Football is on the Table

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Brevi ma incisivi ricordi del subbuteo italiano

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  • Footballis on

    the tablequAndo L'erbA erA un pAnno:

    LepopeA deL subbuteotesto di Michele Cammarere foto di Simone Arveda

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    GENOVA | 6 feb 2012 Una base tonda, il palloneoltre la linea di tiro, difesa

    schierata e omino a terra:ne passato, di tempo,

    da quando un giococome il Subbuteo

    invadeva e conquistavale case italiane

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    subbuteo

    Storie di omini,palloni, colla, pennelli

    e campioni, storiadi nostalgia e

    (tanta) passione

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    GENOVA | Il mondo del Subbuteo - 1 1 | Dal catalogo degli accessori: torretta con operatore tv per abbellire lo stadio di casa 2 | Porta da allenamento, per affinare il talento

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    GENOVA | Il mondo del Subbuteo - 2 3 | Set di portieri 4 | Ci sono anche arbitro e guardalinee 5 | Pezzi da collezione e omini 6 | Numero 1 in volo 7 | Palloni, palloni, palloni

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  • GENOVA | Il mondo del Subbuteo - 3 8 | Una vecchia scatola a fare da sfondo ad un omino ritoccato a mano: Inghilterra, maglia grigia da trasferta con inserti rossi

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  • GENOVA | 6 feb 2012 Squadra rossa e squadra blu, cos cominciava lavventura: il kit base

    bastava per entrare nel mito. Ma non ci si fermava l, mai: poi colpi di pennelloper gli sponsor, la fascia di capitano sul braccio del pi bravo, lo stemmasui pantaloncini, scudetti coccarde tricolori bande diagonali e quantaltro:e lomino del Subbuteo diventava calciatore, e le fantasie volavano libere

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  • Chi ha avuto la fortuna di essere stato bambino nei primi anni 70 lo conosce bene, chi bambino adesso ne ha sentito parlare, entrambi si possono ritrovare faccia a faccia sul terreno di gioco, per cimentarsi in una sfida alla pari. Stiamo parlando di lui, del Subbuteo, il famoso gioco di calcio in punta di dito che solo definire gioco riduttivo per un sacco di buoni motivi. Lhobby per eccellenza, non di fatto, ma di nome.

    Comincia tutto con un falcoThe Hobby, infatti, era il nome che Peter Adolph, di professione ornitologo, aveva scelto per il gioco da lui ideato negli anni 50. Essendo anche il nome di una specie di falco, diffuso, tra laltro, in Italia, il falco lodolaio, secondo lUfficio Brevetti inglese era non registrabile, quindi Adolph prese parte del suo nome latino, ossia Falco Subbuteo, e cos lo chiam. La simulazione di un gioco che appassionava praticamente tutti, come il calcio, era presente nelle menti di tutti i produttori di giocattoli gi da tanti anni. Tanti furono i tentativi di riprodurre in maniera pi o meno riuscita lo sport pi famoso del mondo, ma fu solo il Subbuteo a riuscirci davvero, cancellando i primi giochi di calcio da tavolo (qualcuno anche piuttosto riuscito) dagli scaffali dei negozi. Il Subbuteo, allepoca, veniva venduto solo per corrispondenza ma in breve tempo inizi ad avere schiere di appassionati in ogni angolo della terra, soprattutto in Italia, grazie al fondamentale apporto della ditta Edilio Parodi di Manesseno (subito fuori Genova), primo e, per circa trentanni, unico distributore in Italia. Non male per un gioco

    che, a guardarlo bene una volta aperta la scatola,

    era composto da piccoli pezzetti ed

    un panno: nulla di divertente

    allapparenza.

    Un gioco, mille modi per viverloInvece il Subbuteo stato uno dei pochi giochi capaci ad andare oltre. Bastavano quei piccoli omini ed il tavolo della cucina per far diventare quello stesso tavolo uno degli stadi pi famosi del mondo, facendoci credere che il calciatore lanciato dal nostro dito potesse vivere di vita propria compiendo gesta balistiche fuori dal comune, il tutto creato ad hoc dalla nostra fantasia. Subbuteo stato, ed tuttora, un gioco particolare, un gioco nel quale linterpretazione delle cose era ad assoluta discrezione del giocatore. Mille modi di giocarlo, mille modi di intenderlo, dal gioco in s al collezionismo, in totale sinergia.

    Omini rossi, omini bluChi non ricorda il pacco base, quello con il panno verde, tre palloni bianchi, le due porte di plastica, il piccolo libretto delle istruzioni, la squadra rossa e la squadra blu? Non molto, ma tutto quanto bastava per iniziare a giocare. Il pacco base poteva essere impreziosito allinfinito, grazie al catalogo che anno dopo anno si arricchiva di decine di squadre nuove, accessori, spalti, tribune, tabelloni segnapunti, spettatori gi colorati o da colorare, palloni, il mitico campo astropitch (era la variazione del classico panno verde di cotone: un tappetino con fondo di gomma che non aveva bisogno di nulla per essere fissato, bastava srotolarlo e diveniva in un lampo un manto di gioco perfetto), e decine e decine di altri accessori per poter, nel migliore dei casi, poter costruire a casa propria un vero stadio completo di tutti i minimi particolari.

    Alla fine lo

    stadio lo costruivano proprio in pochi, i prezzi non erano esattamente abbordabili per un bambino, e le cose da comprare erano talmente tante che anche ricevendo un pezzetto od ogni compleanno o Natale, per riuscire nellimpresa di costruire uno stadiolo ci sarebbero voluti anni. Ma tutti noi abbiamo sognato di costruire in casa la perfetta replica dello stadio della nostra squadra del cuore, addirittura cera chi, non potendosi permettere i pezzi originali, costruiva le sue tribune con il Lego od il Meccano, facendo venire fuori cos un ibrido non troppo lontano dalla realt degli stadi di provincia o delle serie minori. Questo uno dei segreti del successo di questo gioco: non serviva altro che il kit base per essere al livello di tutti gli altri, il resto era tutto colore e fantasia. Bastava avere un paio di squadre con i colori giusti ed il gioco era fatto. La maglia bianconera a strisce poteva essere la Juventus, ma per la scatola stessa che conteneva i fantastici 11 poteva essere anche lAscoli, il Siena, lUdinese, il Newcastle, il Notts County, lo Charleroi, e cos via. Bastava avere una squadra rossoblu per poter avere Genoa, Cagliari, Bologna, Crotone, Gubbio e tante altre estere. Funzionava cos per tutte le squadre.

    Il Subbuteo tra amiciLe regole erano semplici, eppure

    venivano parzialmente ignorate o stravolte dai giocatori, illusi

    che la replica di un gioco sul calcio dovesse

    avere le stesse regole del gioco

    reale. Le differenze cerano

    Il Subbuteo, come spiega anche Arturo Parodi nell'intervista delle pagine seguenti, non affatto un gioco immediato: apri la scatola e dentro ci sono due squadre, le porte, un pallone; s, ma poi? Non basta metterle sul panno verde, perch una partita abbia un senso. Vediamo allora di dare una rapida occhiata alle regole per capirne

    un po' di pi su quello che, con un minimo di applicazione, diventa vero e proprio calcio. Da tavolo, ovviamente.

    Undici contro undici, e questo non cambia, pallone parecchio pi grosso di quel che ci si aspetterebbe, portiere da manovrare con un'asta che arriva fin dietro la porta; gli omini stanno in piedi su una base semisferica (nel corso degli anni proprio l che si sono concentrate le innovazioni e le principali migliorie tecniche)

    che consente loro di scivolare sul campo restando (quasi) sempre in piedi. Come muoverli? Risposta facile, per un subbuteista, ed dal primo tocco che uno pu farsi un'idea sull'essere portato o meno per la cosa: si gioca solo ed esclusivamente in punta di dito. Traduzione: si colpisce la base con l'unghia di indice o medio, senza mai (imperativo categorico) fare leva sul pollice ma solamente sulla superficie di gioco. Tanto quanto gancio e rullata sono mosse vietate intorno

    ad un calciobalilla, cos la bicellata bestemmia in materia di Subbuteo.

    Andiamo avanti, e facciamo rotolare il pallone. Si mantiene il possesso finch l'omino messo in movimento colpisce la palla (e questa o l'omino stesso non vada-no a toccare un avversario). Nel mentre, l'altro giocatore ha a disposizione uno spostamento (sempre a patto di non scontrare omini e sfera) ad ogni tocco altrui. Massimo tre tocchi di palla con lo stesso omino, poi deve toccare ad un compagno. Per modificare la disposizione in campo della propria formazione sono inoltre

    a disposizione tre ulteriori mosse prima di un calcio d'angolo o di una rimessa dal fondo, con la squadra in attacco a effettuarle per prima e quella in difesa a prendere - di conseguenza - le opportune contromisure.

    Ok, l'azione ormai impostata. Bisogna concluderla, per. Gi, il tiro. Ed arriviamo a quella strana linea sulla trequarti che spesso ha confuso i neofiti del Subbu-teo. Quella, piazzata ad una trentina di centimetri dalla porta, la linea di tiro: si pu provare la conclusione (con qualunque omino si desideri: date un'occhiata

    su youtube e troverete difensori capaci di andare in gol arrivando direttamente dalla propria area...) solo se il pallone interamente al di l. Per parare, mano sull'asticella che regge il portiere e riflessi ben allenati. Pi o meno, tutto. A questo punto s, la palla passa a voi.

    le regole del subbuteotoCCHi, fALLi, LineA di tiro: eCCo Come si gioCA

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  • [ federico pastore ]

    E lungo lo strascico storico che conduce alla nascita del Subbuteo. In gran parte dei casi, versione questa ormai accettata dagli appassionati e dunque fissata nellimmaginario collettivo, linvenzione del gioco attribuita allinglese Peter Adolph, che effettivamente - questo un dato certo - ha fornito il nome al

    gioco. Subbuteo proviene dal nome latino del falco lodolaio (appunto Falco Subbuteo, sui testi specializ-

    zati). Essendo Adolph ornitologo ed essendo il falco lodolaio particolar-

    mente veloce e preciso nel catturare la preda, colui che oggi indicato

    come il grande padre del Subbuteo pens di battezzare in questo modo una creatura in realt gi esistente

    nella cultura inglese.

    Trova collocazione a fine Ottocento la notizia che sulle navi battenti

    bandiera britannica, alcuni marinai si fossero industriati a realizzare figurine

    di piombo, rappresentati calciatori. Non potendo essi giocare il football sul ponte, pensarono di adattarlo

    in uno spazio ridotto. Una sorta di simulazione. Certo non perfezionata, ma una specie di preistorico antena-to del punta di dito amatissimo in Italia e allestero. Intuizione, quella

    dei marinai, ripresa negli anni 20 (o 30, qui ci sono versioni discordanti) da W. L. Keelings, anche lui inglese.

    Keelings chiam il gioco New Footy, realizzando i calciatori con cartone laccato, su una base semisferica. Il

    problema di questa sorta di versione beta del Subbuteo era uno in

    particolare. Gli omini non facevano tanta strada sul pitch e soprattutto non potevano essere spostati dalla

    loro posizione iniziale. Per esempio, se uno faceva lala destra, restava sempre

    dalle navi al mondo e ritornoi primi tentAtivi, Le idee di AdoLpH, i mondiALi: poi gLi AmeriCAni, iL CroLLo... e zeugo

    LONDRA | 1978 I tempi doro del Subbuteo: Andrea Piccaluga (sulla destra, con la coppa in mano) dopo il Mondiale Juniores conquistato a Wembley

    ala destra e il suo raggio dazione era limitato alla zona di competenza. Il New Footy era una buona idea, ma

    era statico.

    Questo lo cap bene Peter Adolph, quando decise di rivoluzionare tutto, dopo la guerra. Siamo negli anni 50

    circa. Il materiale a disposizione di Adolph - la plastica - pi performan-te e si adatta meglio alle esigenze

    di quello che sar per milioni di ragazzini britannici e non il gioco dellinfanzia e delladolescenza.

    Adolph bilancia la base con inserti metallici, rendendola pi aerodi-namica e nello stesso tempo pi pesante. Porta il gioco dove pu

    sviluppare la fantasia, senza dunque limitare la posizione degli omini,

    come nella versione di Keelings, ma introducendo semplici regole. La

    palla di chi riesce a toccarla conse-cutivamente, non importa con quale uomo. Se non la prendi, tocca allav-versario. Che si pu muovere mentre tu giochi, a patto di non toccare n te, n la palla. Si crea dunque una

    tattica anche in fase di non possesso, si crea il campo di battaglia per milioni

    e milioni di sfide appassionanti e completamente coinvolgenti.

    Negli anni 60 il Subbuteo esplode letteralmente nella societ inglese,

    tanto che - da unindagine svolta nel 2002 - il 90% degli over 30, in Gran

    Bretagna, ha nellarmadietto un set Subbuteo. Ma non solo nellisola di Albione che vola il falco. Gli emigran-ti portano il gioco dappertutto, tanto

    che gli anni 70 sono quelli della prima Coppa del Mondo, evento

    sentitissimo e con una partecipazio-ne fuori dal comune. Tutti i ragazzi dagli 11 ai 16 anni giocano a Subbu-

    teo, in Inghilterra, come in Svizzera, in Austria, in Italia, in Germania, in

    Olanda, in Belgio, perfino in India e in altre ex colonie inglesi e non. Il 1970 lanno del primo mondiale, si gioca naturalmente a Londra, in concomi-tanza con le date della Coppa del

    Mondo di calcio, disputata in Messico. Il primo campione del mondo un tedesco, Peter Czarkowski, che scrive il suo nome nella storia battendo in

    finale il belga Pierre Tignani per 2-0. Il primo successo italiano arriva nel 1978,

    sempre a Londra, sempre in Coppa del Mondo, questa volta categoria Juniores, forse la pi frequentata e

    certamente la pi seguita quellanno. Vince Andrea Piccaluga, una sorta

    di monumento per gli appassionati. Tanto che, negli anni 80, il suo dito

    magico viene assicurato per 400 milioni di lire.

    Ormai il Subbuteo una realt di tutti i ragazzi e gli anni Ottanta rappresen-

    tano il boom pi florido per il gioco e per la casa che lo produce. La Wed-dingtons Games, che nel 1968 aveva acquistato il brevetto direttamente

    da Peter Adolph. E in questo periodo che molti adolescenti si sfidano

    nelle cantine o nei box, o nelle case, a suon di colpi di dita. Con le nuove attrezzature e gli accessori, sempre pi curati. Inizialmente, curioso

    ricordarlo, il Subbuteo veniva venduto cos. Squadre, pallone, regolamento e un gessetto per tracciare le righe del campo su un panno. Il panno era da trovare, a proprio piacimento. E ben successiva la produzione del pitch, quello da stirare prima di giocare,

    pi successiva ancora la diffusione di astropitch, il panno sempre teso e

    sempre pronto. Precursore involontario di tempi assai pi grigi per il gioco di

    Peter Adolph.

    Con lavvento dei videogames e dei primi personal computer, il mondo

    degli adolescenti cambia radicalmente. Lamericana Hasbro non lo capisce

    e sbaglia i tempi. Compra Subbuteo nel 1996 da Weddingtons e a fine 1999 annuncia che interromper la produzione delle squadre e di tutto il materiale, non sussistendo pi la

    convenienza domanda-offerta. Il 2001 un anno tragico per gli appassionati.

    Hasbro inizialmente sembra tornare sui suoi passi, ricominciando a pro-

    durre qualche pezzo, ma a maggio arriva la parola fine sullesperienza gestita dagli americani. La grande diffusione di Subbuteo finisce qui, anche se a guardar bene, era gi finita nel 1996, quando Hasbro

    acquist un gioco che non poteva reggere il confronto con la emer-

    gente, dirompente ed inarrestabile introduzione dei videogames.

    Il mondo cambia, Hasbro ci perde un sacco di soldi e allora il Subbuteo torna da dove partito. Dalle navi, cio da Genova, e dalla passione di

    chi ama costruire con le proprie mani i suoi divertimenti. I figli dello storico

    distributore italiano Edilio Parodi - azienda genovesissima, con sede

    attualmente a Manesseno -, per anni e anni leader in Italia, lanciano il

    marchio Zeugo a met anni 2000. Zeugo, che in dialetto genovese signi-fica gioco, riprende le figure degli anni 70, le pi amate e le meglio perfor-manti. I giocatori, quelli umani, per, sono sempre meno, tutti con qualche capello grigio. E tra i giovanissimi, c

    ben poco ricambio. Il Subbuteo morir con la generazione che aveva 14 anni

    nel 1994? Difficile dirlo qui.

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  • GENOVA | 6 feb 2012 Luci sul Subbuteo,

    oggi come negli anni Settanta,agli albori del mito: ma la passioneche muoveva i ragazzi di ventanni fanon si pu pi trovare. E cos il calcioda tavola resiste, rimane,seppur ammantato di nostalgia

    eccome, ma alla fine non importava. Bastava giocare, segnare e far esultare lomino. Tutto questo in teoria, perch le polemiche a non finire sulle regole cominciavano sul pavimento di casa con il compagno di scuola proseguendo nei primi tornei tra amici, dove ognuno aveva un regolamento tutto suo, tant vero che prima di iniziare a giocare bisognava mettersi daccordo su quali regole usare per non finire a litigare sulleffettiva validit di una mossa o meno.

    I tornei ufficialiTutto questo riguarda il formato casalingo dei neofiti, ovviamente, perch fin dalla sua comparsa il Subbuteo ha visto nascere una miriade di club e gruppi di appassionati che utilizzavano il regolamento ufficiale con unapplicazione maniacale, che consentiva loro di sfruttare il gioco in tutta la sua potenzialit, ed organizzare i primi tornei e campionati a sfondo agonisico. Le prime competizioni a livello nazionale, europeo e mondiale risalgono al 1970 e proseguono tuttora in tantissimi paesi del mondo. Il primo campione italiano di Subbuteo fu il genovese Stefano Beverini che, grazie a quella vittoria, si guadagn il diritto di partecipare ai campionati del Mondo, disputati nel 1974 a Monaco di Baviera in concomitanza con il mondiale di Cruijiff e Beckenbauer.

    Il fascino di unepocaI club e le associazioni sono tuttora innumerevoli, con differenze sostanziali tra di loro, che riguardano lutilizzo dei materiali o regole particolari. Citiamo lesempio Old Subbuteo, unassociazione che nata nel 2006 che si prefigge lobiettivo di riunire collezionisti, giocatori occasionali, ed organizzare scambi e tornei per gli appassionati di questo gioco con regole e materiali esclusivamente anni 70/80, con levidente obiettivo di ricreare in maniera fedele atmosfere e tornei con il fascino dellepoca, un fascino forse intaccato dalla modernizzazione dei materiali, delle regole dei tornei e soprattutto nello spirito old, dove - come affermano sul loro sito - seriet e rispetto per le regole del gioco si sposano a momenti di amicizia, aggregazione e divertimento.

    Quando si entra nel mitoLe cose sono cambiate per il Subbuteo negli anni, il gioco ha vissuto tanti inizi e tanti momenti difficili, quello che non cambiato laffetto ed il personalissimo bagaglio di ricordi che ciascuno riscopre ogni qual volta vede un omino, oppure ogni volta che la parola magica Subbuteo viene tirata fuori. Il mito del Subbuteo stato fatto della passione della gente, di quelli che quando entravano in un negozio di giocattoli andavano a cercare il reparto verde, quelli che in ginocchio sul pavimento di casa ad un certo punto sentivano un dolore lancinante e non capivano se il dolore provenisse dal ginocchio nel quale si era conficcato il pezzo di omino schiacciato o dal cuore per aver rovinato la miniatura, di quelli che riattaccavano lomino con lattack che gli faceva le caviglie pi grosse di quelle di Rumenigge, quelli che li riattaccavano con laccendino, ed inevitabilmente facevano diventare lomino pi basso, che poi diventava il numero 10, giocatore pi bravo perch diverso, di quelli che aprivano la base e ci mettevano un piombino in pi per essere pi precisi e battere lamico di turno. Quelli del Subbuteo.

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  • Cos lidea del gioco di calcio fin in soffitta?Per qualche tempo si, visto che la ditta genovese non tir fuori nulla. Poi, un giorno, mio padre lesse un annuncio su una rivista inglese che vendeva questo gioco, Subbuteo, era un annuncio piccolino, lo ricordo ancora. Vedendo che si trattava di un gioco di calcio gli scrisse. Ricordo benissimo il momento in cui mio padre arriv tutto trafelato nella nostra casa di Gavi, era estate, con il pacco appena arrivato.

    Vi ci buttaste a capofitto, immagino.A dire il vero no, eravamo impegnati a giocare con il pallone vero, ma dopo cena aprimmo la scatola, e vedemmo il Subbuto (come lo chiamava mio padre) per la prima volta. Sistemammo il gioco, mio padre assieme a mio fratello si impegnarono nel tradurre le istruzioni, che erano in inglese e con mio cugino disputammo la prima partita, sotto locchio perplesso di mio nonno, che osservava con le mani in tasca. Ci furono subito le prime discussioni, io giocavo in punta di dito, mio cugino con la classica e vietatissima bicellata. Passammo la notte a guardare gioco e catalogo, erano davvero affascinanti.

    Suo padre ne rimase affascinato come voi?Mio padre dopo ferragosto prese un aereo, ed and a prendere accordi con gli inglesi. A fine agosto 1971 arriv un inglese con tutto il campionario. Era il classico gentleman inglese, baffetti e cappello. Speravamo con il suo arrivo di scoprire le regole del gioco che fino ad allora non avevamo capito o che ignoravamo. Ma lui era un commerciale, ne sapeva meno di noi....

    Entrando nellufficio di Arturo Parodi, figlio di Edilio, il fondatore della Edilio Parodi snc, storica ditta di produzione e distribuzione di giochi genovese, si capiscono molte cose. Nella libreria, esposti con orgoglio, giochi, foto, trofei. C una predominanza assoluta nel tipo di articoli disposti senza un ordine preciso: domina il verde. Quel tipo di verde che tutti quelli che hanno avuto a che fare con articoli del genere conoscono: il verde Subbuteo. Si vedono scatole storiche, teche con miniature di calciatori, la Coppa del Mondo di Subbuteo (quella vera, non una miniatura: il John Waddington Trophy), svariati accessori depoca, e molti articoli dellerede del Subbuteo, Zeugo, il gioco di calcio da tavolo che adesso la Edilio Parodi produce con orgoglio, lo stesso orgoglio con cui Arturo Parodi inizia a darci qualche cenno sulla storia che accomuna la sua ditta di famiglia ed il celebre Subbuteo. Il Subbuteo un gioco inglese nato nel dopoguerra per intuizione di Peter Adolph - racconta Parodi -, un ornitologo che diede a questo passatempo da lui inventato il nome Subbuteo, nome latino del Falco Lodolaio, che in inglese si chiama hobby. Per lui era un bellhobby, e anche per gli altri appassionati dellepoca, che potevano reperire il gioco soltanto per corrispondenza.

    Signor Parodi, una volta entrati qui, guardando quello che c sugli scaffali (foto depoca, omini, accessori e la Coppa del Mondo di Subbuteo) si vede che il Subbuteo stato parte integrante della Edilio Parodi. Com nata questavventura?La storia questa... Mio padre, Edilio, ha sempre avuto a che fare con i giocattoli, e ovviamente a me e a mio fratello i giochi non mancavano in casa. Nonostante ci io e lui passavamo tantissimo tempo a giocare con un gioco da noi inventato, fatto con i tappi delle bottiglie, una pallina di cotone e due porte costruite con il Meccano. Vi ricorda qualcosa? I tappi dovevano essere rigorosamente diversi uno dallaltro, cos come diversi uno dallaltro nella realt sono i giocatori. In questo modo scattava anche una sorta di collezionismo di tappi, un gioco nel gioco. Un giorno mi fece andare nel suo ufficio, avr avuto 12 anni, per mostrare il mio gioco ad alcuni rappresentanti di una ditta genovese che produceva giochi in scatola. Non riuscirono a tirare fuori nulla, forse non erano appassionati di sport, forse non ci credevano.

    Bella responsabilit per un ragazzino di quellet, suo padre si doveva fidare molto di lei.Quando vedi due ragazzini giocare pomeriggi interi ad un gioco qualsiasi naturale cercare di scoprire cos che li interessa cos tanto. Io sono sempre stato un ragazzino creativo, ero alla ricerca della modifica del gioco comprato nel negozio, il gioco cos comera non mi divertiva pi di tanto.

    GENOVA | 1984 Bobby Charlton, icona del calcio inglese, in compagnia

    di Edilio Parodi durante una visita di cortesia a Genova,guarda il manifesto del torneo di Subbuteo alla fiera Primavera

    Undici tappie una pallina: tuttocominci cos

    il DistriButore > i riCordi di Arturo pArodi

    di Michele Cammarere

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  • E la storia part, a quel punto.Si, la storia part subito. Linizio non fu dei pi semplici, dovemmo superare la diffidenza iniziale dei commercianti, il Subbuteo un prodotto particolare. Quando apri la scatola trovi piccoli pezzetti di plastica, non immediato come impatto. Ma superati gli ostacoli iniziali il successo fu immediato. In Italia pi di ogni altro paese, un pochino in Inghilterra, ma gli appassionati, grazie alla vendita per corrispondenza, erano gi disseminati ovunque.

    In Italia come sono nate le prime associazioni, i primi club di appassionati?In Italia siamo stati quelli che ci hanno creduto di pi. Mio padre per gli appassionati ha fatto un lavoro incredibile. Aveva creato una rete di rapporti con i club, tutti scrivevano a noi e lui li metteva in contatto. Senza distinzioni: nord, sud, cercava di far giocare tutti. E ci riusciva.

    Anche la distribuzione era piuttosto diffusa. Gi nei primi anni '80 le scatolette verdi del Subbuteo si trovavano ovunque.Si, cera una buona distribuzione. Erano altri tempi, funzionavano le piccole realt familiari, non i grandi centri commerciali ed i grandi gruppi. a causa del loro arrivo che siamo arrivati a questa crisi. Lunico modo per uscirne sarebbe mettere in condizione il piccolo commerciante di poter competere con i grossi marchi. difficile ma un passo che dovrebbe essere assolutamente fatto.

    Come la Hasbro, attuale proprietaria del marchio Subbuteo. Una grossa multinazionale che, a detta di molti giocatori di Subbuteo, ha compromesso la buona salute del marchio.La Hasbro una grossa azienda, grandi capitali, grosse possibilit economiche. Escono con dei giocattoli senza assolutamente considerare di vendere un bel gioco o meno. Loro devono soltanto vendere. Imporre un gioco al commerciante che funziona solo grazie

    GENOVA | 20 gen 2012 Arturo Parodi nel suo ufficio di Manesseno con una foto storica:

    Bobby Moore e Gordon Banks, campioni del mondo nel 1966con la maglia dell'Inghilterra, impegnati in una sfida di Subbuteo

    Arrivun inglese,speravamoci spiegassele regole:

    eravamo gi pi esperti di lui...

    Zeugo il gioco perfetto.

    Performante,curato. Ma

    oggi difficilevendere un

    prodotto cos

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  • LONDRA | 1977 Foto dall'album dei ricordi

    della famiglia Parodi:Giovanni Battista (a destra)

    a Wembley con Kevin Keegan (secondo da sinistra)

    GENOVA | 1984 Nella foto grande,

    Arturo Parodi impegnatoin una sfida al tavoloda Subbuteo controBobby Charlton

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  • alla pubblicit e alla forza commerciale. Nonostante il prodotto magari possa non essere valido. A me non piacciono i giocattoli di oggi, poca creativit. Gli unici negozi di giocattoli che mi piacciono sono quelli che trattano il gioco educativo, quelli che non trattano giocattoli iperpubblicizzati, quelli che stanno attenti alla qualit del gioco, dei materiali, che aiutano il bambino a crescere. Le grosse aziende non fanno attenzione a questi piccoli particolari.

    piuttosto incredibile che una grossa azienda come la Hasbro non sia riuscita a valorizzare il marchio Subbuteo, non crede?Ribadisco il concetto di prima. Il Subbuteo non un articolo facile, non un articolo da grossi numeri. un articolo che vende se trattato in un certo modo. Non puoi aspettarti grandi numeri, ti devi accontentare di tanti piccoli numeri, che sommati insieme fanno un successo. Ci vuole cura, per il cliente e per il rivenditore.

    Per parlare di date, quando arrivata Hasbro?Abbiamo continuato dal 1971 al 1995, quando arrivata la lettera di Hasbro, nuova proprietaria del marchio, che ci licenziava. E ci imponeva di interrompere il lavoro e distruggere lo stock. Avevamo un contratto decennale, ma la legge inglese considerava inaccettabili contratti cos lunghi. Cos Hasbro ha potuto fare quello che ha fatto. Anche forse grazie al suo potere economico, forse. Cos iniziata la battaglia legale, purtroppo senza successo.

    Le faccio una domanda particolare: quando avete ricevuto la lettera di licenziamento, avete deciso di lottare pi per un discorso economico o di cuore?Tutte e due, praticamente Subbuteo era il 70% del fatturato, ma non solo: era la parte determinante del fatturato. Con Subbuteo andavo nei punti vendita ed avevo una carta commercialmente forte. Senza il Subbuteo non ti rispetta pi nessuno, per molti motivi. E poi era larticolo su cui avevamo investito 25 anni di lavoro, ormai era un affare di famiglia. E poi, cosa non trascurabile, mio padre ha contribuito in modo determinante per migliorare il gioco stesso. Era lui a chiedere nuovi accessori e modifiche. Subbuteo ha avuto lassortimento che aveva anche e soprattutto grazie a mio padre.

    A proposito di accessori, io ho sempre immaginato da piccolo che i figli di Edilio Parodi avessero chiss che accessori e chiss quante squadre... cos?No, abbiamo sempre avuto un campo normalissimo, niente stadi, niente super collezione di squadre. Certo, potevo cercare con pi facilit quelle che piacevano a me, ossia quelle con basi pi larghe.

    Comera il rapporto con i club e le associazioni?Io ho iniziato a lavorare qui per seguire proprio i rapporti con gli appassionati. Cera chi chiedeva regole, chi chiedeva come organizzare un torneo e chi chiedeva di organizzare un campionato. Adesso il rapporto un po cambiato, prima cerano i campionati di Subbuteo, adesso si sono trasformati in campionati di calcio da tavolo, con materiali diversi, non solo targati Subbuteo, quindi progressivamente sono un po calati, non essendo noi totale punto di riferimento.

    Per ci che riguarda i materiali com cambiato Subbuteo negli anni?Subbuteo non ci ha mai seguito quando gli chiedevamo di produrre un gioco pi performante. Volevamo un gioco che giocasse meglio. Il Subbuteo con lomino degli anni '70 giocava meglio. Una questione di materiali. A met degli anni '70 la ditta faceva fatica a soddisfare le nostre richieste in fatto di ordini, perch la produzione passava obbligatoriamente dalla colorazione che allora era affidata alle famiglie della zona, che coloravano a mano ogni singola miniatura, cos iniziarono a produrre in maniera automatizzata in un nuovo stabilimento, a Leeds. Lomino che veniva prodotto nei nuovi stabilimenti era il famoso omino zombie che, oltre ad essere brutto esteticamente, era brutto per giocare. Abbiamo lottato moltissimo per far cambiare quel tipo di miniature, ci siamo riusciti con mille difficolt, anche se non mai stato come il primo prodotto.

    Com finita la storia con il Subbuteo?Dopo tantissimi problemi legali con Hasbro, che aveva iniziato una produzione massiccia del Subbuteo, ribadisco, senza nessuna cura per il gioco, noi iniziammo a produrre Zeugo, che era, per noi il gioco di calcio da tavolo perfetto: fatto bene, performante, un gioco fatto per divertirsi. Subbuteo veniva prodotto in serie, stampato, dipinto dalle macchine, senza nessuna cura per la giocabilit. Lamarezza sta nel fatto che i commercianti, compresi quelli genovesi, sceglievano di vendere Subbuteo, per il nome e per il prezzo pi competitivo del nostro, nonostante fosse il nostro il gioco migliore. Non c pi cura per il prodotto per quello che riguarda queste grosse ditte. Si torna al problema di fondo, i piccoli non sono in condizione di competere con i grandi, loro hanno soldi, pubblicit, potere economico e persuasivo. I negozi chiudono, rimane solo la grande distribuzione, che vende il prodotto del grosso produttore.

    Un po di amarezza per come finita la storia con Subbuteo palpabile. Daltronde Edilio Parodi e tutti i suoi collaboratori sono stati davvero fondamentali per la diffusione, il miglioramento, e lingresso di Subbuteo nel mito. Un gioco importante, che grazie a questa ditta di gente seria ma soprattutto appassionata potuto diventare quello che stato, e sar per sempre nellimmaginario di tutti: un gioco mitico, che ha fatto innamorare milioni di persone in tutto il mondo.

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  • Enzo De Bastiani e il Cts Genova, nel segno del Subbuteo. Un gioco, spesso appellato sport da chi lo pratica, in declino ormai da anni, praticato quasi solo da chi lo praticava gi negli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Come unautomobile degli anni Trenta. Difficile trovare i ricambi. Ma difficile anche da dimenticare, se ha significato qualcosa. E per i ragazzi degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, il Subbuteo ha significato molto. Per alcuni - tanti -, semplicemente era tutto.

    La scomparsa del settore giovanileCose che forse gli adolescenti di oggi non possono capire, come quando gli stessi ragazzi degli anni Ottanta o Novanta sentivano i nonni raccontare dei giochi spartani della loro infanzia, o anche peggio, di quando a 20 anni erano gi in guerra. Invece di giocare con gli amici. Stesso effetto nei giovani di oggi, probabilmente. Abituati a divertimenti molto pi plug and play, molto pi diretti, veloci nellavvicinamento, nel consumo. E nella dimenticanza. Forse meno legati ad ingegno e senso pratico. Senza dubbio, meno romantici. Si parla, naturalmente, dei videogiochi. Nominarli ad un subbuteista come Enzo De Bastiani come bestemmiare in chiesa. De Bastiani sa cosa il movimento videoludico ha fatto al Subbuteo e che cosa ancora gli sta facendo. Ne ha ucciso il settore giovanile - dice il presidente del Cts Genova -, lho visto con i miei occhi seguendo il club, che ho fondato qui a Genova nel 2007. Non c niente da fare, qualcuno eravamo riusciti ad introdurlo, intendo juniores sotto i 14 anni, ma poi

    si sono persi tutti. Vedo purtroppo che anche negli altri club si fa una fatica matta per tenere in piedi un settore giovanile ormai pressocch inesistente.

    All'inseguimento di Sanremo e La SpeziaNumeri, i coristi di De Bastiani. In Italia, attualmente, sono circa 1000 i tesserati presso la Fisct, Federazione Italiana Sport Calcio Tavolo. Un po pochini, paragonati alle centinaia di migliaia di giocatori di solo dieci o venti anni fa. Tra questi, giovani non ce n. O ce n pochi. De Bastiani per non si scoraggia e tiene duro. Dal 2007, sono passati di qua circa 52-53 soci, ora sono appena 8 quelli ufficialmente iscritti. Capisci che abbiamo dovuto regolamentare meglio la situazione. Attualmente, accettiamo solo persone che hanno voglia di competizione e di impegnarsi in questo gioco. Non avendo nemmeno una sede, non possiamo pi prendere tutti e disputare dei tornei interni, insegnando a giocare. Prima, eravamo a San Bernardino (le alture sopra Manin, ndr), ci avevano messo a disposizione un locale e si giocava l. Avevamo anche la possibilit di organizzare degli open, come abbiamo fatto due anni fa. Ma poi abbiamo perso pure la sede e cos giochiamo nel bunker di un nostro amico, in attesa di reperire un locale. Nonostante questo, il Cts sta per salire in Serie C. Lobiettivo andare a prendere i rivali di Sanremo, attualmente in B. Siamo partiti dalla D, che lultima categoria, quindi la prima quando sei nuovo. Il mio obiettivo iniziale era riprendere la gloriosa tradizione del Subbuteo genovese,

    il circolo > enzo de bAstiAni e LA rinCorsA deL Cts genovA ALLA promozione

    Quelli che non smettono di giocaredi f. past.

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  • che tanti campioni e tanti titoli ha regalato nel corso degli anni. Purtroppo, verso il 2000 circa, si chiuso quel fantastico ciclo e con fatica, adesso, stiamo cercando di recuperare la storia. Abbiamo in squadra una vecchia gloria come Valentino Spagnolo, certamente il pi forte giocatore ligure, vincitore dello Scudetto, di vari titoli regionali e di un Campionato Italiano. Poi, ci sono parecchi talenti diciamo pure emergenti, ragazzi di 30 o 40 anni che hanno voglia di fare bene e provare a vincere qualcosa. Per questo ho ragionato sulla chiusura del club, diciamo su un numero basso di persone che potesse essere il pi competitivo possibile. In Liguria siamo i pi giovani, i club di La Spezia e Sanremo iniziano a patire la situazione, perch stiamo andando a prenderli, nonostante siamo attivi da pochi anni.

    Oggi si gioca a Calcio TavoloAttivi ed entusiasti. Il Cts ha una maglia personalizzata, come le vere squadre di calcio, con la croce rossa di Genova sul petto, rigorosamente in campo bianco, i nomi e i numeri sulla maglia. Insomma, i ragazzi di De Bastiani fanno sul serio. Ma anche il Subbuteo cambiato - racconta il presidente -, oggi si definisce infatti Calcio Tavolo. unaltra cosa. Si gioca con materiali pi professionali, molto pi costosi di prima e disponibili quasi solo online, tramite i produttori, direttamente. Senza pi passare per i negozi, come succedeva un tempo. Gli omini sono costruiti con materiale infrangibile, con basi equilibrate, tutti uguali e non si rompono praticamente mai. Prima invece era ben diverso. Diciamo che il Calcio Tavolo, attualmente, pu essere avvicinato di pi al concetto di biliardo. Credo che sia meno ruspante di prima, ma pi spettacolare, magari una cosa pi da adulti, ma direi pi spettacolare.

    Tra sponsor e nuovi materialiI materiali, dunque, hanno cambiato non poco la conformazione del movimento, un movimento gi minato dallavvento dei videogiochi,

    poi trasformato in maniera netta dallevoluzione dei materiali. Che ha generato giocatori pi livellati, grazie alla maggiore facilit di ottenere risultati accettabili. Un po come nello sport in generale, dove invece del talento, si notano assai di pi il ritmo, la forma e la prestanza fisica, la tattica. Il vecchio Subbuteo, probabilmente esiste solo negli armadietti degli appassionati. Oggi, si parla di Calcio Tavolo. Il Subbuteo infatti non pi accettato nelle competizioni ufficiali - dice De Bastiani -, si gioca con i materiali moderni. Tutti hanno le squadre di nuova generazione, perch funzionano molto meglio. Tutti hanno anche degli sponsor, ma di nuovo sono nella situazione di paragonare. Penso ad esempio al clan di Pes - Pro Evolution Soccer, il famosissimo videogame sul calcio -, che riceve una cifra parecchio importante da Hitachi, circa 12.000 euro, ed ha molti ragazzini al suo interno. Noi dobbiamo ringraziare il nostro sponsor Carige, che ce ne da 300... Le dimensioni sono molto diverse. Qui a Genova non c pi grande passione, ci sono solo alcuni giocatori che non mollano, ma per essere competitivo devi prendere degli extra-regione. Come nel nostro caso. Ne abbiamo quattro su otto. Non che vengono a vivere qui come nel calcio vero, ci vediamo ai tornei, per non fanno parte della nostra scuola.

    Sempre in campoMentre cerca di fondare la sua nuova scuola, Enzo De Bastiani pensa gi alla prossima tappa. Modena, tra due settimane. Un open cui il Cts parteciper. Ci saremo, con la solita voglia di far bene. Poi, ad aprile, si svolgeranno gli Italiani e la Coppa Italia a Montecatini, dove la federazione ha a disposizione dei locali per far disputare le partite. Speriamo di fare bene e di centrare lobiettivo principale di questanno, che ripeto: andare in C.

    PER SAPERNE DI PI Da segnalare infine il sito del Cts, curatissimo e ricco di curiosit, risultati,

    commenti ed immagini: www.ctsubbuteogenovaclub.blogspot.com

    CTS GENOVA Tre foto di gruppo per i ragazzi del Cts: nelle due sotto,

    sempre al centro, la vecchia gloria Valentino Spagnoloinsieme al presidente Enzo De Bastiani (foto Luca Rajna)

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  • Laspetto romantico del Subbuteo lo incarna un giocatore in particolare. Il genovese Francesco Conti, che oggi ha 30 anni, e da dieci si ritirato dai tavoli, dopo aver vinto due campionati italiani espoire (1998 e 2000), uno juniores (1995) e due masters. Ed essere stato per cinque anni, tra il 1992 ed il 1997 il numero uno nel ranking juniores del nostro paese. Ci sono anche due finali perse nella carriera di Conti, a testimonianza di un curriculum da uomo sempre in fondo alle competizioni importanti. Fino al declino delle motivazioni e dunque anche dei risultati, giunto ad inizio secolo, quando arriva il ritiro definitivo. Di cui diremo. Non per sul palmares che bisogna concentrarsi, per raccontare questa storia. sugli aneddoti. Il palmares parla s di un vincente, ma anche e soprattutto di un ragazzino che amava questo gioco e che lo ha saputo interpretare in una forma davvero singolare.

    Il rimpianto del portierinoIncontriamo Conti in un contesto particolare, alla mostra Arte Genova 2012, alla Fiera di Piazzale Kennedy. La chiacchierata si svolge tra un dipinto di J. Peter Witkin, uno di Serrapiglio, Cristini, Claudio Monnini e il divertente e dissacratorio Glory Hole di Adolfo Maffezzoni. Questo inizialmente. Ma lintervista vera, quella dove il ragazzo di Oregina tira fuori le cose migliori, arriva lontano dal trambusto del via vai e degli occhi che rincorrono le immagini. Saliamo al piano superiore del padiglione C. Lobiettivo fumare una sigaretta. Dentro naturalmente vietato. Ci sono due sedie da bar, di plastica bianca, in fondo, tra frigoriferi della Coca Cola

    il giocatore > frAnCesCo Conti, per Anni Ai vertiCi, rACContA iL suo subbuteo

    Ricordi, vittorie e rimpianti di un talentoOcchio a sbagliare col portierino...

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    vantaggio acquisito e dunque la possibilit di vincere gli US Open, iniziati da perfetto sconosciuto con un rusticissimo sponsor sulla polo. Ma, alla fine, manda la palla di l, come voleva. Scatenando il delirio del pubblico. Situazione simile per Conti, che dalla sconfitta contro Intra, tira fuori una carriera da dieci e lode. iniziato tutto l - prosegue -, prima avevo giocato solo un torneo regionale con mio cugino, con il quale in quel periodo trascorrevo molto tempo. Pure l persi in finale, 5-0 contro il Milan di un tal Bussetti. Era stato un buon risultato, come prima apparizione. Iniziai ad allenarmi e a credere di poter fare bene. E, soprattutto, conobbi i miei compagni del Genoa Club, importantissimi per me. Paolo Musso, Davide Massino, Fabio Malvaso, Andrea Lampugnani, tutti pi grandi di me, tra i trenta e i quarantanni. stato con loro che ho diviso le giornate pi belle e i ricordi migliori, legati soprattutto ai tornei a casa di qualcuno, quando si facevano triangolari e quadrangolari e in palio cera lonore. Ricordo un altro aneddoto divertente. Si giocava a casa di mio cugino, che chiamava un amico ai piani superiori del palazzo, facendogli uno squillo sul telefono fisso - cera solo quello - in caso di sfida singola e due in caso di torneo a pi squadre. Dopo un po, lui scendeva e si giocava. Una volta, in uno di questi tornei, Gianluca Ferraris, lamico del piano di sopra, giocatore mai arrivato in ranking, sub gol e lomino and fuori dal campo dopo il tiro dellavversario. Con un grandissimo calcio al volo, Ferraris colp lomino che sbatt su un lampadario, rimbalz sul muro e cadde distrutto a terra. Era uno dei pibe. I pibe erano i fenomeni, i giocatori fatti meglio delle scatole, quelli che ti esaltavano di pi. La rottura di un pibe significava la fine di unera. Doveva generarsi un altro pibe, un altro leader in campo e non era una cosa che potesse accadere cos facilmente. Fu una scena incredibile, che non dimenticher mai.

    Imparare a vincereAltro aneddoto che fa capire come Conti intendesse il Subbuteo. Il viaggio per i nazionali espoire di Cosenza, nel 1998. Tutto in macchina da Genova. Io, DErcole, Malvaso e un altro ragazzo. Ci fermammo nella notte a Pisticci, provincia di Matera, nel luogo di origine della famiglia di Malvaso, ospitati da suo zio. La mattina dopo, ripartimmo per Cosenza, dove giocammo e io vinsi il mio primo titolo espoire. Ma il viaggio la cosa che ricordo con pi gioia, fu davvero emozionante. Con questi ragazzi e soprattutto con Malvaso, la persona con cui adoravo di pi fare le trasferte, mi faceva morire dal ridere. Conti parla poi di un altro personaggio importante nella sua carriera: Paolo Musso. stato Musso, che al tempo aveva trentanni pi o meno, ad insegnarmi a vincere. Vincere una cosa che si impara, non vinci sempre perch sei pi forte. Vinci perch sai vincere. una abilit mentale, la capacit di gestire la pressione e di esercitare tattiche utili in quel determinato momento. Ricordo che Musso girava attorno al tavolo e mi dava un sacco di consigli quando ero agli inizi. Una volta addirittura si fece espellere perch era troppo nervoso. Non so cosa vide in me, per aveva smesso quando mi conobbe e dopo ha ricominciato a giocare. Forse gli ho dato una seconda giovinezza, non lo so. Sicuramente lo devo ringraziare, perch senza di lui non so se sarei riuscito ad ottenere tutti i successi che ho ottenuto.

    Olanda e ArgentinaTorniamo un attimo indietro, al 1995, anno in cui Conti vince il suo primo titolo nazionale, lunico nella categoria juniores. Vinsi con lOlanda a base arancione, contro il torinese Cammarata. Un match teso, perch lo sentivamo tutti e due, fu anche una gara bruttina. La semifinale invece mi lasci un sapore particolare. Affrontai Zizola, sardo, accreditato da tutti come luomo da battere. Ce le demmo di santa ragione, fu una partita bellissima. Vinsi io a piazzati. Non avevo un gran tiro, ma qualcuna sono riuscito a vincerla, come quella partita l, che segn sicuramente il prosieguo della mia carriera di subbuteista. Mi port in finale e riuscii ad ottenere il primo titolo. Da l, presi fiducia e non mi fermai pi. Vincevo quasi tutti i tornei cui partecipavo e rimasi in cima al ranking juniores per cinque anni. Conti era diventato luomo da battere. Poi, il salto nella categoria espoire, tra juniores e senior. Che regala al genovese altri due titoli nazionali. Vinti con lArgentina, non pi con lOlanda. Abbandonai lOlanda, in un primo momento per un Parma con cui giocavo benissimo ma non vincevo niente. Poi presi ad usare lArgentina con base gialla, lArgentina All Stars. Con cui ho vinto due italiani e due master. Cerano Batistuta, Maradona, Kempes e Caniggia sulla destra, con fascia e capelli disegnati, malissimo, da me. Cercavo sempre di mettere un po di romanticismo nelle mie squadre.

    Mondiali? No, grazieIl 2000 lultimo anno di successi per Conti, che vince il suo secondo espoire, dopo la partecipazione del 1999 agli europei di Rotterdam. Non particolarmente fortunata. Giocammo sia a squadre che in singolo - ricorda -, ho ancora la maglia della nazionale a casa, naturalmente. Perdemmo contro il Belgio e io persi anche in singolo. Ricordo una fortissima giocatrice belga, lunica donna contro cui

    abbandonati ed un tavolaccio, di plastica pure quello. Vicino a noi il grande portone delluscita di sicurezza. Un angolo che ricorda un film di Fellini. Ci sediamo e si comincia. Questo il primo aneddoto che fa capire la mentalit del giocatore. Avevo 11 anni - inizia Conti -, stavo giocando la finale del mio primo torneo nazionale, il Guerin Subbuteo, sentitissimo. Contro un avversario davvero forte, Efrem Intra, che poi diventato un campione e ha vinto anche il Mondiale (in Germania, nel 2006, ndr). Perdevo 2-0, sono riuscito a recuperare e a pareggiare la partita, portandola ai supplementari. L, mi capitato di dover recuperare un pallone col portierino, un colpo non difficile, ma neanche facile. Sbaglio. Quando sbagli col portierino, il portiere non ce lhai pi e tocca allaltro, che ti fa gol a porta vuota. Sbaglia anche Intra. Ho la possibilit di giocare quel pallone decisivo in un modo diverso, pi sicuro. Ma ci riprovo col portierino, perch non accetto di non esserci riuscito. Sbaglio ancora. Intra stavolta no e mi fa gol. Perdo la finale ed il titolo. Non sono mai riuscito a vincere il Guerin Subbuteo nella mia carriera. il pi grande rimpianto, che mi porto dentro ancora oggi. Quel giorno, a vedere il torneo, che si disputava a Genova, cerano molti appassionati e giocatori di Subbuteo da tutta Italia. Qualcuno disse a Conti: Bravo, non te la sei fatta addosso - ricorda lui -. O qualcosa del genere. L si capito che potevo dire la mia.

    Esordi, applausi e pibeQualcuno forse ricorda il film Tin Cup, con Kevin Costner. Quando allultima buca il golfista impersonato da Costner tenta un colpo impossibile, finendo in acqua. E ci riprova fino a perdere tutto il

    GENOVA | 6 feb 2012 Una delle scatolette da gioco di Francesco Conti

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  • Girai una vhscon AntonioCabrini, che

    sbagliava tuttele battute. Finnelle scatole

    del Subbuteo

    Il GuerinSubbuteo erasentitissimo.Ho perso

    in finale, il mio rimpianto

    pi grande

    GENOVA | 6 feb 2012 Francesco Conti, 30 anni,

    genovese di origini greche:per anni, in giovent,uno dei talenti pi puridell'intero panoramasubbuteistico nazionale.Ha anche partecipatoad un corso in videocassettainsieme ad Antonio Cabrini

    abbia mai giocato. La fecero entrare dopo, finimmo 0-0 e perdemmo ai punti, visti i risultati delle altre partite. Ma veramente questa ragazza era fortissima. Nel 2000, si disputa il Mondiale seniores a Vienna. Conti ha 19 anni, convocato, ma rifiuta di partecipare. il primo segnale di una rottura che ben presto diventa irrecuperabile. Rifiutai di partecipare, in fondo forse sapevo di non poterlo vincere e non mi piace scendere in campo senza poter lottare per il primo posto. Questo un motivo. Un altro che avevo perso gli stimoli. Non mi allenavo pi. Mi sono sempre allenato pochissimo, ma l proprio non facevo pi niente. Poi avrei dovuto pagarmi laereo e non volli. Cos rifiutai e restai a casa. Niente Mondiale, che Conti non giocher mai in carriera.

    Il distaccoSuccessivamente, un italiano seniores a Bologna, dove il ragazzo di Oregina non brilla pi come in passato ed esce presto. A questo punto, laddio. Improvviso e netto. Smisi, per molti motivi. Il gioco era cambiato, la mia federazione anche. Ne esisteva una nuova che non mi piaceva pi. Le strumentazioni evolute poi, avevano stravolto la maniera di giocare. Con le squadre con la stecca e i campi con cui ho iniziato a giocare io, dovevi avere talento per emergere. Quando sono arrivati lastropitch e le profi-base, il livello si stabilizzato verso il medio. Molti giocatori, che prima non riuscivano ad esprimersi, tramite le tecnologie pi avanzate, hanno cominciato a vincere partite che prima non avrebbero mai vinto. successo un po ci che succede nel tennis moderno. Anche perch il Subbuteo molto simile al tennis, come mentalit. E come modo di redarre le classifiche, anche. Ora non

    c pi un Edberg che va a rete e vince i tornei, ora ci sono giocatori solidi, fisicamente fortissimi e con un cuore ed una corsa eccezionali. Ma talento poco. Secondo me, nel Subbuteo successa la stessa cosa.

    Quella volta, io e CabriniCos Conti esce da vincente, senza essersi per mai realmente misurato in un mondo seniores che non lo vedeva pi stella. Il ragazzo di Oregina non ne aveva pi voglia. Cos almeno dice lui. Gli restano gli amici, i ricordi, le coppe ed una vhs molto speciale. Levento Subbuteo girato a San Marino con Antonio Cabrini - ride -, s, fu una giornata molto divertente. Credo fosse allinterno di un Milan Camp o una cosa del genere. Restammo l una settimana. Io andai gi con Alberto Villa, che era presidente fondatore dellAicat e mi aveva portato l perch ero il campione juniores. Villa quello che ha creduto di pi nella promozione del Subbuteo, in assoluto. Avevo 14 o 15 anni, non ricordo bene. Non eravamo preparati alle telecamere, alle luci, alla regia. Inventavamo i testi e Cabrini sbagliava sempre le battute. Io me la cavai discretamente, feci i colpi che dovevo fare e la cassetta fin nelle scatole del gioco, del Subbuteo. E nellarmadio di Conti, insieme a tutta lattrezzatura, che ormai non esce di l da un pezzo. Chiss se un giorno lex campione italiano ci ripenser. Non so se ora sarei pi allaltezza, dovrei giocare e vedere. Di sicuro, se ricominciassi, non potrei pi usare la mia Argentina All Stars. Quella squadra ha vinto tutto, posso giocarci solo a casa di qualche giocatore, in amichevole. Serate di livello e di ricordi. Se rientrassi, dovrei farlo con una squadra nuova. Quel tempo finito.

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  • GENOVA | 6 feb 2012 Quattro squadre della collezione

    di Francesco Conti: Liverpool, Inghilterra,Camerun e una dettagliatissima Lazio

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  • cineMa > un registA e un musiCistA portAno iL subbuteo suL grAnde sCHermo

    Il sogno di Davide e la sfida a GoliaSubbuteopia, il documentario

    di Federico Pastore

    C un luogo segreto, dove respira un sogno, un sogno che non da nessuna parte, eppure . Eutopia - buon luogo. Outopia - nessun luogo. Subbuteopia. Un progetto che rende corpo il respiro e dal luogo segreto, lo conduce dove le persone lo possano vedere. Al cinema e sui supporti dvd.

    Lidea e i fondiSubbuteopia nasce dallidea del regista Pierr Nosari e del musicista Enrico Fontanelli, supportata dalle case di produzione Pop Cult e La Societ Sintetica, entrambe indipendenti e specializzate in documentari creativi. Un altro grande aiuto, il non luogo del Subbuteo lo riceve dal portale Verkami. Che cos Verkami? Molto interessante andarlo a scoprire. Verkami un crowdfunding. Come i bambini, a domanda risponde unaltra domanda. Che cos un crowdfunding? Isolando le due parole inglesi che compongono il nome, si capisce che una crowd, gente, laltra funding, fondi. I fondi dalla gente, intesa come comunit. Una comunit libera, che dona ad un progetto se il progetto la interessa, senza n costrizioni, n vincoli. Funziona cos. Un artista indipendente ha unidea, intende realizzarla, ma gli mancano i fondi. Cruccio di molti giovani e meno giovani sognatori. Scopre Verkami, pubblica il suo progetto in una pagina dedicata del sito

    ed ha 40 giorni di tempo per raccogliere adesioni e dunque sovvenzioni. Lofferta libera, si va dai 10 euro ai 500, ai 1000, ma anche oltre. Un singolo privato pu donare ci che desidera. Chiaro che, pi alta la somma, pi alta la ricompensa. Nel caso di Subbuteopia, documentario fortemente voluto da Nosari e Fontanelli, il tetto da raggiungere era 15.000 euro. Per concludere le riprese e realizzare la post produzione.

    Obiettivo raggiuntoIl team che ha messo su questidea proponeva in cambio gadgets, quali magliette, squadre, box esclusivi con il dvd del film, biglietti per le anteprime in programma nel 2012/13 in tutta Italia e il proprio nome o il logo della propria associazione nei titoli di coda del girato. Beh, i ragazzi di Subbuteopia, attraverso Verkami ed una lunga lista di appassionati sostenitori, ce lhanno fatta! 15.750 euro raccolti, anche oltre il limite di 15.000 fissato in apertura dai creatori del documentario. 360 mecenati, sono chiamati cos - a ragione - i liberi donatori sul circuito Verkami, hanno appoggiato concretamente la causa di Nosari e Fontanelli, rendendo possibile dunque la conclusione effettiva del film. Film il cui trailer - in verit in ben quattro versioni - gi disponibile sul sito di La Societ Sintetica, casa co-produttrice

    insieme a Pop Cult del progetto.

    Le origini e le leggendeSi parla naturalmente dellornitologo Peter Adolph, il grande pap di Subbuteo, con interviste ad amici e conoscenti e riprese realizzate a Longton Road, il paesino inglese da cui tutto partito alla fine degli anni Sessanta. Poi, le curiosit sul movimento sia passato che moderno, con interviste a personaggi di spicco del Subbuteo di casa nostra, come i fratelli Giovanni Battista ed Arturo Parodi, figli del primo e pi grande importatore italiano di Subbuteo, Edilio Parodi, famosissimo tra gli amanti di questo gioco. Oppure al campione del mondo Juniores del 1978, il pisano (dadozione, i natali sono genovesi) Andrea Piccaluga, che a Londra proprio nel 78 batt 3-0 il tedesco Dirk Barwald, diventando il primo italiano a fregiarsi della corona iridata (e di unassicurazione milionaria per il proprio dito). Impresa riuscita poi nel 1982 anche a Renzo Frignani, sempre contro un tedesco, Horst Becker, ma questa volta nella categoria Seniores.

    Davide contro GoliaSubbuteopia non per solo cronaca di una vita vissuta o un amarcord. I creatori del progetto tentano di dare un risvolto sociale al documentario, portando alla luce un movimento che nel contesto attuale pare davvero

    di nicchia. Quasi scomparso. E utile ricordare che la produzione di Subbuteo stata interrotta nel 2000, quando Hasbro non ritenne pi di investire sul marchio che aveva comprato poco prima, nel 1996, dalla storica proprietaria inglese, la Waddingtons Games, facendone lingranaggio di unindustria che, limitandoci ai dati del 2010, si stima abbia ricavato circa 4 miliardi di dollari. Un ingranaggio in cui gli omini del Subbuteo non si sono mai incastrati, troppo abituati alle cure degli artigiani che manualmente dipingevano le loro gambe, visi e divise. E dunque mal disposti alle dozzinali cure di una catena di montaggio automatica. Cos come chi poi gli omini li anima, cio i giocatori. Che Hasbro non lhanno mai amata, perch realizzava un prodotto senzanima, non trasmetteva la passione di mano in mano. Erano omini freddi, dicono i giocatori, e rispondevano anche male sul prato. C infatti chi spenderebbe un sacco di soldi per una squadra prodotta negli anni 70. E chi ce lha, non se ne priva. Insomma, a volerla vedere un po pi in grande, Subbuteopia Davide contro Golia, come gli stessi ideatori dichiarano nella presentazione del progetto. Un progetto certamente romantico ed appassionato, che ha gi convinto 360 mecenati e che aspettiamo di vedere presto nelle sale italiane.

    SUBBUTEOPIA | Primavera 2012 Sotto, il logo di Subbuteopia, in arrivo a primavera.

    A destra, linglese Stephen Moreton e il suo Stadium of Fingers:il campo da Subbuteo pi grande del mondo [foto: subbuteopia.com]

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  • omini, palloni e dita... in 5 libriLe pubbLiCAzioni CHe megLio HAnno sAputo rendere iL sApore di unA sfidA A subbuteo

    Bungaloo Publishing - Undici storie diverse nei

    contenuti ma identiche nella passione verso il Subbuteo.

    Il calcio in punta di dito visto nel suo aspetto pi feticistico, per quelli per i

    quali il Subbuteo non mai stato e non potr mai essere

    solamente un gioco, ma molto di pi.

    Nicola De Leonardis - Pan-ni verdi, omini, colla e lunghi

    pomeriggi con gli amici: il Subbuteo un gioco

    creativo e interattivo con cui portare alla vittoria realt locali che mai avrebbero

    avuto tale possibilit, ma an-che un grande strumento di socializzazione, di incontro e

    di nascita di amicizie.

    Daniel Tatarsky - Tatarsky ripercorre dalle origini a

    oggi la storia di unimpresa e di unutopia: dallipotesi che fosse possibile subbu-teizzare qualsiasi evento

    del mondo reale, fino al mo-mento in cui, incalzato dalla concorrenza dei videogame,

    il gioco stato ritirato dal mercato.

    Fabrizio Ghilardi - Il gioco che ha appassionato miglia-ia di bambini accompagna in questo nuovo libro i due protagonisti, chini sul tap-

    peto verde, a cavallo tra 70 e 80. C anche il mondo degli adulti, incarnato dai

    genitori, dagli insegnanti e dal nonno, che regala ai due fratelli lagognato Subbuteo.

    Charlotta Smeds - La Smeds e una fotografa

    (tanto brava quanto bella) svedese che vive e lavora a Roma, in Flick About riuscita nellimpresa di

    rendere una perfetta unione tra fotografia e Subbuteo,

    esaltando il gioco del cuore come mai nessuno era riu-

    scito finora.

    Vite in puntadi dito

    Storia illustratadella nostalgia

    Subbuteo...o son desto?

    Wembleyin una stanza

    Flick about(libro fotografico)

    2008 2007 2010 2010 2006

    SUBBUTEOPIA | Primavera 2012 Due immagini da una sfida di Subbuteo, ripresa

    per il documentario sul calcio in punta di dito ideatoda Pierr Nosari ed Enrico Fontanelli [foto: subbuteopia.com]

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    012

    Con questodocumentario

    spero di portarefortuna

    allAtalanta

    Giocavoa Subbuteo

    da solo. Il campoera disegnato

    sopra una tenda

    Mai giocato.Ma questa potrebbe

    essere la voltache comincio

    Perdevo,e non mi

    divertivo. Oraper s, chemi diverto

    PIERR NOSARI Regista e autore

    ENRICO FONTANELLI Autore

    ANDREA DALPIAN Direttore della fotografia

    GIUSI SANTORO Produttore Pop Cult