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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 158 (48.482) Città del Vaticano lunedì-martedì 13-14 luglio 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +z!"!/!=!&! All’Angelus il Papa ringrazia quanti sono vicini ai malati in tempo di pandemia Francesco: «molto addolorato» per Santa Sofia Undici morti nelle proteste antigovernative Mali sull’orlo del baratro «Penso a Santa Sofia, e sono molto addolorato». Così, al termine dell’Angelus del 12 luglio, il Papa ha commentato la decisione del Consi- glio di Stato turco di riconvertire in moschea il complesso museale a Istanbul. Nel contempo il Pontefice ha espresso gratitudine a quanti so- no vicini ai malati in questo tempo di pandemia, salutando dalla fine- stra dello studio privato del Palazzo apostolico vaticano i rappresentanti della pastorale della salute della dio- cesi di Roma, presenti insieme con tanti altri fedeli a mezzogiorno in piazza San Pietro — nel rispetto del- le misure di sicurezza adottate per evitare il diffondersi del contagio da covid-19 — e quanti lo seguivano at- traverso i media. Il Papa ha espresso il suo pensie- ro sulle vicende della storica città sul Bosforo dopo aver ricordato la Giornata internazionale del mare, che ricorre la seconda domenica di luglio. «Rivolgo un affettuoso salu- to a tutti coloro che lavorano sul mare, specialmente quelli che sono lontani dai loro cari e dal loro Pae- se», ha detto dopo la preghiera ma- riana, con un abbraccio ideale a «quanti sono convenuti stamattina nel porto di Civitavecchia-Tarquinia per la celebrazione eucaristica». E ai marittimi ha fatto giungere un mes- saggio d’incoraggiamento anche il cardinale Turkson, prefetto del Di- castero per il servizio dello sviluppo umano integrale, che, tra i diversi settori pastorali, si occupa pure di quello dell’apostolato del mare. Prima dell’Angelus, come di con- sueto, il Pontefice aveva parlato del Vangelo domenicale, incentrato nel- la circostanza sulla parabola del se- minatore (Matteo 13, 1-23), definen- dola «un po’ la “madre” di tutte le parabole». Infatti Gesù, ha spiegato il vesco- vo di Roma, vi fa riferimento a «quattro tipi diversi di terreno. La Parola di Dio, simboleggiata dai se- mi, non è una Parola astratta, ma è Cristo stesso, il Verbo del Padre che si è incarnato nel grembo di Maria. Pertanto, accogliere la Parola di Dio vuol dire accogliere la persona di Cristo, lo stesso Cristo», ha aggiun- to. Ed ecco allora, ha suggerito Francesco, che ci sono quattro «di- versi modi di ricevere la Parola di Dio», tre dei quali negativi, e solo unico, l’ultimo positivo: quello del «terreno buono. Qui, e soltanto qui il seme attecchisce e porta frutto», rappresentando quanti «ascoltano la Parola, la accolgono, la custodisco- no nel cuore e la mettono in pratica nella vita di ogni giorno» Da qui il rinnovato invito a portare sempre in tasca «un piccolo Vangelo» per leg- gerne «ogni giorno un pezzetto». PAGINA 8 BAMAKO, 13. Il Mali è sull’orlo del baratro, dopo un fine settimana di disordini mai visti negli ultimi anni nella capitale. Nel Paese del Sahel, soffocato dalla crisi economica e ostaggio del terrorismo jihadista, l’opposizione si è riversata nelle strade a Bamako per due giorni consecutivi con numeri imponenti, sotto la guida di Mahmoud Dicko, chiedendo le dimissioni del capo dello Stato, Ibrahim Boubacar Kei- ta. La protesta è degenerata in scontri con le forze di sicurezza, che hanno provocato almeno 11 vit- time civili e decine di feriti. L’insoddisfazione nei confronti del 75enne presidente Keita, al po- tere da 7 anni, è cresciuta in modo esponenziale dopo le contestate ele- zioni legislative di marzo e aprile. Da quel momento una coalizione eterogenea di leader religiosi, perso- nalità del mondo della politica e della società civile si è radunata at- torno all’imam Dicko, un 66enne ex professore di arabo, formatosi in Arabia Saudita e Mauritania. Po- tendo contare su un vasto consenso, Dicko è diventato il catalizzatore contro il regime di uno dei Paesi più poveri del mondo, dove la cor- ruzione e la violenza interetnica di- lagano. E dove non si riesce a re- spingere l’assalto dei miliziani jiha- disti legati ad al Qaeda e all’sedi- cente stato islamico (Is), che dal 2012 hanno ucciso migliaia di sol- dati e civili, con centinaia di mi- gliaia di sfollati. Nonostante l’inter- vento di una coalizione militare in- ternazionale. Venerdì scorso l’imam Dicko ha lanciato un appello per manifesta- zioni. Migliaia di persone, per la terza volta in un mese, si sono quindi radunate attorno alla sua moschea per la preghiera e per ri- badire che il presidente «deve an- darsene». Poi però è scoppiato il caos. Alcuni manifestanti hanno tentato di occupare la tv pubblica e hanno bloccato due ponti, appic- cando incendi alle auto. Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco ed almeno 4 civili sono rimasti uccisi. Gli scontri sono proseguiti anche il giorno dopo, altri civili sono morti. Durante i disordini 4 leader dell’opposizione sono stati arrestati. A questo punto, il governo ha promesso riforme aperta alle istanze dell’opposizione. Il presidente Kei- ta, con un ulteriore gesto di apertu- ra, ha sciolto la corte costituzionale. L’organo era stato accusato dall’op- posizione di aver pilotato l’esito delle elezioni di primavera a favore del partito al potere. Anche Dicko ha cercato di raf- freddare gli animi, chiedendo ai suoi di «non provocare e non attac- care nessuno; per favore, mantenete la calma». Tuttavia, non è detto che l’ala più estrema del movimento de- cida di seguire questo appello. NOSTRE INFORMAZIONI Nomina di Vescovo Ausiliare Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arci- diocesi Metropolitana di Co- lombo (Sri Lanka) il Reve- rendo Anton Ranjith Pillaina- yagam, del Clero della mede- sima Arcidiocesi, finora Vice- Rettore del «Saint Joseph’s College» a Colombo e Diret- tore del Teologato Tamil, as- segnandogli la Sede titolare di Materiana. Sconfitto l’europeista Trzaskowski Duda rieletto capo dello Stato polacco PAGINA 2 Intervista al poeta Nicola Bultrini La «Divina Commedia» nei campi di concentramento ELENA BUIA RUTT A PAGINA 5 Incontro con Alfonso Longobardi scrittore e frate a tempo di rap Nuovi strumenti per dire parole antiche ANTONIO TARALLO A PAGINA 6 San Camillo de Lellis Servo degli ammalati GIANLUCA GIORGIO A PAGINA 8 Il cardinale Bassetti per la festa di san Benedetto Ricostruire il mondo a partire dalle beatitudini ROMA, 13. «Dopo questo terremo- to mondiale provocato dalla pan- demia ci troviamo di fronte a un bivio epocale: o noi ricostruiamo il mondo» con fame e sete di giu- stizia «oppure assisteremo al de- clino della nostra civiltà come spettatori irrilevanti. Come uomi- ni e donne, cioè, che non hanno più nulla da dire e da dare alla so- cietà contemporanea». È il monito lanciato nel pomeriggio di sabato 11 luglio dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Confe- renza episcopale italiana (Cei), che, in occasione della festa di san Benedetto, abate, patrono d’Euro- pa, ha celebrato messa nella basili- ca di Santa Cecilia a Roma, che ospita un convento di monache benedettine. L’appuntamento è stato promosso da diversi movi- menti ecclesiali, gruppi e associa- zioni laicali per invocare al santo patrono la rinascita dell’Italia e dell’Europa, continente dei popoli e di pace. PAGINA 7 Molti Stati rafforzano le misure di contenimento e Trump per la prima volta indossa la mascherina in pubblico Usa, oltre 60.000 contagi in un giorno WASHINGTON, 13. Gli Stati Uniti se- gnano un nuovo record di contagi giornaliero, con 66.528 casi in sole 24 ore. Anche il presidente Donald Trump, due giorni fa, sabato, ha in- dossato per la prima volta in pubbli- co la mascherina (nera e con il sigil- lo presidenziale) visitando l’ospedale militare Walter Reed alla periferia di Washington. Il Paese viaggia nell’ultima setti- mana sopra i 50-60 mila casi e le 700 vittime al giorno, per un totale di 3.269.531 contagi e 134.898 decessi: un triste primato mondiale. Ieri nove Stati hanno registrato nuovi record di contagi: South Carolina, Texas, Alaska, Arkansas, North Carolina, Idaho, Wisconsin, Oregon e Hawaii. Sei di questi hanno segnato la loro media settimanale più alta. E per la prima volta più Stati hanno riporta- to oltre 10 mila casi giornalieri, tra cui Texas e Florida. Quest’ultimo ha stabilito un nuovo record, superando quota 15 mila. Anche la media dei decessi è salita di almeno il 40 per cento in più in un terzo degli Stati. In soli cinque giorni sono stati se- gnalati oltre 55.000 contagi. Il gover- natore repubblicano Ron DeSantis aveva deciso di riaprire tutte le atti- vità lo scorso 4 maggio, prima dun- que di molti altri Stati. Una scelta contestata da molti esperti. DeSantis si è sempre rifiutato di rendere ob- bligatorio l’uso della mascherina in pubblico. Alcuni governatori stanno facendo marcia indietro ripristinando il lock- down e rafforzando le misure; come in Louisiana, dove sono stati chiusi i bar e la maschera è diventata obbli- gatoria in pubblico. E ci sono anche molti esponenti politici che contesta- no apertamente la decisione del go- verno di tornare a scuola in autun- no. Segno dell’emergenza anche le fratture interne all’amministrazione. Pochi giorni fa il maggior esperto di malattie infettive statunitense, mem- bro della task force della Casa Bian- ca, Anthony Fauci, aveva apertamen- te contestato in un’intervista pubbli- cata sul «Financial Times» l’afferma- zione del presidente Trump secondo cui il 99 per cento dei casi di coro- navirus sono innocui. «Sto cercando di capire dove il presidente ha otte- nuto quel numero. Quello che penso sia successo è che qualcuno gli ha detto che la mortalità generale è di circa l’1 per cento. E lui ha interpre- tato, quindi, che il 99 per cento non è un problema, quando ovviamente non è così» ha spiegato Fauci. Come accennato, a fronte di un’impennata dei contagi, Trump ha deciso di indossare la mascherina in pubblico. «Penso che sia una grande cosa usare la mascherina quando si è in un ospedale, quando si parla con un sacco di soldati e di persone che in alcuni casi sono appena usciti dal- la sala operatoria» ha spiegato Trump prima di entrare al Walter Reed. «Non sono mai stato contro le mascherine, credo però che bisogna valutare tempo e luogo» ha aggiun- to. La mascherina era già stata adot- tata recentemente dal vice presidente Mike Pence e da un crescente nume- ro di governatori, repubblicani e de- mocratici. Anche la first lady Mela- nia ha lanciato un segnale, postando su Twitter le sue immagini con il volto coperto da una mascherina (bianca come la camicia) mentre visi- tava la Mary Elizabeth House, una struttura che aiuta le donne single e i loro figli. I dati dell’ultimo rapporto della Fao sulla sicurezza alimentare Aumenta la fame nel mondo ROMA, 13. La fame è ancora una piaga tristemente attuale. A dimostrarlo è l’ultimo rapporto della Fao (l’O rganiz- zazione delle Nazioni Unite per l’ali- mentazione e l’agricoltura) sullo stato della sicurezza alimentare nel mondo, presentato oggi, secondo cui per il quarto anno consecutivo il numero delle persone che soffrono la fame è in aumento. La pandemia attuale trasci- nerà nell’insicurezza alimentare oltre 130 milioni di persone. Nel 2019 circa due miliardi non ha avuto accesso a ri- sorse alimentari adeguate. Oltre 140 milioni di bambini hanno avuto pro- blemi di crescita a causa della man- canza di cibo. #CantiereGiovani PER COSTRUIRE E ALIMENTARE UNALLEANZA TRA LE GENERAZIONI A colloquio con Mario Leone La classe non è acqua SILVIA GUIDI A PAGINA 4 Trump indossa la mascherina durante la visita al Walter Reed Medical Center in Maryland (Epa) ALLINTERNO Distribuzione di aiuti alimentari in Siria

Francesco: «molto addolorato» per Santa Sofia sull’orlo ...€¦ · so per la storia di san Francesco di Paola, abbiamo poi esteso “la formu-la” ad alcuni episodi del Vangelo

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Page 1: Francesco: «molto addolorato» per Santa Sofia sull’orlo ...€¦ · so per la storia di san Francesco di Paola, abbiamo poi esteso “la formu-la” ad alcuni episodi del Vangelo

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 158 (48.482) Città del Vaticano lunedì-martedì 13-14 luglio 2020

.

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SKKM(

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!&!

All’Angelus il Papa ringrazia quanti sono vicini ai malati in tempo di pandemia

Francesco: «molto addolorato»per Santa Sofia

Undici morti nelle proteste antigovernative

Malisull’orlo del baratro

«Penso a Santa Sofia, e sono moltoaddolorato». Così, al terminedell’Angelus del 12 luglio, il Papa hacommentato la decisione del Consi-glio di Stato turco di riconvertire inmoschea il complesso museale aIstanbul. Nel contempo il Ponteficeha espresso gratitudine a quanti so-no vicini ai malati in questo tempodi pandemia, salutando dalla fine-stra dello studio privato del Palazzoapostolico vaticano i rappresentantidella pastorale della salute della dio-cesi di Roma, presenti insieme contanti altri fedeli a mezzogiorno inpiazza San Pietro — nel rispetto del-le misure di sicurezza adottate perevitare il diffondersi del contagio dacovid-19 — e quanti lo seguivano at-traverso i media.

Il Papa ha espresso il suo pensie-ro sulle vicende della storica cittàsul Bosforo dopo aver ricordato laGiornata internazionale del mare,che ricorre la seconda domenica diluglio. «Rivolgo un affettuoso salu-to a tutti coloro che lavorano sulmare, specialmente quelli che sonolontani dai loro cari e dal loro Pae-se», ha detto dopo la preghiera ma-riana, con un abbraccio ideale a«quanti sono convenuti stamattinanel porto di Civitavecchia-Tarquiniaper la celebrazione eucaristica». E aimarittimi ha fatto giungere un mes-saggio d’incoraggiamento anche ilcardinale Turkson, prefetto del Di-castero per il servizio dello sviluppoumano integrale, che, tra i diversisettori pastorali, si occupa pure diquello dell’apostolato del mare.

Prima dell’Angelus, come di con-sueto, il Pontefice aveva parlato delVangelo domenicale, incentrato nel-la circostanza sulla parabola del se-minatore (Ma t t e o 13, 1-23), definen-dola «un po’ la “m a d re ” di tutte leparab ole».

Infatti Gesù, ha spiegato il vesco-vo di Roma, vi fa riferimento a«quattro tipi diversi di terreno. LaParola di Dio, simboleggiata dai se-

mi, non è una Parola astratta, ma èCristo stesso, il Verbo del Padre chesi è incarnato nel grembo di Maria.Pertanto, accogliere la Parola di Diovuol dire accogliere la persona diCristo, lo stesso Cristo», ha aggiun-to. Ed ecco allora, ha suggeritoFrancesco, che ci sono quattro «di-versi modi di ricevere la Parola diDio», tre dei quali negativi, e solounico, l’ultimo positivo: quello del

«terreno buono. Qui, e soltanto quiil seme attecchisce e porta frutto»,rappresentando quanti «ascoltano laParola, la accolgono, la custodisco-no nel cuore e la mettono in praticanella vita di ogni giorno» Da qui ilrinnovato invito a portare sempre intasca «un piccolo Vangelo» per leg-gerne «ogni giorno un pezzetto».

PAGINA 8

BA M A KO, 13. Il Mali è sull’orlo delbaratro, dopo un fine settimana didisordini mai visti negli ultimi anninella capitale. Nel Paese del Sahel,soffocato dalla crisi economica eostaggio del terrorismo jihadista,l’opposizione si è riversata nellestrade a Bamako per due giorniconsecutivi con numeri imponenti,sotto la guida di Mahmoud Dicko,chiedendo le dimissioni del capodello Stato, Ibrahim Boubacar Kei-ta. La protesta è degenerata inscontri con le forze di sicurezza,che hanno provocato almeno 11 vit-time civili e decine di feriti.

L’insoddisfazione nei confrontidel 75enne presidente Keita, al po-tere da 7 anni, è cresciuta in modoesponenziale dopo le contestate ele-zioni legislative di marzo e aprile.Da quel momento una coalizioneeterogenea di leader religiosi, perso-nalità del mondo della politica edella società civile si è radunata at-torno all’imam Dicko, un 66enneex professore di arabo, formatosi inArabia Saudita e Mauritania. Po-tendo contare su un vasto consenso,Dicko è diventato il catalizzatorecontro il regime di uno dei Paesipiù poveri del mondo, dove la cor-ruzione e la violenza interetnica di-lagano. E dove non si riesce a re-spingere l’assalto dei miliziani jiha-disti legati ad al Qaeda e all’sedi-cente stato islamico (Is), che dal2012 hanno ucciso migliaia di sol-dati e civili, con centinaia di mi-gliaia di sfollati. Nonostante l’inter-vento di una coalizione militare in-ternazionale.

Venerdì scorso l’imam Dicko halanciato un appello per manifesta-

zioni. Migliaia di persone, per laterza volta in un mese, si sonoquindi radunate attorno alla suamoschea per la preghiera e per ri-badire che il presidente «deve an-darsene». Poi però è scoppiato ilcaos. Alcuni manifestanti hannotentato di occupare la tv pubblica ehanno bloccato due ponti, appic-cando incendi alle auto. Le forze disicurezza hanno aperto il fuoco edalmeno 4 civili sono rimasti uccisi.Gli scontri sono proseguiti anche ilgiorno dopo, altri civili sono morti.Durante i disordini 4 leaderdell’opposizione sono stati arrestati.

A questo punto, il governo hapromesso riforme aperta alle istanzedell’opposizione. Il presidente Kei-ta, con un ulteriore gesto di apertu-ra, ha sciolto la corte costituzionale.L’organo era stato accusato dall’op-posizione di aver pilotato l’esitodelle elezioni di primavera a favoredel partito al potere.

Anche Dicko ha cercato di raf-freddare gli animi, chiedendo aisuoi di «non provocare e non attac-care nessuno; per favore, mantenetela calma». Tuttavia, non è detto chel’ala più estrema del movimento de-cida di seguire questo appello.

NOSTREINFORMAZIONI

Nominadi Vescovo Ausiliare

Il Santo Padre ha nominatoVescovo Ausiliare dell’A rc i -diocesi Metropolitana di Co-lombo (Sri Lanka) il Reve-rendo Anton Ranjith Pillaina-yagam, del Clero della mede-sima Arcidiocesi, finora Vice-Rettore del «Saint Joseph’sCollege» a Colombo e Diret-tore del Teologato Tamil, as-segnandogli la Sede titolaredi Materiana.

Sconfitto l’europeista Trzaskowski

Duda rielettocapo dello Statop olacco

PAGINA 2

Intervista al poeta Nicola Bultrini

La «Divina Commedia»nei campidi concentramento

ELENA BUIA RUTT A PA G I N A 5

Incontro con Alfonso Longobardiscrittore e frate a tempo di rap

Nuovi strumentiper dire parole antiche

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San Camillo de Lellis

Servo degli ammalati

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Il cardinale Bassettiper la festa di san Benedetto

Ricostruire il mondoa partire

dalle beatitudini

ROMA, 13. «Dopo questo terremo-to mondiale provocato dalla pan-demia ci troviamo di fronte a unbivio epocale: o noi ricostruiamoil mondo» con fame e sete di giu-stizia «oppure assisteremo al de-clino della nostra civiltà comespettatori irrilevanti. Come uomi-ni e donne, cioè, che non hannopiù nulla da dire e da dare alla so-cietà contemporanea». È il monitolanciato nel pomeriggio di sabato11 luglio dal cardinale GualtieroBassetti, presidente della Confe-renza episcopale italiana (Cei),che, in occasione della festa di sanBenedetto, abate, patrono d’E u ro -pa, ha celebrato messa nella basili-ca di Santa Cecilia a Roma, cheospita un convento di monachebenedettine. L’appuntamento èstato promosso da diversi movi-menti ecclesiali, gruppi e associa-zioni laicali per invocare al santopatrono la rinascita dell’Italia edell’Europa, continente dei popolie di pace.

PAGINA 7

Molti Stati rafforzano le misure di contenimento e Trump per la prima volta indossa la mascherina in pubblico

Usa, oltre 60.000 contagi in un giornoWASHINGTON, 13. Gli Stati Uniti se-gnano un nuovo record di contagigiornaliero, con 66.528 casi in sole24 ore. Anche il presidente DonaldTrump, due giorni fa, sabato, ha in-dossato per la prima volta in pubbli-co la mascherina (nera e con il sigil-lo presidenziale) visitando l’osp edalemilitare Walter Reed alla periferia diWa s h i n g t o n .

Il Paese viaggia nell’ultima setti-mana sopra i 50-60 mila casi e le 700vittime al giorno, per un totale di3.269.531 contagi e 134.898 decessi:un triste primato mondiale. Ieri noveStati hanno registrato nuovi recorddi contagi: South Carolina, Texas,Alaska, Arkansas, North Carolina,Idaho, Wisconsin, Oregon e Hawaii.Sei di questi hanno segnato la loromedia settimanale più alta. E per laprima volta più Stati hanno riporta-to oltre 10 mila casi giornalieri, tracui Texas e Florida. Quest’ultimo hastabilito un nuovo record, superandoquota 15 mila. Anche la media deidecessi è salita di almeno il 40 percento in più in un terzo degli Stati.In soli cinque giorni sono stati se-gnalati oltre 55.000 contagi. Il gover-natore repubblicano Ron DeSantisaveva deciso di riaprire tutte le atti-vità lo scorso 4 maggio, prima dun-que di molti altri Stati. Una sceltacontestata da molti esperti. DeSantissi è sempre rifiutato di rendere ob-bligatorio l’uso della mascherina inpubblico.

Alcuni governatori stanno facendomarcia indietro ripristinando il lock-down e rafforzando le misure; comein Louisiana, dove sono stati chiusi ibar e la maschera è diventata obbli-gatoria in pubblico. E ci sono anchemolti esponenti politici che contesta-no apertamente la decisione del go-verno di tornare a scuola in autun-no.

Segno dell’emergenza anche lefratture interne all’amministrazione.Pochi giorni fa il maggior esperto dimalattie infettive statunitense, mem-bro della task force della Casa Bian-ca, Anthony Fauci, aveva apertamen-te contestato in un’intervista pubbli-cata sul «Financial Times» l’afferma-

zione del presidente Trump secondocui il 99 per cento dei casi di coro-navirus sono innocui. «Sto cercandodi capire dove il presidente ha otte-

nuto quel numero. Quello che pensosia successo è che qualcuno gli hadetto che la mortalità generale è dicirca l’1 per cento. E lui ha interpre-

tato, quindi, che il 99 per cento nonè un problema, quando ovviamentenon è così» ha spiegato Fauci.

Come accennato, a fronte diun’impennata dei contagi, Trump hadeciso di indossare la mascherina inpubblico. «Penso che sia una grandecosa usare la mascherina quando si èin un ospedale, quando si parla conun sacco di soldati e di persone chein alcuni casi sono appena usciti dal-la sala operatoria» ha spiegatoTrump prima di entrare al WalterReed. «Non sono mai stato contro lemascherine, credo però che bisognavalutare tempo e luogo» ha aggiun-to. La mascherina era già stata adot-tata recentemente dal vice presidenteMike Pence e da un crescente nume-ro di governatori, repubblicani e de-mocratici. Anche la first lady Mela-nia ha lanciato un segnale, postandosu Twitter le sue immagini con ilvolto coperto da una mascherina(bianca come la camicia) mentre visi-tava la Mary Elizabeth House, unastruttura che aiuta le donne single ei loro figli.

I dati dell’ultimo rapporto della Fao sulla sicurezza alimentare

Aumenta la fame nel mondo

ROMA, 13. La fame è ancora una piagatristemente attuale. A dimostrarlo èl’ultimo rapporto della Fao (l’O rganiz-zazione delle Nazioni Unite per l’ali-mentazione e l’agricoltura) sullo statodella sicurezza alimentare nel mondo,presentato oggi, secondo cui per ilquarto anno consecutivo il numerodelle persone che soffrono la fame è inaumento. La pandemia attuale trasci-nerà nell’insicurezza alimentare oltre130 milioni di persone. Nel 2019 circadue miliardi non ha avuto accesso a ri-sorse alimentari adeguate. Oltre 140milioni di bambini hanno avuto pro-blemi di crescita a causa della man-canza di cibo.

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R EUN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

A colloquio con Mario Leone

La classe non è acqua

SI LV I A GUIDI A PA G I N A 4

Trump indossa la mascherina durante la visita al Walter Reed Medical Center in Maryland (Epa)

ALL’INTERNO

Distribuzione di aiuti alimentari in Siria

Page 2: Francesco: «molto addolorato» per Santa Sofia sull’orlo ...€¦ · so per la storia di san Francesco di Paola, abbiamo poi esteso “la formu-la” ad alcuni episodi del Vangelo

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 lunedì-martedì 13-14 luglio 2020

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La diplomazia europea al lavorosul progetto del Recovery fund

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BE R L I N O, 13. Proseguono gli impe-gni europei del presidente del Con-siglio dei ministri italiano, GiuseppeConte. Dopo avere incontrato neigiorni scorsi il premier olandese,Mark Rutte, Conte è oggi a Berlinoper un faccia a faccia con il cancel-liere tedesco, Angela Merkel, che de-tiene la presidenza semestrale di tur-no dell’Ue. I colloqui sono tutti in-centrati sul Recovery fund, il pianoeuropeo da 750 miliardi di euro peraiutare i Paesi più colpiti economica-mente dall’emergenza covid-19.

Giovedì, Conte sarà a Bruxelles,per incontrare il presidente francese,Emmanuel Macron, e partecipare ilgiorno successivo all’atteso verticestraordinario dei capi di Stato e diGoverno dell’Ue sul Recovery fund.

Obiettivo dell’Italia è che le risor-se per Roma del Recovery fund (172miliardi di euro) non siano ridotte —e su questo Conte ha mostrato uncauto ottimismo dopo il colloquiocon Rutte —, ma anche evitare che ifondi vengano vincolati a giudizi eveti dei partner europei, che li ren-dano difficilmente accessibili. A gio-care di sponda con Conte sarannoanche il presidente del Governo spa-gnolo, Pedro Sánchez, e il premierportoghese, António Costa.

Entrambi, in visite distinte, oggisaranno da Rutte per cercare di am-morbidirne le posizioni e approfon-dire quello che uno dei principaliquotidiani olandesi, il «Telegraaf»,indica come «l’offensiva dei Paesidel Sud». E sempre nel tentativo disbloccare la situazione, Sánchez do-mani e mercoledì andrà a Stoccolmaper vedere il premier svedese, StefanLöfven. Assieme a Danimarca, Au-stria e Paesi Bassi, la Svezia fa partedel gruppo dei Paesi del Nord chepiù si oppongono al Recovery fund.

Una apertura sembra comunqueessere arrivata ieri dal cancelliere au-striaco, Sebastian Kurz, che ha giu-dicato favorevolmente le riforme ita-liane. «Bisogna andare nella direzio-ne del programma di riformedell’Italia» nell’esborso dei soldi eu-ropei per la ripresa post-covid. Maallo stesso tempo ha avvertito: «Nonuniremo i debiti» con i trasferimentia fondo perduto previsti dalla pro-

posta messa sul tavolo dal presiden-te del Consiglio europeo, CharlesMichel, per il Recovery fund.

Kurz ha aggiunto che «la condi-zionalità è necessaria per evitare chele risorse siano spese per coprire bu-chi di bilancio», perché «in Italiagià nel passato programmi di stimo-lo promossi dall’Europa non hannoavuto il successo sperato». «Se i sol-di fossero impiegati non per le rifor-me, ma per i buoni vacanze o perl’aumento incondizionato di un sala-rio minimo — ha chiarito — non aiu-terebbero il miglioramento dellacompetitività» del Paese.

I principali confronti al vertice —come evidenzia anche il «FinancialTimes» — saranno la grandezza delfondo per il rilancio e la magnitudodel bilancio Ue 2021-2027 (ora ridot-to a 1.074 miliardi da 1.100). È possi-bile infatti che il prezzo da pagareper avere il via libera all’accordo daiquattro Paesi del Nord possa essereuna sostanziale riduzione del primoe un ulteriore snellimento del secon-do. In cambio potrebbe restare im-mutata la ripartizione di due terzi eun terzo tra prestiti e aiuti, spieganoalcune fonti diplomatiche europee,che invitano tuttavia a trattare il ra-gionamento con grande cautela, per-ché, come si vede, i giorni che divi-dono dal summit sono caratterizzatida un intenso lavoro diplomatico.Il premier dei Paesi Bassi Rutte insieme al presidente del Consiglio italiano Conte (Epa)

VA R S AV I A , 13. Il capo dello Statouscente polacco, Andrzej Duda, havinto il ballottaggio delle elezionipresidenziali, ottenendo un secon-do mandato. La conferma arrivadai dati definitivi, dopo che è statoultimato lo spoglio del voto di ieri.

Duda, sostenuto dal governativopartito conservatore Giustizia e di-ritto (Pis), del leader, JarosławKa c z y ński, nonché dall’Esecutivo

del premier, Mateusz Morawiecki,ha ottenuto il 51,21 per cento deiconsensi, contro il 48,79 per centodello sfidante, il sindaco di Varsa-via, l’europeista Rafał Tr z a s k o w s k i ,ex eurodeputato ed esponente delpartito liberale di centrodestraPiattaforma civica, che annoveratra i suoi dirigenti anche l’ex presi-dente del Consiglio europeo,Donald Tusk.

I votanti, informa la Commissio-ne elettorale nazionale, sono statiquasi il 68 per cento degli aventidiritti (affluenza record per la Po-lonia), in quello che molti analistipolitici hanno visto come una sortadi referendum fra due visioni op-poste del Paese e dei suoi rapporticon l'Unione europea.

Appoggiato dal Pis, che ha lamaggioranza nel Parlamento polac-co, Duda ha infatti annunciato l'in-tenzione di andare avanti con lesue riforme, soprattutto sulla giu-stizia, che in più di un’o ccasionehanno ricevuto critiche da Bruxel-les. La Polonia è una Repubblicaparlamentare, ma il presidente puòbloccare le leggi che ritiene antide-mo cratiche.

Le elezioni presidenziali avreb-bero dovuto tenersi a maggio, masono state rimandate a causadell’emergenza covid-19. AndrzejDuda, presidente dal 2015, che se-condo gli esperti ha incassato inprevalenza il voto nei centri rurali,ha vinto anche il primo turno, loscorso 28 giugno.Non si fermano

le protesteantigovernative

in Serbia

BELGRAD O, 13. Alcune centinaia dimanifestanti sono tornati a radunarsiieri sera davanti al Parlamento a Bel-grado, capitale della Serbia, in unanuova protesta contro il Governo eil presidente, Aleksandar Vučić, ac-cusato di autoritarismo e cattiva ge-stione dell’emergenza sanitaria perl’epidemia di coronavirus.

Non sono stati segnalati incidentidi rilievo, con le forze dell’ordine inassetto antisommossa che per tuttala notte hanno presidiato l’edificio.Sulle reti social, una formazione diopposizione non meglio precisata hafatto girare un documento nel qualesi invita la popolazione a inscenareforme di protesta plateale, come ilblocco della circolazione in puntinevralgici della capitale, acquisti so-lo in determinati negozi e il ritirodei propri risparmi dalle banche.

A Belgrado, principale focolaionella nuova fase di forte ripresa deicontagi, vige il divieto di assembra-mento e raduno con più di diecipersone, al chiuso e all’aperto, ma imanifestanti — molti dei quali indos-sano comunque la mascherina —sembrano non dare alcun ascoltoagli appelli delle autorità e dei medi-ci al rispetto delle regole per conte-nere la diffusione del virus.

Le proteste a Belgrado, e in altrecittà del Paese, vanno avanti da mar-tedì scorso, e in tre serate sono sfo-ciate nella capitale in violenze e duriscontri con la polizia.

A Trieste la restituzione del Narodni dom

Mattarella e Pahor mano nella manoalla foiba di Basovizza

Mattarella e Pahor durante la commemorazione (Ansa)

Il presidente del Kosovodavanti ai giudici dell’Aja

Misure del Viminale per isolarei migranti positivi al covid

Sale l’allertaper il virusin Africa

PRETORIA, 13. Torna alta l’allertaper coronavirus in Sud Africa. Ilpresidente sudafricano Cyril Rama-phosa ha reimposto ieri il coprifuo-co notturno e sospeso le vendite dialcolici mentre le infezioni da coro-navirus aumentava e rischiano ditravolgere il sistema sanitario.«Mentre ci dirigiamo verso il piccodelle infezioni, è vitale che non so-vraccarichiamo le nostre cliniche eospedali con problemi legati all’al-col che possono essere evitati» hadetto Ramaphosa in un discorsotelevisivo alla nazione.

A livello nazionale, finora sonostati registrati 3.602 decessi. Le au-torità si sono impegnate per alle-viare i timori soprattutto nella re-gione della capitale Pretoria.

Intanto, il presidente del Mada-gascar Andry Rajoelina ha annun-ciato che un senatore e un deputa-to sono morti dopo essere stati col-piti dal coronavirus. Il presidenteha aggiunto che anche altri 11 de-putati e 14 senatori sono risultatipositivi. Nella capitale Antananari-vo è stato reimposto il lockdown il5 luglio scorso, dopo che il numerodei contagiati ha cominciato a risa-lire. Il Madagascar ha finora conta-to 2.573 casi e 35 morti. Il governoritiene che il picco dell’epidemiaverrà raggiunto alla fine di agosto.

ROMA, 13. Preoccupazione in Ita-lia a causa dei migranti sbarcati ri-sultati positivi al covid-19. Verràavviata domani dal ministerodell’Interno italiano (insieme aquello delle Infrastrutture e deiTrasporti) una procedura d’u rg e n -za per individuare in tempi rapidi«una seconda nave da destinarecome struttura per lo svolgimentodel periodo di quarantena dei mi-granti sbarcati in Italia». Si ap-prende anche che sono stati raffor-zati i presidi di sorveglianza delle

strutture attualmente utilizzate perl’isolamento dei migranti.

La decisione arriva dopo la se-gnalazione di diversi casi di mi-granti sbarcati in Italia e risultatipositivi al virus. In particolare, ilpresidente della Regione CalabriaJole Santelli aveva scritto duegiorni fa al presidente del Consi-glio Giuseppe Conte chiedendoglidi intervenire. La governatrice ave-va chiesto l’allestimento di altre“navi quarantena” sul modello del-la Moby Zaza già ormeggiata aPorto Empedocle.

L’AJA, 13. Il presidente kosovaro,Hashim Thaçi, è all’Aja, dove oggiverrà ascoltato dai giudici del Tri-bunale speciale che indagano suicrimini commessi dall’Esercito diliberazione del Kosovo (Uck) nelconflitto armato con la Serbia del1998-1999. Questo Tribunale, costi-tuito nel 2015, nel giugno scorso hasollevato accuse di crimini di guer-ra e contro l’umanità, compresi uncentinaio di omicidi, nei confrontidi Thaçi, che è stato in passatouno dei leader dell’Uck, la guerri-

glia indipendentista albanese checombattè contro i serbi.

Analoghe accuse sono state sol-levate nei confronti di altri ex lea-der e combattenti Uck. Il presiden-te, riferiscono i media a Pristina,sarà difeso dall’avvocato britanni-co, Geoffrey Nice.

Tra gli accusati c'è anche KadriVeseli, ex speaker del Parlamento eleader del partito democratico.

L’interrogatorio del presidentekosovaro arriva nel momento dellaripresa del dialogo, in videoconfe-renza, tra Kosovo e Serbia.

Duro scontroistituzionalein Bulgaria

SOFIA, 13. In Bulgaria si fa sem-pre più duro lo scontro istituzio-nale fra il presidente, RumenRadev, e il primo ministro, Bo-jko Borisov, che da mesi si accu-sano reciprocamente di non faregli interessi del Paese.

Radev, dopo tensioni e disor-dini avvenuti a Sofia in manife-stazioni contrapposte ad operadi sostenitori delle due parti, hachiesto espressamente a Borisov,leader del partito Gerb, di rasse-gnare le dimissioni assieme atutto l’Esecutivo da lui presiedu-to, e unitamente anche al procu-ratore generale, Ivan Geshcev.«Vi è solo una via di uscita daquesta situazione, che il Gover-no e il procuratore generale dia-no le dimissioni», ha detto ilpresidente parlando in televisio-ne, come riferito dai media loca-li. Secondo Radev, sia il Gover-no che la Procura «hanno persola fiducia del popolo», che èunito nella lotta alla corruzionee alle manipolazioni di ogni ge-nere. A più riprese, in passato, ilpresidente è intervenuto per de-nunciare la politica del Governodi Borisov, responsabile, a suoavviso, della crisi nel Paese e dinon operare nell’interesse dellapopolazione. Anche oggi, per ilquarto giorno consecutivo, sonosegnalate manifestazioni di pro-testa nel centro della capitale,Sofia, e in altre città del Paese.

TRIESTE, 13. Il presidente della Re-pubblica italiana, Sergio Mattarella,e il presidente sloveno Borut Pahorhanno deposto oggi una corona difiori alla foiba di Basovizza, dove sistima che i partigiani jugoslavi ab-biano gettato almeno duemila ita-liani tra militari e civili. L’evento haun grande valore storico: Pahor è ilprimo presidente di uno dei Paesinati dalla disgregazione della ex Ju-goslavia a commemorare le vittimeitaliane delle foibe.

I due capi di Stato hanno osser-vato un minuto di silenzio dandosila mano. Mattarella e Pahor si sonoin seguito recati a Trieste per la ce-rimonia di restituzione alla comuni-tà slovena del Narodni dom. L’edi-ficio, sede delle organizzazioni de-gli sloveni triestini, fu dato allefiamme dai fascisti cento anni fa, il13 luglio 1920. «La storia non sicancella, e le esperienze dolorosesofferte dalle popolazioni di questeterre non si dimenticano. Proprioper questa ragione il tempo presen-te e l’avvenire chiamano al senso diresponsabilità» ha detto Mattarella.Del passato, nelle sue mille sfaccet-tature, occorre fare «patrimonio co-mune nel ricordo e nel rispetto, svi-luppando collaborazione, amicizia,condivisione del futuro».

«Oggi, come disse qualcuno, vi-viamo quei sogni proibiti che si av-verano, come se dopo cento anni

tutte le stelle si fossero allineate.Ma non lo hanno fatto da sole, sia-mo stati noi a farlo» ha detto Pahorcommentando la restituzione delNarodni dom. Rivolgendosi al «ca-ro presidente e amico Mattarella, aicari compatrioti sloveni, ai cari ami-ci italiani», Pahor ha parlato di«una gioia immensa» oggi che «il

torto è stato corretto» in «un gior-no di festa perché stiamo a celebra-re insieme, Italia e Slovenia».Pahor e Mattarella hanno conse-gnato le onorificenze dei rispettiviPaesi allo scrittore Boris Pahor, checompirà in agosto 107 anni. All’etàdi sette anni assistette all’incendiodel Narodni dom.

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 13-14 luglio 2020 pagina 3

I positivi al covid-19 sono arrivati alla soglia dei trecentomila

Messico quarto al mondoper numero di morti

Oltre 28.000 in 24 ore e le strutture sanitarie fanno fatica a fronteggiare l’e m e rg e n z a

Picco di contagi in IndiaBrasile: calano

i casiIl Venezuela

proroga l’allerta

BRASÍLIA, 13. Dopo una sequenzadi cinque giorni sopra i millemorti ogni 24 ore, è sceso a 631vittime l’ultimo bollettino quoti-diano relativo ai decessi per cau-se riconducibili al covid-19 inBrasile. Nel fine settimana le au-torità sanitarie del Paese hannoregistrato 1.071 nuovi decessi trala sera di venerdì e quella di sa-bato e, appunto, 631 tra sabatosera e ieri sera (domenica). Nu-meri che hanno portato il totaledei decessi sopra quota 72.000.In ogni caso, avvertono gli esper-ti, nei fine settimana le cifre mo-strano di solito una diminuzionedovuta alla minore attività deglienti pubblici preposti al conteg-gio dei dati che ricevono da cia-scuno dei 27 Stati brasiliani.

I casi di contagio nel Paese so-no vicini a quota 1,9 milioni, con60.000 nuovi contagi registratinelle ultime 48 ore. Sul dato to-tale 1.123.204 persone sono guari-te, mentre altri 669.377 pazientisono ancora sotto osservazione.Infine almeno quattromila sono idecessi sospetti ancora sotto in-chiesta.

Intanto in Venezuela i contagicomplessivi hanno superato il tet-to delle 9.000 unità durante il fi-ne settimana appena conclusosi.Secondo il governo un terzo deicontagi riguarderebbe venezuela-ni tornati dalla Colombia. Il to-tale delle vittime è salito a 85.

Il governo venezuelano haprorogato per un altro mese lostato di allerta entrato in vigore il13 marzo per contrastare la diffu-sione del coronavirus e che si sa-rebbe dovuto concludere questosabato. Lo ha annunciato il vicepresidente esecutivo, Delcy Ro-dríguez, dopo il record di 431nuovi infetti registrato venerdìscorso. Rodríguez ha assicuratoche ci sono circa 14.000 equipemediche dispiegate in tutto il ter-ritorio nazionale per effettuareuno "screening di massa" e com-battere prontamente il virus.

CITTÀ DEL ME S S I C O, 13. Il Messicoè diventato il quarto Paese al mon-do con il maggior numero di mortiper cause riconducibili al covid-19,superando ieri l’Italia in questadrammatica graduatoria. Il numerocomplessivo dei decessi nel Paese hasuperato quota 35.000 e quello deicontagiati è praticamente vicinissi-mo alla soglia delle trecentomilaunità, esattamente 299.750 casi con-fermati. Stando a quanto riferitodalle autorità sanitarie messicanenelle ultime 24 ore sono stati regi-strati 4.482 nuovi casi e 276 vittime.

Città del Messico continua a regi-strare la maggior parte dei casi nelPaese. Con 57.674 casi ha pratica-mente un quinto dei contagi del

Paese. Lo Stato del Messico, quellodi Tabasco e le città di Puebla e Ve-racruz sono le altre aree più colpitedal covid-19.

Inoltre, al momento, il Messicoha 2.287 decessi sospetti che sono inattesa di un riscontro sulla causa dimorte, e quasi 75.000 casi sospettidi persone che devono essere testa-te.

Ma il presidente Andrés ManuelLópez Obrador ieri, in un video-messaggio, ha dichiarato che «lapandemia sta diminuendo, sta per-dendo intensità» e che la sua nazio-ne riuscirà a superare questo bruttomomento causato dall’emergenza sa-nitaria. Nonostante la scorsa setti-mana per tre volte nel Paese ci sianostati record di contagi giornalieri,López Obrador ha riferito che soloin nove dei 32 stati del Paese «c’èun aumento delle infezioni», dicen-dosi poi soddisfatto per la strategiadel suo governo nel cercare di evita-re una saturazione degli ospedali.

Nel messaggio, il presidente hanuovamente invitato la popolazionead adeguarsi alla nuova realtà, ri-spettando il distanziamento e le mi-sure di prevenzione e igiene dettatedalle autorità, ed evitando gli as-sembramenti. Ha poi ricordato cheil governo da lui diretto ha l’obbli-go di mantenere l’equilibrio, tra lacura della salute dei messicani e il

recupero dell’economia. Il paese, apartire dal 1° giugno, ha avviato unsistema per permettere riaperturemodulate sulla portata del contagio.

Poi ha insistito su quella che hadefinito «l’altra pandemia», quelladell’allarmismo che persiste e che èalimentata da alcuni organi di stam-pa. Secondo il presidente infatti nelPaese è partita una campagna deni-gratoria contro il sottosegretario allaprevenzione e promozione della sa-lute, Hugo López-Gatell, designatodal ministero come responsabile del-la task force per l’emergenza sanita-ria nel Paese. «Lo attaccano in mo-do permanente, sono molto dispera-ti perché ciò che si aspettavano nonè accaduto», ha detto il presidenteriferendosi a López-Gatell. Da alcu-ni sondaggi sembrerebbe che il 62per cento dei messicani non sia sod-disfatto del suo operato nel fronteg-giare la diffusione del virus.

L’ex ministro della sanità Salo-mon Chertorivski, che ha ricopertol’incarico dal 2011 al 2012, ha dichia-rato nei giorni scorsi che il governoha riaperto troppo presto l’attivitàeconomica prima di soddisfare i cri-teri stabiliti a livello globale per at-tuare la ripresa delle attività produt-tive. Ha aggiunto che il Messicopotrebbe dover imporre nuove mi-sure di quarantena.

Quarantadue vittime negli scontri tra talebani e agenti di sicurezza

La violenzanon abbandona l’Afghanistan

Gli aiuti alla Siriadalla Turchiapasserannoattraverso

un solo valico

NEW YORK, 13. Il Consiglio di si-curezza dell’Onu ha approvatosabato una risoluzione che proro-ga la fornitura degli aiuti umani-tari alla Siria dalla Turchia, maattraverso un solo punto di pas-saggio. È quindi passata la lineadella Russia, che nei giorni scorsiinsieme alla Cina aveva messo ilveto a tutte le proposte per man-tenere i due punti di passaggioprevisti nella precedente risolu-zione, scaduta venerdì scorso.

Come detto, il corridoio uma-nitario dell’Onu prevedeva ini-zialmente due valichi d’i n g re s s odegli aiuti dalla Turchia nella Si-ria nord-occidentale. Il passaggiodegli aiuti non era (e non è anco-ra oggi nella nuova risoluzione)vincolato all’approvazione delgoverno di Damasco. Russia eCina hanno criticato questo di-spositivo affermando che essoviolava la sovranità siriana e perquesto hanno chiesto di limitareil passaggio degli aiuti a un solopunto di passaggio, precisamentequello di Bab al-Hawa. Dal pas-saggio degli aiuti dell’Onu di-pendono milioni di persone in-trappolate nelle zone di guerra.In particolare a Idlib, dove negliultimi giorni si sono anche regi-strati i primi casi di coronavirus.

Russiagate: Mueller convocato in Senatoper riferire sulle accuse a Roger Stone

WASHINGTON, 13. Robert Mueller,il procuratore speciale del Russia-gate, sarà convocato dalla commis-sione giustizia del Senato. Lo haannunciato il presidente della stessacommissione, il repubblicano Lin-dsey Graham, stretto alleato di Do-nald Trump, che questa volta ha ac-cettato le richieste dei democratici.La decisione è arrivata dopo chel’ex procuratore speciale sul Russia-gate, Robert Mueller, firmando uneditoriale sul «Washington Post»,ha espresso la sua opinione sulle in-dagini e sulla sentenza contro Ro-ger Stone. A suo avviso resta uncondannato, perché i reati restano,anche dopo la commutazione dellapena da parte del presidente statu-nitense, Donald Trump, che conquesto provvedimento eviterà il car-cere al suo vecchio amico e consi-gliere di lunga data. Mueller hasottolineato di sentirsi in dovere di

rispondere ad «affermazioni genera-li secondo cui la nostra indagineera illegittima e i nostri motivi era-no impropri rispetto alle afferma-zioni specifiche secondo cui RogerStone era una vittima del nostro uf-ficio». «L’inchiesta sulla Russia eradi fondamentale importanza. Stoneè stato processato e condannato peraver commesso crimini federali. Ri-mane un pregiudicato e giustamen-te», prosegue Mueller, affermandoche Stone ha mentito «sull’identitàdel suo intermediario con Wikilea-ks» e «sull’esistenza di comunica-zioni scritte con la campagna diTrump sui tempi della diffusione daparte di Wikileaks». Nel suo com-mento il procuratore ricorda ancorache Stone «aggiornò ripetutamenealti dirigenti della campagna su Wi-kileaks», aggiungendo che «ha cor-rotto un testimone, implorandolo diostacolare il Congresso».

Per paura di contrarre il virus la popolazione non si avvicina agli ospedali

Yemen allo stremo

SANA’A, 13. Con il diffondersi delcoronavirus nello Yemen, la pauradi contrarre il coronavirus sta fre-nando le persone dal cercare curemediche. Molti considerano gliospedali una possibile fonte di infe-zione, altri credono a inquietanti vo-ci su quanto può accadere ai pazien-ti ricoverati, altri ancora temono diessere stigmatizzati dalle loro comu-nità se dovessero risultare positivialla malattia. Di conseguenza, moltiyemeniti non cercano cure medichefino a quando le loro condizioninon diventano gravi. È quanto os-servano le équipe di Medici senzafrontiere (Msf) che hanno da pocoiniziato a supportare un nuovo cen-tro di trattamento del covid pressol’ospedale Sheikh Zayed, nella capi-tale yemenita Sana’a. Solo la metàdei 20 letti destinati ai pazienti consintomi moderati da covid-19 è in-fatti attualmente occupata. Mentre

non c’è disponibilità nei 6 posti let-to in terapia intensiva proprio per-ché molti pazienti che arrivano alpronto soccorso dell’ospedale sonoin condizioni critiche e hanno biso-gno di un supporto respiratorio im-mediato. «Vediamo in prima perso-na il dannoso impatto della disin-formazione diffusa in tutto il Paese.Gli ospedali sono luoghi sicuri per ipazienti e prima vengono da noi,maggiori sono le possibilità che ab-biamo di curarli» ha detto Abdul-rahman, medico di Msf nell’osp eda-le di Sheikh Zayed.

Intanto il ministero della Salutedei ribelli huthi ha reso noto che ot-to civili della stessa famiglia — dicui 6 minori e due donne — sonomorti oggi in un attacco aereo dellacoalizione a guida saudita nella pro-vincia di Hajja, nel nord est delPa e s e .

Fumo sollevato da combattimenti ed esplosioni a Ghazni (Ansa)

KABUL, 13. Una nuova ondata diviolenza è scoppiata ieri in tuttol’Afghanistan, con aspri combatti-menti tra le forze di sicurezza e i ta-lebani in ben quattro province: 23militari e 19 talebani sono stati uccisie decine di altri feriti.

L’ufficio del governatore diBadakhshan, nel nord del Paese, hariferito che circa 70 talebani e mili-tanti stranieri hanno attaccato armiin pugno un posto di sicurezza neldistretto di Arghajkhah.

Funzionari locali nella provinciasettentrionale di Kunduz hanno in-vece riferito di un attacco talebanoai posti di sicurezza nel distretto diImam Sahib.

Nella provincia centrale di Ghaz-ni, i talebani hanno preso di mira iposti di sicurezza delle forze afganevicino alla capitale. L’ufficio del go-vernatore Ghazani ha affermato checon il supporto aereo le forze afganehanno respinto l’assalto.

Contemporaneamente, funzionariafgani nella provincia di Logar, vici-no alla capitale Kabul, hanno con-fermato che tre talebani sono statiuccisi in un’imboscata delle forze af-gane la scorsa notte nel distretto diCharkh. Allo stesso tempo, un docu-mentato rapporto del distretto diShinwar nella provincia di Parwanriferisce di pesanti scontri ieri seratra forze afgane e talebani.

NEW DELHI, 13. L’India ha registra-to altri 28.637 casi di coronavirusnelle ultime 24 ore: si tratta delquarto record giornaliero consecuti-vo, che porta il bilancio complessivodei contagi nel Paese a quota849.553. Lo ha reso noto il ministerodella Sanità, secondo quanto riportala Cnn. Allo stesso tempo, il nume-ro dei morti è aumentato a quota22.674. Lo Stato più colpito rimane

quello del Maharashtra (ovest), con246.660 casi e 10.116 morti.

L’India è il terzo Paese al mondocon il maggior numero di casi dopogli Stati Uniti (3.247.771) e il Brasile(1.839.850). Sempre secondo il mini-stero della Sanità indiano, le perso-ne attualmente in cura per covid so-no 292.258, mentre 534.620 personesono guarite. Il fragile sistema sani-tario indiano è stato rafforzato du-rante il rigoroso periodo di lockdo-wn ma, dicono gli esperti, potrebbeessere sopraffatto da un ulterioreaumento esponenziale dei contagi.

Conoscere il bilancio reale nelPaese «è assolutamente impossibileperché non esiste alcun meccanismodi segnalazione nella maggior partedegli Stati» ha detto il dottor Jaya-prakash Muliyil, epidemiologo pres-so il Christian Medical College diVellore e consulente del governo. Idati ufficiali mostrano che il 43 percento delle persone decedute percoronavirus aveva un’età compresatra i 30 e i 60 anni, ma la ricerca alivello globale indica che la malattiaè particolarmente fatale per gli an-ziani. Secondo Muliyil, «molti de-cessi virali tra gli anziani indianinon sono stati presi in considerazio-ne» o «comunque non sono staticonteggiati».

In India, la salute pubblica è ge-stita a livello statale, e alcuni Statisono riusciti meglio di altri. Il Kera-la, dove sono stati segnalati i primitre casi di virus in India, è conside-rato un modello. Ha isolato i pa-zienti in anticipo, ha rintracciato emesso in quarantena i contatti e fat-to test di massa. Al contrario, Delhi,lo Stato che comprende la capitalenazionale, è stato fortemente critica-to per una gestione consideratatroppo superficiale. Inoltre, si alle-stiscono nuovi reparti ma mancanooperatori sanitari addestrati edesperti. Secondo Jishnu Das, profes-sore di economia alla GeorgetownUniversity, non esiste «un coordina-mento centrale che consenta di spo-stare il personale sanitario da unoStato a un altro».

Al momento, l’India ha sette vac-cini in varie fasi della sperimenta-zione clinica, incluso uno di BharatBiotech che il Consiglio indianosulla ricerca medica considera mol-to promettente. Quello che è certoè che il Paese svolgerà un ruolo cri-

tico nella gestione globale dellapandemia. Il Serum Institute of In-dia della città di Pune è il piùgrande produttore di vaccini almondo. Il Paese produce inoltre1.000 ventilatori e 600.000 kit didispositivi di protezione individua-le al giorno, rendendolo il secondofornitore più grande al mondo do-po la Cina.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 lunedì-martedì 13-14 luglio 2020

di SI LV I A GUIDI

«D a qualche me-se con alcuniamici inse-gnanti in giroper l’Italia ci

raccontiamo le nostre esperienze discuola, quello che accade nelle gior-nate lavorative. Condividiamo arti-coli di giornali, spunti che emergonodal mondo della cultura» spiegaMario Leone, professore innamoratodel suo lavoro («l’insegnamento, unadivertentissima sfida» si legge nelprofilo biografico pubblicato sul sitodel «Foglio», uno dei giornali concui collabora; «da quando ha co-scienza non ricorda una giornatasenza musica: suonata, studiata,ascoltata o scritta. Il pianoforte e ilcoro gli studi di tutta la vita. Cercadi seguire le regole di vita musicaledel compianto Schumann»).

«Il rapporto con questi amici —continua Leone, parlando dell’ulti-mo progetto che ha tenuto a battesi-mo — si è fatto più stringente duran-te il lo ckdown quando la scuola si ètrasferita a casa. Ci siamo detti: per-ché non condividere con chiunque lanostra passione per l’educazione e

quello che ci colpisce? Così abbiamodeciso di realizzare una newsletterdal titolo La classe non è acqua. Ilnumero di luglio è uscito da pochigiorni e potete leggerlo iscrivendovifacilmente sul sito www.laclasseno-neacqua.net/nl». Un modo per co-municare con i colleghi evitando latrappola della lamentazione fine a sestessa, o del mero bilancio di quelloche non funziona.

Perché una newsletter?

Perché è uno strumento rapido,efficace e molto diretto. Il titolo na-sce dal desiderio di rendere «menoliquida e inafferrabile la realtà dellascuola: La classe non è acqua, perl’appunto». Vorremmo fosse unospazio di incontro, dialogo, in conti-nua evoluzione dove chiunque possainteragire con noi. Così è iniziato uncammino appassionante ma anchemolto complesso. Realizzare un pro-dotto veramente di qualità non èsemplice soprattutto quando bisognabadare a tutto senza avere aiuti an-che economici. Ma al di là delle pro-blematiche è molto più grande lagioia per un qualcosa che sta avendoriscontri molto positivi. Mi piace ri-portare due tipi di commenti. Alcunidocenti che ci hanno detto che“asp ettavano” un prodotto di questotipo. Altre persone (lontane dallascuola) che ci riferiscono come sen-tano più vicina e comprensibile larealtà scolastica.

Come è composta la redazione di «Laclasse non acqua», e qual è il vostrometodo di lavoro?

Siamo in sei. Con me ci sono Eli-sabetta Campetella, Carlo Carù,Margherita Giambi, Gabriele Laf-franchi, Fausto Mascheroni. Senzadi loro la newsletter non esisterebbe.Siamo tutti docenti di vari ordini egradi con tanti interessi. Ci incon-triamo online e siamo sempre incontatto telefonicamente. Il metodoè semplice: decidiamo il tema delmese e su questo tema proponiamoun focus cioè il nostro parere suquell’argomento. Questo lo scrivia-mo insieme discutendone con estre-ma attenzione e ascoltando gli spun-ti di tutti. Sul tema del mese selezio-niamo gli articoli in maniera atten-

tissima: no fake news, originalità equalità dei contenuti (verifica dellefonti) spazio alla stampa estera e ri-cerca di materiali non solo nei quoti-diani. Proviamo anche a proporresempre più contenuti multimediali.Oltre al tema del mese un criterioche ci guida è quello della bellezza edell’originalità della notizia: deside-riamo proporre un contenuto vero,utile e che aggiorni chiunque (anchei più lontani) sullo stato della scuo-la. Poi ci sono tante chicche come«L’angolo della maestra» dedicatoalla scuola Primaria. Nel numero diluglio ad esempio la startup Al t i s e n s i(che propone percorsi per bambini eadulti sulla creatività e sul pensierolaterale) ha preparato per noi un vi-deo dove i bambini immaginano lascuola di settembre. E poi ci sonopodcast, film e quello di cui nessunoparla. Sinteticamente potrei dire che

anni. Difficoltosa e difficilmente at-tuabile per i bambini della scuolaPrimaria. Tantissimi ostacoli (tecnicie non) anche per i ragazzi più gran-di. Per non parlare delle fasce condifficoltà socio-economiche. I nume-ri sono sconcertanti: si calcola che cisia stata una dispersione di oltre unmilione di alunni. Questa lunga pre-messa (me ne scuso) per dire comeanche con i genitori degli alunni ilrapporto “a distanza” sia molto com-plesso. L’educazione si fa guardan-dosi negli occhi; è fatta di gesti, si-lenzi (non quelli della connessioneche salta). Con i genitori i rapportisono stati sporadici, spesso per af-frontare difficoltà tecniche. Altrihanno apprezzato la nostra presenzae la compagnia fatta ai ragazzi. Conloro non è mai semplice ma quandoaccade una stima e il desiderio di ac-compagnare i ragazzi diventa una

didattica musicale. Quando siamo inpresenza le nostre lezioni sono fattein aule senza banchi, muovendoci,cantando. La didattica a distanza haammazzato questo approccio. Tutti iragazzi mi chiedevano come fare le-zione. Ho cercato, dove possibile, diraccontare “storie di musica”: alcunevite di personaggi, aneddoti, storiedi brani, ascolti guidati. Un alunnomi ha detto, ad esame concluso, e“quadri” esposti: «Le sue lezioni era-no un raggio di sole». Non voglioautocelebrarmi, commetto molti er-rori anche a scuola, ma penso chel’autorità sia come un raggio di soleche entrare anche nelle situazionipiù contorte. Aggiungerei anchequesto. Nella Dad mi è capitato chealcuni alunni oscurassero la teleca-mera, o simulassero problemi tecnici.Non ci nascondiamo dietro un dito.In qualche caso il docente si senteumiliato e svilito nel suo compito.Ma è anche un’occasione: se un ra-gazzo non segue la lezione io possorimettere nuovamente tutto in gioco,cambiare strada, interrogarmi su co-me sto operando. Spesso la realtàche ferisce è una realtà che fiorisce,se presa seriamente. La musica si in-segna come una lingua: si imparapraticandola. Facciamo un esempio.I bambini imparano a parlare e poiquando vanno a scuola, dalla primaelementare, iniziano a imparare lelettere, la scrittura, la grammatica ecosì via. Stesso vale per la musica.L’uomo è un “soggetto musicale”.Basti pensare alla voce, al ritmo car-diaco o ai suoni che il nostro corpopuò produrre percuotendolo. La di-dattica della musica parte da questoscoprire praticamente le potenzialità

musicali del nostro corpo. Questodeve essere fatto dal vivo, in spaziopportunamente scelti e con un me-todo ben preciso. È impossibile farcantare contemporaneamente suZoom dei bambini. Ideare dellecombinazioni ritmiche. Giocare congli effetti sonori del corpo. La rete ele tecnologie offrono altre possibilità(utilizzare filmati, programmi musi-cali, audio e così via) ma nulla è pa-ragonabile all’esperienza di fare e difare la musica dal vivo. Ha ascoltatomai un coro di voci bianche checanta? Quella è una esperienza chesegna la vita di chi ascolta ma so-prattutto di chi lo fa.

Regali inaspettati portati dal lock-down?

La sorpresa positiva per quel chemi riguarda è sicuramente un desi-derio mai scemato di stare con i ra-gazzi offrendo loro gli strumenti perguardare autonomamente la realtà,amare il sapere e aiutarli a non averpaura di farsi e fare domande. Perquanto riguarda la newsletter mi hacommosso conoscere tante persone(anche voi de «L’Osservatore Roma-no») interessate al discorso scuola.Gente che nella vita opera in altrisettori ci sta aiutando a diffondere ilprogetto. Genitori che hanno a cuo-re l’educazione dei figli. Per nonparlare poi degli addetti ai lavori eanche alcuni giornalisti. La scuolasta a cuore a tanti. Questo mi inco-raggia come insegnante e comecoordinatore di questo nuovo pro-getto editoriale. Vi aspettiamo nu-m e ro s i .

A colloquio con Mario Leone, coordinatore di una newsletter per insegnanti fatta da insegnanti

La classe non è acqua

sco sul sagrato di piazza San Pietro, che sia-mo sulla stessa barca — prosegue Fagone —tutti fragili e, al contempo, necessari, tuttichiamati a restare uniti e a sostenerci a vi-cenda». A testimoniare quotidianamentequesto spirito di fratellanza sono coloro chechiamiamo impropriamente eroi, ma chesono semplicemente donne e uomini in pri-ma linea che, dietro le mascherine, hannodato con lo sguardo senso alla parola com-passione: «Mentre giravamo la pellicola ab-biamo voluto evocare la centralità dellosguardo come vero filo comunicativo tra pa-zienti, familiari, medici — racconta Fabio Fa-gone — perché attraverso lo sguardo si entrain contatto diretto con l’anima dell’altro, cisi mette a nudo, lasciando alle spalle sovra-strutture sociali e culturali, si abbandonaogni distinzione».

Il produttore sottolinea, poi, con orgogliola soddisfazione per aver avuto a fianco nel-

Quegli anticorpi capaci di combattere la pauraDue generazioni a confronto davanti alla sfida della pandemia in «HEROES19» di Lorenzo Panebianco

Il docente autorevole (e non autoritario) resta taleanche nella didattica a distanza, anche a distanza di anniResta per un alunno un punto di riferimento per tutta la vitaAnche attraverso uno schermo non cambia questa percezioneperché il ragazzocoglie se ha di fronte una persona certache vive e ama quello che insegna

di SI LV I A CAMISASCA

L’intero mondo ha assistito ne-gli ultimi mesi a una tragediaimpensabile fino a qualchetempo fa: quello stato di an-goscia ed emergenza, che ave-

vamo conosciuto solo attraverso la finzionedi una certa cinematografia apocalittica, è,d’un tratto, entrato nella coscienza collettiva,cogliendo impreparati, emotivamente e psi-cologicamente, tutti noi: tutti feriti, indipen-dentemente dall’appartenenza politica, reli-giosa o etnica. Analogamente pesanti sonostate le conseguenze per milioni di lavorato-ri, le cui condizioni, per qualità di vita epossibilità economiche, sono improvvisa-mente mutate, determinando per numerosefamiglie uno scivolamento verso l’estrema in-digenza.

Tra i settori più colpiti rientra anche quel-lo, fondamentale per l’offerta culturale checontiene, dello spettacolo e del relativo am-pio indotto. La sofferenza di artisti e opera-tori di cinema e teatro è un segnale grave,soprattutto perché, a patire maggiormente lacrisi conseguente alla pandemia sono pro-prio quelle piccole case di produzioni, quellerealtà di nicchia, spesso comprendenti tuttauna rete territoriale di associazioni, espres-sione di contenuti di particolare qualità, por-tatori di messaggi di valore, interpreti diistanze sociali e denunce, o, ancora, voce percoloro che vivono situazioni di emarginazio-ne, degrado e disperazione.

Due di queste, le catanesi Skylight Italia eVideoArtline, si sono riunite per rendereomaggio agli uomini e alle donne che inquesti mesi si sono messi al servizio, inces-santemente e silenziosamente, del prossimo,

anteponendo difficoltà e bisogni dei più fra-gili a sé stessi e alla fatica quotidiana. Perraccogliere la preziosa eredità di questi mar-tiri dei nostri giorni, nella speranza che laloro lezione alimenti il nostro spirito e guidil’azione delle nostre comunità, il regista etutto il cast artistico e tecnico hanno volutoscolpire su una pellicola il racconto di que-sta umanità, unita e solidale, di fronte ad unnemico invisibile. «Il cortometraggio HE-ROES19 si propone, già nel nome, come an-tidoto al virus covid-19, a sottolineare che ilprogetto stesso, fin nella fase embrionale, eramaturato da un’idea originaria — ricorda Fa-

speranza, oltre alla fiducia nel genere uma-no. La stessa che fa sì che non passi invanoil sacrificio di ognuno di noi. «Ho conside-rato l’idea di HEROES19 in una notte tra-scorsa insonne — racconta Lorenzo Pane-bianco, il giovane regista, autore anche delsoggetto e della sceneggiatura dell’opera —non riuscivo a dimenticare le strazianti im-magini provenienti da alcune regioni a noivicine, come da paesi dall’altro capo del pia-neta: scene che raccontavano della solitudinee della lontananza a cui eravamo costretti,ma anche dell’eroismo di uomini e donne incarne e ossa». Lo stile di Panebianco, allasua prima prova alla regia, nonostante da ol-tre trent’anni conosca i trucchi del mestiere,in quanto figlio d’arte, mostra una identitàben definita, forte della consapevolezza diaffrontare un racconto che è ancora materiaviva e cronaca della nostra quotidianità, e difarlo attraverso lo strumento più emotiva-mente coinvolgente, il cinema.

Il cortometraggio mette in scena la narra-zione di un incontro, quello tra Mario, pen-dolare per motivi professionali tra Milano ela Sicilia, e Vincenzo, medico prossimo allapensione presso il reparto di Malattie infetti-ve di Catania. I destini dei due uomini si in-crociano una notte proprio nel nosocomiosiciliano, in cui il manager, di ritorno dal ca-poluogo lombardo, viene ricoverato a segui-to di un malore: un momento che segneràper sempre le vite di entrambi.

Il sodalizio tra Fagone e Panebianco già inpassato ha mostrato sensibilità per tematichedi forte impatto sociale: una collaborazionenata sull’onda di una marcata inclinazionealla sperimentazione, che ha portato diversiriconoscimenti. Tra i lavori più premiati com-pare il documentario di impegno civile Ceci-

lia’s Affair, che oltre ad essere stato insignitodi speciali menzioni, è stato finalista nel 2018al Festival Contro Le Mafie di Reggio Cala-bria. «La Regola d’oro annunciata nel Di-scorso della Montagna, Ciò che volete gliuomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro(Luca 6, 31), è il motivo ispiratore del nostro

la realizzazione di questo progetto la comu-nità ecclesiastica di Catania: «HEROES19gode del patrocinio della Curia di Acireale,grazie al benestare dell’arcivescovo monsi-gnor Raspanti, della Fondazione D’Arrigo edella Direzione dell’Ospedale Cannizzaro diCatania, che ha messo a disposizione i pro-

«Ho considerato l’idea del cortometraggiodurante una notte insonne— racconta il giovane regista —Non riuscivo a dimenticarele strazianti immagini che avevo visto»

siamo guidati dall’idea di scuola chedesideriamo costruire e che, tentati-vamente, cerchiamo di costruire ognigiorno prima di tutto in classe. Conla newsletter vorremmo raggiungereanche quelli (e sono tanti) che vivo-no la scuola con questa passione.Non è semplice perché è necessarioessere supportati dai canali di diffu-sione.

Gioie e dolori della Dad...

La didattica a distanza è stato untentativo, necessario, di rispondere auna emergenza gravissima comequella del covid-19. Non si potevafare di più soprattutto nella fase acu-ta. Ma deve limitarsi a momenti eprecise situazioni. La Dad è pratica-mente inutile nella fascia zero – sei

marcia in più nel percorso formati-vo. Non può esistere una scuola sen-za genitori, senza una collaborazio-ne. Oggi che bisogna ripensare lascuola bisognerebbe coinvolgerli inmaniera positiva e propositiva.

Come è cambiata (se è cambiata) lapercezione dell’autorevolezza del docentenella didattica “in remoto”?

Il docente autorevole (e non auto-ritario) lo è anche nella didattica adistanza. Lo è anche a distanza dianni. Lo è per un alunno tutta la vi-ta. Non cambia questa percezioneperché anche attraverso uno schermoil ragazzo coglie se ha di fronte unapersona certa, che vive e ama quelloche insegna. Io insegno musica eutilizzo un approccio “attivo” alla

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R E UN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

stesso progetto — spiega il pro-duttore Fagone, ritornando all’ul-tima creatura, HEROES19 — ilcui messaggio trova una sintesinel Comandamento più semplicee diretto: Amerai il prossimo tuocome te stesso».

L’etica cristiana del sacrificio«invita tutti noi, impauriti esmarriti di fronte a una tempestainattesa e furiosa, a ricordare, co-me sottolineato da Papa France-

pri spazi e alcuni reparti, tra cui quello dimalattie infettive, per ambientare le sequen-ze del trailer». Al compimento del cortome-traggio ha contribuito anche la piena dispo-nibilità del cast a recitare gratuitamente:danno volto ai due protagonisti gli attori diteatro Giuseppe Calaciura e Antonio Spita-lieri, vestendo i panni, non facili, di perso-naggi tra i quali si crea uno scambio moltointenso.

Un tema estremamente delicato, quellodel confronto e del dialogo intergenerazio-nale, segnato, durante questa drammaticapagina per il genere umano, dall’ab erranteaccettazione del sacrificio delle persone piùanziane e deboli. Ma la pandemia, accomu-nando l’umanità nella sofferenza, insegnache questa prova potrà essere superata solose ognuno di noi riconoscerà nello sguardodell’altro quello di un proprio fratello.

Accomunando l’umanitànella sofferenzala pandemia insegnache questa provapotrà essere superatasolo se ognuno di noiriconoscerà nello sguardo dell’a l t roquello di un proprio fratello

bio Fagone, presidente di Skylight Italia —ovvero che gli anticorpi più efficaci controogni piaga vanno ricercati nella capacità didonarsi agli altri».

Nessuno ha un amore più grande di questo:dare la propria vita per gli amici è il sottotito-lo e l’incipit di questo corto della durata dipochi minuti: dieci, per l’esattezza, di pro-fonda commozione, in cui prevalente è la

Mario Leone

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 13-14 luglio 2020 pagina 5

Commedia e di farlo come possonoaverlo fatto gli internati nei Lager,ovvero spontaneamente e senza affi-darmi alle note e ai commenti. Eb-bene, il ritmo, il canto, la poesiaproducevano una sorta di levità delpensiero. Il cortocircuito è stato im-mediato. Come era possibile che uo-mini reclusi, sottoposti a violenze eprivazioni decidessero di dedicarsiad una pratica così impalpabile. Èbastato poco per scoprire che inrealtà, la frequentazione dell’arte edella poesia era diffusissima neicampi di concentramento. Dalla miapersonale necessità di capire questoincredibile fenomeno, ho iniziatoprima di tutto a raccoglierne le testi-monianze, quindi le reali prove stori-che.

La poesia sembra farsi strumento adat-to a cogliere lo spettro profondo delleimmagini, a leggere l’altrimenti indici-bile. Qual è l’immaginario della «Di-vina Commedia» che impronta l’espe-rienza di reclusione?

L’opera di Dante è centrale nel li-bro perché la Divina Commedia èuno straordinario strumento di deco-dificazione della realtà. Lo è semprestato e lo è ancora attualissimo, neigiorni nostri. In un certo senso l’il-luminato Dante ha metaforizzatotutta la casistica dei comportamentiumani offrendo un viatico per deci-frarne le trame sottili. Gli internatinei campi di concentramento aveva-no quindi a disposizione un testo incui ritrovare e rileggere, sublimatanel canto, la loro particolare espe-rienza. Ma non solo, quello del Poe-ta, dall’Inferno, al Purgatorio e infi-ne al Paradiso è un cammino di re-

ne di mio nonno. Come unico indi-zio avevo la sua piastrina di ricono-scimento che indicava lo Stalag diinternamento. Poi, lo straordinarioincontro occasionale con un altro ca-rabiniere deportato nello stessogruppo, ha aperto il sentiero che miha portato in Germania, a Moo-s b u rg.

A cosa si riferisce la frase di Adornosecondo la quale «dopo Auschwitz nonsi può più scrivere poesia»? E che va-lore ha per noi oggi? Per Celan, invece,non solo è possibile ma anzi è assoluta-mente necessario scrivere poesia dopoAu s c h w i t z .

Non ho certamente la presunzionedi confrontarmi con il pensiero filo-sofico di Adorno, ma quella afferma-zione, anche solo come metafora, èun assunto smentito dalla storia (al-meno per come comprovato dalle te-stimonianze che ho raccolto). L’Artesi oppone al nulla che incede, lo so-vrasta, ma non come gesto “p olitico”(come oggi si tende banalmente a ri-petere). L’Arte viene semmai primae direi in un’altra dimensione, rispet-to al gesto ideologico, in quanto sca-turisce da una urgenza intimadell’uomo di riaffermarsi, a dispettodi ogni orrore, nella sua creaturalitàuniversale.

A cosa fa riferimento questo bisogno disalvezza di cui «le storie si fanno por-tatrici», e soprattutto da cosa bisognas a l v a rs i ?

Un capitolo del libro (n. 24 En-tartete kunts) è dedicato all’attenzio-ne che avevano i nazisti per le opered’arte. È questa una vicenda para-dossale, uomini razionalmente dedi-

L’Arte risponde a una necessitàprofondissima dell’uomo. Chi si de-dica all’Arte, alla poesia (anche co-me semplice fruitore e non autore)chiede di leggere la realtà in filigra-na, di tradurre una verità altrimentiintraducibile con i sensi immediati.

differente e assorbente su tutte lecose. La salvezza è in una prospetti-va che addirittura supera (per quan-to analitica e scientificamente ricca)la visione tridimensionale che pos-siamo avere del nostro passaggiot e r re n o .

La poesia, arginata troppo spesso nelpuro intellettualismo, non conosce piùurgenze di scrittura e si costringenell’estetismo sintattico, ben lontanodalla consistenza delle cose. La nostrapoesia contemporanea è ancora capacedi illuminare il silenzio, dare voceall’orrore, implorare salvezza?

La poesia, l’Arte, deve sempreaderire alla realtà ed è un’esp erienzadi conoscenza nella misura in cui ac-cede a una verità (che sia particolareo collettiva poco importa). L’intel-lettualismo letterario invece, agiscenella sfera dell’intrattenimento, perquanto sofisticato, della lingua in uncerto tempo e in uno spazio. Ma lavera ricerca artistica proietta il senti-re ben oltre le percezioni sensorialiconvenzionali. Però, voglio dire cheoggi la poesia è viva più che mai.Nel definitivo tramonto delle ideolo-gie, quando l’umanità risponde in-nanzitutto a bisogni primari (la fa-me, la sicurezza, la salute, eccetera),

sono molte (anche giovanissime) levoci poetiche che compiono questoscarto di visione nella vastità di uncielo più ampio.

Perché il binomio poesia/preghiera ac-compagna da sempre tutte le religioni?

Quando preghiamo, lodando ilSignore, confessando le nostre man-canze o invocando l’aiuto del Padre,prima di tutto sublimiamo le nostreesperienze, le prosciughiamo dallescorie dei giorni, le rendiamo essen-ziali, perciò autentiche. Anche il (ve-ro) poeta non si accontenta di rias-sumere i fatti del vivere, ma li vuoleaccogliere in un sentire che sia il piùpuro possibile. Nel fare ciò, il poetanon pretende di avere risposte, ma siabbandona al mistero dell’esistenza,esattamente come chi prega. A mepiace molto la prosa. Ma, nessunoprega in prosa.

La «Divina Commedia»nei campi di concentramento

Intervista al poeta Nicola Bultrini

Eugéne Delacroix«La barca di Dante» (1822)

Pubblicato un volume che raccoglie sermoni inediti di Niccolò Cusano

Per fustigare immoralità e corruzione

Nel suo saggio sul divino poetal’autore mette in evidenza come nei luoghi di prigioniagli internati, sottoposti anche alle più atroci violenze,abbiano avvertito forte e potente il desideriodi nutrirsi dei valori della poesia e dell’arte

di ELENA BUIA RUTT

Alla vigilia del settimocentenario della morte diDante, Nicola Bultrinitestimonia, con il suopartecipato saggio Con

Dante in esilio - La poesia e l’arte neiluoghi di prigionia (Milano Ares edi-zioni, 2000, pagine 176, euro 14,90),il rapporto che gli internati nei cam-pi di concentramento, pur in circo-stanze estreme, ebbero con l’arte ingenerale e con la Divina Commediain particolare. La lettura dell’op eradi Dante pare aver offerto ai reclusi,italiani e no, letterati famosi (Guare-schi o Gadda) o semplici prigionieri,una luce da seguire per non arren-dersi ad un inferno tanto più mo-struoso poiché reale. Nicola Bultrini,tra i più significativi poeti italianicontemporanei, ripercorre la genesidel suo progetto e riflette sulla fun-zione dell’arte in circostanze inedite,violente, come quelle di reclusioneed esilio.

Da dove nasce l’idea di questo libro ecome è avvenuta la sua gestazione?

Quando ho iniziato ad avvicinar-mi a questo argomento, ho avvertitola necessità di rileggere la Divina

denzione, che passa attraverso unaspietata analisi introspettiva. Ciò dicui avevano bisogno gli internati percompiere uno slancio verso una co-scienza e una consapevolezza piùprofonde di ciò che la realtà storicamateriale poteva consentire.

Qual è il motivo biografico e familiareche la lega al tema dell’esilio e dellaprigionia?

Mio nonno paterno era un appun-tato dei carabinieri e dopo l’8 settem-bre del 1943, come centinaia di mi-gliaia di militari italiani, rifiutò diservire i nazifascisti. Fu quindi de-portato in un campo di concentra-mento vicino a Dachau, dove è rima-sto per ben due anni, fino a riuscire afuggire e a tornare a casa, a piedi!Questa esperienza così radicale e tra-gica (ma stracarica di salvezza) rie-cheggia da sempre nella storia dellamia famiglia e io, fin da bambinomolto curioso, me la sono portatadentro come un grande punto inter-rogativo. Quella esperienza di miononno, di impensabile straniamento eisolamento (due anni totalmente lon-tano e ignaro di tutto) non ha porta-to all’annichilimento della nostra sto-ria, ma a una famiglia, unita sempreda un tenace affetto condiviso.

cati alla più atroce violenza verso ipropri simili, che si dedicavano con-temporaneamente alla conservazionedell’arte, ad una cultura estetica. Misono interrogato a lungo su questagrottesca discrasia e alla fine sonogiunto all’idea che si tratti dell’esem-pio più allucinante di ciò che in fon-do siamo. Uomini capaci di sublimielevazioni ma anche di orribili bas-sezze. Da cosa possiamo e dobbia-mo salvarci? Da noi stessi, credo.Ma è chiaro che da soli, affidandocisoltanto all’intelletto, non riusciamoa farlo. Allora, abbiamo bisogno diun sostegno più forte, immanente,p ro f o n d o .

In che senso l’arte e la letteratura pos-sono dare voce al desiderio di salvezza?

In fondo chiede di riscattare la pro-pria umanità di fronte alla mera esi-stenza materiale. Così facendo, ri-volge lo sguardo ad un orizzontepiù ampio che travalica la nostraminima ferialità e offre una luce

Particolare della tomba di Niccolò Cusano nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma

La copertina del libro

di SABINA MOSER

Dopo un lungo, secola-re oblio, la figura diNiccolò Cusano(1401–1464) si è impo-sta all’attenzione del-

la cultura, soprattutto dopo la ”ri-scop erta” effettuata da Cassirer nelsecolo scorso con la sua monogra-fia del 1927, Individuo e cosmo nellafilosofia del Rinascimento. Definirlo,come è stato fatto, “padre della fi-losofia moderna” è forse eccessivo,ma non c’è dubbio che Cusano siauna personalità eccezionale, diquelle che segnano una svolta nel-la storia dell’Europa. Non occorreche ricordiamo qui la sua attivitàfilosofica, a partire dal concetto di«dotta ignoranza», né la sua peri-zia di umanista, cui si deve la ri-scoperta di importanti opere dellaletteratura latina. Fu anche appas-sionato ricercatore scientifico, sia alivello teorico, sia pratico, e compìscoperte importanti, dalla cosmo-logia alla chimica; persino la pri-ma stamperia in Italia fu impian-tata a Subiaco, presso i benedetti-ni, grazie a tipografi tedeschi chia-mati là da Cusano stesso, che ave-va definito la stampa sancta ars.

Ben nota è anche la sua conce-zione ecumenica della religione,chiaramente espressa in quell’op e-ra straordinaria che è La pace dellafede, in cui un concilio celeste san-cisce la pace tra tutte le religioni

della terra, con il principio di«una sola fede nella diversità deiriti».

Forse meno nota è però la suaattività di predicatore, esplicataperaltro fin dalla giovinezza, comeprete in Germania, poi, a lungo,come vescovo di Bressanone, edinfine anche a Roma, dove fu car-dinale del titolo di San Pietro inVincoli — la basilica ove fu sepoltoe ancora riposa. Il c o rp u s dei suoisermoni è in realtà imponente:l’edizione critica tedesca, di recen-te conclusasi, ne conta 293, e diquesti fino a oggi solo un piccolis-simo numero era disponibile nellanostra lingua. Con soddisfazionesalutiamo perciò la pubblicazionedi Niccolò Cusano, Procedete nelloSpirito. Sermoni, a cura di RobertoGiannetti (Firenze, Le Lettere,2020, pagine 222, euro 24).

Dopo ampia introduzione, il vo-lume presenta dieci sermoni, op-portunamente scelti in tutto l’a rc odi tempo dell’attività del Nostro,dai primi, predicati a Coblenza,agli ultimi, tenuti di fronte agli ec-clesiastici della Curia romana.

Bisogna però dire innanzituttoche, a differenza di altri complessidi sermoni che ci sono giunti dalpassato, quelli di Cusano sonosenza dubbio frutto di una riela-borazione, non solo stilistica, maanche di contenuto. Innanzituttoci sono giunti in latino, mentre èindubbio che siano stati tutti — o

quasi — pronunciati in volgare, edhanno spesso una lunghezza bensuperiore a quella normale peruna predica.

Sono poi articolati secondo pre-cisi canoni letterari, che ne fannodei veri propri piccoli trattati teo-logici. Partendo dal versetto bibli-co che dà il titolo alla predica,Cusano sviluppa infatti le lineegenerali del suo pensiero, per cuitroviamo anche le tracce evidentidelle sue opere filosofiche princi-pali, che da questi sermoni ricevo-no ulteriore chiarificazione.

Ciò premesso, vogliamo però

ante litteram, comprese appienoche l’umanesimo poteva offrireuna straordinaria opportunità dirinnovamento al mondo cristiano,oppure, al contrario, segnare l’ini-zio di una sua grave crisi. Questosuo convincimento era fondatonella conoscenza della mistica me-dievale germanica (ricordiamo chedobbiamo proprio a Cusano latrasmissione di importanti operedi Eckhart), alleata con la veritàfilologica.

Ma la pacifica riforma auspica-ta, purtroppo, non avvenne: unaben diversa e tragica riforma si

stantinopoli, Cusano aveva com-preso benissimo che si dovevacombattere da un lato la supersti-zione popolare, che avviliva la re-ligione cristiana, e dall’altro lamondanità e la corruzione nelle al-te sfere, che la avviliva non di me-no. Leggendo questi sermoni, ciaccorgiamo infatti che la stessa ur-genza di rinnovamento morale e

compì, invece, mezzo secolo dopo.La resistenza, fino alla guerraaperta, che l’autorità politica — ilduca del Tirolo — in complicitàcon un clero mondanizzato (lemonache di Sonnenburg) fece aCusano nel periodo del suo vesco-vato a Bressanone, così come laresistenza per così dire passivadelle gerarchie ecclesisastiche, re-sero vane le speranze del Nostro,che pure godeva dell’appoggio epersino dell’amicizia personale conPontefici illuminati e grandi uma-nisti, quali Niccolò V e Pio II. Cu-sano morì, a Todi, proprio a pochigiorni di distanza dall’amico EneaSilvio Piccolomini, Pio II, che sta-va cercando di raggiungere ad An-cona, per la crociata che dovevariprendere Costantinopoli, cadutain mano turca. La crociata non cifu, e non solo perché il Papa morì,ma perché le navi veneziane chedovevano imbarcare le truppe nonsi presentarono affatto. Le ragionidella politica e dell’economia pre-valsero su quelle della fede. Ri-prendendo il titolo di un celebrelibro del padre De Lubac, potrem-mo perciò parlare di un’«alba in-compiuta del Rinascimento» an-che per questi splendidi sermonicusaniani, che ora si offrono al let-tore italiano.

sottolineare come questoimponente c o rp u s sia innan-zitutto testimonianzadell’attività pastorale delNostro e della necessità, cheegli sentì come assoluta-mente prioritaria, di una ri-forma della Chiesa in capiteet membris. Nella sua lungaattività di prelato con ampiaesperienza di uomini e luo-ghi, dalla Germania a Co-

Le prediche testimonianola necessità da lui sentitacome prioritariadi una riforma della Chiesa«in capite et membris»

spirituale venivaposta tanto ai con-tadini della val Pu-steria, quanto, mu-tatis mutandis, aicardinali romani.

Ben convintodell’accordo tra fe-de e ragione e per-suaso che la rettafilosofia offra unsostegno alla reli-gione cristiana, cosìcome hanno pensa-to tutti i grandimaestri cui si rifà —a partire da Agosti-no fino ai contem-poranei, comeEmerico di Campo— Cusano, che, sot-to questo profilo,potremmo conside-rare un erasmiano

Il libro si apre con lasua visita al campo diprigionia a Moosburg,in Germania, dove furinchiuso suo nonnopaterno: da cosa è sta-ta messa in moto que-sta visita?

I racconti di miononno erano semprepiuttosto contenuti.Solo con gli anni hocapito che per lui do-veva essere dolorosis-simo ricordare (mianonna diceva sempreche dopo la deporta-zione non fu più lostesso). Ma scrivendoquesto libro non po-tevo fare a meno difare i conti con questastoria privata e fami-liare. A un certo pun-to avevo bisogno divedere. Dopo tante ri-cerche (il libro haavuto una gestazionedi dieci anni), ho ca-pito che non avrei po-tuto compiere la miaindagine senza affron-tare una volta per tut-te l’incontro con iluoghi di deportazio-

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 lunedì-martedì 13-14 luglio 2020

Incontro con Alfonso Longobardi scrittore e frate a tempo di rap

C’è bisogno di nuovi strumentiper dire parole antiche

di ANTONIO TARALLO

Uno sguardo che ti scruta, chesembra comprenderti subito,che sorride sempre alla vita

con tutti i problemi che questa recacon sé. La personalità di frate Alfon-so Longobardi, per tutti fra’ AlfonsoTartufone, è proprio in quello sguar-do: due pupille grandi che assorbo-no tutto ciò che lo circonda, tramu-tandolo — sull’altare — in preghiera,mentre, nella vita di ogni giorno, di-viene una canzone rap o un raccon-to, dove Vangelo e vita si fondono esi confondono. Il rap è, per fra Al-fonso, movimento e vita: un mododi raccontare che arriva subito allagente, condivisione “evangelica”.Mentre la scrittura è quella stanzasegreta — il “cantuccio” di Saba —dove poter imprimere su carta le sueriflessioni sul Vangelo, confrontan-dolo con la società di oggi.

Fra Alfonso viene dalla terra resafamosa per la costruzione dei cantierinavali dei Borbone, Castellammare diStabia: territorio di confine tra la zo-na vesuviana e la penisola sorrentina.Parlando con lui, l’eco delle origini sisente, ed è forte: l’accento è incon-fondibile e addolcisce il dialogo per-ché, si sa, l’idioma partenopeo è quel“linguaggio” in cui lo spagnolo e ilfrancese coabitano in armonia e cat-turano l’ascoltatore. Forse è questouno dei segreti del successo delle suecatechesi che spopolano sul web. Mac’è anche un altro ingrediente che

rende fra Alfonso una personalità co-nosciuta nella “Chiesa social”: il suoessere essenziale, il dire «le cose cosìcome sono», senza inutili orpelli.Oserei dire “minimal”: l’aggettivosembra più che appropriato, visto chestiamo parlando di un religiosodell’Ordine dei Minimi di san Fran-cesco di Paola.

Il percorso spirituale di fra’ Alfon-so inizia nel gennaio 2004: per lui èun cambiamento di vita repentino.In napoletano risulterebbe, all’incir-ca, così: da ‘o juorno ‘a notte, “dalgiorno alla notte”. Anzi, in questocaso: dalla notte al giorno, visto cheAlfonso ha scelto il sole della Risur-rezione. Dopo aver conseguito, nel2006, il baccellierato in filosofia eteologia a Roma, viene mandato inCamerun presso la comunità dei fra-ti minimi di Yaoundé. Rimane lì bendue anni, a contatto con una terrache lo segnerà profondamente: esse-re così vicino alla povertà divieneuna scuola di vita, una scuola allastregua del Vangelo. Ritorna poi inItalia profondamente cambiato e dal2014 vive nella comunità romana diSant’Andrea delle Fratte, la chiesasantuario resa famosa dall’apparizio-ne della Vergine Maria (1842)all’ebreo Ratisbonne, poi convertito-si al cristianesimo. Ed è proprio daquesta speciale “conversione” cheiniziamo il nostro dialogo.

Alfonso Longobardi, Alfonso Ratisbon-ne: nel suo nome, già presente l’O rd i n edei Minimi?

Beh, il nome che va per la mag-giore nell’Ordine dei Minimi in real-tà è Francesco (di Paola). Diciamoche qui a Sant’Andrea delle Frattemi sono imbattuto nella storia dellaconversione di Alfonso Ratisbonneavvenuta in seguito all’apparizionedella Vergine Maria, venerata quisotto il titolo della Madonna delMiracolo. Scherzando dico sempreche entrambi ci chiamiamo Alfonso:lui però si è convertito, io invece an-cora no, nonostante sia frate e sacer-dote da un bel po’ di tempo.

Come nasce la sua vocazione? Qual èstata la scintilla?

Più che scintilla la definirei unaforte scossa. Avevo vent’anni, ero fe-licemente fidanzato, avevo un lavoroe tanti progetti belli, e devo dire an-che radicati nel Vangelo. Da ungiorno all’altro però mi sono crollatetutte le certezze. In quel periodo ri-cordo che mi ritrovavo spesso dinan-zi a un crocifisso. E lì, nel silenzio,risuonava spesso in me un passo diIsaia che dice: «Non temere, perchéio sono con te» (41, 10). Mi sono fi-dato di quel Cristo crocifisso e disar-mato che non mi ha mai più abban-donato. Da quel momento, si sonochiuse porte e si sono aperti portoniche non avrei mai immaginato divarcare. Da quel momento, la figuradi san Francesco di Paola è diventa-ta così presente nella mia vita cheposso quasi affermare, ironicamente:san Francesco di Paola, con me, si èpresentato come uno stalker. Me loritrovavo ovunque e in ogni situazio-ne importante, io che per vent’anninon sapevo nemmeno della sua esi-stenza. Mi ha colpito la sua persona,la sua spiritualità penitenziale, quelmessaggio di continua conversioneche per me resta sempre valido. Hoconosciuto l’Ordine dei Minimi e dalì ho proseguito il cammino.

In fondo, padre Longobardi, già sapevache sarebbe stato un frate certamentenon del tutto “ortodosso”. Difficilmenteavrebbe dimenticato i suoi interessi peril rap, per la scrittura, per la musicain generale, sbaglio?

Qualcuno scherzando dice che so-no poco ortodosso ma in realtà sonoun cattolico praticante. Il rap, il mo-do di scrivere, il linguaggio che uti-lizzo per evangelizzare, fanno partedel mio bagaglio personale. Vengodalla strada, dalle palazzine popola-ri, un mondo bello e variegato. So-no cresciuto ascoltando musica rap,quando — in fondo — questo generedi musica, in Italia, era da poco na-to e non era una tendenza come lo èadesso. Tra quei vicoli, quelle palaz-zine di Castellammare di Stabia,avevo avvertito in questo nuovo ge-nere musicale un senso di apparte-nenza: il ritmo, le parole scanditedal tempo, le immagini, i colori.Tutto mi faceva ricordare il sentiregioioso di Napoli: dal rumore dei

Appunto, un religioso: così, nel suocammino nasce la composizione di alcu-ni brani rap sulla storia del fondatoredell’ordine, san Francesco di Paola.Com’è nata l’idea di mettere in versirap la storia del santo calabrese?

Tutto nasce dalla voglia di comu-nicare. Nella mia esperienza ho in-contrato la pastorale giovanile. Daquesto incontro così felice sono natele “catechesi rap”. C’è bisogno dinuovi strumenti per dire parole anti-che. È importante coinvolgere i gio-vani con il loro linguaggio. Per que-sto motivo, partendo proprio dallamusica, abbiamo cercato di far cono-scere ai giovani san Francesco diPaola, la sua vita, il suo amore perCristo.

Sportivi dal volto umanoCoinvolti in iniziative di solidarietà i giovani del gruppo Panthers dell’Università europea di Roma

di IGOR TRABONI

Passa anche attraverso lo sport,che mai come in questo pe-riodo si coniuga con tutti

quei valori richiamati anche di re-cente da Papa Francesco, il proget-to di formazione integrale dei gio-vani dell’Università europea di Ro-ma, unito a iniziative di solidarietàe a quel volontariato che è cifra diriconoscimento del tipo di istruzio-ne fornita dall’ateneo: dal secondoanno accademico, infatti, sono ob-

bligatorie delle attività di “resp on-sabilità sociale” e i giovani delgruppo sportivo, in particolare,hanno intenzione di metterle inpratica con i disabili, per uno sportsenza barriere.

In seno a questa istituzione uni-versitaria romana adesso opera in-fatti anche il Gruppo sportivo Pan-thers, coordinato da Matteo Ana-stasi, che ha dalla sua esperienzedirette sul campo, sia passate (è sta-to discreto giocatore nelle giovanilidella Lazio) sia presenti (è allenato-

re di calcio a 5 femminile). Il nome“Pa n t h e r s ”, racconta Anastasi, «nonè casuale: è stato scelto con un son-daggio tra i giovani, un po’ sul mo-dello dei campus americani, e sevogliamo è fortemente identitario,perché la pantera è l’animale piùveloce in natura». Proprio ciò chestanno già facendo questi giovanisportivi: correre incontro alla vita.E per la vita. Ecco allora che tra leprime, riuscite iniziative, c’è stata lapartecipazione alla Virtual Run,una staffetta che in tempo di pan-demia non è stata corsa in maniera

classica ma che ha raggiunto co-munque il traguardo di un bel rica-vato, devoluto in beneficenza a SodItalia, una onlus impegnata nel-l’aiuto alle persone affette da di-splasia setto-ottica o ipoplasia delnervo ottico, una malattia molto ra-ra, invalidante e complessa. Anche igiovani del gruppo sportivo Pan-thers, che peraltro può già contaresu quasi 150 tesserati sui 1 500iscritti all’Università europea, han-no corso la propria frazione indivi-duale di 10 chilometri, coordinati

dallo stesso Anastasi, assieme aMyriam Maracchioni, Simone Sor-bara e Leonardo Paolini.

«Siamo stati davvero felici di so-stenere questa bella iniziativa e dipartecipare con i nostri atleti — ag-giunge Anastasi — proprio perchélo sport qui da noi fa parte delle at-tività di formazione integrale equindi ci ispiriamo ai valori dellacultura dell’incontro, dell’aiuto reci-proco, del rispetto per gli altri».

Da una corsa per la solidarietàall’altra, Panthers ha partecipato at-tivamente anche a una campagna di

sensibilizzazione per la raccoltafondi a favore dell’ospedale Spal-lanzani di Roma. Il tutto in un cre-scendo di interesse dei giovani perle discipline sportive, passate dadue a undici, praticate all’interno esui campi adiacenti all’ateneo, a ini-ziare dal calcio a 11 e dal calcio a 5femminile, nella cornice di quelliche sono i campionati universitaridi Roma, con in lizza gli atleti didecine di atenei.

Ma dicevamo dell’ulteriore “ga-ra” di questi giovani: quel volonta-

riato che peraltro li vede già “in pi-sta” a favore dell’Ema Roma, contanto di turnazioni per le donazio-ne e per non far venire mai menoquel sangue di cui c’è sempre tantobisogno. «A proposito del volonta-riato e di queste iniziative — sottoli-nea Anastasi — mi colpisce la sensi-bilità dei ragazzi e soprattutto ilfatto che non si tirano mai indietro,neppure quando è periodo di esamie magari potrebbero concentrarsisolo su questi. In questo modo rap-presentano la faccia dello sport dalvolto più umano. Che è quella checi piace».

Fra i tesserati Panthers non man-cano le ragazze: «In loro — r i p re n -de il coordinatore del gruppo spor-tivo — vedo addirittura un qualcosain più a livello di impegno, di di-sponibilità ad allenarsi: i ragazziquasi sempre hanno un pregressosportivo di pratiche in varie disci-pline, mentre le ragazze magari nonhanno queste basi, e allora le vediallenarsi con più caparbietà ma an-che sensibilità. Non a caso molte diloro seguono il corso di Psicologiaclinica e, da future brave psicolo-ghe, sanno dare il giusto valore an-che allo sport. Ma naturalmente an-che i ragazzi ci danno sotto, sia sulcampo che quando si tratta di cor-rere incontro alla solidarietà. E tutticon un entusiasmo che ogni voltami emoziona».

Ma intanto, mentre all’Universitàeuropea si è concluso anche il per-corso di Eccellenza umana che ac-compagna i ragazzi in un camminoalla scoperta di se stessi per donareautenticità alla propria esistenza (eche fa parte sempre delle iniziativedell’Ufficio di Formazione integra-le), gli atleti del gruppo sportivo so-no pronti a tornare in campo, se-condo le modalità previste da que-sta fase 3 ma non più in formaesclusivamente individuale: «Sonocerto — conclude Matteo Anastasi —che, dopo questo periodo difficile,tutti vedremo ogni cosa in manieradiversa. Anche l’andare al campoper l’allenamento o per una gara».

Ma non c’è solo la figura del santo ca-labrese nella sua musica. Abbiamo an-che non pochi brani sui passi del Vange-lo, come ad esempio «Io voglio seguirete» o «Svegliati Lazzaro». Tra l’a l t robrani che riscontrano un numero consi-derevole di visualizzazioni su YouTube.

Avendo riscontrato ottimo succes-so per la storia di san Francesco diPaola, abbiamo poi esteso “la formu-la” ad alcuni episodi del Vangelo. Infondo, ritengo che ogni linguaggiopuò essere un valido strumento perevangelizzare. Quello del rap è di-retto e il più delle volte è nudo ecrudo, ma anche ironico, duro, poe-tico o introspettivo. L’annuncio pas-sa dal raccontare e quest’arte si spo-sa molto bene con il rap che è capa-ce di mettere in versi esperienze per-sonali che sono emotivamente toc-canti perché sono vere. Quando lafede, l’incontro con Cristo è espe-rienza di vita, allora anche il rappuò dire la sua e incidere perché poiè la musica a veicolare e ad agevola-re il tutto.

E, in questo suo percorso, fanno poi ca-polino due libri, editi da San Paolo: ilprimo — che ha avuto un ottimo suc-cesso — dal titolo «Gesù mangiava ascrocco», del 2018, e «Quel brigantedi Gesù», uscito il 20 giugno. Certa-mente titoli un po’ provocatori; nonpassano, diciamo, inosservati. Perchéquesti titoli?

I titoli sono provocatori per chinon va oltre. In realtà entrambi ri-chiamano i vangeli. Il primo alludealla critica che vede Gesù mangionee beone e da lì ne approfitto perparlare del regno di Dio che è ungrande banchetto, sviluppando cosìun discorso sponsale ed eucaristico.Il secondo, invece, fa riferimentoall’arresto nel Getsemani e soprattut-to alla morte in croce che all’ep o caera la fine che facevano i malfattori.In questo nuovo libro mi soffermosull’incontro con Gesù. È morto inquesto modo perché non l’hanno in-contrato e dunque non lo hanno co-nosciuto. Chi invece lo ha incontra-to è stato in grado di scoprire unasfumatura bella, vera e preziosa delvolto di Cristo che è capace di en-trare nelle storie personali portandovita nuova. Ed è un discorso questoche si sviluppa tenendo conto di tut-to il cammino che porterà Gesùall’esperienza della croce. La novitàforse non sta in ciò che racconto manel come. Utilizzo un linguaggioparlato, diretto e ironico proprio co-me avviene nel rap.

«Puoi prendere anche le batoste dallavita, subire pure tutte le ingiustizie diquesto mondo ed entrare in crisi, chiu-derti in te stesso, isolarti, stare nellarabbia e con la morte addosso, ma aun certo punto l’amore eterno di Cristomorto e risorto, che in te è presenza vi-va, ti farà sentire la nostalgia diun’autenticità non vissuta che ti chiede

la carità di manifestarsi perché ti vuolefar star bene. Possiamo essere certi chequesta nostalgia, a un certo punto, sa-rà come una voce, si farà sentire cosìforte che non potremo non ascoltarla».Così scrive nel suo ultimo libro.

È l’esperienza dei credenti in Cri-sto. Lo spirito del Risorto abita innoi e certo non rimane in silenzio aguardare. È il Paraclito che ci parladelicatamente, con amore. Ed è pro-prio questo amore presente e teneroche ci fa avere nostalgia della pie-nezza. Ritengo che quell’esp erienzache noi chiamiamo “vuoto esisten-ziale”, in realtà sia un desiderio dipienezza che solo l’amore di Diopuò abitare. Con il tempo ne pren-diamo coscienza e tutto questo è il

frutto dell’azione costante dello Spi-rito Santo che ci conduce pian pianoin un cammino di continua conver-sione. La stessa conversione che ci famorire a noi stessi e ci rende ancorpiù consapevoli di partecipare dellavita divina.

I proventi della vendita dei suoi librisaranno devoluti alle missioni dell’Or-dine dei Minimi in Africa. Possiamodire che nel suo cuore è sempre presente,viva, questa terra: l’Africa, paese lonta-no ma vicino. Tanto vicino da farle ri-cordare addirittura la sua Napoli. In-fatti, esplorando un po’ YouTube, ci im-battiamo — addirittura — in una ver-sione assai originale del brano «Napo-li» dei 99 Posse. Una cover speciale incui il sud d’Italia si incontra con ilsud del mondo.

Vivere in Camerun è stata una bel-lissima esperienza. Mi sono sentito acasa anche perché lì si utilizza l’artedell’arrangiarsi. Molto, molto vicinoalla secolare arte partenopea, diciamocosì. Il fatto di essere cresciuto perstrada mi ha aiutato molto a relazio-narmi con gli abitanti di quella terra,senza troppi problemi. Mi ha aiutatoad apprezzare una cultura differentedalla nostra. La cover dei 99 Posse fuun esperimento assai particolare:composta con i ragazzi del luogo,abbiamo voluto riadattare la canzonedel gruppo musicale napoletano alleproblematiche della città. La musicaè sempre un ponte. Quella volta lo èstato tra Napoli e Yaoundé. In fon-do, non sono così lontane come pos-sono sembrare.

Opera dell’artista campano Domenico Paladino dedicata alla crocifissione

piattini delle tazze di caffè nei bar aquello delle “caccavelle” (i recipientiper cuocere) delle cucine delle mam-me, delle nonne. Devo precisare pe-rò che non sono un rapper né mi re-puto uno scrittore; ogni tanto mi ci-mento in queste cose ma se lo faccioè perché fanno parte di me e mi citrovo bene, a mio agio. Sono, primadi tutto, un religioso dell’Ordine deiMinimi.

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 13-14 luglio 2020 pagina 7

Caritas Ambrosiana continua a sostenere migliaia di persone in difficoltà

La solidarietànon va in vacanza

di FRANCESCO RICUPERO

Sono 40.000 nell’arcidiocesi diMilano le persone, per lo piùgiovani, che ricevono aiuto e

assistenza da quando la pandemiaha rallentato e indebolito l’econo-mia lombarda. «Si tratta di un veroe proprio dramma sociale che po-trebbe aggravarsi — spiega al nostrogiornale Luciano Gualzetti, direttoredi Caritas Ambrosiana — a partiredal prossimo settembre, quando ter-minerà la cassa integrazione e mi-gliaia di persone si ritroveranno sen-za un reddito. Stiamo navigando avista anche perché non sappiamo, almomento, quante aziende, negozi,bar e ristoranti saranno ancora ingrado di reggersi sulle proprie gam-be e ripartire. Caritas Ambrosianasta cercando di mettere a punto deicorsi di formazione e riqualificazio-ne professionale per fornire ulterioristrumenti a quanti non avranno piùun posto di lavoro».

La quarantena è finita sì, ma c’èchi non è ancora uscito dal lock-down. Anzi, al contrario, in questesettimane ha visto peggiorare ulte-riormente la propria situazione. Mi-gliaia di giovani e adulti, colf e ba-danti, che vivevano di lavori precarie che adesso non possono contaresu quel poco che guadagnavano. Idati raccolti dai principali servizidella Caritas Ambrosiana fornisconoun quadro molto problematico aquattro mesi dall’inizio della crisisanitaria dovuta al coronavirus e daldispiegarsi dei suoi effetti collatera-li. I casi più gravi sono stati inter-cettati dal Servizio accoglienza im-migrati (Sai), di via Galvani 16, neipressi della stazione Centrale di Mi-lano. Nel solo mese di giugno, allosportello che offre accoglienza, assi-stenza legale e orientamento lavora-tivo, sono stati più di 80 gli stranie-ri che hanno chiesto aiuto perchénon hanno più potuto permettersidi pagare l’affitto della stanza negliappartamenti che in genere condivi-dono con i propri connazionali.Una situazione inedita nel capoluo-go lombardo, perché per la primavolta l’emergenza abitativa è diretta-mente collegata alla crisi sanitaria.«Anche per questa ragione — ha ri-cordato il direttore di Caritas Am-brosiana — abbiamo attivato deidormitori e stiamo cercando struttu-re in grado di poter ospitare chinon ha più un tetto». A chiedereaiuto sono stati per l’80 per centouomini, per il 20 per cento donne,prevalentemente (60 per cento) pro-venienti dall’Africa subsahariana(Senegal, Nigeria, Guinea, Mali) eper il resto da Paesi orientali (Af-

ghanistan, Sri Lanka) e dall’AmericaLatina, come Perú e Bolivia.

Continua, inoltre, a rimanere altala richiesta di generi alimentari. Se-condo l’ultimo report relativo al me-se di giugno, nella sola città di Mi-lano, sono 2.500 le persone costrettea fare la spesa ai tre Empori dellaSolidarietà che Caritas Ambrosianaha aperto rispettivamente nei quar-tieri di Barona, Lambrate e Niguar-da. Tra queste persone, quasi il 66per cento ha iniziato ad usufruiredel servizio già dal mese di marzo,cioè da quanto l’intero Paese si èfermato per evitare il diffondersi delcontagio. L’incremento è stato piùbasso fuori città (+35 per cento) do-

ve però accanto al sistema di empo-ri e botteghe solidali promossi dallaChiesa locale è rimasta attiva anchela distribuzione di pacchi viveri at-traverso 126 centri di ascolto parroc-chiali, consentendo complessiva-mente di raggiungere 18.092 perso-ne. «Per evitare che il numero dellepersone che chiede aiuto alle nostrestrutture possa aumentare — ha ri-cordato Gualzetti — a settembreinaugureremo a Rho e a San Giulia-no, sempre nell’arcidiocesi di Mila-no, altri due empori. Naturalmente,a luglio e ad agosto nessuna dellenostre strutture andrà in vacanza.Rimarranno operative e a disposi-zione di chi ha bisogno».

Altro dato allarmante emerge an-che dai profili dei beneficiari delFondo San Giuseppe, fortementevoluto dall’arcivescovo Mario Delpi-

ni, insieme al sindaco, Giuseppe Sa-la, con un sostegno significativo daparte dell’amministrazione comuna-le, per aiutare chi si trova in diffi-coltà economica in conseguenza del-la crisi sanitaria. Dei 903 beneficiarial mese di giugno, circa il 30 percento ha già perso il posto di lavo-ro, tra questi, l’8,3 per cento è costi-tuito da colf e badanti, figure pro-fessionali per le quali non vale ilblocco dei licenziamenti e il 21,2 percento da lavoratori assunti con con-tratti a termine non rinnovati, per lopiù nell’ambito della ristorazione edel settore alberghiero.

«Non sappiamo cosa accadràquando la moratoria dei licenzia-

menti finirà — ha ribadito il diretto-re dell’ente caritativo lombardo —quello che possiamo documentare èche, purtroppo, per una parte di la-voratori più deboli e meno qualifi-cati in genere questo tappo è giàsaltato. Chi perde il lavoro ora ri-schia di rimanere intrappolato inuna condizione di impoverimentoper lungo tempo. Dalla fase di assi-stenza cui la Caritas con la diocesitramite il Fondo San Giuseppe staprovvedendo, bisogna sin da oraimmaginare anche la fase della rico-struzione con la collaborazione delleimprese e delle istituzioni affinché —ha concluso — si immaginino per-corsi di riqualificazione e di affian-camento sociale in grado di traghet-tare le vittime del lockdown nelnuovo mondo post covid-19».

Ricostruire il mondoa partire dalle beatitudini

Il cardinale Bassetti celebra la festa di san Benedetto

ROMA, 13. «Dopo questo terremotomondiale provocato dalla pandemiaci troviamo di fronte a un bivioepocale: o noi ricostruiamo il mon-do» con fame e sete di giustizia«oppure assisteremo al declino dellanostra civiltà come spettatori irrile-vanti. Come uomini e donne, cioè,che non hanno più nulla da dire eda dare alla società contempora-nea». È il monito lanciato nel po-meriggio di sabato 11 luglio dal car-dinale Gualtiero Bassetti, presidentedella Conferenza episcopale italiana(Cei), che, in occasione della festadi san Benedetto, abate, patronod’Europa, ha celebrato messa nellabasilica di Santa Cecilia a Roma,che ospita un convento di monachebenedettine. L’appuntamento è sta-

to promosso da diversi movimentiecclesiali, gruppi e associazioni lai-cali per invocare al santo patrono larinascita dell’Italia e dell’E u ro p a ,continente dei popoli e di pace.

Citando don Primo Mazzolari (lebeatitudini «non si possono predi-care», si possono soltanto leggere) ericordando Giorgio La Pira e la sua“spiritualità delle beatitudini”, ilporporato ha richiamato i cristianiad annunciare la “verità sull’uomo”,come amava dire Giovanni Paolo II:«Dobbiamo impegnarci per l’unitàdella famiglia umana e l’unità dellaChiesa. Di fronte al rischio di unacrisi epocale dobbiamo comportarcicome san Benedetto: pregare e lavo-rare per la rinascita del nostro pae-se, del nostro continente e della no-

stra civiltà». San Benedetto «mes-saggero di pace, realizzatore diunione, maestro di civiltà», come lodefinì Paolo VI proclamandolo pa-trono d’Europa. Lo strumento percostruire un mondo nuovo esiste esono proprio le parole delle beatitu-dini, per Papa Francesco “la cartad’identità del cristiano”, una vera epropria “mappa di vita” da cui nonsi può prescindere: «Una cartad’identità — ha ripreso Bassettinell’omelia — da tenere sempre connoi. In ogni ambito dell’agire uma-no, nella famiglia e nella scuola, nellavoro e nel tempo libero, ogni cri-stiano è chiamato a incarnare lebeatitudini con atti concreti e nonsolo a parole. Perfino nella vita poli-tica e nell’esercizio del potere, il cri-stiano è chiamato a rendere testimo-nianza a questo passo del Vangelo».Le beatitudini «sono infatti il termi-ne di confronto e di valutazione deinostri comportamenti quotidiani edelle nostre scelte di vita».

Il presidente della Cei ha esorta-to, «in questo drammatico e com-plesso cambiamento d’epoca», a co-gliere e a discernere i “segni deitempi”. «Oggi infatti è, senza dub-bio, il tempo dei profeti. È tempodi coloro che sanno mettersi inascolto, ogni giorno, della parola diDio e sono in grado di leggere inprofondità il mondo che ci circon-da». Per rispondere alle sfide impo-ste dalla pandemia nel mondo con-temporaneo, dunque, «non abbiamobisogno soltanto di grandi esperti odi tecnici» ma soprattutto di «uomi-ni e donne che si fanno “ambascia-tori di Cristo”. Uomini e donneche, come le sentinelle per la casad’Israele, rispondono a una missio-ne divina, esprimono con passione egenerosità la loro vocazione e simettono a disposizione della comu-nità», ha concluso il cardinale.

L’episcopato spagnolo per la giornata del 26 luglio

È senza futuro la societàche abbandona gli anziani

Diritti fondamentali in tempo di coronavirusAlla Summer School promossa dalla Conferenza delle Chiese europee

MADRID, 13. «In una società nellaquale viene spesso rivendicata lalibertà senza limiti e senza verità,in cui viene data eccessiva impor-tanza al giovane, gli anziani ci aiu-tano a valorizzare l’essenziale e arinunciare al transitorio. La vita hainsegnato loro che l’amore e il ser-vizio ai propri cari e agli altrimembri della società sono il verofondamento su cui dovremmo tuttiappoggiarci per accogliere, suscita-re e offrire speranza ai nostri similiin mezzo alle difficoltà della vita».È un estratto del messaggio che laConferenza episcopale spagnola —attraverso la Commissione per lapastorale sociale e la Sottocommis-sione per la famiglia e la difesadella vita — ha diffuso in vista del-la Giornata delle persone colpitedalla pandemia, in programma do-menica 26 luglio, santi Gioacchinoe Anna, genitori della Beata Vergi-ne Maria. Un giorno, scrivono ivescovi, «che dedichiamo in modospeciale agli anziani poiché»Gioacchino e Anna «sono i patro-ni dei nonni».

Dal marzo scorso, quando anchein Spagna è stato decretato lo sta-to di allarme a causa della pande-mia di covid-19, «abbiamo vistocome i più colpiti da questo virussiano stati i più vecchi, con ungran numero di essi che sono mor-ti nelle residenze, negli ospedali enelle case». Inoltre «i nostri anzia-ni, per via delle circostanze ecce-zionali, sono quelli che hanno sof-ferto di più il dramma della solitu-

dine, della distanza dai propri cari.Tutto ciò dovrebbe portarci a pen-sare, come Chiesa e come società,che “un’emergenza come quelladel covid-19 si sconfigge anzituttocon gli anticorpi della solidarietà”(Pandemia e fraternità universale,Nota della Pontificia accademiaper la vita sull’emergenza da co-vid-19, 30 marzo 2020)». L’episco-pato spagnolo cita Papa France-sco: «Il disorientamento sociale e,per molti versi, l’indifferenza e ilrifiuto che le nostre società mani-festano nei confronti degli anziani,chiamano non solo la Chiesa, matutti, a una seria riflessione per im-parare a cogliere e ad apprezzare ilvalore della vecchiaia» (Discorsoai partecipanti al I Congresso in-ternazionale di pastorale degli an-ziani sul tema «La ricchezza deglianni», 31 gennaio 2020).

Tuttavia — conclude il messag-gio — «non basta contemplare ilpassato, anche se in alcuni mo-menti è stato molto doloroso, dob-biamo pensare al futuro. Non do-vremmo mai dimenticare quelleparole di Papa Francesco in cui af-fermava che una società che ab-bandona i suoi anziani e ignora laloro saggezza è una società malata,senza futuro, perché manca di me-moria. Dove non c’è rispetto, rico-noscimento e onore per gli anzia-ni, non può esserci futuro per igiovani; quindi dobbiamo evitareche si produca una rottura genera-zionale» fra essi.

di RICCARD O BURIGANA

Come la pandemia ha colpito idiritti dei giovani? Questa èstata la domanda alla quale

ha cercato di dare una risposta la VIISummer school «Challenges for hu-man rights in the times of covid–19»,promossa dalla Conferenza delleChiese europee (Cec). L’evento, allacui organizzazione hanno preso par-te anche la Chiesa evangelica in Ger-mania e l’arcidiocesi ortodossa diThyateira e Gran Bretagna, era statoprevisto a Berlino nei giorni 7-10 lu-glio per proseguire una tradizioneche, iniziata nel 2013, si era venutarafforzando nel corso degli anni: conla scuola estiva la Cec ha voluto of-frire un’occasione di formazione aldialogo ecumenico e interreligiosoper i giovani in Europa per rafforza-re la dimensione ecumenica della te-stimonianza cristiana. Per i limiti im-posti dalla pandemia la SummerSchool 2020 è stata ripensata nonsolo nella forma; infatti si è svolta inmodalità webinar, affrontando il te-ma dell’impatto che la pandemia haavuto in Europa sui giovani di con-fessioni cristiane e religioni diverse,con una particolare attenzione allemisure che hanno ridefinito gli spazidella libertà religiosa e dell’educazio-ne, come diritti fondamentali e irri-nunciabili. Nella Summer school iltema dei diritti al tempo del covid-19è stato declinato in varie direzioni: siè approfondito il rapporto tra demo-

crazia e diritti umani alla luce dellelimitazioni imposte dagli Stati percontrastare la pandemia, segnalandocome, in alcuni casi, questo ha signi-ficato la contrazione della libertà; siè parlato delle sfide che le Chiese so-no state chiamate a affrontare nelladefinizione del valore e dei limitidella libertà religiosa e di come que-sto aspetto, nel tempo della pande-mia con l’esplosione di tanti casi diintolleranza anche in Europa, sia ap-parso così strettamente legato allalotta contro il razzismo e la xenofo-bia. Si è discusso della testimonianzacristiana in difesa delle minoranze edei loro diritti nella società europeae dell’importanza di sostenere questi

diritti, tanto più quando le minoran-ze sono formate da migranti chehanno subito un’ulteriore erosionedei loro diritti negli ultimi mesi.L’Alto commissariato per i dirittiumani delle Nazioni unite ha propo-sto un percorso per la promozione eper la protezione dei diritti umani,che è apparso particolarmente utile enecessario, non solo in Europa, neitempi presenti, dove la pandemia delcovid-19 ha accentuato discriminazio-ni e povertà. Nella scuola estiva, ac-canto all’analisi economico-sociale ealla riflessione teologica da parte direlatori con responsabilità negli orga-nismi europei, ampio spazio è statodedicato alla condivisione delle espe-rienze di Chiese, comunità locali eorganismi ecumenici nel tempo dellapandemia, dal momento che — comeè stato ripetuto — proprio questeesperienze mostrano quanto i valorieuropei siano stati messi in pericolodall’approccio di alcuni governiall’emergenza. Nel corso estivo, dovenon sono mancati dei momenti dipreghiera, che hanno mostrato lapluralità di tradizioni cristiane chefanno parte della Conferenza delleChiese europee, si è venuto riaffer-mando l’importanza di una cono-scenza di quanto i cristiani, anchenel tempo della pandemia, hannofatto in difesa dei diritti umani; perl’organizzazione ecumenica questadifesa costituisce, da sempre, un ele-mento centrale della testimonianzacristiana nella società contempora-nea. Per la Cec, la riflessione ecume-

nica, a partire dalle esperienze intempo di covid-19, aperta anche alcontributo delle altre religioni, devecontribuire non tanto alla ripartenzanei singoli Stati, ma a un ripensa-mento complessivo della società, benoltre i confini europei, in modo che ivalori cristiani possano contribuirealla creazione di una nuova società,fondata sui diritti umani per tutti eovunque.

Lutto nell’episcopato

Il vescovo Edward Urban Kmiec,emerito di Buffalo, è morto negliStati Uniti d’America la nottedell’11 luglio all’età di 84 anni.

Il compianto presule era infattinato in Trenton il 4 giugno 1936ed era stato ordinato sacerdote il20 dicembre 1961. Eletto allaChiesa titolare di Simidicca e alcontempo nominato ausiliare diTrenton il 27 agosto 1982, avevaricevuto l’ordinazione episcopale ilsuccessivo 3 novembre. Trasferitoalla sede residenziale di Nashvilleil 13 ottobre 1992, era stato poi de-stinato a Buffalo il 12 agosto2004. Aveva rinunciato al governopastorale della diocesi il 29 mag-gio 2012.

Page 8: Francesco: «molto addolorato» per Santa Sofia sull’orlo ...€¦ · so per la storia di san Francesco di Paola, abbiamo poi esteso “la formu-la” ad alcuni episodi del Vangelo

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 lunedì-martedì 13-14 luglio 2020

Il Papa all’Angelus ringrazia quanti sono vicini ai malati in tempo di pandemia

Francesco: «molto addolorato»per Santa Sofia

«Penso a Santa Sofia, e sono moltoaddolorato»: lo ha detto il Papacommentando la decisione turca diriconvertire in moschea il complessomuseale a Istanbul. Le sue parole,insieme con quelle di gratitudine perquanti sono vicini ai malati in questotempo di pandemia, sono riecheggiatedalla finestra dello studio privato delPalazzo apostolico vaticano al terminedell’Angelus recitato a mezzogiorno del12 luglio con i fedeli presenti in piazzaSan Pietro — nel rispetto delle misuredi sicurezza adottate per evitare ildiffondersi del contagio da covid-19 —e con quanti lo seguivano attraverso imedia. Prima della preghiera mariana,il Pontefice aveva offerto una riflessionesulla parabola del seminatore al centrodel Vangelo della domenica.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Nel Vangelo di questa domenica(cfr. Mt 13, 1-23) Gesù racconta auna grande folla la parabola — chetutti conosciamo bene — del semina-tore, che getta la semente su quattrotipi diversi di terreno. La Parola diDio, simboleggiata dai semi, non èuna Parola astratta, ma è Cristo stes-so, il Verbo del Padre che si è incar-nato nel grembo di Maria. Pertanto,accogliere la Parola di Dio vuol direaccogliere la persona di Cristo, lostesso Cristo.

Ci sono diversi modi di ricevere laParola di Dio. Possiamo farlo comeuna strada, dove subito vengono gliuccelli e mangiano i semi. Questasarebbe la distrazione, un grandepericolo del nostro tempo. Assillatida tante chiacchiere, da tante ideolo-gie, dalle continue possibilità di di-strarsi dentro e fuori di casa, si puòperdere il gusto del silenzio, del rac-coglimento, del dialogo con il Si-gnore, tanto da rischiare di perderela fede, di non accogliere la Paroladi Dio. Stiamo vedendo tutto, di-stratti da tutto, dalle cose mondane.

Un’altra possibilità: possiamo ac-cogliere la Parola di Dio come unterreno sassoso, con poca terra. Lì ilseme germoglia presto, ma prestopure si secca, perché non riesce amettere radici in profondità. È l’im-magine di quelli che accolgono laParola di Dio con l’entusiasmo mo-mentaneo che però rimane superfi-ciale, non assimila la Parola di Dio.E così, davanti alla prima difficoltà,pensiamo a una sofferenza, a un tur-

bamento della vita, quella fede anco-ra debole si dissolve, come si secca ilseme che cade in mezzo alle pietre.

Possiamo, ancora — una terza pos-sibilità di cui Gesù parla nella para-bola —, accogliere la Parola di Diocome un terreno dove crescono ce-spugli spinosi. E le spine sono l’in-ganno della ricchezza, del successo,delle preoccupazioni mondane... Lìla Parola cresce un po’, ma rimanesoffocata, non è forte, muore o nonporta frutto.

Infine — la quarta possibilità —,possiamo accoglierla come il terrenobuono. Qui, e soltanto qui il semeattecchisce e porta frutto. La semen-te caduta su questo terreno fertilerappresenta coloro che ascoltano laParola, la accolgono, la custodiscononel cuore e la mettono in praticanella vita di ogni giorno.

Questa del seminatore è un po’ la“m a d re ” di tutte le parabole, perchéparla dell’ascolto della Parola. Ci ri-corda che essa è un seme fecondo edefficace; e Dio lo sparge dappertuttocon generosità, senza badare a spre-chi. Così è il cuore di Dio! Ognunodi noi è un terreno su cui cade il se-me della Parola, nessuno è escluso.La Parola è data a ognuno di noi.Possiamo chiederci: io, che tipo diterreno sono? Assomiglio alla strada,alla terra sassosa, al roveto? Se vo-gliamo, con la grazia di Dio possia-mo diventare terreno buono, disso-dato e coltivato con cura, per farmaturare il seme della Parola. Esso ègià presente nel nostro cuore, ma ilfarlo fruttificare dipende da noi, di-pende dall’accoglienza che riservia-mo a questo seme. Spesso si è di-stratti da troppi interessi, da troppirichiami, ed è difficile distinguere,fra tante voci e tante parole, quelladel Signore, l’unica che rende liberi.Per questo è importante abituarsi adascoltare la Parola di Dio, a leggerla.E torno, una volta in più, su quelconsiglio: portate sempre con voi unpiccolo Vangelo, un’edizione tascabi-le del Vangelo, in tasca, in borsa... Ecosì, leggete ogni giorno un pezzet-to, perché siate abituati a leggere laParola di Dio, e capire bene qual è ilseme che Dio ti offre, e pensare conquale terra io lo ricevo.

La Vergine Maria, modello perfet-to di terra buona e fertile, ci aiuti,con la sua preghiera, a diventare ter-reno disponibile senza spine né sas-

si, affinché possiamo portare buonifrutti per noi e per i nostri fratelli.

Dopo l’Angelus il Papa ha anchericordato la Giornata internazionaledel mare, salutando quanti lavoranosulle imbarcazioni e nei porti «lontanidai loro cari e dal loro Paese».

Cari fratelli e sorelle,in questa seconda domenica di lu-glio ricorre la Giornata Internazionaledel Mare. Rivolgo un affettuoso salu-to a tutti coloro che lavorano sulmare, specialmente quelli che sonolontani dai loro cari e dal loro Paese.Saluto quanti sono convenuti sta-mattina nel porto di Civitavecchia-Tarquinia per la celebrazione eucari-stica.

E il mare mi porta un po’ lontanocol pensiero: a Istanbul. Penso aSanta Sofia, e sono molto addolora-to.

Saluto tutti voi, fedeli di Roma epellegrini di vari Paesi, in particolarele famiglie del Movimento dei Foco-lari. Saluto con gratitudine i rappre-sentanti della Pastorale della Salutedella Diocesi di Roma, pensando atanti sacerdoti, religiose, religiosi elaici che sono stati accanto e stannoaccanto ai malati in questo periododi pandemia. Grazie! Grazie di quel-lo che avete fatto e state facendo.Grazie!

E auguro a tutti una buona dome-nica. Per favore, non dimenticatevidi pregare per me. Buon pranzo ea r r i v e d e rc i .

Messaggio del cardinale Turkson per la Domenica del mare

Difendere il lavoro e i diritti dei marittimi

San Camillo de Lellis

Servo degli ammalati

Sarà dedicata al «mondo maritti-mo» la prossima intenzione di pre-ghiera proposta dal Papa alla Chie-sa universale. Lo ha annunciato ilcardinale Peter Kodwo AppiahTu r k son, prefetto del Dicastero peril servizio dello sviluppo umano in-tegrale, nel messaggio per la Dome-nica del mare 2020 celebrata il 12luglio. «Tutte le comunità cattolichedel mondo saranno invitate a prega-re per tutti coloro che lavorano e vi-vono del mare, tra cui i marittimi, ipescatori e le loro famiglie» haspiegato il porporato, leggendonell’iniziativa di Francesco una te-stimonianza della sua «grandepreoccupazione» per l’umanità eper la Chiesa soprattutto in questotempo di pandemia.

Proprio per questo il cardinale havoluto assicurare ai marittimi e alleloro famiglie la vicinanza e la soli-darietà di tutto il popolo dei cre-denti. «Non siete soli. Nessuno viabbandonerà» ha ripetuto più voltenel messaggio, ribadendo che «icappellani e i volontari della StellaMaris sono con voi ovunque voisiate, non necessariamente in cimaalla passerella» — viste le limitazioni

imposte dalla diffusione del corona-virus — ma anche attraverso una“cappellania virtuale” che «si tienein contatto con voi mediante i so-cial media». Essi, ha aggiunto, «sa-ranno con voi nei prossimi mesi,quando la vostra capacità di resi-lienza sarà messa alla prova», e cer-cheranno di «rispondere ai vostri

ha ammesso il porporato, che ha ri-cordato come la pandemia abbiacostretto molti Paesi «a imporre unlockdown completo e a chiuderemolte aziende». Anche in questedifficili condizioni, tuttavia, l’indu-stria marittima «ha continuato aoperare, aggiungendo così una mol-titudine di sfide alla vita già di per

centomila marittimi che ogni mese«completano il proprio turno con-trattuale e sono ansiosi di tornare acasa», non hanno potuto farlo acausa del covid-19 e della chiusuradei confini. Di conseguenza, mi-gliaia di lavoratori «pronti a partireper il necessario avvicendamentosono rimasti bloccati in hotel e dor-mitori in tutto il mondo, ridotti aelemosinare da istituti caritativi perle loro esigenze fondamentali».

Così, a causa dell’impossibilità discendere a terra e «dell’accesso limi-tato al porto per effettuare visite abordo», i marittimi sulla nave «sof-frono isolamento e grave stress fisi-co e mentale», che porta moltimembri dell’equipaggio «sull’orlodella disperazione fino ad arrivare,purtroppo, a suicidarsi». Vi sono si-tuazioni, ha fatto notare il prefetto,in cui molti di loro, in condizionimediche gravi e potenzialmente le-tali non correlate al covid-19, purnecessitando di cure mediche ur-genti non possono accedervi. Inol-tre, i marittimi tornati a casa dopo«un viaggio lungo e drammaticohanno dovuto essere sottoposti aquarantena» o hanno sofferto «di-scriminazione nel proprio Paese».

Ad aggravare questa già allar-mante situazione è l’atteggiamentodi alcuni armatori e agenzie di re-clutamento senza scrupoli, che«usano la scusa della pandemia perrevocare i propri obblighi», rifiutan-dosi di garantire «diritti lavorativi,salari adeguati e la promozione diambienti di lavoro sicuri e protettiper tutti». Oltretutto, i primi tremesi dell’anno hanno visto un au-mento del 24 per cento di attacchi edi tentativi di sequestro da parte deipirati rispetto allo stesso periododel 2019, aggiungendo così «ulterio-re ansia e apprensione a esistenzegià sotto pressione».

La crisi determinata dalla pande-mia rischia, insomma, di privare ilavoratori del mare della loro giàprecaria «forma di reddito». E que-sto per molti «significherà la perdi-ta totale di guadagno e l’incapacitàdi assumersi responsabilità sociali edomestiche». Proprio per tale moti-vo la celebrazione della Domenicadel mare risuona per i credenti co-me un invito «a esercitare “un’op-zione preferenziale per i poveri”marittimi, una scelta a vivere in so-lidarietà con loro».

di GIANLUCA GIORGIO

San Camillo de Lellis, primadella conversione, era un uo-mo che aveva gettato, molte

volte, il cuore in cose di poco conto:giochi, guerra, disordine. Questostato di cose continuò fino al giornoin cui, nella piana di San GiovanniRotondo, accolse il desiderio dicambiare vita e darsi a Dio. Era il 2febbraio 1575. Un giorno come tanti,ma non come tutti.

Da quel momento la sua esistenzacambia. Vuole vivere per Dio. Nongioca più e si dà alla preghiera,chiedendo di essere ammesso comefratello laico, tra i Frati minori cap-puccini.

Le Cronache raccontano che, giun-to nel convento, che sarà la comuni-tà nella quale dimorerà padre Pio, vitrascorse la notte.

La cella è la numero cinque, lastessa abitata, per tanti anni, dalsanto religioso di Pietrelcina.

Se tutto, ormai, nella sua vitasembra essere appianato, una miste-riosa piaga alla gamba lo porta lon-tano da quel luogo, e la strana ma-lattia gli rende impossibile vestire ilsaio dei figli di san Francesco.

Lascia la Puglia per Roma, pertentare una cura presso l’ospedale diSan Giacomo in Augusta.

Deluso, avvilito, senza un’o ccupa-zione, non sa cosa sarà il suo doma-ni. Sembra leggere la storia degliuomini di tutti i tempi: soli e persinel grande naufragio della vita, sen-za un orizzonte da cui sperare di ve-dere terra.

Gira per le corsie del nosocomio,nelle quali scopre gli sguardi dei ri-coverati. Ciò lo turba, alla ricerca diuna risposta a ciò che vede.

Il tempo passa. Quattro anni so-no trascorsi dal quel giorno. Oltre a

infermiere, per la bravura, è divenu-to anche economo, prestando il pro-prio servizio ai degenti. Si dà da fa-re con la stessa foga che ha messonella vita militare. È alto, forte, digrande volontà, lodato da tutti, madi più amato per quella carità che lofa essere padre, prima di infermiere.

Ha molti amici che lo aiutano e siriuniscono in una piccola stanza,nella quale è appeso un grande cro-cifisso per la preghiera in comune.

La piccola comunità genera am-mirazione, ma anche invidia ed èbersaglio di cattiverie. Una notte al-cuni uomini irrompono in quel luo-go, mandando tutto all’aria: letti,medicine, carte, stoffa per le bende,e il crocifisso viene gettato dietro lap orta.

Entrando Camillo vede la situa-zione: è scoraggiato, deluso e ri-piomba in quello stesso stato d’ani-mo, che lo ha condotto sulla sogliadell’ospedale, anni prima. Vuolemollare tutto.

Quanta umanità trasuda in questeore della vita del “gigante della san-tità”.

Il momento della prova è giunto:il Getsemani arrivato. Rinnegare sestesso e tornare indietro è l’unicacosa che gli viene in mente. Nonsappiamo se pianse. Stanco e avvili-to, dopo aver pregato, si getta sulpagliericcio, ricomposto alla meglioper dormire qualche ora, prima diriprendere il turno.

Qui avviene l’incredibile: il santosvegliandosi vede le braccia del Cri-sto, staccarsi dal legno che lo inco-raggiano, dicendo: «Di che ti afflig-gi, pusillanime? Prosegui pure l’im-presa (che io ti aiuterò) perché que-sta è opera mia e non tua!». Il benefatto è solo in parte di Camillo, ilresto di Dio.

La scultura è esposta nella chiesadella Maddalena, a Roma, muta te-

stimone di quell’amore, che non ab-bandona, soprattutto, nelle ore incui tutto crolla.

Si alza, ma non più quel Camillo,un altro. Comprende che deve an-dare avanti e con lo straordinariocoraggio, di cui la natura lo ha col-mato, siede, ormai adulto, fra i ban-chi di scuola del Collegio romano,rimettendosi a studiare per diventares a c e rd o t e .

Quel fatto lo mette in guardiadalla depressione del momento, ren-dendolo forte di fronte ai continuiattacchi. È determinato, sa cosavuole percependo che, senza istru-zione, non può difendere i malati e

tanto altro che brilla nei suoi ragio-namenti.

Il 10 giugno 1584, in due anni,bruciando tutte le tappe, celebra laprima messa. Da una situazione discarsa cultura, adesso, ha le basi perconquistare il mondo della sanitàcon l’amore ai malati e i sacramenti.Continua la sua esistenza, con slan-cio e con quell’amore che brucia.

Quando la sera rientra nella casadella Maddalena, dopo aver lavora-to molte ore in ospedale, assiste iconfratelli con qualche infermità, ri-fà i letti, svolge ciò che manca alquotidiano e tanto altro.

Fonda l’ordine dei Ministri degliinfermi. “Ministri” in quanto servidei pazienti e a loro sottoposti. Aivoti di castità, povertà e obbedienzaaggiunge quello di curare i malati,anche a costo della stessa vita. Nellapandemia del 1606, nel continuoesercizio della carità, spirano moltireligiosi, fra lo stupore di tutti.

La cosa che più sorprende dei fi-gli di san Camillo, è che il fondato-re vuole che i suoi religiosi, nel cu-rare i corpi, non dimentichino la fe-de, mostrandosi sempre allegri epronti al sorriso.

Il Pontefice Gregorio XIV a p p ro v ala Regola del nuovo ordine. È il 21settembre 1591.

San Camillo de Lellis ha raggiun-to il suo scopo, e seppur superioredella comunità, è infaticabile. Spira,alle ventidue del 14 luglio 1614, atte-so in un’altra realtà, ben più bella,varcando i sessantaquattro anni dietà.

Tra le labbra una sola parola,“Maria”, la madre tanto amata dacolui che ha speso la sua vita perquei fratelli, nei quali ha saputo leg-gere il dolce sguardo di Gesù.

Sarà canonizzato da Papa Bene-detto XIV il 29 giugno 1746.

In questa #DomenicadelMare affidiamo a Maria,Stella del Mare, i marittimi, i pescatori e loro famiglie,

che con sacrifici, anche durante il lock-down, hanno continuatoa lavorare per fornirci ciò di cui abbiamo bisogno

(@Pontifex_it)

sé problematica dei marittimi, met-tendoli in prima linea nella lottacontro il coronavirus». Le navi chetrasportano circa il 90 per cento deiprodotti «necessari per continuare avivere normalmente in queste circo-stanze difficili» — come i prodottifarmaceutici e le attrezzature medi-che — «hanno continuato a naviga-re». E prima di fermarsi del tutto,anche «l’industria delle crociere halottato per convincere i governi e leautorità portuali a tenere aperti iporti ove poter far sbarcare in sicu-rezza i loro ospiti», cercando «ilmodo di contenere la diffusionedell’infezione tra i passeggeri e gliequipaggi».

Resta il fatto che, nonostante ilruolo fondamentale svolto dai lavo-ratori del mare per l’«economia glo-bale», le legislazioni «attuali e lepolitiche prevalenti li hanno appenaconsiderati». Per questo, secondo ilcardinale Turkson, la Domenica delmare rappresenta un’opp ortunità«per rivalutare il ruolo dei marittimie ricordare alcune delle problemati-che che incidono negativamente sul-la loro vita, e che sono ora acutizza-ti dal sospetto e dalla paura delcontagio».

Il porporato ha rimarcato la si-tuazione drammatica dei membridegli equipaggi, che dopo i tantimesi trascorsi a bordo si sono visti«estendere il periodo di lavoro».Con la conseguenza di «un aumen-to della fatica personale e di un’as-senza prolungata dai loro cari». I

Nomina episcopalein Sri Lanka

Anton Ranjith Pillainayagamausiliare di Colombo

Nato il 23 settembre 1966 a Jaffna, ha compiuto gli studi primari e secon-dari a Colombo e nella città natale. Ha ricevuto la formazione filosofica alSaint Francis Xavier Major Seminary di Jaffna e quella teologica nel semi-nario nazionale di Kandy. Ha conseguito la laurea in matematica all’uni-versità di Jaffna, un master in educazione all’università del Middlesex (Re-gno Unito) e uno in filosofia sempre nell’ateneo di Jaffna. Ordinato sacer-dote il 16 settembre 2000 nella cattedrale di Santa Lucia a Colombo, per lamedesima arcidiocesi, per quattro anni ha fatto parte dello staff del SaintPe t e r ’s College di Colombo, e dopo l’anno di studi nel Regno Unito, diquello del Saint Sebastian’s College di Moratuwa (2006-2007). Ritornato afar parte dell’équipe del Saint Joseph (2007-2012), è poi divenuto vice-ret-tore del College di Colombo (dal 2012 a oggi), ricoprendo al contempo,dal 2009, l’incarico di direttore del teologato tamil.

Pierre Subleyras, «San Camillo mette in salvogli ammalati dell’ospedale Santo Spirito»

(1746)

bisogni materiali e spirituali», so-prattutto «alleviando le vostrepreoccupazioni, difendendo il vo-stro lavoro e i vostri diritti e com-battendo la discriminazione».

«Ci sentiamo angosciati e diso-rientati per l’incertezza del futuro»