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VERONA 23 / 24 OTTOBRE 2015 CONVEGNO INTERNAZIONALE DYSLEXIA AND DYSPRAXIA FROM PREVENTION TO TRAINING Music in the treatment of Dyslexia – Dyspraxia In collaborazione con: Università degli Studi di Verona – Dipartimento di Filosofia, Pedagogia e Psicologia Istituto Itard – Ancona Centro Studi Itard – Ancona UNIPED – Unione Italiana Pedagogisti

DYSLEXIA AND DYSPRAXIA - Disprassia Itard · La Musica nel trattamento della Dislessia - Disprassia WORK-SHOP A – La Dislessia Prof.ssa Giovanna Caforio Massarelli Pedagogista Clinico

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VERONA 23 / 24 OTTOBRE 2015

CONVEGNO INTERNAZIONALE

DYSLEXIA AND DYSPRAXIA FROM PREVENTION TO TRAINING

Music in the treatment of Dyslexia – Dyspraxia

In collaborazione con:

Università degli Studi di Verona – Dipartimento di Filosofia, Pedagogia e Psicologia

Istituto Itard – Ancona

Centro Studi Itard – Ancona

UNIPED – Unione Italiana Pedagogisti

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La Musica nel trattamento della Dislessia - Disprassia

WORK-SHOP A – La Dislessia

Prof.ssa Giovanna Caforio Massarelli

Pedagogista Clinico UNIPED – Legge 4/2013 Specialista Itard sui DSA

INDEX-IPR International Professional Registers dell’Istituto Itard Specializzata e perfezionata in Psicologia della Scrittura

Mediatore Familiare Orientatore Esistenziale

Master in "Didattica e Psicopedagogia per i DSA“ Master in "L'Integrazione dei diversamente abili nella scuola e nella società“

CTU - CTP c/o il Tribunale di Taranto Direttore del Centro Clinico “Victor” di Taranto

Referente Centro Studi Itard - Puglia

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«Mi trovo a sognare una Pedagogia musicale nella quale il corpo sia esso

stesso l’intermediario fra i suoni e il nostro pensiero e diventi lo strumento

diretto dei nostri sentimenti»

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Essa, è in grado di agire sullo sviluppo delle funzioni umane: uditive,

percettive, mnemoniche, attentive, linguistiche, motorie, creative,

comunicative, favorendo, al contempo, la socializzazione, sia in situazioni di

normale sviluppo, che nei Bisogni Educativi Speciali.

In particolare la e la si sono

rivelate strumenti preziosi per la riabilitazione di particolari situazioni di

bisogno, quali le problematiche legate allo sviluppo motorio, all’attenzione-

iperattività, all’apprendimento, a varie forme di ansia e di disagio, a sindromi

autistiche, nonché a forme di minorazione psichica e fisica.

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gli studi hanno evidenziato come la musica

agisca sia sul piano fisico che su quello mentale, ottenendo significativi miglioramenti in tutte le situazioni in cui si deve agire sulla mente e sul corpo contemporaneamente.

gli studi riportano miglioramenti ottenuti in

soggetti sofferenti di handicap motori attraverso la riproduzione della musica, fatto che aiuta a coordinare i movimenti nello spazio e nel tempo. A questo proposito, J. ALVIN sottolinea come il suono, il ritmo, le vibrazioni, il contatto fisico con lo strumento, adattati di volta in volta ai vari tipi di difficoltà, aiutino a sviluppare nei bambini capacità prima compromesse, utilizzando l’interesse che questi generalmente provano nell’ascoltare e nel fare musica.

J. STEIN illustra la possibilità di applicazione della

musica nella terapia con pazienti psichiatrici adulti, in particolare in soggetti affetti da depressione. Sottolineò l’efficacia della musica nel motivare nuovamente il paziente ad impegnarsi in attività creative, nel socializzare i vissuti individuali in terapia di gruppo, e nella funzione di tramite fra la percezione di emozioni e la verbalizzazione di queste nel colloquio a due.

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MUSICA

PERCEZIONE

ATTENZIONE

MEMORIA

LINGUAGGIO

SPAZIO E TEMPO SEQUENZIALITA’

COORDINAZIONE MOTORIA

LOGICA

SOCIALIZZAZIONE

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Dal greco , include i concetti di fluire, scorrere, scandire.

Generalmente definito “il succedersi nel tempo di suoni, cadenze, movimenti”, esso è un concetto assai più complesso, non facile da definire, presente in ogni manifestazione della vita umana, animale o vegetale, come nei fenomeni dell’universo.

L’alternarsi delle stagioni, il giorno e la notte, le fasi lunari, il flusso e il riflusso del mare, la pioggia, il battito cardiaco, la respirazione, il camminare, il correre, il trottare … confermano il fatto che il ritmo è fortemente connesso al succedersi delle cose nel tempo.

Per i DSA le esperienze ritmiche, a partire dalla scuola del’infanzia, corrispondono alla necessità di strutturare la corretta esecuzione delle azioni nello spazio e nel tempo, di acquisire consapevolezza del proprio corpo, di sviluppare le facoltà percettive, attentive, mnemoniche ecc. … ciò influisce sulla sequenzialità, sulla coordinazione motoria, e sul coordinamento delle azioni in generale.

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La riabilitazione del soggetto dislessico attraverso il training musicale parte dal ritmo. Esso parte dal gesto, da quello più semplice e ritmato, la marcia, perché essa contiene proprio gli elementi primordiali del ritmo: tensione e distensione, tesi e arsi, inoltre la regolarità dell’alternanza fra questo due elementi crea la continuità, quindi la sequenzialità.

In ambito pedagogico per primo capì

l’importanza pedagogica del legame tra musica e movimento. Il suo metodo (“fate che il vostro corpo diventi musica”), era teso a mettere in relazione la musica e la persona, come “educazione di base, disciplina del senso ritmico-muscolare, che regola il coordinamento fra il movimento e il ritmo”. Dopo la marcia c’è la corsa, l’oscillazione delle braccia, i movimenti del capo: poco a poco cisi allontana dagli schemi fissi lasciando che il bambino sperimenti l’estro e l’invenzione dei movimenti.

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1. Camminare secondo il proprio ritmo corporeo, muovendosi in tutte le direzioni, senza urtare le persone che si incontrano sul cammino, anzi salutandole con gli occhi e col sorriso.

2. Affiancare un compagno adeguando il proprio passo al suo; tornare al proprio passo; ripetere con un altro compagno; tornare alla propria andatura.

3. Camminare liberamente, ma in una porzione di spazio prima a metà, poi ad un quarto di quello iniziale (la percezione dello spazio e della vicinanza con i compagni sarà molto diversa).

4. Camminare in tutte le direzioni; ad un segnale cambiare direzione (es. andare a destra o a sinistra), riunirsi in circolo facendo attenzione a non urtarsi.

5. Camminare tutti in circolo, nella stessa direzione, cercando un’andatura che abbia una “pulsazione” comune, senza guida esterna.

6. L’educatore si inserisce nell’azione eseguendo la pulsazione su uno strumento a percussione; successivamente, a turno, i bambini sostituiranno l’educatore.

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7. Camminare secondo andature diverse, es. una normale ed una lenta, cambiando andatura a piacere.

8. Come sopra, ma cercando una “pulsazione” comune; unire il battito delle mani e la voce, improvvisando melodie o suoni liberi da ogni schema. Dare con un segnale il cambio fra le due andature.

9. Scandire il ritmo delle andature con un tamburo. 10. Rifare l’esercizio aggiungendo un’andatura di differente velocità. 11. Regolare l’andatura: darsi delle regole, es. due passi normali equivalgono ad un

lento e viceversa. Identificare il passo normale con la pulsazione cardiaca. 12. Inventare sequenze di passi variandone la velocità e l’articolazione e, per il piacere

di ricordare, prendere come riferimento o segni convenzionali stabiliti dal gruppo, ES.

Oppure iniziare a familiarizzare con i simboli musicali indicanti i valori di durata,

esempio:

ATTENZIONE: gli esercizi, proposti sempre sotto forma di gioco, devono essere a livello crescente di difficoltà e non bisogna passare a quello successivo se non si esegue correttamente e fluidamente quello precedente.

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1. Muoversi, camminare, correre, saltare come animali (ogni bambino sceglie

l’animale che vuole rappresentare);

2. Suggerire due azioni contrastanti, es. camminare diritti o curvi; come giovani o

come anziani; gonfiarsi e sgonfiarsi come palloncini; essere rigidi come pupazzi di

legno o flosci come bambole di gomma;

3. Osservare un oggetto che si lascia cadere per terra, es. una piuma, una scatolina di

metallo, una palla e osservare come cade, quanto tempo impiega per arrivare a

terra, che movimento fa cadendo (rotola, rimbalza …), poi cercare di imitare

l’oggetto simulandone il movimento.

4. Proseguire in modo creativo nella scoperta di modi di muoversi, fornendo ai

bambini qualsiasi tipologia di oggetti (nastri colorati, giornali vecchi, bicchieri di

plastica, o qualunque altro oggetto). Ciò stimola il movimento e la capacità di

muoversi nello spazio.

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In ambito della pedagogia e della didattica musicale, la ritmica, i movimenti

corporali, l’improvvisazione del metodo Dalcroze, si trovano anche nel tedesco

Carl Orff il quale sviluppò la ritmica in senso ancora più autonomo, grazie

all’impiego di opportuni strumenti a percussione, riuniti nel cosiddetto

“Strumentario Orff” che comprende:

Strumenti a percussione a sono indeterminato (legnetti sonori, piattini

(cimbali), piatti, triangoli, castagnette (nacchere), cassettina di legno, sonagli,

tamburello, tamburi …

Strumenti a percussione a suono determinato (metallofoni (strumenti a

lamine in metallo), xilofoni (strumenti a lamine in legno), campanelli,

armonica a bicchieri.

Strumenti melodici (flauti, violoncelli, contrabbassi, liuti, chitarre).

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Già l’ungherese , aveva sottolineato il valore pedagogico del

canto nel quale si incontra la più perfetta relazione tra musica e linguaggio.

Le attività di canto, infatti, impegnano a vari livelli (affettivo, creativo, di

socializzazione, di sviluppo del linguaggio) e sono parte integrante delle

attività motorie.

Canti, filastrocche, giochi ritmici con le parole facilitano la sequenzialità del

linguaggio.

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Insegnare ai bambini che la musica nasce dal silenzio.

Prima di iniziare a cantare stabilire una situazione di calma e attesa e iniziare a

concentrasi sulla nota iniziale.

Insegnare l’inspirazione e l’espirazione, fondamentali per coordinare l’emissione

della voce.

Raccontare l’argomento della canzone: “oggi canteremo una canzone che parla di …”

Cantare tutta la canzone senza mai separare l’insegnamento delle parole da quello

della melodia.

Se ci sono nuove parole, spiegarne il significato, chiedendo ai bambini: “che cosa

vuol dire”? e ascoltare le loro risposte. Ciò significa apportare grande beneficio per

lo sviluppo del linguaggio.

Fare attenzione alla esatta pronuncia delle parole (in ciò il ritmo aiuterà molto).

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Con le canzoni si fanno giochi di movimento che favoriscono le sinestesie: cantare e camminare a tempo; cantare e camminare, battendo con le mani gli accenti; cantare e accompagnarsi con strumenti a percussione; drammatizzare il testo delle canzoni (ma lasciare che siano i bambini a

interpretarlo liberamente); riconoscere le frasi musicali con i seguenti suggerimenti:

1. camminare, cambiare direzione all'inizio di ogni frase; 2. cantare a gruppi alternandosi all'inizio di ogni frase; 3. gioco del canto alternato: la prima frase la canta l'adulto, la seconda i

bambini, la terza l'adulto, la quarta i bambini. Oppure due gruppi di bambini si alternano fra loro. Variante: il gruppo che canta, cammina e batte le mani a tempo.

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La riabilitazione attraverso la musica comprende il potenziamento della funzione uditiva, la quale si snoda attraverso un percorso che parte dalla sensorialità uditiva fino a sviluppare l’affettività uditiva e l’intelligenza uditiva. Così come per il canto, anche l’ascolto va introdotto “scoprendo” i suoni del silenzio. Si scopriranno, così, i suoni dell’ambiente circostante, della natura, del proprio corpo (la voce, il battito cardiaco, il respiro…) Secondo M. Montessori la “lezione del silenzio” è estremamente significativa come esperienza sensoriale, come capacità di controllo motorio e percettivo. Ne “La scoperta del bambino”, ella descrive il percorso dell’esperienza: “l’attenzione dei bambini è richiamata su ogni parte del corpo, in un’ansiosa volontà di raggiungere l’immobilità. Mentre essi (i bambini), vanno provandosi in questo sforzo, ecco veramente farsi un silenzio diverso da ciò che superficialmente si chiama silenzio: sembra che gradatamente sparisca la vita, che la sala si faccia di mano in mano vuota, come se non ci fosse più nessuno. Allora principia a sentirsi il tic- tac dell’orologio a muro e quel tic-tac sembra crescere d’intensità A mano a mano che il silenzio si fa pressoché assoluto. Di fuori, dal cortile che sembrava silenzioso, ecco venire rumori vari: un uccellino che pigola, un bambino che passa. I fanciulli restano affascinati da quel silenzio come da una loro reale conquista”.

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Al termine delle osservazioni e delle sperimentazioni si invitano i bambini ad

individuare sequenze prolungate, a partire da TRE inserendo i concetti di altezza,

intensità, durata, timbro:

1. ASCOLTERAI TRE SUONI: segna il più alto (percezione dell’ )

2. ASCOLTERAI TRE SUONI: segna il più forte (percezione dell’ )

3. ASCOLTERAI TRE SUONI: segna il più lungo (percezione della )

4. ASCOLTERAI TRE STRUMENTI: indica il violino (percezione del )

Ciò potenzia la sequenzialità percettiva

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Ad ogni cerchio corrisponde un suono E C

Osserva la sequenza dei cerchi e realizza la sequenza di suoni E C

Ripeti tutto, questa volta più velocemente E C

Ora componi nuove sequenze di cerchi sempre più lunghe e prova a realizzarle sempre più velocemente. ________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Ad ogni figura corrisponde un suono A E I

Osserva la sequenza delle figure e realizza la sequenza di suoni A E I

Ripeti tutto, questa volta più velocemente

Ora componi nuove sequenze di figure sempre più lunghe e prova a realizzarle sempre più velocemente. ________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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Ad ogni suono corrisponde un cerchio I O

Osserva la sequenza dei suoni e realizza la stessa sequenza combinando i cerchi che ti ho dato I O I-O-O ____________________________________________________________________________________________________________

O-I-I-I-O ____________________________________________________________________________________________________________

O-I-I-I-O ____________________________________________________________________________________________________________

Ripeti tutto, questa volta più velocemente I O I-O-O ____________________________________________________________________________________________________________

O-I-I-I-O ____________________________________________________________________________________________________________

O-I-I-I-O ____________________________________________________________________________________________________________

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Ad ogni cerchio corrisponde un saltello a piedi uniti Prova a realizzare il seguente ritmo

Ripeti tutto, questa volta più veloce che puoi

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Ad ogni figura geometrica corrisponde un movimento Passo in avanti Saltello a piedi uniti

Osserva le sequenze di figure geometriche e realizza le sequenze di movimenti

Ripeti tutto, questa volta più velocemente

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Ad ogni cerchio corrisponde un movimento SALTO CORSA

Osserva la sequenza dei cerchi e realizza i movimenti corrispondenti

Ripeti tutto, questa volta più velocemente

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Ad ogni cerchio corrisponde un movimento SALTO CORSA CORSA A BRACCIA ALTE

Osserva la sequenza di figure e realizza la sequenza di movimenti

Ripeti tutto, questa volta più velocemente

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E’ noto come i bambini con DSA spesso abbiano comorbilità con ADHD, disturbo da

deficit di attenzione - iperattività. Anche in questi casi la musica risulta essere un

prezioso strumento riabilitativo.

La musica, infatti, agisce sulle endorfine, i mediatori cerebrali responsabili del nostro

benessere.

Ogni esercizio di rilassamento dovrà essere preceduto da una fase preparatoria

durante la quale i bambini saranno invitati a sdraiarsi completamente e trovare una

posizione comoda dalla quale, possibilmente, non dovranno muoversi per tutto il

percorso guidato, e da una accurata scelta della musica da far ascoltare.

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Sdraiati supino (a pancia in su), le braccia lungo il corpo, le gambe distese con i piedi divaricati e sciolti. Adesso chiudi gli occhi ed ascolta la storia che ti racconterò. Cerca di restare fermo per tutto il tempo della storia. Immagina di esserne il protagonista. E' la storia di un gigante. Immagina di essere quel gigante... Ascolta quello che succede al gigante ... Ascolta la mia voce. All'inizio il mondo era buio e silenzioso. Tutte le cose dormivano. Gli uccellini dormivano nei nidi, le foglie si riposavano sugli alberi, le nuvole erano immobili in cielo e le formichine rilassate nelle loro tane. Anche il gigante dormiva tranquillo nella sua grotta calda ed accogliente. Disteso su un morbido letto di foglie, il gigante sentiva solo il suono del suo respiro. L’aria che entra dal naso ed esce dal naso... l'aria che entra e l'aria che esce... (lasciare qualche secondo di silenzio) L'aria entra ed il torace si gonfia, l'aria esce ed il torace si sgonfia ... L'aria entra ed il torace si gonfia, l'aria esce ed il torace si sgonfia... (lasciare qualche secondo di silenzio) L'aria entra e la pancia si gonfia, l'aria esce e la pancia si sgonfia ... L'aria entra e la pancia si gonfia, l'aria esce e la pancia si sgonfia... (lasciare qualche secondo di silenzio) Il gigante sentiva il suo corpo come fosse incollato al letto di foglie, rilassato e pesante. Sentiva i piedi pesanti: il collo del piede, la pianta del piede, le dita dei piedi (nominare le dita ad una ad una): tutto il piede destro pesante e rilassato, tutto il piede sinistro pesante e rilassato. L'aria entra ed i piedi sono pesanti, l'aria esce ed i piedi si rilassano.

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...Ma un bel giorno spunta il sole ed il mondo si risveglia. Tutte le cose si risvegliano. Gli uccellini spiccano il volo dai loro nidi, il vento muove le foglie sugli alberi e le nuvole nel cielo. Le formichine escono lentamente dalle loro tane, entrano in fila pian pianino nella grotta del gigante ed iniziano a salire su suoi piedi. Il gigante sente questo strano formicolio al piede destro (collo, pianta, dita) e poi sul piede sinistro... (procedere lentamente ripercorrendo i segmenti corporei nominandoli e invitando a "sentire il formicolio" ...fino alla testa. Quando si arriva a stimolare il risveglio degli occhi...) Il gigante apre gli occhi, vede la bella luce del mattino, comincia a stiracchiarsi, sente il piacere di sgranchirsi le braccia, le mani, le gambe … lentamente si siede e … si guarda intorno.

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La Musica è un cibo spirituale che non può essere sostituito:

chi non se ne nutre, vivrà in spirituale anemia fino alla morte.