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01/12/2014 1 I Comuni e la programmazione dei Fondi Europei 2014 – 2020: strumenti, impegni, opportunità Milano, 26 novembre 2014 Simona ELMO IFEL – Fondazione per la finanza e l’economia locale Area Servizi regionalizzati e rapporti con il territorio

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I Comuni e la programmazione dei Fondi Europei 2014 – 2020:

strumenti, impegni, opportunità

Milano, 26 novembre 2014

Simona ELMO

IFEL – Fondazione per la finanza e l’economia locale

Area Servizi regionalizzati e rapporti con il territorio

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Il contesto

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Europa 2020

5 Obiettivi da raggiungere entro il 2020:

• Occupazione 75% popolazione di età tra 20 e 64 anni

• Innovazione 3% del PIL dell’UE investito in Ricerca e sviluppo

• Cambiamento climatico raggiungere obiettivi “20/20/20” (*)

• Educazione abbandono scolastico inferiore al 10% e 40% dei

30-34enni con istruzione universitaria

• Povertà/emarginazione far superare ad almeno 20 milioni di

persone il rischio di povertà o di esclusione

(*) ridurre le emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990 (o 30%, a seconda condizioni internazionali), portare al

20% la quota di energia rinnovabile e migliorare del 20% l'efficienza energetica

Crescita

intelligente,

sostenibile e

inclusiva

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La futura Politica di coesione 2014-2020

Irrinunciabile il contributo della Politica di coesione all'attuazione dellaStrategia Europa 2020: nelle Conclusioni del Consiglio europeo del 17 giugno2010, si sottolinea l'importanza di promuovere la coesione economica,sociale e territoriale e di rafforzare le infrastrutture come contributo alsuccesso della Strategia Europa 2020 .

Tra gli altri elementi principali per la nuova Politica di coesione :

• una maggiore attenzione ai risultati e all'impatto degli interventi, con uncollegamento sistematico tra la Politica di coesione e la Strategia Europa2020

e dunque

• nuove disposizioni di condizionalità, per garantire che i fondi sianoutilizzati allo scopo di raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020.

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Le risorse

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Bilancio UE 2014-2020: 959,988 mld di euro

(Consiglio d’Europa dell’8 febbraio rivisto e approvato dal Parlamento europeo il 19 novembre e

definitivamente approvato dal Consiglio il 2 dicembre 2013)

Politica di coesione

economica, sociale e

territoriale34%

(325,149 mld di euro)

Altre politiche(agricoltura, ricerca,

politiche estera, ecc.)

66%(634,839 mld di euro)

Quadro finanziario pluriennale

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Risorse comunitarie destinate all’Italia

Per l’Italia, il totale generale dei Fondi strutturali UE destinati alle

Politiche di coesione 2014-2020 ammonta a 41.548,4 milioni di euro,

quota comprensiva anche delle risorse del FEARS (Fondo europeo per lo

sviluppo rurale).

Fra i diversi Fondi Strutturali le risorse sono così allocate:

� FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale): 20.741,1 mln di euro

� FSE (Fondo Sociale Europeo): 10.377,7 mln di euro

� FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale): 10.429,7 mln di

euro

� FEAMP (Fondo europeo per gli Affari marittimi e la pesca: 537,3 mln di

euro

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La dotazione finanziaria globale dei Fondi strutturali viene ripartita tra i diversi Stati membri e

Regioni europee sulla base della distinzione tra 3 diversi categorie:

Regioni meno sviluppate – (attuale Ob. «Convergenza»):

riguarda le regioni il cui PIL pro capite è inferiore al 75% della media del PIL dell'UE-27.

Regioni in transizione (sostituirà l'attuale sistema di phasing-out e phasing-in):

riguarda tutte le regioni con un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90%

della media dell'UE-27.

Regioni più sviluppate – (attuale Ob. «Competitività»):

riguarda le regioni con un PIL pro capite superiore al 90% della media dell'UE-27.

IN ITALIA:

Regioni meno sviluppate: Calabria, Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata.

Regioni in transizione: Abruzzo, Molise e Sardegna.

Regioni più sviluppate: Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto,

Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche,

Umbria, Lazio.

Criteri di ripartizione

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Ripartizione risorse fra le Regioni italiane

La ripartizione fra le Regioni italiane è la seguente

� Regioni più sviluppate:7.568,0 mln di euro (così ripartiti: 3.510,4 mln di euro alFESR, 4.057,6 mln di euro al FSE)

� Regioni in transizione [Sardegna, Abruzzo e Molise]:1.350,4 mln di euro (così ripartiti: 841,3 mln di euro alFESR, 509,1 mln di euro al FSE)

� Regioni meno sviluppate [Sicilia, Puglia, Campania,Calabria, Basilicata]:22.200,4 mln di euro (così ripartiti: 16.389,3 mln di euro alFESR, 5.811,0 mln di euro al FSE)

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Il Quadro finanziario 2014-2020 in Italia

Il Quadro finanziario per il settennio 2014-2020 in Italia sarà composto:

� dalle risorse dei Fondi strutturali della UE

� dalla relativa quota di cofinanziamento nazionale a valere sulle

risorse del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche

comunitarie (che viene rifinanziato, per il ciclo 2014-2020 dalla

legge di stabilità 2014)

� dalla quota di rifinanziamento del Fondo di sviluppo e coesione

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ART. 8 - LEGGE STABILITA’ 2014 – Cofinanziamento nazionale di

programmi dell’Unione Europea

La legge di stabilità stabilisce che il Fondo di rotazione ex art. 5 Legge

n°183\87 provvede ad assicurare la quota di cofinanziamento nazionale nella

misura massima del 70% degli importi previsti nei piani finanziari dei

singoli programmi.

Il rimanente 30% sarà a carico dei bilanci di Regioni, Province autonome e altri

organismi pubblici (compresi i Comuni) partecipanti ai programmi.

L’autorizzazione di spesa viene determinata in

- 5 miliardi per le annualità 2014 e 2015,

- 4,5 miliardi per il 2016

- 20 miliardi per le annualità 2017 e successive,

per un ammontare complessivo di 34,5 miliardi di euro.

Il Fondo di rotazione ex Legge n. 183/87

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Il Fondo di sviluppo e coesione

Nel bilancio 2014-2016 (D.M. Economia 27 dicembre 2013) le risorse del Fondo per lo sviluppo

e la coesione [destinate a “sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, anche di

natura ambientale”] sono determinate in 4.883,4 milioni per il 2014, 7.064,8 milioni per il 2015

e in 2.700 milioni per il 2016, (vedi tabella) , l’importo dei 42.298 milioni si riferisce alle risorse

che saranno iscritte in bilancio per gli anni 2017 e successivi dalle future leggi di stabilità.

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Sommando le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione con quelle del Fondo di rotazione per l’attuazione

delle politiche comunitarie si può avere una indicazione delle risorse complessivamente stanziate nel bilanciodello Stato per gli interventi nelle aree sottoutilizzate, al netto delle risorse ordinarie e di quelle previste da altre

leggi settoriali.

Risorse nazionali complessive per le aree sottoutilizzate

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Le regole

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Il 20 dicembre 2013 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'UE il pacchetto

dei Regolamenti che disciplinano Ia Politica di coesione per il periodo 2014-2020.

Il Pacchetto, si inserisce nell'ambito del nuovo QFP comprende:

� Reg (UE) n.1303/2013 concernente regole comuni per il Fondo europeo di

sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di coesione,

il Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, e del Fondo europeo perla pesca ;

� Reg (UE) n.1300/2013 relativo al Fondo di coesione;

� Reg (UE) n.1304/2013 relativo al Fondo sociale europeo;

� Reg (UE) n.1301/2014 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale;

� Reg n.1299/2013 recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo

europeo di sviluppo regionale agli obiettivi della cooperazione territoriale

europea;

� Reg (UE) n. 1302/2013 che modifica il regolamento (CE) 1082/2006 relativo a un

gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT).

Pacchetto di Regolamenti 2014-2020

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Gli obiettivi tematici (comuni a tutti i Fondi individuati dai dal Regolamento generale

sui fondi strutturali):

1. Ricerca e innovazione

2. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)

3. Competitività delle Piccole e Medie Imprese (PMI)

4. Transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio

5. Adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione e gestione dei rischi

6. Tutela dell’ambiente ed efficienza delle risorse

7. Trasporto sostenibile e rimozione delle strozzature nelle principali

infrastrutture di rete

8. Occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori

9. Inclusione sociale e lotta alla povertà

10. Istruzione, competenze e apprendimento permanente

11. Potenziamento della capacità istituzionale e amministrazioni pubbliche

efficienti

Obiettivi tematici

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Concentrazione tematica nei Regolamenti 2014-2020

Il Regolamento generale individua due Obiettivi

all’insegna della concentrazione (art. 81 Reg. gen.)

a) "Investimenti in favore della crescita e

dell'occupazione" negli Stati membri e nelle regioni,con il sostegno di tutti Fondi, riguarda le categorie di

Regioni

b) "Cooperazione territoriale europea", con il sostegno

del FESR, riguarda le zone di cooperazionetransfrontaliera, transnazionale ed interregionale

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Concentrazione tematica FESRRegioni più sviluppate

Criteri di concentrazione delle risorse per la categoria di regioni “più sviluppate” per il

FESR

Almeno l’80% delle risorse deve essere destinato a due o più dei seguenti obiettivi

tematici :

- ricerca e all'innovazione (OT 1)

- sviluppo delle TIC (OT 2)

- sostegno delle PMI (OT 3);

- transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio (OT 4)

Di questo 80% almeno il 20% delle risorse deve essere destinato alla transizione verso

una economia a basse emissioni di carbonio (OT 4)

Nelle regioni più sviluppate il FESR non sostiene investimenti in infrastrutture che forniscono servizi di base ai cittadini nel campo dell’ambiente, trasporti e ICT.

Sviluppo urbano sostenibile

In tutte le Regioni almeno il 5% delle risorse FESR deve essere destinato allo Sviluppo

Urbano Sostenibile.

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Concentrazione tematica FESR

Regioni meno sviluppate

Criteri di concentrazione delle risorse per la categoria di regioni “meno

sviluppate” per il FESR

almeno l’50% delle risorse deve essere destinato a due o più dei seguenti obiettivi

tematici :

- ricerca e all'innovazione (OT 1)

- sviluppo delle TIC (OT 2)

- sostegno delle PMI (OT 3);

- transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio

(OT 4)

Di questo 80% almeno il 12% delle risorse deve essere destinato alla transizione

verso una economia a basse emissioni di carbonio (OT 4).

Sviluppo urbano sostenibile

In tutte le Regioni almeno il 5% delle risorse FESR deve essere destinato allo

Sviluppo Urbano Sostenibile.

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Concentrazione tematica FSE

Almeno il 20% delle risorse FSE in ogni Statomembro dedicate all’obiettivo tematico “promuoverel’inclusione sociale e combattere la povertà” (OT 9)

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Risorse comunitarie per OT e per Fondo

Allocazione delle risorse comunitarie per Obiettivo tematico e per Fondo(fonte: Accordo di Partenariato , ottobre 2014)

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A livello di documenti programmatici, il quadro nazionale delineato dall’Accordo di Partenariato

per il ciclo 2014-2020 prevede:

� Programmi Operativi Regionali (POR) in tutte le Regioni e Provincie autonome a valere sul

FESR e sul FSE [i programmi regionali sono tutti monofondo, ad eccezione delle Regioni

Molise , Puglia e Calabria, che hanno scelto programmi plurifondo].

� Programmi di sviluppo rurale (PSR) previsti in tutte le Regioni e Province autonome a

valere sul FEARS e due Programmi nazionali a valere sempre sul FEASR (Rete Rurale

nazionale, Gestione del rischio, infrastrutture irrigue e biodiversità animale), oltre a un

Programma nazionale a valere sul FEAMP.

� Programmi Nazionali (PON) FESR e FSE che coprono tutte le categorie di Regioni nei

seguenti ambiti: Istruzione, Sistemi di politiche attive per l’Occupazione, Inclusione sociale,

Città metropolitane, Governance reti progetti speciali e assistenza tecnica.

� Programmi Nazionali per le Regioni in transizione e meno sviluppate negli ambiti: Ricerca e

Innovazione, Imprese e Competitività.

� Programmi Nazionali per le sole Regioni meno sviluppate negli ambiti: Infrastrutture e reti,

Beni culturali, Legalità.

I Programmi Operativi 2014-2020

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L’Accordo di Partenariato dell’Italia è stata approvato

dalla Commissione europea il 29 ottobre scorso.

I PON e i POR sono stati inviati alla CE nel luglio scorso e

sono tuttora in attesa di approvazione

I PO 2014-2020: stato del negoziato

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Il ruolo di Comuni e Città

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La dimensione territoriale nel quadro programmatico 2014-2020

Due le principali focalizzazioni della dimensione territoriale della Politica

di coesione 2014-2020, nel quadro dell’Accordo di Partenariato e dei PO

(nazionali e regionali):

• Agenda urbana

• Strategia Aree interne

con due modalità di intervento integrate e territoriali previste dal

Regolamento Comune ai fondi strutturali: gli Investimenti Integrati

Territoriali (ITI) e il Community-led local development (CLLD).

I Comuni saranno tra i principali protagonisti della dimensione

territoriale nel 2014-2020, con diversi gradi di coinvolgimento e

responsabilità nell’attuazione degli interventi, ovvero a titolo di

beneficiari o come soggetti attuatori/organismi intermedi.

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Il ruolo dei Comuni e delle Città nei PO 2014-2020

• Città metropolitane : Programma nazionale dedicato

• Città medie “titolari di importanti funzioni urbane”: Asse dedicato allo sviluppo

urbano nella gran parte dei Programmi Operativi regionali FESR

• Lo strumento degli Investimenti territoriali integrati (ITI) che prevede possibilità

di delega di funzioni di gestione e attuazione

• Lo strumento delle Strategie di Sviluppo Locale di tipo partecipativo

(Community Led Local Development - CLLD)

• La Strategia Aree interne attuata all’interno dei PO regionali eventualmente

attraverso “progetti pilota” con applicazione del CLLD o dell’ITI, oppure con Asse

dedicato (come nel POR FESR Lombardia)

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Città metropolitane e città medie: paradigma delle

Smart Cities & Communities

Ruolo territori

− Avvio (o prosecuzione) dei piani di investimento per il miglioramento

dell’efficienza e dell’efficacia delle infrastrutture di rete e dei servizi pubblici

• Per fornire migliori servizi a cittadini residenti ed utilizzatori (pendolari,

turisti)

• Sviluppando i nuovi servizi legati alle SMART CITIES (IT)

− Sviluppo di pratiche per l’inclusione sociale dei segmenti di popolazione più

debole e per aree e quartieri disagiati

• target: minori, anziani, disabili, migranti

• utilizzando gli strumenti della micro-progettualità partecipativa

− Rafforzamento dei segmenti locali pregiati di filiere produttive globali

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Aree interne

− All’interno dei PO regionali eventualmente attraverso “progetti pilota” con

applicazione del Community Led Local Development

− Comunque nella forma di Associazioni di ComuniAssociazioni di Comuni che gestiscano in

forma associata anche i servizi

− Con lo scopo di integrareintegrare politiche ordinarie di gestione dei servizi gestione dei servizi pubblicipubblici ee investimenti aggiuntivi attraverso fondi UEfondi UE

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