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flou - numero 0

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Il primo numero della rivista Flou; in questo articolo la giornalista inglese di origine iraniana va alla scoperta della Sila piccola, immergendosi in una parte di Calabria celebrata come uno tra i luoghi più belli al mondo.

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"Azadeh, a te un reportage nel cuore delle montagne silane!’. Accadde così ed un momento dopo mi ritrovai catapultata dall’altra parte del mondo. Il timore del nuovo la fa da padrone. Da quel Medioriente sabbioso, arido e caldo nel quale sono nata, passando attraverso la grigia e mai serena Londra nella quale vivo, arrivando alla verde e rigogliosa Sila. Inizialmente resto aggrappata al cordone ombellicale che mi rassicura e faccio di tutto per concentrarmi razionalmente su cosa analizzare. Le telefonate al caporedattore non aiutano, tutt’altro, mi disorientano! Utilizzando i pochi minuti a disposizione esordisco andando dritta al punto: "non riesco a farlo questo reportage, mi avete dato una cosa a me troppo sconosciuta per poterla descrivere degnamente!" Dall’altra parte del filo solo consigli tecnici. Per qualche tempo ho continuato a sentirmi spaesata e distante perché la memoria dei luoghi familiari non era capace di far spazio ad altro. Dopotutto però, quello era sempre stato il mio lavoro

e la mia passione e non ci sarebbe stata resistenza alcuna a fermarmi. Una partenza, un arrivo e soprattutto un viaggio, il viaggio, quello in luoghi che diventano emozioni ed emozioni che prendono forma diventando magicamente luoghi. Ci sono, per arrivare da Londra in Calabria occorrono molte ore di volo, credevo esistesse un volo diretto, ed invece, purtroppo, qualcosa in più considerando lo scalo a Roma. Scendo dall'aereo, respiro l'odore dell'Italia e capisco che è tutto davvero cambiato da quando ho iniziato a sognare di visitarla. Si, ma non ho tempo, devo correre, un altro aereo sta per partire, sono qui perché devo scoprire la Sila, anche se ancora non ho ben capito quanto disti dalla città eterna. Sono le 11.30 del mattino, questa è una soleggiata mattina di primavera; sono appena atterrata nell'aeroporto di Lamezia Terme, che nome buffo per una città! Mi verrebbe da chiedere qualcosa a proposito di questo posto, sono appena arrivata in Calabria ed ho una voglia immensa di scoprirla.

Quel crossaint mi guarda, cioè, sono seduta seduta ad un tavolino di un bar, sto aspettando che qualcuno venga a ricevermi, devo raggiungere la Sila e, a quanto mi hanno appena comunicato, l'unico modo possibile è in auto ad un'ora da qui; nel frattempo quel crossaint, solo in quella vetrina continua ad osservarmi, quasi se mi volesse dire “ben arrivata, questa è la Calabria, non avere timore ad esplorarla!”. Eccolo, è arrivato: sarà lui l'autista? Si, lo è , ha un cartello in mano con su scritto “Azadè Sabere”. Iniziamo bene, neanche arrivata e già storpiano il mio nome; cosa faccio, glielo comunico adesso che nel mio paese non è buon segno di educazione? Va bene, per adesso ci passo sopra, sono qui perché ho fame di conoscenza, le persone mi aiuteranno a scoprire questa strana fetta di Mondo ed a loro devo già qualcosa. Che strano il sole qui, ho la sensazione di un bagliore costante che acceca i miei occhi; davvero una particolare irradiazione! E le nuvole? Variegate, soffici, morbide che ci vorresti saltellare sopra.

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Tutti continuano ad osservarmi; però, non appena incrocio il mio sguardo con il loro, subito lo ritraggono come a volermi chiedere scusa. Saliamo in auto, inizio a fare due chiacchiere con Eddy, un ragazzo di Milano che ha scelto di venire a lavorare in Sila. Davvero strano come caso, da quanto ho capito spesso sono gli abitanti del Sud che scelgono di andare a cercare fortuna nelle città del Nord, ed invece... Ci vorrà ancora molto finché raggiungeremo l'hotel, quindi ne approfitto ed inizio a fare qualche domanda, così giusto per precipitarmi a conoscere la meraviglia che mi sta aspettando. Eddy è un barman di uno storico locale di uno dei tanti villaggi che popolano la Sila, la Rotonda; mi racconta che anche lui ha vissuto una emozione particolare nel vedere per la prima volta la Sila, e che quasi gli è “parso di vedere la Svizzera!”; si, effettivamente è così. Nel frattempo attraversiamo Catanzaro, così non faccio in tempo a chiedere qualche nozione in più su questa città, ed inizio a concentrarmi sulla familiarità di questo nome; in questo modo, pronunciato velocemente ricorda qualcosa di Arabo antico; sarà, ma questa terra ha davvero qualcosa di magico, ma allo stesso tempo un aspetto molto più intimo che mi viene ancor di più una enorme voglia di approfondire. Ancora due parole con Eddie e, continuando a salire verso Nord, noto che la vegetazione inizia a cambiare, tutto diventa più verde, gli alberi continuano a crescere e qui, sulla mia sinistra uno splendido lago che riflette perfettamente la luce del sole. Sono commossa, ma come evitare di farlo capire? Tutto quello che riesco a scorgere è stupefacente! Non nego che mi sarei aspettata qualcosa di diverso, in fondo, nella mia pur fervida immaginazione, pensare al Sud dell'Italia equivale spesso ad una associazione mentale con le spiagge paradisiache della Tahilandia; ed invece questa è una atmosfera paradossale, alberi e laghi, fiumi e cervi che come in un sogno ti trasportano in un mondo incantato.

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Siamo arrivati, non vedevo l'ora, Eddy sarà anche un bravo barman ma come autista è davvero pessimo. Davanti ai miei occhi un hotel meraviglioso, rivestito in legname del luogo; mi dicono si chiami “Grand Hotel Parco dei Pini”, ed io a loro “Parco dei Pini, sapreste tradurlo in Inglese?”; non lo avessi mai fatto, avranno perso venti minuti nel riuscire a tradurlo correttamente; tantissime telefonate per cercare qualcuno capace di fare una corretta traduzione, ma alla fine se la sbrigano con un molto creativo “Trees Square” ed allora capisco che tutta questa gente ha davvero un gran senso dell'ospitalità, una sola

mia curiosità ha predisposto la collaborazione gentile di più persone. Adoro la Calabria. Adoro i Calabresi.Ecco la mia stanza, non sarò mai tanto brava a descrivere la meravigliosa veduta che ho sul parco e questo profumo inebriante di natura, ma di certo proverò a farlo: sono qui per questo, sono venuta a scoprire questo meraviglioso mondo. Ho voglia di conoscere tutto ed allora decido di andare … Cammino, mi guardo intorno, mi siedo, mi rialzo e percorro sentieri che non so dove mi porteranno. Mi immergo, quasi distrattamente, in paesaggi, odori e rumori ed improvvisamente

rimango folgorata nell’accorgermi che tutto mi appartiene… più di quanto fino ad allora avessi voluto ammettere a me stessa. Mi appartiene da sempre, come un abbraccio trattenuto che esplode in tutto il suo slancio. Respiro e rifletto, sono in Sila ed è tutto così affascinante! I giorni si rincorrono più velocemente di quanto sento di volere. Ogni mattina mi sveglio con un gran respiro e sono entusiasta e grata per avere la possibilità di ammirare e vivere, seppur per un breve periodo, questa meraviglia e vado a riposare solo molto ore dopo aver assistito alla magia del tramonto.

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"Alberi e laghi, fiumi e cervi che come in un sogno ti trasportano in un mondo incantato".

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Questa situazione mi sta sempre di più avvolgendo, al mattino mi affaccio dalla finestra ed osservo e mi chiedo perché tutta questa natura abbia deciso di cambiarmi. E' un cammino interiore quello che sto facendo, forse non sono qui per caso. Sto ritornando ad essere bambina; guardo questi alberi giganti dal basso vero l'alto e perdo il senso dell'orientamento; mi perdo, di colpo il frastuono delle città si assotiglia e viene avvolto da un “silenzio musicale”. Ogni essere in questo spazio di terra sembra aver rallentato il proprio battito cardiaco, la costanza che perpetua l'attesa. Ho vagato, visto, conosciuto ed apprezzato. Qui ogni cosa non è stata posata casualmente, chiunque si esprime nel rispetto della terra e della natura; la gente è cosciente della maestosità di questi boschi e da questi non vuole che trarne soltanto dei vantaggi: rispettandoli. E' assurdo, l'umanità che troppo spesso abusa e porta il pianeta verso il degrado, è riuscita a trovare una perfetta forma di equilibrio tra produttività e sostenibilità. Il cibo, le tradizioni,

l'artigianato: qualsiasi cosa mi sorprende e mi apre nuovi orizzonti di scoperta. Lo ammetto, sono davvero molto emozionata; le mie emozioni di donna potrebbero presto spingermi a sognare di poter vivere qui con una mia famiglia, lontano da tutti e vicino a tutto ciò che conta. Oggi andrò a visitare il “Parco Nazionale della Sila”, se sarò fortunata riuscirò a vedere anche da vicino un lupo; sì, un lupo, il vero padrone incontrastato di queste terre. Ma niente paura, aldilà di ogni retorica su questo splendido animale, è un essere taciturno che preferisce tenersi lontano dagli uomini; lo fa con una nobiltà che solo a questi appartiene. Nel frattempo dalla mia finestra osservo gli innumerevoli scoiattoli che si apprestano a raccogliere le provviste per il prossimo inverno, sono davvero buffi e simpatici; e pensare che io ne avrò visto alcuni dentro ad un cartoon di Walt Disney: non sarà mica che anche io mi stia trasformando in una principessa. Può succedere qui, in questa parte di mondo così incantata!

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Sono arrivata per scoprire, ma ho capito che sto iniziando a riscoprire me stessa. Vivere in un posto incantato, un grande specchio nel quale rifletto i miei sogni da bambina. Oggi sono uscita, ho voluto documentare più che ho potuto con la mia fide super 8. Una esplosione di colori, una implosione di suoni. Vorrei poter essere spirito per muovermi senza lasciare traccia, o almeno vorrei poter adottare i comportamenti della gente del luogo, sempre dediti al rispetto di ciò che gli dona vita. Vita. "Vita" è la parola che mi risuona in testa da quando sono atterrata. La grande dignità di questa gente, consapevole di vivere in una terra incantata eppur capaci di trarne vita senza ledere, approfittare ed abusare. Quello che guardo è contemporaneamente ciò che respiro; nessuna sensazione è preponderante sulle altre, ognuna si interseca a dovere con le rimanenti ed insieme mi donano una unica grande emozione.Io amo la Sila, la conosco da poco eppur sento di esserci già stata, magari in una altra vita, forse in quella che avrei voluto da sempre vivere. Ho visto che qualcosa può cambiare su questa terra, se Noi umani iniziassimo a vivere a diretto contatto con la natura, madre nella forma più piena, potremmo raggiungere questi risultati di equilibrio di vita interiore.Avrei dovuto documentare e scrivere su ciò che ho visto e vissuto, eppur non ci riesco; la mia penna é bloccata, non faccio che concentrarmi sulle mie emozioni. Questo luogo potrebbe non esistere, potrei parlare di qualcosa da Voi inesplorabile e per questo ho deciso di utilizzare tutte le mie parole unicamente per descrivere questi luoghi con l'”occhio del cuore”. Farò ancora una passeggiata nel pomeriggio, spero di non dimenticare di far ritorno prima che faccia troppo buio!Eccomi di ritorno da una lunga escursione; qualcuno mi ha offerto la possibilità di usufruire di una guida autorizzata, ma io ho deciso di fare tutto da me. I sentieri, così come i parchi, sono davvero ben curati, ed allora è molto semplice incamminarsi senza ma dover correre il rischio di perdere la via. Mentre passeggiavo ho iniziato a notare con piacere la presenza di meravigliose piante nella loro forma più rigogliosa. La maestosità dei pini non ci tiene nascosta una meravigliosa vegetazione che, in compresenza dei frutti del sottobosco, armonizza il cammino di chi sceglie di andare per i boschi. Se c'è qualcosa che però ha colpito la mia attenzione più di tanto altro è il colore giallo. Questo è il periodo in cui si può osservare ancora di più la fioritura delle ginestra, meraviglioso arbusto che come delle pennellate di un maestro dell'Impressionismo accompagna lo sguardo dello spettatore e lo guida in un sentimento di estasi delle percezione e di equilibro mentale. Ancora una volta mi sento rinata, ancora una volta ringrazio il fato di avermi accompagnata qui in Sila.

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Dovrò purtroppo ripartire e così prima di andare via, ho voluto immergermi nella natura, un bagno nel lago è quello che mi serviva per recuperare la mia origine umana. Io che scrivo di moda e di costume. Io che sono nata in una arida Iran e che ho scelto di vivere la mia vita nella caotica e fumosa Londra, non potrò lasciare questi luoghi senza prima aver meditato sul senso di Eternità che si percepisce in questo spazio di Mondo. Essere qui è come essere stato ovunque. La montagna ed il profumo di un non lontano mare che si fondono per confondere i sensi Scrivo della mia Sila perché credo che se ha permesso a me, così lontana fisicamente da questi luoghi, di farne parte. E mi ha maternamente accolta, ed allora può e deve davvero essere di tutti! Perché la pace che fluttua fra questi alberi cura lo spirito, perché gli intensi profumi inebriano i sensi, perché gli occhi troveranno in ogni angolo qualcosa di cui stupirsi, perché camminare in questi posti ti rende parte di essi… Un tutt’uno con una magnificente espressione di vita che fiera e spavalda si concede all’uomo. Ed allora, come me ti arrendi, perché la vita ti dà la pazienza ed ha la pazienza di aspettarti ma alla fine non resta che deporre i fucili che abbiamo imbracciato ed arrendersi al fatto che l’essenza non è altrove!

Azadeh Sabereh