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Esperienze raccontate da Pavel Goia, pastore avventista ... · In Romania non conosco la ... “Nel mese di gennaio vi invitiamo ad un seminario sulla dipendenza ... evangelizzazione

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Vorrei precisare che tutto quello che dirò non mi appartiene: è una ricerca fatta dalla Conferenza Generale, condotta dal Dr. Joe Kidder dell’Istituto Avventista delle Ricerche della Conferenza Generale. La ricerca è stata iniziata due anni fa e riguarda il campo a cui farò riferimento in seguito. Essa finirà nel mese di febbraio 2007 e sarà distribuita ai pastori per essere elaborata. Analizza aspetti pratici della Chiesa Avventista.

Non è un segreto che la nostra chiesa stia morendo. Probabilmente non qui a Bucarest, ma in genere l’opera non avanza come una volta. Negli ultimi dieci anni l’opera sta arretrando. Per esempio, in Germania dieci anni fa la crescita era a meno del 4% e adesso è a meno 6%, quindi la chiesa sta calando ogni anno; in Svezia la decrescita è al 9%. In Romania non conosco la statistica ma mi è stato detto dai fratelli che, dopo la caduta del comunismo, c’è stato un aumento consistente dei membri che, in seguito, ha subito una stagnazione ed ora procede lentamente. Foto: Il Dottor Joseph Kidder La domanda è: cosa si può fare? Noi ci vantiamo per il numero considerevole dei battesimi, ma questi avvengono in tre posti del mondo: India, Africa e Brasile. Là, entrano nella chiesa a migliaia, invece in altre parti del mondo… Vi faccio un esempio: in una delle mie comunità negli ultimi settant’anni è stata battezzata in media una persona all’anno, e questo la dice lunga.

È stata fatta una ricerca su 5700 Chiese Avventiste, di varie dimensioni, ricche, o povere, in città grandi o piccole. I membri e i pastori hanno compilato dei sondaggi d’opinione anonimi, affinché i risultati fossero imparziali. Vi faccio un esempio di qualche risultato: la media del tempo per la preghiera è stata di due minuti e mezzo al giorno. Cioè, le persone pregano a tavola per qualche secondo, poi pregano un altro po’ quando salgono in macchina, (in America ci sono tanti incidenti stradali), poi basta, perché siamo già a due minuti e mezzo. Non ci dovrà sembrare strano poi se, quando Gesù tornerà, ci dirà: “Non vi conosco!” Noi abbiamo tanta di quella teoria…! In questa ricerca sono stati analizzati i bisogni umani e i modi per soddisfarli. La nostra chiesa risponde al 90% dei bisogni intellettuali, perché gli avventisti studiano, al 20% dei bisogni relativi alla salute, perché parliamo della riforma sanitaria, e allo 0% dei bisogni emotivi. Le persone non hanno nessun tipo di nutrimento per il cuore, per le emozioni. Le persone hanno bisogno di vivere e di esprimere le proprie emozioni. Dio non ha creato dei robot, ma esseri umani con un cuore, che devono amare Dio non solo con la loro mente e con il loro corpo, ma anche con il cuore. È per questo che tutti vanno dallo psicologo, perché hanno problemi emotivi. La nostra chiesa non risponde a queste necessità. Inoltre, si è arrivati al punto che i programmi della chiesa sono rivolti completamente all’interno, e per niente all’esterno. Come ha detto Gesù? “Andate a fare discepoli nella chiesa”? È così che ha detto Lui? No! Ha detto: “Andate a fare discepoli di tutti i popoli”! Ma i nostri programmi sono fatti per noi stessi. Se viene qualcuno da fuori, non capisce quasi niente. Questo significa che abbiamo perso di vista la nostra missione. Tra l’altro la chiesa non risponde più né alle esigenze del mondo attuale, né a quelle dei giovani. I nostri giovani si annoiano in chiesa. In seguito a questa ricerca, la Conferenza Generale ha detto che noi dobbiamo utilizzare dei metodi attuali e dare delle risposte adatte a questi tempi, se vogliamo crescere.

Ci sono 32 pastori che fanno parte del Programma di Dottorato in Leadership e Cambiamenti nella chiesa. A questi corsi è stato un mio privilegio, e lo dico con umiltà, l’aver imparato cose che hanno cambiato la vita a me e alle comunità. Noi ci incontriamo, impariamo e condividiamo le esperienze. Vi faccio un esempio pratico.

Foto: Veduta della città di Tulsa, Oklahoma Il pastore di Tulsa, Oklahoma (che è uno stato abbastanza ricco degli Usa, e Tulsa è una città molto grande, con abitanti

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secolarizzati, che non sentono il bisogno di Dio, né della chiesa.) era arrivato in una chiesa con circa 20 membri anziani, nessun tipo di attività, nessun motivo per frequentare la chiesa. Il rituale era sempre lo stesso: canto, preghiera, un sermone come veniva, poi di nuovo canto, preghiera, e a casa! Il pastore, dopo 2 anni, ha detto: “O qui cambia qualcosa, o esco dall’opera!”. In seguito a questo corso, il pastore ha proposto ai membri di pregare insieme. Vorrei aprire una parentesi: c’è un paragrafo nello Spirito della Profezia che dice:

«Se lo Spirito Santo si fosse ritirato dalla chiesa primitiva, il 95% delle attività si sarebbe fermato, e tutti avrebbero saputo che lo Spirito Santo non era più presente. Se lo Spirito Santo si ritirasse dalla Chiesa Avventista oggi, il 95% di tutto quello che facciamo continuerebbe senza problemi e nessuno si accorgerebbe che lo Spirito Santo non c’è più.»

Quindi, che cosa succedeva nella chiesa primitiva? C’erano battesimi ogni giorno: un giorno 3000, un altro 5000, e poi, il versetto seguente dice che hanno perso il conto. Chi li stava più a contare? Erano decine di migliaia. La Bibbia dice che Dio ne aggiungeva ogni giorno. Ora mi piacerebbe che vi immaginaste come sarebbe questa chiesa se Dio aggiungesse nuove anime non solo una volta alla settimana, ma ogni giorno. Come sarebbe se venissero battezzate 500 persone al giorno? Domenica 500, lunedì 500, e così via. Immaginate una cosa del genere? È possibile? Si, è possibile, lo Spirito Santo può fare miracoli.

O potete dire, come hanno detto i membri della mia comunità: “Pastore, non vedi là fuori… non c’è nessuno che sia sincero!”. Per loro tutti i santi si trovano all’interno della chiesa. Non c’è più nessuno di buono fuori.

Ma Gesù, guardando verso Samaria, ha detto ai discepoli che pensavano la stessa cosa: “La mietitura è pronta, ma non ci sono abbastanza operai”. Ci sono tanti che sono assetati di Dio. Nella chiesa primitiva si compivano miracoli, guarigioni. Pensate che Dio si sia addormentato, che abbia perso il potere o che non abbia più voglia di fare miracoli? O forse c’è qualcosa che non va nella chiesa? Dio non è cambiato, Lui aspetta che accada qualcosa nella chiesa. In conclusione, riprendendo il discorso, il pastore di Tulsa, Oklahoma, ha detto: “O succede qualcosa nella chiesa, o mi dimetto, mi metto in affari, almeno guadagno un po’ di soldi…”. Aveva capito che noi sbagliamo qualcosa. Per esempio, noi andiamo a fare evangelizzazione. Va bene o va male? Certo che va bene! Non è una domanda a trabocchetto… Va bene evangelizzare. Spendiamo soldi, tempo, e non viene nessuno. Allora che cosa va male? Vedete, i discepoli nella camera alta non sono andati a fare evangelizzazione. Gesù ha detto loro: “Pregate e aspettate finché riceverete potere, e poi andrete a testimoniare”. Noi facciamo solo l’ultima parte: andiamo ad evangelizzare. Ma non preghiamo e non aspettiamo la potenza dello Spirito Santo. La Bibbia dice che quest’opera sarà terminata “né per potenza né per forza, ma per il Mio Spirito”. In Selected Messages Vol. 1, Ellen White dice che non c’e niente dentro di noi che possa metterci in grado di portare a termine l’opera di Dio… Niente! Tutto sarà fatto solo mediante la potenza dello Spirito Santo. E noi abbiamo tutt’altro che lo Spirito Santo.

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Il pastore ha invitato i membri a pregare e loro, come al solito, sono stati d’accordo. E hanno pregato per due minuti. Il pastore ha detto: “No, no! Questa non è una preghiera... La vera preghiera è quella fatta da Giacobbe quando ha lottato con Gesù: - Non ti lascerò finché non mi benedirai”. La preghiera non va fatta due volte, cinque volte, ma – come fece Elia – finché non arriva la risposta. E se

non arriva, non te ne vai. O, come ha detto Mosè: “Non ce ne andiamo di qua, se tu non vieni con noi.” Foto: Giacobbe lotta con l'Angelo dell'Eterno E decisero di pregare in chiesa ogni mattina, per due ore. Certo, non sono venuti tutti i membri, nemmeno l’intero comitato. Hanno pregato per tre, quattro mesi tutte le mattine dalle h. 5 alle h. 7. Dopo aver pregato ognuno ha scritto su un bigliettino quello che pensava Dio si aspettasse che loro facessero per la chiesa. Tutti hanno scritto la stessa parola: evangeliz-zazione. Perché dicevano: “Pastore, la nostra chiesa sta morendo, portiamo gente nuova. Ma come possiamo farlo? Abbiamo provato anche altre volte e non è venuto nessuno. Comunque, preghiamo di nuovo… così ci hai insegnato tu!”. Si sono radunati di nuovo, hanno pregato, non so quanto, e poi hanno scritto sul foglio: “Non evangelizziamo così come siamo sempre stati abituati a fare; facciamolo in maniera pratica, come faceva Gesù, rispondendo ai bisogni attuali… Dunque, facciamo qualcosa di pratico per questa città”. Era una città grandissima. Si sono chiesti:

“Come possiamo conoscere le necessità della nostra città?”. Sono andati in Comune e hanno chiesto al sindaco: “Quali sono i bisogni della città?”. E il sindaco ha detto:

“L’America ha cinque problemi: il primo, la dipendenza da sostanze quali droga, fumo e alcool, il secondo, i problemi finanziari: il 75% della popolazione americana ha debiti in banca per 30.000 $ o più; ovvero: la gente non sa amministrare i soldi. Il terzo problema è costituito dai divorzi, le famiglie distrutte. Gli americani contraggono circa quattro matrimoni durante la vita. La grande maggioranza vive da sola e gli altri sono i cosiddetti sposati, ma non sanno niente l’uno dell’altra. Il quarto problema è la salute. Gli americani amano le cose dolci, ma non quel dolce normale… a loro piace il dolce esagerato. Così tutti hanno il diabete, sono obesi, hanno problemi di salute. E il quinto problema è la solitudine: vivono in Internet. Lui comunica con una persona che crede sia una donna, e crede che abbia sedici anni, mentre “lei” è un uomo che ha cinquant’anni. Così si scrivono, si fanno delle promesse, vivono la loro vita su Internet e sono “felici”. Poi cadono in depressione, perdono la famiglia, il lavoro, tutto. Soffrono la solitudine, non hanno amici. Si salutano ma, per esempio, non sanno quanti bambini hanno i vicini. Si sentono soli e cosi vanno dallo psicologo.”

OK, dunque erano cinque problemi. Sono tornati in chiesa e hanno deciso di fare sei campagne di evangelizzazione all’anno. A gennaio invitarono un professore della Andrews University per fare un seminario intitolato: “Come puoi sfuggire alla droga”. In America se vai dallo psicologo, devi pagare un occhio della testa, i prezzi sono molto alti, 200 $ all’ora. Se, per esempio, fai un seminario di dieci giorni per le finanze con David Ramsey, che è uno dei migliori consulenti finanziari d’America, spendi 500 $. Se sei povero come fai a pagare 500 $ per imparare come devi amministrare i soldi? Insomma, la gente non può partecipare ai seminari, perchè non ha i soldi per pagare. Allora, hanno invitato un professore dalla Andrews, che ha accettato solo un rimborso per le spese di viaggio e tiene seminari gratuiti.

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Hanno inserito degli annunci sul giornale: “Nel mese di gennaio vi invitiamo ad un seminario sulla dipendenza da sostanze”; in febbraio, niente; nel mese di marzo, seminario sulla gestione del denaro; in aprile, niente e cosi via. L’ultimo seminario in novembre, evangelizzazione normale, con le profezie, ecc.

Vi devo dire che al primo seminario non è venuto nessuno. Nemmeno al secondo. Disperati, hanno detto: “O non siamo stati ispirati dallo Spirito Santo o non abbiamo fatto quello che dovevamo”. Hanno continuato a pregare e mentre pregavano è arrivata una giornalista della Televisione locale che ha detto loro: - Ho sentito che offrite dei seminari gratuiti, ma di solito questi seminari sono carissimi. Avete degli specialisti o sono presentati dai vostri? - C’è il prof. Swanson, non so se lo conosce, che parla della famiglia. Ed ha continuato a fare degli esempi di persone molto conosciute. Sentendo questi nomi lei ha ribadito: - E non pagate niente? - No. - Waw! Questa giornalista ha cominciato a fare pubblicità sulla rete della TV locale: “Per quelli che non hanno soldi ci sono tali seminari, tale via, tale ora”. Al terzo seminario l’aula era piena. Al quarto uguale, stessa cosa al quinto e, ovviamente, al sesto. Gli abitanti della città hanno imparato che la Chiesa Avventista li aiuta e l’hanno sentita come la propria chiesa. La prima volta sono state battezzate 400 persone. Da allora in poi, la chiesa di Tulsa, Oklahoma – non parliamo qui di Africa o di India – è la chiesa con la percentuale più alta di crescita: 600% all’anno. Ora vi voglio chiedere: quale metodo scientifico è stato applicato in questo caso? Non è stato uno di quei programmi elaborati dalla Conferenza Generale o dall’Unione che noi dobbiamo portare a buon fine… I pastori devono scrivere un sacco di scartoffie e i membri, poverini, devono ubbidire… E poi il metodo non è

adatto. Sarebbe come dire che, se uno va a pescare in un fiume di montagna con un tipo di esca, allora con lo stesso ti-po di esca potrebbe pescare anche in un lago di pianura. Ma ogni lago ha il suo tipo di pesce e ci vuole un certo tipo di esca. Allo stesso modo ogni città ha bisogni diversi, ogni per-sona ha la propria persona-lità e necessità da soddisfa-re. E noi non possiamo cono-scerli se non mediante la preghiera.

Al corso di dottorato abbiamo discusso di queste cose e abbiamo deciso, noi trentadue pastori, di fare un esperimento di preghiera nelle comunità. Le ventitre comunità nelle quali è stato fatto l’esperimento crescono in modo esponenziale. Per esempio, in una città due miglia più a nord, c’era una comunità di quaranta membri, una bella comunità, pacifica, il cui locale era in pessime condizioni, tanto che vi pioveva dentro. Non lo potevano riparare perché tutti i membri erano poveri. Venivano battezzate una o due persone all’anno e facevano fatica a sopravvivere. Andavano in chiesa, si annoiavano, a casa avevano i loro problemi come tutti gli avventisti. Il pastore, che conosco personalmente ed è un mio amico, ha proposto loro di pregare. E loro hanno risposto: - Noi facciamo i turni. Possiamo pregare, ma non possiamo venire in chiesa. Preghiamo a casa alle 5 di mattina. - OK. Pregate a casa. - Possiamo venire in chiesa la domenica.

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E hanno dedicato l’intera domenica alla preghiera. Non è facile però. La domenica tutti vogliono riparare qualcosa a casa o guardare un film, mangiare una pizza in famiglia. Invece loro, rinunciando al divertimento e al riposo della domenica mattina, alle h. 8 erano tutti presenti in chiesa per pregare fino alle h. 18. Preghiera incessante. Avete sentito bene. Hanno pregato per tre mesi senza nessun risultato... E si chiedevano perchè ci voleva così tanto.

Il punto non è che dobbiamo pregare per convincere Dio, ma dobbiamo farlo fino a quando non saremo in grado di sentire la voce di Dio e capire che cosa vuole Lui da noi! Sì, perché i nostri piani potrebbero essere sbagliati! Non puoi pregare che Dio ti mandi nuovi membri, se tu non sei preparato ad accoglierli. Dio ti deve preparare in modo che tu sappia come comportarti con loro. Ci sono grandi cambiamenti da fare, ma quando cerchi di cambiare le cose, comincia-no i problemi. Nella chiesa non puoi cambiare niente, le tradizioni sono più forti del nostro desiderio di cambiare. Dopo tre mesi di preghiera hanno detto: - Cessiamo o continuiamo a pregare? Qualcuno si è ricordato: - Pastore, hai detto che non dobbiamo prega-

re per un mese o due, ma fino a quando riceveremo la risposta. E hanno continuato. Era domenica, ed erano tutti in chiesa a pregare. È arrivato un vicino non avventista. Ha presentato un suo problema: aveva una fossa dietro al giardino e gli serviva della terra per riempirla. Però la terra costava 4 $ al sacco. - Per riempirla mi serve un patrimonio - ha detto - Voi desiderate da tanto tempo fare una chiesa. Io avrei la scavatrice, vi potrei fare la fossa per le fondamenta prendendo la terra gratuitamente. Sapendo di non avere i soldi per costruire hanno pensato: “Cosa ne facciamo di quella fossa?... Ma lasciamolo fare, così guadagniamo un amico”. E lui ha cominciato a lavorare alle 9 di mattina. Verso sera, quando stava per finire di trasportare la terra, una persona di una ditta di costruzioni che aveva comprato circa trenta acri di terreno in periferia per costruire quattrocento case, venne da loro e disse: - Abbiamo posato le fondamenta di quattro case e ci sono rimaste due betoniere di cemento che si sta indurendo, non ci serve più. Abbiamo sentito che volete costruire una chiesa. Ci permettete di versare questo cemento nella vostra fossa? - Non abbiamo telai. - Abbiamo noi sia gli operai che i telai. Al tramonto il cemento era già stato versato. In tre mesi la costruzione della chiesa era terminata e senza spendere neanche un dollaro! Ogni ditta, ogni azienda di quella città di Showagen ha offerto il suo contributo. E quando si è arrivati alla costruzione del tetto sono intervenuti i rappresentanti del Comune: - Vogliamo essere anche noi partecipi di questa benedizione. Possiamo fare noi il tetto? Al momento di dare il nome alla chiesa, il sindaco ha tagliato il nastro inaugurale. Erano presenti i pompieri, la polizia, il prefetto e hanno detto: - Vogliamo dare noi il nome alla chiesa. E il pastore ha chiesto: - Quale nome? - The Community Church (“la chiesa della comunità”), perché siamo noi che l’abbiamo costruita: è la nostra chiesa! Il sabato seguente il locale era pieno. Era la loro chiesa, l’avevano fatta loro. Ora stanno costruendo la seconda chiesa. Vedete, il metodo che aveva funzionato in Tusla, Oklahoma, non è stato lo stesso di quello di Showagen. I bisogni erano diversi. Se avessero applicato lo stesso metodo di evangelizzazione, sarebbe stato un fallimento. Ma lo Spirito Santo conosceva esattamente i loro bisogni. Noi parliamo di Dio, ma non

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abbiamo una relazione pratica, reale con Lui. Non conosciamo Dio. L’opera di Dio non dipende dai metodi umani, dalla saggezza e dalle capacità umane, dipende invece dal potere che viene dall’alto.

Ellen White dice che nessuno è preparato per compiere l’opera di Dio, fosse pure il pastore o un leader, o un semplice membro di chiesa, se non ha una relazione forte, personale con Dio. Pensate un po’: tutto ciò che hanno fatto gli eroi biblici l’hanno fatto mediante la preghiera. Mosè, per esempio, ha prosciugato il mare mediante la preghiera, Elia ha fatto scendere fuoco dal cielo mediante la preghiera, Daniele ha chiuso la bocca dei leoni mediante la preghiera; non è forse così? E potremmo continuare.

La mia chiesa, dove negli ultimi 70 anni erano state battezzate 70 persone, era una bella chiesa, molto bella, si chiama Delavan, con gente mite, senza nessun problema... pazienti, rispettosi... Non succedeva mai niente là. Non nasceva nessuno, non moriva nessuno, non veniva battezzato nessuno e non se ne andava nessuno, una chiesa fantastica. Non c’era nessun problema. Ho proposto ai membri di chiesa di fare evangelizzazione. - Pastore, non funziona. - Facciamo qualcosa, però. - Va bene, per amor tuo, proviamo. Quanti soldi servono? - Circa 10.000 $.

Hanno raccolto 10.000 $, abbiamo fatto evangelizzazione e non è venuto nessuno. Non è stato battezzato nessuno. - Lo dicevamo noi, pastore! Dopo un anno, al tempo in cui avevo già imparato qualcosa seguendo quei corsi, sono tornato da loro: - Fratelli, andiamo a pregare. E una sorella disse: - OK, facciamo una preghiera! - Qui non si tratta di una preghiera, ma di una vita di preghiera. “Non cessate mai di pregare”… Un’attitudine alla preghiera. - Ma io non so che cosa dire. Dopo cinque minuti non mi vengono più le parole. - Ma tu non hai mai avuto un innamorato? - Come no! - E parlavi tutto il tempo? Ti avrebbe lasciata. Devi anche rimanere in silenzio nella preghiera. - OK, è facile, posso stare zitta. - Allora, preghiamo la mattina, tutti insieme. - OK, dove vuoi? A casa o in chiesa? - Come volete voi. È vero che a me sarebbe andata meglio se avessimo

deciso di pregare a casa, perché abitavo a 21 miglia dalla chiesa ed era inverno... Ma loro scelsero la chiesa, perché tutti abitavano a poca distanza da essa. - OK, vengo anch’io in chiesa. Per tre mesi ci siamo incontrati alle h. 5 di mattina e abbiamo pregato dalle 5 alle 6,30 . Dopodiché, questa sorella, che si chiama Florence disse: - Credo che Dio mi abbia messo in mente un’idea: facciamo un Community Center. Un Community Center è un centro per aiutare i poveri della città. Né io, né il comitato abbiamo creduto nella sua idea. Abbiamo detto:

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- Che Dio ti benedica, continuiamo a pregare. - Invece io credo che quest’idea venga dal Signore - ha ribadito lei - non opponetevi. Che cosa succederebbe se l’idea fosse da Dio? - OK, non ti resistiamo, vai e concretizza questa idea. - E, no! Dovete venire con me! Sono andato insieme a lei e a Shirley, un’altra sorella, a trovare un edificio per questo Community Center. Per due settimane, abbiamo cercato passando a setaccio tutte le case della città. Erano o troppo vecchie, o troppo care. Non abbiamo trovato niente. Dopo due settimane le ho detto: - Florence, Dio ha ispirato te, tu devi dirci che cosa dobbiamo fare! E lei: - È semplice, continuiamo a pregare! "Non cessate mai di pregare", non ci hai insegnato cosi ? - OK, preghiamo! Siamo andati in chiesa a pregare. Era martedì sera. Mentre pregavamo, il mio cellulare comincia a vibrare. Ho lasciato perdere. Appena finita la preghiera, ho controllato ed ho trovato scritto: Kaymart. Allmart, Kaymart, Meyer sono dei grandi negozi. Chi poteva cercarmi da Kaymart? Ho richiamato il numero. Era il proprietario del negozio. Mi disse: - Da quando la titolare è in prigione, siamo in bancarotta. Abbiamo sentito che cercate uno spazio per un Community Center. Non ve lo posso offrire, ma ho una grande quantità di scaffali. Se decido di venderli mi tocca pagare le tasse, voi siete una comunità no profit, mi conviene regalarveli. E poi, voi non avete soldi per comprarli e sono molto cari; arrivano a costare decine di migliaia di dollari. Ve li regalo. Quando ho riferito il fatto, Florence ha gridato: - È la mano di Diiiiiiiiiio! - Ma dove mettiamo tutti quegli scaffali, se non abbiamo un posto adeguato? E lei: - E se fosse da Dio? Abbiamo parlato con i fratelli. Il giorno seguente siamo andati con tre camion grandi, li abbiamo caricati pieni zeppi, ma non sapevamo dove mettere gli scaffali. Eravamo nel cortile della chiesa, un posto molto piccolo e pensavamo di scaricarli lì. In quel momento il mio cellulare ha suonato di nuovo: - Io sono il proprietario di un negozio di abbigliamento in centro. Siamo in bancarotta, abbiamo sentito che state cercando un edificio. Ve lo posso dare in affitto. Non vi chiedo 3.000 $, ma solo 2.000 $. - Non abbiamo 2.000 $, è troppo caro per noi. - OK! Per sei mesi vi do il locale gratuitamente e poi mi pagherete. Invece di scaricare gli scaffali nel cortile della chiesa, li abbiamo portati direttamente nell’edificio. - E che cosa mettiamo sugli scaffali? Dio ha ispirato te… dillo tu che cosa ci dobbiamo mettere. - Preghiamo! Ora che vi sto raccontando tutto questo, sembra bello e facile. Ma non lo è stato per niente. Abbiamo pregato per quattro settimane senza nessuna risposta. Allora Florence ha detto: - Quando il Signore non risponde, anche quella è una risposta. Vuol dire che è arrivato il tempo in cui anche noi dobbiamo sacrificare qualcosa. Ha parlato con le quattro chiese del distretto dicendo: - Anche se siete poveri, tutti avete qualcosa negli armadi che non vi serve più. Una camicia che non usate da un anno… sarebbe meglio darla ad un povero a cui servirà sicuramente.

Hanno offerto tutto il superfluo: sedie, bicchieri, posate, vestiti. Erano tante cose, talmente tante da riempire tutta la stanza. Abbiamo fatto pubblicità, invitando i poveri. E non è venuto nessuno. Poco dopo sono arrivati invece i furbi che volevano prendere gratuitamente gli oggetti per poi rivenderli. Ci hanno preso in giro, poi l’hanno raccontato a tutti vantandosi di averci presi in giro. La città è piccola, cosi i poveri sono subito venuti a sapere che veramente da noi tutto si dava gratuitamente, e hanno cominciato a venire anche loro. La settimana seguente eravamo in prima pagina sul giornale locale: “La Chiesa Avventista del Settimo Giorno è la sola chiesa che aiuta la nostra città, i nostri poveri”. È venuto il pastore presbiteriano: - Pastore, noi siamo fratelli, tutti crediamo in Gesù, tutti l’amiamo, e Dio ci ama tutti. Ricevereste donazioni anche da noi? Voi fate qualcosa che non è stata mai fatta qui.

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- Certamente, portate quello che avete da donare. Attualmente ci sono cinque chiese che portano donazioni da noi: i presbiteriani, i luterani, i cattolici, i metodisti, i battisti. Quando è passato l’uragano Katrina, abbiamo mandato 400 scatole ad ADRA eppure ce ne sono rimaste ancora. Dietro l’edificio il parcheggio era pieno. La gente veniva e scaricava lì le proprie donazioni. Non sapevamo cosa fare di tutto quanto. Pregavamo e lavoravamo. Il proprietario del negozio vicino a noi, dalla parte di destra, ci ha detto un giorno: - Io non vendo tanto ultimamente. Uso solo la metà del negozio, e voi tenete le scatole fuori sotto la pioggia. Sta arrivando l’inverno. Do l’altra metà del negozio a voi, così mettiamo al sicuro quella roba. - Quanto costa? - Non vi costa niente. Voi aiutate la nostra città. Abbiamo messo le scatole nel suo negozio, e dopo due mesi è venuto da noi e ci ha detto: - Da quando vi ho fatto posto nel mio negozio, Dio mi ha benedetto e ora guadagno 3-4 volte più di quello che guadagnavo quando usavo tutto il negozio. Il proprietario del negozio alla nostra sinistra ha saputo che l’altro era stato benedetto e ci ha detto: - Io non ho perso niente, ma voglio essere benedetto. Vi do anch’io la metà del mio negozio. - Florence, cosa facciamo con l’altra metà? - Preghiamo, pastore! Arrivati a questo punto, se io avessi detto ai miei membri di smettere di pregare, mi avrebbero sbattuto fuori dalla chiesa. Abbiamo ricominciato a pregare ed abbiamo ricevuto una telefonata dal Comune: - Abbiamo deciso con un articolo di legge che nessuno potrà uscire dalla prigione di Elcon finché non prenderà studi biblici da voi per un mese, perché altrimenti c’è il rischio che, tornando liberi, tornino a delinquere. Adesso, nell’altra metà del negozio, diamo studi biblici ai carcerati e organizziamo un’ora di preghiera con gli abitanti della città. A quest’ ora di preghiera partecipano più persone di quante ne vengono in chiesa. Quando il pastore presbiteriano ha saputo questa cosa mi ha detto: - Da noi non viene nessuno per l’ora di preghiera. Vorreste presentare voi? Adesso abbiamo un’ora di preghiera il martedì nella nostra chiesa, il mercoledì al Community Center e il giovedì nella chiesa presbiteriana. Sabato scorso, prima che io partissi per la Romania, la nostra chiesa, un tempo vuota, era piena: non era rimasto nessun posto libero. E il balcone, dove prima tenevamo scatole impolverate, piene di libri, era pieno di gente. Abbiamo comprato un altro terreno, dobbiamo costruire perché non abbiamo più posto. Questo è successo in una chiesa dove per tanto tempo si battezzava solo una persona all’anno. Noi non sappiamo quante benedizioni perdiamo. Ora, quando ci si incontra nella chiesa, non ci sono più tanti sermoni come prima! Si raccontano le esperienze, i membri sono felici, sono benedetti. Il dr. Joe Kidder, direttore dell’Istituto di Ricerche alla Conferenza Generale, irakeno, tanti anni fa abitava a Bagdad ed è passato vicino ad una Chiesa Avventista, la sola che esisteva in Iraq. Si è guardato intorno ed è entrato, ha ascoltato il sermone, ha parlato con il pastore, è stato battezzato di nascosto, poi è andato a casa a dire ai suoi familiari che era diventato avventista. Si sono radunati in cinquanta circa, tutti i parenti, e hanno cominciato a parlare tutti insieme, per convincerlo a rinunciare. Quando ha detto loro che non avrebbe rinunciato, questi si sono tolti le scarpe e gliele hanno tirate, cosi è la tradizione, poi l’hanno buttato fuori: - Per noi sei morto! Inoltre, suo fratello insieme a suo cugino l’hanno trascinato in un parco, e l’hanno picchiato a sangue, finché hanno creduto che fosse morto. Quando si è ripreso, ovviamente non è più andato a casa. È andato a fare il militare. Prima di lui, un avventista che si era rifiutato di lavorare il sabato, era stato picchiato fino alla morte. Sapeva dunque a che cosa andava incontro. Ha telefonato al pastore, chiedendogli consiglio al riguardo. Il pastore gli ha detto:

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- Da quando sono in Iraq come missionario ho vissuto in uno stress continuo, e tutto quello che ho fatto, l’ho fatto soltanto mediante la preghiera. Non ho nessun altro potere, nessun’altra risposta. O preghi e fai delle esperienze con Dio come mai prima nella tua vita, o rinunci. Questo è valido per tutti gli avventisti. Ha cominciato a pregare e gli è venuta un’idea. Ha detto ai comandanti: - Io non discuto con voi, ma con i vostri superiori.

Questi si sono messi a ridere: - Quando si arriva dai superiori, non c’è più scampo! E lui ha mandato una lettera al Consiglio di Difesa Nazionale ma, ovviamente, la risposta è stata negativa: - O lavori, o vai all’ergastolo. - Allora, non discuto con voi, ma con Saddam Hussein. Foto: Saddam Hussein Vi rendete conto, un dittatore senza scrupoli. Ha scritto una lettera ed ha continuato a pregare. Nessuno sa come, ma lo Spirito di Dio ha operato e la risposta è stata: - Va bene, avrai la libertà religiosa, puoi osservare il sabato.

Avendo la lettera con la firma di Saddam Hussein, gli hanno permesso di osservare il sabato. Ma poco dopo, l’hanno mandato a casa. Allora ha deciso di diventare pastore. Quando la sua famiglia ha visto la lettera da parte di Saddam Hussein, ha detto: - Se il presidente dice cosi, vuol dire che questa è la vera fede. E hanno ricevuto tutti e cinquanta il battesimo. Suo fratello e il cugino, che l’avevano picchiato, sono diventati pastori. Anche lui voleva diventare pastore, ma dopo aver fatto studi di teologia. Visto che nel suo paese non esisteva nessun seminario, ha scritto a Walla-Walla, uno dei seminari avventisti negli Stati Uniti. È stato accettato, ma non gli davano il visto per poter partire. Ah, Saddam Hussein! Ora, tutta la famiglia ha pregato insieme a lui: 51 persone. Ha scritto la lettera ed è arrivata la risposta: - Ti permetto di andare a studiare al seminario. E lì sotto c’era la firma di Saddam Hussein. È andato a Walla-Walla, è diventato pastore e la chiesa nella quale fu mandato, prima aveva ottanta membri, poi cinquanta, dopo due anni sono scesi addirittura a trenta. - Ero disperato… Dov’era Dio? Ho detto a mia moglie: "Mi ritiro dall’opera". E mia moglie mi ha risposto: - Ti sei dimenticato come pregavi in Iraq, come vivevi con Dio? Adesso sei in America, non preghi più. Preghiamo! - Sapevo che aveva ragione ed ero arrabbiato. Ma non è facile pregare giorno e notte. Siccome era sempre occupato con le persone che lo cercavano, hanno deciso di pregare molto presto, alle h. 4 di mattina e un giorno alla settimana lui andava in chiesa, si chiudeva lì e pregava tutto il giorno. Non mi ricordo di preciso per quanto tempo ha pregato. Comunque, dopo qualche mese, un lunedì era in chiesa a pregare, quando ha sentito bussare alla porta. Tengo a sottolineare: la risposta non è arrivata dopo un giorno di preghiera. I discepoli hanno pregato per quaranta giorni, Gesù ha pregato nel deserto per quaranta giorni, Mosè sulla montagna, quaranta giorni, vi ricordate? La risposta non viene da un giorno all’altro. Dunque ha sentito bussare, ha aperto: era il vicino: - Ho notato che tu sei qui tutti i lunedì, vedo la tua macchina. Io e mia moglie siamo da qualche mese in una terribile angoscia. Abbiamo un neonato e non vogliamo che lui cominci a consumare droga quando sarà grande. Vogliamo frequentare una chiesa e portare nostro figlio con noi in modo che possa crescere accanto a Dio. Non riusciamo a decidere. Lei è cattolica, io sono luterano. Lei vorrebbe che noi andassimo dai cattolici, io non voglio andare né dai cattolici, né dai luterani. Vent’anni fa ho lavorato in Alaska e il mio capo era avventista. Tutte le sere stavamo insieme e mi faceva vedere con la Bibbia che questa era la fede giusta… E voglio diventare avventista. Vuoi darci degli studi biblici? E raccontava il Dr. Kidder:

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- Prima andavo io alla ricerca, e non battezzavo nessuno. Invece ora… era come quando Dio aveva guidato gli animali nell’arca di Noè. Venivano loro da me. Non facevo nessuno sforzo e avevo dei battesimi tutti i giorni.

Ha dato degli studi biblici al vicino e si è battezzato sia lui che la moglie. - Io ho imparato dal mio capo - aveva detto il vicino - che quando vieni battezzato non diventi membro, ma discepolo. Dunque, se sono con Dio, consacrato, io ho il dovere di dirlo anche agli altri, perchè loro possano essere salvi. Tu mi devi insegnare come devo fare! E Joe Kidder gli ha risposto: - Vai a dirglielo. - No, no, prima tu vieni con me, per la prima volta, poi andrò da solo. - OK, andiamo. Dove vuoi? - Dalla mia vicina. Sono andati dalla sua vicina. Si chiama Becky ed ha 74 anni; consuma droga, alcool

e tabacco. Nessun parente viene più a trovarla, è stata causa di vergogna per la sua famiglia, gli ha lasciati sul lastrico. Per due volte è stata portata in ospedale per disintossicarsi, ma nessuno sembrava poterla convincere a rinunciare alla droga. Quando abbiamo bussato alla porta ci ha aperto: era ubriaca, e stava fumando. Il pastore Kidder aveva allergia al fumo. Quando l’ha visto fumare, ha pregato Dio: - Oh Signore, per favore, fa che sia qualsiasi altra persona, ma lei no, fa che lei non voglia degli studi biblici… Le hanno chiesto: - Vuoi degli studi biblici? E lei: - Si. Le hanno dato studi biblici, e lei ha rinunciato all’alcool, alla droga ed è stata battezzata. L’hanno saputo i suoi. - Abbiamo provato di tutto per aiutarla, è stata in prigione due volte, in ospedale qualche volta, eppure non ha rinunciato. Che cosa le avete fatto? Si è riunita tutta la famiglia: cinquantasette persone in tutto. Questo caso è stato presentato anche in TV, è stato raccontato nelle Unioni dell’America. Tutti e cinquantasette i membri della famiglia di Becky sono stati battezzati, portati in chiesa da lei. Dopo quattro anni, la sua chiesa aveva ottocento membri. Avete sentito bene, ottocento membri. Questo è successo negli Stati Uniti, non in Africa, o in India. - Non facevo niente, pregavo, e Dio me li portava. E ho imparato a pregare, quando avevo problemi, invece che agitarmi. Sono arrivato in una chiesa che era in conflitto con un’altra da centodieci anni. Si erano separate, e litigavano. E Dio ha fatto dei miracoli là. Niente Comunity Center, niente evangelizzazione sei volte all’anno, niente vicini che venissero in chiesa da soli. In ogni luogo in cui la chiesa sperimenta un risveglio in preghiera, succedono dei miracoli. Vi potrei raccontare esperienze fino a mezzanotte, come ho fatto a Timishoara. Cose talmente fuori dal normale che non ti viene da credere a quello che senti. Lo Spirito di Profezia dice che la chiesa si dividerà in due gruppi: uno che sperimenterà il potere della preghiera come mai prima, riceverà lo Spirito Santo e farà dei miracoli, e un altro che non saprà nemmeno che l’ultima pioggia è stata elargita. In quella chiesa, che si chiama Milton, c’erano sei milionari e 410 membri. Era una chiesa fondata da Ellen White, una delle più antiche. È stato conservato anche l’edificio di allora. La gente era molto fiera: siamo stati fondati da Ellen White! I milionari hanno litigato tra loro, quattro hanno attratto 270 membri e sono rimasti a Milton, e due se ne sono andati con gli altri 140 a due miglia di distanza; hanno comprato un altro edificio e hanno formato un’altra chiesa nella stessa città.

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Tutta la loro vita, le energie, i soldi, sono stati usati per lottare gli uni contro gli altri, finché la chiesa di Milton è calata da 270 a 80 membri, l’hanno abbandonata dai nonni ai nipoti, e l’altra, da 140 è scesa a 62 membri. Questa era la situazione quando arrivai là. Di questi partecipavano in trenta circa, un sabato siamo stati in nove. Era inverno… Molto scoraggiante. C’era lì una vecchietta, si chiamava Louise, aveva 92 anni, era la figlia di uno di quei milionari. Il conflitto si era trasmesso da una generazione all’altra. Quando ho proposto durante un comitato di fare dell’evangelizzazione, tutti hanno guardato lei, lei ha mosso la testa in un certo modo, e tutti hanno detto di no. Ho notato che tutte le decisioni che si prendevano dipendevano da come muoveva lei la testa. Non c’era niente da fare. Ho provato ad avvicinarmi a lei, a parlarle, ma lei mi ha risposto: - Giovanotto, i pastori vengono e vanno via. Noi rimaniamo. Ogni pastore viene con un programma nuovo. Da noi non va così, o fai come noi e rimani, o fai diversamente e te ne vai. Aveva già cambiato diciassette pastori. Ho capito che, se non facevi quello che diceva lei, si rischiava di chiudere la chiesa. Infatti lei era la sola ad avere i soldi, perché l’altro milionario era morto; la gente era povera e non si potevano pagare le bollette. Tutti dunque facevano come voleva lei. Che cosa si può fare in una tale chiesa? O fai quello che ti dice lei, o vai via. Ho parlato con mia moglie e abbiamo cominciato a pregare. Per tre mesi abbiamo pregato tutte le mattine alle h. 4,30-5. Poi ho invitato il comitato a pregare. Non ho detto niente contro di lei. Dei nove sono venuti in sei. Ci trovavamo in chiesa tutte le mattine alle cinque per pregare.

Dopo un mese e mezzo circa, Louise è caduta, si è rotta l’omero, il braccio e la gamba. A 92 anni era difficile guarire. I dottori hanno detto che sarebbe morta. Sono andato a visitarla, le ho portato dei fiori. Mi ha picchiato con la mano sana: - Fuori, non ti voglio vedere! Ho detto a mia moglie: - Non ci vado più da lei, tutte le volte che la vedo, mi fa male lo stomaco. Ma lei mi ha risposto: - Aspetta un attimo, lavorare con persone gentili non è una sfida. Se vuoi essere un buon pastore, devi lavorare con lei. - OK! Lei ha preparato degli involtini buoni, alla romena ed io li ho portati all’ospedale. Louise li ha buttati nel cestino. - Non ci vado più! E mia moglie: - Preghiamo di nuovo e poi ci vai. Ha preparato un dolce. Vi ho già detto che gli americani vanno matti per i dolci. Quando ha preso i dolcetti e stava per buttarli, ha sentito il profumo. - Oooh, che buon odore, posso prendere uno? - Sono tutti per te! Ne ha assaggiato uno, poi in qualche minuto li ha mangiati tutti e ha cominciato a piangere. - Perché vieni da me? Io sono il tuo nemico. Ho chiamato l'Unione e ho minacciato: o ti spostano, o non gli do più un soldo. Sono membro esecutivo dell'Unione da trentadue anni, ho comprato l’accademia, la scuola… tutto con i miei soldi. Mi ha elencato tutto quello che aveva fatto. - Loro dipendono da me. Perchè tu vieni da me? - Louise, non c’è nessun conflitto tra me e te. Io devo operare per Dio. - OK, ma tutti mi odiano, nessun pastore mi accetta. - Non posso dire che mi piaci, ma non ce l’ho con te. - Tu sei il nostro pastore! Poi ha chiamato l'Unione e ha detto: - Ho cambiato idea, questo qui rimane, se lo spostate non vi do più soldi. Ha trasmesso ai membri: - Fate tutto quello che vi dice lui!

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Dopo sei mesi è guarita, è uscita dall’ospedale, ha fatto una terapia di riabilitazione e poi ha presentato le sue dimissioni da tutti gli incarichi. Nella chiesa era primo anziano. Si è dimessa e ha detto : - Da ora in poi non fate più riferimento a me, parlate con lui. I membri del comitato erano molto impressionati perché loro avevano provato per anni a disfarsi di lei e senza risultato. - Vediamo che la preghiera funziona. Andiamo allora avanti con la preghiera. Nella nostra città, tutti sanno che gli avventisti sono in conflitto tra loro. Chiediamo a Dio di aiutarci a risolvere il problema del conflitto. Dopo nemmeno due mesi tutti i milionari della chiesa Milton avevano avuto diversi incidenti. Noi, ovviamente, non avevamo pregato che loro avessero delle disgrazie, ma Dio, se l’uomo non si risveglia da solo, ha i Suoi metodi per risvegliarlo… Un albero era caduto in testa a uno dei quattro, un altro aveva avuto un infarto, un altro ancora la leucemia. Dei quattro uno è morto, gli altri tre vivono ancora. Li ho visitati in ospedale, piangevano. Hanno chiamato Louise per chiederle perdono, e lei a suo turno ha chiesto perdono a loro. Adesso Louise è morta. Uno dei milionari è il proprietario di quattrocento abitazioni in città, le dà in affitto; un altro ha una fabbrica di mobili. Erano abituati a manipolare le chiese con il loro denaro. Se vedeste come sono cambiati!… Va bene, non si sono ravveduti interamente… (il pastore ride). Il loro primo desiderio dopo essersi ammalati è stato quello dell’unità. Hanno chiamato l'Unione che aveva già provato per molti, molti anni (decine di anni) di unirli, ma senza riuscirci. Ora, senza che io avessi detto o fatto qualcosa per favorire una riconciliazione, senza nessun merito da parte mia, hanno chiamato loro: - Vogliamo chiudere il conflitto, vogliamo chiedere perdono, vogliamo riunirci. Non ha senso stare a litigare. E le due chiese si sono riunite. Si è fatta una grande festa, poi hanno detto: - Vogliamo darci da fare. Pastore, che cosa dobbiamo fare? - Quello che si è fatto prima: preghiamo! Negli ultimi tempi nella mia chiesa lavoravano solo cinque persone, malgrado il comitato fosse composto da nove. Le riparazioni nella chiesa le facevano loro, le visite le facevano loro, tesoriere, anziani, sempre loro. Tutti gli anni li manipolavo: - Sorella, vorresti essere la tesoriera? - Pastore, mi sono stufata di fare sempre la stessa cosa, che la faccia qualcun altro. - Però, è l’opera di Dio! - OK, OK! E cosi via. Alla fine, poveri loro, accettavano. Ma ora le cose sono cambiate. Ci siamo messi a pregare. A marzo si dovevano fare le nuove elezioni. Tutti quanti hanno deciso di non farle finché non avessimo pregato. Ho chiamato l'Unione e ho detto: - Noi non facciamo le elezioni. - Che cosa avete, che vi è successo? - Non vogliamo fare come al solito, vogliamo pregare. - Però, alla fine le farete quest’anno, vero? - Certamente! - Allora, quando vi decidete, ditecelo. Abbiamo pregato da marzo fino a luglio. Nel mese di luglio pregavo giorno e notte, ero disperato, avevo l’impressione che Dio non avrebbe risposto più. Una notte, alle 2,30 mi sono svegliato con delle idee che non erano mie. In tutta la mia vita non ho mai pensato di agire in questo modo. Ho riunito il comitato e ho detto: - Ho qualche idea, ma sono un po’ strane, non assomigliano a quelle del Manuale di chiesa, ma non gli sono nemmeno contrarie, sono solo diverse dalla tradizione. L’anziano disse: - Anch’io ho delle idee, ma temo a presentarle, potreste dire che ho perso il lume della ragione. La tesoriera, Clara, dice: - Anch’io ho delle idee, ma sono abbastanza strane. - Vediamo! Dopo aver parlato, tutti abbiamo espresso le stesse idee. - Ti ricordi che quando abbiamo cominciato a pregare, ci siamo messi a studiare Atti degli Apostoli ed Efesini, e abbiamo capito che nella chiesa non devono lavorare solo cinque, ma che la chiesa è il corpo di

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Cristo, e non può avere solo piedi e bocche? Deve avere anche occhi, orecchie, naso, perché, se un organo non funziona, tutto il corpo soffre? Dio ci ha dato doni, ma la chiesa non li usa. - OK, vediamo come possono essere coinvolti tutti i membri. Abbiamo pregato, discusso e siamo arrivati alle conclusioni. I sei che eravamo lì a discutere siamo andati a visitare tutti gli altri. Ci siamo divisi la chiesa, ci è voluto un mese e abbiamo chiesto ad ognuno: - Vuoi lavorare per Dio? Mi ricordo quando sono stato da Jeff Jonson, un tizio alto, calvo, con una faccia rossa. Uno che non parla mai, se gli chiedi di farlo diventa rosso anche di più, si vergogna, ma è un buon ragazzo. - Jeff, vorresti lavorare per Dio? - Oh pastore, io non so parlare, mi vergogno... - Nessuno ti chiede questo, se parli tu, vanno via tutti! Che cosa sai fare invece, che dono ti ha dato Dio? - Io sono meccanico d’auto, faccio delle riparazioni alle auto. - Puoi fare riparazioni alle auto per Dio? - Certamente, pastore, quanto serve… un giorno alla settimana? Lo offro a Dio! Sono andato da Brad Messar… - Ma io non so predicare! Tutti erano fissati sulla stessa cosa. - Non ti chiedo questo, che cosa sai fare tu? - Io mi occupo di design per esterni, ovvero della progettazione di giardini: l’erba, le piante, eventualmente un pozzetto, i sentierini… insomma, curo l’estetica dello spazio davanti alla casa. - Puoi lavorare un’ora alla settimana per Dio? - Anche due. Abbiamo visitato tutti i membri e abbiamo diviso la chiesa in ventidue ministeri. Ventidue tipi di servizi, ventidue dipartimenti. Vi devo dire che solo due di questi lavoravano per la chiesa. Gli altri venti lavoravano all’esterno.

È cambiato il sistema. Prima tutti i programmi erano concentrati verso l’interno, dopo sono stati rivolti all’esterno. Ogni ministero aveva almeno quattro membri: alcuni che si occupavano dei computer, altri di salute, altri ancora di musica. Sono rimasti alcuni membri noti per essere dei pettegoli. Costoro sapevano che cosa uno aveva mangiato, dov’era stato, tutta la sua storia. Erano come gli agenti segreti. Tutti li evitavano decisamente, quindi hanno chiesto anche loro: - Visto che tutti lavorano nella nostra chiesa, vogliamo lavorare anche noi, pastore. Che cosa si poteva dar loro da fare? Che dono avevano? Il dono della conoscenza, il dono della profezia… visto che sanno tutto quello che uno fa… Abbiamo chiamato questo gruppo il Comitato di Nomina. Loro sapevano tutto: quando uno veniva battezzato, ecc. Io stesso non sapevo di lui quanto sapevano loro. Sapevano esattamente quello che un nuovo membro poteva fare e lo indirizzavano nel ministero adatto. Adesso invece

di cinque, lavorano in ottanta; di quegli ottanta, cinquantaquattro lavorano permanentemente. Cosi una chiesa pigra, è diventata una chiesa dove lavorano cinquantaquattro persone. È come fosse un alveare. Erano trascorse molte decine d’anni dall’ultimo battesimo. Quest’anno abbiamo avuto il battesimo di ventisette fratelli in una volta, quattordici in un’altra. - Pastore, mi hanno detto, non possiamo fare elezioni una volta all’anno, perché sappiamo che tutti dobbiamo lavorare e nella chiesa arrivano persone nuove ogni sabato… e noi dobbiamo farli lavorare, sia che siano battezzati oppure no. Dunque, facciamo elezioni tutte le settimane. Adesso, quando una persona viene, il Comitato di Nomina lo manda in un gruppo per tre mesi, poi, se non ci si trova bene, lo spostano in un altro, finché non trova il posto adatto a lui, dove può dare il massimo. Ora abbiamo diciassette comitati, più il Comitato di nomina, diciotto.

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Quelli che sono in affari sanno gestire i soldi, e quindi sono nel comitato finanziario. Non facciamo un comitato per discutere di che colore sarà verniciata la chiesa, o come riparare le finestre, ci sono tanti che non se ne intendono. Il gruppo delle costruzioni, guidato da Jack Arkinson, è formato da persone esperte del settore; si incontrano e sono loro che decidono. Non ci incontriamo in comitato a discutere di salute. Io, per esempio, potrei ammazzare tutti se li facessi vivere come vivo io, dormire quanto dormo io. Il gruppo per la salute è esperto di salute, si incontrano e discutono i problemi che riguardano la salute, e cosi via. Ogni gruppo ha una responsabilità. I responsabili sono stati scelti dai compo-nenti del gruppo stesso. Tutti sono anziani di chiesa, tutti consacrati. Mi è stato chiesto: - Non ti sembra che siano troppi gli anziani di chiesa? - Quanti membri ha avuto Gesù? - ho domandato io. - Dodici. - E quanti anziani? - Dodici. - Gesù li ha allenati e mandati due a due. Io non cerco più di fare membri adesso, formo discepoli. Appena arrivano, li equi-paggiamo, diamo loro autorità e li mandia-mo a lavorare. A loro turno, devono alle-nare altri.

Quando ci incontriamo nel comitato, diciassette leader di diciassette gruppi, non facciamo altro che pregare. È una delizia! Prima si andava a casa con mal di testa dopo un comitato. Ora ci incontriamo, facciamo una meditazione di quindici minuti e poi preghiamo un’ora. E si va a casa tranquilli. Abbiamo deciso nel comitato, dopo aver pregato, che tutti i gruppi devono fare out reach, cioè missione esterna, nient’altro. Tutte le altre attività devono cessare nella nostra chiesa. Dovreste vedere il gruppo di Jack Arkinson, il gruppo delle costruzioni. Ci siamo visti due mesi fa, e mi ha detto: - Come sai si è deciso di non fare altro che out reach. Allora, non sapendo come fare, abbiamo pregato. Siamo andati in Comune e abbiamo detto: “Se avete persone povere che vengono multate perché le loro case non sono a norma esteticamente, guardate che noi siamo disposti a riparare una casa alla settimana gratuitamente”. Jeff Jonson, del gruppo auto mi ha detto: - Noi siamo andati in Comune e abbiamo informato che, se ci sono persone che non hanno soldi per riparare le loro macchine, noi ripariamo una macchina alla settimana gratuitamente. E cosi via. Vi voglio dire che è venuta in chiesa una sorella che era andata via da cinque anni. È la direttrice dell’ospedale di Chicago. Non veniva in chiesa da ormai cinque anni, diceva di annoiarsi. È un tipo di persona agitato, si muove di continuo, parla, non può stare tranquilla, sembra attaccata alla corrente. E mi ha detto: - Pastore, voglio fare anch’io qualcosa in modo da non annoiarmi. - Che dono hai tu? (Non vi ho detto come abbiamo fatto in occasione delle elezioni: si sono scritti su una lista ventidue doni e si è lasciato uno spazio libero dov’era scritto: “altro”). Le ho dato la lista per scegliere il dono che credeva di avere, dove lei poteva scrivere il proprio nome. - Ma io non ho nessun dono di quelli scritti qui. - Allora, che cosa sai meglio fare? - So organizzare. Sono il capo dei responsabili dell’ospedale. - OK, organizza tutti i gruppi. Ha cominciato con la scuola del Sabato, e l’ha fatta funzionare come mai prima, una meraviglia, poi è andata nel gruppo dei bambini, poi in quello delle finanze. Uno dei gruppi si occupa della famiglia. Loro hanno chiesto professori per fare seminari sulla famiglia, ma non avevano soldi. - Non venite da me, andate dagli amministratori, loro si occupano dei soldi. Andati da loro, gli hanno detto :

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- Abbiamo elargito 500 $ a ogni gruppo, di più non abbiamo. - Non ci bastano. - Ci dispiace, non ne abbiamo di più. Hanno pagato al professore 350 $. I seminari erano gratuiti, ma hanno destinato un posticino alle donazioni. Chi voleva, poteva offrire qualcosa. Hanno raccolto 700 $, cosi si sono fatti un piccolo budget, e non usano più i soldi della chiesa. Ogni nostro gruppo funziona benissimo come un ingranaggio. Nei comitati, dopo aver pregato, cominciamo a raccontare. - Come va nel tuo gruppo, e nel tuo? E i leader dicono quello che fanno, i risultati che hanno. Preghiamo poi per ognuno e cosi finisce il comitato. Ci siamo resi conto ad un certo punto che non tutti conoscevano tutte le belle esperienze che gli altri stavano facendo. Sicché abbiamo deciso di prenderci quindici minuti tutti i sabati per farle conoscere. Ora, dopo aver cantato qualche inno, invece del sermone, passano i rappresentanti dei gruppi uno a uno e raccontano che cosa succede nel gruppo.

Non posso dimenticare… qualche sabato prima di partire per la Romania, passa Harleen, un uomo riservato, che fa parte del gruppo delle costruzioni, e racconta: - La settimana scorsa siamo stati in una famiglia, avevano la casa rovinata, ma erano persone buone, gentili. Gli abbiamo riparato la casa, poi gli abbiamo detto: - Noi non ce ne andiamo mai senza fare una preghiera. - Oh, abbiamo problemi con i figli, questo, quest’altro... Hanno pregato per loro, per la loro famiglia, e quando stavano per andar via, quella famiglia ha cominciato a piangere. - Nessuno ci ha mai aiutato e nessuno ha mai pregato per noi! A quale chiesa appartenete voi? - Eccoli, fratelli, le persone di quella famiglia sono qui, in mezzo a noi. Che il Signore li benedica! Sono passati poi uno ad uno i rappresentanti degli altri gruppi. E nella sala c’erano undici persone nuove, tutte portate dai gruppi. Ora non ci preoccupiamo di portarli dentro, di raccogliere soldi; preghiamo e Dio interviene. Vi racconto ora un esperienza molto corta. In una chiesa di vecchietti, c’era un pastore abbastanza originale, che scherzava sempre, ma era una persona che si impegnava. Ha invitato i membri a rispondere anche loro a questa sfida: risveglio mediante la preghiera. I vecchietti hanno accettato. Dopo qualche mese di preghiera hanno detto:

- Ecco, noi siamo vecchi. Se vengono da noi delle persone, si annoiano, non abbiamo un coro, nessun programma, niente. Una chiesa senza giovani è una chiesa senza futuro. Noi vorremo dei giovani. Noi continueremo a pregare per i giovani, e tu, visto che sei giovane, sai scherzare molto, lo fai anche nei sermoni, vai a trovare i giovani, tu ti adatti alle loro esigenze. - Ma non li posso portare qui. - Preghiamo! Hanno pregato e hanno detto: - Ai giovani piacciono i giochi. Vai e trova un posto dove puoi giocare una volta alla settimana con loro. Il pastore è andato in Comune e ha detto: - Noi vorremmo aiutare i giovani di questa città ad abbandonare la droga, a rinunciare agli scippi e a farli diventare gente per bene, ma avremmo bisogno di un posto dove incontrarci, giocare, studiare e non abbiamo soldi per pagare una sala da sport. E il comune gli ha dato una palestra, per un esperimento di tre mesi. Mentre i vecchietti pregavano in chiesa per lui, il pastore ha fatto pubblicità nella città dicendo che si poteva entrare gratuitamente nel club dei giovani, in quella palestra, e giocare per due ore. Lì c’era tutto, si poteva giocare a tennis, a pallavolo, ecc.

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Sono arrivati quaranta giovani circa. Uno di loro, Caail, con i cappelli a tricolore, pieno di catene, vestito di nero, stava per entrare con la sigaretta in bocca. Il pastore l’ha fermato: - Dentro non si fuma. - Allora non vengo più! - Va bene, vai altrove! Ha pensato un po’, soldi non ne aveva, ma amava moltissimo giocare a basket. Ha buttato via la sigaretta ed è entrato. La volta seguente è tornato con sedici amici. Tutti vagabondi come lui. Tutti hanno lasciato fuori le sigarette prima di entrare. Poi, dopo il terzo incontro, hanno cominciato a litigare: - Perché non possiamo fumare? E cosi è cominciato un dibattito. È stato insegnato loro a pregare. Tutti avevano dei problemi, litigi con i genitori, problemi con la prigione, con il denaro, con la scuola. Hanno pregato. Caail ha rinunciato alla droga e ha chiesto il battesimo, poi sono stati battezzati altri 15-17 giovani, non mi ricordo il numero esatto. La chiesa era povera, non aveva soldi per costruire. È morta la nonna di Caail, non-avventista. Sembrava non avere soldi nemmeno per le scarpe. Ha lasciato due milioni di dollari alla Chiesa Avventista locale dicendo: - Ho risparmiato questi soldi durante tutta la mia vita. Nessuno è stato capace di cambiare mio nipote. Visto che questa chiesa ha fatto cambiare mio nipote e ha programmi tanto validi per i giovani della città, lascio loro tutti i soldi affinché li usi per i giovani. Hanno costruito una chiesa grande, con una sala da sport. Quella chiesa che era quasi vuota e aveva solo pochi vecchietti, ora è piena di giovani.

Dio ha delle risorse, non dimenticate. Nel Salmo 50 leggiamo: “Se avessi fame, non lo direi a te, perché mio è il mondo”. Non ha bisogno dei nostri sacrifici. Dio ha delle risorse, ha soldi, ha metodi, ha potere. Il problema non è che Dio non opera, ma che la chiesa non prega. Noi non capiamo veramente cosa vuol dire la preghiera. Crediamo di conoscere Dio, ma siamo estranei. Una relazione reale con Lui comincia nella camera alta. Si sente spesso: Che preghino il pastore, l’Unione. Il pastore quando prega, prega per lui. Anche se prega per gli altri, sarà lui stesso che cambierà. Ogni membro dovrebbe sperimentare una relazione con Dio. Questa è una sfida per la chiesa. Questa è infatti la vera prova. La vera prova non è chi

sei, che studi hai fatto, ma quanto tempo vivi con Dio in preghiera. E sarà infatti la prova finale, quando l’opera di Dio sarà compiuta mediante forze straordinarie, come dice Gioele, mediante il potere straordinario della pioggia dell’ultima stagione. Soltanto le persone che pregano ne godranno. Non è uno scherzo, non è scienza, è un ritorno alla semplicità del principio. Una relazione forte e reale. La preghiera è semplice. Si, è semplice, ma se non l’hai sperimentata, non capirai mai che cosa ti potrebbe portare. La relazione con Dio può risolvere qualsiasi problema. Personalmente ho vissuto delle esperienze terribili quando sono andato in America, insieme a mia moglie e ai miei figli e si è risolto tutto mediante la preghiera. Dio non vede l’ora di ascoltarci, è molto contento ed è disposto a rispondere alle preghiere dei Suoi figli. Chiedo a Dio che vi riveli il potere della preghiera. Amen!