua evoluzione». Dott.Vincenzo Schioccal «L'aggiornamento è stato unmomento di aggregazione interes-sante, sia dal punto di vista tecnicoche umano. Ho gradito molto che levarie lezioni siano state suddivisein due momenti, forme e tecnichedi combattimento. Ho trovato i docenti molto prepara-ti, e personalmente non ho avverti-to la tensione che mi attanagliava

Il TAEKWONDfa il restyling

A Cassano Magnago si è svolto l’importante corso di aggiornamento per tecnici e cinture nere della Federtaekwondo. Tanti gli argomenti trattati

da qualificati docenti. I giudizi positivi dei partecipanti

Dall’8 al 10 ottobre, presso lasala congressi dell'Hotel Astoria e ilPalazzetto Tacca di CassanoMagnago, si è svolto il corso diaggiornamento nazionale per tecni-ci e cinture nere di Taekwondo. Lamanifestazione ha visto la parteci-pazione di Maestri di fama interna-zionale che hanno tenuto sessioniformative teoriche e pratiche diTaekwondo e Hapkido. Gli argo-menti trattati sono stati: primo soc-corso, aspetti fiscali delle Asd,metodologia di allenamento,Taegeuk-Poomsae, tecniche dicombattimento, tecniche di difesapersonale con momenti di allena-mento collettivo dove sia i tecnicisia le cinture nere interessate all'in-segnamento, hanno potuto con-frontarsi sulle metodologie per alle-nare i più piccoli (6/13 anni). Neltentativo di ripristinare l’atmosferadi amicizia e stima reciproca che sirespirava in quei giorni proponiamoqui alcuni commenti dei protagoni-sti.

***l «Il corso è andato bene, apprez-zo molto la voglia di fare. Bello ilclima che si è creato; le lezionierano interessanti. In una battuta,un corso edificante». M° MarcoVarrucciul «Cari Amici, come direttore tecni-

co di FederTaekwondo Italia e AMCho avuto l’opportunità di lavorare inun clima fraterno e serio, cui hannocontribuito sia il corpo docente chei tecnici/allievi. Sono stati due gior-ni di prove e di apprendimentointensi sia sul piano teorico chenella pratica. L’impegno di tutti si èconcretizzato nel fare del propriomeglio per sviluppare la tecnica deidue sistemi di arti marziali coreane:il Taekwondo e l’Hapkido. Possosolo congratularmi e ringraziare ilnostro Presidente Vitale Monti e glialtri dirigenti nazionali e regionaliche erano presenti a questo incon-tro bene organizzato per dimostra-re il loro impegno e sostegno». M°Hernando Reyes Mazabell «La lezione da me tenuta in occa-sione del corso di aggiornamentonazionale, ha riguardato l’introdu-zione del Modello E.A.S. e il muta-to quadro normativo in materia diAssociazioni SportiveDilettantistiche. Tali tematichehanno spinto il Presidente federalead avvalersi della mia collaborazio-ne per fornire agli interessati i variaggiornamenti sugli aspetti fiscali eprevidenziali riguardanti i “compen-si per prestazioni sportive e spesesostenute. Ringraziando ilPresidente Monti, per la sensibilitàmostrata nei confronti dei propri Il presidente Monti premia il M° Cirillo

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nelle scorse edizioni. Ho sempremostrato diffidenza nei confrontidella disciplina dell'Hapkido, maquesta volta il maestro Hernando èriuscito a farmi a sentire a mio agioe a farmi apprezzare questa nobiledisciplina». Allenatore CarloAntonio Recuperol «Come cintura nera partecipanteal corso ho avuto delle ottimeimpressioni su tutto ciò che hariguardato il corso. C’è stata unagrande professionalità da parte deidocenti e dei tecnici che hannosaputo tenere i corsi in manieraesauriente per chi era già esperto,senza però rendere difficile l’ap-prendimento dei temi da loro tratta-ti a chi invece era ancora alle primearmi. A differenza di altri corsi a cuiho preso parte negli anni preceden-ti si è visto un maggiore spirito digruppo». C.N. 4° Dan FrancescoPolisil «Ringrazio tutti coloro che hannocontribuito alla buona riuscita dellamanifestazione. I corsi sono statiinteressanti». Istruttore MarcelloScacchettil «Penso che il corso abbia avutouna buona riuscita, sia perché èstato seguito con interesse dai par-tecipanti, sia perché noi docenti, inbase alle esperienze fatte neglianni addietro, abbiamo cercato dispiegare in modo semplice lenozioni fondamentali anche percoloro che intendono intraprenderel’insegnamento». M° SalvatoreCirillol «Ho trovato il corso molto interes-sante e ben organizzato, irelatori/tecnici molto preparati. Lelezioni teoriche sono state chiareed esaurienti e quelle tecnichemolto avvincenti». CN 3° DanAntonio Oggianol «Considerando le poche ore adisposizione per curare i vari aspet-

ti del corso,direi chesono stateusate inm a n i e r acostruttiva.Non cono-scevo il prof.Marchetta:ho apprez-zato moltole sue lezio-

ni teoriche e pratiche sulle metodo-logie di allenamento. Conoscevosolo di vista il dott. Schiocca ed hoapprezzato la sua pazienza nel cer-care di rendere meno ostica la sualezione sugli aspetti legali e fiscali.Del M° Antonio Voci conosco la tec-nica per averlo arbitrato nelle garedi forme e apprezzo l'impegno e laserietà dimostrata; il M° Cirillo nonavevo mai avuto il piacere di veder-lo all'opera e devo dire che si èdimostrato all'altezza della situazio-ne. Per il settore Hapkido il M°Hernando Reyes Mazabel è unagaranzia di competenza e per me èun onore collaborare, nel mio pic-colo, con lui. Il dottor Manzi e il M°Cornacchia sono stati efficienti,esaurienti e pazienti come sempre.Ringrazio il Presidente e gli orga-nizzatori per quella che si può defi-nire un’esperienza». M° AntonelloCrabul «Il corso mi è parso serio e com-pleto i docenti a mio giudizio misono parsi molto preparati sugliargomenti di loro competenza. Hoapprezzato la varietà delle temati-che affrontate». AllenatoreSimone Fioral «I docenti sono stati molto bravi atrasmettere le nozioni e le tecnichesia per quanto riguarda il combatti-mento che le forme. Ho apprezzatomolto la lezione di Hapkido: il M°Hernando Reyes Mazabel fa cosebellissime da vedere e da praticare.Inoltre ho trovato immediatamentefruibili gli spunti sulla metodologiadi allenamento che ci sono stati for-niti dal prof. Marchetta e che a mioavviso hanno rappresentato la veranovità di quest’anno». IstruttoreClaudio Di Salvol «Ho rivisto amici fraterni e cono-sciuto persone sincere, grazie aquesto corso, che mi ha dato lasoddisfazione di raggiungere un

obiettivo da me ambito da anni,quello di avere il titolo di allenatore,per poter far conoscere questadisciplina, ed insegnarla. Forsesono la persona meno adatta, poi-ché ultimo arrivato, ma per tutti solouna parola: grazie». AllenatoreGerardo Cirillol «Tutto sommato il corso è andatobene, abbiamo lavorato con lo spi-rito giusto e credo che le personesiano rimaste contente, io comedocente posso dirmi soddisfatto ingenerale. Per quanto riguarda il M°Cirillo, quello che ho potuto notareè che finalmente si è visto un po’ diagonismo, molto preparato e umile.Molto preparato soprattutto suglischemi da combattimento e bravonel far vedere le tecniche. Per quanto riguarda il dottor Manzi:beh, oramai è un veterano e sicura-mente molto preparato. Per quantoriguarda il preparatore atletico: otti-ma nuova entrata... il Prof.Marchetta, formidabile, spettacola-re sia teoricamente sia praticamen-te (incredibile la coordinazione cheha acquisito), molto preparato eusa degli ottimi metodi di insegna-mento, usa gli esempi per farti capi-re, e il suo linguaggio è semplice econciso, molto coinvolgente: 10 elode. Per quanto riguarda il dott.Schiocca: veramente preparato nelsuo settore, un po’ difficile da capi-re ma non per demerito suo, maper l'ignoranza nostra nel settorefiscale. Per il M° Spagnolo: moltobravo, ma non ho avuto il piacere divederlo in azione in quanto sempreimpegnato nei miei corsi. Per il M°Voci: fate voi, io non posso giudi-carmi, ansi sarei grato se mi face-ste sapere il pensiero dei corsisti,per capire dove migliorare e cheimpressione hanno avuto di me. Unsaluto a tutti». M° Antonio Vocil «Nella nuova edizione del corsodi aggiornamento, FederTaek-wondo ha dato la possibilità di par-tecipare al corso a tutte le cinturenere: un ottimo trampolino di lancioper chi voglia percorrere la stradadell’insegnamento di questa disci-plina coreana. È stata una bellissi-ma esperienza, perché oltre a con-seguire il diploma di allenatore, hoavuto la possibilità di confrontarmicon persone più esperte di me».Allenatore Antonio Manzo l

Il gruppo dei partecipanti al corso di aggironamento

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CSAIN

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IL MONDO

Veneto e Sicilia, il WUSHUè tricolore

I team CSAIn delle due regioni hanno rappresentato con successo l’Italia nel campionato internazionale Dragon Day svoltosi in Belgio

Eccellente prova degli atleti italiani, con i team diWushu CSAIn del Veneto e della Sicilia, al CampionatoInternazionale di Wushu Kung Fu denominato DragonDay 2010. La manifestazione, organizzata dalla scuo-la di arti marziali cinesi “La Mante Belge” del maestroJosè Magnee, si è svolta il 9 ottobre a Trooz, in provin-cia di Liegi (Belgio). Più di 150 atleti provenienti dallediverse località europee come Italia, Francia, Belgio,Spagna, Olanda, Germania. Presente anche la Cinagrazie alla partecipazione, come Special Guest, delmonaco di Shaolin Shi Yan Li. A presiedere la giuria gliesperti arbitri de La Mante Belge con la gradita colla-borazione di tre rappresentanti della FederazioneBelga “Chan Wu” di Wushu Kung Fu. La manifestazio-ne ha avuto inizio con la parte artistica Tao Lu di wushumoderno e Kung Fu tradizionale con le categorie deipiù piccoli per poi passare alle categorie adulti. Nel

pomeriggio si sono svolti i combattimenti di Sanda,molto seguiti e apprezzati dal numeroso pubblico pre-sente. Il tutto si è concluso con una grande festa all'in-terno della scuola de La Mante Belge, con tutte le rap-presentative, all'insegna di una grande amicizia e spor-tività. Si notava la presenza, durante le premiazioni, dirappresentanti del Consolato italiano in Belgio,dell'Assessore belga alle Politiche Giovanili e delSindaco (Borgomastro) di Trooz. Il team WushuCSAIn, che ha rappresentato l'Italia, si è fatto valereriuscendo a salire più volte sul podio, portando così acasa cinque medaglie d’oro, quattro d’argento e tre dibronzo. Il Team, capitanato dal veterano M° CarmeloScaletta (nell'occasione anche direttore tecnico delteam CSAIn) e dei due team leader i maestriDomenico Gosetto e Enrico Pase, è riuscito ancorauna volta a portare in alto, con il Wushu Kung Fu, icolori italiani e il buon nome dello CSAIn in Europa.Sport, amicizia e divertimento, sono gli ingredienti diquesta importante e significativa esperienza.I componenti del team italiano con i risultati.· Team leader: Gosetto Domenico e Pase Enrico(CSAIn Veneto)

· Direttore Tecnico: M° Carmelo Scaletta(CSAIn Sicilia), due ori nel Kung FuTradizionale.· Laudani Orazio (Training Club, Misterbianco,CT): due ori nel Wushu Moderno· Leotta Antonino (Training Club,Misterbianco, CT): un oro nel Wushu Moderno· Lai Mattia (Wushu School, Colfosco, TV):due argenti nel Wushu Moderno· Bazzo Pierluigi (Wushu School, Colfosco,TV): due bronzi nel Wushu Moderno· Matteo Peruch (Wushu School, Colfosco,TV): un bronzo nel Sanda (85 kg)· Casagrande Ivan (Wushu School, Colfosco,TV): un argento nel Sanda (85 kg)· Fontana Stefano (Wushu School, Colfosco,TV): un argento nel Sanda (+85 kg)· Zambon Matteo (Wushu School, Colfosco,TV): 4° posto nel Wushu Moderno l

La squadra CSAIn di Wushu che si è fatta onore in Belgio

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I primi quattro classificati nel torneo di Biella con ilpresidente regionale CSAIn Pierfranco Gilardino

QUI PIEMONTEA BIELLA SI VA A TUTTO SQUASHIL TROFEO CSAIN VINTO DA GALLI

Si è disputato a fine settembre, sui campi del CentroSportivo Pralino a Sandigliano (Biella) il 9° TrofeoCSAIn, torneo di squash per la categoria open, magi-stralmente organizzato e diretto dai ragazzi dell’AsdBiella Squash, società affiliata al Comitato CSAIn diBiella. Ben trentatrè gli atleti intervenuti da Piemonte,Liguria, Lombardia, Svizzera e Belgio a contendersil’ambito trofeo, giunto ormai alla sua 9ª edizione.Quattro i giocatori di 1ª categoria (Galli, Cabella,Verbena e Gianfredi) e quattro quelli di 2ª categoria(Corso, Rossi, Mannu e Portinaro) ammessi diretta-mente al “Main Draw” (il tabellone principale), con tuttigli altri a giocarsi nelle qualifiche i quattro posti dispo-nibili. Tra questi Scarioni (2ª cat), Ghirelli, CasalvoloneC., Signorini e Cazzola (tutti di 3ª categoria) a difender-si dagli attacchi degli altri giocatori iscritti.Era il primo torneo della stagione agonistica ASSI2010/2011 e in palio (oltre al trofeo ed ai premi offertidagli sponsor), visto l’elevato numero di partecipanti,c’erano punti importanti per smuovere la classificanazionale ASSI (Associazione Squash Italia, affiliataCSAIn). Gli incontri iniziavano puntualmente alle ore9,30 e registravano subito due sorprese: Monica Lovatie Eleonora Baruffi (due simpatiche, belle e braveragazze novaresi in forza al Cadrezzate Fitness Club)s’imponevano sui più quotati avversari maschili di paricategoria Banzato e Borca e si aggiudicano il passag-gio del turno suscitando l’ammirazione del folto pubbli-co presente. Non si registrano sorprese invece al 2°turno dove pressoché tutti i giocatori più quotati rispet-

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tavano i pronostici battendo i loro avversari e lo stessoavveniva nel 3° ed ultimo turno di qualifica; unica ecce-zione l’eliminazione di Paolo Ghirelli ad opera di unoscatenato Cazzola, più pimpante e puntuale sulle vele-nose palle del veterano genovese.Accedevano così al main draw Stefano Scarioni,Gianluca Signorini, Corrado Casalvolone e appuntoFilippo Cazzola.Anche nel 1° turno del main draw non si registravanoparticolari sorprese: Marco Portinaro, Massimo Corsoe Alberto Rossi (tutti di 2ª cat.) battevano abbastanzaagevolmente i rispettivi avversari della categoria infe-riore Filippo Cazzola, Gianluca Signorini e CorradoCasalvolone; la sfida tra i pari categoria (2ª) MarcoMannu e Stefano Scarioni vedeva prevalere il secon-do. Come pronosticabile nei quarti lo svizzero MarcelloGalli e Stefano Verbena avevano la meglio rispettiva-mente sul torinese Marco Portinaro e su StefanoScarioni, invece a sorpresa Massimo Corso riusciva adimporsi, dopo 5 estenuanti games, sul giocatore dicasa e di 1ª categoria Andrea Gianfredi, chepoi nondisputerà il tabellone di recupero per uno stiramento.Bella, intensa e incerta fino all’ultimo era la partita tra il“Panda” Alberto Rossi (2ª cat) e Fabrizio Cabella (1ªcat) che vedeva l’alessandrino prevalere al 5° gioco sulsimpatico avversario.Le semifinali vedevano Galli prevalere per 3-1 suCorso e Verbena su Cabella (3-2). Purtroppo sul finiredell’incontro l’alessandrino si infortunava a un polso edera poi costretto a rinunciare alla lotta per il 3° postocedendo la piazza a tavolino a Massimo Corso.In finale Galli, caricato a mille, sbagliava poco eVerbena non aveva scampo subendo il 3 0. Alla fine ilPresidente Regionale CSAIn Pierfranco Gilardino con-segnava al vincitore il trofeo e le targhe ricordo del tor-neo, oltre che ai primi 4 classificatisi, anche ai giocato-ri piazzatisi nei tabelloni di recupero. Dopo la premia-zione la serata proseguiva in allegria presso i localidella Birreria Menabrea a Biella. l

QUI LOMBARDIA

I BABY ALLIEVI DEL KARATE-DOSI FANNO ONORE A LISSONE

I giovanissimi allievi del Karate-Do, accompagnati dalpresidente Vittorio Raso e dagli istruttori Andrea eMarta Sambruni e Paola Di Giovanni, sabato 9 ottobrehanno partecipato, presso il palazzetto BenedettoCroce di Lissone, al 1° Trofeo Decor Clan di Karate. Lamanifestazione, organizzata dall’Asd Karate Wa YuKai, era riservata ai bambini/e nati tra il 1999 e il 2005.Presenti oltre duecento piccoli Samurai di diversescuole di karate della Lombardia, che si sono cimenta-ti nel percorso e nelle prove tecniche con il palloncino.

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Nel percorso a tempo i ragazzi dovevano eseguire unacapovolta in avanti seguita da un balzo e circonduzio-ne delle braccia, slalom tra i paletti, capovolta indietro,capovolta saltata, ruota destra e sinistra, balzi a piedipari sui quattro lati di un quadrato, ancora capovolta inavanti e scatto finale. Per l’esecuzione corretta di un percorso così struttura-to il ragazzo deve aver eseguito un buon lavoro sulleprime tre fasi del progetto karate e anche tecniche conpalloncino, una sfera delle dimensioni di un pallone dacalcio, che deve essere sospeso all’altezza del viso.Sono ammesse solo alcune tecniche che comprendo-no i calci circolari (mawashigeri, ura-mawashigeri,ushiro-mawashi, geri) eseguiti esclusivamente con l’ar-to arretrato e i pugni (kizamitsuki, gyakutsuki, uraken).La prova consiste in 20” di libera combinazione di tec-niche di gambe, seguita da 15” di libera combinazionedi tecniche di gambe e di braccia. La valutazione dellaprova deve tener conto di determinati parametri chesono: la tecnica, la postura e la guardia, la simmetria,la distanza e il dinamismo motorio. I giovanissimiAllievi del Karate-Do di Cesano Maderno hanno benis-simo figurato conquistando in tutto ben 17 medaglie.Questi risultati hanno consentito di vincere il Trofeoper le società classificandosi al secondo posto.Venivano premiati i bambini/e dal 1° posto al 5°posto.Nel Percorso. Cintura bianca: 2° posto Andrea LoRe; 3° posto Andrea Galbiati, 5° posto MicheleBrigandì. Cintura gialla: 1° posto Alhena Ceresa, 2°posto Giulia Mafrici, 4° posto Riccardo Silva, 5°Ginevra Ceresa. Cintura verde: 1° posto Iago Brenna,5° Michele Amoroso.Nella prova tecnica con il palloncino. Cintura bian-ca: 3° posto Andrea Galbiati, 5° posto Andrea Lo Re.Cintura gialla: 1° posto Giulia Mafrici, 2° postoSamuele Cadenazzi, 3° posto Elena Notarangelo eMatteo Casotto. Cintura verde: 2° posto Iago Brenna,3° posto Gaia Sanità. l

QUI VENETO

GRAZIE AI VETERANI DI NOALEI BIRILLI NON VANNO MAI GIÙ

Per l’Asd Veterani di Noale nel bilancio della stagionespicca la partecipazione alla Festa dello Sport diScorzè. L’associazione ha partecipato attivamenteall’iniziativa installando il campo mobile del gioco deibirilli, sport praticato a livello nazionale sotto la tuteladella FABI (Federazione Autonoma Birillistica Italiana),riconosciuta dallo CSAIn e dal Coni.La società noalese ha organizzato una gara aperta atutti che si è conclusa con le premiazioni delle variecategorie (bambini, ragazzi, donne, tesserati FABI enon tesserati) durante l’ultima giornata della manife-stazione. Come negli anni passati il pubblico presente,durante una delle tante serate dedicate all’iniziativa, hapotuto anche assistere all’ormai consueta gara tra atle-ti “destri e sinistri “ appartenenti alle squadre chegareggiano nel campionato nazionale. La gara, vintadagli atleti “destri”, ha riscosso un grande successo daparte del numeroso pubblico presente che ha potutosia apprezzare a livello pratico questo sport in continuae costante espansione, sia apprezzare il grande livellotecnico ormai raggiunto da atleti che si allenanocostantemente per partecipare alle molteplici competi-zioni nazionali. L’Asd Veterani ringrazia i presenti e, inparticolar modo, Mario Pollon e Alessandro Gobbo,rispettivamente Presidente e Vice Presidente dellasocietà ospitante, che anche quest’anno si è impegna-ta ad organizzare quella che è ormai considerata unatra le più belle e riuscite feste dedicate esclusivamen-te allo sport della Provincia. Una citazione meritano icoordinatori Nicola Sarlo e Adone Celeghin.Il 12 settembre poi si è poi concluso il VII MemorialTiberio Lava, gara birillistica individuale riservata agli

I giovanissimi del Karate-Do con il loro presidente (in alto a destra) Vittorio Raso

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iscritti FABI, sempre organizzata dall’Asd Veterani diNoale. Le varie sfide, che hanno visti impegnati nelcorso della settimana moltissimi atleti anche nei campiesterni dei comprensori di Treviso, Villorba,Conegliano e Pordenone, si sono appunto conclusenel campo di Noale, Giardini di Via Gagliardi, alla pre-senza di numerosi campioni del gioco (si sono registra-te in totale circa 400 giocate) che hanno gareggiato perassicurarsi la vittoria nelle varie categorie oltre alTrofeo Lava, messo in palio dalla famiglia Lava, daassegnare al giocatore con il maggior punteggio.Favoriti dalla bella giornata di sole, la manifestazioneha potuto così contare anche su una costante parteci-pazione di un appassionato pubblico che, alla fine, haapplaudito tutti gli atleti premiati, in particolar modoPietro Vidotto della società. Aurora, vincitore del TrofeoLAVA. Alla presenza del Consiglio Direttivo AsdVeterani, di Wally Vallotto Lava e del figlio Matteo, delPresidente FABI Giuliano Fantin, del Presidente AreaTecnica FABI Mazzobel Armando, del Presidente AreaPromozionale FABI Bastianetto Giancarlo, del Sindacodella città di Noale dr. Michele Celeghin, degli asses-sori del Comune di Noale avv. Paolo Dalla Vecchia eAndrea Muffato, si è conclusa la giornata con un alle-gro rinfresco in mezzo al verde che circonda il campoda gioco e con appuntamento per la prossima edizio-ne. l

NELLA MARCA IL PALLONE VOLAMA GLI ALTRI SPORT SCALPITANO

Storica serata quella del 7 ottobre per il gruppo arbitriamatoriali del GTA che lo CSAIn è lusingato di averecome soci. L’appuntamento è servito per presentare lenuove divise dei direttori di gara che saranno chiamatiad arbitrare gran parte delle gare amatoriali (circa3.000) a 5 e 11 che saranno giocate nel territorio.Questo l’organigramma della sezione che conta ben75 tesserati: Presidente Nico Bucciol; Vice pres.Silvano Giuliato; delegato tecnico Antonio Bisetto; con-siglieri: Michele Agnoletto, Gino Bianco, RaffaeleCrotti, Sandro Del Todesco, Claudio Piccolo eAlessandro Testa. Le capacità tecniche del grupposono già state apprezzate dal nostro ente a Fano,

La squadra di calcio a 5 dei Legionari del Sile

Vasto e Lignano, dove hanno diretto partite dei varicampionati nazionali. Sempre per restare al calcio daricordare, dopo la marea di squadre impegnate neicampionati di calcio a 11, che si sono messi in motoanche gli appassionati di calcio a 5. Al Trofeo EnfantProdige valido per l’ammissione alle Finali regioneVeneto sono iscritte le seguenti formazioni: C5 Cral TV,Macellerie Sartorato, Spakkio Team, CarrozzeriaCarnio, Real 2004, Autore TV, Zeus Pizza, ATeam,Extra Promotion, Dream Team, Paperdream,Tabarinite (Campione CSAIn Giovanile a Riccione2010), Legionari del Sile, Tipografia Tarvisium,Bambini Prodigio, C5 Futsaloon, Paese, Warstainer,Camalò Ipresa Borsato, Edicola Righetto tutte coordi-nate da Toni de Biase. Invece il girone ParabaeSporting Club seguito da Claudio Moret registra ainastri di partenza i seguenti gruppi: Spritz FootballClub, Cesconetto Team, IPF Spresiano, RealSupernastri, Luca e Fantuzzi Sport, Real Tobeo, IMercenari, AcLovadina, Al centrale, Ac Marocco,Dracula C5, Milanese Pitture, Al Morer ed il C5Kosmoparty vincitore del titolo veneto nel 2009-2010.Per quanto riguarda infine le cinquanta squadre delCircolo Dimensione Sport coordinato da ManuelFurlan e Diego Casadoro, dopo essere state “svezza-te” a Treviso, daranno vita al Campionato provincialedi Venezia che viene promosso per la prima volta nellastoria dello CSAIn. Se son rose… fiorirannoMa a Treviso e provincia non si vive di solo calcio.Sono quasi 3.000 gli iscritti alle Piscine Quinto diTreviso dirette dal presidentissimo Walter Golfetto. Ilgruppo dei validissimi Istruttori seguono una decina didiversi corsi per adulti e bambini. Quanto mai impor-tanti i risultati ottenuti dal club che è riuscito a scovareed “allevare” dei piccoli talenti dei quali, magari anchesolo nel Veneto, se ne parlerà sicuramente. Non ven-gono trascurate la ginnastica in genere e la danza: itesseramenti nel settore sono arrivati a toccare quota2.500. Fra le altre in evidenza la società Dna Danzanell’Anima seguita con innata passione dalla brava ebella Antonella Darin. lI validi istruttori delle piscine Quinto di Treviso

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istruzione, tra tutte, appunto, i “TestMotori”, progetto elaborato daidocenti di Educazione Fisica del liceoperugino e realizzato per il secondoanno consecutivo, sulla scia degli otti-mi risultati ottenuti quest’anno dallerappresentative di Istituto nei GiochiSportivi Studenteschi che si guada-gnate l’accesso alle finali nazionali diatletica leggera e pallacanestro. Le prove che i circa trecento alunnidelle classi prime hanno dovutoaffrontare sono state i metri 80, ilsalto in lungo, il getto del peso; al ter-mine delle gare sono stati premiati iprimi tre classificati di ogni specialitàe le classi che nelle due giornatehanno ottenuto più podi.

Impeccabile la gestione, coordinata dai docenti di Ed.Fisica, professori Antonielli Franco, Bottausci Moreno,Brunelli Serena, Ercolani Enrico, Giustardi Chiara,Pannacci Lucio, affiancati dai tecnici dell’AtleticaCSAIn Perugia che hanno curato soprattutto la parteorganizzativa. Preziosa e allegra la collaborazione deiTutor della classi quarte, che hanno guidato, sostenu-to, incoraggiato con fraterno cameratismo le loro“matricole”. Da anni il Comitato Provinciale CSAIn pro-muove e supporta questo tipo di manifestazioni nellescuole, nell’ambito del programma finalizzato all’incre-mento sul territorio delle attività sportive, culturali,ricreative e del tempo libero, tramite accordo di colla-borazione tra Istituzione scolastica ed Ente di promo-zione sportiva; il Comitato Provinciale CSAIN sostienele iniziative attraverso la messa a disposizione di strut-ture tecnico-operative e organizzative. Referenti per loCSAIn il Presidente Provinciale Raffaello Germini, ilPresidente dell’Atletica CSAIN Perugia Patrizia Tesei,e il Responsabile Tecnici Moreno Bottausci con la col-laborazione tecnica di Chiara Morbidoni e ConcettiStefania. l

ALLE FIERE DI SAN LUCIALO CSAIN CI METTE IL CALCIO

A Treviso, da oltre mille anni, si celebrano le famosis-sime “Fiere di San Luca”, una volta mercato del bestia-me, del baratto e della compravendita in generale. Orail tutto si è trasformato in un gigantesco Luna Park cheattira l’attenzione, non solo dei trevigiani, ma anche ditantissimi “forestieri” che arrivano nella Marca pergustare i tradizionali piatti della gastronomia localequali il baccalà, l’oca con sedano, la pasta e fagioli e ifolpi di laguna. Da quest’anno, in concomitanza a talerassegna, su interessamento dell’Assessorato alloSport del Comune di Treviso è stato organizzata unamanifestazione calcistica riservata unicamente ai natio residenti nel comune iscritti allo CSAIn. Questo hadato modo a tante persone che non si incontravano datempo di rivivere i tempi andati trascorsi sui banchi discuola. Il risultato agonistico ha premiato il CalcioAmatori Canizzano, sceso in campo con questi gioca-tori: Cavasin, Cassettini, Di Pasquale, Folegnani,Giuliato, Marangon, Miolo, Padovan, Peccolo, Pilotto,Quarta, Sansonetti, Trevisan, Vergani, Marchetto.Dirigente Gianni Biondo. Seconda classificata l’AcSant’Angelo, terza il Santa Bona, mentre i ferrovieri delDLF sono finiti quarti. l

QUI UMBRIA

PERUGIA, CON I TEST MOTORIL’ATLETICA E’ SEMPRE A SCUOLA

Giovedì 16 e venerdì 17 settembre, gli studenti più gio-vani del Liceo Scientifico “Galilei” di Perugia si sonoritrovati presso l’impianto sportivo di Santa Giulianaper misurarsi nella disciplina sportiva per eccellenza:l’atletica leggera. Nell’ambito del progetto“Accoglienza”, coordinato dalla prof.ssa LuciaSpaterna, sono diverse le iniziative intrapresedall’Istituto superiore per agevolare il passaggio deglistudenti dalla ex scuola media al grado superiore di

Un gruppo di docenti e allievi che hanno partecipato ai“Test Motori” di Perugia

Il tavolo delle autorità pronto ad effettuare le premiazioni del torneo di calcio

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VALLE D’AOSTAtel. e fax 0165.1825170 [email protected]: Ruggiero MichielettoPIEMONTEcell. 335/8099671 fax 015/[email protected]: Pierfranco GilardinoLOMBARDIAcell. [email protected] Vitale MontiTRENTINO ALTO ADIGE(tel. e fax 0461/983894)Presidente: Paolo MontresorVENETOtel. 045/7153017 [email protected]: Eugenio FerrariFRIULI VENEZIA GIULIAtel. 0432/851560 [email protected]: Nevio CiprianiLIGURIAtel. e fax 010/317751,[email protected]: Sergio Corradi

EMILIA ROMAGNAtel.e fax 051.802710 338.8966679email: [email protected]: Franco VignoliTOSCANAtel. 0586.807646 fax 0586.229274 cell. 329.9889628 email: [email protected]: Gianfranco RaugeiUMBRIAtel. 075/5004591 fax 075/[email protected]: Moreno BottausciMARCHEtel. e fax 071.7590610 tel. 071.7592005 cell. 329.3817007Presidente: Antonio RomagnoliLAZIOtel.fax [email protected] Marcello PaceABRUZZOtel. e fax 0863/509346Presidente: Sante Volpe

MOLISEtel. e fax 0865/955159Presidente: Carlo De LisiCAMPANIAtel. 089/[email protected]: Gerardo Dino TorrePUGLIAtel. 080/5503679fax 080/5503603Presidente: Sergio SannipoliBASILICATAtel. e fax 0975/383186Presidente: Giuseppe PascaleCALABRIAtel. 0981/56103Presidente: Antonio FaillaceSICILIATel. 095.397040 fax [email protected]: Luigi FortunaSARDEGNAtel. 070-4818839 fax 070/41492 cell. 339-3668898Presidente: Giorgio Sanna

PRESIDENTI ONORARI

Fiorenzo MAGNIAntonio MAURIEugenio KORWIN

PRESIDENTE

Luigi FORTUNA

VICE PRESIDENTE

Franco CACELLI *Biagio SACCOCCIO *Salvatore SCARANTINO*

CONSIGLIERI

Livio BORRELLILuigi CAVALIERE *Antonio CELONA*Nevio CIPRIANISergio CORRADIGiovanni DESSI' *Rosario FATUZZO *Eugenio FERRARIRaffaello GERMINIEnea GOLDONIPiercarlo IACOPINI *Gabriele MARTINUZZIMaurizio NEGROFabrizio SCARAMUZZI Cristiana TORRE *

RESP. NAZIONALE SPORT

Salvatore SCARANTINO

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Roberto SELCI (presidente)

Domenico CORSINI (effettivo)Salvatore SPINELLA (effettivo)Tiziano DANIELI (supplente)Anna Laura LAURETTI (supplente)

* = membro di giunta

il consiglio nazionale

i comitati regionali

I COM

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REGIO

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L’ ORGANIGRAMMA

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Pronto il progetto sportivo che l’AES ha realizzato con CSAIn Abruzzo,la Regione e il consorzio Innopolis per le scuole primarie della provincia

dell’Aquila. L’obiettivo: ridare vitalità al tessuto sociale dopo il sisma

Nata alcuni annifa per volere del cav.Carlo De Nicola,primo Presidente,l’AES Italia (Associa-zione Europea SportItalia) da circa due

anni fa parte della grande famiglia CSAIn. AES Italia èun’associazione nazionale di promozione sociale, rico-nosciuta con decreto del Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali, con finalità culturali, sportive, educa-tive, ricreative, assistenziali e di volontariato, maanche un’associazione sportiva dilettantistica che svol-ge la propria attività in armonia con le federazioni spor-tive del CONI e con gli enti di promozione.In collaborazione con la Regione Abruzzo, lo CSAInAbruzzo e con il consorzio Innopolis, l’Associazione hapresentato un progetto sociale chiamato “Fenice” cheè stato finanziato dal Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali. Il progetto nasce dall’idea di realizzare un interventointegrato che, attraverso l’opera del tessuto associati-vo sportivo territoriale, utilizzi la pratica sportiva comeagente di cambiamento sociale. Lo scenario di inter-vento è quello dell’Abruzzo e in particolare della pro-vincia dell’Aquila, dove, dopo la fase di primo soccor-so nel post terremoto e del successivo intervento diripristino dei livelli minimi di sicurezza pre-esistenti, sirende ora necessario un intervento di ricostruzione deltessuto sociale e di reinserimento degli individui all’in-terno delle comunità, con particolare attenzione ai gio-vani.Progetti di intervento a base sportiva hanno dimostra-to, in molte situazioni di emergenza (come ad esempioil progetto sviluppato dall’Unicef nell’isola di Sumatra)una sostanziale efficacia nella gestione dei sintomipost-trauma, nella ricostruzione delle reti sociali e nelfavorire un graduale ritorno ad uno stato di normalità.Lo sport quindi, e l’educatore sportivo in particolarepossono agire come collante per ripristinare quel tes-suto sociale distrutto dal sisma. I soggetti privilegiati di

tale intervento saranno gli alunni delle scuole primariedella provincia dell’Aquila.Il progetto si compone di sei fasi che dovranno essererealizzate nell’arco di dodici mesi. La prima è una ricer-ca esplorativa necessaria, attraverso un’attenta analisidel territorio, ad individuare gli istituti scolastici pressocui sviluppare l’intervento. Nella seconda fase si svol-gerà il corso di formazione “Sport ed intervento socia-le: l’uso della pratica sportiva come agente di cambia-mento sociale” rivolto agli operatori sportivi deiComitati territoriali CSAIn e ai docenti degli istituti sco-lastici interessati. La terza e la quarta fase saranno operative e vedran-no gli operatori sportivi mettere in pratica quantoappreso, attraverso incontri con le società sportiveCSAIn coinvolte e attraverso la realizzazione delle atti-vità sportive con i ragazzi. Le ultime due fasi riguarde-ranno invece la realizzazione di un sito web con conte-nuti relativi agli stili di vita e allo sport come strumentodi integrazione sociale e l’esame e la valutazione deirisultati ottenuti. La stesura di un report conclusivo el’organizzazione di un convegno con la partecipazioneattiva dei giovani coinvolti saranno gli ultimi atti dell’ini-ziativa. AES Italia, con il progetto “Fenice”, si prefigge quindi diottenere un rafforzamento, specie tra i giovani, dellecapacità di gestione dei sintomi post-disastro, un raf-forzamento del tessuto associativo sportivo con unincremento delle conoscenze e delle competenze deglioperatori CSAIn e una maggiore capacità degli opera-tori sportivi locali nel saper operare come agenti dicambiamento sociale, per contribuire alla ricostruzionedel tessuto comunitario. Questo il sito da poco attivo:www.aesitalia.eu. l

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La FENICEprende il volo

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