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di Maria Lina La China I Borghi Rurali: dal Regime allo Sbarco Alleato (2 parte) Norme, insediamenti e cambiamenti del paesaggio agricolo siciliano. N el 1925 vengono istituiti i Provveditorati alle Opere Pubbliche (1) , che imprime- ranno un forte impulso alle opere pubbliche del regime. Ogni opera veniva pertanto sottoposta al vaglio dei tecnici delle commissioni del Provveditorato, i quali esprimevano, ed ancor oggi esprimono, il proprio parere con un voto. Nella stesso anno, nasce in Sicilia l’Istituto Vittorio Emanuele III, su iniziativa del Banco di Sicilia, ed inizia fattivamente la propria attività nel 1930. Il 27 giugno 1927 era introdotta la norma 1042 riguardante alcuni benefici in contributo a privati per operare la bonifica (ciascun proprietario terriero siciliano, anche se possedeva terreni ricadenti al di fuori dei comprensori di bonifica, aveva l’obbligo di attuare la colonizzazione dei propri fondi con la creazione di unità edilizie e colturali e la stabilizzazione delle famiglie coloniche sul fondo, conformemente alle prescrizioni e ai termini stabiliti del Ministero dell’agricoltura e delle foreste). I proprietari erano inoltre obbligati ad instaurare rapporti stabili di lavoro, ad assicurare un equo compenso al coltivatore che garantiva le migliorie terriere: «L’inerzia degli imprenditori locali ed il loro totale disinteresse agli investimenti venne confermata dal fallimento dei piani di bonifica» (2) . Si preferiva realizzare, soprattutto, opere votate all’incremento della produzione e meno al cambiamento delle condizioni sociali. Le tipologie residenziali del regime si diffondono più per questioni propagandistiche che per reale volontà degli ex latifondisti, i quali guardano visita in Sicilia del 1924, pronunciava sulla politica interna, noto come il discorso del giorno dell’Ascensione: «La parola d’ordine che va diretta a tutte indistintamente le gerarchie del regime, dalle centrali alle periferiche (…) è questa: facilitare con ogni mezzo e anche, se necessario, con mezzi coercitivi, l’esodo dai centri urbani; difficoltare con ogni mezzo e anche, se necessario, con mezzi coercitivi, l’abbandono delle campagne; osteggiare con ogni mezzo l’immigrazione a ondate nelle città». Nell’articolo Mussolini tracciò alcuni dei principali temi che caratterizzarono la posizione politica ed ideologica del regime fascista sulla questione rurale. Fra questi un paragone tra la città e la campagna, la condanna morale della ancor più impauriti alle notizie che compaiono sui giornali. Molto interessanti, per illustrare l’impatto di tali costruzioni sulla nuova cultura rurale, sono sia i racconti della vita contadina che le immagini della rivista “Il lunario del contadino siciliano” (3) , che in alcune pagine venne illustrata anche con schizzi, a volte ironici, di Renato Guttuso. La costruzione di borghi a servizio di queste residenze rurali diventa più credibile solo dopo l’emanazione della legge 3134 del 1928, la cd. Legge Mussolini per la bonifica integrale, per tracciare una drastica soglia alla proprietà agricola. In relazione alle norme, determinante dal punto di vista della propaganda, fu nel 1927 il discorso del Duce che, dopo la sua La vita dei borghi in una vignetta tratta da: “Il lunario del contadino siciliano”. DOSSIER: I BORGHI RURALI AGORÀ n. 45/2013 - 15 -

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di Maria Lina La China

I Borghi Rurali: dal Regime allo Sbarco Alleato (2 parte)

Norme, insediamenti e cambiamenti del paesaggio agricolo siciliano.

Nel 1925 vengono istituiti iProvveditorati alle OperePubbliche(1), che imprime-

ranno un forte impulso alle operepubbliche del regime. Ogni operaveniva pertanto sottoposta al vaglio deitecnici delle commissioni delProvveditorato, i quali esprimevano, edancor oggi esprimono, il proprioparere con un voto. Nella stesso anno,nasce in Sicilia l’Istituto VittorioEmanuele III, su iniziativa del Banco diSicilia, ed inizia fattivamente la propriaattività nel 1930.

Il 27 giugno 1927 era introdotta lanorma 1042 riguardante alcuni beneficiin contributo a privati per operare labonifica (ciascun proprietario terrierosiciliano, anche se possedeva terreniricadenti al di fuori dei comprensori dibonifica, aveva l’obbligo di attuare lacolonizzazione dei propri fondi con lacreazione di unità edilizie e colturali ela stabilizzazione delle famiglie colonichesul fondo, conformemente alleprescrizioni e ai termini stabiliti delMinistero dell’agricoltura e delleforeste). I proprietari erano inoltreobbligati ad instaurare rapporti stabilidi lavoro, ad assicurare un equocompenso al coltivatore che garantivale migliorie terriere: «L’inerzia degliimprenditori locali ed il loro totaledisinteresse agli investimenti venneconfermata dal fallimento dei piani dibonifica»(2). Si preferiva realizzare,soprattutto, opere votateall’incremento della produzione e menoal cambiamento delle condizioni sociali.Le tipologie residenziali del regime sidiffondono più per questionipropagandistiche che per reale volontàdegli ex latifondisti, i quali guardano

visita in Sicilia del 1924, pronunciavasulla politica interna, noto come ildiscorso del giorno dell’Ascensione: «Laparola d’ordine che va diretta a tutteindistintamente le gerarchie del regime,dalle centrali alle periferiche (…) èquesta: facilitare con ogni mezzo eanche, se necessario, con mezzicoercitivi, l’esodo dai centri urbani;difficoltare con ogni mezzo e anche, senecessario, con mezzi coercitivi,l’abbandono delle campagne;osteggiare con ogni mezzol’immigrazione a ondate nelle città».Nell’articolo Mussolini tracciò alcuni deiprincipali temi che caratterizzarono laposizione politica ed ideologica delregime fascista sulla questione rurale. Fraquesti un paragone tra la città e lacampagna, la condanna morale della

ancor più impauriti alle notizie checompaiono sui giornali. Moltointeressanti, per illustrare l’impatto ditali costruzioni sulla nuova culturarurale, sono sia i racconti della vitacontadina che le immagini della rivista“Il lunario del contadino siciliano”(3),che in alcune pagine venne illustrataanche con schizzi, a volte ironici, diRenato Guttuso.

La costruzione di borghi a serviziodi queste residenze rurali diventa piùcredibile solo dopo l’emanazione dellalegge 3134 del 1928, la cd. LeggeMussolini per la bonifica integrale, pertracciare una drastica soglia allaproprietà agricola. In relazione allenorme, determinante dal punto di vistadella propaganda, fu nel 1927 ildiscorso del Duce che, dopo la sua

La vita dei borghi in una vignetta tratta da: “Il lunario del contadino siciliano”.

DOSSIER: I BORGHI RURALI

AGORÀ n. 45/2013 - 15 -

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DOSSIER: I BORGHI RURALI

- 16 - AGORÀ n. 45/2013

La Gabella. Voto del Provveditorato alle OOPP 3 agosto 1927.

Vista del progetto di S. Fragapane pubblicato su Le Cento città d’Italia Illustrate, Caltagirone. La città giardino di Mussolinia.

Geraci. Voto del Provveditorato alle OOPP 10 novembre 1927.

vita urbana e l’elogio dello spirito didisciplina e sacrificio dei contadini(4).

In merito alla costruzioni difondazioni rurali e rispetto aicambiamenti innescati dalla politicafascista, in Sicilia si assiste quindi, dal 1925e fino al 1933, data di emanazione del

nuovo Testo Unico contenente le normeper la bonifica integrale(5), allacostruzione, in ordine alle datazioni deiprogetti depositati presso ilprovveditorato alle OO.PP. di Palermo,dei villaggi di Sferro, Filaga, Littorio,Regalmici. Previsti per il 1927/28 erano

i borghi: Geraci (EN-CL), La Gabella(CT) e Mussolinia.

Ricordiamo che proprio alla finedell’Ottocento iniziava la quotizzazionee ripartizione delle terre demaniali delBosco di Santo Pietro. Un articolo narradel piano di ripartizione, annunciando

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DOSSIER: I BORGHI RURALI

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Planimetria di appoderamento intorno al borgo Fazio, da Archivio ESA.

Modello del progetto di Florestano Di Fausto pubblicato sul “Popolo di Sicilia” del 14 maggio 1939.

che «le case coloniche vengonocostruite riunite per gruppi di quattrodove confluiscono i quattro lotti diterreno (…) ogni gruppo di case sonocollocate a cento metri di distanza l’unodall’altro, in tal modo esse vengono atrovarsi in posizione eccentrica neiconfronti dei rispettivi poderi. Lasuperficie media del podere è 10ettari»(6). Della Mussolina di Sicilia, unacittà giardino progettata dall’architettoSaverio Fragapane per l’area calatina(7),rimane poco - la stazione digranicoltura, una stazione climatica, lachiesetta e qualche altro piccolo edificio- e niente venne realizzato degli edificiprogettati per la stessa area daFlorestano di Fausto nel 1939(8); solo piùtardi nasce l’attuale borgo Santo Pietro,i cui edifici possono in parte essere fattirisalire al 1950.

Tra i borghi del calatino, oltre SantoPietro, particolarmente interessanterisultano le vicende di BorgoVentimiglia, in Piano Stella, in quantoattestano le traversie della realizzazionedel progetto, per via degli eventibellici(9). Il progetto è datato dicembre1940 ma i lavori non vennero appaltati,pertanto il progetto vennesuccessivamente modificato nel 1942-1943 e sottoposto all’esame delConsiglio Superiore per i Lavoripubblici nel 26 novembre 1943. I lavori,già iniziati, vennero riaffidati nel 1946 esuccessivamente completati. In questoperiodo continuano ad operare privatie consorzi locali, almeno fino alla legge

n. 1 del 02-01-1940, riguardante laColonizzazione del latifondo Siciliano,e all’emanazione nel 1940 del Regiodecreto 247 riguardante l’Ordinamentodell’Ente di Colonizzazione delLatifondo Siciliano. Dello stesso annosono i decreti ministeriali cheimpongono le direttive per i proprietarisoggetti a obbligo di colonizzazione eregole di appoderamento intorno alborgo.

Secondo Gadda - scriveva nel 1941- la parola «colonizzazione» ripete il suosenso dall’etimo colonus, cioècontadino, e vale «immissione di coloninel territorio». La legge 2 giugno 1940-XVIII, N. 1078, enunciava le «Normeper evitare il frazionamento delle unitàpoderali assegnate a contadini diretticoltivatori» con l’obbligo per gli Enti o

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Planimetria territoriale sulla trasformazione della piana di Gela, da Archivio ESA.

Planimetria generale del centro rurale di Pergusa, Archivio Comunale di Enna.

DOSSIER: I BORGHI RURALI

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i Consorzi di far risultare dalle note ditrascrizione degli atti di assegnazione diunità poderali l’esistenza del vincolo diindivisibilità dei fondi. Le case coloniche

sorsero in un primo tempo distanti l’unadall’altra e generalmente prive di servizi;a tale inconveniente si ovviò grazie allacostruzione di diversi borghi con servizi

secondo quanto previsto dal decretoministeriale N° 7087 del 25 giugno1940, che prescriveva di colonizzarequelle zone comprese entro un raggiodi 5 km dai borghi. Con un successivodecreto 306 del 1941 l’obbligo fu estesouna fascia larga 1500 km ai lati di ben21 strade(10).

È da ricordare, fra l’altro, che ilMinistero dell’Agricoltura e Foreste,ritenne per qualche tempo opportunoche l’attività dei consorzi fossecoordinata dall’ECLS (EnteColonizzazione Latifondo Siciliano) epertanto, in epoche diverse, furonogestiti o meglio commissariati, daldirettore generale dell’ente, i seguentiConsorzi: Alto e Medio Belice; SerraFichera-Stazione Vallelunga; Cutì-Ciolino-Monaco; San Nicola; QuattroFinaite-Giardo; Altesina-Alto Dittaino;Gagliano Castelferrato-Troina; Valle delTumarrano; Caltagirone; Piana del Gela;Pantano di Lentini; Casale tre Cupole-Bellusa-Bucari; Margi di Birgi e GorgoMarausa; Delia-Nivolelli. I beni pubblicirealizzati all’interno del borgo, quali lacasa del fascio, le scuole, le caserme deiRegi Carabinieri, vengono individuatidalla norma del 08-06-1942. Ad oggi,solo una parte di borghi individuabilicome “demanio accidentale”, sono statiassegnati ai comuni di appartenenza(11).

Nonostante lo scoppio della guerra,l’appoderamento in Sicilia procedevarapidamente. Dal ’33 fino allo sbarcoamericano si arricchisce l’elenco deinuovi borghi rurali: Villaggio delBiviere, Poggio Benito (località PezzaTonda, progettato in relazione al PianoGenerale della bonifica del consorziodella Valle del Tumarrano del 1935),Villaggio Pergusa (1935), Sparacia(progetto ripreso nel ’41 per dar vita aborgo Callea, ancora in fieri nel 1952),Casino Settefeudi del 1937, doveaddirittura giunse per sopralluoghi lostesso Tassinari, ma più che un veroborgo appare come larifunzionalizzazione di una preesistentemasseria; lo stesso avvenne nel feudodi Ficari Sottano in provincia diCaltanissetta, e borgo Santo Pietro, giàcitato(12).

Il testo sui centri rurali edito nel 1937dall’Istituto Vittorio Emanuele diPalermo fissa le caratteristicheprogettuali dei tre modelli principali: iltipo grande in località Almerita, in

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Borgo Almerita, del tipo completo in provincia di Agrigento, estratto da G. Mangano, 1937.

Borgo Callea, Archivio ESA.

Casa colonica del podere 21 a Ficari.

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provincia di Agrigento, irrintracciabileforse in edificato. Bisogna tuttaviaricordare che sui suoli del FeudoRegaleali, proprio dei Tasca D’Almerita,tra le provincie di Caltanissetta ePalermo, si contribuì alla produzioneautarchica del grano(13).

I più noti borghi del regime furono:Schirò o Patria, Lupo, Gattuso-Petilia,Giuliano e Bonsignore, i cui progettirisalgono al 1939, mentre sono del 1940i progetti per borgo Rizza, borgoCascino, borgo Fazio, borgoGuttadauro, borgo Bassi-Ummari(prima previsto in località Ummari ecostruito in località Fastajella,coincidente con le immagini pubblicatenel testo di Ortensi per un borgo Z),borgo Ventimiglia, borgo Borzellino.

Dello stesso anno vi sono i borghinon realizzati di Giusto Ferrara (PA),Gallinella (CT) e Tudia-Ingrao. Mentrepresso le masserie dei Baroni Bartoli diMazzarino sorgono le case rurali diBorgo Arciero. Al 1941 appartengonoi borghi di Caracciolo, Callea eFiumefreddo, di cui rimangono solo lefondazioni, e nulla si sa riguardo allaprogettata edificazione di un borgo inlocalità Carruba, nel territoriopalermitano o dei borghi illustratidall’Ortensi come Borgo X(14). Anche iborghi, come le residenze, si strutturanotipologicamente: da quelli denominatiGrande o Completo, a volte strutturatosu una doppia piazza, Medio (con 10Fabbricati) e Minimo (6 fabbricati) anuove definizioni di borgo esottoborgo; negli anni Cinquanta, conl’attività dell’ERAS, diventano borgo ditipo A, B, C e Ridotto.

L’operatività dell’ECLS, dei consorzidi bonifica e di alcuni privati è tale dasembrare poco toccata dalle vicendebelliche, a parte le norme di autarchicache imponevano materiali locali e di unadrastica riduzione nell’uso del ferro.Basterà ricordare che, già il 26 luglio1944, veniva presentato alProvveditorato per le Opere Pubblichedella Sicilia la perizia di completamentodi Borgo Borzellino, i cui lavori eranostati sospesi in data 10 luglio 1943.

Nel periodo intercorso tra lo sbarcoe la fine della guerra, quanto avvennenei borghi testimonia ciò checontemporaneamente avvenivasull’isola: borgo Giuliano venneoccupato prima dalle truppe tedesche,

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La casa del fascio illustrata nel testo Centri Rurali del 1937, viene riproposta come casa comunale del borgo da edificare nel 1951 nella piana di Lentini.

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NOTE1) Si ringraziano l’Arch. Rosalba Alamia e l’ex

Provveditore alle OOPP per la Sicilia, Ing.Francesco Jadevaia, per aver permessol’accesso ai depositi dei voti delprovveditorato. Tranne diversamentespecificato i disegni e le fotografie sonodell’autrice. La Mappa di tutti i borghipubblicata in Agorà n. 43 è stata redattadall’arch. Maria Lina La China, nella ricercaBorghi di Sicilia. Sviluppi possibili. Inventariodei borghi rurali “fondati” dal 1920 al 1970,effettuata per l’assessorato ai BBCC della Siciliae Università di Palermo nel 2007-2008 ed è infase di aggiornamento. La bibliografia è la stessadel precedente articolo.2) Cfr. A. Checco [a cura di], 1983.3) Il primo numero del periodico, diretto da

Francesco Lanza coadiuvato da Nino Savaresee Telesio Interlandi, uscirà nel dicembre del1927, stampato presso la tipografia di FlorindoArengi di Enna. La pubblicazione ennese siinterrompe nel 1928, per trasferirsi a Romadove continua l’attività fino al 1931.4) In Benito Mussolini, Opera completa, vol.

XXIV, Firenze, 1957; R. Mariani,1986.5) Noto come Legge Serpieri. Decreto legge

215 del 13-02-1933 che fornisce un doppioruolo pubblico-privato all’attività deiconsorzi.6) Articolo in “Il popolo di Sicilia” del 30

aprile 1939.

7) Fragapane era consanguineo dell’alloraCommissario Regio della cittadina. Il suoprogetto viene pubblicato su “ Il messaggerosiciliano” del maggio 1924. Nota è la vicendache vede recapitare a Mussolini delle foto cherivelano l’inganno dei fondatori dellacittadina, cioè l’aver usato fondali scenici chemostravano costruzioni in realtà mairealizzate.8) Forse per uno strano parallelismo tra

palude e deserto, spesso ripetuto neidocumentari di regime, l’aspetto della chiesa,se non l’intero impianto planimetrico delprogetto originale redatto per Santo Pietro,viene ripetuto nei villaggi libici di Oberdan eMameli, dello stesso architetto Florestano diFausto, al tempo impegnato nel Consorzio diBonifica della Piana di Caltagirone.9) Cfr. Gianfranco Ciriacono, Le stragi

dimenticate, gli eccidi americani di Biscari ePiano Stella, ed. Associazione Culturale CentroStudi Memoria e ricerca di Acate, Acate 2003.Oggi ha sede nel borgo una comunità per ilrecupero degli alcolisti.10) Citato da Liliane Dufour, 2005.11) Ciò è da attribuire all’entrata in vigore

dell’art. 32 dello Statuto della Regione Siciliache permetteva alla Regione di diventaredirettamente titolare dei beni demanialiedificati sul territorio isolano dallo Stato. Manell’elenco della Regione Sicil ia,Amministrazione demanio, Ispettorato 2°, fragli oggetti del trasferimento alla regione deibeni patrimoniali disponibili compresinell’elenco approvato con D.P. rep. 467 del22- 02- 1967 e pubblicato nella gazzetta (GURI)N° 162 del 30-06-1967, non compaiono moltidei borghi già edificati. Ciò avvenne perché iterreni e gli immobili acquisiti o realizzati aifini della bonifica e colonizzazione erano daconsiderarsi beni pubblici demaniali edaccidentali, e derivavano il proprio status daun’esplicita clausola attributiva: pertantoandavano prima accatastati come benidemaniali negli inventari provincialidell’intendenza di finanza, e successivamente

attribuiti ai comuni o al demanio regionale.Ma molti dei borghi edificati non risultavanoaccatastati, quindi è comprensibile l’odiernopermanere di una situazione di vuotolegislativo e pertanto di scarsa tutela.12) Dispiace dover constatare che nel CD

intitolato Borghi di Sicilia prodotto nel 2008dal dipartimento infrastrutturaledell’assessorato agricoltura e foreste, sebbenegià nota l’esistenza dell’archivio dell’ESA, sianocitati solo 16 borghi. Incompleto è anchel’elenco dei borghi siciliani pubblicato nel testoCittà di fondazione e plantatio ecclesia, diGlauco Gresleri a cura di Pasquale Culotta,Giuliano Gresleri, Editrice Compositori del2007, che elenca tra i villaggi e i borghi difondazione in Italia 1928-1948 anche quelliedificati in epoca successiva.13) Lucio Tasca Bordonaro, figlio di Giuseppe

Tasca Lanza, fu nominato dagli Alleati Sindacodi Palermo nel 1943 e Senatore del Regno. Nel1932 venne nominato Cavaliere del Lavoroper l’agricoltura e fu a capo della correnteagraria del separatismo siciliano e delMovimento Indipendentista Siciliano. Scrissenel 1941 Elogio del latifondo siciliano. Lucioereditò il titolo di Conte d’Almerita. Resel’azienda agricola di famiglia, Villa Tascad’Almerita, fra le più avanzate dell’areapalermitana e gestì sapientemente il feudoRegaleali.14) In Dagoberto Ortensi, Case per il popolo:

Case coloniche - Case operaie - Urbanistica dicentri comunali e di borgate rurali - Caseprefabbricate - Analisi e impostazione delproblema con raccolta di dati studi e progetti,Edizioni Mediterranee, Roma 1938.15) Al fine di conseguire il razionale

sfruttamento del suolo e di stabilire equirapporti sociali, dopo la Costituzione alcuneleggi impongono obblighi e vincoli allaproprietà terriera privata, fissano limiti allasua estensione secondo le regioni e le zoneagrarie, promuovono la bonifica delle terre,la trasformazione del latifondo e laricostituzione delle unità produttive.

Planimetria estratta dal Lunario siciliano

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poi da quelle alleate; a causa dell’intensotransito di mezzi bellici lungo la“trazzera” che congiungeva il borgo aSan Teodoro, l’area fu soggetta adartiglieria e diversi bombardamenti aereiche danneggiarono gli edifici. BorgoGuttadauro, che sorgeva nelleimmediate vicinanze del campo diaviazione di Gela, venne occupatoall’inizio del ‘43 da reparti dell’aviazioneitaliana e successivamente dalle truppealleate. Borgo Rizza fu adibito adospedale per le truppe alleate.

Dopo la nascita della repubblica econ l’introduzione nella costituzionedell’art. Art 44(15), sembra iniziare una“nuova” politica agraria che però vedràsorgere in Sicilia, in una continuitàgattopardiana nell’operato dei tecnici,almeno una quarantina di borghi le cuitipologie progettuali ricalcano quelle delregime se non in alcuni casi nerappresentano una riedizione,ingenuamente mascherata, attraverso lasemplice cancellazione della dicituraCasa del fascio e l’apposizione dellascritta Casa Comunale.