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Enrico Giovannini
Statistica, conoscenza e politica: verso un nuovo paradigma
Il valore aggiunto delle statistiche
Una formula :
VAS = {N * [(QSA * MF) * RS * TS * NL]} - CP
VAS = valore aggiunto della statistica ufficiale N = ampiezza del pubblico QSA = informazione statistica ufficiale prodotta MF = ruolo dei media RS = rilevanza dell’informazione statistica ufficiale TS = fiducia nella statistica ufficiale NL = “numeracy” degli utilizzatori CP = costi intermedi
Alcuni aforismi
Informazione non è conoscenza (A. Einstein) Un investimento in conoscenza frutta il migliore
interesse (B. Franklin) Condividi la tua conoscenza. È un modo per
raggiungere l’immortalità (Dalai Lama) Guardati dalla falsa conoscenza: è più pericolosa
dell’ignoranza (B. Shaw) L’illuminazione è l’uscita dell’uomo dalla sua
immaturità. L’immaturità è l’incapacità di utilizzare la propria capacità di comprendere senza l’aiuto di qualcun altro (I. Kant)
Modelli su informazione e democrazia
Le elezioni sono un “mercato” nel quale i politici offrono piattaforme politiche domandate dagli elettori, i quali devono decidere se votare e per chi votare.
Per fare cio’ l’elettore stima un “differenziale” tra i partiti, uguale all’utilita’ (U) derivante dalla vittoria dell’uno o dell’altro, e il costo (C) di andare a votare, a sua volta dipendente dall’influenza che il voto puo’ avere sul risultato finale.
Se U > C l’elettore vota
Modelli su informazione e democrazia
C dipende anche dal costo di acquisire l’informazione sulle piattaforme, i candidati, ecc.
Questa e’ un’informazione molto costosa ed il suo valore va scontato per l’impatto limitato che il voto singolo ha sull’esito finale.
Il risultato e’ che l’elettore si comporta come un “rational ignorant”.
Modelli su informazione e democrazia
Wittman (1973) dimostra che, se l’elettore non puo’ monitorare il comportamento dell’eletto, allora la coerenza tra scelte degli eletti e i desideri degli elettori e’ una funzione negativa della conoscenza dell’elettore.
Alesina (1988) nota che la mancanza di indicatori per monitorare la corenza tra promesse e realizzazioni rende l’eletto libero di fare cio’ che vuole.
L’asimmetria informativa consente l’uso della teoria dei giochi (principal/agent) e rende le elezioni un tipo di contratto incompleto.
Modelli su informazione e democrazia
Il sistema “bastone/carota” delle elezioni non funziona se non ci sono indicatori di risultato e se essi non sono portati a conoscenza dell’elettore.
In assenza di essi, gli elettori diventano come gli azionisti delle SpA, i quali diventano schiavi dei manager, in possesso di informazioni e capacita’ precluse agli altri.
Modelli su informazione e democrazia: Swank and Wisser (2003)
Incentivi e disincentivi giocano un ruolo fondamentale per determinare il comportamento dei politici al potere, i quali spesso devono affrontare problemi complessi per affrontare i quali essi dispongono di strumenti limitati.
Per modellare questa situazione si considera il caso di un elettore il quale deriva la sua utilita’ dall’implementazione di certi progetti.
.
Modelli su informazione e democrazia: Swank and Wisser (2003)
Pay-off del politico:
E [∑ δ t (λ - DtC - BtW) + f Xt(p+ μt)].
δ = fattore di sconto;
Xt = 1 se un nuovo progetto e’ realizzato
Xt = 0 se si mantiene lo status quo
p = beneficio atteso del progetto
μt = fattore stocastico
C = costo dello studio dell’intervento
W = costo di esaminare i risultati dello studio
Modelli su informazione e democrazia: Swank and Wisser (2003)
L’informazione asimmetrica fa si’ che il politico possa osservare μt, pagando il costo W, mentre l’elettore osserva (p + μt) con probabilita’ α, mentre con probabilita’ (1- α) egli ignorera’ i risultati.
Alle elezioni l’elettore sa se un progetto e’ stato realizzato, ma non osserva se il progetto e’ stato analizzato.
Modelli su informazione e democrazia: conclusioni
Una piu’ alta probabilita’ di osservare i risultati delle politiche minimizza la “welfare loss” necessaria per dare i giusti incentivi al politico per esaminare i progetti
Le elezioni non sono il meccanismo efficace per forzare i politici a seguire le indicazioni dei cittadini
L’osservazione di indicatori di risultato aiuta la societa’ a raggiungere i suoi obiettivi con minori risorse.
Alcune evidenze
Il 69% degli europei pensa sia necessario conoscere i dati economici “chiave”
Il 53% degli europei non e’ neanche capace di tentare di indicare il tasso di crescita del PIL. L’8% conosce il dato corretto
Il 45% degli europei non si fida della statistica ufficiale
Negli USA i 5 principali canali TV riportano i dati sul PIL nel 46% dei casi, i 27 principali giornali nel 39% dei casi
Il 40% degli americani non ha mai sentito parlare dei dati ufficiali del PIL o della fonte dei dati
Statistica, conoscenza a politica: una catena interrotta
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0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Political decisions are made on the basis of statistical information (diff yes-no)
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Un possibile “puzzle”
Indagine Eurobarometer per l’OCSE
Crescita PIL
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10%
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40%
50%
60%
70%
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DK Correct Not correct
Un possibile “puzzle”
Indagine Eurobarometer per l’OCSE
E’ necessario conoscere questi dati?
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30%
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60%
70%
80%
90%
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Agree Disagree DK
Come si propaga l’informazione
Approccio “epidemiologico”
All’inizio solo alcune persone raccolgono l’informazione
L’informazione è trasmessa come un virus Ma ad ogni passaggio l’informazione cambia
leggermente
Ipotesi della “disattenzione razionale”
Importanza dell’informazione “locale” e “personalizzata”
La rivoluzione in corso: il web 2.0
Il Contenuto Creato dall’Utente (CCU) e’ un fenomeno con implicazioni sociali rilevanti. Esso cambia il modo in cui gli utilizzatori producono, distribuiscono, accedono e riusano l’informazione.
Come una piattaforma aperta, il CCU aumenta il libero flusso di informazione e la liberta’ di espressione, arricchendo il dibattito politico e sociale ed ampliando la diversita’ di opinioni.
Il web e’ diventato uno strumento per riunire i piccoli contributi di milioni di persone e migliorarli. Questo fenomeno viene normalmente chiamato web 2.0 o web participativo.
Il web 2.0 e la statistica
Alcune evidenze: Il 95% degli utenti di Google non va oltre la prima
pagina dei risultati della ricerca; Una volta raggiunto un sito, il 95% lo abbandona se
in tre click non ha trovato l’informazione che cercava;
Il modo con cui i metadati usati dai motori di ricerca sono strutturati non ha nulla a che fare con la qualita’ intrinseca del sito;
Nuovi approcci alla “ricerca” si basano sulle opinioni delle persone.
Il web 2.0 tende a trasformare il “consumer” di una particolare informazione/servizio in un “prosumer”
Opportunita’ e rischi
Statistiche affidabili non possono essere certo generate usando la cosiddetta “intelligenza collettiva”, ma questo approccio puo’ avere un impatto enorme sul modo in cui le statistiche sono percepite e usate.
Nuove parole chiave: Legittimita’, Fiducia, Autorevolezza, Credibilita’
E’ una grande sfida, ma anche una grande opportunita‘per sviluppare una nuova strategia di comunicazione e convincere gli utenti della qualita‘ dei dati prodotti
Bisogna creare “il luogo del quarto principio”
Creare il “luogo del quarto principio”
Se il web 2.0 e’ un luogo per la discussione, le autorita’ statistiche dovrebbero creare siti di discussione sulla qualita’ dei dati usati per formare l’opinione pubblica, compresi ovviamente i dati ufficiali.
C’e’ il rischio di aprire il “Vaso di Pandora”?
www.wikiprogress.org
Un “temporale” o un “cambio di paradigma”?
Alcuni sostengono che questi sono solo segnali di una moda effimera, e non un cambio di paradigma: quindi non c’e’ bisogno di cambiare radicalmente il modo di diffondere e comunicare le statistiche.
Secondo altri, e’ un vero e proprio cambio di paradigma e cambiamenti radicali sono necessari per rimanere sul mercato dell’informazione.
Un “must” per il futuro della statistica
Questa rivoluzione deriva dai nuovi strumenti tecnologici, piu’ che da un cambiamento delle tecniche statistiche: grazie alle nuove tecnologie i dati stanno diventando una “commodity”
La comunicazione non e’ un’appendice del “core business” basato sulla produzione dei dati, ma una funzione chiave che determina il successo o il fallimento del produttore di dati.
Essere aperti al dialogo con gli utilizzatori usando il web 2.0 non e’ una scelta, e’ un obbligo, specialmente per assicurarsi per le nuove generazioni guardino alle statistiche ufficiali come una fonte autorevole.
Cosa fare per realizzare il cambiamento
Mission e vision
Diffusione e comunicazione
Dialogo con gli stakeholders
Integrazione, standardizzazione e qualità
Formazione e iniziative per la “numeracy”
Informazione a livello “locale”
La missione dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) è
quella di servire la collettività attraverso la produzione
e la comunicazione di informazioni statistiche e analisi
di elevata qualità, realizzate in piena autonomia e sulla
base di rigorosi principi etico-professionali e i più
avanzati standard scientifici, allo scopo di sviluppare
un’approfondita conoscenza della realtà ambientale,
economica e sociale dell’Italia ai diversi livelli territoriali
e favorire i processi decisionali di tutti i soggetti della
società (cittadini, amministratori, ecc.).
Missione dell’Istat
L’Istat intende essere un’amministrazione innovativa, che si impegna al servizio della collettività, valorizzando la professionalità e l’integrità del proprio personale, creando appropriate condizioni di lavoro e minimizzando il proprio impatto sull’ambiente.
L’Istat rispetta la privacy dei rispondenti, protegge la confidenzialità dei dati ricevuti e svolge le proprie attività in modo trasparente e indipendente. L’Istat è orientato alla ricerca della massima efficacia ed efficienza nell’utilizzo delle risorse disponibili e promuove la collaborazione con gli altri enti del Sistema Statistico Nazionale e della pubblica amministrazione, con il mondo della ricerca e con la società civile, anche allo scopo di accrescere la cultura statistica.
L’Istat fa parte del Sistema Statistico Europeo e collabora con gli altri soggetti del sistema statistico internazionale.
Visione dell’Istat
1. Valutare le esigenze informative attraverso un dialogo continuo con gli utenti.
2. Produrre informazione statistica rilevante per gli utenti nazionali e internazionali secondo i più elevati standard qualitativi e rigorosi principi etico-professionali.
3. Condurre ricerche metodologiche e applicate allo scopo di migliorare i processi di produzione dell’informazione statistica e contribuire alla conoscenza della realtà ambientale, economica e sociale dell’Italia.
4. Sviluppare il Sistema Statistico Nazionale per accrescere l’offerta e la qualità dell’informazione statistica fornita alla collettività.
5. Favorire lo sviluppo coordinato dei sistemi informativi della pubblica amministrazione e la loro utilizzazione per fini statistici, così da accrescere l’informazione disponibile, massimizzando l’integrazione delle fonti e minimizzando il carico statistico sui rispondenti.
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Obiettivi strategici di lungo periodo
6. Contribuire allo sviluppo del Sistema Statistico Europeo e favorire la cooperazione internazionale in campo statistico.
7. Diffondere e comunicare in modo efficace l’informazione statistica e le analisi realizzate per favorire la conoscenza della realtà economica, sociale ed ambientale dell’Italia e migliorare i processi decisionali dei soggetti privati e delle istituzioni pubbliche.
8. Promuovere la formazione in campo statistico e la cultura statistica per migliorare la comprensione, a livello istituzionale e dei singoli cittadini, dell’informazione prodotta sulla realtà ambientale, economica e sociale dell’Italia e per favorire un suo corretto utilizzo.
9. Sostenere la produzione statistica attraverso processi amministrativi e gestionali di elevata qualità.
10. Sviluppare il capitale umano e migliorare le condizioni di lavoro del personale.
Obiettivi strategici di lungo periodo
Diffusione e comunicazione: il “dilemma di Diamanti”
Sito web bilingue (già operativo)
Sito 2.0 profondamente rinnovato (dicembre)
Una più ricca e articolata offerta ai media
Maggiore presenza sui mezzi d’informazione
Newsletter Istat
Uso di social networks
Grafica dinamica e videoclips
Integrazione
Qualità
Formazione e iniziative per la “numeracy”
Standardizzazione e metadati
Integrazione
Qualità
Formazione e iniziative per la “numeracy”
Standardizzazione e metadati
Dialogo con gli stakeholders
Creazione del Consiglio nazionale degli utenti dell’informazione statistica
Rapporto con le società scientifiche
Rapporto con associazioni di categoria
Integrazione, standardizzazione e qualità
Servizi avanzati per il Sistan (modulistica, formati, webservices, etc.)
Codice italiano della statistica ufficiale
Quality reviews
Da I.Stat a I.Stat
SDMX
Metadati
Formazione e iniziative per la “numeracy”
Scuola Superiore di Statistica e Analisi Sociali ed Economiche
Master europeo in statistica ufficiale
L’Istat per i 150 dell’Italia
Progetto scuola
Giornata mondiale della statistica
Formazione e iniziative per la “numeracy”
Scuola Superiore di Statistica e Analisi Sociali ed Economiche
Master europeo in statistica ufficiale
L’Istat per i 150 dell’Italia
Progetto scuola
Giornata mondiale della statistica
Informazione a livello “locale”
Presentare i dati per renderli utili anche agli individui (“disattenzione razionale”)
Stabilire alleanze con intermediari
Attenzione ai piccoli territori
Usare linguaggi adeguati ai temi rilevanti per le persone
Conclusioni
Una questione chiave per il funzionamento delle società democratiche nell’era dell’informazione
Una sfida vitale per la statistica in una fase di storico cambiamento del funzionamento della società
Allungamento della “funzione di produzione”
Opportunità per nuove alleanze
Dalla statistica fatta di cifre ad una statistica fatta di contenuti
Dalla “statistique” alla “sociestique”
Conclusioni
La filosofia della statistica è la cognizione ragionata delle norme generali per ricercare, delle fonti a cui attingere, de’ sintomi per riconoscere, de’ principi per giudicare, degli usi a cui servono gli elementi relativi allo stato delle nazioni.
Munito di queste cognizioni, il filosofo descrive un paese con quell’esattezza che si usa da un pittore nel fare il ritratto d’una persona; lo giudica con quell’imparzialità che si pratica dai tribunali verso gli accusati; ricerca le cause delle malattie e i modi di guarirle.
Melchiorre Gioia, 1839