49
Due anni di governo Renzi: lo vogliamo fare un bilancio? Post aggiunto da Paolo Borrello il 10 Febbraio 2016 Il governo Renzi ha compiuto due anni. E' possibile formulare un primo bilancio. E credo, che lo dovremmo fare anche noi. Il governo ha fornito dei numeri http://www.slideshare.net/Palazzo_Chigi/2-anni-di-governo-Renzi-in-... . Ma a parte questi dati, anche considerando altri elementi, dovremmo essere in grado di esprimere delle valutazioni. Io inizio con dare un voto. A Renzi e al suo governo darei un 6 e mezzo. In estrema sintesi, io penso che risultati positivi siano stati ottenuti, ma ritengo che potevano essere raggiunti anche altri obiettivi, pur considerando i vincoli, soprattutto imposti dall'Unione europea, che hanno influenzato le attività del governo. E credo anche che siano stati compiuti degli errori che potevano essere evitati. Voi che ne pensate? Vi invito ad essere sintetici, nei vostri interventi. La sintesi, infatti, talvolta è difficile, ma sempre molto utile. Io per ora mi fermo qui e, ovviamente, sarò più esplicito e preciso nei miei giudizi nel corso della discussione. Visualizzazioni: 790 - Risposte a questa discussione Risposto da Fabio Colasanti su 11 Febbraio 2016 a 1:14 Paolo, tu ci inviti a lanciarci in un esercizio molto difficile dove alla fin, fine il giudizio da dare sull'operato del governo dipende da una volutazione politica molto difficile da fare, stando ad una certa distanza del mondo della politica. Il punto di partenza della mia analisi è che l'Italia si trova in una crisi economica molto profonda che dura da almeno venti anni e le cui origini sono in tante deviazioni della nostra società che si sono accumulate nel tempo. Semplificando in una frase, siamo diventati una società corporativa dove tanti gruppi si sono costruiti delle rendite di posizione che danno loro piccoli vantaggi al prezzo di danni molto forti per tutta la società italiana. Non siamo fuori da questa situazione, il problema non è solo la recessione del 2012-2014, il problema è molto più profondo e serviranno anni di duri correttivi per ritornare a tassi di crescita paragonabili a quelli degli altri paesi europei. Il secondo elemento da tenere in considerazione è che il PD non ha una maggioranza nel parlamento ed è stato obbligato alle larghe intese, poi diventate meno larghe ed infine intese piuttosto variabili. L'assenza di una maggioranza stabile non permette oggettivamente un programma di governo coerente e con una visione multi annuale chiara. Il merito principale del governo attuale è stato di aver capito che alcune riforme istituzionali (legge elettorale, Senato, provincie, ridefinizione dei rapporti con le regioni ed altro) erano cose assolutamente necessarie per iniziarie un qualsiasi lavoro di "riparazione" del paese e che queste dovevano essere ottenute a qualsiasi prezzo politico. Qui i risultati ottenuti sono stati considerevoli e superiori a quello che molti pensavano fosse possibile.

Due anni di governo Renzi: lo vogliamo fare un bilancio? · Io per ora mi fermo qui e, ... cominciare a chiedersi se era meglio prendere subito delle misure ... vittoria alle prossime

Embed Size (px)

Citation preview

Due anni di governo Renzi: lo vogliamo fare un bilancio? Post aggiunto da Paolo Borrello il 10 Febbraio 2016

Il governo Renzi ha compiuto due anni. E' possibile formulare un primo bilancio. E credo, che lo dovremmo fare anche noi. Il governo ha fornito dei numeri http://www.slideshare.net/Palazzo_Chigi/2-anni-di-governo-Renzi-in-.... Ma a parte questi dati, anche considerando altri elementi, dovremmo essere in grado di esprimere delle valutazioni. Io inizio con dare un voto. A Renzi e al suo governo darei un 6 e mezzo. In estrema sintesi, io penso che risultati positivi siano stati ottenuti, ma ritengo che potevano essere raggiunti anche altri obiettivi, pur considerando i vincoli, soprattutto imposti dall'Unione europea, che hanno influenzato le attività del governo. E credo anche che siano stati compiuti degli errori che potevano essere evitati. Voi che ne pensate? Vi invito ad essere sintetici, nei vostri interventi. La sintesi, infatti, talvolta è difficile, ma sempre molto utile. Io per ora mi fermo qui e, ovviamente, sarò più esplicito e preciso nei miei giudizi nel corso della discussione.

Visualizzazioni: 790 - Risposte a questa discussione

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Febbraio 2016 a 1:14 Paolo, tu ci inviti a lanciarci in un esercizio molto difficile dove alla fin, fine il giudizio da dare sull'operato del governo dipende da una volutazione politica molto difficile da fare, stando ad una certa distanza del mondo della politica. Il punto di partenza della mia analisi è che l'Italia si trova in una crisi economica molto profonda che dura da almeno venti anni e le cui origini sono in tante deviazioni della nostra società che si sono accumulate nel tempo. Semplificando in una frase, siamo diventati una società corporativa dove tanti gruppi si sono costruiti delle rendite di posizione che danno loro piccoli vantaggi al prezzo di danni molto forti per tutta la società italiana. Non siamo fuori da questa situazione, il problema non è solo la recessione del 2012-2014, il problema è molto più profondo e serviranno anni di duri correttivi per ritornare a tassi di crescita paragonabili a quelli degli altri paesi europei. Il secondo elemento da tenere in considerazione è che il PD non ha una maggioranza nel parlamento ed è stato obbligato alle larghe intese, poi diventate meno larghe ed infine intese piuttosto variabili. L'assenza di una maggioranza stabile non permette oggettivamente un programma di governo coerente e con una visione multi annuale chiara. Il merito principale del governo attuale è stato di aver capito che alcune riforme istituzionali (legge elettorale, Senato, provincie, ridefinizione dei rapporti con le regioni ed altro) erano cose assolutamente necessarie per iniziarie un qualsiasi lavoro di "riparazione" del paese e che queste dovevano essere ottenute a qualsiasi prezzo politico. Qui i risultati ottenuti sono stati considerevoli e superiori a quello che molti pensavano fosse possibile.

- 2 -

Il vero problema politico si è però posto nel campo strettamente economico. L'elettorato italiano non è sufficentemente maturo per capire la necessità di tante riforme che dopo qualche anno daranno vantaggi per tutti, ma nel breve periodo fanno male a qualcuno. La difficoltà esiste anche in altri paesi, ma in Italia mi sembra più grande; la maggioranza degli italiani ha un'idea approssimativa di come funziona un'economia moderna. Qui il governo si è trovato di fronte a scelte molto difficili. Non ha potuto fare come in Spagna, dove il governo aveva una maggioranza forte e ha potuto imporre lacrime e sangue nel primo anno, sperando di ottenere risultati visibili in tempo per le prossime elezioni. Rajoy non ha ottenuto la maggioranza assoluta alle ultime elezioni, ma ha ottenuto quella relativa e non ha mancato la maggioranza assoluta di tanto. La sua scommessa è stata persa per poco. Non avendo una maggioranza il nostro governo ha dovuto cominciare a pensare alle prossime elezioni; ha dovuto cominciare a chiedersi se era meglio prendere subito delle misure economicamente giuste, ma che lo avrebbero penanlizzato in termini di consenso o se non fosse meglio prendere delle misure meno giustificabili in termini economici e ricercare il consenso subito. La ricerca del consenso non è una pratica condannabile di per se. Senza la vittoria alle prossime elezioni tutto il disegno riformista cade; senza una vittoria alle prossime elezioni (che la nuova legge elettorale comunque darà a qualcuno) non si riuscirà a "riparare" il paese. Dal mio punto di vista è un fatto oggettivo che le misure economiche che sono state prese negli ultimi dodici mesi non sono quelle che la maggioranza degli economisti avrebbe suggerito. Ma, come ho detto, la ricerca del consenso è anche una cosa importante. Francamente da dove sono non me la sento di dire che forse l'elettorato italiano avrebbe capito qualche misura più corggiosa e che si sarebbe dovuto fare di più. E assolutamente possibile che il governo abbia fatto la valutazione giusta, che abbia giudicato correttamente le reazioni dell'elettorato e fatto quello che la necessità di vincere le prossime elezioni imponeva. Non me la sento quindi di esprimere un giudizio sulla manovra economica visto che non ho gli elementi di giudizio che ha chi segue meglio di me il polso dell'elettorato. Mi fido del giudizio politico del governo. Ho invece una posizione molto negativa sui rapporti con l'Europa dove, come ho spiegato tante volte, si è creata a tavolino una polemica artificiale basata su affermazioni fattualmente sbagliate. Sono anche convinto che la polemica, che va avanti in maniera latente da oltre un anno e che è esplosa negli ultimi tre mesi, non porti assolutamente nulla al nostro governo in termini degli obiettivi dichiarati. Forse porterà voti, ma ad un prezzo politico estremamente alto in termini di immagine internazionale del nostro paese e di impatto sulla percezione dell'Unione europea in Italia. Tu stesso nel testo introduttivo parli di "vincoli" imposti dall'Europa che io non vedo affatto. Questa polemica non era necessaria e se ne poteva fare a meno. Nel complesso io do a questo governo la sufficenza.

Risposto da Paolo Borrello su 11 Febbraio 2016 a 7:53 La tua risposta merita diverse valutazioni. La maggior parte di esse le pubblicherò successivamente. Per ora mi limito ad una sola, però molto importante. Al di là delle recenti polemiche sulla validità delle critiche di Renzi all'Unione europea, soprattutto a mio avviso relative al tipo di approccio seguito, io credo che oggettivamente la politica economica dell'Unione, promossa soprattutto dalla Germania, sia stata uno dei vincoli, negativi, che hanno condizionato l'azione del governo Renzi, una politica economica che ha considerato l'austerità quasi un dogma, che non è riuscita ancora a realizzare un piano di investimenti pubblici ampio (si pensi a cosa sta succedendo al piano Juncker). E termino, per ora. evidenziando quello che ritengo uno dei principali errori di Renzi. Da segretario del Pd, ancor prima di diventare premier, aveva fatto del riconoscimento del "merito" una delle sue bandiere di maggiore rilievo. In realtà fin dalla composizione del governo si è visto che una parte consistente dei ministri non aveva le competenze nè l'esperienza necessarie per svolgere gli incarichi che Renzi gli affidò. In seguito, spesso, quando sono state fatte dal governo importanti nomine, è stata premiata la fedeltà al premier, al suo "cerchio magico", piuttosto che le competenze. E questo errore io lo considero piuttosto grave.

- 3 -

Risposto da giorgio varaldo su 11 Febbraio 2016 a 8:32 Perche' chi non ha mai votato sinistra alle politiche - eccetto prodi 1996 e veltroni 2008 - e' approdato al PD ed e' razionalmente un convinto sostenitore del governo renzi. Provenendo dalla visione sociale ACLI ante labor ed avendo trascorso la vita lavorativa in azienda sia in italia ma anche all'estero mentre nella mittel e nord europa la sinistra si muoveva a passo con i tempi ho quasi sempre trovato nella sinistra italiana una visione demagogica incapace di comprendere e gestire la realta' creatasi da una societa' che con l'apertura dei mercati e la globalizzazione cambiava completamente i parametri politico economici rispetto al passato Dopo l'esperienza prodi 1996 - interrotta da quella sinistra incapace di comprendere le evoluzioni della societa' - c'e' stata la parentesi primarie 2005 breve stagione esaltante presto terminata in un fumoso e farraginoso programma politico elettorale scritto dalla peggior sinistra by bertinotti & pecoraro scanio e sommerso dalla vergogna della munnezza bassoliniana. Poi qualcosa si muove e si sente parlare del presidente della regione toscana che affronta razionslmente il problema munnezza e che dopo aver visitato il termovalorizzatore sito in centro a vienna decide di sostituire la futura discarica provinciale con un termovalorizzatore. Una sinistra che affronta un problema razionalmente e non ideologicamente. Novita' assoluta. Non c'e' mai riuscita neanche quella che in italia impropriamente definiamo destra. Il resto lo conosciamo. Cosa differisce il governo renzi rispetto al passato? Il fare. Finalmente si mette mano al tabu' costituito dall'art 18 . Inconcepibile solo qualche anno prima. Riforma della legge elettorale . Riforma PA. Avviata riforma titolo V. Altre come quella della giustizia in programma. Non sto ad elencare le altre che tutti conosciamo. E sopratutto il paese ha ricominciato a crescere. Poco anche perche' mancano all'appello ancora altre importanti riforme ma almeno il trend e' tornato positivo Poteva esser fatto meglio ? Certo. Ma almeno si e' fatto. E per un paese profondamente conservatore come il nostro e' una rivoluzione copernicana. Ed in ogni caso il paese non e' piu' quello di prima. E questo non e' un risultato da poco.

Risposto da Alessandro Bellotti su 11 Febbraio 2016 a 9:05 Concordo con la valutazione di Fabio. Si alle riforme istituzionali quindi voto 6 su questo fronte anche se non sono d'accordo sulle soluzioni ma sarà il futuro a dirci se sono buone o cattive riforme. Sul versante economico voto 4. Renzi ha vistosamente peggiorato la situazione economica italiana come vedremo anche quest'anno non sapendo cogliere le occasioni che abbiamo avuto. Renzi non ha fatto nulla sul fronte revisione di spesa e corruzione. Queste sono le mancanze più gravi che porteranno il paese ancora di più in depressione. Non si è agito per recuperare risorse con provvedimenti incisivi sul fronte sprechi. Quindi il paese sta ancora perdendo 'punti' rispetto a tutti i nostri partner europei. Alcuni provvedimenti in tema di energia sono davvero assurdi. Più gas e meno rinnovabili. Davvero su questo fronte voto 3. Ci mancherà la spinta propulsiva dovuta al mercato delle rinnovabili. Non si faranno più in Italia fotovoltaico ed eolico con le conseguenze anche occupazionali delle incredibili scelte del governo. Abbiamo perso decine di migliaia di posti di lavoro in questi settori in meno di 3 anni ed inoltre abbiamo sopratutto perso le conoscenze e le tecnologie impiantistiche. Altro fronte da insufficienza pesante sono gli annunci di altri evidenti sperperi come le Olimpiadi (già fatta la commissione di valutazione con a capo l'immancabile Montezemolo) e il ponte sullo stretto. Nulla si sta facendo per quanto riguarda la difesa del territorio. Queste le mancanze più vistose del governo. Mancanze che odorano di clientelismo e difesa degli interessi dei soliti noti.

- 4 -

Quest'anno davvero deve essere finita la politica degli annunci. L'ultimo a inizio anno quello relativo alle società partecipate. Renzi ti tengo d'occhio....

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Febbraio 2016 a 9:12 Paolo, non sono d'accordo. Sull'austerità, vera o presunta, si è creato un dibattito in Italia che è diventato il grande punto di divisione tra noi e la maggioranza degli altri paesi europei. La politica di sostegno della domanda attraverso una spesa in disavanzo, una polituca keynesiana, non è un qualcosa che si possa fare indipendentemente dai vincoli esterni. Da questo punto di vista, il mndo è ingiusto, alcuni hanno dei vantaggi oggettivi che altri non hanno. Alcuni paesi possono permettersi cose che sono impossibili ad altri e, se si è nella situazione della Grecia (dove i disavanzi dipendono dalla disponibilità dei paesi europei a prestare soldi che rivedranno solo in parte), parlare dipolitiche keynesiane è un nonsenso. Gli Stati Uniti hanno una possibilità di finanziamento dei loro disavanzi che noi non abbiamo. Noi non siamo visti come un paese rifugio, noi non abbiamo la Cina che ci compra gran parte del nostro debito pubblico. Ma soprattutto noi non siamo visti come un paese che, se necessario potrebbe correggere la situazione rapidamente. Durante la presidenza di Bill Clinton gli Stati Uniti hanno cominciato a rimborsare il loro debito pubblico. All fine degli anni novanta si erano fatte delle estrapolazioni che mostravano come al ritmo di quegli anni il debito pubblico americano sarebbe stato completamente rimborsato entro il 2011 ! Tra gli economisti si era cominciato a discutere di come la Fed avrebbe potuto fare le sue operazioni di politica monetaria quando non ci fossero più stati sul mercato titoli di stato americani. Poi è venuta la crisi del 2001 e sono arrivati i regali fiscali di Bush. Ma nel 2007/2008 gli Stati Uniti stavano dal punto di vista del loro bilncio pubblico molto meglio degli stati europei. Avevano dei margini che questi non avevano. Non si possono fare paragoni con la politica di bilancio americana ignorando queste differenze fondamentali. Si parla spesso del debito altissimo del Giappone, ma si dimentica che la banca centrale ha riserve pari a circa il 100 per cento del PIL. E di nuovo, il Giappone è visto come un paese che, se necessaario saprà prendere le misure di bilancio necessarie. Noi siamo in una situazione molto diversa. Dopo il caso particolare della Grecia siamo il paese con il più alto rapporto debito pubblico/PIL. Alcuni giorni di turbulenza sulle borse hanno fatto aumentare del 50 percento il nostro "spread" rispetto alla Germania. Come possiamo dimenticare il fatto che siamo in una situazione diversa da quella di altri paesi? Qualche mesefa ho postato un estratto dal blog di Paul Krugman dove questi riconosceva che l'Europa avrebbe potuto far di più dal punto di vista dei bilanci pubblici, ma non l'Italia. Austerità è una politica di bilancio ingiustamente restrittiva. Dove la si vede oggi in Europa? Forse solo in Germania dove una politica più espansiva servirebbe a ridurre l'avanzo di bilancia dei pagamenti. Il Fiscal Compact è una cosa che va venire i brividi a molti economisti. Non è possibile ridurre la valutazione della politica di bilancio a qualche parametro. E' una cosa molto più complessa. Ma il Fiscal Compact è un'invenione politica, è una maniera che gli stati dell'eurozona hanno inventato per rassicurarsi l'un l'altro che non ci sarebbero state follie. Il Fiscal Compact è un antidoto contro gli incentivi asimmettrci sui politici (le conseguenze negative di un disavanzo troppo alto si vedranno tra vari anni quando al governo ci sarà qualcun altro). Il Fiscal Compat è un qualcosa che viene visto come necessario proprio per paesi come l'Italia dove non c'è una grande percezione dei rischi di bilancio. Le dichiarazioni attuali di Matteo Renzi confermano sempre di più questa covinzione della maggioranza degli altri paesi. Il fatto che il governatore della Banca di Francia abbia firmato un documento comune con quello della Bundesbank per chiedere un inasprimento delle regole fiscali ci dovrebbefar riflettere su come gli altri europei vedono queste cose.

- 5 -

Risposto da giorgio varaldo su 11 Febbraio 2016 a 11:42 Bilancio governo renzi? Questa notizia e' inserita nella voce negativo http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2016/02/11/per-le-trivelle...

Risposto da Cristina Favati su 11 Febbraio 2016 a 12:20 Molto semplicemente dico che questo governo sta facendo riforme che il paese attendeva da anni. Non sono forse ottimali perché la maggioranza che sostiene questo governo non è adeguata alle sfide che ci attendono. Dunque mi aspetto molto di più dopo il 2018, con un governo coeso che lavori alla semplificazione dell'Italia, quella che Renzi aveva promesso alla prima Leopolda. Per ora merita un buon voto per l'impegno, la forza, la volontà e il coraggio dimostrati in questi mesi.

Risposto da Paolo Borrello su 11 Febbraio 2016 a 16:03 Bisogna riconoscere che l'immagine dell'Italia all'estero è migliorata, immagine che peraltro rappresenta cambiamenti reali, negli ultimi anni. Le valutazioni prevalenti nei confronti del nostro Paese nell'ambito degli stessi mercati finanziari sono migliorate, altrimenti non si spiegherebbe la forte riduzione, in pochi anni, dello spread da 500 punti a circa 100. Quindi anche l'Italia potrebbe permettersi una politica fiscale più espansiva e diversi altri Paesi europei, non solo la Germania, se la potrebbero permettere, proprio per il motivo da te addotto, la buona situazione del loro debito pubblico. E se molti Paesi dell'Unione europea adottassero una politica fiscale espansiva già questo avrebbe un effetto positivo sull'Italia perchè una parte consistente delle nostre esportazioni si indirizzano verso gli altri Paesi dell'Europa. Inoltre è inconcepibile come un piano di investimenti pubblici, sostenuto dall'Unione europea non sia stato ancora avviato (ripeto che il piano Juncker docet a questo proposito). Quindi rimango convinto dell'idea che alcuni vincoli imposti dall'Unione europea abbiano condizionato l'operato del governo Renzi. Certo altri vincoli, che hanno origine in Italia, lo hanno condizionato. Le resistenze all'elaborazione e all'attuazione di alcune riforme strutturali, anche e prevalentemente in campo economico, resistenze provenienti dal mondo sindacale e anche da settori dello stesso Pd. Ha inciso anche la mancanza di coraggio che ha manifestato lo stesso governo, in alcuni casi. Due esempi mi sembrano di tutta evidenza: quanto non è stato fatto in tema di spending review (altrimenti non si spiegherebbero e l'allontanamento di Cottarelli e le dimissioni di Perotti) e in tema di sviluppo della concorrenza. Certo in entrambi i casi hanno pesato, e anche questi possono essere considerati dei vincoli, le resistenze delle molte corporazioni che sono vive e vegete in Italia, ma tali resistenze potevano e dovevano essere superate e non credo che gli effetti negativi sui consensi elettorali sarebbero stati particolarmente rilevanti, soprattutto se si fosse agito in maniera più incisiva per contrastare l'evasione fiscale e la corruzione e il tutto fosse stato accompagnato da una riduzione delle imposte sia sul lavoro dipendente che sulle imprese. Fabio Colasanti ha detto: Paolo, non sono d'accordo. Sull'austerità, vera o presunta, si è creato un dibattito in Italia che è diventato il grande punto di divisione tra noi e la maggioranza degli altri pesi europei.

- 6 -

La politica di sostegno della domanda attraverso una spesa in disavanzo, una polituca keynesiana, non è un qualcosa che si possa fare indipendentemente dai vincoli esterni. Da questo punto di vista, il mndo è ingiusto, alcuni hanno dei vantaggi oggettivi che altri non hanno. Alcuni paesi possono permettersi cose che sono impossibili ad altri e, se si è nella situazione della Grecia (dove i disavanzi dipendono dalla disponibilità dei paesi europei a prestare soldi che rivedranno solo in parte), parlare dipolitiche keynesiane è un nonsenso. Gli Stati Uniti hanno una possibilità di finanziamento dei loro disavanzi che noi non abbiamo. Noi non siamo visti come un paese rifugio, noi non abbiamo la Cina che ci compra gran parte del nostro debito pubblico. Ma soprattutto noi non siamo visti come un paese che, se necessario potrebbe correggere la situazione rapidamente. Durante la presidenza di Bill Clinton gli Stati Uniti hanno cominciato a rimborsare il loro debito pubblico. All fine degli anni novanta si erano fatte delle estrapolazioni che mostravano come al ritmo di quegli anni il debito pubblico americano sarebbe stato completamente rimborsato entro il 2011 ! Tra gli economisti si era cominciato a discutere di come la Fed avrebbe potuto fare le sue operazioni di politica monetaria quando non ci fossero più stati sul mercato titoli di stato americani. Poi è venuta la crisi del 2001 e sono arrivati i regali fiscali di Bush. Ma nel 2007/2008 gli Stati Uniti stavano dal punto di vista del loro bilncio pubblico molto meglio degli stati europei. Avevano dei margini che questi non avevano. Non si possono fare paragoni con la politica di bilancio americana ignorando queste differenze fondamentali. Si parla spesso del debito altissimo del Giappone, ma si dimentica che la banca centrale ha riserve pari a circa il 100 per cento del PIL. E di nuovo, il Giappone è visto come un paese che, se necessaario saprà prendere le misure di bilancio necessarie. Noi siamo in una situazione molto diversa. Dopo il caso particolare della Grecia siamo il paese con il più alto rapporto debito pubblico/PIL. Alcuni giorni di turbulenza sulle borse hanno fatto aumentare del 50 percento il nostro "spread" rispetto alla Germania. Come possiamo dimenticare il fatto che siamo in una situazione diversa da quella di altri paesi? Qualche mesefa ho postato un estratto dal blog di Paul Krugman dove questi riconosceva che l'Europa avrebbe potuto far di più dal punto di vista dei bilanci pubblici, ma non l'Italia. Austerità è una politica di bilancio ingiustamente restrittiva. Dove la si vede oggi in Europa? Forse solo in Germania dove una politica più espansiva servirebbe a ridurre l'avanzo di bilancia dei pagamenti. Il Fiscal Compact è una cosa che va venire i brividi a molti economisti. Non è possibile ridurre la valutazione della politica di bilancio a qualche parametro. E' una cosa molto più complessa. Ma il Fiscal Compact è un'invenione politica, è una maniera che gli stati dell'eurozona hanno inventato per rassicurarsi l'un l'altro che non ci sarebbero state follie. Il Fiscal Compact è un antidoto contro gli incentivi asimmettrci sui politici (le conseguenze negative di un disavanzo troppo alto si vedranno tra vari anni quando al governo ci sarà qualcun altro). Il Fiscal Compat è un qualcosa che viene visto come necessario proprio per paesi come l'Italia dove non c'è una grande percezione dei rischi di bilancio. Le dichiarazioni attuali di Matteo Renzi confermano sempre di più questa covinzione della maggioranza degli altri paesi. Il fatto che il governatore della Banca di Francia abbia firmato un documento comune con quello della Bundesbank per chiedere un inasprimento delle regole fiscali ci dovrebbefar riflettere su come gli altri europei vedono queste cose.

Risposto da Paolo Borrello su 11 Febbraio 2016 a 16:07 Sono sostanzialemente d'accordo con quanto hai scritto, Giorgio. Mi limito a sottolineare, come del resto hai rilevato anche tu, che poteva essere fatto di più. Se ci fosse stato più coraggio, maggiore attenzione ai problemi strutturali, alle questioni di medio-lungo periodo e non solo o prevalentemente, a quelle di breve periodo. giorgio varaldo ha detto: Perche' chi non ha mai votato sinistra alle politiche - eccetto prodi 1996 e veltroni 2008 - e' approdato al PD ed e' razionalmente un convinto sostenitore del governo renzi.

- 7 -

Provenendo dalla visione sociale ACLI ante labor ed avendo trascorso la vita lavorativa in azienda sia in italia ma anche all'estero mentre nella mittel e nord europa la sinistra si muoveva a passo con i tempi ho quasi sempre trovato nella sinistra italiana una visione demagogica incapace di comprendere e gestire la realta' creatasi da una societa' che con l'apertura dei mercati e la globalizzazione cambiava completamente i parametri politico economici rispetto al passato Dopo l'esperienza prodi 1996 - interrotta da quella sinistra incapace di comprendere le evoluzioni della societa' - c'e' stata la parentesi primarie 2005 breve stagione esaltante presto terminata in un fumoso e farraginoso programma politico elettorale scritto dalla peggior sinistra by bertinotti & pecoraro scanio e sommerso dalla vergogna della munnezza bassoliniana. Poi qualcosa si muove e si sente parlare del presidente della regione toscana che affronta razionslmente il problema munnezza e che dopo aver visitato il termovalorizzatore sito in centro a vienna decide di sostituire la futura discarica provinciale con un termovalorizzatore. Una sinistra che affronta un problema razionalmente e non ideologicamente. Novita' assoluta. Non c'e' mai riuscita neanche quella che in italia impropriamente definiamo destra. Il resto lo conosciamo. Cosa differisce il governo renzi rispetto al passato? Il fare. Finalmente si mette mano al tabu' costituito dall'art 18 . Inconcepibile solo qualche anno prima. Riforma della legge elettorale . Riforma PA. Avviata riforma titolo V. Altre come quella della giustizia in programma. Non sto ad elencare le altre che tutti conosciamo. E sopratutto il paese ha ricominciato a crescere. Poco anche perche' mancano all'appello ancora altre importanti riforme ma almeno il trend e' tornato positivo Poteva esser fatto meglio ? Certo. Ma almeno si e' fatto. E per un paese profondamente conservatore come il nostro e' una rivoluzione copernicana. Ed in ogni caso il paese non e' piu' quello di prima. E questo non e' un risultato da poco.

Risposto da Paolo Borrello su 11 Febbraio 2016 a 16:14 Sul fatto che sul tema della revisione della spesa e su quello della corruzione è stato fatto poco o niente concordo in pieno. Sulle questioni economiche mi sono soffermato nelle risposte che ho fornito a Fabio. Sulla difesa del territorio si sta iniziando a fare qualcosa, anche se dovrebbe essere fatto molto di più. Sulla questione delle energie rinnovabili, confesso che conosco poco o niente la situazione. Ti pongo a questo proposito una domanda però: quanto nello sviluppo delle energie rinnovabili hanno inciso negativamente le posizioni di pseudoambientalisti che, qua e là per l'Italia, hanno contrastato interventi relativi alla geotermia e fonti energetiche derivanti dallo sfruttamento del vento? Alessandro Bellotti ha detto: Concordo con la valutazione di Fabio. Si alle riforme istituzionali quindi voto 6 su questo fronte anche se non sono d'accordo sulle soluzioni ma sarà il futuro a dirci se sono buone o cattive riforme. Sul versante economico voto 4. Renzi ha vistosamente peggiorato la situazione economica italiana come vedremo anche quest'anno non sapendo cogliere le occasioni che abbiamo avuto. Renzi non ha fatto nulla sul fronte revisione di spesa e corruzione. Queste sono le mancanze più gravi che porteranno il paese ancora di più in depressione. Non si è agito per recuperare risorse con provvedimenti incisivi sul fronte sprechi. Quindi il paese sta ancora perdendo 'punti' rispetto a tutti i nostri partner europei. Alcuni provvedimenti in tema di energia sono davvero assurdi. Più gas e meno rinnovabili. Davvero su questo fronte voto 3. Ci mancherà la spinta propulsiva dovuta al mercato delle rinnovabili. Non si faranno più in Italia fotovoltaico ed eolico con le conseguenze anche occupazionali delle incredibili scelte del governo. Abbiamo perso decine di migliaia di posti di lavoro in questi settori in meno di 3 anni ed inoltre abbiamo sopratutto perso le conoscenze e le tecnologie impiantistiche. Altro fronte da insufficienza pesante sono gli annunci di altri evidenti sperperi come le Olimpiadi (già fatta la commissione di valutazione con a capo l'immancabile Montezemolo) e il ponte sullo stretto. Nulla si sta facendo per quanto riguarda la difesa del territorio.

- 8 -

Queste le mancanze più vistose del governo. Mancanze che odorano di clientelismo e difesa degli interessi dei soliti noti. Quest'anno davvero deve essere finita la politica degli annunci. L'ultimo a inizio anno quello relativo alle società partecipate. Renzi ti tengo d'occhio....

Risposto da Paolo Borrello su 11 Febbraio 2016 a 16:18 Cristina, anche da parte mia per ora una risposta molto breve. Io credo che fin dal 2016 e dal 2017 ci dovremmo aspettare di più dal governo. Infatti ciò che avverrà in questi due anni, soprattutto relativamente a un eventuale deciso miglioramento della situazione economica, sarà molto importante perchè influenzerà considerevolmente il risultato delle elezioni politiche previste nel 2018. Peraltro non è da escludere che le elezioni politiche si possano tenere, anticipandole, nel 2017. Cristina Favati ha detto: Molto semplicemente dico che questo governo sta facendo riforme che il paese attendeva da anni. Non sono forse ottimali perché la maggioranza che sostiene questo governo non è adeguata alle sfide che ci attendono. Dunque mi aspetto molto di più dopo il 2018, con un governo coeso che lavori alla semplificazione dell'Italia, quella che Renzi aveva promesso alla prima Leopolda. Per ora merita un buon voto per l'impegno, la forza, la volontà e il coraggio dimostrati in questi mesi.

Risposto da mariella alois su 11 Febbraio 2016 a 18:40 Condivido con molti di voi l'impazienza di vedere progressi tangibili e concreti su tre obiettivi fondamentali che erano stati posti a inizio legislatura e cioè: lotta alla corruzione, all'evasione fiscale, spending review, riduzione disuguaglianze. Ebbene è stato proprio ascoltando,l'intervento del Ministro Padoan alla Scuola politica dem., video postato da Cristina in questo blog, che mi sono innanzitutto rassicurata sulla politica economica che il governo continua a perseguire con estrema chiarezza e linearità. Mi sono anche resa conto delle difficoltà che alcune scelte, in particolare in materia di investimenti, pongono ma che il governo sta valutando e programma con competenza e professionalità. Dobbiamo veramente attendere la fine legislatura per giudicare l'operato del governo. D'altra parte come potrebbe andare più in fretta un governo quando su altri temi quale quello delle unioni civili, già da tempo realtà in altri Paesi, assistiamo a lungaggini, dispute, ritardi inauditi e inammissibili. (A proposito ,ho apprezzato molto l'intervento di Napolitano che ha invitato i nostri parlamentari a lavorare di più...E una piaga anche questa da non sottovalutare). Piccolo inciampo considero i "conflitti di interesse" sorti per alcune persone vicine al premier, nomine di amici in posti chiave sensibili, o altre dicerie di,stampa, e mi auguro che Renzi riprenda su ciò la dritta via. Risposte a questa discussione

Risposto da Alessandro Bellotti su 11 Febbraio 2016 a 18:42

- 9 -

Renzi ha sostanzialmente stoppato le rinnovabili perpetuando provvedimenti assurdi presi da Monti come l'IMU sugli impianti fotovoltaici a terra e su tettoia. Un impianto fotovoltaico superiore ai 3 KWp su tetto fa variare la rendita catastale dell'immobile... Gli investimenti sulle rinnovabili in Italia si sono fermati a fine 2013. Renzi con lo sblocca Italia (lo sblocca buchi...) ha intrapreso con investimenti molto costosi la via del gas. Fabio ci dice che gli investimenti per le trivellazioni in Adriatico sono a carico delle aziende che hanno le concessioni. Qualcuna se ne è già andata.. Mentre il resto del mondo sfrutta le rinnovabili investendo pesantemente, l'Italia massacra l'energia del futuro in favore delle fossili. Questo è purtroppo la verità. Abbiamo perso competenze, occupazione e sviluppo. La mia teoria è che Renzi abbia qualche amico da soddisfare. E' un'accusa della quale non vado certo fiero ma non trovo altra spiegazione. Ci sono multiutilities e società partecipate che sono bi-partisan riempite di ex trombati della politica che evidentemente contano ancora qualcosa... In Italia, come ho già scritto, si potrebbe arrivare in 5 o 6 anni a coprire il 50/60% del fabbisogno di energia eletttrica con investimenti sulle rinnovabili. Oggi il fotovoltaico, per impianti medi da 5 a 10 Mwp costa 0,8 Euro a Wattp....E' oggi il modo più economico che c'è per produrre energia elettrica. Si dovevano fare in Italia investimenti sulle smart grid ma, ovviamente, si continua a consumare gas.. L'anno scorso, complice l'idroelettrico in calo, abbiamo ridotto la quota rinnovabile rispetto al 2014 aumentando la quantità di gas consumata. Occorrerebbe affiancare un programma di investimenti per ridurre il consumo di gas per energia primaria. Oggi le nostre scuole, gli uffici pubblici, le caserme etc.. sono veri colabrodi da un punto di vista energetico. Perchè diminuire il consumo di gas quando lo stato (e gli amici) incassano tasse su tasse ? Non perdono nulla dell'operato di Renzi sul fronte energetico. Troppo lampanti sono gli 'obiettivi' dell'ex sindaco... Paolo Borrello ha detto: Sul fatto che sul tema della revisione della spesa e su quello della corruzione è stato fatto poco o niente concordo in pieno. Sulle questioni economiche mi sono soffermato nelle risposte che ho fornito a Fabio. Sulla difesa del territorio si sta iniziando a fare qualcosa, anche se dovrebbe essere fatto molto di più. Sulla questione delle energie rinnovabili, confesso che conosco poco o niente la situazione. Ti pongo a questo proposito una domanda però: quanto nello sviluppo delle energie rinnovabili hanno inciso negativamente le posizioni di pseudoambientalisti che, qua e là per l'Italia, hanno contrastato interventi relativi alla geotermia e fonti energetiche derivanti dallo sfruttamento del vento? Alessandro Bellotti ha detto: Concordo con la valutazione di Fabio. Si alle riforme istituzionali quindi voto 6 su questo fronte anche se non sono d'accordo sulle soluzioni ma sarà il futuro a dirci se sono buone o cattive riforme. Sul versante economico voto 4. Renzi ha vistosamente peggiorato la situazione economica italiana come vedremo anche quest'anno non sapendo cogliere le occasioni che abbiamo avuto. Renzi non ha fatto nulla sul fronte revisione di spesa e corruzione. Queste sono le mancanze più gravi che porteranno il paese ancora di più in depressione. Non si è agito per recuperare risorse con provvedimenti incisivi sul fronte sprechi. Quindi il paese sta ancora perdendo 'punti' rispetto a tutti i nostri partner europei. Alcuni provvedimenti in tema di energia sono davvero assurdi. Più gas e meno rinnovabili. Davvero su questo fronte voto 3. Ci mancherà la spinta propulsiva dovuta al mercato delle rinnovabili. Non si faranno più in Italia fotovoltaico ed eolico con le conseguenze anche occupazionali delle incredibili scelte del governo. Abbiamo perso decine di migliaia di posti di lavoro in questi settori in meno di 3 anni ed inoltre abbiamo sopratutto perso le conoscenze e le tecnologie impiantistiche. Altro fronte da insufficienza pesante sono gli annunci di altri evidenti sperperi come le Olimpiadi (già fatta la commissione di valutazione con a capo l'immancabile Montezemolo) e il ponte sullo stretto. Nulla si sta facendo per quanto riguarda la difesa del territorio. Queste le mancanze più vistose del governo. Mancanze che odorano di clientelismo e difesa degli interessi dei soliti noti. Quest'anno davvero deve essere finita la politica degli annunci. L'ultimo a inizio anno quello relativo alle società partecipate. Renzi ti tengo d'occhio....

- 10 -

Risposto da Paolo Borrello su 11 Febbraio 2016 a 19:01 Cosa ne pensi relativamente alla geotermia, all'utilizzo del vento e anche delle biomasse? Alessandro Bellotti ha detto: Renzi ha sostanzialmente stoppato le rinnovabili perpetuando provvedimenti assurdi presi da Monti come l'IMU sugli impianti fotovoltaici a terra e su tettoia. Un impianto fotovoltaico superiore ai 3 KWp su tetto fa variare la rendita catastale dell'immobile... Gli investimenti sulle rinnovabili in Italia si sono fermati a fine 2013. Renzi con lo sblocca Italia (lo sblocca buchi...) ha intrapreso con investimenti molto costosi la via del gas. Fabio ci dice che gli investimenti per le trivellazioni in Adriatico sono a carico delle aziende che hanno le concessioni. Qualcuna se ne è già andata.. Mentre il resto del mondo sfrutta le rinnovabili investendo pesantemente, l'Italia massacra l'energia del futuro in favore delle fossili. Questo è purtroppo la verità. Abbiamo perso competenze, occupazione e sviluppo. La mia teoria è che Renzi abbia qualche amico da soddisfare. E' un'accusa della quale non vado certo fiero ma non trovo altra spiegazione. Ci sono multiutilities e società partecipate che sono bi-partisan riempite di ex trombati della politica che evidentemente contano ancora qualcosa... In Italia, come ho già scritto, si potrebbe arrivare in 5 o 6 anni a coprire il 50/60% del fabbisogno di energia eletttrica con investimenti sulle rinnovabili. Oggi il fotovoltaico, per impianti medi da 5 a 10 Mwp costa 0,8 Euro a Wattp....E' oggi il modo più economico che c'è per produrre energia elettrica. Si dovevano fare in Italia investimenti sulle smart grid ma, ovviamente, si continua a consumare gas.. L'anno scorso, complice l'idroelettrico in calo, abbiamo ridotto la quota rinnovabile rispetto al 2014 aumentando la quantità di gas consumata. Occorrerebbe affiancare un programma di investimenti per ridurre il consumo di gas per energia primaria. Oggi le nostre scuole, gli uffici pubblici, le caserme etc.. sono veri colabrodi da un punto di vista energetico. Perchè diminuire il consumo di gas quando lo stato (e gli amici) incassano tasse su tasse ? Non perdono nulla dell'operato di Renzi sul fronte energetico. Troppo lampanti sono gli 'obiettivi' dell'ex sindaco... Paolo Borrello ha detto: Sul fatto che sul tema della revisione della spesa e su quello della corruzione è stato fatto poco o niente concordo in pieno. Sulle questioni economiche mi sono soffermato nelle risposte che ho fornito a Fabio. Sulla difesa del territorio si sta iniziando a fare qualcosa, anche se dovrebbe essere fatto molto di più. Sulla questione delle energie rinnovabili, confesso che conosco poco o niente la situazione. Ti pongo a questo proposito una domanda però: quanto nello sviluppo delle energie rinnovabili hanno inciso negativamente le posizioni di pseudoambientalisti che, qua e là per l'Italia, hanno contrastato interventi relativi alla geotermia e fonti energetiche derivanti dallo sfruttamento del vento? Alessandro Bellotti ha detto: Concordo con la valutazione di Fabio. Si alle riforme istituzionali quindi voto 6 su questo fronte anche se non sono d'accordo sulle soluzioni ma sarà il futuro a dirci se sono buone o cattive riforme. Sul versante economico voto 4. Renzi ha vistosamente peggiorato la situazione economica italiana come vedremo anche quest'anno non sapendo cogliere le occasioni che abbiamo avuto. Renzi non ha fatto nulla sul fronte revisione di spesa e corruzione. Queste sono le mancanze più gravi che porteranno il paese ancora di più in depressione. Non si è agito per recuperare risorse con provvedimenti incisivi sul fronte sprechi. Quindi il paese sta ancora perdendo 'punti' rispetto a tutti i nostri partner europei. Alcuni provvedimenti in tema di energia sono davvero assurdi. Più gas e meno rinnovabili. Davvero su questo fronte voto 3. Ci mancherà la spinta propulsiva dovuta al mercato delle rinnovabili. Non si faranno più in Italia fotovoltaico ed eolico con le conseguenze anche occupazionali delle incredibili scelte del governo. Abbiamo perso decine di migliaia di posti di lavoro in questi settori in meno di 3 anni ed inoltre abbiamo sopratutto perso le conoscenze e le tecnologie impiantistiche.

- 11 -

Altro fronte da insufficienza pesante sono gli annunci di altri evidenti sperperi come le Olimpiadi (già fatta la commissione di valutazione con a capo l'immancabile Montezemolo) e il ponte sullo stretto. Nulla si sta facendo per quanto riguarda la difesa del territorio. Queste le mancanze più vistose del governo. Mancanze che odorano di clientelismo e difesa degli interessi dei soliti noti. Quest'anno davvero deve essere finita la politica degli annunci. L'ultimo a inizio anno quello relativo alle società partecipate. Renzi ti tengo d'occhio....

Risposto da giorgio varaldo su 11 Febbraio 2016 a 19:44 Tutte queste voci sono legate alle riforme senza quelle anche il più bel programma rimane lettera morta. Mi riferisco in particolare alle riforme del titolo V della giustizia e della PA. Prendiamo in esame come esempio la difesa del territorio sono stati fatti gli stanziamenti ma la maggior parte dei lavori è ancora in attesa di tutte le autorizzazioni Questo è il cinquantesimo anno del terremoto che nel maggio 76 ha distrutto gran parte del friuli . La ricostruzione è stata rapida ed è tuttoggi portata ad esempio L'altro giorno parlavo con un conoscente operante nel settore edile industriale e che è impegnato nella ricostruzione delle zone terremotate dell'emilia e che da giovane aveva operato per la ricostruzione del friuli. Era rassegnato. Il suo commento era : se nel friuli avessimo dovuto compilare tutte le scartoffie che dobbiamo compilare oggi in emilia ed attendere le relative autorizzazioni tu al paese saresti ancora nei prefabbricati, E zamberletti sommerso da avvisi di garanzia. Pertanto dare un giudizio negativo all'attuale governo per lo meno mi sembra pretestuoso se poi lo inquadriamo nelle riforme che sta facendo è del tutto immotivato. Aspettiamo che porti a compimento le riforme poi se le cose non funzioneranno allora si che si potrà criticare con cognizione di causa Paolo Borrello ha detto: Sul fatto che sul tema della revisione della spesa e su quello della corruzione è stato fatto poco o niente concordo in pieno. Sulle questioni economiche mi sono soffermato nelle risposte che ho fornito a Fabio. Sulla difesa del territorio si sta iniziando a fare qualcosa, anche se dovrebbe essere fatto molto di più. Sulla questione delle energie rinnovabili, confesso che conosco poco o niente la situazione. Ti pongo a questo proposito una domanda però: quanto nello sviluppo delle energie rinnovabili hanno inciso negativamente le posizioni di pseudoambientalisti che, qua e là per l'Italia, hanno contrastato interventi relativi alla geotermia e fonti energetiche derivanti dallo sfruttamento del vento?

Risposto da Alessandro Toccafondi su 11 Febbraio 2016 a 20:29 1° Le rinnovabili sono un misero 24%, il 12 arriva dall'estero e il 63 % è fatto con il gas. Quindi di cosa parliamo ? In questo paese le aspettative l'hanno fatta da padrone sulla REALTA' dal 1960 ad oggi. Esattamente come applicare la spending, che in fondo si tratta di licenziare almeno 1,5 / 2 milioni di persone e razionalizzare lo stato con le resistenze che ogni giorno vediamo SU TUTTO !!!!!! Immaginate di dover fare i conti con una parte consistente del tuo partito che è in mano a dei sognatori che vorrebbe applicare i loro sogni (diritti tasse e voli pindarici a gogo). Bhè per chiunque continui a sognare OGGI ci è stata data la sveglia con il tonfo, o dovrei dire tuffo, delle borse. C'è qualcuno che se la sente di andare ad urlare ai risparmiatori che bisogna fidarsi e continuare ad investire ? Probabilmente guadagnerebbe un TSO. Poi noi possiamo dire tutto, ma è per questo che loro sono al governo, ma noi NO!!!!! Da

- 12 -

quì c'è un bel panorama ma non vorrei essere al posto "LORO" per tutto l'oro del mondo (questo non riguarda i 5s, perche loro hanno le ricette per tutto).

Risposto da Alberto Rotondi su 11 Febbraio 2016 a 21:10 Renzi ha fatto molte cose buone che avete già ricordato. Teniamo anche presente che non ha una maggioranza stabile. Allora io richiamo alcune delle cose importanti che non ha ancora fatto e che spero che il PD farà 1) una revisione seria della spesa che permetta di alleggerire il carico fiscale alle imprese. Ci sono alcune leggi ferme da anni a costo zero, come la zione dei comuni sotto i 5 mila abitanti, 1 miliardo l'anno almeno risparmiato. Cosa aspettiamo? 2) la semplificazione burocratica va avanti, ma a rilento. Ci vuole sempre il notaio per tutto, i rimborsi IVA sono eterni e via dicendo 3) non c'è traccia, nemmeno all'orizzonte, di un piano energetico nazionale, punto più volte dibattuto anche tra noi 4) la politica della ricerca e dell'università è totalmente assente, e quel poco che si fa lo si fa nei tempi e nei modi sbagliati. Non che la "concorrenza" saprebbe fare di meglio, ma dal PD di Renzi mi sarei aspettato molto di più 5) sulla politica europea ha già detto Fabio

Risposto da Cristina Favati su 11 Febbraio 2016 a 21:19 Alla nostra casella di posta è arrivata questa lettera di Matteo Renzi. Forse sarebbe il caso di rispondere. Che dite? Tra qualche giorno il Governo compie due anni. Ventiquattro mesi come le ventiquattro slide che raccontano i primi risultati del governo: le trovate qui e vi sarei davvero grato di un commento. L'email per dirmi le vostre impressioni è sempre la solita: [email protected] Ventiquattro mesi racchiusi in questo video, che restituisce il sapore del viaggio.https://youtu.be/nSFkA_bVA-Q C'è ancora molto da fare e lo faremo. Intanto grazie per la vostra fiducia, per il vostro affetto, per le vostre critiche. E se vi va fate girare queste slide su Facebook, su Twitter, via email agli amici.http://www.slideshare.net/Palazzo_Chigi/2-anni-di-governo-renzi-in-numeri Perché la quantità di riforme realizzate è impressionante, ma diventa condivisa solo se arriva agli occhi e al cuore delle persone. E questo possiamo farlo solo insieme. Condividi i link con tutti i tuoi amici #ventiquattro Matteo Renzi

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Febbraio 2016 a 21:23

- 13 -

Paolo, l'azione dei governi italiani a partire da quello di Mario Monti ha sicuramente aiutato a ridurre le paure sulle finanze pubbliche italiane e a ridurre lo spread tra il tasso di interesse sui titoli di stato tedeschi e quelli italiani a 10 anni. Ma la riduzione dello "spread" è dovuta soprattutto all'azione della banca centrale europea (soprattutto attraverso la famosa dichiarazione di Mario Draghi ("The BCE will do whatever it yakes to save the euro. And, believe me, it will be enough"). Questa dichiarazione è del luglio 2012. A sua volta la dichiarazione di Mario Draghi è stata resa possibile dagli accordi politici sul Fiscal Compact e sul futuro dell'Unione europea (vedi le conclusioni del Consiglio europeo del giugno del 2012). Quello che ha fatto scendere lo spread è stata la convinzione che l'unione monetaria non sarebbe finita. Pensare che la discesa dello spread sia dovuta soprattutto all'azione di questo o quel governo italiano è prendersi per delle mosche cocchiere. In ogni caso, le fluttuazioni di questi giorni hanno ricordato una cosa ovvia: quando la situazione diventa dubbia gli investitori si affrettano a vendere titoli e obbligazioni di imprese, banche e stati che pensano siano giudicati a rischio dalla maggioranza degli altri operatori (il fenomeno che Keynes ha paragonato ad un concorso di bellezza dove ognuno cerca di stabilire non quale sia la ragazza più bella, ma quella che la maggioranza dei giurati indicheranno come la più bella). Queste fluttuazioni hanno indicato chiaramente che gli investitori ci considerano (insieme alla Spagna e dietro a Grecia e Portogallo) un paese più a rischio di altri.

- 15 -

all'inizio febbraio erano stati "attivati" oltre 60 dei 315 miliardi di investimenti promessi con il piano Junker. Ma l'applicazione del piano Junker ha mostrato che il problema per gli investimenti oggi non è il loro finanziamento (di soldi ce ne sono e a tassi di interesse bassissimi). Il problema è trovare progetti che valga la pena di realizzare o che non sia troppo difficile realizzare. Il capitale della Banca Europea per gli Investimenti è stato aumentato varie volte. La BEI puo raccogliere e prestare tutti i soldi che vuole, ma non trova abbastanza progetti da finanziare. Già oggi la BEI lavora con le banche locali (è la sua maniera normale di lavorare), ma questo non risolve tutti i problemi. Aspetto sempre che tu indichi quali sono i vincoli dell'unione europea che avrebbero condizionato l'operato del governo Renzi. Inoltre non so se si possano considerare dei "vincoli" cose che gli stati membri - Italia compresa - hanno chiesto alla Commissione di fare (come, per esempio, il controllo degli aiuti di stato). Paolo Borrello ha detto: ( ... ) Inoltre è inconcepibile come un piano di investimenti pubblici, sostenuto dall'Unione europea non sia stato ancora avviato (ripeto che il piano Juncker docet a questo proposito). Quindi rimango convinto dell'idea che alcuni vincoli imposti dall'Unione europea abbiano condizionato l'operato del governo Renzi. ( ... )

Risposto da Fabio Colasanti su 12 Febbraio 2016 a 16:42 Il giudizio sui due anni di governo Renzi di Francesco Daveri su La Voce. http://www.lavoce.info/archives/39645/quello-che-e-mancato-nei-prim...

Risposto da Alessandro Bellotti su 12 Febbraio 2016 a 17:20 Daveri ha la mia stessa visione. Omette però i raffronti con un paese manifatturiero come la Germania. Daveri non ci dice perchè, visto che la Serbia esiste anche per la Germania, l'industria manifatturiera tedesca ha avuto boom incredibili proprio negli anni in cui, da Monti in poi, abbiamo conosciuto in Italia la più grande recessione degli ultimi 20 o 30 anni. Cosa c'è di diverso fra il sistema Italia e il sistema Germania ? Da noi sprechiamo 10 punti di PIL ogni anno. 1/6 delle entrate dello stato viene speso senza che queste spese incidano sullo sviluppo del paese. 1/6 delle entrate dello stato viene sperperato per far contenti amici e amici degli amici. Questa è la macro differenza fra lo stato italiano che oggi è governato da Renzi e lo stato tedesco. Quindi, rispetto alla Germania, abbiamo un ENORME vantaggio: sappiamo perfettamente dove prendere i soldi che serviranno per avvicinare il paese a standard europei. Basta smetterla di fare cose inutili che ingrassano i soliti noti: Expo (ma ormai è andata...), Olimpiadi, F35, buco in Valsusa, ponte sullo stretto etc.. etc.., gasdotti quando il consumo di gas è in calo, trivellazioni, referendum vari in date diverse da elezioni...(300 milioni buttati per la paura che vi siano troppi partecipanti...) Poi occorre lavorare sulle inefficienze e altri sperperi: società partecipate, accorpamento comuni, vera abolizione delle provincie, costi della politica (almeno un miliardo in più che in Germania ogni anno, tutti gli anni solo per il parlamento...). Poi occorre intervenire sulla corruzione che vale 5 punti di PIL dei 10 di cui sopra. Ogni appalto pubblico, in Italia, costa il 40% di sola corruzione, rispetto alla Germania. Poi occorre lavorare sulla semplicità di fare impresa ridando alle imprese italiane, soprattutto alle PMI le stesse condizioni al contorno che hanno le imprese tedesche. Renzi ha PEGGIORATO queste condizioni al contorno... Con un quadro del genere, evidentemente, il paese non può essere competitivo. Renzi sta mantenendo le rendite di posizione che stanno affossando sempre di più il paese. A quando la fine di tutto ciò ?

- 16 -

Chi può scriva a Renzi le cose che ho postato e vediamo cosa risponde. Il premier DEVE rispondere con una semplice tabella di marcia, con un piano preciso. A gennaio ci ha detto che lavorerà sulle partecipate. Renzi ti tengo d'occhio....

Risposto da Alessandro Bellotti su 12 Febbraio 2016 a 17:23 Alessandro, le rinnovabili in Italia hanno contribuito nel 2015 con il 30% e nel 2014 con il 33%... Si potrebbe arrivare al 50/60% in 5 anni. Risparmiando grandi quantitativi di gas con grossi benefici in bolletta per gli Italiani... Renzi però è 'amico' dei gasisti, visto l'affossamento delle rinnovabili... Alessandro Toccafondi ha detto: 1° Le rinnovabili sono un misero 24%, il 12 arriva dall'estero e il 63 % è fatto con il gas. Quindi di cosa parliamo ? In questo paese le aspettative l'hanno fatta da padrone sulla REALTA' dal 1960 ad oggi. Esattamente come applicare la spending, che in fondo si tratta di licenziare almeno 1,5 / 2 milioni di persone e razionalizzare lo stato con le resistenze che ogni giorno vediamo SU TUTTO !!!!!! Immaginate di dover fare i conti con una parte consistente del tuo partito che è in mano a dei sognatori che vorrebbe applicare i loro sogni (diritti tasse e voli pindarici a gogo). Bhè per chiunque continui a sognare OGGI ci è stata data la sveglia con il tonfo, o dovrei dire tuffo, delle borse. C'è qualcuno che se la sente di andare ad urlare ai risparmiatori che bisogna fidarsi e continuare ad investire ? Probabilmente guadagnerebbe un TSO. Poi noi possiamo dire tutto, ma è per questo che loro sono al governo, ma noi NO!!!!! Da quì c'è un bel panorama ma non vorrei essere al posto "LORO" per tutto l'oro del mondo (questo non riguarda i 5s, perche loro hanno le ricette per tutto).

Risposto da Paolo Borrello su 12 Febbraio 2016 a 20:15 Mariella, quei comportamenti che tu definisci "piccolo inciampo", io li considero importanti. E comunque riconosco che c'è stato un comportamento diversificato: in alcune nomine il criterio utilizzato è stato quello della competenza e basta (ultimo esempio la nomina del vicepresidente di Amazon a coordinare gli interventi per la digitalizzazione), in altre no. Rimane il fatto che alcuni ministri non sono adeguati allo svolgimento del loro incarico. mariella alois ha detto: Condivido con molti di voi l'impazienza di vedere progressi tangibili e concreti su tre obiettivi fondamentali che erano stati posti a inizio legislatura e cioè: lotta alla corruzione, all'evasione fiscale, spending review, riduzione disuguaglianze. Ebbene è stato proprio ascoltando,l'intervento del Ministro Padoan alla Scuola politica dem., video postato da Cristina in questo blog, che mi sono innanzitutto rassicurata sulla politica economica che il governo continua a perseguire con estrema chiarezza e linearità. Mi sono anche resa conto delle difficoltà che alcune scelte, in particolare in materia di investimenti, pongono ma che il governo sta valutando e programma con competenza e professionalità. Dobbiamo veramente attendere la fine legislatura per giudicare l'operato del governo. D'altra parte come potrebbe andare più in fretta un governo quando su altri temi quale quello delle unioni civili, già da tempo realtà in altri Paesi, assistiamo a lungaggini, dispute, ritardi inauditi e inammissibili. (A proposito ,ho apprezzato molto l'intervento di Napolitano che ha invitato i nostri parlamentari a lavorare di più...E una piaga anche questa da non sottovalutare).

- 17 -

Piccolo inciampo considero i "conflitti di interesse" sorti per alcune persone vicine al premier, nomine di amici in posti chiave sensibili, o altre dicerie di,stampa, e mi auguro che Renzi riprenda su ciò la dritta via. Risposte a questa discussione

Risposto da Paolo Borrello su 12 Febbraio 2016 a 20:18 In non formulo un giudizio negativo. Ho sostenuti semplicemente che poteva fare di più e che ha commesso degli errori. Tutto qua, in estrema sintesi. giorgio varaldo ha detto: Tutte queste voci sono legate alle riforme senza quelle anche il più bel programma rimane lettera morta. Mi riferisco in particolare alle riforme del titolo V della giustizia e della PA. Prendiamo in esame come esempio la difesa del territorio sono stati fatti gli stanziamenti ma la maggior parte dei lavori è ancora in attesa di tutte le autorizzazioni Questo è il cinquantesimo anno del terremoto che nel maggio 76 ha distrutto gran parte del friuli . La ricostruzione è stata rapida ed è tuttoggi portata ad esempio L'altro giorno parlavo con un conoscente operante nel settore edile industriale e che è impegnato nella ricostruzione delle zone terremotate dell'emilia e che da giovane aveva operato per la ricostruzione del friuli. Era rassegnato. Il suo commento era : se nel friuli avessimo dovuto compilare tutte le scartoffie che dobbiamo compilare oggi in emilia ed attendere le relative autorizzazioni tu al paese saresti ancora nei prefabbricati, E zamberletti sommerso da avvisi di garanzia. Pertanto dare un giudizio negativo all'attuale governo per lo meno mi sembra pretestuoso se poi lo inquadriamo nelle riforme che sta facendo è del tutto immotivato. Aspettiamo che porti a compimento le riforme poi se le cose non funzioneranno allora si che si potrà criticare con cognizione di causa Paolo Borrello ha detto: Sul fatto che sul tema della revisione della spesa e su quello della corruzione è stato fatto poco o niente concordo in pieno. Sulle questioni economiche mi sono soffermato nelle risposte che ho fornito a Fabio. Sulla difesa del territorio si sta iniziando a fare qualcosa, anche se dovrebbe essere fatto molto di più. Sulla questione delle energie rinnovabili, confesso che conosco poco o niente la situazione. Ti pongo a questo proposito una domanda però: quanto nello sviluppo delle energie rinnovabili hanno inciso negativamente le posizioni di pseudoambientalisti che, qua e là per l'Italia, hanno contrastato interventi relativi alla geotermia e fonti energetiche derivanti dallo sfruttamento del vento?

Risposto da Paolo Borrello su 12 Febbraio 2016 a 20:20 Concordo pienamente sui quattro dei cinque punti che hai evidenziato. Sulla politica europea non la penso completamente come Fabio. Alberto Rotondi ha detto: Renzi ha fatto molte cose buone che avete già ricordato. Teniamo anche presente che non ha una maggioranza stabile. Allora io richiamo alcune delle cose importanti che non ha ancora fatto e che spero che il PD farà 1) una revisione seria della spesa che permetta di alleggerire il carico fiscale alle imprese. Ci sono alcune leggi ferme da anni a costo zero, come la zione dei comuni sotto i 5 mila abitanti, 1 miliardo l'anno almeno risparmiato. Cosa aspettiamo? 2) la semplificazione burocratica va avanti, ma a rilento. Ci vuole sempre il notaio per tutto, i rimborsi IVA sono eterni e via dicendo 3) non c'è traccia, nemmeno all'orizzonte, di un piano energetico nazionale, punto più volte dibattuto anche tra noi

- 18 -

4) la politica della ricerca e dell'università è totalmente assente, e quel poco che si fa lo si fa nei tempi e nei modi sbagliati. Non che la "concorrenza" saprebbe fare di meglio, ma dal PD di Renzi mi sarei aspettato molto di più 5) sulla politica europea ha già detto Fabio

Risposto da Paolo Borrello su 12 Febbraio 2016 a 20:28 I vincoli mi sembrano evidenti e riguardano il rapporto deficit/Pil e il rapporto debito/Pil. Per quanto riguarda il primo non si capiscono i motivi che hanno fatto scegliere come obiettivi delle percentuali e non altre un po' superiori. E poi ribadisco la mia opinione che soprattutto nei periodi in cui la crisi era pesante - ma in parte il discorso vale anche adesso periodo in cui la ripresa è molto debole - una politica fiscale espansiva era ed è indispensabile (i vantaggi superavano e superano gli svantaggi). Tutto questo ovviamente nel breve periodo. Per quanto concerne il debito, nel breve periodo doveva essere consentito anche un leggero aumento del rapporto con il Pil, considerando anche l'opinione di alcuni economisti secondo la quale nel valutare la pericolosità di un elevato debito pubblico si deve anche tenere conto del fatto se esso sia accompagnato oppure no da un indebitamento privato elevato oppure no, e nel caso dell'Italia l'indebitamento privato è decisamente minore rispetto a quanto sia in altri Paesi europei. In una parola, i vincoli possono essere così definiti: eccessiva austerità, mancata adozione di una politica fiscale espansiva, di chiaro orientamento keynesiano. Fabio Colasanti ha detto: Paolo, all'inizio febbraio erano stati "attivati" oltre 60 dei 315 miliardi di investimenti promessi con il piano Junker. Ma l'applicazione del piano Junker ha mostrato che il problema per gli investimenti oggi non è il loro finanziamento (di soldi ce ne sono e a tassi di interesse bassissimi). Il problema è trovare progetti che valga la pena di realizzare o che non sia troppo difficile realizzare. Il capitale della Banca Europea per gli Investimenti è stato aumentato varie volte. La BEI puo raccogliere e prestare tutti i soldi che vuole, ma non trova abbastanza progetti da finanziare. Già oggi la BEI lavora con le banche locali (è la sua maniera normale di lavorare), ma questo non risolve tutti i problemi. Aspetto sempre che tu indichi quali sono i vincoli dell'unione europea che avrebbero condizionato l'operato del governo Renzi. Inoltre non so se si possano considerare dei "vincoli" cose che gli stati membri - Italia compresa - hanno chiesto alla Commissione di fare (come, per esempio, il controllo degli aiuti di stato). Paolo Borrello ha detto: ( ... ) Inoltre è inconcepibile come un piano di investimenti pubblici, sostenuto dall'Unione europea non sia stato ancora avviato (ripeto che il piano Juncker docet a questo proposito). Quindi rimango convinto dell'idea che alcuni vincoli imposti dall'Unione europea abbiano condizionato l'operato del governo Renzi. ( ... )

Risposto da Paolo Borrello su 12 Febbraio 2016 a 20:36 Sono sostanzialmente d'accordo con quanto scritto da Daveri. Però non rileva che parte degli insuccessi di Renzi relativamente alla crescita dipendono dalla politica economica, o meglio dalla politica fiscale, imposta dall'Unione europea su impulso della Germania. Fabio Colasanti ha detto: Il giudizio sui due anni di governo Renzi di Francesco Daveri su La Voce.

- 19 -

http://www.lavoce.info/archives/39645/quello-che-e-mancato-nei-prim...

Risposto da Fabio Colasanti su 13 Febbraio 2016 a 1:18 Paolo, le scelte da fare per la politica di bilancio di ogni paese dipendono da mille elementi; dal livello del debito pubblico, dal livello del disavanzo, dalla credibilità dei governi del paese, dall'impatto di fattori demografici sull'andamento futuro delle spese, dalle prospettive di crescita del paese, dalla ripartizione del debito tra investitori stranieri o residenti, dalla liquidità dei mercati, dalle disponibilità finanziarie delle famiglie e da tanti elementi ancora. Per gli economisti ridurre la disciplina di bilancio a qualche parametro numerico è un'assurdità (Romano Prodi quando nel 2004 definì "stupido" il patto di stabilità si riferiva a questo aspetto). Del resto il Patto di Stabilità – il primo meccanismo degli anni novanta – ed il Fiscal Compact attuale sono solo delle regole politiche che i governi europei si sono dati per riassicurarsi gli uni gli altri che non avrebbero fatto fesserie e che non si sarebbero mai messi in condizioni di fare un botto che avrebbe si danneggiato loro stessi in prima linea, ma che avrebbe creato difficoltà anche agli altri. Le regole di bilancio europee sono un accordo politico tra i governi dell'eurozona; non vengono analizzate in termini economici; purtroppo, la maggioranza dei ministri delle finanze non sono nemmeno degli economisti (l'Italia ha fatto eccezione con gli ultimi quattro ministri dell'economia – Monti, Grilli, Saccomanni e Padoan - tutti e tre ottini economisti molto rispettati). Il Patto di Stabilità era partito da due cifre definite in termini assolutamente arbitrari (il tre per cento e il sessanta per cento) che nessuno ha mai cercato di giustificare se non che erano più o meno i valori medi che si vedevano in Europa in quel momento. Non esiste nessuna ricerca economica che stabilisca che al di sotto del 60 per cento per il rapporto debito pubblico/Pil si sia al riparo da ogni rischio e che al di sopra si vada al default. La Grecia è andata in crisi con un rapporto debito publico/PIL del 118 per cento, ma l'Argentina ha fatto default con un rapporto debito pubblico/PIL del 62 per cento. Come ho spiegato tante volte, l'analogia migliore è quella con la soglia di colesterolo cattivo a 180. Anche con un colesterolo a 270 non è sicuro che si abbia un infarto (anche se è più probabile) e se si è sotto il 180 non si è sicuri di evitare l'infarto (anche qui ci sono tanti altri elementi che concorrono a determinare l'evento). C'era un legame logico, di nessun valore economico, tra le due grandezze. Ai tassi medi di crescita economica di quel periodo (circa il cinque per cento di crescita nominale all'anno) un paese che avesse stabilizzato il disavanzo al tre per cento avrebbe portato asintoticamente il suo rapporto debito pubblico/Pil al sessanta per cento. Purtroppo i tassi di crescita si sono abbassati e soprattutto è sceso fortemente il tasso di inflazione. Questo portò già a una prima revisione dei parametri perché ci si rese conto che il tre per cento era troppo alto. Dopo la crisi greca le regole sono state ridiscusse e si è arrivati al Fiscal Compact. Si è stabilito che l'obiettivo da raggiungere per il disavanzo dovesse essere il pareggio (inteso come un disavanzo di non più di mezzo punto di PIL) e si sono introdotti elementi di "intelligenza" nelle regole. Si è stabilito che l'obiettivo doveva essere inteso non come dato grezzo, ma come dato "strutturale" ossia al netto di spese e ricavi eccezionali e soprattutto che si doveva tenere dell'andamento del ciclo economico. Un tasso di crescita inferiore a quello potenziale giustifica un disavanzo più alto, mentre un tasso di crescita superiore a quello potenziale obbliga ad avere un avanzo. Queste regole sono state definite nel 2011/2012, sono state riprese nelle costituzioni di tutti gli stati membri e la loro accettazione ha permesso politicamente alla Bce di lanciare le iniziative che ha preso. Non bisogna dimenticare che le regole di bilancio rappresentano un impegno reciproco tra gli stati dell'eurozona e che sono la base per l'azione della BCE. Mario Draghi ha potuto pronunciare la sua famosa frase tante volte citata e lanciare le operazioni OMT nel luglio 2012 dopo che le regole sul Fiscal Compact e sul completamento dell'unione monetaria sono state decise (soprattutto nel Consiglio europeo del giugno 2012). Sulla situazione attuale per quanto riguarda l'Italia ci sono tre livelli di analisi completamente diversi. a) Ci sono le discussioni tra gli economisti che giustamente tengono conto dei tanti elementi che influenzano la sostenibilità delle finanze pubbliche di un paese. Ho ricordato tante volte di non essere scandalizzato dallo

- 20 -

scostamento previsto per l'Italia nel 2016, ma che ho dubbi seri sulle intenzioni del governo per gli anni a venire; non le considero sono giustificate. b) Ci sono le interpretazioni giuridiche di quello che i testi in vigore dicono. Nel 2016 e nel 2017 l'Italia dovrebbe avere un tasso di crescita superiore a quello del suo tasso di crescita potnziale e quindi il disavanzo strutturale sarà più basso di quello effettivo (mentre nei tre anni di recessione era più alto) e l'Italia non può più invocare la clausola di flessibilità per gli invstimenti. Il piano presentato dal governo italiano nel maggio del 2015 e accettato dagli altri govrni nel luglio dell'anno scorso prevede un disavanzo del 1.6 per cento del PIL quest'anno, uno dello 0.8 per cento nel 2017, il pareggio di bilancio nel 2018 e un avanzo dello 0.4 per cento nel 2019. c) C'è poi il rapporto personale tra i ministri. Le regole sono la formalizzazione dell'impegno di ogni paese nei confronti degli altri a non peccare più; sono come l'impegno a non bere più preso da ogni partecipante nelle riunioni degli "AA". L'impegno dell'Italia – le regole che l'Italia deve rispettare – sono le cifre che ho citato nel paragrafo precedente e che il governo italiano ha presentato solo qualche mese fa. Dal 2011, l'Italia chiede ogni anno di rinviare di un anno o due il raggiungimento del pareggio di bilancio. Che credibilità pensi possa avere un governo che ogni anno, promette e spergiura che l'anno prossimo farà quello che aveva promesso l'anno scorso e che non ha fatto? Fin dove può arrivare la pazienza con un paese che si comporta come l'Italia? La risposta ci è venuta dal documento congiunto dei govrnatori della banca centrale di Germania è Francia: se volete continuare a fare quello che volete, non aspettatevi solidarietà o aiuti in caso di crisi. Quindi l'Italia non può contare sull'aiuto della Francia. Del resto l'Italia aveva perso l'aiuto della Francia già dopo gli attentati del novembre scorso. François Hollande, per ragioni interne ovvie, dopo gli attentati aveva chiesto esplicitamente l'aiuto militare di tutti i paesi europei per lanciare azioni contro il Daesh. Senza andare ad esaminare le giustificazioni della richiesta francese, la Germania – che quando si tratta di interventi militari ha limiti costituzionali molto forti – ha fatto costruzioni complicatissime per rispondere favorevolmente (aerei ADAC, soldati in alcuni paesi africani per sostituire quelli francesi ed altre cose del genere). Ma François Hollande ha potuto dire alla sua opinione pubblica di aver ricevuto una risposta positiva da Gran Bretagna e Germania. Matteo Renzi ha risposto "Non posso; la mia maggioranza non me lo permette (Noi amo con la cultura)". Si può pensare quello che si vuole delle ragioni di Matteo Renzi per dire di no; queste ragioni possono essere validissime, ma non ci si può oggi stupire se sulla flessibilità di bilancio François Hollande gli manda a dire "Veditela da solo". Aggiungo poi che ottenere ancora qualche scostamento di portata limitata era una cosa fattibile. Ma quello che la stragranda maggioranza dei paesi dell'eurozona non può accettare è il rifiuto puro e semplice delle regole di bilancio che è alla base delle farsi ad effetto di Matteo Renzi ("L'Italia si riprende la libertà di bilancio"). Questo mette in causa i fondamenti dell'unione monetaria. Paolo Borrello ha detto: I vincoli mi sembrano evidenti e riguardano il rapporto deficit/Pil e il rapporto debito/Pil. Per quanto riguarda il primo non si capiscono i motivi che hanno fatto scegliere come obiettivi delle percentuali e non altre un po' superiori. E poi ribadisco la mia opinione che soprattutto nei periodi in cui la crisi era pesante - ma in parte il discorso vale anche adesso periodo in cui la ripresa è molto debole - una politica fiscale espansiva era ed è indispensabile (i vantaggi superavano e superano gli svantaggi). Tutto questo ovviamente nel breve periodo. Per quanto concerne il debito, nel breve periodo doveva essere consentito anche un leggero aumento del rapporto con il Pil, considerando anche l'opinione di alcuni economisti secondo la quale nel valutare la pericolosità di un elevato debito pubblico si deve anche tenere conto del fatto se esso sia accompagnato oppure no da un indebitamento privato elevato oppure no, e nel caso dell'Italia l'indebitamento privato è decisamente minore rispetto a quanto sia in altri Paesi europei. In una parola, i vincoli possono essere così definiti: eccessiva austerità, mancata adozione di una politica fiscale espansiva, di chiaro orientamento keynesiano.

Risposto da Fabio Colasanti su 13 Febbraio 2016 a 1:28 Paolo, su questo tema vedo solo retorica senza contenuto. Quali sarebbero oggi i paesi (eccezion fatta per la sola Germania) che seguirebbero oggi una politica di bilancio ingiustamente restrittiva? L'austerità contro la quale tanti strillano non

- 21 -

esiste ! L'eurozona ha tassi di crescita positivi e superiori a quello italiano, in questa situazione una politica di sostegno della domanda attraverso i bilanci pubblici sarebbe un'assurdità. Il caso greco è completamente diverso perché il paese sarebbe obligato ad avere un bilancio in pareggio dalle condizioni in cui si trova (nessuno gli presta un euro) è può avere ancora disavanzi di bilancio perché i paesi europei gli prestano ancora soldi (che sanno che in parte non saranno mai rivisti). Nel caso della Grecia la politica di bilancio dipende solo da quanto gli altri sono disposti a dargli. Se la crescita economica dipendesse dai disavanzi, la Grecia e l'Italia dovrebbero avere i tassi di crescita più forti di tutta l'eurozona. Paolo Borrello ha detto: Sono sostanzialmente d'accordo con quanto scritto da Daveri. Però non rileva che parte degli insuccessi di Renzi relativamente alla crescita dipendono dalla politica economica, o meglio dalla politica fiscale, imposta dall'Unione europea su impulso della Germania.

Risposto da Alessandro Bellotti su 13 Febbraio 2016 a 13:31 Come ho già scritto, dovremmo arrivare almeno al 50% del fabbisogno con le rinnovabili. Oggi l'installato rinnovabile consente di arrivare al massimo al 30/33% del fabbisogno. Le biomasse non hanno senso perchè devono essere incentivate. Gli inceneritori, oltre ad avere grossi problemi a livello di inquinamento, devono essere pesantemente incentivati. Focalizzerei il piano energetico nazionale su fonti rinnovabili che non hanno bisogno di incentivi in quanto già competitive ed inoltre su risparmi energetici di energia primaria che vuol dire gas. Il fotovoltaico, in Italia, SENZA incentivi, può essere raddoppiato con costi davvero bassi. 15/18 Gwp ulteriori potrebbero portare la quota di energia da fotovoltaico al 15% del fabbisogno. Per un periodo molto lungo, in Italia, di giorno, il fotovoltaico potrebbe davvero soddisfare il 70/80 % del fabbisogno nazionale. Di notte altre rinnovabili potrebbero funzionare come eolico e idroelettrico. Da notare che di giorno, 40 anni fa, si usava l'idroelettrico come centrali di punta. Nel pomeriggio quando la richiesta era massima, si aprivano i bacini idroelettrici consentendo di far fronte appunto alle punte. Le centrali idroelettriche sono facilmente gestibili per coprire i picchi di richiesta. Le centrali a gas, comunque necessarie, devono ovviamente far fronte al carico di base che in Italia varia dai 20/22 GW ai 30 GW. Gli incrementi di produzione di energia elettrica da turbogas si possono gestire abbastanza velocemente per cui si può davvero pensare a un mix che possa portare a risparmiare per produrre energia elettrica almeno il 20% del gas che stiamo consumando. Quindi una quota del 50/60 % da rinnovabili con raddoppio di fotovoltaico SENZA incentivi e qualche punto per un pò di eolico e microidroelettrico. Oggi si possono realizzare minicentrali idroelettriche da 100/500 Kw senza grossi interventi nei fiumi e nei torrenti. Con turbinette Francis che sfruttano la portate e non il salto si può derivare un piccolo tratto di un torrente senza costruire bacini, ridando l'acqua immediatamente a valle della turbina stessa. L'Italia è piena di fossi, di rogge, di torrenti con un portata adatta. Ci sono torrenti appenninici, anche nel modenese dove abito, che ben si prestano a posizionare piccole e medie turbine senza interferire sulla vita e sull'ecosistema del fiume. Mancano all'appello almeno 15/20 punti da rinnovabili che si potrebbero fare a bassissimo costo e senza impatto ambientale. Parlando di fotovoltaico, ricordo ancora che ci sono in Italia 30.000 KM quadrati di terreni incolti...E questa situazione c'è sopratutto al sud e nelle isolole dove c'è più sole... L'Italia fa esattamente il contrario di quanto ho specificato. Si punta sul gas e sulle trivellazioni. Ci si inventa anche il referendum con data non coincidente con le amministrative con un costo di 300 milioni di euro. Con 300 milioni di euro si possono fare, a livello di rinnovabili: 300 Mw di Eolico 400 Mwp di fotovoltaico 200 Mw di microidroelettrico. In Italia le scelte che si fanno non vanno nella direzione dello sviluppo. Con i soldi che si buttano ogni anno (10% del PIL e cioè 150 miliardi di euro) si potrebbe fare di tutto.... Paolo Borrello ha detto:

- 22 -

Cosa ne pensi relativamente alla geotermia, all'utilizzo del vento e anche delle biomasse? Alessandro Bellotti ha detto: Renzi ha sostanzialmente stoppato le rinnovabili perpetuando provvedimenti assurdi presi da Monti come l'IMU sugli impianti fotovoltaici a terra e su tettoia. Un impianto fotovoltaico superiore ai 3 KWp su tetto fa variare la rendita catastale dell'immobile... Gli investimenti sulle rinnovabili in Italia si sono fermati a fine 2013. Renzi con lo sblocca Italia (lo sblocca buchi...) ha intrapreso con investimenti molto costosi la via del gas. Fabio ci dice che gli investimenti per le trivellazioni in Adriatico sono a carico delle aziende che hanno le concessioni. Qualcuna se ne è già andata.. Mentre il resto del mondo sfrutta le rinnovabili investendo pesantemente, l'Italia massacra l'energia del futuro in favore delle fossili. Questo è purtroppo la verità. Abbiamo perso competenze, occupazione e sviluppo. La mia teoria è che Renzi abbia qualche amico da soddisfare. E' un'accusa della quale non vado certo fiero ma non trovo altra spiegazione. Ci sono multiutilities e società partecipate che sono bi-partisan riempite di ex trombati della politica che evidentemente contano ancora qualcosa... In Italia, come ho già scritto, si potrebbe arrivare in 5 o 6 anni a coprire il 50/60% del fabbisogno di energia eletttrica con investimenti sulle rinnovabili. Oggi il fotovoltaico, per impianti medi da 5 a 10 Mwp costa 0,8 Euro a Wattp....E' oggi il modo più economico che c'è per produrre energia elettrica. Si dovevano fare in Italia investimenti sulle smart grid ma, ovviamente, si continua a consumare gas.. L'anno scorso, complice l'idroelettrico in calo, abbiamo ridotto la quota rinnovabile rispetto al 2014 aumentando la quantità di gas consumata. Occorrerebbe affiancare un programma di investimenti per ridurre il consumo di gas per energia primaria. Oggi le nostre scuole, gli uffici pubblici, le caserme etc.. sono veri colabrodi da un punto di vista energetico. Perchè diminuire il consumo di gas quando lo stato (e gli amici) incassano tasse su tasse ? Non perdono nulla dell'operato di Renzi sul fronte energetico. Troppo lampanti sono gli 'obiettivi' dell'ex sindaco... Paolo Borrello ha detto: Sul fatto che sul tema della revisione della spesa e su quello della corruzione è stato fatto poco o niente concordo in pieno. Sulle questioni economiche mi sono soffermato nelle risposte che ho fornito a Fabio. Sulla difesa del territorio si sta iniziando a fare qualcosa, anche se dovrebbe essere fatto molto di più. Sulla questione delle energie rinnovabili, confesso che conosco poco o niente la situazione. Ti pongo a questo proposito una domanda però: quanto nello sviluppo delle energie rinnovabili hanno inciso negativamente le posizioni di pseudoambientalisti che, qua e là per l'Italia, hanno contrastato interventi relativi alla geotermia e fonti energetiche derivanti dallo sfruttamento del vento? Alessandro Bellotti ha detto: Concordo con la valutazione di Fabio. Si alle riforme istituzionali quindi voto 6 su questo fronte anche se non sono d'accordo sulle soluzioni ma sarà il futuro a dirci se sono buone o cattive riforme. Sul versante economico voto 4. Renzi ha vistosamente peggiorato la situazione economica italiana come vedremo anche quest'anno non sapendo cogliere le occasioni che abbiamo avuto. Renzi non ha fatto nulla sul fronte revisione di spesa e corruzione. Queste sono le mancanze più gravi che porteranno il paese ancora di più in depressione. Non si è agito per recuperare risorse con provvedimenti incisivi sul fronte sprechi. Quindi il paese sta ancora perdendo 'punti' rispetto a tutti i nostri partner europei. Alcuni provvedimenti in tema di energia sono davvero assurdi. Più gas e meno rinnovabili. Davvero su questo fronte voto 3. Ci mancherà la spinta propulsiva dovuta al mercato delle rinnovabili. Non si faranno più in Italia fotovoltaico ed eolico con le conseguenze anche occupazionali delle incredibili scelte del governo. Abbiamo perso decine di migliaia di posti di lavoro in questi settori in meno di 3 anni ed inoltre abbiamo sopratutto perso le conoscenze e le tecnologie impiantistiche. Altro fronte da insufficienza pesante sono gli annunci di altri evidenti sperperi come le Olimpiadi (già fatta la commissione di valutazione con a capo l'immancabile Montezemolo) e il ponte sullo stretto. Nulla si sta facendo per quanto riguarda la difesa del territorio. Queste le mancanze più vistose del governo. Mancanze che odorano di clientelismo e difesa degli interessi dei soliti noti.

- 23 -

Quest'anno davvero deve essere finita la politica degli annunci. L'ultimo a inizio anno quello relativo alle società partecipate. Renzi ti tengo d'occhio....

Risposto da Paolo Borrello su 13 Febbraio 2016 a 20:39 Ti rispondo con un certo ritardo, ma oggi è sabato e non lavoro, e ho avuto tempo di leggere i giornali più approfonditamente. Infatti ti rispondo facendo riferimento ad alcuni articoli pubblicati da "La Repubblica" e da "Il Sole 24 ore", sul tema dei vincoli dell'Unione europea che condizionano l'attività del governo Renzi. In un articolo di Elena Polidori su "La Repubblica", relativamente al fatto che il Pil sembra essere cresciuto nel 2015 solo dell'0,7% in Italia, si rileva che In Spagna e Francia, Paesi che dovrebbero avere un rapporto deficit/Pil rispettivamente del 3,6% e del 3,4%, non rispettando il limite del 3%, la crescita del Pil è stata più sostenuta: in Spagna nel quarto trimestre del 2015, infatti il Pil è cresciuto dell'0,8% (in Italia dell'0,1%) e in Francia, nello stesso trimestre, il Pil è cresciuto il doppio di quanto avvenuto in Italia (in Francia poi il rapporto debito/Pil supererà nel 2016 il 60% attestandosi al 97%). Nell'articolo si ricorda che la Germania sfonda sistematicamente un altro parametro europeo, quello del surplus della bilancia commerciale che non dovrebbe superare il 6% (quest'anno dovrebbe arrivare all'8,9%). E quanto meno la Germania quindi sarebbe in grado di attuare una politica fiscale espansiva che produrrebbe effetti favorevoli sul Pil di altri Paesi quali anche l'Italia, E poi le regole non dovrebbero valere per tutti nell'Unione europea? In un altro articolo sempre su "La Repubblica", Lucrezia Reichlin, economista della London Business School, sostiene che non basta l'"anti austerità" e che però è necessario un piano Ue per gli investimenti (anche lei come altri economisti ritiene pertanto insufficiente e poco efficace il piano Juncker). In un articolo pubblicato da "Il Sole 24 ore" si rileva che, negli anni passati, mentre in Italia non è stato concesso alle banche un euro di aiuti pubblici, in Germania sono stati 238 miliardi, in Spagna 52, in Irlanda 42, in Grecia 40, in Olanda 36, in Austria 28, in Portogallo 23 e in Belgio 17. Questa situazione non ha rappresentato anche esso un condizionamento per il sistema economico italiano? Certo una parte consistente dei nostri problemi dipende da noi, ma l'Unione europea ci ha dato una mano. Io, per concludere, non sostengo, l'ho scritto anche altre volte, che l'Italia debba attuare solo una politica fiscale più espansiva, essenziale però nel breve periodo, ma deve attuare anche quella che una volta si chiamava una politica dell'offerta, tendente ad aumentare la produttività del sistema economico italiano e ad accrescere il prodotto potenziale, che in governo in parte sta portando avanti, anche con le cosiddette riforme strutturali. Fabio Colasanti ha detto: Paolo, su questo tema vedo solo retorica senza contenuto. Quali sarebbero oggi i paesi (eccezion fatta per la sola Germania) che seguirebbero oggi una politica di bilancio ingiustamente restrittiva? L'austerità contro la quale tanti strillano non esiste ! L'eurozona ha tassi di crescita positivi e superiori a quello italiano, in questa situazione una politica di sostegno della domanda attraverso i bilanci pubblici sarebbe un'assurdità. Il caso greco è completamente diverso perché il paese sarebbe obligato ad avere un bilancio in pareggio dalle condizioni in cui si trova (nessuno gli presta un euro) è può avere ancora disavanzi di bilancio perché i paesi europei gli prestano ancora soldi (che sanno che in parte non saranno mai rivisti). Nel caso della Grecia la politica di bilancio dipende solo da quanto gli altri sono disposti a dargli. Se la crescita economica dipendesse dai disavanzi, la Grecia e l'Italia dovrebbero avere i tassi di crescita più forti di tutta l'eurozona. Paolo Borrello ha detto: Sono sostanzialmente d'accordo con quanto scritto da Daveri. Però non rileva che parte degli insuccessi di Renzi relativamente alla crescita dipendono dalla politica economica, o meglio dalla politica fiscale, imposta dall'Unione europea su impulso della Germania.

- 24 -

Risposto da Fabio Colasanti su 13 Febbraio 2016 a 21:42 Paolo, sul primo punto ti sfido a trovare un economista che sostenga che la crescita in Francia e in Spagna sia più forte della nostra a causa del disavanzo più alto. La Francia naviga da vari anni in una zona incerta, ma che le ha comunque sempre permesso un tasso di crescita più alto del nostro; il tasso di crescita potenziale dell'economia francese è più alto del nostro. La Francia viene da tre anni di crescita molto fiacca, ma sempre positiva, noi veniamo da tre anni di recessione. La Spagna ha fatto delle riforme strutturali brutali subito dopo la penultime elezioni e queste le hanno permesso di recuperare competitività e di ricominciare a crescere (noi non abbiamo migliorato la nostra competitività). Ma la cosa principale è che la Francia ha una situazione di bilancio enormente migliore della nostra. Il suo spread è un terzo del nostro, la Francia l'anno scorso ha pagato interessi sul suo debito pubblico per una cifra pari al 2.0 per cento del suo PIL e noi per una cifra pari al 4.3. In soldoni, noi abbiamo pagato sul nostro debito pubblico 25 miliardi di euro di più della Francia e abbiamo un'economia sostanzialmente più piccola! La Spagna viene da un disavanzo enorme di oltre dieci punti di PIL nel 2012 che sta riducendo fortemente ogni anno. Nel 2015 aveva un disavanzo del 4.8 per cento, quest'anno dovrebbe averne uno del 3.6 per cento e l'anno prossimo dovrebbe essere al 2.6 per cento. La riduzione è forte e sostenuta, anno dopo anno; noi eravano al 2.6 l'anno scorso e saremo al 2.5 nel 2016. Ma nonostante gli alti disavaznzi degli ultimi anni alla fine dell'anno scorso la Spagna aveva un rapporto debito pubblico/PIL ben migliore del nostro: 100.7 contro il nostro 132.8 per cento. Ma quello che non capisco è come non si impari nulla dal passato. L'Italia esce oggi da tre anni di recessione che sono stati dovuti alla situazione disastrosa delle sue finanze pubbliche. L'Italia è andata in recessione quando Mario Monti ha dovuto prendere misure da cavallo per reagire allo spread a quasi 600 e a tassi di interesse sui nostri titoli a dieci anni superiori a quelli ai quali Grecia, Portogallo e Irlanda hanno chiesto l'aiuto europeo. Il 2012 era ieri. Possibile che ci sia ancora qualcuno che pensa che l'Italia possa allegramente continuare a indebitarsi senza rischi? Non è escluso che verso la fine di quest'anno ci sia un nuovo periodo difficile per l'economia mondiale. Solo il rischio che questo si manifesti è stato all'origine delle turbulenze di borsa di questi giorni. In qualche giorno il nostro spread è aumentato del 50 per cento. Ma questo non sembra avere nessun effetto su chi parla ancora di politica keynesiana per il nostro paese. Ma di cosa abbiamo bisogno per svegliarci? Sono contento che tu ti renda conto di questa situazione e convenga con tanti altri qui nel circolo che dobbiamo agir soprattutto sulle condizioni nelle quali le imprese operano e le pubbliche autorità decidono investimenti pubblici. È sicuramente scandaloso che la Germania non prenda misure per rilanciare la sua domanda e ridurre l'avanzo commerciale (anche se la spesa per i profughi andrà un poco in questo senso). Ma non è ripetndo che a casa sua ognuno fa quello che vuole che si fa pressione sulla Germania perché segua le raccomandazioni europee. Vengo agli aiuti di stato dove il nostro governo e la nostra stampa hanno fatto un'opera incredibile di disinformazione. Dopo la crisi del 2007/2008 tutti gli stati membri sono stati praticamente invitati a fare qualcosa per ricapitalizzare le banche; a livello europeo si è deciso di ammorbidire le regole sugli aiuti di stato alle banche. Gli Stati Uniti hanno prestato 450 miliardi di dollari e i governi europei hanno dato prestiti e prese di partecipazione per 671 miliardi e garanzie per 1288 miliardi. L'Italia ha dato solo 4 miliardi, ma questo non è un merito, questa è la causa dei problemi attuali, come recentemente Filippo Taddei ha riconosciuto in una intervista con l'Unità e come anche Pier Carlo Padoan ha detto varie volte: "non si è fatto quello che si doveva fare quando era necessario e possibile". L'Italia non ha dato aiuti perché non aveva soldi (la Spagna se li è fatti prestare dagli altri paesi europei), perché inizialmente la situazione delle nostre banche non era seria come quella di altre e perché la politica, che controlla praticamente tutte le nostre banche, non voleva aumenti di capitale che avrebbero diluito il controllo. Nel 2013, di fronte allo scandalo creato dalle cifre spaventose che i contribuenti hanno dato alle banche, si è deciso di chiudere questa fase e di introdurre regole che facciano si che gli aiuti di stato – sempre possibili – siano dati solo dopo aver fatto pagare gli azionisti e i creditori delle banche. L'Italia ha aderito alle nuove regole che ha sottoscritto senza fiatare. Dove è il condizionamento che sarebbe venuto dall'Unione europea?

- 25 -

Sulla necessità di un programma di investimenti si può certo discutere. È un fatto oggettivo che il volume di investimenti in Europa si sia ridotto in maniera molto forte. Dove però le opinioni sono diverse è sull'analisi delle cause di questo calo e sulla possibilità di rilanciarli attraberso investimenti pubblici. Da noi si parla da anni di rilanciare gli investimenti pubblici, ma non si è mai visto nulla. Io sono convinto che fintanto che non si cambieranno tante regole, gli investimenti pubblici in Italia non saranno possibili. Anche lasciando da parte il piano Junker, che ha la velleità di ridurre ulteriormente i rischi corsi con nuovi investimenti, la BEI ha spazi enormi per un ulteriore indebitamento e per la concessione di nuovi prestiti; il vincolo non viene dal lato dei finanziamenti, viene dall'assenza di progetti realizzabili senza troppe difficoltà. Paolo Borrello ha detto: Ti rispondo con un certo ritardo, ma oggi è sabato e non lavoro, e ho avuto tempo di leggere i giornali più approfonditamente. Infatti ti rispondo facendo riferimento ad alcuni articoli pubblicati da "La Repubblica" e da "Il Sole 24 ore", sul tema dei vincoli dell'Unione europea che condizionano l'attività del governo Renzi. In un articolo di Elena Polidori su "La Repubblica", relativamente al fatto che il Pil sembra essere cresciuto nel 2015 solo dell'0,7% in Italia, si rileva che In Spagna e Francia, Paesi che dovrebbero avere un rapporto deficit/Pil rispettivamente del 3,6% e del 3,4%, non rispettando il limite del 3%, la crescita del Pil è stata più sostenuta: in Spagna nel quarto trimestre del 2015, infatti il Pil è cresciuto dell'0,8% (in Italia dell'0,1%) e in Francia, nello stesso trimestre, il Pil è cresciuto il doppio di quanto avvenuto in Italia (in Francia poi il rapporto debito/Pil supererà nel 2016 il 60% attestandosi al 97%). Nell'articolo si ricorda che la Germania sfonda sistematicamente un altro parametro europeo, quello del surplus della bilancia commerciale che non dovrebbe superare il 6% (quest'anno dovrebbe arrivare all'8,9%). E quanto meno la Germania quindi sarebbe in grado di attuare una politica fiscale espansiva che produrrebbe effetti favorevoli sul Pil di altri Paesi quali anche l'Italia, E poi le regole non dovrebbero valere per tutti nell'Unione europea? In un altro articolo sempre su "La Repubblica", Lucrezia Reichlin, economista della London Business School, sostiene che non basta l'"anti austerità" e che però è necessario un piano Ue per gli investimenti (anche lei come altri economisti ritiene pertanto insufficiente e poco efficace il piano Juncker). In un articolo pubblicato da "Il Sole 24 ore" si rileva che, negli anni passati, mentre in Italia non è stato concesso alle banche un euro di aiuti pubblici, in Germania sono stati 238 miliardi, in Spagna 52, in Irlanda 42, in Grecia 40, in Olanda 36, in Austria 28, in Portogallo 23 e in Belgio 17. Questa situazione non ha rappresentato anche esso un condizionamento per il sistema economico italiano? Certo una parte consistente dei nostri problemi dipende da noi, ma l'Unione europea ci ha dato una mano. Io, per concludere, non sostengo, l'ho scritto anche altre volte, che l'Italia debba attuare solo una politica fiscale più espansiva, essenziale però nel breve periodo, ma deve attuare anche quella che una volta si chiamava una politica dell'offerta, tendente ad aumentare la produttività del sistema economico italiano e ad accrescere il prodotto potenziale, che in governo in parte sta portando avanti, anche con le cosiddette riforme strutturali.

Risposto da Paolo Borrello su 16 Febbraio 2016 a 14:18 Un articolo di Sabino Cassese sul Corriere della Sera di oggi http://www.corriere.it/cultura/16_febbraio_16/due-anni-governo-abbi... Due anni di governo, abbiamo un regista ma non una cabina di regia

Risposto da giorgio varaldo su 16 Febbraio 2016 a 16:01 La strategia c'e' ed e' molto semplice: far ripartire il paese attraverso le riforme. Tutto il resto e' secondario ed ininfluente. Gia' berlusconi con l'introduzione di nuovi mezzi di comunicazione aveva dimostrato la loro incapacita' a stare al passo con i tempi. Ora rischiano di esser definitivamente considerati inutili.

- 26 -

Che possano esser anche dannosi e' noto da tempo Paolo Borrello ha detto: Un articolo di Sabino Cassese sul Corriere della Sera di oggi http://www.corriere.it/cultura/16_febbraio_16/due-anni-governo-abbi... Due anni di governo, abbiamo un regista ma non una cabina di regia

Risposto da Fabio Colasanti su 17 Febbraio 2016 a 5:46 Un bilancio di quello che è stato fatto in due campi importanti: la concorrenza e la banda larga. Su quest'ultimo punto io sarei più critico dell'autore. Ancora non so cosa il governo abbia deciso. L'impressione che ho avuto è che il governo volesse ritornare al periodo pre-liberalizzazione. In ogni caso, tutte le discussioni sulla banda larga in Italia tendono a lasciare da parte il problema principale: la mancanza di domanda di servizi che richiedano molta banda da parte di famiglie e imprese che usano l'internet molto meno che i loro omologhi in altri paesi. http://www.lavoce.info/archives/39720/concorrenza-e-mercati-i-due-a... Risposte a questa discussione

Risposto da Fabio Colasanti su 17 Febbraio 2016 a 5:51 Un altro articolo apparso su La Voce che tenta un bilancio sull'occupazione. http://www.lavoce.info/archives/39762/meno-precari-ma-la-crescita-e...

Risposto da Fabio Colasanti su 17 Febbraio 2016 a 5:55 Altro articolo apparso su La Voce che fa un bilancio dell'azione del governo in campo fiscale. http://www.lavoce.info/archives/39710/i-rischi-di-un-fisco-incoerente/

Risposto da giovanni de sio cesari su 17 Febbraio 2016 a 20:40 Sulla politica di bilancio Nel corso degli anni ho avuto il piacere di parlare a lungo, soprattutto con Fabio, di questo argomento finendo con il ripetere sempre gli stessi argomenti : è probabile che i miei siano errati ma provo a riassumerli brevissimamente Il punto centrale mi pare il pareggio di bilancio io noterei che non ci sono solo due politiche, quella del pareggio di bilancio e quella delle spese pazze (Grecia ) che portano al default: sono possibili e di fatto sono state attuate anche altre politiche (tante) che non portano ne all’una ne all’altra Infatti dai tempi della “famigerata” politica di Quitino Sella nell 800 per oltre 150 anni l’ Italia non si è mai prefissata un pareggio di bilancio, ha continuato a progredire , ha avuto perfino un miracolo economico e mai si è profilato una default il cui termine e concetto era assente fino a qualche anno fa L’idea che sia un disastro fissare un tetto rigido soprattutto ( ma non solo) nei momenti di crisi fu sostenuta da alcuni premi Nobel in un famoso appello : puo essere vera o sbagliata ma non è solo una sciocchezza da casalinga. Comunque ogni tentativo fatto per il pareggio di bilancio è sostanzialmente fallito: doveva attuarsi nel 2013 Renzi non ci arriverà nel 2019 e non si vede quando potra essere fatto: comunque il disavanzo è rimasto sostanzialmente sempre lo stesso

- 27 -

Il disavanzo dipende all’andamento economico e non viceversa abbiamo un grosso disavanzo perche l’economia si è fermata per mille ragioni . Non possiamo sopprimere la causa sopprimendo la conseguenza. sarebbe come curare una infezione con antifebbrili: puo essere necessario in certi momenti e in altri controproducente: dobbiamo curare la infezione, Aggiungo poi una riflessione: le nostre crisi non sono come nel passato di penuria ma di sovrapproduzione : possiamo produrre piu cibo, piu case , piu medicine di quanto possiamo mai consumare. i limiti sarebbero quelli ecologici, magari etici. Se alcuni e una intera generazioni di giovani non ha nulla ed è alla disperazione significa che c’è una politica economica folle . Per questo io mi riconosco in slogan renziani del tipo “ di sola austerity si muore , occorre lo sviluppo” Certo si tratta di slogan cioe di semplificazioni che vanno comprese nel senso generale e non nella corrispondenza esatta ai fatti

Risposto da Fabio Colasanti su 18 Febbraio 2016 a 8:53 Giovanni, tu sembri rifiutare l'idea che ci possa essere un limite oltre il quale un paese non può più indebitarsi, avrà difficoltà a rinnovare i titoli in scadenza e andrà al default. Ti basi sul fatto che l'Italia non sia arrivata al default negli ultimi anni per pensare che il default non ci sarà mai. La cosa mi ricorda la barzelletta del tizio che cade dal trentesimo piano di un grattacielo e passando davanti ad una finestra del quindicesimo piano osserva :"Fin qui le cose vanno bene". Ma la quasi crisi di fine 2011 per te non è mai esistita? Avevamo tassi di interesse sui nostri titoli a dieci anni al sette e mezzopercento, un tasso di mezzo punto superiore a quello al quale Grecia, Irlanda ePortogallo avevano chiesto aiuto. Se non ci fosse stata la cura da cavallo di Mario Monti, le decisioni a livello europeo e il "Whatever it takes" di Mario Draghi, noi oggi saremmo nella stuaazione della Grecia. Come abbiamo discusso tante volte, nessuno può prevedere esattamente a che punto la crisi si verificherà perché questo dipende da tanti fattori alcuni misurabili e altri meno. Ma questo non significa che le crisi delle finanze pubbliche non si verifichino. Il nostro paese ha oggi un rapporto debito pubblico/PIL dello stesso ordine di grandezza di quello che aveva la Grecia quando è andata in crisi. Per tutti gli economisti racchiudere in uno o due parametri la politica di bilancio è un'assurdità. Ma le regole di bilancio europee, il Fiscal Compact non l'hanno voluto i tecnocrati, l'ahnno voluto i politici. Le regole di bilancio europee sono una accordo politico tra i governi europei per rassicurarsi l'un l'altro che nessuno faccia fesserie. Attaccare il Fiscla Compact cone norma da tecnocrati è un sintono dell'ignoranza che domina il nostro dibattito. In ogni caso, qualunque sia il grado di consenso che Matteo Renzi abbia in Italia, a livello europeo non c'è nessuno,ma veramente nessuno che lo sostenga nell'idea dire le regole. Matteo Renzi sta facendo dell'ostruzionismo su di un numero crescente di temi europei per sperare di ottenere qualche margine di bialncio in più nel 2016 e nel 2017. Ma vedo il problema del 2017 irrisolvibile. L'ultima forma di blocco annunciato da Matteo renzi e sull'idea, sostenuta da praticamente tutti gli economisti, di limitare la concentrazione di titoli di stato di un paese detenuti da una banca: come si impone alle banche di diversificare i rischi, nella stessa maniera si vuole imporre alle banche di diversificare il rischio nei titoli di stato. L'idea era contenuta nel rapporto dei "Cinque Presidenti" che il nostro governo ha salutato come un catalogo di cose da fare assolutamente. Al dunque, quando la Commissione europea si appresta a fare la proposta, arriva il blocco daparte di Matteo Renzi. Altra maniera di far pressione. Ma quando il povero Pier Carlo Padoan ricorderà nelleriunioni del Consiglio deiministri delle finanze l'importanza della garanzia dei depositi bancari a livello europeo (altra idea contenuta nel rapporto dei Cinque Presidenti), le pernacchie che si beccherà si sentiranno fino a Roma. Il populismo di Matteo Renzi lo trovo sempre più incomprensibile non solo perché è basato su un'ignoranza colossale di come le cose stanno veramente, ma soprattutto perché sta portando a forti tensioni che non gli daranno nulla di quello che chiede. Contrariamente a quello che le veline del nostro governo ripetono, l'immagine dell'Italia in Europa

- 28 -

si è deteriorata enormemente. Matteo Renzi continua a dire delle cose assurde. Reagisco ad una notizia di oggi che aggrava un comportamento che dura da settimane. Sui sistemi finanziari e sui sistemi bancari una certa pubblicità da parte dei governi è di rigore, sarebbe addirittura grave se non ci fosse: ogni ministro delle finanze e ogni primo ministro devono dire – ma non troppo spesso sennò la cosa diventa controproducente – che le banche del proprio paese sono solide. Ma alle autorità di governo è assolutamente proibito fare una pubblicità comparativa. Si può e si deve dire che le proprie banche sono solide, ma è assolutamente proibito dire che le nostre banche sono migliori di quelle del paese X. Il rischio è che i mercati possano pensare che l'autorità che dice queste cose abbia informazioni riservate e questo potrebbe portare a delle crisi delle banche (tra l'altro un comportamento del genere potrebbe essere penalmente punibile; proprio il CEO della Deutsche Bank, Joa Ackerman, è stato condannato qulche anno fa da un tribunale per aver detto pubblicamente che un certo gruppo finanziario era in difficoltà, accelerandone il fallimento effettivo). Matteo Renzi ha avuto il coraggio di puntare il dito contro le Sparkassen tedesche, dicendo che sarebbero in gravi difficoltà. Ma come si permette? Oggi avrebbe detto che la Deutsche Bank e la Commerzbank avrebbero in pancia troppi derivati ! Stiamo andando di male in peggio. Il problema non è se le affermazioni siano corrette o meno, ma che certe cose non si dicono. Te l'immagini se il primo ministro di un qualche paese europeo esprimesse la sua preoccupazione per la salute, mettiamo, delle banche popolari italiane? Da noi succederebbe, giustamente, un putiferio e si inviterebbe questa persona a ritrattare subito l'affermazione. Ma quello che è più grave è che dopo le sparate di Matteo Renzi sulle Sparkassen, la Deutsche Bank o la Commerzbank non succede nulla. Questa è la prova che le affermazioni di Matteo Renzi lasciano il tempo che trovano, nessuno lo prende più sul serio. Ogni sua nuova sparata viene messa sul conto del carattere che ha, delle difficoltà politiche interne, della ricerca del consenso interno e non ci si fa caso più di tanto. E questo sarebbe il primo ministro che oggi in Europa sarebbe più ascolato dei precedenti?

Risposto da giorgio varaldo su 18 Febbraio 2016 a 9:08 Commento a caldo sull'interessante intervento di fabio. Per la grande maggioranza degli italiani si tratta di discorso incomprensibile. Piu' o meno come quelli fatti dal sottoscritto sulla impossibilta' di fare investimenti produttivi. Oggi va di moda il cirinna' e tutto il resto non conta nulla. Domani chi lo sa?

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 18 Febbraio 2016 a 10:58 Cari tutti, purtroppo il nostro dibattito interno riflette una situazione avvitata sempre sulle stesse alternative che non vengono di fatto affrontate con risolutezza nè a livello italiano e men che mai a livello europeo: Quando Giovanni invoca la possibilità di un disavanzo di bilancio proprio nei momenti di crisi di un paese per finanziare a debito la ripartenza fa un ragionamento ineccepibile se non ci trovassimo nella mancanza di controllo della moneta . Come affermano molti commentatori e come giustamente ci ricorda sistematicamente Fabio , dal momento in cui siamo entrati nell'area euro è come se ci indebitassimo in una moneta straniera di cui non possiamo decidere i termini . Non possiamo pertanto pensare ad un debito sostenuto dalla Banca centrale ed a un possibile binomio svalutazione inflazione che alla fine potrebbe sostenere la crescita . Non di fronte all'impossibilità di gestire la moneta i paesi dell'area euro corrono il rischio reale di poter fare default e di non riuscire pertanto a sostenere il proprio debito quando i costi diventano insostenibili.Le conseguenze sono facili da immaginare . Quello che dimentichiamo sono tuttavia anche i riuschi di un'inflazione a due cifre e della svalutazione . In quel caso tutti i percettori di stipendio fisso pensione ecce vederebbero ridotto immediatamente il proprio potere d'acquisto così

- 29 -

come tutti i risparmiatori vederebbero perdere di valore ai propri risparmi : Quello che tende ad accadere in quel caso è che le ricchezze interen dtendono a spostarsi verso i ceti produttivi e migliora la capacità d'esportazione in seguito alla svalutazione anche se aumenta la difficoltà nel pagamento delle materie prime , semilavorati e costi energetici , Il vantaggio è che tutto sembra accadere senza una volontà politica precisa ed in qualche modo le cose si muovono. Il difetto è che possono muoversi male riducendo ciè l'interesse a salire la scala dell'innovazione e della produttività . In realtà la competitività si realizza attraverso la svalutazione anche del costo del lavoro e del prezzo cpomplesivo delle nostre merci e quindi diventa meno importante la ricerca forte dell'innovazione per attestarsi su produioni ad alto contenuto di lavoro. Quello che non possiamo permetterci dunque all'interno dell'area euro è uno sviluppo guidato da un debito fuori controlloo e questo comporta una difficoltà reale che va affrontata in un unico modo : attraverso un profondo rimescolamento della nostra società.Riforme strutturali , qualità della spesa pubblica , spostamento delle ricchezze dalla rendita alla produzione e riduzione delle differenze sociali spostando altresì ricchezze dai redditi e patrimoni più elevati verso l'innovazione , la costruzione del pilastro della sicurezza del lavoro ecc ecc. Certo non è felice in tal senso l'idea di ridurre la tassazione sulla casa o sulle imprese o addirittura cercare risorse per la riduzione del cuneo fiscale o per l'innovazione senza trovare un corrispettivo verso chi ha più ricchezze . Continuiamo a ripeterci che prima bisogna lottare l'evasione fiscale , gli sprechi e la spending review. Certo ma quante situazioni sono effettivamente realizzabili? Capisco che sia molto impopolare quello che propongo ma non credo che potrà esser evitato :Certo , in altermativa possiamo sempre uscire dall'euro . Evito di affrontare la questione Europa di cui abbiamo già parlato in latra sede e che non riguarda solo il problema Italia.

Risposto da Ezio Ferrero su 18 Febbraio 2016 a 17:02 Il problema del debito non è tanto la sua dimensione assoluta, ma il rapporto con il PIL. Il grande problema dell'Italia nella crisi è stata la drastica diminuzione del PIL (maggiore della media UE), non l'aumento del debito (molto inferiore alla media UE). Rispetto alla sostenibilità futura del debito, che è quello cui guardano i mercati, conta far scendere il rapporto. Nella politica economica del Governo, in cui non c'è solo Renzi, ma c'è Padoan che non credo sia uno yes man e che penso si dimetterebbe se fosse in profondo disaccordo con le politiche economiche, secondo me c'è una coerenza: puntare alla crescita del PIL per stabilizzare e poi diminuire il rapporto debito/PIL. Penso che siamo tutti abbastanza d'accordo che occorra più incisività nella riduzione della spesa pubblica (e nella sua riqualificazione). Penso siamo anche tutti d'accordo che: è molto molto complicato. Basta vedere quello che succede appena c'è una vaga possibilità di intervento su qualche spesa: si pensi alla questione delle pensioni di reversibilità in questi giorni richiede tempi lunghi: sia perchè ci sono le lobby, sia perchè è oggettivamente complesso, sia perchè ci sono costi politici e sociali da mettere in conto e che vanno necessariamente "spalmati" nel tempo C'è poi un altro fatto, secondo me ancora più importante: è assolutamente necessario che i cittadini vedano e tocchino con mano i risultati delle riforme, per avere la loro disponibilità ad andare avanti con le stesse. Se così non fosse si sarebbe solo steso un tappeto rosso a Salvini o Casaleggio. La mia opinione è che le politiche economiche del governo tentino di fare questo: forzare su riforme a costo economico e sociale zero (quelle istituzionali), andare cauti con quelle che hanno costi economico/sociali diversi da zero, fare il possibile per favorire e supportare la crescita, cioè il denominatore del rapporto debito/PIL, in modo che questo si stabilizzi prima e poi diminuisca, dando quindi un segnale di sostenibilità del debito stesso verso i mercati e segnali di fiducia verso l'interno (occorre ricordare che quello che manca molto all'Italia per una ripresa sono i consumi interni). Se guardo ai provvedimenti economici del governo con quest'ottica vedo una sostanziale coerenza: riforme (istituzionali, jobs act, PA), stimolo (80 euro, decontribuzione per assunzioni, bonus), segnali sulla riduzione della spesa (auto blu, province, tetti alla spesa sanitaria, ANAC). E' chiaro che è una operazione di estremo ed instabile equilibrismo, per diverse ragioni: lo scenario economico internazionale è molto volatile lo scenario politico e strategico internazionale è complicatissimo i numeri in parlamento sono quelli che sono le fibrillazioni dentro il pd sono continue (ed i temi europei vengono usati come clava)

- 30 -

Francamente faccio fatica a vedere delle alternative praticabili: una continuazione delle politiche draconiane di innalzamento della pressione fiscale alla Monti avrebbe forse causato la morte del paziente, certamente avrebbe determinato un trionfo di Lega e/o M5S alle prossime elezioni; un fortissimo attacco alla spesa pubblica causerebbe la rivolta contemporanea di tutte le lobby italiche, l'esplosione del PD e, anche in questo caso, un probabile trionfo elettorale di Lega e/o M5S; una politica fortemente espansiva a deficit, stile Obama o Rajoy, non possiamo permettercela e poi causerebbe possibili problemi sui mercati, certamente interventi pesantissimi della UE. La strada mi sembra abbastanza obbligata e percorsa con ragionevole coerenza. E in questa coerenza metto anche lo "scontro" in atto con la UE. Tutto ciò al netto delle "stile" del PdC, che è un altro discorso e che, personalmente, ritengo comunque un elemento necessario: difficilmente si riesce a rompere uno status quo con il bon ton e chiedendo sommessamente il permesso a coloro che da questa rottura hanno da perderci qualcosa.

Risposto da Fabio Colasanti su 18 Febbraio 2016 a 20:29 L'opinione di Antonio Polito sui due anni. http://www.corriere.it/opinioni/16_febbraio_18/spinta-smarrita-renz...

Risposto da giovanni de sio cesari su 18 Febbraio 2016 a 21:02 Fabio Ma io dicevo non ci sono solo due politiche, quella del pareggio di bilancio e quella delle spese pazze (Grecia ) che portano al default: sono possibili e di fatto sono state attuate anche altre politiche (tante) che non portano ne all’una ne all’altra Anche per il resto non potrei che ripetermi Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, tu sembri rifiutare l'idea che ci possa essere un limite oltre il quale un paese non puòpiù indebitarsi, avrà difficoltà a rinnovare i titoli in scadenza e andrà al default. Ti basi sul fatto che l'Italia non sia arrivata al default negli ultimi anni per pensare che il default non ci sarà mai.

Risposto da giovanni de sio cesari su 18 Febbraio 2016 a 21:12 Giuseppe Giuseppe sono d’accordo con te che il problema è che non controlliamo la moneta e quindi non possiamo cambiare politica finanziaria da soli (Io facevo un discorso generale ) Occorrerebbe o che l’Europa cambi politica e che l’Italia esca dall’euro. La prima ipotesi è inverosimile perche non conforme alla convinzione e/o all’interesse dei paesi nordici : la seconda sarebbe catastrofica se adottata unilateralmente potrebbe portare perfino al default e non converrebbe a nessuno Quello che sarebbe ragionevole a mio parere sarebbe una dissoluzione programmata e concordata dall’euro Non so se avverrà veramente: pero penso che le condizioni ci siano tutte. e quindi basta poco perche anche inaspettattamente possa avvenire Forse basterebbe anche una sconfitta di Renzi al referendum istituzionale

- 31 -

Giuseppe Ardizzone ha detto: Cari tutti, purtroppo il nostro dibattito interno riflette una situazione avvitata sempre sulle stesse alternative che non vengono di fatto affrontate con risolutezza nè a livello italiano e men che mai a livello europeo: Quando Giovanni invoca la possibilità di un disavanzo di bilancio proprio nei momenti di crisi di un paese per finanziare a debito la ripartenza fa un ragionamento ineccepibile se non ci trovassimo nella mancanza di controllo della moneta . Come affermano molti commentatori e come giustamente ci ricorda sistematicamente Fabio , dal momento in cui siamo entrati nell'area euro è come se ci indebitassimo in una moneta straniera di cui non possiamo decidere i termini . Non possiamo pertanto pensare ad un debito sostenuto dalla Banca centrale ed a un possibile binomio svalutazione inflazione che alla fine potrebbe sostenere la crescita . Non di fronte all'impossibilità di gestire la moneta i paesi dell'area euro corrono il rischio reale di poter fare default e di non riuscire pertanto a sostenere il proprio debito quando i costi diventano insostenibili.Le conseguenze sono facili da immaginare . Quello che dimentichiamo sono tuttavia anche i riuschi di un'inflazione a due cifre e della svalutazione . In quel caso tutti i percettori di stipendio fisso pensione ecce vederebbero ridotto immediatamente il proprio potere d'acquisto così come tutti i risparmiatori vederebbero perdere di valore ai propri risparmi : Quello che tende ad accadere in quel caso è che le ricchezze interen dtendono a spostarsi verso i ceti produttivi e migliora la capacità d'esportazione in seguito alla svalutazione anche se aumenta la difficoltà nel pagamento delle materie prime , semilavorati e costi energetici , Il vantaggio è che tutto sembra accadere senza una volontà politica precisa ed in qualche modo le cose si muovono. Il difetto è che possono muoversi male riducendo ciè l'interesse a salire la scala dell'innovazione e della produttività . In realtà la competitività si realizza attraverso la svalutazione anche del costo del lavoro e del prezzo cpomplesivo delle nostre merci e quindi diventa meno importante la ricerca forte dell'innovazione per attestarsi su produioni ad alto contenuto di lavoro. Quello che non possiamo permetterci dunque all'interno dell'area euro è uno sviluppo guidato da un debito fuori controlloo e questo comporta una difficoltà reale che va affrontata in un unico modo : attraverso un profondo rimescolamento della nostra società.Riforme strutturali , qualità della spesa pubblica , spostamento delle ricchezze dalla rendita alla produzione e riduzione delle differenze sociali spostando altresì ricchezze dai redditi e patrimoni più elevati verso l'innovazione , la costruzione del pilastro della sicurezza del lavoro ecc ecc. Certo non è felice in tal senso l'idea di ridurre la tassazione sulla casa o sulle imprese o addirittura cercare risorse per la riduzione del cuneo fiscale o per l'innovazione senza trovare un corrispettivo verso chi ha più ricchezze . Continuiamo a ripeterci che prima bisogna lottare l'evasione fiscale , gli sprechi e la spending review. Certo ma quante situazioni sono effettivamente realizzabili? Capisco che sia molto impopolare quello che propongo ma non credo che potrà esser evitato :Certo , in altermativa possiamo sempre uscire dall'euro . Evito di affrontare la questione Europa di cui abbiamo già parlato in latra sede e che non riguarda solo il problema Italia.

Risposto da Fabio Colasanti su 19 Febbraio 2016 a 4:48 Trovo l'analisi di Aldo Cazzullo giustissima e equilibrata. http://www.corriere.it/opinioni/16_febbraio_19/monti-renzi-due-idee...

Risposto da Fabio Colasanti su 19 Febbraio 2016 a 11:14 La Stampa di oggi ha un articolo sulla situazione politica italiana nella quale c'è il paragrafo che riporto. "Anche se oggi i rapporti tra i due non sono più quelli di una volta, Giorgio Napolitano e Mario Monti sono stati i protagonisti di una delle operazioni politiche più controverse degli ultimi anni: il «dimissionamento» forzato di Silvio Berlusconi nel novembre del 2011. In quella occasione in tanti ipotizzarono un «concorso» internazionale (da Obama alla Merkel) nella rimozione della «mina» Berlusconi, sta di fatto che ieri sera, quando si era concluso lo scontro in aula tra Renzi e Monti, un senatore renziano ha sussurrato: «Se il professor Monti ha mandanti internazionali per aprire la

- 32 -

strada a qualcun altro, stavolta gli andrà male». A palazzo Chigi qualche sospetto comincia a serpeggiare su possibili movimenti ostili dalle parti di Berlino, Bruxelles, Londra e Washington, un sospetto avvalorato degli editoriali decisamente critici con Renzi, usciti negli ultimi venti giorni su testate come Financial Times, Frankfurter Allgemeine, New York Times." Spero che La Stampa si sbagli. Se fonti di Palazzo Chigi avessero veramente espresso queste idee dovremmo parlare di paranoia e di forte debolezza. Risposte a questa discussione

Risposto da Paolo Borrello su 19 Febbraio 2016 a 21:41 Vorrei approfondire un tema che affrontai alcuni giorni fa. Rilevai che le attività del governo Renzi erano sottoposte a dei vincoli derivanti dall'Unione europea. Uno di questi vincoli è secondo me rappresentato dalla rigidità con la quale si vuole che l'Italia rispetti un determinato valore del rapporto debito pubblico/Pil. Certamente si deve ridurre il debito pubblico italiano ma i ritmi di riduzione possono essere più lenti di quanto vorrebbe la commissione Ue, in considerazione delle caratteristiche del nostro debito, che rende il suo elevato valore meno preoccupante di quanto si potrebbe pensare. Tali mie considerazioni sono state avvalorate da quanto sostenuto da Marco Fortis, professore di economia industriale alla Cattolica di Milano, in un articolo pubblicato da "Il Sole 24 ore". Fortis ha infatti rilevato che innanzitutto l'Italia ridurrà il proprio debito tra il 2017 e il 2026 di 19,9 punti percentuali, portandolo dal 130% al 110,1%, a dimostrazione di un impegno importante assunto dal nostro Paese. Inoltre Fortis ha aggiunto, nell'avvalorare la tesi della relativa pericolosità connessa all'alto debito pubblico, che l'Italia ha una ricchezza privata interna con pochi eguali nel Mondo, uno dei più bassi debiti delle famiglie in rapporto al Pil, una posizione finanziaria netta sull' estero di tutta sicurezza, un basso debito pubblico nelle mani di investitori non residenti. Queste valutazioni di Fortis mi sembrano molto importanti e dovrebbero essere tenute nella giusta considerazione.

Risposto da Fabio Colasanti su 19 Febbraio 2016 a 22:08 Paolo, la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL è effettivamente un vincolo difficile da rispettare per il nostro paese. Probabilmente questo rapporto non si ridurrà nemmeno nel 2016 (il nono anno continuo di aumento di questo rapporto). Ma la richiesta di riduzione non viene dalla Commissione europea, viene da regole sottoscritte dai governi dei paesi dell'eurozona, Italia compresa. Il Fiscal Compact per gli economisti non ha una grande giustificazione. E' un marchingegno politico creato dai governi dell'eurozona per rassicurarsi reciprocamente. Il rispetto delle sue regole - che dipende in maniera limitata dalla discrezionalità di cui dispone la Commissione europea per fare proposte che devono comunque essere validate dai governi - è un problema politico di fiducia tra governi. Ho spiegato in un post recente nella discussione "Europa" che le idee alla base del Fiscal Compact sono condivise da una stragrande maggioranza di paesi e anche dall'Italia quando le ha firmate (il Fiscal Compact è un accordo intergovernamentale tra paesi che è stato deciso all'unanimità e che da pochi poteri alla Commissione europea) e quando le ha inserite nella sua Costituzione meno di quattro anni fa. Paolo Borrello ha detto: Vorrei approfondire un tema che affrontai alcuni giorni fa. Rilevai che le attività del governo Renzi erano sottoposte a dei vincoli derivanti dall'Unione europea. Uno di questi vincoli è secondo me rappresentato dalla rigidità con la quale si vuole che l'Italia rispetti un determinato valore del rapporto debito pubblico/Pil. Certamente si deve ridurre il debito pubblico italiano ma i ritmi di riduzione possono essere più lenti di quanto vorrebbe la commissione Ue, in considerazione delle caratteristiche del nostro debito, che rende il suo elevato valore meno preoccupante di quanto si potrebbe pensare.

- 33 -

Tali mie considerazioni sono state avvalorate da quanto sostenuto da Marco Fortis, professore di economia industriale alla Cattolica di Milano, in un articolo pubblicato da "Il Sole 24 ore". Fortis ha infatti rilevato che innanzitutto l'Italia ridurrà il proprio debito tra il 2017 e il 2026 di 19,9 punti percentuali, portandolo dal 130% al 110,1%, a dimostrazione di un impegno importante assunto dal nostro Paese. Inoltre Fortis ha aggiunto, nell'avvalorare la tesi della relativa pericolosità connessa all'alto debito pubblico, che l'Italia ha una ricchezza privata interna con pochi eguali nel Mondo, uno dei più bassi debiti delle famiglie in rapporto al Pil, una posizione finanziaria netta sull' estero di tutta sicurezza, un basso debito pubblico nelle mani di investitori non residenti. Queste valutazioni di Fortis mi sembrano molto importanti e dovrebbero essere tenute nella giusta considerazione.

Risposto da giovanni de sio cesari su 21 Febbraio 2016 a 10:47 Ezio Il problema è che nei momenti di crisi imporre un tetto prefissato con la riduzione della spesa pubblica /e o aumento delle tasse (addirittura un mitico pareggia di bilancio) aggrava ulteriormente la crisi ( come costata non solo la casalinga di Voghera quando fa la spesa , lo dicevano anche i premi Nobel nel famoso appello ad Obama) Il problema dell’italia pero è che usa una moneta che non controlla. e quindi non puo giovarsi del fisiologico aumento dell’inflazione e quindi rischierebbe teoricamente il default ( come nel 2011) Capisco che la inflazione non è cosa buona ma io preferirei l’inflazione della moneta a quella del lavoro ( come si è detto efficacemente) : sono abbastanza vecchio per ricordare che l’epoca della inflazione a due cifre era una età dell’oro rispetto alla presente Ma una diversa politica finanziaria incontra l’opposizione di altri paesi perche non confacente alla laro economia e/o mentalità Allora o si adotta una politica che medi fra tutte le esigenze o si dissolve l’euro Io penso piu probabile la seconda eventualita come spesso ho ripetuto Ezio Ferrero ha detto: Il problema del debito non è tanto la sua dimensione assoluta, ma il rapporto con il PIL. Il grande problema dell'Italia nella crisi è stata la drastica diminuzione del PIL (maggiore della media UE), non l'aumento del debito (molto inferiore alla media UE). Rispetto alla sostenibilità futura del debito, che è quello cui guardano i mercati, conta far scendere il rapporto. Nella politica economica del Governo, in cui non c'è solo Renzi, ma c'è Padoan che non credo sia uno yes man e che penso si dimetterebbe se fosse in profondo disaccordo con le politiche economiche, secondo me c'è una coerenza: puntare alla crescita del PIL per stabilizzare e poi diminuire il rapporto debito/PIL. Penso che siamo tutti abbastanza d'accordo che occorra più incisività nella riduzione della spesa pubblica (e nella sua riqualificazione). Penso siamo anche tutti d'accordo che: è molto molto complicato. Basta vedere quello che succede appena c'è una vaga possibilità di intervento su qualche spesa: si pensi alla questione delle pensioni di reversibilità in questi giorni richiede tempi lunghi: sia perchè ci sono le lobby, sia perchè è oggettivamente complesso, sia perchè ci sono costi politici e sociali da mettere in conto e che vanno necessariamente "spalmati" nel tempo C'è poi un altro fatto, secondo me ancora più importante: è assolutamente necessario che i cittadini vedano e tocchino con mano i risultati delle riforme, per avere la loro disponibilità ad andare avanti con le stesse. Se così non fosse si sarebbe solo steso un tappeto rosso a Salvini o Casaleggio. La mia opinione è che le politiche economiche del governo tentino di fare questo: forzare su riforme a costo economico e sociale zero (quelle istituzionali), andare cauti con quelle che hanno costi economico/sociali diversi da zero, fare il possibile per favorire e supportare la crescita, cioè il denominatore del rapporto debito/PIL, in modo che questo si stabilizzi prima e poi diminuisca, dando quindi un segnale di sostenibilità del debito stesso verso i mercati e segnali di fiducia verso l'interno (occorre ricordare che quello che manca molto all'Italia per una ripresa sono i consumi interni). Se guardo ai provvedimenti economici del governo con quest'ottica vedo una sostanziale coerenza: riforme (istituzionali, jobs act, PA), stimolo (80 euro, decontribuzione per assunzioni, bonus), segnali sulla riduzione della spesa (auto blu, province, tetti alla spesa sanitaria, ANAC). E' chiaro che è una operazione di estremo ed instabile equilibrismo, per diverse ragioni: lo scenario economico internazionale è molto volatile

- 34 -

lo scenario politico e strategico internazionale è complicatissimo i numeri in parlamento sono quelli che sono le fibrillazioni dentro il pd sono continue (ed i temi europei vengono usati come clava) Francamente faccio fatica a vedere delle alternative praticabili: una continuazione delle politiche draconiane di innalzamento della pressione fiscale alla Monti avrebbe forse causato la morte del paziente, certamente avrebbe determinato un trionfo di Lega e/o M5S alle prossime elezioni; un fortissimo attacco alla spesa pubblica causerebbe la rivolta contemporanea di tutte le lobby italiche, l'esplosione del PD e, anche in questo caso, un probabile trionfo elettorale di Lega e/o M5S; una politica fortemente espansiva a deficit, stile Obama o Rajoy, non possiamo permettercela e poi causerebbe possibili problemi sui mercati, certamente interventi pesantissimi della UE. La strada mi sembra abbastanza obbligata e percorsa con ragionevole coerenza. E in questa coerenza metto anche lo "scontro" in atto con la UE. Tutto ciò al netto delle "stile" del PdC, che è un altro discorso e che, personalmente, ritengo comunque un elemento necessario: difficilmente si riesce a rompere uno status quo con il bon ton e chiedendo sommessamente il permesso a coloro che da questa rottura hanno da perderci qualcosa.

Risposto da Antonino Andaloro su 22 Febbraio 2016 a 19:37 Quello che non capirò mai è il voler infilare il rapporto PIL / debito pubblico in tutte le azioni governative, in maniera coercitiva. Si parla di efficienza della P.A., e via con la spending review e via con i tagli lineari a costo di dover chiudere di centri di eccellenza,nella sanità. Si parla di spesa pubblica e via applichiamo il Fiscal compact a occhi chiusi. Mi domando se in tutto questo, c'è un membro della finanza, del parlamento che protegga le piccole realtà, che tuteli quella Italia che và avanti a colpi di mutui, di prestiti e che non hanno la possibilità di ripagarsi il debito contratto nei tempi previsti. Mi domando, se siamo ancora capaci come paese di capire le difficoltà in cui versano le numerose P.I. a causa dell'alto tasso di imposizione fiscale.

Risposto da Arturo Hermann su 22 Febbraio 2016 a 22:49 Salve, il problema non è l'ammontare del debito pubblico: questo è elevato ovunque e non sarà mai restituito, e il sistema bancario e finanziario lo sa benissimo. Il problema vero, ed il vero interesse del club dei creditori, è l'enorme ammontare di pagamenti per interessi, che ci costringono ad un notevole avanzo primario e deprimono così l'economia. L'obiettivo è quindi rendere il debito sostenibile, cioè fare in modo che la sua quota sul PIL non aumenti. Ciò si realizza se il tasso di crescita del PIL reale è maggiore del tasso di interesse reale e della quota del disavanzo primario sul PIL. Quindi è assolutamente necessario che i tassi di interesse siano bassi in permanenza, anche per rilanciare gli investimenti, e quindi aumentare il PIL. Debt of General Government, as a Percentage of GDP

Nations Year 2012 Australia 56,3 Austria 85,2 Belgium 106,4 Canada 109,7 Chile 18,7 Czech Republic 55,7 Denmark 59,3 Estonia 13,2

- 35 -

Finland 64,5 France 109,3 Germany 88,5 Greece 164,2 Hungary 89,6 Iceland na Ireland 125,7 Israel 80,0 Italy 141,7 Japan 235,8 Korea 37,5 Luxembourg 30,1 Mexico na Netherlands 82,7 Norway 34,7 Poland 62,3 Portugal 127,8 Slovak Republic 56,8 Slovenia 61,4 Spain 92,8 Sweden 48,8

Switzerland 46,1 (2011)

Turkey 46,3 United Kingdom 101,5 United States 123,0

Source: Based on data from "Financial Indicators – Stocks"http://stats.oecd.org/Index.aspx?DataSetCode=FIN_IND_FBS in OECD.StatExtracts http://stats.oecd.org/, accessed on (date)

Risposto da Antonino Andaloro su 23 Febbraio 2016 a 7:01 Perchè non fare in modo di unificare in Europa, l'imposta sul valore aggiunto (IVA) ? L'IVA alla fine la paga solo il consumatore, visto che l'impresa la può detrarre e pagarne solo una minima differenza sull'ammontare.

Risposto da Alessandro Bellotti su 23 Febbraio 2016 a 13:29 Antonino, la risposta alle tue domande è NO. Come ho già spiegato varie volte, l'Italia è l'unico paese al mondo dove una PMI può chiudere il bilancio con utile e andare in perdita dopo aver pagato le tasse. La cruda realtà è che in Italia le PMI non si possono autofinanziare. Quindi si è costretti ad andare in banca a prendere soldi. Renzi sta raccontando al paese un sacco di balle. Vedremo ad aprile quanto sarà la crescita del paese. Nell'ultimo trimestre 2015 0,1 %. Se dobbiamo crescere del 1,5% dovremmo fare almeno un +0,4% nel primo trimestre. Il vero sviluppo del paese si fa semplicemente copiando cosa accade negli altri paesi europei che contano.

- 36 -

Purtuppo la realta è molto diversa da quella dipinta da Renzi. La realtà e che, forse, riavremo il PIL del 2007 nel 2034. Questo perchè si continua a buttare soldi. Quindi si preferiscono tagli ai servizi alla revisione di spesa. Si lasciano inalterati i costi della politica pur sapendo che tali costi sono ingiustificati. Si bara spudoratamente con l'elenco delle opere incompiute. Questa l'ultima chicca del governo Renzi. Quello che invece conta, a livello di propaganda, è che il M5S ha affossato la Cirinnà perchè i ragazzotti si sono rifiutati di aderire al cangurone...Non si entra nel merito dei diritti delle coppie di varia natura.. Memorabile la battuta di Grillo: con la Cirinnà il PD si è comportato con il M5S come chi fa la mano morta in autobus: se ci sta il malcapitato (spesso ovviamente la malcapitata) il molestatore va avanti altrimenti, il molestatore ti accusa che ti sei appoggiato.... Antonino Andaloro ha detto: Quello che non capirò mai è il voler infilare il rapporto PIL / debito pubblico in tutte le azioni governative, in maniera coercitiva. Si parla di efficienza della P.A., e via con la spending review e via con i tagli lineari a costo di dover chiudere di centri di eccellenza,nella sanità. Si parla di spesa pubblica e via applichiamo il Fiscal compact a occhi chiusi. Mi domando se in tutto questo, c'è un membro della finanza, del parlamento che protegga le piccole realtà, che tuteli quella Italia che và avanti a colpi di mutui, di prestiti e che non hanno la possibilità di ripagarsi il debito contratto nei tempi previsti. Mi domando, se siamo ancora capaci come paese di capire le difficoltà in cui versano le numerose P.I. a causa dell'alto tasso di imposizione fiscale.

Risposto da Cristina Favati su 23 Febbraio 2016 a 14:19 Alessandro, ti prego di evitare di scrivere certe cose, senza provarle, su un circolo del PD. Non siamo il blog di Grillo, dove certamente se tu fossi un sostenitore del PD saresti immediatamente bannato, però a tutto c'è un limite. Sulla Cirinnà spero che la Senatrice pubblichi gli sms. http://www.unita.tv/focus/di-maio-nega-accordi-sul-canguro-cirinna-... Alessandro Bellotti ha detto: Antonino, la risposta alle tue domande è NO. Come ho già spiegato varie volte, l'Italia è l'unico paese al mondo dove una PMI può chiudere il bilancio con utile e andare in perdita dopo aver pagato le tasse. La cruda realtà è che in Italia le PMI non si possono autofinanziare. Quindi si è costretti ad andare in banca a prendere soldi. Renzi sta raccontando al paese un sacco di balle. Vedremo ad aprile quanto sarà la crescita del paese. Nell'ultimo trimestre 2015 0,1 %. Se dobbiamo crescere del 1,5% dovremmo fare almeno un +0,4% nel primo trimestre. Il vero sviluppo del paese si fa semplicemente copiando cosa accade negli altri paesi europei che contano. Purtuppo la realta è molto diversa da quella dipinta da Renzi. La realtà e che, forse, riavremo il PIL del 2007 nel 2034. Questo perchè si continua a buttare soldi. Quindi si preferiscono tagli ai servizi alla revisione di spesa. Si lasciano inalterati i costi della politica pur sapendo che tali costi sono ingiustificati. Si bara spudoratamente con l'elenco delle opere incompiute. Questa l'ultima chicca del governo Renzi. Quello che invece conta, a livello di propaganda, è che il M5S ha affossato la Cirinnà perchè i ragazzotti si sono rifiutati di aderire al cangurone...Non si entra nel merito dei diritti delle coppie di varia natura.. Memorabile la battuta di Grillo: con la Cirinnà il PD si è comportato con il M5S come chi fa la mano morta in autobus: se ci sta il malcapitato (spesso ovviamente la malcapitata) il molestatore va avanti altrimenti, il molestatore ti accusa che ti sei appoggiato.... Antonino Andaloro ha detto:

- 37 -

Quello che non capirò mai è il voler infilare il rapporto PIL / debito pubblico in tutte le azioni governative, in maniera coercitiva. Si parla di efficienza della P.A., e via con la spending review e via con i tagli lineari a costo di dover chiudere di centri di eccellenza,nella sanità. Si parla di spesa pubblica e via applichiamo il Fiscal compact a occhi chiusi. Mi domando se in tutto questo, c'è un membro della finanza, del parlamento che protegga le piccole realtà, che tuteli quella Italia che và avanti a colpi di mutui, di prestiti e che non hanno la possibilità di ripagarsi il debito contratto nei tempi previsti. Mi domando, se siamo ancora capaci come paese di capire le difficoltà in cui versano le numerose P.I. a causa dell'alto tasso di imposizione fiscale.

Risposto da mariella alois su 23 Febbraio 2016 a 14:31 Alessandro È proprio vero che il tuo amore per i pentastellati e' cieco, sordo e muto. Ma come si fa a difenderlo anche nel caso del Ddl sulle unioni civili? E arrivi persino a definire memorabile la battuta di Grillo e ripeterla qui soddisfatto?

Risposto da Alessandro Bellotti su 23 Febbraio 2016 a 16:01 Una battuta è una battuta. E va presa come tale. Resta il problema che il M5S si è opposto non al DDL sulle unioni civili, come Renzi vuol far credere, ma al cangurone che è una prassi indegna di un paese civile. Non ho amore per la politica italiana, M5S compreso. La battuta di Grillo può o no piacere ma, secondo il mio pensiero, rende l'idea di cosa è veramente successo. Non pensavo e penso di aver offeso nessuno ma se qualcuno si sente offeso chiedo scusa. Rimane comunque il problema che il DDL sulle unioni civili non è passato anche perchè il PD è diviso sulla questione adozioni che invece aveva il pieno supporto dal M5S che hanno semplicemente chiesto la discussione parlamentare. Questi sono i fatti. Mi mancava la storia degli sms. Che potrebbero essere a questo punto resi pubblici dalla stessa Cirinnà. Non sostengo nulla Cristina. Ho solo riportato la battuta di Grillo. Richiedo scusa se ho offeso qualcuno. E' ovvio che siamo su un circolo PD e certe cose non dovrei scriverle. Alle volte lo faccio nella speranza di smuovere qualche considerazione o qualche pensiero. Trovo invece spesso un allineamento al renziano pensiero che alcune volte mi turba assai. Sono in verità molto preoccupato di come e da chi siamo governati.

Risposto da Cristina Favati su 23 Febbraio 2016 a 16:25 Scusa Alessandro, ma imputare al nostro circolo di non produrre "pensieri" mi sembra davvero scorretto. Hai mai seguito la discussioni degli iscritti? Sull'economia, sull'Europa, su mille altri temi? Dove le trovi allineate e prive di pensieri? Trovo invece che non sia facile trovare un luogo dove si produce politica come il nostro circolo. Credo che sia solo per quello che tu ci resti ancora. Alessandro Bellotti ha detto: Una battuta è una battuta. E va presa come tale. Resta il problema che il M5S si è opposto non al DDL sulle unioni civili, come Renzi vuol far credere, ma al cangurone che è una prassi indegna di un paese civile.

- 38 -

Non ho amore per la politica italiana, M5S compreso. La battuta di Grillo può o no piacere ma, secondo il mio pensiero, rende l'idea di cosa è veramente successo. Non pensavo e penso di aver offeso nessuno ma se qualcuno si sente offeso chiedo scusa. Rimane comunque il problema che il DDL sulle unioni civili non è passato anche perchè il PD è diviso sulla questione adozioni che invece aveva il pieno supporto dal M5S che hanno semplicemente chiesto la discussione parlamentare. Questi sono i fatti. Mi mancava la storia degli sms. Che potrebbero essere a questo punto resi pubblici dalla stessa Cirinnà. Non sostengo nulla Cristina. Ho solo riportato la battuta di Grillo. Richiedo scusa se ho offeso qualcuno. E' ovvio che siamo su un circolo PD e certe cose non dovrei scriverle. Alle volte lo faccio nella speranza di smuovere qualche considerazione o qualche pensiero. Trovo invece spesso un allineamento al renziano pensiero che alcune volte mi turba assai. Sono in verità molto preoccupato di come e da chi siamo governati.

Risposto da giorgio varaldo su 23 Febbraio 2016 a 17:01 La critica costruttiva e' la ricchezza di ogni orgsnizzaziihe sia essa politica imprenditotiale o associaziohe di tempo libero. Per essere costruttiva deve esser basata sui fatti. Se affermo " su questo punto il PD sbaglia " ed elenco le motivazioni per le quali ritengo sbagli e' una critica cietruttivs Se affermo " il governo sbaglia " senza documentare le motivazioni sto facendo critica non costruttiva Se affermo " il governo sbaglia e il partito xy no " sempre senza documentare le motivazioni faccio solo propaganda per giunta contraria al partito al quale il circolo appartiene. E sempre secondo il mio modesto parere il primo comportamento e' utile al circolo gli altri due no. Il terzo poi sarebbe' da bannare. Quindi siano benvenute tutte le critiche costruttive! Risposte a questa discussione

Risposto da Antonino Andaloro su 23 Febbraio 2016 a 18:10 Fare un bilancio del governo delle larghe intese ? Sarei più propenso a chiederci, cosa avrebbe potuto fare il PD attuale da solo, senza il condizionamento di NCD, e senza il patto del nazareno. Perchè è attraverso la gestione responsabile e diretta che si capisce la natura di un partito, finora il PD si è dovuto imbarcare anche i mal di pancia di altri partiti, e difenderne l'immagine, fatto molto ambiguo.

Risposto da Cristina Favati su 23 Febbraio 2016 a 18:35 Anch'io aspetto che il PD governi da solo al prossimo giro. A questo era impossibile, avendo perso le elezioni. Antonino Andaloro ha detto: Fare un bilancio del governo delle larghe intese ? Sarei più propenso a chiederci, cosa avrebbe potuto fare il PD attuale da solo, senza il condizionamento di NCD, e senza il patto del nazareno. Perchè è attraverso la gestione responsabile e diretta che si capisce la natura di un partito, finora il PD si è dovuto imbarcare anche i mal di pancia di altri partiti, e difenderne l'immagine, fatto molto ambiguo.

- 39 -

Risposto da Paolo Borrello su 23 Febbraio 2016 a 18:44 Anche io ho evidenziato che il governo è sottoposto a dei condizionamenti e a vincoli bene precisi. Io ho preso in considerazione soprattutto vincoli derivanti dalle politiche promosse dall'Unione europea. Sono d'accordo nel riconoscere che altri vincoli derivano dal tipo di maggioranza che sostiene il governo e, aggiungo, dal tipo di minoranza interna ai gruppi del Pd. Ma se si ritiene che siano particolarmente importanti i vincoli del secondo tipo, tanto da giustificare completamente le iniziative non ritenute condivisibili portate avanti dal governo, allora occorrerebbe essere conseguenti e proporre di andare subito ad elezioni anticipate o no?

Risposto da giorgio varaldo su 23 Febbraio 2016 a 18:49 Con i voti presi grazie alla sconfitta ops non vittoria di bersani il PD ha fatto il governo letta assieme a FI e NCD. Avrebbe potuto agire diversamente? Si poteva fare un governo con M5S ma i grillini non ne hanno voluto sentir neanche parlare ed in diretta streaming hanno preso per i fondelli il povero bersani. Oggi dopo che il M5S ha perso quasi meta' dei senatori NON esiste alternativa di sinistra. Cmq con quello che c'era a disposizione si sono fatte molte importanti riforme. E non mi pare un risultato da poco. Antonino Andaloro ha detto: Fare un bilancio del governo delle larghe intese ? Sarei più propenso a chiederci, cosa avrebbe potuto fare il PD attuale da solo, senza il condizionamento di NCD, e senza il patto del nazareno. Perchè è attraverso la gestione responsabile e diretta che si capisce la natura di un partito, finora il PD si è dovuto imbarcare anche i mal di pancia di altri partiti, e difenderne l'immagine, fatto molto ambiguo.

Risposto da Cristina Favati su 23 Febbraio 2016 a 20:38 Per Alessandro: http://www.unita.tv/focus/i-grillini-erano-favorevoli-al-canguro-ec... E com'è possibile fidarsi di loro?

Risposto da Antonino Andaloro su 23 Febbraio 2016 a 22:29 Cristina, se il PD aveva perso le elezioni, gli altri partiti che hanno dettato legge, li avevano vinte ? Messi assieme hanno formato un governo di transizione, ma comunque un governo di perdenti. Cristina Favati ha detto: Anch'io aspetto che il PD governi da solo al prossimo giro. A questo era impossibile, avendo perso le elezioni. Antonino Andaloro ha detto: Fare un bilancio del governo delle larghe intese ?

- 40 -

Sarei più propenso a chiederci, cosa avrebbe potuto fare il PD attuale da solo, senza il condizionamento di NCD, e senza il patto del nazareno. Perchè è attraverso la gestione responsabile e diretta che si capisce la natura di un partito, finora il PD si è dovuto imbarcare anche i mal di pancia di altri partiti, e difenderne l'immagine, fatto molto ambiguo.

Risposto da Cristina Favati su 23 Febbraio 2016 a 23:19 Non capisco con quale criterio tu chiami questo un governo di perdenti. Non mi pare proprio.... Antonino Andaloro ha detto: Cristina, se il PD aveva perso le elezioni, gli altri partiti che hanno dettato legge, li avevano vinte ? Messi assieme hanno formato un governo di transizione, ma comunque un governo di perdenti. Cristina Favati ha detto: Anch'io aspetto che il PD governi da solo al prossimo giro. A questo era impossibile, avendo perso le elezioni. Antonino Andaloro ha detto: Fare un bilancio del governo delle larghe intese ? Sarei più propenso a chiederci, cosa avrebbe potuto fare il PD attuale da solo, senza il condizionamento di NCD, e senza il patto del nazareno. Perchè è attraverso la gestione responsabile e diretta che si capisce la natura di un partito, finora il PD si è dovuto imbarcare anche i mal di pancia di altri partiti, e difenderne l'immagine, fatto molto ambiguo.

Risposto da Fabio Colasanti su 24 Febbraio 2016 a 3:43 I due governi che abbiamo avuto dal 2013 ad oggi sono stati governi del PD che hanno fatto cose che erano nel programma del PD, ma che non hanno potuto fare tutto quello che era nel loro programma a causa della necessità di cercare l'appoggio di altri partiti. Il governo attuale ha impresso un'accelerazione fortissima al processo di riforma. Non vedo proprio come lo si possa definire un "governo di perdenti". Tu puoi avere tutti i dubbi che vuoi, ma la stragrande maggioranza degli elettori PD sono giustamente soddisfatti dell'azione di questo governo (me compreso, nonostante le differenze fondamentali che ho con la strategia del megafono adottata da questo governo nei confronti delle istituzioni europee e gli altri paesi dell'Ue). DI questo ne devi tener conto. Nei sondaggi il PD è il primo partito italiano. Antonino Andaloro ha detto: Cristina, se il PD aveva perso le elezioni, gli altri partiti che hanno dettato legge, li avevano vinte ? Messi assieme hanno formato un governo di transizione, ma comunque un governo di perdenti. Cristina Favati ha detto: Anch'io aspetto che il PD governi da solo al prossimo giro. A questo era impossibile, avendo perso le elezioni. Antonino Andaloro ha detto: Fare un bilancio del governo delle larghe intese ? Sarei più propenso a chiederci, cosa avrebbe potuto fare il PD attuale da solo, senza il condizionamento di NCD, e senza il patto del nazareno. Perchè è attraverso la gestione responsabile e diretta che si capisce la natura di un partito, finora il PD si è dovuto imbarcare anche i mal di pancia di altri partiti, e difenderne l'immagine, fatto molto ambiguo.

- 41 -

Risposto da Antonino Andaloro su 24 Febbraio 2016 a 7:30 E quindi ? Le riforme, possono soddisfare chi, quali persone ? l'INDICIZZAZIONE delle pensioni e il blocco degli stipendi( ci sono categorie che non vedono un euro di aumento da anni) possono soddisfare le fasce medio basse, con i prezzi dei consumi che rimangono invariati e che negli ultimi mesi stanno di nuovo risalendo ? Gli enti locali in alcuni casi sono stati costretti a raddoppiare la tassa dei rifiuti(tari) come si fà ad essere soddisfatti ? Se si vuole toccare la tasca degli italiani solo per prelevare e fare cassa, saranno pochi a dire OK, andiamo avanti con questi governi. Fabio Colasanti ha detto: I due governi che abbiamo avuto dal 2013 ad oggi sono stati governi del PD che hanno fatto cose che erano nel programma del PD, ma che non hanno potuto fare tutto quello che era nel loro programma a causa della necessità di cercare l'appoggio di altri partiti. Il governo attuale ha impresso un'accelerazione fortissima al processo di riforma. Non vedo proprio come lo si possa definire un "governo di perdenti". Tu puoi avere tutti i dubbi che vuoi, ma la stragrande maggioranza degli elettori PD sono giustamente soddisfatti dell'azione di questo governo (me compreso, nonostante le differenze fondamentali che ho con la strategia del megafono adottata da questo governo nei confronti delle istituzioni europee e gli altri paesi dell'Ue). DI questo ne devi tener conto. Nei sondaggi il PD è il primo partito italiano. Antonino Andaloro ha detto: Cristina, se il PD aveva perso le elezioni, gli altri partiti che hanno dettato legge, li avevano vinte ? Messi assieme hanno formato un governo di transizione, ma comunque un governo di perdenti. Cristina Favati ha detto: Anch'io aspetto che il PD governi da solo al prossimo giro. A questo era impossibile, avendo perso le elezioni. Antonino Andaloro ha detto: Fare un bilancio del governo delle larghe intese ? Sarei più propenso a chiederci, cosa avrebbe potuto fare il PD attuale da solo, senza il condizionamento di NCD, e senza il patto del nazareno. Perchè è attraverso la gestione responsabile e diretta che si capisce la natura di un partito, finora il PD si è dovuto imbarcare anche i mal di pancia di altri partiti, e difenderne l'immagine, fatto molto ambiguo.

Risposto da Fabio Colasanti su 24 Febbraio 2016 a 8:21 Antonino, francamente il tuo giudizio è deludente. In questa discussione abbiamo indicato le tante cose che il governo ha fatto, lo abbiamo criticato per quelle che non ha fatto e abbiamo criticato tante cose che, secondo alcuni, erano state fatte in maniera insoddisfacente. Tu ignori tutte queste discussioni e liquidi l'azione del governo come un "mettere le mani nelle tasche degli italiani per fare cassa". Ma c'è una cosa che sicuramente questo governo non ha fatto, e questa è "mettere le mani nelle tasche degli italiani". Un'affermazione del genere riferita all'insieme dell'azione del governo è semplicemente non corrispondente alla realtà. Una critica che alcuni fanno a questo governo - io compreso - e di prevedere dei disavanzi ancora troppo alti. Il fatto che ci sia un disavanzo di bilancio significa che lo stato leva dalle tasche degli italiani con le tasse meno di quanto mette nelle tasche degli italiani come spese. Questa è matematica pura. Quindi l'affermazione che questo governo starebbe "mettendo le mani nelle tasche degli italiani" è sbagliata. Anzi, il governo sta ancora distribuendo troppo. Ma il governo ha fatto mille altre cose che non sto a ripetere perché le abbiamo discusse tante volte. Possono non piacerti, puoi criticarle, ma non puoi far finta che non siano state fatte.

- 42 -

Antonino Andaloro ha detto: E quindi ? Le riforme, possono soddisfare chi, quali persone ? l'INDICIZZAZIONE delle pensioni e il blocco degli stipendi( ci sono categorie che non vedono un euro di aumento da anni) possono soddisfare le fasce medio basse, con i prezzi dei consumi che rimangono invariati e che negli ultimi mesi stanno di nuovo risalendo ? Gli enti locali in alcuni casi sono stati costretti a raddoppiare la tassa dei rifiuti(tari) come si fà ad essere soddisfatti ? Se si vuole toccare la tasca degli italiani solo per prelevare e fare cassa, saranno pochi a dire OK, andiamo avanti con questi governi. Fabio Colasanti ha detto: I due governi che abbiamo avuto dal 2013 ad oggi sono stati governi del PD che hanno fatto cose che erano nel programma del PD, ma che non hanno potuto fare tutto quello che era nel loro programma a causa della necessità di cercare l'appoggio di altri partiti. Il governo attuale ha impresso un'accelerazione fortissima al processo di riforma. Non vedo proprio come lo si possa definire un "governo di perdenti". Tu puoi avere tutti i dubbi che vuoi, ma la stragrande maggioranza degli elettori PD sono giustamente soddisfatti dell'azione di questo governo (me compreso, nonostante le differenze fondamentali che ho con la strategia del megafono adottata da questo governo nei confronti delle istituzioni europee e gli altri paesi dell'Ue). DI questo ne devi tener conto. Nei sondaggi il PD è il primo partito italiano. Antonino Andaloro ha detto: Cristina, se il PD aveva perso le elezioni, gli altri partiti che hanno dettato legge, li avevano vinte ? Messi assieme hanno formato un governo di transizione, ma comunque un governo di perdenti.

Risposto da Alessandro Bellotti su 24 Febbraio 2016 a 8:48 Cristina, questa è la risposta ufficiale e quindi la posizione ufficiale del M5S riguardo la Cirinnà. http://www.beppegrillo.it/2016/02/il_m5s_e_le_unioni_civili.html Ci sarebbero stati i tempi per votare la Cirinnà senza canguro.... Sembra che il PD non abbia voluto i voti del M5S ma, per ovvie ragioni di opportunità politica, Renzi abbia scelto di castrare la legge per avere l'appoggio di Alfano & C. Almeno questo è quello che pensano Di Maio e soci...E, ovviamente, tutti i simpatizzanti M5S e non solo. Fra l'altro l'emendamento Marcucci è stato giudicato inamissibile e quindi non votabile in senato. Quindi sembra davvero che il PD stia facendo propaganda. Cristina Favati ha detto: Per Alessandro: http://www.unita.tv/focus/i-grillini-erano-favorevoli-al-canguro-ec... E com'è possibile fidarsi di loro?

Risposto da Cristina Favati su 24 Febbraio 2016 a 9:41

- 43 -

Caro Alessandro, Grillo può dire quello che vuole. Questo è il testo dell'sms inviato al cellulare di Monica Cirinnà dal senatore dei 5S. Tutti gli Italiani lo stanno leggendo in queste ore e pure i vostri elettori. L'accordo è stato disatteso da parte loro. Poi è ovvio che si è dovuto cercare un compromesso per far passare la legge ed ovviamente lo si è cercato nella maggioranza di governo. In ogni caso personalmente trovo giusto che la stepchild sia inserita in un'apposita legge sulle adozioni da fare rapidamente e il cui testo è già stato depositato. Non si può giocare sulla pelle dei bambini passati, presenti e futuri per puro tornaconto politico. In questo articolo del Il Fatto quotidiano (lo leggono vero i sostenitori del movimento?) si scrive questo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/23/unioni-civili-e-la-fine-. Risposte a questa discussione

Risposto da Alessandro Bellotti su 24 Febbraio 2016 a 10:06 Cristina, o il M5S prende in giro i propri simpatizzanti oppure è il PD che prende in giro i propri. Questo indipendentemente da cosa scrivono i giornalisti del Fatto e dell'Unità. Ora, se è vero che la Presidenza del senato ha giudicato inamissibile il DDL Marcucci di cosa stai discutendo ? Degli SMS scambiati con nessun valore politico in quanto DDL Marcucci non votabile in aula ? Se la presidenza del senato ha stabilito che non c'è ostruzione per il DDL Cirinnà e quindi sono inamissibili i 'canguri' allora è Renzi che racconta balle al paese e ovviamente prende in giro sopratutto i propri sostenitori e la stessa Cirinnà. Trovo in ogni caso giusto anch'io che si possa discutere su una legge delle adozioni. Grillo non c'entra. C'entra la presidenza del senato.

- 44 -

Risposto da Cristina Favati su 24 Febbraio 2016 a 10:46 Puoi evitare di esprimerti dicendo che "Renzi racconta balle al paese e prende in giro i propri sostenitori"? Proprio non ce la fai, eh? Alessandro Bellotti ha detto: Cristina, o il M5S prende in giro i propri simpatizzanti oppure è il PD che prende in giro i propri. Questo indipendentemente da cosa scrivono i giornalisti del Fatto e dell'Unità. Ora, se è vero che la Presidenza del senato ha giudicato inamissibile il DDL Marcucci di cosa stai discutendo ? Degli SMS scambiati con nessun valore politico in quanto DDL Marcucci non votabile in aula ? Se la presidenza del senato ha stabilito che non c'è ostruzione per il DDL Cirinnà e quindi sono inamissibili i 'canguri' allora è Renzi che racconta balle al paese e ovviamente prende in giro sopratutto i propri sostenitori e la stessa Cirinnà. Trovo in ogni caso giusto anch'io che si possa discutere su una legge delle adozioni. Grillo non c'entra. C'entra la presidenza del senato.

Risposto da giorgio varaldo su 24 Febbraio 2016 a 11:53 Andare a votare? No almeno sino a che non sara' completata la riforma del senato Paolo Borrello ha detto: Anche io ho evidenziato che il governo è sottoposto a dei condizionamenti e a vincoli bene precisi. Io ho preso in considerazione soprattutto vincoli derivanti dalle politiche promosse dall'Unione europea. Sono d'accordo nel riconoscere che altri vincoli derivano dal tipo di maggioranza che sostiene il governo e, aggiungo, dal tipo di minoranza interna ai gruppi del Pd. Ma se si ritiene che siano particolarmente importanti i vincoli del secondo tipo, tanto da giustificare completamente le iniziative non ritenute condivisibili portate avanti dal governo, allora occorrerebbe essere conseguenti e proporre di andare subito ad elezioni anticipate o no?

Risposto da Antonino Andaloro su 24 Febbraio 2016 a 13:23 Fabio, i governi sanno che quanto sarà tagliato agli enti locali, il corrispondente sarà reintegrato dai contribuenti e dai cittadini che usufruiscono dei servizi.

Risposto da giorgio varaldo su 24 Febbraio 2016 a 13:44 Ma gli enti locali debbono mantenere tutto il personale attualmente in forza? Prenfiamo ad esempio il comune di comitini in provincia di agrigento per 960 abitanti ha 6 vigili urbani e 60 dipendenti. Moimacco dove abito ha 1600 abitanti un vigile urbano e meno di dieci dipendenti

- 45 -

Certo i comuni possono assumere quanti dipendenti vogliono basta che se li paghino gli abitanti ( e non rompano le scatole) Antonino Andaloro ha detto: Fabio, i governi sanno che quanto sarà tagliato agli enti locali, il corrispondente sarà reintegrato dai contribuenti e dai cittadini che usufruiscono dei servizi.

Risposto da Alessandro Bellotti su 24 Febbraio 2016 a 14:46 Mi sento davvero preso in giro, Cristina. Vedo il paese alla deriva, sempre più. I dati di dicembre 2015 relativi alla produzione industriale ci dicono -0,7%. Chi vuole sopravvivere, in Italia, deve trovarsi mercati lontani o lontanissimi. Abbiamo perso in soli 4 anni quasi il 9% della produzione industriale mentre la Germania vanta un surplus commerciale assurdo. Quando sento parlare Renzi di fiducia, di successo delle sue politiche, di ripartenza del paese mi sento preso in giro e penso certamente che chi è davvero preso in giro siano proprio i sostenitori di Renzi. Sembra di assistere al miglior Berlusconi del passato. Non voglio certamente offendere nessuno e capisco benissimo che questo è un circolo PD. Spero sempre che a fronte di critiche pesanti (non solo mie ovviamente) chi ci governa si decida a far davvero qualcosa per il paese. Questo è lo spirito del mio a volte incompreso e irritante sarcasmo. Rimangono in primo piano i fatti e i risultati. Ci sono i dati spesso bugiardi del governo (come quello sulle opere incompiute del paese...) che contrastano con la realtà del paese. Ci sono i dati che non ci sono. Come quelli relativi al 'successo' di EXPO 2016. Dati che non avremo mai e mai sapremo quanti soldi abbiamo buttato. Cristina Favati ha detto: Puoi evitare di esprimerti dicendo che "Renzi racconta balle al paese e prende in giro i propri sostenitori"? Proprio non ce la fai, eh? Alessandro Bellotti ha detto: Cristina, o il M5S prende in giro i propri simpatizzanti oppure è il PD che prende in giro i propri. Questo indipendentemente da cosa scrivono i giornalisti del Fatto e dell'Unità. Ora, se è vero che la Presidenza del senato ha giudicato inamissibile il DDL Marcucci di cosa stai discutendo ? Degli SMS scambiati con nessun valore politico in quanto DDL Marcucci non votabile in aula ? Se la presidenza del senato ha stabilito che non c'è ostruzione per il DDL Cirinnà e quindi sono inamissibili i 'canguri' allora è Renzi che racconta balle al paese e ovviamente prende in giro sopratutto i propri sostenitori e la stessa Cirinnà. Trovo in ogni caso giusto anch'io che si possa discutere su una legge delle adozioni. Grillo non c'entra. C'entra la presidenza del senato.

Risposto da giorgio varaldo su 24 Febbraio 2016 a 15:31 Di riforme molte sono state fatte altre sono in corso d'opera. Come ho piu' volte -troppe- scritto sino a che non saranno completate tutte di risultati ne vedremo pochi. Riguardo ai dati bugiardi caro alessandro evita di usarli. Se vuoi criticare la crescita 2015 pubblica i dati completi e non un solo mese. Se poi ti documenterai su cosa significa in statistica il termine destagionalizzazione eviterai di commettere tali errori nel futuro. Alessandro Bellotti ha detto:

- 46 -

Mi sento davvero preso in giro, Cristina. Vedo il paese alla deriva, sempre più. I dati di dicembre 2015 relativi alla produzione industriale ci dicono -0,7%. Chi vuole sopravvivere, in Italia, deve trovarsi mercati lontani o lontanissimi. Abbiamo perso in soli 4 anni quasi il 9% della produzione industriale mentre la Germania vanta un surplus commerciale assurdo. Quando sento parlare Renzi di fiducia, di successo delle sue politiche, di ripartenza del paese mi sento preso in giro e penso certamente che chi è davvero preso in giro siano proprio i sostenitori di Renzi. Sembra di assistere al miglior Berlusconi del passato. Non voglio certamente offendere nessuno e capisco benissimo che questo è un circolo PD. Spero sempre che a fronte di critiche pesanti (non solo mie ovviamente) chi ci governa si decida a far davvero qualcosa per il paese. Questo è lo spirito del mio a volte incompreso e irritante sarcasmo. Rimangono in primo piano i fatti e i risultati. Ci sono i dati spesso bugiardi del governo (come quello sulle opere incompiute del paese...) che contrastano con la realtà del paese. Ci sono i dati che non ci sono. Come quelli relativi al 'successo' di EXPO 2016. Dati che non avremo mai e mai sapremo quanti soldi abbiamo buttato. Cristina Favati ha detto: Puoi evitare di esprimerti dicendo che "Renzi racconta balle al paese e prende in giro i propri sostenitori"? Proprio non ce la fai, eh? Alessandro Bellotti ha detto: Cristina, o il M5S prende in giro i propri simpatizzanti oppure è il PD che prende in giro i propri. Questo indipendentemente da cosa scrivono i giornalisti del Fatto e dell'Unità. Ora, se è vero che la Presidenza del senato ha giudicato inamissibile il DDL Marcucci di cosa stai discutendo ? Degli SMS scambiati con nessun valore politico in quanto DDL Marcucci non votabile in aula ? Se la presidenza del senato ha stabilito che non c'è ostruzione per il DDL Cirinnà e quindi sono inamissibili i 'canguri' allora è Renzi che racconta balle al paese e ovviamente prende in giro sopratutto i propri sostenitori e la stessa Cirinnà. Trovo in ogni caso giusto anch'io che si possa discutere su una legge delle adozioni. Grillo non c'entra. C'entra la presidenza del senato.

Risposto da giorgio varaldo su 24 Febbraio 2016 a 18:01 Dove vedo un bilancio molto negativo e' in politica estera ed in particolare l'assenza di una strategia riguardo alla libia. Ho gia' considerato un errore gravissiomo aver accettato il finanziamento della turchia senza ottenere un impegno ( scritto e non a chiacchiere) riguardo l'accoglienza dei profughi che chiusa la via turca avrebbero preso quella libica. Ed i fatti sono peggiori delle peggiori aspettative: se in febbraio ci sono 1000,arrivi al giorno quanti saranno nella bella stagione? Riguardo a fermare le barche prima che partsno solo chiacchiere a vuoto. Intervento in libia? Si con l'accordo del governo libico . Nel mese di novembre avevo avanzato dubbi ed infatti a fine febbraio di governi libici neanche l'ombra. Quindi non si fa nulla. La perla poi e' il permesso di volo ai droni USA solo per motivi difensivi. Che dovranno esser autorizzati dal governo italiano volta per volta. Cosa voglia dire non riesco a capirlo. Si scova un terrorista e si aspettano i tempi di decisione italici magari con una bella interpellanza parlamentare ? Oppure si fanno psrtire tutti i voli poi se si scova il terrorista i missili partono lo stesso? Boh In ogni cado prepariamoci ad avere entro l'anno almeno un duecentomila se non trecentomila profughi. Magari tutti con le impronte digitali prese ma che nessun paese europeo accettera'. Dove si metteranno non si sa , si sa chi paga. Noi. Qui in friuli circola la voce di requisizione delle case sfitte per accogliere i migranti. Ci manca solo questa....

- 47 -

Risposto da Paolo Borrello su 27 Febbraio 2016 a 22:52 A supporto della mia tesi secondo la quale i vincoli imposti dall'Unione europea sono troppo rigidi, mi sembra opportuno riportare brevemente quanto sostenuto da Marco Fortis, docente di economia industriale della Cattolica di Milano, in un articolo recentemente scritto per "Il Sole 24 ore". Fortis riferisce di uno studio di una fondazione tedesca la "Stiftung Marktwirschaft" che, tra l'altro, ogni anno attribuisce un premio a una personalità di spicco nel campo dell'economia, premio che due anni fa è stato ottenuto dall'attuale presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Nello studio in questione si sostiene, tra l'altro. la sostenibilità a lungo termine del debito pubblico italiano (si tiene conto anche ad esempio del debito pensionistico che si può manifestare appunto nel lungo termine). Infatti correggendo il rapporto debito/pil, in un'ottica di lungo termine, secondo lo studio fra i 28 paesi dell'Ue l'Italia sarebbe quello con il rapporto più basso, pari al 57%, mentre la Germania sarebbe al 7° posto con una percentuale pari al 149%, la Francia al 14° con un rapporto pari al 291% e il Regno Unito al 23° con un rapporto pari al 498%. Quindi....

Risposto da giorgio varaldo su 27 Febbraio 2016 a 23:50 Se la risposta per il sud e' aumentare i finanziamenti pubblici vista la splendida prova che ha dato la classe politica meridionale sinistra compresa sara' il caso di seguire l'esperienza di chi e' riuscito in tempi relativamente brevi a colmare il divario di arretratezza di vaste zone del paese. Mi riferisco all'unificazione tedesca ed all'enorme sforzo finanziario dell'ovest per aiutare i laendern ex DDR. Tutta la gestione e' stata affidata a politici e manager provenienti dall'ovest. Per il nostro paese visto cosa capita anche al nord per gestire aiuti straordinari al sud sara' il caso di ricorrere a politici e manager stranieri

Risposto da Fabio Colasanti su 28 Febbraio 2016 a 1:06 Paolo, abbiamo già commentato questo studio. L'ha proposto Ezio (discussione "Europa", pagina 76; mia risposta all'inizio di pagina 77). Questa fondazione - conservatrice, molto estremista pro mercato - da anni pubblica studi simili per dimostrare che la Germania non puo' assolutamente seguire le raccomandazioni europee e sostenere la domanda interna con una politica di bilancio più espansiva perché, se si tiene conto di un certo numero di elementi "fuori bilancio", la Germania starebbe peggio di Francia e Italia. Questa tesi è contraddetta clamorosamente dai tassi di interesse che gli investitori sono disposti a pagare per acquistare titoli di stato tedeschi a dieci, venti o trenta anni. Questa è l'unica cosa che conta. L'aumento dello spread tra i nostri titoli e quelli tedeschi che abbiamo visto qualche settimana fa (cinquanta per cento di aumento in qualche giorno) ci ricorda quanto la nostra posizione sia esposta. Devo dire che non è la prima volta che Marco Fortis prende delle posizioni strane. Tempo fa aveva preso una posizione originale sulla competitività delle nostre esportazioni - che secondo lui sarebbe stata ancora buona - salvo essere contraddetto dopo qualche settimana dalla Banca d'Italia. Paolo Borrello ha detto:

- 48 -

A supporto della mia tesi secondo la quale i vincoli imposti dall'Unione europea sono troppo rigidi, mi sembra opportuno riportare brevemente quanto sostenuto da Marco Fortis, docente di economia industriale della Cattolica di Milano, in un articolo recentemente scritto per "Il Sole 24 ore". Fortis riferisce di uno studio di una fondazione tedesca la "Stiftung Marktwirschaft" che, tra l'altro, ogni anno attribuisce un premio a una personalità di spicco nel campo dell'economia, premio che due anni fa è stato ottenuto dall'attuale presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Nello studio in questione si sostiene, tra l'altro. la sostenibilità a lungo termine del debito pubblico italiano (si tiene conto anche ad esempio del debito pensionistico che si può manifestare appunto nel lungo termine). Infatti correggendo il rapporto debito/pil, in un'ottica di lungo termine, secondo lo studio fra i 28 paesi dell'Ue l'Italia sarebbe quello con il rapporto più basso, pari al 57%, mentre la Germania sarebbe al 7° posto con una percentuale pari al 149%, la Francia al 14° con un rapporto pari al 291% e il Regno Unito al 23° con un rapporto pari al 498%. Quindi....

Risposto da Fabio Colasanti su 28 Febbraio 2016 a 5:15 Ritorno ancora sul concetto dei presunti vincoli "imposti" dall'Europa. Un governo che si indebita si espone agli umori dei mercati finanziari internazionali che sono imprevedili e spesso fondati su di elementi poco razionali. Un paese può trovarsi nella situazione di non avere più accesso ai mercati per fattori che gli sono assolutamente esterni (crisi su altri mercati, ritiro dei capitali da parte di paesi che hanno problemi loro) o assolutamente illogici (paura si instabilità politica nel paese dovuta ad avvenimenti veri o presunti). Nessuno è in grado di prevedere se e quando una crisi di delle finanze pubbliche di un paese si verificherà. Ma che delle crisi delle finanze pubbliche di un paese possano verificarsi è un fatto assodato. L'alto livello del rapporto debito pubblico/PIL non è l'unico fattore che determina la crisi, ma è sicuramente un fattore importante. Nella stessa maniera la velocità non è l'unico fattore che determina gli incidenti stradali, ma è un fattore importante. Ancora, l'alto tasso del colesterolo cattivo non è l'unico fattore che determina l'infarto, ma è certo un fattore importante. La crisi delle finanze pubbliche di un paese ha conseguenze tremende per il paese che la subisce (gli argentini ancora oggi hanno difficoltà a pagare all'estero con le loro carte di credito e la nave scuola della marina argentina è stata sequestrata in un porto africano solo qualche anno fa), ma anche per gli altri paese dell'eurozona. Per questo, i paesi dell'eurozona hanno deciso di rassicurarsi l'un l'altro impegnandosi a rispettare alcuni limiti (fissati in maniera altrettanto arbitraria che i limiti di velocità sulle strade o la soglia per il tasso di colesterolo). Si è trattato dello stesso processo che ha portato a fissare XX kmh il limite di velocità in un certo tratto di strada o del rispetto di una certa soglia per il colesterolo cattivo. Il rispetto di questi limiti, non da la certezza che non ci sarà una crisi, un incidente stradale o un infarto, ma certamente ne riduce la probabilità. I limiti decisi in Europa alla politica di bilancio sono limiti accettati da tutti i paesi. L'Italia ha accettato il Fiscal Compact nel 2011, lo ha trasferito nella sua Costituzione nel 2012, ha accettato le regole sulla flessibilità nel gennaio 2015 (le ha addirittura presentate come un successo del suo governo) e ha accettato nel giugno scorso gli obiettivi dell'uno virgola sei per cento per il disavanzo strutturale del 2016 e dello zero virgola otto per cento per quello del 2017. In questa situazione parlare di vincoli "imposti dall'Europa" è un po' più che sbagliato; trova tu la parola giusta. Paolo Borrello ha detto: A supporto della mia tesi secondo la quale i vincoli imposti dall'Unione europea sono troppo rigidi, mi sembra opportuno riportare brevemente quanto sostenuto da Marco Fortis, docente di economia industriale della Cattolica di Milano, in un articolo recentemente scritto per "Il Sole 24 ore". Fortis riferisce di uno studio di una fondazione tedesca la "Stiftung Marktwirschaft" che, tra l'altro, ogni anno attribuisce un premio a una personalità di spicco nel campo dell'economia, premio che due anni fa è stato ottenuto dall'attuale presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Nello studio in questione si sostiene, tra l'altro. la sostenibilità a lungo termine del debito pubblico italiano (si tiene conto anche ad esempio del debito pensionistico che si può manifestare appunto nel lungo termine).

- 49 -

Infatti correggendo il rapporto debito/pil, in un'ottica di lungo termine, secondo lo studio fra i 28 paesi dell'Ue l'Italia sarebbe quello con il rapporto più basso, pari al 57%, mentre la Germania sarebbe al 7° posto con una percentuale pari al 149%, la Francia al 14° con un rapporto pari al 291% e il Regno Unito al 23° con un rapporto pari al 498%. Quindi....

* * * * *