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Movimentazione manuale dei pazienti La patologia del rachide è sicuramente la più frequente tra il personale addetto alla movimentazione manuale dei pazienti, specie se non autosufficienti.
La prevenzione primaria dei rischi da postura deve essere attuata in sede di progettazione degli impianti e degli arredi dei posti di lavoro: • spazi liberi adeguati al fine di consentire un trasferimento agevole dei
degenti • uso di letti regolabili in altezza, evitando letti bassi che costringono il
personale a flessioni incongrue del busto • uso di sollevatori meccanici specifici per le diverse operazioni da
effettuare sui degenti.
Il personale sanitario deve essere adeguatamente formato sulla corretta esecuzione delle manovre di sollevamento e spostamento e sui rischi che l’esecuzione di queste manovre comporta sull’apparato locomotore.
Il rachide è costituito dalle vertebre che sono i suoi elementi base, 33 in tutto. La loro struttura anatomica è caratterizzata da una porzione anteriore, il corpo vertebrale e da una porzione posteriore, l'arco, simile ad un ferro da cavallo all'interno del quale scorre il midollo spinale. Fra ogni corpo vertebrale si inserisce il disco intervertebrale che oltre a separare i corpi vertebrali ha una importante funzione di ammortizzatore.
IL RACHIDE
La struttura anatomica del rachide è costituita da vari elementi mobili, distinti gli uni dagli altri e connessi fra loro da numerosi elementi fibro-ligamentosi, che le conferiscono una notevole resistenza meccanica e una grande capacità di armonizzazione del movimento. La colonna vertebrale sorregge il capo, protegge il midollo spinale garantendo l'uscita dei nervi spinali, è asse portante nei complessi movimenti del tronco e partecipa ai movimenti di espansione dell'apparato costale nella dinamica respiratoria. Infine, ha il compito di ammortizzare i colpi e i contraccolpi che il corpo, nel muoversi, subisce.
IL RACHIDE
Il disco invecchia
però non solo con
l’età, ma anche in
conseguenza di
GROSSE
PRESSIONI – pesi
eccessivi,
posizioni scorrette
patologie
ERNIA DEL
DISCO
LOMBALGIA
SCHIENA
APPIATTITA
Funzionalità dei dischi
intervertebrali
Aumento pressione
Fuoriuscita sostanze nutritive
Diminuzione pressione
Ingresso sostanze nutritive
Disturbi alla colonna
Incremento del rischio di contrarre affezioni acute e
croniche dell'apparato locomotore ed in particolare del
rachide lombare
Con il nuovo D.Lgs. 81/08 la MMC è
disciplinata dal Titolo VI e dall'allegato
XXIII nel quale si fa riferimento alla norma
ISO 11228 come riferimento a norme
tecniche.
Nella ISO 11228 si stabilisce che: il peso
massimo sollevabile in condizioni ottimali
(ovvero senza curvare o ruotare la
schiena) è di 25 kg per gli uomini e 15 kg
per le donne e gli adolescenti maschi, 10
kg per le adolescenti femmine.
uomini donne
età Occasionali Frequenti Occasionali Frequenti
16 - 18 19 14 12 9
18 - 20 23 17 14 10
20 - 35 25 19 15 11
35 - 50 21 16 13 10
più di 50 16 12 10 7
Donne incinta
Primi 6 mesi di gravidanza 10 5
a partire dal 7 mese 0 0
Valori indicativi per il peso massimo (in kg), manutenzione frequente o occasionali
:
Inoltre il nuovo decreto (art. 1, art. 28 e allegato XXXIII)
impone al datore di lavoro di tener conto anche delle
differenze di genere (sesso) ed età e pertanto il peso
massimo raccomandato sarà calcolato riferendosi alla
seguente tabella:
LOMBALGIA (LOW BACK PAIN)
“Dal lat. lumbi, lombi; dal gr. algos, dolore.
Manifestazione dolorosa a carico della regione lombare; può essere dovuta ad un trauma o anche ad uno sforzo fatto nel tentativo di sollevare da terra un oggetto, oppure ad una affezione reumatica delle masse muscolari, oppure ancora ad un’artrosi della colonna lombare. La sintomatologia è rappresentata da dolore più o meno intenso, localizzato alla regione lombare, che si accentua in determinate posizioni o con certi movimenti.”
(da U. Delfino, Dizionario dei Termini Medici, ed. Piccin)
LOMBALGIA (LOW BACK PAIN)
Affezione cronico-degenerativa della colonna vertebrale di frequente riscontro in molteplici settori produttivi dell’industria, dell’agricoltura e del terziario.
•E’ caratterizzata da una genesi tipicamente multifattoriale comprendenti aspetti:
Anagrafici Metabolici
Endocrini Psicologici
•Comporta inoltre elevati costi economici e sociali, perdita di giornate lavorative, costose e prolungate cure, spostamenti di mansione, perdita del lavoro, invalidità.
COSTO SOCIALE DELLA LOMBALGIA
STATI UNITI: 28,6 25%
PAESI SCANDINAVI: 36 25%
GRAN BRETAGNA: 32,6
Giorni di assenza all’anno ogni 100
lavoratori
Richieste di indennizzo per LBP sul tot. delle patologie professionali
LOMBALGIA: ASPETTI EPIDEMIOLOGICI
•Prevalenza nella pop. generale degli Stati Uniti: 70%
•Incidenza certificati malattia per LBP sul tot delle certificazioni nelle industrie degli Stati Uniti: 15% (National Safety Council, 1990)
•(Nicolson) studio su 3812 infermieri incidenza di LBP: 43%
•(Jensen) studio caso/controllo:
-ausiliari RR 22,1
-inf. gen. RR 13
-inf.prof.,T.S.R.M. RR 5
•(Stubbs 1979) giornate lavorative perse dagli infermieri generici per lombalgia: 750.000/anno
Gli infermieri professionali presentano la prevalenza più elevata di lombalgia tra le varie categorie professionali, maggiore anche rispetto agli addetti dell’industria pesante (Occhipinti e Colombini)
Nell’ambito delle professioni sanitarie, le affezioni cronico-degenerative della colonna vertebrale assumono particolare rilievo tra gli addetti alla mobilizzazione dei pazienti.
Insorgenza di LBP: -46 % dei casi prima dei 30 anni di età -49,5 % nei primi 3 anni di lavoro -Prevalenza di LBP infermieri: 16,8% sul tot del personale esaminato (Magora 1970)
LOMBALGIA (LOW BACK PAIN)
INCIDENZA DI LOW BACK PAIN PER REPARTO (da Pheasant e Stubbs 1992)
Medicina generale
Geriatria
Ortopedia
Ostetricia
Day hospital
Pronto soccorso
Amministrazione
REPARTO INCIDENZA PER 1000 TURNI/ANNO
365
339
339
61
43
16
8
VALUTAZIONE DEI RISCHI IN RELAZIONE ALLA MANOVRA DI MOBILIZZAZIONE
(da Pheasant e Stubbs 1992)
Presa a cucchiaio
Da carrozzina a letto
Sollevamento a tre persone
Presa gomito-ascella
Da letto a carrozzina
Presa di spalla
Sollevamento con traversa
MANOVRA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Alto
Alto
Alto
Moderatamente alto
Moderatamente alto
Basso
Molto basso
Prevalenza di procedure scorrette osservate durante le attività di mobilizzazione di pazienti
(da Takala e Kukkonen 1987)
Flessione > di 60° per rifacimento letti
Flessione > di 60° per sollevamento malati
Rotazione del tronco
Mancato utilizzo di ausili pneumatico-meccanici
71%
42%
33%
26%
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Gli studi ergonomici hanno evidenziato diversi elementi critici:
Il paziente: conformazione fisica, eventuale applicazione di attrezzature medicali, comportamento, il tipo e grado di disabilità motoria. Numero di pazienti non autosufficienti.
L’ambiente di lavoro: spazi di manovra inadeguati nelle camere di degenza e nei bagni.
Le attrezzature: presenza/assenza di letti regolabili in altezza, con ruote, di carrozzine o comode adeguate, di solleva-pazienti, di ausili “minori”, di ausili per l’igiene del paziente.
L’organizzazione del lavoro: numero di letti, di operatori addetti alla movimentazione, tipologia dei pazienti e manovre effettuate. Formazione del personale.
Azienda sanitaria
Area Area
Tecnica Sanitaria (Val. semi-quant. (per reparti di degenza: o N.I.O.S.H. se M.A.P.O.
possibile) val. semi-quant. per servizi e B.O.)
N.I.O.S.H. 1993 Peso sollevato/ Peso limite raccomandato = Indice di Sollevamento
• C. di Peso: peso massimo raccomandato
• F. Altezza: altezza da terra mani inizio
• F. Dislocazione: altezza terra mani fine
• F. Orizzontale: distanza massima dal corpo
• F. Frequenza: frequenza del sollevamento
• F. Asimmetria: angolo asimmetria sul piano sagittale
• F. Presa: facilità di presa
Indice di Sollevamento: < 0,75 - AREA VERDE -
trascurabile
0,76 - 1,25 - AREA GIALLA - formazione, sorv. san., bonifica a medio-lungo termine
> 1,25 - AREA ROSSA - formazione, sorv. san., bonifica a breve termine
Il Metodo MAPO è stato messo a punto dal
gruppo di ricerca EPM (Ergonomia della
Postura e del Movimento) dell'ICP CEMOC
(Istituti Clinici di Perfezionamento-Centro di
Medicina Occupazionale) di Milano.
L'indice MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati) è un
indice sintetico per la valutazione del rischio nella Movimentazione Manuale
dei Pazienti (MMP).
Valutazione “M.A.P.O.”
Considera:
Fattori ambientali: aspetti strutturali, spazi di
manovra.
Numero degli operatori addetti movimentazione.
Numero di pazienti non autosufficienti: parzialmente e totalmente non collaboranti.
Ausili: numero, stato ed utilizzo.
Formazione del personale
Indice di esposizione M.A.P.O.: NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x F Amb x FF
• NC= pz non
collaboranti
• Op= op. presenti
• FS= f sollevatore
• FA= f ausili minori
• FC= f carrozzine
• F Amb= f ambiente
• FF= f formazione
M.A.P.O.index: 0 - 1,5 - AREA VERDE
- trascurabile
1,51 - 5 - AREA GIALLA - formazione, sorv. san., bonifica a medio-lungo termine
> 5 - AREA ROSSA - formazione, sorv. san., bonifica a breve
termine
Fascia di
Rischio
Indice
MAPO
Livello di
Rischio Azioni da intraprendere
Fascia
Verde
Da 0,00 a
1,50 Trascurabile Nessuna
Fascia
Gialla
Da 1,51 a
5,00 Lieve-Medio
Attivare la formazione, la
sorveglianza sanitaria e la
programmazione di interventi a
medio-lungo termine per la
rimozione dei fattori di rischio
Fascia
Rossa
Superiore a
5,00 Alto
Attivare la formazione, la
sorveglianza sanitaria specifica
e la programmazione di
interventi a breve termine per la
rimozione dei fattori di rischio
Il livello di rischio aumenta all'aumentare dell'Indice MAPO. Sono individuate tre Fasce che permettono di avere una immediata valutazione
del livello di rischio secondo una visualizzazione "a semaforo".
FATTORI CRITICI RELATIVI AGLI ASPETTI INDIVIDUALI DEGLI OPERATORI
1. ETA’:
Variabilità nella prevalenza di LBP tra le categorie di soggetti più giovani, più anziani o con maggior anzianità di mansione, in relazione a differenti situazioni.
2. ANTROPOMETRIA:
Obesità, incompatibilità delle attrezzature sanitarie
3. ALLENAMENTO:
Il frequente scarso allenamento, comporta maggiore vulnerabilità osteo-artro-mio-tendinea alle sollecitazioni
4. FATTORI PSICOSOCIALI:
Affaticamento, ansia, stress e tono dell’umore depresso, appaiono significativamente correlati con le rachidopatie
1. Meccanizzazione della movimentazione dei pazienti e dei materiali
2. Adozione di letti regolabili in altezza e dotati di ruote
3. Montaggio di congrue ruote pivottanti sulle attrezzature sanitarie mobili
4. Corretta manutenzione delle parti meccaniche (ruote in particolare)
5. Adozione di carrozzine con braccioli amovibili
6. Spazio operativo adeguato
7. Eliminazione dei dislivelli del pavimento
8. Attività con operatori di simile altezza e non affetti da patologie ortopediche
LA PREVENZIONE POSSIBILE
LA PREVENZIONE POSSIBILE
•FORMAZIONE E INFORMAZIONE
•ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
•FORNITURA DI AUSILI
•RIPROGETTAZIONE DEGLI SPAZI
•ALLENAMENTO DEI LAVORATORI
RIPOSIZIONAMENTO NEL
LETTO
Il paziente:
flette l'arto superiore sano;
aiutandosi con l'arto superiore
sano si spinge verso il
cuscino;
L'operatore:
si pone dal lato plegico
appoggia il ginocchio sul bordo
del letto;
pone una mano sotto la
regione glutea e l'altra sotto
la spalla;
aiuta la spinta del paziente
TRASLAZIONE DEL LETTO ALLA
SEGGIOLA Il paziente:
aiutandosi con il piede sano trasla l'arto infermo
emiplegico fuori dal bordo del letto;
si pone seduto aiutandosi con l'arto superiore sano;
appoggiandosi sull'arto integro si pone in posizione
eretta;
facendo perno sul lato sano ruota il corpo volgendo le
spalle alla seggiola; - con la mano valida afferra il
bracciolo e collabora a mettersi seduto.
L'operatore:
pone la seggiola all'altezza del cuscino dal lato sano
del paziente;
aiuta il paziente a sedersi sul bordo del letto ponendo
la mano dietro la spalla plegica;
l'operazione va compiuta flettendo leggermente le
ginocchia (e non il busto) e mantenendo una
larga base di appoggio;
quando il paziente è in posizione eretta, lo sostiene a
livello dei bacino dal lato emiplegico (presa alla
cintura);
l'aiuta nel movimento corretto di rotazione; - frena e
guida la discesa verso la carrozzina.
L'OPERATORE:
allarga la propria base di appoggio ponendo
un piede più' avanti rispetto all'altro
flette leggermente le ginocchia (evitare di
mantenere gli-arti inferiori estesi incurvando
unicamente il busto); afferra il paziente a
livello di sacro e scapola; effettua il
movimento di rotazione.
ROTAZIONE NEL LETTO (1 OPERATORE).
SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO
(2 OPERATORI).
Gli operatori:
si pongono ciascuno al un lato dei
letto;
appoggiando ciascuno una mano
dietro le scapole mettono il paziente in
posizione seduta;
pongono il paziente a
braccia---conserte appoggiando il
ginocchio sul bordo del letto con una
mano;
effettuano la PRESA CROCIATA
(passando ciascuno con un braccio
sotto l'ascella del paziente, ne
afferrano l'avambraccio conserte);
con l'altra mano afferrano l'arto
inferiore al cavo popliteo;
sollevano e spostano il paziente verso
il cuscino;
TRASLAZIONE DAL LETTO ALLA
CARROZZINA
(almeno 2 operatori; 3~4 se il paziente è
pesante).
Gli operatonì:
pongono in paziente in posizione seduta a
braccia conserte (come prima
descritto);
il primo operatore si pone alle spalle del
paziente ed effettua
da solo la presa crociata, appog iando un
ginocchio sul bordo del letto
il secondo operatore pone a fianco del
letto (lato operatore) la carrozzina e
quindi afferra gli arti inferiori del
paziente, sostenendoli sotto il cavo
popliteo, mantenendo le proprie
ginocchia in posizione leggermente
flessa;
agendo congiuntamente e
coordinatamente traslano il paziente
sulla carrozzina.
TRASFERIMENTO DAL LETTO ALLA
BARELLA
I' fase
due operatori si dispongono ai lati del
letto ed appoggiano un ginocchio sul
bordo;
ponendo ciascuno le mani sotto il bacino
e la spalla spostano il paziente verso il
bordo del letto;
2' fase
il primo operatore pone le braccia sotto la
spalla del paziente e ne ruotano il corpo;
il secondo ne afferra il bacino;
il terzo sostiene gli arti inferiori;
flettendo le ginocchia ed agendo
congiuntamente sollevano il paziente
mantenendolo in posizione orizzontale;
il paziente viene trasportato fino alla
barella: nella fase di adagiamento flettere
le ginocchia mantenendo il busto eretto.
SOLLEVAMENTO DA TERRA (2 OPERATORI)
Gli operatori:
il primo operatore si pone accovacciato dietro il capo del paziente, ne solleva
il busto pone le braccia in posizione conserte ed effettua la presa crociata;
il secondo operatore, sempre in posizione accovacciata, afferra gli arti
inferiori sostenendoli nel cavo popliteo;
agendo in modo sincronico i due operatori sollevano il paziente facendo
forza sui propri arti superiori, mantenendo i piedi divaricati ed il busto eretto,
trasferiscono il paziente al letto o alla barella: nell'adagíarlo flettono
eventualmente le ginocchia.