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Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera. Edizioni L’Informatore Agrario www.informatoreagrario.it

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Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera.

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SPECIALE

AGGIORNAMENTO TECNICO

Coordinato daClementina Palese

[email protected]

Potatura ramifi catadella vite

Longevità del vigneto, miglioramento

della produzione, riduzione dei costi grazie

all’omogeneità delle piante che ha ripercussioni positive

sulle operazioni colturali anche in termini di costi. Questi in estrema sintesi i vantaggi della potatura

della vite secondo il metodo Simonit&Sirch - Preparatori

d’uva. Nello Speciale:la formazione del personale

(articolo a pag. 37), come perseguire l’omogeneità

delle piante (articolo a pag. 39)

e, infi ne, i risultati economici ottenibili con l’introduzione

del metodo (articolo a pag. 43).

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Vite: potatura «virtuosa»,applicazione e vantaggi

OLTRE IL SISTEMA DI POTATURA●

La potatura «ramifi cata», secondo il metodo Simonit&Sirch - Preparatori d’uva, investe tutta l’organizzazione aziendale e permette di prolungare la vita del vigneto, di renderlo omogeneo con ripercussioni positive sulle operazioni colturali, su qualitàe quantità della produzione e al contempo di ridurre i costi

L’estate del 2012, forse tra le più calde e siccitose del de-cennio, ha messo in evidenza la grande fragilità della viti-coltura italiana di fronte a un evento che probabilmente ci accompagnerà nei prossimi anni, ma ha anche permesso di valutare i comportamenti di reazione allo stress idrico molto diff erenziati. Perché non tutti i vigneti hanno soff er-to allo stesso modo?

Le diff erenze possono essere dovute a tipologia di terre-no, combinazione vitigno-portinnesto, età della pianta, ge-stione del suolo, rapporto tra chioma e produzione, ma in condizioni analoghe alcuni vigneti hanno manifestato me-no soff erenza di altri.

In generale i vigneti con età media elevata e con un buon sviluppo vegetativo in primavera hanno mostra-to di subire meno i danni della carenza idrica. Queste piante presentavano anche un minor numero di tagli sul fusto e di coni di disseccamento (zone di legno secco in corrispondenza del taglio), in sostanza avevano un siste-ma conduttore più integro. In poche parole erano state potate meglio.

La formazione degli enotecnici e delle maestranze delle scuole professionali destinate alla conduzione pratica dei vigneti ha subìto in questo ultimo quarto di secolo un pro-fondo cambiamento: le quasi quotidiane esercitazioni pra-tiche in vigneto e in cantina sono state sostituite da lezioni frontali in classe. Analogamente i corsi professionali orga-nizzati dai sindacati agricoli, spesso tenuti di sera, non af-frontano più da tempo gli aspetti della gestione dei vigneti con visite e prove in campo, ma si occupano soprattutto di sicurezza dei lavoratori, di un corretto impiego degli anti-parassitari e di questioni di politica vitivinicola.

Certo non è agevole spiegare a degli operatori spesso de-motivati come si fa a potare correttamente. Inoltre, la pre-senza sempre più frequente di lavoratori provenienti da Paesi dove non esiste la viticoltura e la crescente incidenza dei danni da malattie del legno ripropongono il problema di una riqualifi cazione del personale addetto alla potatura.

Ad avvertire per prime il problema le grandi aziende che hanno compreso il valore dei vigneti di età avanzata per la qualità dei vini e si sono affi date a un gruppo di esperti per la formazione delle loro squadre di potatori.

Attilio ScienzaDipartimento di scienze agrarie e ambientali, produzione,

territorio e agroenergia, Università di Milano

Valorizzare il saper fare in vigna

L’adozione nell’azienda viticola di questo metodo di potatura determina notevoli cambiamenti non solo sulla gestione dei tagli sulla pianta, ma nell’organiz-zazione aziendale e nel vigneto.

Si innescano una serie di eff etti positivi a catena.I due punti cardine sono, da un lato la formazione dei pota-

tori, quindi l’innalzamento della loro capacità di intervento au-tonomo e uniforme secondo un metodo codifi cato, e dall’altro l’omogeneità che questo tipo di intervento determina nell’am-bito della stessa vite e tra le piante del vigneto.

In estrema sintesi il miglioramento della gestione manuale dei vigneti comporta la riduzione dei costi di potatura e scelta dei germogli e quella dei costi di gestione delle fallanze. Tutto questo unitamente al miglioramento quali-quantitativo del-le produzioni determina un aumento della produzione lorda vendibile aziendale. •

di M. Simonit, F. Deledda, M. Giudici, L. Manfreda, M. Ostan, R. Turata, A. Zanutta

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specifi ci, gli stessi studenti degli istituti enologici ricevono lezioni teoriche sulle procedure di cantina.

Una volta in azienda il nuovo lavorato-re è istruito sulle procedure interne.

Di norma il personale addetto partecipa a corsi di formazione e riceve, inoltre, in-formazioni prima di ogni lavorazione.

Manca la formazione del potatore

Per quanto riguarda l’approccio al-la gestione manuale della vigna, inve-ce, non esistono corsi specifi ci di forma-zione professionale.

Quando un’azienda assume persona-le per la potatura cerca chi sa già potare. Spesso si assumono operatori autorefe-renziati le cui uniche credenziali sono l’avere alcune piante a casa o semplice-mente aver lavorato in vigna!

A dimostrazione dell’esperienza ma-turata spesso i candidati potatori ripor-tano gli anni di lavoro in vigneto, senza specifi care le mansioni, non precisando il livello di esperienza nelle operazioni di potatura.

In alcuni casi dichiarano soltanto le aziende in cui hanno lavorato puntando sul prestigio che esse potrebbero avere.

L’azienda dal canto suo non ha né ri-sorse umane né strumenti oggettivi per valutare le credenziali dei potatori.

Poiché mancano le linee guida della potatura, l’esecuzione della stessa si ba-sa su un input aziendale (spesso pretta-mente enologico) che decide il carico di gemme (numero di gemme produttive per ceppo/ettaro) e lascia la gestione del contenimento della pianta nello spazio alla soggettività del potatore.

Come introdurre il metodo di potatura

P er lavorare in cantina è neces-sario conoscere le diverse va-sche, i diversi tipi di botti di legno, le tipologie di pompe, le

diverse fasi di trasformazione dell’uva in vino. Fermentazione, svinatura, vi-nifi cazione, stabilizzazione e messa in bottiglia sono tutti processi ben analiz-zati e svolti seguendo precise istruzio-ni operative.

FORMARE E VALORIZZARE IL PERSONALE●La formazione deve trasmettere un metodo codifi cato e uniforme nella squadra di lavoroe rendere ogni potatore consapevolee autonomo nelle sceltedi intervento

FIGURA 1 - Piante ramifi cate e non ramifi cate a confronto

Osservazioni Pianta ramifi cata

Piantanon

ramifi cata

Pianta ramifi cata

Pianta non

ramifi cata

Fusto

Sistema idraulico +++ +

Quantità legno vivo +++ +

Sostanza di riserva +++ +

OmogenitàFasi fenologiche +++ ++

Fertilità +++ +

Produzione +++ ++

Fallanze + +++Forme fusto +++ +

LongevitàEtà +++ +

Anche la pulizia delle vasche, dei tubi, delle pompe e degli stessi ambienti non è improvvisata.

Ovviamente ogni azienda ha il pro-prio metodo operativo che tiene con-to della realtà aziendale, del livello di tecnologia, del tipo di prodotto fi nale da ottenere.

Per il personale addetto sono a dispo-sizione corsi di formazione professionali

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Strategia di intervento e formazione

Oltre al metodo di potatura è impor-tante la strategia di intervento (coaching) per introdurlo in azienda in modo da massimizzarne gli eff etti migliorativi.

Si tratta di un insieme di attività che ini-zia con l’acquisizione di informazioni sul-la situazione esistente in particolare circa le condizioni di salute ed equilibrio delle piante (anche fotografandole); produce un piano di azione adeguato alla realtà azien-dale; prevede la formazione del personale, l’applicazione del metodo di potatura e la verifi ca dei risultati (tabella 1).

Attraverso il periodo di coaching l’ope-ratore acquisisce consapevolezza del pro-prio lavoro e focalizza i diversi obiettivi del metodo di potatura:

conservazione dei f lussi linfatici principali (effi cienza idraulica della pianta);

ramifi cazione della pianta;controllo dello sviluppo nello spazio

della pianta;raggiungimento dell’equilibrio vegeto-

produttivo della pianta.Questa strategia di intervento e l’ado-

zione del metodo di potatura Simo-nit&Sirch - Preparatori d’uva migliorano la professionalità degli operatori (quindi

●●

facilitano la selezione del personale) e si ripercuotono positivamente sullo stato di salute dei vigneti e sui risultati eco-nomici aziendali (fi gure 2 e 3).

Il «lavoro di squadra»La tutela del patrimonio viticolo passa

attraverso un lavoro di squadra che coin-volge: l’azienda, i collaboratori interni ed eventuali lavoratori stagionali.

Adottare un metodo di lavoro ben co-difi cato permette agli operatori di lavo-rare congiuntamente per il raggiungi-mento dello stesso obiettivo riducendo così l’interpretazione soggettiva.

Se tutti i potatori eseguono le medesi-me istruzioni operative, le piante assu-mono con il passare degli anni una for-ma facilmente riconoscibile.

Questo fatto ha un eff etto diretto sulla velocità di esecuzione dei lavori manuali, quali la potatura invernale e la scelta dei germogli che «partiranno» in primavera, quindi sul contenimento dei costi.

Un vigneto potato da mani esperte, inoltre, ha una prospettiva di vita deci-samente più lunga.

Se la vita media di un vigneto passasse da 20 a 40 anni avremmo eff etti diret-ti sulle piante e sul bilancio aziendale: maggiore omogeneità della risposta ve-geto-produttiva, migliore adattamento al terreno e al clima.

Tutto ciò si traduce in una riduzione dei costi di ammortamento, di impianto e in produzioni più costanti; senza con-tare il miglioramento qualitativo dei vini ottenuti da vecchi vigneti. •

PIANTA● Conservazione flussi linfatici

● Salute● Equilibrio

● Ramificazione

UOMO● Affinare

la tecnica di taglio● Sviluppare sensibilità

nell’interpretarele diverse piante

del vigneto

METODOSimonit&Sirch

Preparatori d’uva

AZIENDA● Produttività costante

●Raggiungimento obiettivi enologici

●Contenimento costigestione manuale

●Selezione del personale

FIGURA 3 - Posizionamento strategicodel Metodo Simonit&Sirch nel processo produttivo della azienda vitivinicola

Il metodo di potatura è uno strumento pratico di sinergia tra i diversi obiettivi del processo produttivo Uomo-Pianta-Azienda.

FIGURA 2 - Caratteristiche del potatore formato

La formazione, trasferendo i principi su cui si basa il metodo di potatura Simonit&Sirch, rende il futuro potatore autonomo nelle scelte.

FIDUCIAdi far bene

CONSAPEVOLEZZAsulle scelte eseguitee sugli obiettivi

AUTOVALUTAZIONEsi corregge da solo

FLESSIBILITÀ/ ADATTAMENTOinterpretale diverse situazioni

OCCHIallenati

MANIabili

AUTONOMIAnel lavoro

capacità diCONFRONTARSI

TABELLA 1 - Strategia di intervento (coaching) per l’introduzione del metodo di potatura Simonit&SirchAcquisizione informazioniVisita conoscitiva Proprietà, vigneti, obiettivo enologico di ogni vigneto

Questionario aziendale Classifi cazione dei vigneti, organizzazione dei lavori manuali, team di lavoro (schede personali)

Fotografi a dell’esistente

Creazione di un database fotografi co che terrà conto dell’evoluzione delle piante dopo ogni anno di applicazione del metodo. I concetti di potatura generali in questo modo saranno personalizzati alla casistica aziendale

Piano di azione

Defi nizione dell’operatività Adattamento del metodo alle casistiche aziendali (priorità, obiettivi, metodo di taglio, tempi)

Teoria, pratica e verifi ca risultatiIstruzioni operativee metodo di potatura

Avviamento dei cantieri e tutoraggio: lavoro di tutoraggio in vigneto per tutta la stagione invernale e primaverile

Valutazione lavoroCreazione di una reportistica aziendale per registrare gli sviluppi nel corso degli anni; individuazione delle priorità per l’anno successivo e messa a fuoco delle criticità da risolvere

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molto simili a quelle dovute al mal del-l’esca e che sono alla base dei fenomeni di apoplessia.

Mantenere il sistema idraulico integro

Per evitare questi gravi inconvenienti, una prima avvertenza è di evitare le capi-tozzature (tagli sul fusto) riducendo i tagli al solo legno giovane (1-3 anni di età).

Le viti ramifi cate che presentano al lo-ro interno disseccamenti piccoli e posi-zionati correttamente hanno un siste-ma di trasporto più integro rispetto alle piante che hanno subìto una o più capi-tozzature (foto 1).

Mantenere un sistema idraulico in-tegro è garanzia di sanità delle pian-te e si traduce in maggior quantità di legno vivo.

Nelle piante ramifi cate la quantità di legno vivo ed effi ciente aumenta di anno in anno occupando sempre più spazio.

Al contrario quelle non ramifi cate pre-sentano notevoli porzioni di legno morto a causa dei coni di disseccamento.

Legno vivo e, quindi, vasi di traspor-to funzionanti permettono di aumenta-re l’accumulo di sostanze di riserva che diventano importantissime nei periodi di stress.

Come conseguire l’omogeneità

Le piante con il sistema di trasporto poco perturbato mostrano omogeneità nelle fasi fenologiche.

Osservando le piante singolarmente si nota che il germogliamento è omoge-neo e tutte le gemme della vite schiudo-no quasi simultaneamente.

Si registra solo un leggero anticipo delle gemme distali dovuto all’acroto-nia della vite, in cui i germogli nella par-te apicale del tralcio si sviluppano prima di quelli alla base.

Questa osservazione suggerisce che, anche nel caso di piante con un siste-ma idraulico integro, la sola potatura invernale non basta a ottenere risul-tati soddisfacenti e che è necessario anche un lavoro di scelta dei germogli in primavera.

Operando un primo passaggio di scelta dei germogli, eliminando quin-di quelli superfl ui, quando hanno una lunghezza di 5-10 cm, si riduce la diso-mogeneità di crescita dovuta all’acro-tonia. Il risultato, visibile in un paio di settimane, è l’uniformità di crescita con germogli simili tra loro in lunghezza e diametro.

Vantaggi sull’omogeneità

L’omogeneità di germogliamento così ottenuta ( foto 2) si rifl ette successiva-mente in un’omogeneità di fi oritura e allegagione (foto 3).

Tutti i tralci lasciati per la produzio-ne dell’anno portano grappoli che in-vaieranno e matureranno contempo-raneamente.

Inoltre l’omogeneità si registra anche sul peso medio del grappolo e nella sua composizione. Le piante ramifi cate, ne-gli anni, mostrano costanti produttive

Obiettivo viti omogenee

V i sono cause di invecchiamen-to della vite, e di conseguente riduzione del potenziale ve-getativo, erroneamente attri-

buite a funghi, che si manifestano con il disseccamento di ampie zone di xilema (cioè del sistema vascolare di traspor-to di acqua e soluti) del tronco e delle branche.

In queste condizioni l’interruzione della colonna di liquido nello xilema provoca una o più zone di cavitazio-ne, cioè di discontinuità del fl usso, che sono isolate dalla pianta con la produ-zione di numerose tille (estrofl essioni che occludono i vasi) che negli anni si trasformano in ampie zone necrotiche,

LONGEVITÀ, MIGLIOR PRODUZIONE, RIDUZIONE DEI COSTI●

I tagli devono preservare il sistema idraulico, prima garanzia di uniformità vegetativa e produttiva, base per ottenere tutti i vantaggi dell’applicazione della potatura «ramifi cata»

Foto 1 A sinistra sezione longitudinale di fusto di vite ramifi cata (Guyot a due canali orizzontali a e b). A destra fusto di vite non ramifi cata (Guyot). È visibile il cono di disseccamento (zona più scura) dovuto alla capitozzatura

aabb

bb

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migliori rispetto alle piante perturba-te soprattutto quando raggiungono età maggiori ai 30 anni (foto 4).

Con l’avanzare della stagione la vege-tazione procede molto equilibrata, l’ago-stamento dei germogli (cioè la matura-zione del legno dei germogli che da verdi diventano marroni) è contemporaneo e questo si traduce in una migliore ligni-fi cazione dei tralci.

Nella stessa pianta si osserva anche omogeneità di sviluppo degli interno-di (lunghezza media e diametro) facil-mente valutabile e misurabile a inizio inverno (foto 5).

Dalle nostre osservazioni queste pian-te mostrano nel tempo costanza di fer-tilità, probabilmente dovuta alle stesse ramifi cazioni ovvero ai canali (vertica-li, obliqui o orizzontali a seconda della forma di allevamento) che il potatore realizza anno dopo anno.

I canali non sono altro che una se-quenza cronologica di porzioni di bran-che che con il passare del tempo cresco-no in diametro fi no a diventare un tut-t’uno con il fusto.

Il rispetto di questa cronologia (fi gura 1) ci sembra essere uno dei principali fatto-ri della costanza di fertilità delle gemme. Inoltre numero e peso del grappolo rego-lari consentono di stimare e programmare meglio le produzioni.

Vigneti «in conversione»

Ciò che si osserva nei vigneti pertur-bati dai tagli che hanno iniziato un per-corso di conversione verso una forma ramifi cata è molto interessante.

In questi vigneti si registra un generale aumento di vitalità delle singole piante: percentuale di germogliamento in au-mento; riduzione dell’eff etto «M» (tralci centrali del capo a frutto deboli), pareti fogliari più uniformi.

La conseguenza diretta si osserva sulle produzioni che aumentano.

Dopo qualche anno le piante in con-versione raggiungono il grado di omo-geneità già descritto per le piante rami-fi cate (foto 6).

Forma delle piante

Altro parametro di omogeneità dei vi-gneti ramifi cati riguarda la forma delle piante.

Attraverso l’applicazione di una pota-tura ben codifi cata seguita da una scel-ta germogli altrettanto precisa è possibile condurre le singole piante verso una forma facilmente riconoscibile.

Foto 3 Cordone speronato ramifi cato in verticale: omogeneità di sviluppodei germogli di ciascun sperone

Foto 4 Cordone speronato ramifi cato: omogeneità di maturazione grappoli

Foto 2 Uniformità di germogliamento di un vigneto ramifi cato

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Un metodo il cui risultato prevede la creazione di piante simili tra loro ha come ripercussione diretta la riduzio-ne dei tempi che servono all’operatore per decidere come potare ottimizzando i tempi di intervento con conseguente riduzione delle ore di lavoro.

Un altro vantaggio da evidenziare è che una parete fogliare uniforme con ger-mogli che coprono lo spazio utile con-sente contemporaneamente di pianifi -care più effi cacemente le operazioni di gestione della chioma come: convoglia-mento dei germogli manuale o meccani-co, cimatura, rimozione delle femminelle e sfogliatura.

Secondo la nostra esperienza l’effi -cienza e il mantenimento in salute dei vigneti si ottiene grazie a un buon la-voro di potatura che mira alla tutela dell’integrità del sistema vascolare del-le piante.

Con questi presupposti la prospetti-va di vita della pianta aumenta consi-derevolmente.

È da evidenziare che nei vigneti rami-fi cati abbiamo registrato una riduzione delle fallanze (foto 7).

Avere un vigneto costituito di pian-te coetanee e con poche fallanze com-porta una diminuzione della variabilità nella loro gestione manuale. Inoltre un vigneto composto dal maggior numero possibile di piante adulte e coetanee ha evidenti vantaggi sia sulla costanza di produzione sia sulla qualità dei vini che se ne ottengono. •

Foto 5 Omogeneità di sviluppo in diametro e lunghezza internodi dei tralci

FIGURA 1 - Guyot ramifi cato a due canali

La ramifi cazione è una successione cronologica di porzioni di branche. I tralci di un anno (in blu) sono inseriti sul legno di 2 anni a sua volta inserito su legno di 3 e così via fi no al fusto

1 2 3 4 5 6 8 7 6 5 4 3 2 1FUSTO

Foto 6 Guyot adulto in fase di conversione alla potatura ramifi cata. Si nota l’unifi rmità della produzione già acquisita

Foto 7 Cordone speronato adulto convertito alla potatura ramifi cata da più di 15 anni. Da notare che le piante sono coetanee per mancanca di rimpiazzi di fallanze

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Esempi di disomogeneità su piante non ramifi cate

Foto 8 Effetto «M»: sulla parete fogliare della pianta i tralci centrali del capo a frutto restano deboli. Foto 9 Impianto allevato a Doppio capovolto: stentato sviluppo dei tralci sui capi a frutto e diffi coltà di germogliamento di alcune gemme. Foto 10 Cordone speronato: disomogeneità di lignifi cazione e di sviluppo in diametro dei germogli. Con la potatura invernale sono stati lasciati troppi speroni e in primavera non è stato fatta la scelta germogli. Foto 11 Impianto allevato a Guyotal quinto anno. Disomogeneità di sviluppo dei tralci sul capo a frutto: in cinque anni le piante non hanno ancora raggiuntouna produzione soddisfacente. Foto 12 Gemme cieche e mancato germogliamento della porzione centraledel capo a frutto (pianta a sinistra). Diversa altezza dei fusti tra le due piante. Foto 13 La scelta dei germogli non corretta infl uisce sul germogliamento del capo a frutto: in questo caso sono rimasti troppi germogli sulla testa del Guyot. Foto 14 Disomogeneità di sviluppo dei tralci e delle gemme basali del capo a frutto e presenza di forti tagli di ritorno.Foto 15 Cordone speronato con piante di età diversa

88 99

1010 1111

1212 1313

1414 1515

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I RISULTATI OTTENUTI IN TRE AZIENDE●

Potatura ramifi cata,vantaggi in cifre

I dati riportati, relativi a riduzione dei tempi di potatura, recupero della vitalità del vigneto, aumento di produzione e riduzione dei costi per il rimpiazzo delle fallanze, danno conto dell’effi cacia del sistema proposto

D urante la potatura invernale e la scelta dei germogli in pri-mavera, la presenza costante nei vigneti di una fi gura ester-

na, come quella di un tutor, garantisce una valutazione continua dell’avanza-mento dei lavori e soprattutto un’opera di «pronto intervento in campo» per ri-solvere dubbi e incertezze.

Le aziende vitivinicole che iniziano il percorso formativo decidono di rag-giungere due obiettivi primari di valo-rizzazione:

delle risorse umane, che si rivelano es-senziali per garantire la qualità del vi-gneto;

del patrimonio viticolo aziendale, da conservare e mantenere effi ciente e pro-duttivo nel tempo.

Tuttavia la costante concorrenza glo-bale ha portato le aziende (grandi o pic-cole) necessariamente a lavorare molto anche sulla riduzione dei costi, a partire dal vigneto. Non si può, infatti, dimen-ticare come la potatura secca manuale incida per circa il 30-40% sui costi di produzione dell’uva da vino.

Oggi poter risparmiare sui costi an-nuali, oltre che aggiornare la profes-sionalità delle maestranze e mantenere più a lungo effi cienti i nostri vigneti, è un obiettivo ugualmente importante da perseguire.

Riduzione dei costiDa una decina di anni attraverso la

raccolta dei dati presso le aziende che stanno adottando il metodo, si può di-re che la riduzione delle ore di lavoro è raggiungibile senza modifi care in alcun modo le tecniche agronomiche, ma preparando il personale a mette-re in pratica una metodologia di in-tervento ripetuta nel tempo e piani-fi cando in modo effi cace la gestione della chioma.

Risultati positivi possono essere rag-giunti a patto che l’azienda abbia una fi gura altamente specializzata che ope-ri a stretto contatto con gli operatori in vigneto per tutto il periodo che va dal-l’inizio della potatura secca fi no alla fi ne dei lavori in verde.

Il sostegno, in primo luogo pratico, che tale fi gura riesce a fornire con la risolu-zione delle problematiche direttamente in vigneto e anche psicologico, che gene-ra un ambiente positivo e non repressivo nella squadra di lavoro, dà la necessaria tranquillità operativa. Il tutto si traduce in una contrazione delle ore di lavoro e quindi anche dei costi.

Gli operatori hanno bisogno di vedere con i propri occhi i risultati del loro lavo-ro e per questo non è necessaria una sola stagione agraria, ma almeno un periodo che va dai 3 ai 5 anni.

Presentiamo di seguito i risultati con-seguiti da 3 aziende che applicano il me-todo di potatura Simonit&Sirch - Prepa-ratori d’uva da diversi anni.

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Caso aziendale 1. Riduzione ore di potatura

SCHEDA DELL’AZIENDA 1Anno inizio conversione a potatura ramifi cata: 2007Superfi cie aziendale: 190 haForma di allevamento: Guyot con singolo capo a fruttoSesto di impianto: m 2,40 × m 0,90Terreni: pianura con inerbimento a fi le alterneCosto orario: 15 euro/ora

Interessante è paragonare lo storico aziendale precedente all’applicazione del metodo di potatura Simonit&Sirch con i dati raccolti dal 2007 al 2012 riguardan-ti il periodo di conversione alla potatura ramifi cata.

Già al primo anno di applicazione del metodo si è ottenuta una diminuzione delle ore di potatura: questo risultato è stato possibile perché sono stati abban-donati i tagli sul legno vecchio (tabelle da 1 a 4).

Non dovendo più utilizzare il seghet-to, tutti i tempi morti, quali quelli per mettere la forbice nella fondina, impu-gnare il seghetto e riprendere le cesoie

TABELLA 1 - Manodopera necessaria per le principali operazioni manuali e variazioni rispetto allo storico

Anno

Pota

tura

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)

Storico 54 – 55 – 42 – 51 –2007 37 –31 53 –4 44 5 42 –182008 34 –37 51 –7 52 24 52 22009 30 –44 53 –4 40 –5 47 –82010 29 –46 50 –9 38 –10 42 –182011 29 –46 47 –15 38 –10 41 –202012 26 –52 49 –11 37 –12 n.d. n.d.n.d. = dati non disponibili.

Per tutte le operazioni si registra una riduzione delle ore/ha necessarie a partire dal primo anno di applicazione del metodo e, quindi, dei costi.

TABELLA 2 - Riduzione annuale del costo della potatura secca nei 6 anni di applicazione del metodo (1)

Anno

Pota

tura

sec

ca

(ore

/ha)

Pota

tura

sec

ca

(eur

o/ha

)Ri

duzi

one

cost

o/ha

(eur

o/ha

)

Ridu

zion

e co

sto

supe

rfi c

ie

azie

ndal

e (e

uro/

190

ha) (

2 )

Storico 54 810 – –2007 37 555 –255 –48.4502008 34 510 –300 –57.0002009 30 450 –360 –68.4002010 29 435 –375 –71.2502011 29 435 –375 –71.2502012 26 390 –420 –79.800(1) Il confronto viene eseguito tra la singola annata e lo storico. (2) Su tutta la superfi cie aziendale pari a 190 ha.

La riduzione di costi è più importante man mano che gli effetti dell’applicazione del metodo dà i suoi effetti benefi ci.

TABELLA 3 - Costi della potatura secca prima e dopo l’introduzionedel metodo e risparmio annuale e totale sui 6 anni

Anno

Cos

to p

otat

ura

secc

a an

te

(eur

o/19

0 ha

)

Cos

to p

otat

ura

secc

a po

st

(eur

o/ 1

90 h

a)

Ridu

zion

e co

sti

pota

tura

sec

ca

(eur

o/ 1

90 h

a)

2007 153.900 105.450 48.4502008 153.900 96.900 57.0002009 153.900 85.500 68.4002010 153.900 82.650 71.2502011 153.900 82.650 71.2502012 153.900 74.100 79.800Totale 923.400 527.250 396.150

Il risparmio aumenta negli anni e in 6 annate ammonta a 396.150 euro sui 190 aziendali, pari a 2.085 euro/ha.

TABELLA 4 - Risparmio annuale della scelta germogli

Ann

o

Cos

to s

celta

ge

rmog

li an

te

(eur

o/19

0 ha

) (1 )

Cos

to s

celta

ge

rmog

li po

st

(eur

o/19

0 ha

) (2 )

Risp

arm

io

scel

ta g

erm

ogli

(eur

o/19

0 ha

)

2007 145.350 119.700 25.6502008 145.350 148.200 -2.850

2009 145.350 133.950 11.400

2010 145.350 119.700 25.650

2011 145.350 116.850 28.500

2012 n.d. n.d. n.d.

Totale 726.750 638.400 88.350(1) Tempo necessario per la sceltadei germogli: storico 51 ore/ha.(2) Ore/ha dopo l’applicazione del metodo: 42 nel 2007; 52 nel 2008; 47 nel 2009; 42 nel 2010; 41 nel 2011.n.d. = dati non disponibili.

Caso aziendale 2. Recupero vitalità vigneto e aumento di produzione

SCHEDA DELL’AZIENDA 2Anno inizio conversione a potatura ramifi cata: 2007Superfi cie aziendale: 400 haForma di allevamento: Guyot con singolo capo a frutto e cordone speronatoDensità di impianto: 5.000 ceppi/haOre di potatura secca Guyot (storico aziendale): 15-20 h/haOre di potatura secca cordone speronato (storico aziendale): 35-40 ore/ha

L’azienda, in questo caso specifi co, ri-chiedeva di aumentare la produttività delle vigne.

Da alcuni anni, infatti, a causa del pro-gressivo deperimento della struttura le-gnosa, il vigore generale stava diminuen-do, con conseguenze anche sulla qualità e sulla produzione.

Contenimento dei tempi di potatura

Le ore di potatura aumentano all’ini-zio per la maggior attenzione ai partico-lari sulla tecnica di taglio e sulle nuove informazioni che vengono trasferite al personale. In seguito si riallineano alla media registrata prima della formazio-ne dei potatori (tabella 5).

in mano, sono stati eliminati. Così co-me lo sforzo fi sico per eseguire tale ope-razione. Eseguendo solo tagli di piccole dimensioni il rendimento giornaliero è aumentato.

A parità di gestione agronomica azien-dale, la selezione e la formazione pro-fessionale del personale e un razionale piano stagionale di interventi mirati di gestione della chioma si rivelano una carta vincente nell’abbattimento dei co-sti di produzione.

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po dei tralci della pianta e di matura-zione delle uve. Questo risultato è stato possibile grazie alla maggiore sensibilità dell’operatore sulla tecnica di potatura e alla scelta del carico produttivo ottimale per ogni singola pianta.

L’incremento maggiore, in questo ca-so, si è avuto nei vigneti di età compresa tra 10 e 20 anni (aumenti anche del 40%), mentre l’incremento minore nelle vigne più vecchie oltre i 20 anni di età.

Conto economico

Al termine della fase di riconversione si ha un aumento della produzione me-dia sui 5 anni pari a 1,8 t/ha che, consi-derando un prezzo medio dell’uva nella zona di 0,50 euro/kg, signifi ca un au-mento della plv di 900 euro/ettaro al-l’anno. Se moltiplichiamo questo dato per i 400 ettari di superfi cie vitata del-l’azienda in questione si può calcolare un aumento annuo di plv di 360.000 euro (tabella 6).

Caso aziendale 3. Riduzione delle fallanze

SCHEDA DELL’AZIENDA 3Anno inizio conversione a potatura ramifi cata: 2007Superfi cie aziendale: 100 haForma di allevamento: Guyot con singolo capo a fruttoDensità di impianto: 5.000 ceppi/haCosto gestione rimpiazzo barbatella (estirpo e trasporto piante morte, scavo delle buche, messa a dimora barbatelle, protezione con tubo di plastica, concimazione, irrigazione, zappatura, legatura germogli, materiali, costodelle barbatelle, mancata produzioneper 2 anni minimo): 16 euro/pianta

Nei vigneti aziendali si determina un numero elevato di fallanze. La prassi aziendale è, infatti, quella di eliminare tutte le piante che evidenziano i sinto-mi tipici delle malattie del legno o dei fi toplasmi e rimpiazzarle con una nuo-va pianta.

L’agronomo aggiorna annualmente la scheda delle fallanze specifi cando le cau-se che ne hanno determinato la mor-te, siano esse accidentali (macchinari, attrezzi interceppo, ecc.) o patologiche (malattie del legno, fi toplasmi, ecc.). In questo esempio teniamo conto soltanto delle fallanze dovute a piante che mani-festavano i sintomi di malattie del legno.

A partire dal primo anno di conversione al metodo di potatura Simonit & Sirch è evidente la diminuzione delle piante estirpate con conseguente risparmio eco-nomico (tabella 7). Al quinto anno dal-l’introduzione del metodo il costo dei rimpiazzi sui 100 ettari dell’azienda è passato da 344 mila euro a 128 mila.

Questi dati, da confermare nei pros-simi anni, ci danno una tendenza che ragionevolmente può mettere in luce quanto sia le modalità di potatura inci-dano sul contenimento delle piante sin-tomatiche.

Vantaggi agronomici ed economici

Abbiamo riportato 3 casi in cui sono evidenti i benefi ci non solo agronomi-ci, ma soprattutto economici dell’inve-stire nella formazione del personale in vigneto.

Durante il percorso formativo nelle 3 aziende sono cambiate le consuetudini di lavoro degli operatori. Questo cam-biamento è avvenuto anche nella visio-ne aziendale dei lavori in vigneto.

Per esempio nell’azienda 1 è cambiata la pianifi cazione dei lavori in vigneto: prima il potatore eseguiva la potatura e lo stralcio dei sarmenti in un solo pas-saggio. Adesso il gruppo è stato selezio-nato e quello che prima era visto come un lavoro unico ora è eseguito da due squadre diff erenti: una di potatori e una di stralciatori.

I potatori hanno acquistato una mag-giore sensibilità nell’interpretare le dif-

TABELLA 6 - Produzione prima e dopo l’applicazionedel metodo di potatura

A - Produzione (t/ha) prima dell’introduzione del metodo2002 9,52003 8,02004 6,92005 6,32006 6,2Media 7,4

B - Produzione (t/ha) dopo l’introduzione del metodo2007 6,02008 6,82009 11,72010 11,52011 10,1Media 9,2

C - Variazione della produzione media tra i due quinquenni1,8 t/ha 25

L’aumento della produzione mediadi 1,8 t/ha, con un prezzo medio dell’uva di 0,50 euro/kg, si traducein un aumento della plv di 900 euro/ha all’anno, pari a 360.000 europer i 400 ha vitati dell’azienda.

TABELLA 5 - Ore di potatura e variazione rispetto allo storico

Anno Potatura secca (ore/ha)

Variazione potatura secca (%)

Storico 20 –2007 25 252008 22 102009 18 –102010 20 02011 19 –5Dopo un aumento del 25% dovutoal periodo di formazione, le ore/ha di potatura si allineano a quelle della situazione precedente.

Aumento della produzione

Le rese a ettaro del quinquennio pre-cedente all’applicazione del metodo so-no state confrontate con le produzioni a ettaro dei successivi 5 anni (tabella 6). Si nota come la produttività media dei vigneti è aumentata del 25%: in 5 anni è stata recuperata la vitalità generale delle singole piante nel vigneto, raggiunto un migliore equilibrio vegeto-produttivo, una maggiore omogeneità nello svilup-

TABELLA 7 - Costo di gestione delle piante sintomatiche (estirpo, reimpianto, mancata produzione)

Anno

Pian

te

estir

pate

(%)

Pian

te

estir

pate

(n./

ha)

Cos

to

gest

ione

(e

uro/

ha)

Cos

to

gest

ione

(e

uro/

100

ha)

2007 4,3 215 3.440 344.0002008 4,2 210 3.360 336.0002009 2,1 105 1.680 168.0002010 3,3 165 2.640 264.0002011 1,6 80 1.280 128.000Costo gestione rimpiazzo barbatella: 16 euro/pianta (vedi scheda azienda).

Dal 2007 al 2011 le fallanze si riducono dal 4,3 all’1,6%, con una riduzione dei costi per i rimpiazzi di 216.000 euro sui 100 ha dell’azienda.

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ferenze tra pianta e pianta, il risultato è stata una potatura calibrata sul vigore delle singole piante: far produrre di più una pianta vigorosa e di meno una pian-ta debole ha permesso all’azienda 2, per esempio, di migliorare l’equilibrio ve-geto-produttivo delle piante negli anni aumentando le produzioni.

Infine nell’ultimo caso presentato, l’azienda 3 ha valutato l’impatto dei ceppi malati di mal dell’esca nei vigneti ana-lizzando i costi di estirpo, reimpianto e mancata produzione. L’analisi economi-ca ha evidenziato il valore economico di un singolo ceppo di vite; pertanto anche salvaguardare l’1% di ceppi sintomatici

riduzione dei costi di potatura e scelta germogli, riduzione dei costi di gestione delle fallanze e determinando l’aumento di produzione lorda vendibile (plv).

Marco Simonit Francesco Deledda, Massimo Giudici

Lorenzo Manfreda, Marco Ostan Riccardo Turata, Alessandro Zanutta

Simonit&Sirch - Preparatori d’uva Corno di Rosazzo (Udine)

Le prime osservazioni in alcuni vigneti in cui sono ini-ziate indagini specifi che sembrerebbero indicare una mi-nore incidenza della malattia delle foglie tigrate, nota an-che come una delle sindromi del mal dell’esca, in vigneti potati da anni con il metodo Simonit & Sirch-Preparatori d’uva in confronto a vigneti del tutto analoghi, ma potati con metodo tradizionale. Di per sé il fatto non sorprende: è noto che la malattia delle foglie tigrate è favorita in vi-gneti nei quali si pratica una potatura che produce ferite di maggior superfi cie e dove si evitano interventi drastici su legno vecchio (foto A).

Le osservazioni fatte sull’entità dei tagli mostrano concre-tamente che questo metodo determina una minore superfi -cie legnosa esposta. Inoltre, nella prova in atto su cordone speronato, i tagli sono realizzati prevalentemente sul legno di 1 anno, tendenzialmente in grado di dare una più rapida risposta di difesa attiva da parte degli elementi strutturali. In eff etti, i dati preliminari ottenuti sulla distribuzione del numero ed età delle ferite mostrano che il maggiore nume-ro di ferite è su legno di 1 anno (pochissime su legno di 2) e che la superfi cie media per ferita esposta è uguale alla metà di quella rilevata nella potatura tradizionale.

Accorgimenti per i tagliOsservazioni più specifi che sulla zona di taglio, realizzate

tramite indagini istologiche, hanno evidenziato che la pianta non cicatrizza perfettamente e rapidamente le sue ferite.

Si limita a ostruire, mediante la produzione di tille e/o gel, solo una parte dei propri vasi mentre una percentuale va-riabile, ma comunque ampia, di trachee rimane facilmente accessibile alle infezioni. È risultato anche che la risposta di difesa della pianta tende gradualmente ad aumentare ed è maggiore nelle ferite inferte a marzo, vicino alla ripresa ve-getativa, e nelle cerchie di legno più esterne e funzionali.

La chiusura delle ferite da parte della pianta è comunque assolutamente insuffi ciente, in tutte le stagioni, per alme-no 3 mesi dal taglio.

Diventa quindi necessario:1 ridurre la superfi cie esposta alle infezioni;2 evitare di realizzare le ferite in concomitanza di piogge e temperature medie superiori ai 10 °C. In queste circostanze aumenta la probabilità di liberazione e diff usione di ino-culo da parte dei patogeni del legno; 3 proteggere la ferita con mezzi chimici e biologici che resti-no effi caci per un tempo uguale o superiore a 3 mesi.

Resta da valutare il ruolo nella suscettibilità alle infezioni di quello che alcuni indicano con il termine di «cono di dis-seccamento» e comunque restano da valutare il tipo e l’esten-sione delle barriere difensive che si formano con diverse ti-pologie di taglio, in particolare quelle formate in reazione ai tagli realizzati salvaguardando la gemma di corona.

Laura MugnaiDipartimento di biotecnologie agrarie - Sezione protezione delle piante

Università di Firenze

Potatura ramifi cata e suscettibilealle malattie del legno della vite

Per commenti all’articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a:[email protected]

è un obiettivo primario ai fi ni del bilan-cio aziendale.

Attraverso la formazione del persona-le, le aziende hanno acquisito gli stru-menti e la criticità necessaria per redige-re un bilancio più puntuale dei costi.

Spostare il focus degli investimenti dalla cantina al vigneto, nello specifi co alla formazione del personale di cam-pagna (investendo quindi sulle risorse umane aziendali), ha permesso a queste aziende di aggiornare i propri obiettivi nei diversi comparti del processo produt-tivo (Uomo, Azienda, Pianta) miglioran-do l’effi cacia della gestione manuale dei vigneti con risultati importanti quali la

Foto A Taglio piccolo (a e b) secondo il metodo Simonit&Sirch. Taglio grande (c e d) secondo il metodo tradizionaleaa bb cc dd

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Vite: potatura «virtuosa»,applicazione e vantaggi

OLTRE IL SISTEMA DI POTATURA●

La potatura «ramifi cata», secondo il metodo Simonit&Sirch - Preparatori d’uva, investe tutta l’organizzazione aziendale e permette di prolungare la vita del vigneto, di renderlo omogeneo con ripercussioni positive sulle operazioni colturali, su qualitàe quantità della produzione e al contempo di ridurre i costi

L’estate del 2012, forse tra le più calde e siccitose del de-cennio, ha messo in evidenza la grande fragilità della viti-coltura italiana di fronte a un evento che probabilmente ci accompagnerà nei prossimi anni, ma ha anche permesso di valutare i comportamenti di reazione allo stress idrico molto diff erenziati. Perché non tutti i vigneti hanno soff er-to allo stesso modo?

Le diff erenze possono essere dovute a tipologia di terre-no, combinazione vitigno-portinnesto, età della pianta, ge-stione del suolo, rapporto tra chioma e produzione, ma in condizioni analoghe alcuni vigneti hanno manifestato me-no soff erenza di altri.

In generale i vigneti con età media elevata e con un buon sviluppo vegetativo in primavera hanno mostra-to di subire meno i danni della carenza idrica. Queste piante presentavano anche un minor numero di tagli sul fusto e di coni di disseccamento (zone di legno secco in corrispondenza del taglio), in sostanza avevano un siste-ma conduttore più integro. In poche parole erano state potate meglio.

La formazione degli enotecnici e delle maestranze delle scuole professionali destinate alla conduzione pratica dei vigneti ha subìto in questo ultimo quarto di secolo un pro-fondo cambiamento: le quasi quotidiane esercitazioni pra-tiche in vigneto e in cantina sono state sostituite da lezioni frontali in classe. Analogamente i corsi professionali orga-nizzati dai sindacati agricoli, spesso tenuti di sera, non af-frontano più da tempo gli aspetti della gestione dei vigneti con visite e prove in campo, ma si occupano soprattutto di sicurezza dei lavoratori, di un corretto impiego degli anti-parassitari e di questioni di politica vitivinicola.

Certo non è agevole spiegare a degli operatori spesso de-motivati come si fa a potare correttamente. Inoltre, la pre-senza sempre più frequente di lavoratori provenienti da Paesi dove non esiste la viticoltura e la crescente incidenza dei danni da malattie del legno ripropongono il problema di una riqualifi cazione del personale addetto alla potatura.

Ad avvertire per prime il problema le grandi aziende che hanno compreso il valore dei vigneti di età avanzata per la qualità dei vini e si sono affi date a un gruppo di esperti per la formazione delle loro squadre di potatori.

Attilio ScienzaDipartimento di scienze agrarie e ambientali, produzione,

territorio e agroenergia, Università di Milano

Valorizzare il saper fare in vigna

L’adozione nell’azienda viticola di questo metodo di potatura determina notevoli cambiamenti non solo sulla gestione dei tagli sulla pianta, ma nell’organiz-zazione aziendale e nel vigneto.

Si innescano una serie di eff etti positivi a catena.I due punti cardine sono, da un lato la formazione dei pota-

tori, quindi l’innalzamento della loro capacità di intervento au-tonomo e uniforme secondo un metodo codifi cato, e dall’altro l’omogeneità che questo tipo di intervento determina nell’am-bito della stessa vite e tra le piante del vigneto.

In estrema sintesi il miglioramento della gestione manuale dei vigneti comporta la riduzione dei costi di potatura e scelta dei germogli e quella dei costi di gestione delle fallanze. Tutto questo unitamente al miglioramento quali-quantitativo del-le produzioni determina un aumento della produzione lorda vendibile aziendale. •

di M. Simonit, F. Deledda, M. Giudici, L. Manfreda, M. Ostan, R. Turata, A. Zanutta

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specifi ci, gli stessi studenti degli istituti enologici ricevono lezioni teoriche sulle procedure di cantina.

Una volta in azienda il nuovo lavorato-re è istruito sulle procedure interne.

Di norma il personale addetto partecipa a corsi di formazione e riceve, inoltre, in-formazioni prima di ogni lavorazione.

Manca la formazione del potatore

Per quanto riguarda l’approccio al-la gestione manuale della vigna, inve-ce, non esistono corsi specifi ci di forma-zione professionale.

Quando un’azienda assume persona-le per la potatura cerca chi sa già potare. Spesso si assumono operatori autorefe-renziati le cui uniche credenziali sono l’avere alcune piante a casa o semplice-mente aver lavorato in vigna!

A dimostrazione dell’esperienza ma-turata spesso i candidati potatori ripor-tano gli anni di lavoro in vigneto, senza specifi care le mansioni, non precisando il livello di esperienza nelle operazioni di potatura.

In alcuni casi dichiarano soltanto le aziende in cui hanno lavorato puntando sul prestigio che esse potrebbero avere.

L’azienda dal canto suo non ha né ri-sorse umane né strumenti oggettivi per valutare le credenziali dei potatori.

Poiché mancano le linee guida della potatura, l’esecuzione della stessa si ba-sa su un input aziendale (spesso pretta-mente enologico) che decide il carico di gemme (numero di gemme produttive per ceppo/ettaro) e lascia la gestione del contenimento della pianta nello spazio alla soggettività del potatore.

Come introdurre il metodo di potatura

P er lavorare in cantina è neces-sario conoscere le diverse va-sche, i diversi tipi di botti di legno, le tipologie di pompe, le

diverse fasi di trasformazione dell’uva in vino. Fermentazione, svinatura, vi-nifi cazione, stabilizzazione e messa in bottiglia sono tutti processi ben analiz-zati e svolti seguendo precise istruzio-ni operative.

FORMARE E VALORIZZARE IL PERSONALE●La formazione deve trasmettere un metodo codifi cato e uniforme nella squadra di lavoroe rendere ogni potatore consapevolee autonomo nelle sceltedi intervento

FIGURA 1 - Piante ramifi cate e non ramifi cate a confronto

Osservazioni Pianta ramifi cata

Piantanon

ramifi cata

Pianta ramifi cata

Pianta non

ramifi cata

Fusto

Sistema idraulico +++ +

Quantità legno vivo +++ +

Sostanza di riserva +++ +

OmogenitàFasi fenologiche +++ ++

Fertilità +++ +

Produzione +++ ++

Fallanze + +++Forme fusto +++ +

LongevitàEtà +++ +

Anche la pulizia delle vasche, dei tubi, delle pompe e degli stessi ambienti non è improvvisata.

Ovviamente ogni azienda ha il pro-prio metodo operativo che tiene con-to della realtà aziendale, del livello di tecnologia, del tipo di prodotto fi nale da ottenere.

Per il personale addetto sono a dispo-sizione corsi di formazione professionali

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Strategia di intervento e formazione

Oltre al metodo di potatura è impor-tante la strategia di intervento (coaching) per introdurlo in azienda in modo da massimizzarne gli eff etti migliorativi.

Si tratta di un insieme di attività che ini-zia con l’acquisizione di informazioni sul-la situazione esistente in particolare circa le condizioni di salute ed equilibrio delle piante (anche fotografandole); produce un piano di azione adeguato alla realtà azien-dale; prevede la formazione del personale, l’applicazione del metodo di potatura e la verifi ca dei risultati (tabella 1).

Attraverso il periodo di coaching l’ope-ratore acquisisce consapevolezza del pro-prio lavoro e focalizza i diversi obiettivi del metodo di potatura:

conservazione dei f lussi linfatici principali (effi cienza idraulica della pianta);

ramifi cazione della pianta;controllo dello sviluppo nello spazio

della pianta;raggiungimento dell’equilibrio vegeto-

produttivo della pianta.Questa strategia di intervento e l’ado-

zione del metodo di potatura Simo-nit&Sirch - Preparatori d’uva migliorano la professionalità degli operatori (quindi

●●

facilitano la selezione del personale) e si ripercuotono positivamente sullo stato di salute dei vigneti e sui risultati eco-nomici aziendali (fi gure 2 e 3).

Il «lavoro di squadra»La tutela del patrimonio viticolo passa

attraverso un lavoro di squadra che coin-volge: l’azienda, i collaboratori interni ed eventuali lavoratori stagionali.

Adottare un metodo di lavoro ben co-difi cato permette agli operatori di lavo-rare congiuntamente per il raggiungi-mento dello stesso obiettivo riducendo così l’interpretazione soggettiva.

Se tutti i potatori eseguono le medesi-me istruzioni operative, le piante assu-mono con il passare degli anni una for-ma facilmente riconoscibile.

Questo fatto ha un eff etto diretto sulla velocità di esecuzione dei lavori manuali, quali la potatura invernale e la scelta dei germogli che «partiranno» in primavera, quindi sul contenimento dei costi.

Un vigneto potato da mani esperte, inoltre, ha una prospettiva di vita deci-samente più lunga.

Se la vita media di un vigneto passasse da 20 a 40 anni avremmo eff etti diret-ti sulle piante e sul bilancio aziendale: maggiore omogeneità della risposta ve-geto-produttiva, migliore adattamento al terreno e al clima.

Tutto ciò si traduce in una riduzione dei costi di ammortamento, di impianto e in produzioni più costanti; senza con-tare il miglioramento qualitativo dei vini ottenuti da vecchi vigneti. •

PIANTA● Conservazione flussi linfatici

● Salute● Equilibrio

● Ramificazione

UOMO● Affinare

la tecnica di taglio● Sviluppare sensibilità

nell’interpretarele diverse piante

del vigneto

METODOSimonit&Sirch

Preparatori d’uva

AZIENDA● Produttività costante

●Raggiungimento obiettivi enologici

●Contenimento costigestione manuale

●Selezione del personale

FIGURA 3 - Posizionamento strategicodel Metodo Simonit&Sirch nel processo produttivo della azienda vitivinicola

Il metodo di potatura è uno strumento pratico di sinergia tra i diversi obiettivi del processo produttivo Uomo-Pianta-Azienda.

FIGURA 2 - Caratteristiche del potatore formato

La formazione, trasferendo i principi su cui si basa il metodo di potatura Simonit&Sirch, rende il futuro potatore autonomo nelle scelte.

FIDUCIAdi far bene

CONSAPEVOLEZZAsulle scelte eseguitee sugli obiettivi

AUTOVALUTAZIONEsi corregge da solo

FLESSIBILITÀ/ ADATTAMENTOinterpretale diverse situazioni

OCCHIallenati

MANIabili

AUTONOMIAnel lavoro

capacità diCONFRONTARSI

TABELLA 1 - Strategia di intervento (coaching) per l’introduzione del metodo di potatura Simonit&SirchAcquisizione informazioniVisita conoscitiva Proprietà, vigneti, obiettivo enologico di ogni vigneto

Questionario aziendale Classifi cazione dei vigneti, organizzazione dei lavori manuali, team di lavoro (schede personali)

Fotografi a dell’esistente

Creazione di un database fotografi co che terrà conto dell’evoluzione delle piante dopo ogni anno di applicazione del metodo. I concetti di potatura generali in questo modo saranno personalizzati alla casistica aziendale

Piano di azione

Defi nizione dell’operatività Adattamento del metodo alle casistiche aziendali (priorità, obiettivi, metodo di taglio, tempi)

Teoria, pratica e verifi ca risultatiIstruzioni operativee metodo di potatura

Avviamento dei cantieri e tutoraggio: lavoro di tutoraggio in vigneto per tutta la stagione invernale e primaverile

Valutazione lavoroCreazione di una reportistica aziendale per registrare gli sviluppi nel corso degli anni; individuazione delle priorità per l’anno successivo e messa a fuoco delle criticità da risolvere

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molto simili a quelle dovute al mal del-l’esca e che sono alla base dei fenomeni di apoplessia.

Mantenere il sistema idraulico integro

Per evitare questi gravi inconvenienti, una prima avvertenza è di evitare le capi-tozzature (tagli sul fusto) riducendo i tagli al solo legno giovane (1-3 anni di età).

Le viti ramifi cate che presentano al lo-ro interno disseccamenti piccoli e posi-zionati correttamente hanno un siste-ma di trasporto più integro rispetto alle piante che hanno subìto una o più capi-tozzature (foto 1).

Mantenere un sistema idraulico in-tegro è garanzia di sanità delle pian-te e si traduce in maggior quantità di legno vivo.

Nelle piante ramifi cate la quantità di legno vivo ed effi ciente aumenta di anno in anno occupando sempre più spazio.

Al contrario quelle non ramifi cate pre-sentano notevoli porzioni di legno morto a causa dei coni di disseccamento.

Legno vivo e, quindi, vasi di traspor-to funzionanti permettono di aumenta-re l’accumulo di sostanze di riserva che diventano importantissime nei periodi di stress.

Come conseguire l’omogeneità

Le piante con il sistema di trasporto poco perturbato mostrano omogeneità nelle fasi fenologiche.

Osservando le piante singolarmente si nota che il germogliamento è omoge-neo e tutte le gemme della vite schiudo-no quasi simultaneamente.

Si registra solo un leggero anticipo delle gemme distali dovuto all’acroto-nia della vite, in cui i germogli nella par-te apicale del tralcio si sviluppano prima di quelli alla base.

Questa osservazione suggerisce che, anche nel caso di piante con un siste-ma idraulico integro, la sola potatura invernale non basta a ottenere risul-tati soddisfacenti e che è necessario anche un lavoro di scelta dei germogli in primavera.

Operando un primo passaggio di scelta dei germogli, eliminando quin-di quelli superfl ui, quando hanno una lunghezza di 5-10 cm, si riduce la diso-mogeneità di crescita dovuta all’acro-tonia. Il risultato, visibile in un paio di settimane, è l’uniformità di crescita con germogli simili tra loro in lunghezza e diametro.

Vantaggi sull’omogeneità

L’omogeneità di germogliamento così ottenuta ( foto 2) si rifl ette successiva-mente in un’omogeneità di fi oritura e allegagione (foto 3).

Tutti i tralci lasciati per la produzio-ne dell’anno portano grappoli che in-vaieranno e matureranno contempo-raneamente.

Inoltre l’omogeneità si registra anche sul peso medio del grappolo e nella sua composizione. Le piante ramifi cate, ne-gli anni, mostrano costanti produttive

Obiettivo viti omogenee

V i sono cause di invecchiamen-to della vite, e di conseguente riduzione del potenziale ve-getativo, erroneamente attri-

buite a funghi, che si manifestano con il disseccamento di ampie zone di xilema (cioè del sistema vascolare di traspor-to di acqua e soluti) del tronco e delle branche.

In queste condizioni l’interruzione della colonna di liquido nello xilema provoca una o più zone di cavitazio-ne, cioè di discontinuità del fl usso, che sono isolate dalla pianta con la produ-zione di numerose tille (estrofl essioni che occludono i vasi) che negli anni si trasformano in ampie zone necrotiche,

LONGEVITÀ, MIGLIOR PRODUZIONE, RIDUZIONE DEI COSTI●

I tagli devono preservare il sistema idraulico, prima garanzia di uniformità vegetativa e produttiva, base per ottenere tutti i vantaggi dell’applicazione della potatura «ramifi cata»

Foto 1 A sinistra sezione longitudinale di fusto di vite ramifi cata (Guyot a due canali orizzontali a e b). A destra fusto di vite non ramifi cata (Guyot). È visibile il cono di disseccamento (zona più scura) dovuto alla capitozzatura

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migliori rispetto alle piante perturba-te soprattutto quando raggiungono età maggiori ai 30 anni (foto 4).

Con l’avanzare della stagione la vege-tazione procede molto equilibrata, l’ago-stamento dei germogli (cioè la matura-zione del legno dei germogli che da verdi diventano marroni) è contemporaneo e questo si traduce in una migliore ligni-fi cazione dei tralci.

Nella stessa pianta si osserva anche omogeneità di sviluppo degli interno-di (lunghezza media e diametro) facil-mente valutabile e misurabile a inizio inverno (foto 5).

Dalle nostre osservazioni queste pian-te mostrano nel tempo costanza di fer-tilità, probabilmente dovuta alle stesse ramifi cazioni ovvero ai canali (vertica-li, obliqui o orizzontali a seconda della forma di allevamento) che il potatore realizza anno dopo anno.

I canali non sono altro che una se-quenza cronologica di porzioni di bran-che che con il passare del tempo cresco-no in diametro fi no a diventare un tut-t’uno con il fusto.

Il rispetto di questa cronologia (fi gura 1) ci sembra essere uno dei principali fatto-ri della costanza di fertilità delle gemme. Inoltre numero e peso del grappolo rego-lari consentono di stimare e programmare meglio le produzioni.

Vigneti «in conversione»

Ciò che si osserva nei vigneti pertur-bati dai tagli che hanno iniziato un per-corso di conversione verso una forma ramifi cata è molto interessante.

In questi vigneti si registra un generale aumento di vitalità delle singole piante: percentuale di germogliamento in au-mento; riduzione dell’eff etto «M» (tralci centrali del capo a frutto deboli), pareti fogliari più uniformi.

La conseguenza diretta si osserva sulle produzioni che aumentano.

Dopo qualche anno le piante in con-versione raggiungono il grado di omo-geneità già descritto per le piante rami-fi cate (foto 6).

Forma delle piante

Altro parametro di omogeneità dei vi-gneti ramifi cati riguarda la forma delle piante.

Attraverso l’applicazione di una pota-tura ben codifi cata seguita da una scel-ta germogli altrettanto precisa è possibile condurre le singole piante verso una forma facilmente riconoscibile.

Foto 3 Cordone speronato ramifi cato in verticale: omogeneità di sviluppodei germogli di ciascun sperone

Foto 4 Cordone speronato ramifi cato: omogeneità di maturazione grappoli

Foto 2 Uniformità di germogliamento di un vigneto ramifi cato

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Un metodo il cui risultato prevede la creazione di piante simili tra loro ha come ripercussione diretta la riduzio-ne dei tempi che servono all’operatore per decidere come potare ottimizzando i tempi di intervento con conseguente riduzione delle ore di lavoro.

Un altro vantaggio da evidenziare è che una parete fogliare uniforme con ger-mogli che coprono lo spazio utile con-sente contemporaneamente di pianifi -care più effi cacemente le operazioni di gestione della chioma come: convoglia-mento dei germogli manuale o meccani-co, cimatura, rimozione delle femminelle e sfogliatura.

Secondo la nostra esperienza l’effi -cienza e il mantenimento in salute dei vigneti si ottiene grazie a un buon la-voro di potatura che mira alla tutela dell’integrità del sistema vascolare del-le piante.

Con questi presupposti la prospetti-va di vita della pianta aumenta consi-derevolmente.

È da evidenziare che nei vigneti rami-fi cati abbiamo registrato una riduzione delle fallanze (foto 7).

Avere un vigneto costituito di pian-te coetanee e con poche fallanze com-porta una diminuzione della variabilità nella loro gestione manuale. Inoltre un vigneto composto dal maggior numero possibile di piante adulte e coetanee ha evidenti vantaggi sia sulla costanza di produzione sia sulla qualità dei vini che se ne ottengono. •

Foto 5 Omogeneità di sviluppo in diametro e lunghezza internodi dei tralci

FIGURA 1 - Guyot ramifi cato a due canali

La ramifi cazione è una successione cronologica di porzioni di branche. I tralci di un anno (in blu) sono inseriti sul legno di 2 anni a sua volta inserito su legno di 3 e così via fi no al fusto

1 2 3 4 5 6 8 7 6 5 4 3 2 1FUSTO

Foto 6 Guyot adulto in fase di conversione alla potatura ramifi cata. Si nota l’unifi rmità della produzione già acquisita

Foto 7 Cordone speronato adulto convertito alla potatura ramifi cata da più di 15 anni. Da notare che le piante sono coetanee per mancanca di rimpiazzi di fallanze

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Esempi di disomogeneità su piante non ramifi cate

Foto 8 Effetto «M»: sulla parete fogliare della pianta i tralci centrali del capo a frutto restano deboli. Foto 9 Impianto allevato a Doppio capovolto: stentato sviluppo dei tralci sui capi a frutto e diffi coltà di germogliamento di alcune gemme. Foto 10 Cordone speronato: disomogeneità di lignifi cazione e di sviluppo in diametro dei germogli. Con la potatura invernale sono stati lasciati troppi speroni e in primavera non è stato fatta la scelta germogli. Foto 11 Impianto allevato a Guyotal quinto anno. Disomogeneità di sviluppo dei tralci sul capo a frutto: in cinque anni le piante non hanno ancora raggiuntouna produzione soddisfacente. Foto 12 Gemme cieche e mancato germogliamento della porzione centraledel capo a frutto (pianta a sinistra). Diversa altezza dei fusti tra le due piante. Foto 13 La scelta dei germogli non corretta infl uisce sul germogliamento del capo a frutto: in questo caso sono rimasti troppi germogli sulla testa del Guyot. Foto 14 Disomogeneità di sviluppo dei tralci e delle gemme basali del capo a frutto e presenza di forti tagli di ritorno.Foto 15 Cordone speronato con piante di età diversa

88 99

1010 1111

1212 1313

1414 1515

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I RISULTATI OTTENUTI IN TRE AZIENDE●

Potatura ramifi cata,vantaggi in cifre

I dati riportati, relativi a riduzione dei tempi di potatura, recupero della vitalità del vigneto, aumento di produzione e riduzione dei costi per il rimpiazzo delle fallanze, danno conto dell’effi cacia del sistema proposto

D urante la potatura invernale e la scelta dei germogli in pri-mavera, la presenza costante nei vigneti di una fi gura ester-

na, come quella di un tutor, garantisce una valutazione continua dell’avanza-mento dei lavori e soprattutto un’opera di «pronto intervento in campo» per ri-solvere dubbi e incertezze.

Le aziende vitivinicole che iniziano il percorso formativo decidono di rag-giungere due obiettivi primari di valo-rizzazione:

delle risorse umane, che si rivelano es-senziali per garantire la qualità del vi-gneto;

del patrimonio viticolo aziendale, da conservare e mantenere effi ciente e pro-duttivo nel tempo.

Tuttavia la costante concorrenza glo-bale ha portato le aziende (grandi o pic-cole) necessariamente a lavorare molto anche sulla riduzione dei costi, a partire dal vigneto. Non si può, infatti, dimen-ticare come la potatura secca manuale incida per circa il 30-40% sui costi di produzione dell’uva da vino.

Oggi poter risparmiare sui costi an-nuali, oltre che aggiornare la profes-sionalità delle maestranze e mantenere più a lungo effi cienti i nostri vigneti, è un obiettivo ugualmente importante da perseguire.

Riduzione dei costiDa una decina di anni attraverso la

raccolta dei dati presso le aziende che stanno adottando il metodo, si può di-re che la riduzione delle ore di lavoro è raggiungibile senza modifi care in alcun modo le tecniche agronomiche, ma preparando il personale a mette-re in pratica una metodologia di in-tervento ripetuta nel tempo e piani-fi cando in modo effi cace la gestione della chioma.

Risultati positivi possono essere rag-giunti a patto che l’azienda abbia una fi gura altamente specializzata che ope-ri a stretto contatto con gli operatori in vigneto per tutto il periodo che va dal-l’inizio della potatura secca fi no alla fi ne dei lavori in verde.

Il sostegno, in primo luogo pratico, che tale fi gura riesce a fornire con la risolu-zione delle problematiche direttamente in vigneto e anche psicologico, che gene-ra un ambiente positivo e non repressivo nella squadra di lavoro, dà la necessaria tranquillità operativa. Il tutto si traduce in una contrazione delle ore di lavoro e quindi anche dei costi.

Gli operatori hanno bisogno di vedere con i propri occhi i risultati del loro lavo-ro e per questo non è necessaria una sola stagione agraria, ma almeno un periodo che va dai 3 ai 5 anni.

Presentiamo di seguito i risultati con-seguiti da 3 aziende che applicano il me-todo di potatura Simonit&Sirch - Prepa-ratori d’uva da diversi anni.

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Caso aziendale 1. Riduzione ore di potatura

SCHEDA DELL’AZIENDA 1Anno inizio conversione a potatura ramifi cata: 2007Superfi cie aziendale: 190 haForma di allevamento: Guyot con singolo capo a fruttoSesto di impianto: m 2,40 × m 0,90Terreni: pianura con inerbimento a fi le alterneCosto orario: 15 euro/ora

Interessante è paragonare lo storico aziendale precedente all’applicazione del metodo di potatura Simonit&Sirch con i dati raccolti dal 2007 al 2012 riguardan-ti il periodo di conversione alla potatura ramifi cata.

Già al primo anno di applicazione del metodo si è ottenuta una diminuzione delle ore di potatura: questo risultato è stato possibile perché sono stati abban-donati i tagli sul legno vecchio (tabelle da 1 a 4).

Non dovendo più utilizzare il seghet-to, tutti i tempi morti, quali quelli per mettere la forbice nella fondina, impu-gnare il seghetto e riprendere le cesoie

TABELLA 1 - Manodopera necessaria per le principali operazioni manuali e variazioni rispetto allo storico

Anno

Pota

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)

Storico 54 – 55 – 42 – 51 –2007 37 –31 53 –4 44 5 42 –182008 34 –37 51 –7 52 24 52 22009 30 –44 53 –4 40 –5 47 –82010 29 –46 50 –9 38 –10 42 –182011 29 –46 47 –15 38 –10 41 –202012 26 –52 49 –11 37 –12 n.d. n.d.n.d. = dati non disponibili.

Per tutte le operazioni si registra una riduzione delle ore/ha necessarie a partire dal primo anno di applicazione del metodo e, quindi, dei costi.

TABELLA 2 - Riduzione annuale del costo della potatura secca nei 6 anni di applicazione del metodo (1)

Anno

Pota

tura

sec

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(ore

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Pota

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ha) (

2 )

Storico 54 810 – –2007 37 555 –255 –48.4502008 34 510 –300 –57.0002009 30 450 –360 –68.4002010 29 435 –375 –71.2502011 29 435 –375 –71.2502012 26 390 –420 –79.800(1) Il confronto viene eseguito tra la singola annata e lo storico. (2) Su tutta la superfi cie aziendale pari a 190 ha.

La riduzione di costi è più importante man mano che gli effetti dell’applicazione del metodo dà i suoi effetti benefi ci.

TABELLA 3 - Costi della potatura secca prima e dopo l’introduzionedel metodo e risparmio annuale e totale sui 6 anni

Anno

Cos

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Cos

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ura

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90 h

a)

2007 153.900 105.450 48.4502008 153.900 96.900 57.0002009 153.900 85.500 68.4002010 153.900 82.650 71.2502011 153.900 82.650 71.2502012 153.900 74.100 79.800Totale 923.400 527.250 396.150

Il risparmio aumenta negli anni e in 6 annate ammonta a 396.150 euro sui 190 aziendali, pari a 2.085 euro/ha.

TABELLA 4 - Risparmio annuale della scelta germogli

Ann

o

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Cos

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0 ha

)

2007 145.350 119.700 25.6502008 145.350 148.200 -2.850

2009 145.350 133.950 11.400

2010 145.350 119.700 25.650

2011 145.350 116.850 28.500

2012 n.d. n.d. n.d.

Totale 726.750 638.400 88.350(1) Tempo necessario per la sceltadei germogli: storico 51 ore/ha.(2) Ore/ha dopo l’applicazione del metodo: 42 nel 2007; 52 nel 2008; 47 nel 2009; 42 nel 2010; 41 nel 2011.n.d. = dati non disponibili.

Caso aziendale 2. Recupero vitalità vigneto e aumento di produzione

SCHEDA DELL’AZIENDA 2Anno inizio conversione a potatura ramifi cata: 2007Superfi cie aziendale: 400 haForma di allevamento: Guyot con singolo capo a frutto e cordone speronatoDensità di impianto: 5.000 ceppi/haOre di potatura secca Guyot (storico aziendale): 15-20 h/haOre di potatura secca cordone speronato (storico aziendale): 35-40 ore/ha

L’azienda, in questo caso specifi co, ri-chiedeva di aumentare la produttività delle vigne.

Da alcuni anni, infatti, a causa del pro-gressivo deperimento della struttura le-gnosa, il vigore generale stava diminuen-do, con conseguenze anche sulla qualità e sulla produzione.

Contenimento dei tempi di potatura

Le ore di potatura aumentano all’ini-zio per la maggior attenzione ai partico-lari sulla tecnica di taglio e sulle nuove informazioni che vengono trasferite al personale. In seguito si riallineano alla media registrata prima della formazio-ne dei potatori (tabella 5).

in mano, sono stati eliminati. Così co-me lo sforzo fi sico per eseguire tale ope-razione. Eseguendo solo tagli di piccole dimensioni il rendimento giornaliero è aumentato.

A parità di gestione agronomica azien-dale, la selezione e la formazione pro-fessionale del personale e un razionale piano stagionale di interventi mirati di gestione della chioma si rivelano una carta vincente nell’abbattimento dei co-sti di produzione.

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po dei tralci della pianta e di matura-zione delle uve. Questo risultato è stato possibile grazie alla maggiore sensibilità dell’operatore sulla tecnica di potatura e alla scelta del carico produttivo ottimale per ogni singola pianta.

L’incremento maggiore, in questo ca-so, si è avuto nei vigneti di età compresa tra 10 e 20 anni (aumenti anche del 40%), mentre l’incremento minore nelle vigne più vecchie oltre i 20 anni di età.

Conto economico

Al termine della fase di riconversione si ha un aumento della produzione me-dia sui 5 anni pari a 1,8 t/ha che, consi-derando un prezzo medio dell’uva nella zona di 0,50 euro/kg, signifi ca un au-mento della plv di 900 euro/ettaro al-l’anno. Se moltiplichiamo questo dato per i 400 ettari di superfi cie vitata del-l’azienda in questione si può calcolare un aumento annuo di plv di 360.000 euro (tabella 6).

Caso aziendale 3. Riduzione delle fallanze

SCHEDA DELL’AZIENDA 3Anno inizio conversione a potatura ramifi cata: 2007Superfi cie aziendale: 100 haForma di allevamento: Guyot con singolo capo a fruttoDensità di impianto: 5.000 ceppi/haCosto gestione rimpiazzo barbatella (estirpo e trasporto piante morte, scavo delle buche, messa a dimora barbatelle, protezione con tubo di plastica, concimazione, irrigazione, zappatura, legatura germogli, materiali, costodelle barbatelle, mancata produzioneper 2 anni minimo): 16 euro/pianta

Nei vigneti aziendali si determina un numero elevato di fallanze. La prassi aziendale è, infatti, quella di eliminare tutte le piante che evidenziano i sinto-mi tipici delle malattie del legno o dei fi toplasmi e rimpiazzarle con una nuo-va pianta.

L’agronomo aggiorna annualmente la scheda delle fallanze specifi cando le cau-se che ne hanno determinato la mor-te, siano esse accidentali (macchinari, attrezzi interceppo, ecc.) o patologiche (malattie del legno, fi toplasmi, ecc.). In questo esempio teniamo conto soltanto delle fallanze dovute a piante che mani-festavano i sintomi di malattie del legno.

A partire dal primo anno di conversione al metodo di potatura Simonit & Sirch è evidente la diminuzione delle piante estirpate con conseguente risparmio eco-nomico (tabella 7). Al quinto anno dal-l’introduzione del metodo il costo dei rimpiazzi sui 100 ettari dell’azienda è passato da 344 mila euro a 128 mila.

Questi dati, da confermare nei pros-simi anni, ci danno una tendenza che ragionevolmente può mettere in luce quanto sia le modalità di potatura inci-dano sul contenimento delle piante sin-tomatiche.

Vantaggi agronomici ed economici

Abbiamo riportato 3 casi in cui sono evidenti i benefi ci non solo agronomi-ci, ma soprattutto economici dell’inve-stire nella formazione del personale in vigneto.

Durante il percorso formativo nelle 3 aziende sono cambiate le consuetudini di lavoro degli operatori. Questo cam-biamento è avvenuto anche nella visio-ne aziendale dei lavori in vigneto.

Per esempio nell’azienda 1 è cambiata la pianifi cazione dei lavori in vigneto: prima il potatore eseguiva la potatura e lo stralcio dei sarmenti in un solo pas-saggio. Adesso il gruppo è stato selezio-nato e quello che prima era visto come un lavoro unico ora è eseguito da due squadre diff erenti: una di potatori e una di stralciatori.

I potatori hanno acquistato una mag-giore sensibilità nell’interpretare le dif-

TABELLA 6 - Produzione prima e dopo l’applicazionedel metodo di potatura

A - Produzione (t/ha) prima dell’introduzione del metodo2002 9,52003 8,02004 6,92005 6,32006 6,2Media 7,4

B - Produzione (t/ha) dopo l’introduzione del metodo2007 6,02008 6,82009 11,72010 11,52011 10,1Media 9,2

C - Variazione della produzione media tra i due quinquenni1,8 t/ha 25

L’aumento della produzione mediadi 1,8 t/ha, con un prezzo medio dell’uva di 0,50 euro/kg, si traducein un aumento della plv di 900 euro/ha all’anno, pari a 360.000 europer i 400 ha vitati dell’azienda.

TABELLA 5 - Ore di potatura e variazione rispetto allo storico

Anno Potatura secca (ore/ha)

Variazione potatura secca (%)

Storico 20 –2007 25 252008 22 102009 18 –102010 20 02011 19 –5Dopo un aumento del 25% dovutoal periodo di formazione, le ore/ha di potatura si allineano a quelle della situazione precedente.

Aumento della produzione

Le rese a ettaro del quinquennio pre-cedente all’applicazione del metodo so-no state confrontate con le produzioni a ettaro dei successivi 5 anni (tabella 6). Si nota come la produttività media dei vigneti è aumentata del 25%: in 5 anni è stata recuperata la vitalità generale delle singole piante nel vigneto, raggiunto un migliore equilibrio vegeto-produttivo, una maggiore omogeneità nello svilup-

TABELLA 7 - Costo di gestione delle piante sintomatiche (estirpo, reimpianto, mancata produzione)

Anno

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Pian

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ha)

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ha)

Cos

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ione

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100

ha)

2007 4,3 215 3.440 344.0002008 4,2 210 3.360 336.0002009 2,1 105 1.680 168.0002010 3,3 165 2.640 264.0002011 1,6 80 1.280 128.000Costo gestione rimpiazzo barbatella: 16 euro/pianta (vedi scheda azienda).

Dal 2007 al 2011 le fallanze si riducono dal 4,3 all’1,6%, con una riduzione dei costi per i rimpiazzi di 216.000 euro sui 100 ha dell’azienda.

4537/2012 • L’Informatore Agrario

SPECIALE POTATURA DELLA VITE

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Page 25: Edizioni L’Informatore Agrario · e quantità della produzione e al contempo di ridurre i costi L’estate del 2012, forse tra le più calde e siccitose del de- ... diverse fasi

ferenze tra pianta e pianta, il risultato è stata una potatura calibrata sul vigore delle singole piante: far produrre di più una pianta vigorosa e di meno una pian-ta debole ha permesso all’azienda 2, per esempio, di migliorare l’equilibrio ve-geto-produttivo delle piante negli anni aumentando le produzioni.

Infine nell’ultimo caso presentato, l’azienda 3 ha valutato l’impatto dei ceppi malati di mal dell’esca nei vigneti ana-lizzando i costi di estirpo, reimpianto e mancata produzione. L’analisi economi-ca ha evidenziato il valore economico di un singolo ceppo di vite; pertanto anche salvaguardare l’1% di ceppi sintomatici

riduzione dei costi di potatura e scelta germogli, riduzione dei costi di gestione delle fallanze e determinando l’aumento di produzione lorda vendibile (plv).

Marco Simonit Francesco Deledda, Massimo Giudici

Lorenzo Manfreda, Marco Ostan Riccardo Turata, Alessandro Zanutta

Simonit&Sirch - Preparatori d’uva Corno di Rosazzo (Udine)

Le prime osservazioni in alcuni vigneti in cui sono ini-ziate indagini specifi che sembrerebbero indicare una mi-nore incidenza della malattia delle foglie tigrate, nota an-che come una delle sindromi del mal dell’esca, in vigneti potati da anni con il metodo Simonit & Sirch-Preparatori d’uva in confronto a vigneti del tutto analoghi, ma potati con metodo tradizionale. Di per sé il fatto non sorprende: è noto che la malattia delle foglie tigrate è favorita in vi-gneti nei quali si pratica una potatura che produce ferite di maggior superfi cie e dove si evitano interventi drastici su legno vecchio (foto A).

Le osservazioni fatte sull’entità dei tagli mostrano concre-tamente che questo metodo determina una minore superfi -cie legnosa esposta. Inoltre, nella prova in atto su cordone speronato, i tagli sono realizzati prevalentemente sul legno di 1 anno, tendenzialmente in grado di dare una più rapida risposta di difesa attiva da parte degli elementi strutturali. In eff etti, i dati preliminari ottenuti sulla distribuzione del numero ed età delle ferite mostrano che il maggiore nume-ro di ferite è su legno di 1 anno (pochissime su legno di 2) e che la superfi cie media per ferita esposta è uguale alla metà di quella rilevata nella potatura tradizionale.

Accorgimenti per i tagliOsservazioni più specifi che sulla zona di taglio, realizzate

tramite indagini istologiche, hanno evidenziato che la pianta non cicatrizza perfettamente e rapidamente le sue ferite.

Si limita a ostruire, mediante la produzione di tille e/o gel, solo una parte dei propri vasi mentre una percentuale va-riabile, ma comunque ampia, di trachee rimane facilmente accessibile alle infezioni. È risultato anche che la risposta di difesa della pianta tende gradualmente ad aumentare ed è maggiore nelle ferite inferte a marzo, vicino alla ripresa ve-getativa, e nelle cerchie di legno più esterne e funzionali.

La chiusura delle ferite da parte della pianta è comunque assolutamente insuffi ciente, in tutte le stagioni, per alme-no 3 mesi dal taglio.

Diventa quindi necessario:1 ridurre la superfi cie esposta alle infezioni;2 evitare di realizzare le ferite in concomitanza di piogge e temperature medie superiori ai 10 °C. In queste circostanze aumenta la probabilità di liberazione e diff usione di ino-culo da parte dei patogeni del legno; 3 proteggere la ferita con mezzi chimici e biologici che resti-no effi caci per un tempo uguale o superiore a 3 mesi.

Resta da valutare il ruolo nella suscettibilità alle infezioni di quello che alcuni indicano con il termine di «cono di dis-seccamento» e comunque restano da valutare il tipo e l’esten-sione delle barriere difensive che si formano con diverse ti-pologie di taglio, in particolare quelle formate in reazione ai tagli realizzati salvaguardando la gemma di corona.

Laura MugnaiDipartimento di biotecnologie agrarie - Sezione protezione delle piante

Università di Firenze

Potatura ramifi cata e suscettibilealle malattie del legno della vite

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è un obiettivo primario ai fi ni del bilan-cio aziendale.

Attraverso la formazione del persona-le, le aziende hanno acquisito gli stru-menti e la criticità necessaria per redige-re un bilancio più puntuale dei costi.

Spostare il focus degli investimenti dalla cantina al vigneto, nello specifi co alla formazione del personale di cam-pagna (investendo quindi sulle risorse umane aziendali), ha permesso a queste aziende di aggiornare i propri obiettivi nei diversi comparti del processo produt-tivo (Uomo, Azienda, Pianta) miglioran-do l’effi cacia della gestione manuale dei vigneti con risultati importanti quali la

Foto A Taglio piccolo (a e b) secondo il metodo Simonit&Sirch. Taglio grande (c e d) secondo il metodo tradizionaleaa bb cc dd

46 37/2012L’Informatore Agrario •

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