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Questa guida alla liofilizzazione contiene alcune informazioni di base, suggerimenti pratici ed esempi di applicazioni, che vi forniranno le conoscenze necessarie per effettuare con successo le liofilizzazioni nel vostro laboratorio. Con il Lyovapor™, BUCHI fornisce il primo liofilizzatore da laboratorio con portata illimitata e massima facilità d’uso, grazie ai sistemi Infinite-Technology™ e Infinite-Control™. Potrete approfondire il tema della liofilizzazione e trarre vantaggio dal leader del mercato per l’evaporazione in laboratorio. Guida alla liofilizzazione Concetti base e applicazioni

Guida alla liofilizzazione Concetti base e applicazioni · 2017-06-21 · di equilibrio e non potrebbero sublimare ulteriori particelle di ghiaccio. Le particelle di vapore vengono

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Questa guida alla liofilizzazione contiene alcune informazioni di base, suggerimenti pratici ed esempi di

applicazioni, che vi forniranno le conoscenze necessarie per effettuare con successo le liofilizzazioni nel

vostro laboratorio. Con il Lyovapor™, BUCHI fornisce il primo liofilizzatore da laboratorio con portata illimitata

e massima facilità d’uso, grazie ai sistemi Infinite-Technology™ e Infinite-Control™. Potrete approfondire il

tema della liofilizzazione e trarre vantaggio dal leader del mercato per l’evaporazione in laboratorio.

Guida alla liofilizzazione Concetti base e applicazioni

2

Guida alla liofilizzazioneConcetti base e applicazioni

La liofilizzazione è il processo più delicato per

essiccare diversi tipi di materiali deperibili. Il principio

della liofilizzazione si basa sul passaggio diretto di una

sostanza dallo stato solido a quello gassoso, noto come

sublimazione. Inizialmente il prodotto viene congelato

e quindi essiccato per sublimazione in un ambiente

a bassa pressione. La bassa pressione permette una

trasformazione diretta del solvente congelato in vapore.

Nella maggior parte delle applicazioni di liofilizzazione,

il solvente da rimuovere dal prodotto è costituito da

acqua. Tuttavia, si possono utilizzare in una certa

misura anche altri solventi, quali l’etanolo.

La liofilizzazione viene utilizzata soprattutto per

la conservazione di prodotti delicati, soggetti a

deterioramento o decomposizione. La stabilità del

prodotto aumenta enormemente con la riduzione del

suo contenuto d’acqua, a causa del nesso diretto

tra la presenza di acqua e i processi biologici e

chimici, primi responsabili del deterioramento di un

prodotto. Rispetto ad altri metodi di disidratazione,

la liofilizzazione provoca meno danni al prodotto ed

evita che il materiale possa ritirarsi o agglomerarsi

(figura  1). I più comuni metodi di conservazione

sfruttano le temperature elevate, che pregiudicano la

forma e il colore di un prodotto, oltre che il suo sapore,

odore e contenuto nutrizionale. La liofilizzazione è un

processo molto delicato, particolarmente adatto per

prodotti pregiati e termosensibili. La liofilizzazione viene

utilizzata in svariati campi e con obiettivi diversi, quali la

conservazione delle caratteristiche di un prodotto (per

esempio nell’industria farmaceutica), il mantenimento

della forma iniziale (archeologia, fiori) o il trattamento

di un prodotto per usi successivi (per esempio la frutta

nello yogurt).

Il processo di congelamento iniziale crea cristalli di

ghiaccio all’interno e sulla superficie del prodotto. Nel

trasformarsi in ghiaccio, le singole molecole d’acqua

assumono una configurazione in base a una griglia ben

definita (figura 2). Man mano che le molecole d’acqua

sublimano dal prodotto, lasciano minuscoli pori e vuoti

all’interno del prodotto, che quindi mantiene la sua

forma e la sua struttura. La successiva reidratazione

del prodotto risulta quindi semplice e rapida, un

fattore particolarmente importante nelle applicazioni

farmaceutiche. I prodotti liofilizzati possono conservarsi

per parecchi anni a temperatura ambiente, se

adeguatamente sigillati e protetti da umidità e ossigeno.

Sublimazione: da solido a gassoso La sublimazione consiste nel passaggio diretto di una

sostanza dalla fase solida alla fase gassosa, evitando

completamente la fase liquida. La sublimazione può

verificarsi solo in presenza di bassa pressione e bassa

temperatura. Le condizioni di liofilizzazione ideali

dipendono in modo significativo dal tipo di campione

da liofilizzare e dal solvente che dovrà essere asportato

dal prodotto. Dato che il solvente principale è l’acqua,

i tre stati sono ghiaccio, acqua e vapore acqueo. La

Figura 1: I metodi di conservazione comuni applicano calore al prodotto, con conseguenti modifiche strutturali, perdita di colore, sapore e odore, oltre che di componenti nutrizionali (per esempio le vitamine).

Figura 2: Con la liofilizzazione, il ghiaccio passa direttamente per sublimazione allo stato di vapore acqueo, permettendo al prodotto di mantenere la sua struttura e le sue caratteristi-che. La liofilizzazione è un processo molto delicato.

3

liofilizzazione si basa fondamentalmente sul diagramma

di stato (figura 3). Il diagramma di stato rappresenta i

tre stati fisici dell’acqua in funzione delle variazioni di

pressione e temperatura. Il passaggio da una fase all’altra

si verifica in corrispondenza delle curve che separano

i diversi stati, le cosiddette linee di transizione. Come

indicato nella figura 3, l’acqua passa attraverso tutti gli

stati fisici (solido, liquido e gassoso), finché la pressione

prevalente è superiore a 6,11 mbar. A esattamente

6,11 mbar i tre stati coesistono (punto triplo), mentre

sotto a 6,11 mbar l’acqua si presenta solo sotto forma

di ghiaccio o di vapore acqueo. Spesso il prodotto da

liofilizzare è inizialmente un liquido. Considerando il

diagramma di stato, il processo di liofilizzazione passa

attraverso due transizioni di fase: prima alla fase solida

e successivamente alla fase gassosa (freccia rossa).

Affinchè possa verificarsi la sublimazione, una volta che

il prodotto è completamente congelato, la pressione

deve essere inferiore al punto triplo, come indicato nella

figura 3.

Pressione e temperatura I parametri fondamentali per la liofilizzazione sono la

pressione e la temperatura. Di regola il processo di

liofilizzazione è costituito da tre fasi: congelamento,

essiccazione primaria ed essiccazione secondaria.

Ogni fase del processo ha requisiti specifici in termini di

pressione e temperatura. Inizialmente il prodotto viene

congelato a una temperatura sufficientemente bassa

da garantire un congelamento completo (figura  3,

punto  A). La fase di congelamento è illustrata in

maggiore dettaglio nel prossimo paragrafo. Per la fase di

essiccazione primaria è necessario creare le condizioni

per una sublimazione efficiente. Al tempo stesso è

essenziale preservare le caratteristiche del prodotto,

assicurandosi che la sua temperatura rimanga al di sotto

di un determinato valore, la cosiddetta temperatura

critica. Al di sopra della temperatura critica, infatti, si

verifica un cedimento della struttura del prodotto con

conseguenti fenomeni di ritiro o rottura. Idealmente la

liofilizzazione dovrebbe avvenire a temperature appena

inferiori alla temperatura critica. Per attivare il processo

di essiccazione si diminuisce la pressione nella camera

di essiccazione. A questo punto i valori prevalenti di

pressione e temperatura si trovano entrambi al di sotto

del punto triplo (figura 3, punto B).

La sublimazione produce vapore acqueo nella camera

di essiccazione. Se il vapore acqueo non venisse

eliminato dal sistema, si creerebbero condizioni

di equilibrio e non potrebbero sublimare ulteriori

particelle di ghiaccio. Le particelle di vapore vengono

Figura 3: Diagramma di stato dell’acqua in funzione di pressione e temperatura. Tutti gli stati coesistono nel punto triplo. La liofilizzazione avviene al di sotto del punto triplo e richiede valori bassi di pressione e di temperatura.

Pre

ssio

ne

Temperatura

0,00611 bar

1 bar

221 bar

0 °C 100 °C 374 °C

Gassoso

Punto triplo

SolidoLiquido

Punto critico

A

C B

-60 -50 -40 -30

6

5

4

3

2

1

TEMPERATURE [˚C]

VAP

OR

PR

ES

SU

RE

[mba

r]

-20 -10 0

∆p1

∆p2

∆T = 20˚C∆T = 20˚C B

A

a

b

b

b

b

c

c

4

Guida alla liofilizzazioneConcetti base e applicazioni

eliminate tramite un condensatore, un dispositivo

refrigerante che opera a temperature molto inferiori alla

temperatura critica del prodotto (figura 3, punto C). La

tensione di vapore derivante dalle basse temperature

del condensatore è quindi inferiore alla tensione di

vapore del prodotto e costringe le molecole d’acqua

a migrare verso il condensatore. Di conseguenza il

vapore acqueo, o altri gas che possono condensare,

si deposita sulle superfici refrigerate ricondensandosi

come ghiaccio.

La velocità di sublimazione è fondamentalmente definita

dalla differenza tra i valori della tensione di vapore: da un

lato la tensione di vapore in corrispondenza del prodotto

e dall’altro in corrispondenza del condensatore. In

genere, maggiore è la differenza, più veloce è la

sublimazione. Al tempo stesso, più la temperatura

del prodotto si avvicina al punto triplo, maggiore è la

differenza di pressione. La figura 5 indica, per esempio,

che la combinazione A (prodotto a –5 °C, condensatore

a –25 °C) produce una differenza maggiore rispetto alla

combinazione B (prodotto a –25 °C, condensatore a

–45 °C). Per questo motivo è utile operare il più vicino

possibile al punto triplo.

Il calore come elemento propulsoreLa sublimazione è un processo endotermico, che

richiede energia sotto forma di calore. Il materiale che

subisce la sublimazione produce calore e finirebbe

quindi per raffreddarsi, se non venisse fornito altro

calore. Come illustrato in precedenza, più elevate sono

le temperature del prodotto, maggiori sono le differenze

di pressione e più efficiente è quindi il processo di

sublimazione. L’ulteriore apporto di calore incrementa

la sublimazione e rappresenta la vera forza trainante

della liofilizzazione.

I metodi di trasferimento del calore sono la conduzione,

la convezione e l’irraggiamento (figura 4). La conduzione

diretta di calore è applicata negli essiccatori dotati Figura 5: Esempio di variazioni della velocità di sublimazione.

Figura 4: Esistono diverse modalità di trasferimento del calore: conduzione (a), convezione (b) e irraggiamento (c). Quando si usano i vassoi riscaldati, il calore viene trasferito direttamente attraverso la superficie per conduzione, mentre il calore dell’ambiente viene trasferito anche per convezione e irraggiamento. Nelle applicazioni con contenitori multipli il calore proviene solo dall’ambiente.

5

Componenti principali di un liofilizzatore

Camera di essiccazionePer il posizionamento del campione

(p.es. in fiale o su vassoi)

Circuito del vaporeIl vapore acqueo si sposta verso la zona

dove la tensione di vapore è minore

Unità di controlloRegolazione della pressione

e della temperatura

CondensatoreIl vapore acqueo si trasforma in ghiaccio

e si deposita sul condensatore

Pompa da vuotoMantiene molto bassa la pressione

nel sistema

di vassoi, grazie alla possibilità di riscaldarli. La

convezione e l’irraggiamento sono importanti in

termini di apporto indiretto di calore dall’ambiente

circostante. Negli essiccatori con contenitori multipli il

calore viene fornito esclusivamente dall’ambiente, sotto

forma di convezione e irraggiamento. Negli essiccatori

con vassoi il metodo di trasferimento principale è la

conduzione termica; tuttavia, gli effetti della convezione

e dell’irraggiamento sono evidenti e dovrebbero essere

tenuti in considerazione, soprattutto per i campioni

vicini ai bordi della camera di essiccazione.

La quantità di calore apportato al sistema deve

essere tenuta costantemente sotto controllo: la

temperatura del prodotto può aumentare, ma non

deve superare la temperatura critica. La quantità di

calore necessaria dipende dal volume del prodotto e

da come questo viene disposto, oltre che dal tipo di

contenitore utilizzato. I vassoi riscaldati permettono di

controllare con precisione l’apporto di calore con un

gradiente definito e impostando la temperatura. Con

gli essiccatori con contenitori multipli, invece, si ha un

controllo limitato in termini di apporto di calore.

Impostazione del liofilizzatore I componenti principali di un liofilizzatore sono la camera

di essiccazione o accessori specifici per l’essiccazione,

la pompa da vuoto e il condensatore. Il campione da

liofilizzare viene posizionato in un sistema di vassoi

all’interno della camera di essiccazione o inserito in

singoli flaconi che vengono collegati a un collettore. La

pompa da vuoto è collegata alla camera di essiccazione

Freezing Primary Drying Secondary Drying

Shelf

ProductProduct & shelf

1 – 5%5 – 10%> 80%

Condenser Condenser

Pressure

Tem

pera

ture

Pre

ssur

e

Time

AB

C

Water content

6

Guida alla liofilizzazioneConcetti base e applicazioni

postazione di lavoro collegata, oltre che da dispositivi

mobili. Il controllo del processo in tempo reale, la

registrazione dati e i rapporti personalizzati garantiscono

la massima praticità in qualsiasi momento. La app

dedicata permette il controllo a distanza e di ricevere

informazioni immediate tramite notifiche automatiche.

Infinite-Technology™ Il Lyovapor™ L-300 è il primo liofilizzatore a doppio

condensatore con portata illimitata per operare su

scala di laboratorio. Due condensatori si alternano nel

raccogliere il ghiaccio e sbrinare automaticamente il

ghiaccio accumulato. Il sistema passa automaticamente

da un condensatore all’altro allo scadere di un

determinato tempo. Mentre il condensatore nuovo

raccoglie il ghiaccio, un sistema di sterilizzazione

automatico pulisce l’altro, preparandolo per l’uso

successivo. Questa alternanza assicura un’operatività

continua per volumi illimitati di ghiaccio, evitando

i tempi di fermo macchina per lo sbrinamento del

condensatore.

Panoramica del processoI passaggi principali nel processo di liofilizzazione sono il

congelamento, l’essiccazione primaria e l’essiccazione

secondaria (figura  6). Il congelamento avviene in un

congelatore, in azoto liquido o tramite un bagno a

bassa temperatura. La temperatura di congelamento

attraverso il condensatore e ha il compito di applicare

il vuoto alla camera stessa. Inoltre, la pompa da vuoto

elimina tutti i gas incondensabili che non si sono

depositati sul condensatore.

Il compito principale del condensatore è raccogliere

il vapore acqueo e tutti gli altri gas condensabili. Le

molecole d’acqua vengono spinte naturalmente verso il

condensatore, attratte dalla differenza della tensione di

vapore. La temperatura del condensatore deve essere

notevolmente inferiore a quella del prodotto congelato,

cioè di almeno 15 °C. La temperatura operativa di –55 °C

del Lyovapor™ L-200 è quindi perfettamente idonea

alla maggior parte delle applicazioni. L’uso di solventi

organici al posto dell’acqua richiede temperature ancora

più basse per garantire l’eliminazione delle particelle

sublimate. Per questo motivo il Lyovapor™ L-300 è in

grado di raffreddare fino a –105 °C. Inoltre, un sistema

di controllo adeguato garantisce la regolazione della

pressione e del calore. I sistemi di controllo variano da

modelli base a sistemi molto avanzati; Infinite-Control™

BUCHI dispone di caratteristiche eccezionali, che

vanno molto oltre il semplice controllo della pressione

e della temperatura.

Infinite-Control™ Questa funzionalità permette il massimo controllo del

Lyovapor™ direttamente dallo strumento, da qualsiasi

Figura 6: Il processo di liofilizzazione è costituito da tre passaggi principali: congelamento, essiccazione primaria ed essicca-zione secondaria. Il contenuto d’acqua iniziale si riduce solitamente di oltre il 95%.

7

dovrebbe essere impostata molto al di sotto del punto

critico (punto eutettico o temperatura di transizione

vetrosa) del preparato, per garantire che il campione

congeli completamente (figure  3 e 6, punto A). Al

termine del congelamento esterno, il liofilizzatore viene

predisposto per l’uso con l’avvio del raffreddamento da

parte del condensatore (figure 3 e 6, punto C).

Una volta completato il congelamento, si posizionano i

campioni nella camera di essiccazione o si inseriscono

i flaconi contenenti i campioni nelle apposite aperture

del collettore. Successivamente si applica il vuoto alla

camera di essiccazione, impostando il grado di vuoto

specifico per l’applicazione. Se si utilizzano i vassoi

riscaldati, la temperatura del vassoio viene aumentata,

con conseguente innalzamento della temperatura del

prodotto. Tuttavia, la temperatura del prodotto deve

rimanere al di sotto della temperatura critica (figure 3

e 6, punto B). A questo punto viene attivato il processo

di sublimazione. Di seguito vengono descritti in

maggiore dettaglio i singoli passaggi del processo di

liofilizzazione.

Congelamento La maggior parte dei prodotti o preparati liquidi

congela formando cristalli di ghiaccio. Le dimensioni

e la forma dei cristalli di ghiaccio dipendono dalla

velocità di raffreddamento e determinano la qualità

della liofilizzazione: un raffreddamento rapido produce

cristalli di piccole dimensioni, mentre un raffreddamento

più lento produce cristalli più grandi. Ai fini della

liofilizzazione, è più difficile rimuovere dal prodotto

i cristalli di ghiaccio di piccole dimensioni rispetto a

quelli più grandi. La temperatura di congelamento di un

preparato è definita in base alle sue caratteristiche e alla

sua composizione.

In genere i preparati congelano in due diversi modi: le

miscele eutettiche contengono sostanze che congelano

a temperature più basse rispetto all’acqua che le

circonda. Quando si raffredda una miscela eutettica,

l’acqua è il primo elemento a separarsi dalla sostanza,

congelandosi e formando il ghiaccio. Il preparato può

apparire congelato, ma le sostanze rimanenti sono in

realtà ancora liquide e si concentrano in zone che, in

ultimo, congelano a temperature inferiori al punto di

congelamento dell’acqua. La temperatura alla quale

tutti i componenti della miscela sono perfettamente

congelati è detta temperatura eutettica. Si tratta della

temperatura critica del preparato e della temperatura

massima alla quale il preparato può resistere durante il

processo di liofilizzazione. Se si applica il vuoto a una

miscela eutettica non completamente congelata, si

può distruggere il prodotto, poiché i componenti non

congelati si espandono quando vengono sottoposti

all’azione del vuoto.

L’altra categoria di miscele è quella amorfa e assume

uno stato vetroso quando viene congelata. Con la

diminuzione della temperatura, il preparato diventa

sempre più viscoso e, infine, congela formando

un solido vetroso, in corrispondenza del punto di

transizione vetrosa. Per i prodotti amorfi, il punto critico

in termini di stabilità è detto temperatura di collasso.

La temperatura di collasso è, di norma, leggermente

inferiore alla temperatura di transizione vetrosa. In

genere è molto difficile liofilizzare i prodotti amorfi.

Essiccazione primaria La prima fase di essiccazione rimuove la maggior parte

dell’acqua contenuta nel prodotto. A questo punto

occorre controllare attentamente la temperatura del

prodotto e l’apporto di calore. La temperatura ideale del

prodotto deve essere più alta possibile, per ottenere la

massima differenza della tensione di vapore ma, al tempo

stesso, non superare la temperatura critica del prodotto

al fine di preservarne le caratteristiche di congelamento.

Utilizzando i vassoi riscaldati ci si avvicina lentamente

alla temperatura impostata mantenendo la velocità di

riscaldamento prevista. La misurazione simultanea

della temperatura effettiva del prodotto permette di

determinare il punto finale dell’essiccazione primaria. Figura 7: Un fronte di sublimazione ben definito si sposta attraverso il prodotto dall’alto verso il basso.

Fronte di sublimazione

Campione essiccato(“cake”)

Campione congelato

a b c d e

8

Guida alla liofilizzazioneConcetti base e applicazioni

I prossimi paragrafi forniscono ulteriori informazioni sul

rilevamento del punto finale.

Essiccazione secondaria Al termine della fase di essiccazione primaria, la maggior

parte dell’acqua dovrebbe essere stata rimossa. Il

contenuto di umidità residua del prodotto dovrebbe

essere di circa 5 – 10% a causa dell’acqua legata alla

matrice. A questo punto non dovrebbero più essere

presenti cristalli di ghiaccio. La fase di essiccazione

secondaria elimina le molecole di acqua adsorbite

tramite desorbimento. Per ottenere le condizioni ideali

per il desorbimento, sono necessari sia un valore di

pressione più basso possibile, sia un ulteriore aumento

della temperatura del vassoio. Anche in questo caso,

nello scegliere la temperatura del vassoio occorre

tenere in considerazione la stabilità del prodotto. In

genere l’essiccazione secondaria viene effettuata in

tempi più brevi. Al termine dell’essiccazione secondaria

il contenuto di umidità del prodotto dovrebbe essere

pari a 1 – 5%.

Rilevamento del punto finaleCome si fa a sapere quando sono state completate

l’essiccazione primaria e secondaria? Esistono diversi

metodi affidabili per determinare il punto finale del ciclo

di essiccazione principale. Di seguito sono descritti i tre

metodi usati più comunemente nella liofilizzazione, tutti

disponibili con il Lyovapor™ L-300.

Prova della differenza di temperaturaQuesta prova si usa con i vassoi riscaldati quando,

durante l’essiccazione primaria, la temperatura del

prodotto aumenta gradatamente avvicinandosi alla

temperatura impostata del vassoio. Il prodotto viene

riscaldato dal vassoio e la sua temperatura aumenta

simultaneamente. Tuttavia, la temperatura del prodotto

è costantemente inferiore a quella del vassoio, poiché

la sublimazione sottrae calore al prodotto. Una

volta che tutte le molecole d’acqua sono sublimate,

la temperatura del prodotto converge verso la

temperatura del vassoio, indicando il punto finale del

processo. La temperatura del prodotto viene misurata

tramite termocoppie posizionate nel prodotto, mentre la

temperatura del vassoio è impostata nel metodo.

Prova dell’aumento di pressioneIl vapore acqueo si crea finché è in corso una subli-

mazione. Chiudendo l’uscita dalla camera di essicca-

zione si impedisce al vapore acqueo di raggiungere il

condensatore. Di conseguenza la pressione nella

camera di essiccazione aumenta nel caso in cui ci sia

del ghiaccio che continua a sublimare, mentre rimane

costante se l’essiccazione primaria è completa.

Prova della differenza di pressioneUn altro metodo affidabile per il rilevamento del punto

finale è costituito dal confronto tra le misurazioni della

pressione effettuate con due tipi diversi di misuratori.

Figura 8: Gamma di accessori per l’essiccazione BUCHI: (a) camera di essiccazione con vassoi riscaldabili e sistema di chiusura (b) camera di essiccazione con vassoi riscaldabili (c) camera di essiccazione con collettore per contenitori multipli e vassoi non riscaldabili (d) camera di essiccazione con vassoi non riscaldabili ed (e) collettore per contenitori multipli.

a) b) c) d) e)a b c d e

9

Mentre il sensore capacitivo misura la pressione

assoluta indipendentemente dalla composizione del

gas, il sensore di Pirani è tarato su un gas specifico,

generalmente N2. Dato che la presenza di vapore

acqueo influisce sul segnale del sensore di pressione

di Pirani, ma non sull’altro, i segnali sono diversi

finché viene prodotto vapore acqueo. Il punto finale

dell’essiccazione primaria viene raggiunto quando i due

segnali convergono.

Efficienza dell’essiccazione La velocità di essiccazione alla quale un determinato

prodotto viene liofilizzato dipende da diversi fattori: gli

elementi chiave sono la pressione e la temperatura.

Tuttavia, anche il prodotto stesso ha un ruolo

importante, soprattutto in termini di volume del prodotto

da liofilizzare, oltre che della sua disposizione. In genere,

maggiore è la superficie rispetto al volume, più rapida è

l’essiccazione del prodotto. Da una superficie maggiore

deriva un maggior numero di molecole d’acqua che si

liberano dalla matrice. Nelle applicazioni con contenitori

multipli può quindi essere utile avere le stesse condizioni

della liofilizzazione su vassoi, con la creazione di strati

sottili di prodotto ottenuti ruotando i flaconi su un bagno

a bassa temperatura.

Inoltre, i contenitori dovrebbero essere riempiti con molta

cura per le applicazioni di liofilizzazione: lo spessore

ideale del preparato è di circa 1 cm, al massimo 2 cm.

In considerazione del fatto che la sublimazione si

verifica sulla superficie, l’essiccazione inizia nella parte

superiore del prodotto, dove si forma uno strato nel

quale si svolge attualmente l’essiccazione. Durante il

processo di essiccazione, questo fronte di sublimazione

ben definito si sposta dalla parte superiore a quella

inferiore del prodotto (figura 7). Mentre l’essiccazione

risulta efficiente all’inizio del processo, diventa più

difficile man mano che il fronte di sublimazione si sposta

verso il basso. Le molecole d’acqua sublimate devono

quindi passare attraverso il prodotto essiccato (noto

anche come “torta” o “cake”), prima di potersi liberare

dalla matrice. L’apporto di calore permette di superare

queste condizioni più difficili.

Configurazioni della camera di essiccazione I requisiti finali che il prodotto dovrà soddisfare

determinano la scelta della configurazione adeguata

della camera di essiccazione. Ogni configurazione ha i

suoi obiettivi specifici, con i relativi vantaggi e svantaggi.

I metodi più utilizzati sono descritti di seguito.

Liofilizzazione con contenitori multipliDiversi tipi di flaconi (oltre a fiale o boccette) vengono

collegati direttamente alle singole aperture del

collettore. Di conseguenza, ogni singolo contenitore

Figura 9: Il tappo viene solo appoggiato sulla fiala (a) permettendo così alle particelle di solvente di uscire dalla fiala stessa (b). Il vassoio sovrastante si sposta verso il basso (c) e preme il tappo nella fiala (d) sigillandola (e).

10

Guida alla liofilizzazioneConcetti base e applicazioni

è collegato direttamente alla camera di essiccazione

tramite valvole separate. Ciò permette di collegare

flaconi con contenuto diverso in tempi diversi e di

svolgere la liofilizzazione in continuo con il Lyovapor™

L-300. L’essiccazione con contenitori multipli permette

a più operatori di lavorare contemporaneamente sullo

stesso strumento. I prodotti vengono congelati nei

flaconi tramite un congelatore o un bagno a basse

temperature. Una volta collegati alle uscite del collettore,

il vuoto viene applicato rapidamente. L’energia richiesta

per dare impulso al processo è fornita dal calore

dell’ambiente, e ciò rende difficile controllare l’apporto

di calore.

Liofilizzazione su vassoiUna serie di vassoi multipli inseriti all’interno della

camera di essiccazione fornisce spazio sufficiente per

numerosi flaconi contenenti il prodotto o per disporre

prodotti solidi tagliati direttamente sul vassoio. I prodotti

possono essere congelati sui vassoi in un congelatore.

Quando sono completamente congelati, si posizionano

i vassoi nella camera di essiccazione. La successiva

applicazione del vuoto alla camera di essiccazione

avvia il processo di liofilizzazione. I vassoi riscaldati

permettono di controllare con precisione l’apporto di

calore, mentre le termocoppie inserite nel prodotto

tengono contemporaneamente sotto controllo la

temperatura del prodotto, garantendo che non venga

superata la temperatura di collasso. In genere, tutte le

fiale o i pezzi di prodotto disposti sul vassoio ricevono

lo stesso trattamento in termini di apporto di calore

e di pressione. Tuttavia, possono verificarsi effetti

localizzati di piccola entità dovuti a calore apportato

per convezione o irraggiamento, soprattutto per quanto

riguarda i campioni nelle zone periferiche rispetto al

centro del vassoio. L’essiccazione in lotto delle fiale

permette inoltre di sigillarle internamente in condizioni

ambientali uniformi (chiusura, vedi al paragrafo

successivo).

Combinazione di essiccazione con contenitori multipli e vassoiUna soluzione che combini diversi vassoi e un collettore

per contenitori multipli nella parte superiore è inoltre

disponibile per gli utilizzatori che intendono usare

entrambi i metodi.

Chiusura adeguataI prodotti liofilizzati sono igroscopici e si destabilizzano

se esposti a umidità od ossigeno. Per questo motivo,

per lo stoccaggio dei prodotti liofilizzati è essenziale

un’adeguata protezione dall’ambiente circostante.

Il confezionamento deve essere impermeabile sia

all’umidità sia all’aria. Il processo di chiusura deve

avvenire in un’atmosfera priva di umidità od ossigeno

e quindi, idealmente, sotto vuoto, come durante il

processo di liofilizzazione. Considerando che i vari lotti

di fiale vengono liofilizzati nella camera di essiccazione,

è necessario che le fiale vengano chiuse all’interno della

camera stessa, senza interazioni dall’esterno.

La sigillatura all’interno della camera è garantita dal

sistema di chiusura del Lyovapor™ e con l’uso di flaconi

con tappi specifici per la liofilizzazione. I tappi sono

dotati di appositi intagli e vengono solo appoggiati sui

flaconi prima della liofilizzazione (figura 9, a). Grazie al

design degli intagli, il solvente può sublimare facilmente

e uscire liberamente dal flacone durante il processo

di liofilizzazione (figura 9, b). Una volta terminato il

processo di essiccazione, viene utilizzato il dispositivo

di chiusura inserito nella parte superiore della camera

di essiccazione. Quando si ruotano le maniglie i vassoi

si spostano verso il basso, avvicinandosi gli uni agli

altri (figura 9, c). In questo modo i tappi posizionati

sulle fiale vengono premuti dentro le rispettive fiale,

sigillandole automaticamente (figura  9, d). I vassoi si

muovono quindi verso l’alto e rilasciano le fiale sigillate

semplicemente invertendo il processo (figura 9, e).

Le condizioni di vuoto potrebbero non essere ideali per

determinati tipi di prodotti liofilizzati o di contenitori, per

esempio nel caso in cui si dovrà utilizzare una siringa

per reidratare il prodotto. In questi casi si consiglia

di riempire il volume rimasto vuoto con gas inerte,

quale l’azoto, prima della chiusura. Con il Lyovapor™

è possibile effettuare automaticamente questo

riempimento con un gas idoneo ultra puro.

Le pagine che seguono presentano alcune applicazioni di liofilizzazione, che riguardano un prodotto molto

pregiato nel settore alimentare (i tartufi), una sostanza generalmente difficile da trattare, il mannitolo, oltre a

preparati erboristici utilizzati nella Medicina Tradizionale Cinese.

Esempi di applicazioniLiofilizzazione

12

Guida breve N. 254/2017: Lyovapor™ L-200Liofilizzazione di banana fresca affettata

IntroduzioneLa liofilizzazione è un processo delicato di essiccazione

e può essere utilizzata per conservare gli alimenti senza

modificarne l’aspetto o il sapore.

Il processo di liofilizzazione comprende il congelamento

dei campioni di alimenti e la successiva applicazione

di un preciso grado di vuoto al campione congelato.

In queste condizioni l’acqua nell’alimento sublima e, di

conseguenza, il campione viene essiccato.

Nel settore alimentare la liofilizzazione viene utilizzata

abitualmente per produrre caffè solubile o per essicca-

re e conservare frutta, verdure o erbe [1].

Parte sperimentaleLa banana è stata tagliata in fette spesse circa 5 mm.

Undici fette di banana sono state posizionate su un

vassoio di acciaio inossidabile (figura 1) e poi congelate

per tutta la notte in un congelatore a –40 °C.

Dopo 24 ore di congelamento, le fette di banana sono

state trasferite con il vassoio nel Lyovapor™ L-200 per

la liofilizzazione. La temperatura del vassoio è stata

scelta in modo da non superare i 25 °C al termine

dell’essiccazione primaria e secondaria (impostazione

“Temperature set point”). Per ulteriori informazioni sulla

sequenza dell’essiccazione, vedi riferimento [2].

Dopo l’essiccazione (vedi figura 2), il contenuto di

umidità residua di tre fette di banana è stato analizzato

con una bilancia alogena riscaldata a 110 °C. A tale

scopo i campioni sono stati triturati in un mortaio e

trasferiti nell’analizzatore di umidità per 30 secondi. Il

criterio di determinazione si riferisce a una variazione

non superiore a 1 mg/140 s.

Risultati e discussioneLe figure 1 e 2 mostrano il vassoio di acciaio

inossidabile con le fette di banana rispettivamente

prima e dopo il processo di liofilizzazione. Tutte le undici

fette di banana liofilizzate presentano una struttura e

un aspetto omogenei. Non è stato osservato alcun

cambiamento della loro dimensione e morfologia

durante l’essiccazione.

Per determinare il grado di efficienza dell’essiccazione

ottenuta con il Lyovapor™ L-200 è stato analizzato

il contenuto di umidità residua di tre fette di banana

con un analizzatore di umidità alogeno. I risultati delle

misurazioni del contenuto di umidità e il grado di

efficienza dell’essiccazione sono riportati nella tabella 1.

Il contenuto d’acqua iniziale della banana era pari a

76,97 ± 1,24% (n=3). Con il metodo di liofilizzazione

sopra descritto applicato con il Lyovapor™ si è quindi

raggiunta una disidratazione ≥ 95,92%.

Figura 1: Vassoio con fette di banana appena tagliate. Figura 2: Vassoio con fette di banana dopo la liofilizzazione.

13

Fetta di banana

Peso del campione liofilizzato [g]

Peso del campione essiccato con lampada alogena [g]

Contenuto di umidità [%]

1 0,606 0,587 3,14

2 0,843 0,818 2,97

3 0,794 0,770 3,02

In generale, l’applicazione del processo di liofilizzazione

ad alimenti quali le fette di banana presenta i vantaggi e

gli svantaggi riportati di seguito [3].

Vantaggi

• Il processo a bassa temperatura e bassa pressione

rende la liofilizzazione un metodo efficace per

conservare il colore, l’aroma, il sapore e le sostanze

nutritive termosensibili degli alimenti.

• La superficie degli alimenti non indurisce.

• Gli alimenti liofilizzati sono porosi e facili da

reidratare e/o sciogliere e possono essere

consumati direttamente o dopo la reidratazione.

• Dato che gli alimenti liofilizzati contengono

pochissima umidità, hanno una densità

relativamente ridotta e sono facili da trasportare.

Gli alimenti liofilizzati possono essere conservati a

temperatura ambiente per lunghi periodi, mentre i

costi del loro trasporto sono molto inferiori rispetto

a quelli degli alimenti congelati o tal quali.

• Durante il processo di liofilizzazione non viene

aggiunto alcun additivo agli alimenti.

Svantaggi

• Se esposti direttamente all’aria, gli alimenti liofilizzati

si reidratano rapidamente, con conseguente

deterioramento.

• I prodotti liofilizzati devono essere confezionati

sotto vuoto o in atmosfera controllata (azoto),

e il materiale della confezione non deve essere

permeabile al vapore acqueo.

• Durante le fasi di trasporto e di vendita, è facile

che gli alimenti liofilizzati possano polverizzarsi o

spezzarsi a causa della loro struttura porosa.

• La liofilizzazione è un processo che richiede

tempi lunghi ed elevati consumi energetici, con

conseguenti maggiori costi di produzione.

ConclusioniCon il Lyovapor™ L-200 si ottiene un’essiccazione

estremamente efficiente al fine della disidratazione

della banana. Si può concludere che il Lyovapor™

L-200 permette la liofilizzazione di frutti quali le fette di

banana.

Riferimenti[1] G. W. Oetjen; Freeze-Drying; Ullmann’s Encyclopedia

of Industrial Chemistry (2004).

[2] Guida alle applicazioni, 254/2016 Liofilizzazione di

banana fresca affettata.

[3] H. Tse-Chao Hua, L. Bao-Lin, Z. Hua; Freeze-Drying

of Pharmaceutical and Food Products, (2010).

Tabella 1: Risultati delle analisi dell’umidità residua dopo la liofilizzazione con il Lyovapor™ L-200.

14

Guida breve N. 269/2017: Lyovapor™ L-200 ProLiofilizzazione di fette di tartufo fresco

IntroduzioneI tartufi sono prodotti con una durata di conservazione

molto limitata e le cui proprietà sensoriali si perdono

rapidamente. Di conseguenza questi funghi così costosi

perdono valore nell’arco di pochi giorni. I problemi legati

alla loro conservazione sono la perdita di composti

volatili, l’ossidazione e le reazioni enzimatiche. Inoltre il

loro profilo aromatico si modifica, in genere, a causa di

trattamenti a temperature elevate o reazioni enzimatiche.

La liofilizzazione impedisce la perdita e il degrado dei

composti volatili, grazie alle basse temperature applicate

durante l’essiccazione. Si riesce quindi a conservare il

profilo aromatico dei tartufi. I tartufi liofilizzati possono

essere reidratati o utilizzati direttamente in forma

secca [1].

Parte sperimentaleIl tartufo estivo fresco è stato tagliato in fette spesse

circa 1 mm (figura 1). Le fette sono state posizionate

in una vassoio di acciaio inossidabile e congelate per

24 ore a –24 °C.

Dopo 24 ore di congelamento le fette di tartufo sono

state trasferite con il vassoio nel Lyovapor™ L-200

per la liofilizzazione nella camera di essiccazione e

in atmosfera di aria ambiente. La temperatura del

vassoio è stata impostata in modo da non superare

rispettivamente 20 e 25 °C al termine dell’essiccazione

primaria e secondaria (impostazione “Temperature

set point”). Per ulteriori informazioni sulla sequenza

dell’essiccazione, vedi riferimento [2].

Al termine dell’essiccazione del tartufo (vedi figura 2),

è stato analizzato il contenuto di umidità residua

di cinque fette di tartufo con una bilancia alogena

riscaldata a 110 °C. A tal fine i campioni sono stati

trasferiti nell’analizzatore di umidità immediatamente

dopo essere stati rimossi dal Lyovapor™. Il criterio di

determinazione dell’analizzatore di umidità si riferisce a

una variazione non superiore a 1 mg/140 s.

Risultati e discussioneLe figure 1 e 2 mostrano il vassoio con le fette di

tartufo rispettivamente prima e dopo il processo di

liofilizzazione. Tutti i pezzi di tartufo liofilizzati presentano

una struttura e un aspetto omogenei. Non è stato

osservato alcun cambiamento della loro dimensione e

morfologia durante l’essiccazione.

Per determinare il grado di efficienza dell’essiccazione

ottenuta con il Lyovapor™ L-200 è stato analizzato il

contenuto di umidità residua di cinque fette di tartufo

con un analizzatore di umidità alogeno. I risultati delle

misurazioni del contenuto di umidità sono riportati nella

tabella 1.

Figura 1: Vassoio con fette di tartufo appena tagliate. Figura 2: Vassoio con fette di tartufo dopo la liofilizzazione.

15

Cam-pione di tartufo

Peso del campione liofilizzato [g]

Peso del campione essiccato con lampada alogena [g]

Contenuto di umidità [%]

1 0,187 0,179 4,28

2 0,119 0,115 3,36

3 0,165 0,161 2,42

4 0,211 0,204 3,32

5 0,153 0,147 3,92

Al termine del processo di liofilizzazione il contenuto di

umidità dei campioni analizzati è pari a 3,46 ± 0,63%.

Il contenuto d’acqua iniziale del tartufo estivo era

66,33 ± 0,94% (n=3). Con il metodo di liofilizzazione

sopra descritto applicato con il Lyovapor™ L-200 si è

quindi raggiunta una disidratazione pari a 94,78%. Una

disidratazione di circa 80% garantisce già una durata di

conservazione del tartufo liofilizzato di oltre 24 mesi [3].

In genere, l’applicazione del processo di liofilizzazione

ad alimenti quali le fette di tartufo presenta i vantaggi e

gli svantaggi riportati nel seguito [4].

Vantaggi

• Il processo a bassa temperatura e bassa pressione

rende la liofilizzazione un metodo efficace per

conservare il colore, l’aroma, il sapore e le sostanze

nutritive termosensibili degli alimenti.

• La superficie degli alimenti non indurisce.

• Gli alimenti liofilizzati sono porosi e facili da reidratare

e/o sciogliere e possono quindi essere consumati

direttamente o subito dopo la reidratazione.

• Dato che gli alimenti liofilizzati contengono

pochissima umidità, hanno una densità

relativamente ridotta e sono facili da trasportare.

Gli alimenti liofilizzati possono essere conservati a

temperatura ambiente per lunghi periodi, mentre i

costi del loro trasporto sono molto inferiori rispetto

a quelli degli alimenti congelati o tal quali.

• Durante il processo di liofilizzazione non viene

aggiunto alcun additivo agli alimenti.

Svantaggi

• Se esposti direttamente all’aria, gli alimenti liofilizzati

si reidratano rapidamente, con conseguente

deterioramento.

• I prodotti liofilizzati devono essere confezionati

sotto vuoto o in atmosfera controllata (azoto),

e il materiale della confezione non deve essere

permeabile al vapore acqueo.

• Durante le fasi di trasporto e di vendita, è facile

che gli alimenti liofilizzati possano polverizzarsi o

spezzarsi a causa della loro struttura porosa.

• La liofilizzazione è un processo che richiede

tempi lunghi ed elevati consumi energetici, con

conseguenti maggiori costi di produzione.

ConclusioniI tartufi liofilizzati rappresentano un’alternativa

promettente rispetto ai tartufi freschi fuori stagione in

quanto aromi, odori e contenuto nutrizionale rimangono

in gran parte invariati rispetto a quanto avviene con altre

tecniche di essiccazione [1, 3, 5].

Con il Lyovapor™ L-200 si ottiene una disidratazione

estremamente efficiente. Si può quindi concludere

che il Lyovapor™ L-200 permette la liofilizzazione di

campioni di funghi quali il tartufo affettato.

Riferimenti[1] I. Palacios, E. Guillamón, A. García-Lafuente, A.

Villares; Effects of Freeze-Drying Treatment on the

Aromatic Profile of Tuber spp. Truffles. Journal of Food

Processing and Preservation, Volume 38, Edizione 3,

Pag. 768–773, (2014).

[2] Guida alle applicazioni, 269/2016 Liofilizzazione di

tartufi.

[3] http://www.tartuflanghe.com/en/tartufo-bianco/

dehydratedwhite-truffle

[4] H. Tse-Chao Hua, L. Bao-Lin, Z. Hua; Freeze-Drying

of Pharmaceutical and Food Products, Woodhead

Publishing Series in Food Science, Technology and

Nutrition, Pag. 141–169 (2010).

[ 5 ] h t t p s : // w w w. s i a l p a r i s . c o m / C a t a l o g u e /

C a t a l o g u e - S i a l - P a r i s - 2 016 / P r o d u c t s - l i s t /

freeze-dried-truffles-GEOOFOODSITALIAN-TRUFFLES

Tabella 1: Risultati delle analisi dell’umidità residua dopo la liofilizzazione con il Lyovapor™ L-200.

1 2 3 4 5 6 7 8 9

1 2 3 4 5 6 7 8 9

16

Guida breve N. 256/2017: Lyovapor™ L-200 ProLiofilizzazione di soluzioni di mannitolo e NaCl in flaconcini per siero

IntroduzioneNella presente guida è illustrato l’uso di cloruro di sodio

(NaCl) e mannitolo per esperimenti di liofilizzazione. La

struttura compatta del reticolo cristallino del cloruro

di sodio rende questo sale un composto modello. Al

contrario, è noto che il mannitolo cristallizza in diverse

strutture polimorfe [1] e può formare idrati [2].

Nonostante ciò, il mannitolo è uno degli eccipienti più

utilizzati per le formulazioni farmaceutiche liofilizzate.

Parte sperimentale3 mL di mannitolo o NaCl in soluzione acquosa al

5% (50 g/L) sono stati trasferiti nei flaconcini con una

pipetta volumetrica (70 flaconi di ciascuna soluzione).

Successivamente i campioni sono stati congelati per

tutta la notte in un congelatore a –40 °C su un vassoio

di acciaio inossidabile.

Dopo 24 ore di congelamento i flaconcini sono stati

trasferiti sullo stesso vassoio nel Lyovapor™ L-200

per la liofilizzazione. La temperatura di collasso è

stata impostata su 30 °C. In caso di formulazioni dalla

composizione sconosciuta, si consiglia di determinare

la temperatura di collasso con un microscopio specifico.

Si può inoltre programmare un margine di temperatura

di sicurezza per proteggere il campione dal collasso.

La temperatura del vassoio è stata scelta in modo da

non superare 20 °C al termine dell’essiccazione primaria

e 25 °C al termine dell’essiccazione secondaria. Per

ulteriori informazioni sulla sequenza dell’essiccazione,

vedi riferimento [3].

Dopo l’essiccazione, il contenuto di umidità residua di

nove campioni di mannitolo e NaCl, posizionati lungo

il diametro del vassoio, sono stati analizzati con una

bilancia alogena riscaldata a 110 °C. A tale scopo i

campioni sono stati triturati in un mortaio e trasferiti

nell’analizzatore di umidità per 30 secondi.

Risultati e discussione I flaconcini contenenti il mannitolo puro posizionati lungo

il diametro del vassoio sono indicati nella figura 1. In

linea generale tutti i flaconcini contengono un liofilizzato

(“cake”) omogeneo di mannitolo o NaCl.

Per determinare il grado di efficienza dell’essiccazione

ottenuta con il Lyovapor™ L-200, il contenuto di umidità

residua di nove campioni di mannitolo, posizionati

lungo il diametro del vassoio, è stato analizzato con

un analizzatore di umidità alogeno. I risultati delle

misurazioni del contenuto di umidità residua sono

riportati nella tabella 1.

Figura 1: Vassoio di acciaio inossidabile con campioni liofilizzati.

Figura 2: Campioni di mannitolo liofilizzato analizzati per determinare l’umidità residua.

17

Al termine del processo di liofilizzazione i campioni

di mannitolo contengono meno del 2,0% di umidità,

indipendentemente dalla loro posizione nel vassoio.

Flaco-ne

Peso del campione liofilizzato [g]

Peso del campione essiccato con lampada alogena [g]

Umidità residua [%]

Efficien-za di essicca-zione [%]

1 0,107 0,105 1,87 98,13

2 0,100 0,098 2,00 98,00

3 0,113 0,112 0,88 99,12

4 0,122 0,121 0,82 99,18

5 0,111 0,110 0,90 99,10

6 0,116 0,115 0,86 99,14

7 0,121 0,120 0,83 99,17

8 0,108 0,107 0,93 99,07

9 0,116 0,114 1,72 98,28

Si è notato che i campioni di mannitolo posizionati al

centro del vassoio contengono leggermente meno

umidità residua rispetto a quelli posizionati lungo la

circonferenza esterna del vassoio. Per il cloruro di sodio

questo fenomeno non è stato osservato. Il contenuto

di umidità residua per il cloruro di sodio varia in modo

casuale da 0,79 a 1,59%. Questo risultato potrebbe

indicare che durante il processo la frazione di mannitolo

idrato che si forma è maggiore nella zona esterna

rispetto a quella interna del vassoio.

Inoltre è probabile che una parte di acqua sia stata

adsorbita dal campione mentre veniva preparato

per l’analisi dell’umidità residua. Per questo motivo

l’efficienza dell’essiccazione è probabilmente superiore

a quanto riportato.

Le possibili strategie per eliminare maggiori quantità di

umidità sono: 1) aumento del tempo di essiccazione,

2) aumento della temperatura durante l’essiccazione

secondaria e 3) condizionamento [2].

ConclusioniCon il Lyovapor™ L-200 si ottiene un’essiccazione

estremamente efficiente ai fini della disidratazione di una

formulazione modello di mannitolo e di una soluzione

di NaCl. Per entrambe le sostanze, l’aspetto esteriore

del liofilizzato (“cake”) è risultato essere uniforme e non

sono stati osservati fenomeni di collasso dei campioni

liofilizzati.

Riferimenti[1] Kim, A.I; Akers, M.J.; Nail, S.L. J. Pharm. Sci. 1998,

87 (8), 931-935.

[2] Yu, L.; Milton, N.; Groleau, E.G.; Mishra, D.S.;

Vansickle, R.E. J. Pharm. Sci. 1998, 88 (2), 196-198.

[3] Guida alle applicazioni BUCHI, 256/2017.

Tabella 1: Risultati delle analisi del contenuto di umidità resi-dua dopo la liofilizzazione delle soluzioni di mannitolo con il Lyovapor™ L-200.

18

Guida breve N. 270/2017: Lyovapor™ L-200 ProLiofilizzazione di decotti della Medicina Tradizionale Cinese

IntroduzioneI farmaci della Medicina Tradizionale Cinese (MTC)

vengono preparati solitamente pestando e facendo

bollire in acqua il prodotto. Questo processo è noto

come decozione e permette di estrarre composti

benefici per la salute da erbe o altri materiali vegetali.

Se non vengono somministrati direttamente, è possibile

conservare più a lungo questi estratti grazie alla

liofilizzazione.

In questa guida è illustrata la procedura di liofilizzazione

di Tianma Gouteng Yin (TGY), considerato come

un modello di decotto della MTC. TGY è un farmaco

ampiamente utilizzato per curare i sintomi della malattia

di Parkinson. Un recente studio ha dimostrato che

questo decotto della MTC ha effetti neuroprotettivi in

modelli animali e cellulari [1].

Parte sperimentaleStrumentazione:

∙ Lyovapor™ L-200 Pro BUCHI

∙ Software Lyovapor™ BUCHI

∙ Congelatore –24 °C, Bauknecht

∙ Vassoio di acciaio inossidabile

∙ Rotavapor® R-300 BUCHI, Sistema Rotavapor®

Dynamic

Campione:

∙ La miscela di TGY è stata preparata dalla

Farmacia St. Peter di Zurigo, Svizzera.

Una dose per consumo umano di TGY1 contiene

Gastrodiae Rhizoma (Tianma) 9 g, Uncaria Ramulus Cum

Uncis (Gouteng) 12 g, Haliotidis Concha (Shijueming)

18 g, Gardeniae Fructus (Zhizi) 9 g, Scutellariae Radix

(Huangqin) 9 g, Cyathulae Radix (Chuanniuxi) 12 g,

Eucommiae Cortex (Duzhong) 9 g, Leonuri Herba

(Yimucao) 9 g, Taxilli Herba (Sangjisheng) 9 g, Polygoni

Multiflori Caulis (Shouwuteng) 9 g, Poria (Fuling) 9 g.

Risultati Il campione di TGY è stato estratto, concentrato e

liofilizzato. La parte superiore della figura 1 mostra il

campione durante il processo di liofilizzazione. La parte

inferiore della figura 1 mostra il prodotto liofilizzato in un

vassoio di acciaio inossidabile.

La struttura molto porosa del prodotto appare ben

visibile. Grazie alla struttura derivata da questo tipo di

preparazione le formulazioni della MTC si reidratano

facilmente, sono istantaneamente solubili e possono

essere consumate direttamente o subito dopo la

reidratazione. I composti che hanno effetti benefici per

la salute si conservano durante la liofilizzazione [1].

Figura 1: Vassoio di acciaio inossidabile con estratto di TGY liofilizzato nel Lyovapor™ L-200 Pro.

Figura 2: Campione essiccato di TGY che mostra la sua struttura porosa.

19

Inoltre, i decotti della MTC preparati con queste

modalità hanno un’elevata durata di conservazione se

confezionati sotto vuoto o sotto azoto.

ConclusioniLa liofilizzazione è un metodo adeguato per la

preparazione di decotti secondo la MTC, per la loro

lunga durata di conservazione e per la facilità di

reidratazione. In questo caso è stata liofilizzata con

successo una dose per uso umano di Tianma Gouteng

Yin, che risulta avere effetti neuroprotettivi in modelli

in-vitro e in-vivo di malattia di Parkinson.

Grazie al processo di preparazione delicata, che utilizza

una combinazione di estrazione, concentrazione e

liofilizzazione, i composti che hanno effetti benefici per

la salute si conservano nel farmaco. Con il processo qui

descritto aumenta la durata e si facilità la disponibilità

dei preparati prescritti dalla MTC.

Riferimenti[1] Liu L.-F. et al. Nature Scientific Reports, 5, 16862,

2015.

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