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e tCe tera Periodico di informazione a cura degli studen del liceo Scienfico e Classico Majorana facebook.com/etceteramajorana Numero 5 - 2012 Maggio/Giugno Cogestione 2012 So che ormai è passato più di un mese dalla cogesone, non è stato possibile scrivere un ar- colo per il numero precedente perché è uscito proprio il giorno dopo la cogesone. . (connua a pagina 4) The Avengers Non era mai accaduto prima nella storia del cinema. Riunire i protagonis di diverse pellicole in un solo, grande, speacolare film... (connua a pagina 13) Chelsea sul tetto d’Europa Sabato 19 maggio 2012, Allianz- Arena di Berlino. I padroni di casa del Bayern Monaco affron- tano i londinesi del Chelsea nel- l’ulmo passo... (connua a pagina 11) Ques sono i loghi (realizza entrambi da Mirco de Vito, 3^D) che verrnno stampa sulle magliee di quest’anno. Il costo sarà - circa - di 5€.

etCetera 5 (AS 2011/2012)

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Quinto numero di etCetera, anno sclastico 2011/2012

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Page 1: etCetera 5 (AS 2011/2012)

e t Ce te r aPeriodico di informazione a cura degli studenti del liceo Scientifico e Classico Majorana

facebook.com/etceteramajorana Numero 5 - 2012 Maggio/Giugno

Cogestione 2012

So che ormai è passato più di

un mese dalla cogestione, non

è stato possibile scrivere un ar-

ticolo per il numero precedente

perché è uscito proprio il giorno

dopo la cogestione. .

(continua a pagina 4)

The Avengers

Non era mai accaduto primanella storia del cinema. Riunire iprotagonisti di diverse pellicole inun solo, grande, spettacolarefilm...

(continua a pagina 13)

Chelsea sul tettod’Europa

Sabato 19 maggio 2012, Allianz-Arena di Berlino. I padroni dicasa del Bayern Monaco affron-tano i londinesi del Chelsea nel-l’ultimo passo...

(continua a pagina 11)

Questi sono i loghi (realizzati entrambi da Mirco de Vito, 3^D) che verrnno stampati sulle magliettedi quest’anno. Il costo sarà - circa - di 5€.

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Contro la mafia: la resistenza della società civile

Salvatore Andrea Cafiero 4^b ;Martina Coma 4^A

Venerdì 27 apr i le i l nostro l iceo ha apertol ’au la magna a una serata per student i ,prof, gen i tor i e pubbl i co, su l tema de l lalotta a l la maf ia neg l i u l t imi 30 ann i .L’evento è stato organizzato dal le c lass i 4be 4A in col laborazione con Roberta Miotto,presidente del l ’associazione Senza Confini ,e i prof Mass imo Morsel l i e F lav ia Schiatt i(sempre presente, prec isa e met ico losa!) .La serata a detta de i numeros i present i èstata be l la e toccante , p iena d i compl i -ment i da una parte e de l l ’a l t ra , e a ren-der la ancoramigl iore sono stat ig l i inter vent i d iimportant i test i -moni : i l f i g l iod e l l ’ i m p re n d i t o redes iano Ambrog ioMaur i , v i tt ima dels istema di tangen-topol i ; i l g iud iceWal ter Mapel l i ,esperto de l pro-cesso Inf in ito; Ma-r ino Cannata ,f ig l io d i DomenicoCannata , ucc i soda l la maf ia conuna bomba sottocasa nel la p iana diG io ia Tauro . Ino l -tre erano present ii l s indaco d i Des io Roberto Cort i e a lcun iassessor i , tutt i sodd isfatt i de l l avorosvolto.

La serata è stata un ’occas ione per mo-strare l ’ impegno e la partecipazione dei ra-gazz i de l le due c lass i r i spetto ad unfenomeno spesso sent i to ma poche vo l teana l i zzato ne l dettag l io, un rapporto t rag iovan i e soc ietà che ogn i tanto s i sente

venir meno con la cr is i recente. Partendoda l la v i ta e da l la morte d i uomin i g iust iche hanno dato i l v ia a l la lotta a l la maf ia ,le c lass i hanno ev idenz iato i l l avoro de lmondo c iv i le vo l to a l l ’adempimento de idover i e a l la d i fesa de i d i r i tt i umani , a l -l ’ in i z io non a iutato da l la po l i t i ca e da l -l ’opin ione pubbl ica.

L’evento è statoaperto da un’am-p ia int roduz ionedel la profSchiatt i e da dueragazzi , SalvatoreAndrea Caf iero eMart ina Coma,r i s p e t t i v a m e n t ed i 4b c lass i co e4A sc ient i f i co, iqua l i hanno pre-sentato i l avor ide l le c lass i er iassunto le part ie i temi del la mo-stra.

Conc lus i i r ingra-z iamenti e le pre-sentaz ion i , è

stato proposto un v ideo con annessa let-tura d i test imonianze e accompagna-mento d i p iano e c lar inetto(magistra lmente suonat i da Davide Stefa-nel lo e Greta Cazzaniga) , real izzato dai ra-gazz i de l lo sc ient i f i co, su l la v i ta d i t repersona l i tà card ine ne l lo scenar io de l lalotta a l la c r imina l i tà d i stampo maf ioso:Ambrog io Maur i , Don Lu ig i C iott i en L i -

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Scuola 2 V

Il magistrato Walter Mapelli

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V 3 Scuola

bero Grass i .

La parola è stata quindi passata a l f ig l io d iA . Maur i , Car lo, i l qua le avendo ered i tatol ’az ienda paterna ins ieme a l f rate l lo ha po-tuto non solo test imoniare la tragic i tà del lav icenda del padre ma anche accennare a l ladi ff ico l tà d i manteners i onest i che oggett i-vamente s i r i scontra ne l settore de l l ’ im-prendi tor ia ( sempre p iù prono a l la log icadel la “mazzetta”) .

Success ivamente è statamostrata un ’ inter v i sta rea-l i z zata da a lcun i student idel la 4A a l s indaco di Des ioCort i , che ha tentato di indi-care qua l i s iano stat i g l istrumenti d i lotta a l la maf iain c i ttà , dopo la recente in-ch iesta “ Inf in i to” che haco invo l to i l cuore de l laBr ianza.

Propr io esperto de l la part i-co lare inch iesta era i l se -condo re latore , i l g iud iceWalter Mapel l i , i l cu i inter-vento ha sotto l ineato l ’ im-portanza de l r i spetto de l leleg g i in una comuni tà , l ach iarezza e la conoscenzacondiv i sa d i esse (conesempi anche comic i e quo-t id iani ) , ma anche la neces-s i tà d i e l iminare a lcune norme superf lue edinut i l i , se non controproducent i .

A inter vento conc luso è toccato a l la 4bc lass ico, che ha proposto un cortometrag-g io con part i montate e mus ica ( ideato,prodotto, g i rato, montato e rec i tato tuttodal la 4b, a loro spese!) su a lcuni moment isa l ient i del la v i ta d i L ibero Grass i . I l v ideoiniz ia con sottofondo la canzone “Pensa” d iFabriz io Moro e la proiezione di immagini diFa lcone, Borse l l ino, Da l la Ch iesa e Grass i ;

poi c ’è stato un pezzo tratto dal l ’ intervistafatta da Santoro a “Samarcanda”; e inf inei l pezzo forte… i l vero e propr io “f i lm” contanto d i b ianco e nero . Tut t i i p resent isono stat i co lp i t i da l la sua atmosfera, ac-centuata con l ’assenza d i facce v iste d iret-tamente , da l l ’es tors ione e da l l ’omic id iogirat i co l maggior real ismo poss ib i le ( te le-fono e colp i d i p isto la del l ’epoca, s igaro evoce s i c i l i ana) . S i conc lude con i l p rose-guio del la canzone e una frase d i Fa lcone.A c iò è seguita una lettura, accompagnata

da i soprac i tat i mus ic i s t icon la voce d i S te fanoDiegoni , 4b, d i tutt i queigest i d i d is impegno civ i leche rendono ognuno d inoi un po’ “maf ioso”.

Uno de i moment i p iùemozionant i del la serataè s tata po i la test imo-nianza di Marino Cannatai l qua le ha raccontatocon est remo rea l i smo emol t i par t i co lar i i ter r i -b i l i i s tant i d i que l lanotte de l 1972, quandosuo padre “colpevole” d inon aver ceduto a l r i -cat to ‘ndranghet i s tavenne fat to sa l tare inar ia nel cort i le d i casa.

La serata però s i è con-c lusa a l l ’ insegna de l la speranza e , cosaancor p iù importante, i ragazz i hanno r ice-vuto i l r i conosc imento , f ra g l i a l t r i , de l laf ig l ia d i A . Mauri , la quale ha tenuto a sot-to l ineare quanto i l lavoro svolto con tantadediz ione s ia stato un forte segnale del lapresenza at t iva a l f ianco de l le v i t t ime d iquesto cancro maf ioso . La speranza chequesto appel lo a l la non indi f ferenza entr inei cuor i dei g iovani è p iù che mai attualee, un g iorno, forse c i toccherà davvero lot-tare…

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Libero Grassi, imprenditoresiciliano ucciso dalla mafia.

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So che ormai è passato più di un mese dallacogestione, non è stato possibile scrivere unarticolo per il numero precedente perché èuscito proprio il giorno dopo la cogestione, mami sembra bello scrivere qualche parola inmerito, in quanto non tutte le scuole organiz-zano iniziative di questo genere e per di piùdella durata di due giorni! Inoltre vorrei fareun reso-conto diquesti duegiorni aquelli chenon sonovenuti (PERM O T I V ISERI) e farp e n ti r equelli chenon sonovenuti per-ché hannotrovato il di-vano di casaloro più co-modo!

La cogestione si è svolta in due giorni, il 19 e il20 aprile, anche se il 19 era formalmenteun’assemblea e quindi la partecipazione nonera obbligatoria. L’ingresso era dalle 9.00(c’era anche un’assortita colazione gentil-mente offerta) e dalle 9.30/10.00 iniziavano leattività nelle singole aule; arrivata la fine dellamattinata, non è stata la fine! Per chi avevaprenotato qualche giorno prima dai rappre-sentanti d’istituto è stato possibile mangiarela pizza tutti insieme con sottofondo “assor-dante” delle prove del Majo suona. E.. dopo

mangiato abbiamo anche potuto ascoltare ilconcerto del Majo suona (e tutto GRATUITA-MENTE!). Nonostante il tempo piuttosto in-certo, al Majo si respirava proprio una bellaatmosfera, gente che girovagava liberamenteper la scuola, un buon profumo di pizza, musica

di ogni ge-nere prove-niente dalleaule e bal-letti improv-visati in giroper la scuola.La partecipa-zione è statabuona anchein questaprima gior-nata, nono-stante lap r e s e n z anon fosseobbligatoria.

Alla fine della giornata (questa volta lo è dav-vero) siamo tornati a casa stanchi, ma soddi-sfatti della bella giornata passata a scuola eimpazienti del giorno dopo.

Il 20 è stata la vera cogestione. Siamo entratiall’orario di tutti i giorni e in classe il docentedella prima ora ha fatto l’appello (gli assentiavrebbero dovuto portare la giustificazione). Lamattinata era divisa in due parti, la prima parteandava dalle 8.30 alle 10.00 (varie attività), unapausa di mezz’ora (con pane e nutella offertoin atrio), per poi rincominciare la seconda partedella mattinata dalle 10.30 alle 11.50; dopo di

Cogestione 2012Sara Carenza, 3^a

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Scuola 4 V

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che si ritornava ognuno nella propria classe peril controappello (non c’è stata possibilità discampo) per poi tornare a casa. Le attività diquesta giornata sono state organizzate con piùrigore, in quanto aspettandosi una partecipa-zione maggiore rispetto al giorno precedenteper via dell’obbligatorietà, i rappresentantid’istituto hanno consegnato in classe qualchegiorno prima il programma delle attività eognuno ha dovuto specificare le due attivitàche preferiva, per questa giornata erano anchedisponibili delleaule nella sedenuova per lo stu-dio libero (moltomeglio parteci-pare alle atti-vità!), e dopo unduro lavoro perorganizzare tuttoal meglio, sonostati comunicatiai rappresentantidi classe gli even-tuali cambia-menti. In questogiorno la parteci-pazione è stata ovviamente maggiore.

Digitando su internet la parola “cogestione”esce questa definizione: “Cogestione è il ter-mine che si riferisce alla partecipazione attivadei lavoratori nei processi decisionali delleaziende. Il termine riguarda anche una parteci-pazione ai risultati economici e alla redistribu-zione degli utili.” (da Wikipedia). Ovvero, perquanto riguarda l’ambito scolastico, partecipa-zione attiva degli studenti nell’organizzare atti-vità extracurricolari e partecipare ai risultati diesse. Sul vocabolario invece…sul mio non c’è(forse è un po’ troppo vecchio!). Comunque ci

vogliono prove di partecipazione attiva all’in-terno della scuola come queste, perché anchequesto vuol dire fare scuola, e senza questimomenti la scuola non svolgerebbe a pieno ilsuo compito di formazione dei ragazzi.

In generale è stata senza dubbio un’iniziativapositiva, che ha avuto un completo successo,da ricercarsi innanzitutto nell’impeccabile or-ganizzazione delle due giornate. Le attivitàproposte erano molteplici, ce n’erano per

tutti i gusti: dallaproiezione piùdiscussione di unfilm, lezioni di fi-sioterapia, atti-vità pratiche,conferenze sullosport, sull’eco-nomia, sulla mu-sica, fino adarrivare a confe-renze di filosofiae di matematica.Sono stati duegiorni interes-santi e diver-

tenti, una piacevole pausa dalla scuolaall’interno della scuola stessa. Assolutamenteda ripetere l’anno prossimo!

Infine un ringraziamento ai rappresentantiche hanno fatto un duro lavoro per organiz-zare questi due bellissimi giorni per noi!

V 5 Scuola

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Ivar Benjamin Østebø aveva 16 anni, e a Utoyac'era. Mentre Anders Behring Breivik (il suoprocesso sta avvenendo in questi giorni ) sparavaall'impazzata ha trovato rifugio dietro a un ce-spuglio. Così si è salvato. Nella strage nel campusdei giovani laburisti ha perso però cinque cariamici. In totale in questa strage persero la vita 69giovani attivisti del Labour Party. Nello stessogiorno aveva fatto esplodere degli ordigni nel cen-tro di Oslo causando la morte di altre 8 persone.Di fronte a tutto ciò questo giovane studentescampato al massacro, reagì con fermezza e deci-sione inviando al più noto social network ( facebook ) una lettera aperta al suo attentatore. L’ef-fetto fu deflagrante. Queste poche, sintetiche ecivili parole conquistarono le prime pagine di tuttii giornali del mondo e l’autore, Ivar BenjaminØstebø divenne il simbolo di un popolo forte ecoraggioso capace di rinunciare a sentimenti diodio e di vendetta.

Il giorno 25 aprile 2012 a Seregno gli è stato con-ferito il premio “ 25 Aprile “, dal comitato unitarioantifascista. Noi eravamo li ! Il suo è stato un dis-corso molto toccante con lo scopo di far rifletterele persone e far si che non restino indifferenti difronte a simili situazioni. Lo vogliamo condividerecon voi :

“ il 22 luglio 2011 venne compiuto un massacrosul suolo norvegese. Si trattò di un attentato a piùdi 500 giovani, alcuni persino poco più che bam-bini. Fu un attacco al Labour Party norvegese. Maessenzialmente si trattò di un attentato allademocrazia stessa, a uno dei pilastri sui quali èfondata una società pacifica. Dall’invasionenazista nella seconda guerra mondiale, la societànorvegese è stata una delle più pacifiche almondo. Noi norvegesi consideravamo la nostrapatria una nazione tollerante , in pace , capace di

accettare le differenze culturali. Vivevamo nellanostra piccola sfera ove la guerra, l’assassinio,la violenza e il terrorismo non facevano partedella nostra visione del mondo. L’improvvisa ,perversa , brutale azione di una singola personaci mise in ginocchio in una condizione di shock, dolore e paura. In effetti, ovunque nel mondosi muore per il proprio impegno e la volontà ditrasformarlo in un posto migliore. La genteviene uccisa perché si batte per ottenere gius-tizia la gente viene uccisa perché combatte l’ in-tolleranza, il razzismo , la sopraffazione. Ecco dadove nasce la lotta per la giustizia. Milioni dipersone si sono inizialmente coalizzate per dis-conoscere l’ apartheid, la guerra, il terrorismoe la sofferenza. Martin L.King, Ghandi , NelsonMandela e madre Teresa sono tutti esempi dicome poche persone con un sogno ed undesiderio di cambiamento sostanziale possonostendere una mano e mobilitare milioni di per-sone nella loro lotta. Ora è il nostro turno, ilturno dei cittadini di quello che è chiamato “ ilprimo mondo “. Un mondo ove povertà, guerrae fame sono praticamente sparite. Noi abbiamola forza della volontà , la determinazione e l’a-bilità di effettuare un cambiamento. In moltihanno già cominciato. La risorsa più grande innostro possesso sono i giovani. I giovani sonocoloro che porteranno avanti questa lotta as-sumendosene la responsabilità nel futuro. I gio-vani sono coloro che cadono in ingannoandando in guerra. I giovani sono coloro checadono in inganno suicidandosi, facendosi es-plodere in Afghanistan. Chi ha maturato espe-rienza deve insegnare alla nostra generazionebontà, tolleranza e i giusti valori. La politica è

Attualità 6 Q

Ivar Benjamin ØstebøGiada Donadel,

Giuditta Moltrasio, 1^b

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un grande mezzo per raggiungere questoscopo. Le correnti politiche giovanili ci impeg-nano a combattere per la democrazia insegnan-doci come reagire nel pensiero e nei valori e ciòcrea una società mista basata sulla libertà diparola, di pensiero, di religione, colore dellapelle e cultura. La tolleranza della diversità cul-turale e razziale è ciò di cui abbiamo bisognoper creare una società pacifica e libera. Quantoavvenne il 22luglio fu untragico evento.La perdita di 69giovani impeg-nati in politica,molti dei qualidivennero mieiamici nei giorniprecedenti , halacerato le nos-tre anime e lenostri menti las-ciando per sem-pre unaprofonda cica-trice. Consideroogni persona uc-cisa su quel-l’isola miofratello, sorella ed amico. Ma la perdita diquesti giovani splendidi ha dato il via ad unprocesso dentro di noi. Abbiamo iniziato a com-battere le cattive azioni e le parole di Breivikcon parole di pace e tolleranza, non certo conparole di odio come qualcuno poteva aspet-tarsi. Per un attimo ci siamo sentiti uniti noncome una nazione, ma come un mondo intero.Questi pensieri sono il motivo per il quale cositanti di noi sono così cresciuti quell’estate. Cisiamo sentiti più impegnati, più interessati e cisiamo chiesti. Cosa c’è di sbagliato nella societàdi oggi? Tanto per iniziare il 20% della popo-lazione mondiale possiede il 75% delle intererisorse del pianeta. Migliaia di persone vengono

uccise quotidianamente avendo commesso l’u-nico errore di essere nate. Il fondamentalismorazziale, religioso e politico costringe milioni dipersone a morire senza alcun scopo se non perporre in atto idee contorte e distruttive. Ilmondo deve imparare che il colore della pelledifferenzia le popolazioni solo nell’aspetto. L’is-lamismo, l’ebraismo, il cristianesimo e quasitutte le altre religioni promuovono pace,

amore e bontà.La politica fa gi-rare il mondo eil suo compitoprincipale è dimigliorare lasocietà. La reli-gione, la razza,la politica nonsiano mai ra-gioni sufficientiper andare inguerra e dis-truggerci l’unl’altro. Noi pos-siamo cam-b i a r etrasformando ilmondo in unposto migliore.

Un mondo senza odio è oggi un desiderio, nonuna realtà. Ma il cambiamento è possibile.Quello che dobbiamo fare è pensare, rifletteree ricordare che l’odio crea soltanto ulterioreodio. Concludo con una famosa strofa di unpoeta norvegese attivista per la pace JohanNordhal Grieg.

La guerra è disprezzo della vita.

La pace è creazione.

La marcia della morte è fermata

dalla determinazione”

Q 7 Attualità

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Qualunque persona ha un conto corrente e forseanche più di uno. Il rapporto con la banca difamiglia è una cosa si dà per scontata. Nella buferafinanziaria che ci ha portato alla crisi che stiamovivendo, non è banale affrontare una piccola rifles-sione su come agiscono le banche a cui affideremoin futuro il nostro stipendio e dato che ora non neabbiamo uno, i nostri risparmi.Che cos’è Banca Etica?

La sostanziale differenza tra Banca Etica e le altrebanche è comprensibile proprio dal nome stesso.Infatti Banca Etica afferma che dare credito sia undiritto umano, cioè fare un prestito significa darefiducia. Naturalmente bisogna anche valutare siale possibilità di rimborso da parte del ricevente chele garanzie che offre. La garanzia non è solo quellareale, cioè il valore materiale, ma è anche la valu-tazione del progetto e di chi chiede il prestito. Valea dire che è importante conoscere il soggettorichiedente, la sua “storia”. Per esempio il fatto chesi valuti onesto chi chiede il prestito può già essereuna garanzia. Banca Etica si rivolge soprattutto a co-operative e associazioni, avendo così maggior pos-sibilità di controllo. La domanda che deve porsi ilrisparmiatore è: come vengono utilizzati i soldi de-positati? Si è certi che non siano utilizzati per il traf-fico d’armi, droga o altre attività illecite?Banca Etica assicura tutto questo. Ha 37 000 soci e16 filiali in Italia, raccogliendo 800 milioni di euro eprestandone 760 milioni.In quali campi troviamo più attiva Banca Etica?

Possiamo dire che Banca Etica finanzia principal-mente quattro campi: il Welfare in generale (diffi-coltà di una persona singola per esempio), l’aiutoai Paesi impoveriti attraverso il commercio equo ele ONG, il green, il verde, cioè tutto ciò che limital’impatto ambientale, infine la cultura, lo sport, lospettacolo. Sul sito di Banca Etica vengono pub-blicati tutti i prestiti, che tutti possono consultare.Infatti un altro carattere principale di BE è latrasparenza.

Esiste un’azione economica finanziaria fine a sé

stessa? Le azioni economiche hanno delle con-

seguenze per la società?

Qualsiasi azione economica e finanziaria ha delleconseguenze non economiche. Compro azioni diuna grande multinazionale delle armi, la con-seguenza diretta non finanziaria è lo sviluppo e ladiffusione delle armi che non vengono utilizzatesolo per la difesa; se finanzio aziende produttrici dipesticidi, produco inquinamento.In che modo viene garantita l’eticità della Banca?

Banca etica ha un comitato etico che viene elettodall’Assemblea e ha il compito di vigilare sulla co-erenza tra i principi fondativi di Banca Etica e il suooperare. Importante è anche il ruolo dei soci diBanca Etica che hanno la possibilità di esprimere laloro opinione nelle Circoscrizioni Locali, organismiprovinciali eletti direttamente dai soci della provin-cia stessa.Quando e perché è nata Banca Etica?

E’ nata all’inizio degli anni ’90 perché era già evi-dente quella mancanza di eticità e di trasparenzadel sistema finanziario che oggi è sotto gli occhi ditutti. E’ stata fondata da 21 organizzazioni del 3° set-tore (cooperative, associazioni..)Cosa pensi riguardo la situazione economico-fi-

nanziaria attuale?

Questa crisi economica è causata da:¤ 30 anni di neoliberismo economico, cioè la teoriache il mercato mondiale economico si possa autore-golare;¤ la mancanza di regole nel mondo della finanza e ilproliferare di prodotti con caratteristiche semprepiè di scommessa che di investimento;¤ l’eccessivo indebitamento sia degli Stati che dellesingole persone¤ le disuguaglianze economiche tra continenti eStati¤ la speculazione, cioè il cercare il guadagno nel piùbreve tempo possibile, assumendosi rischi che poi

Attualità 8 Q

Banca Etica: l’interesse più alto è quello di tutti

Elisabetta Sangalli, 3^a

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Lorenzo Valerin, 4^E

Junior International Tournament 2012

Una delle vetrine più importanti per i futuricampioni

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In quel di Lissone, nel weekend pasquale, si èsvolta, come ormai consuetudine, l’edizione 2012del Junior International Tournament, torneo di pal-lacanestro per la categoria Under-19. Campioni incarica la selezione statunitense del Maryland diU.S. Elite Select. Invitate alla partecipazione anchel’accademia tedesca di Team Urspring, la selezionecanadese di Eastern Mission Toronto, i cechi di USKFuture Stars Praga, i lituani di Atle-tas Kaunas, i croati di KK Kastav Ri-jeka, i bosniaci di B. 2000 BanjaLuka e tra le italiane impossibilenon citare l’Armani Junior Milano,i Crabs di Rimini e la squadra dellacittà della nostra scuola, l’AuroraDesio.

Il torneo ha avuto inizio il giorno diVenerdì 6 Aprile, al PalaFarè di ViaCaravaggio, con la sfida tra i pa-droni di casa della APL Lissone e itedeschi di Team Urspring, deten-tori del titolo giovanile nazionale.Con quello che gli americani defi-nirebbero “upset”, ovvero sor-presa inattesa, Lissone riesce asconfiggere la squadra avversaria con il punteggiodi 55-47. La seconda sfida ha visto opposte l’ArmaniJunior Milano e U.S. Elite Select. Presente alla par-tita anche la guardia della Cimberio Varese PhilGoss (che ho avuto il piacere di conoscere giàl’anno scorso e con il quale ho scambiato alcuneparole). Con un altro risultato inatteso, Milanosconfigge i campioni uscenti con il punteggio di 78-67. In luce sicuramente per la squadra milanese

Andrea Amato e Andrea Resca, rispettiva-mente classe ’94 e classe ’93. La giornata diSabato ha visto la chiusura dei gironi elimina-tori, con alcune squadre costrette a giocaredue partite nella stessa giornata a causa dellaformula del torneo, molto stancante per gio-catori e allenatori.

Le squadre prime classificatenei gironi hanno ottenuto di-rettamente due punti per ilgirone di semifinale, e que-ste sono state l’Armani Ju-nior Milano, Team Urspring,Eastern Mission Toronto eCrabs Rimini. Con una vitto-ria per 68-62 contro Milano,Team Urspring si è assicu-rata l’accesso alla finalis-sima. Nel pomeriggio si èinvece svolto il JIT Show -Players’ Contest. In questoevento presenti la gara deltiro da tre punti e la gara

delle schiacciate. Nel primo evento vi è statala vittoria di Andrea Resca di Milano, mentrelo Slam Dunk Contest è andato a Šarunas Be-niušis, ala di Kaunas, che ha sconfitto in finaleMiKyle McIntosh, di U.S. Elite Select, grazie aduna pregevole schiacciata sotto le gambe. Inuna delle due partite serali, Rimini ha conqui-stato l’accesso alla finale 1°-2° posto grazie aduna prestazione eccellente contro i can adesidi Eastern Mission, con un punteggio di 85-

Q 9 Attualità

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64.

La giornata di Domenica ha visto tutte le finali,con le due più importanti trasmesse in direttada Rai Sport 2, alle quali ho assistito personal-mente. Nella finale per il terzo e quarto posto,Toronto sconfigge Milano grazie alle ottimeprestazioni di Grant Mullins (destinato a Colum-bia University), Connor Wood e Denzel Brooks.Idolo del pubblico Jamar Martin, ma di tutto ciòparleremo tra poco. A nulla bastano i 27 puntidi Andrea Amato, leaderindiscusso della squadramilanese. La finalissimainvece è stata vinta da Ri-mini, che con un punteg-gio abbastanza basso,55-39, dovuto alle bassepercentuali, ha ragione diTeam Urspring. Al terminedella partita, premiazionifinali, con la presenza diPier Luigi Marzorati, leg-genda canturina e attualepresidente del CONI Lom-bardia.

E l’Aurora Desio? La squa-dra cittadina concludeall’ottavo posto, dopo unabella vittoria per 70-57contro Banja Luka e dueonorevolissime sconfitte contro Toronto e Ri-mini, dove i desiani han dato molto filo da tor-cere rispettivamente alla squadra terzaclassificata e alla squadra vincitrice del trofeo.

Importante anche l’aspetto comunitario del tor-neo. Come da qualche anno a questa parte, lefamiglie locali (insieme anche a famiglie diDesio, Seregno e paesi vicini) hanno ospitato,per il periodo del torneo, i giocatori, allenatori

e staff di alcune squadre partecipanti, tra cuiToronto e Rimini. Per la squadra canadese(come già affermato prima) l’idolo indiscusso èstato Jamar Martin, centro di 1.98. Per farvi ca-pire l’impatto, ad un semplice appoggio da 2punti stava venendo giù il palazzetto dall’ova-zione!

Vorrei infine spendere poche parole sulla miaesperienza personale. Prima di tutto esprimotutta la mia gratitudine nel poter vedere ragazzi

della mia (e vostra) etàpotersi far vedere in uncontesto internazionale emagari mettersi in mo-stra a vari osservatori. Insecondo luogo, comel’anno precedente, hoavuto l’occasione di co-noscere alcuni giocatoriamericani e canadesi e fi-nalmente poter utilizzarel’inglese per comunicare.Sottolineo il fatto chesaper parlare una linguastraniera sia una dellecose fondamentali dellavita (parere personale eche spero possiate condi-videre). Il tutto è anchepiacevole, perché, grazieai mezzi di comunica-

zione di oggi (Facebook, Twitter e altri), ancheadesso sono in contatto e posso scambiare ami-chevolmente qualche parola. Chissà, magari cirivedremo...

Un abrazo a todos!

Attualità 10 Q

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Sabato 19 maggio 2012, Allianz-Arena di Berlino. Ipadroni di casa del Bayern Monaco affrontano i lon-dinesi del Chelsea nell’ultimo passo per aggiudicarsiil più ambito dei titoli a livello di club: la UEFAChampions League. Vorrei che questo articolo fossepuramente un elogio alla squadra vincitrice, maprima devo fare ovviamente alcuni riferimenti allapartita. Una serata di puro calcio spettacolo, doveinizialmente vediamo dominare la squadra di casa,ma poi la situazione si stabilizza ed entrambe lesquadre hanno diverseoccasioni di trovarsinell’area avversaria. Unruolo fondamentale èquello dei portieri, checon delle performanceesemplari riescono aconservare il risultatosullo 0-0 fino all’83’,quando Muller va asegno di testa portandoil Bayern in vantaggio.Esattamente cinque mi-nuti dopo, però, Drogbariesce a pareggiare,anche lui di testa, graziead un corner. Si va cosìai tempi supplementari, nei quali sempre Drogba siprocura un giallo e regala un rigore alla squadra te-desca. Il tiro di Robben viene miracolosamentebloccato da Cech. I tempi supplementari finisconocon l’1-1 e si va così ai calci di rigore, dove il primorigore per il i londinesi, calciato da Mata, verrà pa-rato da Neuer. Verrà parato anche il quarto tiro peril Bayern, quello calciato da Olic. Sarà quindi ilquinto calcio quello decisivo: Schweinsteiger lamanda sul palo, mentre Drogba va a segno por-tando la squadra inglese sul tetto d’Europa! En-trambe le squadre hanno senz’altro meritato iltitolo, la partita è stata equa con un leggero vantag-gio della squadra di casa secondo me da molti ingi-gantito. Il Chelsea ha vinto la sua prima Championse l’ha fatto meritatamente. Sono quattro i perso-

naggi che hanno trascinato gli inglesi alla vittoria:Drogba, Cech, Lampard e l’allenatore Di Matteo.Quest’ultimo, fino a pochi mesi fa sconosciuto, èriuscito a prendere in mano la situazione disastrosalasciata dal suo predecessore Villas Boas (con ilquale ricordo che la squadra ha rischiato di usciredalla competizione agli ottavi contro il Napoli) e asconfiggere Benfica, Barcellona e Bayern Monaco.Il lavoro di Di Matteo è stato esemplare e porta un

po’ di orgoglio alla no-stra nazione. Per quantoriguarda i giocatori,hanno fatto tutti e treuna performance incre-dibile contro il Bayern esi prendono gran partedel merito della vittoria.Le parate di Peter Cechsui due rigori sono stateesemplari, si merita il ti-tolo senz’ombra di dub-bio pensando anche esoprattutto al suo infor-tunio e a come un uomoche ha subito una frat-tura del cranio possa es-

sere ancora uno dei portieri più forti del mondo.Parliamo poi di Frank Lampard, che a quasi 34 anniè ancora in grado di essere il perno della squadra.Nella finale ha dato un chiaro esempio della sua ele-ganza e tecnica e si è dimostrato più che degno diportare la fascia da capitano di John Terry, col qualeha alzato la coppa. Infine Didier Drogba, il quale hal’enorme merito di segnare entrambi i gol decisiviconquistandosi la scena e il titolo anche lui a 34anni suonati. Una squadra quindi che è riuscita a ri-baltare le proprie sorti nel corso di una stagione ea prendersi il titolo ceduto ai rivali del ManchesterUnited nell’incredibile finale di Mosca 2008.

Chelsea sul tetto d'EuropaGiulia Bianco, 2^b

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Q 11 Attualità

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Credo che tutti noi siamo rimasti scioccati quandosiamo venuti a sapere dagli eventi accaduti la mat-tina di sabato 19 maggio, mentre ci apprestavamoad iniziare una lunga giornata di scuola. Per rias-sumere, è stato fatto esplodere un ordigno arti-gianale davanti all'Istituto professionale “MorvilloFalcone” di Brindisi, nell'esplosione è rimasta uc-cisa una ragazza di appena 16 anni, Melissa Bassi,e sono rimaste ferite altre studentesse. La cosasconvolgente diquesto evento èche questo insen-sato attacco terror-istico, poiché èstato dichiarati tale,era rivolto a stu-denti delle scuolesuperiori, a stu-denti della nostraetà; questa tragediaè quindi quella chetocca più da vicinotutti noi. Credo cheogni studente dellanostra età abbiapensato “E se fossestata la mia città?”,“E se quel cancello fosse stato quello della miascuola?”, “E se fosse capitato a me?”. E' proprioquesta la potenza di un attacco terroristico, paral-izzare le persone con la paura, ed è proprio perquesto che bisogna reagire, non con violenza orabbia, ma continuando a vivere la propria vita,anche per chi purtroppo non lo può più fare. Moltistudenti hanno creato cortei di protesta controquesti eventi, trasmettendo slogan non di rabbiae vendetta, ma di indignazione, poiché, come af-ferma il Ministro dell'Istruzione, siamo stati ag-grediti lì dive non doveva succedere. Questasituazione però non deve degenerare in moti di vi-

olenza, in una selvaggia “caccia alle streghe”, al-trimenti l'attentatore avrà raggiunto il suo scopo,l'omicidio della legge e della civiltà. I nostri rapp-resentanti degli studenti hanno saggiamente con-sigliato di non “scioperare” perché non si accettaciò che è successo e di continuare a venire ascuola, anche perché sarebbe un insulto alleragazze che stanno combattendo in ospedale. Al-

l'ingresso dellasede inoltre èstato appeso unfoglio di cartabianco su cui og-nuno può scrivere ipropri pensieri sul-l'accaduto. Non misembra giustosfruttare questoaccaduto perpuntare il dito con-tro qualcuno; nonsi sa ancora chi siastato, pur essendostati trovati filmatiche si crede rapp-resentino l'atten-

tatore. L'unica cosa in cui sperare è che sia statal'azione isolata di un folle e non l'inizio di una seriedi attacchi di persone che vogliono sfruttare il pe-riodo di crisi che l'Italia sta passando, poiché lanascita di una nuova “guida del popolo” potrebbecondurre il nostro stato alla dittatura. Ho dettopoche parole e sono certo che altri potrebbero us-arne di migliori, ma sentivo il dovere morale diparlare di questo fatto e vi lascio con un invito,pensate.

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Attualità 12 Q

Solo parole: riflessioniMarco Consonni, 3^D

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Non era mai accaduto prima nella storia del cinema. Riu-nire i protagonisti di diverse pellicole in un solo, grande,spettacolare film era un’operazione mai tentata e perciòrischiosa. Questo perché il gruppo è una squadra di su-pereroi, carichi delle loro sfaccettate personalità e sgar-gianti costumi. Il rischio della farsa era evidente. Non èstato così. Il risultato è il film evento dell’anno, “TheAvengers”, ultimo nato in casa Marvel studios. Il malva-gio dio dell’inganno Loki (Tom Hiddleston) torna daquella che sembrava la sua definitiva dipartita, intenzio-nato a conquistare il pianeta Terra per mezzo di un eser-cito di alieni ai suoi comandi, i Chitauri. L’agenziaantiterroristica internazionale dello S.H.I.E.L.D., capeg-giata dal bendato Nick Fury (Samuel Jackson), si mettein moto per riunire dei campioni che possano contra-stare tale minaccia di proporzioni bibliche. L’idea dellacollaborazione non piace molto ai diretti interessati: Ironman (Robert Downey Jr.), l’uomo in un’armatura di oroe titanio; Capitan America (Chris Evans), il supersoldatoreduce del secondo conflitto mondiale; Thor (Chris Hem-sworth), fratello di Loki e dio del tuono; Hulk (mark Ruf-falo), mostruoso bestione rabbioso e verde; Vedova nera(Scarlett Johanson), letale agente segreto russo dallachioma rossa; Occhio di falco (Jeremy Renner), arcieredalla mira infallibile. Quando Loki tenterà di dominare ilmondo aiutato dal manufatto arcano noto come Tesse-ract, gli eroi non potranno fare altro che unirsi per lacausa, sotto il nome di Vendicatori. Molto sinteticamenteecco la trama della pellicola che ha incassato più di unmiliardo di dollari in tutto il mondo, sorpassando nellaclassifica dei maggiori incassi di sempre niente meno cheil “Cavaliere oscuro” di Christopher Nolan. La mente die-tro questa brillante, entusiasmante e coinvolgente av-ventura cinematografica è Joss Whedon. Whedon ha unnutrito gruppo di fan, essendo l’autore del telefilm“Buffy” o del gioiellino fantascientifico “Firefly”, ma legrandi masse non avevano ancora potuto apprezzare ilsuo tocco. Joss si approccia ai personaggi con rispetto,disincanto, voglia di divertirsi e divertire, senza forzatureo esagerazioni, infarcendo le piacevolissime due ore ab-bondanti di film di un umorismo schietto e talvolta spiaz-zante. La pellicola funziona, splendidamente, riuscendonell’intento non semplice di catturare anche i non-cultoridel genere. Se si volesse avere un quadro veramentecompleto dell’universo cinematografico che i Marvel stu-

dios hanno creato, e al fine di comprendere tutti i ri-mandi che costruiscono la trama di “The Avengers”, sa-rebbe consigliabile, ma assolutamente nonindispensabile, gustarsi o rigustarsi “Iron man” (2008),“Iron man 2” (2010), “Thor” (2011), “Captain America”(2011). In realtà poi la storia prende vita da sé, creandoun nuovo immaginario nella mentalità collettiva: si po-trebbe azzardare che “The Avengers” è il miglior filmmai realizzato con protagonisti dei supereroi. Superanche gli attori: una menzione d’onore per Downey Jr.,molto protagonista, forse un po’ troppo, che ritorna alfascino e alla lingua sciolta della sua controparte filmicaTony Stark; applausi a scena aperta per Tom Hiddle-ston, attore relativamente “nuovo” ma figlio della tra-dizione della scuola di recitazione inglese, capace diespressività e finezze da brividi (il fatto che abbia giratoun film con Woody Allen non può che confermare lasua straordinaria bravura). Un ottimo film, ottimi attori,chi più chi meno, effetti speciali superlativi. Moltissimidi coloro che hanno postato su internet e social net-work le loro personali recensioni hanno sottolineatoquanto fosse reale e vivo Hulk, il personaggio chemeno fra tutti aveva ottenuto buoni incassi con i suoidue film usciti in passato nelle sale cinematografiche,mentre in questa sua (terza) incarnazione ha conqui-stato il pubblico, portando i Marvel studios a conside-rare la realizzazione di una nuova pellicola in solitaria.Persino il 3D aggiunge qualcosa alla spettacolarità diuna delle migliori computer grafica degli ultimi anni.Alla colonna sonora troviamo Alan Silvestri, leggenda-rio autore della musica di “Ritorno al futuro” e già al-l’opera coi personaggi Marvel per il film di CapitanAmerica, che qui crea un ottimo “contorno”, senzaperò scrivere qualche passaggio che rimarrà a lungonella mente degli spettatori. Il film dei Vendicatori è unpunto di arrivo del genere supereroi stico, una vettache difficilmente sarà eguagliabile ma che invoglierà afare di più e meglio agli addetti ai lavori. Vivete dinuovo l’emozione del fantastico del cinema. Gustatevinelle sale un film che farà la storia

The Avengers: IL film sui supereroiFilippo Tagliabue, 5^F

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J 13 Recensioni

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AUTECHRE – AMBERElena Mazzeo, 2a^

TRACCE:

¤ Foil

¤ Montreal

¤ Silverside

¤ Slip

¤ Glitch

¤ Piezo

¤ Nine

¤ Further

¤ Yulquen

¤ Nil

¤ Teartear

Autechre è un nomeceleberrimo. Il duo britannico, composto daRob Brown e Sean Booth, si è conquistato unposto nell'olimpo dell'IDM (IntelligenceDance Music) accanto a mostri sacri comeAphex Twin, Boards Of Canada e VenetianSnares già dai primi album. Ed è proprio ilsecondo album, Amber (il mio preferito!), chemi appresto a recensire.Gli Autechre abbandonano consapevolmenteil semplice stile di Incunabula per creare ilmondo bizzarro e alieno di Amber, un albumricco di carica emotiva, dove soffici battitielettronici si uniscono con tappeti musicali

suggestivi ed evocativi. La prima traccia, Foil,parte con una cupa e imponente carica ag-gressiva, ed è in aperto contrasto con la sec-onda, Montreal, che ha un tono decisamentepiù giocoso e leggero, supportato da un mor-

bido sfondo e dastrane scintillemetalliche. Silver-side sorge gloriosa-mente da archifuturistici, e uncampione vocalecerca di farsi stradaattraverso il beat.Seguono la dolcezzadi Slip, e Glitch, laquinta traccia, chemi ricorda un saccoi bambini che gio-cano a far suonare ibicchieri di vetropiù o meno pienid'acqua con un cuc-chiaino. Parte poil'abisso di Piezo, levibrazioni emotive

di Nine, la purezza di Further; continua con ladistanza rassegnata di Yulquen e con Nil,traccia dalla forte presenza melodica. Teart-ear, l'ultima traccia, non conclude il nostro vi-aggio attraverso il mondo alieno di Amber,bensì ne esprime l'eternità.Un dolce connubio tra eleganza ed emotività,secondo me è un must.

Recension 14 J

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Baci da Roma, firmato “Woody Allen”m etCetera Majorana Desio n. 5 m

Woody Allen ha raggiunto la veneranda età di settanta-sette anni ma sembra che questo non gli impedisca disfornare un film all’anno, cosa impensabile anche perregisti esperti o più giovani di lui. Una scrittura e regiacosì serrata, un lavoro dietro l’altro, non può garantiresempre dei livelli qualitativi eccelsi. Avevamo riso senzariuscire a smettere per “Basta che funzioni”, eravamostati scettici davanti a “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”,ci eravamo innamorati della romantica capitale francesecon “Midnight in Paris”, vincitoredell’Oscar per la sceneggiatura. Oraè il momento di tornare giù inquesto movimento ad altalena. “ToRome with love” è l’ultima fatica delgeniale regista di Manhattan, ilprimo che ritragga il nostro stivale.La pellicola è profondamente Al-leniana. Quattro storie vanno asovrapporsi, intrecciarsi, scontrarsiper due ore di proiezione circa.Sono storie di amore, come sem-pre: amore per le donne, amore pergli uomini, amore per la musica,amore per la vita. I protagonistipartono da una situazione che verràstravolta una volta conclusa la nar-razione. Woody in questo è unmaestro. Le sue sceneggiature dellesue opere funzionano sempre, sem-pre sul filo del realismo, del fantas-tico e del meta cinema. Per questofilm è stato scritturato un cast a dirpoco stellare, diviso nel quartetto divicende accennato sopra: Benigni è un uomo che diventainspiegabilmente famoso, senza motivo, diventando unapreda per la stampa e la televisione predatrici; Un gio-vane ragazzo si innamora di Ellen Page, migliore amicadella sua fidanzata, venendo consigliato dalla figura im-maginaria di un architetto, interpretato da Alec Baldwin;una sposina fresca di matrimonio vaga per Roma finendoper incontrare strani personaggi, tra cui un mellifluo An-tonio Albanese e un criminale Riccardo Scamarcio, men-tre nel frattempo il marito della neosposina è costrettoa fingere davanti ai parenti che una focosa prostituta,una radiosa Penelope Cruz, sia sua moglie; infine WoodyAllen è il padre di una studentessa in procinto di sposarsicon un italiano, che scopre l’inaspettato talento lirico del

padre di quest’ultimo. Da qui, via col film, tanti spezzonidi vite diverse, di punti di vista differenti, sottolineatidalla solita godibilissima colonna sonora tendente aljazz. Fra tutti questi spiccano Baldwin, cinico e forse spi-etato commentatore un po’ fantasma un po’ coscienzadella tresca con la Page, e ovviamente Woody Allen, per-

fettamente calato nel suo solitopersonaggio nevrotico, psicanaliz-zato, per la prima volta abbando-nato dal doppiatore storico OresteLionello, venuto a mancare pocotempo fa ed egregiamente sostitu-ito da Leo Gullotta. Non mancanobattute di comicità fulminante osituazioni divertenti, la storia si di-pana leggiadra e senza diventareframmentaria nei salti da unatrama ad un’altra. Cosa rende al-lora “To Rome with love” un filmriuscito a metà? Semplice: l’Italiarappresentata è finta, terribilmentefinta. Gli stereotipi si sprecano: ledonne hanno capelli scuri e vestitia fiori, le viuzze di Roma sono col-orate e pulite, il sole spacca lepietre, la gente è allegra e cordiale,cuciniamo la pasta col nostro buonvino e facciamo processioni reli-giose per le vie della capitale, bevi-amo San Benedetto e guidiamo la

Vespa. Sembra di osservare una fotografia del nostropaese negli anni Cinquanta. Mancherebbero solo la gon-dola (ma non siamo a Venezia, per fortuna) e il man-dolino, o la mafia. Se girando a Parigi Allen aveva ritrattosì una città da cartolina, ma in qualche modo anche pal-pitante di vita vissuta, di realtà, Roma è di plastica comela potrebbe immaginare uno straniero qualsiasi. È quista la questione davvero spiazzante: Woody Allen è ungenio. Come può essere scaduto in una visione così ba-nale e ritrita della realtà italiana? Il film è in definitivamolto piacevole, ma credo che numerosi nostri con-nazionali si siano rovinati la visione per quest’ottica cosìamericana dell’Italia. Peccato

Filippo Tagliabue, 5^F

J 15 Recensioni

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One Direction: Up All NightMarco Consonni, 3^D

m etCetera Majorana Desio n. 5 m

Dopo aver dato una possibilità al nostro amicoGiustino, mi sembrava corretto dare unachance anche agli One Direction. Sono inglesi,e purtroppo non hanno nulla da spartire conle grandi band partorite dall'isola Britannica.Sono cinque avvenenti (?) ragazzi che for-mano la tipica boy-band pop; sfornati da X-Factor (perché i talent show sono indice diqualità) e non scopertiper caso su You Tube, sipuò dire che almeno loroabbiano combattuto unpo' e che non siano statiaiutati da un machiavel-lico“rovesciamento difortuna”. Come Giustino,anche questi 5 ragazzivengono continuamenteinsultati da “cretini chevogliono mettersi inmostra” senza che ab-biano ascoltato un min-uto delle loro canzoni; ione ho ascoltati ben 66, ladurata del loro disco UpAll Night, e credo di poterparlare con cognizione dicausa. Già dal nome deldisco si evince la profon-dità e l'attenzione impeg-nate nella composizione di questo elaboratobersaglio per il tiro al piattello che presentatesti monotematici sulle pratiche di corteggia-mento accompagnate da melodie dalle strut-ture litiche e, salvo eccezioni, sempre uguali.Non siamo mai stati così lontani dai “diamantiche brillano” e dalle “donne sicure che tuttociò che luccichi sia oro”, anche se quest'ultimastrofa sembra incarnare perfettamente il

mondo musicale degli ultimi anni; chi ha da in-tendere, intenda. Tralasciando i rimpianti par-tiamo con l'analisi dell'album del quale hoascoltato anche le traccie bonus, a motivodelle quali presenta una durata anomala peril genere (la durata effettiva sarebbe 45 minuti

circa). L'opera si aprecon un evidente plagiodi Grease, ovvero “WhatMakes You Beautiful”che inizia proprio con gliaccordi che ti spingono acanticchiare “tell meboy, tell me boy...”. Ilbrano presenta la classi-cissima struttura da Popallegro e spensieratocon accordi in maggioree tanta voglia di spararsiin testa. Segue “GottaBe You”, monumentoalla fedeltà di coppia,che si ammanta quindidi “melodie” più lan-guide e romantiche, per-dendo quindi laspensieratezza ma nonla spinta al suicidio, e già

ai 5 minuti si vola nel mondo della piattezzaassoluta. Alcuni di voi penseranno che la de-scrizione del disco si possa fermare anche quima cinque Giustini sono meglio di uno equindi l'album presenta delle traccie menonoiose di altre, delle quali una può anche es-sere considerata bella. Dal lato romantico ab-biamo una cover degli Alphaville, ovvero“Forever Young” (non ci sareste mai arrivati,

Recension 16 J

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m etCetera Majorana Desio n. 5 m

J 17 Recensioni

vero?). Questa traccia risulta orecchiabile pro-prio perché è stata scritta da altri, gli One Di-rection l'hanno solo resa incredibilmente piùromantica, rallentandone leggermente il ritmoe aggiungendo una buona orchestrazione emolti cori, tipici delle boy-band. L'effetto è es-tremamente smielato, tant'è che si consigliadi evitare l'ascolto a soggetti affetti da iperco-lesterolemia; tut-tavia tra i branidolci è sicura-mente il migliore.I cinque “avve-nenti” ragazzi pre-sentano ancheAnother Worldche aggiunge unpo' di variazioneal disco: la can-zone, pur rima-nendo fedele instruttura e testo alresto del discopresenta unastrofa “arrabbi-ata” in minore, che però purtroppo conducead un ritornello in maggiore che non ha a mioavviso alcuna connessione musicalmente log-ica con ciò che lo precede. Una buona ideavanificata, purtroppo. Infine in questo discoabbiamo quello che secondo me sarà la loromigliore opera, che, pur non essendo un cap-olavoro, risulta orecchiabile; forse anche per-ché è un po' come un pezzo di vetroimmacolato che, circondato da deiezionibovine, somiglia a un diamante quando vienecolpito dal sole (e chiedo scusa per la coloritametafora). Questa canzone è “I Want”, un'anomalia per l'album, e non ha quasi nulla daspartire con le altre; sembra finita lì per caso,come un turista giapponese potrebbe finire in

un negozio specializzato in vestiario per la pal-lacanestro. Il brano apre con pianoforte evoce che ricordano quasi una Rock Opera. Laconnessione tra strofa e ritornello è sensatae c'è pure un assolo di chitarra (cosa che miha lasciato gradevolmente stupito) che, purnon essendo un capolavoro di virtuosismo, èdecisamente gradevole. I Want è quindi una

canzone punkrock discreta inun mediocrealbum pop. Manon preoccupat-evi, il brano èstato partorito daTom Fletcher.Non che TomFletcher scrivacapolavori, siachiaro, ma sicura-mente è megliodegli One Direc-tion...I cinqueragazzi hannocomposto Up All

Night credendo probabilmente che le lorocanzoni avrebbero lasciato la gente svegliatutta la notte a ballarle; di certo molte per-sone rimarranno sveglie sì tutta la notte, maper gli incubi indotti dal disco. Per questogruppo c'è una sola direzione nel mondo dellabella Musica, la porta. Dovendo dare co-munque un voto numerico, concederò un 4.5.

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Durante l’ora di storia e geografia un professore

mi sorprende imbambolata a guardare fuori dalla

finestra della classe. Chissà cosa ci sarà di interes-

sante fuori, pensa, e allungando il collo come una

giraffa scruta il cortile spoglio della scuola. Ma

dopo un mio sospiro, quasi sussurrato al leggero

venticello primaverile, pensa tra sé: è innamorata!

Le infatuazioni primaverili sono una vera e propria

malattia contagiosa: dopo un triste e freddo in-

verno, infatti, arriva

la primavera accom-

pagnata dal melo-

dioso canto degli

uccellini sugli alberi

e dallo sbocciare di

fiori. Mille profumi e

suoni diversi si dif-

fondono nell’aria,

creando una musica

dolcissima capace di

sciogliere i cuori.

Quando sei innamo-

rata ti svegli prima alla mattina(beh ci svegliamo

già presto) curando attentamente il tuo abbiglia-

mento, mentre pensi se gli piacerà il modo in cui

sei vestita, il tuo nuovo taglio di capelli. Quando

sei innamorata non sai cosa dire, sei sempre insi-

cura. Quando sei innamorata non smetti di pen-

sare a lui in ogni momento. E quando lo vedi,

rimani lì incantata a guardarlo, ti sembra che sia

passata una vita dall’ultima volta che lo avevi in-

contrato. Insomma, sei innamorata! Magari ti sve-

gli un giorno pensando che quella persona amica

ora è diventata qualcosa di più, una nuova sco-

perta di noi piccole Cristofore Colombe.

Oppure, semplicemente camminando davanti

alla scuola la mattina mezza assonnata, stile

zombie, vai a sbattere contro qualcuno. Sollevi

la testa e... rimani a bocca aperta. Beh ci sono

tanti modi per innamorarsi e non è detto che

uno sia colpito solo dalla bellezza esteriore.

Anche il carattere

della persona è

importante,il suo

modo di pensare

oppure una sua

caratteristica che

ai tuoi occhi lo

rende speciale. “

L’amore non

guarda con gli

occhi, ma con

l’anima” Shake-

speare. E quando

ti innamori di una persona che può apparire in-

significante, tutti continuano a chiedersi che

cosa ci trovi di attraente in questa persona. Se

l’amore è sincero, non contano i commenti o le

opinioni degli altri ... ciò che conta veramente

è il sentimento che prova il tuo cuore quando

batte all’impazzata. Ascoltalo e capirai qual è la

cosa giusta da fare.

Emozioni Primaverili

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Letizia Bigatti, 2^a

Tempo libero 18 k

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Piante robot su Marte

Cosa ci fanno degli organismi fissi e immobili su unpianeta privo d'ossigeno? Be', il professor Mancuso,docente di neurobiologia vegetale ha un ambiziosoprogetto. Il punto di partenza è un’intuizione fuoridagli schemi: le piante hanno un cervello, o almenoun surrogato di quello. Un’idea, questa, che gli staprocurando notorietà in tutto il mondo ma ancheuna crescente schiera di detrattori. Grazie ai suoistudi, prendendo esempio da alcune ipotesi di Dar-win, il professor Mancusoè arrivato a sostenere chenelle radici delle piante visiano delle cellule ingrado di comunicare traloro in modo analogo allecellule nervose animali.La quantità e la diffusionedi questi "centri di co-mando" fa in modo che,qualora una parte dellapianta sia mangiata ovenga sradicata, almenouna parte del sistema ri-manga attiva e possa in-cominciare la ricrescita.Queste cellule, che nonvanno paragonate al nostro sistema nervoso, tra-smettono impulsi elettrici quando ricevono stimoliesterni, però non conosciamo ancora il loro signifi-cato.Questi studi rivoluzionari hanno portato una grandeattenzione a Mancuso, infatti, oltre a un centinaiodi pubblicazioni sulle più prestigiose riviste delmondo, vanta collaborazioni con l’Esa, la Nasa e leuniversità di mezzo mondo. Tra queste la presenzaitaliana è rappresentata dalla sola Scuola SuperioreSant'Anna di Pisa. Un vero peccato perché il Linv, illaboratorio che ha fondato e che dirige il professorMancuso, sta in piedi grazie al sostegno dell’EnteCassa di risparmio di Firenze e ai bandi internazio-

nali che i suoi progetti riescono a vincere. Intantodottorandi italiani e stranieri fanno la fila per essereammessi, sapendo che poi proseguiranno la carrieranei più prestigiosi atenei del pianeta, dato che in Ita-lia non siamo capaci di tenerceliTornando alle nostre pianticelle, un altro studio, por-tato avanti da Stanislaw Karpinski dell'università dellescienze naturali di Varsavia, si è incentrato sugli im-pulsi elettrici che si propagano dalle suddette cellule

insite negli apici radicali;questa attività elettrica èancora priva di spiega-zione, e il professore po-lacco ha cercato dispiegarne il significato. Se-condo Karpinski, se unapianta è esposta ad unaluce molto forte tale percui l'energia ricevuta dallapianta è superiore a quellache usa per la fotosintesi,riesce a immagazzinarequesto surplus d'energiain calore e attività elettro-chimica per rinforzarsidagli agenti patogeni e dal

clima, e l'attività elettrica della pianta ha il compitodi regolare questo processo. Inoltre, sembra che lepiante riconoscano i colori perché mandano diversisegnali elettrici a seconda della lunghezza d'ondadella luce, e questo provoca una diversa attività elet-trochimica. Le ricerche stanno vertendo verso la spie-gazione di questi impulsi, visto che la loro esistenzaera nota già dai tempi di Charles Darwin e gli effettisono visibili nelle piante carnivore e nella mimosa pu-dica, una pianta che ritrae le foglie quando vengonotoccate.Le piante sono degli organismi molto intelligenti eadattabili, come gli animali hanno un loro ciclodiurno, un po' tipo la nostra successione di veglia e

Technolab

m etCetera Majorana Desio n. 5 m

Daniele Viganò, 4^E

k��� 19 Tempo libero

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m etCetera Majorana Desio n. 5 m

riposo, e comunque le si giri muovono le foglieverso la luce e le radici verso il suolo, questi due"movimenti" sono chiamati "fototropismo" e "gra-vitotropismo". Le piante muovono, ma lo fanno aduna velocità tale che noi non ci accorgiamo, per lorosiamo un po' come delle mosche. Un'altra scopertasconvolgente è quella che le piante comunicano tradi loro; lo fanno per mezzo di ormoni emessi dallefoglie che viaggiando col vento vengono recepiti daatre piante della stessa spe-cie. Questi ormoni sonocome delle informazioni chesi scambiano le piante per"aiutarsi a vicenda", spiegomeglio, le piante che magarivengono attaccate da un pa-rassita producono un deter-minato ormone per avvertirele altre piante di questo pa-rassita.Ma cosa centrano le piantecon il pianeta rosso? Incredi-bilmente una squadra di ri-cercatori con a capo ilprofessor Mancuso ha pen-sato di costruire dei "plan-toidi", dei robot con funzionimolto simili a quelle di un or-ganismo vegetale, mandarlisu Marte e lì utilizzarli per ricerche (tra cui la ricercadi acqua) ed esperimenti. Utilizzare questa strategiavorrebbe dire innanzi tutto un robot che ha un costodi qualche "decina di milioni di dollari", contro lecentinaia di Spirit e Opportunity secondo i calcoli diMancuso e della Scuola Superiore di Sant'Anna chelo coadiuva. Robottini che peraltro si muovono congrande lentezza, impiegando giorni per spostarsi suMarte. Il plantoide invece non avrebbe alcun biso-gno di muoversi. Il progetto infatti prevede che unanavicella rilasci una serie di plantoidi nell'atmosferamarziana, come se li "seminasse". Grandi poco piùdi dieci centimetri, i robot si spargerebbero sul pia-neta rosso aprendosi all'istante e innestando le lororadici - provviste di cellule simili a quelle delle piante- a terra. Con quelle esplorerebbero il sottosuolo,mentre una serie di simil-foglie si occuperebbero

della superficie, alimentando all'infinito il robot gra-zie alle celle fotovoltaiche di cui sono ricoperte. Per esplorare il pianeta non ci sarebbe bisogno dimuoversi, perché verrebbero spediti diverse centi-naia di esemplari, tutti in grado di comunicare traloro i dati rilevati che solo due, i più costosi, si inca-richerebbero di inviare sulla Terra. Il primo lancio?"E' ancora presto: abbiamo qualche finanziamentodall'Esa (l'agenzia spaziale europea), ma non basta.

Quando avremo reso notitutti i possibili impieghi deiplantoidi, forse arrive-ranno", conclude il profes-sore. Qualche esempio lo fagià, indicandoli per attacchiterroristici di tipo batteriolo-gico, e zone sottoposte adinquinamenti radioattivi ochimici: rileverebbero il li-vello di contaminazione, te-nendoci aggiornati sullapropagazione degli agentipatogeni. E sarebbero utilianche per fare una mappa-tura dei campi minati: lepiante hanno sensori sensi-bili all'ossido d'azoto, un gassprigionato dalle mine. Nel-l'università si pensa già al

prossimo step, ovvero utilizzare cellule vegetali percomandare i plantoidi, ma questa è un'altra storiaSon sicuro che d'ora in poi guarderete con un oc-chio diverso la vostra insalata.

Vi aspetto all'anno prossimo,Buona tecnologia a tutti.

Fonti: Wired.it, linv.org, Repubblica scuola&giovani,Università di Pisa, Scientific American

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Si “ingella” la sua sobria cresta color verde-acido e am-mira orgoglioso la sua, altrettanto sobria, rasatura ailati: una rasatura fatta a dir poco a regola d'arte, più in-cisa in alcune parti così che compaia sul lato sinistro lascritta “ZOT”. Zot. “E' un nome davvero idiota” pensava“ma è pur sempre il primo ad essermi venuto inmente”. In realtà lui si chiama Simone, Simone Mariani,un nome troppo comune e troppo anonimo a suo dire,incapace di soddisfare il suo incessante e cronico biso-gno di essere notato. Chiunque lo veda in giro per qual-siasi via di Milano penserebbe di riflesso “chetamarro”e niente lo potrebbe rendere più felice di que-sto. Simone (sì, lo chiameremo così: Zot è qualcosa diorripilante) aveva come maggiore obiettivo nella vital'essere notato non per quello che era ma per quelloche sembrava. Credeva che bastasse mettersi pantalonilarghi, felpe lucide e maglie dalle scritte provocatorieper essere rispettato, “se viviamo in un mondo fattosolo di apparenze, allora sfruttiamole queste appa-renze!”.Ora si trova nella sua camera, ammira orgoglioso il suoriflesso allo specchio mentre lo stereo riproduce la suacanzone preferita di David Bowie ; prende una sigarettadal pacchetto sul letto, la accende e comincia ad aspi-rarne il fumo compulsivamente: sono le 18.45, suamadre tornerà fra 10 minuti, giusto il tempo di finire lasigaretta ma non farne uscire l'odore dalla camera.Esattamente, vuole che lei se ne accorga, che si arrabbi,che si metta ad urlare, che si preoccupi per la sua sa-lute; ormai è l'unica maniera che ha di comunicare conlei: è sempre troppo occupata , troppo stressata etroppo agitata, lavora tutto il giorno e tutti i giorni e disera controlla i conti per assicurarsi di “riuscire ad arri-vare alla fine del mese”. Odia vederla così preoccupata,vuole consolarla , rassicurarla ma non può, non riesce,è come se tra i due si fosse instaurata una barriera cheimpedisce loro di parlare. Ripensa a suo padre, che nongli vuole pagare gli alimenti perchè è troppo occupatoa pagare il mutuo della sua casa nuova che ha com-prato con la sua nuova moglie e getta furiosamente ilcuscino contro il muro. Andrà a parlargli, adesso.Scende le scale rapidamente e incontra sua madre cheè appena tornata, le scocca un bacio sulla guancia

“Torno subito!” e va via di corsa. Sale a cavalcioni sulmotorino, verde anche quello, come la cresta , il mo-tore parte e si avvia .Sente il vento scorrergli fra i capelli, tiene il casco slac-ciato mentre fa “zig zag” nel traffico. E' una sensazionestraordinaria...quell'adrenalina che gli sale ogni voltache sale sul motorino,sentirsi il vento fra i capelli, an-dare il più veloce possibile facendo curve strette trauna macchina e l'altra. Non crede di essere così serenoda tempo; ormai sono rimaste solo queste le unicheoccasioni che ha per sentirsi in pace. Ripassa mental-mente il suo discorso ed immagina un 'entrata trionfalein casa di suo padre, sente l'adrenalina crescergli sem-pre di più, non vede l'ora di vedere la sua faccia unavolta che gli avrà sbattuto in faccia tutto quello che hada dirgli, tutte le sue colpe, le responsabilità che in que-sti anni non si è preso e una serie di insulti meritatis-simi. Comincia a piovere , sempre più forte: è meglioche si sbrighi: le sue ruote cominciano già a scivolaresul terreno bagnato e più di una volta una sua curva az-zardata rischia di farlo capottare.Accelera ancora di più, vuole arrivare il prima possibilee mentre sente vacillare le gomme e del motorino acontatto con il suolo lui si accorge di non essersi maisentito così sicuro.Piove, e piove ancora, sente battere l'acqua sulle suemani, una di quelle sensazioni fastidiose e rilassanti allostesso tempo..

E' arrivato. La pioggia ormai cade forte e fitta e davantial cancello ha un attimo di esitazione. Sa che non saràsemplice parlare con suo padre, davanti ai suoi occhiseveri perde sempre la sua spavalderia e la sua loqua-cia “ormai però non sono più un bambino, non devoaver paura di lui”. Sposta il cancello semichiuso e siavvia con passi veloci ma incerti verso il condominio, èquasi arrivato quando nota, proprio al centro del cor-tile una figura a terra, si avvicina: è un ragazzo “unosbarbatello” pensa. “Sarà svenuto” e gli tira un ceffoneper svegliarlo.Quest'ultimo si sveglia di soprassalto -E tu chi cazzosei?!” urla e -perchè mi hai tirato un ceffone? ... “il cef-fone funziona sempre” .

ApparenzeSara Perego, 2^a

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GaiaGabriele Maimone, 2^a

Gaia, visibilmente preoccupata per il tono col quale idue agenti le avevano detto quel “Signorina, abbiamodelle cattive notizie per lei, provo ad immaginare cosapotessero avere quei due tizi di tanto importante dariferirle e, soprattutto, come facevano a sapere chiera?«Dunque, parlate.»«Beh, ecco, non è così facile da dire…» disse il piùbasso dei due con fare preoccupato.«Suvvia, non siate così misteriosi!» rispose Gaia, colcuore che le batteva a mille per la tensione.«Forse è meglio che veda di persona.» concluse l’al-tro.Senza lasciarle il tempo di rispondere, la afferraronoper un braccio e la trascinarono alla macchina. La fe-cero sedere e finalmente Gaia poté recuperare un po’di fiato. Ma che diavolo…? si disse. Purtroppo, benpresto capirà.

«Gaia!» gridò Luca appena vide che stavano trasci-nando la ragazza dentro la macchina. Dove la stannoportando? si chiese. Un taxi, menomale! Iniziò a cor-rere verso il taxi e, una volta salito, disse con fare de-ciso, quasi fosse in un assurdo film poliziesco: «Seguaquella macchina.» Il tassista, confuso, chiese:«Scusi?»«Segua quella dannata macchina le ho detto!» gridòLuca.Il tassista mise in moto il taxi e si precipitò verso “lamacchina” che gli era stata indicata. Mentre Luca eraintento a mandare un SMS, lui tirò fuori lo spray alpeperoncino che teneva nel cruscotto. Non si sa mai,pensò.

“Hey, Gaia, tutto bene? Ho visto che ti hanno portatavia con loro! Sei in pericolo? Rispondi immediata-mente, Luca.” Appena lesse il testo dell’SMS, Gaia sirincuorò. Dopotutto, sapeva di poter contare su di lui.“Sì, tutto okay. Hanno farfugliato qualcosa a propositodi una cattiva notizia, ma, insomma, cosa vuoi che sia?Tu, invece? Stai bene?” Rilesse il messaggio e

premette il tasto “Invia”. Si accasciò sul sedile easpettò una risposta, che non tardò ad arrivare.“Quale ‘cattiva notizia’? Sì, sì, io sto bene. Vi stoseguendo con un taxi…” Menomale, pensò.«Signorina, siamo arrivati.» disse uno dei dueagenti.Gaia si sporse dal finestrino e vide una grandefolla riunita intorno ad un… corpo senza vita.Mentre scendeva, chiese: «Che succede?» Nes-suna risposta.Mentre si avvicinavano uno degli agenti disse:«Signorina, vorrei che si preparasse per vederequalcosa di non particolarmente bello.»«Ma cosa? No, adesso basta. Che diavolo suc-cede qui? E che c’entro io in mezzo a…» gridò.Non ebbe neppure il tempo di finire la frase. Ilfiato si fermò. Il cuore rallentò. Tutto sembravaavesse assunto una dimensione "ovattata”.Svenne. Per un attimo vide ancora delle personeche urlavano e si avvicinavano a lei. Poi, il buio.Chiuse gli occhi. Il corpo senza vita, sfigurato chesi trovava disteso, sfracellato, sul marciapiedeera di sua madre.

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Immense graziesiano rese aimembri del personale ATAche perdono investono il lorotempo nel ciclo-stilare il nostrogiornale!

mRedazionemCaporedattrice: Marta Tagliabue, 5^E

Redattori: Arianna Colciago, 5^a; Elisa-betta Sangalli, 3^a; Federica Savini, 3^a;Clara Caimi, 3^a; Noemi Spoleti, 3^a;Letizia Bigatti, 2^a; Elena Mazzeo, 2^a;Giulia Bianco, 2^b; Giada Donadel, 1^b;Giuditta Moltrasio, 1^b, Erika Bianchin,1^b; Ylenia Baldanza, 1^b Luca Novati,5^D; Filippo Tagliabue, 5^F; Daniele Vi-ganò, 4^E; Alessandro Orsenigo, 4^E;Lorenzo Valerin, 4^E; Stefano Tagliabue,3^ D; Elisa Borsoi, 3^D; Mirco De Vito,3^D; Giulia Agrati, 3^F; Silvia Tagliabue,1^F.

Collaboratori esterni: Samuele Taglia-bue; prof. Michele Marottoli.

Redazione Grafica: Giacomo Panzeri,4^a.

Le copie del giornalino sono poche non perché siamo molto taccagni ma perché è stato messo anche online,

sul sito issuu.com/etceteramajorana. Se non sei stato abbastanza veloce da prenderne una copia leggilo

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