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Sped. in a. p. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 - filiale di Milano - Anno LXXXIII - N. 2 FEBBRAIO 2004 Mensile dell’A.N.A.

FEBBRAIO 2004 Mensile dell’A.N.A....di “Topolino” dal titolo ”Viva gli alpini”, edito nel 1984 per la 57ª adunata nazionale a Trieste. Protagonisti della vicenda sono Topolino,

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22 - 2004

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229

DIRETTORE RESPONSABILECesare Di Dato

DIREZIONE E REDAZIONEvia Marsala, 9 - 20121 Milanotel. 02.29013181 - fax 02.29003611

INTERNET E-MAILwww.ana.it [email protected]

COMITATO DI DIREZIONEVittorio Brunello (presidente),Cesare Di Dato, Carlo Fumi,Gian Paolo Nichele,Silvio Botter, Adriano Rocci

NON ISCRITTI ALL’ANA:Abbonamenti, cambio indirizzo, rinnovitel. 02.62410215 - fax 02.6555139

per l’Italia: 12 euro (L. 23.235)per l’estero: 14 euro (L. 27.108)sul C.C.P. 23853203 intestato a:«L’Alpino» - via Marsala, 9 - 20121 Milano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINIVia Marsala, 9 - 20121 Milano

Segreteria: tel. 02.62410200fax 02.6592364

[email protected] Generale: tel. 02.62410211

[email protected] Nazionale: tel. 02.62410212Amministrazione: tel. 02.62410201

fax [email protected]

Protezione Civile: tel. 02.62410205fax 02.6592364

[email protected] Studi ANA: tel. 02.62410207

fax [email protected]

Fotolito e stampa: Amilcare Pizzi s.p.a.Via Amilcare Pizzi, 1420092 Cinisello Balsamo (MI)Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi

Chiuso in tipografia il 31 gennaio 2004Di questo numero sono state tirate 382.668 copie

Lettere al Direttore

– Consiglio Direttivo nazionale

– Calendario manifestazioni

Convegno Stampa Alpina

I soccorsi in Iran

Trieste – aspettandol’Adunata nazionale

Storia delle nostre Sezioni:Saluzzo

20-23

16-19

8-10

7

6

4-5 Zona franca

In biblioteca

Marostica: un’adunatasezionale speciale

Belle famiglie

Alpino chiama Alpino

Incontri

Cori e Fanfare

Dalle nostre sezioni in Italia

Dalle nostre sezioniall’estero

46-47

39-45

38

34-37

32-33

30-31

28-29

25

24

febbraio 2004Sommario

ABBONAMENTO A L’ALPINORicordiamo ai nostri lettori che non sonoiscritti all’ANA, ma che hanno comunquesottoscritto l’abbonamento annuale per rice-vere la nostra rivista che l’abbonamento nonsi rinnova automaticamente, ma va confer-mato di anno in anno. È soltanto necessarioeffettuare un versamento sul:c/c postale nr. 23853203 intestato a“L’Alpino”, via Marsala 9 – 20121 Milano

Il costo annuale della rivista (che compren-de 11 numeri, dato che in agosto, come sisa, L’Alpino non esce) è di euro 12 per chi siabbona dall’Italia e di euro 14 per l’estero.Questo annuncio riguarda esclusivamentegli abbonati che non sono iscritti all’ANA. Gliiscritti, infatti, ricevono già il giornale il cuiabbonamento è compreso nella quota asso-ciativa.

IN COPERTINA:l’inaugurazione di un bellis-simo monumento dedicatoagli alpini, in Abruzzo, operadello scultore FrancescoMarcangeli. È una terra no-bile, quella d’Abruzzo, terradi alpini doc, che sono untutt’uno con il mitico batta-glione l’Aquila e con il 9°reggimento. Grazie agli alpi-ni, a tutti gli alpini, sembrache la memoria di tanti sa-crifici e di tanta storia si rav-vivi anziché sbiadire, per-ché sono rimasti gli unici adessersi dati una parola d’or-dine: per non dimenticare.

(Questa bella immagine e quella di copertinasono opera del fotografo Antonio Proietti).

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le

32 - 2004

È tuttavia giunto il momento in cui, tenen-

do conto della realtà e dei suoi aspetti me-

no positivi (è innegabile che, riducendosi

gli organici delle truppe alpine, automati-

camente si ridurrà anche il numero dei

nostri nuovi iscritti) dobbiamo pensare al

futuro.

Un futuro non certo prossimo – poiché il

problema della riduzione dei soci ANA è

ancora lontano – ma per il quale possiamo

sin da ora porci qualche interrogativo,

pensare a costruirci una sorta di ponte

che consenta alla nostra Associazione, e

dei valori di cui è erede, di avere una con-

tinuità nella società che cambia.

Possiamo sin da ora chiederci che fare,

iniziare a discutere, da alpini. E sin da ora

intensificare l’opera di proselitismo fra

coloro che, pur avendo fatto la naja alpi-

na, non sono ancora iscritti. Basterebbe

già questo per incrementare il numero dei

soci. È un compito che spetta a tutti: dal

presidente nazionale al più giovane degli

iscritti, ma che risulta più facile ai capi-

gruppo che sono a contatto diretto con la

realtà dei paesi.

È un po’ una sfida: dev’essere una sfida

esaltante da accettare con entusiasmo.

* *

I l fenomeno risulta evidente se guardia-

mo qualche foto storica di giuramenti,

in piazze gremite da migliaia di reclute:

reggimenti a organici completi, con veri

battaglioni e gruppi, vere compagnie e

batterie. Quando questi alpini si congeda-

vano, si iscrivevano all’ANA. Lentamente

il numero di soci aumentava. Era ieri.

Oggi il panorama è cambiato e capita che

ai giuramenti, per non mortificare l’oc-

chio, alle reclute vengano affiancati repar-

ti di “veci”, tanto per ingrossare lo schie-

ramento che dovrà essere passato in ras-

segna. Lo chiamano “nuovo modello di di-

fesa”, per noi: il tempo che fu.

E domani?

Per pensare al domani dobbiamo fare al-

cune considerazioni, non foss’altro per

non piangerci addosso. Mai come oggi

l’Associazione Nazionale Alpini è stata in

salute, per numero di iscritti (324.477) e

di soci aggregati (54.092). Un’Associazio-

ne forte, in grado di partecipare con otti-

mi risultati a grandi e piccole iniziative sia

nell’ambito della protezione civile che a

carattere sociale e assistenziale. Il Libro

Verde che ormai da tre anni viene compi-

lato dal nostro Centro Studi lo dimostra

con il suo stupefacente consuntivo.

Una sfidaesaltante

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lettere al direttore

42 - 2004

TESTIMONIANZA

Topolino e gli alpini

� Le salme dei Caduti

Penso che occorrerebbe un’inte-grazione alla legge 365 del 1999

che regola la restituzione ai con-giunti delle salme dei Caduti. Unamodifica che impegni ogni Comuned’Italia affinchè in ogni cimitero cisia un luogo destinato all’eternamemoria di questi nostri eroi.

Elio Signorini - Milano

Il generale Stefanon su L’Alpino didicembre, pagina 15, si è preoccupa-to di sottrarre i Caduti che rientranoin famiglia dall’immancabile obliodovuto al trascorrere del tempo: laloro collocazione nei sacrari militariè garanzia per un ricordo perpetuo.Non credo che i comuni siano in gra-do di fare altrettanto.

� Onore e merito a un alpinoin Argentina

Non è vanità la mia se desiderofarvi conoscere che la mia pro-

vincia – quella di Padova – ha volu-to onorarmi con la medaglia d’oro“Ai padovani nel mondo”; è solo

paese è il nostro presidente Paraz-zini. Invito tutti i gruppi a segnalarein questo modo piacevole anche laloro sede.

Gildo LampugnaniNerviano (MI)

La sua è un’idea ottima: essa torne-rebbe utile agli alpini e ai simpatiz-zanti di passaggio.

� Riserva (troppo) selezionata

Lo Stato Maggiore dell’Esercitonon ha accolto la mia domanda

di arruolamento nella “riserva sele-zionata” perché non rispondo aicriteri selettivi; credevo di averecredenziali interessanti: prima ca-rabiniere ausiliario, poi sottotenen-te del Corpo militare della CRI perdue anni. Cosa dire se non che ho ilmorale a terra? La voglia di offrirealla patria (mi si perdoni il minu-scolo) mi è un pochino passata.

Lorenzo Della Frattina - Tirano

Mi chiedo se è il caso, in alto loco, difare i difficili quando le vocazioni,per ammissione dello stesso Capo diSME, sono piuttosto contenute. Tut-tavia le ricordo che c’è sempre lavia delle Forze di Completamento.

� Amici sì, purchè...

Sono amico degli alpini e vorreiassicurare il signor Porro (“Let-

tere” di luglio) che non esiste alcunpericolo di contaminazione per ilcappello alpino da parte nostra.Siamo nell’ANA perché ne condivi-diamo i valori e perché amiamo glialpini e la Patria. Se certe argomen-tazioni fossero segno di insofferen-za verso di noi, con la stessa di-gnità con la quale siamo entrati po-tremmo seguire il consiglio di Albi-no Porro e uscire di scena. Rimaniamo invece amici e fratelli,sempreché gli alpini ci considerinotali.

Stefano Pelloni - Bologna

Le posso assicurare che noi conside-riamo gli “amici” con la massimastima e simpatia: ci siete preziosi e

perché sono italiano e poi alpinodel 3° da montagna, divisione Julia.Il premio perché, giunto in Argenti-na nel 1949, nel 1952 ho fondato laBanda cittadina che ha accompa-gnato gli alpini italiani in Argentinanei loro grandiosi raduni, portandola musica italiana e la disciplina mi-litare per tutto questo immensoPaese.

Hugo RaiseVilla Regina (Argentina)

Ecco la motivazione della medagliaconferita dalla Camera di Commer-cio di Padova: “In un lungo periododi permanenza in Argentina si è di-stinto per merito e impegno”. Unaprosa stringata che, senza retorica,dice tutto.

� Segnaletica anche per le sedi ANA

Con grande piacere ho notato inuna cittadina veneta, nelle indi-

cazioni turistiche, una freccia conindicata la sede ANA. Passando,poi, per Bareggio (Milano) ho vistol’indicazione “Casa degli alpini”; misono ricordato che cittadino del

Riordinando i giornalini dei figli, ormai grandi, ho trovato un fumettodi “Topolino” dal titolo ”Viva gli alpini”, edito nel 1984 per la 57ª

adunata nazionale a Trieste. Protagonisti della vicenda sono Topolino,Pippo e due vecchi alpini, con alcune note sulle nostre Adunate e dise-gni delle varie divise. Nei dialoghi, Pippo chiede a uno dei vecchi alpini:“Come, tutto questo tempo (di naia, n.d.r.) sprecato e non vi arrabbiatenemmeno?”. Risposta: “Il tempo trascorso negli alpini e al servizio del-la Patria non è mai tempo sprecato”.Vorrei che i politici di oggi leggessero Topolino; quest’anno, ancora aTrieste, la frase del vecchio alpino potrà sembrare un’utopia e per que-sto sappiamo chi ringraziare.

Beniamino Iseppi - San Vito al Tagliamento

La vita dell’uomo è regolata dal fato, secondo i greci antichi. Lei ne è la di-mostrazione: il fato ha guidato la sua mano e ci ha concesso di entrare inpossesso di un prezioso documento rivolto ai ragazzi di vent’anni fa, consicuro beneficio del loro animo. Un documento che entra nel nostro archi-vio particolare qualche mese prima del ripetersi dell’adunata a Trieste; maha ragione lei: il fumetto e quel vecchio alpino sono ancora attuali? La ve-rità è che il tecnicismo tenta di uccidere l’alpinità e non so con quale van-taggio.

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52 - 2004

Mai senza il mio cappello

questa rivista non manca di rilevar-lo spesso. L’alpino Porro, nostra ca-ra conoscenza di antica data, inten-de salvaguardare il diritto al cappel-lo che non può e non deve essereconcesso a chi non ha militato fra glialpini. Ma vedo che siamo in perfet-ta sintonia.

� Ragazza italiana al circolo Russita

Finalmente il mio sogno si è rea-lizzato: una studentessa di

Trento, Serena Marcolla, è venuta aRaduzhny: è la prima ragazza italia-na che ha visitato la nostra città (eil centro Russita, ndr). Spero chequesto diventi una tradizione e cheogni anno altri studenti italianiscambino visite con noi. Il primo settembre io e una ragazzi-na di sette anni abbiamo messo, vi-cino alla scuola che dirigo, unamanciata di terra trentina, portatada Serena.

Alessandro FedotovRaduzhny (Russia)

Io credo che lei abbia colto la piùbella soddisfazione della sua vita,anche grazie al comune amico, l’al-pino Vettorazzo di Rovereto, reducedi Russia, di cui Serena è nipote.Giusto premio per la tenacia con laquale lei ha perseguito lo scopo diaffratellare gli studenti delle nostredue Nazioni.

� La terra di Nikolajewka

Ho raccolto un pugno di terranella fossa comune di Niko-

lajewka e l’ho portato nel cimiterodella frazione ove abito, Villarettodi Bagnolo (Cuneo). Qui noi alpiniabbiamo costruito un piccolo sa-crario, dove abbiamo riposto inun’urna questa reliquia in ricordodei nostri fratelli maggiori: 19 furo-no i dispersi di questa mia frazione,quasi tutti imparentati fra loro.

Romano OdettoBagnolo Piemonte

Bene hai fatto a portare quella man-ciata di terra “a baita”; una terraove essi combatterono, si sacrifica-

rono e morirono; un modo delicatoper conservare per sempre il loro ri-cordo.

� Amedeo di Savoia Aosta

All’Amba Alagi, nel 1941, il suodifensore, il duca Amedeo di

Savoia Aosta ricevette dagli inglesil’onore delle armi e volle seguire lasorte dei suoi soldati in prigioniamorendo a Nairobi. Ritengo accet-tabile la proposta di un’iniziativa te-sa a riportare in Patria le sue spo-glie, magari insieme a quelle, sim-boliche, di uno dei suoi soldati.

Paolo Matucci - Bibbiena (AR)

Mi sembra quasi superfluo dire chepersonalmente sono del tutto d’ac-cordo: il Duca d’Aosta, con il suo no-bile comportamento, ha ampiamen-te riscattato la meschina figura di unSavoia in fuga.L’ANA non può prendere iniziativedel genere, ma da queste pagine ap-poggio la tua idea che dovrebbe es-sere sviluppata dai più sensibili tra inostri parlamentari.

� Un cippo a Enego

Decorato e reduce dalle campa-gne di Grecia e del Montenegro,

da vent’anni mi sto impegnando,con altri reduci, perché sia postoun cippo a Enego (Vicenza) a ricor-do degli alpini Caduti, anche comemonito ai giovani. Vorrei rivolgereun appello alle Autorità alpine e al-l’amministrazione comunale di Ene-go affinché la nostra richiesta trovi,finalmente, accoglimento.

Angelo Dalla Costa - Enego

L’Alpino, che non ha potere decisio-nale, può fare ben poco per appog-giare la tua richiesta; ritengo che l’i-stanza debba essere sostenuta daltuo presidente di Sezione che, percome lo conosco, non manca certodell’energia necessaria.

TESTIMONIANZA

Asettembre si è svolto il nostro 80° di fondazione della sezione ANAdi Gorizia. Purtroppo il giorno della sfilata non ho potuto presen-

tarmi perchè non avevo più trovato il mio cappello al termine di un con-certo di cori. Stanco, amareggiato e triste mi sono chiuso in un doloreprofondo che non ho voluto condividere nè con mia moglie nè con ilmio capogruppo nè con il mio presidente. Senza il mio cappello non misarei mostrato a nessuno. La mia assenza, la mattina di domenica, fusubito notata e il telefono prese a squillare. “No grazie - dissi a tutti glialpini che mi chiamavano – un altro cappello non è la stessa cosa. Anzi,vi prego di non pensare ad uno di ripiego. Mi sentirei un altro. Debole eanonimo”. Per fortuna la triste novella ha avuto un lieto fine. Nel pomeriggio di do-menica mi riportarono il mio cappello (recuperato da un dipendentedel teatro): un cappello semplice, unico e riconoscibile: una penna, lanappina blu, il brevetto militare di paracadutismo italiano e quelloamericano. La medaglia dell’ultima adunata. Il mio cappello della glo-riosa compagnia alpini paracadutisti Monte Cervino.

Giovanni Messineo - Fogliano Redipuglia

Tutto è bene quello che finisce bene: ma per togliere anche noi dall’ango-scia ti prego, munisci di sottogola il tuo cappello: non stuzzichiamo trop-po la fortuna.

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CALENDARIO7 marzoABRUZZI – Gara di sci di fondo a Roc-ca di Mezzo.CADORE – Gara intersezionale di sla-lom Trofeo Da Rin a Cortina. CASALE MONFERRATO – Festa delledonne “alpine”.

14 marzoABRUZZI – Raduno 9° raggruppa-mento ad Arsita e inaugurazione mo-numento.

21 marzoBOLOGNESE ROMAGNOLA – A ImolaMezzocolle 4ª rassegna nazionale ca-lendari della stampa alpina.ABRUZZI – Gara di sci slalom a Ovin-doli.GORIZIA – 21ª scarpinata del MonteCalvario – 7° trofeo gen. Meneguzzo.

25/28 marzoCASALE MONFERRATO – Esercitazioneprotezione civile 1° raggruppamento.

27/28 marzo SALÒ – Adunata sezionale a Sirmio-ne.

28 marzoPARMA – Commemorazione Cadutidel Galilea a Maiatico di Sala Bagan-za.UDINE – Commemorazione affonda-mento nave Galilea al Monte Muris diRagogna.

consiglio direttivo nazionale

62 - 2004

Riunione del Consiglio Direttivo Nazionaledel 17 gennaio 2004

1. INTERVENTI DEL PRESIDENTE... 10 e 11 gennaio, Bardolino (VR):riunione del gruppo.

2. ... E DEI VICE PRESIDENTI. Che-robin: 17 dicembre, Bassano: in-contro con i presidenti del Veneto,presente il consigliere regionale al-pino Mario Rossi, firmatario di unodg in Regione a favore dei giovaniche intendono arruolarsi quali vo-lontari – Romagnoli: 9 gennaio,Omegna: preparazione del campio-nato di corsa in montagna del 19settembre – 10 gennaio, Ceva: riu-nione dei presidenti del primorgpt. – 11 gennaio, Ceva: comme-morazione intersezionale dei Ca-duti della Cuneense.

3. ADUNATA. CDN approva il tema“1954 Patria riunita, 2004 Europaallargata” – La medaglia d’Argentoal merito civile conferita all’Ospe-dale da campo verrà consegnatanell’ambito dell’Adunata di Trie-ste.

4. REGOLAMENTI. CDN approvale modifiche ai regolamenti dellesezioni di Modena e degli Abruzzi,a condizione che siano recepite leosservazioni della Commissionelegale.

5. ISCRIZIONI. Parazzini proponedi posticipare - solo per il 2004 - lasospensione dell’invio de “L’Alpi-no” ai soci ritardatari. CDN appro-va la concessione di una dilazionenel versamento delle quote asso-ciative a due sezioni per lavoristraordinari nelle proprie sedi.

6. ARGENTINA. Franza: il viaggiosarà organizzato da Cisalpina Tour(qui a fianco il programma) - Il pre-sidente farà una puntata in Cile euna in Uruguay per un incontro an-che con quelle sezioni.

7. LABARO. Interverrà il 14 feb-braio a Vicenza per il giuramento, il5–6 giugno a Belluno per il radunodegli ex della Brigata Cadore e il 20

giugno a Luino per il raduno del se-condo rgpt e per il congresso IFMS.

8. CORRISPONDENZA. Lettera diringraziamento dal generale Cala-mani, per la solidarietà espressaglidall’ANA, dopo le sue dimissionidalla presidenza di Assoarma percontrasti con il ministro della dife-sa; - Lettera al governatore Formi-goni, per il mancato inserimento,tra gli interventi previsti, della ca-serma per gli alpini in Lombardia.

9. MESTIZIE. Telegramma ai fami-liari di Riccardo De Marco, fonda-tore e presidente della sezione diNew York, scomparso il 12 dicem-bre 2003.

10. COMMISSIONI. Romagnoli (Fe-deltà alla Montagna): in progetto lariunione dei componenti dellecommissioni del passato per rivi-talizzare il premio. Previsto il ricu-pero del materiale relativo al pre-mio, ora disperso – Gorza (P.C.):10 dicembre: allertata la P. C. perportare generi di conforto ad auto-mobilisti coinvolti in blocchi stra-dali – 26 dicembre: attivata la Re-gione Veneto per la raccolta di ma-teriale per l’Iran terremotato – In-contro con il direttore del Diparti-mento nazionale di P. C.: i nostrinuclei agiranno sempre come ANA– Camanni (Legale): stabilita unaforma di autocertificazione per larichiesta di iscrizioni all’ANA; ram-menta che chi dichiara il falso è pe-nalmente perseguibile a norma dilegge – Romoli (IFMS): 6 giugno,Azzano San Paolo (BG): sarà asse-gnato il premio IFMS in occasionedella “giornata” di quel sodalizio –Gentili (Grandi Opere): per impo-stare i lavori a Ripabottoni il 13febbraio si riunirà la commissione,estesa a tecnici esterni, a Gorza e aCamanni.

11. CONSIGLI DIRETTIVI. CDN ap-prova lo svolgimento delle proprieriunioni il 17 aprile a Biella e il 12giugno a Rovereto. �

Viaggio in Argentina:questo il programma

I l prossimo aprile una delegazio-ne dell’ANA guidata dal presi-

dente nazionale Beppe Parazzini sirecherà in Argentina, per incontra-re gli alpini di quella sezione. Ilviaggio prevede scadenze diverse,a seconda dell’itinerario e del pro-gramma. Queste le possibilità: dall’8 al 18aprile (1° gruppo, con itinerario:Buenos Aires, Rosario, Mar del Pla-ta, cascate di Iguazu), dall’8 al 20aprile (2° gruppo: Buenos Aires,Rosario, Mar del Plata, Patagonia)e 8-13 aprile (3° gruppo: BuenosAires). L’agenzia incaricata dell’organizza-zione del viaggio è la CisalpinaTours, di Rosta (Torino), dellaquale riportiamo il recapito telefo-nico: Tel. 011-9543730; fax: 011-9543339.

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72 - 2004

STAMPA ALPINA

O rganizzato dalla SezioneAbruzzi, si svolgerà a L’Aqui-la, nei giorni 2, 3 e 4 aprile

prossimi l’8° Convegno itinerantedella stampa alpina (C.I.S.A.). I la-vori si terranno nello splendidoCastello cinquecentesco, mentre icongressisti alloggeranno all’HotelCanadian, dove ci sarà anche la ce-na di gala la sera di sabato.Prima di anticipare il programmadi massima, diamo alcune infor-mazioni che potranno risultare uti-li ai fini del buon svolgimento delconvegno.

Direttori di testata – Il convegno,come si sa, è riservato ai direttoridelle testate alpine sezionali o digruppo e a quanti collaborano conloro nella redazione del giornale.Altre presenze sono ovviamentegradite, in special modo di giorna-listi locali, dal momento che il con-vegno è anche un momento di visi-bilità per l’Associazione tutta.Tema di fondo – Il tema del conve-gno di quest’anno è: “Il futuro ar-ruolamento nell’ANA”, un tema pe-raltro molto attuale, dibattuto an-che nel corso dell’ultima assem-blea dei presidenti; ma è chiaroche, essendo il convegno una libe-ra tribuna, ciascun delegato puòinserire argomenti di comune inte-resse associativo. Iscrizione – Ornello Capannolo,presidente della sezione Abruzzo,ha già inviato a tutte le sezioni ilmodulo per l’iscrizione e la preno-tazione alberghiera. Per compren-sibili motivi organizzativi è auspi-cabile che le adesioni giunganoper tempo. Interventi – Per quanto riguarda icontributi alla discussione, i rap-presentanti delle testate sono pre-gati di inviare direttamente alla re-dazione de L’Alpino il tema degliargomenti che desiderano tratta-re: saranno inseriti nell’ordine delgiorno che pubblicheremo sul

A L’Aquila, nei giorni 2-3-4 aprilel’8º Convegno della stampa alpina

mensile di marzo (e quindi devonogiungere entro e non oltre il 20 feb-braio). Per consentire a tutti diprendere la parola sugli specificiargomenti programmati o nelle“varie”, il tempo a disposizionesarà al massimo di 5 minuti perciascun intervento.

PROGRAMMA DI MASSIMA

� Venerdì 2 aprile:Ore 18 - All’Hotel Canadian apertu-ra registrazione dei partecipanti alconvegno e sistemazione nelle ca-mere; cocktail di benvenuto; 20,30cena tipica abruzzese.

� Sabato 3 aprile:Ore 8: apertura segreteria – 8,30inizio lavori dell’8° C.I.S.A. – 10,30pausa caffè – 13 fine della primaparte del convegno – 13,30 pranzo.Ore 15: partenza in pullman per lavisita al laboratorio di fisica nu-cleare sotto il Gran Sasso – 18,30deposizione di una corona alla la-pide dei Caduti del battaglione l’A-quila - 19,30 rientro in pullman inalbergo dove, alle 21, si svolgerà lacena di gala.

� Domenica 4 aprile:Ore 8,30 apertura segreteria delconvegno – 9 inizio lavori – 10,30pausa caffè – 12,30 chiusura con-vegno – 13: buffet freddo conomaggio abruzzese.All’inizio e alla fine dei lavori diogni sessione sarà attivo un servi-zio di navetta dal Castello all’al-bergo e viceversa (distanza circa 2chilometri). Per i familiari dei con-gressisti, sabato 3 aprile dalle 9 al-le 13 ci sarà un programma alter-nativo.Importante: i direttori di testatasono pregati di inviare alla sezioneAbruzzi due copie del loro giorna-le. L’indirizzo è Associazione Na-zionale Alpini – Sezione Abruzzi –via dei Giardini 22 – 67100 L’Aqui-la. �

Il castello del Cinquecento, che ospiterà ilconvegno e, a fianco, la Porta Santa,mirabile opera d’architettura.

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REPORTAGE DAL TERREMOTO

82 - 2004

I n seguito alla chiamata d’inter-vento del coordinatore nazionaledelle Unità Cinofile da Soccorso

della Protezione civile A.N.A. Gio-vanni Martinelli, il 26 dicembre Mau-ro Poggiani con il pastore tedescoIron ed io, Fiorenzo Fasoli con il gol-den retriever Arno, siamo partiti allavolta dell’aeroporto di Pisa con zai-ni, tenda, sacco a pelo e provvisteacquistate presso un autogrill lungo

In Iran, fra maceriee desolazione

la strada, per un’autonomia di tregiorni. Avevamo anche circa venti li-tri d’acqua, ovviamente di primariaimportanza sia per noi sia per i cani.Quattro ore dopo l’allertamento ab-biamo raggiunto l’aeroporto milita-re.Dopo le procedure d’imbarco concinque vigili del fuoco di Pisa siamopartiti per Roma, dove, svolte le pra-tiche burocratiche con l’ambasciata

iraniana, siamo partiti alla volta del-l’Iran con alcuni responsabili del Di-partimento di Protezione civile, trecinofili di Roma, un medico, due So-relle della Croce Rossa Italiana e ma-teriale da campo. Iniziava così un viaggio lungo e mo-notono. Per noi ed i nostri cani erala prima esperienza d’imbarco su unaereo militare, un C130. I cani eranonelle loro gabbie, bloccate come tut-ti i materiali ed i mezzi imbarcati. Ilfrastuono era molto intenso: i milita-ri comunicavano tra loro per mezzodelle cuffie mentre a noi erano statiofferti tappi per le orecchie, rivelati-si molto utili. Eravamo preoccupatiper i cani, speravamo che soppor-tassero senza troppo stress questasituazione. Dopo circa otto ore l’ae-reo ha fatto un breve scalo a Tak-ram, per rifornirsi di carburante edopo altre due ore di volo siamo ar-rivati al piccolo aeroporto di Bam. Finalmente, dopo tante ore abbiamopotuto parlare tra noi senza urlare.Gli avieri hanno iniziato a scaricaremateriale e cani, che grazie al cielo,nonostante il lungo viaggio eranomolto vivaci. L’aeroporto di Bam èformato da una pista, in pratica unastriscia d’asfalto nel deserto.

Questo è il resoconto di due volontari delle Unità cinofile dasoccorso della sezione ANA di Verona, Fiorenzo Fasoli e

Mauro Poggiani, al loro rientro dalla missione in Iran, dovesono stati inviati con una colonna di soccorso del Dipartimen-to di Protezione civile a Bam, una delle città maggiormentecolpite. Hanno operato in un settore della città le cui caseerano composte da argilla mista a paglia e che sono crollateseppellendo gli abitanti, senza, purtroppo, lasciare superstiti.Pubblichiamo interamente il resoconto, scritto da FiorenzoFasoli, che è responsabile delle Unità cinofile della Sezione ve-ronese, per non intaccarne lo spirito e la genuinità che de-scrivono molto bene quanto hanno trovato e visto.

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Le vetrate del piccolo stabile e dellatorre di controllo erano in frantumi,alcune tende erano state allestite ailati della pista ed arrivavano conti-nuamente auto e furgoni carichi diferiti, che venivano trasportati suqualsiasi cosa – non c’erano barelle!– e dalle tende venivano imbarcatisu elicotteri o aerei: l’arrivo e il de-collo di essi facevano alzare nuvoledi sabbia che travolgevano tutto etutti. Dopo i contatti con le autorità localisiamo stati trasportati alla prima ba-se, all’interno di un albergo di recen-te costruzione, che mostrava evi-denti segni del sisma, ma era in par-te agibile. All’esterno c’era la possi-bilità di piantare le tende e la cucinada campo, il cui arrivo era previstocon il prossimo aereo, in serata. Ilresponsabile del Dipartimento,Miozzo, si era recato subito a Bam,per prendere i contatti con le auto-rità locali ed organizzare il nostro in-tervento, alle prime luci del mattinoseguente.

* * *All’Italia viene destinata una zona al-la periferia di Bam, Baravat, doveviene installata la base operativa,con tenda e posto medico, all’inter-no di una recinzione presidiata dal-l’esercito locale, formato da giova-nissimi ragazzi di leva il cui equipag-giamento era costituito da una pic-cola pala che portavano legata incintura con un pezzo di spago e chenon abbandonavano mai.La nostra squadra, oltre a noi due ci-nofili, era composta da tre vigili delfuoco, una guida locale che cono-sceva bene la zona e la popolazionee che si faceva accompagnare da unamico che parlava un po’ d’inglese efungeva da interprete. Al nostro se-guito avevamo anche una trentina dimilitari, adibiti ai lavori di scavo. Nella zona regnava la disperazione;

arrivavano solo ora iprimi camion, conviveri, acqua e co-perte e che, se si fer-mavano, venivanoletteralmente assali-ti dalla gente. Perquesto capitava chei camion passasserorallentando soltantola corsa mentre i mi-litari a bordo lancia-

Iraq-Saudi ArabiaNeutral Zone

KUWAIT

QATAR

BAHRAIN

U. A. E.

OMAN

IRAQ IRAN AFGHANISTAN

PA

TURKMENISTAN

rbakir

Muscat

Baghdad

An Nasiriyah

Al Basrah

Irbil

Kirkuk

Tabriz

Rasht

Zanjan

Kuwait

TEHERAN

QomBakhtaran

Dezful

Ahvaz

Bushehr

Shiraz

Esfahan

Yazd

Bandar Abbas

Kerman

BAMZahedan

Mashhad

Al Manamah

An Najaf

Al Mawsil

Birjand

Qandahar

Meymaneh

Herat

Gwadar

Abu Zaby

Riyadh

Ashkhabad

ChardzhouDus

CaspianSea

PersianGulf

Gulf of Oman

Due immagini della cittàvecchia di Bam prima deltremendo terremoto. Ora diquesto splendido patrimo-nio dell’umanità non resta-no che mucchi di terra.

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vano bottiglie d’acqua, cibo ed an-che piccole stufe per scaldarsi, iltutto preso al volo dai disperati diturno. L’Italia era stata la prima missionead arrivare in quel posto e nelle pic-cole vie avevamo trovato solo mace-rie. La polvere si alzava da ogni par-te, anche camminando. Indossava-mo le mascherine, ma a volte era dif-ficile vederci. I nostri cani sopporta-vano bene la situazione e circa ognimezz’ora ci fermavamo per farli be-re, ributtando nella tanica l’acquaavanzata della ciotola, per evitareogni spreco in quel luogo desertico.Nei punti segnalati dai cani, con lasupervisione dei vigili del fuoco, sidava inizio ai lavori di scavo ed allo-ra una parte dei militari al nostro se-guito veniva lasciata sul posto conle loro piccole pale mentre gli altriproseguivano le ricerche. Dopo molte segnalazioni, era evi-dente che sotto alle macerie non po-teva esserci possibilità di vita, per-ché i mattoni delle case, formati dablocchi d’argilla e paglia, si eranosgretolati, trasformandosi in polve-re. In alcuni casi abbiamo assistitoallo scavo ed atteso il ritrovamentodelle vittime, per avere una confer-

ma dell’operato dei nostri cani ad-destrati anche per sentirne soltantola presenza.I militari iraniani non erano dotati dimascherine e guanti ed i pochi che liusavano li avevano ricevuti dai vo-lontari. I recuperi dei corpi eranostrazianti. Dopo l’estrazione, tutti sifermavano per una preghiera comu-nitaria. In serata, con l’aiuto delle fotoelet-triche dei vigili del fuoco, sono statirecuperati anche i corpi di due bam-bini; sono stati avvolti in coperte estesi nel baule di una macchina, peressere portati con gli altri nelle fos-se comuni, in periferia.La temperatura, durante il giorno,oscillava intorno ai 25 gradi e di not-te si abbassava anche a zero. I momenti più belli, per il rapportocon la popolazione, li ho vissuti du-rante le pause. La gente mantenevasempre una certa distanza dai nostricani, ma quando ci vedeva fermi inun posto, lentamente si avvicinava,soprattutto i bambini, ed una voltasuperata la paura iniziale, i piccoliaccarezzavano i cani. Altri venivanoper farsi fotografare vicino a noi. Inquei momenti vedevamo i sorrisi suiloro volti e penso che per loro signi-

ficasse, per un breve istante, smette-re di pensare alla tragedia che li ave-va colpiti così duramente. Alcunibambini volevano sapere il nomedei cani e noi mostravamo loro co-me si scriveva, indicandolo sulla tar-ghetta. Scrivevano allora con unapenna, sulla mano, il loro nome, conun bellissimo disegno. Altre personeci offrivano pistacchi e datteri, oarance appena raccolte ma senzauna goccia di succo all’interno, acausa della siccità. Dopo tre giorni di lavoro con i nostricani, durante i quali continuavano lescosse d’assestamento che di nottenon ci facevano dormire, siamo par-titi alla volta dell’aeroporto di Bam,per fare ritorno in Italia. È stata un’e-sperienza importante, che abbiamoaffrontato con forte motivazione eprofessionalità. Proviamo amarezzaper non aver trovato alcuna personaviva sotto le macerie, purtroppo lasituazione particolare ha consentitola sopravvivenza di pochissime per-sone.

(Nelle foto: alcune fasi della missionecondotta in Iran dalla pattuglia di vo-lontari delle Unità cinofile della se-zione di Verona). �

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VOLONTARI A FERMA ANNUALE

Pubblichiamo il calendario degli ar-ruolamenti dei Volontari a FermaAnnuale (VFA) nei reparti alpini:

• l’8° reggimento di stanza a Civida-le del Friuli al quale sono stati poiaggiunti anche i seguenti reparti:il 24° battaglione logistico di ma-novra di stanza a Merano e il Cen-tro addestramento alpino di Ao-sta.

La tabella che riportiamo considerail periodo di presentazione delle do-mande, la data di incorporamento alreparto e la data del congedo. Ricor-diamo che le domande possono es-sere inviate allo stesso comando delreparto prescelto e che informazionipossono essere assunte presso glienti addetti al reclutamento (Coman-di regionali forze di completamento)o presso i Distretti militari. �

Volontari a ferma annuale:queste le date e i reparti

Blocco Reparto Data presentazione Data di Data di domande arruolamento Congedamento

4° Centro Addestramento Alpino - AOSTA dal 16/02/2004 al 05/03/2004 20-04-2004 19-04-2005

5° 8° reggimento alpini - CIVIDALE dal 15/03/2004 al 02/04/2004 18-05-2004 17-05-2005

6° 24° reggimento logistico di manovra - MERANO dal 13/04/2004 al 20/04/2004 15-06-2004 14-06-2005

7° Centro Addestramento Alpino - AOSTA dal 10/05/2004 al 28/05/2004 13-07-2004 12-07-2005

8° 8° reggimento alpini - CIVIDALE dal 07/06/2004 al 25/06/2004 17-08-2004 16-08-2005

10° Centro Addestramento Alpino - AOSTA dal 02/08/2004 al 20/08/2004 12-10-2004 11-10-2005

11° 8° reggimento alpini - CIVIDALE dal 30/08/2004 al 17/09/2004 9-11-2004 8-11-2005

12° 24° reggimento logistico di manovra - MERANO dal 27/09/2004 al 15/10/2004 8-12-2004 7-12-2005

L a Sezione di Domodossola hapreso davvero a cuore l’appello“Ogni capogruppo arruoli un vo-

lontario”, tanto da far arruolare alCentro addestramento di Aosta ildieci per cento di ogni blocco diVFA, senza contare i volontari a fer-ma annuale di competenza che opta-no per altri reparti alpini. Quattro diquesti VFA hanno posato insieme inoccasione dell’Adunata di Aosta. So-no (nella foto) i fratelli Mario e Vitto-rio Blardone, iscritti al gruppo di Vi-gogna, Marco De Regibus e Guido

Ogni capogruppo arruoli un volontario…Primatista, entrambi del gruppo diPremosello Chiovenda.Come capita che qualche sezionevenga ripresa dal nostro presidente

se è restia a partecipare ad iniziativedecise dal CDN (in occasione dellacomunicazione dei dati per la reda-zione del Libro Verde del nostroCentro Studi, o per certe iniziativedel CDN…) è altrettanto doveroso,in questa circostanza, rivolgere unplauso ai capigruppo e alla SezioneDomodossola per il risultato conse-guito per incrementare l’arruola-mento dei VFA: che l’operato di que-sti alpini sia un esempio e uno spro-ne per tutti i capigruppo e i presi-denti di sezione. �

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NOSTRI ALPINI IN ARMI

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A nche in Iraq ci sono gli Alpini. Sisono ritrovati a White Horse, labase dell’Italian Joint Task For-

ce dell’Operazione “Antica Babilo-nia”, a Nassiriya, oltre una decina dialpini in servizio presso il comandobrigata Sassari, il Cimic Group Southe la Croce Rossa Militare Italiana. Nella foto, alcuni di loro: il ten. PifferGamberoni, già al btg. alpini paraca-dutisti Monte Cervino, il Cap. Vin-cenzo Di Dato, già al btg. alpini Mor-begno, il magg. Andrea Alciator, treanni al btg. alpini Aosta, il ten. Be-vacqua, già al btg. alpini paracaduti-sti Monte Cervino, il s.ten. Parigi, giàal btg. alpini Susa, il cap. magg. scel-to Cabitza, già al 3° alpini, il magg.Caddeo, già artigliere da montagnaal 3° e al 1° rgt. a. mon. Questi, naturalmente non sono gliunici presenti in Iraq, ma voglionorappresentare tutti quelli che sonostati nelle truppe alpine e sono im-pegnati in questa difficile missione.Come si può vedere, molti tra gli al-pini qui con la “Sassari”, hanno por-tato con sé il cappello (o hannoadattato l’elmetto dotandolo dellapenna). �

Alpini sempre! Anche in Iraq

Nelle foto a fianco, sopra: il magg.Andrea Alciator, attualmente al repartocomando e supporti tattici della brigataSassari, che ha prestato servizio tra il1970 e il 1973 al btg. Aosta, con il Cap.Albarosa e Cesare Di Dato, oggi direttorede L’Alpino. Ricorda quegli anni conmolto entusiasmo.Qui sotto: il maresciallo Vedele, è stato al1° rgt. artiglieria da montagna e qui è alcomando Brigata Sassari.

Veduta satellitare dell’Iraq.

Baghdad

BassoraNASSIRIYA

Tigri

Eufrate

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S ono state numerose in questimesi le iniziative per portareaiuti umanitari alle popolazioni

dei villaggi iracheni. Nella provinciadi Dhi Quar, a 60 km a sud di Nassi-riya, il contingente italiano ha distri-buito viveri e materiali giunti dallaSardegna: sono state donate 10 mo-topompe elettriche e numerose ton-nellate tra viveri, vestiario, coperte,radio e prodotti per l’igiene perso-nale.Nella stessa zona, alla scuola del vil-laggio di Avah Shatra, i bambini, en-tusiasti, hanno ricevuto zainetti,quaderni, matite e altro materialescolastico, parte del quale era statodonato dagli alunni delle scuole diBolzano, raccolto dal personale delComando Truppe alpine e trasporta-to in Iraq dal “Reparto multinaziona-le per la cooperazione civile e milita-re” (CIMIC) da poco costituitosi aMotta di Livenza (Treviso).Inoltre, su iniziativa del cappellanomilitare padre Gigi Aroffo, gli oltre800 militari di stanza in Iraq (del151° reggimento “Sassari”, del 3°reggimento “Savoia”, dei fucilieri dimarina del reggimento “San Marco”e dei lagunari del reggimento “Sere-nissima”) hanno vinto una bellissi-ma gara di solidarietà raccogliendo6500 euro che sono serviti per ac-quistare 24 tonnellate di riso, distri-buite alle popolazioni dei villaggi vi-cino a Nassiriya. �

Distribuite tonnellate di aiuti italianialla popolazione irachena

I militari del nostrocontingente distribui-scono il materiale aibambini di un villag-gio iracheno.

Un momento dellaraccolta del materialenegli istituti scolasticidi Bolzano.

C ontinua, grazie anche all’im-pegno congiunto delle orga-nizzazioni internazionali, l’at-

tività degli alpini che, dallo scorsosettembre, hanno distribuito in Af-ghanistan oltre 15 tonnellate diaiuti umanitari.Ultima in ordine di tempo è stata

Ambulanze e materiale ospedaliero all’Afghanistanla cerimonia di consegna di 10 am-bulanze della Croce Rossa Italiana edi attrezzature ospedaliere che il no-stro Stato Maggiore ha fatto arrivarea Kabul. In particolare sono stati do-nati 2 studi odontoiatrici e materialiper allestire 200 posti letto.La cerimonia di consegna si è svolta

a Kabul, nella sede del contingen-te italiano comandato dal colon-nello Claudio Rondano, alla pre-senza dell’ambasciatore italianoin Afghanistan, Domenico Giorgi,dei rappresentanti della CroceRossa Italiana e del viceministroafghano della Sanità. �

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NOSTRI ALPINI IN ARMI

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S ono rientrati a Vipiteno gli alpi-ni del 5° reggimento e del batta-glione Morbegno dopo sei mesi

di permanenza in Bosnia, nell’ambi-to della missione multinazionale distabilizzazione (Sfor), al comandodel colonnello Luigi Vivona.Quella riservata agli alpini è statadavvero un’accoglienza calorosa daparte delle autorità locali ma soprat-tutto dalla gente: abitanti di Vipite-no e migliaia di turisti – italiani estranieri – che si trovavano nellasplendida e storica cittadina dell’al-ta val d’Isarco richiamati dal folclo-ristico e fiabesco Khristlkinder-market, il mercatino di Natale che sitiene nel periodo delle festività intutto l’Alto Adige. Per tutti costoro

Caloroso saluto al contingente rientrato a Vipiteno dopo 6 mesi di missione di pace in Bosnia

c’è stato un solenne fuori program-ma: lo sfilamento, preceduto dallabanda musicale civile, da piazzaSteindl fino alla caserma Menini-DeCaroli del reggimento e del Morbe-gno. C’erano anche unità del 2° reg-gimento Trasmissioni di stanza aBolzano, del 2° Genio di Trento, del3° Alpini della Taurinense e unacompagnia di formazione con uffi-ciali e sottufficiali della missione bo-sniaca. Una missione a comando ita-liano condotta anche da un batta-glione della 14ª brigata corazzata te-desca, in tutto 2.500 militari ai qualihanno dato il cambio un reggimentotedesco e un gruppo del reggimentodi artiglieria di Vercelli.Nell’ampio cortile della caserma,

dove il contingente è stato accoltodal tenente generale Bruno Iob, co-mandante delle Truppe alpine, sonostati resi gli onori alla Bandiera diguerra del reggimento e al nostro La-baro, che era scortato dal presiden-te Beppe Parazzini e da numerosiconsiglieri nazionali.Il bentornato agli alpini è stato datodal sindaco di Vipiteno Thomas Eg-ger, che ha elogiato le penne nereper il felice compimento della mis-sione di alto significato morale, e nelcontempo di grande rilievo sul pia-no del ritorno a normali condizionidi vita in un paese nel quale la guer-ra ha scavato profonde ferite. Al dila’ dell’ufficialità, il sindaco Egger,dopo aver ricordato la comunanza

L’abbraccio di migliaia di cittadiniagli alpini del 5º e del “Morbegno”

Il col. Luigi Vivona: ha tracciato il consuntivo della missione di pace e lodato i suoi alpini.

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Il sindaco di VipitenoThomasEgger si è avvicinato alloschieramento e ha stretto lamano a un alpino, volendosimbolicamente stringerla atutti per manifestare la rico-noscenza della città alle pen-ne nere.

152 - 2004

di sentimenti, ha voluto stringere lamano ad uno degli alpini della mis-sione, volendo con questo gestostringerla simbolicamente a tutti.Il colonnello Vivona ha elogiato isuoi alpini e quanti hanno partecipa-to alla missione sotto il suo coman-do, e si sentiva che non erano sol-tanto parole di circostanza, ma chevenivano dall’orgoglio dell’apparte-nenza e dal convincimento di avercompiuto fino in fondo il proprio do-vere.In cifre, possiamo dire che in questisei mesi gli alpini hanno controllatoun territorio in un raggio di 90 chi-lometri tra Sarajevo e Rajlovak,comprendente anche la città di Ka-menica.Rastrellando il territorio, il contin-gente ha recuperato 600 mila colpidi fucile automatico, 200 mila diproiettili anticarro, 600 mine an-tiuomo, 30 mine anticarro, oltre5.000 granate 2 mila bombe a manoe un migliaio tra fucili e pistole ol-tre a miccia detonante e 250 chili ditritolo.Ma più rilevanti ancora sono i risul-tati sul piano umano e sociale. A Ka-menica è stata costruita una scuola(molto attesa dalla popolazione)con infermeria; sono stati distribuitiin tutta la zona controllata dal con-tingente medicinali, materiale scola-stico, indumenti e generi di primanecessità inviati dall’Italia da enti eassociazioni, prime fra tutte l’ANA,attraverso i suoi gruppi e le sezioni.Sono state consegnate apparecchia-

ture medicali per uso pediatrico,una quarantina di sedie a rotelle,normali ed elettriche e tanto altrosarà consegnato dagli artiglieri di

Vercelli perché gli alpini hanno la-sciato altri quattro container di ma-teriale vario da distribuire fra la po-polazione.Per esprimere gratitudine a quantihanno affiancato l’opera degli alpini,il colonnello Vivona ha preso unainiziativa inedita: il pubblico ringra-ziamento attraverso una inserzionesul Corriere della sera. C’è da dire che dopo la strage diNassirija c’è stato un risveglio spon-taneo e – auguriamoci – duraturodella gente nei confronti dei nostrimilitari in missione all’estero, unapresa di coscienza che tengono altoil nome dell’Italia, che fanno qualco-sa che ci inorgoglisce. Ed è un senti-mento che traspirava non soltantodalla fierezza di quegli alpini che sfi-lavano per le strade di Vipiteno, mache si leggeva anche sul viso diquanti – tantissimi – alle ali dello sfi-lamento applaudivano quei soldatidi pace. �

La sfilata per le vie di Vipiteno.

Lo schieramento del 5° e del “Morbegno”.

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Trieste - aspettando l’adunata

162 - 2004

Cinquant’anni fa. E sembra ieri

DI FULVIO FUMIS

P er cinque volte Trieste ha in-contrato gli Alpini, quelli dellememorabili adunate nazionali.

Vennero qui nel 1930, quando il mi-to delle penne nere del Montenero,dell’Ortigara, dell’Adamello e delGrappa erano ancora riferimenti vi-vi della memoria; tornarono nel1939, alla vigilia di quella tragediaimmane che avrebbe sconvoltol’Europa e si sarebbe allargata almondo; si ripresentarono nel 1955quando Trieste era alfine uscitadalle conseguenze dell’ultimo con-flitto avendo riabbracciato l’Italiada appena un anno. Dieci anni do-po, nel 1965, erano ancora nelle viedi questa città per tornare – alfine –nel 1984, per riaffermare un affettoimmutato e risvegliare un senti-mento patriottico che sembravaassopirsi. Di questo la città fu grataagli alpini fidando, fin da allora, inun nuovo incontro.

Il momento è giunto nel nuovo se-colo, e non è un momento qualsia-si. Questo è l’anno del Cinquante-nario della seconda redenzione diTrieste, del ritorno all’Italia. Lo si èdetto: solo allora, il 26 ottobre del1954, Trieste vide la conclusioned’un conflitto che nel resto dell’Ita-lia si era concluso nove anni prima.Fu quella una giornata memorabiledi affetto e partecipazione in cuiTrieste mise a nudo la propria ani-ma sconcertando chi, alla passio-nalità, non era più aduso e ripor-tando nel paese, che Trieste nonesitava a chiamare Patria, un senti-mento di orgoglio e di fiducia eredi-tato lungo i secoli di padre in figlio.I poeti e gli scrittori di questa cittàche non ha mai esitato a portare ilsuo contributo di valore e di corre-sponsione all’Italia, hanno messoin evidenza la sua scontrositàquando non anche la sua tragicità.Sono categorie del suo spirito co-stretto a convivere con lunghe atte-se e speranze non sempre appaga-

te. Quando Trieste ha dovuto sce-gliere, non ha mai esitato perché,come ha detto uno scrittore di ca-sa, alpino anche lui, Manlio Cecovi-ni, “il suo patriottismo non è unacarta falsa”.Per chi non conosce l’anima di que-sta città potrà costituire una sco-perta curiosa rilevare come in essasi concentrino caratteri cosmopoli-ti, di cui la presenza di chiese atte-stanti culti diversi sono un aspettosolo indicativo; e allora si chiederàdove i triestini abbiano attintoquella peculiarità patriottica che liha sempre distinti davanti ai fratel-li italiani.Gente concreta, di ampie vedute,sicuramente di respiro europeo, lagens triestina ha sempre anelato auna patria che, per lingua e per cul-tura, non poteva che essere l’Italia.Il binomio Trieste-Italia potrebbeapparire scontato se dietro ad essonon ci fosse una scelta intrisa didrammaticità, confermata anchecon il sangue. Per questa ragionecinquant’anni fa la città viveva il se-condo momento più intenso dellasua esistenza. Chi ha vissuto quelleVentiduesima Adunata nazionale a Trieste, 4-5 aprile 1955.

Una storica immagine dell’adunatanazionale tenuta a Trieste nel 1930:parla il presidente nazionale AngeloManaresi.

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Trie

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nata

172 - 2004

vicende della storia italiana conmille volontari irredenti nel primoconflitto mondiale, con il sacrificiodi sangue nelle sue strade, con ilvalore dei suoi uomini fra cui sicontano otto medaglie d’Oro alpi-ne, non bastarono a renderla paga.A lungo si è sentita incompresa, harichiesto attenzioni che non siesaurissero in provvidenze contin-genti ma in una strategia che rivita-lizzasse Trieste per quello che è:una comunità colta, disponibile eattrezzata per offrire all’Italia il me-glio di sé.In un’alternanza di recuperi e delu-sioni, Trieste ha trascorso i cin-quant’anni dal grande evento del26 ottobre 1954 in una sorta di cli-ma d’attesa per riguadagnare il po-sto che sente spettarle. Gli Alpini, con la loro Adunata na-zionale, hanno l’onore di aprire, aTrieste, le celebrazioni del Cin-quantenario del ritorno all’Italia.Trieste saprà essere a loro grataper rievocare quel lontano tripudiosotto il segno del Tricolore che, daalmeno due generazioni, non si èpiù visto rivestire le strade, fine-stre e terrazze.Gli Alpini possono compiere il mi-racolo d’un risveglio che la gente diquesta città attende: sa che sugliAlpini si può sempre contare. �

giornate sa che furono irripetibili:la città era entrata in una festa del-lo spirito e della coscienza così in-tensa e collettiva da superare ogniimmaginazione.Sebbene nella motivazione dellamedaglia d’Oro a Trieste si facciaesplicito riferimento all’assorbi-mento di “stirpi diverse” in un cli-ma di reciproco rispetto, molti re-

sponsabili dei poteri nazionali han-no dimenticato che cosa significas-se questa spontanea operazione diacculturamento e di proiezione del-l’italianità di Trieste oltre i confini.Questo fu il compito che la storia leaveva assegnato e il compito fu de-gnamente assolto.Va però aggiunto che la generosapartecipazione di questa città alle

Sfilano i soci fondatori della sezione: sono all’Adunata a Trieste del 23-24 maggio 1965.

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182 - 2004

DI RUGGERO FAURO ROSSI

S i parla spesso di Trieste comecittà di frontiera o di ponte frapiù paesi, dando al primo un

significato negativo, al secondo unvalore decisamente positivo. Inrealtà la vocazione di Trieste e lasua posizione geografica all'estre-mo dell'alto Adriatico la portavanoalla seconda funzione, fin dalle ori-gini. La situazione di città di confi-ne e la conseguente chiusura in sestessa della città sono sempre di-pese, quando si sono verificate, dafattori esterni.Fin dall'antichità, come ricordaStrabone, esisteva una via com-merciale diretta da Tergeste allapianura di Emona, l'odierna Lubia-na, attraverso il passo montuosodell'Ocra, dove ad essa si univano itraffici provenienti da Aquileia.Dopo la caduta dell'impero romanoTrieste, come l'Istria, rimase nel-l'orbita dell' Impero di Bisanzio e

forse aumentò la suaimportanza commer-ciale quando gli Unnidistrussero Aquileiaed il Patriarcato si ri-tirò a Grado: Trieste,che non era stata toc-cata dagli Unni, do-vette forse aver qual-che vantaggio.Fu saccheggiata daiLongobardi, che contutta probabilità laoccuparono, mentrela maggior parte del-l'Istria rimaneva nel-l'ambito di Bisanzio fi-no alla conquista daparte di Carlo Magno,

nel 790. Conquista che non toccò Venezia,sempre più sviluppata verso orien-te e soprattutto sull'Adriatico, dicui si assicurò il dominio eliminan-do i pirati della costa dalmata e le-gando a sé le città costiere dell'I-stria. Trieste, che riconobbe talepredominio, per la sua posizione fuperò compresa nel mondo feudalee dipese dal Patriarca di Aquileia:anche di fronte a questo ed agli al-tri feudatari del retroterra difeseperò una sostanziale autonomia,che sarebbe stata sancita nel 948dall'allora re d'Italia Lotario II. Nell'età dei comuni, la nuova formacostituzionale si sviluppò anche aTrieste, che, pur sempre col Pa-triarca, fu contro il Barbarossa dal-la parte dei Lombardi e fu presentealla pace di Venezia fra la Lega el'Imperatore. Nella seconda metà del XIII secolo,Venezia impose alle città adriatichecondizioni di piena sudditanza:

molti furono i malumori, Capodi-stria, che poi cedette, e Trieste ri-fiutarono decisamente. Cominciòquindi la vera e propria serie diguerre fra Trieste e Venezia, finitasolo nei primi decenni del '500, conscontri sanguinosi, attacchi deiTriestini al territorio veneto, assediin cui i Triestini furono ridotti allafame, conquiste veneziane cui,puntualmente, dopo non molti anniTrieste si ribellava o veniva libera-ta da forze esterne. Tra queste l'ar-ciduca d'Austria, signore della cittàdal 1382 ma non sempre in grado didifenderla.Ad un certo momento però la cittàdovette fronteggiare un altro nemi-co della sua volontà di autonomia.Dalla metà del '400 fin quasi alla fi-ne del '500 la Dieta della Carniolachiese che Trieste le fosse annessa,e la città dovette lottare con tuttele sue forze presso gli imperatoriper evitare che la richiesta fosseesaudita. Non mancarono atti diviolenza da una parte e dall'altrama alla fine l'autonomia fu salva.La contemporaneità sostanziale diquesto doppio conflitto non è pri-va di importanza per capire la for-za della volontà di libertà e di au-tonomia dei Triestini di quei seco-li: da un lato Trieste rifiutava Vene-zia, cui era senza dubbio affine perorigine, tradizioni, linguaggio mache le avrebbe imposto sacrificieconomici e politici; dall'altro re-spingeva i sicuri vantaggi economi-ci (sicurezza delle strade, monopo-lio dei commerci fra il retroterra eil mare) offerti da una regione del-l'Impero, cui essa stessa faceva ca-po, per le diversità di linguaggio edi origine. �

Il Canale Ponterosso, visuale notturna.(foto di Alessandro Savella, gentilmente concessa da Aiat Trieste)

Trieste,frontiera o ponte?

(e Venezia,perché nemica?)

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192 - 2004

77ª ADUNATA NAZIONALE - TRIESTE - 15/16 Maggio 2004QUESTO L’ORDINE DI SFILAMENTO

Questo l’ordine e relativo orario stimato dell’inizio dello sfilamento dei vari scaglioni suddivisi per setto-ri. Come è ormai tradizione, dopo le rappresentanze militari e civili, le prime a sfilare (in file di 12) sa-ranno le sezioni più lontane; ultima Trieste, sezione ospitante, e il Servizio d’Ordine Nazionale.

1° SETTORE: INIZIO SFILAMENTO ORE 8.30

• 1ª Fanfara militare;• Reparti Alpini di formazione con bandiera;• Gruppo Ufficiali e Sottufficiali delle TT.AA. in servizio;• Gonfaloni di Regione, Provincia, 5 Comuni (Muggia, S. Dorligo della Valle, Sgonico, Monrupino, Duino-Aurisi-

na), Comune Trieste e Labaro Federazione Grigioverde;• 2ª Fanfara militare;• Labaro dell'Associazione Nazionale Alpini;• Alpini decorati, mutilati e invalidi su automezzo;• Rappresentanza I.F.M.S.;• C.C.I.O. (Centro Coordinamento Interventi Operativi) della P.C. ANA;• Ospedale da Campo.

2° SETTORE: PRESUMIBILE INIZIO SFILAMENTO ORE 8.40

• Alpini di ZARA – FIUME – POLA;• Sezioni all’estero: SUD AFRICA – GERMANIA – ARGENTINA – AUSTRALIA – BRASILE – CANADA – NEW YORK

– PERÙ – CILE – URUGUAY – VENEZUELA – FRANCIA – BELGIO – LUSSEMBURGO – GRAN BRETAGNA – NOR-DICA – SVIZZERA.

3° SETTORE: PRESUMIBILE INIZIO SFILAMENTO ORE 8.55

• Protezione Civile 4° Rgpt.; • Sezioni del Centro Sud e isole: SICILIA – SARDEGNA – BARI – NAPOLI – MOLISE – ABRUZZI – MARCHE – LA-

TINA – ROMA.• Sezioni della Toscana: PISA/LUCCA/LIVORNO – MASSA CARRARA – FIRENZE.

4° SETTORE: PRESUMIBILE INIZIO SFILAMENTO ORE 9.20

• Protezione Civile 1° Rgpt.;• Sezioni della Liguria: LA SPEZIA – IMPERIA – SAVONA – GENOVA.• Sezioni del Piemonte: AOSTA – IVREA – BIELLA – VALSUSA – PINEROLO – TORINO – CUNEO – MONDOVÌ –

CEVA – SALUZZO – ALESSANDRIA – ASTI – CASALE MONFERRATO – DOMODOSSOLA – INTRA– VALSESIANA– OMEGNA – VERCELLI – NOVARA.

5° SETTORE: Presumibile inizio sfilamento ore 11.00

• Protezione Civile 2° Rgpt.;• Sezioni dell’Emilia-Romagna: BOLOGNESE ROMAGNOLA – MODENA – REGGIO EMILIA – PARMA – PIACEN-

ZA;• Sezioni della Lombardia: TIRANO – SONDRIO – COLICO – LUINO – LECCO – BERGAMO – VARESE – COMO

– VALLECAMONICA – BRESCIA – SALÒ – CREMONA – MONZA – PAVIA – MILANO.

6° SETTORE: PRESUMIBILE INIZIO SFILAMENTO ORE 13.45

• Protezione Civile 3° Rgpt.;• Sezioni del Trentino - Alto Adige: BOLZANO – TRENTO.• Sezioni del Veneto: CADORE – BELLUNO – VALDOBBIADENE – FELTRE – VITTORIO VENETO – CONEGLIA-

NO – TREVISO – ASIAGO – VENEZIA – BASSANO – MAROSTICA – VALDAGNO – VERONA – VICENZA – PA-DOVA.

• Sezioni del Friuli - Venezia Giulia: CARNICA – UDINE – GORIZIA – PALMANOVA – GEMONA – CIVIDALE –PORDENONE.

7° SETTORE: PRESUMIBILE INIZIO SFILAMENTO ORE 17.30

• Protezione Civile sezionale;• Sezione TRIESTE;• Gruppo di 132 bandiere a ricordo dei 132 anni del Corpo degli Alpini;• Rappresentanza del Servizio d’Ordine Nazionale.

N.B. I riferimenti orari sono puramente indicativi.

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storia delle nostre sezioni

202 - 2004

SALUZZO

I l marchese Michele Antonio diSaluzzo sarebbe oggi un perso-naggio sconosciuto ai più se,

nel 1528, colpito a morte sul cam-po di battaglia, non fosse soprav-vissuto il tempo necessario percomunicare le sue estreme vo-lontà ai soldati accorsi al suo ca-pezzale. Diventò così il capitanopiù famoso di tutti i tempi. La bal-lata popolare che cantò gli ultimiistanti di vita del "Sor Capitani diSalusse" fu adottata dagli alpiniquattro secoli dopo e il "Testa-mento del Capitano" li accompa-gnò sulle ambe africane, nelletrincee del Carso, lungo le stepperusse. Non lontano da Niko-lajewka, morente per una graveferita all'addome, lo farà cantareai suoi alpini singhiozzanti il capi-tano Giuseppe Grandi, di LimonePiemonte.Sono gelosi delle loro radici gli al-pini di Saluzzo, il borgo medioe-vale con le sue torri e i suoi cam-panili fronteggianti il profilo seve-ro del Monviso, il "re di pietra",che ha dato il nome alla Sezione.L'illustre marchesato vanta unalunga tradizione militare che insecoli passati gli risparmiò la tri-ste sorte del vaso di coccio stret-to fra i vasi di ferro di Francia eCasa Savoia. Quando si orientòdefinitivamente verso il Piemon-te, non volle tagliare i ponti conl'antico alleato d'oltralpe (ai ra-duni alpini risuona ancora lo slo-gan delle milizie marchionali:"Droit quoi qu'il soit": avanti adogni costo) e nel 1480, sotto ilcolle delle Traversette (il preferi-to di Dante per il passaggio di An-nibale), con "ferro, fuoco e ace-

DI UMBERTO PELAZZA

Tre generazioni di alpini: il capitano Vincenzo Stevano, nel 1874 ufficiale delle com-pagnie distrettuali, l'alfiere della neonata sottosezione di Saluzzo e l'alpinotto inerba, in braccio al presidente nazionale Manaresi.

Il grande raduno del 1928 per la benedizione del primo gagliardetto.

Alpini di grandestoria e di eroi

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to", fu scavato nella roccia il "Bu-co del Viso", una galleria di 75metri, il primo tunnel artificialenelle Alpi. Forse visitato da Leonardo, è an-cora oggi praticato per scopi turi-stici; percorso nei due sensi, hacostituito nodo importante del-l'ultimo "Camminaitalia": grazieall'accurata organizzazione mes-sa in atto dagli alpini saluzzesi, siè potuto attraversare e ammirareuna delle zone più interessantidelle Cozie. La giovane sezione ha origini lon-tane. Risale al 1925 il primo tenta-tivo di un sodalizio "aperto a tuttigli alpini in servizio e in congedo,avente finalità mutualistiche, as-sistenza e beneficenza" e, siachiaro,"scevra di qualsiasi inter-ferenza politica". Ma passano treanni prima di raggiungere il quo-rum che ne fa una sottosezione diCuneo.Memorabile nel 1929 l'adunataper la benedizione del gagliardet-to, con l'intervento del presiden-te nazionale Manaresi. Il pranzosociale fu servito sotto i porticicittadini, al riparo dalla pioggia(penna bagnata...), che non im-pedì il formarsi di lunghe codedavanti alla portentosa fontanada cui zampillava barbera a gogò(con avviso scritto sul caratteretemporaneo dell'evento). Era presente anche il capitanoVincenzo Stevano, già ufficialedelle compagnie distrettuali nellequali avevano mosso i primi pas-si gli alpini della bombetta e deipantaloni azzurri. Il btg. Saluzzofu costituito nei primi anni delnuovo secolo, in tempo per com-battere in Libia e su vari frontidella Grande Guerra, dove la con-quista del monte Cukla valse alreparto la medaglia d'argento. Al-la testa dei suoi uomini cadde ilcomandante, ten. col. Luigi Piglio-ne, già sergente ad Adua: primamedaglia d'Oro del futuro vessillosezionale. Singolare figura di alpi-no fu in quegli anni il tenente Gio-vanni Vincenzo Cima, inserito apieno merito nel trio saluzzesedella carta stampata, in compa-gnia di Giambattista Bodoni,ideatore dei famosi caratteri tipo-

Sulle torri e sui campanili della città medievale si staglia la mole imponente delMonviso, che ha dato il nome alla sezione.

Il coro sezionale pronto per il pezzo d'apertura: "Il testamento del capitano".

Non lontana dalle sorgenti del Po, la cappella di Tampa-Giasset (m. 2.190) ricordai caduti alpini del saluzzese.

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storia delle nostre sezioni

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grafici, e di Silvio Pellico, l'autoredelle "Mie Prigioni". Cima ideò ilsistema stenografico che porta ilsuo nome, tuttora impiegato; du-rante la guerra, testimonia il gen.Rambaldi, "rese segnalati servigie vantaggi difensivi notevolissi-mi". I tre sono stati oggi accomu-nati in un'originale pubblicazio-ne: il testo delle "Mie Prigioni" incaratteri bodoniani, stenografatocol metodo Cima. Il "Saluzzo", partecipa alla campa-gna etiopica e alla seconda guer-ra mondiale. In Russia si sacrifi-ca, insieme al "Borgo San Dalmaz-zo", nella sanguinosa battaglia diNovo Postolayowka, che apre lastrada del ritorno ai resti del Cor-po d'Armata Alpino. Nel libro delrusso Filatov "La campagnaorientale di Mussolini", viene ri-cordato l'alpino Caccialupi: “...igatti sovietici, catturati con milleastuzie, variavano la monotonadieta dell'alpino italiano Caccia-lupi, al quale fu cambiato il nomein Cacciagatti, per la sua abilitànella loro cattura". Il battaglione fu sciolto con l'ar-mistizio dell'8 settembre '43, do-po un accanito combattimentocon le truppe tedesche in AltoAdige. Ricostituito nel 1946, pas-serà alle dirette dipendenze della"Taurinense" nel 1975.Il Gruppo da montagna "Aosta",ricostituito a Saluzzo nel 1951,

ne del primo numero del periodi-co sezionale. “ Nôi sôma Alpin", lacui puntualità quadrimestralenon avrà deroghe.Dopo un anno dalla conquistadell'autonomia il numero dei sociera aumentato di 235 unità. Nonsi può dire che la crescita sia sta-ta del tutto indolore: capitò perfi-no che in una stessa località, ac-canto ai "regolari" sopravvivesseun "gruppo di resistenza", ma poiil buon senso prevalse e tutto siappianò. Nessuna controversiasul battesimo del sodalizio: l'eter-no Monviso non ebbe rivali.Fu subito intensificata la parteci-pazione alle iniziative di caratte-re sociale, con legami sempre piùstretti con le comunità locali. Èstato creato un centro di emodia-lisi, si è dotato l'ospedale cittadi-no di un fuoristrada con rimor-chio attrezzato e il Soccorso Alpi-no è stato fornito di materiale va-rio. Si provvede inoltre all'assi-stenza continua in una casa di ri-poso e alla consegna di borse distudio intitolate a Caduti alpini. Iriconoscimenti non sono manca-ti: in uno stesso anno, il 1999, al-l'alpino Arnaldo Fagiolini è statoattribuito il premio nazionale "Al-pino dell'anno" e all'alpino Cele-stino Peyrache il "Premio Fedeltàalla Montagna".Il nucleo di Protezione civile (150elementi) è nato organicamentenel 1993, dopo essersi fatte le os-sa in Friuli e a Rossosch; negli an-ni Ottanta ha affrontato numerosi

dopo quarant'anni viene trasferi-to a Fossano, ma non dimenticale sue origini: a Saluzzo si susse-guono i raduni e, nel 2000, si cele-bra il 50° anniversario della rico-stituzione.La sottosezione di Saluzzo sistacca dalla sezione madre nel1961: i gruppi sono 21 e i soci1600. Era logico e umano che il fi-glio, diventato maggiorenne, for-te e robusto, pensasse a mettersu casa in proprio. Fu questo an-che il pensiero espresso dal pre-sidente nazionale Erizzo, presen-te al grande raduno settembrinodelle Medaglie d'Oro. L'atto fu si-glato l'8 dicembre e contempora-neamente avvenne la distribuzio-

Lo striscione identifica la sezione ed esprime il significato più profondo della sfilata.

Il Nucleo di Protezione civile all'opera in Val Varaita, durante l'alluvione dell'ottobre 2000.

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LA SEZIONE IN CIFRELA SEZIONEGià Sottosezione di Cuneo dal1928 al 1962.Sede: piazza Cavour, 12 – Saluzzo.Tel. 0175 42634.Gruppi 45. Soci 3.353. Aggr. 564.

LE MEDAGLIE D’ORO• Capitano Mario Musso

btg Saluzzo Val Puartis,settembre 1915

• Ten. col. Luigi Piglionec.te btg Saluzzo Monte Kukla,maggio 1916

• Capitano Pietro Marchisiobtg Saluzzo Bosnia, aprile 1944

I PRESIDENTI DELLA SEZIONE DI SALUZZOMario Del Pont 1962-1985Giovanni Viano 1985-1995Camillo Isasca dal 1995

IL PRESIDENTECamillo Isasca. Anno di nascita:1933. Già impiegato Società te-lefonica. Servizio militare: AllievoUff. del XVII Corso AUC; sten.com.te di plotone nel btg Tirano.

Il presidente sezionale, Camillo Isasca.

incendi boschivi in valle Po e inVal Varaita (fino a tre in una solanotte), seguiti dai relativi rimbo-schimenti: cinquemila piantinemesse a dimora con l'operazione"Un alpino, un albero". Gli inter-venti in occasione delle alluvioniin Piemonte, Liguria, Val d'Aosta,Toscana, sono stati intercalati dal"diversivo" dell'Operazione Arco-baleno.Il Nucleo Sportivo, una ventina dielementi, partecipa alle gare na-zionali dell'ANA, sia nello sci alpi-no e nordico, sia nel tiro a segno.Per due anni gli alpini del btg. Sa-luzzo si sono imposti nel TrofeoBuffa, nell'ambito dei C.A.S.T.A. Ilcoro sezionale (32 coristi) ha de-buttato nel 1981: è diretto dalmaestro Franco Primo.La tradizione alpina è ben radica-ta nel Saluzzese e Camillo Isasca,presidente di una sezione di na-scita relativamente recente, maprofondamente ancorata nellastoria del territorio, ha tenace-mente lottato contro l'abolizionedella leva: gli bruciano in modoparticolare le recenti innovazioni

sul reclutamento. "Così hanno voluto i nostri supre-mi amministratori e democratica-mente noi accettiamo anche que-sta nuova legge. Ma potremo an-

che continuare a dire che non cipiace e che l'abolizione della naiaè stato un errore. Siamo consape-voli di aver perso, ma di esserecaduti in piedi”. �

Progetto Eritrea: allo studioun nuovo ospedale

Nel febbraio dell’anno scorso unadelegazione dell’ANA è stata in

Eritrea per rendere omaggio a 12 milaCaduti italiani che la storiografia no-strana ha sepolto per decenni sottoun colpevole silenzio. La delegazioneha visitato i cimiteri in cui i nostri sol-dati riposano accanto agli ascari checombatterono sotto la nostra Bandie-ra. Cimiteri tenuti in perfetto ordinedalle autorità eritree, con tutti gli ono-ri. Da allora un gruppo di coloro cheparteciparono alla prima spedizioneha predisposto una seconda visita, an-che in vista della ricostruzione di unospedale ad Asmara che cura e assisteanche i mutilati del secondo conflitto,molti dei quali combatterono a fiancodei soldati italiani. Sono state già rac-colte apparecchiature mediche e dia-

gnostiche dismesse da ospedali, men-tre sono in corso contatti con ospeda-li lombardi per altre attrezzature. Il viaggio in Eritrea è previsto dal 18 al25 marzo prossimo e prevede ancheuna parte turistica molto interessante.La quota di partecipazione è di1.200,00 euro, da versare sul conto“per Eritrea”, Banca Popolare Com-mercio e Industria, agenzia di Bresso,c/c nr. 252 – ABI 5048-CAB32620. Per ulteriori informazioni telefonare aGiuseppe Parozzi, tel. 02-6103060,cellulare 338-4478588, oppure a En-rico Visconti 348-8072877. In Eritrea sirecherà anche una rappresentanzaANA per verificare la fattibilità dell’ini-ziativa dell’ospedale e la possibilità diun eventuale coinvolgimento dellanostra Associazione. �

Il 28 marzoraduno

degli artiglieridella Julia

S i svolgerà domenica 28 mar-zo a Caselle Torinese il primo

raduno degli artiglieri della briga-ta alpina Julia: l’invito a parteci-pare è esteso anche agli alpini eagli artiglieri della Taurinense,Cadore, Orobica e Tridentina. Lasera del sabato vi sarà un concer-to della fanfara dei congedatidella Julia, con il maestro PinoCosta. Per i dettagli sul program-ma della manifestazione e perulteriori informazioni contattareAldo Merlo, al nr. 011-9961156;oppure Beppe Baietto, 335-5640893. �

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zona franca

242 - 2004

� Non fare il soldato è sbagliato

Anch’io voglio dare un piccolocontributo a L’Alpino. Sono un

alpino della divisione Julia, soprav-vissuto da tre lunghi anni di prigio-nia in Russia. Ho visto la Siberia,poi due anni in Asia, in provincia diTaschent, Uzbechistan, campo29/3. In quel campo sono morticentinaia di italiani, e dopo mortinon erano ancora in pace perché leloro fosse erano di una profonditàdi 60–70 centimetri e lì c’erano di-versi sciacalli e iene che estraeva-no quei poveri corpi e li divorava-no in mezzo alle piantagioni di co-tone. I nostri soldati di oggi dovrebberosapere quello che noi alpini, fanti,bersaglieri abbiamo passato, visto,sofferto alla nostra giovane età. Ma quanto era bello fare il soldatoin tempo di pace: si imparavanomolte cose utili, per esempio ti in-segnavano la disciplina, ad esserecivili e pazienti; ti insegnavano adattaccarti un bottone alla giacca seoccorreva, ti insegnavano a sop-portare. Finito il servizio militare ritorni acasa tua, dove i tuoi genitori ti di-ranno “Sei diventato un uomo”. Non fare il soldato per conto mio èsbagliato; ci saranno sì i volontari,ma ...ma e ripeto ancora, ma!A Roma ci vuole più severità; già, aRoma ci vuole più severità.

Giovanni Feriotti - Valdagno

� Ma il cappello… no?

Ho partecipato pur essendo ami-co degli alpini e non alpino “ve-

race” al 7° CISA. Alcuni interventi mi hanno lasciatoda prima perplesso e poi sbalordi-to. Chiaramente volti a dequalifica-re la presenza degli amici degli alpi-ni nelle strutture associative. È stato detto: sì, forse potrebberoportare il cappello i componenti deicori alpini o delle fanfare ma soloper un motivo estetico e non per-ché con la loro presenza portanoun valore aggiunto a quelle rappre-sentanze dell'associazione. Si potrebbe autorizzare il cappello

anche ai volontari della Protezionecivile, così sembriamo tanti - e nonperché condividendo i valori dellasolidarietà alpina si fanno venire icalli alle mani - accrescendo i risul-tati ottenuti. Chi collabora alla re-dazione, stampa o divulgazione del-la stampa alpina o collabora alle se-greterie e all'attività dei gruppi? No,tanto non li vede nessuno e potreb-bero insidiare le poltrone più o me-no importanti su cui siedono quan-ti hanno sessanta giorni di Penna.Più volte è stato ribadito che per es-sere alpini occorre che risulti, dalfoglio matricolare, che si è portatoil cappello per almeno 60 giorni.Io, che non ho avuto il grande privi-legio non posso sapere che il cap-pello non è il simbolo di un Corposcelto di difensori della Patria mauna sorta di incubatrice che tra-sforma dei comuni mortali che loportano per più di 60 giorni in unarazza superiore che gli amici posso-no solo veder sfilare da dietro letransenne, anche se il cappello loindossano una volta l'anno per giu-stificare libagioni.A nome degli Amici degli Alpini ri-vendico il diritto che, chi ritenutodegno di tale qualifica, sia autoriz-zato a sfilare, senza il cappello, mainsieme al gruppo di appartenenza,proprio in virtù di quella visibilitàinvocata dal congresso.

Alessandro Alfieri - Milano

� Elmetti con la penna? Volere é potere

Il 6 dicembre u.s. a Vipiteno, si èsvolta la cerimonia per il rientro

in Patria, dopo sei mesi di missionein Bosnia, del 5° reggimento alpini.Il reggimento, schierato di fronte alnostro Labaro ed alle autorità, pre-sentava, però, una nota stonata,della quale mi sono reso conto soloal mio rientro a Milano e precisa-mente il lunedì successivo quando,leggendo il numero di dicembre de«L’Alpino» (pubblicato in internet)sono stato folgorato dalla letteradel ten. gen. Bruno Iob, nella qualeil comandante sostiene che i nostriragazzi (salvo il caso di affianca-mento di militari di armi diversenello stesso reparto) applicano

Il sottotenente Giovanni Parigi, del grup-po Milano Centro.

normalmente la penna sull’elmetto.Eppure a Vipiteno, all’interno dellacaserma, un plotone o una compa-gnia (oggi i numeri sono così ridottiche si fatica a fare certe distinzioni)era schierata con l’elmetto “nudo”,cioè privo di penna: ecco la notastonata!!!Ci dicono che quando gli alpini so-no in un reparto di formazione“adeguano” l’elmetto, ma ci sonoeccezioni che dovrebbero diventa-re regola. Gli esempi non mancano:il 23 dicembre Mediaset ha manda-to in onda un servizio sui nostri sol-dati a Nassiriya nel quale spiccavauna lunga intervista al sottotenenteGiovanni Parigi, richiamato comeconsulente giuridico ed ora in forzaalla brigata Sassari. L’ufficiale haspiegato che a suo tempo aveva as-solto ai suoi obblighi di leva comeufficiale degli alpini e che ora, an-che in virtù del fatto che conoscel’arabo, era stato richiamato perquesta missione. Orbene: il sotto-tenente ostentava sull’elmetto unamagnifica penna nera, nonostantefosse inquadrato in un reparto nonalpino. La circostanza, però, nontragga in inganno: Giovanni Parigi,infatti, socio ANA e precisamentedel gruppo Milano Centro “GiulioBedeschi” della sezione di Milano,ha preteso di continuare a portareil cappello alpino (benchè in forzadi un reparto non alpino), così co-me è stato lui che, evidentemente,ha preteso di applicare il simbolodella specialità anche sull’elmetto.Non rimane che sperare che leTruppe Alpine, in futuro, mostrinola stessa attenzione a valori e sim-boli che i soci di questa splendidaAssociazione mantengono sponta-neamente ed orgogliosamente.

Cesare Lavizzari - Milano

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252 - 2004

I libri recensiti in questa rubrica si possono reperirepresso la Libreria Militare (via Morigi 15,

angolo via Vigna, Milano; tel. 02-89010725) punto vendita gestito da due alpini.in biblioteca

L’ALPINO NEL BELLUNESEIN TEMPO DI PACE

Centosessanta pagine in gran-de formato 21,5x30,5, un

adeguato ed in parte ineditorepertorio fotografico, un excur-sus storico che parte dalle origi-ni del Corpo degli Alpini per poitracciarne i momenti salientidella presenza sul territoriodella provincia di Belluno conparticolare riferimento a quantorealizzato in tempi non bellici:tutto questo è il libro dato allestampe da Angelo Baraldo, uffi-ciale di artiglieria da montagna,già capo di stato maggiore dellabrigata “Cadore “ comandantedella “Tridentina”, oggi generale di divisione.Nella prefazione Dino Bridda, direttore di In marcia, trimestra-le della sezione di Belluno, ricorda che bisogna guardare avan-ti con realismo in questo particolare momento della vita delletruppe alpine: “Se vani sogni e utopie non ci sono più conces-si, dobbiamo essere realisti al massimo ed imboccare stradeconcrete che dovrebbero aprirci un orizzonte per nulla mini-malista, bensì aperto e - perché no? - magari anche a nuovesoddisfazioni per noi che abbiamo portato con giusto orgogliola penna nera sul cappello”.Il libro testimonia il radicamento degli alpini nella realtà socia-le e culturale bellunese, l’emergere prepotente dei valori disolidarietà e di pacifica convivenza che l’opera degli alpini intempo di pace continua a perpetuare con solida organizzazio-ne ed apprezzabilissimi risultati. E infine spiega come nel corsodel tempo, gli alpini – e in specie quelli bellunesi - siano diven-tati non solo un particolare tipo di soldato, ma anche un parti-colare tipo di uomo.

ANGELO BARALDOL’ALPINO NEL BELLUNESE IN TEMPO DI PACE Momenti AICS editore – BellunoPag. 160 – euro 10,00Per acquisti: sezione ANA – via Tasso 20 – 32100 Bellunotel. 0437/27645

TORNERÀ PRIMAVERA

Idue personaggi che spiccano inquesto bellissimo romanzo

sono Biggio, un uomo all’antica,con le radici saldamente piantatenella propria terra – fonte di vita,ma anche motivo di fatica e di sof-ferenza quotidiana – e Luca, suofiglio, che cresce e si forma nelperiodo postbellico durante ilquale l’Italia conosce un grandesviluppo economico e i cambia-menti sociali che ne derivano.Un grande affresco dove i muta-menti storici si intrecciano allevicende private attraverso il qualeGlauco Bigongiali ci mostra nellaloro drammaticità le lotte che unuomo deve combattere per non rinnegare i valori in cui credee che la sua famiglia si trasmette da generazioni, a dispetto diuna brillante carriera e di una vita che scivola lungo una stra-da forse tutta in discesa…

GLAUCO BIGONGIALITORNERÀ PRIMAVERALa terra di Biggio Edito da “L’Autore Libri Firenze”Via Duccio di Buoninsegna 1350143 Firenze – tel 055/701493Pag. 345 – € 20,66

HORRIDI MONTES

Federico Borca ci offre unlibro affascinante che attra-

verso la storia dei primi incontridell’uomo con le Alpi, ci mostracome sia evoluto il nostro rap-porto con l’ambiente montano.“Se davvero vogliamo compren-dere quale percezione gli anti-chi Romani avevano delle mon-tagne, allora dobbiamo sforzar-ci di adottare la loro prospetti-va: dobbiamo, cioè, guardare lemontagne con i loro occhi,adottando i parametri del lorocodice culturale. Un simileatteggiamento richiede l’abban-dono di immagini e idee pernoi familiari e scontate, quali la visione della montagna comepaesaggio grandioso e sublime, dominio di una natura intatta,non ancora contaminata dall’uomo, da preservare a qualsiasicosto, come luogo privilegiato per il ritiro e la riflessione”.

FEDERICO BORCAHORRIDI MONTESAmbiente e uomini di montagna visti dai gallo-romani Keltia Editrice – Rue de Bailliage 5 – 11100 AostaPag. 176 – euro 16,00Tel. 0165/364040 – fax 0165/33377Sito internet: www.keltia.it

CD alpini italianiAlpini italiani - Alpini nel mondocompact diskIl CD contiene cante ancora inedite - autore FaustoFulgoni - dedicate agli alpini e molto ben eseguite datre cori del trentino: il Croz Corona, il Valle dei Laghi, ilSant’Ilario. All’interno della copertina c’è il riassuntodelle tematiche dei brani, nonché un breve curriculumdei cori.

Alpini italiani-Alpini nel mondoMusiche e testi di Fausto Fulgoni, elaborazioni diRiccardo Giavina.Distribuito da Fonola Dischi, via Mascheroni 11 –Trezzano sul Naviglio.Per informazioni telefonare a 335-6254476.

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È un ragazzo del ’99 il protagonistadi Tutta la vita a piedi, il romanzodi Giuseppe Farinelli*. Non ha an-

cora vent’anni quando lo scoppio del-la Grande Guerra lo chiama alle armi.Luca Petruccelli, varesino di Cadeglia-no Viconago, nato sui monti al confinecon la Svizzera, viene allora arruolatocome alpino nella 87ª compagnia del-l’eroico battaglione Monte Cervino. La tragica disfatta del 4 dicembre 1917lo risparmia. La Provvidenza si mate-rializza per lui nella mano di un vec-chio alpino che gli fa da schermo colsuo corpo. Ed ha appena visto cadereil capitano e gli altri ragazzi del batta-glione mentre cercavano di superare

La storia del Novecentovissuta da un alpino,

attraverso le due guerree i rispettivi dopoguerra

la selletta tra Monte Miela e MonteFior. “Vent’anni o poco più: battaglione Mon-te Cervino pronto a passare di là contutti i ragazzi. Per passare dalla vita al-la morte basta il crepitio delle mitra-gliatrici”.Ferito ad una gamba, Luca subisce lasorte dei prigionieri: dalla degenza al-l’ospedale militare austriaco di Bolza-no alla deportazione nel campo diconcentramento di Braunau. Qui lo sorprende la liberazione. Ri-sparmiato non sa perché dalla mortein guerra, adesso non sa più riabituar-si a vivere. E allora Luca Petruccelli,che non aveva potuto essere un eroenemmeno in guerra (“Ha combattutoper molto tempo?”. “Un giorno”. “Ungiorno? Ma un giorno da leone, imma-

gino”. “No, un giorno da pecora”), vi-vrà da anti-eroe il resto della sua esi-stenza.Maestro di scuola elementare nell’altoVaresotto del dopoguerra, la condizio-ne esistenziale di chi vive “tutta la vitaa piedi” lo accompagnerà attraverso lastoria del Novecento, dal fascismo, al-la resistenza, all’avvento della libera-zione. Luca Petruccelli è uno che vivefaticosamente perché l’impatto con lavita gli provoca disagio (“Tu il mondonon sei capace di digerirlo o lo digeriscimale”).Ma quella sua “vita a piedi” lui l’affron-ta con la fierezza, l’indipendenza e lacaparbietà dell’alpino che era stato eche nell’animo continuava ad essere(non a caso durante la seconda GuerraMondiale egli soffre per il destino del-

Tutta la vita a piediDI ANGELA IDA VILLA

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accanto con altri occhi.Camminare a piedi haun vantaggio: ci si puòfermare per guardarsiin giro. E Luca Petruc-celli appunto guarda lavita che gli pulsa intor-no attraverso le lentidella poesia e dell’u-morismo: la sua diver-sità è la sua autenti-cità. È uno che ha ilsenso della poesiacome bellezza e dellabellezza come uma-nità e verità. Cosìriesce a farsi sem-brare meno squalli-da perfino la guerra.(“Le stelle in cielo non ti sembrano in fi-la? Ogni stella è un alpino ed io sono ilcapitano. E vado e vado, finché incon-tro il generale, quella stella gialla cheha i gradi”).E se nel dopoguerra non rimane soffo-cato dal peso della quotidianità è per-ché prende la quotidianità con umori-smo scanzonato e bohémien, con l’hu-mor realistico della strada lombarda.L’umorismo diventa oltretutto la suaarma di ribellione sulla strada dell’au-

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la grande divisione Julia). Èla forza e la tenacia di chi hail coraggio di continuare acamminare malgrado tutto,anche quando sarebbe piùfacile fermarsi e lasciarsimorire. E quando, alla finedella sua esistenza terrena,settantenne morirà d’infar-to, morirà da alpino, in mez-zo agli alpini, al raduno del-l’ottobre 1973 al sacrariomonumentale di Redipu-glia.Luca Petruccelli è un diver-so, un outsider. Taciturno,solitario, isolato, perfinostrambo, vede però la vita egli eventi della storia delNovecento che gli scorrono

tenticità negli annidel fascismo. In ap-parenza Luca è unallineato al regime.Di fatto ne è un sa-botatore. Ed è conl’arma del grottescoche egli deforma e ri-dicolizza le attesta-zioni di fanatismo ze-lante ed opportuni-sta, raggiungendo ef-fetti particolarmenteesilaranti nelle scher-maglie del V e del VIcapitolo. �

*Giuseppe Farinelli è or-dinario di Storia della

Letteratura Italiana Contemporanea edirettore dell’Istituto di Italianistica al-l’Università Cattolica di Milano – Ange-la Villa è ricercatrice all’Istituto di Ita-lianistica della stessa Università.

Giuseppe FarinelliTUTTA LA VITA A PIEDIpagg. 268 – euro 13,00Nino Aragno Editoree-mail: [email protected] ordinativi telefonare: 0172.813258.

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P oco dopo la someggiata sul Grap-pa del 2002, con l’amico GiovanniNicolli si decise di andare a fare

due passi nella zona di Cima Lasteati,una cima posta nel gruppo delle cimeRava, a cavallo tra la Valsugana ed ilPrimiero. Cima Lasteati insiste soprala località di Malga Sorgazza dove il 9settembre 1923 venne benedetto il pri-mo gagliardetto della sezione di Maro-stica. Inoltre, nei pressi della cima,avrebbe dovuto esserci anche un rico-vero di guerra intitolato alla nostramedaglia d’Oro Gianni Cecchin.Così, in una bellissima giornata di so-le, risalendo la val Campelle ci si portaa passo Cinque Croci e Cima Lasteati,dove tra le vestigia della prima guerra

mondiale che ancora si possono am-mirare troviamo il “Ricovero tenenteGianni Cecchin”, indicato con una lapi-de ancora in ottimo stato di conserva-zione ma in posizione assai precaria.Sostando al meraviglioso laghetto diForcella Magna, Giovanni svela l’arca-no. “Gianni Cecchin sembra non siamai stato qui. Questa era una zona ab-bastanza tranquilla tenuta dalle com-pagnie del battaglione Val Brenta, chepoi sarebbe il battaglione valle del 6ºrgt alpini, cui apparteneva anche ilSette Comuni di Cecchin. C’era tempoper sistemare e rafforzare le proprieposizioni. Inoltre era tradizione intito-lare postazioni o ricoveri ai decoratidel reggimento. Per questo, assieme alCecchin, in un altro ricovero, troviamoricordato anche Santino Calvi. Il primo

presidente della sezione di Marostica,Oreste Battistello, invece combattèproprio qui ed è per questo che, quan-do venne fondata la nostra sezione, ilbattesimo avvenne presso il cimiterodi Malga Sorgazza…”.L’idea nacque improvvisa! Visto chenel 2003 ricorrerà l’80° della sezione,perché non fare l’adunata sezionalenello stesso luogo e compiere un atto,magari solo simbolico ma che avesseanche una chiara connotazione alpi-na? Ed allora, via con la Someggiata aMalga Sorgazza!Assicurarsi l’appoggio di Giovanni Sal-vador e del reparto salmerie della se-zione di Vittorio Veneto fu la cosa piùsemplice, poi tramite la sezione diTrento abbiamo contattato il capo-gruppo di Pieve Tesino, Sandro Gece-le, il ten degli alpini e membro del Soc-corso Alpino del Tesino, Fabio Ognibe-ni, che si sono messi immediatamentea disposizione.Alla fine abbiamo stabilito un pro-gramma che prevedeva l’ascensione aCima Lasteati sabato 26 luglio per ri-mettere in sito la lapide del ten. Cec-chin, mentre la domenica 27 ci sareb-be stata la parte commemorativa pres-so Malga Sorgazza.Con Giovanni Salvador e le salmerie citroviamo già il 25 sera a montare letende in zona Malga Sorgazza e a pre-parare il filare dei muli. Gianni Lom-bardi, sempre lui, pur di stare con isuoi amici muli si sottopone a un tourde force incredibile che prevedeva,dovendo unire a impegni personali im-pegni alpini, il seguente itinerario:

Adunata a Malga Sorgazzasui luoghi della memoria

MAROSTICA

DI ROBERTO GENERO

Vessillo e gagliardetti della sezione al piccolo cimitero di Malga Sorgazza. A sinistrail vessillo della fondazione, benedetto nel 1923. Nelle foto a piede di pagina lacolonna someggiata e il posizionamento della lapide dedicata al tenente Cecchin.

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Santa Caterina, Pieve Tesino, MalgaSorgazza, Venezia (Tessera), Santa Ca-terina, Pieve Tesino, Malga Sorgazza…Il mattino di sabato 26 luglio sveglia dibuon mattino, anche perché dormirper terra non è il massimo della como-dità, e subito di corsa a prepararequanto avevamo concordato la seraprecedente. Nel frattempo stavano ar-rivando gli alpini dai vari gruppi dellasezione, andando ad ingrossare la co-lonna. Con un certo ritardo, dopo averdistribuito e bilanciato i carichi tra i54 bipedi ed i 6 quadrupedi, ci mettia-mo in marcia alla volta di Forcella Ma-gna e dell’omonimo laghetto, primatappa della nostra spedizione. Quivi, gustandoci un meraviglioso pa-norama che comprendeva in partico-lare la zona del Cauriol, monte parti-colarmente caro a tutti gli alpini del 7°,e la zona di Cima d’Asta, si provvede-va a scaricare le some ed a predispor-re la cucina someggiata per confezio-nare il rancio. Contemporaneamenteun’altra squadra, tenuti i tre muli cari-chi dell’occorrente, iniziava il tratto disalita che ci avrebbe portato al rifugioCecchin, duecento metri sopra, perpoter predisporre il riposizionamentodella lapide.Trasportando a spalla per l’ultimotratto gli utensili e le attrezzature ne-cessarie, nel giro di pochi minuti, conun’efficienza incredibile, gli alpini diPieve Tesino hanno steso le corde disicurezza necessarie per poter opera-re e, dopo una rapida consultazione,definito come e dove fissare la lapide.Con l’ausilio di alcuni alpini marosti-censi, hanno predisposto i fori perbloccare i ferri di supporto e, succes-sivamente, posizionato la lapide, delpeso stimato di circa 60 kg. Nel mentrevenivano effettuate le operazioni “edi-li” alcuni alpini avevano provveduto arinfrescare le scritte incise sulla lapidecon della vernice nera.Una grande gioia pervadeva tutti i pre-senti mentre si risistemavano i mate-riali e si ripuliva la piazzola per le fo-tografie di rito. La sensazione di aver compiuto un at-to, materialmente piccolo ma di gran-de significato morale, veniva esaltatada un minuto di raccoglimento e dallalettura della preghiera dell’alpino chesuggellava un momento di grande alpi-nità.Ancora commossi si ritornava verso illaghetto dov’era posta la base logisti-

ca ma una breve deviazioneci ha portati verso una secon-da lapide dedicata al ten. Cec-chin. Avendo ancora dellavernice abbiamo pensato be-ne, con un’operazione acro-batica, di rinfrescare anchequesta scritta.Infine, al laghetto, pasta pertutti, o meglio per quasi tuttivisto che l’imprevista affluen-za di partecipanti ha preso unpo’ in contropiede la cambu-sa e la razione di pasta erasenz’altro “ottima” ma di cer-to non “abbondante”.Il ritorno, per la stessa via disalita, non aveva storia senon per segnalare che ungruppo di volonterosi, partitiprima delle salmerie, conun’opera degna dei migliorireparti del genio alpino, ope-rando solo a forza di braccia,spostando pietre da una par-te ed ammassandole dall’altra, aveva-no ricostruito un tratto di sentiero checonsentiva il transito in perfetta sicu-rezza anche per i quadrupedi.Dopo un paio d’ore si giungeva all’ac-campamento per le solite operazionidi brusca e striglia e riordino dei ma-teriali. La sera, stanchi ma felici del ri-sultato conseguito, la cenaufficiale sanciva nel miglioredei modi il sodalizio con gliamici del gruppo di Pieve Te-sino senza i quali la cosa nonsarebbe stata possibile.La mattina di domenica, tiratia lucido bipedi e quadrupedi,si è svolta la parte ufficialedell’adunata. Presenti quasitutti i gagliardetti di gruppo esoprattutto il vessillo sezio-nale del 1923 che apriva la sfi-lata, ci si portava nei pressidel piccolo cimitero di guerradi Malga Sorgazza, che gliamici di Pieve Tesino aveva-no opportunamente sistema-to e ripulito, dove veniva alle-stito l’altare da campo. Dopo gli indirizzi di salutoGiovanni Nicolli inquadravastoricamente i fatti raccon-tando come il 9 settembre1923 in questo luogo, madri-na la mamma di Gianni Cec-chin con appuntata al pettola medaglia d’Oro del figlio,

venisse benedetto il vessillo della se-zione di Marostica, dando così il via al-la sua storia. Come allora una santamessa al campo - celebrata dal parro-co del Tesino, don Claudio. Chiusa laparte ufficiale della manifestazione, èiniziata quella conviviale, ed è stata fe-sta. �

La seconda lapide che commemora il ten. Cecchin. In alto, lo schieramento della sezione.

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bellefamiglie

Ecco l’alpino di ferro Antonio CAULA,cl. 1913, 11ª compagnia btg. “Mondovì”,2 Croci al Merito di guerra per la cam-pagna in Africa Orientale dove rimaseprofugo dal ’35 al ’48! È con il nipoteAlessandro e il figlio Aurelio, 157°corso all’accademia militare, tenentecolonnello comandante del btg. “Edolo”a Merano.

L’alpino Alberto PELLIZZARI, uno degliultimi alpini di leva al Comando Truppealpine di Bolzano, nel giorno del giura-mento è con il papà Luciano e lo zioSilvio, entrambi dell’8° Alpini.

Lorenzo MISANTONE, cl. ’83, 7° Alpinibtg. “Feltre”, nel giorno del giuramentoda VFA ad Agordo è con il papà Felice,cl. ’54, naja nel gruppo “Belluno” della“Julia”: è capogruppo di Montegualtieri(sezione Abruzzi).

Dal gruppo di Sulzano (sezione diBrescia) il neo alpino Massimo GALLIZ-ZIOLI e il papà Angelo.

Raffaele FRUSCA, iscritto al gruppo diFlero (sezione di Brescia), orgogliosodel figlio Paolo, è a Merano per il suogiuramento con l’amico Giuseppe e ilcognato Piero.

Dal gruppo di Codroipo (Udine)Lionello NONIS, caporal maggiore delbtg. “Cividale” è con il figlio Matteo, 8°rgt. della “Julia”, nel giorno del giura-mento solenne ad Arzignano (Vicenza).

Il capogruppo di Codroipo (sezione diUdine) Lauro GIAVEDONI, cl. ’39, alpi-no del btg. “Gemona” è con i nipoti, ilsottotenente Tiziano, btg. “Gemona” eil capitano Ezio FURLAN, btg. “Vicenza”e il piccolo Alberto.

Ecco la famiglia TOSOLINI: nonnoUmberto, cl. 1926, alpino della “Julia”, ilnipote Andrea, cl. ’82, alpino VFA al btg.“Gemona” e Valmerio, cl. ’54, artiglieredel 3° reggimento.

L’artigliere Alessandro DI GIUSTO e ilnonno Domenico CALLIGARO, cl.1926, artigliere pluridecorato per meritidi guerra.

La bella famiglia MONIERI. Sono papàAngelo, capogruppo di Gandosso(sezione di Bergamo) e i figli Mario,servizio a San Candido e Andrea, cl. ’79,servizio a Elvas.

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belle

fam

iglie

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Il caporale istruttore del 18° rgt. btg.“Edolo” Matteo CETTI, cl. ’79, nel gior-no del giuramento. È con il padreGiordano, cl. ’48, caporal maggioreR.C.R. al 2° rgt. artiglieria da montagnae lo zio Angelo, cl. ’34, sergente del 21°raggruppamento alpini d’arresto. Sonotutti del gruppo di Laglio (Como).

La famiglia MANAVELLA del gruppo diBaudenasca (sezione di Pinerolo): papàFelice, cl. ’50, 4° Alpini btg. “Susa” con ifigli Sergio, cl. ’75, S.M.ALP. ad Aosta eDanilo, ’78, 7° Alpini btg. “Feltre”.

Cinque alpini del gruppo di Stazzana(sezione di Como). Sono Siro CETTA, cl.’38 con il cognato Bruno GESTRA, cl.’48, entrambi del btg. “Morbegno” e itre figli: Maurizio, cl. ’76, btg. “Bassano”,che partecipò all’operazione “Vesprisiciliani”, ad Agrigento, Flavio, cl. ’79,btg. “Bassano” e Giorgio, cl. ’84, V.F.A. aSan Candido.

COME ERAVAMO

Nella foto, indicato dalla freccia, èritratto Bruno Sanelli, decano del

gruppo alpini di Medesano (nella cuisede ha appena festeggiato il 90°compleanno) assieme alla sua com-pagnia alpina che nel 1934 era a Tar-visio (btg. Gemona - 69ª compagnia -2° plotone). Sanelli è reduce delle

campagne di Grecia e Russia, dove erainquadrato nel 28° reparto salmerie, di-visione Julia. Al centro della foto c’è ilten. Jelenik, milanese, campione italianodi nuoto nel 1934. Sanelli vorrebbe sa-pere se è ancora vivo o comunque ave-re sue notizie.Vorrebbe anche organizzare un incontro

con qualcuno dei commilitoni ripresinella foto...anche se per ragioni "ana-grafiche" potrebbero essere rimasti inpochi. Per notizie e contatti telefonare allasede del gruppo di Medesano (PR) tel.0525/430555, oppure al capogruppoPietro Castaldi, tel. cell. 329/2110765.

La 69ª compagnia del Gemona, nel ’34

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chi si riconosce?incontriamoci!

PONTEBBA, NELL’83Gruppo Belluno a Ponteb-ba, nell’83. Contattare Fla-vio Simonit (nella foto è ilprimo a sinistra, con Peco-rari, Zatti e Piccoli), al nr.0481-69124. Simonit si ri-corda inoltre di altri com-militoni: Andreis, Pressi,Speri, Vecchietto, Cimino,Tomelleri, Santarosa,Mantovani, Ciccillot e Cer-vi. Telefonategli.

MERANO NEL ‘61Btg. Edolo, 5ª cp., a Mera-no nel ’61. Telefonare aMario Banal, 348-0737244.

CAVAZZO CARNICO, NEL ‘56Cavazzo Carnico (Udine), nel ’56: 11° rgpt. Frontiere,1°/’33. Contattare Giuseppe Scorsato, al nr. 030-2120026.

SAN CANDIDO, ANNI ‘68/69Anni ‘68/69, 63ª cp., btg.Bassano, 6° rgt., a SanCandido. Telefonare aGiancarlo Cargiolli, al nr.0187-7671920.

CASERMA FANTUZZI, NEL ‘65Compagnia trasmissioni,nel gennaio del ’65, caser-ma Fantuzzi, brg. Cadore.Teatin – che risponde alnr. 0444-514894 - cercain particolare Forlini, Tren-tin, Mascotto e Dalla Bo-na.

SILANDRO NEL ‘63Cena dei congedandi, 31ª btr., a Silandro nel ’63. Con-tattare Giovanni Tonini, 0573-735286.

GRUPPO LANZO, REPARTO COMANDOReparto comando, gruppo Lanzo, 1°-2°/’34 e 1°-2°/’35.Telefonare ad Athos Andreoli, 051-387897; oppure al nr.347-9235199.

5° ALPINI, NEL ‘59Campo invernale nel feb-braio del ’59, cp. coman-do Morbegno, 5° Alpini,caserma Huber di Bolza-no. Telefonare a Ferdinan-do Pavarino, 0182-471776.

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alpinochiama

alpino

COL. VISMARAIl gruppo alpini di Ferraracerca notizie del col. Vi-smara (da Vicenza) che il21 aprile del 1945 guidò iprimi soldati italiani cheentrarono a Bologna libe-rata e che si affacciò dalbalcone del palazzo co-munale per testimoniarel’avvenuta liberazione del-la città. Scrivere al gruppoANA, in corso Giovecca165 – 44100 Ferrara; indi-rizzo e-mail: [email protected]

FORNI AVOLTRI, 11ª CP., NEL ‘69Gian Angelo Agustoni(nella foto) cerca i com-militoni che erano al cam-po invernale nel ’69,nell’11ª cp., distaccamen-to Forni Avoltri (Udine).Telefonargli al nr. 0322-589581.

INDICATO DALLAFRECCIAQuarto Cilloni cerca noti-zie del commilitone indi-cato dalla freccia, fotogra-fato con lui a L’Aquila nel’63, del quale ricorda sol-tanto che era di origineabruzzese. Se l’alpino fo-tografato si riconoscesseo se qualcuno si ricordas-se di lui è pregato di te-lefonare a Cilloni, al nr.0522-603200; oppurescrivergli via mail all’indi-rizzo [email protected]

BTG. MONTE ALBERGIAN, NEL ’44Il nostro sostenitore, cara-biniere in congedo AngeloPisu, ha rintracciato, dis-sepolto e ricollocato nelcomune di Burcei (Caglia-ri) un masso scolpito nelquale è raffigurata unapenna con la scritta “Btg.alp. Monte Albergian – 3ªcompagnia – 1944”. Il battaglione provenientedalla Corsica, soggiornòquell’anno in territoriosardo. Sciolto in agosto, isuoi componenti andaro-no ad ingrossare le file delCorpo di Liberazione delricostituito Regio EsercitoItaliano.È ora desiderio di Pisu ri-costruire la storia di que-sto masso. Perciò gli alpiniche avessero vissuto l’epi-sodio, i loro parenti o i lo-ro conoscenti al correntedel fatto, sono pregati dimettersi in contatto conAngelo Pisu, via XXIV Mag-gio 4 – 31058 Susegana(Treviso); oppure conClaudio Pillai, via Roma73 – 09040 Burcei (Ca-gliari), tel. 070-738070.

RADUNO CASERMATOIGOSi ritroveranno domenica14 marzo alle ore 10 glialpini che hanno svolto ilservizio militare a Belluno,alla caserma Toigo. Il ritro-vo è davanti alla caserma.Per informazioni telefona-re a Bedin, 0444-601412;oppure a Damo, 0424-781014; oppure a Colom-barini, 051-733026.

CHIUSAFORTE, BTG. CIVIDALELorenzo Benuzzi vorrebbecontattare i commilitoniche nel ’70 erano a Chiu-saforte (Udine), 20ª cp.,btg. Cividale, Contattarloal nr. 051-734620; oppureal nr. 347-0800560.

TROMBETTIEREMOTTA, DOVE SEI?Domenico Sciurtino neglianni dal ’48 al ’53 si trova-va all’ospedale militare diUdine dove il padre, co-lonnello, era il direttore.Tra i militari ricorda in par-ticolare l’alpino Motta,trombettiere, effettivo alla58ª sezione sanità dellaJulia e al 107° ospedale dacampo Julia alla casermaDi Prampero, ma aggrega-to a loro. Sciurtino ricordache Motta si mise a dispo-sizione di suo padre anchedopo il congedo e vorreb-be incontrare questo alpi-no o contattare i suoi fa-miliari. Domenico Sciurti-no abita in via Torino 2 –37036 San Martino BuonAlbergo (Verona).

ALPI DI FANES, NEL ‘54Enrico Bressan cerca noti-zie del sottotenente Via-nello (forse di Roma) e dialtri commilitoni che nelgiugno del ’54 erano sulleAlpi di Fanes, gruppo arti-glieria da montagna Vi-cenza, 19ª batteria, co-mandata dal capitanoGiorgio Donati. Sulle Alpidi Fanes il sottotenente siera procurato una distor-sione alla caviglia e Bres-san – che allora era cap.magg. capo pezzo dell’o-bice 75/13 - lo aveva soc-corso fino al rifugio Pe-derù. Contattarlo al nr.0464-517507.

ARTIGLIERI, 52ª BTR, GRUPPO SONDRIOAppello per gli artiglieridel 3°/’65 che erano a Vi-piteno, 52ª batteria, grup-po Sondrio. Emiliano Fa-giani vorrebbe incontrarli:contattarlo al nr. 035-574584; oppure telefona-re a Vittorio Ravasio, 035-995578.

PIETRO ANZIVINOAmedeo Dal Poggetto(tel. 0583-298349) cercanotizie di Pietro Anzivinodi Gazzaniga (Bergamo).Negli anni ‘62/63 erano aMerano, gruppo Vestone,reparto comando.

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incontri

Si sono ritrovati a Saluzzo inoccasione del raduno delgruppo Aosta, gli artiglieriAvio Marquet, classe 1919,Ezio Mellè, classe 1918 eMassimo Ravera Aira, classe1920. Sessant’anni fa eranocombattenti nel gruppo arti-glieria alpina, 5ª batteria, divi-sione Taurinense, poi Garibal-di, in Jugoslavia e Montene-gro dall’8 settembre ’43 almarzo del ’45.

Foto di gruppo degli allievi del 18° corso ASC della scuola mili-tare alpina di Aosta, negli anni ‘60/61 che si sono incontrati allago di Levico con l’allora capitano, ora generale, Giuseppe Pi-stono. Per il prossimo incontro, fissato per sabato 27 marzo aSandrigo (Vicenza), telefonare a Giancarlo Bendin, 041-5020275; oppure a Umberto Peroni, 045-8302526.

Si sono ritrovati per la nona volta a Montecatini Terme gli artiglieri del gruppo Vestone, con lemogli, il generale Marcello Colaprisco di Verona e il capogruppo di Montecatini Francesco Oddi.Il prossimo incontro è programmato nel bresciano ad aprile. Per informazioni contattare AlfredoMilani, al nr. 035-618258.

Gianni Tajoli e Spartaco Bel-vedere si sono ritrovati all’A-dunata di Aosta a quarant’an-ni dal 30° corso AUC svoltoalla caserma Cesare Battisti.Con loro nella foto anche En-zo Fabietti, un amico di Tajoli.

Si sono ritrovati a Sondrio,dopo 38 anni, Pietro Barettadel gruppo di Civo e France-sco Casiraghi del gruppo diSirone. Nel ’54 erano commi-litoni a Merano, 36ª batteria,gruppo Vestone.

I due artiglieri della 5ª batte-ria, gruppo Aosta, Andrea Mi-chele e Amerik Carello, si so-no incontrati a cinquant’annidal congedo, durante l’Adu-nata di Aosta.

Nilo Prezzi, Antonio Gaspe-rotti, Pietro Bottecchia e PioBlardone si sono ritrovati do-po 40 anni all’Adunata di Ao-sta. Nel ’62 erano a Paluzza,16° btg. Alpini d’arresto.

Franco Dalle Molle, di Carrè(Vicenza) e Antonio Bocchi,di Corcagnano (Parma) si so-no ritrovati a 42 anni dal con-gedo. Erano artiglieri del3°/’39, brigata Julia, gruppoOsoppo.

Ermanno Salli e Giordano Ri-vola si sono rivisti dopo 45anni in occasione della festadel gruppo di Riolo Terme(Ravenna).

Stefano Zaulari e Guido Baisinon si vedevano dal lontano1967. Si sono ritrovati dopo36 anni a Langhirano (Par-ma).

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Roberto Neri (tel. 338-3811985), Francesco Savorani(0546-85212) e Pietro Ventu-rini (0545-63507) si sono ri-trovati dopo 43 anni. Nel ’60erano alla caserma De Carolisdi Vipiteno (Bolzano), 1°/’39,2° rgt. art. da montagna, 19ªbatteria. A fine marzo vorreb-bero incontrarsi anche con glialtri commilitoni: contattateli.

Gianluca Molin e GiuseppeCucchiati si sono incontratiall’Adunata nazionale che si èsvolta ad Aosta, dove diecianni fa erano al 152° corsoAUC. Per il prossimo incon-tro, sulle rive del Garda nelmese di aprile, contattareCucchiati, al nr. 338-3641007.

Gli alpini del btg. Edolo si ritroveranno sul lago d’Idro, il 28marzo, per il consueto raduno insieme agli ufficiali e sottuffi-ciali. Per informazioni contattare Giovanni Goffi, al nr. 0365-31357; oppure a Luigi Consoli, 030-9823350.

Alcuni ufficiali, sottufficiali e alpini della 48ª e della 109ª cp. sisono ritrovati all’Adunata di Aosta a più di trent’anni dal conge-do. Li vediamo mentre posano per la foto ricordo.

In occasione delle manifestazioni per il 60° di Nikolajewka sisono ritrovati gli artiglieri del 2°/’64 che erano a Silandro, 33ªbatteria, gruppo Bergamo. Per il prossimo incontro contattarePietro Bosetti, al nr. 030-2681580.

Gli alpini paracadutisti della Julia posano per una splendida foto ricordo davanti alla caserma Spaccamela di Udine, in occasionedel 50° anniversario della costituzione del plotone, che ebbe sede a Udine dal ’53 al ’64. All’incontro erano presenti il capo di Sta-to Maggiore della Julia ten. col. Gamba, il comandante della caserma ten. col. Corazzi, il sindaco di Udine Cecotti e il presidentedella sezione ANA udinese Toffoletti.

Mario Romagnoli di Bordi-ghera (Imperia) e FrancoCandotto di Campolongo alTorre (Udine) si sono ritrovatiall’Adunata di Aosta a 43 annidal congedo. Nel ’60 eranoradiofonisti al RCR del 3° arti-glieria da montagna, a Udine.

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All’Adunata si va anche per incontrare vecchi commilitoni ed èinevitabile che si parli anche di quelli “andati avanti”, specie sesi è rimasti vicini alla famiglia dell’amico scomparso. E’ il casodegli allievi del 46° corso AS, che si sono dati appuntamentodopo 22 anni, ad Aosta. Si sono incontrati in memoria del lorocommilitone, il maresciallo Giuseppe Lagona, e per dire allamoglie e ai figli dell’amico che non l’hanno dimenticato. Ecco imarescialli Giorgio Lutterotti, Vincenzo Sorano, Walter Campa-nia, Riccardo Morale, Vincenzo Petrolino, Gianluigi Fraschetta,Massimo Facchini e Luciano Bortot, fotografati ad Aosta.

Ottaviano Pivotto si è incon-trato con il suo comandante,Duilio Piana a 48 anni dalcongedo.

Si sono ritrovati all’Adunata diAosta Gianbattista Ghitti diMorgex (Aosta) e PierangeloVignola di Loano (Savona).Dal maggio del ’76 al gen-naio del ’77 erano alla caser-ma Ottone Huber di Bolzano,nel 4° RRR di Corpo d’Arma-ta. Chi volesse contattarli puòchiamare Vignola, al nr. 339-2975665.

Si ritrovano da oltre 25 anni gli alpini che negli anni ‘52/53 era-no nel btg. addestramento reclute di Merano. L’ultimo incontroè avvenuto a Merano, a 50 anni dal congedo, alla caserma UgoPolonio. Tra loro erano presenti l’ex segretario della sezionePiacenza Walter Montanari e il presidente della sezione MilanoTullio Tona.

Luigi Andreo del gruppo diCrotte e Giuseppe Valerio diVillafranca Piemonte si sonoritrovati all’Adunata di Aosta a52 anni dal congedo.

Troian, Righi, Ferrai, Fattor, Panteghini, Ambrosi, Dalpiaz, Stop-pini, Spagolla e Iori si sono ritrovati a 37 anni dal congedo. Era-no nella 274ª cp., btg. Val Brenta a San Candido, anni ‘55/56.

Si sono rivisti dopo 43 anniVincenzo Scevola del gruppodi Viareggio e Lorenzo Gassa.A Montorio Veronese aveva-no trascorso tre mesi al 12°CAR nella cp. Bassano.

Aldo Livorno della sezione diBiella e Avellino Bonetti delgruppo di Gromo (Bergamo)nel ’68 erano al castello delcomando scuola militare al-pina di Aosta. Si sono rivistidopo 35 anni, all’Adunata diAosta.

Giovanni Battista Motterle e ilgenerale Giorgio Blais si sonoincontrati ad Aosta, dopo 40anni. Non si vedevano daquando, negli anni ‘62/63erano al btg. Belluno, 79ªcompagnia, 7° reggimento.

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Si radunano tutti gli anni gli artiglieri del 2° rgt. art. da monta-gna, gruppo Verona, 3°/’48. La prossima volta vorrebbero in-contrarsi anche con il comandante di reparto, Paolo Rossi. Te-lefonare a Luciano Carrara, al nr. 0442-24837.

Michele Ambrogio di Villano-va Mondovì e SebastianoGazzera di Benevagienna sisono ritrovati ad Aosta a 48anni dal congedo. Erano re-clute nella 1ª cp., CAR di Bra,caserma Trevisan.

Raduno dei “lupi” della Monte Bianco al quale erano presenti i generali (a suo tempo coman-danti di plotone) Varda, Rovatti e Pistono e 4 giovani di leva alla caserma Monte Bianco. Duran-te la S. Messa hanno cantato gli alpini del coro Monte Saccarello della sezione di Imperia, diret-to da Gian Paolo Nichele, consigliere nazionale dell’ANA.

Il vice presidente vicario dellasezione di Casale MonferratoGiovanni Buttiero e Piero Rai-teri della sezione Novara, sisono incontrati dopo anni diricerche. Nel ’49 erano insie-me alla caserma Berardi diPinerolo, 4° Alpini, btg. Susa,35ª compagnia.

Ad Aosta si sono ritrovati i commilitoni del 9° ACS, che nel ’65erano alla SMALP. Per il prossimo incontro contattare Tino Ro-vati, al nr. 02-90000388; oppure Renzo Ramoni, 0321-472555.

Foto di gruppo dell’incontro avvenuto a Rovato (Brescia) a 41anni dal congedo tra i commilitoni della compagnia comando,classe ’39, btg. Bolzano, di stanza a Bressanone, al quale erapresente il tenente Walter Izzi, ufficiale della compagnia. Per ilprossimo raduno contattare Walter Nichele, al nr. 045-6785032.

Si sono ritrovati all’Adunata diAosta Marino Salgarollo delgruppo di Meledo, AurelioConte di Lusiana (Vicenza) eRenato Contin di Montagna-na (Padova). Trentuno anni faerano alla caserma Buffa diPerrero, a Pieve di Cadore.

In occasione della festa di pri-mavera della sezione di Mila-no si sono ritrovati CorradoFranzosin e Lionello Gottar-dello. Nel ’68 erano a Mallesnella 48ª cp. del Tirano.

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CORI E FANFARE

Una bella storia, lunga 54 anniH a più di mezzo secolo, ma non

lo dimostra. È la Fanfara alpinadella sezione di Colico, che –

nata nel 1950 – è stata sin da allorapresente ad ogni Adunata nazionale.Ma non basta: fra concerti, parteci-pazioni e anniversari, si può direche la sua vita coincide con i cin-quant’anni e oltre della vita della se-zione e, un po’, anche del territorio.Per festeggiare il traguardo del mez-zo secolo, il maestro monzese Enri-co Frigerio ha composto un branoche la Fanfara suonerà in anteprimaed ha il titolo “Ricordi alpini”. Unomaggio del compositore ad unafanfara storica. Per spiegare quanto sia inserita nelcontesto del comprensorio, bastiraccontare ciò che è avvenuto il 2giugno scorso, nel giorno della Festadella Repubblica, celebrata in modosolenne dalla Fanfara, con il presi-dente della sezione di Colico Luigi

Bernardi e tutti i capigruppo, e poi ilprefetto, il sindaco e altre autoritàoltre ai rappresentanti delle varie ar-mi e tantissima gente. All’inizio del concerto, alle primenote, tutti si sono alzati in piedi ehanno cantato l’Inno di Mameli. Il concerto è poi continuato con bra-

ni della nostra tra-dizione alpina e po-polare.È stata solo unodelle tante, tantis-sime circostanze incui la Fanfara hafatto da ulteriorecollante di senti-menti e tradizionicomuni. Il motto di questialpini, alcuni deiquali non più gio-vanissimi – altrifortunatamente an-

cora bocia – è: “Stare insieme consemplicità, portando qualità morali,con lealtà, generosità, solidarietà etrasmettere gioia per la felicità dellagente. Non cerchiamo né gloria né fama,ma appartenenza ad un gruppo converi valori”. �

Cante alpine, ma non solo

I l coro Stelutis di Brivio, sezionedi Lecco, è nato nel 1964 quando,fra le mura di casa dell'indimenti-

cabile don Piero Pointinger allora vi-ce parroco di Rovagnate, un gruppodi giovani decise di intraprendereed approfondire un impegno musi-cale non più affidato al caso.La responsabilità di insegnare e diri-gere fu affidata al maestro EmilioSpreafico, che ampliò il gruppo ini-ziale con l’apporto di nuovi coristiprovenienti dai paesi limitrofi eportò il coro al debutto il 20 settem-bre 1964, giorno dell’inaugurazionedel monumento degli alpini a SantaMaria Hoè.Negli anni che seguirono divenneromolto stretti i rapporti con la sezio-ne del CAI; inoltre l'entusiasmo ditutti portò il coro a partecipare a di-verse manifestazioni di un certo im-pegno, quali i concorsi di Lecco, Ce-sano Maderno, Vittorio Veneto.Nel 1988 il coro trasferì la sede a Bri-vio, presso l'oratorio parrocchiale diBeverate che lasciò nel 2002 per en-trare nell'attuale definitiva sede divia Vittorio Emanuele.Durante la quarantennale vita del

coro molti elementi sono cambiatied ora esso è costituito da trenta co-risti provenienti da diversi paesi delcircondario. Anche i maestri del co-ro hanno avuto alcuni avvicenda-menti, fino ad arrivare all'attuale di-rezione affidata al maestro DaniloBenatti di Airuno, che con la sua im-pronta, i suoi stimoli e la sua tecnicaha migliorato le capacità del gruppodando maggiore sicurezza per af-

frontare i futuri impegni.Il repertorio del coro comprendecanti di varia natura che però si ri-conducono tutti alla esecuzione fat-ta a quattro voci. Questo repertoriospazia da arie popolari a canzoni al-pine, da canti di guerra a motivi fol-cloristici e religiosi. Il coro si esibi-sce in rassegne, concorsi, manifesta-zioni locali e partecipa a spettacolibenefici. �

Coro Stelutis - Brivio

Fanfara Alpina Colico

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BOLZANO

Ad Innsbruck, con austriaci, tedeschi, russi e ucraini per onorare i Caduti delle due guerre mondiali

Anche quest’anno si èrinnovata la tradizione

dell’omaggio ai Cadutidella prima e della secon-da guerra mondiale al ci-mitero militare interna-zionale di Innsbruck-Am-ras.Vi riposano soldati dicinque nazioni: Austria,Germania, Russia, Ucrai-na e Italia. La cerimonia,organizzata dalla CroceNera austriaca, dal co-mando militare del Tiro-lo, in collaborazione conil console onorario d’Au-stria Mario Eichta, è statasolennizzata dalla pre-senza di picchetti d’ono-re formati da Gebirgsjä-ger austriaci e tedeschi eda alpini. Presenti anche irappresentanti politicidel Tirolo e dell’Alto Adi-ge (per la Provincia diBolzano c’era il vice pre-sidente della Giunta Mi-chele Di Puppo con il con-sole generale d’Italia aInnsbruck Pedrazzoli, e ilgenerale Mautone). L’A-NA era ben rappresenta-

ta, con gli alpini dei grup-pi di Brennero, Merano eLaives (della sezione diBolzano) di Mezzocorona(Trento) e del Veneto. Co-rone di fiori sono statedeposte nelle cinque cap-pelle dei rispettivi cimite-ri. Particolarmente toc-cante la parte italiana,con il suono del Silenzioal cippo dei nostri Caduti.Ricordiamo che l’omag-gio ai Caduti italiani cheriposano nei cimiteri inAustria, così come quelliaustro-ungarici dellaGrande Guerra, sta en-trando in una bella tradi-zione, sostenuta in Au-stria dalla Croce Nera edin Italia dal console ono-rario d’Austria Mario Ei-chta, che da anni si ado-pera per organizzare ceri-monie, all’insegna del ri-cordo. È il recupero diuna memoria, nello spiri-to di una comune volontàdi pace.Nella foto: la delegazionedi alpini.

TRENTO

Cloz: commemorati i Caduti

G li alpini del gruppo diCloz hanno comme-

morato i Caduti, e gli alpi-ni andati avanti in questianni, nel corso di una ce-lebrazione alla quale hapartecipato anche tuttala gente del paese.Don Enrico Giovannini hacelebrato la S. Messa eha ricordato il sacrificioe la sofferenza di tante vi-te umane spezzate. Nel-l’omelia ha avuto un do-veroso ricordo per i Ca-duti di tutte le guerre eun richiamo al valore del-la pace. E ha ribadito che, nono-stante il momento diffici-le della nostra storia,dobbiamo essere fiducio-si in un futuro migliore.La celebrazione è conti-nuata al monumento aiCaduti. Don Enrico ha pregato e ilcoro parrocchiale ha can-tato in onore di questi no-stri fratelli.

Per trarre nuovi stimoli diincoraggiamento per leattività del gruppo, pren-dendo esempio da chi hadato la vita per la Patriacon abnegazione e altrui-smo, gli alpini si sono ri-trovati per un momentodi riflessione e confronto,guidati dal capo gruppoGino Alessandrini, sem-pre presente e molto di-sponibile per il bene del-l’associazione e della co-munità.Il gruppo Alpini ha prepa-rato nella sala polivalenteuna castagnata per tuttala comunità, con vinbrulè e altre bibite. Il capogruppo e il suo vi-ce durante la settimanaavevano preparato ancheuna castagnata per lascuola materna, per lagioia di tutti i bambini.C’è stato un notevole af-flusso di gente anche daipaesi limitrofi.

Carlo Antonio Franch

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ABRUZZI

Canistro in festa e nuova sedeper il 20º compleanno del gruppo

L’ inaugurazione di unanuova sede è per gli al-

pini sempre occasione digrande festa. È l’unica as-sociazione che continuaimperterrita per la suastrada nonostante il nefa-sto passaggio dalla levaobbligatoria all’esercitoprofessionale: non chequest’ultimo sia inutile,anzi proprio il contrario,ma poteva essere ricerca-ta una via mediana chenon eliminasse la levache era una vera palestradi vita per i giovani, anel-lo di congiunzione fra ibanchi della scuola e l’in-gresso nella società.Ci si chiederà cosa c’entrila sospensione della levaobbligatoria con una nuo-va casa degli alpini. C’en-tra, c’entra, perché dimo-stra che gli alpini vannoper la loro strada e da

quegli inguaribili roman-tici qual sono continuanoa essere quello che sono:alpini.Ecco perché c’è stata unagrande festa a Canistro,per la nuova sede delgruppo, nel ventesimoanniversario della sua co-stituzione, concessa incomodato agli alpini dal-l’amministrazione comu-nale. La sede è stata inti-tolata ad Antonio Natalia,che fu il fondatore delgruppo ed un’esemplarefigura di cittadino e di al-pino. La dedica è stataparticolarmente commo-vente anche per la pre-senza dei figli di NataliaGiovanni, Mauro, Laura eGiuliana. Gli onori di casasono stati fatti dal presi-dente della sezioneAbruzzi Ornello Capan-nolo con il capogruppo di

Canistro Augusto Paolini,i quali hanno accolto ilsindaco Angelo Di Paolocon gli assessori comuna-li, il presidente della Co-munità montana Enzo Pa-lermini, i rappresentantidelle associazioni d’Ar-ma, in particolare dei Ca-rabinieri, e i locali re-sponsabili dell’Avis. E poic’erano tantissimi alpini:il vice presidente vicariodella sezione Enrico Ta-bellione, il direttore delgiornale sezionale L’Alpi-no d’Abruzzo Mario Sal-vitti, il segretario della se-zione Angelo Prato, i con-siglieri sezionali gen. An-tonio Purificati, WalterFasciani, Antonio Petric-ca e Carmine d’Eramo. E

La deposizione delle corone al monumento ai Caduti.

poi gli alpini dei gruppi diLuco dei Marsi, San Peli-no, Ortucchio, Balsora-no, Civitella Roveto, Mo-rea, Civita d’Antino, Capi-strello, Collelongo, Ca-stellafiume, Ocre, Veneree di villa Celiera, nonchéuna rappresentanza dellasezione di Napoli.Poi, tutto come da tradi-zione: sfilata per le stradedella cittadina al suonodella fanfara sezionale edella Banda musicale diCanistro, deposizione diuna corona al monumen-to eretto in memoria deiCaduti. Quindi le notedell’Inno nazionale, se-guite da quelle dell’epo-pea del Piave, e i discorsidi circostanza.

ABRUZZIOrganizzato dal gruppo alpini con la Sezione

A Carsoli il raduno del 3º rgpt

Raduno del 3° Raggrup-pamento a Poggio Ci-

nolfo, frazione del comu-ne di Carsoli, con inaugu-razione di uno dei più beimonumenti eretti agli alpi-ni (è la foto che comparein copertina di questo nu-mero), opera dello sculto-re Francesco Marcangeli.Un raduno esemplare perl’organizzazione, per ilcoinvolgimento dei mezzid’informazione e la mas-siccia partecipazione. Èstato preceduto da unaaffollata conferenza stam-pa, con l’intervento di re-dattori delle testate radio-

televisive e giornalistichedel territorio, tenuta nellasala del Consiglio comu-nale di Carsoli dal capo-gruppo di Poggio CinolfoDomenico Valletta, con iconsiglieri sezionali Wal-ter Fasciani e Giorgio Pe-tricca, il sindaco LucianoLauri e l’assessore al La-vori Pubblici Alberto Pro-speri (ad entrambi un par-ticolare plauso e ringra-ziamento) e lo scultoreFrancesco Marcangeli, au-tore dello splendido mo-numento che sarebbe sta-to inaugurato il giorno delraduno, posto su un’altu-

ra che domina il paese, “amo’ di vedetta”. Il pome-riggio della vigilia del ra-duno, scortato dal vicepresidente sezionale vica-rio Enrico Tabellione Ad-dis, è giunto il vessillo del-la sezione Abruzzi: è statoaccolto con tutti gli onoridal sindaco Lauri, dallagiunta e da centinaia di al-pini che in corteo, prece-duti dal Complesso bandi-stico Cit-tà di Roviano lohanno scortato fino allasede del gruppo. Il giornodopo, il raduno si è svoltocome da dettagliato pro-gramma, curato in ogniparticolare, a dimostra-zione che gli alpini d’A-bruzzo – senza nulla to-gliere agli altri – non sono

davvero secondi a nessu-no. C’erano alpini venutida tutti i gruppi d’Abruz-zo e del Lazio, associazio-ni d’Arma, il presidentesezione Ornello Capanno-lo con il comandante delcaro 9° reggimento Alpini,col. Claudio Berto, il sin-daco Lauri con l’assesso-re Prosperi, i sindaci ditanti comuni vicini. La S.Messa è stata celebrata inDuomo dal parroco donDaniele Mussa. Al termi-ne, scandita dal “Trenta-tré”, suonato dalla Fanfa-ra del gruppo alpini diBorbona, è iniziata la sfila-ta per le strade imbandie-rate fino al nuovo monu-mento, scoperto in un ma-re di applausi.

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AOSTADue sorelle alpine continuanola tradizione di famiglia

Ecco Elisa e Sara Bro-card, due sorelle di

Bressan (Aosta) che fan-no parte della squadra disci da fondo dell’Eserci-to. Continuano la tradi-zione d’una famiglia alpi-na, come orgogliosamen-te ci scrive la loro mam-ma Raffaella e sono inservizio a Courmayeur.“Sono fiera di loro – scri-ve mamma Raffaella –perché tengono alto il no-me degli Alpini”.

PALMANOVA

Sevegliano-Privano festeggia il 50º inaugurando la nuova sede del gruppo

Non è un caso che – co-me ha sottolineato du-

rante la cerimonia il pre-sidente nazionale BeppeParazzini – nel momentoin cui assistiamo alla fal-cidia dei nostri reparti inarmi, gli alpini in congedocontinuano a costruirenuove sedi: sono la culladei valori che gli alpini in-tendono difendere e tra-mandare e che un tempovenivano appresi duranteil servizio di leva.L’amarezza per la diminu-zione dei reparti alpininon ha tuttavia condizio-nato la festa per l’inaugu-razione della nuova baitadegli alpini del gruppoSevegliano-Privano, avve-nuta nel 50° di costituzio-ne e nel 30° della titola-zione della “Via degli Al-pini”. È stata una festa ini-ziata venerdì sera con unconcerto tenuto nella pa-lestra comunale dai coriANA di Lauzacco, Codroi-po e della brigata alpinaJulia. Il giorno successivo, am-massamento e sfilataaperta dalla fanfara della

sezione seguita dalGonfalone del Co-mune, dal vessillo diPalmanova e dal ga-gliardetto del grup-po, scortati dal pre-sidente Beppe Pa-razzini, dal sindacoBertossi, dal presi-dente sezionale Lui-gi Ronutti e dal ca-pogruppo LuiginoMenossi. Seguono iconsiglieri nazionaliInnocenti e Soravitode Franceschi, i ves-silli con i presidentidelle sezioni del

Friuli Venezia Giulia, diMilano e di Piacenza, i ge-nerali Gavazza, Santini,Forgiarini, Del Piero e Pa-risotto, il col. Dentesanoper la brigata Julia, i co-mandanti dei carabinieri,della Guardia di Finanzadel distretto di polizia. LaRegione era rappresenta-ta dall’assessore RomanoVernier e la Provincia diUdine dall’assessore Car-gnelutti. E poi tantissimigagliardetti e centinaia dialpini.Il momento più solenne èstato quello dell’alzaban-diera, seguita dalla cele-brazione di una S. Messaa suffragio dei Caduti. Epoi il momento più atte-so: il taglio del nastro cheha ufficialmente inaugu-rato la nuova casa deglialpini, una gran bella se-de, come ha rilevato ilpresidente Parazzini nelsuo discorso. L’onore ditagliare il nastro (nella fo-to, con il presidente BeppeParazzini) è stato riserva-to a un reduce di Grecia,Italo Florio: per non di-menticare.

TRENTOÈ una realtà la chiesetta sul Lefre

G li alpini dei gruppi diIvano Fracena e di Vil-

lagnedo hanno lavoratoper due anni, nei fine set-timana, per coronare il lo-ro sogno: costruire unachiesetta alpina sulla ci-ma del monte Lefre. La chiesetta – costruitasu progetto di Andrea eMariano Tomaselli - si in-serisce perfettamentenell’ambiente alpino: losguardo corre fino all’Or-tigara e al gruppo del La-gorai, montagne non sol-tanto bellissime ma an-che sacre agli alpini, perla memoria delle batta-glie combattute durantela Grande Guerra e le de-cine di migliaia di Caduti.Ad inaugurarla, c’erano

gli alpini dei due gruppi,quelli del comprensorio edella sezione di Trento.Presenziavano l’assesso-re della Provincia autono-ma Muraro, rappresen-tanti di varie Associazio-ni d’Arma e i sindaci diIvano Fracena e di Villa-gnedo, che al termine delrito, celebrato dal cappel-lano militare padre Covi edai parroci dei due comu-ni, hanno avuto parole dielogio per gli alpini. Infi-ne, il capogruppo di VillaAgnedo - Ivano Fracena,Giuseppe Pasquazzo haringraziato tutti, soprat-tutto gli alpini e gli altrivolontari che hanno con-tribuito a realizzare l’ope-ra.

Un momento della S. Messa celebrata dal cappellano militaree dai parroci di Villagnedo e Ivano Fracena.

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PISA-LUCCA-LIVORNO

Il raduno intersezionale della sezione Pisa-Lucca-Livorno

I gruppi di Borgo a Moz-zano e Valdottavo han-

no organizzato, con gran-de successo, nei giorni 6e 7 settembre il radunointersezionale a Borgo aMozzano, dove è statoanche Inaugurato un mo-numento ai Caduti.Nel pomeriggio di sabato,a Valdottavo, ai i reducidi guerra è stato conse-gnato dal sindaco Bruni-ni, dal past vice presiden-te nazionale Perona e dalpresidente sezionale Bal-leri, un crest realizzatodallo scultore Ceragioli,a ricordo del loro servi-zio e delle sofferenze pa-tite in quei terribili anni. La domenica mattina ol-tre 1.500 alpini si ritrova-vano in Borgo a Mozzanoper sfilare compatti, sullenote delle tre fanfare pre-senti, davanti al palcod’onore sul quale prende-va posto, con tutti i sin-daci della Valle del Ser-chio, il presidente del Se-nato prof. Marcello Pera,accompagnato dalle piùalte cariche della Provin-cia. Suggestivo il passaggiodella Penne Nere sul fa-moso Ponte del Diavolo eperfetta la sfilata che haattraversato le vie imban-dierate dell’antico Borgo,salutata dall’applauso dicentinaia di spettatori. Con il vessillo della sezio-ne Pisa-Lucca- Livorno,scortato dal presidenteBalleri, dagli ex vice pre-sidenti nazionali Perona eCosta e dal generale Sa-lotti, sfilavano anche ivessilli delle sezioni diUdine, Bergamo, ReggioEmilia, Parma, Marche,Bologna, Firenze, Carrara

ed una cinquantina di ga-gliardetti di gruppo.Al termine della sfilata, ilpresidente del Senato, alquale rendeva gli onoriun picchetto di Carabi-nieri in armi, procedevaall’inaugurazione del mo-numento, quindi il sinda-co Brunini, vero motoredell’iniziativa, ringrazia-va tutti gli intervenuti ri-cordando le origini alpinedella sua famiglia e dona-va ufficialmente la sedesociale a ciascuno deidue gruppi alpini del suoterritorio, consegnando-ne le chiavi ai capigruppoAgostini e Andreuccetti. Prendeva poi la parola ilpresidente sezionale Bal-leri che, al termine delsuo breve ed applauditointervento, donava alpresidente Pera e al sin-daco il “Libro Verde dellaSolidarietà”, leggendo ilconsuntivo delle ore la-vorative e delle sommeerogate in beneficenzadagli iscritti all’ANA.È quindi intervenuto Cor-rado Perona che ha ri-cordato al presidente delSenato come l’ANA siastrenuamente impegnatanella salvaguardia dei va-lori alpini e patriottici, inItalia e all’estero con lesezione e i gruppi sparsinel mondo. Ha lamentato l’abolizionecompleta ed anticipatadel servizio di leva obbli-gatorio nonché le nuovemodalità di reclutamen-to, insistendo sulla ne-cessità che le ormai spa-rute Truppe alpine sianoprevalentemente formateda giovani provenientidalle tradizionali zone direclutamento alpino.

Infine ha sottolineatol’impegno dell’ANA, oggicome ieri, nel ricordo deiCaduti, citando l’annualepellegrinaggio in Adamel-lo e i tanti altri luoghi del-la memoria. Perona ha citato, in parti-colare, la costruzione del-l’asilo nido a Rossoch: làdove gli alpini furonomandati a far la guerra,oggi gli alpini in congedohanno costruito, in segnodi pace, un asilo nido cor-redato da un parco giochiper i bambini di quellacittà che fu sede del Co-mando Alpino.Al termine del suo inter-vento, spesso interrottodagli applausi, Perona hainvitato formalmente ilpresidente del Senato apresenziare all’Adunatanazionale di Trieste, in

occasione del 50° anni-versario del ritorno dellacittà giuliana all’Italia.Il presidente Pera ha rin-graziato il sindaco Bruni-ni e tutti gli alpini ed haaggiunto che partecipavaper la prima volta ad unraduno di penne nere; neha esaltato l’amor di Pa-tria ed invitato gli alpini atener sempre alto lo spiri-to associativo proprioper la peculiare attivitàche l’ANA dedica non so-lo nei momenti di cala-mità, ma anche nel viverequotidiano, con l’aiutocostante alle istituzionipubbliche e private, ai bi-sognosi.Il raduno si è conclusocon la S. Messa officiatadal cappellano alpinodon Barsotti, seguita daconcerti delle fanfare.

Il palco d’onore, con i numerosi sindaci. Al microfono il presi-dente della sezione Fabrizio Balleri.

Corrado Perona consegna al presidente del Senato MarcelloPera il Libro Verde della Solidarietà.

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432 - 2004

La grande forza del “piccolo” gruppo di Collalto

C i sono volute 4.000 oredi lavoro volontario e

il “Vicolo degli Alpini”(una strada del centrostorico) è diventato unabella realtà a Collalto diSusegana, in provincia diTreviso. Il paese conta po-che centinaia di abitantied ha una storia antica. Èstato fondato intorno al1100 dai conti di Trevisoche dalla località Collaltohanno poi attinto il nomedefinito del casato.Il giorno dell’inaugurazio-ne ufficiale c’erano oltre500 penne nere (più deiresidenti) a testimoniarela vicinanza dell’ANA adun gruppo piccolo ma te-nace, dove chi è alpino in-dossa anche la casacca ditutte le altre associazionidel paese.L’idea di ripristinare unavecchia stradina abban-donata da anni, era natacon la gestione del capo-gruppo Dianello Basso;poi è toccato a GiuseppePadoin portare a termineil progetto ed organizzarela cerimonia di inaugura-zione. È stato un lavoro

lungo eseguito con le po-che forze che ha un pic-colo gruppo (63 soci e 22aggregati), ma portatoavanti con impegno e in-tensità soprattutto da al-cuni anziani, che al mag-gior tempo libero hannoaggiunto la tenacia e il ri-cordo dell’esempio dei“veci” fondatori del grup-po.Lungo circa 350 metri, il“Vicolo degli Alpini” par-te dal piazzale adiacentela scuola elementare e siinerpica fino al cimiterocon strada sterrata tramuretti di contenimentoin pietra e aiuole fiorite.Il vicolo rappresenta laprima parte di un percor-so pedonale che gli alpinidi Collalto intendono rea-lizzare intorno alla roccamedievale, un percorsoche potrà diventareun’opportunità turisticaper la qualità del conte-sto ambientale in cui è in-serito.È stata ripristinata la gra-dinata, a ridosso del cimi-tero, rinforzate le mura,realizzati i cordoli, gli

La madrina Maria Luigia Zanco e il sindaco inaugurano ilripristinato “Vicolo degli Alpini”.

L’alzabandiera alla Rocca medievale di Collalto.

CONEGLIANO

VICENZAIncontro con gli alpini del “Feltre”

Le penne nere vicentinehanno salutato gli alpi-

ni del battaglione “Feltre”dell’8° reggimento allog-giati nella caserma Ederledi Vicenza, che dopo duemesi di servizio all’aero-porto Dal Molin sono sta-ti avvicendati da un altroreparto. La maggior partedegli alpini provenivanoda un’esperienza di quat-tro mesi a Sarajevo nella

missione di pace dellaIFOR, la forza di stabiliz-zazione che opera neiBalcani.Li vediamo nella foto indivisa mimetica, guidatidal tenente Felice Covelli,con il vicepresidente na-zionale Luciano Chero-bin, il vessillo della sezio-ne di Vicenza e il presi-dente sezionale RuggeroRossato.

scarichi per le acque pio-vane, l’impianto di illumi-nazione e posizionatauna stele piramidale con

impressa una poesia sullafamiglia dello scultorecollaltino Pietro Stefan.

Antonio Menegon

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dalle nostre sezioni

442 - 2004

LECCO

Paderno d’Adda: risanata la trincea ferroviaria

Una cerimonia “fuori or-dinanza”, celebrata in

giugno, ha sottolineato laviva inclinazione affettivadegli Alpini padernesi perla loro “piccola patria”,comprovata da una radi-cale miglioria del patri-monio ambientale.Undrastico risanamento,protrattosi per 35 anni,ha sottratto al degradoun caratteristico trattodel Parco Adda Nord, inprossimità dell’ultracen-tenario ponte auto-ferro-viario di Paderno d’Adda,dominante un suggestivopaesaggio impreziosito

dall’intreccio tra elemen-ti naturali e opere umane.Allo scopo di celebrarecon singolarità la ricor-renza di un lungo e assi-duo impegno per conser-vare quanto faticosamen-te bonificato e per esten-dere con gradualità l’area“adottata”, il gruppo alpi-ni ha risanato un partico-lare tratto di bosco, checomprende la trincea fer-roviaria. Vi hanno lavora-to le varie squadre delNucleo sezionale dellaProtezione civile “SandroMerlini”, che hanno di-mostrato competenza e

prudenza, limitando gliincidenti a infortuni di lie-ve entità ed evitandodanneggiamenti allestrutture ferroviarie. Lariconsegna simbolica allaRete Ferroviaria ItalianaS.p.A. della sua area, sullaquale sono stati messi adimora 290 alberi e 1019

arbusti, corredati da asti-celle di bambù per pro-teggere i giovani virgulti,porta a compimento unproposito dalle difficoltàorganizzative ed attuati-ve complesse, realizzatoper la risoluta volontà de-gli alpini, sostenuta davarie istituzioni.

VERONA

In pellegrinaggio fino al Donsui luoghi d’una tragica memoria

Un centinaio di alpinidella sezione di Vero-

na e di altre sezioni delVeneto ha compiuto unpellegrinaggio in Russia,sui luoghi in cui si svolse-ro accaniti combattimen-ti e la strenua quantoeroica epopea dei nostrisoldati, in particolare del-le tre divisioni alpine edella divisione Vicenza.

Lasciata Mosca dopo illungo volo dall’Italia lacolonna di alpini, moltidei quali accompagnatidai familiari, ha raggiuntole rive del Don. Il pensie-ro è andato a sessant’an-ni prima, quando quel-l’ansa del grande fiumeera coperta dal gelo e suinostri alpini incombevaormai il loro terribile cal-

vario. E come tante sta-zioni d’una Via Crucissuonavano i nomi dellelocalità toccate lungo lamarcia degli alpini veneti:Postojali, Carkowka, No-wo Nikolajewka, Schelja-kino. E poi Rossosch, eWarwarowka, e Garbuso-vo, Nikitowka e Waluijki,nella cui piazza c’è anco-ra un grande pannelloche riporta la linea delfronte di allora. A Nikolajewka Piccola ilsindaco attendeva la co-lonna di alpini: li ha por-tati alla scuola, a visitareil museo e poi su un luo-go in cui in fosse comunifurono sepolti tanti nostrisoldati e sul quale è stata

deposta una grande Cro-ce. Gli alpini hanno resoonore ai Caduti. Infine, ilsottopasso della ferroviadi Nikolajewka, miraggioper tanti che non riusci-rono a raggiungerlo, por-ta della salvezza per tantialtri.Il sottopasso probabil-mente verrà demolito,perché incombe la co-struzione di una nuova li-nea ferroviaria, e ne re-sterà soltanto un ricordosempre meno evidente.Resta invece il ricordo,indelebile, un ricordo chesi rinnova ogni giornonelle case di chi non ètornato e nella memoriadi tutti gli alpini.

Foto ricordo nella cattedrale di Mosca con i cappellani mons.Angelo Messeti, don Rino Massella, il vescovo metropolita diMosca e gli alpini, alla S. Messa celebrata al termine del pel-legrinaggio.

La colonna di alpini con alla testa i vessilli delle sezioni diVerona e di Padova all’entrata a Nikolajewka, in marcia versolo storico sottopasso della ferrovia.

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452 - 2004

UDINEA Tarcento capodanno con alzabandiera in piazza

Tutto è iniziato il 4 No-vembre 1998 quando il

gruppo A.N.A. di Tarcen-to decise di regalare alComune la Bandiera edun pennone alto 16 metrisul quale farla sventola-re. A capodanno del 1999il capogruppo A.N.A. diTarcento, Italo Rovere,ebbe la felice intuizioned’iniziare al meglio ilnuovo anno istituendol’alzabandiera solenne inpiazza Libertà, alla pre-senza di tutte le associa-zioni combattentistiche ed’Arma.L’iniziativa è stata subitoappoggiata dall’ammini-strazione comunale: daallora, l’alzabandiera dicapodanno, con la parte-

cipazione di centinaia dicittadini ed accompagna-to dall’Inno nazionalecantato dal coro alpinoMonte Bernadia e daglistessi cittadini, fa partedella tradizione di Tar-cento. È stata una auten-tica festa di piazza che havisto l’organizzazionedell’A.N.A. e del Comunedi Tarcento, con la parte-cipazione di numeroseautorità civili e militaried impreziosita dalla pre-senza di ben 15 gagliar-detti in rappresentanzadi gruppi A.N.A. del Friulipedemontano e collina-re. Tra le più qualificatepresenze il gonfalone delComune con il sindaco diTarcento Lucio Tollis conla giunta e molti consi-glieri comunali, il presi-dente del Consiglio regio-nale Alessandro Tesini; il

consigliere nazionaleA.N.A. Dante Soravito DeFranceschi e tanti altri.Dopo il saluto del capo-gruppo, il sindaco ha ri-marcato che il Tricoloreè la sintesi dei valori suiquali si fonda la nostrasocietà e nei quali si ri-conoscono tutti i cittadi-ni. Per il presidente delConsiglio regionale Ales-sandro Tesini la massic-cia partecipazione ditanti ex combattenti evi-denzia ancora una voltail sentimento di unione edi impegno che è neces-sario per il comune vive-re civile.Terminata la parte ufficia-le, è stata rispettata an-che la tradizione che ilgiorno di capodanno si fafesta: all’inizio dell’annoporta buono. Anche que-sta è tradizione.

Le autorità al momento dell’alzabandiera. Al centro il sindacodi Tarcento Lucio Tollis con il presidente del Consiglio regio-nale Alessandro Tesini e il consigliere nazionale Dante Soravi-to De Franceschi.

L’alzabandiera. È tradizioneche ogni anno si avvicendinorappresentanti di una delleassociazioni d’Arma. Nellacircostanza è stato il turnodell’Associazione Carabinieriin congedo.

Lo schieramento di bandiere, gonfaloni, labari e vessilli delleassociazioni d’Arma.

A fine marzo le celebrazioni per il 60° della battaglia di Monte Marrone

La sezione di Torino dell’Associazione NazionaleCombattenti della Guerra di Liberazione, guida-

ta dal presidente Luigi Poli, commemorerà il pros-simo 26 marzo il 60° anniversario della conquistadel Monte Marrone durante la 2° Guerra mondialeda parte del battaglione alpini “Piemonte”, del rico-struito Esercito italiano.

La cerimonia che si svolgerà al monumento erettonel giardino “Corpo italiano di liberazione” diTorino (in via Ventimiglia, di fronte al civico 164)inizia alle ore 10,30 con il raduno al monumento;a seguire (ore 11) S. Messa al campo e deposizio-ne di una corona d’alloro.Gli alpini sono invitati a partecipare numerosi.

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dalle nostre sezioni all’estero

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G li alpini in Argentinahanno dato vita a un

entusiasmante torneo diTiro a segno coinvolgen-do anche gli amici deglialpini iscritti alla sezione.Questi i risultati:Classifica individuale: 1°Gianfranco Tuzzi, gruppoCentro; 2° Giacomo Vare-sco, gruppo Ovest; 3° Lui-gi Morassut; 4° ClaudioBruni, entrambi del grup-po Florencio Varela, 5°Fernando Caretti, gruppoCentro.Torneo “amici degli alpi-ni”: 1° Marco Petroff, 2°

Ivan Petroff, 3° Leonar-don Escobar tutti e tre delgruppo Florencio Varela;4° Ludovico Brugnera,gruppo Nord, 5° RudolfKundt, gruppo Ovest.Torneo a squadre: Al 1°posto la coppia GiacomoVaresco-Mario Freschidel gruppo Ovest; al 2°posto Gianfranco Tuzzi-Fernando Caretti delgruppo Centro, al 3° po-sto Angelo Lazzer-LuigiMorassut del gruppo Va-rela e al 4° Pio Raffaelli-Mariano Brugnera delgruppo Nord.

Campionato di tiro individuale e a squadre

ARGENTINA

Lungo la strada che daMontebelluna porta a

Feltre c’è un piccolo cimi-tero nel quale riposanotanti chasseurs francesiche caddero, nella Gran-de Guerra, combattendoa fianco degli alpini. Durante un incontro frauna delegazione di chas-seurs di Mende, una citta-dina nella regione delleCevenne, e il presidentedella sezione Francia Re-nato Zuliani, fu messo apunto un programma perun viaggio ai laghi italianie Venezia. Al lago Maggiore, gli alpi-ni francesi sono stati ac-

colti con grande disponi-bilità dal presidente dellasezione di Omegna Augu-sto Cerutti, quindi hannoproseguito il viaggio finoalla città lagunare. Sulla via del ritorno han-no raggiunto Pederobba,in provincia di Treviso,per raggiungere il monu-mento eretto ai Cadutifrancesi. Grande è stata la meravi-glia degli ospiti nel trova-re il luogo sacro perfetta-mente ordinato e curato.Insieme con gli alpinihanno cantato i rispettiviinni nazionali e hanno de-posto un mazzo di fiori.

A Pederobba l’omaggio agliChasseurs caduti con gli alpini

FRANCIA

Generalmente L’Alpino dedica due pagine alle sezio-ni all’estero. Ci sembra doveroso seguire con un

po’ di riguardo in più gli alpini che non vivono in Italia,per tantissime ragioni che tutti possono comprendere,non foss'altro perché è facile restare alpini in Valcamo-nica, un po’ più difficile esserlo a Sidney, Bruxelles, Ot-tawa…Grande disponibilità da parte nostra, dunque, ancheperché ci pare giusto che se qualche sezione all’esteroha difficoltà a pubblicare in tempi stretti il notiziario,

sia il nostro-loro mensile a sostituirsi momentanea-mente al notiziario sezionale e raggiungere in questomodo tutti gli iscritti.Capita, per contro, che alcune sezioni siano fin tropposolerti nel farci pervenire notizie d’ogni tipo, con il ri-sultato di ottenere un rilievo maggiore delle altre.Perciò invitiamo i presidenti di tutte le sezioni ad in-viarci notizie (anche sotto forma di soli appunti) e so-prattutto fotografie delle manifestazioni che organizza-no. Sarà nostra cura pubblicarle con sollecitudine.

Un appello ai presidenti delle sezioni all’estero

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Ogni anno gli alpini delgruppo di Stoccarda

organizzano una gara ditiro con pistola e fucile.La competizione si è svol-ta a Wendlingen, con lapartecipazione di diecisquadre provenienti daFriedrichschafen, Aug-sburg, Aalen, Esslingen eStoccarda. Presente pureuna squadra della RadioSüd-West di Stoccarda euna dei riservisti di Gei-slingen.Nel suo discorso di chiu-

sura, il vice presidentedella sezione Germania,Sambucco, ha ringraziatotutti i partecipanti ed evi-denziato gli stretti rap-porti fra gli alpini e le as-sociazioni dei riservisti ele altre associazioni chepartecipano alle manife-stazioni sportive organiz-zate dalla sezione.

Nella foto: il gruppo deipremiati e, al centro, acco-sciati, gli alpini di Aalen,vincitori del Torneo.

A Stoccarda la 18ª Coppa degli Alpini

GERMANIA

Le penne nere della se-zione di New York han-

no celebrato il ColumbusDay al monumento di Cri-stoforo Colombo di PortEverglades (Florida).Alla cerimonia erano pre-senti anche il console ge-nerale Gianfranco Colo-gnato, un gruppo di uffi-ciali in congedo e i rap-presentanti delle associa-zioni italo-americane del-la zona.È stata una ricorrenza al-l’insegna dell’attacca-

mento alle origini che, co-me ha sottolineato il con-sole Colognato nel suo di-scorso, serve anche a

Celebrato il Columbus DayNEW YORK

G li alpini in Canada han-no accolto fraterna-

mente una delegazione dialpini di Bolzano Vicenti-no, giunti in occasionedel 12° Raduno degli alpi-ni del Nord America cheha avuto le celebrazioniconclusive a Montreal.All’incontro con la dele-gazione vicentina c’eranoil nostro presidente Bep-pe Parazzini, il consolegenerale d’Italia Gian Lo-renzo Cornado, il coordi-natore per le sezioni ca-nadesi Gino Vatri e dele-

gazioni di alpini di Mon-treal, Ottawa, Toronto eHamilton. Ancora unavolta gli alpini provenien-ti dall’Italia hanno potutorendersi conto dei sacrifi-ci compiuti dai nostri “al-pini della seconda naja”all’estero e di quantoonore facciano all’Italiacon il loro lavoro e il lorosenso del dovere. L’arrivederci, non privodi commozione, è statoper l’appuntamento or-mai prossimo di Trieste,all’Adunata nazionale.

L’abbraccio degli alpini vicentini

CANADA

mantenere vivo il rappor-to tra italiani d’America ela madrepatria, soprat-tutto ora che i residentiall’estero sono stati chia-mati a partecipare alla vi-

ta politica del nostro Pae-se, essendo stato – final-mente – riconosciuto loroil diritto di voto (come da25 anni la nostra Associa-zione reclamava!).

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Obiettivo sulla montagnaLa montagna regala piccoli gioielli a chi la percorre d’inverno, come l’immagine di questo croco che fa capolino dalla coltre bianca:sotto la neve è già primavera.