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Corso-laboratorio di formazione Gestione della classe e problematiche relazionali Relatrice: dott.ssa Susanna Cervi a.s. 2017/2018 UNITA' FORMATIVA AMBITO 1- BG

Gestione della classe e problematiche relazionali · DINAMICHE DI ATTRAZIONE/ REPULSIONE ... favoriscono (cooperative learning, ... -la valutazione individuale e/o di gruppo

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Corso-laboratorio di formazione

Gestione della classe e

problematiche relazionali

Relatrice: dott.ssa Susanna Cervi

a.s. 2017/2018

UNITA' FORMATIVA AMBITO 1- BG

GLI SPAZI in funzione anche del fattore TEMPO

AULA SCUOLA

- DISPOSIZIONE BANCHI ( VICINANZA E

ROTAZIONE COMPAGNI, VALUTARE

DISTRATTORI PER ADHD, VISIONE

LAVAGNA,INSEGNANTE E

POSTURA…SEPARATI, UNITI, A

QUADRATO, A SEMICERCHIO, A ISOLE

…)

- LUCE

- ANGOLO VERDE / INFORMATICO /

PICCOLA BIBLIOTECA FISSI/MOBILI

. MATERIALI: COSTRUITI, STRUTTURATI,

A DISPOSIZIONE, DA RICHIEDERE…

- ARREDI A RIDOSSO PARETI, APERTI, A

FORMAR NICCHIE, SPAZI CHIUSI …

(RESPONSABILI SETTORI / INCARICHI A

ROTAZIONE)

CREARE / PENSARE AD AREE:

- LABORATORIALI

- DI RILASSAMENTO CON TAPPETI,

MATERASSINI (ANGOLO MORBIDO)

- VERDI (ORTO)

- PIU’ SILENZIOSE, DOVE GLI ALUNNI

POSSONO LAVORARE

INDIVIDUALMENTE, A COPPIE O IN

PICCOLO GRUPPO

- GIOCO/TEMPO LIBERO CON

MATERIALI STRUTTURATI E NON

Susanna Cervi

QUALI SONO GLI ASPETTI CHE UN DOCENTE DEVE CONSIDERARE PER UNA

BUONA GESTIONE?

(in piccolo gruppo)

CLASSE

ASPETTI DA CONSIDERARE PER UNA BUONA GESTIONE DEL

GRUPPO-CLASSE

DINAMICHE RELAZIONALI (TRA PARI – ALUNNI/DOCENTE)

GRADO DI INCLUSIONE

CLIMA

STILE COGNITIVO / STILE D’APPRENDIMENTO

METODOLOGIE

PROGETTAZIONE / TRASVERSALITA’ (COMPETENZE)

SPAZI / DISPOSIZIONE ARREDI

MATERIALI / STRUMENTI

VALUTAZIONE

REGOLE

IL MONITORAGGIO DELLA RELAZIONE TRA I PARI E’ UN ASPETTO MOLTO

IMPORTANTE CHE DEVE ESSERE COSTANTEMENTE TENUTO SOTTO

CONTROLLO

PERCHE’

FAVORISCE IL BENESSERE E

UNA SANA COMPETIZIONE DETERMINA IL CLIMA

DELLA CLASSE

CONDIZIONA LA

MOTIVAZIONE AL FARE

CI FA CAPIRE IL

LIVELLO DI

INCLUSIONE

E’ UN FEED BACK DEL

NOSTRO OPERATO

E…

CONDIZIONA

L’AUTOSTIMA CI PERMETTE

DI COGLIERE

DINAMICHE DI

ATTRAZIONE/

REPULSIONE

BENESSERE/

DISAGIO

COSA PUO’ FARE UN DOCENTE PER MIGLIORARE LA

RELAZIONE TRA I PARI?

Adottare metodologie d’insegnamento/apprendimento che la

favoriscono (cooperative learning, peer tutoring…)

Prevedere dei momenti di dialogo e ascolto tra gli alunni

Considerare spazi/ materiali e la disposizione dei banchi

Creare situazioni di confronto e di reciproco aiuto

Assegnare compiti/relazioni da svolgere in piccolo gruppo

Conoscere il profilo di ciascun alunno/a (riflessivo, impulsivo,

intuitivo, introverso, estroverso, collaborativo, leader, gregario,

isolato, rifiutato…) per spiegare e far emergere le peculiarità,

valorizzandone i punti di forza, ma anche rendendo partecipi delle

criticità, dei punti di debolezza.

Stare particolarmente attento al momento (costruttivo) della

valutazione

DOCENTE «REGISTA» CHE PONE BASI PER AUTONOMIA E INDIPENDENZA

RELAZIONE

DOCENTE/DISCENTE

QUALI ASPETTI/STRATEGIE CONSIDERARE PER CREARE UNA

BUONA RELAZIONE CON IL DISCENTE / GRUPPO CLASSE?

(discussione in piccolo gruppo)

LE REGOLE PROMOSSE DOVREBBERO FAVORIRE LA

MASSIMA EDUCAZIONE E RISPETTO PER

MATERIALI/PERSONE ED ESSERE QUINDI:

Condivise, motivate, discusse con i discenti

Chiare e in numero non eccessivo

Ragionevoli e funzionali

Adeguate all’età

Riviste e costantemente aggiornate in funzione delle

esigenze emergenti

Premi se comportamento coerente (uso di rinforzi…)

RINFORZO (sociale, concreto…)

POSITIVO NEGATIVO

L’elemento rinforzante è

un elemento positivo e

gratificante, associato e

letteralmente “aggiunto”

ad un determinato

comportamento che

quindi verrà incentivato

L’elemento rinforzante

(ciò che porta ad un

incremento del

comportamento) è invece

un elemento negativo

METODOLOGIE

STRATEGIE

TECNICHE DIDATTICHE

COOPERATIVE

LEARNING

LAVORO IN COPPIA O

IN PICCOLO GRUPPO

ROLE PLAYING

STUDIO DI CASO

EURISTICO-PARTECIPATIVO

Brainstorming

CIRCLE TIME

METODO EURISTICO

Problem solving

LEZIONE FRONTALE

Learning by doing

Outdoor Training

Esercitazioni individuali

Compito di apprendimento

Lezione dialogata/discussione

Peer tutoring

RINFORZO POSITIVO

Token economy

FLIPPED CLASSROOM

ATTIVITA’ LABORATORIALI

MODELLAMENTO

Simulazione Teatralizzazione

METODOLOGIE DIDATTICHE

Azioni strategiche d’insegnamento, rese flessibili dal docente

in base alle concrete situazioni formative ed alle particolari

caratteristiche degli alunni.

In tutte le discipline (anche in quelle più teoriche) si

dovrebbero attivare metodi diversi per:

-sviluppare processi di apprendimento diversi e più autonomi

(non solo quello per ricezione, ma anche per scoperta, per

azione, per problemi, ecc.)

-garantire un’offerta formativa personalizzabile (l’allievo che

non impara con un metodo, può imparare con un altro)

-promuovere e/o consolidare l’interesse e la motivazione degli

studenti (alla lunga ogni metodo annoia, soprattutto un

adolescente).

METODO EURISTICO-PARTECIPATIVO: la ricerca-azione in classe. Lo

scopo della ricerca-azione è il cambiamento, delle persone, delle relazioni,

del contesto. Metodologicamente il ciclo della ricerca-azione comprende le

seguenti fasi:

1.Identificazione dei problemi da risolvere, delle cause di quei problemi, dei

contesti e degli ambienti in cui i problemi si collocano, delle risorse a

disposizione e dei vincoli che costringono a fare determinate scelte.

2.Formulazione delle ipotesi di cambiamento e dei piani di implementazione.

3.Applicazione delle ipotesi nei contesti-obiettivo dei piani formulati, (non si

parla più, ma si agisce).

4.Valutazione dei cambiamenti intervenuti e revisione dei progetti e dei piani

adottati.

5.Approfondimento, istituzionalizzazione e diffusione capillare delle

applicazioni con valutazione positiva

La Token Economy (tradotta in italiano come economia simbolica, economia a

gettoni o anche sistema di rinforzo a gettoni) è una tecnica

psicologica sviluppata sulla base della psicologia

comportamentale.

Consiste in una forma di "contratto educativo", tramite il quale

l'educatore stipula un accordo con il soggetto: ad ogni

comportamento corretto, quest'ultimo riceverà un gettone (o altri

oggetti simbolici), e ad ogni infrazione, gliene sarà tolto uno o non

gliene verrà assegnato alcuno. In cambio di un certo numero di

gettoni sarà garantito al soggetto l'accesso ad un determinato

"premio« da lui molto gradito.

La tecnica viene utilizzata in diversi ambiti educativi, soprattutto

per cercare di ottenere comportamenti adeguati al contesto.

DIFFERENZE TRA IL GRUPPO DI LAVORO TRADIZIONALE E IL

GRUPPO COOPERTIAVO D’APPRENDIMENTO?

(in piccolo gruppo)

C’erano suoni da temere e suoni da ammirare, suoni da

fuggire e suoni da imitare.

Lentamente l’uomo primitivo imparò a usare il corpo, la voce

e alcuni oggetti per emettere suoni in grado di imitare la

natura; egli sperava, così, di riuscire a mettersi in contatto

con essa e con gli dèi.

Nello stesso tempo cantavano

e danzavano, pregando le

divinità e gli spiriti degli

antenati affinché

allontanassero le catastrofi e

portassero una buona caccia.

La musica dava a essi, perciò,

un grande senso di benessere

e di sicurezza.

Battevano le mani e

i piedi,

percuotevano

tronchi cavi e

stalattiti, soffiavano

dentro ossa forate o

dentro grandi

conchiglie,

pizzicavano la corda

tesa dell’arco,

roteavano pietre

legate a funicelle..

•Concentratissimi…eccoci al lavoro!

•Lavoriamo a coppie:

in due è più facile!

•Abbiamo costruito i fischietti con le piume. Per realizzarli abbiamo preso delle piume di gallina, con il

seghetto ne abbiamo tagliato l’estremità e con uno stuzzicadenti abbiamo pulito l’interno della penne.

Il litofono •Abbiamo realizzato il litofono con

diversi materiali: serpentino, ardesia, tappi di sughero.

Il cooperative learning come valida metodologia di lavoro

Cosa si intende per cooperative learning?

“La cooperazione è lavorare insieme per realizzare obiettivi

condivisi. All’interno di situazioni cooperative, le persone cercano di

ottenere risultati per sè stessi e per tutti gli altri membri del gruppo”.

Shlomo Sharan, professore di psicopedagogia dal 1966 alla School of Education,

Tel-aviv University, “rileva che il cooperative learning trasforma la classe da

una raccolta di individui in una rete di gruppi, i quali da soli modificano la

struttura sociale della classe trasformandola […] in un sistema sociale che

comprende parti di interazione. Questo micro-sistema, è radicato in un sistema

più ampio (la scuola) le cui componenti (Insegnanti e Dirigenti) devono interagire

in modi che facilitino e sostengano l’interazione”.

L’insegnante che promuove l’apprendimento

cooperativo delega la propria autorevolezza,

responsabilizzando i bambini, che sono liberi di

svolgere il compito come meglio credono, ciò non

significa che gli studenti non siano gestiti e

controllati, l’insegnante vigila e interviene quando è

opportuno. Valuta il processo e il prodotto finale.

Lavorare sull’assegnazione di un compito all’interno di

un gruppo di lavoro comporta un cambiamento

enorme per lo studente. Ora dipende da altri studenti

e nello stesso tempo è responsabile non solo del

proprio comportamento ma anche di quello dell’intero

gruppo, deve imparare ad ascoltare i compagni, deve

dare l’opportunità di parlare e deve accettare i diversi

punti di vista.

Questi gruppi cooperativi presentano

cinque caratteristiche specifiche:

- l’interdipendenza positiva

-l’interazione diretta costruttiva

-le abilità sociali

-la responsabilità

-la valutazione individuale e/o di gruppo.

LINEE GUIDA PER LA

CERTIFICAZIONE DELLE

COMPETENZE NEL PRIMO

CICLO D’ISTRUZIONE

TRAGUARDO COMPETENZE

Con la certificazione si vuole richiamare l’attenzione sul nuovo

costrutto della competenza, che impone alla scuola di ripensare

il proprio modo di procedere, suggerendo di utilizzare gli

apprendimenti acquisiti nell’ambito delle singole discipline

all’interno di un più globale processo di crescita individuale. I

singoli contenuti di apprendimento rimangono i mattoni con cui

si costruisce la competenza personale. Non ci si può quindi

accontentare di accumulare conoscenze, ma occorre trovare il

modo di stabilire relazioni tra esse e con il mondo al fine di

elaborare soluzioni ai problemi che la vita reale pone

quotidianamente. Progettare l’attività didattica in funzione delle

competenze e della loro certificazione richiede una

professionalità docente rinnovata e attenta alle domande, anche

e soprattutto implicite, che possono venire dagli alunni.

LINEE GUIDA PER LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE NEL PRIMO

CICLO DI ISTRUZIONE

Spostare l’attenzione sulle competenze non significa

trascurare il ruolo determinante che tutti i risultati di

apprendimento, identificati principalmente nelle

conoscenze e nelle abilità, svolgono in funzione di

esse. Non è infatti pensabile che si possano formare

delle competenze in assenza di una sicura

padronanza delle strumentalità di base. La

competenza costituisce il livello di uso

consapevole e appropriato di tutti gli oggetti di

apprendimento, ai quali si applica con effetti

elaborativi, metacognitivi e motivazionali in grado

di favorirne l’acquisizione.

Ciò vuol dire adeguare le tre operazioni che sostanziano

l’insegnamento: progettazione, attività didattica in classe,

valutazione. La progettazione deve partire dai traguardi per lo

sviluppo delle competenze, dichiarati «prescrittivi» dalle

Indicazioni, e dagli obiettivi di apprendimento previsti per

ciascuna disciplina. L’azione didattica non può limitarsi ad una

prospettiva esclusivamente disciplinare; i contenuti, proprio per

abituare gli alunni a risolvere situazioni problematiche

complesse e inedite, devono essere caratterizzati da maggiore

trasversalità ed essere soggetti ad un’azione di ristrutturazione

continua da parte degli alunni, facendo ricorso anche a

modalità di apprendimento cooperativo e laboratoriale, capaci

di trasformare la classe in una piccola comunità di

apprendimento.

Si rende, pertanto, necessario ripensare il modo

di “fare scuola”, integrando la didattica dei

contenuti e dei saperi – riferiti ai nuclei fondanti

delle discipline – con modalità interattive e

costruttive di apprendimento. Fondando il

proprio insegnamento su esperienze

significative che mettono in gioco contenuti e

procedure che consentano di “imparare

facendo”, i docenti rendono l’alunno

protagonista del processo di acquisizione delle

competenze.

«Le discipline, così come noi le conosciamo, sono

state storicamente separate l’una dall’altra da confini

convenzionali che non hanno alcun riscontro con

l’unitarietà tipica dei processi di apprendimento. Ogni

persona, a scuola come nella vita, impara infatti attingendo

liberamente dalla sua esperienza, dalle conoscenze o dalle

discipline, elaborandole con un’attività continua e

autonoma. Oggi, inoltre, le stesse fondamenta delle

discipline sono caratterizzate da un’intrinseca complessità

e da vaste aree di connessione che rendono improponibili

rigide separazioni» (p. 17).

Per l’acquisizione di ciascuna competenza, dunque, sono

coinvolte tutte le discipline che, però, non intervengono in

modo generico bensì con i traguardi di sviluppo delle

competenze

È ormai condiviso a livello teorico che la

competenza si possa accertare facendo ricorso a

compiti di realtà (prove autentiche, prove esperte,

ecc.), osservazioni sistematiche e autobiografie

cognitive.

I compiti di realtà si identificano nella richiesta rivolta

allo studente di risolvere una situazione

problematica, complessa e nuova, quanto più

possibile vicina al mondo reale, utilizzando

conoscenze e abilità già acquisite e trasferendo

procedure e condotte cognitive in contesti e ambiti di

riferimento moderatamente diversi da quelli resi

familiari dalla pratica didattica.

INSEGNARE OGGI VUOL DIRE …

COINVOLGERE

INCURIOSIRE

STIMOLARE

INTERESSI E

PARTECIPAZIONE

PERSONALIZZARE E

CONTESTUALIZZARE IL PIU’

POSSIBILE

TRASMETTERE

PASSIONE

CONSIDERARE E

RISPONDERE AI BISOGNI

DI CIASCUNO

VALORIZZARE/

PROMUOVERE

SUCCESSO

MOTIVARE

CREARE UN CLIMA

EMPATICO/SERENO

SAPER OSSERVARE E

ASCOLTARE INCLUDERE

DARE

FIDUCIA

FAR PERCEPIRE E

VIVERE LE

DIFFERENZE COME

RISORSE

EDUCARE ALLA

CONSAPEVOLEZZA

FAR CRESCERE,

RENDERE AUTONOMI E

CONSAPEVOLI

SOSTENERE INCORAGGIARE USO DI DIVERSI

MEDIA E LINGUAGGI

EDUCARE AL BELLO E

POSITIVO

RASSICURARE

SAPERSI METTERE ANCHE IN

DISCUSSIONE

DOSARE

AUTOREVOLEZZA E

COMPRENSIONE