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Marino Sanuto I Diarii Tomo IV www.liberliber.it Marino Sanuto I Diarii Tomo IV www.liberliber.it

I Diarii Tomo IV - Liber Liber · [1501 04 05] A dì 5 april. In colegio fu fato uno compagno di sier Domenego Zorzi, a difinir la causa di madona Fina col conte Almerigo, fiol dil

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  • Marino SanutoI Diarii

    Tomo IV

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    Marino SanutoI Diarii

    Tomo IV

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    QUESTO E-BOOK:

    TITOLO: I Diarii. Tomo IVAUTORE: Sanudo, Marino TRADUTTORE: CURATORE: Barozzi, NicolòNOTE: Direzione scientifica dell’edizione elettroni-ca: Emanuela Brusegan (Venezia). Coordinamento: Vit-torio Volpi (Iseo). I volontari sono riuniti e coor-dinati mediante il gruppo “Sanuto elettronico”:http://it.groups.yahoo.com/group/sanuto/L’edizione elettronica dei Diarii di Marino Sanuto èsostenuta dalla Comunità Montana di Valle Camonica,dal Consorzio BIM di Valle Camonica.CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

    DIRITTI D'AUTORE: no

    LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze

    COPERTINA: n. d.

    TRATTO DA: I diarii di Marino Sanuto. - Venezia : aspese degli editori, 1879-1903 (Venezia : Tipografiadel commercio di Marco Visentini). - 58 v. ; 31 cm +

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    DIRITTI D'AUTORE: no

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    COPERTINA: n. d.

    TRATTO DA: I diarii di Marino Sanuto. - Venezia : aspese degli editori, 1879-1903 (Venezia : Tipografiadel commercio di Marco Visentini). - 58 v. ; 31 cm +

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  • 1 v. con prefazione. - Dal v. 13. (1886) : FratelliVisentini tipografi editori - Venezia. - Dal v. 13.al v. 51. (1898) : Edizione a cura di Federico Ste-fani, Guglielmo Berchet, Nicolo Barozzi

    CODICE ISBN FONTE: n. d.

    1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 16 gennaio 2020

    INDICE DI AFFIDABILITÀ: 10: affidabilità bassa1: affidabilità standard2: affidabilità buona3: affidabilità ottima

    SOGGETTO:FIC004000 FICTION / Classici

    DIGITALIZZAZIONE:Vittorio Volpi, [email protected]

    REVISIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

    IMPAGINAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

    PUBBLICAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

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    1 v. con prefazione. - Dal v. 13. (1886) : FratelliVisentini tipografi editori - Venezia. - Dal v. 13.al v. 51. (1898) : Edizione a cura di Federico Ste-fani, Guglielmo Berchet, Nicolo Barozzi

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    INDICE DI AFFIDABILITÀ: 10: affidabilità bassa1: affidabilità standard2: affidabilità buona3: affidabilità ottima

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    PUBBLICAZIONE:Claudio Paganelli, [email protected]

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  • I DIARIIDI

    MARINO SANUTO

    TOMO IV

    VENEZIAA SPESE DEGLI EDITORI

    MDCCCLXXX

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    I DIARIIDI

    MARINO SANUTO

    TOMO IV

    VENEZIAA SPESE DEGLI EDITORI

    MDCCCLXXX

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  • [5]

    I DIARIII APRILE MCCCCCI. — XXXI MARZO MCCCCCIII.

    ______________________

    [1501 04 01]Del mexe di april 1501.

    A dì primo april. Intrò in colegio sier Piero Capelo, savio aterra ferma, e li savij ai ordeni nuovi.

    Vene in colegio sier Piero Contarini, cognominato philosopho,electo orator in Portogallo, dicendo, non poter andar con li danarideputati a spender per la parte, e non vol spender dil suo; e, non livolendo cresser, vol refudar; e cussì fue, come dirò poi.

    Vene sier Polo Contarini, quondam sier Francesco, statoprexon di turchi, e scapolato, perchè fuzite a Napoli di Romania;et etiam vene a disarmar la galia, sopracommito sier DanielPasqualigo.

    Di Pordenon, di sier Antonio Loredan, el cavalier, e sierHironimo Donado, dotor, oratori nostri, vanno al re di romani. Siave letere dil suo zonzer lì, ben visti e charezati; e seguirà loroviazo.

    Di Alexandria, di 7 marzo, di sier Alvise Arimondo, consolo, ealtri. Come, a dì 27 fevrer, zonse ivi 8 galie, ben viste da' mori; eterano cargi colli 400 in galia, et 300 a marina; e per tre dìcontinui piovete; e si dice, le galie non harà il suo cargo. Èconfirmato esser morto Zuan Biancho, soldan vechio, et el diodar,

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    [5]

    I DIARIII APRILE MCCCCCI. — XXXI MARZO MCCCCCIII.

    ______________________

    [1501 04 01]Del mexe di april 1501.

    A dì primo april. Intrò in colegio sier Piero Capelo, savio aterra ferma, e li savij ai ordeni nuovi.

    Vene in colegio sier Piero Contarini, cognominato philosopho,electo orator in Portogallo, dicendo, non poter andar con li danarideputati a spender per la parte, e non vol spender dil suo; e, non livolendo cresser, vol refudar; e cussì fue, come dirò poi.

    Vene sier Polo Contarini, quondam sier Francesco, statoprexon di turchi, e scapolato, perchè fuzite a Napoli di Romania;et etiam vene a disarmar la galia, sopracommito sier DanielPasqualigo.

    Di Pordenon, di sier Antonio Loredan, el cavalier, e sierHironimo Donado, dotor, oratori nostri, vanno al re di romani. Siave letere dil suo zonzer lì, ben visti e charezati; e seguirà loroviazo.

    Di Alexandria, di 7 marzo, di sier Alvise Arimondo, consolo, ealtri. Come, a dì 27 fevrer, zonse ivi 8 galie, ben viste da' mori; eterano cargi colli 400 in galia, et 300 a marina; e per tre dìcontinui piovete; e si dice, le galie non harà il suo cargo. Èconfirmato esser morto Zuan Biancho, soldan vechio, et el diodar,

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  • che andò contra el signor di Damasco, si acordò con lui, e con soifavori fu fato soldan; e, fato, fece ditto signor di Damascoarmirajo grando; e pochi zorni da poi fece amazar ditto armiraio,in modo che rimase libero signor dil tutto. [6] E dicesse haverdato 600 sporte di piper a' zenovesi e francesi, e, non volendopagarle, fonno batudi.

    Et di Damasco si ave, di 21 fevrer, che sier Piero Balbi, elcavalier, consolo nostro, era stà batudo etc.

    Da poi disnar la Signoria dè audientia, e li savij consultono.

    [1501 04 02]A dì 2 ditto. Fo pregadi. Messo la gratia di sier Lunardo

    Vendramin, debitor di comun, e fu presa; etiam a sier AlviseBarbo, quondam sier Zuane; e di sier Marco Morexini, quondamsier Zuanne, e di sier Lunardo Zane, quondam sier Alvise,quondam sier Francesco, procurator, per il qual parloe sier ZuaneAlvise Contarini, provedador sopra le camere, suo barba. E foprese.

    Fu posto, dar il possesso di una abatia di Santa Marta di CastelLion al cardinale Michiel, et, essendo in dubio cazar i parenti, fopreso parte, cazar tutti i parenti; e, balotata, nulla fo preso.Anderà uno altro conseio.

    Fu posto scriver a li rectori di Padoa e altrove, zercha laexation di soldi cinque per campo, caldamente. E fu presa.

    Fu preso, che, essendo venuti in questa terra assa' sguizari atuor soldo, ne sia tolti 230, et mandadi al capetanio zeneral inarmada, et capo Lunardo di Basilea. Ave la parte di sì 154. Et fupresa.

    Vene in questa terra el scrivan di la barza, vien a disarmar, etreferì, comme, a dì 13, volendo andar le barche di le naveimbarbotae, per numero 13, et 3 fuste, di ordine dil zeneral, in labocha di la [7] Valona, per brusar quella armata, trovono assa'

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    che andò contra el signor di Damasco, si acordò con lui, e con soifavori fu fato soldan; e, fato, fece ditto signor di Damascoarmirajo grando; e pochi zorni da poi fece amazar ditto armiraio,in modo che rimase libero signor dil tutto. [6] E dicesse haverdato 600 sporte di piper a' zenovesi e francesi, e, non volendopagarle, fonno batudi.

    Et di Damasco si ave, di 21 fevrer, che sier Piero Balbi, elcavalier, consolo nostro, era stà batudo etc.

    Da poi disnar la Signoria dè audientia, e li savij consultono.

    [1501 04 02]A dì 2 ditto. Fo pregadi. Messo la gratia di sier Lunardo

    Vendramin, debitor di comun, e fu presa; etiam a sier AlviseBarbo, quondam sier Zuane; e di sier Marco Morexini, quondamsier Zuanne, e di sier Lunardo Zane, quondam sier Alvise,quondam sier Francesco, procurator, per il qual parloe sier ZuaneAlvise Contarini, provedador sopra le camere, suo barba. E foprese.

    Fu posto, dar il possesso di una abatia di Santa Marta di CastelLion al cardinale Michiel, et, essendo in dubio cazar i parenti, fopreso parte, cazar tutti i parenti; e, balotata, nulla fo preso.Anderà uno altro conseio.

    Fu posto scriver a li rectori di Padoa e altrove, zercha laexation di soldi cinque per campo, caldamente. E fu presa.

    Fu preso, che, essendo venuti in questa terra assa' sguizari atuor soldo, ne sia tolti 230, et mandadi al capetanio zeneral inarmada, et capo Lunardo di Basilea. Ave la parte di sì 154. Et fupresa.

    Vene in questa terra el scrivan di la barza, vien a disarmar, etreferì, comme, a dì 13, volendo andar le barche di le naveimbarbotae, per numero 13, et 3 fuste, di ordine dil zeneral, in labocha di la [7] Valona, per brusar quella armata, trovono assa'

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  • turchi su le rive; e andati dentro, vedendo 0 poter far, si reculonoindriedo; e, zonte a la bocha, asaltò una fortuna, adeo le barcheconvenne dar in terra, dove erano assaissimi turchi, quali presenonostri, facendoli presoni. Et mancha da homeni 400 di principali,il forzo di l'armada, tra i qual sier Marco Orio, vice capetanio dile nave, sier Vincenzo Pasqualigo, di sier Cosma, patron di lanave, quali sono fati presoni; e sier Hironimo Morexini, di sierNicolò, patron dil barzoto, non si truova; et che sier SabastianMoro, patron di la barza, e Tomà Duodo, etiam patron, scapolono,et sono vivi. E di le barche e fuste peride pur se intese moltiscapolono a Durazo e altrove, e molti fonno presi. Et che ilzeneral, vedendo 0 haver potuto far, veneno con le galie in bochadi Cataro; et che dete licentia a la sua barza, e quella, patronThomà Duodo, e Francesco Felizian venisseno a disarmar. Etintisi, che sier Marco Orio, preso ch'el fu, mandò uno messo diquel sanzacho a nave per veste, et che da una nostra galia,soracomito sier Marco Antonio da Canal, ditto messo fu retenutoe menato a Corfù. Et per letere del zeneral, nè de altri, 0 di talnove se intese.

    [1501 04 03]A dì 3. Veneno in colegio li Pasqualigi, a voler danari di la

    Signoria, per saldar la nave vien a disarmar; e, consultato tra isavij e colegio, fo terminà loro la debino saldar.

    Da poi disnar fo conseio di X, con zonta di colegio et didanari. Etiam fonno per far provision al caso dil contrabando fato,e dil ferir di Pezin, capetanio novo di le barche dil conseio di X,qual era con X barche, a dì primo da sera, quali fonno feriti da licontrabandieri, ut supra.

    [1501 04 04]A dì 4, fo domenega di l'oliva. A messa fono fati li tre

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    turchi su le rive; e andati dentro, vedendo 0 poter far, si reculonoindriedo; e, zonte a la bocha, asaltò una fortuna, adeo le barcheconvenne dar in terra, dove erano assaissimi turchi, quali presenonostri, facendoli presoni. Et mancha da homeni 400 di principali,il forzo di l'armada, tra i qual sier Marco Orio, vice capetanio dile nave, sier Vincenzo Pasqualigo, di sier Cosma, patron di lanave, quali sono fati presoni; e sier Hironimo Morexini, di sierNicolò, patron dil barzoto, non si truova; et che sier SabastianMoro, patron di la barza, e Tomà Duodo, etiam patron, scapolono,et sono vivi. E di le barche e fuste peride pur se intese moltiscapolono a Durazo e altrove, e molti fonno presi. Et che ilzeneral, vedendo 0 haver potuto far, veneno con le galie in bochadi Cataro; et che dete licentia a la sua barza, e quella, patronThomà Duodo, e Francesco Felizian venisseno a disarmar. Etintisi, che sier Marco Orio, preso ch'el fu, mandò uno messo diquel sanzacho a nave per veste, et che da una nostra galia,soracomito sier Marco Antonio da Canal, ditto messo fu retenutoe menato a Corfù. Et per letere del zeneral, nè de altri, 0 di talnove se intese.

    [1501 04 03]A dì 3. Veneno in colegio li Pasqualigi, a voler danari di la

    Signoria, per saldar la nave vien a disarmar; e, consultato tra isavij e colegio, fo terminà loro la debino saldar.

    Da poi disnar fo conseio di X, con zonta di colegio et didanari. Etiam fonno per far provision al caso dil contrabando fato,e dil ferir di Pezin, capetanio novo di le barche dil conseio di X,qual era con X barche, a dì primo da sera, quali fonno feriti da licontrabandieri, ut supra.

    [1501 04 04]A dì 4, fo domenega di l'oliva. A messa fono fati li tre

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  • soracomiti, cavalieri, stati a Modon, in exigution di la parte postain pregadi al mio tempo; e fonno vestiti di restagno d'oro; etandono con li capi di 40 in procession.

    Fo letere di Zara, di 30; 0 di Franza da Molines, di 25; et diNapoli di Romania di primo fevrer. Dimandano danari, et siprovedi, perchè Camalì è propinquo loro.

    Da poi disnar a S. Marco fo predichato per fra' Raphael. Eral'orator dil papa, Franza, Napoli, Ferara e Urbino, il signorConstantin Arniti, e poi vespero colegio si reduse.

    [1501 04 05]A dì 5 april. In colegio fu fato uno compagno di sier

    Domenego Zorzi, a difinir la causa di madona Fina col conteAlmerigo, fiol dil conte Hugo di San Severino, per il feudo diPandim, propinquo a [8] Crema; et in loco di sier BatistaMorexini, refudò, rimase sier Lucha Memmo.

    Da poi disnar il colegio si reduse a consultar di danari.

    [1501 04 06]A dì 6, fo marti santo. La matina è gran conseio, e fu posto

    parte, per li consieri, dar salvo conduto per 4 mexi a li Garzonidal banco, in le persone tantum, che possino comparer. Ave 14non sincere, 199 di no, 614 di sì.

    Fu posto la gratia di sier Luca Loredan, quondam sierFrancesco, fo bandito come patron; e fu presa di quantodimandava.

    Fu posto una gratia di Baxeio, fo cao di guarda di cai disestier; e fu presa; e di uno Nicolò Baron, è in prexon per debito,che li soraconsoli lo acorda. E fu presa.

    In questo conseio Jo, Marin Sanudo, rimasi camerlengo diVerona, et aceptai ita consulente el serenissimo principe.

    Fo chiamati molti patricij, nel numero di qual Jo, Marin

    9

    soracomiti, cavalieri, stati a Modon, in exigution di la parte postain pregadi al mio tempo; e fonno vestiti di restagno d'oro; etandono con li capi di 40 in procession.

    Fo letere di Zara, di 30; 0 di Franza da Molines, di 25; et diNapoli di Romania di primo fevrer. Dimandano danari, et siprovedi, perchè Camalì è propinquo loro.

    Da poi disnar a S. Marco fo predichato per fra' Raphael. Eral'orator dil papa, Franza, Napoli, Ferara e Urbino, il signorConstantin Arniti, e poi vespero colegio si reduse.

    [1501 04 05]A dì 5 april. In colegio fu fato uno compagno di sier

    Domenego Zorzi, a difinir la causa di madona Fina col conteAlmerigo, fiol dil conte Hugo di San Severino, per il feudo diPandim, propinquo a [8] Crema; et in loco di sier BatistaMorexini, refudò, rimase sier Lucha Memmo.

    Da poi disnar il colegio si reduse a consultar di danari.

    [1501 04 06]A dì 6, fo marti santo. La matina è gran conseio, e fu posto

    parte, per li consieri, dar salvo conduto per 4 mexi a li Garzonidal banco, in le persone tantum, che possino comparer. Ave 14non sincere, 199 di no, 614 di sì.

    Fu posto la gratia di sier Luca Loredan, quondam sierFrancesco, fo bandito come patron; e fu presa di quantodimandava.

    Fu posto una gratia di Baxeio, fo cao di guarda di cai disestier; e fu presa; e di uno Nicolò Baron, è in prexon per debito,che li soraconsoli lo acorda. E fu presa.

    In questo conseio Jo, Marin Sanudo, rimasi camerlengo diVerona, et aceptai ita consulente el serenissimo principe.

    Fo chiamati molti patricij, nel numero di qual Jo, Marin

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  • Sanudo, andar a San Zorzi d'Alega contra do oratori di Napoli,vien di Franza, videlicet domino Antonio Frixon, camerlengo, edomino Troiano de Botonis, e Bernardo Dibenao, secratario; eDionisio Asmondo, zonto eri, va in Alemagna. Et fo chiamati 23zentilomeni, tra i qual sier Francesco Morexini, dotor et cavalier,fo orator a Napoli; et cussì poi disnar andasemo a San Zorzid'Alega a levarli. Eravi etiam domino Zuan Batista Spinelli,orator regio, et li conducessero a la habitatione preparata a SanZorzi Mazor. Questi oratori sono stati parte in Franza, et nullahanno potuto obtenir, e vanno a Napoli dal suo re, per mar, pertema di Valentino, et il re di Franza non li hanno voluti veder, nialdir, e cussì è ritornati.

    Di Roma, di sier Marin Zorzi, dotor, orator nostro, di primo, 2et 3. Di coloquij abuti col papa in materia cruciatae; tandemrisolto dar quello si trazerano a la Signoria la mità, o vero,volendo il tutto, la Signoria armi 5 galie per suo conto e il papane armerà 15. Et che il papa li parlò di lo acordo dil re di romanicon Franza, e dimandò di Napoli quello farà la Signoria, volendoil roy l'impresa.

    Di Napoli, di sier Zuan Badoer, dotor, orator nostro, di 24.Come era zonto 30 milia ducati di Spagna, per meter in hordinel'armada yspana; item, di remori sequiti.

    Da poi disnar fo pregadi. Fu posto la gratia di sier Zuan BatistaSoranzo, debitor di comun, e fu presa: et quella di sier ZuamTrum non fu presa.

    [9] Fu posto, per tuto il colegio, parte, di tuor licentia diproveder a li fradeli fo di sier Zuan Malipiero, morto sopracomitoa Modon; et sier Hironimo Malipiero, fo suo fradello, parloe. Ave18 di no et fu presa ...

    Fu posto, ut supra, di tuor licentia di proveder a li fioli fo disier Alvise Michiel, morto ut supra; et parlò sier BernardinLoredan, provedador sora i officij, in suo favor. Ave 19 di no; etfu presa.

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    Sanudo, andar a San Zorzi d'Alega contra do oratori di Napoli,vien di Franza, videlicet domino Antonio Frixon, camerlengo, edomino Troiano de Botonis, e Bernardo Dibenao, secratario; eDionisio Asmondo, zonto eri, va in Alemagna. Et fo chiamati 23zentilomeni, tra i qual sier Francesco Morexini, dotor et cavalier,fo orator a Napoli; et cussì poi disnar andasemo a San Zorzid'Alega a levarli. Eravi etiam domino Zuan Batista Spinelli,orator regio, et li conducessero a la habitatione preparata a SanZorzi Mazor. Questi oratori sono stati parte in Franza, et nullahanno potuto obtenir, e vanno a Napoli dal suo re, per mar, pertema di Valentino, et il re di Franza non li hanno voluti veder, nialdir, e cussì è ritornati.

    Di Roma, di sier Marin Zorzi, dotor, orator nostro, di primo, 2et 3. Di coloquij abuti col papa in materia cruciatae; tandemrisolto dar quello si trazerano a la Signoria la mità, o vero,volendo il tutto, la Signoria armi 5 galie per suo conto e il papane armerà 15. Et che il papa li parlò di lo acordo dil re di romanicon Franza, e dimandò di Napoli quello farà la Signoria, volendoil roy l'impresa.

    Di Napoli, di sier Zuan Badoer, dotor, orator nostro, di 24.Come era zonto 30 milia ducati di Spagna, per meter in hordinel'armada yspana; item, di remori sequiti.

    Da poi disnar fo pregadi. Fu posto la gratia di sier Zuan BatistaSoranzo, debitor di comun, e fu presa: et quella di sier ZuamTrum non fu presa.

    [9] Fu posto, per tuto il colegio, parte, di tuor licentia diproveder a li fradeli fo di sier Zuan Malipiero, morto sopracomitoa Modon; et sier Hironimo Malipiero, fo suo fradello, parloe. Ave18 di no et fu presa ...

    Fu posto, ut supra, di tuor licentia di proveder a li fioli fo disier Alvise Michiel, morto ut supra; et parlò sier BernardinLoredan, provedador sora i officij, in suo favor. Ave 19 di no; etfu presa.

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  • Fu posto, ut supra, di proveder a li fioli fo di sier AntonioZantani, fo capetanio e provedador a Modon, morto da' turchi.Parlò sier Zuan Zantani, è dil conseio di dieci, fo suo fradelo. Aveprima 50, poi 48 di no. E non fu preso.

    Fu posto, che sier Alvixe Marzelo, fo capetanio di le nave, ch'èbandito a la Cania in vita, possi haver de quelli oficij et essercapetanio dil borgo in vita. Et fu presa.

    Fu posto parte, di astrenzer quelli restano pagar di decime etanse, ut in parte.

    Fu scrito a l'orator a Roma, semo contenti dil modo di haver lacruciata, e armar le galie per suo nome. Et in hac materia parlòsier Piero Capelo, savio a terra ferma, sier Domenego Trivixan, elcavalier, savio dil conseio, et sier Bortolo da Mosto, savio aiordeni. Et fu preso di scriver a Roma al papa, fazi armar le altre15; et che doman per fra' Raphael sia publichata dita cruciata.

    Fu balotà tra li consieri la gratia di sier Andrea Zanchani, è inexilio a Padoa, di poter tornar. Et non fu presa.

    Di Roma. Si ave il brieve dil perdom di Santo Antonio e di SanZacharia; e nota, quel di Servi e Santa Maria mater Domini, cheson passati, dicitur non sono juridici.

    Fo scrito in Portogallo al re do letere, videlicet una a soamajestà, gratiarum actiones dil bon animo, l'altra a sierDomenego Pixani, orator nostro, in materia di zuchari, in optimaforma, che semo contenti darli, licet siano contrabando.

    Fo letere dil general di 21 fin 28, a presso Cataro, il sumarioscriverò qui avanti. Danna sier Marco Orio; manda 5 galie adisarmar et 4 nave, una di le qual butò fuora l'arboro; etFrancesco Felizian, patrom di nave, è morto etc. Item, à lassàstratioti a Cataro, come apar per ditte letere.

    Da Corfù, di 15. Dil manchar di sier Sebastian Marcello,sopracommito.

    Zonse in questa terra do galie turche prese alla Prevesa,

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    Fu posto, ut supra, di proveder a li fioli fo di sier AntonioZantani, fo capetanio e provedador a Modon, morto da' turchi.Parlò sier Zuan Zantani, è dil conseio di dieci, fo suo fradelo. Aveprima 50, poi 48 di no. E non fu preso.

    Fu posto, che sier Alvixe Marzelo, fo capetanio di le nave, ch'èbandito a la Cania in vita, possi haver de quelli oficij et essercapetanio dil borgo in vita. Et fu presa.

    Fu posto parte, di astrenzer quelli restano pagar di decime etanse, ut in parte.

    Fu scrito a l'orator a Roma, semo contenti dil modo di haver lacruciata, e armar le galie per suo nome. Et in hac materia parlòsier Piero Capelo, savio a terra ferma, sier Domenego Trivixan, elcavalier, savio dil conseio, et sier Bortolo da Mosto, savio aiordeni. Et fu preso di scriver a Roma al papa, fazi armar le altre15; et che doman per fra' Raphael sia publichata dita cruciata.

    Fu balotà tra li consieri la gratia di sier Andrea Zanchani, è inexilio a Padoa, di poter tornar. Et non fu presa.

    Di Roma. Si ave il brieve dil perdom di Santo Antonio e di SanZacharia; e nota, quel di Servi e Santa Maria mater Domini, cheson passati, dicitur non sono juridici.

    Fo scrito in Portogallo al re do letere, videlicet una a soamajestà, gratiarum actiones dil bon animo, l'altra a sierDomenego Pixani, orator nostro, in materia di zuchari, in optimaforma, che semo contenti darli, licet siano contrabando.

    Fo letere dil general di 21 fin 28, a presso Cataro, il sumarioscriverò qui avanti. Danna sier Marco Orio; manda 5 galie adisarmar et 4 nave, una di le qual butò fuora l'arboro; etFrancesco Felizian, patrom di nave, è morto etc. Item, à lassàstratioti a Cataro, come apar per ditte letere.

    Da Corfù, di 15. Dil manchar di sier Sebastian Marcello,sopracommito.

    Zonse in questa terra do galie turche prese alla Prevesa,

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  • mandate per il zeneral, et concorse assa' zente a vederle. Sonogrosse di ligname, dopiate di [10] roveri, impironate revelite, pie'do più averte di le nostre e longe do braza più. Item, la barzagrande fata in malora zonse sora porto. Di la qual tre nostricapetanij sono periti su quella; el primo sier Andrea Loredan, sierAlvixe Marzello, e ultimo sier Marco Orio.

    [1501 04 07]A dì 7. Si partì sier Alvise Loredam, va provedador in armada,

    e, per non haver potuto compir di armar qui, va in Arbe aintrezarsi, e anderà poi in armada.

    Sumario di letere di Alexandria, di sier Alvise Arimondo,consolo, di 27 fevrer 1500.

    Come eri con le galie zonse in Alexandria, e da' mori fato grandemostratiom di alegreza, non obstante, che, per le nationconcorente, ditti mori fusseno mal persuasi, e le cosse di venitianimesse per disperate; e che non era più per venir galie de lì; adeola reputation era diminuta e qualche incomodo acaduto. Et, a dì27 ditto, esso consolo dismontò in terra; e, intrato nel consolato, èandato a far reverentia al signor e il novo armiraio, homo di assa'bona fama, e l'à molto carezato et ofertosi favorir la nation. Etesso consolo à solicità la presta expedition di la muda. E sierHironimo Tiepolo, suo precessor, li à dito, el cotimo, per l'angariaimposta del piper dil soldan, di do anni, e altre strusie fate a nostrie usure, quel cotimo è debito ducati 16 milia, e, per speseordinarie, cresuto ducati 7000. È a marina colli 40 da vender inrecompensation, ch'è pocho; le specie è altissime e la nationnostra harà graveza intolerabile. Item, scrive la nova creation dilsoldan Toma beì, era diodar di Zanbellat, e come el si acordò conCassaron, signor di Damasco, per trar ditto Zanbellat. Et

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    mandate per il zeneral, et concorse assa' zente a vederle. Sonogrosse di ligname, dopiate di [10] roveri, impironate revelite, pie'do più averte di le nostre e longe do braza più. Item, la barzagrande fata in malora zonse sora porto. Di la qual tre nostricapetanij sono periti su quella; el primo sier Andrea Loredan, sierAlvixe Marzello, e ultimo sier Marco Orio.

    [1501 04 07]A dì 7. Si partì sier Alvise Loredam, va provedador in armada,

    e, per non haver potuto compir di armar qui, va in Arbe aintrezarsi, e anderà poi in armada.

    Sumario di letere di Alexandria, di sier Alvise Arimondo,consolo, di 27 fevrer 1500.

    Come eri con le galie zonse in Alexandria, e da' mori fato grandemostratiom di alegreza, non obstante, che, per le nationconcorente, ditti mori fusseno mal persuasi, e le cosse di venitianimesse per disperate; e che non era più per venir galie de lì; adeola reputation era diminuta e qualche incomodo acaduto. Et, a dì27 ditto, esso consolo dismontò in terra; e, intrato nel consolato, èandato a far reverentia al signor e il novo armiraio, homo di assa'bona fama, e l'à molto carezato et ofertosi favorir la nation. Etesso consolo à solicità la presta expedition di la muda. E sierHironimo Tiepolo, suo precessor, li à dito, el cotimo, per l'angariaimposta del piper dil soldan, di do anni, e altre strusie fate a nostrie usure, quel cotimo è debito ducati 16 milia, e, per speseordinarie, cresuto ducati 7000. È a marina colli 40 da vender inrecompensation, ch'è pocho; le specie è altissime e la nationnostra harà graveza intolerabile. Item, scrive la nova creation dilsoldan Toma beì, era diodar di Zanbellat, e come el si acordò conCassaron, signor di Damasco, per trar ditto Zanbellat. Et

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  • havendosse serato Zanbellat, soldan, in castello, e non havendoda dar paga a' mamaluchi, da quelli fu aperte le porte al dittodiodar e Cassaron, e fu forza a Zambellat fuzer, e fo scoperto etrovato con la barba rasa in habito di femina; e il novo soldan lomandò in Alexandria, et za dì XX lo fè strangolar. E havendoumbra dil signor di Damasco, Cassaron, lo 'l fece morirpublichamente al Chayro e cussì assa' seguazi e partesani, a chidete morte, a chi exilij, in modo par molto stabilito, nè si hasospeto alcuno di movesta. Item, per questi disturbi, moltiforestieri di ogni nation è venuti lì in Alexandria, oltra ilconsueto, e da 4 mexi in qua hanno fatto colli 900 specie tamennon resta mori mostrar gran festa di le galie; e fanno gran oferte.È dato nova angaria al piper a nation zenoesi [11] e cathelanicome a' nostri, a sporte 300 per nation; non sa come potranosoportar et è cossa inrevocabile. Spera, continuando le mude,forestieri starano indriedo; e saria ben le galie tutte diferisse pertutto novembrio la muda, acciò si regulasse, e venendo per tuttooctubrio si arà pocho. Et cinque grossi navilij veniva con speciesono peridi novamente; e de lì è stà fato a marina colli 1200.Aricorda si scrivi in Cypro mandi il tributo consueto al soldam,aliter sarà garbuio.

    A dì 7, da matina. In Rialto fo bandizà, per li savij sora lasanità, Ravena e Cesena per il morbo vi era.

    In colegio fo lo episcopo di Chai, orator dil papa, va inHongaria, poi l'orator di Franza, demum li do oratori di Panopoli(sic) venuti di Franza, ritornano per mar. Steteno pocho, et subitosi partì di questa terra.

    Fo terminato diman sia publichà la cruciata per fra' Raphael, etin niun altro locho si debbi predichar doman. La cassa sarà inchiesia di San Marco.

    Da Vicenza, di rectori. Come vicentini è molti duri a pagar lisoldi cinque per campo; fanno pur etc.

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    havendosse serato Zanbellat, soldan, in castello, e non havendoda dar paga a' mamaluchi, da quelli fu aperte le porte al dittodiodar e Cassaron, e fu forza a Zambellat fuzer, e fo scoperto etrovato con la barba rasa in habito di femina; e il novo soldan lomandò in Alexandria, et za dì XX lo fè strangolar. E havendoumbra dil signor di Damasco, Cassaron, lo 'l fece morirpublichamente al Chayro e cussì assa' seguazi e partesani, a chidete morte, a chi exilij, in modo par molto stabilito, nè si hasospeto alcuno di movesta. Item, per questi disturbi, moltiforestieri di ogni nation è venuti lì in Alexandria, oltra ilconsueto, e da 4 mexi in qua hanno fatto colli 900 specie tamennon resta mori mostrar gran festa di le galie; e fanno gran oferte.È dato nova angaria al piper a nation zenoesi [11] e cathelanicome a' nostri, a sporte 300 per nation; non sa come potranosoportar et è cossa inrevocabile. Spera, continuando le mude,forestieri starano indriedo; e saria ben le galie tutte diferisse pertutto novembrio la muda, acciò si regulasse, e venendo per tuttooctubrio si arà pocho. Et cinque grossi navilij veniva con speciesono peridi novamente; e de lì è stà fato a marina colli 1200.Aricorda si scrivi in Cypro mandi il tributo consueto al soldam,aliter sarà garbuio.

    A dì 7, da matina. In Rialto fo bandizà, per li savij sora lasanità, Ravena e Cesena per il morbo vi era.

    In colegio fo lo episcopo di Chai, orator dil papa, va inHongaria, poi l'orator di Franza, demum li do oratori di Panopoli(sic) venuti di Franza, ritornano per mar. Steteno pocho, et subitosi partì di questa terra.

    Fo terminato diman sia publichà la cruciata per fra' Raphael, etin niun altro locho si debbi predichar doman. La cassa sarà inchiesia di San Marco.

    Da Vicenza, di rectori. Come vicentini è molti duri a pagar lisoldi cinque per campo; fanno pur etc.

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  • In questi zorni, andando lo arsil fato a posta per il zeneral, parche sora Ruigno, Alvixe da la Comare, comito, amazò uno.Queritur si l'anderà in bando.

    Item, a San Salvador predichava uno frale di San Stephano, dination veronese, el qual, predichando, disse domenega di l'olivo,che Italia fin 1505 saria dilaniata; e che francesi sariano roti inToschana; e che di Venetia non poteva dir. Disse dil papa e direali di Spagna. Or fu dito a li capi di X, qualli fecelicomandamento più non predichasse. Et intisi fu fato a requisitiondi l'orator di Franza.

    Di Ferara. Si ave avisi, Vitelozo con le zente esser aviato a lavolta di Pisa. È fama, el re di Franza vol mandar suo esercito earmada per tuor Napoli, ma l'orator suo è qui, domino Acursio,cercha, quanto el pol, rimover tal fama, dicendo il re preparaarmada per mandarla contra turchi.

    A Milan fono retenuti 12 citadini in castello per suspeto; e parche, coroti li portonari, havesseno modo di fuzer. E, inteso, perfrancesi fu fato gran inquisition, mai poteno venir in loro; ch'èsignal in Milan sono de' mali animi contra Franza.

    [1501 04 08]A dì 8, fo il zuoba santo. Introe sier Andrea Bondimier,

    sopracomito, vien a disarmar galia grossa; e menò li do arsilij diturchi, presi a la Prevesa, scriti di sopra.

    [12] In chiesia di San Marcho non si predichava, ma su lapiaza fra' Raphael predichò la matina la bolla di la cruciata. Vi fupersone 50 milia. La qual si publicheria ordinarie il marti dipasqua, al qual tempo comenzava; e li danari si convertiva tutticontra infideles etc. Et ozi comenzò il perdom a l'hospedal aSanto Antonio.

    Et la sera vene letere di Corfù, di 25, di la morte di sierBernardo Bolani, capetanio dil borgo, e vi fu letere di 8, da

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    In questi zorni, andando lo arsil fato a posta per il zeneral, parche sora Ruigno, Alvixe da la Comare, comito, amazò uno.Queritur si l'anderà in bando.

    Item, a San Salvador predichava uno frale di San Stephano, dination veronese, el qual, predichando, disse domenega di l'olivo,che Italia fin 1505 saria dilaniata; e che francesi sariano roti inToschana; e che di Venetia non poteva dir. Disse dil papa e direali di Spagna. Or fu dito a li capi di X, qualli fecelicomandamento più non predichasse. Et intisi fu fato a requisitiondi l'orator di Franza.

    Di Ferara. Si ave avisi, Vitelozo con le zente esser aviato a lavolta di Pisa. È fama, el re di Franza vol mandar suo esercito earmada per tuor Napoli, ma l'orator suo è qui, domino Acursio,cercha, quanto el pol, rimover tal fama, dicendo il re preparaarmada per mandarla contra turchi.

    A Milan fono retenuti 12 citadini in castello per suspeto; e parche, coroti li portonari, havesseno modo di fuzer. E, inteso, perfrancesi fu fato gran inquisition, mai poteno venir in loro; ch'èsignal in Milan sono de' mali animi contra Franza.

    [1501 04 08]A dì 8, fo il zuoba santo. Introe sier Andrea Bondimier,

    sopracomito, vien a disarmar galia grossa; e menò li do arsilij diturchi, presi a la Prevesa, scriti di sopra.

    [12] In chiesia di San Marcho non si predichava, ma su lapiaza fra' Raphael predichò la matina la bolla di la cruciata. Vi fupersone 50 milia. La qual si publicheria ordinarie il marti dipasqua, al qual tempo comenzava; e li danari si convertiva tutticontra infideles etc. Et ozi comenzò il perdom a l'hospedal aSanto Antonio.

    Et la sera vene letere di Corfù, di 25, di la morte di sierBernardo Bolani, capetanio dil borgo, e vi fu letere di 8, da

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  • Constantinopoli, in merchadanti; e par Camalì sia pur ussitofuori. Item letere dil zeneral, che manchava di 18 et 19; il sumarionoterò qui avanti, e altre letere di Puia di retori nostri. Et fomandato a sier Sebastian Moro, primo di la barza, ducati 1000 disovenzion; verà a Poveia a conzarla; e Andrea di Vivian rupel'arboro.

    Sumario di letere dil zeneral, date in galia, a la secha di SanZuane de la Meleda, a presso Alexio, a dì 19 marzo 1501.

    Comme a dì 8 fono l'ultime; e, di 16 galie havia, con 10 solepartì a dì 7 da Corfù, e a dì 8 vene a Porto Panormo a tuor la fededi zimaroti, e promesse di romper contra turchi di la Valona eVajusa, a ziò nostri brusi l'armada. A dì 9, per la nave dilSaraxim, ricevete letere di la Signoria; poi, per la fusta portò lanova di la Zefalonia presa, a dì 11, in dromo di la Zimera. Etmandò in Sicilia per formenti la nave dil Zustignan, à conduto ivini e formazi di Candia, qual lassò a discargar a Corfù, e ilbelingier di esso zeneral. Etiam manderà in Sicilia la nave Mosta,tornato el sarà a Corfù, a tuor stera 30 milia, parte meterà a Corfù,e parte a la Cania per far biscoti; e, tornate sarano, farà uno altrocargo per alevar il resto di formenti, e far biscoti, justa il voler dila Signoria nostra. Lauda sier Lorenzo Loredan, sopracomito,vien in armada etc.; vol danari, e manda conti. E da Ragusi nonha verità, ma ben dil Coresi fa caso di avisi. Crede il turcho nonarmerà questo anno, pur è bon armar. E a dì 14 ave letere dilconseio di X zercha la materia dil Zante. Tornato sarà, a Corfùanderà lì per far il tutto, poi anderà al Zonchio, e vol andar con 3o ver 4 galie ivi, il resto lassar a Corfù a conzarle, perchè bisogna.E prima mandò lì sier Antonio da Canal, soracomito, per vardiadil locho. Scrive le provision fece di le galie di viazi, e mandòAntonio Biancho, patron di nave a la Zefalonia con la soa nave,con hordine vadi a Rodi a star su quelle crosare, e aspetar le galie.

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    Constantinopoli, in merchadanti; e par Camalì sia pur ussitofuori. Item letere dil zeneral, che manchava di 18 et 19; il sumarionoterò qui avanti, e altre letere di Puia di retori nostri. Et fomandato a sier Sebastian Moro, primo di la barza, ducati 1000 disovenzion; verà a Poveia a conzarla; e Andrea di Vivian rupel'arboro.

    Sumario di letere dil zeneral, date in galia, a la secha di SanZuane de la Meleda, a presso Alexio, a dì 19 marzo 1501.

    Comme a dì 8 fono l'ultime; e, di 16 galie havia, con 10 solepartì a dì 7 da Corfù, e a dì 8 vene a Porto Panormo a tuor la fededi zimaroti, e promesse di romper contra turchi di la Valona eVajusa, a ziò nostri brusi l'armada. A dì 9, per la nave dilSaraxim, ricevete letere di la Signoria; poi, per la fusta portò lanova di la Zefalonia presa, a dì 11, in dromo di la Zimera. Etmandò in Sicilia per formenti la nave dil Zustignan, à conduto ivini e formazi di Candia, qual lassò a discargar a Corfù, e ilbelingier di esso zeneral. Etiam manderà in Sicilia la nave Mosta,tornato el sarà a Corfù, a tuor stera 30 milia, parte meterà a Corfù,e parte a la Cania per far biscoti; e, tornate sarano, farà uno altrocargo per alevar il resto di formenti, e far biscoti, justa il voler dila Signoria nostra. Lauda sier Lorenzo Loredan, sopracomito,vien in armada etc.; vol danari, e manda conti. E da Ragusi nonha verità, ma ben dil Coresi fa caso di avisi. Crede il turcho nonarmerà questo anno, pur è bon armar. E a dì 14 ave letere dilconseio di X zercha la materia dil Zante. Tornato sarà, a Corfùanderà lì per far il tutto, poi anderà al Zonchio, e vol andar con 3o ver 4 galie ivi, il resto lassar a Corfù a conzarle, perchè bisogna.E prima mandò lì sier Antonio da Canal, soracomito, per vardiadil locho. Scrive le provision fece di le galie di viazi, e mandòAntonio Biancho, patron di nave a la Zefalonia con la soa nave,con hordine vadi a Rodi a star su quelle crosare, e aspetar le galie.

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  • Scrisse a sier Andrea Foscolo, [13] vice provedador, dovessemandar 3 galie, zoè do erano al Zonchio, e il sibinzan era a laZefalonia, a la volta di Rodi con le nave. Etiam dal Sasno mandòla nave, primo Andrea di Vivian, a trovar quella di AntonioBiancho, e cometi a sier Andrea di Mezo, sier Zorzi Trivixan,sopracommiti, vanno a Napoli di Romania, meta li danari mandaa Napoli, e vadi in conserva; sì che in compagnia di le galie diBaruto sarà 5 galie sotil et do nave, e loro è 6 galie grosse; sì chein tuto sarà 13 legni. Al Zonchio roman do galie sotil e la navelisignana, al Zante è il Canal, e a la Zefalonia il Marcello. Item, adì 8 scrisse a la Signoria le oferte fatoli per zimaroti di romper a'turchi a la Valona e Vajusa, per dar locho si possi mandar a brusarquelle galie; e rimase d'acordo con li vechij, prima partisse diCorfù, che a Porto Panormo faria venir tutti i capi di quelli cazalia zurar fideltà e promisione. E cussì, da 8 fin 12, a Panormoveneno il forzo di vechij, a squadre, in galia, a zurar, ut supra; efè drezar le tavole da una banda a l'altra di la galia, e dè damanzar a tutti; manzavano pocho, e bevevano assai etc., e li detevin. E rimaseno, il sabato, a dì 13, che dovesseno romper, e cussìesso zeneral a la Valona e Vajusa; e si trazesse una bombarda, perdar principio, per signal. Et a dì 12 da matina partì di Panormo eandono in dromo al Sasno, sotto la terra ferma, locho di laZimera. E de lì mandò per sier Marco Orio, capetanio, e li patronierano al Sasno, per far questo effecto; e rasonono insieme; eordinò lo armar di le barche di le nave, fuste, e copani di le galiecon bruscha e polvere; e ordinò, le barche di le nave e fustegrosse dovesseno intrar ne la Vajusa soto sier Marco Orio,capetanio, le fuste picole e li copani di galie sotil intri in laValona, come apar per una poliza qualli sono. E cussi a dì 13, ilsabato mane, dovesseno andar a sorzer in dromo di la Vajusa,esso zeneral con le galie andar in golfo di la Valona a sorzer a labocha di la fiumara; e cussì partino. Et l'Orio non potè, per esserstà bonaza, la note levarse con le nave; ma se inbarchò su le

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    Scrisse a sier Andrea Foscolo, [13] vice provedador, dovessemandar 3 galie, zoè do erano al Zonchio, e il sibinzan era a laZefalonia, a la volta di Rodi con le nave. Etiam dal Sasno mandòla nave, primo Andrea di Vivian, a trovar quella di AntonioBiancho, e cometi a sier Andrea di Mezo, sier Zorzi Trivixan,sopracommiti, vanno a Napoli di Romania, meta li danari mandaa Napoli, e vadi in conserva; sì che in compagnia di le galie diBaruto sarà 5 galie sotil et do nave, e loro è 6 galie grosse; sì chein tuto sarà 13 legni. Al Zonchio roman do galie sotil e la navelisignana, al Zante è il Canal, e a la Zefalonia il Marcello. Item, adì 8 scrisse a la Signoria le oferte fatoli per zimaroti di romper a'turchi a la Valona e Vajusa, per dar locho si possi mandar a brusarquelle galie; e rimase d'acordo con li vechij, prima partisse diCorfù, che a Porto Panormo faria venir tutti i capi di quelli cazalia zurar fideltà e promisione. E cussì, da 8 fin 12, a Panormoveneno il forzo di vechij, a squadre, in galia, a zurar, ut supra; efè drezar le tavole da una banda a l'altra di la galia, e dè damanzar a tutti; manzavano pocho, e bevevano assai etc., e li detevin. E rimaseno, il sabato, a dì 13, che dovesseno romper, e cussìesso zeneral a la Valona e Vajusa; e si trazesse una bombarda, perdar principio, per signal. Et a dì 12 da matina partì di Panormo eandono in dromo al Sasno, sotto la terra ferma, locho di laZimera. E de lì mandò per sier Marco Orio, capetanio, e li patronierano al Sasno, per far questo effecto; e rasonono insieme; eordinò lo armar di le barche di le nave, fuste, e copani di le galiecon bruscha e polvere; e ordinò, le barche di le nave e fustegrosse dovesseno intrar ne la Vajusa soto sier Marco Orio,capetanio, le fuste picole e li copani di galie sotil intri in laValona, come apar per una poliza qualli sono. E cussi a dì 13, ilsabato mane, dovesseno andar a sorzer in dromo di la Vajusa,esso zeneral con le galie andar in golfo di la Valona a sorzer a labocha di la fiumara; e cussì partino. Et l'Orio non potè, per esserstà bonaza, la note levarse con le nave; ma se inbarchò su le

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  • barche e fuste, menando etiam li arsilij turcheschi venivano aVenecia, e il barzoto, e andò a sorzer in bocha di la Vajusa aromper dil zorno, e intrò dentro, con le barche e fuste, armadesecondo l'hordine, mia 14 per la fiumara, la matina per tempo,accompagnati da una banda e l'altra da' turchi, quali perhò non lideva molta molestia, perchè nostri con le artilarie feva star largi.Quando fonno a vista di le galie, veteno cinque con la provaavanti, al modo quelle si dreza al ponte di San Vido, inarborate etarmate, carge de homeni; e le nostre [14] barche fonno salutate dale artilarie di le galie e da terra; adeo, visto le preparation, e nonsuccesso il romper di zimaroti, deliberò tornar adrieto e voltar. Eveneno presto zoso a segonda, sempre acompagnato da' turchi dauna banda e l'altra trazevano. Nium homo fo ferito di nostri, qualierano ben coperti, e trevano artilarie a li turchi; e vene lì, mia 14,in pocho più di una hora, a la bocha, a hore 21 di zorno. El ventoera da sirocho, che più à forza su quela bocha, che ha i schagnimia do o tre fuori. Fo consejà esso sier Marco Orio dovessesorzer a la bocha, e non ussir, perchè el vento cargava e rompevasui schagni, e manchava pocho a zorno; e l'Orio capetanio li parsede ussir, e non sorzer. Or cargò il tempo, e, come el cargava, elrompeva sui schagni; e comenzò andar tressi, e investirsi l'un el'altro; el mar li traversava per modo, che non ussì, salvo tre di lebarche picole, zoè quelle dil capetanio, la barcha granda dil Moro,e la barcha di la galia grossa Capela, tutte le altre barche e fusteandorono tresse in terra, salvandosi perhò li homeni, che andò interra, e qualcheuno, nudò a li arsilij, pol esser anegato,qualcheuno è morti da' turchi, e altri andò in terra da la banda diponente, dove non vi era numero di turchi. Sier Marco Orio, sierVicenzo Pasqualigo, suo patron, sier Hironimo Morexini, patrondil barzoto, e Marco Renier, primo di Mosti, se reduseno soprauna fusta era in terra sui schagni, et stavano cussì, altri, erano suditta fusta, si butò a l'aqua e venero in terra a Durazo, e lassòquelli zentilhomeni e patroni lì, et 0 sanno di loro; al pezo è

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    barche e fuste, menando etiam li arsilij turcheschi venivano aVenecia, e il barzoto, e andò a sorzer in bocha di la Vajusa aromper dil zorno, e intrò dentro, con le barche e fuste, armadesecondo l'hordine, mia 14 per la fiumara, la matina per tempo,accompagnati da una banda e l'altra da' turchi, quali perhò non lideva molta molestia, perchè nostri con le artilarie feva star largi.Quando fonno a vista di le galie, veteno cinque con la provaavanti, al modo quelle si dreza al ponte di San Vido, inarborate etarmate, carge de homeni; e le nostre [14] barche fonno salutate dale artilarie di le galie e da terra; adeo, visto le preparation, e nonsuccesso il romper di zimaroti, deliberò tornar adrieto e voltar. Eveneno presto zoso a segonda, sempre acompagnato da' turchi dauna banda e l'altra trazevano. Nium homo fo ferito di nostri, qualierano ben coperti, e trevano artilarie a li turchi; e vene lì, mia 14,in pocho più di una hora, a la bocha, a hore 21 di zorno. El ventoera da sirocho, che più à forza su quela bocha, che ha i schagnimia do o tre fuori. Fo consejà esso sier Marco Orio dovessesorzer a la bocha, e non ussir, perchè el vento cargava e rompevasui schagni, e manchava pocho a zorno; e l'Orio capetanio li parsede ussir, e non sorzer. Or cargò il tempo, e, come el cargava, elrompeva sui schagni; e comenzò andar tressi, e investirsi l'un el'altro; el mar li traversava per modo, che non ussì, salvo tre di lebarche picole, zoè quelle dil capetanio, la barcha granda dil Moro,e la barcha di la galia grossa Capela, tutte le altre barche e fusteandorono tresse in terra, salvandosi perhò li homeni, che andò interra, e qualcheuno, nudò a li arsilij, pol esser anegato,qualcheuno è morti da' turchi, e altri andò in terra da la banda diponente, dove non vi era numero di turchi. Sier Marco Orio, sierVicenzo Pasqualigo, suo patron, sier Hironimo Morexini, patrondil barzoto, e Marco Renier, primo di Mosti, se reduseno soprauna fusta era in terra sui schagni, et stavano cussì, altri, erano suditta fusta, si butò a l'aqua e venero in terra a Durazo, e lassòquelli zentilhomeni e patroni lì, et 0 sanno di loro; al pezo è

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  • presoni. Ma sier Sabastiam Moro, patron di la barza, e TomàDuodo e Zaneto Puza, comito dil Capello, queste 3 barche ussìsalve, andò a li arsilij e barzoto e con quelli vene a Durazo contutti i suo' homeni. È venuti per terra Francesco Feliciam, Primodi Memmi, e molti altri homeni, a Durazo più di 150 in diversefiade, il qual Felician si reduse su la fusta con li altri, e venenudando. Et il zorno esso zeneral stè a Durazo, mandò do galie euna fusta per le rive a levar li homeni e ne conduseno XV; sì che,si sorzevano, nulla interveniva. Et il zeneral, fato il zorno, andò ledeputade verso la bocha di ..., zoè le fuste e copani con brusche,polvere e focho; et a una hora di zorno, dato focho a la bombarda,le introno. Dove a la bocha erano molti turchi a cavalo chetrazeva freze, e nostri di le galie li trava con le artilarie e cussì lefuste a loro. E da una tore veniva trato molte bombarde, tra lealtre una molto gaiarda e grossa. Pur nostri intrò in la bocha, etrovò pocho fondi e uno di copani dè in terra, videlicet di la [15]galia di sier Beneto Trun. Subito turchi li fo adosso con i cavali, epreseno tre o ver 4 homeni, il resto si butò a l'acqua e si salvò dale altre barche, et turchi guazò il fiume e anegosi uno turcho, euno fo morto da li nostri. Visto non si poter intrar e le preparationdi turchi, che erano più di 500 cavali, nè li homeni di la Zimera 0fenno, et a esso zeneral parse tirarsi adrieto e lassar l'impresa; sìche è stà uno miracolo, habi trato le galie di la Vajusa turchi emesse a la Valona; e voria fusseno tutte, perchè crede mai ussiria,si una o do galie grosse nostre stesse a la bocha con uno basilisco,e staria im porto e non a la foresta. Or esso zeneral si ritrasse ingolfo e stè la note, poi a dì 14, per saper di albanesi zimarotiqualcossa. Ma nium vi aparse fino a hore 3 di zorno, e poi si levòe andò al Sasno, a trovar le nave, per saper il seguito. E zonto erale nave e la galia Capella grossa, e li disseno il tutto dil partir dil'Orio; e, visto fumo assai, judichavano fusse seguì la cossa, adeostè tutto il zorno e la note lì; poi si apresentò a la Vajusa a labocha, per intender il seguito; e a dì 15 andò, a hore do de dì, e

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    presoni. Ma sier Sabastiam Moro, patron di la barza, e TomàDuodo e Zaneto Puza, comito dil Capello, queste 3 barche ussìsalve, andò a li arsilij e barzoto e con quelli vene a Durazo contutti i suo' homeni. È venuti per terra Francesco Feliciam, Primodi Memmi, e molti altri homeni, a Durazo più di 150 in diversefiade, il qual Felician si reduse su la fusta con li altri, e venenudando. Et il zorno esso zeneral stè a Durazo, mandò do galie euna fusta per le rive a levar li homeni e ne conduseno XV; sì che,si sorzevano, nulla interveniva. Et il zeneral, fato il zorno, andò ledeputade verso la bocha di ..., zoè le fuste e copani con brusche,polvere e focho; et a una hora di zorno, dato focho a la bombarda,le introno. Dove a la bocha erano molti turchi a cavalo chetrazeva freze, e nostri di le galie li trava con le artilarie e cussì lefuste a loro. E da una tore veniva trato molte bombarde, tra lealtre una molto gaiarda e grossa. Pur nostri intrò in la bocha, etrovò pocho fondi e uno di copani dè in terra, videlicet di la [15]galia di sier Beneto Trun. Subito turchi li fo adosso con i cavali, epreseno tre o ver 4 homeni, il resto si butò a l'acqua e si salvò dale altre barche, et turchi guazò il fiume e anegosi uno turcho, euno fo morto da li nostri. Visto non si poter intrar e le preparationdi turchi, che erano più di 500 cavali, nè li homeni di la Zimera 0fenno, et a esso zeneral parse tirarsi adrieto e lassar l'impresa; sìche è stà uno miracolo, habi trato le galie di la Vajusa turchi emesse a la Valona; e voria fusseno tutte, perchè crede mai ussiria,si una o do galie grosse nostre stesse a la bocha con uno basilisco,e staria im porto e non a la foresta. Or esso zeneral si ritrasse ingolfo e stè la note, poi a dì 14, per saper di albanesi zimarotiqualcossa. Ma nium vi aparse fino a hore 3 di zorno, e poi si levòe andò al Sasno, a trovar le nave, per saper il seguito. E zonto erale nave e la galia Capella grossa, e li disseno il tutto dil partir dil'Orio; e, visto fumo assai, judichavano fusse seguì la cossa, adeostè tutto il zorno e la note lì; poi si apresentò a la Vajusa a labocha, per intender il seguito; e a dì 15 andò, a hore do de dì, e

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  • ivi sorse, e vete una fusta in terra sui schagni, e altri legnami.Butò il copano in aqua, e mandò il suo armirajo, et cognobe esserfusta nostra. El mar era grosso, e trovò remi e pavesi, e, perchè iltempo era cargo da sirocho, per non star in spiaza, vene a Durazoquel zorno, dove intese quanto scrive, e stete lì la note e tuto il dìpoi, e a dì 16, per saper di sier Marco Orio e altri; e di unoAndrea Lanza, fiol dil vicario di Corfù, qual è castelan a la Parga,venuto, con una sua fusta armata, a servir la Signoria nostragratis. El qual fo in terra col Felizian e caminò molti mia a lavolta di Durazo, e, dovendo passar uno fiume a guazo, non volsefar quello fece ditto Felician, che passò nudando, e rimase lì conalcuni soi et nulla si sa di lui. Saria mal fusse stà preso, per essercastelam a la Parga, e poria astrenzerlo ad aver quella forteza,unde esso zeneral scrisse statim a Corfù, vi metesse uno altro percastelan e lui non lo lassi più intrar; et poi esso zeneral dismontòa Durazo. Vete il locho antico e grando e vacuo, ma ben situado,in paludi e mal populato. È solum 200 homeni da fatti; stanno congran paura di turchi, coreno ogni trato sora le porte, non polenoussir, e gli albanesi, subditi al turco, convicinano mal con loro,perchè sier Vido Diedo, fo conte lì, li fece rebelli. Tuta la terra licrida la croxe driedo e, auto assa' richiami, à fatto restituir assa', esi l'havesse auto l'animo più sinziero l'aria punito. À commesso alcapetanio dil golfo fazi raxon e justitia. E quelli di [16] Durazovoleano da esso zeneral 40 stratioti, volea lassarli 25, ma niun vivolse romagnir, per esser tutti de un parentado e amici, e volenoandar a Chataro. E volse, che sier Domenego Dolfin, capetanio algolfo, e la galia, fo di sier Alvixe, suo fradelo, che morite, su laqual è uno Querini, vice soracomito, rimanesse lì per conforto, euno arsil, sopracommito sier Andrea Bondimier, malconditionato; et esso Bondimier con le zurme vengi a Venecia conli do arsilij turcheschi a disarmar. Lauda sier Vincivera Querini,baylo e capetanio a Durazo; li lassò uno baril di tornesi, ch'èducati 60, per la fabricha, per far certo reparo verso el mar, per

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    ivi sorse, e vete una fusta in terra sui schagni, e altri legnami.Butò il copano in aqua, e mandò il suo armirajo, et cognobe esserfusta nostra. El mar era grosso, e trovò remi e pavesi, e, perchè iltempo era cargo da sirocho, per non star in spiaza, vene a Durazoquel zorno, dove intese quanto scrive, e stete lì la note e tuto il dìpoi, e a dì 16, per saper di sier Marco Orio e altri; e di unoAndrea Lanza, fiol dil vicario di Corfù, qual è castelan a la Parga,venuto, con una sua fusta armata, a servir la Signoria nostragratis. El qual fo in terra col Felizian e caminò molti mia a lavolta di Durazo, e, dovendo passar uno fiume a guazo, non volsefar quello fece ditto Felician, che passò nudando, e rimase lì conalcuni soi et nulla si sa di lui. Saria mal fusse stà preso, per essercastelam a la Parga, e poria astrenzerlo ad aver quella forteza,unde esso zeneral scrisse statim a Corfù, vi metesse uno altro percastelan e lui non lo lassi più intrar; et poi esso zeneral dismontòa Durazo. Vete il locho antico e grando e vacuo, ma ben situado,in paludi e mal populato. È solum 200 homeni da fatti; stanno congran paura di turchi, coreno ogni trato sora le porte, non polenoussir, e gli albanesi, subditi al turco, convicinano mal con loro,perchè sier Vido Diedo, fo conte lì, li fece rebelli. Tuta la terra licrida la croxe driedo e, auto assa' richiami, à fatto restituir assa', esi l'havesse auto l'animo più sinziero l'aria punito. À commesso alcapetanio dil golfo fazi raxon e justitia. E quelli di [16] Durazovoleano da esso zeneral 40 stratioti, volea lassarli 25, ma niun vivolse romagnir, per esser tutti de un parentado e amici, e volenoandar a Chataro. E volse, che sier Domenego Dolfin, capetanio algolfo, e la galia, fo di sier Alvixe, suo fradelo, che morite, su laqual è uno Querini, vice soracomito, rimanesse lì per conforto, euno arsil, sopracommito sier Andrea Bondimier, malconditionato; et esso Bondimier con le zurme vengi a Venecia conli do arsilij turcheschi a disarmar. Lauda sier Vincivera Querini,baylo e capetanio a Durazo; li lassò uno baril di tornesi, ch'èducati 60, per la fabricha, per far certo reparo verso el mar, per

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  • strenzer la terra, è passa 90; lo farano di legname e teren, e loarsil servirà andar a tuor legname e piere. Ordinò a sier MarinBarbo, soracomito, e Hieronimo Zircovichio e il Moro con l'arsilvadino a levar tutti li homeni di le nave venuti con le barche, econduchi al Sasno a le sue navi, e vadi per riviera a veder dihomeni, e poi si lievi e vengi a Cataro. E il governo di le nave àdà a sier Sabastian Moro, e a dì 17 si levò. È con 8 galie, et sierAlvixe Orio, e il catarin e il barzoto non sono venuti, per nonhaver potuto montar la secha; sì che solum con 6 galie vene lì apresso Alexio, a sorzer in la secha di San Zuanne di Medola,cussì richiesto dal provedador e Schandarbecho; e a hore 4 dizorno sorze mia 50, qualli fè in hore 24. Item, seguita come, 3hore poi zonto, vene il signor Schandarbecho e sier Antonio Bon,provedador, a galia, e, razonato insieme, mandò primo il suosecretario, Marco Rizo, e uno Lazaro, pesador a la moneda, persaper di novo etc. Scrive coloquij abuti e il signor Duchagin èintrato nel suo paese, acetato e ben visto.

    Item, in ditte letere seguita, come, zonto a presso Alexio, a lasecha di San Zuane di Medola, come ho scrito di sopra, et che colDuchagin vol cavalchar verso Scutari diman, e in tre dì vol haverfato la cavalchata, e, tornati, volea da esso zeneral 60 cavali distratioti et 25 balestrieri di le galie, e che do galie andasse imBojana, per favorir la cavalchata, e far teror a Feris beì. Fucontento esso zeneral di servirlo; e prima retene uno turcho,scodeva el charazo dil signor, poi uno altro turcho, bazarioto, epoi alcuni di Alexio voleano fusseno lassati, e loro una note limandò a Dulzigno im prexom. Disse si scoderia per ducati 1000,il zeneral volse stesse a sua instanzia, per incambiar con sierMarco Orio, over sier Vicenzo Pasqualigo, o sier HironimoMorexini; poi il zeneral fo in Alexio e cussì eri il signor li venecontra, dove con gran festa, e li stratioti [17] volea ducati 4 peruno, e il provedador li dè ducati 3. Scrive il loco di Alexio, qual èuna ixola nel mezo dil fiume del Drin, che mete sul mar, in

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    strenzer la terra, è passa 90; lo farano di legname e teren, e loarsil servirà andar a tuor legname e piere. Ordinò a sier MarinBarbo, soracomito, e Hieronimo Zircovichio e il Moro con l'arsilvadino a levar tutti li homeni di le nave venuti con le barche, econduchi al Sasno a le sue navi, e vadi per riviera a veder dihomeni, e poi si lievi e vengi a Cataro. E il governo di le nave àdà a sier Sabastian Moro, e a dì 17 si levò. È con 8 galie, et sierAlvixe Orio, e il catarin e il barzoto non sono venuti, per nonhaver potuto montar la secha; sì che solum con 6 galie vene lì apresso Alexio, a sorzer in la secha di San Zuanne di Medola,cussì richiesto dal provedador e Schandarbecho; e a hore 4 dizorno sorze mia 50, qualli fè in hore 24. Item, seguita come, 3hore poi zonto, vene il signor Schandarbecho e sier Antonio Bon,provedador, a galia, e, razonato insieme, mandò primo il suosecretario, Marco Rizo, e uno Lazaro, pesador a la moneda, persaper di novo etc. Scrive coloquij abuti e il signor Duchagin èintrato nel suo paese, acetato e ben visto.

    Item, in ditte letere seguita, come, zonto a presso Alexio, a lasecha di San Zuane di Medola, come ho scrito di sopra, et che colDuchagin vol cavalchar verso Scutari diman, e in tre dì vol haverfato la cavalchata, e, tornati, volea da esso zeneral 60 cavali distratioti et 25 balestrieri di le galie, e che do galie andasse imBojana, per favorir la cavalchata, e far teror a Feris beì. Fucontento esso zeneral di servirlo; e prima retene uno turcho,scodeva el charazo dil signor, poi uno altro turcho, bazarioto, epoi alcuni di Alexio voleano fusseno lassati, e loro una note limandò a Dulzigno im prexom. Disse si scoderia per ducati 1000,il zeneral volse stesse a sua instanzia, per incambiar con sierMarco Orio, over sier Vicenzo Pasqualigo, o sier HironimoMorexini; poi il zeneral fo in Alexio e cussì eri il signor li venecontra, dove con gran festa, e li stratioti [17] volea ducati 4 peruno, e il provedador li dè ducati 3. Scrive il loco di Alexio, qual èuna ixola nel mezo dil fiume del Drin, che mete sul mar, in

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  • triangolo, volze 9 mia, a 3, mia per faza, et ivi se reduse zente,poi che Scutari fo dato al turco, e lassò Alexio vechio et habitonoquesto loco. È zercha 200 caxe di taole, ben apopulato; e su lefaze dil triangolo, dentro dil fiume, sono ditte caxe; non n'èforteza nè riparo alcuno, se non un poco di palifichata, fata pernostri, e, si 'l fiume non fusse stà grosso per le gran aque e pioze,i haveria fato mazor lavor. Voriano una galia o do fuste; e vene licitadini e populo a lui, a dechiarirli voler esser boni servitori di laSignoria e mandano oratori di qui per confirmar i suo' capitoli. Liusoe bone parole. Sono in ixola circondà dal fiume che non si polguazar. È scalosia: si traze gran quantità di formenti, e il turco perquesta via forniva tuta l'Albania, e pegole, zere e mieli si treva daducati 30 milia a l'anno. E la Signoria potrà trar sali di Corfù emeterli lì in Alexio e fornir quelli lochi, e si chaverà la spexa difabricharlo. Lauda il provedador Bon e quelli si laudano; ma maldice di Zuan di Marin. E diman si leverà e anderà per la spiaza, emeterano i cavalli in terra, e li homeni li vorà dar; poi anderàverso la bocha di la Bojana e lì farà intrar do galie; poi anderà dilongo a Cataro, dove è chiamato da quel provedador, per averCastel Novo di turchi promete averlo. Lì sarà le nave armade, e ledo galie sotil, Oria e catarina, e il barzoto, li do arsilij conduseSchanderbecho; poi le manderà a Durazo dal capetanio di colfo, epoi li ha ordinà togli la galia Bondimiera, e con li homeni laconduchi a Venexia, e in loco d'essa lassò li do arsilij, uno lì,l'altro anderà a Corfù.

    Dil dito zeneral, di 21 marzo, data in galia, ivi, a le seche apresso Alexio. Come ozi era zonto Vicino, compagno distendardo, patron di la fusta, portò le nove di la Zefalonia presa, aVenexia, stato a veder si trovava homeni verso la Valona; e lafusta, patron Alvise Jeliti, fu quella portò la nova dil Zonchio, èpersa, e dil patron nulla si sa. Etiam zonse le do galie sotil rimasea Durazo, zoè Barbo e tragurin, per condur li homeni et le tre

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    triangolo, volze 9 mia, a 3, mia per faza, et ivi se reduse zente,poi che Scutari fo dato al turco, e lassò Alexio vechio et habitonoquesto loco. È zercha 200 caxe di taole, ben apopulato; e su lefaze dil triangolo, dentro dil fiume, sono ditte caxe; non n'èforteza nè riparo alcuno, se non un poco di palifichata, fata pernostri, e, si 'l fiume non fusse stà grosso per le gran aque e pioze,i haveria fato mazor lavor. Voriano una galia o do fuste; e vene licitadini e populo a lui, a dechiarirli voler esser boni servitori di laSignoria e mandano oratori di qui per confirmar i suo' capitoli. Liusoe bone parole. Sono in ixola circondà dal fiume che non si polguazar. È scalosia: si traze gran quantità di formenti, e il turco perquesta via forniva tuta l'Albania, e pegole, zere e mieli si treva daducati 30 milia a l'anno. E la Signoria potrà trar sali di Corfù emeterli lì in Alexio e fornir quelli lochi, e si chaverà la spexa difabricharlo. Lauda il provedador Bon e quelli si laudano; ma maldice di Zuan di Marin. E diman si leverà e anderà per la spiaza, emeterano i cavalli in terra, e li homeni li vorà dar; poi anderàverso la bocha di la Bojana e lì farà intrar do galie; poi anderà dilongo a Cataro, dove è chiamato da quel provedador, per averCastel Novo di turchi promete averlo. Lì sarà le nave armade, e ledo galie sotil, Oria e catarina, e il barzoto, li do arsilij conduseSchanderbecho; poi le manderà a Durazo dal capetanio di colfo, epoi li ha ordinà togli la galia Bondimiera, e con li homeni laconduchi a Venexia, e in loco d'essa lassò li do arsilij, uno lì,l'altro anderà a Corfù.

    Dil dito zeneral, di 21 marzo, data in galia, ivi, a le seche apresso Alexio. Come ozi era zonto Vicino, compagno distendardo, patron di la fusta, portò le nove di la Zefalonia presa, aVenexia, stato a veder si trovava homeni verso la Valona; e lafusta, patron Alvise Jeliti, fu quella portò la nova dil Zonchio, èpersa, e dil patron nulla si sa. Etiam zonse le do galie sotil rimasea Durazo, zoè Barbo e tragurin, per condur li homeni et le tre

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  • barche scapolate. Scrive che sier Sabastian Moro e Tomà Duodocon dificultà, viste le nave, andò suso et scapolono; e che sierMarco Orio à scrito al suo armiraio, si ritrovava lì, che li fussemandà una vesta, calze, zupon, camise e ducati X. Hera doragusei, e quelli di le nave li hanno retenuti et 0 li han mandato; àfato mal. E le do galie dice non aver visto per [18] riviera alcunhomo, ma ben molti turchi a cavalo, passati di qua dal fiume.Item, come esso zeneral messe a terra 20 stratioti con li so' cavaliper lassarli lì con Schandarbecho; e le do galie sotil tragurin ezaratin entrino in Bojana per divertir i nimici. La bocha è mia 12;di lì vol scorer soto Scutari con hordine, li sopracommiti stagino8 zorni a questo, poi lievi li cavali e vengi verso Cataro. E lì starà3 o ver 4 dì e non più, e anderà al Zante per compir l'hordineauto, e forsi fino al Zonchio, per veder quel loco, e per confortodi quelli; e di ritorno anderà a la Zefalonia. Item, li dosopracomiti à ordinà, uno vadi a Traù, l'altro a Zara a interzarsi,chè li mancha 40 homeni per uno, e meni 50 o ver 60 homeni dipiù per uno; e li vol dar ducati 500 tra tutti do, per far dittihomeni. Starano 8 zorni, è a far conzar le galie, e poi verano aCorfù; et esso zeneral à 600 stratioti, li lasserà a Cataro.

    Dil dito, date in galia a presso a Cataro, a dì 25. Come a dì 22partì da le seche di San Zuan de la Medola e avanti zorno, escrive il navegar suo. E tre hore avanti sera sorse lì a la bocha con5 galie; la sesta galia di sier Beneto Trun andò a Budoa confortuna, e trovoe tre nave di le 6 zoè Moro, el barzoto e Mosta, lealtre 3 per fortuna scorse a Ragusi vechio, zoè la barza granda,quella dil Felician, ch'è di Donadi, e Tomà Duodo, el qual perseparte di le velle e butato la cheba fuora. Scrive le manderà tutte adisarmar; e la galia di sier Alvise Orio, mal in hordine, la nave diMosti, licet sia senza il patron, ch'è Marco Renier preso da' turchi,pur la tegnirà per mandarla in Sicilia a cargar formenti. E a dì 23da matina si levò di la bocha e vene a la terra. Moltizenthilomeni, el camerlengo li vene contra, e il provedador non

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    barche scapolate. Scrive che sier Sabastian Moro e Tomà Duodocon dificultà, viste le nave, andò suso et scapolono; e che sierMarco Orio à scrito al suo armiraio, si ritrovava lì, che li fussemandà una vesta, calze, zupon, camise e ducati X. Hera doragusei, e quelli di le nave li hanno retenuti et 0 li han mandato; àfato mal. E le do galie dice non aver visto per [18] riviera alcunhomo, ma ben molti turchi a cavalo, passati di qua dal fiume.Item, come esso zeneral messe a terra 20 stratioti con li so' cavaliper lassarli lì con Schandarbecho; e le do galie sotil tragurin ezaratin entrino in Bojana per divertir i nimici. La bocha è mia 12;di lì vol scorer soto Scutari con hordine, li sopracommiti stagino8 zorni a questo, poi lievi li cavali e vengi verso Cataro. E lì starà3 o ver 4 dì e non più, e anderà al Zante per compir l'hordineauto, e forsi fino al Zonchio, per veder quel loco, e per confortodi quelli; e di ritorno anderà a la Zefalonia. Item, li dosopracomiti à ordinà, uno vadi a Traù, l'altro a Zara a interzarsi,chè li mancha 40 homeni per uno, e meni 50 o ver 60 homeni dipiù per uno; e li vol dar ducati 500 tra tutti do, per far dittihomeni. Starano 8 zorni, è a far conzar le galie, e poi verano aCorfù; et esso zeneral à 600 stratioti, li lasserà a Cataro.

    Dil dito, date in galia a presso a Cataro, a dì 25. Come a dì 22partì da le seche di San Zuan de la Medola e avanti zorno, escrive il navegar suo. E tre hore avanti sera sorse lì a la bocha con5 galie; la sesta galia di sier Beneto Trun andò a Budoa confortuna, e trovoe tre nave di le 6 zoè Moro, el barzoto e Mosta, lealtre 3 per fortuna scorse a Ragusi vechio, zoè la barza granda,quella dil Felician, ch'è di Donadi, e Tomà Duodo, el qual perseparte di le velle e butato la cheba fuora. Scrive le manderà tutte adisarmar; e la galia di sier Alvise Orio, mal in hordine, la nave diMosti, licet sia senza il patron, ch'è Marco Renier preso da' turchi,pur la tegnirà per mandarla in Sicilia a cargar formenti. E a dì 23da matina si levò di la bocha e vene a la terra. Moltizenthilomeni, el camerlengo li vene contra, e il provedador non

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  • potè ussir per la soa commission; ma, messo la scala in terra, elvene a galia. Qual è sier Sabastian Contarini; e scrive li coloquijabuti zercha l'impresa di Castel Novo; e che quando el scrisse nonera in ditto castel 100 turchi, poi ha sentito esserne 400 oltra li100; si che judichava 0 faria. E visto, esso zeneral aver pochaarmada, determinò partirsi per Corfù. Dismontò a Cataro, e videla terra; è bella, e la descrive il sito; et lauda sier Zuan PauloGradenigo, fo retor lì. Item, quatro homeni di Monte Negro foconduti per il provedador su la poppe di la galia da esso zeneral.Li promisse sariano contra i nimici con 4000 homeni, e mandòletere abute di capi di Monte Negro in lingua schiava; li fece farcolation di confeti. Item, a dì 24, vete li monasterij di fuora lemura, uno per banda, zoè San Francesco e san Domenego, [19]qualli, al tempo di sier Francesco Querini, olim rector, fonno fatiruinar, ch'è una compasion a vederli. Lauda sier Antonio Venier,camerlengo de lì, che si porta ben, e il castelan sier AndreaCapello; e che quelli zenthilomeni li usò alcune parole; si risalvòsolum quando si debbi elezer canzelier, medico, maistro di scola,e uno spicier, e a questi li vol esser tolte la mità dil salario. Essinobeli voleano li lassasse 4 galie etc.

    [1501 04 09]A dì 9, fo il venere santo. Fo letere di Ragusi di 3. Avisa

    l'ongaro aver dato rota al turcho.

    [1501 04 10]A dì X. Fo divulgato il cardinal Zen a Padoa, stava malissimo,

    fece il suo testamento, presente uno Siega, citadin nostro. Parlassa a la Signoria nostra ducati 100 milia contra il turcho, et 30milia al monte nuovo, e ducati X milia a sier Thomà Zen, elcavalier, so cuxin, e sier Hironimo Zen, e sier Piero Zen,quondam sier Catarin, el cavalier. Vol esser sepulto a San

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    potè ussir per la soa commission; ma, messo la scala in terra, elvene a galia. Qual è sier Sabastian Contarini; e scrive li coloquijabuti zercha l'impresa di Castel Novo; e che quando el scrisse nonera in ditto castel 100 turchi, poi ha sentito esserne 400 oltra li100; si che judichava 0 faria. E visto, esso zeneral aver pochaarmada, determinò partirsi per Corfù. Dismontò a Cataro, e videla terra; è bella, e la descrive il sito; et lauda sier Zuan PauloGradenigo, fo retor lì. Item, quatro homeni di Monte Negro foconduti per il provedador su la poppe di la galia da esso zeneral.Li promisse sariano contra i nimici con 4000 homeni, e mandòletere abute di capi di Monte Negro in lingua schiava; li fece farcolation di confeti. Item, a dì 24, vete li monasterij di fuora lemura, uno per banda, zoè San Francesco e san Domenego, [19]qualli, al tempo di sier Francesco Querini, olim rector, fonno fatiruinar, ch'è una compasion a vederli. Lauda sier Antonio Venier,camerlengo de lì, che si porta ben, e il castelan sier AndreaCapello; e che quelli zenthilomeni li usò alcune parole; si risalvòsolum quando si debbi elezer canzelier, medico, maistro di scola,e uno spicier, e a questi li vol esser tolte la mità dil salario. Essinobeli voleano li lassasse 4 galie etc.

    [1501 04 09]A dì 9, fo il venere santo. Fo letere di Ragusi di 3. Avisa

    l'ongaro aver dato rota al turcho.

    [1501 04 10]A dì X. Fo divulgato il cardinal Zen a Padoa, stava malissimo,

    fece il suo testamento, presente uno Siega, citadin nostro. Parlassa a la Signoria nostra ducati 100 milia contra il turcho, et 30milia al monte nuovo, e ducati X milia a sier Thomà Zen, elcavalier, so cuxin, e sier Hironimo Zen, e sier Piero Zen,quondam sier Catarin, el cavalier. Vol esser sepulto a San

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  • Marcho, in una archa enea, e sia fato ogni anno l'anniversario. Esi dice ha li dinari, parte con lui, parte nel monasterio di SantaChiara e San Zacharia; tamen la sera vene letere che el stavameio.

    [1501 04 11]A dì XI, fo el zorno di Pasqua. Fo predichato a San Marco per

    fra' Raphael, poi de more el principe andò a vespero a SanZacharia, con li oratori, papa, Franza, tre di Napoli, Ferara eUrbin. Portò la spada sier Polo Trivixan, el cavalier, va luogotenente a Udene; fo suo compagno sier Andrea Loredan,quondam sier Nicolò; et poi si reduse colegio. Fo letere di Roma,e Napoli, e di Granata, di Anzolo Trivixan, secretario dil Pixani,orator nostro, è con quelli reali.

    [1501 04 12]A dì 12. In questa matina sier Zuan Zantani, va provedador in

    armada, messe banco. Vene in colegio l'orator dil papa a ponerordine di la publication di la cruciata. Et a la predicha in piaza fra'Raphael vestite do citadini nostri frati, uno de cha' di Uberti,l'altro d'Avanzo.

    Item, vidi Lucio Malvezo fuori, che per il conseio di X era stàliberato, con segurtà, ducati X milia, non partirsi, et fin hora statoin castel vechio di Verona con custodia.

    Da poi disnar fo pregadi. Leto molte letere; il sumario èquesto.

    Da Roma, di 7. Il papa à dà la legation di Franza al cardinalRoan con grandissima autorità.

    Da Ravena, di sier Antonio Soranzo, podestà et capetanio.Come il ducha Valentino era andato a Forlì a parlar al cardinalSalerno, legato dil papa. Etiam il cardinal San Severin è lì: e soto[20] Faenza seguite certe incursion per quelli di ditto ducha; ma

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    Marcho, in una archa enea, e sia fato ogni anno l'anniversario. Esi dice ha li dinari, parte con lui, parte nel monasterio di SantaChiara e San Zacharia; tamen la sera vene letere che el stavameio.

    [1501 04 11]A dì XI, fo el zorno di Pasqua. Fo predichato a San Marco per

    fra' Raphael, poi de more el principe andò a vespero a SanZacharia, con li oratori, papa, Franza, tre di Napoli, Ferara eUrbin. Portò la spada sier Polo Trivixan, el cavalier, va luogotenente a Udene; fo suo compagno sier Andrea Loredan,quondam sier Nicolò; et poi si reduse colegio. Fo letere di Roma,e Napoli, e di Granata, di Anzolo Trivixan, secretario dil Pixani,orator nostro, è con quelli reali.

    [1501 04 12]A dì 12. In questa matina sier Zuan Zantani, va provedador in

    armada, messe banco. Vene in colegio l'orator dil papa a ponerordine di la publication di la cruciata. Et a la predicha in piaza fra'Raphael vestite do citadini nostri frati, uno de cha' di Uberti,l'altro d'Avanzo.

    Item, vidi Lucio Malvezo fuori, che per il conseio di X era stàliberato, con segurtà, ducati X milia, non partirsi, et fin hora statoin castel vechio di Verona con custodia.

    Da poi disnar fo pregadi. Leto molte letere; il sumario èquesto.

    Da Roma, di 7. Il papa à dà la legation di Franza al cardinalRoan con grandissima autorità.

    Da Ravena, di sier Antonio Soranzo, podestà et capetanio.Come il ducha Valentino era andato a Forlì a parlar al cardinalSalerno, legato dil papa. Etiam il cardinal San Severin è lì: e soto[20] Faenza seguite certe incursion per quelli di ditto ducha; ma

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  • quelli dentro ussiteno, amazò alcuni, presi pochi.Da Milam. Come il cardinal San Severin era partito, et andato

    verso Roma, e francesi vien di qua da' monti.Da Ferara, di sier Christofal Moro, vicedomino nostro. Di

    certa novità sequita in Modena per francesi contra uno osto; e,sublevati, la terra amazò il capetanio e alcuni francesi.

    Di Granata, di Anzolo Trivixan, di 20 marzo, longe letere. Imori è sublevati, e certi monti à rebellà a le regie alteze, perchè ilre vol farli christiani.

    Da Spalato, di sier Hironimo Bafo, conte. Come si moriva dapeste; adeo fo publichà, di qui non poteseno venir.

    Da Sibinicho, di sier Hironimo Querini, provedador. Come,per avisi auti, dubitavano, turchi venisseno a dannizarli.

    Electo orator al re di Portogallo, in luogo di sier PieroContarini.

    Sier Nicolò Michiel, dotor fo a' Xofficij 66. 93

    Sier Marco Minio, fo auditor novo,di sier Bortolo 73. 94

    Sier Cabriel Emo, quondam sierZuan, el cavalier 50.114

    Sier Francesco Dolfim, fo cataver,quondam sier Zuane 23.144

    † Sier Piero Pasqualigo, dotor, foauditor vechio, quondam sierFilipo 121. 83

    Sier Francesco Zorzi, l'auditornuovo, di sier Hironimo, elcavalier 24.131

    25

    quelli dentro ussiteno, amazò alcuni, presi pochi.Da Milam. Come il cardinal San Severin era partito, et andato

    verso Roma, e francesi vien di qua da' monti.Da Ferara, di sier Christofal Moro, vicedomino nostro. Di

    certa novità sequita in Modena per francesi contra uno osto; e,sublevati, la terra amazò il capetanio e alcuni francesi.

    Di Granata, di Anzolo Trivixan, di 20 marzo, longe letere. Imori è sublevati, e certi monti à rebellà a le regie alteze, perchè ilre vol farli christiani.

    Da Spalato, di sier Hironimo Bafo, conte. Come si moriva dapeste; adeo fo publichà, di qui non poteseno venir.

    Da Sibinicho, di sier Hironimo Querini, provedador. Come,per avisi auti, dubitavano, turchi venisseno a dannizarli.

    Electo orator al re di Portogallo, in luogo di sier PieroContarini.

    Sier Nicolò Michiel, dotor fo a' Xofficij 66. 93

    Sier Marco Minio, fo auditor novo,di sier Bortolo 73. 94

    Sier Cabriel Emo, quondam sierZuan, el cavalier 50.114

    Sier Francesco Dolfim, fo cataver,quondam sier Zuane 23.144

    † Sier Piero Pasqualigo, dotor, foauditor vechio, quondam sierFilipo 121. 83

    Sier Francesco Zorzi, l'auditornuovo, di sier Hironimo, elcavalier 24.131

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  • Sier Piero Zustignan, fo auditornuovo, quondam sier Marco52.110

    Sier Vetor Capelo, fo savio aiordeni, quondam sier Andrea36.123

    Sier Jacomo Cabriel, fo auditorvechio, quondam sier Bertuzi,cavalier 69. 95

    Sier Francesco Donado, fo auditorvechio, quondam sier Alvise 94.74

    Noto, che in questo anno era governador de l'intrade sierThomà Mocenigo, di sier Nicolò, procurator, qual scosse decimee tanse con gran desterità, in mexi 16 da ducati 35 milia; e hora èussito di l'oficio con grande honor; tamen, la dispensation di taldanari a tutti par maraveia.

    [1501 04 13]A dì 13, fo el marti di Pasqua. Fo [21] publichato im piaza, per

    fra' Raphael, a la predicha, la bolla di la cruciata e jubileo, qual fobutà a stampa; duratura sino le feste di Pasqua di mazo inclusive;et le casse serano a San Marco, San Francesco di la Vigna, e SanJob; e frati observanti di San Francesco saranno li penitentieri. Efo dito messa poi solenne in chiesia di San Marco, et vi fu ilprincipe li oratori, papa, Franza, Napoli, Ferara e Urbin. Elpatriarcha disse la messa, e, poi lo evanzelio, fra' Raphael publicòla bolla sul capitello di sopra, e cussì in tal dì fu fato in tuttenostre terre.

    [1501 04 14]

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    Sier Piero Zustignan, fo auditornuovo, quondam sier Marco52.110

    Sier Vetor Capelo, fo savio aiordeni, quondam sier Andrea36.123

    Sier Jacomo Cabriel, fo auditorvechio, quondam sier Bertuzi,cavalier 69. 95

    Sier Francesco Donado, fo auditorvechio, quondam sier Alvise 94.74

    Noto, che in questo anno era governador de l'intrade sierThomà Mocenigo, di sier Nicolò, procurator, qual scosse decimee tanse con gran desterità, in mexi 16 da ducati 35 milia; e hora èussito di l'oficio con grande honor; tamen, la dispensation di taldanari a tutti par maraveia.

    [1501 04 13]A dì 13, fo el marti di Pasqua. Fo [21] publichato im piaza, per

    fra' Raphael, a la predicha, la bolla di la cruciata e jubileo, qual fobutà a stampa; duratura sino le feste di Pasqua di mazo inclusive;et le casse serano a San Marco, San Francesco di la Vigna, e SanJob; e frati observanti di San Francesco saranno li penitentieri. Efo dito messa poi solenne in chiesia di San Marco, et vi fu ilprincipe li oratori, papa, Franza, Napoli, Ferara e Urbin. Elpatriarcha disse la messa, e, poi lo evanzelio, fra' Raphael publicòla bolla sul capitello di sopra, e cussì in tal dì fu fato in tuttenostre terre.

    [1501 04 14]

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  • A dì 14. Il principe non fo in colegio. Fo letere di Franza, disier Francesco Foscari, el cavalier, orator nostro, date in oppidoduensi, di primo et 3; in materia dil conte di Cajazo etc. Fonnoalditi li capi di piezi dil banco di Garzoni, con li capi di creditori,e il zorno ditto li Garzoni ussì di caxa.

    Da poi disnar fo conseio di X. Fu messo parte perlongar unomexe a sier Alvixe Malipiero, è provedador a Udene, rimasto dilconseio di X a poter star di intrar. Et fu presa.

    Vene letere di Corfù, di 29, dal Zonchio di 22, e daConstantinopoli, dil ussir di Camalì con 50 velle. E daConstantinopoli se intese, turchi teme molto la fama di laadunation di christiani, maxime di Hongari, boemi e polani,Franza, Spagna e Portogallo, fanno armata in favor di la Signoria,dicendo turchi era mejo al signor non havesse mai roto a'venitiani, che a posta di Lodovico Sforza sia seguito tal movesta;sì che sono in timor.

    [1501 04 15]A dì 15. Vene l'orator di Franza in colegio con li capi di X e

    mandati li altri fuora. E poi disnar fo conseio di X con zonta dilcolegio.

    [1501 04 16]A dì 16, fu San Sydro. Fu fato precession a San Marco. Fo il

    principe, poi si reduse colegio. Fo letere di Hongaria, di oratori,di 3. La liga è quasi conclusa, aspetava solum lo episcopocaliense, orator dil papa, con la risposta di Roma.

    Da poi disnar fo pregadi, su materia secretissima etc.

    [1501 04 17]A dì 17 etiam, per non esser expedita, fo pregadi.

    27

    A dì 14. Il principe non fo in colegio. Fo letere di Franza, disier Francesco Foscari, el cavalier, orator nostro, date in oppidoduensi, di primo et 3; in materia dil conte di Cajazo etc. Fonnoalditi li capi di piezi dil banco di Garzoni, con li capi di creditori,e il zorno ditto li Garzoni ussì di caxa.

    Da poi disnar fo conseio di X. Fu messo parte perlongar unomexe a sier Alvixe Malipiero, è provedador a Udene, rimasto dilconseio di X a poter star di intrar. Et fu presa.

    Vene letere di Corfù, di 29, dal Zonchio di 22, e daConstantinopoli, dil ussir di Camalì con 50 velle. E daConstantinopoli se intese, turchi teme molto la fama di laadunation di christiani, maxime di Hongari, boemi e polani,Franza, Spagna e Portogallo, fanno armata in favor di la Signoria,dicendo turchi era mejo al signor non havesse mai roto a'venitiani, che a posta di Lodovico Sforza sia seguito tal movesta;sì che sono in timor.

    [1501 04 15]A dì 15. Vene l'orator di Franza in colegio con li capi di X e

    mandati li altri fuora. E poi disnar fo conseio di X con zonta dilcolegio.

    [1501 04 16]A dì 16, fu San Sydro. Fu fato precession a San Marco. Fo il

    principe, poi si reduse colegio. Fo letere di Hongaria, di oratori,di 3. La liga è quasi conclusa, aspetava solum lo episcopocaliense, orator dil papa, con la risposta di Roma.

    Da poi disnar fo pregadi, su materia secretissima etc.

    [1501 04 17]A dì 17 etiam, per non esser expedita, fo pregadi.

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  • [1501 04 18]A dì 18 domenega. Fu fato precession, per la cruciata, a torno

    la piaza di San Marco e le scuole fenno un papa, con letere:fundamentum christianorum; Venecia amica pacis christianorum;una Judith, uno Golias e Davit, un San Marco con leterearmipotens etc.

    Da poi disnar fo gran conseio; e preso dar licentia a sierHironimo Contarini, podestà e capitanio di Treviso, vengi qui perla egritudine di suo fradelo, sier Alvise. E fu presa, ma malastampa.

    [22][1501 04 19]A dì 19. Non fo 0. Fo letere di Candia, di 7 marzo. Hanno da

    Syo, di 5, che Camallì dovea ussir con 30 fuste per venir inArzipielago; unde quel rezimento spazò gripo in Cypro, peravisar a le galie di Baruto stesseno riguardose, et cussì inAlexandria a le altre galie.

    Da Syo, di 10 fevrer. È confirmado, il turcho fabricha di novo200 galie sotil, et 50 grosse, 150 fuste, tolto il sesto di le nostregalie prese; e fa far 6 nave grosse e ha dismesso Jacub bassà, elmonuco, per esser vacilato, per infirmità, poi ritornò con l'armatadi Modom; e in suo loc