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Dispense per il Corso “ I Sistemi Informativi Territoriali e l’utilizzo del GIS (Geographic Information System) finalizzato al conseguimento della licenza ECDLGIS. Dispense per il corso Modulo 3 – Uso di un software GIS 1 Introduzione ArcGIS Desktop è una famiglia completa di applicazioni professionali GIS utilizzate per la risoluzione di problemi cartografici, per il miglioramento dell’efficienza, per il processo decisionale e per comunicare, visualizzare e comprendere le informazioni geografiche. In queste attività gli utenti effettuano numerose operazioni quali: Lavorare con le mappe Compilare, editare e gestire l’informazione geografica Automatizzare le attività con il geoprocessing Analizzare e modellare i dati con il geoprocessing Visualizzare i risultati attraverso mappe, in 3D e in viste dinamiche di serie temporali Gestire i database geografici multiutente Rendere disponibili i risultati e le risorse GIS a una vasta platea di utenti e per numerose applicazioni Sviluppare applicazioni personalizzate per la condivisione dei dati GIS ArcGIS Desktop può essere acquistato sotto forma di tre prodotti software distinti, con tre livelli di funzionalità crescente. ArcView: fornisce un insieme complesso di strumenti cartografici, strumenti per l’uso dei dati, la visualizzazione, l’analisi, l’editing e il geoprocessing ArcEditor: in aggiunta a tutte le capacità di ArcView, include capacità avanzate di editing per gli shapefile e per il geodatabase, oltre alle funzionalità per amministrare e utilizzare i geodatabase ArcSDE in Microsoft SQL Server Express ArcInfo: è il prodotto principali del GIS desktop e contiene tutte le funzioni più avanzate. Estende le funzionalità sia di ArcView sia di ArcEditor con ulteriori strumenti per il geoprocessing. Inoltre include le applicazioni legate ad ArcInfo Workstation, quali per esempio ArcPlot™, ArcEdit™, ARC Macro Language (AML™) 3.1.1 Primi passi con un’applicazione ArcMap™ è lo strumento principale per la realizzazione di cartografie, appartenente alla suite di programmi ArcGis Desktop. ESRI™ (Earth System Research Institute), offre tre livelli di licenze di ArcGis Desktop, aventi livelli crescenti di funzionalità. I nomi di questi tre diversi livelli sono ArcView™,ArcEditor™,ArcInfo™. L’applicazione ArcMap assieme alla applicazione ArcCatalog e al modulo ArcToolbox costituisce ArcView, uno dei più diffusi sistemi GIS al mondo. Per svolgere gli esercizi di seguito descritti si consiglia di copiare dentro la vostra partizione principale (C), la directory Modulo3_ECDL_GIS, in modo che i vostri dati siano registrati con il seguente path: 3.1.1.1 Aprire, chiudere l’applicazione Per lanciare l’applicazione ArcMap si accede al menù Tutti i programmi di Window™ (Fig. 3 - 1), e si seleziona la directory ArcGis spostando su di essa il puntatore e facendo click su questa con il primo bottone del mouse (Fig. 3 - 2). Nel menu a cascata che viene visualizzato selezionare l’icona dell’applicazione ArcMap Fig. 3 - 1. Accesso al menù Tutti i programmi di Window™

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Dispense per il Corso “ I Sistemi Informativi Territoriali e l’utilizzo del GIS (Geographic Information System) finalizzato al conseguimento della licenza ECDLGIS.

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Introduzione ArcGIS Desktop è una famiglia completa di applicazioni professionali GIS utilizzate per la risoluzione di problemi cartografici, per il miglioramento dell’efficienza, per il processo decisionale e per comunicare, visualizzare e comprendere le informazioni geografiche. In queste attività gli utenti effettuano numerose operazioni quali:

Lavorare con le mappe Compilare, editare e gestire l’informazione geografica Automatizzare le attività con il geoprocessing Analizzare e modellare i dati con il geoprocessing Visualizzare i risultati attraverso mappe, in 3D e in viste dinamiche di serie temporali Gestire i database geografici multiutente Rendere disponibili i risultati e le risorse GIS a una vasta platea di utenti e per numerose

applicazioni Sviluppare applicazioni personalizzate per la condivisione dei dati GIS

ArcGIS Desktop può essere acquistato sotto forma di tre prodotti software distinti, con tre livelli di funzionalità crescente.

ArcView: fornisce un insieme complesso di strumenti cartografici, strumenti per l’uso dei dati, la visualizzazione, l’analisi, l’editing e il geoprocessing

ArcEditor: in aggiunta a tutte le capacità di ArcView, include capacità avanzate di editing per gli shapefile e per il geodatabase, oltre alle funzionalità per amministrare e utilizzare i geodatabase ArcSDE in Microsoft SQL Server Express

ArcInfo: è il prodotto principali del GIS desktop e contiene tutte le funzioni più avanzate. Estende le funzionalità sia di ArcView sia di ArcEditor con ulteriori strumenti per il geoprocessing. Inoltre include le applicazioni legate ad ArcInfo Workstation, quali per esempio ArcPlot™, ArcEdit™, ARC Macro Language (AML™)

3.1.1 Primi passi con un’applicazione ArcMap™ è lo strumento principale per la realizzazione di cartografie, appartenente alla suite di programmi ArcGis Desktop. ESRI™ (Earth System Research Institute), offre tre livelli di licenze di ArcGis Desktop, aventi livelli crescenti di funzionalità. I nomi di questi tre diversi livelli sono ArcView™,ArcEditor™,ArcInfo™. L’applicazione ArcMap assieme alla applicazione ArcCatalog e al modulo ArcToolbox costituisce ArcView, uno dei più diffusi sistemi GIS al mondo. Per svolgere gli esercizi di seguito descritti si consiglia di copiare dentro la vostra partizione principale (C), la directory Modulo3_ECDL_GIS, in modo che i vostri dati siano registrati con il seguente path: 3.1.1.1 Aprire, chiudere l’applicazione Per lanciare l’applicazione ArcMap si accede al menù Tutti i programmi di Window™ (Fig. 3 - 1), e si seleziona la directory ArcGis spostando su di essa il puntatore e facendo click su questa con il primo bottone del mouse (Fig. 3 - 2). Nel menu a cascata che viene visualizzato selezionare l’icona dell’applicazione ArcMap

Fig. 3 - 1. Accesso al menù Tutti i programmi di Window™

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Fig. 3 - 2. Accesso alla directory ArcGis e selezione dell’applicazione ArcMap

Nella successiva finestra (Fig. 3 - 3), l’applicazione chiede se si vuole procedere alla apertura di una nuova mappa (1 in Fig. 3 - 3, “A new empty map”), un template (2 in Fig. 3 - 3, “A Template” ovvero un documento usato come modello per documenti nuovi con design omogeneo), o una mappa esistente (3 in Fig. 3 - 3, “An existing map”). Procedere selezionando “A new empty map” e selezionando (facendo un click del primo bottone del mouse) sul bottone OK posto in basso a destra della finestra (Fig. 3 - 3).

Fig. 3 - 3. La finestra di apertura di ArcMap

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Fig. 3 - 4. La finestra principale di ArcMap con l’indicazione delle tre suddivisioni

Nella successiva finestra l’applicazione ArcMap si presenta pronta all’uso. In Fig. 3 - 4 vengono indicate le tre principali aree funzionali di ArcMap; la Tavola dei Contenunti (TOC, Table of Content), l’area di illustrazione dei dati in forma geografica (data view) o in forma di layout (Layout view), l’area ove si trovano in genere le Toolbar (Toolbar: barra degli strumenti, ovvero finestra che raccoglie comandi e menu che attivano strumenti d'uso, posta in genere nella parte superiore della finestra principale della applicazione). Le toolbar possono essere spostate dalla loro posizione in alto della finestra selezionando con il primo bottone del mouse l’area grigia della toolbar a destra dell’ultimo menu; mantenendo premuto il bottone del mouse e spostando quest’ultimo si può posizionare la toolbar sul data view o al confine tra il data view e la Table of content. In quest’ultimo caso la toolbar assumerà una visualizzazione verticale. Le toolbar possono essere eliminate dalla visualizzazione, una volta spostate dalla loro posizione in alto della finestra principale, selezionando il bottone Chiudi (il segno di spunta con la X che si trova in alto a destra della toobar, Fig. 3 - 5). Tutte le toolbar possono essere chiuse tranne quella relativa al Menu principale (Main menu).

Fig. 3 - 5. Selezionando il bottone Chiudi (in alto a destra della finestra) si elimina

dalla visualizzazione una toolbar Per riattivare la visualizzazione di una toolbar occorre spostarsi con il puntatore del mouse su una delle toolbar presenti e selezionandola con il secondo bottone del mouse si apre un menù dove in

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ordine alfabetico sono elencate tutte le toolbar che ArcMap mette a disposizione dell’utente (Fig. 3 - 6).

Fig. 3 - 6. Elenco delle toolbar disponibili nell’applicazione ArcMap; la visualizzazione di una nuova toollbar si

ottiene selezionado il suo nome nell’elenco con il primo bottone del mouse. Le toolbar visualizzate sono contrassegnate da un segno di spunta a sinistra del nome.

Anche la Table of Content può essere eliminata dalla visualizzazione, selezionando il bottone chiudi in alto a destra della finestra. Nel caso in cui la Table of Content sia stata eliminata e la si voglia visualizzare di nuovo, si deve selezionare il menu Window con il primo bottone del mouse e scegliere il comando Table of Content (Fig. 3 - 7).

Fig. 3 - 7. Inserimento della Table of Contents

Per la chiusura dell’applicazione si seleziona il menù File e si sposta il puntatore del mouse sul comando Exit; dopo avere selezionato questo comando l’applicazione ci chiede se si desidera salvare le modifiche adottate per la mappa ovvero se desideriamo salvare il progetto ArcMap. Se optiamo per questa soluzione occorre salvare il file del progetto nella directory di lavoro (working directory).

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DEFINIZIONE DI MAP: La “map” è un documento creato dalla applicazione ArcMap, che contiene al suo interno una mappa, il suo layout (stampa a corredo), gli strati informativi associati (layer), tabelle, diagrammi e rapporti. I documenti di mappa (map document) possono essere stampati oppure inclusi in altri documenti. I file realtivi ai documenti di mappa hanno una estensione *.mxd. DEFINIZIONE DI LAYER Il Layer è ogni rappresentazione visiva di un insieme di dati geografici in un contesto di mappe digitali. Concettualmente un layer è uno STRATO INFORMATIVO relativo alla realtà geografica di un’area e rappresenta cartograficamente l’equivalente ad una voce di legenda di una tradizionale mappa cartacea. Ad esempio su una carta stradale, le strade, i confini di un parco naturale, i confini politici, i fiumi, possono essere considerati come layer. In ArcGis un layer è un riferimento ad una fonte di dati come uno shapefile, coverage, geodatabase feature class, raster inclusa la modalità di visualizzazione di tali dati (ovvero le caratteristiche della legenda da adottare in termini contenuti, colori, simboli, etc). I layer possono definire anche delle proprietà addizionali, come ad esempio quali elementi della fonte di dati sono effettivamente visualizzabili ed analizzabili. I layer sono immagazzinati nei documenti di mappa (*.mxd) oppure sono salvati individualmente come file aventi l’estensione *.lyr. I layer sono concettualmente simili ai Temi del sistema ArcView 3.X. Preparare i dati per ArcMap Prima di caricare i dati nell’applicazione ArcMap per poterli visualizzare e manipolare, occorre accertarsi che tali dati dispongano di un appropriato sistema di riferimento e nel caso ne siano sprovvisti assegnarlo, utilizzando le possibilità offerte dall’applicazione ArcGis. I dati che verranno utilizzati negli esempi riportati in questo testo sono scaricabili dal sito http://aicanet.net/certificazioni/ecdl/specialised-level/ecdl-gis/sample-test selezionando “Sample test Modulo 3 ArcGis-ESRI”. Si consiglia di salvare la directory con i dati in C e renderla utilizzabile con il seguente path: C:\SAMPLE_TEST_M3_ESRI\Dati. Dal menù Tutti i programmi di Window, accedere alla directory ArcGis e selezionare con il primo bottone del mouse l’applicazione ArcCatalog (Fig. 3 - 8)

Fig. 3 - 8. Lancio dell’applicazione ArcCatalog

Una volta lanciato ArcCatalog, l’applicazione si presenta con la finestra riportata in Fig. 3 - 9.

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Fig. 3 - 9. La finestra principale di ArcCatalog. A sinistra l’area del catalog three, al centro l’area del catalog

display ed in alto le toolbar.

Per accedere ai dati occorre definire il percorso (path) alla directory di lavoro. Per fare questo spostare il puntatore del mouse in alto sul bottone connect to folder (Fig. 3 - 10) e nella finestra che si apre navigare fino a selezionare la directory che contiene i dati; una volta selezionata con il puntatore del mouse la directory prescelta si seleziona il bottone OK e la finestra visualizzata sarà come riportato in Fig. 3 - 11. Si consiglia di registrare tale directory in C:\SAMPLE_TEST_M3_ESRI\Dati (vedi finestra in alto in Fig. 3 - 10).

Fig. 3 - 10. Finestra per la scelta della directory di lavoro ove sono contenuti i dati di nostro interesse.

A sinistra della finestra, nella sezione del catalog three appare il nome ed il path di registrazione delle directory di lavoro accanto ad un simbolo particolare (1 in Fig. 3 - 11) che sta ad indicare che è stata istituita una connessione con la directory C:\.....\dati. Nella parte centrale della finestra vengono visualizzati i file che sono contenuti nella directory. La visualizzazione è per icone, ovvero sono visualizzati simboli a cui sono associati dall’applicazione particolari formati di file (Fig. 3 - 12).

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Fig. 3 - 11. La finestra principale di ArcCatalog con indicazione, in alto a sinistra, della connessione alla/e working

directory disponibili

Da ArcCatalog è possibile (tra le diverse operazioni) assegnare il sistema di riferimento allo strato informativo, sia raster che vector. Attenzione, l’assegnazione del sistema di riferimento appropriato è solo una parte delle operazioni di georeferenziazione di uno strato informativo; essa si completa con le operazioni (eseguite tramite l’applicazione ArcMap) di assegnazione ai Ground Control Point delle loro effettive coordinate e di rettificazione.

Fig. 3 - 12. Elenco e denominazione dei tipi di file gestiti dalla applicazione ArcCatalog

Per assegnare ad un file raster il sistema di riferimento eseguire le seguenti operazioni.

1) Con il puntatore del mouse selezionare il campo Type (1 in alto al Data Display, Fig. 3 - 13) e ordinare per tipo i dati elencati nella working directory

2) Selezionare con il puntatore del mouse il file roma.sid (2 in Fig. 3 - 13) e con il tasto destro del mouse selezionare il comando Properties (3 in Fig. 3 - 13)

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Fig. 3 - 13. Selezione del file per assegnazione del sistema di riferimento

3) Nella finestra che si apre dopo la selezione delle Properties del file si possono consultare e

modificare diverse caratteristiche dello strato informativo (Fig. 3 - 14); tra queste, scorrendo con la barra di menu verticale, si possono visualizzare le proprietà relative allo Spatial Reference. In corrispondenza di queste ultime si seleziona con il puntatore del mouse il comando Edit (1 in Fig. 3 - 14) e si attiva la finestra dello Spatial Reference Properties (2 in Fig. 3 - 14).

Fig. 3 - 14. Selezione delle opzioni del sistema di riferimento per un file raster. Selezionando con il puntatore del

mouse il bottone Edit (1), si accede alla finestra Spatial Reference Properties (2)

4) La finestra dello Spatial Reference Properties permette di accedere ai sistemi di riferimento predefiniti nel sistema ArcGis (bottone Select, 3 in Fig. 3 - 14), oppure di copiarne uno da

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uno strato informativo che già ne sia provvisto (bottone Import, 4 in Fig. 3 - 14), oppure di definirne uno nuovo (bottone New, 5 in Fig. 3 - 14). Quale sistema di riferimento sia da applicare allo strato informativo è una informazione che deve essere nota a priori, come dato assegnato o come dato desumibile dallo strato infortivo. In questo caso dalla finestra Raster Dataset Properties si legge come le coordinate dell’estensione cartografica (Extent, 10 in Fig. 3 - 14) siano compatibili con il sistema UTM. Una ulteriore informazione che ci permette di scegliere la Zona 32 N la possiamo desumere dal fatto che la zona rappresentata nella mappa riguarda l’area di Roma, che si sviluppa attorno alla longitudine 12 East da Greenwich. Definito che il sistema di riferimento da adottare è l’ European Datum 1950 UTM Zone 32 N si procede come segue.

5) Per scegliere un nuovo sistema di riferimento si seleziona il bottone Select (3 in Fig. 3 - 14). Le finestre da 1 a 4 in Fig. 3 - 15si aprono una dopo l’altra selezionando con doppio click le directory Projected Coordinate System (1 in Fig. 3 - 15), UTM (2 in Fig. 3 - 15), Other GCS (Geographic Coordinate System, 3 in Fig. 3 - 15) ed infine scegliendo il sistema di riferimento European Datum 1950 UTM Zone 32 N (4 in Fig. 3 - 15). Tale sistema di riferimento si trova nell’elenco della directory Other GCS (4 in Fig. 3 - 15) scorrendo in ordine alfabetico la lista dei sistemi disponibili utilizzando barra di scorrimento posta in basso alla finestra. Dopo la selezione di questo sistema si conferma la scelta selezionando il bottone Add (5 in Fig. 3 - 15), il bottone Applica e OK nella finestra Spatial Reference System (6 e 7 in Fig. 3 - 14) e Applica e OK nella finestra Raster Dataset Properties (8 e 9 in Fig. 3 - 14).

Fig. 3 - 15. Le finestre da 1 a 4 si aprono una dopo l’altra selezionando con doppio click le directory Projected Coordinate System (1),UTM (2), Other GCS (Geographic Coordinate System, 3) ed infine scegliendo il sistema di riferimento European Datum 1950 UTM Zone 32 N. La conferma della scelta del sistema di riferimento si

esegue selezionando il bottone add (5)

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Fig. 3 - 16. Selezione delle proprietà di uno strato informativo vettoriale

Fig. 3 - 17. La finestra di proprietà dello shapefile. La Tab 1 permette di accedere al Sistema di Coordinate (1),

mentre il bottone Select (2) permette di scegliere un sistema di riferimento predefinito nel sistema ArcGis, il bottone Import (3) di importare un sistema di riferimento già assegnato ad un altro strato informativo, il

bottone New (4) per creare un nuovo sistema di riferimento Per assegnare ad un file vettoriale il sistema di riferimento eseguire le seguenti operazioni.

1. In questo caso il file vettoriale è lo strato informativo è lo shapefile rm_parcheggi.shp, uno shapefile relativo alla ubicazione di alcuni parcheggi nella città di Roma. Anche in questo caso si accede al file tramite la finestra catalog display, dove con il puntatore del mouse si seleziona il file nella lista di quelli presenti nella directory di lavoro (1 in Fig. 3 - 16) e dopo averlo selezionato con il secondo bottone del mouse si seleziona il comando Properties

2. Il comando Properties permette di accedere alla finestra che gestisce le Shapefile properties, dove in alto sono collocate alcune tab; tra queste selezionare la tab XY Coordinate System (1 in Fig. 3 - 17A). In questa tab si presentano le stesse opzioni viste in Fig. 3 - 14 per lo strato informativo raster. Con il primo bottone del mouse selezionare il bottone Select e procedere

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alla selezione del Sistema di riferimento European Datum 1950 UTM Zone 32 N come nel precedente punto 5 (Fig. 3 - 15). Dopo l’assegnazione del sistema di riferimento la finestra XY Coordinate System risulterà come in Fig. 3 - 17 B.

3. Dopo aver eseguito l’assegnazione del sistema di riferimento, selezionare con il puntatore del mouse il menù File e scegliere il comando exit (Fig. 3 - 18)

Fig. 3 - 18. Uscire dall’applicazione ArcCatalog

3.1.1.2 Caricare i dati vettoriali, raster nell’applicazione Dal menù Tutti i programmi di window, lanciare l’applicazione ArcMap (vedi punto “3.1.1.1 Aprire, chiudere l’applicazione”); alla richiesta dell’applicazione, scegliere di aprire una nuova mappa vuota e selezionare il bottone OK. La finestra di ArcMap deve presentarsi come in Fig. 3 - 19, con la disponibilità delle toolbar Stardard, Tools, Main Menù

Fig. 3 - 19

Per aggiungere caricare un dato (vettoriale o raster) alla visualizzazione occorre attivare la funzione add data, selezionando il bottone di Fig. 3 - 20 nella Standard Toolbar e procedere come segue

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Fig. 3 - 20. Il bottone che attiva la funziona di Add Data

1. La selezione del bottone Add Data permette di accedere ad una finestra di scelta (Add Data)

che elenca le directory di lavoro che sono già state impostate (1 in Fig. 3 - 21). Nel caso in cui non sia disponibile la directory che contiene i dati di nostro interesse selezionare il bottone Connect to Folder (2 in Fig. 3 - 21) e procedere come illustrato nel caso illustrato in Fig. 3 - 10. In questo caso la directory di lavoro è C:\SAMPLE_TEST_M3_ESRI\Dati ed è possibile connettersi ad essa selezionandala con un doppio click con il puntatore del mouse nella finestra Add Data (1 in Fig. 3 - 21), oppure selezionando il bottone Add (3 in Fig. 3 - 21).

2. La selezione della directory di lavoro permette di accedere ai dati registrati in essa; tra questi si possono scegliere indifferentemente i dati vettoriali o raster; in questo caso selezionare roma.sid (1 in Fig. 3 - 22) e selezionare il bottone Add (2 in Fig. 3 - 22). Dopo aver aggiunto alla visualizzazione questo file raster, ripetere l’operazione caricando il dato vettoriale rm_parcheggi (3 in Fig. 3 - 22)

Fig. 3 - 21. Finestra di accesso alle directory di lavoro predisposte(1)

3. I dati visualizzati in ArcMap sono illustrati nella Fig. 3 - 23.

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Fig. 3 - 22. Finestre di accesso ai dati registrati nelle directory di lavoro. A destra la prima connessione viene effettuata per caricare i dati raster (1), a sinistra una seconda connessione viene effettuata per caricare il dati

vettoriale (2)

Fig. 3 - 23. Visualizzazione dei dati vettoriali e raster caricati in ArcMap

3.1.1.3 Salvare il lavoro attivo. Per salvare in forma di “Map” i dati visualizzati nella sessione di lavoro procedere come segue

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1. Selezionare il menu File con il puntatore del mouse e scegliere il comando Save (Fig. 3 - 24)

Fig. 3 - 24. Il comando save map

2. Dopo la scelta del comando Save si apre la finestra Salva col nome, dato che è il primo salvataggio del documento. In questa finestra è necessario definire la directory dove salvare il documento navigando nelle directory rese disponibili selezionando il menu a cascata a destra della finestra “Salva in” (1 in Fig. 3 - 25).

Fig. 3 - 25. La scelta della directory di salvataggio del file

Una volta scelta la directory di salvataggio si deve definire il nome del file (2 in Fig. 3 - 26), il tipo di documento, ArcMap Docment o ArcMap Template (3 in Fig. 3 - 26), ed infine il comando Salva (4 in Fig. 3 - 26).

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Fig. 3 - 26. La definizione del nome del documento

3.1.1.4 Usare la funzione di guida in linea dell’applicazione Per lanciare la funzione di guida in linea dell’applicazione si procede come segue.

1. Si seleziona il menu Help con il puntatore del mouse (1 in Fig. 3 - 27). Nel menu in cascata che si apre si possono selezionare più opzioni, tra queste le più importanti sono l’opzione di lancio della guida on line (2 in Fig. 3 - 27) l’opzione di spiegazione puntuale sulla funzione di ogni singolo bottone (3 in Fig. 3 - 27). Selezionando quest’ultima opzione, di lato puntatore al mouse appare un punto interrogativo; con questa configurazione selezionando un bottone appare una spiegazione sulla funzione svolta da quest’ultimo

Fig. 3 - 27. Accesso alla funzione di help (1), selezione della guida on line (2), selezione della spiegazione

puntuale sulla funzione di ogni singolo bottone

2. Selezionando la funzione ArcGis desktop Help, si avvia la guida in linea dell’applicazione ArcGis (Fig. 3 - 28). Selezionando il tab Contenuto (1 in Fig. 3 - 28) vengono elencati gli argomenti principali contenuti nella guida (2 in Fig. 3 - 28) e altri contenuti tra cui il GIS Glossary. Si può accedere ai contenuti specifici selezionando il segno di spunta “+” accanto ad ogni argomento principale (3 in Fig. 3 - 28); quando viene selezionato l’argomento specifico la spiegazione apparire sul lato destro della finestra (4 in Fig. 3 - 28) .

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Fig. 3 - 28. La finestra della guida on line; il tab Contenuto

3. Selezionando il tab Indice (1 in Fig. 3 - 29), si accede ad una toolbar nella quale è possibile

scrivere una parola chiave (2 in Fig. 3 - 29); l’applicazione cercherà tale parola nel testo della guida e visualizzerà i risultati in ordine alfabetico (3 in Fig. 3 - 29). Selezionando con il puntatore del mouse uno dei risultato disponibili , sul lato destro della finestra apparirà il testo della spiegazione (provare a digitare la parola chiave Map) (4 in Fig. 3 - 29).

Fig. 3 - 29

4. Selezionando il tab Preferiti (1 in Fig. 3 - 30) è possibile registrare un collegamento con un argomento prescelto. L’argomento prescelto può provenire dalle selezioni correnti oppure

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esser digitato nella toolbar (2 in Fig. 3 - 30), aggiunto alla lista degli argomenti (5 in Fig. 3 - 30) oppure rimosso o visualizzato dalla lista (3, 4 in Fig. 3 - 30).

Fig. 3 - 30

GIS.3.1.2 Modificare le impostazioni 3.1.2.1 Mostrare, nascondere le barre degli strumenti.

1. Lanciare l’applicazione ArcMap e alla richiesta dell’applicazione scegliere l’opzione “ A new

empty map” (cfr la Fig. 3 - 3 sopra riportata).

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Fig. 3 - 31. La finestra principale di ArcMap con l’indicazione delle tre suddivisioni

Nella successiva finestra l’applicazione ArcMap si presenta pronta all’uso. In Fig. 3 - 31 vengono indicate le tre principali aree funzionali di ArcMap; la Tavola dei Contenunti (TOC, Table of Content), l’area di illustrazione dei dati in forma geografica (data view) o in forma di layout (Layout view), l’area ove si trovano in genere le Toolbar (Toolbar: barra degli strumenti, ovvero finestra che raccoglie comandi e menu che attivano strumenti d'uso, posta in genere nella parte superiore della finestra principale della applicazione). Le toolbar possono essere spostate dalla loro posizione selezionando con il primo bottone del mouse l’area grigia della toolbar a destra dell’ultimo menu; mantenendo premuto il bottone del mouse e spostando il puntatore nella posizione desiderata. Si può posizionare la toolbar sul Data View o al confine tra il Data View e la Table of content; in quest’ultimo caso la toolbar assumerà una visualizzazione verticale. Le toolbar possono essere eliminate dalla visualizzazione, una volta spostate dalla loro consueta posizione in alto della finestra principale, selezionando il bottone Chiudi Fig. 3 - 32 (il segno di spunta con la X che si trova in alto a destra della toobar). Tutte le toolbar possono essere chiuse tranne quella relativa al Menu principale (Main menu).

Fig. 3 - 32. Selezionando il bottone Chiudi (in alto a destra della finestra) si elimina dalla visualizzazione una toolbar Per riattivare la visualizzazione di una toolbar occorre spostarsi con il puntatore del mouse su una delle toolbar presenti e selezionandola con il secondo bottone del mouse si apre un menù dove in ordine alfabetico sono elencate tutte le toolbar che ArcMap mette a disposizione (Fig. 3 - 33).

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Fig. 3 - 33. Elenco delle toolbar disponibili nell’applicazione ArcMap; la visualizzazione di una nuova toollbar si

ottiene selezionando il suo nome nell’elenco con il primo bottone del mouse. Le toolbar visualizzate sono contrassegnate da un segno di spunta a sinistra del nome.

Toolbar principali In ArcMap è possibile utilizzare fino a 15 differenti toolbars; nel seguito verranno brevemente esposte le caratteristiche delle toolbars comunemente più utilizzate.

Main Menu Toolbar: si tratta di una barra di menu tradizionale contenente la totalità dei comandi disponibili in ArcMap; non presenta, a differenza delle altre barre di lavoro, pulsanti di comando (Fig. 3 - 34)

Fig. 3 - 34

Standard Toolbar: Questa toolbar contiene:

-collegamenti rapidi ai comandi del menu File; -gli strumenti tradizionali di editing (taglia, copia, incolla); -lo strumento per l’aggiunta di dati alla vista; -la finestra di controllo della scala di osservazione; -il collegamento al modulo ArcCatalog ed alla Editor Toolbar. La spiegazione sulla funzione dei diversi bottoni è riportata in (Fig. 3 - 35)

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Fig. 3 - 35

Editor Toolbar: contiene l’insieme degli strumenti da utilizzare nella fase di editing grafico del dato geografico (Fig. 3 - 36).

Fig. 3 - 36

-L’ Editor Toolbar contiene il menu Editor (1 in Fig. 3 - 36) , dal quale si accede cliccando sul menu a cascata (2 in Fig. 3 - 36) ai comandi per l’avvio e l’arresto della modalità di editing, per le operazioni geometriche fra livelli e per l’impostazione di alcuni parametri di controllo (Fig. 3 - 37).

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Fig. 3 - 37. Le opzioni di editing disponibili selezionando il comando Start Editing

-L’ Editor Toolbar contiene lo strumento ( 3 in Fig. 3 - 36), per la modifica degli elementi digitalizzati (punti, vertici di linee, vertici di poligoni) - Nell’ Editor Toolbar si trova lo strumento di disegno da utilizzare per la digitalizzazione (4 Fig. 3 - 36). In prossimità di quest’ultimo, cliccando su il menu a cascata (5 in Fig. 3 - 36) si possono scegliere diversi tipi di strumenti di disegno ( Fig. 3 - 38).

Fig. 3 - 38

- Dall’Editor Toolbar è possibile definire il tipo di intervento di modifica previsto (Task, 6 in Fig. 3 - 36); cliccando sul menu a cascata (7 Fig. 3 - 36) si possono selezionare diverse opzioni di editazione (Fig. 3 - 39).

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Fig. 3 - 39

- Le funzioni di editing definite tramite l’Editor Toolbar, si applicano ad un solo layer che viene specificato nella finestra Target ( 9 in Fig. 3 - 36), ove viene riportato il nome del layer prescelto selezionato tramite il menu a cascata (10 in Fig. 3 - 36).Si ricorda che i layer da scegliere sono quelli visualizzati nella Tavola dei Contenuti (TOC, Fig. 3 - 31). -Ulteriori funzioni di editazione sono disponibili nell’Editor Toolbar, ove si trovano i comandi per tagliare (11 in Fig. 3 - 36) e ruotare (12 in Fig. 3 - 36) e entità selezionate e per creare i report (13 in Fig. 3 - 36). -Dall’Editor Toolbar è possibile la visualizzazione ed eventualmente la modifica delle coordinate dei vertici delle entità digitalizzate; tale possibilità si rende attiva dopo la selezione con un doppio click di una entità digitalizzata (ad esempio una linea), tramite lo strumento di editazione (3 in Fig. 3 - 36). Dopo tale selezione cliccando sulla finestra di Skecth Properties ( 14 in Fig. 3 - 36) viene visualizzata una ulteriore finestra (Fig. 3 - 40) ove sono elencate le coordinate dei vertici dell0occorrenza selezionata. Con click del mouse su ognuna di queste coordinate è possibile cambiare il loro valore e di conseguenza far assumere una nuova posizione ai vertici dell’entità. Cliccando su Finish Sketch (Fig. 3 - 40) si esce dal menu.

Fig. 3 - 40. In figura sono rappresentati i vertici dell’entità selezionata e nella finestra le coordinate di tali

vertici.

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Nella Tools Toolbar molti degli strumenti sono di uso noto nelle interfacce delle applicazioni dei sistemi operativi Window™; cliccando sui bottoni elencati in Fig. 3 - 41, si attivano le seguenti funzioni:

Fig. 3 - 41

- I bottoni di Zoom In e Zoom Out, per ingrandire o ridurre di quantità desiderate ed in

posizioni prescelte le visualizzazioni del Data Display ( 1 e 2 in Fig. 3 - 41). I bottoni per ingrandire o ridurre di quantità fisse a partire dal centro della visualizzazione ( 3 e 4 in Fig. 3 - 41). Lo strumento per spostare la visualizzazione (Pan, 5 in Fig. 3 - 41).

- Lo strumento per la visualizzazione totale (Full Extent) dei dati visualizzati nel Data Display (Pan, 6 in Fig. 3 - 41).

- Cliccando sui bottoni con le due frecce contrapposte (7 in Fig. 3 - 41), la visualizzazione delle entità torna nelle dimensioni di zoom precedente o in quello iniziale.

- Per selezionare uno o più elementi tra quelli visualizzati occorre cliccare sul bottone Select Feature ( 8 in Fig. 3 - 41) e successivamente nel data diplay sull’elemento che vogliamo selezionare. L’elemento selezionato assumerà una colorazione evidente (in genere cyan) ed anche il suo record nella tabella degli attributi risulterà evidenziato (Fig. 3 - 42). La de-selezione dell’elemento selezionato si esegue cliccando sul bottone Clear Selected Feature (9 in Fig. 3 - 41).

Fig. 3 - 42

- Per selezionare elementi che non siano feature (testi, disegni, etc) si utilizza il bottone Select Elements (10 in Fig. 3 - 41).

- Per consultare le proprietà di tabella (record) di una feature si clicca sullo strumento Identify e successivamente sull’elemento visualizzato nel Data Display (11 in Fig. 3 - 41). Dopo questo click sul Data Display apparirà una finestra che riassume il record della feature identificata con il bottone Identify (Fig. 3 - 43)

- Cliccando sul bottone Find (12 in Fig. 3 - 41) si possono trovare tutte gli elementi presenti nel Data Diplay (occorrenze) che corrispondono ad una determinata stringa di ricerca. Nell’esempio di Fig. 3 - 44, vengono trovati tutti glie elementi che possiedono la stringa “Piazza” nei loro record. Successivamente a questa interrogazione è possibile visualizzare sul

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Data Display, in condizioni di zoom ottimali, ogni elemento trovato; a tal fine si sposta il puntatore del mouse su una delle entità elencate nella tabella in basso alla finestra di Fig. 3 - 44 e si clicca su uno di questi record; al click una specie di flash identificherà la posizione

Fig. 3 - 43

della feature nella mappa. Selezionando uno dei record e contemporaneamente attivando il secondo bottone del mouse, si apre una nuova finestra nella quale è possibile scegliere, con un click del mouse sul menu desiderato, di visualizzare l’entità cercata ( 1 in Fig. 3 - 45).

Fig. 3 - 44

- Per trovare una determinata posizione sul Data Display, della quale si conoscono le coordinate si utilizza il comando associato al bottone XY (13 in Fig. 3 - 41). Una volta selezionato questo bottone appare una finestra nella quale si possono inserire le coordinate della località desiderata (Fig. 3 - 46); dopo la digitazione delle coordinate su clicca sul bottone Zoom To (1 in Fig. 3 - 46). Nello stesso menu al lato del bottone Zoom To ci sono altre opzioni che permettono di visualizzare sul Data Display le coordinate ricercate.

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Fig. 3 - 45

Fig. 3 - 46

- Per misurare la distanza (parziale e totale progessiva) tra più punti del Data Display, si clicca sul comando Measure (14 in Fig. 3 - 41). Dopo il click con lo strumento selezionato ci si porta sul Data Display e si clicca sui punti tra cui si vuole misurare la distanza (Fig. 3 - 47). Nella finestra measure sono selezionabili vari strument; tra questi ila selezione sul botteone verde (1 in Fig. 3 - 47), permette di utilizzare una funzione di Snap per agganciare automaticamente con la massima precisione le entità tra cui si vuole misurare la distanza.

- I comandi associati ai bottoni 15 e 16 in Fig. 3 - 41, permettono di attivare delle funzioni multimediali, in particolare il bottone 16 è il comando Hyperlink che permette di visualizzare un documento di qualsiasi genere (es. una figura) associato ad un elemento visualizzato sul Data Display; il legame tra l’elemento ed il documento associato viene stabilito da una stringa registrata in un campo della tabella, che descrive il path di registrazione del documento.

- Il comando associato al bottone 17 in Fig. 3 - 41, permette di aprire un Create Viewer Window, ovvero una finestra di visualizzazione dei dati simile al Data Display (Fig. 3 - 48). Facendo click sul bottone Create Viewer Window, si attiva uno strumento di selezione di trascinamento e rilascio (Drag and Drop), che permette di definire un’area del data Display

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Fig. 3 - 47

che verrà visualizzata nel Viewer. La visualizzazione in quest’ultima finestra si manterrà costante a prescindere dallo zoom (scala nominale) e pan che adotteremo per il Data Display.

Fig. 3 - 48

3.1.2.2 Usare gli strumenti di zoom, pan.

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Lanciare l’applicazione ArcMap e caricare un layer (ad esempio Roma.sid). Una volta caricato il layer e visualizzato nel Data Display si possono utilizzare gli strumenti di Zoom In, Zoom Out e Pan etc (da 1 a 6 d in Fig. 3 - 41) come illustrato nel precedente paragrafo. 3.1.2.3 Modificare la scala di rappresentazione dei dati. Come illustrato a proposito della Standard Toolbar, in essa è presente la finestra di controllo della scala di rappresentazione dei dati (scala nominale). Variando la scala l’applicazione aggiorna la visualizzazione dei dati, per cui la scala è legata alle funzioni di Zoom In e Zoom Out. I valori desiderati possono essere digitati direttamente nella finestra di 1 in Fig. 3 - 49, oppure scelti selezionandoli nel menu a cascata immediatamente a destra del valore numerico.

Fig. 3 - 49

3.1.2.4 Modificare il sistema di riferimento. La modifica del sistema di riferimento di un layer è stata descritta nel paragrafo “Preparare i dati per ArcMap” e si attua attraverso l’applicazione ArcCatalog. Da ArcMap un altro metodo per modificare un sistema di riferimento di un layer è attraverso le proprità del Data Frame. Il Data Frame è il contenitore dei layer e quando al suo interno viene caricato un layer esso ne eredita il sistema di riferimento, anche nel caso in cui il layer non ne fosse sprovvisto: in questo caso il sistema di riferimento copiato è definito Unknow. Quando un Data Frame eredita un sistema di riferimento esso può essere cambiato solo attraverso un intervento manuale. Nel caso in cui si voglia modificare il sistema di riferimento di uno strato informativo (laye vettoriale o raster) attraverso il Data Frame si deve operare come segue:

1. Nella toolbar Main Menu (Applicazione ArcMap) cliccare sul menu insert e cliccare su data frame (Fig. 3 - 50); l’applicazione inserisce un nuovo Data Frame che diviene il Data Frame Attivo. Si possono inserire nella Tavola dei Contenuti (TOC) una imprecisabile quantità di Data Frame; essi sono completamente indipendenti l’uno dall’altro e sono attivi uno alla volta. Nel Data Display si vedono e sono elaborabili solo i dati del Data Frame attivo. Per attivare un Data Frame che è presente nella TOC (ma che non è attivo), si seleziona il nome del Data Frame con il puntatore del mouse nella TOC e si clicca il tasto destro del mouse. Tra i comandi che sono disponibili si clicca sul penultimo (dal basso) denominato Activate (1 in Fig. 3 - 51) ed il Data Frame prescelto diviene attivo. L’attivazione di un Data Frame automaticamente disattiva quello corrente.

2. Una volta inserito un nuovo Data Frame, come descritto nel precedente punto 1, si seleziona il suo nome (New Data Frame) nella TOC e si attiva il secondo bottone del mouse. Una volta visualizzati i comandi disponibili si clicca sul comando Properties (2 in Fig. 3 - 51).

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Fig. 3 - 50

Le Properties del Data Frame sono distribuite in una serie di Tab; tra queste ultime cliccare su la Tab Coordinate System (1 in Fig. 3 - 52) e successivamente sul segno di spunta “+” alto della directory Predefined (2 in Fig. 3 - 52). A questo punto, come già descritto nel capitolo “Preparare i dati per ArcMap” si procede scegliendo il sistema di riferimento desiderato. Per scegliere un nuovo sistema di riferimento si seleziona la directory Projected Coordinate Systema (1 in Fig. 3 - 53). Le finestre da ove sono registrati i sistemi di riferimento proiettati si aprono una dopo l’altra selezionando il segno di spunta “+” a sinistra del nome della directory; in questo senso eseguire un click sul segno di spunta “+” posto a sinistra della directory UTM (2 in Fig. 3 - 54), Other GCS (Geographic Coordinate System, 3 in Fig. 3 - 54),) ed infine scegliendo il sistema di riferimento European Datum 1950 UTM Zone 32 N (1 in Fig. 3 - 55). Tale sistema di riferimento si trova nell’elenco della directory Other GCS scorrendo in ordine alfabetico la lista dei sistemi disponibili

Fig. 3 - 51

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Fig. 3 - 52

utilizzando barra di scorrimento posta al lato della finestra. Dopo la selezione di questo sistema si conferma la scelta selezionando il bottone, il bottone Applica e OK.

Fig. 3 - 53

Fig. 3 - 54

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Fig. 3 - 55

3. Dopo aver selezionato il sistema di riferimento desiderato per il Data Frame, si procede a caricare il layer sprovvisto di sistema di riferimento; se non sono stati caricati in precedenza altri strati sprovvisti di sistema di riferimento l’applicazione ci avverte che il layer in questione, data la mancanza delle necessarie informazioni per le applicazioni degli algoritmi di trasformazione, non potrà essere proiettato in un altro sistema di riferimento (Fig. 3 - 56)

Fig. 3 - 56

4. Dopo aver caricato lo strato informativo, selezionare con un click il nome del layer nel Data Frame e con il secondo bottone del mouse sceglie il comando Data -> Export Data (Fig. 3 - 57)

Fig. 3 - 57

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Il comando Export Data permette di esportare i dati contenuti nel layer creando un nuovo layer all’interno della working directory; il layer esportato può assumere l sistema di riferimento del Data Frame. Come illustrato in Fig. 3 - 58, nella finestra di esportazione si opta per esportare solo le feature selezionate o tutte le feature (1 in Fig. 3 - 58), il sitema di riferimento del Data Frame (opzione fondamentale in questo caso, 2 in Fig. 3 - 58), la directory di lavoro e la tipologia di formato di file prescelto (3 in Fig. 3 - 58) e la conferma delle operazioni (4 in Fig. 3 - 58).

Fig. 3 - 58

Nel caso si debbano definire le caratteristiche della directory di lavoro e il tipo di file si clicca sull’opzione sfoglia (3 in Fig. 3 - 58). La successiva finestra permette di definire una serie di importanti opzioni. Come riportato in Fig. 3 - 59, la directory di lavoro deve essere definita tra quelle già presenti (1 in Fig. 3 - 59), oppure attraverso i bottoni posti in alto alla fienstra di connect to folder; la directory vien selezionato con un doppio click del mouse. Il nome del layer viene definiti nella finestra Name ( 2 in Fig. 3 - 59) e il tipo di file nella fienstra Save as type (3 in Fig. 3 - 59). Il comando Save permette di salvare il File di completare tutte le operazioni.

Fig. 3 - 59

Una volta eseguita l’esportazione l’applicazione chiede se si desidera importare il nuovo file all’interno del Data Frame (Fig. 3 - 60); si sceglierà si o no in funzione delle diverse esigenze. Si ricordi comunque che un nuovo strato informativo (layer) è stato salvato nella directory di lavoro, munito dell’appropriato sistema di riferimento.

Fig. 3 - 60

3.1.3 Gestione dei layer

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3.1.3.1 Spostarsi tra layer diversi. 1. Lanciare l’applicazione ArcMap e caricare due layer (roma_strade.shp e roma.sid ). I layer

saranno visualizzati come in Fig. 3 - 61

Fig. 3 - 61

2. Se si desidera cambiare il simbolo singolo utilizzato per la visualizzazione dei dati si sposti il puntare del mouse esattamente sul simbolo del layer nel Data Frame e eseguire un click del mouse (1 in Fig. 3 - 62). Dopo avere cliccato il simbolo apparirà una finestra Symbol Selector; in questa finestra si clicca sul simbolo desiderato (nell’esempio Highway Ramp, 2 in Fig. 3 - 62) e dopo questa selezione cliccare su OK (3 in Fig. 3 - 62)

Fig. 3 - 62

3. Con il puntatore del mouse posizionato sul nome di ogni layer ci si sposta sul layer desiderato. Cliccando sul nome di un layer, mantenendo premuto il bottone del mouse e spostando il puntatore al di sotto o al di sopra di un atro layer, si può sceglire l’ordine di sovrapposizione dei diversi strati informativi e di fatto l’ordine di visualizzazione dei dati nel Data Display.

3.1.3.2 Attivare, disattivare layer.

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1. Per attivare o disattivare la visualizzazione di un layer si clicca il segno di spunta a “v” posto a sinistra del nome del layer.

3.1.3.3 Modificare i nomi dei layer. 1. Per Modificare il nome del layer si clicca sul suo nome nel Data Frame e si riscrive il nome

desiderato 2. Per editare le proprità del layer si clicca il nome del layer nel data frame e con il tasto destro

si seleziona con un click il comando Properties (Fig. 3 - 63). Le tab delle properties sono elencate in Fig. 3 - 64

Fig. 3 - 63

Fig. 3 - 64

3.2 Dati e attributi nei GIS (SIT) 3.2.1 Dati vettoriali e dati raster

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3.2.1.1 Modificare le proprietà di visualizzazione dei dati vettoriali e dei dati raster Dati Vettoriali

1. Lanciare l’applicazione ArcMap e caricare due layer (roma_strade.shp e roma.sid ). I layer saranno visualizzati come in Fig. 3 - 61.

Dati vettoriali 2. Per modificare la visualizzazione del simbolo singolo di un layer vettoriale si veda il punto 2

del sovrastante paragrafo “3.1.3.1 Spostarsi tra layer diversi”. In questa sezione si è visto come si modifica il simbolo generale di un layer attraverso il Symbol Selector.

3. Per modificare ulteriormente la visualizzazione di un layere vettoriale si può applicare una legenda basata sui valori di più campi. A tal fine selezionare il nome del layer nel Data Frame e, dopo aver attivato il tasto destro del mouse, cliccare sul comando Properties come nel punto due del precedente “3.1.3.3 Modificare i nomi dei layer”. Una volta visualizzate le tab della Layer Properties, cliccare sulla tab Symbology (Fig. 3 - 65).

Fig. 3 - 65

Nella tab Symbology, per creare una legenda basata sulle combinazioni tra i valori presenti di due attributi (è possibile creare legende con combinazioni fino a tre attributi), si deve cliccare sulla opzione Categories (1 in Fig. 3 - 65), e cliccare su Unique values, many fields (2 in Fig. 3 - 65), scegliere nei menu a cascata gli attributi le cui combinazioni di valori si desidera visualizzare ( 3 e 4 in Fig. 3 - 65), selezionare il comando Add All values cliccando sull’apposito bottone (6 in Fig. 3 - 65), ed infine cliccare sui bottoni Applica e OK (7 e 8 in Fig. 3 - 65). Alla fine di queste selezioni il layer assumerà una nuova legenda e quest’ultima sarà visibile nel Data Frame (Fig. 3 - 66).

Dati Raster. 1. Analogamente ai dati vetoriali, la visualizzazione dei dati raster si modifica dalle Layer

Properties che si visualizzano cliccando con il secondo bottone del mouse sul nome dal layer raster contenuto nel Data Frame, e cliccando sul comando Properties. Quest’ultimo comando visualizza un insieme di tab, tra le quali si seleziona con un click del mouse la tab Symbology (Fig. 3 - 67).

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Fig. 3 - 66

2. Nella finestra Layer Properties è possibile modificare molte opzioni della Symbology del raster (1 in Fig. 3 - 67); la visualizzazione e successione delle bande RGB (2 e 3in Fig. 3 - 67), la legenda di tipo Stretched o RGB Composit (4 e 5 in Fig. 3 - 67), ed infine la selezione dei bottoni Applica e OK conferma le opzioni scelte e permette la visualizzazione del raster nel Data Frame.

Fig. 3 - 67

3.2.2 Gestione degli attributi 3.2.2.1 Aprire, chiudere la tabella degli attributi.

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1. Lanciare l’applicazione ArcMap e caricare il layer roma_strade.shp; una volta visualizzato il layer nel Data Display selezionare il nome del layer nel Data Frame e cliccare il secondo bottone del mouse. Nella finestra che si apre cliccare su Open Attribute Table (Fig. 3 - 68)

Fig. 3 - 68

2. La finestra che si apre è relativa alla Tabella degli Attributi, ove nella maggior parte dei casi, ogni riga della tabella corrisponde ad una occorrenza del layer (layer costituito da single part feature) (Fig. 3 - 69). Per chiudere la tabella si clicca sulla “x” in alto a destra della tabella.

Fig. 3 - 69

3.2.2.2 Inserire, eliminare una colonna dalla tabella degli attributi.

1. Per aggiungere un nuovo attributo nella tabella cliccare su Option e cliccare su Add Field (Fig. 3 - 70). Selezionando Add Field si attiva una finestra ove è possibile scegliere le proprietà del nuovo attributo (Fig. 3 - 71). In questa finestra è possibile digitare il nome del nuovo campo (1 in Fig. 3 - 71), selezionare il Type di attributo (Data Type, 2 in Fig. 3 - 71) ed infine confermare la scelta (3 in Fig. 3 - 71). Dopo la conferma delle opzioni il nuovo attributo sarà visibile nella Tabella degli Attributi (Fig. 3 - 72)

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Fig. 3 - 70

Fig. 3 - 71

1. Per eliminare un attributo dalla Tabella degli Attributi si clicca con il puntatore del mouse sul nome dell’attributo e si clicca il secondo bottone del mouse ( 1 in Fig. 3 - 72). Tra le opzioni che si possono scegliere cliccare su Delete Field ( 1 in Fig. 3 - 72).e accettare la richeista di conferma da parte dell’applicazione. Alla fine delle operazioni l’attributo scomparirà dalla Tabella.

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Fig. 3 - 72

3.2.2.3 Modificare il valore degli attributi. 3.2.2.4 Definire i valori di una nuova colonna di attributi tramite operazioni aritmetiche su valori numerici

1. Aprire una Tabella degli Attributi ove sia presente un campo di tipo numerico (es Short Integer) (Fig. 3 - 73). Selezionare lo strumento Select Feature nella Toolbar Tools (1 in Fig. 3 - 73). Successivamente cliccare nella estremità destra della tabella sui record che si vogliono elaborare e mantenendo premuto il primo bottone del mouse trascinare il puntatore; in questo modo un gruppo di record risulteranno selezionati (2 in Fig. 3 - 73).

Fig. 3 - 73

2. Fare un click sul nome dell’attributo i cui valori si desidera modificate (Fig. 3 - 74)

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Fig. 3 - 74

3. Con il secondo bottone del mouse cliccare sul nome dell’attributo da modificare e cliccare su Field Calculator (1 in Fig. 3 - 75)

Fig. 3 - 75

4. Nella successiva fienestra confermare la scelta di modificare il valore dell’attributo rispondendo Yes alla richiesta proposta dall’applicazione. Nella finestra Field Calculator (Fig. 3 - 76), scrivere il valore dell’operazione aritmetica il cui valore sarà inserito nella nei record selezionati (1 in Fig. 3 - 76). Dopo questo inserimento confermare cliccando su OK (2 in Fig. 3 - 76).

Fig. 3 - 76

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5. Dopo la conferma dell’operazione i record selezionati assumeranno un nuovo valore ( 1 in Fig. 3 - 77)

Fig. 3 - 77

3.2.2.6 Usare le funzioni statistiche sugli attributi.

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1. Lanciare ArcMap e caricare il layer roma_strade.Shp. Aprire una Tabella degli Attributi ed aggiungere un nuovo campo denominato lunghezza di tipo Floating con precisione 12 e scala 6. I diversi Type sono disponibili cliccando sul menu a cascata 1 in Fig. 3 - 78. La precisione permette di definire il numero di cifre che il campo può ospitare, mentre la scala il numero di decimali dopo la virgola (Fig. 3 - 79). La possibilità di definire precisione e scala esiste solo con gli shapefile (che utilizzano un file system DBF), mentre nel geodatabase tali valori sono definiti automaticamente.

Fig. 3 - 78

Fig. 3 - 79

2. Nella Tabella degli Attributi, selezionare con il puntatore del Mouse il nome del nuovo attributo (lunghezza) e cliccare con il secondo bottone del mouse; tra le opzioni selezionare il comando Calculate Geometry (Fig. 3 - 80). Tale comando permette di calcolare automaticamente all’interno degli attributi relativi a record selezionati i parametri principali della geometria: se si tratta di feature puntuali sarà possibile calcolare nell’attributo prescelto i valori della coordinate X o Y (poi su un altro attributo la stessa operazione va eseguita per l’altro valore della coppia di coordinate), mentre per feature lineari o poligonali il calcolo permette di ottenere rispettivamente la lunghezza o l’area della superficie delle occorrenze legate ad ogni record. Ovviamente questi ultimi due parametri (lunghezza delle linee e area della superficie dei poligoni) sono grandezze calcolabili solo negli shapefile in quanto nelle feature class contenute nei geodatabase, tali valori sono aggiornati automaticamente dal sistema. Il comando Calculate Geometry permette comunque il calcolo di alri parametri, quali

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le coordinate del punto di partenza della linea, le coordinate del punto di arrivo, le coordinate relative al centroide etc, come illustrato in Fig. 3 - 81.

Fig. 3 - 80

Fig. 3 - 81

3. Come descritto nel paragrafo precedente è possibile eseguire un calcolo tra i valori contenti negli attributi. Aprire la Tabella degli Attributi e selezionare il campo lunghezza, poi cliccare il secondo bottone del mouse e cliccare sul comando Field Calculator, rispondendo Yes alla richiesta di proseguire nel calcolo (1 in Fig. 3 - 75). Nella finestra del Field calculator selzionare con un doppio click sul campo lunghezza ( 1 in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.), poi selezionare con un solo click il segno “/” (2 in xxx) e poi con un doppio click selezionare il campo FUNC_CLASS (3 in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.). Alla fine di queste selezioni l’espressione di calcolo finale viene visualizzata nella finestra centrale (4 in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.). Il senso di questa espressione è solo per rappresentare la possibilità che offre il sistema di eseguire operazioni su record basandoci su record di altri attributi. Con la stessa tecnica si possono praticamente copiare i valori di attributi su altri attributi oppure eseguire varie operazioni di calcolo, come illustrato nella finestra in alto a sinistra (5 in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.). E’ interessante notare che le operazioni di calcolo sono eseguite anche quando gli operatori sono “ibridi”: infatti i valori del campo lunghezza sono dei numeri decimali, mente i valri del campo FUNC_CLASS sono dei testi. Il risultato ottenuto effettivamente è corretto dal punto di vista numerico, ma occorre sempre una verifica quando gli operatori non sono dello stesso Data Type.

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Fig. 3 - 82

4. Supponiamo di voler eseguire delle funzioni statistiche su un campo di tipo numerico, ad

esempio il campo lunghezza. Ripetiamo l’operazione del punto 2 sopra descritto e calcoliamo nuovamente il valore esatto della lunghezza nel suo campo. Dopo queste operazioni spostiamo il puntatore del mouse sul nome del campo lunghezza e cliccando il secondo bottone del mouse scegliamo il comando Statistics (Fig. 3 - 83)

Fig. 3 - 83

Il comando Statistics abilita una visualizzazione rapida del principali dati statistici relativi ai valori dell’attributo selezionato (Fig. 3 - 84).

5. Per ottenere delle tabelle riassuntive dei dati statistici (solo per attributi con data type mumerici) si sposta il puntatore del mouse sull’attributo che si vuole analizzare e cliccando il secondo bottone del mouse si attiva il comando Summarize. Questo comando, sulla base di una tabella di partenza (anche una Tabella degli Attributi), è in grado di produrre una nuova tabella (senza geometrie collegate), che esegue la sommatoria dei valori che hanno identici valori unici ( esempio in Fig. 3 - 85).

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Fig. 3 - 84

Fig. 3 - 85

In Fig. 3 - 86 è rappresentata la finestra che permette di confermare il campo su cui si desidera eseguire il summarize (1 in Fig. 3 - 86), di scegliere un attributo su cui eseguire ulteriori analisi statistiche. In questo caso sceglieremo il campo lunghezze in modo da avere nella tabella finale la lunghezza cumulativa per ogni valore singolo presente nell’attributo “sommarizato” (FUNC_CLASS). Per avere la somma di valori delle lunghezze sceglieremo Sum (2 in Fig. 3 - 86). Nella fienestra in basso (4 in Fig. 3 - 86) si sceglie la working directory dove salvare la tabella. Dopo avere cliccato sul bottone OK l’applicazione ci chiede se vogliamo inserire la tabella ottenuta (in questo caso summarize_strade.dbf) all’interno del Data Frame. In questo caso la tabella non possiede una componente geografica e quindi essa potrà essere visualizzata solo se nel Data Frame si clicca sulla tab Source ( 1 in Fig. 3 - 87). Per aprire la tabella si procede come di consueto spostando il puntatore del mouse sul nome della tabella nella TOC (2 in Fig. 3 - 87) e dopo avere cliccato il secondo bottone del mouse si clicca su Open (3 in Fig. 3 - 87).

Fig. 3 - 86

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Fig. 3 - 87

6. Nella tabella che si apre gli attributi sono molto ridotti: viene conservato l’attributo del quale abbiamo considerato i valori unici (1 in Fig. 3 - 88), l’attributo che riporta il conteggio di quante occorrenze sono state conteggiate (in questo caso sommate) per ogni valore unico ( 2 in Fig. 3 - 88), ed infine il conteggio dei valori (in questo caso la somma divisa per valori unici, 3 in Fig. 3 - 88)

Fig. 3 - 88

7. Altre funzioni statistiche sono fruibili da ArcToolbox. Il modulo ArcToolbox si lancia con un click sulla apposita icona che si trova nella Standard Toolbar (1 in Fig. 3 - 89). Una volta lanciato il modulo, si scelga la tab Index in basso alla finestra con un click del mouse (1 in Fig. 3 - 90).

Fig. 3 - 89

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Fig. 3 - 90

Nella finestra in alto si digitano le parole chiave (2 in Fig. 3 - 90), che se presenti tra le opzioni del modulo ArcToolbox, appaiono selezionabili nell’elenco (3 in Fig. 3 - 90). Per lanciare la funzione collegata alla parola chiave elencata (3 in Fig. 3 - 90), si sposta il puntatore del mouse sulla parola elencata (2 in Fig. 3 - 90), e si clicca su di essa due volte.

8. Nella finestra che si apre sono disponibili le opzioni per il comando Frequency; in 1 in Fig. 3 - 91, si seleziona la tabella da elaborare, in 2 in Fig. 3 - 91 si definisce il nome della tabella e la working directory, in 3 in Fig. 3 - 91 si seleziona l’attributo da conteggiare, in 4 in Fig. 3 - 91, l’attributo aggiuntivo da calcolare (in questo caso da sommare). Cliccando sul botto OK si ottiene la tabella finale, che anche in questo caso viene caricata automaticamente nel Data Frame, ed è visibile scegliendo il tab Source, come sopra descritto..

Fig. 3 - 91

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Per aprire la Tabella si sceglie la tab Source, si seleziona il nome della tabella e si clicca il secondo bottone del mouse, scegliendo poi Open. In Fig. 3 - 92, è stato riportato un confronto tra la tabella ottenuta con il frequency e quella ottenuta con il summarize ( 1 e 2 in Fig. 3 - 92). Le due tabelle sono molto simili; la differenza che nella tabella frequency, nell’attributo Frequancy vengono contate quante volte la classe (FUNC_CLASS) è presente, mentre nella tabella summarize vengono contate il numero delle entità sommate per gni categoria, per dare il risultato finale. Occorre ricordare che il comando Frequency di ArcToolbox non è disponibile nel livello di licenza ArcView di ArcGis.

Fig. 3 - 92

3.2.2.7 Rappresentare i valori statistici su diagrammi. Per rappresentare i valori statistici su diagrammi, oltre alla visualizzazione statistica descritta nel soprastante punto 4 (Fig. 3 - 84), si può operare come segue

1. Lanciare ArcMap e caricare lo strato roma_strade.shp e successivamente aprire la tabella degli attributi di quest’ultimo layer. Nella tabella degli attributi cliccare sul menù a cascata Option ( 1 in Fig. 3 - 93) e cliccare sul comando Create Graph ( 2 in Fig. 3 - 93).

Fig. 3 - 93

2. Nella successiva finestra (Fig. 3 - 94) è possibile scegliere i parametri di base del grafico e molte altre opzioni. Per quanto attiene al tipo di grafico e al layer utilizzato per il grafico, esso si può scegliere cliccando nelle due finestre in alto a sinistra; in Fig. 3 - 94 sono state lasciate le ipostazione di default relative a Vertical Bar e roma_strade. Per quanto riguarda gli attributi da mettere nel grafico essi sono scelti cliccando sulle finestre Value Field (1 in Fig. 3 - 94) nelle finestre X field ( 2 in Fig. 3 - 94) e X label field (3 in Fig. 3 - 94).

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Fig. 3 - 94

Cliccando sul bottone Next e successivamente Finish si ottiene il grafico finale. Su quest’ultimo cliccando con il tasto destro è possibile scegliere le modalità di esportazione del grafico in diversi tipi di formato (Fig. 3 - 96).

Fig. 3 - 95

Fig. 3 - 96

3.2.3 Operazioni sui dati

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3.2.3.1 Modificare e creare entità. Per modificare o creare una entità in base ad un layer preesistente operare come segue.

1. Lanciare ArcMap ed inserire lo strato roma_strade.shp. Portare il puntatore del mouse su una qualsiasi toolbar e cliccare il secondo bottone del mouse e scegliere con un click del mouse la toolbar Editor (da Fig. 3 - 36 a Fig. 3 - 40 ). Nella finestra della toolbar Editor cliccare sul menu a cascata accanto alla voce Editor ( 1 in Fig. 3 - 97) e cliccare su Start Editing

2. Una volta avviata l’attività di editazione lo strumento di editing corrente è attivo (3 in Fig. 3 - 97) e il task si posiziona per default in Create New Feature (4 in Fig. 3 - 97) e come Target Layera nel primo layer elencato nel Data Frame. Per disegnare una nuova feature cliccare sullo strumento di editazione (3 in Fig. 3 - 97) e posizionare la “punta della matita” nel punto di inizio della nuova linea che si desidera disegnare..

Fig. 3 - 97

Una linea si disegna per punti, ovvero inserendo i vertici da cui tale linea passa; l’inserimento dei vertici ( 1, 2 ,3 4 in Fig. 3 - 98) avviene con un click del mouse in ogni posizione prescelta. Quando si è inserito l’ultimo vertice si clicca il secondo bottone del mouse e si clicca sul comando Finish Skecth. Dopo questo click la nuova entità sarà evidenziata tramite un colore (generalmente cyan) (1 in Fig. 3 - 99), che indica la selezione è attiva sull’entità.

Fig. 3 - 98

Dopo avere inserito la nuova occorrenza dobbiamo aggiornare la tabella degli attributi per quanto riguarda il nuovo record; l’aggiornamento e’ possibile solo se l’entità, come in questo caso, è selezionata. Una possibilità consiste nell’aprire la tabella degli attributi come più volte descritto e fare un clic nella cella del campo che si desidera modificare. Un’altra possibilità, più speditiva consiste nel cliccare sulla finestra Attributes (2 in Fig. 3 - 99) della Editor toolbar. Nella finestra che appare sono elencati i campi presenti nella tabella degli attributi; in questa finestra facendo click sul Value dell’attributo che si vuole aggiornare si può inserire il valore (testo o numero) che concerne la nuova entità. Nell’esempio di Fig. 3 - 99 è stato modificato il campo TIPO aggiungendo il valore di 2 ( 4 in Fig. 3 - 99). Una volta inseriti i valori desiderati si seleziona il menu a cascata Editor e si clicca su Stop Editing rispondendo SI alla richiesta di accettare le modifiche di editing.

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Fig. 3 - 99

3. Per modificare geometricamente una occorrenza occorre prima di tutto avviare la funzione di Editing, quindi si clicca su Editor e si opta per Start Editing. Una volta avviata l’editazione occorre selezionare l’elemento o gli elementi che si vuole modificare.

Fig. 3 - 100

Per far questo si può fare click sullo strumento Edit (1 in Fig. 3 - 100) e poi fare un click con la “freccia nera” sulla linea da modificare; dopo il click sulla linea essa diverrà selezionata (colorata in cyan). Dopo la selezione dell’elemento da modificare si clicca sul menu a cascata della finestra Task (2 in in Fig. 3 - 100) e si opta per una delle possibilità elencate (Fig. 3 - 101).

Fig. 3 - 101

Nel caso specifico si clicca su modify feature ( 1 in Fig. 3 - 101); dopo avere optato per questo comando i vertici che compongono la linea (2 in Fig. 3 - 101) sono tutti modificabili ( da 3 a 6 in Fig. 3 - 101). Per modificare uno di questi vertici si sposta sopra di esso il

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puntatore del mouse (attenzione dovete avere sempre selezionato lo strumento Edit Tool), il quale quando è esattamente sopra il vertice cambia forma diventando un piccolo quadrato con quattro frecce, una per lato. A questo punto cliccando sopra il vertice prescelto e mantenendo premuto il tasto del mouse e spostando quest’ultimo nella nuova posizione, si sposterà la posizione del vertice. (Fig. 3 - 102). Una volta spostata la posizione del vertice occorre confermare la modifica con un semplice click del mouse un una qualsiasi posizione del data display (purché non in corrispondenza di un altro vertice). Se dopo avere selezionato l’elemento da modificare ci spostiamo nella finestra Attribute e la selezioniamo (2 in Fig. 3 - 99) si possono modificare i valori degli attributi come sopra descritto. Per salvare le modiche effettuare si seleziona il comando Edito e si seleziona Save Edit o Stop Editing rispondendo SI alla richiesta dell’applicazione.

Fig. 3 - 102

3.2.3.2 Creare un nuovo set di dati digitalizzando a video su una base cartografica raster. Questa modalità di creazione dei dati consiste in pratica nella modalità di “data entry” ovvero di creazione di una banca dati spaziale attraverso il data input. La procedura di seguito elencata illustra la modalità completa di

1. Costruzione di un Personal Geodatabase o in alternativa di uno shapefile 2. Costruzione di un feature data set 3. Costruzione di 3 layer (uno di tipo puntuale, uno di tipo lineare ed uno di tipo poligonale) 4. Lancio di ArcMap e chiusura di ArcCatalog 5. Caricamento dei layer sopra descritti su cui eseguire il data imput 6. Caricamento dello strato raster da utilizzare come “sfondo di riferimento” 7. Digitalizzare i dati con le principali tecniche di disegno e data input 8. Salvare i dati

1. Costruzione di un Personal Geodatabase Un Geodatabase™ è un database di tipo relazionale che contiene informazioni geografiche. Al suo interno possono essere contenute Feature Class, tabelle, immagini ed altri file funzionali alla gestione di dati geografici (es. Classi di Relazioni, Regole Topologiche tec). Le Feature Class, che possono essere organizzate (contenute) in Feature Dataset o essere create direttamente dentro il Geodabase, nel qual caso prendono il nome di Feature Class Stand Alone. Le Feature Class registrano le entità o features geografiche attraverso la raccolta di entità geometriche elementari, dette primitive geografiche/spaziali, di tipo puntuale, lineare, poligonale. In sostanza si tratta di strati informativi omogenei (o layer geografici), ognuno dei quali è costituito da un insieme omogeneo di elementi puntuali, lineari o poligonali. Il Geodabase può essere creato in forma di Personal Geodatabase™, per un utilizzo in contesti di lavoro non di

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rete, o come Enterprise Geodatabase™, per un utilizzo in architetture di lavoro condivise di tipo client-server. Per creare un nuovo Personal Geodatabase si procede come segue.

Da “Tutti i programmi” accedere alla directory e lanciare ArcCatalog ed accedere alla Working Directory C:\SAMPLE_TEST_M3_ESRI\Dati.

Una volta connessi alla WD tramite il tasto destro del mouse selezionare newPersonal Geodabase (Fig. 3_ 103)

Fig. 3_ 103 (NOTA: DA FORMULA PER NUOVA NUMERAZIONE FIGURE)