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GENNAIO ALLA CAMERA e non solo... di ETTORE ROSATO L'ANNO DELLE RIFORME Il 2014 sarà l'anno delle riforme: quelle costituzionali fino ad oggi sempre fallite e quella elettorale. Quali sono queste riforme? La fine del bicameralismo con la soppressione del Senato e la creazione di un'assemblea delle autonomie (con membri privi di indennità) per il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni nel processo legislativo per le parti di competenza, la riduzione del numero dei parlamentari, l'abolizione delle Province e del Cnel, la riduzione dei consiglieri regionali e delle loro retribuzioni, e la revisione del Titolo V della Costituzione (con l'abolizione delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni che hanno creato solo confusione e conflitti istituzionali). Sulla legge elettorale, il Partito Democratico ha mantenuto la promessa: aboliremo il Porcellum e daremo al nostro Paese una legge moderna e democratica, che faccia dire con chiarezza chi ha vinto la sera stessa delle elezioni, che dia stabilità ma che rispetti e tuteli le minoranze e che crei un legame tra parlamentare e territorio. Questo è Italicum, il testo base frutto della direzione del PD che ha iniziato il suo iter parlamentare e andrà all'approvazione dell'Aula dall'11 febbraio. Ma la prima vera emergenza sono le riforme economiche. La crisi non è passata anche se ci sono molti segnali di ripresa che ci fanno ben sperare. Per questo la priorità del Partito Democratico è quella di rilanciare la produzione, la competitività delle nostre aziende e il lavoro: proposte riassunte nel Jobs Act. Ettore Rosato RICORDIAMOCI CHE... 9 gennaio: il PD presenta la bozza di Jobs Act 20 gennaio: la Direzione PD approva la proposta di legge elettorale 29 gennaio: il DL IMU-Bankitalia è legge 30 gennaio: la riforma elettorale approda nell'Aula VUOI SEGUIRE, GIORNO PER GIORNO, LA MIA ATTIVITA' ALLA CAMERA? Puoi seguirmi su Facebook o su Twitter , oppure puoi iscriverti a Le News dalla Camera . Un modo per essere informati sulle principali vicende politiche della giornata, viste dal punto di chi le vive “dall'interno”. Un modo per avere link utili ad approfondire temi e proposte del PD, e per essere informati sull'attività che svolgo in Parlamento. dall'inizio della XVII legislatura ad oggi... 99,37% di presenze in Parlamento 8 proposte di legge come primo firmatario 43 emendamenti come primo firmatario 55 interrogazioni come primo firmatario Visita il mio profilo sul sito della Camera dei Deputati per restare in costante aggiornamento sulla mia attività in Parlamento.

Gennaio alla Camera ...e non solo

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Il 2014 sarà l'anno delle riforme: quelle costituzionali fino ad oggi sempre fallite e quella elettorale. Quali sono queste riforme? La fine del bicameralismo con la soppressione del Senato e la creazione di un'assemblea delle autonomie (con membri privi di indennità) per il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni nel processo legislativo per le parti di competenza, la riduzione del numero dei parlamentari, l'abolizione delle Province e del Cnel, la riduzione dei consiglieri regionali e delle loro retribuzioni, e la revisione del Titolo V della Costituzione (con l'abolizione delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni che hanno creato solo confusione e conflitti istituzionali). Sulla legge elettorale, il Partito Democratico ha mantenuto la promessa: aboliremo il Porcellum e daremo al nostro Paese una legge moderna e democratica, che faccia dire con chiarezza chi ha vinto la sera stessa delle elezioni, che dia stabilità ma che rispetti e tuteli le minoranze e che crei un legame t

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GENNAIO ALLA CAMERA e non solo...di ETTORE ROSATO

L'ANNO DELLE RIFORMEIl 2014 sarà l'anno delle riforme: quelle costituzionali fino ad oggi sempre fallite e quella elettorale. Quali sono queste riforme?La fine del bicameralismo con la soppressione del Senato e la

creazione di un'assemblea delle autonomie (con membri privi di indennità) per il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni nel processo legislativo per le parti di competenza, la riduzione del numero dei parlamentari, l'abolizione delle Province e del Cnel, la riduzione dei consiglieri regionali e delle loro retribuzioni, e la revisione del Titolo V della Costituzione (con l'abolizione delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni che hanno creato solo confusione e conflitti istituzionali).Sulla legge elettorale, il Partito Democratico ha mantenuto la promessa: aboliremo il Porcellum e daremo al nostro Paese una legge moderna e democratica, che faccia dire con chiarezza chi ha vinto la sera stessa delle elezioni, che dia stabilità ma che rispetti e tuteli le minoranze e che crei un legame tra parlamentare e territorio. Questo è Italicum, il testo base frutto della direzione del PD che ha iniziato il suo iter parlamentare e andrà all'approvazione dell'Aula dall'11 febbraio. Ma la prima vera emergenza sono le riforme economiche. La crisi non è passata anche se ci sono molti segnali di ripresa che ci fanno ben sperare. Per questo la priorità del Partito Democratico è quella di rilanciare la produzione, la competitività delle nostre aziende e il lavoro: proposte riassunte nel Jobs Act.

Ettore Rosato

RICORDIAMOCI CHE...

9 gennaio: il PD presenta la bozza di Jobs Act

20 gennaio: la Direzione PD approva la proposta di legge elettorale

29 gennaio: il DL IMU-Bankitalia è legge

30 gennaio: la riforma elettorale approda nell'Aula

VUOI SEGUIRE, GIORNO PER GIORNO, LA MIA ATTIVITA' ALLA CAMERA?Puoi seguirmi su Facebook o su Twitter, oppure puoi iscriverti a Le News dalla Camera. Un modo per essere informati sulle principali vicende politiche della giornata, viste dal punto di chi le vive “dall'interno”. Un modo per avere link utili ad approfondire temi e proposte del PD, e per essere informati sull'attività che svolgo in Parlamento.

dall'inizio della XVII legislatura ad oggi...

99,37%di presenze in Parlamento

8proposte di legge

come primo firmatario

43emendamenti

come primo firmatario

55interrogazioni

come primo firmatario

Visita il mio profilo sul sito della Camera dei Deputati per restare in costante aggiornamento sulla mia attività in Parlamento.

IMU BANCA D'ITALIA: PRALIAMO DI COSE SERIEAltro che privatizzazione... Cerchiamo di capire un po' di più e non farci trascinare dalle demagogiche bugie che i grillini hanno detto in queste ore.SECONDA RATA IMUIl decreto prevede l'abolizione della seconda rata IMU del 2013 sulle prime case.Il decreto prevede anche l'esenzione da sanzioni nei casi di insufficiente versamento della seconda rata IMU 2013, nel caso si sia provveduto al versamento della differenza nello stesso termine.Ai Comuni saranno destinati oltre 2 miliardi di euro per coprire il gettito IMU che sarebbe stato ricavato da questa seconda aliquota.

BANCA D'ITALIA

COSA PREVEDEAUMENTO DI CAPITALE. La Banca d'Italia – è bene saperlo – è un istituto di diritto pubblico anche se il suo capitale sociale è, già oggi, per oltre l'83% finanziato da banche e assicurazioni private, e solo per il 17% da INPS e INAIL. Quindi chi parla di privatizzazione della Banca d'Italia dice una falsità, perché la Banca com'è evidente non è di proprietà pubblica.Il decreto autorizza la Banca d'Italia ad aumentare il proprio capitale sociale all'importo di 7,5 miliardi di euro, attraverso l'utilizzo delle riserve statutarie e l'emissione di nuove quote dal valore di 25.000 euro ciascuna. Queste quote potranno essere acquisite dagli stessi soggetti che già oggi finanziano il capitale sociale della Banca, quindi istituti di credito e assicurativi, nonché (novità nel panorama italiano) i fondi pensione con sede nel nostro Paese.Senza entrare nel tecnico, sono previste una serie di norme che disciplinano la divisione dei dividenti annuali e che pongono limiti alla partecipazione azionaria (al 3%), e si prevede la possibilità per la Banca d'Italia di acquistare temporaneamente le proprie quote.La ricapitalizzazione, quindi, avverrà senza chiedere un euro ai contribuenti, diversamente da quanto avvenuto, purtroppo, in altri paesi europei.NUOVA GOVERNANCE. Il decreto legge delinea alcune

novità anche sulla gestione della Banca, facendo seguito alla riforma del 2005: quella che mise il limite a 6 anni di mandato per il Governatore e per i membri del Direttivo, che ne confermò l'autonomia decisionale (come nel caso della Federal Reserve), e che introdusse il principio di collegialità per l'adozione dei provvedimenti.Alcune delle norme introdotte dal decreto-legge riguardano i requisiti per l'elezione nel Consiglio superiore, mentre altre vietano ingerenze da parte dell'Assemblea dei partecipanti e del Consiglio superiore nell'esercizio delle funzioni istituzionali della Banca.

PERCHE' E' URGENTEE' da 78 anni che non si interviene normativamente sugli assetti proprietari della Banca d'Italia, nonostante la geografia del sistema finanziario e bancario nazionale sia profondamente cambiata.Nel corso del tempo i proprietari di quote di Banca d’Italia, nell’incertezza sul valore da assegnare a tali quote, le hanno trattate in modo molto eterogeneo, dal punto di vista sia della collocazione nello stato patrimoniale, sia del loro valore monetario. Questa riforma dell'assetto proprietario è coerente con le valutazioni politiche fatte nel nostro Paese e con la fase di finanza pubblica che stiamo attraversando; inoltre, con la liberazione di liquidità dovuta all'aumento di capitale, si consentirà di allentare le restrizioni del credito e ridurre il rischio da ulteriori shock restrittivi sul credito per imprese e famiglie. Riprendo dal collega Marco Causi alcune considerazioni sull'urgenza e sull'importanza di questo provvedimento:le riforme degli anni ’90, con la privatizzazione delle banche pubbliche e il successivo processo di ristrutturazione e concentrazione bancaria, hanno avuto come effetto secondario di incidere sull’equilibrio dell’assetto proprietario della Banca d'Italia che, è bene ricordarlo, è stato disegnato in una legge risalente al 1936. Oggi più del 50% del capitale della Banca è nelle mani di due soli soggetti, i due grandi gruppi emersi dai processi di concentrazione e fusione: Unicredit e Intesa San Paolo. Anche se le leggi europee e nazionali e lo Statuto della Banca mettono del tutto in sicurezza l’indipendenza e l’autonomia dell’istituto – e soprattutto impediscono qualsiasi interferenza dei soci sulle attività istituzionali della Banca – tuttavia è opportuno porre rimedio a un impatto collaterale delle riforme degli anni ’90 le cui conseguenze furono allora dimenticate o comunque rimandate: la possibile sensazione che possa esserci un conflitto d’interesse fra banche proprietarie e autorità di regolazione e vigilanza sul mercato del credito. Lo Statuto della Banca previgente a questa

riforma prospetta una partecipazione agli utili da parte dei soci in misura non superiore al 4% delle riserve, anche se questo limite massimo non è mai stato raggiunto (nel bilancio 2012 l’utile riconosciuto ai soci è stato di 70 milioni, pari allo 0,5% delle riserve), e se la politica di distribuzione dei dividendi storicamente attuata dall’istituto è stata molto prudente. Quella norma comportava diversi rischi, poiché nelle riserve sono compresi i frutti di attività tipicamente pubbliche, come il signoraggio, che non andrebbero retrocessi ai soci, ma solo allo Stato o alla stessa Banca. La nuova regola lega i dividendi alla redditività del capitale investito.La Banca d’Italia aveva espressamente vietato che le sue quote potessero confluire nel capitale di vigilanza degli istituti bancari, finanziari e assicurativi proprietari. Si trattava quindi di un’opportunità non colta: introducendo un criterio univoco di valutazione, oltre a superare l’eterogeneità di contabilizzazione nei bilanci, si ottiene il risultato di potere introdurre queste quote, rivalutate, nel capitale di vigilanza. A partire dal 2008, con lo scoppio della crisi, la Germania ha dovuto spendere 64 miliardi di euro per ricapitalizzare le sue banche, la Francia 25, il Regno Unito 82, la Spagna 60. L’Italia soltanto 6, destinati inoltre a emissioni obbligazionarie che verranno restituite all’erario e non a conferimenti di capitale, come negli altri paesi. Oggi, con questa misura, l’Italia ottiene il risultato di rafforzare il patrimonio di vigilanza del sistema bancario senza spendere un euro di soldi del contribuente, senza cioè

metter mano al bilancio pubblico. Il meccanismo messo in moto consente un’importante operazione di sistema, che rafforza i soggetti italiani operanti sui mercati finanziari, anche in vista della nuova vigilanza unica europea, e che non genera costi a carico delle pubbliche finanze. Non a caso, infatti, la misura è stata sottoposta a numerose critiche in Germania. Il parere della BCE, però, ci dà ragione. Spesso si chiede che il nostro paese ottenga risultati migliori sulle regole europee, che le regole non vengano scritte solo dai rigoristi della Bundesbank e del nord Europa. Bene, è proprio quello che in questo caso è successo.L'operazione che passa attraverso la rivalutazione delle quote Banca d’Italia non esaurisce i potenziali fabbisogni d’intervento, poiché non è detto che gli istituti attualmente detentori di quote siano anche quelli che abbisognano di più rilevanti iniezioni di nuovo capitale. In alcuni casi i due insiemi non combaciano, e restano istituti che, per affrontare la prova degli stress test europei, avranno bisogno di utilizzare altri, e più costosi, canali per il rafforzamento del capitale di vigilanza;se la stessa operazione venisse compiuta tramite l’acquisto di quote da parte dello Stato, così come previsto, ma mai attuato, nella legge del 2005 e come molti sostengono anche oggi, il medesimo obiettivo di rafforzamento del capitale di vigilanza degli istituti bancari, finanziari e assicurativi italiani diverrebbe invece, ovviamente, un costo per la finanza pubblica, al pari di quanto avvenuto in tanti paesi europei.

LA “GHIGLIOTTINA”: ECCO LA VERITA' SU QUEI GIORNISono state giornate difficili quelle che hanno preceduto l'approvazione del decreto-legge IMU-Bankitalia. Un'ostruzionismo continuo ed esasperante teso ad immobilizzare il lavoro del Parlamento, condito da attacchi, con toni sempre più violenti, offensivi contro le colleghe e i colleghi, contro la Presidente della Camera e del Capo dello Stato.

La “ghigliottina” è disciplinata nel regolamento del Senato, mentre per quando riguarda la Camera dei Deputati, è dalla XIII legislatura che la Presidenza interpreta, per analogia, l'istituto debba essere applicato in entrambi i rami del Parlamento. Prima d'ora ogni volta che l'opposizione ha praticato un'ostruzionismo ad oltranza, la sola minaccia di poter applicare questa norma regolamentare aveva convinto le forze di opposizione ad allentare l'ostruzionismo. Nel regolamento esistono diverse norme a tutela

del principio per cui “i lavori sono organizzati con il metodo della programmazione”: i progetti di legge, fin dal 1997, vengono discussi con il contingentamenti dei tempi.I decreti-legge devono essere convertiti entro 60 giorni, da qui discende la necessità di garantire che una minoranza impedisca alla maggioranza della Camera di poter approvare la legge nei tempi necessari, e il Presidente della camera ha il dovere costituzionale di assicurare il voto all'Assemblea. Ecco, quindi, che la Presidenza non ha affatto violato il regolamento ma ha semplicemente applicato una procedura che da anni si segue per garantire lo svolgimento dei lavori.Sul decreto in questione, che aveva già avuto una approfondita discussione parlamentare, il cui testo era già stato approvato di fatto con il voto di fiducia, il Movimento 5 Stelle aveva già svolto un ostruzionismo organizzato (34 ore di interventi hanno preceduto il voto di fiducia). Nonostante questo il Movimento 5 Stelle aveva già programmato ulteriori 17 ore di interventi con l'unico scopo di far decadere il decreto. Potevamo noi far pagare l'Imu a 20 milioni di italiani solo per lo sfizio del Movimento 5 Stelle?

ITALICUM: LA NUOVA LEGGE ELETTORALEStabilità, certezza sul nome del vincitore la sera stessa e rappresentanza territoriale: ecco la proposta PD

Con il voto della Direzione del PD, abbiamo dato una forte accelerazione all'avvio della riforma elettorale. In un mese il Partito Democratico è riuscito a cambiare il verso della politica facendo calendarizzare già a Gennaio, in Aula, la legge elettorale.Ecco cosa prevede la proposta del Partito Democratico, con le modifiche intercorse in Commissione.

PREMIO MAGGIORANZA. La nuova legge è un sistema proporzionale con un premio di governabilità che assicura la maggioranza assoluta al partito o alla coalizione vincente. Per ottenere il premio bisognerà aver superato una soglia minima: il 37% dei voti. Il premio di maggioranza è fissato al 15% dei seggi. Ma c'è un limite: il "bonus" concesso ai vincitori non potrà far superare il tetto dei 340 seggi, pari al 55%.DOPPIO TURNO. Che succede se nessuno supera la soglia del 37%? I primi due partiti o coalizioni di partiti si sfidano in un doppio turno per l'assegnazione del premio. Il vincitore ottiene 327 seggi, i restanti 290 vanno agli altri partiti (restano fuori dal conteggio i deputati eletti all'estero).SBARRAMENTI. L'ingresso in Parlamento viene precluso a chi non supera un minimo di voti. Per i partiti che si presentano al di fuori delle coalizioni c'è una soglia molto alta, l'8%. Per i partiti che si presentano nell'ambito di un'alleanza con altre forze politiche lo sbarramento si abbassa al 4,5%. Anche le coalizioni dovranno superare una soglia minima di consensi: la percentuale stabilita è del 12%. Per i

rappresentanti delle minoranze linguistiche sono previsti meccanismi che garantiscono la loro rappresentanza.CANDIDATI. Il nuovo sistema elettorale è a collegi plurinominali con i nomi scritti sulla scheda come nel “Mattarellum”. Quindi non si possono mettere voti di preferenza. Ogni partito presenta una lista con tanti candidati quanti sono quelli da eleggere nel collegio (si va da un minimo di tre a un massimo di cinque). I seggi vengono assegnati seguendo l'ordine delle liste: ad esempio, se un partito ottiene tre seggi vengono eletti i primi tre candidati della lista.

Ci sono poi delle questioni ancora aperte che si risolveranno con il confronto parlamentare:PARITA' UOMO-DONNA. Le liste dei candidati dovranno garantire la presenza paritaria di uomini e donne: 50% e 50%. Il nostro lavoro, del Partito Democratico, è teso a far sì che la norma garantisca non solo pari candidati ma parità tra gli eletti.IL NODO DEI COLLEGI. La versione del Partito Democratico prevede (come si è sempre fatto) una delega al Governo per il ridisegno dei collegi elettorali in cui sarà divisa l'Italia: l'esecutivo dovrà farlo in 45 giorni. Altre forze politiche volevano che fosse lo stesso Parlamento a “disegnare” i collegi, forse sperando di potersi creare collegi su misura....

NO OBBLIGO PRIMARIE. La legge non prevede l'obbligo delle primarie per la scelta dei candidati da mettere in lista. Se farle o no, e con quali regole, resterà una scelta autonoma dei singoli partiti. Il Partito Democratico ha già annunciato che le farà.

NON SOLO RIFORME ISTITUZIONALI MA ANCHE RIFORME ECONOMICHE PER RILANCIARE IL PAESEIL MIO INTERVENTO IN DIREZIONALE NAZIONALE PD

LA NOSTRA URGENZA: IL LAVOROECCO LA PRIMA BOZZA DI JOBS ACT

La bozza di Jobs Act non è un punto di arrivo ma di partenza. Un documento di lavoro sul quale in questo mese di Gennaio il Partito Democratico ha raccolto suggerimenti e riflessioni; e sarà discusso in una prossima Direzione del PD.IL SISTEMA

1. ENERGIA. Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile e pesa sulla produttività. Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell’Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili).

2. TASSE. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell’IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe.3. REVISIONE DELLA SPESA. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.

4. AGENDA DIGITALE. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.5. ELIMINAZIONE DELL’OBBLIGO DI ISCRIZIONE ALLE CAMERE DI COMMERCIO. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni

corporazione. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici.6. ELIMINAZIONE DELLA FIGURA DEL DIRIGENTE A TEMPO INDETERMINATO NEL SETTORE PUBBLICO. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali.

7. BUROCRAZIA. Intervento di semplificazione amministrativa sulla procedura di spesa pubblica sia per i residui ancora aperti (al Ministero dell’Ambiente circa 1 miliardo di euro sarebbe a disposizione immediatamente) sia per le strutture demaniali sul modello che vale oggi per gli interventi militari. I Sindaci decidono

destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza dei servizi che di valutazione di impatto ambientale. Eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo.8. ADOZIONE DELL’OBBLIGO DI TRASPARENZA. Amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato.

I NUOVI POSTI DI LAVOROPer ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo PIANO INDUSTRIALE con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l’artigianato e per i makers)c) ICTd) Green Economye) Nuovo Welfaref) Ediliziag) Manifattura

LE REGOLE1. SEMPLIFICAZIONE DELLE NORME. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben

comprensibile anche all’estero.2. RIDUZIONE DELLE VARIE FORME CONTRATTUALI, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.3. ASSEGNO UNIVERSALE PER CHI PERDE IL POSTO DI LAVORO, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.4. OBBLIGO DI RENDICONTAZIONE online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell’erogazione deve essere l’effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance.5. AGENZIA UNICA FEDERALE che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.6. LEGGE SULLA RAPPRESENTATIVITA’ sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende.

IL CASO ELECTROLUX

LETTA CONVOCHI UN TAVOLO CON I MINISTRIInterrogazione al Presidente del Consiglio perché avochi a sé la vertenza della multinazionale svedeseAncora prima che l'azienda avanzasse l'inaccettabile piano industriale per il nostro Paese, la vertenza di Electrolux aveva manifestato tutti sintomi di una crisi aziendale di portata nazionale che andava contrastata con un'azione ad ampio raggio del Governo, che coinvolgesse più Ministeri.Con i deputati del Friuli Venezia Giulia abbiamo presentato un'interrogazione al Governo per chiedere al premier Enrico Letta di convocare presso la Presidenza del Consiglio un tavolo di trattative con la proprietà di Electrolux per scongiurare esuberi, chiusure di stabilimenti e per contrastare le previsioni del piano presentato al Ministero dello Sviluppo economico. Clicca qui per leggere l'interrogazione.Il caso Electrolux sottolinea ancora una volta la mancanza di competitività del nostro Paese. Servono risposte di sistema, e per questo è importante che a gestire questa fase difficile della trattativa sia il Governo nella sua massima espressione. Quello che non è possibile accettare sono gli accordi di chiusura dello stabilimento di Porcia, ma anche i ricatti oltre ogni limite sulle retribuzioni.

LA NOTA POSITIVA SUL LAVORO

IN SEI MESI GLI INCENTIVI HANNO INIZIATO A FARE EFFETTI 5 miliardi investiti dal Governo Letta sulle politiche attive del lavoro: 36 mila i posti di lavoro creati in pochi mesiIl Ministro del Lavoro, Giovannini, ha spiegato in commissione Lavoro quali sono stati i primi effetti degli incentivi sulle assunzioni previsti dai provvedimenti dell'Esecutivo: sono 36 mila i posti di lavoro creati per giovani, donne e over 50 anni; portando il saldo tra assunzioni e cessazioni in terreno positivo (+ 25.000).Sono 5 i miliardi investiti dal Governo, dall'inizio del mandato, sulle politiche attive del lavoro. Crescono le due forme contrattuali sulle quali principalmente si sono concentrate le azioni del Governo Letta: il contratto di apprendistato (che cresce del 4,9%) e il contratto a tempo indeterminato (che cresce del 1,5%).Per saperne di più clicca qui.

EXPO MILANO2015, UN'OCCASIONE PER LE NOSTRE FORZE DEL'ORDINEUn evento importante come l'esposizione universale 2015 richiede un impegno rilevante anche da parte delle forze dell'ordine, al fine di garantire buoni livelli di sicurezza nella città protagonista della manifestazione. E' stato anche sottoscritto un protocollo “Milano Expo2015 – Mafie free” che prevede un incremento degli agenti operativi nel periodo di nostro interesse. Per fare ciò, occorre che gli allievi agenti siano avviati ai corsi entro aprile di quest'anno.Assieme ad Emanuele Fiano e Vinicio Peluffo, ho presentato un'interrogazione al Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, per sapere le tempistiche per l'avvio ai corsi degli allievi e per avere garanzie sull'assunzione dei candidati idonei non vincitori delle seconde aliquote e VFP4 idonei dell'ultimo concorso 964 allievi agenti. L'arruolamento dei candidati delle graduatorie vigenti consentirebbe il rispetto dei tempi necessari all'attuazione del protocollo e garantirebbero l'entrata in servizio in tempo per l'Expo.Clicca qui per leggere il testo dell'interrogazione.

NUOVE ASSUNZIONI 1886 CARABINIERI, CHIARIMENTO SU VISITE DI MANTENIMENTOCon decreto dirigenziale del 23 luglio 2013 è stato disposto l'immissione diretta nell'Arma dei Carabinieri di 823 nuove unità. Da una lettura del decreto dirigenziale del 2 gennaio 2014, che disciplina gli accertamenti sanitari per la verifica del mantenimento dell'idoneità psico-fisica, parrebbe che i candidati saranno sottoposti nuovamente a tutte le verifiche e le prove psico-

fisiche già svolte e superate positivamente. Per questo ho interrogato il Ministro della Difesa per avere chiarimenti in merito alle verifiche di mantenimento.Spero di potervi darvi informazioni non appena avrò risposta dal Ministro.Clicca qui per leggere il testo dell'interrogazione.

POLIZIA PENITENZIARIA: OLTRE IL DANNO LA BEFFATanti gli idonei in attesa dello scorrimento delle graduatorie, ma l'Amministrazione ha bandito un nuovo concorso

Sono molte le graduatorie vigenti, frutto di concorsi banditi anche dall'Amministrazione penitenziaria, nelle quali vi sono candidati risultati idonei seppur non vincitori che attendono il regolare scorrimento delle stesse. A titolo di esempio c'è il concorso del novembre 2012 per 214 allievi agenti. Sono graduatorie in corso di validità che consentirebbero all'Amministrazione di poter procedere ad assunzioni senza dover attendere tempo e senza dover impegnare risorse per 'espletamento di nuove procedure concorsuali. Nonostante l'Amministrazione della Polizia penitenziaria potesse disporre di questa ed altre graduatorie ha deciso di

bandire un nuovo concorso, anche se c'è una norma del Decreto D'Alia che prevede la validità di tutte le graduatorie al 31 dicembre 2016.Ho presentato un'interrogazione al Ministro della Giustizia per chiedere chiarimento in merito a questo nuovo concorso e per sapere quali misure il Governo intende adottare a tutela degli idonei non vincitori che non sono stati arruolati in occasione di queste nuove assunzioni.Clicca qui per leggere il testo dell'interrogazione.

Clicca qui per leggere l'interrogazione precedente sullo stesso tema, rimasta ad oggi senza risposta.

SLOT MACHINES CHE RICICLANO IL DENARO SPORCOCi riproviamo... la mia nuova interrogazione sulle macchinette che riciclano il denaro sporco. Come fermarle?Avevo già segnalato nella scorsa legislatura il caso delle slot machines che consentono di riciclare il denaro sporco. Al termine della sessione di gioco, infatti, è possibile far emettere un biglietto di vincita che riporta solamente il giorno e la data di emissione e la quantità di denaro che la cassa deve versare.Come hanno segnalato la trasmissione televisiva “Le Iene”, una video inchiesta di “La Repubblica” e – da ultimo – un articolo del “Secolo XIX”, è possibile far emettere il tagliando anche immediatamente dopo aver inserito i soldi, senza aver effettuato la giocata. Il biglietto non indica la cifra vinta al netto di quella inserita all'inizio, ma solo il quantitativo di denaro che il soggetto può incassare alla cassa: può essere il rimanente di una giocata o semplicemente i soldi inseriti nella macchinetta. Inoltre, non esistono limiti alle vincite e i biglietti non sono nominativi. Leggi il testo dell'interrogazione.

IUS SOLI SPORTIVO, I NUOVI ITALIANI ESCLUSI DALLE GARE

In Italia il Governo e il CONI stabiliscono un limite massimo alle prestazioni di sportivi extracomunitari nelle

società sportive. La norma è finalizzata alla salvaguardia del patrimonio sportivo nazionale e della tutela dei vivai giovanili, ma crea notevoli disagi nel momenti in cui viene applicata anche ai cittadini che hanno avviato le pratiche per la cittadinanza e non hanno ancora ultimato la procedura.L’iter per l'ottenimento della cittadinanza italiana prevede tempi molto lunghi che possono raggiungere anche i due anni, provocando di fatto una interruzione sostanziale dell'attività agonistica di questi ragazzi.Ho presentato una interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di fissare, nel prossimo regolamento, soglie più ampie che tengano conto delle situazioni di questi ragazzi che svolgono attività agonistiche.Clicca qui per leggere il testo dell'interrogazione.

FRUTTA NELLE SCUOLE, PROGETTO EUROPEO GIA' FINANZIATO,FERMO IN UNO DEI TANTI CASSETTI DELLA BUROCRAZIA

Il progetto “frutta nelle scuole” è un programma europeo, già finanziato con fondi Ue, che prevede – tra le altre cose – la fornitura di frutta nelle scuole elementari per poter incentivare tra i più giovani una corretta alimentazione. Le risorse (compreso il cofinanziamento statale) sono già state impegnate, ma non ancora utilizzate e risulta non essere ancora avviato il bando per l’affidamento del servizio nonostante sia già passata la prima metà dell’anno scolastico. Il rischio – oltre a quello che il progetto non veda più la luce – c’è anche quello di dover restituire i fondi all’Europa. Assieme ai colleghi del Partito Democratico del Friuli Venezia Giulia ho presentato una interrogazione al Ministro

per le politiche agricole, alimentari e forestali.Clicca qui per leggere il testo dell'interrogazione.

IL CAMBIAMENTO E' INZIATO: GENNAIO IN SPUNTIDALLO SPUNTO DELL'8 GENNAIO

CON ENRICO LETTA LO SPREAD MAI COSI' BASSO: RISPARMIATI MILIARDI SUL DEBITO PUBBLICO In queste ore il Partito Democratico sta dando prova di come intenda cambiare la direzione al nostro Paese. In una giornata che è tremenda per i dati sulla disoccupazione giovanile, ci apprestiamo a presentare il Jobs Act: la riforma del mercato del lavoro che dovrà creare occupazione e ridurre la burocrazia per le imprese. Sugli insegnanti, dal Governo oggi sono arrivate rassicurazioni: per il Partito Democratico era e rimane inaccettabile la richiesta di restituire gli aumenti ricevuti a fronte di rinnovi contrattuali. E’ una questione di principio e di equità: ricordo che un caso simile si era proposto

anche ai dipendenti delle società controllate dagli enti locali in regola con i bilanci, e in Legge di Stabilità, peraltro con un mio emendamento, abbiamo messo mano alla vecchia legge. Sono impegni di buon senso che rafforzano l'azione del Governo Letta. Oggi, i tassi d’interesse sul nostro debito raggiungono un nuovo record positivo: non sono mai stati così bassi da molti mesi a questa parte; e ogni punto guadagnato equivale ad alcuni miliardi risparmiati. Anche da questi segnali si percepisce l’importanza del difficile lavoro di Enrico Letta. E.RDALLO SPUNTO DEL 13 GENNAIO

LA NOSTRA AGENDA PER IL 2014 Non un romanzo, ma un accordo scritto su un foglio di calcolo. Lo ha esemplificato bene Matteo Renzi nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera ieri. L’emergenza finanziaria forse è finita, ma l’Italia non corre come gli Stati Uniti e la disoccupazione purtroppo continua inesorabilmente a salire. Enrico Letta ha un compito sicuramente molto difficile, ma in questo 2014 abbiamo modo di portare a casa importanti riforme che non sono solo quella elettorale, l’abolizione delle province e la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie. Dobbiamo riformare il rapporto di fiducia tra cittadino e impresa, e Stato. Un esempio è il costo dell’energia per le imprese: vogliamo tagliarlo del 10%. E’

uno degli impegni che vogliamo mettere nell’agenda di Governo, in “Impegno 2014”. Vogliamo detassare il lavoro e migliorare la qualità del lavoro: nuove norme, poche e chiare. Questi sono esempi della chiarezza che ha fatto vincere Matteo Renzi alle primarie dell’8 dicembre, e che farà vincere il gioco di squadra tra Governo Letta e PD. Intanto il 27 gennaio in Aula approderà il testo della riforma elettorale, chiudere entro febbraio è possibile. E.R.DALLO SPUNTO DEL 20 GENNAIO

DALLA DIREZIONE PD PARTE LA RIFORMA ELETTORALE Dalla Direzione di oggi giunge un messaggio chiaro alla politica: abbiamo un partito che discute, ma che alla fine decide e porta le sue scelte in Parlamento. La situazione ci impone e ci consente di modificare la legge elettorale facendo un percorso condiviso e non frutto di forzature di parte e di convenienze parlamentari: non dobbiamo far prevalere di nuovo l’interesse politico, come fu per il Porcellum (a parti invertite) e nel caso della riforma del Titolo V. Abbiamo dato la giusta accelerazione al percorso delle riforme, come avevamo promesso. E come avevamo promesso non abbiamo fatto accordini di alcun tipo, ma abbiamo discusso con tutti alla luce

del sole, allargando alle opposizioni e tenendo unita la maggioranza. Abbiamo discusso anche con Forza Italia, com’era ovvio; e sappiamo che Forza Italia è Silvio Berlusconi. Tagliare fuori una forza politica di quella portata avrebbe indebolito il percorso delle riforme, perché a trattarlo in maniera differente gli avremmo fatto un favore, gli avremmo consegnato un alibi. La preferenza del nostro partito è sempre stata a favore dei collegi uninominali che permettono di restituire il filo diretto dei cittadini con i propri rappresentanti. Questa è una soluzione che lega i parlamentari al territorio: piccoli collegi plurinominali per garantire anche la rappresentanza di genere, e impedire che nelle liste si inseriscano candidati che non siano riconosciuti dal territorio. Per il nostro partito rimane ferma la volontà di scegliere i candidati con le primarie, com’è nel nostro DNA, come abbiamo fatto già la volta scorsa. Inizia così un percorso che fino a qualche settimana fa sembrava impossibile: una proposta che garantisce stabilità e rappresentanza allo stesso tempo. Chiudere entro febbraio alla Camera è possibile, e intendiamo farlo. E da domani inizia l’iter in Commissione…. E.R.

GENNAIO ALLA CAMERA e non solo...di ETTORE ROSATO

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