Dott. Denis Ceccarelli

• “La gioventù di oggi è corrotta nell’anima, è malvagia, empia, infingarda. Non potrà mai essere ciò che era la gioventù di una volta e non potrà mai conservare la nostra cultura”

• “Siamo preoccupati per le nuove generazioni, se andiamo avanti così dove andremo a

finire?”

• Testo scritto su una stele babilonese 3000 anni fa.

• La gioventù attuale paragonata a quella precedente è sempre stata considerata la peggiore

Fine 1700 in poi il giovane cessa di essere l’anello di una catena familiare

Società semplici e complesse

Pochi modelli

Riti iniziatici

Diversi modelli

Riti iniziatici confusi

ISOLAMENTO

CONFRONTO

ATTESA

10-14

15-18

18-

L’adolescenza inizia nel corpo e termina nella cultura

L’età di inzio coincide con la pubertà: si colloca tra i 9/10 anni e i 13/14 anni, con il menarca per le femmine e le prime eiaculazioni per i maschi. Non è possibile definirlo con precisione a causa della variabilità individuale

Negli ultimi anni si è abbassata l’età di inizio della pubertà in seguito alle migliorate condizioni igienico-sanitarie e all’alimentazione (tendenza secolare: accelerazione nel ritmo della crescita e nell’aumento di peso e di altezza)

MASCHIO

12 – 14(TUTTI LO SANNO, NESSUNO LO DICE)

FEMMINA

10 – 12(CRONACA DI UN EVENTO ANNUNCIATO)

Aumento dimensioni del pene e dei testicoli

Comparsa di peli

Produzione di sperma

Modificazione della voce

Sviluppo del seno e degli organi genitali

Comparsa dei peli

Il menarca

Arrotondamento dei fianchi

L’addio al corpo del bambino, con lo sviluppo fisico e puberale;

l’uscita dalla famiglia e l’entrata nel mondo dei coetanei; la “presa delle distanze” dall’istruzione con crescente

mortalità scolastica ed aumento, per ampie fasce di soggetti, della demotivazione all’apprendimento;

il passaggio lento e graduale dalla logica operativa a quella formale.

il transito dalle identificazioni ad un primo avvio verso l’identità personale e sociale.

Per schema corporeo s’intende l’immagine mentale che noi ci creiamo del nostro corpo, il modo col quale esso ci appare. Esso è fondamentale nella costruzione dell’identità e dell’adattamento sociale.

I problemi possono insorgere anche quando le trasformazioni fisiche avvengono con forte anticipo o con forte ritardo rispetto alla maggior parte dei coetanei

Le preoccupazioni della prima adolescenza, causa di inibizioni, timidezza e a volte di nevrosi, si attenuano in

genere nella media e tarda adolescenza. Crescendo, l'attenzione è meno centrata sui dettagli e più

sull’immagine complessiva. Il diverso modo di guardare a se stessi che caratterizza l'inizio e la fine dell'età adolescenziale influisce sull'autostima, che

tende a essere più bassa durante gli anni della pubertà e della prima adolescenza.

Basta poco per sentirsi diversi: cenni di acne, obesità, ipertricosi, sviluppo eccessivo o scarso del seno possono produrre ansie e generare atteggiamenti di mascheramento perduranti per anni, tanto più se gli elementi sgradevoli sono sottolineati da chi sta vicino al soggetto.

Sentirsi diversi nel corpo, vedersi cambiati allo specchio, a volte percepirsi sgradevoli, domandarsi se si è gli stessi e sentirsi inaccettabili, sono emozioni e sentimenti sovente provati dall’adolescente e talvolta dimenticati poi, nella loro drammaticità, dal soggetto diventato adulto.

Il cattivo rapporto con il proprio corpo, che ne può derivare, conduce talvolta a forme di dismorfofobia, ovvero la preoccupazione irrazionale di un difetto fisico.

Il corpo diventa particolare tramite di relazioni interpersonali e strumento di espressione e viene utilizzato, anche consapevolmente, come veicolo di comunicazioni silenziose, fonte di messaggi senza parole, per mezzo dei quali il ragazzo non intende dialogare, ma affermare ed imporre aggressivamente la propria identità, a volte attraverso forme spettacolari e provocatorie.

Es.: modo di vestirsi, taglio di capelli, trucco, tatuaggi, ecc.

La trasformazione fisiologica spesso non corrisponde alla capacità generativa.

Possono crescere prima alcune parti del corpo e poi altre e gli adolescenti possono apparire sgraziati e goffi

La maturazione fisica non corrisponde a quella psicologica

Sviluppo diacronico del processo terapeutico

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10%

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1 3 4 5 5 6 8 9 10 11 12

Tempo (mesi)

Mig

lio

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ton

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C

Dalle “operazioni concrete” al “pensiero logico-formale”: si sviluppa la capacità di formulare ipotesi e valutarle

Nella prima parte dell’adolescenza si sviluppano capacità che consentono al ragazzo ed alla ragazza di superare il livello delle operazioni concrete, che permettevano al bambino di compiere atti mentali relativi ad azioni ed oggetti reali ed a nozioni come quelle di classe, relazione, misura e quantità, per giungere alle operazioni formali che permettono all’adolescente di non riferirsi necessariamente a dati e oggetti empirici, ma di utilizzare relazioni logiche, parole e simboli.

Si sviluppa quindi la capacità di formulare ipotesi, valutarle, manipolare mentalmente i pensieri, immaginare scenari relativi al passato o al futuro e sviluppare capacità riflessive. L’adolescente s’impossessa quindi di capacità mentali che sono del tutto paragonabili a quelle dell’adulto.

Il pensiero astratto consente all’adolescente di rappresentarsi il mondo non solo com’è, ma anche come potrebbe essere;

Cessa di pensare che l’esistente sia l’unico possibile e mette in discussione le giustificazioni che sino a quel momento ha considerato valide;

Nascono i grandi “perché?” che investono e si applicano alle situazioni più prossime

La distinzione tra reale ed ideale e l’incontro con idee nuove condivise con i coetanei, fa crollare l’immagine idealizzata ed onnipotente dei genitori.

Criticano in privato, esaltano in pubblico. Spesso a questa disillusione si accompagnano influenze

contraddittorie degli adulti che da un lato predicano ai ragazzi di perseguire gli ideali più alti e dall’altro lo trattano da sognatore utopistico, consigliandogli di tenere i piedi per terra.

Questa fase porta l’adolescente ad una maggiore capacità analitica e di introspezione

La confidenza con i genitori viene a scomparire e si prendono come figure di riferimento altri adulti o modelli spesso astratti o lontani

È il momento in cui vengono abbandonate le forme di contatto fisico che si sono andate attenuando nel corso dell’infanzia

Si oppongono al desiderio di trasparenza dei genitori, rifiutando le loro incursioni nel territorio privato delle nuove esperienze

Si trincerano dietro al silenzio così come si chiudono in bagno

Impongono un duplice distacco: fisico e mentale.

Dalla minaccia del pedofilo a quella dello spacciatore

Lo stato d’ansia porta ad un atteggiamento iperprotettivo e proibizionista

Si possono avere reazioni di ribellione per la conquista di spazi sempre maggiori di autonomia

Si può continuare ad essere il bravo bambino di sempre e la paura può trasmettersi dai genitori ai figli, rendendo difficile l’approdo ad una maggiore autonomia

Fase orale: nel cibo (chewing-gum, pop corn,patatine, chupa-chupa, dist. alimentari) e nellinguaggio (non tiene ferma la bocca, parla avanvera, fischia e canticchia, fa versi scurrili)

Fase anale: passione per lo sporco e i cattiviodori del corpo, linguaggio scurrile pieno di“cacca e pipì”, barzellette sporche, conservare enascondere

Come il bambino dei “terribili due anni” si era definito dicendo “No” ed opponendosi alla mamma, per spezzare la simbiosi originale, così l’adolescente cerca di affermare la propria identità e divenire se stesso, creando distanza tra sé e non sé, attraverso la negazione dell’altro e l’opposizione.

Inizia così il processo di individuazione e differenziazione del Sé, che porta alla definizione di una identità sempre più stabile.

La “calma piatta” è il segnale del mancato ingresso nella fase adolescenziale, o di un rinvio in un tempo indeterminato, che procurerà al ragazzo problemi ben più gravi di quelli che avrebbe potuto dare ad insegnanti e genitori con le turbolenze tipiche dell’età.

comporta il rischio dell’eterna latenza, un blocco che impedisce di affrontare le trasformazioni dell’adolescenza e la ricerca della propria identità

È l’atteggiamento che si va affermando dopo i 14 anni, parallelamente al progressivo stabilizzarsi delle forme corporee

Emerge la necessità di emanciparsi dal legame genitoriale, preferendo come interlocutori il gruppo dei pari o, eventualmente, gli insegnanti.

Si può oscillare tra contestazione ed acquiescenza

Sono pratiche di produzione di identità

Sono atti creativi

Riti iniziatici

Test del contenitore

Miopia adolescenti e presbiopia adulti

Resilienza

Motorino

Paghetta

Cerimonie

Abitudini quotidiane

Legge

Tappe scolastiche

Orientamento (imitazione, sperimentazione,adesione)

Cernere Sé

Produrre (idee, cambiamenti, iniziative,

progetti, contrasti, conflitti)

Secretum/Sé-creatum

L’esperienza dell’identità umana si fonda su due elementi: il senso di appartenenza, corrispondente al mantenimento dell'unità del gruppo nel tempo, ed il senso di differenziazione, inteso come necessità di espressione del Sé individuale di ognuno.

Il laboratorio in cui questi ingredienti si mischiano e si ripartiscono è la famiglia, matrice di identità.

Dalla famiglia etica alla famiglia affettiva

Lunga e stretta

Dalle società semplici a quelle complesse

La rivisitazione del ruolo paterno

Scomparsa della società fraterna

L’UE nel 1985 riconosce il figlio come soggetto sui iuris e attribuisce ai genitori la responsabilità parentale, ossia il dovere di essere genitore va a sostituire il precedente concetto di patria potestà, ovvero il potere dei genitori sui figli.

Significa che i genitori sono chiamati ad essere adulti e a valere come esempi, positivi e propositivi, di identificazione, per i propri figli.

Implica la distinzione dei ruoli tra genitori e figli: i genitori devono sottolineare la propria funzione educativa e non solo quella banalmente amicale, per assicurare ai figli il riferimento indispensabile per crescere.

“La caratteristica più importante dell’essere genitori è fornire una base sicura da cui un bambino o un adolescente possa partire per affacciarsi al mondo esterno ed a cui possa tornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato.”

Bowlby J. (1988)

diventa una funzione molto complessa

contribuiscono alla sua costruzione sia i genitori che i figli

è un compito della coppia genitoriale e non di uno solo di essi

assolve alla funzione di mediazione, di negoziazione emotiva, collocandosi tra il legame primario del figlio con la madre

dà l’accesso allo sviluppo dell’identità del figlio stesso.

svolge una funzione di rispecchiamento emotivo, quindi psicologica, rappresentando il cosiddetto "padre interno“.

L'attaccamento al padre è altrettanto significativo dell'attaccamento nei confronti della madre: è importante ricordare che le relazioni intime e affettive assumono caratteristiche uniche specifiche insostituibili e concorrono egualmente alla costruzione di modelli operativi interni.

Sviluppo cognitivo

Migliori punteggi nella misura di competenze verbali

Livello di rendimento scolastico superiore

Migliore recupero delle abilità cognitive nei bambini nati pretermine

Migliori abilità di problem-solving

Sviluppo emozionale

•Migliori livelli di autostima

•Competenze sociali più elevate

•Maggiore autonomia nelle attività di problemsolving

•Livelli superiori di benessere e punteggi di

depressione inferiori•Livelli maggiori di

empatia

Comportamento e adattamentopsicosociale

Sviluppo precoce di comportamenti presociali

Minori problemi di adattamento scolastico

Minori problemi di condotta e comportamenti

criminali (furti, aggressioni, atti vandalici) nei

maschiRitardo nell’avvio di attività

sessuali e nellefemmine rischio meno elevato di

gravidanzein età precoce

Il genitore deve resistere all’impulso di cercare di costruire il figlio che lui vorrebbe avere, aiutandolo, invece, secondo i suoi ritmi e le sue potenzialità, a diventare quello che lui vuole e può essere, in armonia con la sua dotazione naturale e come risultante della sua individualissima storia.

Può accadere così che i genitori cerchino di controllare ogni aspetto della vita dei figli, in un momento in cui, dal punto di vista evolutivo, ciò è ormai irrealizzabile.

La possibilità di uscire dal senso di impotenza, di smettere di arrabbiarsi con se stessi e di caricarsi di sensi di colpa è collegata allo smettere di cimentarsi in imprese impossibili. I genitori non possono controllare il destino, né forzare le decisioni, ma possono sicuramente incidere nella costruzione dell’autostima dei figli, fornendo loro esperienze di vita positive.

E-ducere = condurre fuori

Educare è, in fondo, essere in perenne ricerca, stare all’interno di un dinamismo di crescita e di autoeducazione. La prima qualità per essere educatori non è, infatti, quella di avere raggiunto la propria maturità e di ritenersi pronti per educare, ma è piuttosto la disponibilità ad un azione educativa su di sé.

La relazione fra i due soggetti è sistematica, anche se l'occasionalità in cui si verifica l'«evento» educativo ha un suo peso e un suo significato. L'educazione può essere definita, assai sinteticamente, come una relazione con cui un individuo si propone di promuovere, intenzionalmente, il migliore sviluppo della personalità di un altro individuo in un contesto specifico.

L’azione dell’educando deve essere caratterizzata da consenso

L’ADDESTRAMENTO L’ESSENZIALE

L'azione dell'educatore, per essere propriamente educativa, deve essere caratterizzata da:

intenzionalità, ovvero dalla volontà di…, dalla tensione a…

chiarezza di fini e obiettivi

coscienza del proprio compito e del proprio ruolo

presenza della dimensione della progettualità.

L’obiettivo è che l'educando sia messo nella condizione di partecipare attivamente al

proprio iter evolutivo, il fine è, cioè, la sua libertà, la sua capacità di compiere scelte

mature, il non aver più bisogno dell'autorità educativa che, in quanto tale, è sempre autorità liberatrice e quindi destinata a

esaurirsi.

I confini ora devono essere permeabili. I genitori non possono più esercitare un’autorità assoluta.

Le famiglie che “deragliano” sono solitamente fissate ad un’immagine dei loro figli adatta a fasi di ciclo vitale precedenti.

Autocratico

Autoritario

Autorevole

Egualitario

Permissivo

Lassista

quando i genitori si limitano a dire ai figli che cosa devono fare.

quando i bambini o gli adolescenti possono partecipare alla vita familiare, ma non hanno voce in capitolo quando si prendono delle decisioni.

quando il giovane porta liberamente il proprio contributo alle discussioni concernenti questioni importanti relative al suo comportamento e può prendere delle decisioni, anche se il potere decisionale resta ai genitori.

quando la differenziazione dei ruoli fra genitori e figli è minima.

quando la bilancia, nel momento in cui si prendono le decisioni, pende dalla parte del bambino.

quando il giovane è libero di ottemperare ai desideri dei genitori o di non tenerne alcun conto.

A U

T O

N O

M I

A

Sono il vissuto che sperimenta l’individuo quando è ostacolato, in modo permanente o temporaneo, nella soddisfazione dei propri bisogni.

Per un sano sviluppo della personalità è indispensabile che il dosaggio delle frustrazioni sia scelto opportunamente e non superi certi limiti di tolleranza.

ECCESSO DI FRUSTRAZIONI MANCANZA DI FRUSTRAZIONI

Bambini istituzionalizzati

Bassa autostima

Vissuti depressivi ed abbandonici

Per converso l’eccesso di cure limita fortemente l’autonomia del figlio

genitori eccessivamente remissivi ed indulgenti nei confronti del figlio, che difficilmente gli somministrano frustrazioni, non favoriscono l’evoluzione del suo carattere dalla fase dell’egocentrismo infantile, è il cosiddetto bambino viziato o terribile.

FAMIGLIE INVISCHIATE La differenziazione è percepita come tradimento

FAMIGLIE DISMPEGNATE Espulsive, scarsa comunicazione

FAMIGLIE FUNZIONALI I confini sono chiari e c’è un equilibrio dinamico

Indica quegli anni, a volte numerosi, che vedono il consolidarsi delle proprie scelte, il graduale formarsi delle abilità lavorative, la preparazione degli strumenti necessari per inserirsi nella vita adulta.

raggiungimento della separazione e indipendenza psicologica dai genitori;

raggiungimento di una configurazione abbastanza stabile dell’identità e dell’orientamento sessuale, in corrispondenza con la possibilità, e l’esperienza, che il desiderio possa esprimersi compiutamente;

raggiungimento dell’impegno nel mondo del lavoro o dello studio; acquisizione di un personale, ma relativamente condivisibile,

sistema di valori; capacità di stabilire relazioni più durature d’amore, di amicizia e di

collaborazione; riavvicinamento ai genitori, improntato a una relativa paritarietà-

uguaglianza.

GRUPPO RISTRETTO OMOSESSUALE

COMPAGNIA

INTERAZIONI ETEROSESSUALI

GRUPPI RISTRETTI ETEROSESSUALI

GRUPPI LIBERI DI COPPIE

Nido vuoto Da coppia genitoriale a coppia

sessuata Dopo gli “anta”: il corpo

cambia Momenti per sé (sicurezza,

affetto, appartenenza, stima e autorealizzazione)

Altri genitori con cui condividere hobby, viaggi, gruppi

“Gettati in un vasto mare aperto, senza carte di navigazione e con tutte le boe di segnalazione

affondate o a malapena visibili, ci restano solo due scelte: possiamo rallegrarci per le visioni mozzafiato

delle nuove scoperte, o tremare per la paura di affogare. Un’opzione davvero non realistica è cercare

asilo in un porto sicuro”.Z. Bauman

“Adulto è colui che tollera l’incertezza”M. Mariotti