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Giovanni Giolitti la svolta liberale

Giovanni Giolitti la svolta liberale. Giovanni Giolitti 1903 - 1914 Vittorio Emanuele III (1901) nel 1903 chiama al governo Giovanni Giolitti - già Ministro

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Giovanni Giolittila svolta liberale

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Giovanni Giolitti 1903 - 1914

Vittorio Emanuele III (1901) nel 1903 chiama al governo Giovanni Giolitti - già Ministro dell’Interno dal 1901

lo Stato deve aprirsi alle classi popolari

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liberalismo riformista dal discorso del 29 ottobre 1899

dare soddisfazione ai desideri della grande maggioranza del paese, e così togliere o attenuare almeno, per quanto può dipendere dalle leggi e dai metodi di governo, le cause del pubblico malcontento

una politica reazionaria dovrebbe contare sulla forza armata; e a voi pare possibile, che l’esercito italiano, il quale esce dalle file del popolo e ne è la più schietta rappresentanza, diventi strumento di oppressione della libertà del Paese?

l’Italia deve essere governata con la libertà e con la legalità e può esserlo quante volte abbia un governo che non si metta a servizio di ristrette consorterie, ma che guardando ai soli grandi interessi della patria, si proponga come fine la giustizia per tutti, la rigida applicazione delle leggi, la cura affettuosa delle classi più numerose delle quali è urgente migliorare le condizioni economiche intellettuali e morali se si vuole evitare che cominci un periodo di pericolose agitazioni sociali

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il metodo della gobba:dalla lettera alla figlia Enrichetta del

1896

Mettiti in capo questo: che gli uomini sono quel che sono, in tutti i tempi e in tutti i luoghi, con i loro vizi, i loro difetti, le loro passioni, le loro debolezze; e il governo deve essere adatto agli uomini come sono... Certo il governo deve mirare a correggere, a migliorare, ma anch'esso è composto di uomini, e l'uomo perfetto non esiste. Un governo è il portato di secoli di storia, e la peggiore di tutte le costituzioni sarebbe quella che venisse studiata in base a principi astratti e non fosse adatta in tutto e per tutto alle condizioni attuali del paese. Il sarto che ha da vestire un gobbo, se non tiene conto della gobba, non riesce».

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liberalismo riformista

«la politica è l’arte di governare un paese qual è»

lo Stato non ha nulla da temere dallo sviluppo delle organizzazioni operaie e nulla da guadagnare da una repressione indiscriminata

integrare e legalizzare i movimenti di massa: riconoscimento giuridico delle Camere del Lavoro; aumenti salariali; favorire e accompagnare l’ascesa delle classi popolari; neutralità dello stato nelle lotte per il lavoro

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Giolitti e i socialistiintegrare le spinte socialiste: tutelare la libertà di parola, di stampa, di riunione, di associazione; riconoscimento dei sindacati; invito a Turati di entrare nel governo (rifiutato)

nel 1903 i socialisti in Parlamento sono 33

il nuovo corso giolittiano favorisce lo sviluppo di Camere del Lavoro, organizzazioni di categoria, leghe di braccianti (Federterra) // scioperi //aumento salari

spaccatura interna: programma minimo, programma massimo (a carattere rivoluzionario)

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Filippo Turati (riformista Berenstein,

Jaures)

il programma minimo è in vista di quello massimo;

instaurare un sistema democratico con suffragio univerale = Parlamento sede per ottenere riforme sociali.

Sostenuto anche dalla CGL (Confederazione generale del Lavoro 1906)

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Antonio Labriola (Sorel)

capo dei sindacalisti rivoluzionari

negano importanza alla lotta parlamentare

solo lo sciopero generale esprime creatività movimento rivoluzionario

rivoluzione = modificare il sistema di produzione e i rapporti di proprietà

gestione sociale delle fabbriche

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1904 primo sciopero generale

non reagisce con metodi repressivi

il governo Giolitti in realtà si rafforza

scioglie il Parlamento, indice nuove elezioni in cui la rappresentanza della Sinistra indebolita // nel Partito Socialista i riformisti riacquistano spazio //tra i riformisti Bonomi, Bissolati vicini al revisionismo di Berenstien

1912 congresso di Reggio Emilia: espulsi dal PSI i riformisti di destra (Partito socialista riformista italiano); guida agli intransigenti tra cui emerge un giovane: Benito Mussolini, chiamato a diventare direttore dell’“Avanti”

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Giolitti e il mo vimento cattolico

Giolitti intende - da liberale - lo Stato e la Chiesa come due linee parallele

comprende che il movimento cattolico non si sarebbe mai messo dalla parte dei rivoluzionari

decide di servirsi delle masse cattoliche come serbatoio elettorale e supporto alla classe liberale

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don Luigi Sturzo«io stimo che sia giunto il momento che i cattolici, staccandosi dalle forme di una concezione pura clericale [...] si mettano a pari degli altri partiti nella vita nazionale [...] come rappresentanti di una tendenza popolare nazionale nello sviluppo del vivere civile, che vuolsi impregnato, animato di quei principi morali e sociali che derivano dalla società cristiana, come informatrice perenne e dinamica della coscienza privata e pubblica» (discorso di Caltagirone, 1905).

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il mondo cattolico1903 Pio X sale al soglio pontificio

già da Vescovo di Venezia aveva incoraggiato l’alleanza amministrativa tra cattolici e liberali

scioglie l’Opera dei Congressi per limitare l’influenza di Murri e dei gruppi democratici cristiani

si pone il problema di come essere presenti nella società senza più un coordinamento

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le riforme1905 lo stato acquista le ferrovie

provvedimenti sul lavoro (obbligo riposo festivo, prevenzione infortuni, proibizione lavoro notturno per donne e fanciulli, estensione diritto di sciopero)

1912 monopolio statale delle assicurazioni sulla vita (per finanziare le pensioni di invalidità

risanamento finanziario, lira moneta solida

leggi speciali per il Mezzogiorno (per la Basilicata, Napoli, la Calabria)

incentiva lo svilppo dell’industria: metallurgia (Ilva, Terni), meccanica (Breda, Tosi), automobilistica (FIAT), navale (Ansaldo), chimica (Montecatini, Pirelli), elettrico (Edison, Sip), elettromeccanici (Marelli)

concentrazione nel triangolo industriale //divario // emigrazione - 9 milioni di italiani

allargamento del suffragio: 1912 suffragio universale maschile - anche analfabeti dai trent’anni in su, o che avessero prestato servizio militare - 8.000.000 al voto

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verso la Libia: il quadro internazionale

1902 trattato con Francia per divisione sfere influenza in Africa: Italia diritti sulla Libia, Francia sul Marocco

indispettisce la Triplice - dà spazio alla Francia

1908 Austria-Ungheria + appoggio tedesco: annette Bosnia-Erzegovina

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verso la Libia

sorge in Italia 1910 Associazione nazionalista italiana, Enrico Corradini, suo giornale “L’idea nazionale”

spingono per campagna di Libia, insieme al Banco di Roma

Francia si appresta a estendere il suo protetorato sul Marocco // Italia nel 1911 invia in Libia 35.000 uomini contro Impero Turco

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In Libia

scontri difficili: i Turchi scelgono la guerriglia

lo scenario di guerra di amplia: Rodi, Dodecanneso

1912 pace con i Turchi: Losanna, sovranità politica all’Italia, il sultano mantiene l’autorità religiosa

costi della guerra pesanti, la Libia “scatolone di sabbia”

maggioranza dell’opinione pubblica borghese favorevole, anche grazie al sostegno dei giornali

il quadro politico italiano si rivela così mutato rispetta all’inizio del ‘900

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la crisi del sistema Giolittiano

1913 patto Gentiloni per le prime elezioni a suffragio universale maschile

(già nelle elezioni del 1909 era stato sospeso il non-expedit)

patto Gentiloni: appoggio ai candidati liberali che si impegnassero a rispettare: tutela insegnamento privato, opposizione al divorzio, riconoscimento associazioni sindacali cattoliche

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la crisi del sistema giolittiano

maggio 1914 Giolitti rassegna le dimissioni come già fatto altre volte, sperando di tornare a breve e rafforzato: governo Salandra

giugno 1914: settimana rossa

inizio del conflitto mondiale