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Euclidea C’era una volta un gruppo di giuovini baldanzosi che non avendo altro da fare, e di studiare non se ne parlava nemmeno (“giammai!”, dicevano), decisero di cam- peggiare nei locali euclidei; allorché fin- gendosi alfabetizzati presero l’eroica de- cisione di fondare un giornale. Lo bat- tezzarono -rullo di tamburi- Euclidea. Il resto è storia. Sommario: - Uno sguardo sul mondo………...2 - Scuola e dintorni…….……………..4 - Tecnologicamente parlando….10 - Noia divagante……...…………….. 13 - Le nostre recensioni……….……..15 - Parlando di... Libri!.….……….….18 - Lo sapevate che…?...................19 Giugno 2011, numero 1.

Giugno 2011, numero 1. Euclidea - Liceo Classico e ... · belli riprendono tramite tele- ... zione del paese. Marco Mulana ... ché oltre alle materie di base obbligatorie,

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Euclidea

C’era una volta un gruppo di giuovini baldanzosi che non avendo altro da fare, e di studiare non se ne parlava nemmeno (“giammai!”, dicevano), decisero di cam-peggiare nei locali euclidei; allorché fin-gendosi alfabetizzati presero l’eroica de-cisione di fondare un giornale. Lo bat-tezzarono -rullo di tamburi- Euclidea. Il resto è storia.

Sommario: - Uno sguardo sul mondo………...2 - Scuola e dintorni…….……………..4 - Tecnologicamente parlando….10 - Noia divagante……...…………….. 13 - Le nostre recensioni……….……..15 - Parlando di... Libri!.….……….….18 - Lo sapevate che…?...................19

Giugno 2011, numero 1.

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Uno sguardo sul mondo

La Rivoluzione fatale La fortuna, intesa come caso, fato, ha dettato legge. Infatti è proprio per caso che la rivolu-zione ha avuto inizio in Tuni-sia grazie al sacrificio di Mo-hamed Buoazizi che si è dato fuoco dopo l’ennesima umilia-zione della polizia. Da decen-ni infatti in Tunisia, ma anche in Libia ed Egitto, si è instaurato un regi-me dittatoriale in cui tutti vengono seguiti e controllati dal corpo po-liziesco, una vera e pro-pria oppressione che la maggior parte delle vol-te è sfociata nel sangue. Oltre al fattore repres-sione poliziesca, ad aver fatto infiammare gli ani-mi dei rivoluzionari c’è stato quello dell’enorme di-stacco sociale ed economico tra le diverse classi; infatti non esisteva più un ceto medio che come una calamita attira

verso di sè poveri e ricchi cer-cando di mantenere costante

il divario. L’economia era in mano a poche persone che si arricchivano sempre di più, il turismo, fondamentale per paesi come Tunisia ed Egitto, era in mano alle famiglie degli uomini al potere contribuen-do a formare un’economia chiusa, senza sbocco, dalla quale nessuno della popola-

zione ne poteva trarre vantag-gio. Per “fortuna” la rivoluzio-ne ha avuto inizio. Grazie ai giovani e a internet la rivolu-zione è potuta iniziare, infatti i ragazzi si son dati appunta-mento in piazza per manife-stare e protestare contro l’aumento del prezzo del pa-ne. Ma in piazza non si vede-vano solo poveri. No, assieme a loro c’erano appunto stu-denti e altri appena laureati che vagavano in strada in cer-

ca di un lavoro; c’erano medi-ci, avvocati, ambulanti, c’era insomma tutta la popolazione che non voleva più questo re-gime. Si è innescato così un processo di solidarietà tra le popolazioni del medio–oriente e non solo. In tutto il mondo ci son stati movimenti di protesta a favore della ri-

volta. Un ruolo deter-minante l’ha avuto infi-ne la televisione di in-formazione Al Jazeera che trasmette in lingua araba: infatti i regimi dittatoriali hanno cac-ciato i corrispondenti della tv dai loro paesi ma questa ha organiz-zato un nuovo servizio di informazione diretta fatta totalmente dal popolo in rivolta. I ri-

belli riprendono tramite tele-foni cellulari immagini del momento e con una semplice connessione internet manda-no il video alla televisione, co-sì facendo tutto il pubblico degli altri stati può vedere co-sa succede. Così la rivoluzione in Tunisia ed Egitto si è con-clusa con la vittoria del popo-lo, mentre in Libia si sta anco-ra combattendo per la libera-zione del paese.

Marco Mulana

“Ma in piazza non si vedevano

solo poveri.”

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Uno sguardo sul mondo

Libia: Odissea all’alba In particolare, la rivolta in Li-bia inizia il 15 febbraio 2011, con la protesta di circa 200 persone davanti al commisa-riato di polizia di Bengasi per l’arresto di Fathi Terbil, attivi-sta per i diritti umani. Rag-giunti da circa 500 persone, i manifestanti vengono caricati violentemente dalla polizia, con il conseguente ferimento di 40 persone. Da qui scoppia la protesta in città e la base militare di Bengasi diventa il teatro di tre giorni di scontri

con il risultato di 300 morti tra i dissidenti e 120 tra le for-ze governative. La causa di tutto ciò è da ricercarsi, come negli altri paesi del mondo arabo in rivolta, nel desiderio di rinnovamento politico con-tro il regime che da ormai 42 anni comanda il paese. Muammar Gheddafi infatti, sale al potere il 1 agosto del 1969 dopo un colpo di stato

che spodesta Re Idris. Le vie di repressione violente utilizzate dal regime han fatto progressivamente aumentare la violenza delle proteste, e-splose fino a sfociare in uno stato di vera e propria guerra civile, che vede le forze leali-ste di Muammar Ghedafi, op-poste al Consiglio nazionale a interim di transizione, rappre-sentante dei ribelli. Quest’ultimo, fondato come guida politica dei ribelli, è for-mato da 31 membri e il segre-tario generale è l’ex Ministro di Giustizia Mustafa Abdul Jalil. Il consiglio governa le regioni liberate e ha come ob-biettivo la liberazione totale del Paese. A seguito di un mese di quasi un mese di scontri, l’ONU, ha votato per un intervento a fa-vore dei ribelli, dopo le loro numerose richieste da parte di questi e una pressione da par-te di alcuni paesi, interessati, oltre che alla salvaguardia del-la popolazione civile al man-tenimento di alcuni interessi, dal momento che la Libia è una grande esportatrice di pe-trolio e gas e l’Italia stessa a-veva accordi commerciali con il regime.

Il 19 febbraio scatta quindi l ’ operaz ione “O dissea all’alba”, un insieme di missio-ni militari puntate alla distru-zione di obbiettivi militari, atta a neutralizzare le forze del regime in modo da favori-re i ribelli, duramente colpiti dalle maggiori capacità milita-ri delle truppe regolamentari.

Giulio Serra

“La base militare di Bengasi diven-ta il teatro di tre giorni di scontri”

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Scuola e dintorni

Finlandia al top nel sistema scolastico

In Finlandia c’è la scuola mi-gliore del mondo. Verità o luogo comune?

Secondo i dati OCSE PISA (Programme for International S t u d e n t A s s e s s m e n t , un ’ indag ine promossa dall’OCSE con lo scopo di va-lutare il livello di istruzione dei ragazzi nei paesi più avan-zati) sembrerebbe di trovarci davanti ad una scuola perfet-ta: proviamo a vedere perché. Innanzitutto per la scuola vie-ne investito il 6,2% del PIL nazionale (circa 15 miliardi di dollari su un totale di 237 mi-liardi). Secondo una riforma scolasti-ca degli anni ’70, rivista poi nel 1998, la scuola non è sud-divisa come quella italiana in elementari, medie e superiori; i ragazzi infatti, frequentano

lo stesso istituto dai 7 anni fino ai 16, e possono poi deci-dere se proseguire con la scuola superiore. Le classi sono composte da circa 25 alunni e nei primi an-ni di scuola i bambini hanno un unico maestro. Per poter diventare insegnanti il percorso è lungo e compli-cato: le classi universitarie di insegnamento sono a numero chiuso (nel 2009 solo 800 su 5000 sono stati ammessi); conseguita la laurea, a secon-da delle classi a cui si vuole insegnare, si devono possede-re determinate specializzazio-ni e per tutti sono obbligatori due anni di tirocinio seguiti da un tutor. Data la difficoltà del percorso, tutti quelli che lo terminano sono sicuri di ottenere un la-voro con uno stipendio con-

gruo (da circa 2000 a 2500 eu-ro al mese). In Italia, il percorso degli inse-gnanti è cambiato dopo la ri-

forma della scuola del 2009. Ora viene potenziato il tiroci-nio e il contatto preliminare diretto con la scuola. Per inse-gnare nella scuola dell'infan-zia e nelle primarie è necessa-ria una laurea quinquennale che potrà poi portare a conse-guire l'abilitazione. Viene data molta importanza alle compe-tenze disciplinari e sociologi-che, al tirocinio e al lavoro in laboratorio. Per insegnare nel-la scuola secondaria è neces-saria una laurea magistrale seguita da un tirocinio di un anno (475 ore). Per l'accesso alla laurea magistrale i criteri di selezione saranno più duri per consentire di assumere poi solo i docenti necessari e ridurre così il precariato. La scuola finlandese, pur es-sendo una sola, presenta delle differenziazioni al proprio in-terno. Fino ai 13 anni non si danno voti e l’insegnamento è finalizzato all’apprendimento di un metodo di studio prati-co piuttosto che nozionistico: per esempio, nello studio del-le lingue, la grammatica passa in secondo piano a favore del dialogo attraverso simulazioni di situazioni reali. Dopo i 13 anni gli studenti as-sumono più autonomia per-

“fino all’Università gli studenti non pa-

gano nulla”

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ché oltre alle materie di base obbligatorie, possono scegliere quali corsi supplementari fre-quentare. Per permettere questi corsi, approfondimenti persona-

li e altre iniziative, la scuola re-sta aperta tutti i giorni fino alle 16:30. Dopo questa scuola lo studente decide se continuare con gli stu-di superiori e in questo caso può scegliere quale indirizzo pren-dere. Gli indirizzi, dividendosi in licei (in finlandese Lukio), studi professionali o lavoro, so-no paragonabili a quelli italiani e la scuola, che di norma dura 3 anni, può essere conclusa anche in 2 o 4, senza penalizzazioni. Il Ministero dell’istruzione ha attuato già da molti anni una politica di prevenzione dell’abbandono scolastico, che ha avuto risultati positivi in quanto il numero di ragazzi che lascia la scuola è irrilevante. Sul piano economico, fino all’Università gli studenti non pagano nulla né in termini di tasse né in materiale scolastico.

Fino ai 17 anni, però, non ven-gono stanziate borse di studio dallo Stato o dai vari enti, al contrario dell’Italia. Una scuola così farebbe invidia a chiunque, soprattutto a noi studenti italiani, costretti a ve-dere sempre più ridotti i fondi destinati all’istruzione e un li-vello di preparazione degli stu-denti che sta diventando pari a quello di paesi come Azerbaijan, Romania, ecc. Sicuramente non possiamo non tenere in considerazione che gli studenti finlandesi sono in tota-le circa 500.000 e di conseguen-za l’organizzazione scolastica presenta molti meno ostacoli. La scuola italiana necessita in-nanzitutto di una maggiore con-siderazione da parte non solo di chi la finanzia o la organizza, ma anche di chi la vive quoti-dianamente, noi studenti in pri-mis. Basterebbe questo, non per arri-vare nella top ten delle migliori scuole, ma almeno per essere degni concorrenti.

Verdiana Zedda e Martina Loi

Scuola e dintorni

“La scuola italiana sta raggiungendo i livelli di Azerbai-jan e Romania”

Indovinelli

Un maggiordomo taglia un anguria in 9 fette e li serve a 9 ospiti. Alla fine, quando deve sbarazzare, il maggiordo-mo si accorge che ci sono 10 bucce a tavola, all'ini-zio è un po' perplesso, ma ripensandoci capisce cosa è successo, così torna tranquillamente al lavoro. Sapendo che nessuno ha spezzato le bucce e non c'era una buccia in più a t a v o l a d a l l ' i n i z i o . Come è potuto accadere una cosa simile?

*** Un bardo venne condan-nato a morte perché accu-sato di aver ucciso un uo-mo. Il re, sapendo che era una menzogna perché lui l'effettivo colpevole, deci-se di alleviare la pena e il minimo che poté fare, fu far scegliere al malcapita-to il modo in cui venire giustiziato. La mattina dell'esecuzione, sul pati-bolo, il re chiese: "Di che morte hai deciso di peri-re?" E lasciando tutti a bocca aperta, il bardo eb-be salva la vita. Perché? Cosa rispose?

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Scuola e dintorni

Euclide separato in casa. Uno dei problemi che ci ri-guardano, all’interno dell’istituto, è la separazione ufficiosa tra liceo classico e scientifico. Al contrario di al-tre scuole della provincia, ab-biamo la “fortuna” di aver se-de centrale e staccata adia-centi; eppure la comunicazio-ne tra le diverse sedi è quasi inesistente, le circolari aleg-giano da una parte all’altra per una settimana e l’impedimento per gli alunni di passare da una sede all’altra (seppure non corren-do alcun rischio data la pre-senza di marciapiedi!) ostaco-la maggiormente la diffusione delle notizie riguardanti le iniziative scolastiche (-> vedi giornalino). Inoltre, una volta risolta la “questione arredi” per le sezioni A e B dello scientifico, tutto l’indirizzo verrebbe ubicato nella sede staccata, con la conseguente scissione dal liceo classico, che sommerebbe i propri pro-blemi a quelli già presenti do-vuti alla mancanza di iscrizio-ni. L’Euclide, nato come unio-ne tra i due indirizzi, rischia, a causa della mancanza di co-municazione tra di essi, di ritrovarsi con assemblee

d’istituto separate, progetti non in comune e una serie di conseguenze che potrebbero portare, anche se non formal-mente, alla creazione di due istituti diversi. Invitiamo la popolazione scolastica a di-scuterne durante la prossima assemblea d’istituto e nel frat-tempo, visto che siamo in pe-riodo di “Unità”, un brindisi a quella dell’Euclide!

La redazione.

Notizie dalla scuola L’11 marzo si sono tenute le selezioni per la partecipazione alla IX edizione delle Olimpiadi di Scienze, nel nostro istituito. Ad aver superato la selezione sono stati i seguenti ragazzi con il seguente punteggio: Biennio: Cherchi Federica (1°A) 64/120 Corda Aldo (2°E) 50/120 Secci Davide (1°A) 47/120 Pierannunzi Riccardo (1°E) 36/120 Deiana Francesca (1°B) 35/120 Deiana Claudia (2°C) 31/120 Triennio: Puddu Mauro (4°A) 81/120 Riccardi Fabio (3°C) 69/120 Bellu Claudio (4°D) 65/120 Palmas Francesco (4°D) 61/120 Piredda Vincenzo (4°A) 56/120 Bernard Barbara (3°C) 56/120 Questi ragazzi sono stati convocati presso Quartu S.Elena il 29 marzo 2011 al fine della selezione regionale. In bocca al lupo! ;)

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Scuola e dintorni

Giornate Pirandelliane all’Euclide

Il 22 e il 23 Marzo, il liceo Euclide ha ospitato

le Giornate Pirandelliane, a cui hanno preso

parte molti alunni del triennio e svariati inse-

gnanti. Nel pomeriggio del 22, la professoressa

Mauceri, ha tenuto una lezione su Il Fu Mattia

Pascal, spiegando i punti focali del romanzo

ed evidenziando dei passi. La mattina del 23 si

è invece ospitato il professor Lauretta e il pro-

fessor De Santi, rispettivamente presidente

dell’Associazione Nazionale Luigi Pirandello e

professore di arte e cinema alla Normale di

Pisa. Il professor Lauretta ha illustrato gli ar-

gomenti del prossimo convegno sul famoso

commediografo che si terrà ad Agrigento a

inizio Dicembre e a cui prenderanno parte di-

versi alunni della scuola impegnati in diverse

attività legate all’opera pirandelliana. Il pro-

fessor De Santi, invece, ha parlato del rappor-

to tra pirandello e il cinema, facendo degli in-

teressanti paralleli tra la sua opera e la cine-

matografia moderna e raccontando degli a-

neddoti sul rapporto che egli ebbe in vita con

l’industria cinematografica.

Giulio Serra.

Concorso di fotografia Da questo numero dell’Euclidea parte il con-corso di fotografia. Chiunque volesse parteci-pare può inviare una foto durante tutta l’estate (tema libero) all’indirizzo e-mail gior-

[email protected], scrivendo una didasca-lia descrittiva, con il proprio nome e la classe. La foto vincitrice verrà pubblicata nel prossi-mo numero. Via agli scatti!

Soluzioni agli indovinelli di pag. 5 Il maggiordomo ha tagliato l'anguria con 2 ta-gli verticali dritti e 2 tagli orizzontali dritti. Formando così al centro un quadrato, che col-lega dall'altra parte un altro quadrato. In parole povere il centro quadrato è formato da una fetta di anguria e da 2 bucce da scarta-re. Ecco da dove proviene la buccia in più. Il bardo, con un gran sorriso, rispose: "Di vec-chiaia!" Ed ebbe salva la vita.

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Scuola e dintorni

Intervista sulla scuola ai prof. Palmas e Alimonda. La scuola è a norma? Si anche se c’è qualcosa che non va: ad esem-pio i fanali(o luci) posizionati male. La struttura è comunque risalente agli anni 90, recente quindi. ‘’Son stato in scuole dove la situazione è peg-giore, la nostra è abbastanza nuova, ben fatta’’ Dice prof. Palmas . In questo periodo si parla parecchio delle energie rinnovabili e da noi sono stati in-stallati i pannelli fotovoltaici, anche qui tutto a norma? Si, dovremmo essere a norma; è stato inoltre installato un pulsante per l’erogazione

dell’energia. Da un punto di vista più formale non abbiamo tutte le certificazioni necessarie che dovreb-bero però essere richieste dalla provincia; l’unica che ci sta venendo rilasciata è la ‘’Certificazione prevenzione incendi’’. A proposito di incendi, noi studenti ricor-diamo bene quello che è successo a inizio anno; cosa ci potete dire sulla dinamica dei fatti? ‘’L’inverter (il trasformatore) è andato in corto circuito provocando qualche scintilla, così la cupola di plastica del condotto d’areazione ha preso fuoco, o meglio è bruciata’’. ‘’Questo perché l’inverter era posizionato male’’.

Intervista doppia ai prof. Pani e Bua Prof. Bua

Dipende.

Giampaolo Bua

55 fra un mese circa

Lettere dall’11 novembre ’86

No

Marinaio

Prof. Pani

Quasi, si dai!

Marco Pani

53

Matematica da 23 anni

Guida alpina

Promette di dire tutta la verità, solo la verità, nient’altro che la verità?

Nome e cognome?

Età?

Cosa insegna e da quanto?

Ama il suo lavoro?

Cosa avrebbe voluto fare come mestiere alternativo?

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Scuola e dintorni

Assolutamente si.

E’ un ottima persona.

Liceo Classico.

(Ci pensa un attimo) Non mi importava.

Juve.

Fan****.

E’ uno dei colleghi più simpatici.

Liceo Classico

Matematica, fisica, italiano.

Il calcio per me non esiste.

Non si può dire, dai vabbè ‘’fan….’’.

Crede in Babbo Natale?

Cosa ne pensa dell’altro intervistato?

Che scuola superiore ha frequentato?

Materia preferita a scuola?

Che squadra tifa?

Parolaccia che dice più spesso?

Cantante/gruppo preferito?

Ha mai preso 1 in un compito?

Un saluto alla scuola

A periodi.. in generale King Crimson e in que-sto periodo i Clash.

Ho preso anche 0--

Ciao.

Battiato, Pink Floyd, REM e Velvet Under-

ground.

No!

Euclide, ti amo!

(Momento di riflessione) No.

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Tecnologicamente parlando

Un nuovo modo per leggere, l’eBook Stanno spopolando da un po’, ma il botto l’hanno ricevuto con l’uscita dei tablet PC di ultima generazione: sono gli eBook, un nuovo, pratico modo per leggere. Gli eBooks sono semplici file, leggibili in di-versi formati. I più comuni sono i formati te-stuali (dal DOC di Microsoft Word o i PDF di Adobe Acrobat agli ePub, i più diffusi), ma esistono anche i formati immagini (JPEG o BITMAP) e i formati audio. Sono acquistabili su internet, o nel caso di iBook (il formato della Apple) in un iBookstore. Per leggere un eBook è sufficiente un eBook Reader o un Tablet PC. Il Tablet più famoso, ultimo gioiello della Apple, è l’iPad, che per-mette inoltre di sfogliare quotidiani e riviste. Esistono però, molti tablet con sistema opera-tivo Microsoft Windows o Android (marchi più rilevanti Acer, Sony e Dell). Ed è proprio di sistema operativo Android il rivale dell’iPad: è il Samsung Galaxy Tab, dalle di-mensioni ben inferiori rispetto al tablet Apple (è la metà) e con funzioni telefoniche. La questione, però, è un’altra: sono meglio i libri cartacei o quelli elettronici? Molti ne hanno fatta una questione amletica, ma a cia-scuno la scelta! Ciò che si può confrontare so-no i pro e i contro. Di certo, un libro cartaceo ha un valore affettivo, e, per i lettori più assi-dui, è bello avere tra le mani una copia del proprio libro preferito. Ma, ad esempio per viaggiare, non è il massimo portare appresso molti libri per passare il tempo. Ed è qui che l’eBook entra in gioco. È il massimo nella co-modità e della leggerezza, e un GB di memo-ria può contenere fino a 1500 libri, perfetto

anche per i lettori insaziabili. Inoltre i nuovi eBook Reader hanno particolari retroillumina-zioni e colori dello schermo che permettono la lettura prolungata a qualsiasi gradazione di luce senza stancare gli occhi.

Roberta Spada

La citazione del mese:

“Dicono alcuni che finirà nel fuoco il mondo; altri nel ghiaccio.

Del desiderio ho gustato quel poco Che mi fa scegliere il fuoco,

Ma se dovesse due volte finire, So pure che cosa è odiare,

E per la distruzione posso dire Che anche il ghiaccio è terribile

E può bastare. “

ROBERT FROST — Fuoco e Ghiaccio

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Tecnologicamente parlando

In questi giorni nei quali i di-battiti sulle fonti energetiche sono più accesi, occorrerebbe informarsi e informare per es-sere in grado di ‘’schierarsi’’ con cognizione di causa . In particolare visti i referendum sulle centrali nucleari sorge il bisogno di sapere se ad esse vi possono essere valide se non migliori scelte alternative… e allora?Le cosiddette risorse rinnovabili sono quelle fonti disponibili sul nostro pianeta a tempo indeterminato, am-messo che non ne venga fatto un uso improprio da parte dell’uomo che ne provochi la compromissione. Queste ven-gono tratte dal vento, dal sole, dal materiale di scarto(biomasse), e da altri ‘’fenomeni ‘’ naturali, e il loro utilizzo non implica effetti negativi sull’ambiente. Il “famigerato” nucleare Nel 2008/09 è stato firmato un accordo tra Italia e Francia per la collaborazione tra i due paesi sulla produzione di e-nergia nucleare. Questo ac-cordo ha aperto la strada alla costruzione in Italia di quat-tro centrali nucleare di “terza generazione”.

Le 4 centrali che verranno co-struite saranno del tipo EPR (European Pressurized Reac-tor) ad acqua pressurizzata, ciascuna con una potenza

molto elevata e la prima do-vrebbe entrare in funzione nel 2020. Questo tipo di reattore nucleare è definito di “terza generazione avanzata” e costi-tuisce l'evoluzione dei reattori di “seconda generazione”, che è attualmente il tipo di reatto-re più diffuso al mondo. Nel nuovo reattore EPR il combustibile usato è un ossi-do di uranio molto arricchito, il che consente una riduzione delle dimensioni del reattore pur riuscendo a raddoppiare la potenza rispetto ai reattori di seconda generazione. Que-sto è possibile perché il com-bustibile nucleare resta più a lungo nel reattore, con un conseguente uso più prolun-gato del combustibile e perciò anche a una maggiore radio-

tossicità delle scorie. Per ora sono in costruzione due reattori EPR in tutto il mondo: uno a Flamanville in Francia e uno a Olkiluoto in Finlandia (che dovrebbe en-trare in funzione nel 2012). Non ci sono quindi dati certi sul rendimento, e neanche sui reali rischi. La particolare attenzione ri-servata alle misure di sicurez-za e l'aumento della massima potenza erogabile dei reattori di terza generazione EPR ha portato a un notevole aumen-to dei costi di produzione. Pe-rò il rendimento nell'utilizzo del combustibile è maggiore e quindi è maggiore anche l'e-nergia specifica (un kg di ura-nio produce più energia ri-spetto agli altri sistemi). L'au-mento del tempo che il com-bustibile sta nel reattore, per contro, porta a una maggiore radioattività delle scorie, in una percentuale non ancora nota dato che le varie associa-zioni e organizzazioni non concordano sui dati rilevati (secondo la Areva, la società francese che opera nel campo dell'energia, l'aumento sareb-be del 15%, mentre secondo Greenpeace arriverebbe alme-no al 100%).

“Non ci sono dati certi sul rendi-mento, e nean-che sui reali ri-

schi.”

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Tecnologicamente parlando

In Italia non è la prima volta che si parla di energia nuclea-re. Fino al 1987 sono state atti-ve tre centrali nucleari. L'8 novembre 1987 con un refe-rendum popolare si decise di bandire questo metodo di produzione di energia. Questa scelta ha senza dubbio subito l'influenza della tragedia di Chernobyl, dopo la quale il popolo italiano si è convinto che l'energia non fosse troppo conveniente. Dopo il referen-dum le centrali attive vennero fermate e riconvertite e si in-terruppero i lavori di costru-zione in corso. Nonostante ciò le centrali hanno continuato a creare problemi sanitari e la questione delle scorie prodot-te durante la loro attività non è ancora del tutto risolta. L'attuale idea del governo è quella di ridurre al 50% l'ener-gia da idrocarburi e produrre il restante 50% attraverso il nucleare e le energie rinnova-bili. Il tutto servirebbe a ridur-re i costi di importazione (l'Italia attualmente importa l’81% dell'energia che consu-ma) ma considerando i costi del nucleare (uranio, costru-zione delle centrali, smalti-mento delle scorie e costi di mantenimento delle centrali) nel tempo il prezzo da pagare

potrebbe risultare addirittura maggiore.

Martina Loi Risorse rinnovabili In questi giorni nei quali i di-battiti sulle fonti energetiche sono più accesi, occorrerebbe informarsi e informare per essere in grado di ‘’schierarsi’’ con cognizione di causa . In particolare visti i referendum sulle centrali nucleari sorge il bisogno di sapere se ad esse vi possono essere valide se non migliori scelte alternative... e allora? Le cosiddette risorse rinnova-bili sono quelle fonti disponi-bili sul nostro pianeta a tempo indeterminato e vengono trat-te dal vento, dal sole, dal ma-teriale di scarto(biomasse) , e da altri ‘’fenomeni ‘’ naturali. Bisogna però analizzare i pro e i contro che esse ci offrono. Il loro utilizzo non ha alcun impatto negativo sull’ambiente , inoltre essendo ‘’indeterminate’’ non si corre il rischio che esse terminino . Purtroppo però non tutte le località sono idonee per ospi-tare impianti per la loro pro-duzione come nel caso dell’energia tratta dal vento, per la quale si avrebbe biso-

gno di ampie superfici. In par-ticolare ormai molte persone stanno facendo affidamento all’energia fotovoltaica che è ormai messa a duro confronto con l’energia nucleare. I costi per gli impianti fotovoltaici generalmente sono abbastan-za alti e per avere una quanti-tà di energia sufficiente hanno bisogno di molto spazio, sen-za contare che la loro fonte, il sole, non permette una pro-duzione continua. Però i costi sarebbero alti solo inizialmen-te, infatti a lungo termine si ridurrebbero se non addirittu-ra potrebbero portare guada-gno. Infine, cosa più impor-tante, l’energia fotovoltaica come tutte le rinnovabili non inquina. In un mondo come il nostro dove l’inquinamento è ormai argomento di massima rilevanza non abbiamo forse bisogno di esse? Possono esse-re le energie rinnovabili le ri-sorse del futuro?

Elisa Serra

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Noia divagante… ovvero quando i giuovini euclidei non sanno come riempire pagine… e tempo.

“I giovani d’oggi vogliono rag-giungere la maggiore età non per votare, ma per avere la patente.” Ora, suppongo che chiunque, almeno una volta nella vita, abbia sentito fare questa ri-flessione; perciò, facendo par-te della categoria “nuove ge-nerazioni” decido di dimostra-re perché, i poveri fanciulli, possano essere giustificati nel bramare tanto la patente! Vita da pendolare Ore 6/6.30: Suona la sveglia. Suona per l’appunto, ma non riesce nel suo intento, ossia svegliare i poveri fanciulli, che dal calduccio delle loro coper-te si sforzano di raggiungere con il ditino il cellulare (“tanto è touch”) per farla ta-cere e continuare a sognare beatamente. Ore 6.30/7.00: Qualche paren-te molto prossimo (“mamy o papy” per la precisione), ren-dendosi conto che non siamo affatto in procinto di uscire di casa, decidono di usare la loro “lieve vocina” per riuscire a svegliarci. Risultato: missione compiuta! Ore 7.00/7.30: Abbiamo meno di mezz’ora per prepararci. Questo significa panico per le ragazze (ma anche i ragazzi

no sono da meno), che però, dopo anni ed anni di allena-mento, riescono ad essere per-fette (o quasi) affrontando a testa alta gli ostacoli mattuti-ni. Colazione in fretta e furia, sempre che ci si riesca, e sia-mo alla fatidica FERMATA DEL PULLMAN! O_O Se siamo soliti attendere il no-stro amatissimo mezzo di tra-sporto al capolinea, significa che nelle ore di educazione fisica saremo degni di nota per i risultati nella corsa; già, perché nonostante la stan-chezza non dia minimamente segno di volerci lasciare in pa-ce, LA CORSA AI POSTI è una lotta senza esclusione di colpi (e non metaforicamente par-lando). Se miracolosamente siamo riusciti ad accaparrarci un po-sto, significa che faremo da appendiabito/poggia borse/portaombrelli per tutti gli a-mici, i conoscenti e gli imbu-cati che una volta saliti si af-fiancheranno a noi con un sorriso languido e la richiesta “disperata” d’aiuto. Se, al contrario, cosa che suc-cede al 90 % di noi studenti, non siamo molto ferrati in e-ducazione fisica o semplice-

mente raggiungere il capoli-nea non è fattibile per noi, ha inizio il cosiddetto VIAGGIO DELLA SPERANZA. Questa speranza poi, state pur certi che ciascuno la troverà da sé lungo il cammino! Siamo quindi saliti sul nostro bus preferito nell’ora di punta per studenti e lavoratori; ciò significa trovare un buco stretto quanto un oblò della lavatrice ed assumere all’incirca la stessa posizione dei panni sporchi, per trascor-rere 20 minuti, diciamo alme-no decentemente. Ma come sappiamo, purtrop-po, le cose non vanno mai co-me le avevamo previste; ecco che poche fermate più in là, orde di ragazzi che in realtà avrebbero un pullman riserva-to per la loro scuola decidono, a favore degli “scambi cultura-li” con l’altro sesso o che po-trebbero tranquillamente prendere un bus meno pieno, di salire su un pullman che inizia a non essere così vuoto. Tralasciando la musica a palla che, nemmeno rispecchiasse i gusti musicali della gran parte della popolazione viaria, ri-suona nelle nostre orecchie alle 7.00 del mattino, iniziamo a sperare di essere al gran completo e di solito, per le 2

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Noia divagante… ovvero quando i giuovini euclidei non sanno come riempire pagine... e tempo.

fermate successive le nostre preghiere vengono esaudite. La forza di volontà di certi in-dividui però, è più forte della nostra ed ecco che qualche metro più in là, una persona anziana dall’aria agguerrita e nonostante veda masse di per-sone spiaccicate come mosche alle portine del pullman, tenta in tutti i modi di salire a bor-do. Ci riuscirà? Ovviamente! Giustamente, la nostra “amica un po’ attempata” non cerca neanche per un momento di tacere per il quieto vivere di tutti. Giammai! Inizia ad inve-ire contro l’autista perché fa le curve troppo larghe/và troppo veloce/è uno giovane che non capisce niente/non si sa dove abbia preso la patente ed an-cora più “alterata” inizia la sua lotta alle nuove generazioni, che non sono più quelle di u-na volta/sono composte da una “manica di maleducati”/non hanno rispetto per gli an-ziani e tante paroline gentili, che non aspettiamo altro che sentirci rivolgere, soprattutto considerando l’orario. Noi, da giuovini educati, non dando peso ad insulti vari e auto-convincendoci che la si-gnora SICURAMENTE sta an-dando in ospedale per delle visite (data l’ubicazione della

nostra scuola), cerchiamo di mantenerci eretti e in equili-brio, che sembrerà una cosa stupida ma solo perché non ci avete immaginati come foto-copie dell’Ispettore Gadget: zaino o borsa (ancora peggio) sulle spalle e cartelletta da di-segno o cartelletta qualunque in una mano (tanto una car-telletta ce l’abbiamo tutti!). Affrontiamo in queste posizio-ni da equilibristi le fermate successive e quando pensiamo di essere finalmente salvi per-ché quasi arrivati a scuola ec-co che sale lui, il venditore ambulante con 350 borsoni in mano, con il quale noi “ispettori” non possiamo di certo competere. Lui, non tro-vando alcun posto nelle porti-ne apposite per salire, solita-mente si fionda al cen-tro (come tanti altri del resto) approfittando del fatto che qualcuno stia scendendo e si ferma lì, davanti alle portine. Tristi e sconsolati ci accingia-mo a scendere, consci dell’ultima sfida che ci atten-de: non essere travolti dai no-stri compagni euclidei e di-stricarci tra un borsone e l’altro con annesso salto finale che ci porterà a SCENDERE DAL PULLMAN. E ci riusciamo, cari amici, per-

ché dopo un’avventura del genere l’ultimo sforzo è come la 5° ora di lezione, quella dove il tempo sembra rallentare dra-sticamente ma anche quella i cui gli ultimi minuti ci fanno ringalluzzire un po’ e tornare ad essere allegri e pimpanti! Finalmente sul marciapiede, cerchiamo di attraversare in-denni la strada che ci porta a scuola quando, ad un certo punto, decidiamo di voltarci per constatare se una delle nostre speranze è diventata realtà. No, non è successo, la nostra anziana signora stava sola-mente andando a fare la spesa perché lei “la notte non dorme e la mattina si alza presto”!

Verdiana Zedda PS: ovviamente non era impli-cita alcuna offesa ad anziani o venditori ambulanti!

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(MUSICA)

Un colpo all’anima

Lo Zanichelli è del parere che : ‘un cantante è un musi-cista il quale usa la pro-pria voce come strumento musicale e professionale per produrre una successione di suoni’. Io credo che un can-tante non debba avere il dono di cantare, piuttosto quello di trasmettere emozioni, di co-municare col proprio pubbli-co, di interagire in un certo qual modo! Il XXI secolo è vis-suto da teenager che fanno di un artista un ‘souvenir’, un qualcosa da portarsi dietro per un periodo prestabilito, ma che presto o tardi verrà rimpiazzato da un secondo, da quello ‘del momento, quel-

lo più cool’. Nella maggior parte dei casi non si prende in considerazione il fatto che un cantante, prima di essere tale, sia un essere umano ovvero sia in grado di trovare nella musica un rifugio, un modo per comunicare, ma soprat-tutto per esprimere la propria interiorità, spesse volte impli-citamente. Luciano Ligabue, oltre a essere un cantautore, è uno scrittore, uno sceneggia-tore italiano e un regista. Fin dalle origini ha avuto a che fare con brani di genere pop e rock italiano. Stefano Accorsi, nel film ‘Radio Freccia’ si è ritrovato a lottare con i suoi “mostri”, mentre Luciano ha imparato a conviverci, ne ha preso le distanze, come ogni uomo nel pieno della sua con-sapevole maturità! Ha debut-tato col suo ultimo disco, Ar-rivederci Mostro, l’11 maggio 2010. Il cd è composto da 12 brani pluritematici, l’artista con abilità passa dal punto di vista di un bambino, riguardo quanto successe a Dender-monde il 23 gennaio del 2009 in Belgio,con ‘Quando mi vie-ni a prendere?’ a un augurio generale con ‘Il meglio deve ancora venire’.

"Ognuno di noi ha i propri mostri, i propri fantasmi. Li si possono chiamare ossessioni, paure, condizionamenti, sen-so di inadeguatezza, aspettati-ve e chissà in quali altri modi ancora. Sappiamo, però, che sono vivi e sono il filtro attra-verso cui chiunque matura la propria, personale visione del mondo. Credo di conoscere abbastanza bene i miei “mostri”, mi fanno compagnia da tanto tempo. Può darsi che sia anche per questa lunga fre-quentazione che ora, in que-sta fase della mia vita, mi sembrano meno “potenti” e “ingombranti”. Alcuni di loro li ho affrontati in questo al-bum ma era solamente per fargli sapere che li stavo salu-tando. Loro come tutti gli al-tri. So benissimo che sarebbe fin troppo bello che fosse un saluto definitivo. Infatti non mi sono permesso di dire: “Addio, mostro!” ma un più prudente e realistico: “ARRIVEDERCI, MOSTRO!”

E se per Ligabue Arrivederci Mostro, oltre a essere un tito-lo, è una realtà, uno stato di coscienza, spero che per voi sia ‘Un colpo all’anima’ ;) Buon Ascolto!

Laura Angius

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(CINEMA) Il Cigno Nero (Black Swan) Drammatico, Thriller

Regia di: Darren Aronofsky Con: Natalie Portman, Vin-cent Cassel, Mila Kunis

NEW YORK. Nina (Natalie Portman) è una ballerina clas-sica. Il regista Thomas Leroy (Vincent Cassel) decide di a-prire la nuova stagione con il famoso balletto di Tchai-kovsky Il Lago Dei Cigni e affi-da a Nina il ruolo di Odette, il Cigno Bianco. La giovane bal-lerina è perfetta per questo ruolo, ma non si accontenta e vuole interpretare anche il Ci-gno Nero. Per farlo però, deve

sconfiggere la parte fragile di sé stessa. Comincerà un aspro conflitto tra Nina e la sua riva-le Lily, meno metodica ma molto più espressiva, ma so-prattutto inizierà per la ragaz-za un periodo di lotte psicolo-gica tra il Cigno Bianco e il Cigno Nero, alla ricerca della parte oscura, tra il bene e il male, tra la realtà e l’immaginazione. La trama è speciale, la sua rappresentazione anche mi-gliore. I costumi e le sceno-grafie riprendono l’essenza del balletto di Tchaikovsky. Il film merita davvero tutte le nomination e i premi ricevuti (5 nomination agli Oscar, 4 ai Golden Globes di cui una vin-cita e 12 di cui un premio ai BAFTAs), e merita anche il cast. Degna di nota è stata l’interpretazione di Natalie Portman, brillante e dalla per-fetta drammaticità. Il film lascia molto a desidera-re quanto a dialoghi, stracol-mi di frasi fatte. Il montaggio è spesso confuso, ma in fondo è tipico di Aronofsky passare dalla realtà all’immaginazione senza un minimo di spazio. Ci sono vari motivi ricorrenti,

come il sesso, la fragilità e la trasgressione che sono perfet-tamente compatibili con il Ci-gno Bianco e il Cigno Nero, che rendono il film unico. Il modo di intenderli nella loro complessità è stato davvero interessante.

Roberta Spada

(MUSICA) Violent Femmes – Violent Femmes (1982)

Un accenno al contesto musi-cale del tempo: anni '80, anni di musica dance, primi sinte-tizzatori usati passivamente. Nasce la musica commerciale così come la intendiamo oggi (non per altro MTV nasce pro-prio in questo periodo), il punk continua a urlare anche se è già diventato post-punk e

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Le nostre recensioni

disco d'esordio di tre ragazzi di Milwakee è più l'aria del primo rock and roll degli anni sessanta (riff di chitarra asso-lutamente allegri e che spin-gono a ballare) o degli anni settanta. I Violent Femmes sono nati come gruppetto di strada country-folk e questo inevitabilmente traspare un po' in tutte le canzoni che scorrono lisce e tranquille. Canzoni che scorrono tran-quille ma lasciano una scia di allegria, di voglia di ballare e di ritornelli quasi da tormen-tone che non se ne vanno fa-cilmente dalla testa. Nonostante tutto l'influenza di tutti gli anni '70 e '80 si sente decisamente. Un gruppo del genere senza l'influenza di tutto l'alternativo anni '70/'80 (un nome su tutti, Talking Heads) non sarebbe potuto esistere. E si può avvertire an-che la traccia lasciata dal punk e sopratutto da quello che ne è seguito e infatti i VF sono spesso definiti come punk-folk, definizione che po-trebbe spiazzare ma che in effetti calza a pennello e rie-sce a definire piuttosto bene quello che si ascolta. Insomma, una serie di canzo-ni caratterizzate da un ritmo che rimane quasi sempre so-

stenuto e dallo stile allegro (tipicamente da rock and roll degli inizi), ma in cui non vengono banditi pezzi più ri-flessivi e in cui si sente l'im-pronta appunto del post-punk, spesso piuttosto “deprimente” e in generale tutte le canzoni sono caratte-rizzate da ritmiche che ricor-dano sempre il folk o il country americano.

Martina Loi

La redazione consiglia. FILM: 1. Amore e altri rimedi 2. Ora o mai più 3. L’attimo fuggente 4. Norbit 5. Alice in Wonderland 6. I soliti ignoti 7. Lords of Dogtown 8. Diari della motocicletta 9. The social network 10. L’alba dei morti viventi 11. Frozen 12. Train de vie 13. Bastardi senza gloria 14. Shindler’s list 15. Pulp fiction 16. Romanzo criminale 17. Amici miei

MUSICA: 1. Pink—Who knew 2. F. Guccini—Eskimo 3. Rancid—Fall back down 4. Wham—Wake me up

before you go-go 5. J.Lo—On the floor 6. John Mayer—Waiting

on the world to change 7. Miles Davis—Kind of

blue 8. The Zen Circus—

Vent’anni 9. Teatro degli orrori—E’

colpa mia 10. F. Battiato—Bandiera

bianca 11. Louise Attaque—

Amours 12. Mellow mood—Sweet 13. Bonnye Tyler—Total e-

clipse of the heart

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Parlando di… libri!

Il Piacere della Lettura Iniziano con questo numero le avventure del nuovo giornalino della scuola che s’impone all’affettuosa attenzione di tutti già dal suo nome “EuclIDEA” che riassume felicemente due elementi importanti: il senso dell’appartenenza alla propria scuola e la pia-cevole e fresca creatività nel trovare un neolo-gismo immediato, di facile acquisizione, che, come usa il linguaggio giovanile, “spacca” im-mediatamente. Come dirigente scolastico non posso che fare auguri e auspici convinti per un fu-turo ricco di soddisfazioni personali e culturali a tutta la redazione, che ho visto sempre operosa, entusiasta e infaticabile. Pertanto soddisfo volentieri alla richiesta, che mi è per-venuta da parte dei redatto-ri, di scrivere qualche rifles-sione sul “Piacere della lettura” come una pic-cola introduzione a questo lavoro. Vengono alla mente immediatamente le ri-flessioni che uno scrittore nonché insegnante in un liceo parigino come Daniel Pennac di-ceva, nel suo leggero e intelligente libro “Come un romanzo”, laddove, proprio all’inizio del libro, polemizza contro l’idea, sappiamo quanto vera e presente nella scuola, di avvicinare i ragazzi (uso, volutamente la parola ragazzi piuttosto che quella di studen-ti) in modo troppo imperativo “devi leggere, devi imparare a leggere, sali in camera e leg-gi!”; Pennac sbotta, decisamente, contro l’uso

e l’idea, appunto, dell’imperativo per il verbo leggere “il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo amare, il verbo so-gnare” Ed è proprio così: il piacere della lettura con-siste proprio nella convinta, sedimentata, in-teriore e intima motivazione a voler leggere, a relazionarci con il testo a subirne piacevol-mente, appunto, il fascino della parola, delle parole, della musicalità delle stesse ma anche

della architettura della costru-zione delle stesse, nonché, per-ché no, della sensazione di luci-da ipnosi che scivola spontanea-mente dal testo alla nostra co-scienza, alla nostra emotività e alla nostra intelligenza. “Per molto tempo sono andato a letto presto. A volte, appena spento il lume, gli occhi mi si chiudevano istantaneamente. Non avevo neppure il tempo di dirmi “M’addormento”. Una

mezz’ora dopo, il pensiero che era tempo di trovar sonno, mi svegliava; sentivo di dover posare il libro che credevo d’avere ancora in mano, e soffiare sul lume. Non avevo cessato, dormendo, di riflettere su ciò che avevo letto, ma le mie riflessioni avevano un corso tutto particolare: mi sembrava di essere io l’argomento del libro, una chiesa, un quar-tetto, la rivalità tra Francesco I e Carlo V. E questa convinzione sopravviveva di alcuni secondi al risveglio…”: queste parole , tratte dal folgorante incipit di quella che è stata de-finita la cattedrale Proust e cioè “Alla ricerca del tempo perduto” sintetizzano felicemente

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Parlando di… libri!

quale effetto di immedesimazione può com-portare la lettura e soprattutto la lettura di un testo autonomamente e spontaneamente scel-to. Ovviamente, in questo breve discorso, non si può non ricordare che si legge anche per ap-prendere, che si legge per essere informati, che si legge per immaginare e per conoscere e per conoscersi e anche queste possono essere fonte di piacere, di soddisfazione interiore e di crescita; e, ancora, proprio nell’ottica e nell’obiettivo del “piacere di lettura”, indiche-rei la necessità di una idonea strategia di let-tura che consideri un approccio graduale al testo per sviluppare al meglio (con ovvie, po-sitive, conseguenze di piacevolezza del legge-re) la capacità di lettura, dal saper identificare la struttura complessiva del testo alla inter-pretazione analitica e comprensione delle sin-gole parti che caratterizzano il testo, dalla individuazione dei temi essenziali trattati nel testo alla valutazione, infine, del testo medesi-mo e dei suoi significati, sempre chiedendosi il perché di quella tale scelta formale, sintatti-ca, lessicale e, soprattutto in poesia, musicale che l’autore adotta per comunicare non solo un racconto, una narrazione ma una idea, una convinzione, una emozione (“Dolce e chiara è la notte e senza vento, Dolcissimo possente/ dominator di mia profondamente…”). Qui volutamente interrompo, anche perché non penso sia opportuno scrivere qualcosa dopo aver ricordato Leopardi! E, allora, Auguri, Auguri, Auguri alla redazio-ne!! Giorgio Sanna

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Leggi Strane Nel Mondo -In Georgia (USA), è illegale legare giraffe ai pali della luce e tenere muli nelle vasche da bagno. -Alle Hawaii (USA), esiste una multa per chi non ha la barca e per chi ha le monete nelle orecchie. -In Arkansas (USA), è illegale pronunciare male il nome “Arkansas”. -In Alabama (USA), si può es-sere arrestati per avere barba o baffi finti che portano risate in chiesa e per aver messo il gelato nella tasca posteriore dei pantaloni. Anche a New York City è così. -A Châteneuf-du-Pape (Francia), tutti i dischi volanti che atterrano o decollano in suolo pubblico sono punibili con multa. -A Eureka (California, USA), gli uomini baffuti non posso-no baciare le donne. -In Arkansas (USA), è vietato vendere lampadine blu. -A Portland (Oregon, USA), è

vietato fischiare sott’acqua. -In Francia, non puoi chiama-re il tuo maiale Napoleone. -A Kanata (Canada), è vietato dipingere la propria porta di casa di rosso. -A Londra, è proibito salire su un taxi con la peste. -Nel Vermont (USA), una d o n n a h a b i s o g n o dell’autorizzazione del marito per mettere denti finti. -A Baldwin Park (California, USA), è vietato andare in bici-cletta dentro una piscina. -A York (UK), dentro le mura della città, è possibile uccide-re uno scozzese, ma solo con arco e frecce e non di domeni-ca. -In Florida, le donne possono essere multate se si addor-mentano dal parrucchiere. -A Miami, è illegale imitare gli animali e fare sesso con i por-cospini, a meno che non si sia porcospini. -Nel Missouri (USA), i pom-pieri non possono salvare

donne in vestaglia. -Nel Maine (USA), non si può scendere dagli aerei mentre sono in volo, tenere le decora-zioni natalizie tutto l’anno e camminare per strada con le scarpe slacciate. -Nel Massachusetts (USA), non si possono fare le feci sul vicino e portare il pizzetto senza la licenza.

-Nell’Illinois (USA), non si mangia nei ristoranti in fiam-

me.

Arrivederci al prossimo

anno scolastico!

Lo sapevate che...?