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FEDE E RAGIONE – TOMMASO, ANSELMO, OCKHAM, AGOSTINO Nelle filosofie cristiane del Medioevo si riscontra un tentativo di conciliare la fede con la ragione, che nella nostra mente possono sembrare quasi degli opposti. “Credo ut intelligam, intelligo ut credam” è il motto di questi filosofi, che vuol significare che tramite la ragione si può arrivare alla fede e per fare ciò sono ricorsi a dei collegamenti con la filosofia antica. Il primo filosofo che andremo a considerare è Sant’Anselmo d’Aosta, nato nel 1033. Egli ha fatto parte del periodo della scolastica che, appunto, cercava innesti con la filosofia antica. La ragione giustifica le verità di fede di Sant’Anselmo che sosteneva due prove di esistenza di Dio 1. “a posteriori”: argomento dei gradi. 2. “a priori” : argomento ontologico La prima prova, scritta nel libro “monologion”, ci dice che, se ognuno di noi è in grado di poter affermare che una cosa è più o meno bella, dovrà esistere, allora, il concetto di bello assoluto che è riconducibile a Dio. La seconda prova, contenuta nel libro “proslogion”, si basa soprattutto sulla ragione. Ci dice che anche un ateo afferma l’esistenza di Dio, in quanto negandolo, esprime il concetto di un Dio perfetto che deve per forza esistere altrimenti non sarebbe tale. Anche San Tommaso d’Aquino, nato nel 1225, fa’ parte di questo periodo scolastico e, quindi, anch’egli adopera molti collegamenti con i filosofi antichi. Egli prova l’esistenza di Dio con “le cinque vie”: 1. ex gradu 2. ex motu 3. ex causa 4. ex possibili et necessario 5. ex fine La prima “via” ci riconduce alla prima prova di Sant’Anselmo con l’idea dell’esistenza di un grado assoluto. La seconda ci riporta ad Aristotele e alla sua visione di Dio come motore immobile. La terza, come la precedente, ci rimanda ad Aristotele e alla sua visione di Dio come causa incausata. La quarta ci dice che nella realtà tutto è contingente ma deve esserci la necessarietà che ha reso possibile ciò da cui tutto deriva: Dio. La quinta mostra come ogni cosa abbia un fine: l’infante di crescere, generare e morire e così via fino ad arrivare al fine ultimo che è Dio. Tutte queste teorie sono state formulate per rendere certa l’esistenza di Dio. Ognuno di noi, però, deve essere in grado di valutare se questi discorsi sono o non sono convincenti. Invece per Guglielmo da Ockham non c’è armonia tra filosofia e teologia, dato che ragione e fede sono due strumenti di conoscenza distinti tra loro anche se non in contrasto. Secondo Guglielmo le verità di fede non sono ne evidenti ne dimostrabili, le verità di fede non possono essere oggetto di dimostrazione razionale, in caso contrario la rivelazione sarebbe inutile, quindi Dio ci ha rivelato le verità della fede perché sapeva che con la ragione non ci saremmo mai arrivati. Le verità di fede non possono essere dimostrate ma non possono essere nemmeno

Filosofia - Fede e Ragione (Agostino, Tommaso e Anselmo)

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FEDE E RAGIONE

FEDE E RAGIONE TOMMASO, ANSELMO, OCKHAM, AGOSTINO

Nelle filosofie cristiane del Medioevo si riscontra un tentativo di conciliare la fede con la ragione, che nella nostra mente possono sembrare quasi degli opposti. Credo ut intelligam, intelligo ut credam il motto di questi filosofi, che vuol significare che tramite la ragione si pu arrivare alla fede e per fare ci sono ricorsi a dei collegamenti con la filosofia antica.

Il primo filosofo che andremo a considerare SantAnselmo dAosta, nato nel 1033. Egli ha fatto parte del periodo della scolastica che, appunto, cercava innesti con la filosofia antica.

La ragione giustifica le verit di fede di SantAnselmo che sosteneva due prove di esistenza di Dio

1. a posteriori: argomento dei gradi.

2. a priori : argomento ontologicoLa prima prova, scritta nel libro monologion, ci dice che, se ognuno di noi in grado di poter affermare che una cosa pi o meno bella, dovr esistere, allora, il concetto di bello assoluto che riconducibile a Dio.

La seconda prova, contenuta nel libro proslogion, si basa soprattutto sulla ragione. Ci dice che anche un ateo afferma lesistenza di Dio, in quanto negandolo, esprime il concetto di un Dio perfetto che deve per forza esistere altrimenti non sarebbe tale.

Anche San Tommaso dAquino, nato nel 1225, fa parte di questo periodo scolastico e, quindi, anchegli adopera molti collegamenti con i filosofi antichi. Egli prova lesistenza di Dio con le cinque vie:

1. ex gradu

2. ex motu

3. ex causa

4. ex possibili et necessario

5. ex fine

La prima via ci riconduce alla prima prova di SantAnselmo con lidea dellesistenza di un grado assoluto.

La seconda ci riporta ad Aristotele e alla sua visione di Dio come motore immobile.

La terza, come la precedente, ci rimanda ad Aristotele e alla sua visione di Dio come causa incausata.

La quarta ci dice che nella realt tutto contingente ma deve esserci la necessariet che ha reso possibile ci da cui tutto deriva: Dio.

La quinta mostra come ogni cosa abbia un fine: linfante di crescere, generare e morire e cos via fino ad arrivare al fine ultimo che Dio.

Tutte queste teorie sono state formulate per rendere certa lesistenza di Dio. Ognuno di noi, per, deve essere in grado di valutare se questi discorsi sono o non sono convincenti.

Invece per Guglielmo da Ockham non c armonia tra filosofia e teologia, dato che ragione e fede sono due strumenti di conoscenza distinti tra loro anche se non in contrasto.

Secondo Guglielmo le verit di fede non sono ne evidenti ne dimostrabili, le verit di fede non possono essere oggetto di dimostrazione razionale, in caso contrario la rivelazione sarebbe inutile, quindi Dio ci ha rivelato le verit della fede perch sapeva che con la ragione non ci saremmo mai arrivati. Le verit di fede non possono essere dimostrate ma non possono essere nemmeno negate, ad esempi limmortalit dellanima non pu ne essere dimostrata ma nemmeno negata.

Lunica scienza di Dio secondo Guglielmo Dio, perch alluomo viandante sulla terra non pu avere nessuna conoscenza di Dio ne intuitivamente ne concettualmente e quindi la teologia non una scienza.

I vari filosofi che si cimentano a spiegare il rapporto tra ragione e fede sono tanti primo fra tutti SantAgostino.

Il pensiero di Agostino fra fede e ragione contenuto nell espressione INTELLIGE UT CREDAS, CREDE UT INTELLIGAS quindi CAPIRE PER CREDERE E CREDERE PER CAPIRE Agostino non mortifica la fede o la ragione ma li rende uniti. Per agostino la fede una cosa ricercata la fede e una cosa rivelata, fede e ragione si completano a vicenda.

La fede si deve distinguere dallopinione che un assenso incerto mentre la fede un assenso certo a cose certe. Quindi ci sono verit che credute possono essere dimostrate e verit che invece vanno solo credute e eventualmente dimostrate.

La fede illumina e indica loggetto della ricerca umana cio Dio.

Agostino sostiene che c accordo tra ragione e fede e che la ragione non pu fondare se stessa senza il lume della fede. Per Agostino sono inoltre importantissime le sacre scritture o meglio dire linterpretazione di esse, si devono leggere con attenzione e si devono interpretare bene perch esse esprimono una testimonianza di un fatto accaduto ma inoltre esprimono verit ulteriori su luomo su Dio e sul loro rapporto. Agostino inoltre elabora la dottrina della conoscenza secondo la quale si conosce per illuminazione cio la verit gi dentro luomo lilluminazione serve alluomo per scoprire la verit e il lume appunto la fede.