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1 Estate 2013 – il viaggio di PDR e RDR nelle Repubbliche Baltiche 4.8 Albinia - Gemona del Friuli / Km 570 Anche quest’anno si parte dal mitico “Campeggio Acapulco” dopo circa cinque settimane di stanzialismo estivo; a turno ci siamo stati tutti, noi quattro e qualche aggiunta “spot” durante i w/e. Si parte di buon’ora com’è mio costume ma mai come quest’anno ho bisogno di recuperare energie e più di raggiugere il tranquillo approdo del “Camping ai Pioppi” non riesco a fare; mi spiace per gli amici veneti, che avrei incontrato con piacere, ma sarebbe stato duro aggiungere altri 100 Km circa alla tappa di domani; non mancherà occasione, Guido, e i taralli che porterò saranno certamente migliori di quelli che ho preso e che sgranocchieremo io e Renato strada facendo... 5.8 Gemona del Friuli - Katowice (PL) / Km 812 Collezioniamo vignette con questa tappa; quella settimanale austriaca (che bisseremo al ritorno) e quella mensile della Rep. Ceca (per motivi meramente economici visto che siamo certi che la useremo anche al ritorno); l’attraversamento della Cechia e della Polonia sono un’esperienza devastante, la peggiore in 35 anni di guida. Le strade della Cechia sono tenute malissimo: l’autostrada dopo Brno è un susseguirsi di giunti autostradali assai maltenuti e di toppe di asfalto, le statali in ingresso in Polonia da incubo: i solchi longitudinali lasciati dai TIR, nei pressi di Chestokowa, sono delle vere e proprie trappole, come documenta la foto fatta dal navigatore che mi siede accanto; per non parlare dell’indisciplina dei guidatori polacchi che ci porteremo fino al confine con la Lituania; sembra di stare in un altro continente! La sosta notturna è invece una esperienza positivissima; il Camping 123 è eccellente, immerso nel verde seppure in mezzo ai palazzoni ella periferia di Katowice, ottimamente tenuto, con prezzi assai modici; in due abbiamo speso 50,85 Zlt, meno di 12 euro. 6.8 Katowice - Seirijai (LT) / Km 632 Avrei voluto raggiungere a capitale Lituana ma non è possibile; la strada (anche la carissima autostrada Ceca dopo Brno) è in pessime condizioni, il traffico intensissimo e caotico intorno a Varsavia e l’ora in più di fuso orario mi fanno desistere; me ne rendo conto già in tarda mattinata ed è anche per questo che prolunghiamo la sosta pranzo concedendoci un piatto cucinato in uno dei tanti punti ristoro presenti sulla strada: ottimo e abbondante. L’avvicinarsi della frontiera dell’ex stato sovietico mi angustia non poco al pensiero di controlli approfonditi e chissà cos’altro; invece è una delusione totale; il posto di frontiera è deserto, le strutture, oramai fatiscenti, in preda a rovi e sterpaglie: meglio così, un tot di burocrazia in meno; verso sera cerchiamo un camping lungo la direttrice di Vilnus e con un po’ di fatica lo troviamo: le piazzole caravan sono nel bosco, lontane dai servizi e completamente isolate: un contesto bellissimo ed affascinante quanto poco utile nell’uso pratico. Unico compagno di approdo un motociclista solitario in tenda in sella ad una Moto Guzzi California 1000 customizzata: buon viaggio amico mio! Il prezzo non è dei più popolari, 15 euro, ma dobbiamo adeguarci. 7.8 Seirijai - Vilnius / Km 144 Sono dovuti venire ad aprire il cancello per farci uscire poco dopo le 8.00, abbiamo fretta. La strada corre liscia (si fa per dire ) sotto le ruote, i camion che ci tampinano da vicino ci invitano spesso a tenere un buon passo; Vilnius ci attende. Il City Camp è un pratone in periferia vicino la torre delle telecomunicazioni; i servizi igienici, puliti e razionali, sono allocati in alcuni container gialli, la sorveglianza affidata ad un ragazzo che fa da custode oltre che receptionist, unico roulottista oltre noi nella struttura (a sera arriveranno due Manto stradale

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Estate 2013 – il viaggio di PDR e RDR nelle Repubbliche Baltiche

4.8 Albinia - Gemona del Friuli / Km 570 Anche quest’anno si parte dal mitico “Campeggio Acapulco” dopo circa cinque settimane di

stanzialismo estivo; a turno ci siamo stati tutti, noi quattro e qualche aggiunta “spot” durante i w/e.

Si parte di buon’ora com’è mio costume ma mai come quest’anno ho bisogno di recuperare energie

e più di raggiugere il tranquillo approdo del “Camping ai Pioppi” non riesco a fare; mi spiace per gli

amici veneti, che avrei incontrato con piacere, ma sarebbe stato duro aggiungere altri 100 Km circa

alla tappa di domani; non mancherà occasione, Guido, e i taralli che porterò saranno certamente

migliori di quelli che ho preso e che sgranocchieremo io e Renato strada facendo...

5.8 Gemona del Friuli - Katowice (PL) / Km 812 Collezioniamo vignette con questa tappa; quella settimanale austriaca (che bisseremo al ritorno) e

quella mensile della Rep. Ceca (per motivi meramente economici visto che siamo certi che la

useremo anche al ritorno); l’attraversamento della Cechia e della Polonia sono un’esperienza

devastante, la peggiore in 35 anni di guida.

Le strade della Cechia sono tenute malissimo: l’autostrada dopo Brno è un susseguirsi di giunti

autostradali assai maltenuti e di toppe di asfalto, le statali in ingresso in Polonia da incubo: i solchi

longitudinali lasciati dai TIR, nei pressi di Chestokowa, sono delle vere e proprie trappole, come

documenta la foto fatta dal navigatore che mi siede accanto; per non parlare dell’indisciplina dei

guidatori polacchi che ci porteremo fino al confine con la

Lituania; sembra di stare in un altro continente!

La sosta notturna è invece una esperienza positivissima; il

Camping 123 è eccellente, immerso nel verde seppure in

mezzo ai palazzoni ella periferia di Katowice,

ottimamente tenuto, con prezzi assai modici; in due

abbiamo speso 50,85 Zlt, meno di 12 euro.

6.8 Katowice - Seirijai (LT) / Km 632 Avrei voluto raggiungere a capitale Lituana ma non è

possibile; la strada (anche la carissima autostrada Ceca

dopo Brno) è in pessime condizioni, il traffico intensissimo e caotico intorno a Varsavia e l’ora in

più di fuso orario mi fanno desistere; me ne rendo conto già in tarda mattinata ed è anche per questo

che prolunghiamo la sosta pranzo concedendoci un piatto cucinato in uno dei tanti punti ristoro

presenti sulla strada: ottimo e abbondante. L’avvicinarsi della frontiera dell’ex stato sovietico mi

angustia non poco al pensiero di controlli approfonditi e chissà cos’altro; invece è una delusione

totale; il posto di frontiera è deserto, le strutture, oramai fatiscenti, in preda a rovi e sterpaglie:

meglio così, un tot di burocrazia in meno; verso sera cerchiamo un camping lungo la direttrice di

Vilnus e con un po’ di fatica lo troviamo: le piazzole caravan sono nel bosco, lontane dai servizi e

completamente isolate: un contesto bellissimo ed affascinante quanto poco utile nell’uso pratico.

Unico compagno di approdo un motociclista solitario in tenda in sella ad una Moto Guzzi California

1000 customizzata: buon viaggio amico mio!

Il prezzo non è dei più popolari, 15 euro, ma dobbiamo adeguarci.

7.8 Seirijai - Vilnius / Km 144 Sono dovuti venire ad aprire il cancello per farci uscire poco dopo le 8.00, abbiamo fretta. La strada

corre liscia (si fa per dire ☺) sotto le ruote, i camion che ci tampinano da vicino ci invitano spesso a

tenere un buon passo; Vilnius ci attende.

Il City Camp è un pratone in periferia vicino la torre delle telecomunicazioni; i servizi igienici,

puliti e razionali, sono allocati in alcuni container gialli, la sorveglianza affidata ad un ragazzo che

fa da custode oltre che receptionist, unico roulottista oltre noi nella struttura (a sera arriveranno due

Manto stradale

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Centro dell'Europa

Castello Trakai

Solifer danesi); sistemiamo il campo e ci fiondiamo in città; bella è bella, solo un gran contrasto fra

il desiderio d’Europa, proprio dei grandi centri e la estrema povertà e degrado delle campagne e

periferia cittadina.

Scivoliamo stancamente (perché siamo disfatti dal lungo

viaggio di trasferimento) lungo Didzioji Gatve fino a

raggiungere da un lato la Porta dell’Aurora, dall’altro la

immensa piazza della Cattedrale la quale merita molto più

per l’impatto che dona all’esterno che non per la bellezza

del proprio interno.

Prendiamo

confidenza con i

prezzi dei prodotti

alimentari e dei

ristoranti (per il gasolio, lasciata l’Austria, ci siamo

attestati intorno ai 1.30 €/litro) e decidiamo che, per

quanto la spesa sia a buon mercato (anzi ottimo),

pranzeremo sempre fuori alternando ai ristoranti i pub

visto che con meno di 20 € si pranza in due con

abbondanza, bibite comprese.

Passeggiata di rito al Museo dell’Ambra (nella

esposizione

storica, meno

battuta dai

turisti, i prezzi

sono alla nostra

portata e gli

oggetti

veramente di

ottima fattura

ed eleganza) e

poi su al Castello da dove si gode di una bellissima vista

della città (ma per salire e scendere dalla collina prenderemo la funicolare…), rientro in

campeggio, soddisfatti della giornata.

8.8 Trakai Kaunas – Km 386 Dopo la tappa al Nord dell’Europa due estati fa e il passaggio al Circolo Polare Artico, non poteva

certamente mancare la sosta nel punto che, geograficamente parlando, segna secondo le ultime

misurazioni, il

Centro

dell’Europa:

situato poco

fuori Vilnius,

nel villaggio di

Purnuškės,

corrispondente

alle coordinate

54°54′N

25°19′E; il

centro informazioni è chiuso e quindi dopo una rapida ricognizione verso l’obelisco che in tempi

recenti gli Estoni hanno eretto per simboleggiare l’evento, decidiamo di andar subito a Trakai.

Porta dell'Aurora

Cattedrale

Castello

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Notebook ante litteram

Vilniaus Gatve

Beata vergine

Palazzo Reale

Il Castello si rivela una piacevole sorpresa: è una località abbastanza costruita a misura di

turista/visitatore, pertanto risulta accogliente e ordinata;

problemi di parcheggio non ce ne sono: i residenti offrono

la propria aia ai veicoli dei turisti per una somma ridicola

(7 ltl al giorno) e noi siamo ben contenti di contribuire a

far girare l’economia locale (più che altro non mi va di

stare con l’ansia del parchimetro a tempo prepagato).

Restaurato in tempi recenti con tecniche e materiali

dell’epoca, è molto ben tenuto e suggestivo; l’atmosfera è

resa ancor più interessante dalla presenza, nelle acque

circostanti il maniero, dei campionati mondiali giovanili

di canottaggio; facciamo uno spuntino con dei rustici

imbottiti di carne di maiale hand made da una contadina e decidiamo di saltare il pranzo; faremo

merenda a Kaunas.

Lasciamo l’auto nel multipiano del centro commerciale sul lungofiume, di fronte al palazzetto dello

Sport che ospita la locale squadra di basket dello Zalgiris; Renato vuole comprare una divisa al

fratello nello store ufficiale della squadra che è ancora chiuso; pranziamo in una ottima tavola calda

per aspettare l’orario di riapertura pomeridiano.

Dopo lo shopping ci spostiamo a piedi nella città vecchia;

su Laisves Aleja notiamo i curiosi cestini gettacarte posti

ai due lati del viale a livello del terreno, di modo che non

si vedano antiestetici raccoglitori a guastare il grazioso

contesto; la città comincerà ad animarsi solo al tramonto

e noi ci adeguiamo, aspettando il calare del sole

spaparanzati nelle poltroncine in vimini di uno dei tanti

caffè di Vilniaus Gatve per poi riprendere la strada del

ritorno.

9.8 Vilnius – Km 15 Stanotte non abbiamo chiuso occhio e ci è andata di lusso: per una mezz’ora, dalle 2.50 alle 3.15

una violenta tempesta di acqua e grandine ci ha fatto temere il peggio; il caravanstore ben montato e

la robustezza della caravan hanno risposto all’occorrenza.

Ci alziamo con calma, Renato ha evidente bisogno di riposare, e ci rituffiamo in centro nella zona

della chiesa di Sant’Anna; ci concediamo una passeggiata

su per i bastioni in compagnia di un gruppo di americani

della east coast e visitiamo in rispettoso raccoglimento la

Cappella della Beata Vergine; il Palazzo Reale è stato

restaurato e riaperto da poco e scopriamo che la storia,

quella con la S

maiuscola,

riunisce i

destini delle

nazioni a tutte

le latitudini:

Borboni, Sforza, Vasa (svedesi), è tutto un intrecciarsi di

matrimoni e accordi interessati per estendere il proprio

predominio su terre lontane; quello che anche colpisce è

che tutta la struttura è ottimamente usufruibile anche da

parte dei diversamente abili.

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Cicogna

Camping Kure - Tartu

Fontana degli innamorati

Simboli sovietici

Pranzo in uno dei migliori ristoranti (Sue’s Indian Raja - indiano) della città, più caro del solito (35

ero in due); la città nuova non è nulla di che: simpatico il lungomare dove si tengono i campionati

europei di beach volley under 20.

Cena italiana (pasta e insalata) e smontiamo; domattina presto si parte per la regione dei 7 laghi,

clima permettendo.

10.8 Vilnius Tartu (LV) – Km 638 Appunto, clima permettendo: il previsto giro ai sette laghi è rimandato per sempre; durante la notte,

ma anche ora, in partenza, diluvia di brutto; andremo a Tartu, in Lettonia, per la strada più veloce,

via Riga: sono sempre circa 550 Km da macinare per strade che non sono il massimo.

Com’è mia consuetudine mi guardo in giro e ci fermiamo a fotografare un nido di cicogna su di un

palo della luce; siamo fortunati, c’è la padrona di casa; ne vedremo infatti molti altri, ma sempre

senza ospiti.

Passiamo comunque per Sangaste dove compriamo

dell’ottimo pane di segale, ma il paese non offre altro e

decidiamo comunque di tirare fino a Tartu; deviamo per

Cesis, troviamo uno stallo sufficiente da parcheggiare il

trenino e decidiamo di fare un giro in centro: ci va di

lusso perché nel castello è in corso una simpatica

ricostruzione di una giornata medievale; la cittadina, a

dispetto delle descrizioni della LP, non è granché; c’è

ancora molto da fare per restaurare come si deve le

facciate delle vecchie abitazioni.

Il camping di Tartu (Kure Turismitalu) non è semplice da trovare, fuori paese sulla strada verso

Tallin (il nostro affidabile ma vetusto Garmin SP510DL non è più aggiornabile e non ha la

cartografia dettagliata della zona), è un agriturismo con

piazzole in brecciolino o campo in erba non delimitato ed

ottimamente tenuto (sceglieremo questa soluzione);

prezzo fuori da ogni logica, considerando il contesto

locale, (52 euro in due per due pernottamenti - 3 euro

cadauno per usufruire della sala doccia!) e servizi più belli

che funzionali; ma sappiamo adattarci, alla fine siamo

campeggiatori/viaggiatori, non semplici turisti.

11.8 Tartu Viljandi (LV) – Km 177 Per quanto la tiriamo per le lunghe alle 9.30 siamo in paese: deserto è dire poco; due passi in centro,

in piazza del Municipio, dominata dalla Fontana degli

Innamorati, e visita alla onnipresente chiesa ortodossa; i

simboli dell’

ingombrante

presenza dell’ex

regime di oltre

cortina è ben

presente sulle

facciate dei

palazzi che

affacciano sulla

piazza.

Il cortile dell’Università (la più antica della Lettonia) è

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Ingresso al mercato - Tartu

Torre dell'acqua - Viljiandi

Lago Peipsi

Check point - Narva

Castello - Narva

aperto e facciamo un giro per pura curiosità: il confronto con gli spazi della romana Sapienza è

impietoso, ma la cura messa affinché possa essere una istituzione funzionale e fruibile dagli studenti

è percepibile da mille particolari; infatti pullula di giovani.

Il mercato

coperto è aperto

e facciamo un

po’ di spesa,

acquistando

anche

dell’improbabile formaggio molle che si rivelerà alla

prova del palato ottimo; due passi sul lungofiume,

sistemazione della spesa nel frigo della caravan e poi via

verso Viljandi dove bighelloniamo un po’ fra i banchi del

mercato ortofrutticolo in chiusura; pranziamo in un tipico

pub estone (due ore per mangiare, ma veramente bene,

peccato non aver tenuto lo scontrino e pagato cash, non ne

ricordo il nome) e andiamo al castello con ponte sospeso,

la principale attrazione della zona (ma parzialmente

chiuso al pubblico a causa dell’allestimento di una

rappresentazione teatrale programmata per la sera) assieme alla Torre dell’Acqua; meritevole di

attenzione invece lo spazio attività in riva al fiume, molto tranquillo e gradevole.

12.8 Tartu Johvi Narva (EST) - Km 310 L’itinerario lo sta sempre disegnando Renato, vuole vedere il confine russo; seguiamo la 242

circumnavigando il Lago Peipsi a ovest; ci fermiamo lungo la sponda sabbiosa per fare due passi sul

bagnasciuga: è immenso, non si vede la sponda orientale

in territorio russo, più simile al mare che ad uno specchio

d’acqua chiuso.

Ci fermeremo sulla costa settentrionale estone; scelta

azzeccatissima perché troviamo un bellissimo campeggio

nei pressi di un

parco alberato

che si stende fin

sulla costa, alle

spalle del Toila

SPA Hotel ben

segnalato sulla

statale che porta verso il confine russo; molliamo la

caravan e andiamo a Narva che segnerà la località più a

nord est del viaggio (N 57°22’31”, E 28°11’51”);

parcheggiamo nei pressi del lungo serpentone di auto in

attesa del check-point di frontiera e andiamo al castello,

nemmeno menzionato sulla guida; bello e ben tenuto,

peccato non sia descritto in inglese, ma solo in estone e

russo; sul suo gemello al di là del fiume sventola la

bandiera dell’ex stato sovietico.

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Costa - Johvi

Jumida

Il telefono rosso

Rientriamo in campeggio e facciamo due passi sulla

costa, con la promessa di ritornare in spiaggia al

tramonto, sempre molto affascinante a queste longitudini.

Ceniamo in roulotte; domani ci attende l’avvicinamento a

Tallin; per quanto vicina decidiamo di fermarci

nuovamente sulla costa, nel parco di Lahemaa.

13.8 Johvi Vosu - Km 254 Lepisdea è l’ultimo campeggio attrezzato per caravan e

motorizzati prima di accedere da est alle penisole del

parco di Lahemaa nel quale è consentita la sosta notturna,

negli appositi spazi, ai soli tendisti/saccopelisti; a soli 100 metri sulle rive del Baltico, riparato da un

fitto bosco, con ampi spazi a disposizione a 13 euro per notte.

Percorriamo la costiera alternando l’auto a passeggiate a

piedi lungo i punti caratteristici della costa (il faro e il

memoriale di Jumida, la Baia di Hara) facendo sosta

pranzo (panini al seguito, vista la penuria di punti sosta

attrezzati lungo il percorso) in una baita nel bosco nei

pressi di Leesi; sono questi i paesaggi più “scandivavi”

fino ad ora osservati, ma nulla a che vedere con gli scorci

offerti dagli itinerari percorsi nelle estati passate verso il

grande nord.

Il tempo è stato clemente e inizia a piovere solo ora;

rientriamo in campeggio per tirare un po’ il fiato: ne

abbiamo bisogno.

14.8 Vosu Tallin - Km 122 Sappiamo già dalle info di prima mano forniteci da Giovanni (Gcanfora) che ci ha preceduto

nell’itinerario che il campeggio cittadino (ma anche quello posto sulla costa verso la spiaggia ad

ovest del porto che andremo a visionare giusto per dovere di cronaca, come l’altro su asfalto e più

simile ad un’area di sosta) non è granché; sosteremo in un paese vicino, a Juri, al Kivi Tali che è un

centro turistico attrezzato con, anche, possibilità di sosta per 5/6 veicoli ricreazionali e qualche

tenda; anche qui segnaliamo l’assenza di punti di scarico specifici e servizi in comune con

l’agriturismo che ci ospita; però scendi dal mezzo, sei di fronte al lago dove alcuni giovanissimi

temerari fanno tuffi nonostante il freddo pungente e metti i piedi sull’erba, vuoi mettere?

Tallin è a circa 15 Km e i parcheggi sono ovviamente sempre più cari man mano che ti avvicini al

centro (anche 2.5 €/h); decidiamo per una sorta di compromesso e utilizzeremo il multipiano

dell’Hotel Viru, il primo albergo costruito in città da

maestranze finlandesi alla fine degli anni sessanta e

ospitante il museo del KGB (visita guidata in inglese

caldamente raccomandata, da prenotare con congruo

anticipo, anche via e-mail dalla hall stessa dell’albergo)

15.8 - 16.8 – Tallin Km 110 Il modo migliore per vedere Tallin è bighellonare senza

meta fra le stradine di ciottoli in stile medievale e perdersi

fra vicoli e viuzze che regalano scorci incantevoli;

bisogna, certamente, avere la fortuna di non incappare,

come ci è capitato nella prima mattinata del giorno di ferragosto, nelle orde di turisti che sciamano

in libera uscita (o anche no in serpentoni ordinati marcati “Costa Crociere”) occupando tutto

l’occupabile.

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Municipio

La piazza vista da Balthasar

Portico della Cattedrale

Tallin dal belvedere di Khotu

Le mura

Maarjamäe

La piazza del Municipio è spettacolare, dominata dal

palazzo del comune da un lato e da una miriade di locali

dall’altro; proprio di fronte al

Municipio c’è uno dei

migliori ristoranti della città,

da Balthasar, cui si accede

dal portico sinistro della

vecchia farmacia; per un

break si può approfittare

della pasticceria poco

distante; dolci eccellenti e

piccoli assaggi da far godere il palato.

Balthasar è famoso per i suoi menù all’aglio (ovviamente possibili

anche altre scelte nel ricco e variegato menù) e se si è fortunati com’è

capitato a noi accomodandosi al primo piano nei tavoli situati in

prossimità delle finestre, si gode di una vista eccezionale sulla piazza

illuminata.

L’edificio di culto che più abbiamo apprezzato è la chiesa ortodossa di Alexander Nevsky nel

quartiere di Toompea mentre la passeggiata più bella, al

di là del

“perdersi fra i

vicoli del centro

storico” è stata

certamente

quella che,

attraversando il

parco di

Kadriorg, ci ha

portato dal

Kumu (il modernissimo edificio ospitante il museo

dell’arte) fin sul lungomare.

Scorci incantevoli della città si godono dal belvedere di Khotu, piuttosto che dalla sommità della

torre della Chiesa di Sant’Olaf che regalano viste suggestive sui tetti color mattone della città

medievale fino al porto turistico.

Le mura che circondano la città medievale sono in alcuni punti

percorribili ed accolgono al proprio

interno caratteristici locali; ma oltre alla

“vista dai tetti” è interessante vedere

anche la parte sotterranea della città

(visita guidata su prenotazione) che in

epoche diverse ha conosciuto differenti

destinazioni d’uso: rifugio antiaereo

durante la guerra, ospitalità per i meno

abbienti, spesso giovani e ragazzi orfani

dei genitori, durante i lunghi mesi

invernali (ci si riscalda con il tepore

degli impianti sotto traccia e, perché no,

degli scarichi fognari).

Il mare la fa da padrone a Maarjamäe; il quartiere unisce la zona

portuale alle spiagge ad est della città dislocate lungo Pirita Tee ed è

noto per la presenza del castello omonimo che ospita il Museo di

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Stazione meteorologica

Parnu - il centro

Cratere - Kaali

Storia Estone con l’esposizione permanente “La volontà di essere liberi” che ripercorre le tappe

della resistenza all’ingombrante vicino d’oltre cortina; degna di essere menzionata la facciata del

Monastero di Santa Brigida, il cui culto parte da lontano, dalle coste partenopee alle falde del

Vesuvio.

Siamo stati veramente bene a Tallin, una città giovane a misura di giovani, moderna ma allo stesso

tempo “antica”, certamente la più bella delle tre capitali visitate (lo scopriremo in seguito facendo il

confronto con la più sovietica Riga); ne conserveremo, l’indomani, un malinconico ricordo visto

che partire da Tallin significa intraprendere la strada del rientro a casa.

17.8 Tallin Parnu - Km 141 Fa freddo (8.9° la minima stanotte - sarà la temperatura più bassa registrata durante tutto il tour); i

nostri vicini nel VW Multivan attrezzato alla meno peggio secondo me hanno patito abbastanza.

Arriviamo a Parnu verso le 10.30 e con qualche difficoltà troviamo il Konse Caravan Camping; una

parte è adibita ad area di sosta con stalli su asfalto, il resto ha piazzole

in erba, anche in riva al canale, (stupidamente non le preferirò,

temendo chissà cosa, invece al tramonto regalano agli occupanti scorci

bellissimi, con tanto di stazione meteo dell’VIII secolo…); corrente

max 6A, la tariffa non l’ho chiesta, chissà che sorpresa avremo

(saranno 20€ a notte scontate del 5% CCI).

Strana città, Parnu: è una rinomata località di villeggiatura per

Finlandesi e Russi abbastanza ben tenuta, con case in legno variopinte;

a me piace molto, a Renato per nulla.

Al mercato delle pulci,

vicino al Luna Park e in

prossimità del ponte sul

porto-canale, Renato

acquista reliquie dell’ex

Unione Sovietica e DDR da

regalare ad alcuni suoi amici appassionati del genere;

pranziamo lì: fra i banchi alcune donne hanno

improvvisato punti di ristoro invoglianti alla vista (ed al

palato).

All’efficiente Ufficio Turistico ci informano che in primo pomeriggio è prevista una visita guidata

in inglese, ne approfitteremo; ma prima aggiorneremo l’orario di arrivo sul disco orario applicato al

parabrezza ☺.

L’anziana guida Estone fa del suo meglio ma la sua pronuncia e descrizione dei luoghi/avvenimenti

sono abbastanza approssimativi; da lodare comunque l’intento di tenere vive le tradizioni della città.

Noleggiamo le bici e andiamo al mare, paradiso dei kite-surf, tantissimi in spiaggia e in acqua.

Cena alla neozelandese (noodles con verdure, la spesa l’ha fatta tutta il cuoco) e via a nanna;

domani ci attende l’intensa giornata al l’isola di Saaremaa.

18.8 Saaremaa – Km 520 Vista la mia idiosincrasia agli imbarchi in caravan ci

eravamo ben documentati in merito agli orari delle

partenze, peraltro frequentissime; imbarchiamo

praticamente al volo e ci fiondiamo verso Kuressaare

passando per Kaali, località nota per la presenza di un

cratere creatosi dopo la caduta di un meteorite; il

capoluogo si rivela una (intera) delusione, complice

certamente il pessimo trattamento riservatoci dai gestori

dell’unico ristorante aperto in piazza; ci riscattiamo con

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Faro di Saare

Cascata - Kuldiga

Registratore di cassa

un ottimo caffè in un locale affacciato sul fossato, e facciamo due passi in spiaggia fino al

minuscolo porto turistico situato nella baia ad ovest del

castello. Poi ci dirigiamo in auto verso la punta

meridionale dell’isola, al Faro di Saare molto bello, a

picco sulla costa (finalmente una scogliera degna di

questo nome); ripercorriamo la costa settentrionale fino a

Leisi per poi dirigerci verso l’interno alla collina dei

mulini di Angla, ben tenuti e con indicazioni multilingue

del loro funzionamento, essendo visitabili anche al loro

interno.

Rientro tardissimo e dopo un rapidissimo “vermicelli

aglio e olio” via a nanna.

19.8 Parnu – Riga (LV) Km 534 Riga è vicina ed arriveremo abbastanza presto; ma

l’agguato è dietro l’angolo, rappresentato com’è da un

controllo trappola della Polizia locale: mi fanno cenno di

accostare ed al primo slargo eseguo “l’invito” dando

modo al poliziotto di raggiungermi in auto; in un inglese

stentato ma comprensibile mi intima di rimanere in auto e

di consegnargli i documenti; dopo una minuziosa verifica

dei libretti di circolazione e di entrambe le carte verdi

(santo Rischio Statico, non oso pensare cosa sarebbe accaduto senza averlo fatto) mi eleva un

verbale di 40 Lts per eccesso di velocità unitamente alle istruzioni di pagamento; benché

rasserenato di essere rientrato in possesso dei documenti, personali e di circolazione, si fa strada

dentro di me la convinzione che sia una specie di balzello istituzionalizzato e chiedo di poter avere

la foto, prova tangibile del “misfatto”; improvvisamente l’agente con un sorriso sornione mi

confessa di non capire una parola di inglese, mi saluta, si gira e se ne va, lasciandomi in compagnia

della mia legittima perplessità.

Il sig. Garmin per arrivare al City Camp mi fa fare una bellissima passeggiata per il centro; devono

essere abituati però, mi fanno gentilmente largo tutti; arriviamo prima di pranzo e la impressione

non è granché: il solito piazzale asfaltato, le solite piazzole su erba, i soliti container per i servizi

“minimi” e un capannone distaccato a circa 400 metri per le docce ed i lavabi; siamo poco convinti

e ce ne andiamo; nei pressi, a meno di 10 Km sulla strada dell’aeroporto, c’è un altro camping,

valuteremo anche quello.

Come non detto ☺; l’ABC Camping ha si bungalow e spazio tende ma due sole piazzole su asfalto

e in pendenza; il paragone con l’altro non regge: si torna indietro; rapida sistemazione del campo e

via a Kuldiga

per ammirare

la cascata più

larga d’Europa

e fare un salto

in una ottima

pasticceria

situata sul

corso (dotata

dei più

moderni

registratori di cassa fin qui incontrati ☺ ); del castello invece nessuna traccia; hanno lasciato la sola

porta di accesso a futura memoria; sopra ci hanno costruito un bel parco pubblico.

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Palazzo Reale - Rundale

Art Neveau

Ventspils - il porto

Ventspils - il pub

E’ ancora giorno e decidiamo, sulla strada del ritorno, di deviare verso Sabiles dov’è ubicato il

vigneto più alto d’Europa; sarà certamente vero ma il rammarico di non poter assaggiare il nettare

locale è tanta: non ci sono bottiglie da asporto (le cantine sono già chiuse e non è prevista la

distribuzione nei supermercati) e degustare in un bar non è possibile: devo guidare, qui le regole

sono abbastanza restrittive; decidiamo di fare scorta di birra, giusto per poter continuare la

tradizione dell’aperitivo serale in caravan.

20.8 Riga – Rundale Km 188

La leva del cambio fa i capricci: ho idea che il pulsante di sblocco stia uscendo dalla sua sede e

potrebbe lasciare l’auto piantata in retromarcia; lo fisso con una fascetta da elettricista e vado in

Volvo (mi ero segnato prima di partire i punti di assistenza in loco); non hanno il pezzo, non

assicurano tempi certi per il reperimento in casa madre ma mi assicurano che la riparazione di

emergenza fatta mi consentirà di tornare a casa, sia pure con un utilizzo accorto della leva, libera

com’è di passare da marcia avanti a retromarcia senza opposizione alcuna.

Proseguiamo con un cambiamento di programma rispetto al giro immaginato prima della partenza;

visita al Palazzo Reale e Giardini di Rundale (il tempo ci grazia nuovamente, inizia a piovere

quando iniziamo la visita all’interno), una location

davvero inaspettata e che avevo ritenuto di non visitare;

giusto la insistenza del cuoco/navigatore mi ha fatto

cambiare idea; tempus fugit, siamo costretti a rientrare in

quanto in tardo pomeriggio arriva la “comparsa” dalla

Capitale; starà con noi fino al 24 mattina; per fortuna il

tempo sarà splendido nei prossimi giorni.

Renato ha organizzato una

visita guidata per la madre

“Riga by night”

assolutamente

rimarchevole; visitiamo tutta la zona dei palazzi in stile Art Neveau

che ci verranno illustrati con dovizia di particolari.

Durante il giro “per puro caso” transitiamo davanti al ristorante

Vincents; madre e figlio entrano, scrutano, escono con un sorriso a

32 denti (cadauno) stampato sulla faccia; capisco che non ho scampo

e dovrò capitolare: dopodomani saremo a cena lì.

21.8 Ventspils Jūrmala – Km 429 Rita vuol vedere il mare; è incuriosita dalle descrizioni che ne

abbiamo fatto, con il fitto bosco fin sopra la costa ed organizziamo

un tour che si snoderà, dopo aver toccato Ventspils, lungo la

litoranea da Capo Kolka a Jormala, la località di mare più vicina

alla capitale.

Ventspils è il più grande terminal

per la lavorazione dell’olio

combustibile a livello

continentale; ti immagini una

città devastata dall’inquinamento

e dalle “bruttezze” che un simile

insediamento industriale può

indurre ed invece ti ritrovi con

una città a misura di turista con il

castello (sede di expo temporanee

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Casa delle Teste Nere

Chiesa di San Pietro

Panorama dall'alto

Monumento alla Libertà

da una parte e dall’altra adibita a museo che spiega il come eravamo) e le prigioni di un vecchio

campo di concentramento riadattate ad un utilizzo alternativo dei locali: un graziosissimo pub

irlandese dove si mangia in maniera ottima e si gode dal canale una vista tutto sommato inconsueta.

Capo Kolka è lo spartiacque dei due mari afferenti al baltico ed al golfo di Riga, una sorta di

Skagen in miniatura (ma avendo visto l’originale non possiamo che rimanere almeno perplessi da

tanta pubblicità), la litoranea che conduce verso est è assai ampia in alcuni tratti (i russi la usavano a

mo’ di aeroporto per non farsi identificare dagli alleati); la spiaggia, nascosta dalla fitta vegetazione,

è ben fruibile; sono numerosi i varchi che dalla strada costiera tagliano trasversalmente verso il

mare; sempre dotati di ampi parcheggi e spesso anche di servizi per i bagnanti (a dispetto della

gelida temperatura dell’acqua ogni tanto si scorge qualche temerario); ci imbattiamo in qualche

camperista solitario che usa queste opportunità come area di sosta; un po’ troppo defilate, a dire il

vero.

Jūrmala è la città di villeggiatura preferita dagli abitanti della capitale e per limitare l’afflusso ed il

traffico è stato introdotto un city pass utilizzabile anche per la sosta; ma è tardi e ne siamo esentati: i

varchi sono ormai aperti ed i parcheggi tariffati ad utilizzo libero. Per cena ci terremo leggeri: un

mangia e bevi in uno dei numerosi locali che si affacciano sul corso; poi via a nanna.

22.8 Riga Oggi e domani giornate dedicate alla capitale ed al suo centro storico; decidiamo di prendere

l’autobus, anche se solo per attraversare il ponte sul Daugava, il

Vansu Bridge; arriviamo con l’auto fino al parcheggio del centro

commerciale e litighiamo con la macchinetta emettitrice di biglietti

per i mezzi pubblici che accetta solo alcuni tagli di monetine (in

pratica quelle che da di resto non sono utilizzabili nella macchinetta

stessa, un vero genio il progettista!); scendiamo praticamente in

centro, il Monumento alla Libertà si scorge in lontananza, richiamo

per turisti e residenti che lo utilizzano come meeting point.

Nonostante rispetto a Tallin e Vilnius appaia come una metropoli,

Riga si gira benissimo a piedi anche se l’isola pedonale della città

vecchia potrebbe essere più ampia; il

parco che sorge sulle sponde del canale

abbraccia in gran parte la città vecchia

rende le passeggiate piacevoli e

rilassanti.

Decidiamo di concederci una vista dall’alto della città salendo sulla

Guglia di San Pietro; effettivamente il

panorama che si osserva, complice

anche la giornata tersa e priva di nebbia,

è assai suggestivo; per pura

combinazione arriviamo prima di una

“falange” di crocieristi: meno male

visto che l’ascensore che porta in alto è

di capienza limitata ed ha una frequenza

ogni 10 minuti.

Facciamo quattro passi nei Giardini Vērmanes sfiorando la Cattedrale

Ortodossa, bellissima; peccato le cupole dorate siano

oggetto di restauro e quindi protette dalle impalcature

degli operai.

Il centro è vivissimo, le botteghe di artigianato ed ambra

(onnipresente) richiamano i turisti peggio di una calamita

sulla polvere di ferro; ma per quanto riguarda souvenir

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Mercato del pesce

Pilsētas kanāls

Gelato “iceberg”

Il Castello visto dalla Daugava

abbiamo già dato facendo scorta di ambra a Vilnius (anche se Rita non lo sa ancora, sarà una

sorpresa per stasera a cena).

Gli orologi, rigorosamente meccanici a carica automatica, sono la mia passione e sono attirato dalla

vetrina di una gioielleria piena zeppa di orologi fatti da queste parti, non le solite patacche russe da

bancarella; entro un po’ perplesso ma ne uscirò gioioso come un bambino con al polso un

subacqueo automatico con fondello a vite trasparente ed in edizione limitata; scoprirò essere anche

abbastanza preciso: prende meno di due minuti alla settimana.

23.8 Riga – Km 45 Stamattina esplorazione nei pressi del camping, nel quartiere di Kipsala, proposto per entrare a fare

parte del patrimonio dell’Umanità dell’Unesco: il tentativo di riqualificazione delle vecchie case di

legno è evidente, ma è altrettanto evidente che c’è

tantissima

strada ancora

da fare.

Faremo un giro

in barca sul

Daugava e sui

canali interni

(Pilsētas

kanāls) su

battelli elettrici, a minimo impatto ambientale; c’è da dire

che quando ci si trova in mezzo al canale navigabile,

proprio sotto Vansu Bridge, che fa da porto di attracco ai bestioni da crociera, fa un certo effetto

sentirsi sballottolati dalle onde e dal vento; il capitano sa il fatto suo, però.

Dalla barca ci incuriosisce la zona del vecchio porto

merci con i quattro padiglioni di cemento adibiti a

mercato alimentare coperto e la zona circostante a

mercato florovivaistico. Suggerimento: arrivate verso ora

di pranzo, sarà più facile cedere alle tentazioni dei banchi

di gastronomia che invadono uno dei quattro capannoni,

suddivisi per tipologia di merce esposta: macelleria,

formaggi e derivati del latte, le verdure/ortaggi, la

panetteria/dolci/gastronomia, il pesce; i banchi del pesce

affumicato offrono scenografie mai viste alle nostre

latitudini.

Staremo sul leggero e pranzeremo a base di pesce, concedendoci anche una ottima insalata russa (la

preparano in enne modi differenti) spendendo in tre meno di 7 euro, togliendoci lo sfizio di

acquistare anche del caviale che porteremo a casa.

Rientriamo in campeggio e smontiamo l’accampamento in modo da essere operativi l’indomani di

buon mattino; ci vestiamo per benino (sarà la prima ed unica volta che metterò i pantaloni lunghi,

sebbene siano jeans) e ci rechiamo in centro per andare a cena dal mitico Vincents. Devo

onestamente ammettere che è stata la migliore cena della

mia vita; il locale, l’accoglienza, la qualità dei cibi e la

loro presentazione, tutto ha contribuito a creare

un’atmosfera unica che mi rimarrà impressa nella mente

credo molto a lungo; conto adeguato al contesto descritto

(circa 250 € in tre, dall’antipasto al dolce, vino

compreso), che può essere alla portata di chi, come noi, è

abituato all’euro, un po’ meno per che è abituato a

maneggiare valuta locale.

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Meridiana

La duna

Nida - banderuola

24.8 Riga – Klaipeda (LT) Km 335 Accompagno Rita in aeroporto; al rientro sveglio il navigatore, che aveva evidentemente bisogno di

ricaricare le sue batterie e con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia originaria arriviamo a

Klaipeda, ultima tappa baltica, in terra lituana; il camping Pajürio è situato poco a nord del paese, in

località Giruliai, sulla litoranea; carico e scarico in piazzola (anche delle nere…), cucina a

disposizione degli ospiti e ferrovia vicina che non disturba troppo, nonostante i transiti dei

lunghissimi treni merci diretti a Ventspils; facciamo una passeggiata

in centro ed andiamo a visitare il Museo dell’Orologio, più per

curiosità che per altro; ben tenuto, con tutte le categorie di orologi

possibili ed immaginabili che l’ingegno umano possa aver concepito.

25.8 Penisola Curlandese - Km 120 Klaipeda, situata com’è nella parte settentrionale della penisola di

Curlandia, è base strategica per visite ed escursioni sulla stessa; il

Parco Nazionale di Neringa è meta gettonatissima per escursionisti,

in auto, a piedi, in bici (tantissimi); in rapporto alla durata della

traversata (15 minuti scarsi) il traghetto verso Smiltyne costa uno

sproposito (42,90 Lvl); solo al rientro scopriremo che la tratta di

ritorno è gratuita.

Noleggiamo le bici a Pervalka: Renato è desideroso di vedere la zona

delle dune e la ciclabile

passa proprio accanto ad un

mare protetto, alla vista, dalla interminabile successione di

dune sabbiose che costituisce, di fatto la penisola;

ripercorreremo (sia pure con due “passi” diversi) la strada

verso nord, accontentandoci di una puntata in auto verso

Nida, la località più meridionale della penisola visitabile

senza visto, posizionata com’è al confine nord della

enclave russa di Kalinigrad; la ricchezza ostentata dai

ricchi russi che affollano la zona di rientro verso casa

(abbigliamento, auto) stride con la povertà tangibile tipica

di queste zone.

E’ forse la giornata più bella di questo viaggio,

certamente la più faticosa; una trentina di Km in bici per

chi è completamente a digiuno della materia, sia pure sul

strade alquanto pianeggianti, non è cosa di poco conto,

almeno per il sottoscritto.

Approfittiamo delle bancarelle situate sul lungomare per

fare un po’ di shopping e spendere gli ultimi spiccioli di

valuta locale; Renato prende dei piccoli gioielli in ambra

da regalare alle amiche, una volta a casa; io più

prosaicamente acquisterò del salmone affumicato per

comporre una mega insalata coloratissima e gustosissima

e che costituirà il nostro ultimo pasto in terra lituana.

26.8 Klaipeda - Czestochowa (PL) - Km 872 Ci salva il fuso orario (guadagniamo un’ora rientrando verso ovest), altrimenti non saremmo mai

riusciti ad arrivare sotto la cattedrale in un orario decente; il programma della giornata non

prevedeva affatto una tappa così lunga; saremmo dovuti approdare al Camping Borki, circa 80 Km

più a nord, ma sono almeno tre anni che è in disuso; aggiungiamo pure che Mr Garmin ci indirizza

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Il portale dedicato a Papa Wojtyla

Santuario

su strade “equestri” e che un ciclista ubriaco si pianta proprio davanti al nostro trenino e

completiamo (quasi) il quadro di una giornata da incubo; la ciliegina sulla torta è il camping

Olenka, che definire pietoso è un eufemismo, con servizi igienici al limite del praticabile, e con

rumorosissimi vicini di casa che decideranno di sbaraccare alle tre di notte per tornarsene a casa,

però….

… Però la vista che ci viene regalata dal Santuario illuminato è qualcosa di impagabile; il caso ci ha

portato qua e decido che una visita, l’indomani, è un atto dovuto.

27.8 Czestochowa Gratz (A) - Km 678 A Renato tutto ciò che è mistico e sa di pellegrinaggio provoca alquanto fastidio; invece io non

riesco a non commuovermi davanti all’alone di mistero, fede, tradizione religiosa che ammanta il

luogo; ci tratteniamo circa un paio d’ore, non senza salire

sulla sommità del campanile (le mie gambe sembrano di

legno, sento tutta la fatica della biciclettata di due giorni

fa).

Compatibilmente con le condizioni del manto stradale ci

muoviamo velocemente verso sud; passiamo la capitale

Varsavia

utilizzando la

nuova

tangenziale e,

dopo aver

chiesto lumi ad Ezio che ci è stato di recente, decidiamo di

sostare a Graz, al camping Central; non riusciamo a fare di

più, la tappa di ieri ci ha fiaccato.

A dispetto del nome il campeggio è abbastanza vicino

all’autostrada ed è dotato di un bellissimo parco acquatico

che non frequenteremo per motivi di tempo e climatici

(sulla zona si abbatterà un nubifragio con fulmini anche nei pressi del campeggio); si vede che

siamo nei pressi di casa: il prezzo del soggiorno lievita a 30 euro, per uno stop&go non proprio a

buon mercato.

28.8 Gratz – Firenze (I) - Km 660 Tappa tecnica; ho deciso già dalla settimana scorsa che avrei fatto sostituire la leva del cambio, in

Volvo a Firenze; Roberto (Robyy&Silvia) ha fatto da tramite verso i colleghi della filale fiorentina

ordinando i pezzi a seguito della mia richiesta di aiuto del 20 scorso.

Sono tentato di andare al Michelangelo ma poi decido per il periferico Campeggio dell’Impruneta,

in modo da non fare tanta strada con la caravan agganciata; veloce sistemazione, tuffo in piscina e

siamo pronti per la cena.

29.8 Firenze Arezzo - Km 96 Ci aspettano; molliamo l’auto in officina e ci rechiamo in centro in autobus con una guida

d’eccezione: Renato che è quasi di casa qua visto che viene spesso a trovare i suoi amici del

campeggio di Albinia.

Facciamo merenda in una norcineria in Via dei Neri ma il mio obiettivo è il panino con il

Lampredotto; peccato che “Nerbone”, al mercato coperto, consigliatomi dall’amico Simone, sia

chiuso per ferie; dovrò accontentarmi del banchetto fuori del mercato: ottimo ma mi manca il

termine di paragone: l’appuntamento con l’originale è solo rimandato!

Ci avvisano per sms che la macchina è pronta; il meccanico mi confessa che il mio è stato un

eccesso di prudenza, la leva avrebbe potuto fare ancora ennemila chilometri senza problemi; va

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bene lo stesso: ho sostituito la cuffia in pelle parecchio rovinata e mi ritrovo un ricambio efficiente

da portarmi dietro nelle prossime scorribande europee.

Ripartiamo alla voltai Arezzo e sostiamo al solito Camping Le Ginestre; anche questa è una sosta

tecnica: il rivenditore dove ho prenotato il venerdì prima di partire la mia nuova compagna di

viaggio su due ruote (BMW 650 GS Twin, del 2009 usata di 4 anni con solo 437 Km sul groppone)

è a 5 Km da qui; domani mi attende per il saldo.

Ceniamo con Valter ed andiamo a nanna; domani il concessionario ci aspetta alle 8.30.

30.8 Arezzo Roma - Km 235 La moto è come nuova (è nuova mi disse Valter che avevo mandato in avanscoperta e

invogliandomi all’acquisto); saldo e rientro in campeggio.

Riaggancio subito, altro che bagno in piscina: siamo stanchi ed abbiamo voglia di casa e chiudiamo

così con due giorni di anticipo sulla tabella di marcia questa nostra nuova avventura in terra

dell’Est.

Attori protagonisti: Paolo, 53 anni e Renato, 17 anni

Comparsa ☺☺☺☺: Rita

I compagni di viaggio: Volvo XC 90 D5 AWD Optima automatica MY 05 acquistata usata nel 2011, con poco più di

145.000 Km all’attivo alla partenza del viaggio

Fendt Saphir 450QB MY 08 acquistata nuova nel 2008 con batteria di servizio e Truma Mover SE

con 41.000 Km sulle ruote

I numeri: 9.025 i Km percorsi

1.228 €uro la spesa per il gasolio

922 i litri Gasolio consumati

190 €uro la spesa per i traghetti e pedaggi

660 €uro la spesa per il campeggio

0,5 i litri di olio motore rabboccati

Statistiche personali: I peggiori guidatori:

• i polacchi

Le auto più diffuse:

• Monovolume: Sharan prima serie con le sue cugine Ford/Seat

• Berline: Audi 80/100 e successive evoluzioni A4/A6

• SW: Passat dalla II serie in poi

• SUV: Subaru in tutte le salse

• Furgoni piccoli: Movano e i suoi gemelli

• Furgoni grandi: Sprinter

• Marchio extra UE più diffuso: Toyota, coreani in rapidissimo sviluppo

• Marchio UE meno diffuso: Fiat praticamente non pervenuta (solo una decina di esemplari in

tutto)

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Considerazioni Finali: Un ringraziamento particolare a mio figlio Renato, oltre che affidabile compagno di viaggio e

navigatore scoperto anche come ottimo cuoco.

Un viaggio un po’ particolare, certamente più avventuroso di quello intrapreso due anni fa a Nord

Kapp non fosse altro per la lingua davvero incomprensibile (l’inglese è davvero poco diffuso) e la

limitata offerta in termini di spazi sosta davvero adatti ai Veicoli Ricreazionali; fuori delle grandi

città, a parte le risorse naturali, c’è ben poco; ospitalità sempre garantita ed estrema disponibilità

verso il turista, ben accetti gli Euro, proprio come il vecchio dollaro, valuta occidentale pesante.