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A leggerne la biografia scritta da Giorgio Vasari, sembra che Raffa- ello fosse un Don Giovanni ante lit- teram. Addirittura, la morte del pit- tore viene attribuita alla smodata pratica dei piaceri amorosi: Raffaello si sarebbe ammalato e mai più ripreso dopo un incon- tro clandestino, avendo esagerato più del solito. Ma se del pittore che già in vita era considerato un uomo dalle doti divine, na- to e morto il giorno del Venerdì santo, pre- diletto dagli dei per grazia, bellezza, talen- to e ogni altra virtù, Vasari riferisce una fine così poco nobile, vuol dire che l’incli- nazione per le donne era cosa troppo nota per essere taciuta. Perché, allora, Vasari racconta che Raffaello atten- deva a’ suoi amo- ri così di nasco- sto? Da chi si re- cava in segreto e chi doveva rima- nere all’oscuro della sua passio- ne amorosa? Romanzieri e studiosi si sono scatenati nelle ipotesi, ma le prove certe sono poche. Occorre partire da uno dei più celebri quadri presenti in mostra, La Fornarina . La bruna bellezza porta sui capelli una perla che, in latino, si dice margarita. Ebbe- ne, il nome di Margherita è vergato a margi- ne, con grafia cinquecentesca, in un’edizio- ne delle «Vite» proprio nel punto in cui Vasari scrive che il garzone di Raffaello aveva cura d'una sua donna, la quale Raffa- ello amò sino alla morte e di quella fece un ritratto bellissimo che pareva viva, il quale è oggi in Fiorenza. Quel ritratto è riconducibile con certez- za, grazie ai documenti dei passaggi di pro- prietà, a La Velata. Ora, anche la Velata porta una perla fra i capelli, coperti con il velo indossato dalle donne maritate. È ve- stita splendidamente, come una sposa, e avvolge con uno sguardo complice e amo- roso chi la contempla, ovvero, per primo, il pittore stesso. Ma c’è di più: il disegno del volto è sovrapponibile a quello della Fornarina i cui occhi sembrano più spor- genti solo perché il ritratto non fu termina- to con le velature finali che ne avrebbero ammorbidito l’espressione. La Fornarina, a sua volta, esibisce un vistoso bracciale blu con la scritta dorata «Raphael Urbinas» come, all’interno del- le fedi, viene ancora oggi inciso il nome dello sposo. Non solo. Al dito portava un anello nuziale, misteriosamente cancella- to nel Cinquecento. Chi volle occultare l’anello assieme ad altri dettagli del fondo che servivano a ricondurre l’identità di questa donna a Margherita, la figlia del fornaio senese Francesco Luti che si era trasferito a Roma, in via Governo Vec- chio 48, a Trastevere? Per avvicinarsi alla spiegazione del- l’enigma bisogna andare al Pantheon. Qui Raffaello fu sepolto nel tempio romano e accanto a lui fu posta un’altra lapide in ricordo della promessa sposa Maria Bib- biena. Vasari riporta che il cardinal Bibbie- na lo infestava per dargli moglie, ma che Raffaello perché fu malissimo contento di questo laccio, andava mettendo tempo in mezzo, sì che molti mesi passarono, che ’l matrimonio non s'era ancora consumato. Perché Raffaello prendeva tempo, a ri- schio di inimicarsi il potente cardinale? La risposta sta, probabilmente, nei quadri de La Velata e de La Fornarina: due ritratti matrimoniali, anche quello a seno scoper- to, del tutto usuale nell’iconografia di una giovane sposa. Raffaello aveva dunque sposato Margherita? Così sembrerebbe; e il pittore era verosimilmente ricorso a un matrimonio segreto, prassi allora molto comune, per non inimicarsi il favore della corte papale nel momento del suo massi- mo successo. Sono congetture, non c’è dubbio, ma sulle quali gli studiosi lavorano confron- tando ogni traccia. Per esempio l’afferma- zione, ancora del Vasari, che Agostino Chigi, stanco delle assenze di Raffaello, il quale trascurava gli affreschi commissio- natigli nella sua villa per recarsi dall’aman- te, fece in modo che la donna venisse a sta- re con lui sotto lo stesso tetto. Se questa fanciulla è la Galatea che compare nella sua nuda bellezza, dipinta sul muro al pia- no terra della villa Farnesina, allora essa ha, nuovamen- te, il viso della Fornarina e del- la Velata. Sembra dun- que che Raffael- lo, tutt’altro che un Dongiovan- ni, fosse invece pazzamente in- namorato di una sola donna. Sempre la stessa Margherita, la fi- glia del fornaio senese. Ma per- ché, allora, gli al- lievi di Raffael- lo, dopo la sua morte, cancella- rono subito l’anello dal dito della Fornarina e fecero porre nel Pantheon la lapide in ricor- do della sfortu- nata e mai ama- ta Maria? L’ono- re di Raffaello andava preservato e l’ira del cardinal Bibbiena placata affinché lo- ro potessero continuare a dipingere le Stanze dei pontefici che già Michelangelo, con una lettera indirizzata proprio al Bib- biena, si premurava di chiedere per il suo protetto Sebastiano del Piombo. E Margherita? Inconsolabile, potrebbe essere la stessa donna registrata nei libri del convento di sant’Apollonia, in Traste- vere, solo quattro mesi dopo la morte di Raffaello: al dì 18 agosto 1520. Hoggi è sta- ta ricevuta dal nostro Conservatorio MA Margherita vedova figliuola del quodam Francesco Luti di Siena. Francesca Bonazzoli RITRATTI A CONFRONTO Fornarina, Velata o Galatea Appare sempre l’amore segreto Dietro la fama di dongiovanni, un’unica passione: Margherita IL VOLTO IL MITO EROTICO Vasari spiega la morte del pittore come una conseguenza di eccessi e disordini amorosi Margherita era figlia di un panettiere senese trasferitosi a Roma. Vasari parla di una donna che Raffaello «amò sino alla morte» e che è riconducibile alla «Fornarina» e alla «Velata». Il biografo parla inoltre di una donna che visse con lui mentre realizzava gli affreschi di Palazzo Chigi. Maria Bibbiena era la nipote del cardinale Bibbiena. Vasari scrive che il prelato insisteva con Raffaello perché la sposasse. Ma il pittore riuscì a procrastinare le nozze finché la donna morì prima di diventare sua moglie. Una lapide la ricorda al Pantheon accanto ai resti dell’artista. Ma lei non è sepolta lì. LE D ONNE La figlia del fornaio «La cultura come responsabilità sociale» La Fornarina (a sinistra) e la Velata (a destra) sarebbero la stessa donna, di nome Margherita, come suggerisce la perla (in latino margarita) nei loro capelli. Entrambi i dipinti rientrano nel genere del ritratto matrimoniale, per cui si suppone che Raffaello sposò segretamente la donna La sposa promessa S e «l’energia va oltre quello che si vede», il colosso dell’elettricità esplora altri campi del sapere: cultura, musica, scienza, ambiente, scuola e sport sono le macroaree che rientrano nel programma Enel «Energiaper». Un percor- so che fa dell’energia un concetto strategico, capace di disegnare una nuova geografia di rela- zioni azienda-cittadini attraverso itinerari cul- turali e occasioni di confronto. «Il rapporto di scambio e interazione con le comunità locali — afferma il Presidente della Società, Piero Gnu- di — ha portato da sempre Enel ad assumere un ruolo di responsabilità sociale. Una cultura che guida il nostro lavoro di ogni giorno e che abbiamo fissato nel codice etico e nelle rigorose norme di governance, che ci impegnano a ga- rantire la massima trasparenza nei confronti del mercato e a perseguire un’attenta politica di sostenibilità ambientale». Il programma pre- vede mostre, eventi culturali, progetti editoria- li, iniziative sportive, cicli di incontri e dibattiti come «La Parola Contesa tra filosofia e scien- za», l’iniziativa lanciata in collaborazione con il Teatro Eliseo di Roma; il progetto «L’ener- gia che si ascolta» con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il Teatro alla Scala; «Centrali aperte», il programma che trasforma gli im- pianti in luoghi di festa e aggregazione. Ancora sport, sapere scientifico, formazione: dal 2003 il concorso nazionale «Energia in Gioco» coin- volge ogni anno 300 mila studenti sui temi del consumo intelligente, delle fonti, dei processi di produzione e distribuzione. «Creare valore per un’azienda come Enel, con trenta milioni di clienti dell’elettricità e oltre due milioni di clien- ti del gas — sottolinea Fulvio Conti, Ammini- stratore Delegato della Società — vuol dire an- che comportarsi da buon cittadino. Contribui- re cioè allo sviluppo sociale e scientifico del Pae- se e delle comunità che ospitano le attività di Enel. Per questo, con il nostro programma "Energiaper", ci facciamo promotori di iniziati- ve che favoriscano la diffusione dei valori della ricerca e dell’innovazione in ogni campo, an- che utilizzando nuove formule e nuovi linguag- gi». L’IMPEGNO DELL’ENEL L’AFFRESCO La Galatea nella villa Farnesina: ancora una volta la modella ha gli stessi caratteri somatici della Fornarina e della Velata 5 Corriere Eventi C ORRIERE DELLA S ERA U M ARTEDÌ 9 M AGGIO 2006

Fornarina,VelataoGalatea Appare sempre l amore segreto · La Fornarina (a sinistra) e la Velata (a destra) sarebbero la stessa donna, di nome Margherita, come suggerisce la perla

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  • A leggerne la biografia scritta daGiorgio Vasari, sembra che Raffa-ello fosse un Don Giovanni ante lit-teram. Addirittura, la morte del pit-tore viene attribuita alla smodata praticadei piaceri amorosi: Raffaello si sarebbeammalato e mai più ripreso dopo un incon-tro clandestino, avendo esagerato più delsolito. Ma se del pittore che già in vita eraconsiderato un uomo dalle doti divine, na-to e morto il giorno del Venerdì santo, pre-diletto dagli dei per grazia, bellezza, talen-to e ogni altra virtù, Vasari riferisce unafine così poco nobile, vuol dire che l’incli-nazione per le donne era cosa troppo notaper essere taciuta. Perché, allora, Vasari

    racconta cheRaffaello atten-deva a’ suoi amo-ri così di nasco-sto? Da chi si re-cava in segreto echi doveva rima-nere all’oscurodella sua passio-ne amorosa?

    Romanzieri estudiosi si sonoscatenati nelleipotesi, ma leprove certe sonopoche. Occorrepartire da unodei più celebriquadri presentiin mostra, LaFornarina. Labruna bellezzaporta sui capelliuna perla che, inlatino, si dicemargarita. Ebbe-ne, il nome diMargherita èvergato a margi-

    ne, con grafia cinquecentesca, in un’edizio-ne delle «Vite» proprio nel punto in cuiVasari scrive che il garzone di Raffaelloaveva cura d'una sua donna, la quale Raffa-ello amò sino alla morte e di quella fece unritratto bellissimo che pareva viva, il quale èoggi in Fiorenza.

    Quel ritratto è riconducibile con certez-za, grazie ai documenti dei passaggi di pro-prietà, a La Velata. Ora, anche la Velataporta una perla fra i capelli, coperti con ilvelo indossato dalle donne maritate. È ve-stita splendidamente, come una sposa, eavvolge con uno sguardo complice e amo-roso chi la contempla, ovvero, per primo,il pittore stesso. Ma c’è di più: il disegno

    del volto è sovrapponibile a quello dellaFornarina i cui occhi sembrano più spor-genti solo perché il ritratto non fu termina-to con le velature finali che ne avrebberoammorbidito l’espressione.

    La Fornarina, a sua volta, esibisce unvistoso bracciale blu con la scritta dorata«Raphael Urbinas» come, all’interno del-le fedi, viene ancora oggi inciso il nomedello sposo. Non solo. Al dito portava unanello nuziale, misteriosamente cancella-to nel Cinquecento. Chi volle occultarel’anello assieme ad altri dettagli del fondoche servivano a ricondurre l’identità diquesta donna a Margherita, la figlia delfornaio senese Francesco Luti che si era

    trasferito a Roma, in via Governo Vec-chio 48, a Trastevere?

    Per avvicinarsi alla spiegazione del-l’enigma bisogna andare al Pantheon. QuiRaffaello fu sepolto nel tempio romano eaccanto a lui fu posta un’altra lapide inricordo della promessa sposa Maria Bib-biena. Vasari riporta che il cardinal Bibbie-na lo infestava per dargli moglie, ma cheRaffaello perché fu malissimo contento diquesto laccio, andava mettendo tempo inmezzo, sì che molti mesi passarono, che ’lmatrimonio non s'era ancora consumato.

    Perché Raffaello prendeva tempo, a ri-schio di inimicarsi il potente cardinale? Larisposta sta, probabilmente, nei quadri de

    La Velata e de La Fornarina: due ritrattimatrimoniali, anche quello a seno scoper-to, del tutto usuale nell’iconografia di unagiovane sposa. Raffaello aveva dunquesposato Margherita? Così sembrerebbe; eil pittore era verosimilmente ricorso a un

    matrimonio segreto, prassi allora moltocomune, per non inimicarsi il favore dellacorte papale nel momento del suo massi-mo successo.

    Sono congetture, non c’è dubbio, masulle quali gli studiosi lavorano confron-tando ogni traccia. Per esempio l’afferma-zione, ancora del Vasari, che AgostinoChigi, stanco delle assenze di Raffaello, ilquale trascurava gli affreschi commissio-natigli nella sua villa per recarsi dall’aman-te, fece in modo che la donna venisse a sta-re con lui sotto lo stesso tetto. Se questafanciulla è la Galatea che compare nellasua nuda bellezza, dipinta sul muro al pia-no terra della villa Farnesina, allora essaha, nuovamen-te, il viso dellaFornarina e del-la Velata.

    Sembra dun-que che Raffael-lo, tutt’altro cheun Dongiovan-ni, fosse invecepazzamente in-n a m o r a t o d iuna sola donna.Sempre la stessaMargherita, la fi-glia del fornaiosenese. Ma per-ché, allora, gli al-lievi di Raffael-lo, dopo la suamorte, cancella-r o n o s u b i t ol’anello dal ditodella Fornarinae fecero porrenel Pantheon lalapide in ricor-do della sfortu-nata e mai ama-ta Maria? L’ono-re di Raffaello andava preservato e l’iradel cardinal Bibbiena placata affinché lo-ro potessero continuare a dipingere leStanze dei pontefici che già Michelangelo,con una lettera indirizzata proprio al Bib-biena, si premurava di chiedere per il suoprotetto Sebastiano del Piombo.

    E Margherita? Inconsolabile, potrebbeessere la stessa donna registrata nei libridel convento di sant’Apollonia, in Traste-vere, solo quattro mesi dopo la morte diRaffaello: al dì 18 agosto 1520. Hoggi è sta-ta ricevuta dal nostro Conservatorio MAMargherita vedova figliuola del quodamFrancesco Luti di Siena.

    Francesca Bonazzoli

    RITRATTI A CONFRONTO

    Fornarina, Velata o GalateaAppare sempre l’amore segretoDietro la fama di dongiovanni, un’unica passione: Margherita

    IL VOLTO

    IL MITO EROTICO

    Vasari spiega la morte delpittore come una conseguenzadi eccessi e disordini amorosi

    Margheritaera figlia di unpanettiere senesetrasferitosi aRoma. Vasariparla di unadonna cheRaffaello «amòsino alla morte»e che èriconducibilealla «Fornarina»e alla «Velata».Il biografo parlainoltre di unadonna che vissecon lui mentrerealizzava gliaffreschi diPalazzo Chigi.

    MariaBibbiena era lanipote delcardinaleBibbiena. Vasariscrive che ilprelato insistevacon Raffaelloperché la sposasse.Ma il pittore riuscìa procrastinare lenozze finché ladonna morì primadi diventare suamoglie. Unalapide la ricordaal Pantheonaccanto ai restidell’artista. Ma leinon è sepolta lì.

    LE DONNE

    La figliadel fornaio

    «La cultura come responsabilità sociale»

    La Fornarina(a sinistra) e laVelata (adestra)sarebbero lastessa donna,di nomeMargherita,comesuggerisce laperla (in latinomargarita) neiloro capelli.Entrambi idipintirientrano nelgenere delritrattomatrimoniale,per cui sisuppone cheRaffaellosposòsegretamentela donna

    La sposapromessa

    S e «l’energia va oltre quello che si vede», ilcolosso dell’elettricità esplora altri campidel sapere: cultura, musica, scienza, ambiente,scuola e sport sono le macroaree che rientranonel programma Enel «Energiaper». Un percor-so che fa dell’energia un concetto strategico,capace di disegnare una nuova geografia di rela-zioni azienda-cittadini attraverso itinerari cul-turali e occasioni di confronto. «Il rapporto discambio e interazione con le comunità locali —afferma il Presidente della Società, Piero Gnu-di — ha portato da sempre Enel ad assumereun ruolo di responsabilità sociale. Una culturache guida il nostro lavoro di ogni giorno e cheabbiamo fissato nel codice etico e nelle rigorosenorme di governance, che ci impegnano a ga-rantire la massima trasparenza nei confrontidel mercato e a perseguire un’attenta politicadi sostenibilità ambientale». Il programma pre-vede mostre, eventi culturali, progetti editoria-li, iniziative sportive, cicli di incontri e dibattiticome «La Parola Contesa tra filosofia e scien-za», l’iniziativa lanciata in collaborazione con

    il Teatro Eliseo di Roma; il progetto «L’ener-gia che si ascolta» con l’Accademia Nazionaledi Santa Cecilia e il Teatro alla Scala; «Centraliaperte», il programma che trasforma gli im-pianti in luoghi di festa e aggregazione. Ancorasport, sapere scientifico, formazione: dal 2003il concorso nazionale «Energia in Gioco» coin-volge ogni anno 300 mila studenti sui temi delconsumo intelligente, delle fonti, dei processidi produzione e distribuzione. «Creare valoreper un’azienda come Enel, con trenta milioni diclienti dell’elettricità e oltre due milioni di clien-ti del gas — sottolinea Fulvio Conti, Ammini-stratore Delegato della Società — vuol dire an-che comportarsi da buon cittadino. Contribui-re cioè allo sviluppo sociale e scientifico del Pae-se e delle comunità che ospitano le attività diEnel. Per questo, con il nostro programma"Energiaper", ci facciamo promotori di iniziati-ve che favoriscano la diffusione dei valori dellaricerca e dell’innovazione in ogni campo, an-che utilizzando nuove formule e nuovi linguag-gi».

    L ’ I M P E G N O D E L L ’ E N E L

    L’AFFRESCO La Galatea nella villa Farnesina: ancora una volta la modella ha gli stessi caratteri somatici della Fornarina e della Velata

    5Corriere EventiCORRIERE DELLA SERA U M ARTEDÌ 9 M AGGIO 2006

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