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    I}. Origiue dell'alfabeto

    L o r i ~ i n e dell ';;.lfabeto (su questo termine torneremo in seguito) lla sempre .:ostituiw un JfgU IltOlU ccmrak negli stuJi di cpigl.lfiJ sonillo:J. cnonost:;.nte le numerose s

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    che,' datate appross imativamente a caval lo dci 1500 a.c.; nello s c e ~ ~ oarticolo 10 s tudioso affermava che tre iscrizioni trovate in Pales tina , cprecisameme un frammento ceramico da Gezer con tre segni, una spadada Lachish con quattro seg-ni c un frammento caleareo Ja Sichem consette segni, erano da datare tra il r700 e il 1550 a.c., essendo l'videnteper a neutra ohserver tra ined to recognize changes in form che i segni p r e ~ e n t i sui reperti palestinesi erano pi amichi di quelli p r o I O . ~ i n a i tici.' Delineaw cos ndl linee generali lo sviluppo dclla scrittura consonantica, che avrebhe dunque avuto la sua origine in Pa le st ina e chesolo dopo nwlti ~ e c o l i avrehbe raggiumo la Penicia, l'Albright affid alsuo al1ievo F.1\.1. Cross il compito di precisare i dettagli: nel 1954 apparve il priml1 di una serie di articoli in cui veniva esaminata l 'evoluzionedella scrittura consonanciea dalle iscrizioni protosinaitiche (datate al xvsec a.c.) a quelle che furono chiamate p r o w c a n a n a i c h e ~ , paleograficamente distribuite tra il XIII e l XI sec. a.c.; il nome dato a queste iscriz ioni era giust if icato dal fat to che tutte le epigraf in ~ c r i t t u r l pi arcaica di quella fenicia provenivano dalla Palestina. I

    Considerata in se stessa, la teoria d i Albright-Cross non ha nulla diinverosimile; essa tuttavia inaccettabile per i presupposti metodolt1gieisu cui basata. Per parlare di una evoluzione nella forma dei ser,ni indispensabile che i segni stessi siano bene individuabili: ora, gli . ~ p o r a d i c jsegni attestati sui reperti datati alla prima met dci millennio a.c. restan,1 completamente indecifrati, come indecifrata una buona parte deisegni protosinaitici; collegare a questi i simboli grafci Jocumentati neisecoli tnali del l millennio a.c. (c nemmeno questi sempre eomprensihili) costiruisce pertanto un semplice arbitrio. In secondo luogo bisognaconsiderare cbe il criterio palcografco, anche quando applicato a scritture ben note, assolutamente inaffidahile quando manchino, come accade quasi sempre nell'epigrafa semitica, . ~ e r i e di iscrizioni distribuirecon s icurczza su un peril ,do abhas tanza lungo provenienti dal lo s tessoluogo e con caratteri omogenei; l 'epigraha semitica ricca di clamorose

    .F. Albright, l b e Fa/h Afr M/ 'IH ' srripriom f ra m S ma i an d Their DeciphITmefl[,il BASOR I IO (1948), pp. b- .llbidr:m p. 12 ; i l f a l l ~ ~ i J d r . o ~ . , c r \ a \ o r c ( 5 P ( [ O ~ ~ 1 ; 1 [ J d'moslrala dallo s r e ~ w Albrig;1Jl, il quale nel suo h ln> Pmtr>.ml3ic ln;CnpliOIl5 drid Their DniphermerltCambridge, M l ~ ~ _ 966,pp. 10-\ \ Jatil frammento Ji Schem lr.l il [ 1-\0 il 140 a.c.,

    c i o ~ anni Jopo le i ~ c r i z i u i p r o r o ~ i n a i l i c h e .3F.M. Cross, The Evot.ltiorl oftht ProlO-CdtU/aflle Alphdbet in B l.,SOR lH (19l41.pp. 15-24; The Origj/l 'Id Edrly Evolu'lOfl of h e Afphabet in El (19f>7), pp. 8 - J 4 ~ ;nuovo e imponam IWHcriale slato csa.mmaw ~ ~ l 1 o . ~ r u d l o s o in Nrii h Frll ,d Irm-riptions in Ol d Cafla we .m d Early Phocnlcwn S

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    Originc dcll alfabewalfabetario del XIV seL a.c., primo di una serie abbastauza ricca; taledocumemo mostrava infatti che l ordine di successione dei segni alfabetici ugaritici era lo stesso di quelli fenici.2 Poich si era gi osservato chedue dci segni ugaritici, il cunco (Wirlkelhaken) che esprimcva la co05oname ayrl c il segno traslitteraro SpOS[Q alla fine dcll'alfabetario, riproduccvano nella ~ c r i u u r a cuneiforme la forma di ayn e samek fenici, sipu affermare con sicurezza che nonosrante la mancanza di iscrizion.ifenicie databili al XIV sec. a.c. l'alfabeto fenicio preesisteva alla scritturaugaritiea. lecito chiedersi, a questo punto, se l 'alfabeto fenicio usatocome model lo a Ugarit fosse cosLituito da 22 segni, come quello notonel I millenn.io a.c., o da 28 , tenuto conto che nell'abecedario ugariricodue segni sono secondari e indicano la laringale alef con la vocale i e lavocale u. La risposta a questa domanda viene implicitamente fornita dalmodo in cui si diffuse la scrittura ugaritica verso sud, in Siria, Libano ePalestina. Qu i sono state trovate in diverse local it (Tell Nebi Mend,Kamid el-Loz, Sarepra, Tabor) epigrafi redatte nel cuneiforme alfabetico di Ugarit le quali usavano uu alfabeto foneticamente ridono, privocio di alcune consonami (imerdentali, ghayn): in altri termini, esprimevano una lingua foneticamente corrispondente al fenicio e non all'ugaritico. Poich indubbio che Ugarit abbia conosciuto un alfabeto fenicio che veniva da sud, appare molto probabile che quesw rispecehiassela situazione fonerica rivelata dalle iscrizioni in scrittura ugaririca ridotta.

    Un sccondo importante elemento di giudizio viene foruito dalla scrittura protosinaitiea, anche se questa si presenta con una fisionomia meno precisa di quella ugaritica. La prima incertezza riguarda la cronologia, perch la datazione corrente delle iscrizioni protosinaitiehe al xvsec. a.c. non affatto sicura, pu r essendo possibile; l'altro punto debolcdi questo mareriale costiruito dalla ancora non complera decifrazionedel la scr it tura, di cui solo alcuni segni possono essere letti con sicurezza, mentre altri hanno valori fonetici tuttora sconosciuti. Nonosrante ladecifrazione parziale possiamo essere tuttavia sicuri che ci troviamo difrome a una scriuura consonantica, aualoga a quella ugaririca e a quellafeni ci a.; La posizione privilegiata assegnata dalla teoria americana al-I Ch. Virolb.ud, L abcdain de R a Shamra, in GLF.C.S l (1950) pp. 57-60.l I ,egni delle consonanti lIgari[iehc non pos'>edurc dal fenicio 50no in.lcriti nell'alfahctario ugari[ico con un ceno crirerio: poicb i primi hanno in genere i l i n k e l h a ~ c r comecono sr ll;i me.l.'i vicino a unsegno fornnlmeme affine pnvo d, Wmkel-hakw; cf. G. Garbini, Alfabeto ugarilico e alfabeto canan4lCO RSF 17 (1989), pp. 1.'7l J La presenza del seguo (J:ronune a.to probabilmente S) al p . o ~ r o d rifletre prob bilmenre una siruv.ionc fonetIca ugarltIca d l ~ e r s a da quella fenICIa.] Ci M. S7.Ilyeer, Protosirlartiqlle (iw

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    O r i g i l ~ clcll'alfabcroe per h a uno tri onsonantieo? La p re senza d i s egni d i o ri gi ne nonegiziana cOSTituisce un Luto naturale, se si pensa l'be la l ingua espressa dal le iscrizioni protosin,uiche, per il numero dei segni noti , dovevaavere un sistema consonantico piuttosw ricco, come l'ugaritico e le lin

    semitiche meridionali. dJ.tt) singolare che dei sette segni nonegiziani tre . >1)nO di t>rigine ~ c o n o s c i u t a e rappresentano con molta probabilit consonanti estranee all'egiziano, ma quattro, I 5 k e tsono rappnrtabili alla scrittura fenici'l. Ora, se i primi due esprimevanoL f)llsonanti prob,lbilmente assenti in egiz iano, gli altri due rappresentavano consonanti esistenti anche in questa tingu,l: percb allora ricorrereJ segni estranei, desunti da una scrittura di tipo fenicio? Turre quenedomande t rovano una r isposta solo se postuljamo che la scrittura pr(l-tosinaitica non rappresenta la prima crcazione del s is tema che definiamo alfabetico ma che invece, come quella ugarilica, costituisce < trasposizione in forme prevalentemente egiziane di un alfabeto gi eSlsten-tc, non solo comc segni grafici m,l anche con i nomi dei s e ~ n i . tessi anribuiti con il criterio acrofonico. questa la ragione pe r cui la scritturaprotosinaitica ba utilizzaro i geroglifici cgiziani non secondo il loro valore fonetico bens sccondo la loro forma ester iore , che doveva corri spondere al nome semitico dell'alfabeto gi esistente. Ecco dunquc LItesla di bue (in egiziano ki pe r aIe ( bue in semitil O), la pia ll ta di unacasa (in egizianopr) pe r b bet casa ), un occhio (in egiziano /' ) per , ~ y n(.Kocchio) e coSI via. L'esempio pi c10quen te di ques to proeedimento quel lo del segno k,,: in egiziano esisteva un geroglifco raffguranteuna mano con valore foneneo d ma ques to non fu preso in considerazione perch aveva la forma di una mano vista di f ianco, come se avessedue sole di ta, mentre i nvece iI no me semitico k f ind ica iI k Palmo dell amano; pe r questo che il segno protosinaitico corrisponde snstam.ialmente a quello fenicio. Pe r una ragione analoga il segno 't.. ha la formaa croce del fenicio taw, anche se in questo caso non si pu escludere unpreslito dalla scrittura ieratica.In conclusione poss iamo affermare che la scrit tura protosinaitica haavuto come modello un alfabeto gi csisteme che essa ha trasposco, neilimiti del possibile, in geroglifici egiziani. Qnando ci non e ra possibile,pe r mancan7.a di consonanti egiziane o per al tre ragioni , essa ha fatto ri-corso al su o modello; il fatto che questo non siJ. stato sufficiente a coprire tutte le e5igeme della lingua rivela che l'alfabeto preso a modellol 'ra di t ipo ridotto, esattamente c o ~ e caso d .ll'ugaritico.L'ana isi condotta sulle due pi antIChe scntture consonanriche ciconsente di s tabi li re che: a entrambe derivJ.nn Ja um scrittura con50-

    Orlr;nt deJJ'aJhbl'[()nantica gi esistente che u sa va se gni di tipo fenicio; b rale scritturaesprimeva una l ingua con un ~ i s t e m a consonantico ridorto, come quellofenicio; T c i . ~ c g n i di questa avevano un nome uguale a quel li dell 'al fa-beto f enic io , e poieh il nome dci segno legato al valore fonetico tiiquesto secondo il principio acrofonieo ma anche alla forma del segnos t es so inteso p i o meno id eografieamente, possiamo affermare che l'alfabeto originario fu ideato con una concezione unitaria che collegava tr aloro forma e nome del segno.

    Questi dati, scarni ma importanti, forniseono indicazioni molto util iLl ricerca sulle origini della scrittura consouantica. Anzitutto un e1c-

    m ~ n t ~ che abbiamo desunto dalla scrittura protosinaitica: poich questaha confermato che anche il suo modello, come quello ugaririco, era costiruito da scgni fenici, la considerazione svolta sono il punto c mostra cheil criterio merodologico generalmente seguito finora, quello di distinguere il principio consonantico dalla forma dei segni , valido pe r lo svolgi-mento delb scrittura, a partire appunto da quelle protosinaitica e ugaririe,l, n1

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    Origine dcll II.J.bewo{ ;{ ;i delle lingue ~ e m i t i e h e del J[ millennio a,C., l 'alfabeto fu inventatoda qualcuno che parlava fenici,) ( in ossequio all 'ideologia oggi dominante, molti direbbero ..ca[lanaiup Q u e ~ t o ci riporta all'area feniciopaleS(inese, l 'ant ica terra di Can,lan, cio in una regione compresa traUgarit e il Sinai; lna dove es;lttamente fu invcmaw l'alfabeto?

    III questo momento non ~ i a m o ancora in grado di rispondere a questa d()manda, Nella prima met del J[ millennio vi erauna citt che emergl n fra tune. economicamente e culruralmente, Biblo, la q ~ a l ? avevainventato, in una dJH imprecisata che va per collocata vemslImlmenteprima della fine della prilTIJ. met de11l millennio a.c., un proprio sistema di scrittura. Gli se.wi effettuati nella citt hanno infatti riportato allaluce diverse iscrizioni m,)numentali redat te in una scrittura, chiamata.,pseudo-geroglifiea, che non s ta ta ancora dec if ra ta ma che s icuramente nnn consonantica bens, come suggeriscono i quasi cento segni,sillabiea.' La preminenza cul tura le d i Bib lo e il fat to che da e ~ s a provengano le pi ;uuiche iscrizi,)ni fenicie in scrinura alfabetica fanno supporre l'hl' anche quest ultima fu creata, non sappiamo per quale ragione, in questa stessa citt.

    Prima di proseguire nel la storia del la pi amica scrit tura consonantica i: necessario soffermarsi brevememe su un a11w aspetw del p i ant ico alfabeto: quello dell 'ordine di successione dei segni. Come hanno rivelato gli alfabetari ugaririci, fin dall'inizio l'alfabeto fenicio presemavai segni nel l'ordine che e giunco sos tanz ia ]meme fino a noi: alef, b,g, d, ece. Il problema Sta nel fat to che tale ordine n()n riflette affinit n d i ordine grafico n di ordine fone[ico, in quanto i segni si susseguono senza alcun rapporto tra loro, indipendcntemente dalla loro forma e dal l ()w suono. Un pensiero complesso come quello che ha portato all 'invenzione del l'al fabeto fa escludere nella maniera pi assolutache tale ordine sia stato det taro dal caso e (:he non possieda una l()gicainterna. Or a da notare che per tutto il I millennio a.C. l'area siro-palestinese ha rest i tuiw decine di documenti epigrafici, costituiti da seriealfabetiche imere o parzial i, di natura inequivocabilmcnte religiosa: come ad esempio un anfora da Kumil\ct Ajrud (serie alfa?eriche parziali edisegni e iscrizioni di earattere s a ~ r o . > . u ~ l ~ a l t r ~ t rova ta m una r o ~ b a . fe-nicia a Salamina di Cipro e molti slgdh In pn:tra dura, p r o v e ~ l ~ n t l datombe, eon le prime lcnere dell'alfabeto prect'dute dalla preposIZIone i-Cf l , ~ , ( T i p t l O l S p,eudo-bi&/:vphlqllc. dr B b/m. in RiMo. UI/H) arabll secondo la successione ,mtica (demiea a quella fenicia), egli ~ i u n s e alla [>[)nclusione che l\)rdinedell 'alfabeto fenicio presenta una specie di calendario, dove i segni .1.ld./et ay n e trlW indicherebbero rispe li\'an'lL'nt[> l equinozio d'aurunn,),'ilsolstizio d inverno, l equinozio di primavera e il so\sti .io d'estate. Quesw in una situazione astronomica ch[> wdl'VJ il plenilunio dc-JJ'eq'Jinozio aunmnale in vic inanza de lle Pleiad i, e cio () intorno al 2 o al6 a.c., e in un ambiente bel)gratico, Cl'me quello del Vicino Oriente,dovc l'esrate con la sua siccit era sentiu L:ome un periodo ~ f a \ o r e v o l e ;oltre a tale ciclo s(agionak l'alfabeto di ventidue lettere pu essere letto anehe come un ciclo sinodil 'o lunare con la senimana finale, negativa,rappresentara dal lau . Con tale ipotesi, non solo viene data una risposta soddisfacente a molti interrogiHivi (tra gli alt ri , quello sul la formadei segni: l'aie indicherebbe la wste1Jazione del Toro, i segni circolarila luna piena) ma si spil '5herebbe anehe il carattere sacrale possedutodall'alfabeto. La cOOlplessir intellettuale inerente all'invenzione dell'alfabeto presuppone necessariamente che esso sia nato in un ambiente congrandi tradizioni L'ulturali.Venendo a tr.H:ciare un disegno sommario sulla prima diffusione della scriuUla consonantica, dobbiamo innanzi rutto accennare al problema della documentazione negli ultimi secoli del II millennio a.c., corri

    ~ p u l l d e n t i alla fase finale del Tardo Bronzo e aU'ini7,io dell Et del t err.Ll. l t e ~ t ~ epigrafici assegnati a questo lungo periodo sono molto difficili da. ~ t d l Z L J . r ~ perch si natta quasi sempre di testi molto brevi (spessomuti lI) e praucamente incomprensibi li ; olt re a ci non mai possibi lea ~ s e g n a r e ad essi una datazione soddisfacente: nel migliore dci casi ab

    b l ~ n l n\)scil1azione di uno-due secoli. Quando esiste il dato archeologiCO, questo comporta sempre un largo margine di approssimazione e, Cf. G. Garbini , Le serie dIabetiche semitiche e Il loro sigmficato inAION 2 ( H)+cI_+ 1. ' 4 9 l pp.,A . Elauuni. L'alIabeto come calendario arcaico, in DA 17 {IY78l. p p. I J -14 6.

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    \.j rigine del 'alfabetova perci usato con eaurela; neJ[J.letteramra corrente, tuttavia, i dati dcll archcologia s tenuti in scarso conto c si preferisce invece procedere con il ~ r i t c r i o cosiddetto palcografico, esclusivameme soggettivo inmancanza di s icu ri ponti di riferimento (si ricordi quello che abbiamodet to poco fa a proposito di W.E Albright, l invenwre di tale metodo).La paleogra:l1a delk i . ~ c r i z i o n i del periodo in questione solo un pretes to per mJ.scherare l vero scopo d i molte pubblicazioni, che quello diribadire la validit della teoria amcricana . Va inoltre tenuto presenteun alt ro aspeno del problema: la relativa abbondanza di documcnti provenienti dalla Palestina (tra i quali non mancano falsi) rispetto a qudlitrovati nell area fenicia deve essere valutata non come indice di un pi J.mpio uso della scrittura nella parte meridionale di Canaan, ma soltanto come l ovvia conseguenza dell enorme spmporzione t ra gli scavi effetrua[i in Palestim e quelli condotti nel Libano, La sola i feniciaoggetto di ricerche sistematiche stata Biblo, scavaTa nella prima metdel Novecento; se non ci fossero stati questi scavi noi ignoreremmo nonsolo le pi antiche iscrizioni fenicie ma la stessa esistenza della se ritturapseudo-geroglifica .

    Inventato prima della met del I l millennio a.C h)rse imomo al 6a.c. se si accettano le argomentazioni di Bausani, l alfahew fenicio incominci in una data imprecisata a diffondersi in tutto il Levante. presumibile che la pi antica forma di adozione della lluova scrinura siastata quella dell'imita7.ione pura e semplice, come avvenne mo7.O millennio pi tardi nelle citt aramaiche; di questa iniziale diffusione diretta la stato atmale delle conoscenze non offre tuttavia alcuna testimonianza. Come abbiamo gi visto, le testimonianLC pi antiche sono quelle indirette, che mostrano l adozione del principio alfahetico ma non deisegni grafici da par te della scrittura protosinaitica c di quella ugaritica;in questa prospettiva storica, la datazione al xv sec. a.c. delle iscrizioniprotosinaitiehe J.ppare leggermente al ra . La prima attestazione direttadell alfabeto fenicio offerta dall iscrizione incisa sul sarcofago i Ahiram, re di Riblo; un paio di iscri7i(lOi su oggetti fnili, trovate nella stessa kle p r ~ p. 43 n. J.

    lo srudioso americano stava elaborando. Di fronte al quasi unanime rifiuto degli storici dell arre di darare il monumento al x secolo/ si fattoricorso all ipotesi, oggi molto accreditata, del reimpiego di un sarcofagodel XTT1 sec. a.C. da pane di un re morto intorno al a.c.; sono tut cavia le molre differe07.e l inguist iche , ver i c propri arcaismi che differenziano l iscrizione di Ahiram da quelle documentate nella stessa Bibio nel x sec. a.c., che obbligano a ritenere l iscrizione contemporanea,dl.1 costruzione del sarcofago.'- Da sottolineare, ai fini di una storia dcll'alfabero, che a Biblo nel corso del XIII sec. a.c. fu abbandonata la scritrufJ. pseudo-geroglifica e fu adouaca quella consonamiea fenicia.I primi doeumemi relativamente sicuri della presen7.a dell alfabeto fenici,) all esterno della Fenicia sono due vasi, un a brocchetta c una cop pa, provenienti da Lachish in Palestina; su entrambi dipinta una breveiscriLione (la pi lunga muti la) ed entrambi vengono datati al XIII sec.a.c. Accettando come valida tale datazione divema inevitabile il confronto con l iscrizione di Ahiram: la scrittura attestata a Lachish presenra alcuni segni che hanno una forma pi arcaica di quelli di Biblo, ment re rra quest i ultimi da not ar e una forma pecul ia re d i alef Da qnesreosservazioni si pu dedurre che l maggiore arcaismo dc i se gn i di La

    h i ~ h riflette un attarr:lamento provinciale: dunque evidente che in Palestina la scritrUf,l giungeva d,l nord, come vedremo meglio fra poco.Lo .

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    F ig l l f a l. A ifa beltiri 1I 1 arit:i. ,j) Al rJ.betario ugaril i l , ) , da i nisu'a a d e s t r ~ : 11g b d w z l Y k s l l m 9 n s p q r l g t u i. bi Alfabe[ario Ugar(, con ordine albbetiro ~ m e r i d i o n ~ l e (norare ~ l e u n V j-[1'lIni nelh forma d.:i ~ v : ; n i rispetto al pn:\: [ 9 s k n b l p g . g L i l cl ' Y

    Prima di andare olt re , cerchiamo di dare una sintesi, sommaria e natur;llmcnte provvisoria, dci dati emersi hnora su ll origine della serinuraalfahetica. Prima delh meC ;l del n millennio a,C. in una ciTt fenicia, chepotrebbe (:ssere anche Biblo, viene creata un,l nuova scrittura, sempliceda apprendere l da usare, saldamente innestata in un contesto religioso,con probabile riferimento a situazioni astronomiche in rapporto allaluna. Questa scrittUl'a si diffonde in tutta l area siro-palesrinese, dandov ita a scritture locali pi l meno direttamente i spir at c ad essa; nel XIIIsee. a.c. la scrittura alfaberica fenicia si afferma anche a Biblo che finoallora aveva usato un,l scrittura diversa. Nel corso verosimilm;nte dellostesso ~ J T I sce. a.C. a Ugarit e nc1 resto delLlrea compare e si aHcrmauna s c : I t t ~ r a che condivide con qudla fenicia 10 stesso numera di segnie l a dir eZIone ~ i n i s t r o r s a ma ne rifiuta le forme grafiche, preferendoquel.le d.ell'altabeto cuneiforme, ( [ ordine di successione dei segni (tav.t chiaro che queslO fenomeno ha un significaw che: va m o l r ~ al di ldI una s t:eha graf iea (si pensi cosa ha significato pe r la Turlh ia Li . ~ c d t a

    d ~ l l ,tifabe to latino); si tratta di u n gruppo suciale apparte11 l n tl il un c tma diversa da quella pi diffusa nell area fenicio-palestinese; ritrovare

    strano inolIn.' J'e5istenza di una notevole pluralit emica e sociale: inventarsi una propria scrittura rapprescllIa un affermazione di auronomiaculturale che presuppone strutture economiche di llO cerro rilievo.

    Tn questo quadro plurietnico ddla societ siro-palcsrinese della seconda met del TI millennio a.C. si inser isce uu fenomeno ,lpparentemcnrimpiegabile: la diffusitJ11e della scrittura cum:iforme alfabetica inventataa Ugarit. Ne l corso del XIII sec. a.c. qUCSta non rimase limitata alla cinsiriana c alle sue immediate vicinanze Illd conobbe una notevole espans ione verso sud. Bisogna tuttavia premenere che l'alfabetO csportatonon es.lttalllentc quello usato a Ugarit ma una sua variet cara- :teri7.7.ata da duc e1ememi: riduzione del numero dei segni e direzione sinistrorsa della scrjttur,l; cmrambi questi aspetti corrispondono a caraneridella scrittura fcuicia, Un dato interessanre ma di diffiL:i1e s p i e g a z i ~ ) n c che quesw t ipo di SCrit tura attes t; lfO am:he nella s tessa Ut;ar it ; la riduzione dei segni pu far pensare a una cvoluzione fonetica nell ambito dcll ugariti(o, ma ci non .spiega la diversa direzione della scriuura. L alfabeto cuneiforme ridotto edocumentato a Hala Sultan Tekke (Cipro).Tell Nebi Mend, presso QdJcsh sull Grante e a 5arepta, ma in tu tt i ques ti casi s i tratta di llggetti (una coppa d argento c due anfore) che possono indicare semplici rapporti commerciali. Diversa la situazione COnle iscrizioni provenienti da Kamid d- Loz nel Libano c dal la Palestina(Tabor, Taanak e Berh 5hemesh). Il pl imo problema posto da tale materiak per quale ragione in terra fenicia e paleS1:inese si sia voluro usare questa scrit tura invece di quella fenicia; altra parte la brevit {l )'incomprensibilit delle is..:.rizioni non permette illazioni sulla ling,ua de itesti. Ci che h a 5convolto totalmentc ogni precedente supposizione s[ara la decifrazione della tavoleTta di Beth 5hemcsh, realizzata da A.G.Lundin nel r

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    diversi elementi ddla nuova scrinura presso gemi nord arabiche c sudarabiche ci corIscnte di istiruire un certo paralJclismo tra alfabeto fCl] i-cio e popolazione cananaica in contrapposizione a l f a ~ c Q lipo B.ethShemesh e popolazione nordarabica. c o n n e s s l L ~ n t qu'.'st.'ulnmacon la citt di Ugarit facilmente s p i e ~ a b i l c SIa sul plano ~ 1 ~ g . U S t l C O h11dalla scoperta del1'ugaritico si sono nlevate le molte afhmrJ di quesu

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    T a \ l o l ~ l Alf.lheti.

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    Olig-inc dcii 'alfabetolingua con il futnro arabo c 1 a s . ~ i c o ) sia sul pialw storico, almeno per ehiconsidera gli Amorrei (classe dirigente di Ug-arir) i primi rappresentantidelle popolazioni semitiche che vivevano ai mJ.rgini delle culture urbane; popolazioni che aspettavano solo l t)ccasione p r ~ p i z i a pe r inurbarsia loro volta. I La distribuzione delle iscrizioni in cuneiforme ridotto rivela una consistente presenza di bemi che possiamo ddinire generieameJlte nordarabiche nei centri urbani siro-palestinesi, bene inseritenel tessuto sociale di questi; d altra pane, il fat to che diversi sebni grafci presemi nel le gi ricordate iscrizioni trovate a est dell Orome e delGiordano si ritroveranno, ntm sappiamo se con gli stessi valori fonetici,nelle scri(ture nordarabiche e sudarabiche, costituisce un ahro nlln trascurabik indizio a favore di un ceno rapporto storico tfa coloro ehl,'usavano L scrittura documentata J. Kamid el-Loz, Deir Alla e Bal ua e legenti nl n1JlJbiche che vedremo documentate epigrahcamente versol inizio del l millennio l e Se questo discorso valido, trova una possibile spie.,;azione anche l\)rigine della nUllva scrittura documenrata pe rla prima \\)lr3. dal cuneiforme ridotto; il rihuto dei segni fen ic i e del laloro successione, che abbiamo vistll intimamente connessi il lorovalore religioso, era motivato dal rifiuto dell ideologia religiosa che stava alla b,lse dell alfabeto fenieio. Questa era l espressione di una culturaurban ,l a base essenzialmente agrieola, mentre i creatori delLa scritturameridionale pUf vivendo nelle stesse citt e alla pcrif.:ria di queste, eranO portatori d i una cultura, anche religiosa, diversa, J bJ.se prevalentemente pastorale.

    La fine dci XIII sec. a.C. appJ.re in definitiva contras.'>egnata, per quanto ~ o n . : : e r n e la storia dcii alfabetO, dalla progressiva affermazione dellascritturJ. fenicia in Fenicia e in Palestina, dove comunque non mancavano f t) rme di scrttura local i, e dal la comparsa e diffusione, a panire daU ~ a r i t > di una nuova scri t tura cunei forme preferita, a quanto sembra,da genti semitiche nordarabichen chI. vivevano srabilmente nella revio-one. La grande crisi che nei decenni a ctvallo del 12 a.c. sconvolse tut-ta l Asia Anteriore ebbe cullseguenze anche pe r la storia della scrittura.Dopo quella data, in Siria e in PJ.lestincl l scrittura fenicia domin incuntrastata, mentre scomparvero tutte l.. altre forme di scrittura solo nel Sinai si hanno labili tracce, avvolte d int:ena7a, su qualche f o ~ m a di scrittura. noa f e n ~ c i a che r l ) t ~ ..bbe> in v.iJ..molto ipotetica, costituire un pon te dI. p a s s a ~ g l O pe r le scntture mcndlOnali che saranno documentate pitardI (e delle quali si parler a suo tempo).I Cf. G. Garbini - Durand, Introduzione alle lingue C> ,itl(he, Bre,,,; \994, pp. I 3-q.o.

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    Ori gine dell'a i.Jb t(,Prima di chiudere l'ar';:;t)menw dell'origine dell'alfabeTO e della SU; iniziale diffusione OpportUllO accennare brevemente a du c argomemi: la

    natura dell'alfabeto e la SU.1 trasmissione ai Greei.La definizione di i1Ibbetica o data comunemente alla ~ L r i u u r a fenicia certamente appropriata rispetto ad a lt ri t ip i d i scr ir rur, l, quali la geroglific:I e ~ i z i a n < l , la cuneiforme mesopotamica la l ineare minoicomicenea, ma non completamente esana. Se per alfabeto intendiamouna scrinura nel la qua le , in l inea generale, ad ogni segno corrispondeun suono, scrittura fenicia non pu essere considerata alfabetica perch registra sol taoto le consonanti; per quest( si parla spesso di scri ttu-ra consonantica: il primo vefll alfabeto quello greco, che ha un app,)sito segno anche per le vocali. Lasciata da parte la ridicolJ giustificazione che la scriTtura consonantica s ia la pi idonea a esprimere le l inguesemitiche (la cui radicc consonantica in realt rende solo meno gravi gliinconvenienti dcl1'assenn delle vocali), negli anni Cinquanta del NoveceOlo quakhe studioso ha sostenuto che la scritrura fenicia pi che alfabetica doveva essere ritenuta una forma compendiaria di scritrura sillabica: ii segno B, ad esempio, non esprimeva la consonante b ma t'ra unmodo sintetico pe r scr ivere le s il labe BA, BI, BU e B+zem.' Que staspiegazionc appare piuttosto arrificios,l e risente forrememe dell'impostazione strutturalista che in quegli anni pervadeva molti nmpi delsapere. difficile, pe r non dire impossibile, SJpere cosa avesse in mentecsattamente l'inventore dell'alfabeto, che fu comunque subito recepitocome una scrittur,l consonantica. Il fatto che quando, nel IV sec. d.C.,nella scrittura etiopi.:a diventata sillabica la forma base del segno fuimpiegata per indicare la consonante pi la \'oule l (l'originario segnoB divenne BA), mentre l a s ~ c n z a di vocale fu espreSSd oa una uasformazil>oe del segno stesso, non di01ostr,l atro che nella lingua eti(lpica la vo~ ~ l e ,[ era la pi comune.

    L.1 tr,lsmissione dell'alfabcto fenicio alla Grecia resta ancora un avvenimento avvol to d i incer tezze. Sul fat to in s la testimonianZJ. di Ero-doto Storie . 5 ~ , insieme con i nomi e l'ordine di successi,)ne ~ { e i segni, non law:ia . ~ u s i s t e r e dubbi; i qua li s o q ~ o n o inwce numerosi qu;J,O-do si vuole prccisare il momento, il luogo c le modalit della trasmissione, pe r non parldre deJ1'idemit esatta di quei Fenici guidati da Cadmodei quali parlai,) storico greco. Come per l 'origine dell'alfabeto, anehein questo caso i preconcetti ideologici hanno antto un ruolo preponde-, L[. Gdb, A Stlfdy oJ 'iJ?riting, Landl) ' '' ) i 1 (una >c onda edizione .. apparsa nd 196 1A. Schmin, Die VokaffOlighir J r .jgypt chen und semlwchen Sdmft. in lF 6' (195 ,[9 14 pp. 2,6-117

    Origine ldl'alfabl'turante nelle inl.nitc discussioni che si sono svolTe sull'argomento. Da unapane, gli studiosi della cultura greca tendono ad abbassare la data dell'adozione ddl'alfahao fenicio c a localizzare questa in un punto o nel l 'al tro delle regioni periferiche alla Grecia vera propria, nonost,ln[Cl'esplicita affermazione di Erodoto che i Fenici di Cadmo si erano st',lb il it i in Grecia. Sul versante orieo ta li st ico, i mol ti fauwri della teoria,ll1lericana vorrebbero che l'a.lfabeto fu imrodotto i n Greci a g i nel millennio a.c. ma non o,li f e n ; ~ i bens dai loro supposti prdeccssori C.1Jl.1nei, di p r o ~ l i e n z palestinese. Quello che si pu dire di re1ativamenre certo he, r isalendo alla see,mda Olet dell'vl1I see. a.C. le piamichc iscrizioni greche attualmente nOIe, un'origine della scrittura ~ r e -ca nella seconda met del IX sec. a.c. appare ragionevole; e poich nel nsecolo O)CUmentara una consistcnte presenza commerciale levilntinanell'Egeo, anche la situazione stm'iu oepolle a favore di quella data. Ilproblema che i fenici degli .1Ucori greci non corrispondono eS,H(,l-mentc ai Fenici quali v e n ~ o n o definiti attualmente da qUJsi tutti gli studiosi (e c io g li abi tant i oel la f ~ n ; c i a dopo il 1200 a .C.) ma hanno unavalell7.a pi ampia, )mprendcndo anche altre genti semitiche, come gliAramei, c quei gruppi egeo-,tnatolici insediatisi in Libano c in Palestinaa11'inizit) del XtT sec. a.c. e poi rapidamente fcnicizzJti. Prima dci Tirnella seconda met dell'VIII sec. a.C., il ~ l e d i t e r r a n e o centrale era statofrt:lJuenwo dagli Aramei di Damasco (IX sec. a.c.) e dai filistei di Ascalona in una data ancora precedente. Appare perci pienamente possibileche l 'a lfabeto greco s ia il r isul ta to d i apporti e influenze successive, IOun ambito culturale eh c p{)ssiamo comunq ue sempre dcfinirc f.:nicl') ;non mancano inbtti indizi, per ora soltanro rali. ehe fann,) supporre,nella formazionc deWalfabeto greco, una qualche influenza aramaiC

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    Origine ddl alf.lbtlO 23. - P L1cch, Origine dr: l alphabet in R B 9J 1986), 1 ) 12 3 - Ryckman8, Au,l; ongP1fo ;' il {',dl'hah ,. in llul/. ScafJ . Al ,1dhr.IC Roy.::k deS ;;; nces d Outre-Jfer _Il- 1986) [19871, _,II-j33. - B. S:155, The Genesl.< aJthe Alphabtt and fl S De e/opment in the S econ i Mil lenium B.C. A.gypten \lndAhfS t s ~ r n c n I}), \Xliesbaden 19R1 dataziom dtJ:e i ;(rizioni prowsinai(iche: PWp ht.l da qu< sw aurore lilllc.:tuabiJc). - W. Rollig, Da:; JHphaiJel 4n ;s n Weg den Gnnhen, in Die Geschichte d hellcnisrhell Sprache un dSdm{t. u m ~ zum l }Jhrtausend v CbT.. Brucb od a Komirmirr? Ohkadrt 996. Miinster 1997, pp. } 5 ) - J ~ - 1 - W. R611it Nordsemitisch-Sud.wmiti ch?Zur Geschichte des Alphabets 1m 2.] . v Chi., in S18 [ 998), pp. 79-88.