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Le 7 chiese EFESO LETTERA ALLA CHIESA DI EFESO(2:1-7) “ Il principio del declino” Il nome Efeso significa: “ amabile , diletta, colei che ama ”. Questo nome e’ caratteristico per tutta la Chiesa di Cristo (Efes.5:2,25). La città di Efeso era in quel tempo una potente e ricca città di commercio, ed era anche la capitale della provincia romana dell’Asia. Qui l’apostolo Paolo, aveva annunziato l’Evangelo per alcuni anni con grandi benedizioni e molto successo (Atti 19:10). Lo Spirito di Dio operò con potenza a quel tempo e in quel centro di piaceri mondani dove la “GRANDE DIANA” (Artemide) degli Efesini, la dea pagana della caccia, era onorata in un tempio magnifico (Atti 19: 21-41). Un gran numero di uomini e donne si convertì e un buon numero di quelli che avevano esercitato le arti magiche portarono i loro libri e li bruciarono in pubblico (Atti 19: 19-20). La chiesa di Efeso ci appare come l’immagine della CHIESA INTERA AL TEMPO DEGLI APOSTOLI. Questo e’ dimostrato già dall’intestazione della lettera. “Queste cose dice Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro” (2:1). Non vediamo forse qui il Signore, il Capo della Chiesa nella posizione originaria di potenza suprema che gli appartiene e nella quale la Chiesa avrebbe dovuto riconoscerlo dal principio dalla sua storia sulla Terra, fino alla fine? APPROVAZIONE E LODE “Le tue opere, la tua fatica, la tua costanza” vv.2,3 Che cosa ha dunque il Signore da dire a questa Chiesa? Anzitutto riconosce con elogio diverse cose: “Io conosco…” . Similmente, scriveva l’apostolo Paolo ai Tessalonicesi (1 Tess. 1:3). Presso gli Efesini si trovavano in abbondanza opere, fatica, costanza. Non solo, il Signore gli riconosce anche l’ INTOLLERANZA al male v.2. La lode per aver messo alla prova e respinto coloro che si dicevano apostoli e non lo erano. “Detesti le opere dei Nicolaiti” v.6 Il Signore trova qualcosa ancora da lodare in Efeso (v.6). Che cosa erano “queste opere dei Nicolaiti”? Non si sa con certezza. Alcuni dicono che esistesse una setta dei Nicolaiti, chiamata ingiustamente così dal nome di uno dei sette fratelli incaricati di occuparsi dei poveri (Atti 6:5), che

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Le 7 chiese

EFESO

LETTERA ALLA CHIESA DI EFESO(2:1-7) “ Il principio del declino”

Il nome Efeso significa: “ amabile , diletta, colei che ama ”. Questo nome e’ caratteristico per tutta la Chiesa di Cristo (Efes.5:2,25). La città di Efeso era in quel tempo una potente e ricca città di commercio, ed era anche la capitale della provincia romana dell’Asia. Qui l’apostolo Paolo, aveva annunziato l’Evangelo per alcuni anni con grandi benedizioni e molto successo (Atti 19:10). Lo Spirito di Dio operò con potenza a quel tempo e in quel centro di piaceri mondani dove la “GRANDE DIANA” (Artemide) degli Efesini, la dea pagana della caccia, era onorata in un tempio magnifico (Atti 19: 21-41). Un gran numero di uomini e donne si convertì e un buon numero di quelli che avevano esercitato le arti magiche portarono i loro libri e li bruciarono in pubblico (Atti 19: 19-20).

La chiesa di Efeso ci appare come l’immagine della CHIESA INTERA AL TEMPO DEGLI APOSTOLI. Questo e’ dimostrato già dall’intestazione della lettera. “Queste cose dice Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro” (2:1). Non vediamo forse qui il Signore, il Capo della Chiesa nella posizione originaria di potenza suprema che gli appartiene e nella quale la Chiesa avrebbe dovuto riconoscerlo dal principio dalla sua storia sulla Terra, fino alla fine?

APPROVAZIONE E LODE

“Le tue opere, la tua fatica, la tua costanza” vv.2,3

Che cosa ha dunque il Signore da dire a questa Chiesa? Anzitutto riconosce con elogio diverse cose: “Io conosco…” . Similmente, scriveva l’apostolo Paolo ai Tessalonicesi (1 Tess. 1:3). Presso gli Efesini si trovavano in abbondanza opere, fatica, costanza. Non solo, il Signore gli riconosce anche l’ INTOLLERANZA al male v.2. La lode per aver messo alla prova e respinto coloro che si dicevano apostoli e non lo erano.

“Detesti le opere dei Nicolaiti” v.6

Il Signore trova qualcosa ancora da lodare in Efeso (v.6).

Che cosa erano “queste opere dei Nicolaiti”? Non si sa con certezza. Alcuni dicono che esistesse una setta dei Nicolaiti, chiamata ingiustamente così dal nome di uno dei sette fratelli incaricati di occuparsi dei poveri (Atti 6:5), che

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trasformava la grazia del Signore in dissolutezza e viveva in peccati grossolani. Questo perònon e’ confermato dalla storia. Può anche darsi che i Nicolaiti, nominati di nuovo nella lettera alla Chiesa di Pergamo (2:15), non siano gli stessi di quelli che professavano la dottrina di Balaam (2:14). Comunque il Signore odiava le opere dei Nicolaiti, non i Nicolaiti; questo stesso odio si trovava nei credenti di Efeso ed e’ ciò che il Signore loda. Noi pensiamo che le opere dei Nicolaiti non siano state dei peccati carnali, altrimenti l’espressione “ Che io detesto”, sarebbe stata troppo debole. Il significato del nome ci aiuterà in questo caso, a comprendere meglio la cosa.

Il termine Nicolaita vuol dire : “vincitore del popolo”(vittoria-popolo). In altri termini troviamo qui il principio della dolorosa divisione dei credenti in spirituali e laici. Dio non voleva assolutamente questa differenza anzi il Signore Gesù diceva ai suoi…. Mt 23:8. E noi sappiamo come lo Spirito Santo ce lo ricorda nelle diverse epistole, che tutti i credenti sono fratelli, UN CORPO IN CRISTO (1 Pietro 2:9; Apoc. 1:5-6). Nella Chiesa di Cristo non deve “ESISTERE UNA SPECIALE POSIZIONE PER I SACERDOTI”, neanche nel senso del sacerdozio israelitico.

RIMPROVERO

“Hai abbandonato il primo amore e sei caduta” v.4

In principio le cose stavano così: Atti 2:42-47 ; 4:32-35,ma ecco che internamente il declino era già cominciato, anche se esteriormente tutto sembrava in ordine. Lo sguardo penetrante del Signore avevascoperto un difetto che lo affliggeva molto….” Hai abbandonato il tuo primo amore!! ”. Il fatto e’ che tutte le opere, fatica, costanza e risolutezza nel GIUDICARE IL MALE, non sempre corrispondono a un grande e sincero amore per LUI. Ogni credente, l’assemblea locale o la Chiesa intera, abbandonando il primo amore perde quella FELICE POSIZIONE nella quale il Signore e’ onorato. Leggendo l’epistola dell’apostolo Paolo agli Efesini che ci mostra come nessun’altra epistola del N.T. , le grandi benedizioni e la posizione celeste del credente, ci sembra quasi impossibile che appena TRENTA ANNI DOPO, il Signore stesso, indirizzando la lettera a quell’assemblea, debba rimproverarla in tal modo. Ma CHE COSA E’ L’UOMO? HA EGLI SAPUTO MANTENERSI NELLA POSIZIONE IN CUI DIO L’AVEVA POSTO? Purtroppo no!! Nel paradiso terrestre, in mezzo a tante benedizioni , cadde nella DISUBBIDIENZA. E quando più tardi Dio si scelse un popolo, fu la stessa cosa.

Mentre Dio gli dava una legge, Israele si faceva un “vitello d’oro”che chiamò suo dio! Poi rovinò il sacerdozio e finì col crocifiggere il suo Messia. Il declino della Chiesa cominciò proprio quando i cuori perdettero il loro PRIMO AMORE, cioè non lasciarono più come al principio, TUTTO IL POSTO AL LORO SALVATORE E SIGNORE e non furono più nella completa Sua

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dipendenza . Una porta larga si era aperta al male e le sette lettere ci mostrano che il DECLINO e la ROVINA, penetrati immediatamente nella Chiesa dopo l’ ABBANDONOdel PRIMO AMORE, continueranno ad aumentare e ad aggravarsi attraverso tutto il periodo della cristianità.

“Attenzione al candelabro”v.5b

Efeso, vista nel suo insieme, come assemblea locale, non si e’ pentita, e il Signore ha mandato ad effetto la sua minaccia… “Rimuoverò il tuo candelabro”. La città fu distrutta dagli eserciti maomettani e il suo luogo non e’ altro che un ammasso di ROVINE. In Efeso da molto tempo, non ci sono più chiese cristiane. Ma quel che e’ ancora più grave e’ il fatto che l’intera Chiesa dei tempi apostolici, di cui Efeso e’ una figura emblematica, NON SI E’PENTITAE NON E’ RITORNATA AL PRIMO AMORE. In realtà quel candelabro simboleggiante “luce”e’ stato rimosso, ed ora ? NOTTE e TENEBRE !!!

INCORAGGIAMENTO E RICOMPENSA

“A chi vince io darò da mangiare…” v.7

Da quando il declino cominciò in tutta la Chiesa e nelle singole assemblee, lo Spirito Santo e la Parola di Dio si rivolgono al credente e lo invitano a decidersi risolutamenteper Cristo. A risalire la corrente e il sentimento in generalizzato. A mettersi decisamente DALLA SUA PARTE, non lasciandosi sopraffare dal male, ma essendone vincitore.

LA FEDE che guarda al Signore, che UBBEDISCE alla sua PAROLA e fa affidamento solo su di LUI e’ quella che vince il mondo (1 Gv. 5:4). Il Signore promette al “vincitore di Efeso”, e ciò vale per tutti i VINCITORI, di: “mangiare dall’albero della vita, che e’ nel paradiso di Dio”.

Adamo, il primo uomo, perdette a causa della sua disubbidienza il diritto di mangiare dall’albero della vita , ed infatti non ne mangiò. Ma ciò che andò perduto a causa del peccato e’ dato adesso a colui che vince , ed in misura maggiore, poiché’ egli non mangia di un albero della vita che e’ sulla terra, ma dell’albero della vita che e’ nel “paradiso di Dio”. Per poter mangiare dell’albero della vita, Adamo avrebbe dovuto rimanere nel suo stato iniziale d’innocenza; ora invece BISOGNA VINCERE!!

Il peccato e’ nel mondo, ma la sua azione si trova ovunque, anche in mezzo alla Chiesa.

Soltanto per mezzo della FEDELTA’ e dell’ UBBIDIENZA ALLA PAROLA, mettendola al di sopra di ogni parola d’uomo, il singolo credente può essere VINCITORE.

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E’ una cosa assolutamente personale!

SMIRNE

LETTERA ALLA CHIESA DI SMIRNE

Apocalisse. 2:8-11

LA GRANDE PERSECUZIONE

Il vocabolo SMIRNE o “ MIRRA ”significa letteralmente amarezza. La mirra, una

resina profumata molto conosciuta in Palestina e in Arabia, era adoperata nella

preparazione dell’olio dei sacerdoti, del balsamo per preservare i cadaveri dalla

decomposizione e veniva anche bruciata come incenso odorifero. Amarezza quindi,

in effetti la Chiesa dall’anno 100 al 313 d.C. (Editto di Milano) diventò la Chiesa dei

MARTIRI. Nell’intestazione Gesù si presenta come“IL PRIMO E L’ULTIMO, CHE

FU MORTO E TORNO’ IN VITA”( v.8 ). Colui che ha vinto la morte dice ai suoi:“

la sofferenza più o meno intensa e’ superabile meravigliosamente”. E se alcuni

avessero dovuto passare per la morte, avrebberoavuto la stessa sorte di Colui che ha

VINTO LA MORTE. Egli aveva la potenza di farli risuscitare in gloria e dar loro la

“corona della vita”, la corona che il Signore da a coloro che rimangono fedeli NELLE

TRIBOLAZIONI E NELLE PROVE ( Gc 1:12 ).

CONSTATAZIONE AMARAv.9

“Conosco… le tue tribolazioni, povertà, calunnie avverse”

Abbiamo constatato la tristezza del Signore nel rimproverare i suoi perché avevano

abbandonato il loro primo amore (2:4). Un declino spirituale che apre le porte ad una

DECADENZA OVVIA. Dio intesevenire in aiuto alla sua Chiesa permettendo a

Satana di metterla alla prova con varie persecuzioni, allo scopo di allontanarla da

quel mondo FALSO ED IPOCRITA A CUI SI ERA AVVICINATA. Infatti, proprio

nel II° e III° secolo la Chiesa di Cristo si trovava immersa in un mare di dolore, fino

alla morte. Proprio allora i cristiani si radunarono nelle catacombe e vivevano nel

deserto e nelle caverne; era il TEMPO DELLE SANGUINARIE PERSECUZIONI E

DEI MARTIRI. Satana poteva cacciare i diletti del Signore in prigione. Policarpo,

uomo di Dio, fu perseguitato dall’odio dei Giudei (v.9) che lo uccisero bruciandolo

verso l’anno 168.

E’ interessante considerare il verso 10 seconda parte che pone l’accento sul TEMPO

DELLA TRIBOLAZIONE: DIECI GIORNI.

Dio PERMETTE la sofferenza, lascia INFURIARE il nemico, ma gli fissa SEMPRE

un limite che non può oltrepassare mai (Giob 1:12). Satana può fare, ma non

STRAFARE; i giorni sono 10 e non uno in più! Ancor più interessante scoprire che i

credenti di Smirne erano temporaneamente POVERI v.9 ,eppure questa povertà

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procura, come spesso abbiamo esperimentato, una grande ricchezza spirituale. La

certezza della PROVA induce SEMPRE ED IRREVOCABILMENTE A GRIDARE:

ABBA PADRE. (Esodo 3:7-8)

INCORAGGIAMENTO E RICOMPENSA vv. 9-10

“Non temere, sii fedele, ti darò la corona della vita, e non sarai colpito dalla morte

seconda”

Il non temere e’ correlato alla CORONA della VITA e alla liberazione dalla morte

seconda. Colui che ha VINTO può dare ai suoi la GLORIA promessa, la corona,

simbolo di MAESTA’, FORZA, AUTORITA’ della VITA . In altri termini la

sofferenza conducibile alla morte si ferma davanti alla vita. Non temere perché sei

nelle mani di Colui che ha demolito la vittoria e il dardo della MORTE

(1 Cor.15: 54-58). Come sono consolanti le parole del Signore,

delCOMPASSIONEVOLE Sommo Sacerdote.

Non solo. Non temere, perché la MORTE SECONDA che e’ la separazione eterna

dell’anima da Dio, non ti colpirà. E vero che (Rom. 6:23) ci scuote profondamente

ma e’ pur vero che la nostra

FEDELTA’ ci permetterà di NON ESSERE COLPITI. Probabilmente la prima

MORTE che e’separazione dell’anima dal corpo ci sfiorerà , ma non oltre!! (Gc.

5:11).

Tutto ciò che si trova al di là’ della MORTE FISICA NON E’ PIU’ SOTTO IL

POTERE DI SATANA!!

Ai giorni nostri e nei nostri paesi, i cristiani non sono più perseguitati apertamente

come un tempo. Non vengono gettati in prigione o uccisi a causa della loro fede

(escluse eccezioni). Tuttavia, tutti quelli che vogliono vivere pienamente in Cristo

Gesù, saranno perseguitati (2° Tim. 3:12). Il mondo tollera una certa forma di pietà

ed in certi casi la LODA anche.

Possiamo frequentare raduni e forse anche dire di essere convertiti: sovente il

MONDO SOPPORTA TUTTO CIO’.

Quando però VOGLIAMO VIVERE PIENAMENTE, quando cioè, manifestiamo i

CARATTERI DI CRISTO nella vita pratica di ogni giorno, e cerchiamo di dirigere

ilnostro cammino secondo le parole di Dio, ecco apparire immediatamente, da una

parte e dall’altra, RESISTENZA e PERSECUZIONE.

Ecco perché Smirne ci insegna che il Signore non ha da rimproverarci, ma ciascuno

e’ chiamato ad ascoltare il SUO INCORAGGIAMENTO. Lo Spirito Santo si rivolge

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adOGNUNO DI NOI e ci chiede quanto siamo DECISI A SEGUIRE IL SIGNORE

PORTANDO ILSUO OBBROBRIO (Fil. 1:29).

PERGAMO

UN MATRIMONIO IMPROPRIO: CHIESA-MONDO

Pergamo significa: castello, fortezza. Era costruita su di una montagna. L’arte e la scienza fiorivano. Da Pergamo viene il nome di pergamena. Vi era nella città’ una biblioteca che contava circa 250.000 pergamene, un grande altare a Giove (alcuni resti sono a Berlino) e il famoso tempio di Esculapio (dio della medicina). Quando Satana si accorse che la Chiesa non si poteva sterminare ne’ con la forza, ne’ col fuoco, ne’ con la spada, poiché è fondata sulla roccia eterna Gesù Cristo (Mt 16:18), cambiò tattica. Fino ad allora si era mostrato come il leone ruggente, ma adesso si trasforma in angelo di luce, il serpente seduttore. Tutto ciò avvenne dal 3° secolo sotto l’imperatore Costantino. Egli favorì i Cristiani, diede loro delle posizioni onorevoli, delle cariche di Stato, fece del Cristianesimo la religione nazionale, trasformò i templi pagani in chiese cristiane e vi introdusse con la forza le feste pagane. La religione cristiana non fu più perseguitata, ma con l’editto di Milano 313 essa divenne religione dell’Impero Romano. Nel 330 l’imperatore si trasferì nella città greca di Bisanzio, poi Costantinopoli, dando così inizio alla famosa “CHIESA CRISTIANA GRECA”. Ancora oggi questa forma di religione è in Grecia e con qualche lieve differenza, in Russia sotto il nome di “Chiesa ortodossa”. Senza dubbio con Pergamo abbiamo la figura della chiesa greco-cattolica-ortodossa. Ortodossa perché crede secondo le vere dottrine della religione ma, basata su opere morte e vuote. Assurda MONDANITA’ si introdusse, contrastando la PAROLA DI DIO (Gv 17:14-16). Notevole è il nome che il Signore prende all’inizio della lettera v.12. Questa spada è la PAROLA DI DIO che divide e separa ciò che non e compatibile con essa e quindi la Chiesa dal mondo (Ebrei 4:12). La vera Chiesa non fa parte del mondo e NON DEVE ASSOCIARSI AD ESSO, NE’ VOLER REGNARE SU DI ESSO.

RIMPROVERO vv. 13,14,15 “Abiti dove e’ il trono di Satana” “Alcuni professano la dottrina di Balaam” “Alcuni professano la dottrina dei Nicolaiti”

La Chiesa che e’ celeste secondo il suo appello, la sua posizione, la sua speranza e le sue benedizioni, abita oltre dove e’ il trono di Satana, principe di questo mondo (Gv 14:30 vedi note introduttive). La Chiesa aveva ascoltato la dottrina di Balaam v.14 falso profeta che era stato invitato dal re di Moab a maledire Israele, il popolo di Dio. Non avendo potuto raggiungere il suo scopo, diede al re la malefica idea di invitare gli israeliti alle feste dei loro

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idoli. Questi accettarono l’invito annullando così la SEPARAZIONE che doveva esistere tra loro e i pagani (Num. 25:1-2 31:16). Idem per Satana che introdusse nella Chiesa di Pergamo un legame di perdizione tra i credenti e il mondo. Per il Signore l’unione con il mondo e’ categoricamente “FORNICAZIONE SPIRITUALE”. In Efeso, all’epoca degli apostoli o nel 1° secolo della chiesa professante, abbiamo visto l’inizio dell’opera dei Nicolaiti. Fin da allora si cominciò a fare una differenza tra clero e laici. Questa differenza non era proclamata pubblicamente ed era generalmente avversata (Apoc.2:6). A Pergamo, invece, questa differenza era addirittura insegnata come un dogma, era diventata la “DOTTRINA DEI NICOLAITI” e la GERARCHIA si era introdotta palesemente, come essere un comando di Cristo. Si diede molta importanza alle autorità umane alle quali si offre onore e potenza per combattere quelli che non si fossero sottomessi spontaneamente. Il Signore condanna i Nicolaiti e con loro tutta l’assemblea con “la spada della sua bocca”. La sua PAROLA divide, separa e libera colui che si lascia istruire e guardare dal male, per la sua salvezza. Chi si ribellerà troverà condanna eterna! Alcuni esempi chiave 2° Tess. 2:8, Apoc.19:15-21. APPROVAZIONE E LODE v.13b “Tuttavia tu rimani fedele” “Ricordo il mio testimone Antipa”

Vi era un piccolo nucleo della Chiesa, veri credenti, che al principio era ancora fedele, anche sotto Costantino e il Signore lo RICONOSCE. Emblematico e’ il martirio di Antipa nome che del resto nasconde un GRANDE SIGNIFICATO: “UNO CONTRO TUTTI”. Antipa è il simbolo della REAZIONE, CONTRAPPOSIZIONE, RIBELLIONE, alla MALEFICA MONDANITA’. Quello sparuto numero di “FEDELI TESTIMONI” che non si piega…MAI! (Dan. 3:18, 1° Re 19:18).

INCORAGGIAMENTO E RICOMPENSA v.17 “A chi vince darò la manna nascosta e una pietruzza bianca”

Il Signore si rivolge ad ognuno di coloro che hanno ancora orecchi per udire ciò che lo Spirito dice alle chiese. Egli li incoraggia a RIMANERE SALDI nonostante il triste stato di cose. Li incoraggia a vincere v.17. La manna nascosta e’ Cristo come Egli stesso disse (Gv.6:48-51). Vincere significa sprezzare le cose sacrificate dal mondo agli idoli e godere della dolce “MANNA NASCOSTA” venuta dal cielo che e’ VERO CIBO. E’ opportuno ricordare che Israele fu nutrito nel deserto con la manna e dovette portare con se nella TERRA PROMESSA un vaso pieno di manna quale MEMORIALE, ponendolo nell’arca del patto NEL LUOGO SANTISSIMO DEL TEMPIO. Non solo. Il Signore offre a chi vince una “PIETRUZZA BIANCA”. Anticamente, i giudici di questo mondo, dichiaravano L’INNOCENZA dell’accusato gettando una pietra bianca nell’urna. Ma ancora questa pietruzza bianca rappresentava l’emblema della vittoria per gli atleti che gareggiavano nelle competizioni

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olimpioniche. Un tale simbolo dava al vincitore il diritto a vari onori e privilegi quando facevano ritorno alla loro città’. A chi vince nella gran lotta terrena sono assicurati gli onori e la gloria della patria celeste. Nello stesso modo il Signore vuole DIFENDERE CHI VINCE, difenderlo dall’accusatore ingiusto. Sulla “pietruzza” e’ scritto un “nome nuovo” come sulle pietre preziose del pettorale del sommo sacerdote erano incisi i nomi delle tribù d’Israele. Questo nuovo nome sarà conosciuto soltanto da colui che lo riceve. Si! Solo quelli che lo SEGUONO FEDELMENTE, POSSONO SPERIMENTARE E GUSTARE PERSONALMENTE, nella misura della comunione che hanno con LUI. Ci incoraggi la preghiera di Gesù il quale chiede al Padre “SANTIFICALI NELLA VERITA” (Gn 17:16,17).

TIATIRI

“Corruzione e gerarchia” Tiatiri, la odierna Akhissar, si trova sulla strada che conduce da Pergamo a Sardi; fu nota per i suoi commercianti di “oppio”. Come già abbiamo visto per le altre lettere, il significato del nome della città ci aiuta molto a comprendere il valore profetico della lettera stessa. Così Tiatiri vuol dire: “COLEI CHE OFFRE SACRIFICI, CHE OFFRE INCENSO”. Non è questo caratteristico della chiesa di Roma? In effetti, in seguito alla chiesa orientale greca, si instaura potentemente la chiesa di Roma. Già da molto tempo i vescovi romani avevano saputo farsi avanti, ed essere elevati, con i vescovi di Costantinopoli, d’Antiochia, di Gerusalemme, d’Alessandria, al titolo di “PATRIARCHI”. Quando poi i popoli germanici, i Goti, i Longobardi, i Franchi, gli Anglosassoni, abbracciarono la religione cristiana e vennero a contatto con la chiesa romana, i Patriarchi acquistarono grandissima importanza. La chiesa greca fu, sino al settimo secolo, il centro della cristianità. In seguito però, questa posizione fu presa dalla chiesa romana che si separò definitamene dalla greca. Su migliaia di altari di questa potente chiesa, che tiene sotto di se milioni e milioni di persone, si pretende di RIPETERE IL SACRIFICIO PERFETTO DEL FIGLIO DI DIO, fatto una volta e per sempre. Secondo la sua dottrina, questo sacrificio viene continuamente ripetuto, senza spargimenti di sangue, per i vivi e per i morti. Oltre a ciò, salgono dagli innumerevoli “INCENSIERI DI ROMA”, dei sacrifici che si pongono al posto dei sacrifici spirituali di lode che Dio accetta dai credenti che, possono adorarlo come Padre in Spirito e verità. Ciò è in contrasto con la Parola (Ebrei 9 e 10; 13:15; 1° Pietro 2:5; Gv 4:23-24)

GESU’ SI PRESENTA COME v. 18

“Figlio di Dio”

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Il Signore si presenta come Figlio di Dio. Sappiamo che come tale, è la ROCCIA sulla quale è edificata l’intera Chiesa (Mt 16:15-18). Gesù facendo allusione al nome di Pietro (sasso) risponde che: “Su questa pietra (roccia) edificherò la mia chiesa…” E’ dunque sotto questo carattere che il Signore si presenta qui alla chiesa di Tiatiri: FONDAMENTO, CAPO, CENTRO DELLA SUA CHIESA. Tiatiri ancora oggi riconosce pienamente il Signore Gesù come IL FIGLIO DI DIO vivente, ma non lo riconosce come CAPO E FONDATORE.

Cristo scruta e prova ogni cosa e non permetterà che la sua gloria sia data ad un altro!! Egli ha “occhi come fiamma di fuoco e i piedi simili a bronzo incandescente” v.18. OCCHI che ci parlano di profondità e di conoscenza delle cose più nascoste; PIEDI che ci ricordano la PUREZZA, la SANTITA’ DI UN CAMMINO GIUSTO. Si, Egli è il Giudice infallibile di ogni male e di ogni iniquità della Chiesa.

APPROVAZIONE v. 19

“Le tue opere, il tuo amore, la tua fede, la tua costanza, le tue ultime opere più numerose delle prime” L’ammissione di Dio nel ricordare che Tiatiri sviluppa tanta ENERGIA, consuma grande ZELO, produce maggiore attività è palese. La Chiesa di Roma non si è mai risparmiata, il suo correre senza freno e il suo adoperarsi instancabilmente è notorio! La base su cui fondava ogni CERTEZZA era ed è OPERARE! Di fronte a tale realtà il nostro cuore potrebbe cadere in confusione ma ci accingiamo ad una semplice ed utile considerazione. In tale Chiesa ritroviamo AMORE, FEDE ma è assente la speranza (1Tess. 1:3), elemento da non sottovalutare. Evidentemente era chiara una lacuna: la speranza dovrebbe affiancarsi SEMPRE ALLA FEDE E ALL’AMORE, eppure in tale Chiesa non è nemmeno menzionata. Difatti colui che sa di appartenere a Cristo e che conserva la sua Parola durante la SUA ASSENZA, SPERA IN LUI e brama ardentemente il suo RITORNO, l’adempimento della sua promessa! Quando la speranza si spegne nel nostro cuore, allora il mondo immediatamente comincia a farsi posto inducendoci a STABILIRCI una “posizione” a cercare diritti e onori in un luogo dove dovremmo essere stranieri e viandanti. Ricca in opere…. E basta!! RIMPROVERO v. 20,21

“Tolleri Iezabel !” E’ veramente un grave rimprovero.

“Iezabel” (o Izebel) significa: non toccata, casta; un bel nome certamente. Ma chi era però questa donna all’origine? Se leggiamo nella Bibbia, troveremo che Izebel fu l’unica moglie del re Acab (1 Re 16:31). Era una straniera (fenicia) pagana e perciò non avrebbe mai dovuto salire sul trono d’Israele. Il male non si limitò all’interno delle frontiere del regno d’Israele, ma penetrò nel regno di Giuda, poiché’ una figlia di Izebel sposò Joram, re di Giuda (2 Re 8:16-18).

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Poco mancò che tutti i discendenti della casa reale di Davide, fossero distrutti da Atalia, altra figlia di Izebel (2 RE 11). Dunque, Izebel recò morte e distruzione in Israele e Giuda. Ella introdusse il culto a Baal con tutti i suoi ORRORI e soppresse completamente il culto al vero ETERNO. Il culto a Baal diventò la religione del popolo, la religione di Stato, e i profeti di tale dio si moltiplicarono nel paese. Izebel era dunque un’omicida! Ella aveva insegnato e sedotto i servitori del Signore a commettere FORNICAZIONE e mangiare carni SACRIFICATE AGLI IDOLI, proprio come troviamo in figura nel nostro testo v.20. La Sacra Scrittura identifica il rinnegamento del vero Dio con le parole: FORNICAZIONE e ADULTERIO. Durante il tempo in cui Izebel era regina si commettevano proprio tali peccati ed è ciò che troviamo nel sistema spirituale che essa rappresenta. Nei secoli IX,X,XI questo stato di cose attraversò la cristianità. La chiesa professante cercò con tutti i mezzi di assicurarsi la signoria mondiale e volle che i principi della Terra si sottomettessero alla sua potenza e la servissero. Essa si allontanò completamente dall’Evangelo, dalla Parola, cominciò ad insegnare che la salvezza si trovava in “LEI” e nell’indispensabilità dei suoi PRECETTI e OPERE. Nello stesso tempo era in lotta per il regno e il predominio (Atti 4:10-12 Gv 18:36 Mt 11:28). Vi fu una chiesa DOMINATRICE, OPPRIMENTE che esigeva denaro, importanza e onore.

Come un tempo i giganti nacquero dall’unione dei “figli di Dio” con le figliuole degli uomini (Gen.6:2) così, dall’unione della Chiesa con il mondo, nacque un grandissimo edificio. Questo sistema che cominciò nel Medioevo a perseguitare ed ad uccidere con tortura, rogo, spada, coloro che ponevano LA PAROLA DI DIO AL DI SOPRA DI TUTTI E TUTTO (1 Re 21). Continuò col procreare (v.23) persone ed organizzazioni e principi POLITICO-SOCIALI-SPIRITUALI-RELIGIOSI contrari alla volontà di Dio. E’ molto grave quando “l’orecchio” si chiude alla Parola e alla vera dottrina pe ascoltare invece la voce dell’uomo e del proprio cuore.

GIUDIZIO v. 22,23

“Metterò anche a morte” E’ inutile soffermarsi di fronte a tale determinazione: Dio giudicherà severamente tale operato e finanche il letto, simbolo di riposo, sarà luogo di dolore. GUAI a ritrovarsi nelle mani irate di Dio!! (Ebrei 10:27). INCORAGGIAMENTO MIRATO v. 24,25

“Ma agli altri di voi… tenetelo fermamente finche’ io venga”

Tuttavia vi sono sempre stati e vi sono tuttora dei veri credenti anche a Tiatiri. Il Signore li conosce e li ama, ma soffre nel vederli in tale ambiente. Come sono consolanti le parole che l’apostolo Paolo ha scritto pensando appunto alla grande confusione che sarebbe avvenuta (2 Tim.2:19). Il Signore si rivolse al residuo fedele che non ha visto il male e soprattutto non ha saputo

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distinguere l’origine satanica di molte cose (i semplici). Nel mezzo di Tiatiri (incenso, venerazione, cerimonie, sacrifici per masse, immagini) Dio ha una schiera di credenti che possiedono il Salvatore e la sua opera redentrice, cercano e con ragione nel Cristo Crocifisso ciò che la loro coscienza e il loro cuore desiderano: perdono dei peccati, misericordia, consolazione. A tali il Signore non “IMPONE ALTRO PESO” (sono già abbastanza aggravati) che, di ritenere FERMAMENTE ciò che si possiede!!

RICOMPENSA v. 26

“Darò potere sulle nazioni” Una parentesi opportuna. E’ da notare come dalla lettera di Tiatiri in poi le parole “Chi ha orecchi ascolti” non precedono la ricompensa e la promessa le quali si trovano in fondo alla lettera stessa (cfr. 2:7,11,17 cfr. 2:29; 3:6,13), perché’ il Signore non spera più nella chiesa nel suo INSIEME ma spera nei singoli INDIVIDUI. Chiusa parentesi.

“A chi vince e persevera nelle mie opere”. Gesù non manifestò mai la propria potenza e non fece mai, in questo mondo, delle opere per attirarsi le simpatie e il rispetto degli uomini. No, Gesù fece soltanto ciò che il Padre gli aveva dato a fare. Non cercò mai la propria gloria, ma in ogni sua opera glorificò il Padre. Colui che vince è esortato ad essere simile a LUI !! I veri credenti non hanno la loro parte sulla terra; il loro regno è il cielo. Non per questo però, essi regneranno con LUI, al suo ritorno per giudicare il mondo. I riscattati un giorno avranno dominio sulla terra (v.26.27) (MILLENNIO 20:2-4).

“Darò la stella del mattino” v. 28

Questa è la promessa più preziosa per il cuore che ama il Signore. Con tali parole Egli annunzia il suo ritorno come già visto nel v.25. Gesù è la “LUCENTE STELLA DEL MATTINO” con tutta la sua celeste bellezza. Come tale si presenta ai suoi, quale speranza durante il loro pellegrinaggio sulla terra. Così si presenta alla sua Sposa, all’ insieme dei credenti che, nella notte, si preparano al suo incontro (22:15,17,20).

Gesù Cristo quale “sole di giustizia” apparirà in questo mondo con il furore della sua ira (Malachia 4), ma come “stella del mattino” invece apparirà prima dello SPUNTAR DEL SOLE; rapirà in altri termini la sua Chiesa prima dei terribili giudizi divini. E’ interessante vedere come il Signore nelle prime tre lettere esorti ad un pentimento e ritorno allo stato spirituale primitivo, mentre in questa lettera e successive, Egli dirige il suo sguardo al FUTURO. Esorta e incoraggia quelli che “hanno orecchi” ad udire la Sua voce, ponendo dinanzi a loro il suo prossimo ritorno.

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SARDI

CREDENZA ESTERIORE ED APPARENZA DI VITA

Sardi era costruita sopra una collina dominante la valle del Pactolo, ad oriente di Efeso e a sud di Tiatiri. Era stata città prospera e capitale del regno di Lidia. Era devota a Cibele e a Giove, nota per il suo lusso e la sua lussuria.

In ebraico il termine Sardi significa “residuo” o “scampato”.

In questa lettera abbiamo probabilmente la storia del PROTESTANTESIMO come ebbe inizio nel 16° secolo. Che opera meravigliosa ha compiuto Dio con la RIFORMA ! Il Signore ha fatto qualcosa di nuovo, ha ridato al popolo la sua Parola eterna, la Sacra Scrittura, che e’ la fonte della luce e della salvezza. Ha posto nuovamente davanti ai suoi occhi la grazia e la verità che Egli stesso aveva portato a tutti, insegnando che l’uomo non e’ salvato per mezzo di opere di legge, ma soltanto per la fede nel perfetto “SACRIFICIO DI GESU’ CRISTO” al Golgota. Un opera iniziata stupendamente ma continuata diversamente . Se si può dire con certezza che la RIFORMA fu un’opera di Dio, con altrettanta certezza si può dire che l’attuale PROTESTANTESIMO e’ un opera degli uomini.

Lo Spirito del Signore cominciò l’opera,ma fu’ la volontà dell’uomo, la carne a continuarla. Una gran parte del popolo cristiano accettò la “nuova dottrina”, come era chiamata allora, ma ad eccezione di un piccolo numero, per la maggioranza non fu un vero ritorno a Dio, non vi fu’ la vera fede nel Signore Gesù’ e per conseguenza , neanche la nuova vita. Gran parte dei protestanti rimase senza Spirito ne’ vita. GESU’ SI PRESENTA COME…

“Colui che ha i sette Spiriti…e le sette stelle…” v.1 Per il senso di questa duplice designazione, Cristo si presenta come il Capo supremo della Chiesa e la fonte da cui procede mediante lo Spirito ,ogni vita spirituale ed ogni energia negli individui e nelle comunità. C’e’ in queste parole ,fin dal principio del messaggio, come un invito a cercare in Lui la guarigione del male di cui soffre la chiesa. Per incoraggiare quelli che ascoltano la sua Parola dice che ha “I SETTE SPIRITI” , vale a dire che presso di Lui vi e’ ancora tutta la pienezza dello Spirito ,della grazia e della benedizione. Non c’e’ dunque motivo di scoraggiarsi, o di abbandonare la sua testimonianza, poiché chi confida in Lui non sarà confuso. AMARA CONSTATAZIONE

“Hai fama di vivere ma sei morto!” v.1b C’e’ una speciale solennità’ in questo “conosco le tue opere” quando si tratta, come in questo caso, di una chiesa che ha un’apparenza e una reputazione di

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vita non rispondenti alla realtà. Questa realtà Cristo la discerne attraverso le apparenze. La Chiesa ha “nome di vivere” cioè gode presso le sue sorelle la reputazione d’essere una chiesa prospera, perché non ha abbandonato la sacra dottrina, pratica di culto, ha una qualche attività, ma in realtà e’ MORTA spiritualmente perché è venuta meno in lei la vita di fede, di speranza e di amore che possedeva da principio (2 Tim.3:5). Ha il corpo ma l’anima non c’e’ più. Tuttavia la morte non e’ ancora completa in tutti e in tutto; ci sono alcuni pochi membri viventi e fedeli; ce ne sono altri in cui la vita sta per spegnersi ,ma può essere rianimata ; ci sono istituzioni ed attività languenti ma suscettibili di nuovo vigore. Lo stato della chiesa e’ descritto come TORPORE SPIRITUALE che se non e’ rotto bruscamente ,diventa vera morte.

Torna alla mente la parabola delle dieci vergini che si addormentano (Mt 25:1-13), o L’ESORTAZIONE di Paolo (Efesini 5:14). Il messaggio di Cristo mira a svegliare la Chiesa dal sonno fatale che la invade. RIMPROVERO

“Non ho trovato…” v.2 C’e’ stata noncuranza, rilassatezza, sonnolenza: sia ciò il brusco “SVEGLIATI”. La Chiesa e’ ANEMICA e le sue opere, se anche soddisfacenti agli occhi degli uomini, non sono giudicate compiute da Dio che le trova mancanti per numero, qualità, per LO SPIRITO CON CUI SONO FATTE!! La Chiesa tralascia alcuni suoi fondamentali doveri e altri li compie svogliatamente, senza slancio d’amore, per mera abitudine.

Una piccola considerazione sull’espressione “resto che sta per morire”. S’intende quel po’di vita rimasta ancora in una parte dei membri che può e deve essere accresciuta e rafforzata con un opportuno “trattamento corroborante”!! RICORDA L’INIZIO

“Ricordati come hai ricevuto…” v.3 Come ad Efeso il Signore dice “ricordati come sei caduto”; come ai Giudeo-cristiani l’autore dell’epistole agli Ebrei dice: 10:32; così ai cristiani di Sardi Cristo ingiunge il ricordo di come avevano ricevuto e ascoltato con gioia ed entusiasmo il messaggio divino. Così i Galati (Gal.4:14), così i Bereesi (Atti 17:11), così quei di Samaria (Atti 8:6). Il ricordo dell’ardore col quale avevano accolto ed ascoltato il vangelo nei primi tempi, era la condanna della loro noncuranza posteriore e della loro attuale indifferenza. Quel che aveva fatto un tempo la loro felicità doveva essere serbato con maggior zelo, perché trattasi della verità relativa alla loro salvezza quasi spenta. Quella fiamma di vita spirituale ormai rappresenta un “LUCIGNOLO FUMANTE” AVVERTIMENTO STIMOLANTE

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“Verrò come un ladro…” v.3b Nel Nuovo Testamento questa espressione la ritroviamo sette volte: un momento e una atmosfera in aspettati (Mt 24:43; Lc. 12:39; 1Tess.5:2,4; 2Pietro 3:10; Apoc.3:3,16:15). Il fatto che il Signore parli a Sardi della sua venuta come quella di un ladro, ci fa pensare che Egli consideri questa Chiesa come appartenente al mondo (1 Tess.5:1-3). Per i riscattati Cristo non vuole venire in tal modo. I suoi aspettano la STELLA DEL MATTINO; la Sposa desidera ardentemente il ritorno dello Sposo che la introdurrà nella casa del Padre ( Giov.14:3; Apoc.3:11; 22:20) LA DIGNITA’ IN UNA VESTE BIANCA

“Non hanno contaminato e… cammineranno perchè degni…” v.4 Il giusto giudizio del Signore distingue le colpe della collettività da quelle dei singoli membri. Ci sono nella chiesa i morti spirituali e i moribondi,ma ci sono pure membri viventi; una SPARUTA MINORANZA: “alcune poche persone”. Questi dopo aver ricevuto per la fede in Cristo il perdono ed essere rinnovati moralmente dallo Spirito, hanno perseverato nella buona via che e’ quella della santificazione e non sono tornati a contaminarsi col ricadere nelle bassezze di una vita paganeggiante. La loro FEDELTA’ e’ così descritta in una veste incontaminata. Non solo. Anime rigenerate dal “ seme incorruttibile” della Parola di Dio (1 Pietro 1:22-23) non si accontentano più del “nome” (professione), ambiscono la veste di giustizia in Cristo Gesù. I loro sforzi saranno ricompensati dal giusto giudice se cammineranno col Cristo che hanno onorato e servito (Gv 17:24)

Le VESTI BIANCHE sono l’emblema della purezza e della vittoria sul male ed essere degni di tale condizione corrisponde esattamente alla costante aspirazione di SANTITA’. Precisando che la dignità non e’ un MERITO , ricordiamoci l’importanza del sangue di Gesù e gli aberranti nostri peccati. A Cristo indirizziamo la gloria e l’amore ( Apoc. 1:5,6; 5:9,13; 7:9,10,14). RICOMPENSA

“Non cancellerò il tuo nome… ma confesserò il suo nome…” v.5 Nei manoscritti originali troviamo questa traduzione: “Chiunque vince il male sarà così vestito di vesti bianche”. Chi vince giungerà alla PERFEZIONE dell’esser suo; godrà della vittoria riportata e sarà glorificato ,in quanto quelle vesti bianche non rappresentano unicamente i corpi celesti, ma la VITA ETERNA!!

La similitudine del “LIBRO DELLA VITA” e’ interessante (Esodo 32:32,33; Salmo 69:28; Dan.12:1; Mal.3:16; Lc.10:20; Fil.4:3; Apoc.17:8; 20:12,15; 21:27). L’uomo e’ scritto nel libro della vita quando e’ fatto partecipe della vita nuova, quando riceve la verità che VIVIFICA e produce FIGLIOLANZA ED EREDEITA’. Chi persevera nella fede e sviluppa questa vita non sarà cancellato dal LIBRO. Chi invece lascia spegnersi gradatamente vedrà il suo

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nome cancellato. Attenzione a questa seconda scomoda, ma inaccettabile realtà: salvati non e’ GARANZIA DI SALVEZZA IMPERITURA!! Si puo’ essere cancellati!! In merito all’espressione “confesserò il suo nome” ,ci riportiamo alle testuali parole di Gesù MT 10:32,33 che lasciano supporre un binomio curioso : CORAGGIO-VERGOGNA. A chi risolutamente sconfiggerà la colpevole mancanza di coraggio, spetterà l’ ONORE di essere riconosciuto da Cristo come a Lui appartenente, davanti a Dio ed ai suoi angeli nel giorno delle retribuzioni. NOTA STORICA

La Chiesa di Sardi (STORICA NON METAFORICA) pare aver preso a cuore l’avvertimento, poiché la ritroviamo verso la metà del secondo secolo capeggiata dal vescovo Melitone che fu uno dei primi commentatori dell’Apocalisse, secondo lo storico Eusebio.

FILADELFIA

“ RIFUGIO OPPORTUNO ” La città era stata fondata nell’anno 154 a.C. dal re di Pergamo ATTALO FILADELFO da cui il nome. Fu danneggiata da diversi terremoti, e al tempo degli apostoli era una delle più piccole e povere città dell’Impero Romano. Il Signore glorioso vi aveva però una piccola chiesa di credenti rimasti fedeli a Lui e alla sua Parola. Il termine Filadelfia significa “amore fraterno”. Era questa una chiesa dell’Asia Minore, nella regione di Lidia a sud di Sardi.

In questa lettera troviamo rappresentati probabilmente i credenti della fine, coloro che, in mezzo all’iniquità crescente della cristianità professante e poco prima del declino totale, trovano il loro RIFUGIO nella PERSONA e nella PAROLA DEL SIGNORE GESU’, il Figlio di Dio, e gli sono fedeli pur avendo POCA FORZA! E’ l’ultimo chiaro splendore della testimonianza del Signore nella cristianità professante, prima che il Signore venga a rapire la Sua chiesa. GESU’ SI PRESENTA COME…

“Il Santo e il Verace” v.7 Il Signore si presenta alla chiesa di Filadelfia, come in tutte le altre lettere, con un carattere che corrisponde alla condizione spirituale di tale chiesa. Egli si nomina “IL SANTO E IL VERACE”. Precisiamo che questo non è un titolo ufficiale del Signore, bensì la definizione della gloria e dell’eccellenza della sua Persona. In Apoc. 6:10 Dio è chiamato il “santo” e il “verace”. Già nell’A.T. il termine “Santo” piuttosto che il “Santo d’Israele” è designazione frequente di Dio. Nei vangeli Cristo e’ chiamato il SANTO, puro d’ogni male morale, il VERACE, la cui parola è VERITA’ ASSOLUTA, che è quel che disse di essere.

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A conforto dei fedeli ricorda con questi titoli che egli ADEMPIRA’ FEDELMENTE tutto quello che promette. L’AUTORITA’ IN UNA CHIAVE… v.7b In Isaia 22:22 Dio dice di ELIAKIM chiamato a succedere a SCEBNA quale prefetto del palazzo reale : “Metterò sulla sua spalla…”. La chiave è qui il simbolo dell’autorità del prefetto del palazzo

(v 21). Cristo ha più che questo; Egli ha la “chiave di Davide”, cioè la piena autorità sulla casa di Dio

(Ebr. 3:6) che è quanto dire sul regno di Dio (Mt 28:18). Come erede di Davide, come il vero re TEOCRATICO promesso, il vero principe del popolo di Dio, il Davide IDEALE (Ger.30:9; Ezech.34:23 ; Ezech.37:24; Lc. 1:32) egli ha L’AUTORITA’ di aprire l’entrata nel suo regno e quella di chiuderla, giacché Egli, e nessun altro, stabilisce le condizioni dell’ entrata e giudica in modo infallibile L’ADEMPIMENTO O L’INADEMPIMENTO degli individui. Agli apostoli fu data l’autorità di dichiarare con la predicazione del Vangelo le CONDIZIONI dell’entrata nel REGNO e quelle di ammettere nella chiesa VISIBILE, mediante il battesimo, i credenti in Cristo, Giudei o pagani (Mt 16:19; Gv.20:23) ma Cristo solo conosce quei che sono suoi! 2Tim. 2:19. UN INVITO A PERSEVERARE

“Conosco le tue opere” v.8 Sebbene la dichiarazione non sia qui, come in altri messaggi, seguita immediatamente da lodi o da biasimi, il Signore mostra di conoscere lo stato della chiesa la sua fedeltà,la sua costanza, la sua

ubbidienza nel compiere la missione affidatale e gli avversari coi quali deve lottare. NON LE RIVOLGE ALCUN RIMPROVERO ma la invita a PERSEVERARE. “Una porta aperta…” v.8a Abbiamo la stessa immagine adoperata dall’apostolo Paolo (1Cor.16:9; 2Cor.2:12; Colos.4:3). Alla chiesa di Filadelfia il Signore ha dato l’opportunità di adempiere presso pagani e presso i Giudei della città o della regione, un opera missionaria efficace che gli avversari non potranno impedire. “Pur avendo poca forza, hai serbato e non rinnegato…” v.8b Sono ormai finiti i giorni di grande forza, della prima energia della Chiesa della Pentecoste. L’occhio del Signore però è sempre, anche nei giorni del declino e di poca forza, rivolto sui suoi e ricerca in loro amore e fedeltà. Dove si trovano queste cose vi e’ anche ubbidienza e di conseguenza benedizione. La ragione per cui, nell’esercizio della sua autorità regale, Cristo ha aperto una porta all’ attività missionaria della chiesa, sta non nella sua forza numerica, o sociale o intellettuale o finanziaria (la chiesa e’ poco numerosa e probabilmente povera) ma sta nella fedeltà sua all’evangelo, ch’essa ha serbato nella sua PUREZZA e non ha rinnegato in mezzo alle persecuzioni.

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Alla piccola chiesa fedele il Signore concede non solo l’onore di lavorare all’estensione del regno di Dio, ma garantisce vittorie segnalate sui suoi più accaniti avversari. UNA PARENTESI NECESSARIA v.9

“Io ti do quelli che mentono…si prostreranno…e riconosceranno” A Filadelfia come a Smirne i nemici più tenaci del cristianesimo sono i Giudei (Apoc.2:9). I Giudei per discendenza carnale che animati da uno spirito satanico avversano il regno di Dio. Cristo annunzia che una buona parte di essi si convertirà e chiederà umilmente e con verace pentimento di far parte della chiesa da loro prima calunniata e combattuta .L’atteggiamento di Saulo convertito che cerca di unirsi ai discepoli di Cristo e si chiama il primo dei peccatori, rappresenta bene quello dei Giudei divenuti cristiani a Filadelfia (Atti 9:26; 1Tim.1:12-17). Gloria a Dio per i tanti “nemici” arresi e convertiti all’EVANGELO. ESORTAZIONE ALLA COSTANZA v.10 L’espressione “esortazione alla costanza” e’ tradotta nei manoscritti antichi con : “LA PAROLA DELLA MIA PAZIENZA”. La PAROLA del VANGELO che narra la paziente costanza di Cristo nelle sofferenze da Lui accettate per salvare i peccatori nonché, parola che presenta pure Cristo come sublime esempio di pazienza ai suoi seguaci. Questa PAROLA i cristiani di Filadelfia l’avevano serbata fedelmente quando erano stati perseguitati. Quindi il premio promesso: il Signore guarderà questa chiesa dell’ ”ora della tentazione”. Da un punto di vista STORICO la “tentazione” ha rappresentato quella persecuzione generale mossa da Domiziano e poi Traiano; da un punto di vista escatologico le persecuzioni scatenate dall’anticristo e le tribolazioni conseguenti che precederanno la Venuta di Cristo.

“ Ti guarderò da”, può significare: ti esenterò dal gran cimento, ti guarderò quando dovrai attraversare prove e afflizioni, ti trarrò fuori vittoriosamente. Per i cristiani fedeli l’ora della prova suprema sarà sempre l’ora della suprema vittoria grazie all’intercessione ed il potente aiuto.

LA VITTORIA DELLA FEDELTA’

“Una corona…” v.11 Il “presto” ha da intendersi secondo la misura divina del tempo (2Pietro 3:8). Ciò che la chiesa deve ritenere fermamente e’ la SUA FEDE, FEDELTA’, COSTANZA ALLA PAROLA, ATTIVITA’ MISSIONARIA. Se persevera fino alla fine nella sua nobile lotta,nessuno potrà privarla della corona che E’ L’EMBLEMA DEL VINCITORE!! “Una colonna…” v.12 In Gv 21:22 e’ scritto: Ancora. Si legge che la Chiesa e’ la casa, il tempio spirituale di Dio (1Cor.3:16; 1Tim. 3:15; 1 Pietro 2:5) e si parla di servitori del Vangelo come di colonne Gal.2:9. Tenendo conto di ciò la promessa qui fatta

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indica chiaramente che il vincitore avrà un posto sicuro ed importante nella chiesa gloriosa dell’avvenire. Inoltre lo stato di perfezione celeste raggiunto e’ uno STATO PERMANENTE, non più soggetto a pericoli, a insidie ad assalti nemici: dalla presenza e dalla comunione nel suo Dio il vincitore non “uscirà mai più” . “CHI NON BRAMA LA CITTA’ DALLA QUALE CHI E’ AMICO NON ESCE E NELLA QUALE CHI E’ NEMICO NON ENTRA ?” (Agostino) Un nome… v.12b In Apoc.22:4; 14:1 si legge di questo nome glorioso simbolo e segno VISIBILE di appartenenza a DIO PER SEMPRE. Non solo. Segno indelebile di CITTADINANZA LEGITTIMA nella nuova GERUSALEMME CELESTE (Ap.21:3). La santa città quale TABERNACOLO DI DIO CON GLI UOMINI… Ad essa appartengono i credenti non solo dell’Antico Israele ma di ogni popolo e tribù come già predetto nei profeti (Isaia 56:60; Gal.4:26; Ebr.12:22). E’ interessante scorgere che del Cristo che viene a giudicare le genti si dice (Ap.19:12) che “portava un nome che nessuno conosce…” Questo nome quindi non e’ : IL FEDELE, ILVERACE, LA PAROLA, IL RE , IL PASTORE ne alcuno degli altri nomi ricordati nel N.T. E’ UN NOME CHE SI ADDICE AL SALVATORE (1Cor. 15:24-28; Ap. 20:10,14). Questo NOME del Re vittorioso sarà scritto in FRONTE a coloro che Egli ha riscattati e condotti al cielo.

TROFEI DELLA SUA VITTORIA!! Appartengono a Lui nel suo nuovo stato di riposo e di TRIONFO ETERNO.

CHI HA ORECCHIO ASCOLTI !

LAODICEA UNA PORTA CHE BISOGNA APRIRE Laodicea era città situata nellAsia Minore, a sud-est di Filadelfia e vicino Colosse. Il nome LAODICEA le era stato dato da Antioco 2° RE di Siria (261-246 A.C.); Daniele 11:10-19, che laveva riedificata e aveva voluto che ricordasse sua moglie Laodice. Era città opulenta, centro di commerci e di banche, celebre per i tessuti di lana e per la sua scuola di medicina, come ricorda lo storico romano Tacito. Fu distrutta completamente, come la città di Efeso, al brutale esercito di Tamerlano, conquistatore tartaro, nellanno 1402. Il suo luogo oggi e un cumulo di macerie chiamato Eski-Hissar, dal nome di una rovina; un vecchio castello e tutto quel che rimane della fiorente città di un tempo. Il nome Laodicea significa GIUSTO PER IL POPOLO GESU SI PRESENTA COME

Lamen e il testimone fedele e verace. v 14 Laggettivo ebraico amen è traducibile con il termine “fermo, saldo, quindi in

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senso morale FEDELE. Usato come avverbio significa: in verità e sotto la forma amen amen lo si incontra 25 volte nel vangelo di Giovanni.

Qui lAMEN esprime in forma ebraica la stessa idea del TESTIMONE FEDELE E VERACE; Cristo è la verità incrollabile, la fedeltà assoluta, personificata. Il principio della creazione di Dio. v 14b Questa espressione è stata intesa dai RAZIONALISTI nel senso PRIMA CREATURA o CAPOLAVORO della creazione; ma questo senso non risponde al concetto che ci è dato di Cristo nel messaggio a Laodicea e in genere, nellApocalisse e negli altri scritti del N. T.

Se Cristo fosse una semplice creatura, come mai sarebbe lamen, come possederebbe lonniscienza presupposta nel conosco le tue opere? Come sarebbe la fonte dogni bene spirituale? Come sarebbe presente quale educatore e gioia dogni fedele? Come loro giudice? Se fosse una semplice creatura, come sarebbe Egli lAlfa e lOmega, il principio e la fine, il primo e lultimo e come sarebbe Egli adorato da tutte le creature? Se invece intendiamo la parola PRINCIPIO in senso attivo, Cristo è ANTERIORE alla creazione, ne è lORIGINE, la causa efficiente, è: Gv 1:1-3!! CONOSCENZA PROFONDA

Freddo, fervente: notiepido! v 15 Essere FREDDO è lo stato delluomo naturale, in convertito, estraneo alla vita dello Spirito di Dio; essere FERVENTE è lessere penetrato interamente dal fuoco dello Spirito Santo che santifica per Dio gli affetti più ardenti Rom. 12:11.

Il TIEPIDO è colui che conosce il Vangelo, ma che i mezzi di grazia, lamore infinito del Salvatore non sono riusciti a strappare al mondo e a se stesso. Non vi è né zelo né entusiasmo nel suo cristianesimo. Non è contrario alla religione ma non è neppure acceso di ardore per la verità, damore per Dio e i per i suoi simili: si adagia nella mediocrità di un cuore diviso. ATTENZIONE ALLA RACCAPRICCIANTE CONCLUSIONE

Ti vomiterò dalla mia bocca v.16

Come lacqua tiepida provoca il vomito, così la tiepidezza spirituale e morale di fronte allamore infinito di COLUI che diede la propria vita per gli uomini, provoca nel cuore di LUI ripugnanza e disgusto. Il GIUDIZIO MINACCIATO alla chiesa tiepida, se non si pente, comprende la REIEZIONE di essa, e la condanna dei singoli suoi membri restati indifferenti e soddisfatti di se stessi. Mt 6:24; 12:30; Gc. 4:4.

ATTENZIONE ALLAUTOCOMPIACIMENTO E ALLAUTOSUFFICIENZA

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Non ho bisogno di nulla v.17 La ragione profonda della tiepidezza sta nel fatto che i cristiani di Lodicea non hanno coscienza della loro miseria e sono soddisfatti di se. Sono come il debitore della parabola che ama poco perché non ha conoscenza della grandezza del debito condonatogli Lc 7:41,50. Laodicea non ha conosciuto il suo peccato, no ha provato le angosce del pentimento né le gioie del perdono. Non ha che una nozione vaga ed imperfetta dellaltezza dellIDEALE CRISTIANO; quindi è contenta del suo semi-cristianesimo, della sua mediocrità spirituale. Non ho bisogno di nulla. Probabilmente labbondanza dei beni materiali aveva contribuito ad affievolire il senso morale perciò la chiesa non sente quanto sia lontana dallessere quel che dovrebbe. (Sono le chiese spirituali che sentono più vivamente le loro lacune e deficienze). Laodicea si illude grossolanamente. Così come Corinto tollerava un incestuoso e criticava lapostolo Paolo, è flagellata dal suo orgoglio 1° Cor 4:8,13. Ma il Signore è TREMENDAMENTE CHIARO: Non sai che sei linfelice per eccellenza, il miserabile che fa compassione perché povero di veri beni, cieco riguardo al proprio stato e nudo spiritualmente agli occhi di Dio?. UN CONSIGLIO DA SEGUIRE

Compra da me v 18 Perdonatemi, ma ravviso un tantino di ironia in questo consiglio. È naturale ed ovvio che solo Cristo può dare a Laodicea i veri beni di cui ha necessità. Quindi Cristo lesorta a comprare da Lui questi beni, non perché luomo bisognoso abbia di che pagare doni di valore infinito, ma perché alluomo è chiesto di soddisfare richieste morali senza le quali le ricchezza della grazia divina non possono essergli donate. La prima delle richieste è: sentire la propria povertà. Mt 5:3. Oro

Si considera oro, in tipologia, i doni divini della grazia: FEDE, GRAZIA, CARITA, GIUSTIZIA, CUORE NUOVO CONDIZIONE DI CARATTERE NUOVO.

Nota:

Contraria del tutto alla dottrina evangelica, lidea romana che i beni della grazia si comprano a prezzo di buone opere! Vesti bianche

Sotto una diversa immagine, Cristo qui offre gli stessi beni rappresentati dalloro. A chi è spiritualmente povero, Cristo offre delloro puro; a chi è spiritualmente nudo Cristo offre delle vesti bianche.

Tali vesti rappresentano, come già visto: in primo luogo la GLORIA della perfezione di cui saranno coperti coloro che avranno vinto con Cristo. In secondo luogo, le OPERE GIUSTE dei santi. In terzo luogo la veste del

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PERDONO divino che copre le vergogne del peccato ed infine le VIRTÚ cristiane procedenti da un cuore rinnovato che tolgono lonta di una vita inutile, egoista, spoglia di ogni moralità. Collirio

Laodicea era conosciuta per un unguento speciale da applicare sugli occhi deboli. Il collirio rappresenta qui lo spirito di verità che rende luomo capace di conoscere il suo vero stato dinanzi a Dio e gli rivela Cristo qual perfetto Salvatore. Gv 14:26; 16:8-15; 1° Gv 2:20-27. UN RIMPROVERO DAMORE

Io riprendo, io castigo. Perché amo!! v 19 La severità del rimbrotto non procede da risentimento o da odio, ma dallamore di Gesù che adopera ogni mezzo, anche i più severi, per salvare le anime. Lamore non è MAI CRUDELE, ma può essere SEVERO. Cristo agisce come un padre che vuole il bene dei suoi figli. Prov 3:11,12; Ebr 12:5-16.

Il riprendere è rappresentare a qualcuno il suo stato in modo da persuaderlo; castigare significa propriamente educare sottoponendo a necessaria disciplina. Allamorevole per quanto severa disciplina del Signore i Laodicesi devono rispondere con il loro zelo e con il loro ravvedimento. Il ravvivare lo spirito sarà di necessità accompagnato dal ravvedimento rispetto alla triste tiepidezza mostrata fin qui. UNA PORTA, UNA VOCE, UNA CENA. v 20 Non vi è nelle sette lettere alcuna immagine che abbia più di questa, carattere intimo, individuale e commovente. Il Signore non esorta soltanto a PENTIMENTO, fa di più: si accosta ad ogni individuo e..picchia. Picchia con gli inviti della sua Parola e del suo Spirito, picchia con le sue riprensioni facendo appello alla libertà, alla responsabilità, alla sete di pace e di felicità di ogni persona. Se si presta ascolto alla voce di Gesù e lo si accoglie con fede, si gusta esattamente il vero senso della COMUNIONE PERSONALE. La gioia di tale esperienza è rappresentata proprio dal concetto cena, la qual cosa, specialmente in Oriente, è segno di intima amicizia. Gv 14:23. LA VITTORIA È: UN POSTO SICURO!

A chi vince siederà con me. v 21 Lultima delle promesse fatte a chi vince nei messaggi di Cristo alle chiese, è una delle più gloriose contenute nellApocalisse, poiché assicura, a chi riporta la vittoria lottando contro il peccato, il mondo e a satana, la partecipazione alla potestà regale ed alla gloria celeste del Figliuolo di Dio. Che cosa ciò implichi esattamente, la mente nostra non può per ora comprenderlo. Certo è che, sotto diverse forme, una tal promessa sincontra spesso nelle Scritture. Lc 22:29,30; 2° Tim. 2:12; Mc 10:40; Apoc. 20:6; 2:27. Daltronde il trono del Figliuolo non è diverso dal trono del Padre suo.

CHI HA ORECCHIO ASCOLTI CIÓ CHE LO SPIRITO DICE ALLE CHIESE.

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Le chiese dAsia del 1° secolo sono un tipo compiuto della Chiesa universale in tutti i tempi e in tutti i luoghi.

La voce di Gesù domina tutti i secoli della storia e la storia spirituale dei primi tempi si ripete in tutti i tempi.

Ecco dunque, nei messaggi alle sette chiese, un quadro del passato che serve di ammonimento per il futuro. Ecco uno specchio nel quale ogni chiesa ed ogni anima può rimirarsi. EFESO Il principio del declino

SMIRNE La grande persecuzione

PERGAMO Un matrimonio improprio: chiesa-mondo

TIATIRI Corruzione e gerarchia

SARDI Credenza esteriore ed apparenza di vita

FILADELFIA Rifugio opportuno

LAODICEA Una porta che occorre aprire Tra le sette lettere la “nostra” lettera. Cristo scrive e continua a scrivere per noi, e continua a spedire ai nostri cuori le sue missive. A noi non resta da fare che leggere, amando, servendo e ubbidendo Coluiche ancora oggi è il Re!

A Dio sia la Gloria.