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L’Ente Nazionale Turistico della Romania, per incentivare l’afflusso turistico verso il paese, pubblica ogni anno due diverse riviste che descrivono dettagliatamente il patrimonio turistico, artistico e naturalistico romeno (quest’ultimo protetto dall’UNESCO). Quindi mi è stata commissionata la progettazione grafica e la stampa tipografica di queste due riviste.
Citation preview
Il Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale UNESCO
Il Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale UNESCO
Romania - Informazioni generaliGeneralitàNome ufficiale: România
Lingua ufficiale: Il romenoCollocazione: La Romania è situata nel sud-est dell’Europa e
confina con l’Ucraina (a nord e ad est), con la Repubblica Moldavia (ad est), con l’Ungheria (all’ovest e al nord-ovest), con la Serbia (al sud-ovest) e con la Bulgaria (a sud).
La bandiera: Rosso, giallo e blu, a strisce verticali, con il blu vicino all’asta.
Forma governativa: Repubblica parlamentare bicamerale.Statuto europeo: Membro dell’Unione Europea dal 01/01/2007.Popolazione: 21.733.556 abitanti (2003), tra cui 89% romeni.
Le principali minoranze sono i magiari e i sèkler (7,1%), rrom (1,7%).
Religione prevalente:
cristiano-ortodossa (86,8% della popolazione). Altri culti: cattolico (5%), protestante (3,5%), greco - cattolico (1%) ecc.
Capitale: la città di Bucarest (2.064.000 abitanti), città menzionata per la prima volta in un documento ufficiale nel 1459.
Ora ufficiale: un’ora in più rispetto all’ItaliaClima: temperato-continentale. La temperatura media
d’estate è di 22-24°C, con valori massimi fino a 38°C. Durante l’inverno, la temperatura media sta sotto –3°C.
L’unità di misura: il metro (si adopera il sistema metrico). 1 km = 0,62 miglia
Moneta nazionale: LEU (RON). 1 leu = 100 bani. Banconote correnti in circolazione: 1,5,10, 50, 100, 200 e 500 lei. Monete correnti in circolazione: 1, 5, 10 e 50 bani.
Telefoni per emergenze: 112 (servizio valido in tutto il Paese).
Feste legali: 1 Dicembre – Festa nazionale della Romania; 1 e 2 gennaio – Anno Nuovo; 1 Maggio – giornata dei lavoratori, primo e secondo giorno di Pasqua; il 25 ed il 26 Dicembre – Natale; il lunedì dopo la Pentecoste e il 15 Agosto.
Il patrimonio materiale naturale e culturale UNESCO
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i patrimoni dell’UNESCODettaglio affresco
Il Monastero di Suceava
Chiesa Dragomiresti
Primavera nel Delta del Danubio
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, Scienza e Cultura
(UNESCO) ha adottato nel 1972, a Parigi, la Convenzione in merito alla Protezione
del Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale.
In questa occasione è stata tracciata la missione per aprire un Elenco del Patrimonio
Mondiale e per contribuire alla protezione dei beni culturali comuni dell’umanità.
Il concetto “patrimonio mondiale” proposto dall’UNESCO ha indotto una modifica
dell’atteggiamento verso i beni dell’umanità. Dal momento che i siti del patrimonio
mondiale appartengono a tutti i popoli, a prescindere dal territorio in cui si trovano, va
da sé che tutti noi siamo responsabili per come sono conservati e mantenuti.
La Romania è presente sulla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, con sette
categorie di siti, considerati “beni dell’umanità”.
Il Delta del Danubio
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i patrimoni dell’UNESCO Lopatar
Pellicani nel Delta del Danubio
Pescatori del Delta del Danubio
Fiore
Il Delta del Danubio è una delle zone umide tra le più vaste del mondo (2.681 km²)
In questo delta racchiuso tra i bracci Chilia, Sulina e Sfantu Gheorghe, sono state
identificate oltre 1.200 specie di piante e alberi, 300 specie di uccelli, 100 di pesci.
Circa il 45% della superficie del Delta del Danubio è totalmente coperto dall’acqua, il
50% si trova temporaneamente sott’acqua (soprattutto in primavera) e solo il 5% (isole
galleggianti) rappresenta la “terra ferma” vera e propria, quella mai inondata.
Una vegetazione lussureggiante e selvaggia, incontaminata, copre queste distese
di acqua e di terra. Il Delta è, in sostanza, un labirinto di bracci, paludi, laghi, isole
di sabbia e infiniti canali “tracciati” nella giuncaia. Ci sono qui radure di salici
bianchi o boschi di latifoglie (pioppi neri, pioppi tremoli, querce, frassini, olmi, meli
e peri selvatici); siamo nel regno delle piante rampicanti: liane e vite selvatica che
formano un intreccio affascinante. Immense distese di giunco, vimine, carice, scirpo
compongono un indimenticabile scenario; le acque sono coperte da meravigliosi
tappeti di ninfee bianche e gialle interrotti, qua e là, da isolotti galleggianti.
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i patrimoni dell’UNESCO
Un isolotto nel Delta
Nello scenario della ricca vegetazione del Delta si svolgono i più impressionanti
spettacoli di colori e luci. I colori delle oltre 1.200 specie di erbacee, alberi e arbusti
(secondo le classificazioni fatte dai botanici) ammaliano il visitatore che penetra nel
cuore del delta. Ad ogni passo si incontra la mentuccia con i suoi delicati effluvi e tante
piante mellifere. Sono indescrivibili le sfumature di colore che avvolgono l’acqua dei
canali dall’alba al tramonto.
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i patrimoni dell’UNESCO
Un giovane pescatore tra le acque del Delta
Tutto è un fremito di vita: l’aria vibra sotto il volteggiar degli uccelli che popolano
le distese d’acqua, (pellicani, cigni, cormorani, piccioni, aironi bianchi, albardeole,
folaghe). Nelle acque vige il regno dello storione, dello sterletto (piccolo e grande), del
pesce persico, del luccio, della carpa o del carassio, mentre le giuncaie sono diventate
casa per tanti animali: tartarughe, serpenti, lontre, volpi, ma anche cinghiali e cavalli
selvaggi.
I tradizionali villaggi di pescatori nel Delta del Danubio sembrano una reminiscenza
di un mondo ancestrale. Gli abitanti sono pescatori e la pesca per loro significa vita.
Evidentemente, qui come da nessuna parte in Romania, il pesce è il re della cucina.
Chi viene da queste parti non può partire senza il pesce alla brace, la zuppa di pesce,
saramura (il pesce in salamoia) o le polpettine di pesce. Il tutto accompagnato da un
bicchiere di buon vino bianco delle vigne di Niculitel.
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i patrimoni dell’UNESCO
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i patrimoni dell’UNESCO
Il complesso lagunare Razim-Sinoe, ex golfo marittimo (880 km²), assieme a varie isole
a sud del braccio San Giorgio, fanno parte sempre del Delta del Danubio. Su questa
sponda lagunare, anticamente chiamata Halmiris, i greci di Mileto eressero, nel secolo
VII a.c., la cittadella di Histria come porto nel Mar Nero. I ruderi di un’altra cittadella
(Arganum), costruita sempre dai commercianti greci di Mileto, furono scoperti nei pressi
del promontorio Dolojman (Cap Dolojman).
La biodiversità del pianeta rappresenta un valido patrimonio naturale, dal quale dipende
la qualità della vita degli abitanti. Oggigiorno quando l’interesse per la preservazione della
natura è diventato globale, è normale che il Delta del Danubio così ricco di specie di piante
ed animali, desti l’interesse degli specialisti. Grazie ai numerosi ecosistemi identificati qui,
il Delta del Danubio si distingue per una biodiversità complessa e per un fondo specie di
inestimabile valore. L’Associazione “Amici della Natura Internazionale” (NFI), con sede
a Vienna, ha dichiarato il Delta del Danubio “Il paesaggio dell’anno 2008”.
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i patrimoni dell’UNESCO
Barche con Pescatori
Una colonia di Pellicani
Sighisoara
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i patrimoni dell’UNESCO La torre dell’orologio illuminata
Pellicani nel Delta del Danubio
La piazza centrale
Veduta dall’alto di Sighisoara
La torre dell’orologio
Vi ha mai sedotto l’idea di esplorare da vicino il Medioevo? Lungi dall’essere una mera
fantasia, il fatto è possibile, perciò vi invitiamo ad una passeggiata per le viuzze strette
di Sighisoara, cittadina medievale ancora abitata.
La fortezza venne eretta nel 1191 dai coloni sassoni, in cima ad un colle, sulla riva
sinistra del fiume Tarnava Mare ed ha conservato inalterato l’ambiente medievale.
Entrati in questo spazio meraviglioso, sotto le arcate della vecchia Torre dell’Orologio
(secolo XIV), che da secoli segna lo scorrere del tempo, arriviamo nella piazza centrale
della città dove in passato si svolgevano i processi e le esecuzioni e dove c’era “la colonna
dell ’infamia”, sulla quale venivano legati i malfattori, con una pietra di sei chili al collo.
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i patrimoni dell’UNESCO
Veduta di Sighisoara dalla Biserica din Deal
La piazza con la Casa Veneziana
Entriamo poi nella chiesa dell’ex Monastero domenicano, eretto qui nel Trecento;
all’interno, l’altare di epoca barocca (1680) appartiene allo scultore Johann West e fu
dipinto dall’artista pellegrino Jeremias Stranovius.
Passiamo vicino alla Casa Veneziana così chiamata grazie alle sue finestre, la Casa di
Vlad Dracul e la “Casa cu cerb” (Casa del Cervo), ci incamminiamo sulla Via della
Scuola, con le vecchie case dalle facciate colorate e saracinesche di legno, saliamo
i 175 gradini della Scala degli Allievi ed arriviamo al punto più alto della cittadina
dove si trova la Biserica din Deal (la Chiesa della collina) eretta nel secolo XIV in
stile gotico. Da qui si scende lungo le vecchie mura (secolo XIV) lunghe 920 m che
circondano Dealul Cetatii, rafforzate una volta, da baluardi e da quattordici torri di
difesa, di cui se ne conservano ancora nove: la Torre dell’Orologio e le torri erette dalle
varie corporazioni delle città dei conciai, dei ramai, dei cordai, dei macellai, dei sarti, dei
calzolai, dei farsetti e dei fabbri.
Ogni anno, per tre giorni, di solito nell’ultima settimana di luglio, Sighisoara fa un salto
nel passato: cavalieri in armature scintillanti, giullari e menestrelli, concerti di musica
medievale e processi contro le streghe ricreano per un fine settimana le atmosfere del
Medioevo. Durante il Festival delle Arti Medioevali, le viuzze della fortezza sono
invase più che mai da migliaia di turisti pronti a vivere il romanticismo dei secoli passati.
Chiese fortificate della Transilvania
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i patrimoni dell’UNESCO La Chiesa fortificata di Darjiu
La fortezza di Rasnov
Nel centro degli antichi paesini eretti nel secolo XII in Transilvania dai coloni sassoni,
sono immancabili le chiese fortificate che oltre alla loro funzione religiosa servivano
anche da rifugio in caso di attacchi nemici.
Concepite come delle piccole fortezze, queste chiese apparvero in Transilvania
soprattutto dopo la grande invasione tartara del 1241. Sono all’incirca 150 i villaggi
che conservano ancora questo tipo di chiese fortificate di cui sette sono stati inserite
nell’Elenco del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
La chiesa fortificata di Valea Viilor
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i patrimoni dell’UNESCO
Chiesa fortificata di Prejmer
La chiesa di Prejmer (15 km da Brasov) di ispirazione cistercense, venne costruita
tra il 1241 ed il 1250 nel gotico precoce. Alla chiesa originale furono apportate delle
modifiche tra il 1512 e il 1515. La chiesa conserva un bellissimo altare polittico con
dipinti del Quattrocento ed un organo del 1803. Venne rinforzata tra il Quattrocento
e il Cinquecento diventando la più salda fortezza contadina della Transilvania. Le sue
mura hanno uno spessore di 4 m e sono alte 14 m.
A 50 km da Sibiu si trova il paesino Valea Viilor chiamato una volta Vorumloc
che conserva una bella chiesa fortificata, consacrata a San Pietro. Venne costruita
nel Duecento e alla fine del secolo Quattrocento venne recintata con potenti mura
alte 8m e torri di difesa. Ammiriamo qui un tabernacolo gotico e delle stele in stile
rinascimentale precoce (1528).
i patrimoni dell’UNESCO
Biertan, sullo sfondo la chiesa fortificata
Il villaggio di Biertan visto dall’alto
All’interno della fortezza contadina di Biertan (80 km da Sibiu) venne eretta tra il 1492
ed il 1516 una chiesa fortificata che costituisce l’anima del paese.
Tutto il complesso fortificato è composto da tre cinte murarie consolidate da torri e baluardi
di difesa. La chiesa costruita nel tardo gotico con elementi rinascimentali, conserva il
più grande altare polittico della Transilvania composto da 28 pannelli dipinti e sculture
policrome in legno realizzate tra il 1483 e il 1525; stalli intarsiati, lavorati nel periodo
1514 – 1523 in stile rinascimentale dall’artigiano Johannes Reychmut di Sighisoara;
un pulpito di pietra decorata a bassorilievi raffiguranti le Passioni, opera attribuita allo
scultore Ulrich di Brasov (1523 – 1524). Dal 1572, la chiesa fu per quasi tre secoli sede
vescovile della chiesa evangelica in Transilvania.
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i patrimoni dell’UNESCO
Chiesa fortificata di Darjiu
L’antica fortezza di Calnic
La chiesa fortificata che si trova nel centro del villaggio di Saschiz (20 km da
Sighisoara) fu costruita tra il 1493 ed il 1496. La chiesa ha una sola navata, il coro
è allungato, l’abside poligonale poggia su massicci contrafforti. La cinta muraria che
circondava la chiesa non si è conservata. Sempre a Saschiz, sul colle vicino, si trovano i
ruderi di una fortezza risalente ai secoli XIV - XV.
A Calnic (28 km da Alba) è ubicata una tra le più vecchie fortezze della Transilvania,
eretta attorno al 1200. Le mura di cinta in pianta ovale conservano una cappella, un
torrione a tre piani chiamato la Torre Siegfried (1270 – 1272) e due torri di difesa. Il
paesino nacque tra il XV e il XVI secolo all’interno della possente cinta muraria.
Nel villaggio di Darjiu a 18 km da Odorheiu Secuiesc, attestato in alcuni documenti
del Trecento, venne costruita tra il Trecento e il Quattrocento una chiesa in stile
romantico, a cui, ulteriormente furono apportate modifiche in stile gotico e che, ancor
più tardi, fu fortificata (cinta poligonale con alte mura e torre di portone). All’interno
si conservano affreschi gotici, del 1419 eseguiti da Paolo, figlio di Stefano di Ungheria.
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Le chiese affrescate della Moldavia
i patrimoni dell’UNESCO
Il Monastero Sucevita con la chiesa affrescata
Nella parte nord della regione chiamata Moldavia, più che da ogni altra parte della Romania, sono concentrati eremi, monasteri e chiese
antichi di almeno 500 anni.
Eretti nella maggior parte dei casi dai principi della Moldavia appartenenti al casato Musat (Petru I Musat, Ilias, Petru, Alexandru cel
Bun, Bogdan II, Stefan cel Mare, Petru Rares) questi splendidi monasteri, servivano anche come necropoli principesche. Stando allo
storico Ion Neculce, Stefan cel Mare (1457 –1504) fu “il muro di difesa della cristianità”; dopo ogni battaglia durante i 47 anni del suo
principato, costruiva una chiesa o un monastero. Non si sa quanto sia vera questa affermazione, ma una cosa è certa: decine di chiese
volute dal principe si sono conservate fino ad oggi. Durante il suo regno, Petru Rares (1527–1538; 1541–1546) portò avanti la tradizione
iniziata da suo padre, il voivoda Stefan cel Mare (Stefano il Grande); risalgono a questo periodo le preziose chiese appartenenti ai
monasteri di Arbore, Voronet, Humor, Moldovita, Probota inserite nella lista dei monumenti del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
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i patrimoni dell’UNESCO
L’esterno affrescato della chiesa Voronet
L’interno affrescato della chiesa di Probota La chiesa di San Dumitru
La particolarità di queste chiese sono gli affreschi che coprono le pareti non solo
all’interno, cosa normale per le chiese in Romania, ma soprattutto all’esterno. Vi
invitiamo ad ammirare gli affreschi, nelle inconfondibili sfumature di azzurro, rosso,
giallo e verde che ricoprono le pareti esterne di queste chiese. Vi rimarranno impressi
nella memoria gli affreschi che raffigurano episodi della Bibbia più volte adattati alle
realtà dell’epoca: le persone destinate agli Inferi vestono abiti turchi poiché erano i
peggior nemici del mondo cristiano e dei romeni.
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i patrimoni dell’UNESCO
La Chiesa affrescata di Voronet
Dettagli dell’affresco del Giudizo Universale
La chiesa del Monastero di Voronet sita a 5 km da Gura Humorului fu costruita da Stefan
cel Mare nel 1488 ed è soprannominata “la Cappella Sistina dell’Oriente”. La chiesa fu
affrescata nel 1547. Celebre per i conoscitori è il Giudizio Universale dipinto sulla facciata ovest.
Caratteristico per questa chiesa è lo sfondo azzurro dell’affresco, così particolare e inconfondibile
da essere ricordato nella storia dell’arte con il nome “albastru (azzurro) di Voronet”
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i patrimoni dell’UNESCO
La chiesa del Monastero di Humor
La chiesa del Monastero di Humor, situato a 6 km a nord dalla città di Gura
Humorului, è uno tra i più rappresentativi monumenti dell’arte medievale romena.
Fu eretto nel 1530 dal boiardo Toader Bubuiog, comandante dell’artiglieria di Petru
Rares. Conserva i bellissimi affreschi esterni di tradizione bizantina, dipinti nel
1535, da Toma Zugravul di Suceava. Il colore predominate è il rosso mattone, che
caratterizza cromaticamente questa chiesa.
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i patrimoni dell’UNESCO
Monastero Moldovita
Particolare dell’affresco della Chiesa nel monastero Moldovita
Moldovita, situata a 36 km da Gura Humorului, voluta dal principe Petru Rares nel 1532, è una tra le più belle chiese affrescate all’esterno
della Bucovina. Si fa notare per il brillante colore dorato dei suoi affreschi, opera del maestro Toma di Suceava del 1537. Il più noto episodio
raffigurato sugli affreschi esterni è l’Assedio di Costantinopoli, sulla facciata sud, che allude alla battaglia contro l’Impero Ottomano dell’epoca.
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i patrimoni dell’UNESCO
Il Monastero Probota
Il Monastero Probota
Il bellissimo soffitto affrescato della Chiesa nel Monastero Probota
Il Monastero Probota, situato a 5 km dalla cittadina di Dolhasca, è dovuto sempre
alla volontà del principe Petru Rares che la fece costruire nel 1530. E’ una tra le più
belle espressioni dell’arte feudale della Moldavia, rappresentativa del Cinquecento
moldavo. La chiesa del monastero fu affrescata, all’interno e all’esterno, nel 1532.
Gli affreschi di questa chiesa sono stati recentemente restaurati.
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i patrimoni dell’UNESCO
La Chiesa dedicata alla Decapitazione di San Giovanni Battista detta chiesa Arbore
L’ingresso della piccola Chiesa di Patrauti
La chiesa di Patrauti, dista 12 km da Suceava e fu fatta costruire da Stefan cel Mare
nel 1487. La chiesa di piccole dimensioni, con pianta triconca e la torre posizionata sulla
navata, mantiene intatta la pittura originale. Particolari soprattutto il quadro votivo e
la raffigurazione della Cavalcata della Santa Croce, evidente allusione antiottomana,
ambedue realizzazioni artistiche di eccezione.
La Chiesa consacrata alla Decapitazione di San Giovanni Battista (1503) nel
villaggio di Arbore (32 km nord-ovest da Suceava) faceva parte della Corte patrizia
di Luca Arbore, grande dignitario del regno di Stefan cel Mare. Gli affreschi esterni
risalgono al 1541 e sono l’opera di Dragos Coman di Iasi, ritenuto “un vero Pisanello
della Moldavia, il più grande artista dell’Oriente ortodosso del Cinquecento”. Nel
pronao si trova la tomba del fondatore, monumento funebre del tardo gotico, il più
rappresentativo di tutta la Moldavia.
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i patrimoni dell’UNESCO
La Chiesa di S. Giorgio
La Chiesa di S.Giorgio nel monastero di S. Giovanni Novello a Suceava
La costruzione della Chiesa di San Giorgio appartenente al monastero San Giovanni
Novello di Suceava, iniziò sotto il regno di Bogdan III (1514) e fu ultimata dal
principe Stefanita Voda (1522) – entrambi figli di Stefan cel Mare.
Dell’affresco esterno, risalente ai tempi di Petru Rares (1532-1534), si conservano solo
frammenti, sulla parete sud.
La chiesa custodisce le spoglie di San Giovanni Novello, portate a Suceava nel 1402
da Alexandru cel Bun. Dal 1991, il Monastero consacrato a San Giovanni Novello è
sede dell’Arcivescovato di Suceava e Radauti.
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Le chiese in legno del Maramures
i patrimoni dell’UNESCO
Una Chiesa in legno nel Maramures
Per rilevare le metamorfosi del legno, nessun posto al mondo è più adatto del Maramures, regione situata nel nord estremo della
Romania, al confine con l’Ucraina. Questa arte di lavorare il legno è fiorita nei villaggi delle Valli dei fiumi Mara, Iza, Cosau, Viseu o
Tibisco (Tisa). Dal legno i contadini creavano tutto: dalle chiese alle case, dai portoni all’oggettistica per la casa, motivo per cui possiamo
affermare senza sbagliare che è stata creata una vera civiltà del legno.
Una volta entrati in uno dei tanti paesini riparati dalle vallate è impossibile non notare i portoni molto simili a degli archi di trionfo,
estrosamente scolpiti in legno con motivi decorativi stilizzati, simboli cristiani (il sole, l’albero della vita, alcune croci), raffigurazioni
zoomorfe ed antropomorfe, meravigliosi esempi dell’arte contadina.
Lontani dalle classiche chiese, in Maramures le chiese sono costruite in legno, senza l’utilizzo dei chiodi, solo ad incastro, con le torri
i cui tetti aguzzi sembrano sfidare le leggi gravitazionali. Espressioni della spiritualità locale, le chiese in legno dei villaggi Barsana,
Budesti, Desesti, Ieud, Plopis, Poienile Izei, Rogoz, Surdesti con le loro torri snelle che toccano il cielo, sembrano aver annientato la
deperibilità del materiale di cui sono fatte.
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i patrimoni dell’UNESCO
La Chiesa di Josani
Dettagli della Chiesa di Josani
Interno della Chiesa di Ieud
La chiesa di Ieud – detta Del Colle (consacrata alla Nascita della Madonna), risalente
al Settecento fu dipinta da Alexandru Ponehalschi. Nella sua soffitta, fu scoperto
il Codice di Ieud, la più vecchia Legge scritta in lingua romena (probabilmente del
1391). In questa chiesa viene custodita una collezione di icone su vetro provenienti dal
centro dei pittori di icone di Sicula (il primo centro della Transilvania per la pittura su
vetro), preziosi libri e documenti.
La chiesa di San Nicola di Budesti (Josani) fu costruita nel 1643 al posto di un’altra del
Cinquecento. La chiesa, costruita con grosse travi di quercia, su fondamenta di pietra,
fu dipinta (il pronao e la navata) in colori caldi e luminosi, piacevolmente armonizzati,
verso il 1762 da Alexandru Ponehalschi, uno dei pittori più attivi nel Maramures, che
dipinse anche l’iconostasi. Purtroppo, la pittura si è ben conservata solo sui muri nella
parte sud e ad ovest del pronao.
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i patrimoni dell’UNESCO
Una Croce intarsiata in Legno
Dettaglio della Chiesa di Poienile Izei
La Chiesa di Poienile Izei
La Chiesa di Rogoz
La chiesa “Sfanta Paraschiva” (consacrata a Santa Paraschiva) di Poienile Izei risale
al Settecento. La pianta della navata della chiesa è rettangolare, la veranda è situata sul
lato ovest; la torre a tre campane sovrastante il pronao ha un belvedere a forma di elmo
allungato sopra il quale sta una alta croce. Diverso dalle altre chiese è l’altare, a quattro
lati. Le pitture, fatte nel 1794, impressionano per lo stile eclettico, che combina elementi
iconografici tradizionali con quelli specifici dell’epoca.
La chiesa “Sfintii Arhangheli Mihail si Gavril” (consacrata ai Santi Arcangeli Michele
e Gabriele), di Rogoz fu costruita nel 1663, fu poi restaurata nel 1717 e dipinta nel 1785
da Radu Munteanu e Nicolae Mann. è uno tra i più interessanti edifici del Maramures.
La navata ha forma rettangolare, il pronao è ad abside, mentre l’altare è caratterizzato da
sette lati. La torre campanile è fiancheggiata da quattro torrette situate agli angoli. Sotto
la grondaia ci sono numerose consolle, scolpite a forma di teste di cavallo.
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i patrimoni dell’UNESCO
Il Monastero del ‘700 di Barsana
La Chiesa Sfanta Paraschiva a Desesti
La chiesa “Sfanta Paraschiva” (consacrata a Santa Paraschiva) di Desesti fu costruita
nel 1717, anche se alcuni sostengono che fu costruita nel 1770. La sua architettura segue
le tradizioni: la maniera di abbinare gli elementi costruttivi, l’equilibrio delle forme e
dei volumi danno l’impressione di semplicità ed eleganza. L’originalità del monumento
deriva dalle travi che si trovano nella parte alta che, nella intelaiatura del tetto, sono
prolungate e scolpite a scala. La Chiesa è caratterizzata da una preziosa pittura murale,
eseguita nel 1780 dai maestri Radu Munteanu e Gheorghe Visoveanul.
La chiesa del Settecento, “Intrarea in biserica a marcii Domnului” (consacrata alla
Presentazione della Madonna), di Barsana, è un esempio tipico di architettura di
Maramures. E’ di piccole dimensioni, ha la pianta rettangolare, l’abside a cinque lati; la
torre campanile situata sul pronao ha doppio tetto a travatura. La chiesa fu dipinta nel
1806 da due maestri della zona; le composizioni sono di influenza barocca.
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i patrimoni dell’UNESCO
La Chiesa di Surdesti
La Chiesa di Plopis
Dettaglio dell’affresco della Chiesa di Voronet
La chiesa Sfintii Arhangheli “Mihail si Gavril” (consacrata ai Santi Arcangeli Michele
e Gabriele) di Plopis fu costruita alla fine del Settecento, dal maestro Ioan Macarie e
dipinta nel 1811 da Stefan di Sisesti. L’originalità di questa chiesa consiste nel profilo
trilobato della volta della navata, unico per le chiese in legno del Maramures.
La chiesa “Sfintii Arhangheli Mihail si Gavril” (consacrata ai Santi Arcangeli Michele
e Gabriele) di Surdesti, villaggio sulla Valle del Cavnic, fu costruita nel 1766 dallo
stesso maestro di Plopis – Ioan Macarie e poi dipinta nel 1783 da Stefan di Sisesti. E’
considerata la più alta costruzione in legno del Paese grazie alla sua torre alta 54 m. La
veranda ha due arcate sovrapposte, una al pianoterra e l’altra al primo piano. L’iconostasi
della chiesa spicca per i suoi elementi scolpiti, di influenza barocca, policromi e dorati e
per le icone dipinte su sfondo dorato.
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La Chiesa di Surdesti
i patrimoni dell’UNESCO
Contadini del villaggio di Plopis, sullo sfondo la chiesa
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Il Monastero di Hurez (Horezu, Hurezi)
i patrimoni dell’UNESCO
Il Monastero di Hurez
Nel villaggio Romanii de Jos, a 3 km da Horezu (vecchio centro di ceramica tradizionale), si trova il complesso più rappresentativo di
architettura romena medioevale conservatosi in Valacchia, famoso per lo stile “brancovenesc”: il Monastero Hurez (eretto tra il 1690 e il
1703). Ubicato ai piedi dei Monti Capatanii, in mezzo alle foreste, il Monastero si compone di una chiesa consacrata ai Santi Imperatori
Costantino e Elena (costruita tra gli anni 1690 e 1694), la cappella “Nasterea Maicii Domnului” del 1697 (consacrata alla Nascita della
Madonna), la chiesa dell’ospedale (fatta costruire tra gli anni 1696 e 1699 dalla principessa Maria Brancoveanu), l’eremo “Sfintii Apostoli
Petru si Pavel” eretto nel 1698 (consacrato ai Santi Apostoli Pietro e Paolo), l’eremo “Sfantul Stefan” eretto nel 1703 (Santo Stefano), la
Casa Principesca e il Belvedere di Dionisie Balacescu (1752-1753).
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i patrimoni dell’UNESCO
L’Eremo “Sfintii Apostoli Petru si Pavel” appartenente al Monastero di Hurez
L’interno del Monastero di Hurez
Uno scorcio del Monastero di Hurez
Durante il regno di Costantino Brancoveanu (1686 - 1714), il Monastero Hurez diventò un importante centro di cultura e di intensa
attività artistica. Funzionavano qui una ricca biblioteca umanistica (4.000 volumi), unica nell’Europa del sud-est dei primi del Settecento,
una scuola per preparare amanuensi, copisti e scrivani, nonché una scuola di capi mastro, artigiani che poi lavorarono in Valacchia,
Transilvania e nel sud del Danubio nel Settecento. Il museo allestito presso il Monastero di Hurez nella casa Principesca custodisce una
ricca collezione di vecchi oggetti di culto (libri, icone dipinte su legno, tessuti preziosi), alcuni risalenti alla fondazione del monastero.
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Le fortezze daciche dei Monti Orastie
i patrimoni dell’UNESCO
Resti di una fortezza dacica in zona Hunedoara
Nei Monti Orastie nel sud ovest della Transilvania ci fu il nucleo del regno dei daci. Innumerevoli fortilizi, edifici strategici e torri di
difesa coprivano una superficie di 200 km² su queste montagne. Le fortezze daciche, costruite tra i secoli I a.C. – I d.C., conquistate dai
romani nei primi anni del secolo II d.C., sono le principali vestigia che testimoniano dei leggendari Daci, avi dei romeni, che si ritenevano
“immortali”. Le fortezze, circondate da tipiche mura di calcare levigato e perfettamente abbinate (murus dacicus), rappresentano “un
sistema di difesa unico nell’architettura europea”. I numerosi santuari scoperti nelle vicinanze sono testimonianza del profondo spirito
religioso di questo misterioso popolo di cui si conoscono poche cose. L’originale abbinamento degli elementi di architettura religiosa e
militare contraddistingue le fortezze della fase classica della civiltà dacia.
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i patrimoni dell’UNESCO
Costesti-Cetatuie (comune di Orastioara, distretto di Hunedoara), eretta con l ’aiuto di mastri artigiani ed architetti portati dalle colonie greche del Mar Nero
Costesti-Bliaru(comune di Orastioara, distretto di Hunedoara)
Lucani – Piatra Rosie(comune di Bosorod, distretto di Hunedoara)
Banita(distretto di Hunedoara)
Capalna(comune di Sasciori, distretto di Alba).
Le vie d’accesso verso la capitale erano protette da altre numerose cittadelle, situate, generalmente, nei punti strategici. Tra questi citiamo:
Un tratto della monumentale “Via Sacra”, strada lastricata da pietre di calcare
Il centro militare, politico, economico e religioso dei daci era Sarmizegetusa Regia
(sita attualmente nel villaggio Gradistea de Munte, comune di Orastioara, distretto
di Hunedoara). Il sito è situato a 1.200 m, sulla cima più alta del Colle Gradistea e
fu allestito su diverse terrazze antropiche. L’altipiano superiore era legato alla zona
sacra dei santuari, collocati su due terrazzi, da un via sacra – una monumentale strada
lastricata con pietre di calcare. Prima della sua conquista e distruzione da parte dei
romani, Sarmizegetusa Regia era anche il più importante centro metallurgico d’Europa
(eccezione fatta per l’Impero Romano).
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I valori culturali immateriali dell’umanitàLa tradizione romena Calusul
i patrimoni dell’UNESCO
Inizialmente, le convenzioni delle Organizzazione delle Nazioni Uniti per l’Educazione, Scienza e Cultura (UNESCO) hanno sostenuto solo la conservazione del patrimonio materiale culturale e naturale. Con il tempo, però, è diventata evidente la necessità di preservare anche i valori culturali immateriali dell’umanità vale a dire: tradizioni, usanze, rituali, musica e danze popolari, arti dello spettacolo, pratiche collegate alla natura e all’universo, arti tradizionali. Visto che nella società globale di oggi si fa sentire il pericolo della standardizzazione, l’UNESCO considera che la preservazione di questi valori (tramite identificazione, archiviazione, registrazione in forme tangibili, ricerca) sia una priorità assoluta del mondo di oggi.
Nel 2005, la tradizione romena Calusul è stata dichiarata dall’UNESCO opera maestra del patrimonio orale ed immateriale dell’umanità. Calusul è una danza rituale praticata nel sud del Paese, d’estate, connessa alla Discesa dello Spirito Santo. Gruppi di ragazzi (composti sempre in un numero dispari) e con una rigorosa gerarchia; ognuno occupa una precisa funzione: il Muto, il Capo, l’aiutante del Capo, il Portabandiera ecc.), eseguono il Calusar, questa antica danza rituale a funzione magica. In uno stato di euforia evidente, i ragazzi danzano, fino all’esaurimento fisico, a ritmi eseguiti da liutisti. La danza è fatta di ritmi segnati da salti ritmici, tutto sullo sfondo delle orazioni dei ballerini. Questi si fasciano di nastri rossi mentre in vita portano fazzoletti ricamati; in testa hanno cappellini addobbati da perline e nastri variopinti. Ai piedi portano ciocie con speroni di metallo che tintinnano durante la danza. I ragazzi che aderivano a questa magica fratellanza, dovevano prestare giuramento di appartenenza al gruppo, per almeno nove anni.
Una volta si credeva che questa danza avesse avuto il potere di guarire, di cacciar via gli spiriti maligni (tra cui le fate maligne), di restituire la fertilità della terra. è la più vecchia danza popolare romena; si pensava che alla base ci fosse una danza militare ereditata dai daci o dai romani, oppure che fosse l’eredità di uno spettacolo teatrale romano simboleggiante il Ratto delle sabine oppure egizio, ricordando l’uccisione di Osiris da parte di Set. La più vecchia descrizione di questo rituale ha come autore Dimitrie Cantemir, principe e storico romeno (1673 - 1723): “La gente superstiziosa è convinta che loro hanno la forza magica di cacciar via le malattie croniche e che per la guarigione si deve seguire un certo rituale: disteso per terra, il malato viene calpestato dai piedi alla testa, dai giovani ballerini mentre eseguono la loro danza; alla fine, sussurrano al suo orecchio parole di rito e ordinano alla malattia di uscire dal corpo del malato”.
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Calusarii, i danzatori del Calusar
Informazioni pratiche:Come entrare nel Paese
Per i soggiorni di durata inferiore a 90 giorni, i cittadini dell’Unione Europea possono entrare in Romania con la carta di identità purché di validità superiore ai sei mesi. Per per-manenze superiori ai 90 giorni è necessario richiedere il per-messo di soggiorno all’Autorità per Stranieri, che dipende dal Ministero dell’Interno romeno.
E’ possibile introdurre sino a 10.000 Euro o l’equivalente in qualsiasi valuta. Le somme superiori a 10.000 euro vanno dichiarate.
Il cambio della valuta
C’è la possibilità di cambiare la valuta presso gli appositi spor-telli disponibili negli alberghi, nelle stazioni, negli aeroporti, nei grandi negozi e nelle principali vie cittadine. Assoluta-mente da evitare il cambio in nero.
Per informazioni aggiornate sui tassi di cambio, è utile con-sultare il sito della Banca Nazionale di Romania: www.bnr.ro.
Bancomat
Si trovano sportelli Bancomat in tutte le banche, negli aero-porti, alberghi e anche nei maggiori centri commerciali e su-permercati. Con una carta internazionale è possibile prelevare direttamente in moneta locale.
Le carte di credito
Il pagamento con carta di credito è molto diffuso in Romania. Nei grandi centri abitati è possibile regolare i pagamenti uti-lizzando le card, accettate negli alberghi, nei grandi ristoranti e nella maggior parte dei negozi. Le più usate: American Ex-press, MasterCard, Diners Club e Visa.
Telefoni utili
Digitando il numero 112 si viene messi in collegamento con un servizio di emergenza unificato operativo sull’intero ter-ritorio.
Fra i numeri utili:
961 per le ambulanze
955 per la Polizia
981 per i Vigili del Fuoco
972 informazioni per gli appelli internazionali
951 per le informazioni generali
931 per le informazioni telefoniche
021-2222222 soccorso stradale
Guidare un’auto
Diciotto anni è l’età minima richiesta per condurre un’automobile. La velocità massima tollerata nei centri abi-tati è di 50 km/h. Fuori centro abitato è invece di 90 km/h e in autostrada 120 km/h. Si circola sul lato destro della carreg-giata e non è consentito il consumo di alcolici per chi siede alla guida.
Patente
In generale, è valida la patente italiana, anche se alcune so-cietà di autonoleggio preferiscono la patente di guida inter-nazionale.
Tassa di circolazione
Per poter circolare in auto all’interno della Romania è neces-sario pagare la Rovinieta, una tasse di circolazione variabile in base alla cilindrata dell’auto e alla lunghezza del soggiorno. L’importo, che per i soggiorni inferiori a un mese varia dai 3 ai dieci euro, deve essere versato appena entrati nel Paese, presso le stazioni di rifornimento, gli uffici postali o le Casse di risparmio (Cec).
In contrassegno verrà consegnato un tagliando adesivo da apporre sull’auto in modo che sia visibile.
Assistenza sanitaria
Per viaggiare in Romania è sufficiente l’assicurazione italiana. Il pronto soccorso è gratuito, per i cittadini stranieri le visite mediche sono a pagamento, come pure i ricoveri ospedalieri.
Per viaggiare in Romania non è richiesta o consigliata alcuna vaccinazione.
Per viaggiare con gli animali serve il libretto sanitario rilas-ciato dal veterinario che possa testimoniare la vaccinazione antirabbica fatta non più tardi di sei mesi prima del viaggio
Per qualsiasi altra informazione contattate:Ente Nazionale per il Turismo della Romania Via Torino, 95 – 00184 RomaTelefono +39 06 4880267, fax +39 06 48986281e-mail: [email protected]
oppure i Consolati della Romania aRoma, Milano, Torino, Bologna e Trieste(www.roma.mae.ro )
grafica: www.alessandrocalzetta.it - www.grafichemeccaniche.it
Ente Nazionale per il Turismo della RomaniaVia Torino, 95 (Galleria Esedra) - 00184 Roma - Italiatelefono: +39 06 4880267 - FAX: +39 06 48986281
e-mail: [email protected] - www.romania.it
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