3
Incontriamo uno dei chitarristi italiani che più ci rappresenta nel mondo: Mario Schilirò, musicista sensibile e dalla grande personalità, cultore del suono della chitarra e, non ultimo, dotato di spiccate qualità umane. In quasi quarant'anni di carriera ha affiancato i più grandi artisti italiani, mettendo a loro disposizione uno stile personale unito a un gusto musicale sopraffino. Da tredici anni è alla corte di Zucchero Sugar Fornaciari, condividendo il palco nei tour mondiali con artisti di indiscusso spessore. Ci colpisce per la sua estrema disponibilità nel raccontarci la sua vita da musicista.. . 1 6 axe giugno 2008

i il · PDF fileLa trascrizione può apparire ostica per via delle figurazioni strette come le ... La chitarra che utilizzo più di tutte è una Stratocaster sun

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: i il · PDF fileLa trascrizione può apparire ostica per via delle figurazioni strette come le ... La chitarra che utilizzo più di tutte è una Stratocaster sun

Incontriamo uno dei chitarristi italiani che più c i rappresenta nel mondo: Mario Schilirò, musicista sensibile e dalla grande personalità, cultore del suono della chitarra e, non ultimo, dotato di spiccate qualità umane. In quasi quarant'anni di carriera ha affiancato i più grandi artisti italiani, mettendo a loro disposizione uno stile personale unito a un gusto musicale sopraffino. Da tredici anni è alla corte di Zucchero Sugar Fornaciari, condividendo il palco nei tour mondiali con artisti di indiscusso spessore. C i colpisce per la sua estrema disponibilità nel raccontarci la sua vita da musicista.. .

1 6 axe giugno 2008

Page 2: i il · PDF fileLa trascrizione può apparire ostica per via delle figurazioni strette come le ... La chitarra che utilizzo più di tutte è una Stratocaster sun

Parlaci dei tuoi esordi musicali.. . 11 mio primo approccio con la musica è stato con la chi- tarra, anche se dopo qualche anno ho cominciato a studiare contrabbasso presso il Conservatorio Santa Cecilia di Ro- ma. Diciamo che in qualche modo ho un'estrazione musi- cale anche classica.. . Dopo quattro anni di contrabbasso mi hanno praticamente cacciato e la mia anima rock ha prevalso su tutto! Ho continuato a suonare la chitarra in- fluenzato dai vari gruppi dell'epoca, Beatles eRolling Sto- nes in testa, ma anche Who, Led Seppelin e Deep Purple. Poi sono entrato a far parte dei Teoremi, mio primo grup- po in assoluto, con cui abbiamo inciso un disco dalle in- fluenze rock-progressive. Com'è awenuto il passaggio al professionismo? Dall'incontro con [il tastierista] Toto Torquati, grande mu- sicista e arrangiatore, con cui iniziai i primi lavori in stu- dio, con non poca difficolth da parte mia, in quanto anco- ra non avevo una preparazione adeguata sullo strumento. Fu un'esperienza fondamentale per la mia formazione mu- sicale. Da lì sono nate una serie di collaborazioni, sia live che in studio, con molti artisti: per citarne alcuni, Riccar- do Cocciante, Rettore, Claudio Baglioni, Antonello Ven- ditti.. . Con Venditti parò la collaborazio- ne 3 durata quasi un vemtennio.. . Sì, in effetti una lunga collabora- zione anche se a fasi alterne. Con Antonello ho partecipato a tour e dischi e ho un rapporto che dura tut- tora, avendo suonato anche sul suo ultimo album [Dalla pelle al cuo- re, 20071.

Sono entrato a far parte della band di Zucchero tramite un'audizione nel lontano 1994, e c'è stato subito un otti- mo feeling, mi sono trovato a mio agio; con lui è stato co- me se fossimo sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda. Da lì è nata una collaborazione che per fortuna non si è an- cora interrotta. Che cosa richiedeva Zucchera da un chitarrista? Onestamente mi sono un po' buttato.. . Nel senso che la produzione mi fece avere i brani per l'audizione e, non sa- pendo precisamente cosa fare, mi limitai a seguire le linee principali aggiungendo molto di mio. Adotti questo approccio per qualsiasi lavoro che ti trovi ad affrontare? Diciamo che B una mia prerogativa: imporre il mio stile, anche perché, così facendo, riesco a dare sempre il meglio. Ma ti B mai capitato di dwor ~ e g u i r s patii nan oontgna al tuo stile? Raramente, forse a inizio carriera. Adesso chi mi chiama di solito richiede un certo tipo di suono e modo di suona- re. Mi ritengo abbastanza fortunato! Conzucchero hai avuto la possibilità disuonaresullostes- so palco con chitarristi dal calibro di Eric Clapton, B.B.

Ma la svelta della tua carriera 8 ~m

stata sicurunante l'ingaggio nella band di Zucchero, che ti ha porta- to in un circuito mondiale ...

h .. .. . , . .m. , " I . , ., " . a V . l "

W " .. - - p.. .. .. a-1 * a , I ,

I l buon Mario Schilirò ci ha deliziati con una sua reinterpretazione della celebre Little Wing di Jimi Hendrix, che abbiamo puntualmente trascritto in due estratti. Questa versione differisce dall'originale soprattutto dalla scelta degli abbellimenti, a volte molto più melodici, con un'interpretazione meno aggressiva e più dolce. La trascrizione può apparire ostica per via delle figurazioni strette come le biscrome e le acciaccature, ma con una lettura a velocità ridotta si riescono a sbrogliare anche i passaggi più impossibili. Su consiglio di Schilirò, vi invito a creare una vostra versione personalizzata. In bocca al lupo!

axe giugno 2008 I 7

Page 3: i il · PDF fileLa trascrizione può apparire ostica per via delle figurazioni strette come le ... La chitarra che utilizzo più di tutte è una Stratocaster sun

Kinq, 0Arn May m molti altri. R I G C O . ~ ~ quasta anps- risnze. Una caratteristica comune che ho trovato in questi grandi musicisti è sicuramente l'umiltà e la semplicità; in piu han- no tutti un carisma che non mette mai in soggezione. Da questi grandi, a livello musicok, hai avuto gualcha ri- vslszimnr? La più grande illuminazione che ho avuto è che la loro for- za è la convinzione in quello che fanno. Io li ho sempre adorati, ma - e con questo non li voglio sminuire - tecni- camente non fanno niente di sorprendente: poche cose sem- plici ma alla grande, e ognuno ha la sua identità. Cmnbinno dircorse: con quui quannt'amni di ~aniera r tk tprllr, tialci a fan un risrocom daiir vitr da m&- a b ? È una vita piena di alti e bassi. Quando c'è il lavoro è la professione più bella del mondo perché guadagni facendo

qualcosache ti piace, viaggi, fai esperien-

I ze. - ~ e difficoltà na- I scono nei periodi più 1 bui e se non c'è una I grande nassione a so-

ato sempre dei con- testi lavorativi dove riuscissi a mettere a disposizione la mia personalità; quindi le difficoltà sono state maggiori, in quanto rifiutavo rutto il re- sto. Però questo alla lunga ha pagato. Io provo ancora entu- siasmo nel suonare! Pl~laffdO invrcr di ruono, fai parta drl-

I ,r tipologtr di chi- trfiistl che tandoao a ~citrbirnstmmm- rtiuna di coatinuo. Jot'k ticema o in-

- mdd'irfazionr? Semplice curiosità. Il

suono che voglio ottenere ce l'ho bene impresso in testa; provo e cambio mille pedali, ma per ottenere sempre lo stesso suono; lo faccio semplicemente con mezzi diversi, ma per ottenere lo stesso risultato, anche se alla base un pizzico di insoddisfazione c'è. Cerco sempre di migliora- re il mio suono, e poi sono un inguaribile consumatore di effetti per chitarra! A qus#o puftto elmrhimtni la trnuntatrriona, pi r lo m- nlo qurlli a m l r l i La chitarra che utilizzo più di tutte è una Stratocaster sun- burst del '63 tutta originale, tranne il pickup al ponte so-

axe giugno 2008

stituito con un Kinman con bobine sovrapposte. Poi ho un'altra Strato del '65, una Les Paul Gold Top del '53, una doppio manico Gibson modello SG [EDS-1275, più pre- cisamente; ndr] relativamente recente, degli anni '80, una Gibson SG del '68 con pickup P-90, una semiacustica Gretsch 12 corde degli anni '60, una Tele style Nash Gui- tars artigianale molto bella, acquistata ultimamente negli Stati Uniti. Come ampli, dal vivo uso un vecchio Marshall Lead 100 dei primi anni '70 collegato a due casse Mars- hall 4x12" con coni [Celestion] Greenback. In studio uti- lizzo un Vox AC30 TopBoost del '65, meraviglioso, uno dei primi con tela marrone e plancia dei controlli rossa; poi un veccluo [Fender] Twin [Reverb] blackface del '65, che spesso utilizzo anche dal vivo per i suoni puliti, un Su- per Amp Fender del '63, che uso raramente, un bellissimo Super Reverb blackface, e per finire uno dei primi Me- sa/Boogie serie Mark 11, che in realtà non utilizzo mai. Per quanto riguarda gli effetti, nella pedaliera attualmen-

te ho un vecchio [distorsore Pro Col Rat che inizialmente era a rack; lo fatto smontare e lo uso come pedale, con una sonorità a metà tra distorsore e fuzz; poi ho un vecchio [di- storsore] Sonic Distorsion [SD9] dell'Ibanez, overdrive MNK artigianali costruiti in Italia da Sergio Manco [www.mnkguitartone.it], altri pedali artigianali LAA Cu- stom costruiti da Carlo Sorasio [laa-custom.com], un vec- chio [Deluxe] Memory Man dell'Electro-Harmonix. Uti- lizzo i riverberi digitali della [pedaliera] T.C. Electronic G-System, che mi permette anche di escludere ipedali ana- logici quando non sono in uso. Come wha ho un vecchio Vox e un [Dunlop] Cry Baby, ma il primo è quello che uti- lizzo maggiormente. PropriaifnorT. Ripartirà il nuovo tour con Zucchero che mi terrà impe- gnato fino alla fine dell'anno. Poi vorrei finalmente rea- lizzare un mio progetto strumentale in quartetto e incide- re un disco con i miei brani. Probabilmente, prima della mia partenza per il tour, sarà pronto il mio sito Internet do- ve troverete tutte le informazioni e anticipazioni. Consigli ai lettori? Sicuramente studiare tutto quello che didatticamente può essere utile ma non fermarsi solo a questo aspetto e quin- di cercare di coltivare contemporaneamente il proprio ta- lento musicale, sviluppare la propria fantasia, la propria creatività, per evitare di rendere lo studio sterile e fine a se stesso. Altro consiglio è ascoltare sempre buona musi- ca per sviluppare una buona musicalità. E poi continuare a leggere Axe!

fabio cerqueti