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1 Sottolineare 1. Definizionedi sottolineare In senso letterale, sottolineare significa "tracciare una linea sotto" le parole scritteo stampate per metterlein rilievo. In senso figurato, significa darerisalto, evidenziare, accen- tuare, mettere in prirnopiano qualcosa che b ritenuto piD im- portante del resto. Sapersottolineare significasaper cogliererapidamente le informazioni utili. Si sottolinea per localizzare informazioni, per cercare le provea sostegno di una tesi,per individuare la struttura concettuale di una argomentazione, o la sequenza descrittiva di un racconto, o la connessione logica della rela- zionecausa-effetto. C'B chi sottolinea per concentrarsi, chi per interagire atti- vamente con il testo, chi per ridurreil materiale da studiare e memorizzare. 2. Criteri per sottolineare efficacemente Bisogna sottolineare rn le ed accurato. modoattivo,consapevole, origina-

Guida allo studio. Le tecniche. Come sottolineare, prendere appunti, schematizzare e archiviare

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INTRODUZIONE Non basta studiare. È già tanto, ma non è sufficiente, perché è necessario “saper studiare efficacemente”, utilizzando delle buone strategie di studio. Specialmente oggi, di fronte alla grande quantità di informazioni che dobbiamo continuamente tenere a mente. Spesso ci sentiamo scoraggiati e diciamo: “Come farò a imparare e ricordare tutte queste cose? È impossibile. Non ci riuscirò mai”. Dopo aver letto un libro, ci accorgiamo che è necessario leggerne altri dieci, venti, cento, per poterci sentire veramente competenti. Sicuri. Esperti. Creativi. Ci rendiamo conto che bisogna continuare a studiare, a imparare, a memorizzare. Comprendiamo che è indispensabile leggere molti libri, sfogliare molti giornali e riviste, navigare a lungo tra i numerosi ipertesti e links presenti in internet.Specialmente oggi, con l’accesso immediato a grandi territori di conoscenza, è necessario possedere delle ottime strategie per catturare e memorizzare molte informazioni. Questo è l’obiettivo del libro che state leggendo. Serve per capire subito dove cercare le informazioni più utili. Suggerisce strategie per organizzare le idee in schemi e mappe. Consiglia di curare la creazione di un archivio mentale, per comprendere bene i problemi che ci preoccupano e per essere creativi nella soluzione delle difficoltà che ci assediano.In questo libro sono descritte numerose tecniche di studio, che ci servono a scuola, ma anche nella vita. Non solo perché gli esami non finiscono mai, come diceva Eduardo De Filippo, ma perché la vita stessa ci richiede, ci impone, di imparare sempre, perché c’è molto da apprendere ogni giorno, se vogliamo vivere bene, consapevolmente, con più gioia e con più creatività.Impareremo il modo migliore per individuare e sottolineare le idee essenziali, per prendere appunti, per costruire schemi e mappe, per archiviare le informazioni nella nostra mente e nel nostro archivio cartaceo o digitale. Sono delle strategie che facilitano l’apprendimento a scuola e assicurano il successo nella vita.Definiamo brevemente i concetti che incontreremo frequentemente in questo libro.Il metodo riguarda l’organizzazione generale del proprio modo di pensare. Suggerisce la strada migliore, la più efficiente, la più efficace, la più economica, per rendere fruttuoso il proprio impegno in tutte le attività che intraprendiamo.Il metodo di studio (vedi M.Polito 2010) descrive delle strategie pertinenti per migliorare il proprio apprendimento e offre risposte alle seguenti domande: Quando studiare? Quanto studiare? Come studiare? Dove studiare? Perché studiare? Come automotivarsi? Come memorizzare perfettamente quello che ho appreso bene? Come ripassare? Come affrontare un’interrogazione o un esame? Le tecniche di studio sono delle strategie operative più specifiche che hanno lo scopo di rendere più efficace l’apprendimento.Servono per affrontare e risolvere un grande problema dello studio: quello di scegliere bene le informazioni essenziali, e, soprattutto quello di ridurre ciò che si deve memorizzare perfettamente, dando un significato personale a ciò che si deve imparare.Le tecniche di studio sono il modo migliore per dare ottime istruzioni alla propria mente. Sono efficaci strategie cognitive.Servono per pensare in modo efficace ed efficiente. Chi le utilizza in modo sistematico sviluppa la propria intelligenza.Pensa bene e diventa creativo.Pensare bene significa catturare, classificare, connettere e assimilare le informazioni. Pensare bene significa creare nuovi metodi di soluzione dei problemi, adottare strategie ingegnose, stabilire collegamenti cognitivi saldi e creare mappe concettuali fruttuose. Pensare bene significa sapere applicare le conoscenze, acquisite in un contesto, ad altri ambiti. Ad esempio, significa saper trasferire le formule delle aree apprese in geometria, al calcolo del perimetro della propria stanza, del giardino o dei campi da gioco. Significa saper passare dall

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1 Sottolineare

1. Definizione di sottolineare

In senso letterale, sottolineare significa "tracciare una lineasotto" le parole scritte o stampate per metterle in rilievo.

In senso figurato, significa dare risalto, evidenziare, accen-tuare, mettere in prirno piano qualcosa che b ritenuto piD im-portante del resto.

Saper sottolineare significa saper cogliere rapidamente leinformazioni utili. Si sottolinea per localizzare informazioni,per cercare le prove a sostegno di una tesi, per individuare lastruttura concettuale di una argomentazione, o la sequenzadescrittiva di un racconto, o la connessione logica della rela-zione causa-effetto.

C'B chi sottolinea per concentrarsi, chi per interagire atti-vamente con il testo, chi per ridurre il materiale da studiare ememorizzare.

2. Criteri per sottolineare efficacemente

Bisogna sottolineare rnle ed accurato.

modo attivo, consapevole, origina-

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Sottolineare in modo attivo significa proporsi uno scopoche dh una direzione ed un orientamento ("S/o sottolineandoquesto libro per raccogliere prove ed esempi sul tema dellafelicitd").

In tale contesto si colloca la scelta della propria percentua-le di sottolineatura: uno pud scegliere di sottolineare rl 107o,un altro ilZOVo ed un altro ancorail30Vo, a seconda dei propriscopi, prerequisiti, difficolth del testo, o richieste del compitoda svolgere.

Sottolineare in modo consapevole significa elaborare ap-propriate autoistruzioni ("Devo procedere in questo modo perraggiungere questo risultato"): esse guidano la lettura e lacomprensione. L'attenzione d lo strumento privilegiato dellaconsapevolezza. Mentre si sottolinea, I'attenzione controlla ilprocesso di rilevazione di cid che d importante e significativo.L'attenzione d la capacitd di mettere da parte (sullo sfondo)alcune informazioni ritenute secondarie per concentrarsi effi-cacemente sulle altre ritenute importanti, mettendole in primopiano.

Sottolineare in modo originale significa personalizzare iltesto e predisporlo all'assimilazione, nel modo piir adatto alproprio stile cognitivo. Si tratta di dialogare con I'autore,esprimendo osservazioni ed obiezioni, commenti e valutazio-ni, apprezzamenti e critiche. Un testo ben sottolineato portaI' impronta caratteristica dell' interesse e dell' intelligenza dellostudente.

Sottolineare in modo accurato significa evidenziare quel-le parti significative del testo, attenendosi strettamente allalegge del contrasto figura-sfondo.

SOTTOLINEARE

2.1. L'effetto di contrasto figura-sfondo

Per sottolineare efficacemente si possono seguire le indica-zioni elaborate dalla psicologia della Gestalr o psicologia del-la forma. Un'indicazione molto utile b quella dell,effetto dicontrasto figura-sfondo, detto anche "effetto von Restorff',cosi denominato dal nome della psicologa che lo ha studiatonel 1933. Il principio di contrasto fisura-sfondo afferma cheogni elemento sottolineato emerge come "figura" e si distaccadal resto, dallo "sfondo". Esso risalta, balza in avanti e si im-pone alla percezione, mentre cid che non diventa ,,figura" ri-mane indistinto nello "sfondo". Nel testo stampato tale effettodi sottolineatura d dato in genere dal grassetto o dal corsivo.Osservate come, all'interno di questo paragrafo, queste dueparole risaltino perch6 costituiscono una ,.figura', che si di-stacca, per densit) o per forma, dallo sfondo delle altre parole.L'effetto di contrasto tra figura e sfondo attrae automatica-mente, involontariamente e senza sforzo, la percezione e l,at-tenzione.

Facciamo un altro esempio.

Esempi del

50 76 l2

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principio di contrasto figura-sfondo

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Tav. l

l l t \ \ l | ( | \ l t i l ) l ( ) : l . l : I 'ECNICHE

I r r r r r r r ' l t 'nt o r) t l ( ) ! ( 'nc() c l i numeri (vedi taVOla n. 1) , o dir l r r , 111.s1. '1r . r l t ' . I 'nrscr i r ) rento di un elemento eterogeneo,

, , , i l I r ' r i l l i l i l i l te l ' ( ) c l t t ro un ret tangolo o un cerchio, oppure\ , ,nr( 'un nunlcro stampato molto piD grande o molto pit) pic-t olo. opllurc come un numero di colore diverso, cattura I'at-t ( 'n l i ( ) l lc .

Osservate solo la prima fila di numeri (coprendo il resto). Ilnumero incorniciato 9l appare in risalto, si distingue dagli al-tri, diventa "figura", mentre gli altri numeri gli fanno da "sfon-do". Osservando solo la seconda fila, I'attenzione b richiamatadal n. 76. Nella terzaflla tutti i numeri sono della stessa gran-dezza, ma I'occhio e atffatto dal 7 che b un numero ad unasola cifra, mentre gli altri sono a due cifre. Nella quarta filaI'attenzione d richiamata dal numero 42 cbe d in grassetto.Nella quinta fila, l'occhio b attratto dal piccolo numero 28 ched diverso per dimensioni.

Cid che d diverso "balza fuori" e si impone alla percezione.Se, ad esempio (vedi tavola n. 2), studiando il tedesco, si di-mentica spesso di scrivere correttamente la parola "friihstuk"che significa colazione, si pud intervenire con I'effetto di con-trasto, ingrandendo la H. L'attenzione sard attirata da essa,quasi calamitata. La probabilitd di commettere ancora tale er-rore di ortografia diminuirh fino a scomparire, se si ricorrerdalla visualizzazione mentale della parola scritta correttamenteed evidenziata con l'effetto contrasto (vedi tavola n. 2b).

d/

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b

trRuf{t.,*

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Tale effetto di contrasto figura-sfondo pud essere utilizzato(vedi tavola n. 3) quando si sottolinea (a), quando si fannoschemi dicotomici (b), e quando si costruiscono paragrafi perevidenziare, ad esempio, le differenze tra due personaggi odue concezioni di pensiero (c).

Ttrv,. 3. Uxt dell'e.ffetto di contrasto figura-sfondo.

La visualizzazione mentale di formule, schemi, immagini,d migliore quando si adopera in modo attivo e creativo I'effet-to di contrasto figura-sfondo.

Si immagini, ad esempio, lo schema dei fattori essenzialidel metodo di studio rappresentato nella tavola n. 4 e si proviad ingrandirlo mentalmente, come se fosse proiettato sul gran-de schermo del cinema. Si cerchi poi di concentrare la propriaattenzione su ciascuno dei cinque disegni ai vertici della pira-mide. Ogni disegno venga isolato dal resto ed immaginato dasolo ingrandito. Si noterd che la mente possiede la capacitd diutllizzare ampiamente tale effetto di contrasto, scegliendo dimettere in primo piano, in "figura", alcuni elementi e di rele-garne altri sullo "sfondo". Tutto cid che pub essere isolato edistinto dallo sfondo attira la percezione e l'attenzione. Que-sto principio d molto usato nella pubblicitd, per catturare I'at-tenzione del consumatore e per condizionare le sue scelte.

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Tav. 2. Uso dell'effetto di contrasto figura-sfondo.

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Tav. 4. Uso dell'effetto figura-sfondo nelle visualizzazioni.

A questo punto vi propongo alcuni esperimenti.

Il testo sul tema della felicith (vedi Appendice) ci servirhper illustrare le tecniche di studio descritte in questo libro.

SOTTOLINEARE

Primo esperimento

Osserviamo il testo senza sottolineature e senza spazi tra iparagrafi (vedi testo A in Appendice).

Quali sono le vostre osservazioni? Come i la percezionevisiva? Passate a leggerlo. Cosa osservate leggendo? Come ila comprensione?

Le mie impressioni sono state le seguenti.

Nel testo senza sottolineature e senza spazi tra i paragrafiI'occhio non sa dove guardare: d smarrito, d disorientato. Vagadi qua e di li, senza ordine, alla ricerca di qualche segno par-ticolare su cui focahzzarsi. Si percepisce solo una figura nera,fafta di parole, sullo sfondo bianco della pagina. Leggendoloho avvertito una certa difficoltb anche di lettura e persino dicomprensione. Mi sembrava un "mattone". La mancanza dipause spaziali tra un paragrafo e I'altro creava un senso dipesantezza e di ansieth. In breve, non mi piaceva leggerlo.

Secondo esperimento

Osserviamo lo stesso brano in grassetto (vedi testo B in Ap-pendice) e sottolineato (vedi testo C in Appendice).

Quali sono le vostre osservazioni? Come avvertite Ia per-cezione visiva del brano? Cosa cambia in voi? ln diversa di-sposizione tipografica stimola la percezione? acuisce l'atten-zione? accresce il piacere della lettura? facilita la compren-sione? Avete osservato delle dffirenze percettive tra il gras-setto e Ia sottolineatura? Quale delle due i piit piacevole?

Le mie impressioni sono state le seguenti.

La percezione del brano in grassetto e del brano sottoline-ato d stata migliore della precedente, soprattutto pii nitida. Leparole evidenziate dal grassetto attiravano i miei occhi e la

r i | l l ) , \ , \ t t . ( ) s l t t t ) to: LE TECNICHII

nria uttcrrr ionc; addir i t tura, mi sembrava di r iuscire a leggerlePrir rapidamente. L'occhio faceva la spola velocementJt-ra levarie parole e frasi evidenziate. Il piacere della lettura era au-mentato. Mi sentivo spinto a leggere. Mi "sembrava" di potercapire piD facilmente. credo che si trattasse solo di uni mi-gliore disposizione verso la lettura. Tra il grassetto e la sotto-lineatura pref'erivo il grassetto.

Terzo esperimento

osserviamo il brano (vedi testo D in Appendice) organiz-zato con paragrafi, con il grassetto e con I'evidenziazione deititoletti isolati rispetto al testo.

Quali sono le vostre ossen,aziorti? Cosa modifica in rtoitale disposizione tipografica? Come i la vostra perce:ione ?come d la vostra attenzione? come incide sulla tostra com-prensione ?

Le mie impressioni sono state le seguenti.

La percezione del brano organizzato in paragrafi sottotito-lati d decisamente migliore. Ogni paragrafo, i..o-pagnatodal suo titolo, risalta molto bene rispetto al bianco dellolsfbn-do e si distingue nettamente dagli artri paragrafi. Tale risalto daccentuato dall'uso del grassetto. L'occhio c attratto dalle ca-tegorie che formano i titoletti. Avverto con piacere la presen-za delle pause spaziali. Esse mi invitano, quisi, a soffeimarmie prendenni del tempo per riflettere e rielaborare le informa-ztoni' E piil facile, infine, farmi una immagine fotografica delbrano, e cid facilita indubbiamente la memoria.

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In base a questi tre esperimenti, si pud concludere che ilmodo migliore per sottolineare d quelLc di disporre spazial_mente nel foglio i "pacchetti" di informazione in paragrafi,accompagnati da un titoletto, che esprime una categoria o pa_rola chiave ed evidenziati all'interno con il grassetio 1o con itcolore dell'evidenziatore) o con la sottolineituru.

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SOTTOLINEARE

ll modo in cui collochiamo nella pagina (che costituisce lo"sfondo") le nostre informazioni (crie iostituiscono ra "figu-ra") condiziona la nostra percezione ed attenzione. L'orsan-iz-zazione spaziale della pagina del libro, o degli appunti e"deglischemi, corredata dall'uso delle mduscole Jallospessore dil-le parole, contribuisce ad una migliore percezione visiva e aduna piD chiara segnaletica per la mente.

3. Quando sottolineare

Quando d meglio sottolineare? Mentre si stadopo aver letto?

leggendo o

La risposta a questa domanda dipende dagli scopi del lettore.

Se lo scopo d quello di individuare ra consequenziaritd diuna argomentazione, d meglio sottolineare dopo aver letto ilparagrafo, per essere sicuri di avercolto I'esseiziale (tesi, pro-ve, obie zioni, confutazioni, conc: lus ione).

. Se lo s_copo b quello di rintracciare tra molte pagine soloalcune informazioni, d meglio sottolineare mentie ii legg",appena si d trovato qualcosa di utile.

Se lo scopo d quello di suddividere il testo in parti da rileg-gere (quelle sottolineate) ed in parti da saltare (quelle non sot-tolineate), per ridurre la quantiti di cid che deve essere studia-to in un secondo momento, d meglio sottolineare mentre siL.gg", segnando a margine i paragrafi significativi da appro_fondire successivamente con una lettura piD dettagliata ei^unasottolineatura piD meditata.

-Se lo scopo d quello di sintetizzare al massimo, in una pic_

cola frase, il contenuto di una pagina, d meglio sottolinearedopo averla letta e dopo aver "pesato" I'importanza delle in-formazioni.

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Inoltre, non tutte le informazioni sono importanti o perti-nenti ai propri scopi o interessi: b necessario, percid, dedicaremolto tempo ad imparare a "pesare" le informazioni e sceglie-re solo quelle veramente essenziali ed adeguate al compito.

Infine, bisogna aver letto e compreso un paragrafo, primadi sottolineare. Se non si d ben compreso il brano, non b pos-sibile individuare le parole chiave, nd adottare un criterio disottolineatura adeguato. Se non si d compreso bene, si tende, asottolineare troppo o troppo poco.

4. Quanto sottolineare

Il quanto sottolineare dipende da numerose variabili. Alcu-ne sono le seguenti: le caratteristiche cognitive del lettore, iltipo di testo, le richieste del compito, la padronanza di strate-gie di studio.

un lettore esperto o competente sard spinto a sottolinearedi meno di un lettore pii sprovveduto.

Un testo facile ricever) meno sottolineature di un testo dif-ficile. Un testo narrativo o descrittivo presenta, di solito, mi-nori difficoltd di un testo interpretativo o argomentativo.

Analizziamo dapprima il seguente brano descrittivo di A.Moravia: Il camionista.

"Sono magro, nervoso, con le braccia sottili, le gam-be lunghe e il ventre cosi piatto che i pantaloni mi ca-scano di dosso: insomma sono proprio il contrario diquello che ci vuole per essere un buon camionista. Guar-date i camionisti: sono tutti pezzi d'uomini con le spallelarghe, le braccia da facchini, il dorso e il ventre forti.Perch6 il camionista si basa soprattutto sulle braccia,sulla schiena e sul ventre: le braccia per girare la ruota

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SOTTOLINEARE

del volante che nei camion ha un diametro poco meno diun braccio, e certe volte, nelle svolte di montagna, devefarle fare il giro completo; la schiena per resistere allafatica di star seduto ore e ore, sempre nella stessa posi-zione, senza indolenzirsi n6 irrigidirsi; finalmente il ven-tre per star bene fermo, calato nel seggiolino, incastratocome un masso. Questo per il fisico. Per il morale sonoancor meno adatto. Il camionista non deve aver nervi,n6 grilli per la testa, n6 nostalgie, n6 altri sentimenti de-licati: la strada d esasperante e ammazzerebbe un bue."

Anahzztamo il seguente brano di filosofia di B. Croce:L' e spre ssione poetica.

"Che cosa b dunque I'espressione poetica? che placae trasfigura il sentimento? E, come si b detto, diversa-mente dal sentimento, una teoresi, un conoscere, e per-cid stesso, laddove il sentimento aderisce al particolare,e, per alto e nobile che sia nella sua scaturigine, si muo-ve necessariamente nella unilateralitd della passione,nell'antinomia del bene e del male e nell'ansia del gode-re e del soffrire, la poesia riannoda il particolare all'uni-versale, accoglie sorpassandoli del pari dolore e piacere,e di sopra rl cozzare delle parti innalza la visione delleparti nel tutto, sul contrasto I'armonia, sull'angustia delfinito la distesa dell'infinito. Questa impronta di univer-salitd e di totalitd b il suo carattere; e dove pare che visiano bensi immagini, ma questo carattere sia debole emanchevole, si dice che manca lapienezza dell'immagi-ne, - l'immaginazione suprema -, la fantasia creatrice,I'intima poesia. E, poichd al pari di ogni altra formazio-ne la poesia non si attua senza la lotta dello spirito entrose stesso e, in questo caso, lottando col sentimento che,nel porgerle la materia, tutt'insieme le oppone il peso eI'ostacolo della materia, la vittoria onde la riluttantemateria si converte in immagine, d segnata dalla rag-

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

giunta serenite, nella quale pur trema ancora la commo-zione come una lacrima sul sorriso che l'ha rischiarata,e dal nuovo e catartico sentimento, che d la eioia dellabellezza."

Provate a sottolineare i due testi, per esempio per prepa-rarvi a riassumerne oralmente il contenuto, e notate cosa ri-chiede, per sottolineare bene, la dffirenza di struttura del te-sto.

Le diverse materie di studio presentano testi differenti perstruttura concettuale, lessico e percorso descrittivo o argomen-tativo, la cui padronanza facilita non solo il sottolineare, maanche il prendere appunti, lo schematizzare e I'archiviare.

In prospettiva di un compito o di un esame, si tenderd asottolineare molto dettagliatamente il libro di testo, rispetto aduna lettura fatta per approfondimento personale, senza il pun-golo dell'interrogazione o dell' esame.

Un lettore che possiede delle buone strategie di studio,come le abilitd nel fare schemi tende a sottolineare meslio dichi non possiede tali abilitd di studio.

La regola generale d che si deve sottolineare poco, e soloI'essenziale, evitando due estremi: sottolineare tutto e non sot-tolineare affatto. Tale regola d soggettiva, perch6 il "molto"ed il "poco" d relativo e dipende dalle preconoscenze che sipossiedono.

4.1. Gli svantaggi del sottolineare tutto

Quando si sottolinea tutto o si sottolinea eccessivamente, siannullano i benefici offerti dal principio di contrasto figura-sfondo e si impedisce di far emergere in primo piano cid ched importante rispetto a cid che d secondario. Sottolineando

SOTTOLINEARE

tutto o sottolineando troppo, tutto diventa sfondo.

Osserviamo un esempio in cui viene sottolineato troppo unbrano del Manzoni e viene percib annullato il vantaggio offer-to dal principio di contrasto figura-sfondo.

punto la tendenza degl'individui a tenersi collegati inclassi. a formarne delle nuove. e a procurare ognuno lamaggior potenza di quella a cui apparteneva. Il clerovegliava a sostenere e ad estendere le sue immunith. lanobilti i suoi privilegi. il militare le sue esenzioni. Imercanti. gli artigiani erano arrolati in maestranze e inconfraternite. i giurisperiti formavano una lega. i medicistessi una corporazione. Ognuna di queste piccole oli-garchie aveva una sua forza speciale e propria; in ognu-na I'individuo trovava il vantaggio d'impiegar per s6, aproporzione della sua autoritd e della sua destrezza,leforze riunite di molti. I pii onesti si valevan di questovantaggio a difesa soltanto: gli astuti e i facinorosi neapprofittavano. per condurre a termine ribalderie. allequali i loro mezzi personali non sarebber bastati. e perassicurarsene I'impunitd. Le forze perd di queste varieleghe eran molto disuguali: e. nelle campagne principal-

va un potere. a cui difficilmente nessun'altra frazione dilega avrebbe ivi potuto resistere". (Alessandro Manzoni)

Quando si sottolinea troppo si verifica addirittura un feno-meno paradossale: diventa "figura" cid che non d sottolineato,mentre diventa "sfondo" cib che b stato sottolineato.

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i l r \ \ t l ( )st(r l ) to: LETECNICHE

( . ) r r . r r r t lo sr sot lo l inca tut to, s i vuole indicare che tut to dnrl lr)rt ,urlr ' . nl ir si trascura in tal modo la selezione delle infor-nr;rzronr. l . 'occhio non riesce a percepire cid che d "piD" im-l)()r'trur(c. La mente non utilizza adeguati criteri di selezione.l.lr rnemoria non riceve alcun vantaggio, perch6 non si scegliend si riduce il materiale da memorizzare.

Quando si sottolinea tutto, si b spinti, in un secondo mo-mento, a sottolineare nuovamente con un altro colore quelloche b gih stato sottolineato per evidenziare qualcosa di ancor"piD" importante.

Cosa si deve fare quando un brano sembra tutto importantee degno di essere sottolineato tutto?

E necessario fermarsi e chiedersi (automonitoraggio):

"Quali sono le mie preconoscenze rispetto a questo brano?Quali sono gli scopi per cLti sto studiando questo brano?".

Quando sono state riattivate le preconoscenze e quandosono stati precisati gli scopi, si noterh un cambiamento di per-cezione: il brano, che precedentemente sembrava tutto impor-tante, diventa ora pii differenziato ("Questo lo so. Questo nonlo so") ed alcune pafri emergeranno come piD importanti ri-spetto ad altre.

Cid che b stato acquisito precedentemente nel passato di-venta un aggancio e un criterio di selezione.

Gli scopi, inoltre, cambiano costantemente.

Rileggendo un libro gid sottolineato, capita talvolta di vo-ler sottolineare altre informazioni che erano state tralasciateprima.

Cid si verifica perchd sono cambiati gli scopi di lettura.altri termini, si sottolinea cib che, volta per volta, appare

SOTTOLINEARE

gnificativo. E noto che le letture successive di un brano am-pliano notevolmente la capacith di comprensione, perch6 cidche si b gid compreso, diventa una preconoscenza, una chiavedi lettura, che facilita I'analisi della struttura profonda del si-gnificato di un brano.

Se, dopo aver riattivato le preconoscenze e ridefinito gliscopi, un paragrafo continua ad essere veramente importante,b meglio segnalarlo, o con delle barre verticali a lato, o in-corniciando tutto il brano entro un rettangolo, o aggiungendo-vi delle frecce (vedi tavola n. 5c). Una volta tatto cid, d utilesottolineare all'interno di esso le informazioni "ancor pii es-senziali". In tal modo, all'interno di una pagina, che diventa"sfondo", si sceglie un paragrafo che diventa "figura". All'in-terno di questo paragrafo, incorniciato perimetralmente comeun quadro, che diventa "sfondo", si scelgono quelle parolechiave essenziali, che diventano "figura". -r

Tav. 5. Sottolineare a lato un paragrafo o incorniciarlo e scegliereull'interno di esso quello che i ancor pii importante.

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Insi-

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4.2. Gti,nu,,,u*ll"; :"" '*.-,**:*'.,"

Non sottolineare affatto significa ritenere che non c'd nien-te di importante da imparare o memorizzare, o perchd d bana-le, o perch6 gih conosciuto, o perch6 non interissa.

Quando non si sottolinea niente, non emerge niente in pri_mo piano. Tutto rimane indistinto ed indifferenziato nello"sfondo".

- .Talvolta, perb, non si sottolinea nulla o si sottolinea po_chissimo perch6 il testo, nella sua veste tipografica, presentagid dei segnali grafici (uso del grasseto, tiiofi e titoleiti, enu-merazioni, asterischi, ecc.) utllizzati dall'autore per mettere inevidenza le idee piD importanti. In tal caso, non d necessariosottolineare le informazioni essenziali del testo, perch6 sonogih state evidenziate tramite accorgimenti tipografici, anchese in genere, si preferisce sottolineare nuovamente, soprattuttose l'argomento interessa, quasi per interagire ulteribrmentecon il testo.

Un libro non sottolineato, dopo un po' di tempo, sembraessere un libro non letto.

4.3. Sottolineare quanto basta per i propri scopi

Dopo aver compreso gli svantaggi del sottolineare tutto edel non sottolineare affatto, si pud giungere alla decisione disottolineare solo quanto basta per i propri scopi di studio e diapprendimento.

Poichd sottolineare b una strategia molto personale, ognu_no pud scegliere di sottolineare cib che per lui d significatiuoe nella percentuale che desidera. Ad esempio, si puo adottareil criterio del l07o o del I 5 vo o del 20vo . rn tal modo, un librodi duecento pagine, se sottolineato bene, diventa un fascico-

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letto di venti pagine, molto facile da memori zzare. A tutti pia-ce economizzarc la fatica e potenziare il risultato.

s-i osservi quest'artro esempio in cui viene sottorineato inmodo piD efficace il brano dei Manzoni, adottando il criteriodel 20Vo.

puntoclassi, a formarne delle nuove, e a procurare ognuno lamaggior potenza di quella a cui apparteneva. Il clerovegliava a sostenere e ad estendere-l-e sue immunite. lanobil td i suoi privi legi, i l mil i tare le sue esenzioni. Imercanti. gli artigiani erano arrolati in maestran ze e inconfiaternite, i giurisperiti formavano una lega, i medicistessi una corporazione. Ognuna di queste piccole oli_

na I'individuo trovava il vantaggio d'impilgar p.. i6, ,proporzione della sua autorith e della sua destiez za, lefbrze riunite di molti. I piD onesti si valevan di que.stovantaggio a difesa soltanto; gli astuti e i facinorosi neapprofittavano. per condurre a termine ribalderie. allequali i loro mezzi personali non sarebber bastati, e perassicurarsene I'impunitd. Le forze perd di queste varieleghe eran molto disuguali; e, nelle iump"gn-" prir"ip"tmente, il nobile dovizioso e violento, con iniorno unostuolo di bravi, e una popolazione di contad ini avvezzi.per tradizione familiare, e interessati o forzati a riguar_darsi quasi come sudditi e soldati der padrone, eseicita-va un potere, a cui difficilmente nessun'altra frazione dilega avrebbe ivi potuto resistere,' (Alessandro Manzoni).

Il brano del Manzoni di oltre 200 parore d stato sottorineatocon il criterio del20vo, che si rivera adeguato per evidenziare

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compagni. Quindi era, in que' tempi, portata al massimo

(;TJIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

le infbrmazioni piD essenziali e I'architettura del paragrafo. Sela sottolineatura b accompagnata da una organizzazione sche-matica delle parole chiave, la percezione della struttura delbrano diventa migliore (vedi tavola n. 6).

5. Cosa sottolineare

Cosa si deve sottolineare?

In breve si devono sottolineare le informazioni significative.

Ma quali sono le informazioni significative?

Le informazioni significative sono quelle informazioni cherispondono ai bisogni, interessi e scopi. Si sottolinea, in gene-re, cid di cui si ha bisogno: una data, un concetto, una infor-

SOTTOLINEARE

mazione. In particolare, si sottolinea cid che ancora non si saper potersene appropriare.

Prima di studiare o leggere, bisogna attivare i propri biso-gni, interessi e scopi. Essi costituiscono gli agganci per affer-rare le informazioni che si ricercano. Essi sono alla base dellenostre aspettative e del nostro sistema di attivazione e di vigi-lanza.

Gli interessi di studio forniscono i criteri per selezionare leinformazioni:

"Questo d importattte per i miei stopi. Questo i seconda-rio". "Questo mi interessa. Questo non mi irteressct". "Que-sto mi serve. Questo non mi serve."

In questo modo si dh un senso, un valore, una configura-zione significativa, una "forma" (Gestalt) a cid che si sta stu-diando.

Si devono sottolineare quei "luoghi" del testo che conten-gono le informazioni piD essenziali.

In breve, si devono sottolineare: le definizioni, le frasi diinquadramento o frasi-cornice, le parole chiave, le liste di ca-ratteristiche, di fattori o di prove e di idee di supporto, i per-corsi tematici, la struttura delle categorie, gli esempi, i con-fionti e i contrasti (antitesi), i dati, le cifre e le statistiche, I'ar-chitettura del paragrafo, I'architettura dell'argomentazione.

Analizziamo dettasliatamente cid che deve essere sottoli-neato.

5.1. Le definizioni

Le definizioni sono delle preziose sintesi concettuali. Sonodei capolavori di sintesi, che condensano l'essenziale nel mi-

20 2l

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Tav. 6.

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Tav. 7. Visuali:zazione della definizione.

nor numero di parole (ad esempio'. La retorica i l'arte delparlare in modo adatto al fine di persuadere). Sono come ununa collina o come un promontorio (vedi tavola n.7a), da cui

22

SOTTOLINEARE

E possibile "dominare" un vasto territorio di informazioni o difafti.

Ogni definizione d una delimitazione di un campo: indicacid che va incluso e cid che va escluso. Ogni definizione sin-tetizza le caratteristiche essenziali di un tema o concetto. Essaassomiglia all'albero: nel tronco si trova la sintesi dell'ideacentrale, nei rami si trovano le idee di supporto che sarannoulteriormente ramificate e suddivise a livello analitico.

Nella definizione (nel tronco) si trova I'idea centrale, nellasuddivisione della definizione (nei rami) si trovano le idee disupporto.

Le idee di supporto aggiungono delle informazioni checonvalidano la forza dell'idea principale. Ad esempio: Nonbisogna sottolineare troppo (idea principale), perchd in talnndo si vanifica il prirtcipio di contrasto Jigura-sfondo (ideadi supporto). E preferibile chiamarle "idee di supporto", piut-tosto che idee secondarie, perch6 non sono "secondarie", datala loro funzione di sostegno e di garanzia.

5.2. Le frasi di inquadramento

Le frasi di inquadramento sono delle frasi che sintetizzanoed incorniciamo una serie di dettagli che saranno enunciatisubito dopo (vedi tavola n. 8a). Ad esempio: (Frase di inqua-drarnento) Vi sono molti modi per essere.felici: (segue I'enu-merazione) c'i chi ?.felice quando ? baciato dalla.fbrtuna, c'?chi 2 felice quando rttggiun.ge il succ'esso, c'i chi i felicequuulo si sente amato, c'2 chi ? felice quando i in armonia( '0t1 se ste,t.to.

Talvolta la frase di inquadramente o frase-cornice si trovaalla fine dell'elenco (Abbiamo accennato ad alcuni modi pera.s.sere.felici).

23

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tav. 8. V i s ua I i zzazi o ne de I la fras e - inq uad ra m e n to e de I l' o r g anizzazi o nead albero delle parole chiave.

Nel brano del Manzoni riportatoin precedenza sono statesottolineate tre frasi di inquadramento: l: tendenza a collegar-si in classi; 2. ogni classe aveva una forza propria;3. le forzedi queste leghe erano diseguali. Ognuna di queste frasi era se-guita da una enumerazione di dettagli o di idee di supporto.

24

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SOTTOI-INEARE

Sottolineando una frase di inquadramento si ha il vantag-gio di evidenziare una frase che contiene al suo interno altriparticolari piD dettagliati, che, talvolta, si possono tralasciarenella sottolineatura.

5.3. Le parole chiave

Le definizioni contengono il maggior numero di parolechiave.

Le parole o frasi chiave si chiamano cosi, perch6 perrnetto-no I'accesso ad altre informazioni, proprio come una chiaveperrilette l'accesso ad altri ambienti. Una "informazione chia-ve" conduce ad altre informazioni. Talvolta le include.

Come individuare le parole chiave?

Un allenamento graduale e sistematico consiste nel proce-dere, frase per frase, poi paragrafo per paragrafo, chiedendosi:

"ln questa frase o paragrafo quali sono le informazioniessenziali, indispensabili, importanti, ricche di significctto,cariche di conseguenze, che aiutino a capire quelkt che stoleggendo e a collegarlo con quello che precede e quello chesegue? " .

Nel brano del Manzon, la frase chiave piir importante era la"tendenza a formare classi". Essa conduce a numerose altreinformazioni e le "introduce".

Una informazione chiave, se omessa, crea un vuoto, unsalto logico o una lacuna di comprensione. Ogni autentica"parola chiave" b collegata, in modo piD o meno evidente, allealtre parole chiave, sia a quelle individuate precedentemente,sia a quelle che si incontreranno nel .seguito della lettura.

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tav. 9. Visuoliz.z.az.ione dei vari passaggi: leggere, sottolineare, schema-tiz:.are, riussumere.

Un adeguato allenamento nella scelta delle parole chiaverichiede molto tempo. E faticoso "pesare" I'importanza delleinformazioni: si tratta, infatti, di un vero e proprio calcolo lo-gico di inclusione e di esclusione.

Bisognerh chiedersi continuamente:

"Quale informazione ? veramente essenziale ? Tra questitre concetti, quale dei tre i piir importante? Quale dei tre dpiit comprensivo? Questo concetto i implicito in quest'altro?Come posso raggruppare insieme questi vari concetti con unsolo termine piil generale e gerarchicamente piil elevato? Esi-ste nel brano o lo devo creare?"

Per individuare rapidamente le parole chiave d utile farsiguidare dalla divisione dei paragrafi, dai sottotitoli e dalle fra-si di inquadramento,

Finito di leggere un paragrafo, d utile rileggere le "parolechiave" ed individuare o creare u-{r.? parola 9lfqyg che riesca acomprendere, come una "cornice", le altre parole chiave. Nelbrano del Manzoni, tale frase di inquadramento generale erala "tendenza a formare classi". Partendo dalla parola chiavegenerale, sarh utile costruire uno schema ad albero fatto con

26

G14E2F ,f2Troclp. .fQge7zaTle ,Qlassur.

-

I-r

SOTTOLINEARE

tutte le parole chiave subalterne (vedi tavola n. 8b) ed elabora-re. infine. una breve frase che racchiuda in sintesi I'insiemedelle informazioni.

I vari passaggi (leggere, sottolineare, schematizzare, rias-sumere) sono rappresentati nella figura 9.

Con la sottolineatura si seleziona I'essenziale. Con gli sche-mi si organizzano le informazioni significative in una mappatematica per raggruppare molte informazioni e dare loro unacomposizione spaziale, un ordine ed una architettura.

Le parole chiave si trovano nel brano o si costruiscono?

Generalmente si possono rintracciare nel brano. Ma, talvol-ta, bisogna inventarle, "costruirle", sintettzzando le informa-zioni provenienti dal libro con le proprie preconoscenze, e cibd pii difficile.

5.4. Le liste di caratteristiche, di fattori, di prove e di ideedi supporto

La definizione d il risultato della sintesi concettuale. Consi-deriamo, ad esempio, la definizione di retorica: kt retorica il'arte del parlare in modo adatto al fine di persuadere.

Volendo rendere esplicita la lista delle caratteristiche con-densate nella definizione. si avri una ramificazione dettaeliatadei seguenti temi:

l. Le caratteristiche del parlare e del linguaggio: la defini-zione, gli aspetti, le caratteristiche, I'efficacia.

2. L'fficacia del parlare in particolare: le tecniche, gli ac-corgimenti, gli espedienti, i tipi di discorsi, il rapporto ora-tore-uditorio, la disposizione degli argomenti, lo stile.

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

3. kt persuasione, in particolare: i mezzi di persuasione, gliespedienti, i generi di persuasione emotivi e logici, la listadelle argomentazioni.

Analizziamo un altro esempio.

"Manzoni delinea una rappresentazione pessimistica delmondo (Frase sintetica di inquadramento). Analizzando il ro-manzo de "l Promessi sposi", siamo colpiti (segue enumera-zione) di prove o esempi) I. dal predominio delle .forz.e delmale, 2. dall'infficacia della legge, 3. dalle prepotenze edingiustizie dei vari signorotti con il loro seguito di malvagi, 4.dai numerosi personaggi guidati dai loro meschini interessi".

Nel prendere appunti, la parola chiave della frase di inqua-dramento o della definizione, va segnata a sinistra del foglio,mentre la lista di caratteristiche vanno collocate a destra (veditavola n. l0).

5.5. I percorsi tematici

Leggere significa ricreare il percorso tematico dell'autore.distinguono vari tipi di testo, ognuno dei quali presenta

28

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2. -3.-

DEF(Ut Z/Oa€

Tav. 10. Disposiz.ione spaz.iaLe della definir.ione e lista di curatteristiche.

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SOT'TOLINEARE

percorsi tematici differenti. Ad esempio, quello narrativo bcomposto di ambientazione, personaggi, intreccio, successio-ne di eventi, mentre quello argomentativo, d composto di tesi,antitesi, prove e conclusioni. Il testo descrittivo procede ingenere dal generale al particolare, talvolta all'inverso e spessofacendo la spola tra i due. Il testo argomentativo procede soli-tamente seguendo un filo logico composto da asserzioni, pre-messe e garanzie, dimostrando la propria tesi e confutandoquella altrui. Quello narrativo d pii lineare, quello argomenta-tivo piD ramificato (vedi tavola n. ll).

Tav. I l. Visualizzazione del percorso narrativo e del percorso argo-mentativo.

Analizziamo due diversi percorsi tematici: uno descrittivoed uno argomentativo.

Percorso del testo descrittivo: La Gallina di J. Renard:

"Sembra che cammini a piedi nudi. A zampe unite,salta dal pollaio appena le aprono la porta. E una gallinacomune, vestita modestamente, che non fa mai uovad'oro. Abbagliata di luce, fa qualche passo, indecisa,nella corte. Prima di tutto, vede il mucchio di ceneri

29

dove ha I'abitudine di zololarsi ogni mattina. Vi si roto-la, vi si immerge, e scotendo forte le ali, con le pennegonfie, scuote le pulci della notte. Poi va a bere al piattocavo che I'ultimo scroscio ha riempito. Non beve cheacqua. Beve a sorsellini e rizza il collo, in equilibriosull'orlo del piatto. Poi cerca il cibo sparso qua e li. Leerbe sottili sono per lei. e gli insetti, e i granelli perduti.Becca, becca, infaticabile. Di tanto in tanto, si interom-pe. Diritta sotto il berretto frigio, I'occhio acceso, rl goz-zo prominente, ascolta con I'uno e I'altro orecchio. E,sicura che non c'd nulla di nuovo, si r imette al la cerca.Solleva alte le zampe rigide, come quelli che hanno lagotta. Allarga le dita e le posa con precauzione, senzarumore. Sembra che cammini a piedi nudi".

Si provi ora a sottolinearlo e si noti il procedimento espo-sitivo dell'autlre.

Percorso del testo argomentativo: Il bene e la felicitd dal-I'Etica a Nicomaco di Aristotele (passim).

Il bene d cid a cui ogni cosa tende e la felicith B laricerca del bene. Pertanto tutte le azioni umane, dallearti, alle scienze, alla politica, tendono al bene e alla fe-liciti. Il bene del singolo d certamente importante, ma ilbene della comunith d ancora piD importante, piD bello epiir divino. Purtroppo le opinioni sul bene sono numero-se e discordi: alcuni intendono il bene come piacere, oricchezza o onore; altri, i filosofi, considerano il benecome comportamento virtuoso. Tuttavia per essere felicisono necessari sia i beni esterni che quelli interni, sia ibeni del corpo che quelli dell'anima. Ma solo i beni in-teriori sono i veri beni. Poich6 I'uomo b un essere razio-nale, la felicith per lui non pub prescindere dall'eserci-zio della sua facolti essenziale, che d la ragione. La fe-licitd, infine, consiste nell'agire secondo virti, sceglien-do il giusto mezzo ed evitando gli estremi, e nell'attua_

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

30

SOTTOLINEARE

zione della parte migliore dell'uomo, ciod l'anima, at-traverso le virttr razionali.

Si provi ora a sottolinearlo e si cerchi di individuare asser-:.ioni, premesse, garanzie.

Per sottolineare efficacemente bisogna allenarsi a percepi-re rapidamente il percorso tematico di ogni tipo di testo.

5.6. La struttura delle categorie

Le informazioni in un testo sono raccolte in categorie for-mali, che spesso danno origine a titoli e sottotitoli.

Alcune di esse sono le seguenti:

* introduzione, definizione, caratteristiche, cause, pre-v' e n zi one, conc I us ione ;

* chi, che cosa, quando, quanto,.come, dove, perchd;* tesi, antilesi, confutazione,.prove, sintesi',* personaggi, trama, conflitto, risoluzione del conflitto.

Tali categorie formali (intoduzio ne, definizione, c aratt e ri -stiche, cause, prevenzione, conclusione) sono un ottimo siste-ma di organizzazione logica del contenuto, sostenendosi alquale d possibile individuare e sottolineare rapidamente le in-formazioni essenziali da esse indicate. Inoltre, esse, in quantocategorie formali, sono applicabili all'esposizione di un grannumero di temi differenti. Ad esempio, sono adatte sia persvolgere un tema sull'ansia, sull'alcolismo, o sulla devianza.

La consultazione dell'indice ci dd rapidamente una visionegenerale delle categorie (titoli e sottotitoli) utilizzate nel testo.

31

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( i I I I I )A AI- I -O STUDIO: LE TECNICHE

5.7. (Jl i esempi

Gli esempi sono analogie concrete di concetti astratti. Laloro. funzione d quella di semptificare cid che d complesso efacilitano la comprensione e la memorizzazione. Nellb studiosi ha bisogno di molte esemplificazioni, specialmente quandosi incontrano difficoltd di comprensione.

Consideriamo la seguente analogia di F. Bacone.

Bacone (1561 -1626), per illustrare il suo metodo induttiv'sperimentale, ricorre all'esempio di tre animali, le formiche, iragni e le api, per rappresentare tre tipi di conoscen za. Le for_miche, raccogliendo e accumulando cid che trovano all'ester-no' rappresentano gli empiristi che raccolgono le idee solodall'esperienza esterna. I ragni, producendo la tela dal propriointerno, rappresentano i razionalisti che producono le idie dal-I'interno della loro mente, senza ricorreie all'esperienza ester-na. Le api, raccogliendo il nettare dai fiori, rieiaborandolo in-ternamente e trasformandolo in cera e miele, rappresentano colo-ro che, da veri filosofi, giustamente integrano I'esperienza ester-

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\utr*o A'fFQ";fu,a,'fh06)

Tav. 12. EsemplificaT.ione di concetti astratti con I'aggiunta di unoirnmagine concreta.

32 11JJ

SOTTOLINEARE

na con I'attivith intellettiva interna, l'induzione, con la dedu-zione, giungendo al metodo sperimentale.

Proviamo ora a schematizzare il contenuto, aggiungendoviun disegnetto concreto per sostenere con una inrmagine lacomprensione e la memoria (vedi tavola n. l2).

5.8. I confronti e i contrasti

I confronti attivano l'attenzione e acuiscono l'intelligenza.Aristotele affermava che si conosce elaborando analogie e dif-ferenze. L'antitesi d una figura stilistica del discorso, usatafrequentemente per rendere vivace I'esposizione ("C'd con-cordia sulla definizione di felicitd, ma c'i cliscordia sui mezziper conseguirla". "Unitifuori, divisi dentro". "Aveve questo,ma le mancava quest'altro". "Da un lato ttffermavu questo,dctll' altro lo ne gava".

Consideriamo il seguente brano di L.A. Seneca, in cui sicontrappone la virtD al piacere.

"Perch6 mettete insieme cose differenti, anzi opposte? Lavirti d una realtd sublime, eccelsa, regale, invitta, instancabi-

*t(,!.:/

$tlrtren \\^,*o(1,

AilTIT€S /t//RTu' PtAceee

4. -2., -3--

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Tav. 13. Schenntizzazione dei confronti e dei cotttrasti.

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RIC€RLA/ tttuso,ata

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',( P/c€AcA'4ar€Nnc/lU//en)'

2. coilOt/c€A DlO

Tav. 14.

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

le; il piacere d basso, servile, debole, caduco ede domicilio nei bordelli e nelle osterie. La virtDnel tempio, nel foro, nel senato, di guardia alledi polvere, abbronzata e con i calli alle mani; ildrai cercare abitualmente nascondigli, rifugiarsi

ha soggiornola incontreraimura, copertapiacere lo ve-nelle tenebre,

34 35

SOTTOLINEARE

nei bagni e nelle stufe, nei luoghi che temono gli edili e lovedrai molle, snervato, madido di vino e di unguenti, pallido,imbellettato, sepolto nelle pomate".

Una antitesi pud essere schematizzata con lo schema adalbero dicotomico o con la tabella sinottica (vedi tavola n. l3).

Anahzziamo e schematrzziamo la sesuente distinzione:

Il cristianesimo distingue tra felicitii e beatitudine. La feli-citii d intesa come ricercct illusoria del piacere, che.fa dimen-ticare Dio. La beatitudine i considerato come ricerca dellavirtit che conduce a Dio (vedi tavola n. l4).

5.9. I dati, le cifre, le statistiche

Si tratta di materiale numerico, generalmente astratto, chedeve essere raccolto accuratamente con precisione.

E consigliabile tradurre i dati numerici in visualizzazionigrafiche di vario t ipo: assi cartesiani. istogrammi. areogrammi(vedi tavola n. l5).

Tav. 15. Visualizzazione grafica di dati numerict.

VM

( ;TI I I )A ALLO STUDIO: LE TECNICHE

5.10. l,'architettura del paragrafo

Il paragrafo pud essere considerato come l'unitd informati-va, descrittiva ed argomentativa di un testo. Esso possiede unastruttura coerente e ben organizzata, tale da giustificareI'espressione "architettura del paragrafo" (vedi tavola n. l6).

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S)STEUio cae.j

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V i s ua I iz.zazi o ne de ll' arc hit e tt ura de I p a ra g rafo

SOTTOLINEARE

Un testo b costituito da una sequenza di paragrafi. Ogniparagrafo contiene generalmente una idea centrale che si sud-divide poi in successivi sottoparagrafi descrittivi ed argomen-tativi. Tutti i paragrafi, quando sono ben legati, convergono arafforzare l' idea centrale.

La comprensione dell'architettura del paragrafo d una con-dizione indispensabile per sottolineare efficacemente. Per taleragione ci soffermeremo un po' di piD.

Il paragrafo d generalmente composto da un certo numerodi frasi con una specifica organizzazione ed ordine architetto-nico (vedi tavola n. l7).

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I / S7A - CAeATT€rQt Sr/ cfl€- AeqoH€lv7.4?<ott r4.2.3.

FPAS€ &'UAIuSflA

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Tav. 17. Visualizzazione dello struttura del paragrafo.

La prima frase b generalmente una frase introduttiva. Essafornisce una sintesi, una cornice o un inquadramento di cidche verr) descritto dopo. Le idee chiave, o idee principali, sirintracciano proprio nella frase introduttiva. In essa compare

a1JI

( ;L] I I )A ALLO S] 'UDIO: LE TECNICHE

unil (f ichiarazione generale ("Tutti ricercano la felicitd, ma

n()n sunno come raggiung,erla") o una regola (ad esempio' "'Si

t'ttntpie il mole solo per ignoranza") che dovrh essere sostenu-

ta <la esempi e fatti dettagliati (vedi tavola n' l7)'

Le frasi del corpo centrale del paragrafo introducono un

elenco di caratterisliche o una argomentazione' Esse conten-

gono le informazioni di supporto e le gatanzie di quanto e sta-

io affermato nella frase di inquadramento o frase-cornice'

Lafrasef inaler iassumequantobstatodettoprecedente-mente e prepara gli agganci per il paragrafo successivo'

Facciamo un esemPio.

Consideriamo il brano seguente'

"Passiamo ora ad analizzare alcune caratteristiche essen-

ziali dello stile del discorso. Lo stile deve essere chiaro' ffi-

,orr, ,orrriso, piacevole. Deve essere chiaro per illuminare

I'intelligenro, )furorc per colpire l'immaginazione' conciso

pe, agivolor" ii memoria, gradevole per attrarre I'interesse' de g fiZs c o tt at o ri. Ap p rofo ndiamo d e t t a gli at ame nt e o gn una di

queste caratteristiche '.." .

Cerchiamo adesso di individuare la sua architettura (vedi

tavola n. l8).

Frase di aggancio con quanto precede: "Passiamo ora ad

analizzare aliune caratteristiche essenziati dello stile del di-

scorso."

Frase inquadramento-cornic e;"Lo stile deve essere chiaro,

efficace, conciso, Piacevole."

Lista di caratteristiche o di argomentazioni" "Deve essere

chiaro per illuminare l'intelligenla, efficace per colpire l'im-

SOTTOLINEARE

EU6 €&sCee,/ApD EFRace COI/A'O QpaDevotc

ttrft$i

tTtsN\

Tav. I 8. Visualir.azione clell' architettur(t del paragrttfo'

moginazione, r:ortciso per agev'ttlctre la mennrio' grudevole

p"i' ottrorre l' interesse de gli asc'oltatori'"

Frase di aggancio con il paragrafo successivo: "Approfon-

clitrmo cteftagTiatumente ngirro di queste caratteristiche..."

Approfondiamo adesso un tipo di paragrafo particolare:

quello argomentativo.

5 J 0.1. L' architettura dell' argomentazione

L'architettura del paragrafo argomentativo d composta da

tre parti: l. le premesse (esplicite -o

implic\te),2' le garanzie'

3. l i conclusioni (vedi tavola n. l9) '

3938

AsSEe "Lo/ve

coacLu<t / oi/ €

Pa€tresre <fstifi:F

Tav. I 9. V isualizzazktne de ll' arc hitettura de I parag rafo argomentat ivo.

Premessa: Tutti gli uomini sono mortali'

Garanzia: Socrate ? un uomo;

Conclusione:. Socrate i mortale.

Spesso, nel linguaggio quotidiano, quest'ultima afferma-zione ("Socrate i mortale") d espressa da sola, senza un espli-cito riferimento alle premesse e alle garanzie.

Per riuscire a sottolineare, annotare e schematizzare un pa-ragrafo argomentativo b indispensabile sensibilizzarsi al rap-porto tra asserzioni, ad esempio, "Don Abbondio era un pau-roso" e garanzie (tutta una serie di fatti che sostengano taleopinione). Senza garanzie un discorso vacilla, crolla, b incoe-rente, b infondato.

SOTTOLINEARE

Tale vigilanza nel sottolineare un paragrafo argomentativod richiesta dal fatto che in molte argomentazioni le premesse ele garanzie sono presupposte, implicite o nascoste. In un di-scorso argomentativo b necessario esplicitare le premesse e leprove, specialmente quando c'd dissenso su una tesi.

Per orientarsi piD facilmente in un discorso argomentativod utile saper individuare con rapiditd gli indicatori argomenta-t ivi.

Alcuni esempi sono i seguenti:

"La tesi che voglio dimostrare i la seguente. Le premesseteoriche e metodologiche alla base di questo lavoro sono Ieseguenti: Prima... Seconda... Terza... Le argomentazioni de-sidero presentare sono le seguenti. Assumendo questo, se nededuce che... Si aggiunga, inoltre, che... Infatti, la prova ci ifornita da... Tali obiezioni non sono convincenti. In base atali considerazioni si pud pertanto ritenere che... Per tali ra-gioni si pud concludere che..."

E utile osservare che ogni scienza possiede uno specificoprocedimento argomentativo, privilegiando alcune "figure"argomentative (l'enumerazione, la divisione, l'induzione, ladeduzione, l'esempio, la metafora, la relazione causa ed effet-to, l'antitesi,la gradazione) rispetto alle altre.

6. Come sottolineare

Si pud sottolineare in vari modi (vedi tavola n.20).

Essi sono: sottolineare tracciando linee di vario spessoresotto le parole, evidenziare con colori diversi, cerchiare, in-corniciare, segnare al margine del testo le categorie formali(introduzione, definizione, cause, esempi, prove, tesi, obiezio-ne, conclusione, ecc.), numerare Qtrimo, secondo, terzo...),

( ; I I I ) / \ / \ I , I -O STUDIO: LE TECNICHE

4l40

Consideriamo il seguente esempio.

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

segnare con frecce dei raccordi tra un concetto ed un altro,usare segni particolari di accordo, di disaccordo, asterischi,"nota bene", punti di domanda, punti esclamativi, commentipositivi e commenti negativi.

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Tav. 20. Vari modi di sottolineare

SOTTOLINEARE

Si pud elaborare un proprio codice di segnalazione, piD omeno ricco, piir o meno soggettivo, a seconda dei gusti e degliscopi dello studente.

Ad esempio, si pub sottolineare con una riga continua, otratteggiata o ondulata. Talvolta si pud usare lo spessore dellalinea tracciata come sbgnalatore di importanza. Una sottoline-atura piD spessa e marcata pud servire per indicare un concettopiD importante. Si possono tracciare una o pii linee verticalial margine del brano, a seconda dell'importanza che vieneassegnata a quel brano. Si possono incorniciare le frasi piibelle. Si possono aggiungere schemi, grafici ed immagini sti-lizzate. Si possono scagliare frecce sottili o spesse, delicate oimperiose. Si possono barrare, e, talvolta, quasi cancellare,interi brani, quando si b in forte disaccordo con I'autore.

Qualcuno, in questa intensa foga passionale, giunge a strap-pare quelle pagine di un libro ritenute piene di sciocchezze.Intal caso, si potranno osservare libri sottolineati con rabbia eostilith, segnati da solchi, ferite, pagine strappate.

Altre volte si potranno notare, invece, sottolineature ele-ganti, ben scelte, equilibrate, fatte con la squadra e con coloriappropriati. Questa differenza dipende dalle caratteristiche per-sonali del lettore e dal suo impatto con quel particolare libro.

6.1. Sottolineare a colori

Si pud sottolineare usando vari colori.

All'occhio piace il colore. Siamo attratti da colori vivaci eda sottolineature estetiche. Una pagina sottolineata bene, inmodo vivace e ordinato, b piacevole e invitante. Se, oltre asottolineare, si aggiungono al margine del testo dei disegnettio dei grafici, il piacere per l'occhio d raddoppiato e la motiva-zione verso lo studio d incrementata.

43

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

E bene scegliere tra gli evidenziatori i colori che piacciono dipin.

Ad ogni colore si pud associare un significato (personale):ad esempio il rosso pud essere usato per le definizioni, le leggie le regole, il blu per gli esempi, il giallo per le obiezioni, ilverde per il lessico.

Talvolta si possono usare differenti colori per rintracciarenel testo gruppi diversi di informazioni. Ad esempio, leggen-do I Promessi,Sposi si possono segnare con il colore giallo gliaggettivi, i verbi e le descrizioni di don Abbondio, con il colo-re rosso, gli aggettivi, i verbi e le descrizioni di Renzo. di ver-de gli aggettivi, i verbi e le descrizioni di Lucia e cosi via. Inquesto caso, sard poi piD facile leggere in modo "mirato" eraggruppare e classificare le differenti informazioni, segnalateda colori diversi.

Si possono usare evidenziatori e penne di vario colore an-che per segnalare differenti livelli di studio sempre pii anali-tici e dettagliati. Una prima lettura, che deve raccogliere leidee pii generali, d colorata, ad esempio, di giallo limone, unaseconda lettura, che deve evidenziare idee piir dettagliate, dcolorata di giallo oro. una terza lettura, che deve individuarele frasi pii dense, d colorata di rosso, una quarta lettura, chedeve individuare le parole chiave, b colorata di azzuno o di vioia.

Tale tecnica di localizzazione delle informazioni essenzialiattraverso letture successive, sempre pii dettagliate ed analiti-che, d corretta e valida.

Ma la sottolineatura con molteplici colori sovrapposti osta-cola I'effetto di contrasto figura-sfondo. L'occhio. in tal caso,non d piD guidato con chiarezzanella percezione di cib che dveramente essenziale.

Un brano troppo colorato, infatti, pud far svanire tale effet-to di contrasto.

SOTTOLINEARE

Quale d il colore piD evidente?

Il colore piir evidente d quello che piace di piir, o quel co-lore che maggiormente contrasta con la pagina bianca dellosfondo e col testo nero dello scritto. Tutti i colori brillanti cre-ano un buon effetto di contrasto. I colori piD usati sono il ros-so e il giallo. Ognuno, perd, pud provare vari colori e poi sce-gliere quelli piD validi, secondo un criterio strettamente perso-nale.

7. Perch6 sottolineare

Si deve sottolineare per i seguenti motivi: l. per facilitarela memoria visiva, 2. per sviluppare la capacitd di sintesi, 3.per alleviare la memoria.

l) Facilitare la percezione visiva significa evidenziareI'essenziale in modo piacevole. Una pagina ben sottolineata dpiacevole da guardare e leggere, facile da ricordare e rintrac-ciare. Essa facilita la memoria visiva, specialmente se d ac-compagnata da schemi verbali e figurativi.

2) Sviluppare la capacith di sintesi, significa scegliere lefrasi pregne di significato, in cui sia possibile condensare unaintera pagina o intero paragrafo, ad esempio "Lafelicitd nonconsiste nella ricerca del piacere ma nell'autorealizzazione".Ogni frase condensata va poi sviluppata apportando esempi eargomentazioni: partendo da una traccia, si "sviluppa" untema. Spesso, invece, succede che gli studenti si limitano amemorizzare solo quelle frasi che hanno evidenziato, trascu-rando I'abilitd di espandere concettualmente una informazio-ne condensata in una formula o in una massima.

3) Alleviare la memoria significa ridurre la quantitd di cibche deve essere memorizzato. Una riduzione aI 10-20 7o dmolto opportuna. Quanto piil si d abili nel sottolineare le frasi

44 45

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

pitr signil'icative, tanto piir si d capaci di ridurre il contenutoda apprendere.

Sintetizziamo alcuni vantaggi del sottolineare.

Il sottolineare d una forma attiva di studio che stimola laselezione delle informazioni essenziali, attraverso il criterio"importante-non importante", facilita la percezione di cib ched stato messo in evidenza, attraverso I'effetto di contrasto. efavorisce la memoria, attraverso la riduzione sintetica delleinformazioni.

Chi sottolinea b attento nel dare la caccia alle informazioniessenzial i che sta cercando.

Chi sottolinea ha un forte desiderio di orientarsi e di capire.

Chi sottolinea impara a fare delle ipotesi o previsioni sultesto che sta studiando. Mentre legge il testo, egli applica taliipotesi, le mette alla prova, indaga ed interroga il testo, lospinge a rispondere alle proprie "provocaztont".

Chi sottolinea impara a fare "inferenze" o deduzioni per1ie,mplre gli spazi vuoti del testo, specialmente quando si trat-ta di individuare gli scopi nascosti o indiretti, o quando si trat-ta di evidenziare l l "non detto" di un testo (premesse. presup-posti, garanzie).

sottolinea interagisce con testo e dialosa con I'autore.

Sottolineare d certamente un comportamento attivo di stu-dio che facilita l'apprendimento, la comprensione e la memo-rizzazione. Ma, b necessario precisare che sottolineare non dancora studiare: d solo un primo passo per scegliere cid che sideve studiare e rielaborare.

SOTTOLINEARE

A questo punto, cercate di completare con informazionipertinenti lo schema sul sottolineare (vedi tavola n. 2l). Sce-gliete, a tale scopo, le infurmazioni che avete sottolineato inquesto c'ttpitolo. Osservate quello che fate e come lo fate.

SOTTOLINEARE

DEFINIZIONE

QUANDO

QUANTO

COSA

COME

PERCHi}

Sottolineare le ideememorizzarle equivalepercorrerla.

piD importanti e poi non studiarle n6a conoscere la strada giusta e poi non

46 41

2 Prendere appunti

1. Definizione di appunti

Gli appunti sono delle annotazioni rapide, sommarie edessenziali di impressioni. pensieri ed informazioni. Sono unaspecie di "pro-memoria" breve e schematico.

Nello studio, gli appunti sono il risultato della rielaborazio-ne personale delle informazioni, ricavate da un testo o ricevu-te dall'insegnante. Essi sono caratterizzati soprattutto dallabrevitd e dalla sintesi, per raggruppare il massimo di informa-zioni con il minimo numero di parole.

Il criterio di brevith deve essere stabilito da ogni studentein base affe sue preconoscenze e ai suoi obiettivi ("Voglio ri-durre questo capitolo in 20 righe o in una pagina"). Se b an-sioso ed ha poca fiducia nelle proprie abilith cognitive, sarhspinto ad accumulare appunti troppi prolissi (quasi un doppio-ne del libro di testo), trascurando lo scopo fondamentale degliappunti che b quello della riduzione sintetica delle informazioni.

Quando si sottolinea, si va alla ricerca delle informazionipii importanti (generalmente contenute nel testo), mentre,quando si prendono appunti, si deve invece costruire e produr-re una nuova "configurazione", "forma", "struttura" delle in-

49

( iUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Iorrnazioni. Cid richiede una maggiore rielaborazione cognitiva.

Le espressioni "prendere appunti", e "annotare" (vedi tavo-la n. 22), indicano una abilitd di studio e di organizzazionelegata all'apprendimento e alla memoria e comprende diffe-renti abilitd: saper selezionare le informazioni essenziali, indi-viduare parole o frasi chiave, tracciare schemi e mappe, elabo-rare riassunti.

Il termine "appunti" deriva dal latino ad punctum econsisteva nel mettere un puntino davanti a un nome perpoi rintracciarlo facilmente. Gli appunti, nell'antichitderano conosciuti con il termine di "notae" e "notulae",di cui parla Cicerone nel De Oratore. Altre forme diappunti erano i Manuali, gli Enchiridion (parola grecache significa "manuale"), i Vademecum (letteralmentesignifica "che porto con me" e in senso figurato signifi-ca un libretto), le Massime, i Detti memorabili, i Som-mari, le Tavole sinottiche.

Il termine "appuntare" significa "fissare nella men-te", allo stesso modo in cui si "appunta" un quadro suun muro. L'espressione "annotare" (dal latino ad-nota-re), significa, corredare un testo di note, commentare.

Il termine "nota", oltre a segno, indicazione, osserva-zione marginale, elenco e lista, significa anche valuta-zione positiva di apprezzamento ("degno di nota") onegativa di biasimo ("nota censoria").

Tav. 22. Gli appunti nell'antichitit.

2. Criteri per prendere appunti

Alcuni principi generali per prendere deisono i seguenti:

PRENDERE APPUNTI

Il principio di organizzazione e di classificazione gerarchi-ca delle infonnazioni (schemi ad albero). Pensare significaelaborare teorie e categorie, modelli e mappe, regole e me-todologie.

Il principio della selezione delle informazioni essenziali.

Il principio della riduzione e della sintesi.

Il principio della rielaborazione (se si vuole, "masticazio-ne e digestione") delle informazioni.

Pertanto, gli appunti devono essere: sintetici, essenziali,concisi, brevi, schematici, personali, leggibili e ordinati.

Gli appunti sono sintetici quando le informazioni sono ri-dotte al lO-20%, come si pud vedere, nel riassunto de "Il mi-racolo delle noci" (Vedi pag.l07).

Gli appunti sono essenziali quando si coglie I'essenza diun brano o di un autore ("Secondo Leopardi la felicitii i unaillusione che si scontra continuamente con la realtd").

Gli appunti sono concisi quando si eliminano i connettivi ele frasi di collegamento per fare emergere solo il nocciolo diun brano o di un autore ("Leopardi: felicitd = illusione"."Tesi: Promessi Sposi = Esaltaz.ione Divina Provvidenza chetrae il bene anche dal male").

Gli appunti sono brevi quando si riesce ad annotare il mas-simo di informazione con il minimo numero di parole.

Gli appunti sono schematici quando si usano le parolechiave disposte in uno schema ad albero, a ruota, a tabella(vedi tavola n. 23).

Gli appunti sono personali quando sono il frutto del pro-prio apprendimento, delle preconoscenze, degli interessi e del-

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appunti

51

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CU1DA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tav. 23. Alcuni tipi di appunti schematici.

le abilitd di comprensione e di sintesi. Raramente si pud stu-diare sugli appunti degli altri. Ma si possono confrontare ipropri appunti con quelli degli altri per evidenziare differenzedi impostazione e di metodo di studio.

Gli appunti sono leggibili quando si cura la grafia e la lorodisposizione spaziale nel foglio.

Gli appunti scritti in modo confuso o antiestetico non sonoinvitanti, n6 piacevoli, n6 leggibili. Essi vanno riscritti. Si pudevitare di perdere tempo nella riscrittura se si adottano alcunischemi classici, come lo schema ad albero, lo schema "ruota",le tavole sinottiche, ecc.

Gli appunti sono ordinati quando hanno una "forma" conun inizio e fine, una configurazione ben connessa ed armoni-ca. Appunti disordinati e slegati sono inutili ed inutilizzabih.

2.1. Errori nel prendere appunti

Gli errori pii comuni nel prendere appunti, specialmentequando si d ansiosi e quando si studia senza metodo, sono isequenti:

l. Copiare interi brani, senza selezionare e rielaborare

PRENDERE APPUNTI

2. Trascrivere letteralmente parola per parola le spiegazionidell'insegnante.

3. rJtilizzare gli appunti altrui, sia quelli dei compagni chequelli dell'insegnante, senza adattarli ai propri prerequisitie scopi.

Alcuni insegnanti, per facilitare i propri allievi nello studiodella materia che insegnano, dettano talvolta i loro appunti. Intal modo, da un lato, semplificano la propria materia, dall'al-tro, perd, impediscono agli allievi di selezionare e rielaborare("masticare") le infonnazioni secondo i propri ritmi di appren-dimento, st i l i cognit ivi e scopi. Gli al l ievi non svi luppano lacapacitd di rielaborare le informazioni e rischiano di ingoiareinformazioni preconfezionate: in tale contesto, dettare appuntid un errore didattico. Dal punto di vista pedagogico, b certa-mente educativo aiutare gli allievi quando trovano difficolth,ma bisogna evitare di ipersemplificare, fino a ridurre la pro-pria materia in pillole.

3. Quando prendere appunti

Gli appunti si prendono in tempi diversi: prima di studiare,durante lo studio e dopo aver studiato (vedi tavola n.24).

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Tav. 24. Quando prendere appunti.

52 53

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Gli appunti prima di studiare servono per richiamare le pre-conoscenze, organizzare le idee e predisporre gli agganci; intal modo, d piD facile catturare le informazioni essenziali.

Gli appunti, durante lo studio, sono generalmente appuntidi brutta copia, servono per afferrare le informazioni essenzia-fi e per dare loro una prima e provvisoria riorganizzazionepersonale. Mentre, si studia, b meglio prendere appunti dopoaver sottolineato le parole chiave e individuato lo schema con-cettuale sottostante o implicito nel brano.

Gli appunti dopo aver studiato, sono appunti di bella copiae rappresentano la "digestione" e "assimilazione" di cid che dstato appreso.

In breve, gli appunti prima di studiare sono preparatori eanticipatori, quelli durante lo studio sono frettolosi e abbozza-ti, quelli dopo aver studiato sono pacati e rielaborati (vedi ta-vola n. 25).

Appunti anticipatori prima di studiare

Cosa b la felicitd?

Cosa d I'infelicitd?

- Perch6 si d

La feliciti d un'illusione?

Perch6 uno si sente felice quando d solo fortunato?

Quando sono stato felice?

Quando sono stato infelice?

Come si raggiunge la felicitd?

Come si conserva? Come si perde? Come si recupera?

suggerimenti sono dati dai

54 55

PRENDERE APPUNTI

2. Appunti di raccordo durante lo studio

Platone afferma che...

Aristotele dice che...

Seneca sostiene che...

3. Appunti di schematizzazione dopo aver studiato

Felicith

l. Definizione: a) felicitd; b) infelicitd.

2. Caratteristiche.

3. Oggetto.

4. Suggerimenti.

Tav. 25. Esempio di tipi di dppunti sulla felic'ita.

Tra la lettura e le annotazioni in bella copia ci deve essere,un periodo di tempo intermedio per facilitare la riflessione ela rielaborazione delle informazioni. Senza tale tempo inter-medio di automonitoraggio b quasi impossibile prendere deibuoni appunti.

E piD agevole prendere appunti da un libro perch6 si posso-no seguire i propri tempi ed i propri interessi: ci si pud soffer-mare e ritornare sul testo quando si vuole. Mentre d difficileprendere appunti durante la lezione di un insegnante o l'espo-sizione di un conferenziere, perch6 bisogna adattarsi al lororitmo e ai loro interessi. Anche per questa ragione, d moltoutile predisporre prima della lezione o conferenzavna propriascaletta di parole chiave e di domande strutturate, per cattura-re pii agevolmente le informazioni essenziali (vedi tavola n.26). Questa precauzione d indispensabile quando I'insegnanteo I'oratore procede molto speditamente, o peggio, a ruota libera.

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GU1DA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tav. 26. Predisporre una scaletta di domande ed agganci prim. clellostudio di un testo, prima della lezione o conferenza.

3.1. Appunti in brutta copia ed appunti in bella copia

L'ideale sarebbe quello di riuscire a prendere appunti sem-pre in bella copia. Ma non d facile.

PRENDERE APPUNTI

Mentre si legge o si ascolta una lezione, possono venire inmente svariati pensieri. Talvolta sono molto fuggevoli e biso-gnerebbe afferrarli a volo e inchiodarli rapidamente sul pro-prio quaderno di appunti di brutta copia, dove rimangono fis-sati in schemi, schizzi, parole abbreviate. Dopo questa primaraccolta di idee, d necessario ritornare su di essi per una elabo-razione piD sistematica e per trasferire gli appunti della bruttacopia nel quaderno degli appunti di bella copia o nelle schede,o nei file di computer.

Raccogliere appunti d diverso dal rielaborarli ed ordinarli.Sono due scopi che vengono effettuati generalmente in tempidifferenti.

Il quaderno di appunti di brutta copia serve per abbozzarviqualunque idea scaturisca sul tema della propria ricerca Il qua-derno di appunti di bella copia serve per rielaborare le idee conuno stile grafico pit accurato e piacevole (vedi tavola n.27).

4. Quantitir degli appunti

La quantiti degli appunti dipende prevalentemente dai pre-requisiti dello studente. Quante maggiori sono le sue precono-scenze, tanto piD sintetici saranno i suoi appunti.

Per evitare di prendere troppi appunti, d necessario richia-mare alla mente e ripassare cid che si d appreso precedente-mente. E inutile accumulare un gran nrrn".o di appunti, se poinon sono studiati n6 tanto meno memorrzzati. Di fronte ad unapila di appunti passa la voglia di studiarli. per aggirare taleostacolo, b necessario rivedere spesso gli appunti e rielaborar-li in schemi sempre piD sintetici. La sintesi b attraente perch6d una sfida per I'intelligenza ed un piacere per la memoria.

ln ogni caso, b opportuno evitare nello studio i due estremi:da una parte,la trascrizione parola per parola, e, dall'altra, la

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56 57

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tav. 27. Appunti di brutta copia e appunti di bella copia.

mancanza totale di qualsiasi annotazione. La trascrizione pa-rola per parola d passiva e meccanica, perch6 evita la scelta ela rielaborazione. Non prendere appunti indica disinteresse, oinconsistenza di cid che si apprende, o presunzione di sapere.

PRENDERE APPUNTI

5. Cosa annotare

Bisogna prendere appunti delle definizioni, delle frasi diinquadramento o frasi-cornice, delle parole e frasi chiave, del-le liste di caratteristiche, dei percorsi tematici, delle categorie,degli esempi, dei contrasti e confronti, delle argomentazioni,dei dati numerici e delle statistiche.

Si tratta di scegliere le parti del testo che contengono leinformazioni essenziali, come b stato indicato nel capitolo sulsottolineare, paragrafo 5.

6. Come prendere appunti

Questo paragrafo comprende: 1. le regole per compilare deibuoni appunti, 2. una lista molto dettagliata dei vari tipi diappunti.

6.1. Regole per prendere appunti

Alcune regole per prendere appunti in modo efficace sonole sesuenti:

6.1.1. Chiarire i propri scopi

Si usi la tecnica dell'automonitoraggio:

"A che cosa mi dovranno servire questi appunti? Per unaricerca? Per un esame? Quali criteri possiedo per scegliererapidamente le informazioni essenziali? Come posso recupe-rare le mie preconoscenze su questo tema?

5958

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

6.1.2. Rinttivare le preconoscenze

Le preconoscenze permettono di agganciare rapidamente lenuove informazioni e selezionare speditamente quelle essen-ziah.

6.1.3. Esercitarsi nelle abilitd di sintesi

E utile allenarsi nell'abilith di sintesi, facendo riassunti.elaborando schemi ed individuando I'architettura del paragra-fo descrittivo ed argomentativo.

6.1.4. Elsborare un piano per lo studio di un testo

Alcuni suggerimenti possono essere i seguenti:

a) Sfogliare il testo prima di leggerlo, per individuare i con-cetti chiave e riattivare le conoscenze precedentemente ac-quisite.

b) Elaborare una serie di domande strutturate, per poter predi-sporre rapidamente "agganci" e "schemi anticipatori".

c) Chiarire i propri scopi di lettura ("Per quale ragione stoleggendo? Per informarmi? Per comprendere? Per riflet-tere? Per pensare? Per approfondire? Per ripassare?").

d) Individuare l'architettura del paragrafo per afferrare consicurezza le idee centrali e quelle di supporto.

e) Leggere e comprendere il testo, selezionando le informa-zioni con la tecnica dell'autocontrollo ("Perchd questo dpiil importante? Cosa mi induce a pensarlo? Come possocollegare questi due concetti?").

f) Rielaborare le informazioni organizzandole in schemi,mappe, tabelle. Ripetere, memorizzare ed assimilare gli ap-punti: gli appunti non memorizzati sono appunti perduti.

PRENDERE APPUNTI

Tali appunti verbali su come studiare unsere arricchiti con immagini, per stimolareforzare la rievocazione (vedi tavola n. 28).

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Tav. 28. Visualizzazione del piano per lo studio di un testo.

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( ;T1II)A AI-LO STUDIO: LE TECNICHE

6.1 .5. Predisporre una griglia di domande strutturate

Esse servono come agganci delle informazioni. Tale meto-do b molto antico (vedi tavola n.29).

Nei libri di retorica antica, a partire da quelli classicidi Aristotele (384-322 a.C.) e di Cicerone (105-43 a.C.),veniva suggerito lo schema delle domande strutturate elo schema dei luoghi per analizzare un tema, per trovarele argomentazioni pertinenti e per organizzare la dispo-sizione di un discorso.

La formula classica delle domande era la seguente:Quis? Quid? Ubi? Quando? Quomodo? Cur? Quibusanxil i is? Testes. Simile. Contra. Tradotta in i tal iano:Chi? Che cosa? Dove? Quando? Corne? Perchd! Conquali mezzi? Testimonianze o prove, pro o contro. So-miglianze, Dffirenze.

Tali domande possono essere raggruppate in quattrocategorie pii generali: I. Definizione (Chi? Che c'o.sa?).2. Circostanze (Dove? Quando? Come? Con quali mez,-zi?).3. Cause (Perch4?).4. Prove afavore e contro (Te-.stintonianze. Confronto: sorttiglianze e dffirenz.e).

Le domande strutturate erano collocate in "luoghi"figurati, da cui si ricavavano le argomentazioni. Tali "luo-ghi" ripresi dalla Retorica di Aristotele, sono i seguenti:

Definizione. Etimologia. Divisione (analisi). Induzio-ne. Deduzione. Causa. Consequenzialitd. Motivazioni.Qualitd. Quantitd. Re lazione. M ino re. M ag giore. Recipro-citd. Simili. Contrari. Giudizi provenienti da uomini noti.

Per mezzo di tali domande si analizzava ogni proble-ma da risolvere, si dibatteva ogni causa in tribunale, siargomentava nei discorsi persuasivi.

PRENDERE APPUNTI

Tale griglia di domande strutturate pud comprendere, adesempio, domande analoghe alle seguenti:

"Quale ? la deftnizione? Quctli sono i fattori componenti ovariabili? Quale i la funzione? Quali sono le cause e le con-seguenze? Quale d lo scopo? Quali sono i fondamenti teoricie pratici? Come pud essere articolato e ramfficato questotema? In che modo pub essere suddiviso e distinto? Qualiesempi si possono rintracciare? Quali vantaggi e gli svantag-gi? Quali sono i costi e i profitti?"

Tale griglia di domande formali permette di ordinare, se-condo un criterio ed un metodo, le informazioni che gii sipossiedono e quelle che si apprenderanno in seguito.

6.1.6. Predisporre uno schema concettuale

Uno dei metodi migliori per prendere appunti d quello dicostruire un modello o schema concettuale generale, nel qualeinserire le informazioni. Si tratta, in altre parole, di predispor-re una "ossatura" generale dell'argomento, che potrh essere"rimpolpata" progressivamente mentre si studia.

Si tratta di usare la tecnica degli schemi anticipatori, checonsiste nell'elaborare anticipatamente una serie sistematicadi concetti connessi a cid che si dovrd studiare in seguito. Essisono una specie di "sgaffali" entro cui collocare e classificarele informazioni successive.

Ad esempio, se si dovrd studiare la religione buddista, unalista di "schemi anticipatori" (vedi tavola n. 30), ciod di con-cetti preparatori alla comprensione del Buddismo sono: il concet-to di religione,Tl concetto di Dio, il concetto di ascesi, il concettodi llluminazione, il concetto di insegnnmento morale, ecc.

Se si dovrh studiare il tema della felicith, una lista di "sche-Il metodo delle domartde .ttulturate nell'antichitd.

63

( ; I . ] I I )A ALLO STUDIO: LE TECNICHE

nri anticipatori" potrebbe essere la seguente: beatitudine, for-Irtrrtt, piac'ere, pessimismo, ottimismo, visione della vita, signi-.ficato della vita, desideri, illusioni,

Tav. 30. Predisporre schemi

La struttura generale degli appunti deve essere gerarchica.Si passa dal concetto generale e si procede alla sua articola-zione o ramificazione o ("filiazione") concettuale sempre pii

PRENDERE APPUNTI

differenziata. Quanto piir si d sensibili alla gerarchia concet-tuale delle informazioni, tanto piir b possibile padroneggiareun gran numero di informazioni con poche regole, leggi eprincipi.

Quando si tratta di prendere appunti di percorsi narrativi odi storie, d bene predisporre una scaletta narrativa o descritti-va, tipica di tutte le storie: situazione iniziale, personaggi, in-treccio, conflitto, soluzione delI'intreccio, conclusione (veditavola n.3l) .

Tar,. 31. Visuali:zazione del Dercorso narrativtt.

Qqando si tratta di prendere appunti di percorsi argomenta-tivi b bene predisporre uno schema per rintracciare il percorsogerarchico della dimostrazione: tesi, antitesi, argomentazioni,confutazione, prove, sintesi (vedi tavola n.32).

Mentre si procede nella lettura d importante utllizzare cidche si sta leggendo come una griglia per afferrare le informa-zioni successive. Osni testo d ricco di numerosi riferimentiinterni.

Ad esempio, analizziamo questi primi versi dell'liade:

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65

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Cantami. o diva. del Pelide Achillel'ira funesta, che infiniti addusselutti agli Achei, molte anzitempo all'Orcogenerose travolse alme d'eroi,

PRENDERE APPUNTI

e di cani e d'augelli orrido pastllor salme abbandond (cosi di GioveI'alto consiglio s'adempi), da quandoprimamente disgiunse aspru contesail re de' prodi Atride e il divo Achille.

ln questi pochi versi sono gih accennati i temi successivi.Sono indicati numerosi agganci e richiami che saranno svilup-pati in seguito. Essi possono essere catturati organizzando unoschema come il seguente:

Chi e Achille? Quale i la causa della sua ira .funesta edannosa? Quali infiniti lutti essa provocd? Quali generoseanime tli eroi invid prematuramente all'oltretomba (Orco)?Quali salme rimasero senza sepoltura? E perch6? Quale erastata la causa del litigio tra Agamennone (Atride) e Achille?

In tal modo si affina I'attenzione e si colgono particolari ecollegamenti che generalmente sfuggono ad una prima lettura.

Si crea inoltre una aspettativa ed una curiositir che acuisco-no I'interesse del lettore.

6.1.7. Dare una struttura spaziale alla pagine degli appunti

Vi sono molti modi di dare una struttura spaziale al fogliodel quaderno di appunti. La tavola n. 33 ne visualizza alcuni.

La struttura spaziale visualizza la gerarchia dei livelli logi-ci, procedendo da sinistra verso destra, dall'alto verso il bas-so, dal centro alla periferia, dalle informazioni pii generali aquelle piD particolari, dalle parole chiave o idee principali, alleidee di supporto, alle idee di dettaglio.

ln genere si consiglia di suddividere la pagina degli appun-ti in tre parti (vedi tavola n. 34): la parte A, il primo terzo (a

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Tav. 32. Visualizzazione del percorso argomentativo.

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tav. 33. Varietd di forme spaziali del foglio di appunti.

sinistra), d dedicata alle parole chiave, o alle categorie forma-li, o alle domande, o a piccoli disegnetti e grafici; la parte B(al centro) d dedicata alle idee di supporto, alle articolazioniconcettuali maggiori; la parte C (a destra) d dedicata alle arti-colazioni concettuali minori, ai piccoli dettagli, agli esempi.

PRENDERE APPUNTI

Tav. 34. Suddivisione spaziale del foglio d'appunti in tre parti.

6.1.8. Usare nei propri appunti dei segnalatori di importanza

I propri appunti possono essere arricchiti da segnalatori diimportanza, come ad esempio: titoli e sottotitoli, stampatello,grassetto, frecce di percorsi e di collegamento.

6.1.9. Utiliuare abbreviazioni e stenografia

Nel prendere appunti d opportuno utilizzare un codice diabbreviazioni o una tecnica stenografica. Tale codice, pur pre-sentando elementi personali, pud includere indicazioni comele seguenti.

Ad esempio: le parole italiane che terminano in -mente, in-zione, in -bi le, come final me nt e, int e r r o g a7i one, c o mme s t ib i -/e, possono essere abbreviate rn finalm., interrogaT., comme-stib.; alcune parole possono essere abbreviate con un segno:la preposizione "per" pud diventare una "x", la parola "per-ch6" o il concetto di dubbio pud diventare un punto interroga-

6968

CUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Ognuno pud abbreviare le parole nel modo che crede mi-gliore, eliminare frasi di collegamento, scrivere le iniziali deiconcetti fondamentali. In questo caso, gli appunti ricevonouna impostazione molto personale e privata; se, invece, devo-no essere dati da leggere ad altri, b necessario comunicare loroil proprio codice oppure tradurre le abbreviazioni nelle parolecorrispondenti.

E utile rivedere costantemente il proprio codice di abbre-viazioni, per evitare di non ricordare piD, a distanza di tempo,la connessione tra un segno particolare di abbreviazione e laparola intera corrispondente. Senza tale aggiornamento pudaccadere che tali abbreviazioni non siano facilmente compre-se, specialmente se erano troppo idiosincratiche, ciod tropposoggettive.

6.1.10. Utilizzare la disposizione tipografica del libro

La disposizione tipografica del libro b un sussidio nello stu-dio, fornito dall'autore che ha messo in evidenza alcune infor-mazioni rispetto alle altre, usando titoli, titoletti, grassetto ecorsivo.

L'utilizzazione di tali "indicatori di importanza" aiuta adestrarre dal libro uno schema sintetico degli argomenti propo-sti, entro cui inscrivere i propri appunti.

6.1 J 1 . Utiliaare il sistema di segnal.azione di un insegnante

Spesso I'insegnante usa frasi che indicano I'importanza dicib che sta dicendo, per guidare l'attenzione, richiamare allamente cid che d stato appreso e per collegare le spiegazionidel momento a quelle f'uture (vedi tavola n. 35).

Egli pud dire, ad esempio: "Fote attenzione 4 questo cott-cetto perchd fondamentale nella c'omprensione di questo tema.Ripeto nuovamente i punti forti di questa argomentozione.Osservate i passaggi di questa procedura." Sono frasi cheassomigliano alla segnaletica stradale e sono molto utili perorientarsi nella scelta delle informaziont essenziali, anche du-rante la spiegazione.

6.1.12. Scegliere il tipo adatto di quaderno di appunti

I quaderni degli appunti possono essere a fogli rigidi e afogli staccabili (vedi tavola n. 36).

I quaderni a fogli rigidi sono preferibili quando si procedesecondo un ordine fisso predisposto ed affidabile, oppurequando l'insegnante, nella spiegazione della propria materia,procede in modo lineare e sequenziale.

PRENDERE APPUNTI

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Tav. 35. Sistema di segnulaziotre dell'in.seg,nante

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Tav. 36. Tipi di quttderni di appunti.

I quaderni a fogli staccabili sono preferibili quando, in unaricerca si raccolgono informazioni che dovranno essere riordi-nate successivamente, oppure quando I'insegnante, nelle sue

PRENDtsRE APPUNTI

spiegazioni, procede a ruota libera, con salti o con lacune. Ifogfi staccabili permettono allo studente di riorganizzare talispiegazioni in modo piD ordinato e gerarchico.

E consigliabile lasciare, nei propri quaderni di appunti, del-le pagine vuote per eventuali, ed indispensabili, integrazioni.

6.1.13. Trasformare il libro di testo in "quaderno di appunti"

Quando il libro di testo d ben organizzato concettualmentee graficamente, d piD opportuno arricchire il libro di testo conla sottolineatura e con appunti, note e commenti (vedi tavolan.37) sino a considerarlo come un "quaderno di appunti".

6.1.14. Studiare e rielaborare gli appunti

Gli appunti non studiati sono presto dimenticati, nonostan-te lo sforzo e I'impegno per selezionarli. Gli appunti servono perpreparare cib che dovrd essere assimilato. L'assimilazione avvie-ne tramite una ripetizione costante e sistematica degli appunti.

Nella fase di ripasso e di assimilazione degli appunti sidovrd curare la rielaborazione delle informazioni. soprattuttola connessione e la sintesi delle conoscenze.

6.1.15. Un quaderno degli argomenti da approfondire

Quando si rielaborano gli appunti pud accadere che alcuniargomenti risultino poco chiari o lacunosi. In tal caso d beneprendere nota su di un apposito quaderno, intitolato "Quader-no dei punti deboli" o "Quaderno degli argomenti da appro-fondire" e dedicare poi del tempo al loro approfondimento. Ebene essere consapevoli delle proprie lacune e dedicare adesse una parte ben definita del proprio tempo, senza rimanda-re all'infinito il loro approfondimento.

( ; I I I I )A AI-T,O STUDIO: LE TECNICHE

72 -1IJ

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tov. 37. Aricchire il librut di testo.

6.2 Classificazione dei vari tipi di appunti

Vi sono molti tipi di appunti, perch6 si possono prendere invari modi. I pii usati sono i seguenti: appunti tramite trascri-zione: appunti discorsivi; appunti telegrafici; appunti argo-mentativi; appunti tramite antitesi; appunti per categorie; ap-

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74 15

PRENDERE APPUNTI

punti per frasi di inquadramento o frasi-cornice; appunti peridee chiave; appunti per enumerazione; appunti tipo "Zibaldo-ne"; appunti tipo glossario; appunti per schemi, grafici e map-pel appunti per diagrammi: appunti per schede; appunti perimmagini simboliche; appunti per immagini figurative; appun-ti sonori; appunti tramite riassunti; appunti per citazioni, mas-sime, e metafore, appunti tramite domande e risposte; appuntisinottici; appunti a doppia codifica.

Analtzziamol i detta sl i atamente.

6.2.1. Appunti per trascrizione

Prendere appunti trascrivendo, piD o meno passivamente,quanto viene.letto o ascoltato, si riscontra frequentemente tragli studenti. E il modo piD faticoso e meno economico. Forsed anche il meno efficace, in quanto b molto ridotta I'attivitd dirielaborazione e riorgan izzazione person ale delle i nformazioni.

Si eviti di prendere appunti trascrivendo tutto parola perparola: a) perchd d quasi impossibile quando si ascolta (in unminuto si pronunciano in media 150 parole e se ne scrivono30); b) perch6 d molto faticoso; c) perch6 annulla il criteriodella scelta delle informazioni essenziali. Per allontanare la"tentazione" di trascrivere tutto, E bene predisporre, come si dgid detto, una scaletta concettuale del tema in discussione ecercare di richiamare le proprie preconoscenze.

La trascrizione parola per parola d utile solo in brevi cita-zioni o definizioni. In tale contesto d pertinente ed appropriata.

6.2.2. Appunti discorsivi

Gli appunti discorsivi sono una "ricostruzione" delle paro-le chiave entro un tessuto di brevi frasi di collegamento.

GUII)A ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Un esempio di appunti discorsivi, ricavati dalla sintesi deltema sulla feliciti (Vedi Appendice), potrebbe essere il se-guente:

La felicitd 2 uno stato interiore di benessere, serenitd edarmonia. Al contrario, l'infelicitd d ttno stato interiore dimalessere, inquietudine, disperazione. La felicitd i collegatacon l'idea del bene. Ma il bene b considerato in modi moltodiversi e opposti; per alcuni i il piacere, per altri la ricchez-za, per altri il .successo, per pochi l'autorealizzctzione, perpochissimi la virtil. I saggi hanno offerto molte indicazioni estrade per raggiungere la felicitd. Ricordiamo, ad esempio:"Segui la natura", "Evita gli eccessi", "Conosci te stesso","Sii te stesso". Quel che rinnne i convincersi che la-fortunadipende dall'esterno, nta la felicitd dipende da noi, da cib chenoi siamo, dalla crescita della nostra personalitd.

Gli appunti discorsivi si leggono piacevolmente, grazie allefrasi di collegamento, che danno fuiditd ai concetti essenzialiselezionati.

6.2.3. Appunti telegrafici

Sopprimendo la forma discorsiva, ciob i connettivi e le fra-si di collegamento, avremmo un tipo di appunti telegrafici. Gliappunti discorsivi sulla felicith del paragrafo precedente, tra-sformati con lo stile telegrafico, diventerebbero come segue:

Felicitd = benessere. serenitd. armonia.

Infelicitd = rnalessere, inquietudine, disperazione.

Idea del bene = idee contrapposte: a) piacere, ricc'hezza,successo ; b) autorealizzazione, virtil.

Suggerimenti: "Segui natura. Evita eccessi. Conosci testesso. Sii te stesso".

1.

2.

3.

4.

76

PRENDERE APPUNTI

5. Fortuna dall' esterno.

6. Felicitd dall'interno = crescita personalitd.

Gli appunti telegrafici sono pii sintetici degli appunti di-scorsivi, ma sono un po' slegati. Sono utili per il ripasso men-tale perch6 sono essenziali e concisi, ma devono essere legatie "vestiti" piD elegantemente quando vengono usati in un di-scorso orale o scritto.

6.2.4. Appunti argomentativi

Quando si studiano testi argomentativi d utile prendere ap-punti adottando uno schema argomentativo, che b compostodi una tesi e di una serie di prove e garanzie a sostegno dellatesi (vedi tavola n. l9).

L' organizzazione spaziale degli appunti argomentativicomprenderd un luogo per I'enunciazione della tesi (a sinistra)ed un luogo per la lista delle argomentazioni (a destra) (veditavola n. 38).

'litv. 38. Esempio di appunti ttrgomentativi.

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77

( ;UII)A AI-LO STUDIO: LE TECNICHE

Facciamo un esempio.

Dichiarazione'. A me piace studiare

Lista di prove e garanzie'. Perchd imparo cose interessanti;perchd alleno Ia mia intelligenza; perchd mi confronto contemi dfficili; perchd d stimolante per me; perchd considero lostudio come un possatempo piacevole.

E utile imparare ad individuare rapidamente gli indicatoriessenziali delI'argomentazione (" Sostengo questcr tesi... Infat-t i . . . lnoltre... Nonostante... Tuttavia... Pertanto... Inf ine...Dunque...") per schematizzare la struttura degli appunti argo-mentativi (vedi tavola n. l9).

L'argomentazione pud essere induttiva o deduttiva. g in-duttiva quando si parte da molti casi particolan ("Antonio stu-dia ed ? promosso. Michele studia ed d promosso. Elisa studiaed d promossa. Paola studia ed ? pronossc.") e si giunge pergeneralizzazione all'universale (Regola generale: "Se si stu-dia si i promossi."). E deduttiva quando si parte dal generaleo universale ("Tutti i bugiardi sono inctffidabili.") e si giungeal caso particolare ("Marco i inffidabile, perchd i bugiardo.Valerio i inaffidabile, perchd d bugiardo.").

L' argomentazione induttiva presenta la seguente struttura:Supposto che..., partendo che..., assumendo che...., conside-rando che..., si pub generalizzare che...

L'argomentazione deduttiva presenta la seguente struttura:Se i cosi.. . , ne consegue che..., sideduce che..., si pud soste-nere che, si pub concludere che... (vedi tavola n. 39).

6.2.5. Appunti tramite antitesi

Quando nel testo viene descritta una contrapposizione di

0E D Uz/o/ut

/aDuZtoruF

Tav. 39. Appunti argomentativL

autori, di idee, di fatti, di situazioni, b utile organizzare gliappunti per evidenziare tale antitesi.

I modi pii comuni sono: a) gli appunti per antitesi succes-sive; b) gli appunti per antitesi parallele (tabella sinottica):c) gli appunti per biforcazione o schema dicotomico (vedi ta-vola n. 40).

PRENDERE APPUNTI

78 79

CUIDA AI-LO STUDIO: T-E TECNICHE

6.2.6. Appunti tramite categorie

Gli appunti tramite categorie sono la rielaborazione delleinformazioni, attraverso la loro raccolta e classificazione incategorie formali o "raccoglitori" formali (vedi tavola n. 4l),come, ad esempio, le seguenti categorie tematiche: definizione(di felicitd), caratte ristiche (della felicith), cause (dell, infeli-

Tav. 41. Categorie conte "raccoglitori" di informazioni.

PRENDERE APPUNTI

citit), rimedi (suggerimenti dei saggi per raggiungere la felici-td) oppure, definizione (di appunti), quando (b meglio prencle_re appunti), quanto (lunghi devono essere), cosa (annotare).come (annotare), perchr' (d bene prendere appunti).

Per prendere dei buoni appunti d necessario predisporreuno schema di categorie formali, di "agganci" o dil'contenito-ri" o "mediatori" concettuali, ad esempio:

* defi ni z,ione - c aratt e r i s t ic he - c aus e - c ons e g ue nz.e - rime di,* osse rvazione-ipotesi-verifica,a v ittt - o p e re - p e n s i e ro - c o rtfro nt i - o s s e rva zi o tt i c rit ic h e.

Le categorie formali si pongono a lato sinistro del foglio, lerisposte e definizioni nel lato destro del foslio.

6.2.7. Appunti per frasi di inquadramento o frasi-cornice

Le frasi inquadramento o frasi-cornice sono collocate ge_neralmente all'inizio del paragrafo, piD raramente alla fine.Esse introducono o incorniciamo una lista di informazionidettagliate: elenco di caratteristiche, enumerazione di idee disupporto, di prove, di garanzie, di esempi.

Il testo d costituito da una sequenza alternata di frasi-corni-ce e di frasi dettaglio.

Individuando tali frasi di inquadramento, si possono racco-gliere d_ei buoni appunti, anche se generali e talvolta vaghi, per_ch6 le frasi di inquadramento sono spesso troppo sintetiche.

Riprendendo dal tema sulla felicird (Vedi Appendice) lefrasi di inquadramento dei vari paragrafi, si posr*o ottenerei lppunti come i seguenti:

80

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Tav. 40. Alcuni tipi di appunti per antitesi.

8l

CUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

kt felicitd i stata definita in vari modi. Vi sono opinionicontrastanti sulla felicitit e sui modi per raggiungerla. L'o8-getto della felicitd cambia lungo il corso della vita. Non sipttd essere felici quando gli altri sono infelici. Suggerimentiper essere felici. Felicitd come autorealizzazione.

Gli appunti tramite le frasi di inquadramemto sono suffi-cienti quando il tema trattato b noto. Quando, invece, si d pocoinformati su un argomento, si avrd bisogno di maggiori detta-gli, prove ed esempi, e si dovrd, percib, scandagliare pit pro-fondamente il testo.

6.2.8. Appunti per i.dee chiave

Le parole chiave sono quelle informazioni che rimandanoad altre informazioni e ci aprono I'accesso ad altre conoscenze.

Le parole chiave si pongono a lato sinistro del foglio e gliapprofondimenti di dettaglio nel lato destro del foglio, perconservare la direzione della gerarchia logica da sinistra versodestra: dai concetti piD generali, pii "comprensivi" alle ideedi supporto, ai dettagli.

Dopo aver individuato o evidenziato tali parole chiave, dutile organizzarle in uno schema (preferibilmente ad albero) oin percorso concettuale.

Talvolta si pud cercare di ridurre un paragrafo ad una for-mula. Si considerino i seguenti esempi: "Tito Livio = Uno sto-rico che si fa oratore", "Cavour = Il tessitore dell'Unitdd'Italia", "Mazzini -- L'apostolo dell'unitd d'ltalia", "l Pro-messi Sposi - II romanzo della Divina Provvidenza".

Ridurre un paragrafo ad una formula o ad una massima,pud essere utile, ma d rischioso. Infatti, d molto difficile riu-scire a sintetizzare con una sola frase grandi eventi storici, oI'azione di grandi personaggi, o il contenuto di un'opera lette-

82

PRENDERE APPUNTI

raria. Spesso nascono effate generalizzazioni e visioni piutto-sto parziali. La riduzione a formule b valida come sintesi con-cettuale e utile per la memorizzazione. Quando d eccessiva onon d accompagnata dall'analisi conduce alla rigiditd cultura-le e agli stereotipi.

6.2.9. Appunti per enumerazione

Gli appunti per enumerazione sono molto diffusi, perch6sono semplici. Si tratta, infatti, di individuare, da una parte,I'idea centrale e, dall'altra, la lista di caratteristiche ad essacollegata.

Ad esempio: Le cause della caduta dell'lmpero Ronrtnosono:... (segue I 'enumerazione) Prima...Seconda... Terza...

Un altro esempio: Si deve rigettare questa ipotesi per al-meno quattro ragioni.'... (segue I'enumerazione) 1. perchd)...2. perchd)... 3. perchd)...

L'ordine dell'enumerazione procede in genere nel modoseguente: da cid che viene prima a cid che viene dopo, dallacausa all'effetto, dal piil generale al pii particolare, dal piDimportante al meno importante.

Gli appunti per enumerazione possono raggruppare sche-rnaticamente una lista di suggerimenti per raggiungere qual-cosa, come d mostrato nella tavola n. 42, rn cui d indicata la se-quenza ordinata di operazioni cognitive di un piano di lettura.

Piano di lettura

Suggerimenti per un piano di lettura:

l. Saper individuare la tipologia del testo (testo nalra-tivo, descrittivo, espressivo, informativo. interpre-tativo. argomentativo).

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

2. Procedere ad una prima lettura di orientamento e diesplorazione

3. Risvegliare la motivazione ("Perchd leggere que-sto libro?").

4. Riattivare le preconoscenze ("Cosa conosco gid suquesto argomento?") ed anticipare tematiche ed ar-gomentazioni.

5. Porsi delle domande strutturate sul contenuto, sullesequenze, sullo stile.

6. Elaborare delle ipotesi ed aspettative sul testo.

7. Saper cogliere i connettivi, le frasi di collegamentoe di raccordo. Esse hanno la funzione di guidare illettore nella individuazione dell'organizzazioneconcettuale ("Consideriamo questo aspetto del pro-blema. Non posso essere d'accordo su questo pun-to. Questa ipotesi si d rivelata precaria. Supponia-mo che cid sia probabile. Tuno cid sembra dareragione a questa tesi.").

8. Individuare la struttura concettuale: tema generale,divisioni e articolazioni.

9. Individuare I'architettura del paragrafo e la sequen-za dei paragrafi.

10. Pesare la validitd delle arsomentazioni che sosten-gono la tesi.

11. Leggere per uno scopo ("Sto leggendo per infor-marmi? Per raccogliere informazioni? Per appro-fondire? Per ripetere?") e selezionare uno scopoper volta.

12. Procedere ad una lettura analitica.

13. Procedere ad una lettura critica.

14. Verificare che si sta comprendendo (automonito-raggio).

84 85

PRENDERE APPUNTI

Organizzare le informazioni in arrivo tramite le tec-niche del sottolineare, annotare. schematizzare edarchiviare.

Memorizzare quello che si sta leggendo.

Ripassare le informazioni appena apprese per riela-borarle e collegarle in sintesi sempre piD strutturate.

Tav. 42. Esempio di appunti per enurneraTione.

6.2.10. Gli appunti tipo "Zibaldone"

Gli appuntr tipo "Zibaldone" sono una raccolta molto variadi informazioni, ottenuta accumulando in successione dati,osservazioni e pensieri su una serie di quaderni. La denomina-zione di "appunti tipo Zibaldone" deriva da G. Leopardi.

Leopardi (1798-1837) ha raccolto in numerosi quaderni,chiamati "zibaldone" (ciob, "miscuglio" di varie cose), le sueriflessioni sull'arte e sulla poesia, sulla letteratura e sulla filo-sofia, sulla felicitd e sul pessimismo, e su svariati altri temi.Sono 4526 pagine scrit te in l5 anni, dal l817 al1832, dall 'ethdi 19 anni fino ai 34 anni.

Ad un certo punto Leopardi ha sentito il bisogno di elabo-rare un indice degli argomentr: "lndice del mio Zibaldone dipensieri cominciato agli undici di luglio 1827, in Firenze. Iprimi numeri indicano le pagine del Zibaldone: gli altri i ca-poversi delle pagine."

Alcuni temi ricorrenti in tale indice sono: Amore, Amorproprio, Antichi, Doveri morali, Educazione, Egoismo, Ele-ganza nella scrittura, Felicith, Filologia, Filosofia, Gioventi,Grazia, Illusioni, Letteratura, Lingue, Omero, Piacere, Poesia,Scienza, Speranza, Vita, Uomo.

Lo Zibaldone di Leopardi costituisce una miniera di pen-sieri, una enciclopedia di riflessioni, da utllizzare nelle proprie

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

ricerche per arricchire I'esposizione e per rafforzare le argo-mentazioni.

Ad esempio sul tema della felicitd si possono trovare nu-merosi pensieri (vedi tavola n. 43).

Dalle numerose pagine dello Zibaldone dedicate atale tema, si possono ricavare le seguenti dichiarazioni.

Lafelicitd ? avvertita dall'adolescente quando si im-magina un avvenire luminoso, prima di scontrarsi conla cruda realtd (p. 76 dello Zibaldone). I^o felicitd con-siste nelle illusioni (p. 167). Per far felici gli uomini bi-sogna riportarli alla natura (p. 222). ln conoscenza delvero non fu e non sard mai sorgente di felicitd (p. 667).La felicitd consiste nella vivacitd e vitalitd delle sensa-zioni (p. 2018). La felicitd i il fine dell'esistenza (p.2936). kt natura aveva assegnato la felicitit a tutte leetd dell'uomo; oggi solo Iafanciullezza i rimasta comeetd felice, ma i anch'essa tormentata e guastata dal-l'educazione e dall'istruzione allo scopo di renderel'uomo colto e civile e cio? infelice (pp. 3079-3080).L'uomo cerca di evitare quanto piit possibile l'infelicitdcon la distrazione e con il letargo, cioi con un minoresentimento dell'esistenza (pp. 3846-3848). Sono menofelici col,oro che hanno piil amor proprio, piilforte sen-timento della vita, piit vita spirituale e piil vitalitd inte-riore (pp. 3921-3927). L'uomo non D felice, perchd lanatura ci ha dato il bisogno dellafelicitd, ma non i mez-zi per soddisfarlo @. a5l7).

Tav. 43. Pensieri di Leopardi sullafelicitd.

Seguendo I'esempio dello Zibaldone del Leopardi, ognunopud elaborare un analogo sistema di raccolta dei propri appun-ti, citazioni, pensieri e riflessioni, numerandone la successio-ne ed accompagnandoli da un breve titolo, per ritrovarli facil-mente.

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PRENDERE APPUNTI

6.2.11. Appunti tramite glossario

Il glossario d un piccolo vocabolario dei concetti essenzialidi una materia. Spesso i glossari si trovano gih fatti, alla finedi certi libri. E meglio, perd, elaborarli personalmente, per riu-scire a condensare il maggior numero di informazioni nelladefinizione di ciascun concetto chiave.

Nello studio della filosofia alcuni concetti chiave sono iseguenti: antinomie, axiologia, categorie, epistemologia, esi-s t e nz.ia I i s mo, fe no me n o lo g i a, i de ali s mo, immane n za, me t afi s i -u\ scetticismo, storicismo, sillogismo, trascendenza.

Nello studio del diritto alcuni concetti chiave sono i se-guenti: ammenda, aministia, arbitrato, comma, impugnaz,io-ne, interdizione, premeditaz.ione, reato, sanzione.

Nello studio dell'economia, alcuni concetti chiave sono iseguenti: ammortamento, capitale fisso, capitale variabile,domnnda, offerta, decollo economico, deflazione, dividendo,irtflazione, lotta di classe, proletariato, profitto, quota?.ione,recessione, saktrio.

E preferibile inserire tali concetti fondamentali di una ma-teria entro un percorso logico per evitare la frammentazioneed il nozionismo. Quando un concetto si lega ad un altro pervia logica, d pii facile recuperarlo. Quando b slegato d quasiperduto.

L'obiettivo b memorizzare il linguaggio tecnico, il lessicospecifico, la rete concettuale o struttura teorica di una materia.

Una volta raggiunto tale risultato, si avverte la voglia diapprofondire i dettagli, nasce la soddisfazione di apprendere egermoglia il piacere dello studio.

87

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

6.2.12. Appunti per schemi e mappe

Prendere appunti attraverso schemi e mappe concettualipresenta il vantaggio della visualizzazione spaziale e graficadelle informazioni pii importanti. Si ha, in tal modo, una vi-sione di insieme, essenziale e sintetica, che facilita la perce-zione, la riorganizzazione e la memorizzazione dei dati.

Ad essi sarh dedicato il prossimo capitolo.

6.2.13. Appunti per diagrammi

I diagrammi sono delle visualizzaziont o rappresentazioniconcrete di una idea. In tal modo, i numeri, di per s6 astratti,diventano pii concreti, "visibili" e sono facili da percepire ememorizzare.

Tale ricodificazione visivo-spaziale in istogrammi e areo-grammi d un modo efficace e concreto di prendere appunti.Pertanto, quando si ascoltano delle percentuali o statistichevarie, invece di trascrivere solo i numeri d meslio abbozzare

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FONTE

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Tav. 44. Tipi di schede.

88 89

SCHEDA N.

INTESTAZIONE: Felicitd

LIVELLI DI ANALISI: I . Condizioni. IL Mentesana.

CITAZIONE:

"...Ia vita d felice, se b consona con la propria natura,ma a tanto non si pud giungere se, in primo luogo, lamente non d sana, anzi, se non d in continuo possessodella sua sanith, poi se non d forte e volitiva, inoltre, senon d straordinariamente paziente, capace di adeguarsialle singole situazioni, interessata, ma senza ansie, alproprio corpo ed a quanto lo concerne, ed anche amantedi tutte le altre cose che ornano la vita, senza entusiasmidi sorta, pronta infine ad usare i doni della fortuna, sen-sa farsene schiava".

FONTE:L.A. SENECA, Vita felice in I dialogfti, Rusconi,

trad. it. A. Marastoni,1979, Milano, p. 339).

Tav.45. Esempio di scheda.

PRENDERE APPUNTI

un istogramma o un areogramma e visualizzare graficamentele proporzioni numeriche (Vedi tavole nn. 84, 85, 89).

6.2.14. Appunti per schede

Un modo molto comune di prendere appunti nell'ambito diricerche accurate d quello delle schede. Le schede costituisconouna particolare organizzazione spaziale del foglio di appunti.

Esse possono essere fogli (formato A4, ciob foglio intero, o85, ciod mezzo foglio) o piccole schede in cartoncino (7 x 10

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

SCHEDA N.

TTTOLO:

LIVELLI DI ANALISI:

I. LIVELLO (Capitolo):

II. LIVELLO (Paragrafo) :

III. LIVELLO (Sottoparagrafo):

CITAZIONE:

FONTE:

COMMENTO:

90

Tav. 46. Scheda prestampata

9l

PRENDERE APPUNTI

cm) su cui trascrivere le informazioni essenziali, citazioni,dati. statistiche. riflessioni e commenti (vedi tavolan. 44\.

Le schede hanno la seguente struttura: In alto si lascia lospazio per I'intestazione, dove si colloca in sintesi il contenu-to della citazione riportata sotto. Nella parte centrale si trascri-ve il testo della citazione. Nella parte inferiore si cita corretta-mente la fonte (vedi tavola n. 45).

L'insieme di queste schede verranno raccolte in schedari(vedi tavole nn. 98, 100, 104), o tematici, o alfabetici.

Tale struttura pud essere modificata, a seconda delle esi-genze particolari di uno studente. Per esempio si possono usa-re schede prestampate (vedi tavola n. 46) quando si sta sche-dando accuratamente un libro (ad esempio, la Retorica di Ari-stotele), sottoposto ad una lettura critica.

Con I'aiuto del computer si pub predisporre tale formatoall'interno diunword processor o di un data base. Si tratta diun sistema piD rapido di schedatura, di archiviazione e di re-cupero.

Facciamo un esempio (vedi tavola n. 4l)

Schedare un testo significa "smontare" un testo, spezzettar-lo in informazioni dettagliate, classificarlo, per poi "rimontar-lo" in un ordine diverso, in relazione ai propri scopi di ricerca.

ln una ricerca sulla felicith, si possono schedare vari libri,ad esempio,l'Etica Nicomachea di Aristotele, La vitafelice diSeneca. Si tratta di leggere questi libri e trarre da essi, para-grafo per paragrafo, le citazioni pii significative inserendolein categorie formali come le seguenti: "CaLtse Infelicitd", "Og-getto Felicitd Virtil", "Oggetto Felicitd Piacere". Una voltasmontato il testo si pud "rimontare" secondo il proprio sche-ma o la tesi che si vuole dimostrare.

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tav. 17. Esempio d'uso della scheda prestampata.

SCHEDA N. 233

TITOLO: LA RETORICA DT ARISTOTELE

LIVELLI DI ANALISI:

I. LIVELLO (Capitolo): Discorso retorico.

II. LIVELLO (Paragrafo): Esempi ed entimemi.

III. LIV ELLO (Sottoparagrafo) : Effi caci a persuasori a.

CITAZIONE:

"I discorsi oratori sono infatti gli uni fondati sugliesempi, gli altri sugli entimemi [ragionamenti sillogisti-cil e gli oratori parimenti sono gli uni inclini agli esem-pi, gli altri agli entimeni. Certo i discorsi che procedonoper esempi non sono meno convincenti, ma quell i basatisugli entimemi travolgono di piD".

FONTE:

ARISTOTELE, Retorica, tra. it. di Armando Plebe,Laterza, Bari, 1986, p. 9.

COMMENTO

Aristotele di importanza al l 'entimema, o ragiona-mento, nell'ambito della persuasione retorica. Per taleragione afferma che "la retorica b analoga alla dialetti-ca" (p. 3).

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Tav. 48. Esempio di intestazione di una scheda.

In ogni scheda deve esserci un luogo per il titolo, dove siapossibile segnare I'uso che si fard della scheda indicando perquale scopo, tema o argomento essa sari utilizzata (vedi tavo-la n. 48). Se, ad esempio, nella scheda d stato raccolto un pro-verbio: "Chi trova un amico trova un tesoro", nello spaziodedicato alla titolazione, o intestazione, bisogna indicare inquale "direzione" potrd essereutrhzzata tale scheda. In quellospazio si potrd scrivere: Amicizia, Solitudine o altro.

Tale spazio dedicato al titolo ha una funzione analoga aquella della bussola.

Nello spazio centrale della scheda si trascrive la citazione,se essa b breve, oppure, se d molto lunga, si sintetizza o si fasolo un riferimento come il seguente; "Nel libro di... nellepagine... c'i un'ottima analisi del tema della... Le parolet:hiave _sono le seguenti... Lo schema del brano i il seguen-te...". E bene evitare di copiare sulle schede cid che pub esse-re facilmente reperibile nel testo. Talvolta copiare interi branirichiede molto tempo. Spesso, una fotocopia del testo da sche-dare b molto pii economica di una copiatura a mano o a mac-china.

GUIDA ALLO STUDIO: T,E TECNICHE

Per trascrivere delle buone citazioni d necessario riuscire asintetizzare il succo di un brano in poche righe.

Sintetizzare d possibile ed b conveniente, ma, talvolta, lafretta ce lo impedisce, perch6 sintetizzate richiede tempo e ri-flessione.

Nella schedatura ed archiviazione b importante essere pre-cisi e segnare autore, testo e pagina, da cui b stata tratta unacitazione. Tale precisione e accuratezza fa risparmiare moltotempo. Inoltre, nel lavoro intellettuale, d indispensabile predi-spone una vasta base bibliografica sull'argomento del propriosettore di studio.

La bibliografia d analoga alle colonne portanti di una co-struzione e costituisce, percib, la trama salda ed articolata del-l'architettura di una argomentazione. Talvolta d opportunomemorizzare adeguatamente le fonti bibliografiche piD sicuree significative per essere agevolati nella ricerca e nell'esposi-zione delle proprie idee.

Sulla scheda b opportuno aggiungere le proprie valutazionie commenti sul contenuto della citazione trascritta.

In tal modo, la schedatura non si limita ad essere una mec-canica trascrizione di idee altrui, ma diventa il luogo del con-fronto tra le idee di un autore e le proprie.

6.2.15. Appunti per immagini simboliche

Le immagini simboliche sono degli ideogrammi, ciob dellerappresentazioni visive strlrzzate, che hanno la funzione diesemplificare e di ricordare un concetto astratto (vedi tavolan.49).

Ad esempio, una bilancia ed una spada sono il simbolodella giustizia.

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'ltn,. 49. Esempi di visualizzazione di immagini sirnboliche.

Un esempio molto ricco di immagini simboliche ci b datoclal filosofo italiano G.B. Vico (1668-1744), che pone, comel)'ontespizio del suo llbro I'a Scienza Nuova, una figura moltoclaborata (vedi tavola n. 50), con lo scopo di aiutare il lettore

GUIDA AL[-O STUDIO: LE TECNICHE

a formarsi un'idea del libro prima di leggerlo e di ricordarlameglio dopo averlo letto.

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Tav. 50. Frontespi:.io del libro La Scienza Nuova di G.B. Vico.

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PRENDERE APPUNTI

Per spiegare tale figura simbolica G.B. Vico dedica piD ditrenta pagine di descrizione analitica (vedi tavola n. 51). Inquesto libro, G.B. Vico sostiene I'idea di uno sviluppo storicodell'umaniti secondo una linea ideale eterna che mette in con-tatto il mondo umano con il mondo divino. Con la raffigura-zione del frontespizio egli cerca di rendere concreta, visibile,la sua concezione teorica.

Nell 'opera di G.B. Vico tale spiegazione. che servecome introduzione dell'opera, d descritta molto detta-gliatamente in trenta pagine. Ecco un breve riassunto.

La donna con le tempie alate che sovrasta la terra(mondo della natura) b la Metafisica.

Il triangolo luminoso con un occhio all'interno rap-presenta la Divina Provvidenza, estaticamente contem-plata dalla Metafisica.

Il globo terrestre (o Natura) d sostenuto solo in partedall'altare, perch6 i filosofi hanno considerato solo par-zialmente la Divina Provvidenza. studiandone solo sliaspetti naturali.

I due segni zodiacali nella fascia che cinge il mondosono quelli del Leone per ricordare Ercole e della Vergi-ne per ricordare I'etd dell'oro.

Il raggio della Divina Provvidenza si riflette su ungioiello convesso posto sul petto della donna, ad indica-re il cuore terso e puro, e da l) si riflette su Omero.

Omero, narratore delle gesta degli dei e degli eroi,primo autore del mondo pagano, rappresenta la sapienzapoetica dell'etd eroica.

L'altare indica che la civiltd comincib con la religione.

Sull'altare, a partire da destra, compare il lituo (pic-colo bastone) con il quale gli buguri effettuavano le di-vinazioni.

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GUTDA ALLO STUDIO: LE .TECNICHE

Vicino al lituo vi d I,acqua in un recare i riti di purificazio".-J; ;;";jil::lotente per indi-

La fiaccola accrqua d simbor,o;;#ffiiappoggiata al recipiente d'ac-

. L'urna cineraria posta. sulla destra tra Ie selve indicate sepolture (ed il senso o.r|immoniiia a"il,unima) e isegnali di divisione dei campi.r.vrr".'r.

t'.tlt::il?' .davanti all' urna e davanti alt'alrare, indica

'-,.r^t llrone rappresenta gli spostamentimtte la navigazione.La tavola dell,alfabeto, appoggiata su un rottame di

:Xl;il: i"trrdi ne cori nzi o, i i, ii r-"-i [n gin e del le I i n g u e

... In primo piano c_llpare, da destra, un fhscio romano{ll potere politico aristocraticol. ,nulpuda (la forza del_ii ill ?;ilfl3fiil:f "'-";;;;:;i5'oi tun"iu i;;;-caduceo di Mercuri,rato

sulla legge dell,egu.ag]i;za), ;iva).

r (simbolo della pace "

oela ,riri"i-

L'intera tavola d suddivis-a in tre parti: quella in bas_so che indica it mondo d"l[-;;i";i.1it rnonao deetiuomini)' que'a media .n.l"i i .r t i"*"." derta natria: il:, ifl, : j # *** *pl,_: f :; -,

;. ;;j e q u e,, a i n a r toche indica' mondo delia ;;i#:ii;:ffi fiil ;:Tft :

" i i ;)i ; r a zi on e d e t fron r e s p i aio de t t i b ro.m

, Yn altro esempio^ci.d fornito dar fronrespizio der ribro IlLetratano det f itosofo.ingtese i.;;;", f l588_ 1679) (veditavora n' 52)' In esso Ho^?'r .-d'.""* ra sua idea poritica ditrpo assolurisra con la rurfiguriii;;ironaro (che rapprerrn tu lo 3 tut;;, ; ;; il"fJ#j""i :fr" tffi:;

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,Aftr i esempi di immagini simbolichene lta mi tologia ( Edipg i";;;, N;"r) : f:;:ffi ;:.r:i, ;il:so (si ricordino le varie parabot. Oei-/angelo).

Particolare del frontespilio de llleviatano di T. Hobbes.

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6.2. 1 6. Appunti tramite immagini figurative

Un altro modo di prendere appunti d costituito dalla tradu-zione dei concetti.a-stratti in immagini c.oncrete.

Per raggiungere questo obiettivo si usa la doppia codifica,che consiste nell'utilizzare sia il canale verbale costituito daparole, sia il canale figurativo costituito da immagini.

Tav. 5-1. Esempio di doppia t:odifir:a: verbale e per immagini.

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Un esempio di doppia codifica d rappresentato nella tavolan. 53, in cui sono sintetizzatr, sia verbalmente, che figurativa-mente, i vantaggi del sottolineare.

Gli appunti figurativi sono piD facili da memorizzare e darievocare.

Non d necessario produrre disegni artistici: sono sufficientidisegni molto stilizzati, corredati da frecce, parole chiave, gra-fici. L'importante b sintetizzare in una pagina un gran numerodi informazioni, salvaguardando perb la chtarezza e I'ordine.Si racconta che Mark Twain (1835-1910) avesse l 'abitudinedi preparare le sue conferenze attraverso lo schizzo di un dise-gno o di una mappa figurativa, grazie alla quale sviluppavapoi i concetti, anche astratti.

6.2.17. Appunti sonori

Gli appunti sonori sono appunti registrati oralmente su na-stro magnetico e ripetuti tramite I'ascolto. Essi sono partico-larmente utili per coloro che possiedono una spiccata memo-ria uditiva, o per coloro che devono memorizzare suoni (ap-prendimento delle lingue o di brani musicali), o per coloro chevogliono utllizzare per lo studio anche i tempi "morti" (viaggiin autobus, attese di vario genere, ecc.) (vedi tavola n. 54).

Gli appunti registrati su cassetta sono appropriati quando sidesidera memorizzare definizioni, etimologie, lessico. Sonoinvece inutili quando si vogliono memorizzare brani lunghi(ad esempio un capitolo di storia), senza averli sintetizzati erielaborati in schemi. Ad esempio, per ascoltare una sola voltaun capitolo di storia registrato ci vorrd almeno un'ora e mez-.za. Se, invece, si schematizzano le informazioni in una mappavisiva, si potrd ripetere mentalmente tale capitolo molte voltecon lo stesso tempo. Per risparmiare tempo b necessario regi-strare, quindi, solo brevi informazioni, scelte tra quelle piDimportanti.

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brevi e concisi. Si scelgano frasi ben costruite nel ritmo e so-noritd.

Facciamo un altro esempio.

Sintetizziamo il pensiero {i.Socrate.-t'n''

Socrate afferma che d sapiente soltanto chi sa di non sape-re. Egli si .serve dell'ironia per distruggere la presunTione disapere. Si serve della maieutica, o arte della levatrice, perfarpartorire a ciascuno la propria veritd interiore. II dialogo dricerca comune: i dialettica. Attraverso il dialogo egli condu-ce il suo interlocutore alla definizione del concetto universaledei vari temi: la virtil, il bene, Ia felicitd, lct giustizia, I'obbe-dienza alle leggi. La morale di Socrate d fondata sulla massi-ma "Conosci te stesso". Nessuno commette il male volonta-riamente. La virtit i conoscenza, il vizio i ignoranT.a. La virtit? felicitit.

Questo riassunto del pensiero socratico pud essere registra-to in un minuto. Continuando a registrare appunti con taleconcisione, si pud giungere a raccogliere la sintesi di un corsodi filosofia in una sola cassetta di 60 o 90 minuti.

Solo grazie a tale sintesi, gli appunti sonori possono essereriascoltati varie volte e facilmente memorizzati. Invece, unaraccolta di 20 o 30 ore di registrazione di un corso di filosofia,o di un'altra materia, raramente potrd essere riascoltata.

Dopo la sintesi, sard necessario, perd, allenarsi ad estende-re ed amplificare i concetti che sono stati precedentementecondensati e contratti.

Le caratteristiche di concisione, ritmo e sonoritd, stimolanoil canale uditivo e facilitano la memoria uditiva; cib b provatodal miglior ricordo di poesie, canzoni, filastrocche e sloganspubblicitari, rispetto ai brani di prosa.

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Tuv. 54. Appunti sonori.

E opportuno registrare le informazioni adottando una con-cisione essenziale, un ritmo efficace ed una sonorith espressi-va. Ad esempio: Filosofia = amore della sapienza. Metafisica= scienza dei principi e fondamenti dell'essere. Gnoseologia= discorso sulla genesi, natura e validitd della conoscenza.Scetticismo = mettere in dubbio o negare la possibilitd di ac-cedere alla veritd.

La mancanza di sintesi, di ritmo e di espressione diminui-sce l'interesse ed aumenta il carico della memoria. Ad esem-pio: Maieutica = Metodo adottato da Socrate che consiste, inanalogia all'arte della levatrice, nell'aiutare il proprio inter-locutore con opportune domande a partorire Ia veritd che icustodita latente dentro di s6. Si pud abbreviare in questomodo: Maieutica = metodo dialogico socratico per far parto-rire la propria veritir.

Quando si deve sintetizzare un capitolo o il pensiero di unfilosofo E necessario adottare molte contrazioni, per essere

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Poichd gli appunti registrati su cassetta richiedono moltotempo per essere riascoltati, b utile accompagnarli con appuntivisivi, sia di tipo schematico che figurativo. Gli appunti visivifacilitano la percezione rapida dei concetti schematizzati esono, percid, pir) adatti nei ripassi veloci.

Una domanda che vien posta solitamente dagli studenti d laseguente: "lnvece di predere appunti in classe, non 2 meglioregistrare la lezione e poi riascoltarla e trascriverla con cal-ma a casa?".

La risposta a tale domanda dipende dall'uso che si intendefare degli appunti.

In generale si pud dire che d meglio prendere appunti du-rante la lezione e registrarla solo quando d troppo densa diconcetti ed b difficile prendere appunti soddisfacenti. Il talcaso B utile registrarla e riascoltarla in un secondo momentoper recuperare quello che era sfuggito.

Se si desidera trascriverla, d consigliabile sempre sintetiz-zare e schematizzare, riservando la trascrizione letterale solo apochi concetti fondamentali.

6.2.18. Appunti tramite riassunti

I riassunti sono un modo molto noto di prendere appunti.Alcuni pensano che i riassunti siano inutili, altri sostengonoche sviluppano la capacitd di sintesi. [n ogni caso, nello stu-dio, b indispensabile sintetizzare le informazioni, e contempo-raneamente rielaborarle in modo personale, in connessionecon le altre informazioni che si possiedono sull'argomento.

Per riassumere efficacemente si possono seguire alcune in-dicazioni:

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a) Leggere e rileggere.

b) Comprendere accuratamente.

c) Sottolineare le informazioni essenziali, selezionandole daquelle secondarie. Si tratta di tagliare e cancellare le infor-mazioni "irrilevanti". Nel riassumere si perde sempre qual-cosa, ma si opera una condensazione delle informazioni ap-propriata per i propri scopi. Si mandano sullo sfondo le in-formazioni secondarie per far emergere in primo pianoquelle essenziali (principio di contrasto figura-sfondo).

d) Sintetizzare e schematizzarc.

e) Generalizzare, individuando la frase generale piD compren-siva, e, se non c'b nel testo, generandola.

f) Riorganizzare le informazioni importanti secondo un nuo-vo criterio o secondo i propri scopi e produrre un nuovotesto che conservi le informazioni essenziali, pur cambian-do forma, struttura e stile.

Nel riassumere d importante anche stabilire un criterio diriduzione delle informazioni a seconda delle proprie necessi-td, prerequisiti ed interessi. Qualcuno pub assumere come cri-terio la riduzione delle informazioni al30Vo, qualcuno al207oo al lU%o e qualcun altro al 5Vo.

Come esempio riassumiamo il brano di Manzont Il miraco-lo delle noci.

Il Miracolo delle noci di A. Manzonr.

"Oh! dovete dunque sapere che, in quel convento,c'era un nostro padre, il quale era un santo, e si chiama-va il padre Macario. Un giorno d'inverno, passando peruna viottola, in un campo d'un nostro benefattore, uomodabbene anche lui, il padre Macario vide questo bene-

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

fattore vicino a un suo gran noce; e quattro contadini,con le zappe in aria, che principiavano a scalzar la pian-ta per metterle le radici al sole. "Che fate voi a quellapovera pianta?" domandd il padre Macario. "Eh! padre,son anni e anni che la non mi vuol far noci; e io ne fac-cio legna". "Lasciatela stare - disse il padre - sappiateche, quest'anno, la far) pii noci che foglie". Il benefat-tore, che sapeva chi era colui che aveva detta quella pa-rola, ordind subito ai lavoratori, che gettasser di nuovola terra sulle radici; e, chiamato il padre, che continuavala sua strada, "Padre Macario - gli disse - la metd dellaraccolta sard per il convento". Si sparse la voce dellapredizione; e tutti correvano a guardare il noce. Infatti, aprimavera, fiori a bizzeffe, e, a suo tempo, noci a bizzef-fe. Il buon benefattore non ebbe la consolazione di bac-chiarle; perch6 andd, prima della raccolta, a ricevere ilpremio della sua caritd. Ma il miracolo fu tanto piD gran-de. come sentirete. Quel brav'uomo aveva lasciato unfigliuolo di stampa ben diversa. Or dunque, alla raccol-ta, il cercatore andd per riscuotere la meti ch'era dovutaal convento; ma colui se ne fece nuovo affatto, ed ebbela temeriti di rispondere che non aveva mai sentito direche i cappuccini sapessero far noci. Sapete ora cosa av-venne? Un giorno (sentite questa), lo scapestrato avevainvitato alcuni suoi amici dello stesso pelo, e, gozzovi-gliando, raccontava la storia del noce, e rideva de' frati.Que' giovinastri ebber voglia d'andar a vedere quellosterminato mucchio di noci; e lui li mena su in granaio.Ma sentite: apre l'uscio, va verso il cantuccio dov'erastato riposto il gran mucchio. e mentre dice: guardate,guarda egli stesso e vede ... che cosa? Un bel mucchiodi foglie secche di noce. Fu un esempio questo? E ilconvento, invece di scapitare, ci guadagnd; perch6, dopoun cosi gran fatto. la cerca delle noci rendeva tanto, cheun benefattore, mosso a compassione del povero cerca-tore, fece al convento la caritir d'un asino, che aiutasse aportar le noci a casa. E si faceva tant'olio, che ogni po-

vero veniva a prenderne, secondo il suo bisogno; perch6noi siam come il mare, che riceve acqua da tutte le parti,e la torna a distribuire a tutti i fiumi."

Le parole chiave pii significative del brano sono: PadreMacario, albero di noce, predizione, figlio scapestrato, fogliesecche, olio, poveri.

Con il sostegno delle parole chiave, si pud elaborare unriassunto, utilizzando frasi piD generali di quelle presenti neltesto ed adottando il criterio della riduzione al 207o dellaquantitd del brano originale.

Riassunto. Un giorno Padre Macario vide dei con-tadini che stavano per abbattere un albero di noce, per-ch6 da tempo non dava piD frutto. Padre Macario pregdil proprietario di non abbatterlo predicendo che quel-I'anno avrebbe dato pit noci che foglie. Cosi fu' Ma ilproprietario, che ne aveva promesso la metd al conven-to, mori prima di vedere il miracolo. Il figlio era unoscapestrato, non voleva mantenere la promessa fatta dalpadre e se la rideva dei frati. Un giorno, volendo mo-strare ai suoi amici il gran mucchio di noci, restd sbalor-dito quando vide che erano state trasformate in un muc-chio di foglie secche. Tutti seppero del fatto e ci furonomolte donazioni di noci al convento. Ci fu quindi moltaproduzione di olio, a beneficio dei poveri.

6.2.19. Appunti tramite quaderni di citazioni, massime,metafore

Talvolta gli appunti possono essere ordinati in quaderni checontengono solo citazioni, aforismi, massime, metafore, ana-logie, frasi particolarmente profonde o significative' Nell'an-tichitd era molto diffuso questo metodo di raccogliere le mas-sime o i detti memorabili di un autore in manuali e antologie.

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CUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

In essi venivano raccolte e selezionati i "fiori" o i "frutti"migliori di un autore.

Da una frase concisa e profonda o da un fatto esemplare ededucativo, d possibile poi dedurre pensieri e riflessioni e rica-vare suggerimenti e considerazioni. Tale scelta di citazioni,metafore, massime, emerge da un bisogno interiore di essen-zialith e di nutrimento culturale o da semplice collezionismo(vedi tavola n. 55).

I. TOTALITA. ANIMA, PLATONE."E credi di poter conoscere rettamente la natura del-

I'anima senza conoscere la natura del tutto'/" (Platone.Fedro).

2. DIVENIRE. ERACLITO.Eraclito afferma: "Non ci si immerge mai due volte

nello stesso fiume". Tutto scorre. Tutto cambia. Tuttodiviene.

3. LTBRI. LETTURA. LETTORE.Anatole France scrive: "Tutti i libri, in generale, e

anche i pii belli, mi sembrano molto meno preziosi perquello che contengono che per quello che vi pud metteredentro il lettore. I migliori, secondo me, sono quelli chedanno piD da pensare e su cose pii diverse."

4. AUTOREALIZZAZIONE. NIETZSCHE.L'unico valore d la vita. Tutto cid che limita, umilia,

avvilisce la vita, d un peccato contro lo spirito. La vita dvolonth di potenza (F. Nietzsche).

6. AMORE. MORALITA. NIETZSCHE.Quel che si fa per amore d al di ld del bene e del male

(F. Nietzsche).

7. AUTOSTIMA. GOETHE.Goethe scrive: "Se tu tratti un uomo quale d, egli ri-

marrd cosi com'd. Ma se tu lo tratti come se fosse quelloche potrebbe o dovrebbe essere, certamente verrh cidche potrebbe o dovrebbe essere."

8. CRITICA. ARMI.Si vince sia con le armi della critica sia con la critica

delle armi.

9. AMORE. EDUCATORE. FREUDL'amore d, accanto al bisogno, una grande forza edu-

cativa (S. Freud 1916).

I O. INNAMORAMENTO. PLATONE.Essere innamorati d lo stato in cui rinascono le ali

dello spirito (Platone, Fedro).

1I.EROS. PENIA. POROS. PLATONE.Secondo Platone (Simposio), Eros b figlio di Penia,

ciod di mancanza di povertd e di Poros, ciod di espe-diente e di ingegnositi.

Tav. 55. Appunti di citazioni, massime, metafore.

Per consultare rapidamente tale quaderno di citazioni b ne-cessario elaborare un indice analitico dei temi ed argomentiraccolti. Essi sono evidenziati nel titoletto che accompagnaogni pensiero. Tale indice analitico costituisce un archivio te-matico, utile per non perdere tempo nella ricerca di citazioniappropriate ed indispensabile per sostenere le proprie tesi edargomentazioni (vedi tavola 56).

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PRENDERE APPUNTI

5. AMORE. SCHOPENHAUER."I primi in amore sono anche i

(Schopenhauer).

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Amore: 5,6,9,Anima: l ,Armi: 8,Autorealizzazione: 4,Autostima: 7,Critica: 8,Divenire: 2,Educatore: 9,Eraclito: 2,Eros: I l ,Freud, S.: 9,Goethe: 7,Innamoramento: l0Libri: 3,Lettore: 3,Lettura: 3.Moralith: 6.Nietzsche: 4, 6,Penia: I 1,Platone: I , 10, I l ,Poros: I l ,Schopenhauer: 5,Total i td: l .

Tuv. 56. Esentpio di intlice unulitico

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

6.2.20. Appunti tramite domande e risposte

Un modo molto proficuo per lo studio e la memorizzazioned quello di riorganizzare le informazioni essenziali neila strut-tura schematica di domande e r isposte brevi. Ad esempio:Quali sono le parti della cellula? Le parti della cellula soro,il nucleo, il citopla,snra e la membrana. In uno stile pii tele-grafico: Parti della cellula? Nucleo, citoplasma, membrana(vedi tavola n. 57).

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Tav. 57. Esempio di appunti a domanda e risposta.

Talvolta si possono usare piccole schede di cartoncino (7cm. x l0 cm.): nella parte facciata A si scrive la domanda enella facciata B si scrive la risposta.

Leggendo la facciata A si cerca di anticipare la rispostadella facciata B. Inoltre si possono distinguere le schede indue gruppi: quelle che si sanno e quelle che non si sanno. Intal modo, si pud controllare il proprio ritmo e processo di ap-prendimento, verificando numericamente quante schede (con-cetti) sono stati memorizzate e quante rimangono ancora daassimilare.

Lo svantaggio di questo metodo d la frammentazione delleconoscenze, il rischio del nozionismo e la perdita dei collega-menti. Per evitare questo rischio d necessario riordinare taliappunti in un percorso tematico, per recuperare I'architeturaconcettuale dell'argomento di studio.

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

6.2.21. Appunti sinottici

Gli appunti sinottici ("sinottico" parola greca che significa"visione di insieme") sono costituit i da una tabella in cui sonocondensate un gran numero di informazioni essenziali. Tal-volta. questa tabella ha la grandezza di un foglio di carta ealtre volte quella di un cartellone o di un poster. In esso sonoraggruppate schematicamente le informazioni essenziali diuna materia.

Vi sono tabelle sinottiche semplici e tabelle sinottiche com-plesse (vedi tavole nn. 58. 92,93).

Gli appunti sinottici offrono il vantaggio di un immediatoconfronto tra numerose variabili.

Ttn,. 58. Tabelle sinottiche semplici e complesse.

Un altro sistema di appunti sinottici consiste nell'elencareuna serie di autori, ad esempio una lista di letterati, ed elabo-rare un confronto del loro pensiero prendendo in considera-zione alcuni punti chiave, ad esempio, il pessimismo (veditavola n. 59), o la politica, o il concetto di Giustizia, o quellodi Liberti.

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Tav. 59. Esempio di tubellu .sirtonicu.

Esistono numerosi tascabil i per la scuola superiore e perI 'universith. elaborati in base a tal i cri teri sinott ici. Sono uti l io no'? Sono utili molto parzialmente, in quanto la sintesi, cheessi propongono, deve essere sempre rielaborata personalmen-te e non ingoiata come un cibo precotto. In altri termini, non sipub studiare sugli appunti altrui, anche se si tratta di appuntistampati e pubblicati in edizione tascabile.

Le tabelle sinottiche. soprattutto se sono frutto di elabora-zione personale, sono utilissime quando si deve fare un esa-me, perch6 permettono di padroneggiare con un solo colpod'occhio un gran numero di informazioni, specialmente, sesono disposte spazialmente e corredate spesso di piccoli dise-gni e grafici.

6.2.22. Appunti a doppia codifica

Gli appunti migliori sono quelli che integrano schemi spa-ziali, immagini, parole chiave e definizioni mnemoniche bre-vi. In altr i termini, i migl iori appunti sono quell i che combina-no il codice verbale (parole chiave e frasi mnemoniche) ed ilcodice per immagine (disegnetti, grafici. disposizione spazia-le) (vedi tavole nn. 60. 96).

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Le parole chiave sono un sostegno perimmagini sono un sostegno per la memoria.niche sono un sussidio sia per la mente che

I' intel l igenza, leLe frasi mnemo-per la memoria.

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Tav.60. Esentpi di appunti di doppia codifica.

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PRENDERE APPUNTI

7. Perch6 prendere appunti

Gli appunti sono un supporto sia per l'intelligenza che perla memoria.

Si prendono appunti per sintetizzare e per ricordare.

Essi sono un supporto per I'intelliEenza perchd permettonodi raggruppare, classificare e ordinare le informazioni e di ri-strutturarle da un nuovo punto di vista. Tale abilitir di "lavora-re" sui dati e di rielaborarli d detta oggi metacogniz.ione. ciodcapacith di riflenere sul proprio modo di conoscere e di pensare.

Gli appunti sono un supporto per la memoria. grazie allaloro caratteristica di sintesi, brevith, raggruppamento. Tali fat-tori agevolano la memorrzzazione. Raggruppando le informa-zioni secondo categorie e schemi concettuali, si riduce il cari-co per la memoria e si esalta il principio della sintesi, segnocaratteristico di una intelligenza acuta e sottile.

Gli appunti non studiati n6 memorizzati sono inutili. Pur-troppo molti quaderni di appunti rimangono inutilizzati. Spes-so si sente dire: "Ho preso tanti appunti, ma adesso non miricordo niente". Gli appunti non assimilati sono perduti. Dopoaver preso dei buoni appunti. bisogna studiarli e ripassarli finoalla completa assimilazione.

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3 Schematiuare

1. Definizione di schema

Uno schema (parola greca che significa "figura", "forma")b una rappresentazione semplificata delle parti essenziali di unevento, di un fenomemo. L'aggett ivo "schematico" b sinoni-mo di essenziale e sintetico. Ma I 'eccesso di schematicith si-gnifica eccessiva generalizzazione, mentalith fissa e rigida,visione ipersemplif icata e r istretta.

I l termine "schema", b sinonimo di traccia, canovaccio,abbozzo, schizzo, modello, sequenza, scaletta, cornice, inqua-dramento. Gli schemi sono organrzzatort e contenitori di in-fbrmazioni. Organizzano le infbrmazioni in gerarchie concet-tuali Qt rinc ip i - up p I ic a zi o n i, c u u s e - c o n s e gue n7e, p ro b le ma- s o -luzione) e le contengono entro categorie che hanno la funzio-ne di "scaffal i" di un archivio (vedi tavola n. 6l).

Aristotele, nel libro intitolato Poetic'a, sull'arte drammati-ca, aveva suggerito di utilizzare degli "schemi" nel costruireuna tragedia, tenendo conto di tre canoni o regole: unith ditempo, unitd di luogo ed unith di azione. Cicerone (105-43a.C.), nel De Oratore, descrive uno schema espositivo. com-posto dalle seguenti fasi: introduzione o prologo, descrizioneo narrozione, confutazione della tesi dell'avversario, presen-

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

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Tuv. 61. Schemi come "scaffali" mentali.

tazione e prove della propria tesi, epilogo o conclusione, pe-rorazione.

Per poter comprendere, riassumere e ricordare le storie, dimportante padroneggiare lo schema ad essi sottostante, com-posto da una sequenza di eventi: inizio, ostacolo, evento ma-gico, superamento dell'ostacolo, conclu.sione. Allo stessomodo, b importante padroneggiare lo schema dell'argomenta-zione, composto datesi, antitesi, confutazione, prove, sintesi,per poter comprendere, riassumere e ricordare i temi argomen-tativi.

La comprensione d il risultato dell'incontro tra gli schemimentali, o mappe cognitive, che l'individuo possiede (cono-scenze dall'alto) e i dati provenienti dal basso (vedi tavola n.62).

Gli schemi hanno anche una funzione "predittiva": permet-tono di prevedere anticipatamente determinate conseguenze edi fare inferenze e deduzioni. Quando si utilizza uno schemadi categorie formali (definizione, cause, conseguenze, rimedi)per fare, ad esempio, una ricerca sulla tossicodipendenza osulla devianza, si riceve dalla sua stessa struttura logica unaguida per raccogliere ed organizzare rapidamente informazio-ni pertinenti ("Come si pud definire la devianza? Quali ne

SCHEMATIZZARE

'litr'. 62. Comprensione corne incontro tra gli schemi mentali e i datipntvenienti dal bosso.

sono le cause? Quali .sono le conseguenze? Quali rimedi?").Esso permette d'anticipare, anche se provvisoriamente, alcunerisposte.

Gli schemi. inoltre, servono per visualizzare gruppi di in-formazioni. Si prenda, ad esempio, il gruppo delle informa-zioni sul l 'orogenesi (nascita delle catene montuose), o sul ci-clo dell 'acqua, o sul la funzione clorofi l l iana, oppure sulle leg-gi di Mendel, o sulle parti del cervello, o sulle funzioni deglialveoli polmonari. Tali informazioni. raggruppate in sintesiconcettuali (schemi verbali), possono essere arricchite da irn-magini (schemi f igurativi) che visualizzano I ' invisibi le.

Gli schemi non sono solo un arricchimento decorativo, maanche un "corredo" fondamentale dello studio per facilitarel'apprendimento e il ricordo di informazioni complesse.

118 l r9

CUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

2. Criteri per schematizzare

I criteri per schematizzarc efficacemente sono:

a) Il principio della sintesi.

b) Il principio di organizzazione logica delle informazioni.

c) Il principio della organizzazione spaziale.

d) tl principio della visualizzazione figurativa.

e) Il principio percettivo dell'effetto contrasto figura-sfondo.

Gli schemi, percid, devono essere sintetici, organizzati, di-sposti spazialmente, figurativi, facili da percepire.

Gli schemi sono sintetici quando si utilizzano le parolechiave.

Gli schemi sono organizzati logicamente quando si elabo-rano reti di informazioni, secondo gerarchie e categorie con-cettuali.

Gli schemi sono organizzati spazialmente quando si evi-denziano, tramite la loro collocazione nello spazio della pagi-na, le informazioni pit importanti che vanno poste in primopiano, generalmente al centro della pagina.

Gli schemi sono figurativi quando si trasformano i concet-ti astratti in immagini concrete. Si pud adottare la doppia co-difica, verbale e per immagine, per arricchire gli schemi conelementi concreti e figurativi.

Gli schemi sono facili da percepire quando si applicano iprincipi della percezione, in particolare, il principio di contra-sto figura-sfondo, i principi di vicinanza (raggruppando con-cetti simili), di somighanza (usando le lettere maiuscole o ilgrassetto per le parole chiave), di "chiusura" (evidenziando le

SCHEMATIZZARE

connessioni concettuali tra le parole chiave dello schema perdare loro, come si dice, "capo e coda") e di continuitd (usandola struttura della ramificazione ad albero o a ruota).

3. Quando schematizzare

Gli schemi sono di grande aiuto in tre momenti fondamen-tali: a) all'inizio dello studio, per riattivare le preconoscenze,b) durante lo studio per incasellare e "imbucare" le nuove in-formazioni in arrivo, c) alla fine dello studio, per rielaborarele informazioni in sistemi o mappe cognitive e per facilitare,in tal modo, I'assimilazione (vedi tavola n. 63).

Si pub schematizzare prima di studiare, durante lo studio edopo aver studiato.

Fare uno schema prima di studiare, significa predisporsialla ricettivith e all'apprendimento, riattivando le precono-scenze ed elaborando domande strutturate.

Fare uno schema mentre si studia, significa cercare di inse-rire informazioni nella rete delle proprie idee (nei propri"schemi mentali").

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Tav,. 63. Gli scherni prima, durante e d<tpo lo studitt.

120

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Fare uno schema dopo che si b studiato, significa voler rias-sumere quello che si b appreso per ricordarlo meglio.

La comprensione b migliore quando b preparata da schemianticipatori ed d seguita da schemi di riflessione e di sintesi.

Predisponendo gli schemi anticipatori, prima di leggere unlibro o di assistere ad una lezione o conferenza, d possibile"prevedere", anticipare cid che si studierd o si ascolterd. Perelaborare uno schema anticipatorio, b necessario farsi doman-de analoghe alle seguenti:

"Qual d la definizione? Cosa conosco di tale argomento?Cosa mi aspetto da questo libro o da questa conferenT.a?Come potrd essere sviluppato questo tema? Quale i la miaopinione in proposito? Se dovessi scrivere un articolo su que-sto tema o dovessi fare una conferenza su di esso, quale se-quenza o percorso concettuale seguirei? Quali domande po-trei porre all'autore o al relatore? Quali le obiezioni? Qualisono Ie cause? Quali le conseguenz,e? Quali i rimedi? Com'ispiegato dal punto di vista sociologico e dn quello psicologico?

Quali sono le prove per sostenere questa tesi? Sono valide?".

Dopo la lettura o l'ascolto di lezioni o conferenze, d utilerielaborare le informazioni raccolte per adattarle ai propri bi-sogni, per innestarle sui propri interessi, per integrarle con leproprie conoscenze. Si tratta di una fase di riflessione utile perassimilare le nuove informazioni. Gli schemi, quando sonocontinuamente arricchiti, integrati, riordinati, riscritti, condu-cono a sintesi sempre piD soddisfacenti.

4. Quanto schematizzare

Bisogna schematizzare quanto serve ai propri scopi.

La quantith degli schemi dipende soprattutto dalla abilith disintesi, sia verbale che figurativa.

t22 r23

SCHEMATIZZARE

L'abilitd di sintesi verbale permette di individuare con ra-piditd e sicurezza le parole chiave da inserire in una "figura"ad albero o a mappa. L'abilitd di sintesi figurativa permette ditradurre i concetti astratti in immagini concrete, come si pudvedere nel frontespizio di G.B. Vico (vedi tavola n. 50) o nellarappresentazione simbolica della Grammatica in una stampadel 1562 (vedi tavola n. 64).

Ittv. 64. Rappresentazione figurativa della Grammatica di DolceL,t l t tv i t ' t t ( 1562).

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

5. Cosa schematizzare

Si devono schematizzare i concetti essenziali, ma, soprat-tutto, la relazione gerarchica dei concetti, ciod la loro com-plessitd e ramificazione ("filiazione") concettuale, per rico-struire il percorso ideativo di un testo.

In particolare, si deve schematizzare cib che d stato sottoli-neato e scelto come importante.

6. Come schematizzare

Alcune indicazioni per schematizzare efficacemente sonole seguenti:

a) Gli schemi devono essere chiari; non devono essere troppocomplessi, perch6 perdono di chiarezza ed efficacia percet-tiva. In altri termini, si deve rispettare il principio di con-trasto di figura-sfondo.

b) E bene elaborare schemi che procedono da sinistra a destra,c on ramific azioni prevalentem ente orizzontali, per as sec o n-dare la direzione della nostra abilitd di lettura che b da sini-stra a destra. Si scrivano le parole chiave in direzione oriz-zontale, anche se le ramificazioni dello schema sono verti-cali o oblique. Infatti, la lettura delle parole verticali edoblique d ardua e lenta, obbliga a ruotare la testa o lo sche-ma, ostacola la percezione dello schema nel suo insieme edimpedisce il ripasso veloce con la tecnica del colpo d'occhio.

c) E bene evidenziare I'idea principale collocandola al centrodel foglio e disponendo le idee di supporto alla periferia.

d) E consigliabile procedere con schemi a ramificazione sem-plice o a biforcazione, evidenziando due aspetti per volta.Tale procedimento, conosciuto fin dall'antichiti, sotto ilnome "antitesi", o "dilemma", facilita la percezione (veditavola n. 65).

t24 125

litv. 65. Schema per antitesi o "dilemma"

SCHEMATIZZARE

c) Nella elaborazione degli schemi, si deve dare una grandeimportanza alle linee e frecce che collegano i vari concettio blocchi. Le frecce indicano il percorso, il flusso, la dire-zione ed il raccordo dei concetti.

Esistono vari modi di utllizzare le frecce (vedi tavola n.(16): frecce di biforcazione, frecce di ramificazione, frecce biu-rrivoche, frecce di opposizione, frecce di convergenza, freccetli "filiazione" a vari livelli e sottolivelli, frecce di raccordo,l'rccce di percorso.

Inoltre, le frecce possono variare nella dimensione o nelnumero. Possono essere grandi o sottili, molte o poche.

6.1. Classificazione dei vari tipi di schemi

Esiste una grande varieth di schemi. Ecco i piir importanti:Io schema numerico, lo schema a ruota e a corollario, lo sche-rna ad albero, lo schema a scaletta o a gradini, lo schema dellapiramide sociale, lo schema a ventaglio, lo schema del ragio-namento sillogistico, lo schema figurativo, lo schema simboli-co, lo schema logico, lo schema a diagramma, lo schema ablocchi, lo schema a diagramma di flusso, lo schema del dia-gramma cartesiano, lo schema ad insiemi, lo schema sinottico,

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r-.-e,t_+ffieTuv. 66. Il linguaggio delle frecce.

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

lo schema a sommario e a riepilogo, lo schema a glossario, loschema della relazione cause-conseguenze-rimedi, lo schemadella ricerca scientifica, lo schema del problem solving, loschema giornalistico, lo schema ad acronimo, lo schema amappa.

Analizziamoli detta sl i atamente.

t26 r21

SCHEMATIZZARE

6.1,1. Lo schema numerico

Lo schema numerico d molto semplice e molto usato (veditavola n. 67). Si suddivide il tema centrale (Parte I, II, III)nelle idee principali che si enumerano generalmente in capi-toli I, II, III,. Ogni capitolo si suddivide in paragrafi, chesono numerati I.1., I.2.,1.3., ecc. Se si vuole procedere nel-I'analisi di livelli pii dettagliati, si possono suddividere i pa-ragrafi in sottoparagrafi e numerarli I.1.1, 1.1.2.,I.1.3. Talemetodo facilita la composizione dell'architettura e del percor-so di un tema.

PARTE T

CAPITOLO I

PARAGRAFO

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SOTTOPARAGRAFO

SOTTOPARAGRAFO

PARAGRAFO

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PARAGRAFO

CAPITOLO 2

PARAGRAFO

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

PARAGRAFO 2.2.

PARAGRAFO 2.3.

CAPITOLO 3

PARAGRAFO 3. I.

PARAGRAFO 3.2.

PARAGRAFO 3.3.

PARTE 2

CAPITOLO I

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SOTTOPARAGRAFO 1.I.2

SOTTOPARAGRAFO I.I.3

PARAGRAFO 1.2.

SOTTOPARAGRAFO I.2.I

SOTTOPARAGRAFO 1.2.2

SOTTOPARAGRAFO I.2.3

PARAGRAFO 1.3.

CAPITOLO 2

Tav. 67. Esempio di schema numerico.

SCHEMATIZZARE

Questo tipo di schema d particolarmente adatto quandol'argomento possiede (oppure quando si vuol dare) una strut-tura logica gerarchica ben definita.

6.1.2. Lo schema a ruota e lo schema a corollario

Gli schemi a ruota e a corollario sono semplici e intuitivi(vedi tavola n. 68). Sono costituiti da un "luogo" centrale incui si colloca I'idea principale e da "luoghi" periferici, dispo-sti a raggera o a corolla, in cui si collocano le idee minori.

Si parla di "corollari" gih nelle opere geometriche di Eucli-de, matematico greco del III secolo a.C.

Tav. 68. Schema a ruota e a corollario.

Questo tipo di schema d particolarmente adatto quando sista elaborando un tema, che ancora d vago e indefinito (veditavola n. 69). E utile nella fase di pianificazione di una ricer-ca. Esso permette espansioni in tutte le direzioni. Facilita laflessibiliti delle idee, perch6 non d molto strutturato, come losono invece lo schema numerico e lo schema ad albero.

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Tav. 69. Abbozzo di schema a ruota sul tema della felicitd.

IGUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Quando il tema b stato elaborato nelle sue varie parti e ra-mificazioni, o quando la ricerca sta per essere conclusa, d piDutile trasforrnare lo schema a ruota in uno schema ad albero,organizzato da sinistra a destra, con il quale d facile eviden-ziare in modo semplice e chiaro la gerarchia logica dei concet-ti e I'armonia delle parti (vedi tavola n. 70).

Tav. 70. Schema ad albero sulla felicitd.

SCHEMATIZZARE

6.1.3. Lo schema ad albero

Lo schema ad albero d appropriato per visualizzare la ge-rarchia concettuale.

Tale schema ha avuto molta fortuna nel corso dei secoli. Siricordino i vari alberi (vedi tavola n.71) delle scienze di R.

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Lullo (1233-1315) ed i vari alberi genealogici. Tale schema dconosciuto anche come "albero di Porfirio", dal nome del filo-sofo latino Porfirio (233-4 - 305 d.C), discepolo del filosofoneoplatonico, Plotino. Non si trova nei manoscritti di Porfirio,ma fu costruito sulla base dei suoi scritti e si ritrova sotto que-sto nome in tutti i trattati di logica medievali e da li d passatonei trattati di logica moderna.

Esso d derivato dall'analogia con ramificazione dell'albero(vedi tavola n.72). Come il tronco di un albero si distingue invari rami minori ma ad esso connessi, allo stesso modo unconcetto pub essere distinto in vari concetti minori ("ramifica-zione delle idee"). Talvolta si usa la metafora della "filiazionelogica delle idee".

Tav. 72. Vari tipi di schemi ad albero.

La forma piD semplice di tale schema b la biforcazione del-le informazioni o dilemma, composto da due aspetti, o corni,di un problema. Nelle scuole di dialettica si suggeriva comeesercitazione logica di suddividere ogni concetto, almeno indue parti o ramificazioni (vedi tavola n.64).

Lo schema ad albero d richiesto tutte quelle volte che sicerca di visualizzare la struttura serarchica di un arsomentocomplesso.

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SCHEMATIZZARE

Tav. 73. Esempio di una ramificazione di un tema complesso.

Si prenda, ad esempio, il tema dell'ecologia (vedi tavola n.73). Esso pud essere analizzato da vari punti di vista: quellobiologico, quello economico, quello politico, quello culturale-educativo. Di ogni aspetto pub essere individuata una ulterio-re ramificazione concettuale.

Le vanazioni figurative dello schema ad albero sono mol-teplici. Esse possono riguardare le dimensioni (delle varie ra-

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tav. 74. Variazione dello schema ad albero.

mificazioni), oltre che i colori. Ad esempio, se si vuole sche-matizzare la composizione sociale, politica o ideologica di unavvenimento storico, si pub utrhzzare lo schema ad albero inuna maniera piD versatile. In particolare, si prenda il caso delmovimento della contestazione studentesca del 1968 (vedi ta-vola n. 74). Essa pud essere rappresentata con uno schema adalbero ramificato, per visualizzare le sue diverse componentiideologiche, piD o meno consistenti. Attraverso il cambiamen-to delle dimensioni delle varie ramificazioni, b pii facile vi-suabzzare anche concetti piir astratti, come, ad esempio, laconsistenza numerica dei vari gruppi. A tale grafico si posso-no aggiungere i vari colori, per indicare anche il colore politi-co-ideologico di tale composizione.

Nel caso si debba fare una ricerca di un certo valore, impe-gno e mole, si pud usare lo schema ad albero, come segue(vedi tavola n. 75):

a) Predisporre uno schema abbastanza ramificato, grandequanto la nostra scrivania.

SCHEMATIZZARE

Tuv. 75. Uso dello schema ad ulbero per I'impostazione di una ricerca.

b) Elaborare, tramite la griglia delle "domande strutturate"numerose idee e categorie.

c) Suddividere ogni concetto, o idea, in altre idee di supporto:In quante parti posso distinguere questo concetto? Qualeinformazioni implicite o sottintese posso dedurre da questoconcetto?

t34 135

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

d) Inserire nei punti appropriati dello schema ad albero leschede che contengono le categorie fondamentali della ri-cerca (defini zi one, c aratt e r i s t ic he, c a u s e, t e o r i e, p r e v e n zi o -ne). Individuare le idee principali e le idee di supporto o disostegno e inserirle nei contenitori predisposti.

e) Riflettere e rivedere la composizione, I'architettura e laproporzione delle parti del tema trattato.

f) Raccogliere il materiale pertinente.

g) Distribuirlo nei luoghi adatti dello schema ad albero.

h) Rivedere la composizione delle parti.

i) Fissare il percorso tematico che si intende svolgere.

l) Scrivere il testo seguendo lo schema logico fornito dal graficoad albero ed utilizzando il materiale (le schede) raccolto.

6.1.4. Lo schema a scaletta o a gradini

Tale schema a scaletta o a gradini (vedi tavola n. 76) dmolto conosciuto fin dall'antichitd. Esso deriva dal metodo deiluoghi, usato come metodo di memorizzazione (Cicerone, Deoroiore, Libro Terzo). E diventato ormai un modo di dire:"Preparare una scaletta su un argomento". Tale schema, cheprende spunto dalla analogia della scala, suggerisce di proce-dere gradino per gradino, o piolo dopo piolo. Tale successionegraduale E stata ritenuta opportuna anche nel campo concet-tuale e si b cominciato, fin dai tempi antichi, a sistemare leinformazioni secondo una progressione di gradini o di luoghi.

Usando questo schema a scaletta, d utile chiedersi: "Cosadovrd mettere al primo gradino? Cosa al secondo? Cosa a[terzo?" e cosi di seguito.

Inoltre d opportuno completare la scaletta inserendovi al-cune categorie concettuali, per meglio ordinare il materiale:

SCHEMATIZZARE

llty. 76. Schema a scaletta e a gradini.

"Al primo gradino svilupperb la definizione di.... al secondo.t,tutlino descriverd le caratteristiche di..., al terzo gradinorlancherd le distinzioni di..." e cosi via.

Tale successione concettuale ci pud servire nell'esposizio-rrc orale o scritta, usando frasi di collegamento che indicano il

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GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

percorso tematico: "ln primo luogo definird il tema, in secon-do luogo descriverd le caratteristiche, in terzo luogo fard unconfronto con le teorie precedenti. Procederd nell'analisi del-le cause e delle conseguenze, mi soffermerd .\oprattutto suirimedi e suggerimenti pratici. Mi avvierb alla conclusione ri-cordando che. . ." .

6.1.5. Lo schema della piramide sociale

Lo schema della piramide sociale (vedi tavola n. 77) pubessere utilizzato per visualizzare tutte le situazioni gerarchi-che in rif'erimento a molti temi, come, ad esempio, la distribu-zione del potere, la divisione e la composizione delle classisocial i .

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Tat,. 77. E.sempi di schenti a piramide sociale.

Studiando storia d molto frequente incontrare frasi come leseguenti: Il IOVo delkt popolazione (i latifundisti) possiede il90Vo dei terreni coltivabili. Una frase del genere d astratta; butile immaginarla piD concretamente, con I'aiuto di uno sche-ma (vedi tavola n. 78).

Lo schema a piramide (raffigurato alla sinistra della tavola)indica dove si colloca questo l}Vo della popolazione in riferi-mento alla scala gerarchica. Si tratta della classe dirigente e

SCHEMATIZZARE

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Iuv. 78. Uso dello schema a piramide sociale.

rluindi va collocata al vertice della piramide. Lo schema atlcstra d un areogramma ed indica la percentuale della ricchez-za (in questo caso delle terre coltivabili). A tale schema silx)ssono aggiungere i colori e la visualizzazione diventerdrrrigliore e piD gradevole all'occhio.

Un altro esempio d quello della tavola n.79, in cui d rap-presentata, tramite lo schema della piramide sociale, la transi-zione dalf 'rzncien rdgime al trionfo della Borghesia, durante larivoluzione francese (1789). Nella piramide a sinistra, al ver-tice, sono indicati il Clero e la Nobilth, ciob le classi dirigenti.Nella piramide collocata a destra, al vertice della piramide, bscgnata la nuova classe dirigente, ciob la Borghesia. Si posso-no inserire nello schema altre indicazioni, a seconda delle ne-ecssith di apprendimento. Si pud usare il colore per renderelriu viva tale visualizzazione.

Va fatta a questo punto una precisazione. Gli schemi sono,corne quello della tavola n.J9, solo degli "schemi". Non pos-sono sostituire assolutamente il libro di testo caratteizzato datrn livello analitico e dettagliato. Gli schemi sono sintetici esono utili solo dopo aver scavato con I'analisi. Senza uno stu-tlio analitico sono inutili e scarni.

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Tav. 79. Visualiz.zazione dello scherna a piramide in wn spiegazione distoria ( rivoluzione francese I 789).

6.1.6. ln schema a ventaglio

Lo schema del ventaglio d molto utile per visualizzare lacomposizione delle parti di un insieme. Tali parti possono es-sere, ad esempio, le forze politiche, quelle sociali, quelle ide-ologiche. Si tratta di uno schema molto versatile (vedi tavolan. 80), specialmente quando si devono rappresentare variazio-ni tra diverse situazioni sociali o storiche.

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

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Tav. 80. Schemi a ventag,lio

140

SCHEMATIZZARE

6.L7. Gli schemi figurativi

Gli schemi figurativi sono tutti quegli schemi che sintetiz-zano delle informazioni utilizzando delle immagini figurative(vedi tavola n. 50). Si pensi, ad esempio, a tutta I'iconografiamitologica degli dei, degli eroi, dei santi. Tutti i miti sonodelle rappresentazioni figurative di concetti psicologici piiastratti e profondi (il mito di Narciso, il mito del Minotauro).Altri esempi di schemi figurativi sono le varie storie della Bib-bia, del Vangelo e delle vite dei Santi, dipinte sui muri dellevarie cattedrali. Si pensi, infine, alle immagini dei manifestipubblicitari, ideologici, politici e commerciali.

Gli schemi figurativi utlhzzano ampiamente la doppia co-diflca (verbale e per immagine). Il codice verbale b molto ana-litico ma astratto, quello per immagine b pii concreto ma trop-po generale. La doppia codifica d superiore all'uno e all'altro,perch6 integra i loro pregi: gli aspetti analitici dati dalle parolechiave e gli aspetti sintetici offerti dalle immagini.

6.1.8. Gli schemi simbolici

Gli schemi simbolici sono delle immagini, un po' stilizza-te, che indicano concetti astratti (vedi tavola n. 50).

Si pensi, ad esempio, al simbolo cinese del Tao (per rap-presentare I'equilibrio di forze opposte) e alla Stella di Davide(vedi tavola n. 8l) o Anello del Re Salomone (per rappresen-tare I'unione degli elementi fondamentali del fuoco, terra, ac-qua e aria). Altri schemi simbolici sono i segni dello Zodiaco,i simboli delle religioni e delle mitologie, i simboli dei gruppil ro l i t ic i ed ideologic i .

Simbolo della combinazione dei quattro elementi: fuoco,tcrra, aria, acqua.

141

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Tav. 81. Simbolo della combirutz.ione dei quattro elementi: fuor:o, terra,aria, acqua.

6.1.9. Lo schema del ragionamento sillogistico

Il ragionamento sillogistico b composto da tre passaggi:a) premessa maggiore; b) premessa minore; c) conclusione.Il classico esempio di sillogismo b il seguente: Tutti gli uomi-ni sono mortali, Socrate:i uomo, Socrate ? mortale.

Oppure si noti la seguente formulazione, piit astratta: Se A-d maggioye dj B e B i maggiore- di C, allora !.-9 masgiore di C,.

La comprensione di questo modo di ragionamento sillogi-

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Tav. 82. V i s ua I i z.zazi one de I ra g i oname nt o s i I I o g i s t i c t t.

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SCHEMATIZZARE

stico pud essere resa piD rapida, usando la seguente visualiz-z,azione di insieme e di sottoinsiemi (vedi tavola n. 82).

6.1.10. Gli schemi logici

Gli schemi logici sono di grande sostegno non solo per I'in-telligenza, ma anche per la memoria.

Un esempio molto noto di schema logico nel campo dellalrlosofia d il quadrato logico di Aristotele (vedi tavola n. 83). Si

/,rr'. ,9.1. Schema del quadrato logico di Aristotele.

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Tav. 84. Istogrammi e areogrammi.

tratta di uno schema che permette di valutare con rapiditi la veri-td o la falsitd logica di ogni frase (universale e particolare, af-fermativa e negativa). E utilissimo nel ragionamento sillogistico.

6.1.11. Gli schemi a diagrammi

I diagrammi comprendono una grande varietd di schemi,realizzati essenzialmente tramite istogrammi e areogrammi divarie forme. Gli istogrammi e gli areogrammi sono delle vi-suahzzazioni grafiche di dati numerici (vedi tavola n. 84).

Grazie agli istogrammi ed areogrammi, i dati numericiastratti possono diventare delle figure spaziali. Gli istogrammivisualizzano i dati attraverso delle colonnine. o a "canne d'or-

Tav. 85. Esempio di areogramma dei paesi esportatori di pesce.

r44

lov. 86. Schema a blocchi.

145

SCHEMATIZZARE

gano". Gli areogrammi visualizzano la composizione percen-tuale delle parti di un insieme, rappresentato solitamente comeun cerchio. Per tale motivo, talvolta, gli areogrammi sono det-ti "torte". Ci sono molti modi di rappresentare graficamentegli istogrammi e gli areogrammi. Ad esempio, si pud suddivi-dere I'area della figura di un pesce per indicare la differenteproporzione dei paesi esportatori di pesce (vedi tavola n. 85).

6.1.12. Lo schema a blocchi

Quando vi sono numerose informazioni da organizzare inuno schema o mappa, d piD opportuno usare lo schema a bloc-chi, per visualizzare il rapporto reciproco fra varie informazioni,incorniciate ed inscritte entro i rettansoli (vedi tavola n. 86).

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Tav. 87. Esempio di schema a blocchi.

Con delle frecce si possono mettere in relazione i concetti'gli uni con gli altri. Si pud variare la dimensione delle freccee delle parole per indicare l'importanzadi qualcosa rispetto alresto (vedi tavola n. 87).

t46 147

SCHEMATIZZARE

6.1.13. Lo schema a diagramma di flusso

Il diagramma di flusso o algoritmo (vedi tavola n. 88) d undiagramma a blocchi che ha un orientamento pii lineare. Sichiama in tal modo perchdle informazioni procedono sequen-zialmente secondo un flusso di corrente. Per questa caratteri-stica d uno schema molto usato nell'ambito dell'informatica.in quanto b molto coerente con il sistema dei computer.

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/irr'. ,98. Schema a diagramma di flusso.

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

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Tav. 89. Esempio di diagrammi cartesiani

6.1,14. I-a schema del dingramma cartesiano

Il diagramma degli assi cartesiani d molto noto. I due assisono: I'ordinata che d orientata verso I'alto e I'ascissa che dorientata da sinistra verso destra. E un diagramma molto utileper visualizzare 1l punto di incontro di due gruppi di dati nu-merici. E quindi una efficace visualizzazione di dati a doppiaentrata (vedi tavola n. 89).

6.1.15. Lo schema ad insiemi

Lo schema ad insiemi b fornito dai diagrammi di Eulero(1707-1783) e di Venn 0834-1923) e sono delle visuahzza-zioni grafiche di concetti logici. Essi rappresentano visiva-mente i concetti di inclusione o I'appartenenza di un sottoin-sieme ad un insieme maggiore.

Immaginiamo di tradurre visivamente con lo schema degliinsiemi la seguente frase complessa: "La memoria b importan-te per il metodo di studio. Ma il metodo di studio non b sola-mente un problema di memoria. lnoltre, la mnemotecnica bsoltanto un sussidio del metodo di studio. Il metodo di studionon pub ridursi affatto alla sola mnemotecnica". Una tradu-zione visiva b rappresentata nella tavola n. 90.

148 t49

SCHEMATIZZARE

Lo schema degli insiemi d appropriato per rappresentare ipunti in comune tra due insiemi, ad esempio tra A e B, traIiconomia e Politica, o tra piD insiemi, come nell'esempioclelle tre variabili dell'apprendimento (conoscenze, motivazio-nc. metodo).

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Ifuv. 90. E.sempi di schemi ad insiemi.

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6.1.16. Gli schemi sinottici

Le tavole sinottiche sono degli schemi che permettono diridurre e di visualizzare le informazioni essenziali entro unapagina o tavola. Nel passato sono stati molto esaltati (per laloro composizione logica) e qualche volta contrapposti al me-todo delle immagini (svalutate perchd troppo fantasiose. Conle tavole sinottiche si possono distribuire i dati in caselle o"scatole" etichettate in vari modi, a seconda dei propri scopidi studio: aspetti positivi - aspetti negativi - aspetti interes-santi, oppure: cause - conseguenze - rimedi (vedi tavola n. 9l).

Tav.9l. Esempio di tavole sinottiche.

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SCHEMATIZZARE

Nelle tavole n.92 e n. 93 sono rappresentati due esempi ditabelle sinottiche sugli argomenti di questo libro: il sottoiine-are, il prendere appunti, il fare schemi, I'archiviare, secondole seguenti categorie: definizione, quando, quanto, cosa, come,perch4. La tavola n.92 d verbale, e va compilata con le ideechiave ricavate dalla lettura del libro. La tavola n. 93 d piDfigurativa, in quanto sintetizza i concetti essenziali tramite im-magini. L'integrazione di parole chiavi e di immagini sche-matiche costituisce il miglior modo di prendere appunti.

Itn.9-J. Tavola sinottica u doppia codifica sulle tecniche di sturlio.

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Itrv. 92. Tavola sinottica sulle tecniche di stuclio

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6.1.17. Gli schemi a sommario e a riepilogo

Gli schemi a sommario e a riepilogo (vedi tavola n.94)sono degli schemi molto comuni. Lo schema a sommario vie-ne generalmente collocato all'inizio del testo per orientare illettore su cid che d contenuto in esso. Lo schema a riepilogoviene di solito collocato alla fine di un capitolo per riepiloga-re, appunto, le informazioni essenziali. Generalmente vieneproposto in una forma discorsiva, altre volte viene proposto inuna forma di lista di caratteristiche o di punti essenziali. I rie-piloghi sono importanti, perch6 vi d condensato lo sforzo dievidenziare soprattutto cid che d veramente indispensabileconoscere e ricordare.

Un'utile sequenza operativa per elaborare schemi emappe pud essere la seguente:

L Anticipare uno schema provvisorio personale, primadi studiare.

2. Predisporre uno schema ad albero o a ruota.

3. Predisporre una serie di schede-categorie (introdu-zione, fonti, premesse, fatti, metodi, vantaggi, svan-taggi, cause e conseguenze), le quali serviranno dacontenitori per raccogliere e per classificare le infbr-mazioni.

4. Individuare (sottolineare), estrarre dal testo le ideeprincipali, le idee di supporto e trascriverle su sche-de di cartoncino.

5. Inserire provvisoriamente le idee chiave (trascritte sucartoncino) nei vari livelli gerarchici dello schemaad albero gid predisposto.

6. Utilizzare la doppia codifica.

7. Riflettere e osservare I'insieme dello schema.

SCHEMATIZZARE

Valutare I' organiciti, la gerarchia, I' equilibrio archi-tettonico.

Elaborare una stesura definitiva dello schema secon-do i principi della chiarezza e dell'essenzialitd.

Tav. 94. Esempio di sommario e riepilogo su come elaborare schemi.

6.1.18. Gli schemi a glossario

ll glossario d una raccolta di termini specifici di una mate-ria, accompagnati dalla definizione e da osservazioni e com-menti ("glosse").

Si possono schematizzare i concetti essenziali della mate-ria di studio sotto forma di un elenco alfabetico del lessicospecialistico di una materia. Ad esempio: L'economia dalla Aalla Z. In politica dalla A alla Z.

Tale schematizzazione ha il vantaggio di ordinare e rintrac-ciare immediatamente un concetto all'interno dell'ordine alfa-betico del proprio glossario, anche se la gerarchia concettualed frammentata: essa deve essere rielaborata e ricostruita a parte.

E opportuno, percid, procedere parallelamente: da un latocompilare un glossario (vocabolario) dei termini pii impor-tanti della materia che si sta studiando, e, dall'altro, cercare dirielaborare e rivedere continuamente gli schemi e mappe con-cettuali della materia di studio. Ad esempio, si possono orga-nizzare schede tematiche sul diritto, sulla religione, o sul-I'estetica, utilizzando accuratamente i concetti essenziali especifici raccolti nel proprio glossario. [n tal modo, il glossa-rio non rimane un semplice elenco alfabetico di concetti stac-cati, ma una raccolta ordinata di schemi tematici composti daparole chiavi ben definite e commentate.

8.

r52 r53

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

6.1.19. I-o schema della relazione Cause-Conseguenze-Ri-medi

Si tratta di uno schema concettuale che favorisce la crea-zione,la produzione di idee e l'ordinamento delle idee intornoad un dato tema (vedi tavola n. 9l).

Su un qualsiasi tema o problema, ad esempio, lo stress, latossicodipendenza, la crisi della coppia, possiamo uttlizzarelasequenza strutturata dello schema Cause-conseguenze-rime-di, per generare idee: "Quali sono le cause dello stress? Quali.rono le cause individuali? Quali sono le cause ambientali? Inche modo incide il proprio stile di vitct? Quali sono le conse-guenz.e per I'organismo? Le malattie psicosomatiche sonodovute allo stress? ecc...".

6.1.20. I-o schema di una ricerca scientifica

Una ricerca scientifica, per essere considerata tale, deveseguire una accurata e standardizzata procedura metodologicao schema (vedi tavola n. 95).

Si parte dalla dichiarazione della propria tesi, elaborata inbase alle osservazioni e alla raccolta di dati. Si esaminano esi valutano le ricerche precedenti.

Si elabora una ipotesi provvisoria, che dovrh essere verifi-cata.

Si controlla la propria ipotesi scegliendo attraverso un pro-cedimento metodologico che comprende'. soggetti sLt cuisperimentctre la propria ipotesi, mnteriale di sperimenta-zione, prove.

Si raccolgono i risultati. Confermano I'ipotesi? Se la rispo-sta b si, la ricerca ha fine, perch6 I'ipotesi d stata conferma-ta; se la risposta B no, bisogna rivedere la procedura prece-dente o cambiare ipotesi.

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t54 155

SCHEMATIZZARE

e) Conclusione, in cui si espongono le considerazioni su cibche d stato provato e su cid che deve essere ancora appro-fondito e provato.

6.1.21. Lo schema del problem solving

Anche nella procedura di risolvere un problema Qtroblemsolving) si pub seguire uno schema formale, che pud esserevalido per molte situazioni problematiche.

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Tav. 95. Esempio dello .schema di una ricerca scientifica-

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Le fasi principali della soluzione di un problema possonoessere le seguenti (vedi tavola n. 96):

l. Farsi numerose domande ("Quando ho avvertito questoproblema? Di quali dati avrei bisogno per raggiungere lasoluzione? Ho risolto nel passato qualche alto problemaanalogo a questo?").

Tav. 96. Esempio di schema in doppia codifica delle fasi del problemsolving.

4.

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156 t57

SCHEMATIZZARE

2. Percepire e definire accuratamente il problema.

3. Raccogliere altre informazioni.

4. Precisare gli obiettivi.

5. Elaborare alternative, generando ipotesi e ristrutturando idati da vari punti di vista.

6. Verificare, controllare, soppesare vantaggi e svantaggi del-le varie alternative o ipotesi.

7. Scelta dell'alternativa (o ipotesi) migliore.

8. Valutare i risultati.

9. Rivedere.

6.1.22. Lo schema giarnalistico

Nell'ambito giornalistico si d soliti suggerire il seguenteschema per costruire una notizia corretta ed esauriente: Chi?(attore o agente), Cosa? Dove? Quando? Come? Perch6? Sitratta di uno schema molto semplice, ma molto utile, per alle-narsi a scrivere in modo chiaro e diretto.

6.1.23. In schema ad acronimo

Lo schema ad acronimo d una tecnica mnemonica e consi-ste nell'usare le iniziali di una parola significativa come baseper ricordare una sequenza di termini e di concetti.

Ad esempio, la parola FELICITA pud diventare un acroni-mo, ciob una sigla per ricordare altre parole, concetti, o se-quenze di caratteristiche inerenti alla definizione di felicitd:

F = Fiducia in se stessi e sulla vita,

E = Equil ibrio interiore.

L = Liberth interiore.

[ = Interesse,

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C = Conosci te stesso,

I = Integrazione personalitd,

T = Trasformazione interiore,

A = Autorealizzazione.

Tali schemi ad acronimi possono essere costruiti a secondadelle necessitd dello studente. Si possono ad esempio usare inomi di Leopardi o di Manzoni, come acronimi, per aggancia-re schematicamente una sequenza di altri concetti. E opportu-no ricorrere a questa tecnica, solo come supporto mnemonicodello schema logico delle informazionl

6.1.24. Lo schema a mappa

Una mappa, in termini geografici, d una rappresentazionecartografica di un territorio. La parola "mappamondo" indica,appunto, una rappresentazione geografica della superficie ter-restre. Una mappa ha la caratteristica di ridurre in un brevespazio una grande quantith di informazioni importanti.

Elaborare una mappa concettuale di un tema significa ri-dune gli elementi essenziali del tema ad una visualizzazionegrafica, per fissare percorsi tematici e per riuscire, con un solocolpo d'occhio, avisualizzare e a controllare un vasto "territo-rio" di informazioni. Il vantaggio pir) specifico della mappaderiva dalla capacith di sintesi. Prima di giungere ad elaborareuna mappa concettuale analitica, coerente e proporzionata, dnecessario passare attraverso numerose revisioni.

Una mappa, inoltre, ha il pregio di definire e descrivere unpercorso concettuale (vedi tavolan. gl). Un percorso mentaleconsiste in una successione ordinata di idee adiacenti e conti-gue I'una all'altra. Tale contiguitd associativa, logica o fanta-stica, favorisce il transito della nostra mente dall'una all'altra,seguendo un percorso che b stato gii stabilito in precedenza'

158 159

SCHEMATIZZARE

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Tav. 97. Esempi di mappe

7. Perch6 schematizzare

Gli schemi facilitano la sintesi, I'organizzazione gerarchicaconcettuale, la disposizione spaziale e la visualizzazione diinsieme.

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Gli schemi, da un lato, aiutano I'intelligenza, in quanto sti-molano la capacitd di rielaborare, classificare e sintetizzare leinformazioni, e, dall'altro, aiutano la memoria, in quanto ridu-cono il materiale da assimilare, specialmente se b rappresenta-to in forma figurativa e spaziale.

Gli schemi sono focalizzatori dell'attenzione. Essi aiutanoa pensare meglio, in modo attivo e creativo, soprattutto quan-do sono stati elaborati personalmente.

Gli schemi arricchiscono il testo con I'aggiunta della "dop-pia codifica", quella verbale, tramite parole chiave e quellaper immagini, tramite "figure" come I'albero, la ruota, la sca-letta.

Essi visualizzano la gerarchia e I'architettura concettualedel testo.

lmparare a "pensare per schemi" significa sviluppare lacapaciti di sintesi e rafforuare la memoria: si ricordano, infat-ti, un maggior numero di informazioni, grazie alla loro con-nessione logica e alla loro visualizzazione spaziale, ma anchegrazie alla creativith personale investita in essi.

[-Jna "mente coltivata" pensa per sistemi di conoscenze, per"mappe cognitive". Pensa in modo ramificato, articolato, dif-ferenzi ato, analitico e gerarchizzato.

Il pensiero d una attivitd che di struttura e "forma" (Ge-stalt) alle informazioni. Esso costruisce schemi di rielabora-zione e di organizzazione delle informazioni: teorie, concetti,categorie, confronti, raccordi, metodi. Chi li possiede sa sinte-tizzare, classi ficare. confrontare, ordi nare. Ass i mi la fac il men-te e ricorda fedelmente.

4 Archiviare

1. Definizione di archivio

Il termine archivio indica una raccolta ordinata di docu-menti e il luogo dove sono raccolti e conservati.

Dopo aver raccolto le informazioni che interessano, b ne-cessario conservarle in ordine entro uno schedario (vedi tavo-la n. 98), per poterle recuperare rapidamente.

L'archiviazione delle informazioni b una attivith sia di rie-laborazione che di codificazione. La rielaborazione d richiestadal bisogno di assimilazione e di sintesi sempre pii compren-sive. La codificazione (dare un codice) b richiesta dal bisognodi ordinare le informazioni in un ordine alfabetico o in unpercorso tematico (definizione-cause -conse guenze-rimedi),per poterle rintracciare facilmente.

Quando si parla di archiviazione, si pensa generalmentealla biblioteca. A differenza della biblioteca, non si cataloga-no libri, ma informazioni, raccolte sotto forma di appunti eschemi. Un sistema di archiviazione chiaro ed efficiente fa ri-trovare facilmente i libri nella biblioteca e gli appunti nel pro-prio archivio. L'archivio b come un magazzino della memo-ria: deve essere ordinato e sistematico.

161160

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

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Tav. 98. Esempi di archivi.

Spesso gli studenti trascurano questa sezione dello studio.Invece di sistemare gli appunti e gli schemi in un archivio benordinato, li gettano disordinatamente in cassetti o in scatoloni,dimenticandosene talvolta completamente.

ARCHIVIARE

2. Criteri di archiviazione

L'archivio deve essere ordinato, rivisto e riordinato conti-nuamente.

L'archivio d ordinato quando si segue un ordine, quelloalfabetico o quello tematico.

L'archivio va rivisto spesso per richiamare alla memoriatutto cid che si d studiato precedentemente.

L' archi vio va riorganizzato continuamente, perch6 conti-nuamente cambiano gli interessi culturali e gli scopi dello stu-dio. Certi argomenti declinano, altri emergono. Alcuni si sec-cano ed altri risorgono a nuova vita dopo anni.

E necessario, dunque, riordinare le categorie e i percorsitematici, a seconda della propria evoluzione culturale.

3. Quando archiviare

Il tempo adatto per archiviare d dopo che si d studiato (veditavola n.99).

Mentre si studia, si raccolgono appunti, schemi, schede.Dopo aver studiato, b importante dedicare del tempo all'archi-viazione ("Questo schema lo inserisco in questa cartella inti-tolata <Cause della felicitd>. Questo concetto mi potrd servi-re per quest'altro scopo. Aggiungo nell'intestazione di questoschema un'altra parola chiave.").

Se si continua ad archiviare efficacemente e a rivedere con-tinuamente i propri appunti e schemi, si potri accumulare untesoro di conoscenze, facilmente reperibili ed utilizzablli.

t62 163

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tav. 99. Archiviare dopo aver studiato

4. Quanto archiviare

ll quanto archiviare dipende dagli scopi di uno studente.

Si tende ad archiviare maggiormente quando si pensa chele informazioni attualmente selezionate potranno servire undomani, o per una ulteriore ricerca, o per una migliore assimi-lazione.

5. Cosa archiviare

Si archiviano soprattutto le definizioni, le citazioni, i per-corsi tematici, la struttura concettuale di un tema, gli schemi,i grafici, le tabelle, e qualunque altra cosa che sia pertinente aipropri interessi (ritagli di giornali, foto, film). Si archiviano lestesse cose che sono state annotate e schematizzate.

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Tav. 100. Tipi di schedari.

6. Come archiviare

Il pin semplice modo di archiviazione d costituito da unoschedario. Vi sono due tipi di schedari (vedi tavola n. 100):quello tematico e quello alfabetico.

Lo schedario tematico d appropriato quando si sta racco-

ARCHIVIARE

164 165

CUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

gliendo il materiale per una ricerca, organizzata secondo cate-gorie formali, come le seguenti:

Definizione, premesse, dati e statistiche, cause, conseguen-ze, rimedi, modelli di spiegazione, esperimenti, prevenTione,conclusione.

Lo schedario alfabetico b appropriato per riporre ordinata-mente tutte le schede che si possiedono, al fine di poterle ri-trovare molto rapidamente.

E possibile combinare i due schedari.

Ad esempio, tutte le informazioni sul tema della felicith,raccolte in ordine tematico, possono essere inserite, come"pacchetto" di informazioni alla lettera F (vedi tavola n. l0l).Ma all'interno della cartella intitolata Felicith possiamo uti-lizzare un percorso tematico I. Definizione di felicitd. 2. Ca-ratteristiche dellct felicitit. 3. Cause. 4. Oggetto della.felicitd.5. Suggerimenti. 6. Bibliografia.

All'interno della cartellina /. Definizione. Felicitir, si po-

Tav. l0l . Combinazione dello schedario tematico con quello alfabetico.

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ARCHIVIARE

tranno poi mettere in ordine alfabetico le opinioni dei variautori (Aristotele, Boezio, Platone, Seneca, ecc.) ed altre in-formazioni e rifl essioni.

Una intestazione analitica, composta generalmente dalleparole chiave della citazione, facilita una ordinata ed efficien-te archiviazione.

La successione di livelli concettuali sempre piir differen-ziati nell'intestazione facilita la raccolta delle informazioni.

Ad esempio, raccogliendo del materiale sulle Cause dellat o s s i c o d i p e nde nza, s i potranno u sare in test azioni di fferenzi atecome le seguenti (vedi tavola n. 102):

Cause sociali della tossicodipendenza. II. Solidarietd.Mancanza di solidarietd.

Cause sociali della tossicodipendenza: II. Famiglia.Disgregazione familiare.

Cause sociali della tossicodipendenza. II. Isolamento.

Osserviamo un altro esempio di intestazione (vedi tavola103).

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Tav. 102. Esempi di intestazione analitica.

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n.

ARISTOTELE. FELICITA. BENI. VIRTU. SAGGIO.

Nell'Etica Nocomachea Aristotele (384-322 a.C. af-ferma che si devono possedere tre tipi di beni: quelliesterni o materiali, quelli del corpo o corporali e quellidell'anima o spirituali. Tra questi i piD importanti sonquelli spirituali. La felicitb, a suo parere, deriva dallavirtD, senno e capacitd di agire rettamente. Per tale ra-gione, la felicitd b piir accessibile al saggio, perch6 nonha bisogno altro che di se stesso per essere felice. Ma adessa possono tendere tutti.

PLATONE. FELICITA. VIRTU. METAFORA. OTRE.

Platone (427-347 a.C.), nel Gorgia 493-494 parago-na il dissoluto ed intemperante ad un otre bucato, men-tre il virtuoso e temperante ad un otre ricolmo ed ag-giunge che Gorgia 506-507 solo il giusto b felice.

Tav. 103. Esempi di intestazione analitica dffirenziata.

GUIDA ALLO STUDIO: LE TECNICHE

Tale archivio, contemporaneamente alfabetico e tematico,sembra essere il migliore.

Usando il computer si d molto agevolati nell'archiviazionedelle informazioni. I programmi di word processor e di datab as e f acllitano I' organ izzazione dell' archivio, I' ordi n amentodelle schede o files,la ricerca, la modifica, I'integrazione.

Quando tutte le schede sono opportunamente corredate dauna intestazione analitica, d pii facile spostarle, mescolarle,montarle e smontarle, a seconda del tema che di volta in voltasi intende sviluppare. Poich6 una scheda pud essere usata permolti argomenti o temi, bisogna assegnarle una collocazioneben precisa per poterla rintracciare rapidamente nel proprioschedario. (vedi tavola n. 104).

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Tav. 104. Tipi di schedari.

7. Perch6 archiviare

Lo scopo principale dell'archiviazione d dato dalla prospet-tiva di poter o dover uttlizzare un domani cid che si sta impa-rando oggi.

ARCHIVIARE

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