Upload
hoangdieu
View
221
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO
TITOLO DEL PROGETTO
MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
SETTORE E AREA D’INTERVENTO
E07
Settore: Educazione e Promozione Culturale
Area: Educazione alla Pace
PRESENTAZIONE DELL’ENTE
Medici Senza Frontiere (MSF) è la più grande organizzazione umanitaria indipendente
di soccorso medico nel mondo. MSF aiuta le persone in tutto il mondo dove ce n’è più
bisogno, fornendo assistenza medica alle popolazioni colpite da conflitti, epidemie, catastrofi
naturali o escluse dall’assistenza sanitaria. Il lavoro di Medici Senza Frontiere si basa sui
principi dell’etica medica e dell’imparzialità. L’impegno di MSF è portare assistenza medica
di qualità alle popolazioni in pericolo, indipendentemente dall’appartenenza etnica, religiosa o
dal credo politico. MSF opera in modo indipendente. Le équipe mediche effettuano delle
valutazioni sul terreno per determinare i bisogni sanitari della popolazione prima di avviare
un progetto. L’indipendenza finanziaria di MSF è garantita dalle donazioni dei privati, che
rappresentano oltre il 99% dei fondi raccolti. MSF non si schiera in caso di conflitti armati,
ma si batte per incrementare l’accesso indipendente alle vittime del conflitto, come previsto
dal diritto umanitario internazionale. MSF si riserva il diritto di denunciare le crisi
dimenticate, le violenze contro i civili e le inadeguatezze del sistema degli aiuti umanitari.
Dal 1971, anno in cui si costituisce, MSF si è presa cura di milioni di persone.MSF si riserva
il diritto di denunciare all’opinione pubblica le crisi dimenticate, di contrastare inadeguatezze
o abusi del sistema degli aiuti e di sostenere pubblicamente una migliore qualità delle cure e
dei protocolli medici. Nel 1999 MSF ha ricevuto il premio Nobel per la Pace.
Le donazioni dei privati (individui e aziende) rappresentano oltre il 99% dei fondi raccolti. È
grazie all'impegno e alla generosità dei donatori che gli operatori umanitari di MSF possono
rispondere rapidamente alle emergenze in tutto il mondo, salvando centinaia di migliaia di
vite ogni giorno. Quando scoppia un’emergenza MSF è pronta ad intervenire nelle prime 48
ore: questo grazie soprattutto alle donazioni non legate che le permettono di destinare i fondi
dove ce n’è più bisogno.
Nel 2015 le attività di raccolta fondi di MSF Italia hanno registrato ottimi risultati, con una
crescita dei ricavi del 4% rispetto al 2014, che pure aveva segnato un significativo aumento
delle entrate. Tradotto in cifre, il 2015 ha totalizzato 52 milioni a fronte dei 50 milioni di Euro
raccolti nell’anno precedente. Questo trend positivo è il frutto di numerosi fattori descritti in
dettaglio più avanti, primo tra tutti il crescente supporto da parte dei sostenitori individuali,
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
che attraverso la loro generosità ci hanno permesso di raccogliere il 94% dei fondi totali,
confermando con questo gesto la loro vicinanza alla nostra causa e all’impegno medico-
umanitario di Medici Senza Frontiere in tutto il mondo.
Attualmente MSF opera in 69 paesi per far fronte a tantissime emergenze umanitarie di
cui, malauguratamente, non si sente quasi parlare. Le attività mediche sviluppate sul
terreno spaziano dalla gestione di ospedali, cliniche e centri nutrizionali, alla chirurgia
di guerra e routinaria, alla lotta alle epidemie e al supporto psicologico per le vittime di
traumi.
In Siria, dopo più di 5 anni di conflitto, quasi due milioni di persone vivono sotto assedio, le
frontiere sono ormai chiuse ai rifugiati e dilagano i bombardamenti contro aree densamente
abitate. MSF continua a gestire sei centri medici nel nord della Siria e a sostenere
direttamente più di 150 strutture sanitarie e ospedali in tutto il paese, molti dei quali si trovano
in zone sotto assedio. I dati provenienti da queste strutture mostrano che 1 vittima su 3 sono
donne o bambini. La maggior parte delle persone fuggite dal paese si trova in quelli confinanti
dove MSF porta avanti una vasta gamma di progetti che vanno dalla salute primaria, a quella
mentale, dalla fornitura di generi di prima necessità alla chirurgia di guerra. MSF gestisce
cliniche, ospedali e lavora in diversi campi profughi in Libano, Iraq, Giordania e Turchia.
L’inizio del 2015 è stato caratterizzato da una fase discendente dell’epidemia di Ebola. MSF
ha potuto ridurre o chiudere molti dei centri di trattamento, ma ha mantenuto costanti le
attività di supporto concentrandosi anche su attività di sensibilizzazione nelle comunità,
promozione della salute, disinfezione delle abitazioni, sorveglianza epidemiologica e aiutando
i sistemi sanitari devastati dall'epidemia, a rimettersi in piedi. Nonostante a gennaio del 2016,
l’Organizzazione mondiale della sanità abbia dichiarato la fine dell’epidemia di Ebola in
Africa occidentale, il giorno successivo è stato registrato un nuovo caso in Sierra Leone.
L'allerta deve sempre rimanere alta. Questa devastante epidemia è scoppiata 40 anni dopo la
scoperta dell’Ebola nel 1976, ma la mancanza di ricerca e sviluppo sulla malattia ha fatto sì
che ancora oggi, dopo una serie di trial clinici e alla fine dell’epidemia, non esista alcun
trattamento efficace, mentre un nuovo vaccino che è stato sviluppato deve ancora ottenere le
necessarie autorizzazioni per essere messo in commercio.
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
Le principali barriere che impediscono di proteggere più bambini contro malattie mortali sono
i prezzi troppo alti e la non disponibilità in quantità adeguate dei vaccini, che si
aggiungono a sistemi sanitari fragili e privi di risorse sufficienti. Nei paesi più poveri
vaccinare un bambino è oggi 68 volte più costoso rispetto al 2001, mentre in molte aree del
mondo nessuno può permettersi di acquistare nuovi costosissimi vaccini come quello contro
le malattie da pneumococco (tra cui alcune forme di malattie respiratorie e di meningite), che
ogni anno uccidono circa un milione di bambini. Per questo, nel 2015 MSF ha lanciato la
petizione globale “A Fair shot: il vaccino giusto al prezzo giusto” per chiedere alle aziende
farmaceutiche Pfizer e GlaxoSmithKline (GSK) di ridurre il prezzo del vaccino
antipneumococcico a 5 dollari statunitensi per bambino (per tutte e tre le dosi) in tutti i Paesi
in via di sviluppo. Più di 200.000 persone nel mondo hanno firmato la petizione. MSF sta
aumentando l’uso di questo e di altri vaccini, allo scopo di migliorare le vaccinazioni di
routine, ed estendere il pacchetto vaccinale utilizzato nelle emergenze umanitarie. Ogni anno,
le équipe di MSF vaccinano milioni di persone, sia come risposta a epidemie di malattie come
il morbillo, la meningite, la febbre gialla e il colera, sia come immunizzazione di routine nei
progetti in cui fornisce assistenza sanitaria a madri e bambini.
Dall'Afghanistan allo Yemen, dalla Siria al Sudan, le strutture civili e in particolare gli
ospedali sono diventati ormai dei veri e propri obiettivi militari, in completa violazione
di tutte le norme e i principi del diritto internazionale umanitario. Nel corso del 2015 gli
attacchi alle strutture sanitarie di MSF sono aumentati in maniera estremamente preoccupante.
Un ospedale che fa il suo mestiere in zona di guerra non dovrebbe mai essere bombardato. In
nessun caso e in nessuna circostanza. Il 2015 verrà purtroppo ricordato soprattutto per il
bombardamento dell’ospedale traumatologico di Kunduz, in Afghanistan: nella notte di
sabato 3 ottobre è stato colpito da pesanti bombardamenti statunitensi. In nome dei nostri
colleghi e pazienti uccisi e feriti, e per tutti gli operatori e pazienti nel mondo, MSF ha chiesto
l’avvio di un’indagine internazionale indipendente su quanto accaduto. MSF ha presentato
inoltre una propria ricostruzione dei fatti e non si è accontentata dell’investigazione militare
condotta dagli Stati Uniti. A dicembre abbiamo consegnato alla Casa Bianca una petizione
firmata da più di 548.000 persone attraverso la diffusione dell’hashtag
#IndependentInvestigation.
Ma Kunduz non è un caso isolato:
• Nello Yemen, da quando è scoppiato il conflitto, nel marzo 2015, gli attacchi si
sono susseguiti regolarmente. Particolarmente grave quello che ha avuto luogo il 26
ottobre, quando gli aerei della Coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno
ripetutamente bombardato un ospedale nel distretto di Haydan, nella Provincia di
Saada. Una clinica mobile di MSF è stata poi colpita da un attacco aereo il 2 dicembre,
nel quartiere Al Houban di Taiz, ferendo otto persone, tra cui due membri del
personale di MSF, e uccidendo una persona nelle vicinanze. E gli episodi non si sono
fermati con l’inizio del nuovo anno. MSF non ha ricevuto alcuna spiegazione ufficiale
per nessuno di questi incidenti.
• MSF in Siria ha anche documentato l’impatto del conflitto contro i civili attraverso i
dati raccolti in 70 fra ospedali e strutture sanitarie supportate nel Paese. Nel
complesso, sono 154.647 i feriti e 7.009 le vittime di guerra documentate nel solo
2015, di cui il 30-40% sono donne e bambini. 63 di queste strutture sono state
attaccate o bombardate in 94 diverse occasioni. 12 strutture sono state distrutte e
23 membri dello staff sono rimasti uccisi. I dati medici dimostrano che in questo
brutale conflitto i civili e le aree civili sono devastate da attacchi mirati o
indiscriminati.
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
• Il 20 gennaio 2015, un ospedale gestito da MSF nel villaggio di Frandala, nel
Kordofan meridionale del Sudan, è stato colpito in modo ripetuto e mirato da un
bombardamento della Forza aerea sudanese. Un operatore di MSF e un paziente sono
stati feriti e la struttura è stata danneggiata. Questo attacco è parte di una campagna di
bombardamenti indiscriminati che colpisce regolarmente la popolazione nella
regione, a causa del conflitto tra le autorità di Khartoum e i gruppi ribelli. Le
strutture sanitarie non vengono risparmiate. L’ospedale era già stato bombardato nel
giugno 2014.
Il 2015 è stato un anno difficile perché denso di violenze, di conflitti vecchi e nuovi e di
attacchi indiscriminati ai civili. Numerosi scenari di crisi che hanno spinto e continuano a
spingere centinaia di migliaia di persone ad affrontare lunghi percorsi per salvare la propria
vita: una vera emergenza umanitaria. Con 60 milioni di sfollati, richiedenti asilo e rifugiati,
il 2015 sarà purtroppo ricordato soprattutto per l’incapacità dei governi di rispondere
in modo adeguato a questa emergenza umanitaria. Tra il 1 gennaio e il 15 dicembre 2015,
le équipe di MSF hanno effettuato circa 100.000 visite mediche a rifugiati e migranti – sulle
navi nel Mediterraneo, in Italia, Grecia e Balcani. Gli operatori di MSF hanno testimoniato e
curato le conseguenze fisiche e psicologiche dei drammatici viaggi, delle violenze subite e
della mancanza di assistenza di base. In Grecia e Serbia abbiamo trattato 12.214 pazienti per
traumi legati alle difficili condizioni del viaggio. Il 70% dei pazienti ha raccontato di violenze
fisiche, rapine, abusi verbali o intimidazioni durante il viaggio. La maggior parte delle
patologie riscontrate potevano essere facilmente prevenute se gli stati europei avessero
garantito un passaggio sicuro e un sistema di accoglienza adeguato.
Nel 2015 almeno 3.771 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il
Mediterraneo: la mortalità più alta di sempre, che rende il Mediterraneo la rotta migratoria più
pericolosa del mondo. Non mostrando alcuna volontà politica di offrire alternative legali e
sicure alla drammatica traversata del mare, l’UE e i governi europei hanno di fatto spinto oltre
un milione di persone nelle mani di trafficanti e su barconi sovraffollati diretti in Europa. A
maggio, dopo la chiusura dell’operazione Mare Nostrum, MSF ha preso la decisione senza
precedenti di avviare attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo e ha messo in mare tre
navi. In otto mesi La Bourbon Argos, La Dignity I e la MY Phoenix (in collaborazione con
MOAS) hanno assistito oltre 23.000 persone in difficoltà, attraverso salvataggi diretti
(20.129) e trasferimenti da o verso altre navi. A fine novembre, MSF ha anche avviato
operazioni di salvataggio nell’Egeo in collaborazione con Greenpeace, soccorrendo oltre
6.000 persone solo nel primo mese.
MSF, che offre assistenza medico-umanitaria a sfollati, rifugiati e richiedenti asilo in più di 30
paesi, sta dedicando sempre maggiori risorse per far fronte a questa crisi. In Europa - dove
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
arriva solo una minoranza di queste persone - nel 2015 MSF ha triplicato i propri progetti per
la migrazione in Europa, spendendo una cifra stimata di 31,5 milioni di euro e mobilitando
535 operatori umanitari per rispondere ai bisogni di rifugiati e migranti. A marzo 2015, MSF
ha lanciato la campagna #Milionidipassi, per raccontare i passi di chi è costretto a fuggire, i
passi degli operatori umanitari per assisterli e quelli che tutti possono fare per sostenere la
nostra azione. È un’emergenza creata da politiche miopi e disumane e per questo MSF, anche
nel 2016 continua a chiedere a gran voce all’Unione Europea:
• canali legali e sicuri per i richiedenti asilo;
• percorsi di migrazione legali per diminuire viaggi pericolosi e il ricorso a reti di
trafficanti;
• un meccanismo ambizioso di ricerca e soccorso per salvare vite in mare;
• investimenti nell’accoglienza invece che nella deterrenza;
• schemi più ambiziosi di ricollocamento in Europa;
• l’eliminazione di violenze e abusi da parte delle autorità.
Ogni giorno nel mondo quasi 34.000 persone, di decine di nazionalità diverse, sono
impegnate con MSF a portare assistenza alle popolazioni coinvolte in vari contesti di crisi.
Sono medici, infermieri, esperti di logistica, amministratori, epidemiologi, tecnici di
laboratorio, esperti di salute mentale ecc. che lavorano insieme nel rispetto dei principi che
guidano l’azione umanitaria e l’etica medica. Gli operatori di MSF agiscono nello spirito di
neutralità e in completa imparzialità, rivendicando, in nome dell’etica professionale
universale e del diritto all’assistenza umanitaria, la totale libertà nell’esercizio della loro
funzione. Circa il 8% delle équipe è composta da staff internazionale, fra cui una componente
importante di operatori italiani. Nel 2015, MSF Italia ha gestito le partenze di 370 operatrici e
operatori umanitari per progetti sul terreno, in larga maggioranza operatori esperti, affiancati
da un rappresentanza significativa di operatori alla prima missione. Ciò è stato possibile
grazie anche al lavoro costante di valutazione e selezione di candidati. La regione in cui i
nostri operatori sono stati più impiegati è il Medio Oriente, con un totale di 62 partenze
(incluso l’Afghanistan). A seguire ci sono i Paesi in cui MSF ha programmi da molti anni e in
cui i conflitti sono riaffiorati negli ultimi anni: Repubblica democratica del Congo (39),
Repubblica Centrafricana (20), Sud Sudan (20).
Dal 2015 MSF è impegnata in operazioni di ricerca, soccorso e assistenza medica nel
Mediterraneo centrale. Il fatale tratto di mare tra Libia e Italia, dove l’anno scorso sono
morti 2892 tra uomini, donne e bambini, resta l’unica via per migliaia di persone che cercano
di raggiungere le coste europee (rimanendo anche nel 2016 la rotta migratoria più battuta).
MSF si rifiuta di restare a guardare ed a bordo di tre navi - Dignity I, Bourbon
Argos e Aquarius (in collaborazione con SOS Mediterranee) - realizza attività di primo
soccorso e assistenza medica, trattafrequentemente casi di disidratazione, di ustione da
benzina o carburante, d’ipotermia (principali bisogni medici emersi tra le persone soccorse nel
2015). MSF offre, inoltre, un primo soccorso psicologico a bordo, mentre le équipe MSF in
Sicilia assicurano la continuità dell’assistenza medica grazie a numerosi progetti volti a
fornire supporto medico e psicologico anche dopo lo sbarco.Da fine aprile 2016 - quando
hanno ripreso le operazioni MSF nel Mediterraneo–sono state soccorse 3.349 persone.
Nel 2015 MSF ha assistito oltre 23.000 persone in difficoltà, attraverso salvataggi diretti
(20.129) e trasferimenti da o verso altre navi. Abbiamo partecipato a 120 diversi
interventi di soccorso e più di 80 sbarchi in Italia.
L’Italia è da tempo teatro delle operazioni MSF. Nel 2015, un’équipe di medici,
infermieri e mediatori culturali ha fornito assistenza medica e psicologica a migliaia di
migranti, richiedenti asilo e rifugiati nei Centri di Accoglienza Straordinaria della provincia
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
di Ragusa e Siracusa e nel Centro di Primo Soccorso e Accoglienza (CPSA) di Pozzallo. A
novembre, MSF ha denunciato le condizioni inaccettabili in cui versa il Centro e ha chiesto un
trattamento più umano e dignitoso per le persone che vi vengono ospitate. Dopo mesi di
trattative, alla fine dell’anno, MSF ha interrotto tutte le attività in provincia di Ragusa perché
non vi erano le garanzie minime per una collaborazione efficace, rinnovando il proprio
appello alle autorità italiane per lo sviluppo di risposte concrete e di lungo termine per far
fronte alla questione migratoria in Italia, mettendo al centro i bisogni medici e umanitari delle
persone più vulnerabili. Tra le attività svolte in Italia nel 2015, anche quelle di primo
soccorso psicologico: presso i porti italiani, dove un’équipe era pronta a intervenire entro 72
ore dalla segnalazione di un naufragio, per supportare psicologicamente i sopravvissuti nel
delicato momento dello sbarco a terra; e presso il centro Baobab di Roma, dove grazie ad
un’equipe composta da mediatori culturali specializzati, sono state assistite quasi 1.000
persone attraverso sessioni individuali o di gruppo. Sempre a Roma, MSF ha aperto una
clinica specializzata, con l’obiettivo di offrire servizi di qualità a richiedenti asilo e rifugiati
che sono sopravvissuti a tortura o a trattamenti crudeli e degradanti. Il progetto è realizzato in
collaborazione con Medici Contro la Tortura e ASGI (Associazione di Studi Giuridici
sull’Immigrazione), al fine di seguire il paziente sia dal punto di vista medico, sia legale e
sociale. Il 22 dicembre 2015 Medici Senza Frontiere ha inoltre installato a Gorizia 25 moduli
abitativi e 2 di servizi igienici nell’area di San Giuseppe, messa a disposizione dalla Caritas
locale. Nei primi due mesi di attività sono stati ospitati più di 280 richiedenti asilo di origine
pakistana e afghana, che hanno attraversato la Turchia e i Balcani subendo eventi traumatici
ripetuti oltre che nei paesi di origine anche nel corso del viaggio. Sempre da dicembre è stata
avviata un’attività di assistenza medica di base a Gorizia, gestita in sinergia da MSF, Croce
Rossa Italiana e Azienda Sanitaria Locale, dove sono state realizzate da dicembre 2015 a
febbraio 2016 circa 440 visite mediche. L’ambulatorio è rivolto a tutti i richiedenti asilo privi
di assistenza, ovvero che non sono stati ancora inseriti nel sistema ordinario di protezione e
accoglienza. Le principali patologie riscontrate sono state infezioni dermatologiche e traumi,
spesso legate alle numerose difficoltà che i migranti affrontano durante il viaggio per
raggiungere l’Europa.
Oltre ad essere teatro operazionale, l’Italia rappresenta per MSF un importante
scenario per sensibilizzare la popolazione circa le importanti emergenze medico-
umanitarie in corso nel mondo. Mentre in Europa MSF avviava per la prima volta attività di
ricerca e soccorso in mare e triplicava le sue attività medico-umanitarie sul continente
europeo, la comunicazione di MSF è stata protagonista per lanciare l’allarme ed evidenziare
l’impatto disastroso delle politiche europee sulle vite delle persone in fuga. Le navi di MSF,
l’azione di Missione Italia agli sbarchi e per la prima accoglienza, unita alle attività in Grecia
e lungo la rotta balcanica hanno ottenuto molti momenti di visibilità e diversi sono stati i
reportage realizzati con i principali media italiani. Fra gli altri temi importanti della
comunicazione di MSF nel 2015, c’è l’inquietante e inaccettabile aumento degli attacchi
contro gli ospedali dell’organizzazione in zone di conflitto. Dopo il 3 ottobre, quando è stato
colpito l’ospedale traumatologico di MSF a Kunduz, MSF ha ripetutamente denunciato gli
attacchi alle strutture sanitarie che dall’Afghanistan allo Yemen, dalla Siria al Sudan, sono
diventate ormai dei veri e propri obiettivi militari, in completa violazione di tutte le norme e i
principi del diritto internazionale umanitario. MSF ha continuato a impegnarsi per dare
visibilità a crisi dimenticate in Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Mauritania e Africa
occidentale, dove l’emergenza Ebola era ancora in corso. Ed è stata al centro di emergenze
mediatiche come il terremoto in Nepal. Il tutto mettendo sempre al centro della
comunicazione l’esperienza degli operatori umanitari, in particolare quelli italiani, attraverso
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
le loro testimonianze e le interviste con i media sia sul campo, sia al loro rientro dalle
missioni.
La strategia di MSF passa sia per i consueti canali di comunicazione (carta stampata e
televisioni dove MSF tenta di far crescere l’attenzione soprattutto sulle emergenze ed i
drammi dimenticati) sia attraverso i principali canali social media dove l’audience di
Medici Senza Frontiere è in continua crescita. A marzo 2015, con il lancio online dalla
campagna #Milionidipassi abbiamo raccontato i volti e le storie delle persone in fuga
attraverso post, tweet e blog. La comunicazione online di MSF Italia si è arricchita con il
racconto delle attività di MSF in tempo reale via Twitter attraverso l’account dedicato
@MSF_SICILY. Al bombardamento dell’ospedale a Kunduz ha fatto seguito una forte
mobilitazione online. Sono state raccolte in Italia più di 50.000 firme per chiedere
un’investigazione indipendente mentre centinaia di utenti hanno condiviso su Facebook e
Twitter foto di solidarietà con il messaggio #IndependentInvestigation.
Le attività di sensibilizzazione portate avanti da MSF in Italia sono sempre più orientate
alla principio di prossimità: grazie all’impegno di centinaia di cittadini vicini e sensibili
alle sue attività, MSF può contare sul concreto e fattivo supporto di 15 gruppi locali di
volontari sparsi su tutto il territorio nazionale.
Nel 2015, i gruppi locali di MSF, nelle loro città e in quelle vicine, attraverso la presenza a
festival, l’organizzazione di dibattiti, reading, mostre fotografiche e incontri specifici hanno
contribuito a diffondere i temi di MSF in generale e in particolare la campagna
#Milionidipassi. Tante le iniziative sviluppate sul territorio - anche insieme ad altri attori della
società civile locale - tra cui alcune di grande visibilità, come in occasione della Giornata
Nazionale del Camminare, indetta dalla Federtrek l’11 ottobre, quando in numerose città e
province sono state organizzate passeggiate simboliche per sensibilizzare la cittadinanza sul
tema delle migrazioni forzate. Nel 2015 si è sviluppato il progetto Antenne, ossia la creazione
di mini gruppi con referenti diretti gli operatori umanitari e il supporto operativo del gruppi
MSF di zona. Le antenne ora attive sono quelle di Livorno e Macerata, in collaborazione con i
gruppi di Firenze e Ancona. Nel corso del 2016 inoltre, si costituirà un nuovo gruppo locale di
MSF nella città di Udine. Fondamentale, infine, la conoscenza dell'organizzazione nei suoi
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
vari aspetti, frutto di formazioni specifiche e frequenti incontri con lo staff e gli operatori
umanitari.
Tra i Gruppi Locali di MSF più attivi, quello che opera nella città di Torino, nato nel
2007 su iniziativa di alcuni operatori umanitari rientrati in Italia.
Oggi è composto da una trentina di volontari uniti dalla condivisione dei valori di MSF ma
eterogenei per caratteristiche ed età: oltre a studenti di medicina, medici, infermieri, ci sono
impiegati, insegnanti, professionisti nei più vari ambiti, studenti di altre discipline; parecchi
sono anche operatori umanitari, che partecipano quando non sono impegnati in missione.
Il Gruppo svolge attività di sensibilizzazione ed approfondimento sui temi di MSF,
organizzando incontri con gli operatori umanitari, proiezioni di film, concerti, conferenze,
mostre fotografiche e altro ancora, presso musei, teatri, circoli, librerie, biblioteche, facoltà
universitarie, università della terza età e scuole. Proprio grazie alle differenti esperienze e
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
caratteristiche dei suoi componenti, il Gruppo è riuscito a costituire un’ampia rete di contatti
istituzionali e territoriali a vari livelli nel torinese e in altri centri del Piemonte. Il Gruppo sta,
inoltre, intensificando le attività nella zona delle Langhe dove si è costituita un’«Antenna», un
nucleo meno strutturato, che agisce con i volontari di Torino.
I volontari del Gruppo Locale di Torino hanno avviato dalla primavera 2016 un’attività di
monitoraggio delle condizioni minime di vivibilità dei principali centri informali di
permanenza temporanea dei migranti transitanti presenti nel territorio. Da qualche mese,
inoltre, hanno avviato un progetto sperimentale di orientamento ed informazione dei migranti
transitanti sui servizi sanitari disponibili sul territorio.
Medici Senza Frontiere è, dal 2014, Ente di Servizio Civile di IV classe. Il primo progetto di
SCN realizzato, dal titolo “Persone e storie di migrazione, ecco quello che vediamo con i
nostri occhi”, è stato avviato nell’ottobre del 2015 coinvolgendo 4 volontari in svariate
attività di sensibilizzazione e comunicazione nella città di Roma (a stretto contatto con lo staff
nazionale dell’Ente oltre che con i volontari del gruppo locale capitolino). Nei prossimi giorni
è programmato l’avvio del nuovo progetto, sempre per 4 volontari, dal titolo “Solidarietà
senza frontiere” promosso nel settore “Educazione e Promozione Culturale”. A seguito della
positiva conclusione della prima fase di sperimentazione avviata, MSF intende avviare
analoghi interventi in ambito di SCN anche in altre regioni dove è presente direttamente
grazie a propri gruppi locali.
OBIETTIVI DEL PROGETTO
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
Nonostante, in termini generali, siano infinite le possibilità ed i mezzi d’informazione utili per
prendere coscienza delle situazioni emergenziali che nascono e persistono sul globo, sempre
più alto è il livello di disinteresse di gran parte della popolazione rispetto alle tante crisi
umanitarie in corso nel mondo. Le cause di questa disaffezione, sempre più profonda e
radicata nella nostra società, non possono essere attribuite per intero alla quasi generalizzata
disattenzione dei principali media informativi rispetto alle grandi emergenze che colpiscono
larghi strati della popolazione mondiale ma che, solo perché meno prossime alle nostre
comunità, rischiano di essere percepite come meno gravi ed impattanti sulla vita di tantissime
persone.
Occorre dunque creare occasioni d’informazione, testimonianza e contatto diretto con la
cittadinanza per dare nuovo slancio ad una concreta azione solidale che,
nell’immaginario collettivo, rischia di essere sempre più relegata e demandata al solo
impegno delle organizzazioni umanitarie e dei loro operatori sul campo. Coerentemente con
quanto sancito dalla legge n.64/2001, con specifico riferimento alle lettere b) e c) dell’articolo
1, il presente progetto intende sviluppare un insieme coordinato e coeso d’interventi volti a
promuovere, dal basso, occasioni concrete di solidarietà internazionale, con particolare
riguardo alle situazioni di crisi umanitarie e violazione dei diritti umani di cui, sempre
più spesso, non si conosce né la portata né la gravità. Solo attraverso una sempre più diffusa e
consolidata presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica, e specie delle giovani
generazioni, sarà possibile immaginare che un serio e concreto senso di corresponsabilità
pervada le nostre comunità.
Al fine di promuovere l’obiettivo generale sopra riportato, nonché in relazione alle criticità
emerse dall’analisi sviluppata, il presente progetto intende:
Obiettivo Specifico 1
Incrementare il grado d’informazione e sensibilizzazione della cittadinanza sulle diverse
emergenze umanitarie presenti nel mondo come calamità naturali, catastrofi, epidemie e
migrazioni di massa.
Obiettivo Specifico 2
Facilitare maggiormente azioni, anche spontanee, di cittadinanza attiva e solidale,
incentivando un atteggiamento proattivo sul tema delle emergenze umanitarie e
favorendo la conoscenza delle attività concrete messe in atto sul campo per contrastarle.
ATTIVITÁ D'IMPIEGO DEI VOLONTARI
Per perseguire gli obiettivi presentati, attraverso il presente progetto si intendono sviluppare le
attività di seguito brevemente descritte e riportate in tabella assieme alle relative azioni.
Al fine di “Incrementare il grado d’informazione e sensibilizzazione della cittadinanza
sulle diverse emergenze umanitarie presenti nel mondo come calamità naturali, catastrofi,
epidemie e migrazioni di massa”, l’Ente intende sviluppare le seguenti attività:
1.1 Realizzazione, su media diversificati, di una campagna informativa sulle crisi
umanitarie in corso nel mondo
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
1.2 Promozione di eventi di sensibilizzazione sul territorio
In relazione alle attività descritte, i volontari in SCN saranno impegnati nelle seguenti azioni
con il ruolo descritto:
Attività Ruolo dei volontari in SCN
1.1 I volontari in SCN saranno chiamati a supportare il responsabile dell’attività nel
coordinamento delle varie azioni con specifico riferimento a:costituzione del
gruppo di lavoro, definizione del messaggio e dei contenuti della campagna,
realizzazione delle infografiche e degli altri materiali, comunicazione ed
informazione con i punti di contatto territoriali, gestione e monitoraggio della
campagna, realizzazione del report
1.2 I volontari in SCN saranno chiamati collaborare alla realizzazione delle seguenti
azioni: costituzione del gruppo di lavoro, analisi del fabbisogno, costituzione dei
sottogruppi di lavoro, raccolta materiali, promozione eventi e raccolta adesioni,
gestione documentazione e monitoraggio eventi, realizzazione eventi sui social
network, realizzazione report finale
Al fine di “Facilitare maggiormente azioni, anche spontanee, di cittadinanza attiva e
solidale, incentivando un atteggiamento proattivo sul tema delle emergenze umanitarie e
favorendo la conoscenza delle attività concrete messe in atto sul campo per contrastarle”,
l’Ente intende sviluppare le attività qui di seguito indicate:
2.1Supporto e sviluppo dei gruppi locali e delle antenne di MSF
2.2 Realizzazione di iniziative informative locali sugli interventi promossi in contesti
di emergenze umanitarie
2.3 Promozione di interventi informativi e di primo orientamento rivolti ai migranti
transitanti
In relazione alle attività descritte, i volontari in SCN saranno impegnati nelle seguenti azioni
con il ruolo descritto:
Attività Ruolo dei volontari in SCN
2.1 I volontari saranno chiamati a facilitare la realizzazione delle seguenti azioni:
costituzione del gruppo di lavoro e dei sottogruppi, realizzazione rubrica
operativa, supporto organizzativo, contatto gruppi, monitoraggio interventi,
riunioni coordinamento, eventuale messa in atto interventi correttivi, report finale.
2.2 I volontari in SCN saranno chiamati a supportare il responsabile dell’attività nel
coordinamento delle varie azioni con specifico riferimento a: costituzione del
gruppo di lavoro, analisi del fabbisogno locale, presa contatto gruppi,
organizzazione realizzazione e documentazione iniziative, disseminazione
iniziative, realizzazione report finale.
2.3 I volontari in SCN saranno chiamati a supportare il responsabile dell’attività nel
coordinamento delle varie azioni con specifico riferimento a: costituzione del
gruppo di lavoro e definizione delle procedure; mappatura dei servizi sanitari
presenti sul territorio; mappatura degli insediamenti informali presenti sul
territorio; realizzazione del materiale informativo plurilingua; monitoraggio degli
interventi e messa in atto di azioni correttive; documentazione delle attività e
disseminazione dei risultati
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
CRITERI DI SELEZIONE
Per quanto riguarda le modalità di selezione dei volontari si partirà con una campagna di
reclutamento sul sito internet, sulle pagine facebook e sui canali di reclutamento on line e con
l'apertura di un punto informativo all'interno della sede di Roma in cui dare ulteriori
informazioni ai giovani sui progetti e sul servizio civile in generale con l'obiettivo di
raggiungere il più alto numero di candidati. Presso la sede è attivato un front office finalizzato
alle informazioni specifiche ed alla consegna di modulistica, anche attraverso servizio
telefonico e telematico.
Nei giorni successivi alla chiusura del Bando si procederà alla nomina della commissione
selezionatrice, che sarà effettuata da almeno due persone scelte tra l’OLP ed il personale in
forza nell’Ufficio delle Risorse Umane.
A chiusura del bando di servizio civile si stilerà un elenco dei candidati che hanno consegnato
la domanda di partecipazione.
La Commissione prenderà in carico le domande e procederà ad effettuare le operazioni di
ammissione/esclusione dei candidati prendendo in considerazione i requisiti previsti dal
bando. Una volta concluse le operazioni di cui sopra la Commissione stilerà un elenco di
candidati ammessi ai colloqui ed un altro contenente i candidati esclusi con la motivazione
dell'esclusione.
La Commissione procederà alla scelta delle date in cui si terranno i colloqui e alla
Convocazione dei candidati ammessi.
La convocazione avverrà attraverso la pagina dedicata del sito internet dell’ente contenente il
calendario dei colloqui nonché il materiale utile per i candidati (bando integrale; progetto;
procedure selettive, etc.) e tramite mail personalizzata per ogni candidato.
Una volta pubblicati sul sito i calendari delle selezioni la commissione procederà all'esame
delle domande e valutazione dei titoli con le seguente modalità e con dei criteri che
valorizzeranno:
le pregresse esperienze di volontariato del candidato;
le capacità di relazionarsi del candidato;
l'interesse del candidato per lo svolgimento del Servizio Civile Nazionale e del
progetto scelto.
Attraverso la valutazione del candidato si intendono misurare le seguenti variabili:
1. Conoscenza del servizio civile utilizzando come indicatori il progetto e l'area di
intervento.
2. Il background del candidato utilizzando come indicatori le esperienze di volontario, le
esperienze di lavoro pregresse ed i corsi di studio
La valutazione del candidato sarà effettuata dalla valutazione dei titoli contenuti nella
domanda di partecipazione ed i suoi allegati e da un colloquio approfondito su: servizio civile,
progetto e curriculum personale (con particolare riguardo alle precedenti esperienze di
volontariato e lavorative nel settore specifico del progetto e non) al fine di avere un quadro
completo e complessivo del profilo del candidato, delle sue potenzialità, delle sue qualità e
delle sue attitudini, oltre ad avere una breve autopresentazione da parte del candidato.
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
Il punteggio massimo ottenibile dai candidati sarà pari a 100 di cui 40 risultanti dall’analisi e
valutazione dei curricula e 60 attribuibili in fase di colloquio sulla base delle competenze
rilevate.
La valutazione dei titoli si basa sulle esperienze di volontariato, sulle esperienze di crescita
formative e sul percorso di studi, come da tabella sottostante:
GRIGLIA DI SELEZIONE
TITOLO DI STUDIO: Si prenderà in condiderazione solo il titolo di studi più alto e
conseguito all'atto di presentazione della domanda. Si precisa che ai fini della valutazione è
opportuno inserire le date di inizio e fine percorso di studio.
PUNTEGGIO
MASSIMO 10 Punti
Laurea (triennale +
specialistica) Laurea triennale Diploma
Scuole
medie
attinente non
attinente attinente
non
attinente
10 8 8 6 6 4
ESPERIENZA LAVORATIVA PREGRESSA: Si valuteranno al massimo due anni di
esperienza pregressa; un anno sarà calcolato sommando, fino al raggiungimento dei dodici
mesi, le esperienze pregresse maturate nella stessa area di intervento del progetto e un altro
sarà calcolato sommando, fino al raggiungimento dei dodici mesi le esperienze pregresse in
aree non attinenti al progetto. Saranno valutate solo le esperienze per cui sarà possibile
calcolare l'effettivo periodo di attività, quindi sarà opportuno indicare la data di inizio e fine di
ogni esperienza, indicando giorno, mese e anno.
Massimo 18 punti
Esperienza pregressa nella
stessa area di intervento del
progetto - massimo 12 punti
Esperienza in altre aree massimo
6 punti
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
Punteggio annuo 12 6
Punteggio mensile 1 0,5
ATTIVITA' DI VOLONTARIATO: Saranno valutati fino a sei anni di esperienza di
volontariato per un punteggio massimo raggiungibile di 12 punti. Si sommeranno tutte le
attività di volontariato riportate fino al raggiungimento di un anno di esperienza. Saranno
valutate solo le esperienze per cui sarà possibile calcolare l'effettivo periodo di attività, quindi
sarà oppurtuno indicare la data di inizio e fine di ogni esperienza, indicando giorno, mese e
anno.
Periodo considerabile: 6
anni Punteggio massimo 12
2 punto
per ogni
anno
Il colloquio di selezione si baserà su un’intervista, che partendo dall'analisi del cv del
candidato, sarà volta ad analizzare la conoscenza e interesse verso il servizio civile nazionale,
conoscenza e motivazione verso l'organizzazione e verso il tema specifico proposto dal
progetto.Nel colloquio si indagheranno le competenze relazionali utili per la realizzazione del
progetto, quali capacità di lavoro in team, flessibilità, ascolto e comunicazione; verrà, inoltre,
sottoposta al candidato una prova di organizzazione e pianificazione delle attività.
Il colloquio di selezione si baserà su un’intervista semi strutturata, volta ad analizzare il grado
di competenze in possesso del candidato.
Le competenze da analizzare nel colloquio saranno: la motivazione verso il tema specifico
proposto dal progetto, la flessibilità comportamentale, l’organizzazione del lavoro e la
gestione dello stress, il problem solving, la propensione al lavoro in team e la capacità di
ascolto e comunicazione. Per rilevare le competenze si somministreranno ai candidati role
play e case history e i selezionatori avranno modo di registrare le competenze osservate
tramite una griglia di valutazione.
Ad ogni competenza rilevata si potranno assegnare un valore da 1 a 10 per un punteggio
massimo complessivo pari a 60 punti.
CONDIZIONI DI SERVIZIO ED ASPETTI ORGANIZZATIVI:
Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo
30 ore settimanali
Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6)
5 giorni
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio
La realizzazione del progetto si fonda sull’impegno dei volontari in servizio civile e,
pertanto, si ritiene indispensabile un adeguato livello di serietà professionale e di rispetto delle
altre figure professionali coinvolte. Sono inoltre richiesti ai volontari:
1. rispetto del Regolamento interno dell’Ente, degli orari e prassi consolidate dell’Ente;
2. consapevolezza delle esigenze organizzative e dell’orario attuato dalla sede locale di
progetto all’interno della quale si sviluppa il servizio e conseguente flessibilità oraria
dovuta a particolari esigenze di servizio.
3. propensione ad un continuo e costante aggiornamento, utile al corretto svolgimento
delle attività progettuali;
4. disponibilità a realizzare le attività previste dal progetto anche in giorni festivi e
prefestivi, nonché flessibilità oraria in caso di esigenze particolari
5. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro
6. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o
conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile;
7. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione, sensibilizzazione
e promozione del servizio civile.
Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli
richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64
Sono richieste competenze minime rispetto a:
capacità relazionali;
autonomia organizzativa.
Rappresentano, inoltre, titoli di maggior gradimento:
Motivazione verso le attività individuate dal progetto;
Competenze informatiche (conoscenza dei principali sistemi operativi nonché dei
programmi di scrittura, calcolo e presentazione);
Buona conoscenza della lingua inglese;
Doti organizzative
Doti comunicative
Capacità di lavorare in gruppo
Attitudine al problem-solving
Flessibilità
SEDI DI SVOLGIMENTO e POSTI DISPONIBILI:
Numero dei volontari da impiegare nel progetto
3 volontari
Numero posti con vitto e alloggio
0
Numero posti senza vitto e alloggio
3
Numero posti con solo vitto
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
0
Sede di realizzazione del progetto
CARATTERISTICHE CONOSCENZE ACQUISIBILI:
Eventuali crediti formativi riconosciuti
Nessuno
Eventuali tirocini riconosciuti
Nessuno
Attestazione delle conoscenze acquisite in relazione alle attività svolte durante
l’espletamento del servizio utili ai fini del curriculum vitae
Di seguito sono indicate le competenze che i volontari svilupperanno e rafforzeranno
nell’anno di attività previste dal progetto, svolgendo la formazione prevista e accompagnati in
questo percorso di crescita personale dalle figure professionali delineate in precedenza. Tali
competenze saranno oggetto di verifica e puntuale attestazione al termine
dell’esperienza di Servizio Civile. La formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sarà realizzata nel rispetto del testo unico
sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ( D.Lgs. 81/2008 e successivo accordo stato regioni e
province autonome 21/12/2011). Ai volontari saranno rilasciati da OPRAS (organismo
paritetico regionale ambiente e sicurezza Federlazio - CGIL - CISL -UIL) un attestato di
frequenza e profitto; Settore di riferimento: attività di organizazione per la cooperazione e la
solidarietà (Macrosettore S) - Classificazione rischio basso.
L’Ente svilupperà un proprio sistema di monitoraggio e validazione delle abilità e capacità
acquisite via via dai volontari in SCN. Entro 45 giorni dalla data di fine servizio, l’Ente
rilascerà a tutti i giovani che hanno prestato almeno 10 mesi di SCN un attestato riportante le
competenze di base, quelle tecnico-professionali e quelle trasversali che sono state potenziate
durante l’anno di SCN.
Durante l’espletamento del servizio, i volontari che parteciperanno alla realizzazione di
questo progetto acquisiranno le seguenti competenze utili alla propria crescita professionale:
Competenze di base - Competenze sviluppate che facilitano l'apprendimento e facilitano
l'acquisizione rapida di conoscenza.
Competenze di contenuto - Strutture di base necessarie per acquisire ed applicare
specifiche competenze tecnico professionali in qualsiasi dominio applicativo.
Comprendere testi scritti - Comprendere frasi e paragrafi scritti in documenti
relativi al lavoro.
Ascoltare attivamente - Fare piena attenzione a quello che altri stanno
dicendo, soffermandosi per capirne i punti essenziali, ponendo domande al
momento opportuno ed evitando interruzioni inappropriate.
Scrivere - Comunicare efficacemente per iscritto ed in modo appropriato
rispetto alle esigenze dei destinatari.
Sede Comune Indirizzo N. volontari a bando
MSF TORINO Torino Via Cernaia 30 3
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
Parlare - Parlare ad altri per comunicare informazioni in modo efficace.
Competenze di processo - Procedure che contribuiscono ad accrescere la rapidità di
acquisizione di conoscenza in qualsiasi dominio applicativo.
Senso critico - Usare la logica e il ragionamento per individuare i punti di
forza e di debolezza di soluzioni, conclusioni o approcci alternativi ai
problemi.
Apprendimento attivo - Comprendere le implicazioni di nuove informazioni
per la soluzione di problemi presenti, futuri e per i processi decisionali.
Strategie di apprendimento - Selezionare ed utilizzare metodi e procedure
appropriate per apprendere o insegnare nuove materie.
Competenze trasversali - Competenze sviluppate che facilitano l'esecuzione di attività
trasversali a tutte le professioni.
Competenze per la gestione risorse - Competenze sviluppate per allocare
efficientemente le risorse a disposizione.
Gestire il tempo - Gestire il tempo proprio e quello altrui.
Competenze sociali - Competenze sviluppate per lavorare con le altre persone nel
raggiungimento di un obiettivo comune.
Comprendere gli altri - Essere consapevole delle reazioni degli altri e
comprendere perché reagiscano in determinati modi.
Adattabilità - Adattare le proprie azioni in relazione a quelle degli altri.
Persuadere - Persuadere gli altri a cambiare opinioni o comportamenti.
Negoziare - Mettere insieme parti in conflitto e tentare una riconciliazione.
Competenze per la risoluzione di problemi complessi - Competenze sviluppate per
risolvere problemi nuovi, mal espressi in un contesto complesso del mondo reale.
Risolvere problemi complessi - Identificare problemi complessi e raccogliere
le informazioni necessarie per valutare possibili opzioni ed impostare
soluzioni.
Competenze tecniche - Competenze sviluppate per progettare, installare, utilizzare,
e/o correggere malfunzionamenti di macchine e/o sistemi tecnologici.
Selezionare strumenti - Individuare gli strumenti necessari per lo svolgimento
di un lavoro.
Competenze tecnico professionali - Competenze sviluppate che facilitano l'esecuzione di
attività specifiche per insieme ridotto di professioni.
Competenze per l'acquisizione informazioni - Competenze che rendono in grado di
comprendere quali siano le informazioni necessarie allo svolgimento della professione
ed anche dove e come poterle acquisire.
Controllare processi, materiali o ambienti circostanti - Controllare e
rivedere informazioni provenienti da materiali, dagli eventi o dall’ambiente per
individuare o valutare problemi.
Identificare oggetti, azioni ed eventi - Identificare informazioni catalogando,
valutando e riconoscendo differenze e similarità di circostanze o di eventi.
Raccogliere informazioni - Osservare, ricevere o ottenere in qualunque altro
modo informazioni da fonti rilevanti.
Competenze per i processi mentali - Competenze che mettono in grado di
processare, pianificare, prendere decisioni, risolvere problemi e più in generale
eseguire attività innovative sulle informazioni acquisite per lo svolgimento della
professione.
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
Aggiornare e usare conoscenze di rilievo - Mantenersi aggiornati e applicare
nuove conoscenze nel proprio lavoro.
Analizzare dati o informazioni - Identificare le relazioni, le ragioni o i fatti
sottostanti ad informazioni disaggregando informazioni o dati in parti separate.
Organizzare, pianificare e dare priorità al lavoro - Mettere a punto specifici
obiettivi e programmare il lavoro definendo priorità, organizzazione e tempi di
realizzazione.
Pensare in modo creativo - Sviluppare, progettare o creare nuove
applicazioni, idee, relazioni e nuovi sistemi e prodotti.
Pianificare il lavoro e le attività - Programmare eventi, piani e attività o il
lavoro di altre persone.
Prendere decisioni e risolvere problemi - Analizzare informazioni e valutare
risultati per scegliere la soluzione migliore e per risolvere problemi.
Competenze per le attività lavorative - Competenze che mettono in grado di
svolgere le attività lavorative, siano esse fisiche e manuali o concettuali per lo
svolgimento della professione.
Documentare, registrare informazioni - Inserire, trascrivere, registrare,
immagazzinare o conservare informazioni in forma scritta, elettronica o
magnetica.
Lavorare con i computer - Usare computer e sistemi informatici (software ed
hardware) per programmare, scrivere software, regolare funzioni, inserire dati,
o elaborare informazioni.
Competenze nell'interazione con gli altri - Competenze che mettono in grado di
comunicare, interagire con superiori, colleghi e persone coinvolte nella attività
specifiche della professione.
Addestrare e far crescere altre persone - Identificare i bisogni di crescita di
altre persone e addestrare, far da guida o aiutare altre persone a migliorare le
proprie conoscenze e capacità.
Comunicare con persone esterne all'organizzazione - Comunicare con
persone esterne all’organizzazione, rappresentare la stessa verso i clienti, il
pubblico, le amministrazioni ed altre entità esterne, personalmente, in forma
scritta, per telefono o via e-mail.
Comunicare con superiori, colleghi o subordinati - Fornire informazioni ai
superiori, ai colleghi e ai subalterni, per telefono, in forma scritta, via e-mail o
personalmente.
Esibirsi o lavorare a contatto diretto con il pubblico - Esibirsi per il
pubblico o occuparsi direttamente del pubblico. Comprende servire i clienti in
pubblici esercizi o negozi e ricevere clienti o ospiti.
Risolvere controversie e negoziare con altre persone - Gestire lamentele,
negoziare, calmare dispute e risolvere conflitti.
Stabilire e mantenere relazioni interpersonali - Creare rapporti di lavoro
costruttivi e cooperativi e mantenerli nel tempo.
Svolgere attività amministrative - Svolgere compiti amministrativi
quotidiani, come gestire archivi e sbrigare pratiche.
FORMAZIONE SPECIFICA DEI VOLONTARI:
ALL. 6 - MEDICI SENZA FRONTIERE IN PIEMONTE
Contenuti della formazione specifica
La formazione specifica sarà tenuta dal personale in forza presso la sede dell’organizzazione
ed avrà lo scopo di dare una panoramica generale al volontario sulla struttura organizzativa e
sulla storia dell’associazione oltre che offrire ai volontari tutti gli strumenti teorici e tecnico-
pratici per realizzare la propria esperienza di servizio civile in maniera consapevole. Tutti i
moduli, gestiti dai formatori MSF indicati, avranno dei momenti dedicati a case study
realizzati anche grazie alla presenza di esperti del territorio e/o esponenti della società civile
locale.
Il percorso sarà suddiviso quindi in:
1 modulo formativo della durata di 4 ore;
6 moduli formativi della durata di 6 ore l’uno;
2 moduli formativi della durata di 8 ore;
2 moduli formativi della durata di 12 ore.
Di seguito il dettaglio dei moduli:
1. Modulo di allineamento in entrata1: volto ad uniformare il livello d’ingresso delle
competenze dei volontari. (durata 6 ore)
2. Formazione generale sull’organizzazione: MSF dalla nascita ad oggi, con
particolare focus sulla sezione italiana e sulla sua struttura organizzativa. Principi
dell’organizzazione e mission. (durata 12 ore)
3. Crisi Umanitarie: La comunicazione di MSF e le azioni di lobby. Come, quando e
cosa raccontare. (durata 6 ore)
4. Sensibilizzazione: come si progettano, organizzano ed mettono in campo azioni di
sensibilizzazione. (durata 12 ore)
5. Volontariato: il volontariato come forma di dono – il valore e l’esperienza dei
volontari dei gruppi locali di MSF. Eventi dei gruppi locali: Come si progetta e
organizza un evento di sensibilizzazione. (durata 6 ore)
6. Comunicare in modo efficace: le tecniche di comunicazione on line e off line. I new
media e il ruolo dei social network. La promozione di un evento di sensibilizzazione.
(durata 6 ore)
7. Le operazioni umanitarie: quando e come si interviene in una crisi umanitaria. Il
ruolo dell’operatore umanitario. (durata 6 ore)
8. Informatica: principi base dei programmi di video scrittura e di calcolo. (durata 6 ore)
9. Public Speaking e presentazioni efficaci. Apprendere gli elementi base della
comunicazione; Conoscere gli strumenti più utilizzati per costruire le presentazioni;
Apprendere tecniche e modalità per creare slide d’impatto ed efficacy. (durata 4 ore)
10. La sicurezza sui luoghi di lavoro: il concetto di rischio, le figure della sicurezza,
piano di emergenza.
11. Orientamento lavorativo: il mercato del lavoro, bilancio delle competenze,
preparazione delle candidature e cv. (durata 8 ore).
Durata
1 Il modulo è volto ad offrire ai volontari un percorso formativo personalizzato, orientato ad allineare in
entrata le competenze alle esigenze progettuali oltre che a favorire la crescita del volontario,
singolarmente e nel gruppo.