165

Dossier Campania

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Dossier Campania

Citation preview

Page 1: Dossier Campania
Page 2: Dossier Campania
Page 3: Dossier Campania
Page 4: Dossier Campania
Page 5: Dossier Campania
Page 6: Dossier Campania
Page 7: Dossier Campania
Page 8: Dossier Campania

10 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

L’INTERVENTO.........................................13Giorgio FioreStefano Caldoro

PRIMO PIANO

IN COPERTINA .......................................16Paolo Graziano

IL FUTURO DELL’UNIONE ...............22Antonio TajaniAlberto Quadrio CurzioEmmanuele Francesco Maria EmanueleSergio Ginebri Andrea GoldsteinGregorio De Felice

DONNE PER LO SVILUPPO ............42Sandra Cioffi Marta CatuognoStefania BrancaccioAnnamaria ColaoMaria Gabriella Gribaudi

RITRATTI ................................................52Giorgio Napolitano

ECONOMIA E FINANZAFINANZA ................................................58Giuseppe AttanàStefano CatalanoAlberto Giovannini

INNOVAZIONE ......................................68Angelo Majorano

TECNOLOGIE ........................................70Domenico Prisco

MODELLI D’IMPRESA .......................72Giuseppe ScardamagliaRaffaele Servillo

IL MERCATO DEL GIOCO .................78Assunta MennaVincenzo Sorrentino

INFORMATICA .....................................84Michele Palmese

INFORMATION ANDCOMMUNICATION TECHNOLOGY .86Giuseppe Mocerino

IL MERCATO DELL’AUTO ................90Antonio Padolecchia e Mario FioreRachele De Rosa

SERVIZI ALL’IMPRESA ....................94Carlo Balnelli

PRODOTTI ALIMENTARI ..................96Salvatore di Mauro

SHIPPING ............................................100Francesco Nerli Paolo D’AmicoFrancesco Saverio LauroFederico BarlozzettiMichele Bottiglieri

NAUTICA ...............................................116Antonio Palumbo

TERRITORIOTRASPORTI .........................................120Luigi Melca

BANDA LARGA ..................................122Guido Trombetti Antonio Pescape’

EDILIZIA ...............................................130Gennaro MicilloDomenico Di PaloGiovanni BuonannoAchille Finamore

RESTAURO ..........................................144Giuseppe Valentino

ARREDI SACRI ...................................148Ruggiero Serpone

TURISMO .............................................152Renzo IorioGiuseppe De MitaCostanzo Iannotti Pecci

OSSIERCAMPANIA

Page 9: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 11

AMBIENTE ED ENERGIATUTELA DEL TERRITORIO ............160Corrado Clini

POLITICHE ENERGETICHE ...........164Gianni ChianettaSimone TogniAndrea Clavarino

GESTIONE RIFIUTI ............................174Gaetano Salerno

SERVIZI ECOLOGICI .........................178Giuseppe Di Gennaro

GIUSTIZIASISTEMA GIUDIZIARIO ...................182Le proposte del governo

RIFORMA FORENSE ........................184Maurizio De TillaFrancesco Caia

SANITÀFORMAZIONE .....................................192Adelfio Elio Cardinale

RICERCA SCIENTIFICA ...................196Franco MandelliUmberto VeronesiTonino PediciniNicola Mozzillo

L’INDUSTRIA FARMACEUTICA ..206Arturo e Pio De Meo

RIABILITAZIONE .............................208Cristina Bianchi

CASE DI CURA ...................................210Francesco Ciccarelli

Sommario

Page 10: Dossier Campania
Page 11: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 13

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxL’INTERVENTO

Le statistiche più accreditate ci consegnanoquest’anno anno un Mezzogiorno in reces-sione. La crisi della Campania, in partico-lare, assume una dimensione nazionale acausa della desertificazione del sistema pro-

duttivo e del forte indebitamento degli enti locali. Sulla base di queste considerazioni abbiamo promosso,insieme a Cigl, Cisl, Uil, Ugl e il Coordinamento Pmi,la realizzazione di un patto anti-crisi con la RegioneCampania. Tra gli interventi prioritari abbiamo segnalato la realizza-zione di una cabina di regia per le politiche di sviluppo ele crisi industriali, il pagamento dei debiti della Pa verso leimprese, un sistema di monitoraggio della spesa, un pianodi riforme settoriali, la realizzazione delle infrastrutture.La realizzazione di un’adeguata infrastrutturazione, dalpunto di vista ambientale (gestione rifiuti), energetico(distribuzione energia) e dei trasporti, risulta prioritaria inquanto pre-condizione per lo sviluppo del sistema eco-nomico di un territorio.Purtroppo, al riguardo, il sud non solo è stato defraudatodei fondi Fas destinati a tale scopo, ma ha visto anche larifinalizzazione su tali interventi delle risorse europee, conil risultato di allargare il divario con il nord. Oltretutto,dopo ben 30 anni trovare nel piano strategico nazionaledelle infrastrutture ancora la Salerno-Reggio Calabria cilascia indignati, tanto più che in questo caso si tratta diun’opera di competenza del governo centrale, quindi, nonsoggetto alle più volte rimarcate inefficienze delle ammi-nistrazioni regionali. Per rilanciare lo sviluppo non servono interventi episodicibensì un “New deal”: una visione diversa del futuro, ba-sata su aspettative quanto più vicine possibili alla realtà.Intendo dire che nel prossimo futuro il Paese sarà carat-terizzato da un minore livello di consumi, ma non per

questo dobbiamo aspettarci un Paese più povero se riu-scirà a “produrre” maggiori “contenuti” diretti a un mi-glioramento della qualità della vita e a una maggioremobilità sociale.Penso alle numerose ipotesi di sostituzione del Pil con in-dicatori del progresso reale atti a misurare il benessere deicittadini, il miglioramento della qualità dei servizi pub-blici e privati, la sostenibilità intesa come la capacità di as-sicurare in futuro lo stesso capitale economico, umano eambientale.Il “New deal” coinvolge anche le imprese naturalmente,la cui competitività si dovrà basare sul costo complessivodel sistema Paese; esse dovranno ragionare su modelli di-versi di contrattazione perché diversi sono i contesti ter-ritoriali, diverse sono le tipologie di aziende.Le tutele dei lavoratori non vanno eliminate, ma bisognatrovare il modo per estenderle a chi non è occupato. Nonè pensabile una soluzione del problema giovanile senzapolitiche che si concentrino sulla fase della transizionescuola-lavoro per renderla più fluida possibile, magariprevedendo la totale esenzione fiscale sulla retribuzione.Così come non è ipotizzabile un continuo allungamentodell’orario lavorativo in quanto le più antiche teorie eco-nomiche dimostrano che risulta controproducente acausa del naturale calo di rendimento e dunque di unaproduttività minore. Sarebbe rivoluzionario, invece, riu-scire a trovare il modo di agevolare le imprese nell’otticadi una maggiore turnazione così da soddisfare anche unamaggiore offerta di lavoro, sulla scia del modello adot-tato in Germania.Io credo che gli italiani abbiano risposto con grande sensodi responsabilità ai sacrifici richiesti dall’attuale governo,un intervento choc che andava fatto. Adesso occorre unostesso choc, ma con l’adozione di misure improntate allosviluppo del Paese e soprattutto del Mezzogiorno.

I prossimi passiverso lo sviluppo di Giorgio Fiore, Presidente di Confindustria Campania

Page 12: Dossier Campania
Page 13: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 15

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxL’INTERVENTO

Sanità, gestione dei rifiuti, infrastrutture e le-galità rappresentano le quattro priorità sucui lavorare. Riguardo al primo, abbiamo in-vertito la rotta. I risultati conseguiti in que-sti mesi sono il segnale che la strada

intrapresa è quella giusta. Dobbiamo proseguire suquesto percorso, che coniuga rigore e qualità dei ser-vizi. Stiamo ottenendo risultati straordinari grazie agliinterventi messi in campo: piano dei pagamenti, rias-setto della rete ospedaliera, riduzione della spesa far-maceutica e dei costi delle spese di funzionamento,nomine dei manager delle Asl e degli ospedali. La no-stra organizzazione sta portando a una buona sanità.Non sarà facile questa fase, ma riusciremo con iltempo a dare ai campani le giuste risposte a garanziadel diritto alla salute.Per quanto concerne il secondo punto, il trasferimentoall’estero dei rifiuti non è un elemento d’orgoglio.Scontiamo oggi i gravi ritardi del passato, ma ora la re-gione deve dotarsi di un sistema di smaltimento rifiuticompleto, fatto di discariche, poche ma necessarie, diimpianti intermedi e di termovalorizzatori. Non lo di-ciamo noi, ce lo prescrive l’Europa, e al momento nonci sono alternative valide. Solo con la collaborazione ditutte le istituzioni, ognuna per i propri compiti, saràpossibile arrivare alla totale autosufficienza del sistema.

L’altra priorità riguarda l’intermodalità. Per il poten-ziamento e lo sviluppo dei porti di Napoli e Salernoabbiamo in programma investimenti per circa 700 mi-lioni di euro complessivi. Sono in corso di valutazioneda parte dell’Unione europea due grandi progetti peril sistema logistico integrato dei due porti, per un fi-nanziamento complessivo di circa 500 milioni di eurodei nuovi fondi Por Campania 2007-2013. Infine la legalità. L’Agenzia nazionale dei beni confi-scati certifica che fino a settembre 2011 in Campaniasono stati confiscati oltre 1.700 beni. Questi numerirappresentano il segno del nostro impegno concretonel contrasto alla criminalità organizzata, ma ancheuna grande sfida: dare ulteriore impulso a un’econo-mia virtuosa e solidale, restituendo i beni confiscati atutta la comunità. A tal fine la Regione, attraverso lafondazione Pol.i.s. e il commissario antiracket e an-tiusura, effettua un’attività di monitoraggio quantita-tivo e qualitativo sui beni confiscati, affiancando iComuni e creando una rete di rapporti sul territoriotra le associazioni e le cooperative. La Regione ha fi-nanziato la ristrutturazione di più di 50 beni confi-scati, alcuni dei quali sono già un modello diriferimento importante a livello nazionale delle buonepratiche di riuso sociale. È necessario proseguire suquesta strada e non abbassare mai la guardia.

L’agendadella Regionedi Stefano Caldoropresidente della Regione Campania

Page 14: Dossier Campania

VAGH LINDABSIN COPERTINA

artirà a febbraio la pro-duzione della nuovaPanda nello stabilimentodi Pomigliano d’Arco.Napoli inaugura il suo

2012 con una notizia positiva perguardare con più ottimismo a unanno le cui previsioni sul protrarsidella congiuntura economica nonsono proprio benauguranti. Obiet-tivo fondamentale, per il numerouno degli industriali partenopeiPaolo Graziano, è quello di gettarele basi per una ripresa solida e dura-tura, che permetta alle realtàproduttive di crescere favorendol’occupazione. Dalle parole del pre-sidente dell’Unione Industriali diNapoli si delinea l’immagine di unacittà che non vuole arrendersiall’evidenza della crisi, ma cheintende reagire attraverso l’oppor-tunità di realizzare interventistrategici per il territorio, tra cui il

completamento della metropoli-tana. Ma un simile progetto dirilancio non sarà realmente per-corribile senza una decisa politicaper il Meridione nel suo com-plesso, capace di sviluppareinnovazione e infrastrutture mate-riali e immateriali.

Si è dichiarato d’accordo con laproposta del presidente Caldoro,ossia la creazione di un fondonazionale di garanzia per farfronte al restringimento del cre-dito. Identifica ulteriori soluzioniper intraprendere la risalita?«Sono assolutamente d’accordo coni principi che hanno ispirato ilgovernatore. Nei limiti delle com-patibilità con la normativa europea,la creazione di un fondo di garan-zia nazionale, dove concentrare lerisorse al momento non utilizzabilia causa del patto di stabilità, misembra un’ottima idea. Il presi-

dente Caldoro intende così anchealleviare la situazione di tantissimeimprese creditrici di una pubblicaamministrazione inadempiente. Lacrisi, a Napoli come nell’interoMezzogiorno, è aggravata dal fattoche le aziende si trovano spesso inuna morsa dalla quale non si puòsfuggire. Le restrizioni del credito,in tante circostanze, sono motivatedalle perduranti difficoltà finanzia-rie di realtà produttive fornitrici diprodotti e servizi a Stato ed entiterritoriali. Se i pagamenti sonorimandati di mese in mese, di annoin anno, è inevitabile che le impreseentrino in crisi. Il paradosso è cheall’origine dei problemi c’è proprioquello Stato che dovrebbe, al con-trario, rimuovere gli ostacoli allosviluppo dell’attività economica.Né è possibile giustificarsi semprecon la necessità di ottemperare alpatto di stabilità, uno strumento

Progetti di riqualificazione urbana. Infrastrutture. Export e aggregazione. Un nuovo approccio

al tema del lavoro. Risoluzione delle criticità rappresentate da contrazione del credito e ritardi

nei pagamenti da parte della Pa. Sono alcune delle possibili traiettorie di sviluppo per il capoluogo

campano. A illustrarle è il presidente dell’Unione industriali di Napoli Paolo Graziano

Francesca Druidi

RIMETTIAMO IN MOTO L’ECONOMIADEL TERRITORIO PARTENOPEO

16 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

P

� �

Page 15: Dossier Campania
Page 16: Dossier Campania

IN COPERTINA

18 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

che andrebbe reso più flessibile:non può frenare gli investimentiche creano sviluppo. La creazionedi un Fondo di Garanzia potrebbeporre un argine alle dinamicherecessive, permettendo di liberarerisorse fondamentali per dare ossi-geno a chi lavora e produce».

Turismo ed esportazioni garan-tiscono buone performance inregione. Su quali leve, nello spe-cifico, occorre puntare peralimentare lo sviluppo di Napoli? «Il turismo non può che riprenderela sua marcia, considerando chenegli ultimi anni ha risentito enor-memente dei danni d’immagineconnessi alla vicenda rifiuti.Occorre coniugare la congiunturacon la prospettiva. Gli imprenditoridevono poter essere sentiti quandosi programmano gli eventi. Nondevono essere messi a conoscenzadi nuove importanti manifesta-zioni, potenzialmente in grado dirichiamare consistenti flussi di turi-sti, solo a ridosso degli eventi stessi,

quando non è più possibile sfrut-tare l’opportunità. La politica delcomparto deve, inoltre, essereorientata ad assicurare un mix dinuove strutture e servizi in grado disuperare la stagionalità. Napoli, dalturismo congressuale a quello cul-turale, ha tutte le carte in regola perincrementare considerevolmentearrivi e soprattutto presenze, supe-rando la prassi del “mordi e fuggi”di chi giunge a Napoli solo cometappa di passaggio per recarsi incostiera o nelle isole».

Per quanto riguarda l’export?«Naturalmente, oltre al turismo,occorre sviluppare politiche che faci-litino il consolidamento el’espansione dell’industria manifattu-riera. Sotto questo profilo, bisognalavorare molto per accrescere i livellidi internazionalizzazione. Non soloincrementando le esportazioni, maestendendo le presenze produttiveoltre confine, anche in joint venture,e incentivando le aggregazioni tra leimprese».

Napoli vuole guardare allaripresa anche con alcuni grandiinterventi strategici, tra cui lametropolitana e il programma diriqualificazione Naplest. Quantooccorrerà perché questi progettipossano realisticamente vedere laluce, data la contrazione degliinvestimenti?«Si tratta di progetti diversi. Lametropolitana rappresenta unintervento fondamentale per la via-bilità della città, supportato dafinanziamenti pubblici. Naplest èl’esempio concreto di come l’im-prenditoria privata possa costituireun volano per lo sviluppo del terri-torio. Anche nella zona orientale,peraltro, le aziende possono com-pletare le loro iniziative soltanto sele istituzioni provvedono a crearne i

��

Il Gruppo Fiat ha scommessosul futuro di Pomigliano e nonlo ha fatto certo a costo zero

� �

Page 17: Dossier Campania

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxPaolo Graziano

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 19

presupposti. Paradossalmenteanche chi, in tempo di crisi, haidee, coraggio e capitali per inve-stire, rischia di essere frenato ognivolta dall’interfacciarsi con la partepubblica. Al momento, non èchiaro l’impatto dei tagli sui tempidelle opere in atto. L’Unione degliindustriali cercherà di favorirne ilmiglior esito attraverso un costrut-tivo e costante confronto con chigoverna il territorio».

Pomigliano, dove Fiat produrràla Panda, resta un centro produt-tivo e un tassello importante peril tessuto economico e sociale delterritorio. Cosa pensa delmodello Pomigliano e del con-tratto di primo livello Fiat? Chesegnale danno per il futuro dellerelazioni industriali in Italia?

«Il Gruppo Fiat ha scommesso sulfuturo di Pomigliano e non lo hafatto certo a costo zero, ma inve-stendo intorno al miliardo di euro.Aumenteranno le retribuzioni. Ver-ranno salvaguardati i livellioccupazionali, ben oltre quanto sitemesse fino a qualche anno fa. Se,a fronte di tutto questo, si chiedemaggiore flessibilità, in modo dapoter competere con altre aree chepresentano costi di produzionenotevolmente più contenuti deinostri, come si fa a rispondere con isoliti preconcetti ideologici? Ilfuturo delle relazioni industriali ita-liane potrà essere positivo propriose la questione verrà affrontata conil livello di consapevolezza che, nonsolo Fiat, ma quasi tutte le piùgrandi organizzazioni sindacali,

hanno dimostrato nella vicendaPomigliano».

Il mercato del lavoro resta unnodo critico. È possibile rilan-ciare l’occupazione?«Credo sia giusto rivedere unapproccio al problema che, finora,ha finito con il penalizzare i gio-vani e chi sta fuori dalla fabbrica,azienda o ufficio che sia, favo-rendo i garantiti all’interno del“castello”. In tal senso, ritengoopportuno ipotizzare misure checontrastino la degenerazione dellaflessibilità in precarietà, consen-tendo all’impresa più autonomianei percorsi “in uscita”. Occorremagari una flessibilità più miratain ingresso e certamente una fles-sibilità più ampia in uscita. Siamol’unico paese europeo ad avere

A sinistra, la presentazione della nuova Panda a Pomigliano

lo scorso dicembre alla presenza dei ministri Passera e Fornero,

e del presidente e dell’ad Fiat Elkann e Marchionne

� �

Page 18: Dossier Campania

VAGH LINDABSIN COPERTINA

� � tutele come quella dell’articolo 18.Non credo però che il rilancio del-l’occupazione si riduca a unproblema di rigidità persistentenella normativa che regola il mer-cato del lavoro. Bisogna agire sutanti fronti, dalla ricerca e innova-zione all’accelerazione di operapubbliche strategiche e possibil-mente di impatto sovra-regionale,dalle liberalizzazioni di ampi set-tori economici e professionali allacostruzione di sempre piùmoderni percorsi formativi».

Criminalità organizzata. Cosa èstato fatto e cosa resta da fare?«Tanto è stato fatto. Tanto restaancora da fare. Gli interventi

diretti a contrastare il fenomeno sisono tradotti, negli ultimi anni,nell’arresto di migliaia di compo-nenti delle organizzazionimalavitose e di centinaia di lati-tanti considerati altrettanti capiclan. Ma la migliore azione controla criminalità resta quella di pro-muovere le condizioni foriere disviluppo. Per farlo, occorre che nelMezzogiorno una migliore qualitànella gestione della cosa pubblicasi accompagni a un più efficace eselettivo utilizzo delle risorse.Bisogna prendere atto che l’unicastrada seria per recuperare livelli dicompetitività adeguati consiste nelsuperamento del gap ormai seco-

lare che divide le due Italie. A oltrecentocinquant’anni dall’unifica-zione, sarebbe anche ora»

Cosa cambia nelle politiche perlo sviluppo del Mezzogiorno conil Piano di azione e coesione checoinvolge Puglia, Basilicata,Campania, Calabria, Sicilia e Sar-degna?«La prima valutazione è sicura-mente positiva. Indirizzare lerisorse su infrastrutture strategiche,dalle grandi arterie come la Napoli-Bari all’innovazione tecnologica ilcui presupposto è la banda larga,significa aiutare il Sud in unosforzo complessivo di modernizza-zione dell’intero Paese».

20 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

��

La metropolitanarappresenta un interventofondamentale perla viabilità della città

Page 19: Dossier Campania
Page 20: Dossier Campania

34 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

In un momento economicamente

difficile come quello che stiamo

vivendo, i Paesi europei dovrebbero

unirsi ancora di più. Sergio Ginebri

illustra lo scenario attuale

Nicolò Mulas Marcello

IL FUTURO DELL’UNIONE

Più coesionetra Stati

Acausa della crisi finanziaria le di-visioni tra i membri dell’Europa sistanno accentuando. Ma la realiz-zazione di un’Europa con stru-

menti veri di politica economica, capace dirilanciare la crescita e che sappia davveroparlare e agire con una voce unica per af-frontare le sfide globali, non può attendere,soprattutto in un periodo in cui i disequili-bri economici tra stati membri mettono a ri-schio tutta l’Unione. Senza programmi disviluppo che aiutino anche i paesi con mag-giori difficoltà, i pericoli non verranno al-lontanati. Occorre pertanto, come sottoli-nea Sergio Ginebri, professore di Economiapolitica presso l’Università Roma 3, unamaggiore coesione: «Solo se i paesi ritrove-ranno le ragioni e lo spirito del processo po-litico che li ha visti progressivamente unirsinegli ultimi sessanta anni, la crisi europea po-trà trovare una soluzione».

L’Europa con la sua moneta unica è in re-altà più divisa che mai. Un mese fa si era pa-ventata la drammatica possibilità di ritor-nare alle monete nazionali. Pericoloscampato?«Il pericolo non è scampato. Siamo ancora inmezzo alla tempesta finanziaria. Ma anni-data nella crisi finanziaria ve ne è un’altra cheha a che fare non con la finanza ma con le bi-lance dei pagamenti dei paesi dell’Unioneeuropea. Negli ultimi dieci anni si sono ac-cumulati dei rilevanti disequilibri tra im-portazioni ed esportazioni nazionali. Gli in-vestitori finanziari, ma anche gli analistieconomici, pensavano che quegli squilibri sisarebbero automaticamente riassorbiti, cosìcome avviene, per esempio, negli Stati Uniti,quando uno degli stati accumula un disa-vanzo commerciale rispetto agli altri. Glieventi di questi ultimi mesi ci hanno dimo-strato che non è così. Quando una unione

Page 21: Dossier Campania

monetaria non è associata a una forte unionepolitica, i disequilibri economici nel com-mercio tra stati mettono a rischio l’unionemonetaria stessa».

Sulla Tobin Tax i paesi europei sembranoavere posizioni discordanti. L’Inghilterra ècontraria, Francia e Germania invece sem-brano favorevoli, anche se con modalità dif-ferenti. Perché la Tobin Tax spaventa i mercati? «Questa tassa spaventa soprattutto l’indu-stria della finanza, cioè le imprese impe-gnate in quel settore di attività. Non è ca-suale che il paese che più intensamente sioppone a una tassazione delle transazionifinanziarie sia il Regno Unito, dove esiste ilcentro finanziario più sviluppato e potentein Europa. È interessante notare, tuttavia,che nel Regno Unito le transazioni finan-ziarie sono già tassate. Esiste da tempo, in-fatti, un’imposta di bollo sugli scambi azio-nari che può essere considerata una sorta ditassa tipo Tobin. La presenza di quella formadi prelievo non ha certo troppo ostacolato losviluppo del London Stock Exchange».

Secondo lei la Bce non dovrebbe subordi-nare la concessione di nuovo credito alle solebanche che dovessero usare quelle risorse perrilanciare l’accesso al credito alle imprese? «Le banche stanno continuando a finanziarele imprese, soprattutto grazie alle risorsemesse a disposizione dalla Bce. Il disordinefinanziario in Europa è tale che spesso fa-miglie e imprese hanno costi di finanzia-mento inferiori a quelli degli Stati».

Per controbilanciare il potere di Francia eGermania, l’Italia non potrebbe tentare dipromuovere una zona di cooperazione conSpagna, Portogallo e Grecia, creandosi così unblocco mediterraneo potrebbe valorizzarci?«Temo che la crisi europea possa trovare una so-luzione solo se i paesi ritroveranno le ragioni elo spirito del processo politico che li ha vistiprogressivamente unirsi negli ultimi sessan-t’anni. Un maggior coordinamento tra i paesimediterranei può essere utile solo in questaprospettiva. Dalla crisi economica e finanziariadell’Europa si esce solo con un’Europa piùunita politicamente».

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 35

Sergio Ginebri

A sinistra,

Sergio Ginebri,

professore di

Economia politica

presso l’Università

Roma 3

��

Negli ultimi dieci anni sisono accumulati rilevantidisequilibri tra importazionied esportazioni nazionali

Page 22: Dossier Campania

L’Italia deve compiere un grosso sforzo per recuperare il terreno perso

nei confronti di Brasile, India, Cina e Russia, protagonisti della crescita economica

a livello mondiale. Lo evidenzia Andrea Goldstein

Francesca Druidi

Bric, conoscerli per interagirvi

Lo ha sottolineato di recente anche laCommissione europea: i paesi Bric- Brasile, Russia, India e Cina - sonoquelli che mostrano i più incorag-

gianti tassi di incremento del Pil, soprattuttoin una visione di lungo periodo. Le dinami-che dell’economia internazionale dipendono,dunque, sempre più spesso da questi sog-getti, non più definibili banalmente comeemergenti. Andrea Goldstein, senior econo-mist presso l’Ocse, nel suo volume “Bric.Brasile, Russia, India, Cina alla guida del-l’economia globale” (edito da Il Mulino, chesarà presentato a Napoli il 26 gennaio pressola Sala delle Assemblee del Banco di Napoli),ne delinea luci, ombre e prospettive.

Quali sono i fattori comuni che maggior-

mente determinano il vantaggio competi-tivo dei Paesi Bric?«Lo slancio dei Bric deriva dal fatto che di-spongono di mercati interni importanti, puressendo ormai aperti all’economia internazio-nale. La Cina è un grande paese manifattu-riero, il Brasile lo è in ambito agricolo, la Rus-sia ha beneficiato di prezzi elevati per il petrolioe le materie prime. Sono Paesi caratterizzati dapeculiarità distintive, che presentano però al-cuni elementi comuni, quali le dimensioni delmercato interno, una rapida riduzione dellapovertà accompagnata dalla crescita dei cetimedi, oltre a notevoli investimenti in capitaleumano. Va, in particolare, sottolineato nei Bricil ruolo giocato dallo Stato e dalle politichepubbliche in generale, non solo nella produ-

XXXXXXXXXXX

36 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

IL FUTURO DELL’UNIONE

Page 23: Dossier Campania

zione di beni e servizi ma anche nell’indirizzareil processo di crescita».

In che modo oggi questi Paesi influenzanoe indirizzano la geopolitica mondiale? «Incide soprattutto la domanda di materieprime, in particolare energetiche. A ciò si ag-giunge la necessità per i Bric di controllare, dauna parte, il proprio territorio e, dall’altra, lerotte commerciali. Ha il suo peso anchel’ideologia: Russia, Cina, Brasile e India -ciascuno per i propri motivi, anche di naturastorica – sentono di avere diritto a giocare unruolo indipendente e autonomo sulla scenainternazionale. Non sono, inoltre, più dispo-sti a seguire precetti e condizioni che vengonosviluppati e imposti altrove, nello specifico inOccidente. Si tratta, in ogni caso, di situa-zioni piuttosto diverse sotto il profilo poli-tico-istituzionale: due sono democrazie più omeno consolidate, uno resta un paese autori-tario, l’altro è una dittatura».

Tra Brasile, Russia, India e Cina, ai quali siaggiunge sempre più spesso il Sudafrica, ènetta la predominanza della Cina o c’è un al-tro paese che, in prospettiva, presenta mi-gliori condizioni di sviluppo?«Nuovi Paesi stanno emergendo, ma la Cinaattualmente mostra i volumi economici mag-giori. Non è priva di vulnerabilità, ma sem-bra in grado di superarle grazie a meccanismiche le permettono costantemente di crescere.Un grande interrogativo riguarda, ad esem-pio, le possibili implicazioni che potrebberosorgere per il modello di sviluppo cinese, for-temente dipendente dalle esportazioni, daldeterioramento e dal proseguimento dellacrisi nel Vecchio Continente. Stim (acronimodi Sudafrica, Turchia, Indonesia e Messico) eCivets (Colombia, Indonesia, Vietnam,Egitto, Turchia, Sudafrica) identificano nuoveformule che fanno riferimento a quei paesidotati di prospettive interessanti, ma dallataglia economica più ridotta rispetto ai Bric,quali Indonesia e Messico».

Con quale “Bric” l’Italia intrattiene rapportipiù proficui allo stato attuale e con quale interlo-cutore dovrebbe invece averne, considerando lecaratteristiche dei soggetti in gioco?

«Negli ultimi anni, in particolare negli ul-timi tre del Governo Berlusconi, l’Italia hadeciso di fare una scelta precisa di politicainternazionale, allineandosi con le posizionirusse. Una scommessa che si è rivelatamiope, perché non ha prodotto risultati po-sitivi. Anzi, pensiamo all’inasprimento deidazi imposti dai russi sui vini italiani piut-tosto che su quelli francesi. C’è, dunque, lanecessità di una presenza più articolata del-l’Italia nei paesi Bric. Ce lo chiedono gliimprenditori che devono essere accompa-gnati nel loro processo di internazionalizza-zione. E ce lo chiedono gli stessi Stati, ri-chiedendo al nostro Paese una presenzacontinua, regolare e di alto livello. Bisognapertanto riprendere il filo delle visite uffi-ciali, garantendo un adeguato trattamento aiBric in Italia».

Quali strategie, in generale, dovrebbe adot-tare l’Italia per interfacciarsi in maniera piùefficace con questi Stati traendone così deibenefici per il proprio tessuto economico,produttivo e politico? «È fondamentale innanzitutto, e non solo inottica Bric, rinverdire il trend negativo le-gato all’immagine dell’Italia, rafforzandolapresso le nuove generazioni. In questo senso,le ambasciate e gli istituti di cultura italianaall’estero possono fare molto. La conoscenzaassolve sempre un ruolo determinante. Perquesto, sarebbe opportuno infoltire la schieradi giornalisti italiani inviati oggi nei paesiBric, che risulta meno numerosa rispetto adaltre nazioni europee».

Percentualedel prodotto interno

lordo mondialerappresentatodai paesi Bric

PIL14%

Percentuale dellapopolazione

mondiale che vivenei paesi Bric

ABITANTI42%

Sopra, Andrea

Goldstein, senior

economist presso

l’Ocse. Nella pagina

a fianco, in alto, i leader

di India, Russia, Cina,

Brasile e Sudafrica

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxAndrea Goldstein

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 37

Page 24: Dossier Campania

L’evoluzione dell’area mediterranearappresenta un’occasione per l’Eu-ropa come via d’uscita dalla crisi eco-nomica e come mercato di sviluppo

per il futuro. «L’Italia è il paese europeo chevanta le più intense relazioni commerciali conl’area mediterranea – conferma Gregorio DeFelice, responsabile del servizio studi di IntesaSanpaolo –. Il valore dell’interscambio è rad-doppiato tra il 2001 e il 2010, superando 63miliardi di euro; il Mezzogiorno copre, da solo,quasi il 30% del totale nazionale».

In quali settori produttivi si concen-trano per il Meridione le migliori oppor-tunità offerte dai paesi della sponda suddel Mediterraneo?«Sul piano settoriale, Sardegna e Sicilia sono inposizione chiave per i prodotti energetici; Pu-glia e Campania rivestono un ruolo impor-tante nel manifatturiero, la metallurgia, l’agro-alimentare, l’abbigliamento e calzature. Sonoevidenti le opportunità che possono scaturireda più intense relazioni, non solo commercialima anche d’investimento e finanziarie, tra l’Ita-lia e i paesi dell’area mediterranea. Non mi ri-ferisco soltanto ai consistenti fabbisogni infra-strutturali e di beni capitali di questi stati.Penso anche alle necessità di potenziamentodelle nostre infrastrutture portuali e retro-por-tuali, per tener testa all’aumento dei volumi delcommercio marittimo interno o in transito nel

Mediterraneo e, ovviamente, alla crescentecompetizione».

Perché il “Mediterraneo allargato” non èancora sufficientemente considerato comeambito di crescita? «È vero. Ed è una circostanza abbastanza sin-golare considerando che, se si prendono comeriferimento i quindici anni che ci separanodall’avvio del Processo di Barcellona, la cre-scita del Pil nell’area mediterranea è stata inmedia superiore al 4% annuo, a fronte del2% o poco più registrato nell’Unione euro-pea. Anche per i prossimi anni, malgrado lacrisi internazionale ancora in corso e la cadutadel Pil in atto in alcuni paesi arabi colpiti dauna profonda crisi politica, è attesa per iMena una crescita media attorno al 5%, trepunti circa al di sopra di quella prevista perl’area euro».

E quali sono le criticità che si possono an-cora incontrare su questo fronte?«I maggiori rischi sono legati all’evoluzionedella situazione politica e all’incertezza circail modello di sviluppo economico che, allafine, risulterà prevalente. Se, in un quadro di

XXXXXXXXXXX

38 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Nel 1995 fu avviato dall’Unione europea

il progetto del partenariato

euromediterraneo. Oggi,

il “Mediterraneo allargato” costituisce

un’area di riferimento promettente per

l’Italia. Ne parla Gregorio De Felice

Francesca Druidi

Mediterraneo, rotta di sviluppo

IL FUTURO DELL’UNIONE

Page 25: Dossier Campania

progressiva democratizzazione dell’area, si af-fermeranno indirizzi di politica economicavolti ad accrescere il grado di apertura del-l’economia, incentivare l’integrazione inter-nazionale, diversificare la struttura produt-tiva, potenziare le infrastrutture e migliorareil clima imprenditoriale, il profilo della cre-scita non potrà che innalzarsi ulteriormente».

Allargando lo scenario, il pericolo è chenell’Eurozona le attuali misure improntate alrigore finiscano per frenare eccessivamente lacrescita degli Stati. Come favorire, invece,questo processo?«È necessario bilanciare l’austerità fiscale e ilcontrollo dei conti pubblici con politiche chefavoriscano la crescita economica e la creazionedi nuova occupazione, a vantaggio soprattuttodei giovani e delle aree meno sviluppate d’Eu-ropa. I cittadini europei devono convincersiche la costruzione del mercato unico e l’ado-zione dell’Euro rappresentano un’opportunitàdi sviluppo, non solo una serie di vincoli e sa-

crifici. Negli ultimi anni, l’ideale europeo si èmolto affievolito. Occorre una vera e propria“Maastricht per la crescita”, che faccia sì che lepolitiche per l’innovazione, la competitività,l’inclusione delle donne nel mercato del la-voro, non si fermino a semplici enunciazioni.Occorre disegnare una roadmap credibile, raf-forzata da un sistema di sanzioni per i paesi chenon la rispetteranno».

La crisi delle banche si proietta diretta-mente sull’erogazione del credito. Come va-luta la situazione del sistema bancario ita-liano? Quali sono le prospettive per il primosemestre 2012?«Le autorità di controllo sul sistema bancarioin Europa hanno il difficile compito di assi-curarne la solidità, cercando di limitare gli ef-fetti della crisi del debito sovrano sull’econo-mia reale. Richiedere un rapido aumento delgrado di patrimonializzazione delle banche,in un momento in cui il mercato appare pocodisposto ad accogliere altri aumenti di capi-

tale, rischia tuttavia di ridurrei margini a disposizione degliintermediari per sostenere ilmercato dei titoli pubblici edespandere il credito alle im-prese e alle famiglie. Ed èovvio che, in una fase delicatacome quella attuale, en-trambi gli obiettivi sono fun-zionali a garantire tassi piùbassi sul debito e ad attenuarele spinte recessive già incorso. In particolare, per ilprimo semestre di quest’annoprevediamo una leggera con-trazione dell’attività econo-mica, che non potrà non ri-sentire degli effetti dellemanovre di bilancio adottatenel corso del 2011. Il quadrodovrebbe migliorare nel se-condo semestre, anche graziealle misure che il governo adot-terà e perché ci attendiamo unariduzione del livello dei tassi suldebito italiano».

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxGregorio De Felice

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 39

Valoredell’interscambio

tra Italia e areamediterranea

SCAMBI63mld

Percentuale diaumento annuo del

Pil nell’areamediterranea dal

1995, annodell’avvio delProcesso diBarcellona

PIL

4%

��

È necessario bilanciare l’austeritàfiscale con politiche che favoriscanola crescita economica e l’occupazione

Page 26: Dossier Campania
Page 27: Dossier Campania
Page 28: Dossier Campania

42 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Èalta l’aspettativa nei confronti del-l’imprenditoria femminile per rilan-ciare il sistema produttivo del Mez-zogiorno. Non stupisce, dunque, se

anche la Fondazione Bellisario, l’organizzazionecreata da Lella Golfo con lo scopo di imporre al-l’attenzione il contributo delle donne al pro-gresso economico, sociale e civile del Paese, si siaora insediata anche a Napoli. È l’onorevole San-dra Cioffi, la prima ad aver presieduto in Re-gione la Commissione delle pari opportunità egià membro del Comitato nazionale dell’im-prenditoria femminile, ad aver assunto il ruolodi responsabile territoriale per conto della fon-dazione. «L’idea di scommettere sul nostro ter-ritorio mi stimola perché la Campania non hanulla da invidiare in termini di competenze eprofessionalità femminili». Resta comunque ri-pida la strada da percorrere. La Campania è laregione del Sud con il più alto numero di societàcontrollate dalle amministrazioni pubbliche,ben 99, la cui presenza delle donne all’internodei Cda sfiora appena il 4%. «Il nostro obiettivoè raggiungere la quota del 30% entro il 2015.L’impegno profuso da Lella Golfo per l’appro-vazione della legge sulle quote rosa costituisce in

tal senso una svolta epocale che rompe il tabùdella partecipazione femminile alla gestione delpotere economico. La legge porterà importanticontributi al sistema produttivo locale. Lequote, poi, saranno obbligatorie non solo nelleSpa ma anche negli enti territoriali». Sul frontedell’imprenditoria privata si parte già da unabase solida. Il 30% delle aziende campane sonogestite da donne e vantano una mortalità infe-riore rispetto a quelle maschili. «Turismo, cul-tura, agricoltura, enogastronomia e servizi allapersona sono settori su cui puntare». Il “dreamteam” con cui lavorerà la sede campana dellaFondazione può contare su alcune coordinatricidi prestigio. Tra queste anche Stefania Brancac-cio, cavaliere del lavoro e affermata imprendi-trice, Anna Maria Colao, tra le prime 100 scien-ziate europee e Maria de Lia, capo avvocaturadella Regione Campania per il gruppo giuri-dico.«I primi, importanti risultati potremo racco-glierli solo tra qualche anno. Una cosa però ècerta, sin da subito dobbiamo impegnarci, in-sieme a Napoli e all’intero territorio, per favo-rire il diffondersi di una cultura delle alleanze trale diverse generazioni. Soprattutto, dobbiamo

Sandra Cioffi,

coordinatrice per la

Campania della

Fondazione Bellisario

La scommessarosa della CampaniaL’imprenditoria femminile come leva

di sviluppo per il rilancio del sistema produttivo.

Turismo, servizi e imprese pubbliche,

questi i settori “osservati speciali” da parte

di Sandra Cioffi, responsabile sul territorio per

la Fondazione Bellisario

Andrea Moscariello

DONNE PER LO SVILUPPO

Page 29: Dossier Campania

Sandra Cioffi

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 43

«La mia nomina alla presidenzadella delegazione campana di

Aidda è arrivata in un periodo moltocritico per la nostra società». Esordi-sce così Marta Catuogno (nella foto),che prende in mano le redini della sedecampana dell’Associazione imprendi-trici e donne dirigenti d’azienda. «Findall’inizio del mio mandato, mi sonoposta come primario obiettivo quello di“fare rete”, nel senso più ampio del ter-mine, mettendo in comunicazione im-prese, istituzioni e associazioni, realiz-zando sinergie al fine di conseguireobiettivi condivisi comuni». Catuogno,tra le più affermate imprenditrici napo-letane nel settore ricettivo, sottolineacome il turismo in particolare «debbarivestire un ruolo fondamentale neipiani di rilancio del Paese, cosa non

difficile da realizzare considerato il pa-trimonio storico-artistico che posse-diamo, a cui però bisognerebbe affian-care una buona organizzazione, uncoordinamento delle risorse e una curadell’immagine del nostro sistema rag-giungibile anche attraverso i “grandieventi”». Secondo la numero uno diAidda Campania, «il peso dell’impren-ditoria femminile nel settore turistico èlimitato ma in via di sviluppo, anchegrazie alle attività che le associazionifemminili portano avanti nel quoti-diano, cercando di favorire la nascita ela crescita di nuovi progetti d’impresa.Il settore turistico dovrebbe investire innuove sinergie tra pubblico e privato,attuando una programmazione con-giunta sul territorio, unendo e svilup-pando forze economiche e compe-

tenze tecniche degli operatori del set-tore – conclude –. In Campania il com-parto ha tutte le potenzialità per diven-tare un motore per la crescitaeconomica».

DAL TURISMO UNAGRANDE OPPORTUNITÀAnche l’Associazione italiana donne dirigenti d’azienda guarda allaCampania con ottimismo, ma occorrono maggiori integrazioni trapubblico e privato affinché il territorio possa superare i suoi deficit

fare in modo che i talenti delle donne campanenon vengano più sprecati». Secondo l’onorevoleCioffi, infine, occorre dare importanti segnali.«Stiamo studiando nuovi incentivi, anche re-gionali, per le donne che vogliono fare impresae garantire maggiori servizi alla persona, comeasili nido e assistenza per anziani. Tutto ciò perpermettere alle donne di affrontare con più se-renità il lavoro. Tra l’altro, proprio i servizi allapersona possono rappresentare un settore sucui puntare, anche dal punto di vista impren-ditoriale. La Campania deve porsi come obiet-tivo strategico l’incremento dell’occupazionefemminile e giovanile, anche attraverso un uti-lizzo “giusto “ dei fondi comunitari, troppevolte sprecati. Dobbiamo intraprendere un per-corso, speriamo, di crescita, che vedrà coinvoltala nostra regione e tutte quelle donne che conle loro competenze potranno rendersi protago-niste dello sviluppo del Mezzogiorno».

Page 30: Dossier Campania

44 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Più occasioni alle imprese

Èda oltre trent’anni direttore gene-rale di una delle realtà più floride delMezzogiorno. Stefania Brancaccio,già cavaliere del lavoro, presidente

del gruppo Piccola industria di ConfindustriaCaserta e vicepresidente vicario del comitatoregionale Piccola Industria, è alla guida dellaCoelmo, società produttrice di gruppi elettro-geni industriali e marini. Con tre stabilimentiin Campania, uffici di rappresentanza in Eu-ropa e Medio Oriente e distributori nei mag-giori paesi del mondo, Coelmo ha una pro-duzione che supera le 2.000 unità annue, piùdi 100 persone occupate fra dipendenti e in-dotto, tra cui un’alta percentuale di personalefemminile, un fatturato annuo di 20 milioni dieuro. Un esempio di imprenditoria lungimi-rante, nata e cresciuta in un settore di nicchiae in un territorio particolarmente difficile,dove l’occupazione femminile è ai livelli piùbassi in Europa.

Può fare un quadro dell’attuale situazionedel suo comparto e della strategia imprendi-toriale adottata dalla Coelmo per non per-dere terreno in un mercato sempre più diffi-cile e competitivo?«La crisi economica certo non induce previ-sioni rosee: i dati relativi a produzione, fattu-rati e ordini, relativi alle aziende italiane in ge-nerale, non solo quelle del Sud, prevedono uncalo già nell’immediato futuro. Ciò che inquesto momento, almeno per quanto riguardala mia azienda, permette di mantenere un certo

ottimismo, è la voce export. Gli ordini prove-nienti dai mercati stranieri non hanno subìtograndi contraccolpi e circa il 60% della nostraproduzione è destinato proprio a quei paesiesteri che continuano a trainare l’industria ita-liana, in diversi comparti».

Rispetto a vent’anni fa lo scenario econo-mico si è ampliato e diversificato. Oggi cisono nuovi mercati emergenti, altri paesihanno aumentato la domanda di prodotti“made in Italy”. Chi, secondo lei, potrà of-frire le migliori opportunità nel prossimofuturo?«Indubbiamente l’Africa, per lo sviluppo chesta attuando. Lo dimostra anche il fatto che intutto il territorio africano si è già ampiamenteinsediata la Cina. L’Italia, purtroppo, rispettoad altri paesi industrializzati, fatica a fare im-presa e così l’affacciarsi sul bacino del Medi-terraneo, che specialmente per il Sud sem-brava essere scontato, è stato in realtàun’occasione persa. La nostra grande difficoltà,oltre che di politica industriale, è quella infra-strutturale: i porti italiani non sono adeguata-mente attrezzati, le infrastrutture sono obsoletee questo ovviamente implica un ritardo del

Favorire l’export migliorando le infrastrutture. Questo, in sintesi,

il quadro di Stefania Brancaccio per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale.

Perché i prodotti italiani sono ancora tra i più richiesti all’estero

Eugenia Campo di Costa

DONNE PER LO SVILUPPO

Page 31: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 45

nostro paese rispetto ad altre realtà estere».Il sostegno all’imprenditoria femminile è

fondamentale nella sua esperienza. Lei è statainfatti anche presidente del Comitato perl’imprenditoria femminile presso la Cameradi Commercio di Caserta, dove ha apertouno sportello di consulenza per la creazionedi imprese al femminile. Quale l’impatto diquesto progetto?«Può sembrare un paradosso ma mi sono sem-pre battuta per la diversificazione di genere. Mispiego meglio: sono convinta che se non c’èdifferenza non c’è uguaglianza e che le donnedebbano rimarcare la loro femminilità e leloro esigenze, ben differenti da quelle degliuomini. Credo che, al di là delle leggi o dellequote rosa, il vero sostegno che possiamo darealle donne sia quello di permettere loro di ri-

disegnarsi, creandosi un lavoro, in proprio,grazie al quale possano gestire al meglio il lorotempo. Nel periodo in cui fui presidente delComitato per l’imprenditoria femminilepresso la Camera di Commercio di Caserta,notai come l’impostazione della legge 215 sul-l’imprenditoria femminile fosse di per sé sba-gliata: la legge prevedeva la creazione di im-prese al femminile con la redazione di businessplan e con la premiazione di quei progetti cheavrebbero poi previsto un incremento del la-voro. Cioè, secondo la ratio della norma, ri-sultava che chi poteva presentare un progettoera chi in realtà sapeva già come fare impresa».

Quindi crede che non siano state createreali occasioni per le donne che vogliono fareimpresa?«Di fatto sono stati promossi quei progettiche “dietro le quinte” era evidente che avesseroun’organizzazione maschile. Molte realtà sononate come imprese al femminile, ma spessoerano rette dalle figlie o dalle mogli di espertiimprenditori. Secondo me, in effetti, è fallito l’intento di aiutare la donna a realiz-zare un’attività indipendente partendo real-mente da zero».

In apertura,

Stefania Brancaccio,

direttore generale di

Coelmo

��

Ciò che in questo permettealle imprese di mantenereun certo ottimismo,è la voce export

Stefania Brancaccio

Page 32: Dossier Campania

46 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Lo sviluppo cominciadalla ricercaI fondi per la ricerca scientifica non mancano in Campania,

anche se i ricercatori più giovani si scontrano con una certa

difficoltà di accesso alle risorse. Il punto di Annamaria Colao

Eugenia Campo di Costa

La Campania continua a investire sullaricerca. Nonostante lo sforamentodel patto di stabilità, sono state resedisponibili ingenti risorse e, sul ter-

ritorio, sono presenti centri di assoluto ri-spetto, che vedono coinvolti numerosissimigiovani. «La ricerca è la massima espressionedi fermento intellettuale e innovazione dellasocietà – afferma la Annamaria Colao, pro-fessoressa di Endocrinologia all’Università Fe-derico II e ricercatrice presso il Dipartimentodi endocrinologia e oncologia molecolare e cli-nica –. Certamente è auspicabile che il nu-mero di giovani ricercatori, stabilmente im-piegati in ricerca, aumenti. Ma è anchenecessario che la ricerca diventi produttiva. Inaltre parole, che trovi spazi per la creazione diprodotti che siano anche esportabili al mer-cato e non restino soltanto prodotto di pub-blicazione scientifica, che pur è necessaria perla valutazione del valore del centro di ricercastesso».

Quali sono i punti di forza della ricercascientifica in Campania e in quali aspetti,invece, emergono i gap maggiori?«Le risorse, da sole, non forniscono idee. Lapreparazione scientifico-tecnologica è indi-spensabile perché le idee, che sono la base deiprogetti e dei relativi prodotti di ricerca, si for-mino. Nella nostra regione fortunatamenteabbiamo la possibilità di formare giovani inatenei di tutto rispetto per i prodotti di ri-

cerca. Questo è senza dubbio unpunto di forza per il territoriocampano, tuttavia i gap maggiorili riscontro nella possibilità per igiovani ricercatori di accedere aifondi di ricerca».

Quindi i giovani, pur se benpreparati, faticano a mettere in pratica leloro idee?«Il nostro paese tende a essere ancora ancoratoal concetto che un progetto di ricerca che si ri-spetti deve avere origine in centri dove esi-stano capiscuola già precedentemente finan-ziati. Benché ciò sia comprensibile, poichécentri accreditati hanno l’esperienza suffi-ciente per essere considerati attendibili, biso-gnerebbe avere il coraggio di riservare partedelle risorse per giovani che posseggono ideee propongono progetti ben articolati e docu-mentati, pur non appartenendo a gruppi giàconsolidati. Gli Stati Uniti possono essereconsiderati pionieri per questa metodologia:ed è per questa possibilità che molti nostri gio-vani ricercatori si recano lì per effettuare ri-cerche, spesso molto valide e produttive, chenon hanno avuto possibilità di eseguire inItalia».

Quali i punti su cui si potrebbe cementi-ficare maggiormente il rapporto tra uni-versità e imprese del settore sanitario?«Tutte le università oggi hanno istituito col-laborazioni concrete e sempre più costanti

Sopra,

Annamaria Colao,

professoressa di

Endocrinologia

all’Università Federico

II e ricercatrice presso

il Dipartimento di

endocrinologia e

oncologia molecolare

e clinica

DONNE PER LO SVILUPPO

Page 33: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 47

con le imprese sia nel settore diagnostico cheterapeutico, chirurgico o farmacologico, perrestare nell’ambito biomedico che è il miosettore. Le industrie sono molto più avantidelle Università nella fase di brevetto di unprodotto o della organizzazione di team de-dicati alla partecipazione di bandi per finan-ziamento in ricerca scientifica. In Università,generalmente, i ricercatori sono lasciati solinella fase della produzione del progetto scien-tifico, pertanto talvolta progetti importantinon raggiungono la soglia per un finanzia-mento più per inadeguatezza della esecuzioneburocratica che per la solidità dell’ideazioneprogettuale stessa. Ciò comporta una perditadi rientro economico per le Università chederiva direttamente dal numero di brevetti. Èauspicabile che i grandi atenei si organizzinoper fornire il supporto organizzativo, buro-cratico e amministrativo ai ricercatori in mododa ottimizzare il recupero di finanziamenti».

Parlando, nello specifico, del suo campodi intervento, su quali progetti si concen-trerà il suo gruppo di lavoro nel 2012?

«Ho la fortuna e il privilegio di poter contaresul contributo di varie collaborazioni, perché illoro numero è una variabile, essendo soggettaall’inclusione di studenti che partecipano allastesura delle loro tesi, e ai giovani ricercatori chepoi trovano collocazione in altri gruppi di ri-cerca in Italia o all’estero. Al momento, cistiamo concentrando molto sulla ricerca di ber-sagli molecolari per il trattamento di alcunitumori rari in campo endocrino, sul ruolo dellavitamina D come fattore equilibratore del si-stema immunitario, cardiovascolare e oncolo-gico e sulle patologie endocrine associate a obe-sità grave. Altro tema su cui stiamo lavorandoè la medicina di genere, in particolare sullemodifiche endocrino-dermatologiche nei pa-zienti sottoposti a terapie oncologiche. Le pa-tologie endocrine hanno una particolare di-stribuzione in accordo al genere, e questo è unaspetto della medicina che sta diventando sem-pre più importante. In fine, stiamo lavorandosull’importanza della nutrizione nella preven-zione delle patologie umane, in particolare inun recupero della dieta mediterranea».

Annamaria Colao

Page 34: Dossier Campania

48 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Una città difficile, ferita nel suoprofondo, ma non per questoinerme. Napoli è una grande si-gnora, dalle anime contrastanti.

Da un lato un patrimonio artistico, impren-ditoriale e commerciale invidiabile. Dall’altro,la grande ombra della criminalità organizzata.Lo sa bene Maria Gabriella Gribaudi, scrittricee docente di Storia contemporanea presso la fa-coltà di Sociologia dell’Università di Napoli Fe-derico II. Nel suo percorso di ricercatrice, si èimpegnata affinché anche la camorra potesseessere analizzata sotto una prospettiva storica,analizzandone le evoluzioni sociali e strutturali.E, soprattutto, ha potuto studiarne l’impattosullo sviluppo della città di Napoli.

A Napoli la crisi ha spinto molte personea “rifugiarsi” nella realtà economica ille-gale, sommersa. Lei cosa osserva?«Questa è sempre stata una città problematica.E ora, con la crisi occupazionale che stiamo vi-vendo, pensiamo solo ai casi di Enia e Fincan-tieri, moltissimi ragazzi che hanno perso il la-voro finiscono nella trappola dell’illegalità».

Dunque il lavoro nero.«Ricordiamoci che la camorra dispone di gran-dissimi capitali e moltissime delle sue attività

coinvolgono migliaia di lavoratori. Basti os-servare il mercato del falso, della contraffa-zione, il cui giro d’affari è ben più ampio diquello che potremmo pensare. E anche quelloè lavoro, per chi lo crea, per chi lo smercia, perchi lo commercializza».

Anche la stretta creditizia ha una sua in-cidenza?«Certamente. Il problema del credito si riversasu uno scenario in cui la camorra, lo sappiamo,vanta enormi quantità di denaro liquido. È fa-cile quindi che le persone o le aziende finiscanoin questa rete».

Le mafie, oggi, sono perfettamente infil-trate nel mondo finanziario. Quali sono i ri-schi?«Il problema, e questo lo sanno i magistratimeglio di tutti, sta in quella che viene definitacome la cosiddetta “zona grigia”, vale a diretutto quell’insieme di infiltrazioni, di sistemi,in cui è difficile identificare i colletti bianchicoinvolti. È vero, il mondo finanziario e delbusiness è una preda per la criminalità orga-nizzata, ma io farei un distinguo sulla città diNapoli».

Sarebbe a dire?«Il quadro napoletano, rispetto a quello delle

Il suo contributo, tramite la ricerca storica, ha reso più noto lo scenario

criminoso napoletano. Maria Gabriella Gribaudi scatta la fotografia

di una camorra cittadina infiltrata nei traffici commerciali e,

sempre più spesso, coordinata da donne

Andrea Moscariello

Anche la storia nella lotta alla camorra

Maria Gabriella

Gribaudi, docente di

Storia contemporanea

DONNE PER LO SVILUPPO

Page 35: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 49

altre province campane, è differente. Mentre aNapoli, ormai, ci confrontiamo soprattuttocon le “gang”, è al di fuori della città, a partiredal Casertano, che troviamo la “camorra im-prenditrice”, quella cioè che gestisce la con-correnza di mercato con la violenza, che cercadi aggiudicarsi gli appalti tramite infiltrazioninegli ambienti politici e amministrativi, contutta una rete di funzionari e tecnici che colla-bora con essa. Nel capoluogo, invece, il con-trollo avviene più a livello di strada, sul “pic-colo”. Ecco perché a pagarne le conseguenze èanzitutto il piccolo commerciante. Il commer-cio, con la contraffazione, è il polmone della ca-morra napoletana, assieme ovviamente alladroga».

Nei suoi studi lei ha evidenziato anche ilruolo delle donne all’interno dei clan ca-morristi. Quanto potere hanno?«Sullo scenario napoletano ci sono parecchiedonne camorriste, molto influenti peraltro.Pensiamo ad alcuni esempi noti a tutti come lesorelle Giuliano o Maria Licciardi, che sta scon-tando la 41bis. Il quadro è ben diverso rispettoa quello che accade, per esempio, in Sicilia,

dove troviamo soprattutto uomini. A tal pro-posito abbiamo svolto un lavoro di ricerca conalcuni colleghi siciliani da cui è emerso proprioquesto contrasto. In Sicilia avviene un con-trollo sessuale molto più elevato. La mafia pre-vede ritualità e patti in discrasia con la camorranapoletana, molto più flessibile».

Che ruolo può avere la ricerca storica suqueste tematiche nel sostenere lo svilupposociale e culturale di Napoli?«Purtroppo non sono molto ottimista su questofronte. Ma non perché la ricerca non sia utile,anzi, il fatto è che, come sappiamo tutti, man-cano le risorse. Sul tema della camorra, poi, si famolta fatica a reperire documentazione, i primia essere in difficoltà, in tal senso, sono i magi-strati. Un conto è focalizzarsi, per esempio, su unsingolo caso di omicidio. In quel caso si raccol-gono le prove, si analizzano i fatti, le eventuali te-stimonianze. Altra storia, invece, è scoprire adesempio se una determinata attività o catenacommerciale viva grazie ai soldi provenienti dallacamorra. In tal senso, se la ricerca, anche storica,riuscisse a ricostruire queste reti, sarebbe un ri-sultato molto utile per la città di Napoli».

��

Se la ricerca storica riuscissea ricostruire le reti dei finanziamenticamorristici, sarebbe un risultatomolto utile per la città di Napoli

Maria Gabriella Gribaudi

Page 36: Dossier Campania
Page 37: Dossier Campania
Page 38: Dossier Campania

FINANZA

58 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

A ssiom Forex, l’associazione che an-novera più di 1.500 soci in rappre-sentanza di circa 450 istituzioni fi-nanziarie, opera promuovendo e

favorendo la crescita professionale degli operatorifinanziari, attraverso la formazione, la divulga-zione degli aspetti tecnici e delle pratiche dimercato, e l'analisi, lo studio e la ricerca di tec-niche, strumenti relative ai mercati finanziari. Se-condo il presidente Giuseppe Attanà, la fiduciamostrata e gli stimoli forniti dalla Banca centraleeuropea verso il sistema bancario sono eviden-ziati da una politica monetaria assai espansiva.«Oggi sono dunque le banche chiamate a svol-gere la loro parte, tramite un’azione politica ca-ratterizzata da lungimiranza e da valori etici pro-fondi».

Le banche europee hanno ottenuto quasi500 miliardi di nuovi fondi. Qual è dunque,oggi, il vero rischio per il sistema bancario efinanziario?«Il vero rischio sarebbe a mio avviso quello di vo-ler ripercorrere strade e modelli passati, senzarendersi conto dell’indispensabile funzione so-

ciale che l’industria bancaria è ora chiamata asvolgere, con grande senso di responsabilità e conrinnovata professionalità. In realtà non vi sonosoluzioni che possono essere realizzate da singolecomponenti della società, siano esse la classe po-litica, le banche, il modo dell’industria o le partisociali. Occorre ricercare unità di intenti e obiet-tivi comuni, in modo da trovare un’unione cherappresenti effettivamente la forza».

Quanto influisce la fiducia dei cittadini ita-liani sui titoli di Stato per aumentare l’aspet-tativa dei mercati mondiali nel nostro Paese?«Poiché quella che stiamo da lungo tempo at-traversando è, per molti aspetti, una “crisi di fi-ducia”, la “fede” dei cittadini italiani verso ilproprio Paese ha sicuramente molta rilevanza peri mercati. Ciò soprattutto per il fatto che, all’attopratico, il risparmio privato in Italia è molto ri-levante ed è dunque realmente in grado di con-ferire elevata sostenibilità al debito pubblico, adifferenza della situazione finanziaria di granparte dei paesi dell’Eurozona (e non solo), i qualinon dispongono di tale rilevante potenzialità.L’effetto della domanda interna dunque sarebbe

«Il progetto dell’Euroarea deve diventare credibile,

non limitato a un’unica moneta», sostiene

Giuseppe Attanà. «E in Italia il debito pubblico

deve trovare tassi più ragionevoli»

Elisa Fiocchi

La funzione socialedell’industria bancaria

Page 39: Dossier Campania

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxGiuseppe Attanà

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 59

sicuramente in grado di influenzare positiva-mente la percezione del rischio da parte degli in-vestitori esteri, in quanto renderebbe il nostro de-bito meno dipendente dalla componente estera,che attualmente detiene in portafoglio quote im-portanti di titoli di stato italiani. Ciò porterebbeinoltre benefici effetti sulle condizioni economi-che di collocamento del nostro debito».

Quali nuovi scenari aprono il 2012 in rife-rimento alle nuove regolamentazioni e ai mer-cati in cerca di stabilità?«Sembra crescere la coscienza, sia a livello di re-gulators che di classe politica europea, che le di-verse nuove regolamentazioni in corso di appli-cazione (sia quelle che riguardano i ratiospatrimoniali per le banche, sia quelle sui vincolidi liquidità), sebbene assolutamente corrette sottoil profilo tecnico, rischiano di mettere in serio pe-ricolo la ripresa economica internazionale. Tali re-gole, infatti, inducono concretamente le banchea contrarre l’erogazione di nuovo credito, sia perevitare rischi di dover aumentare il fabbisogno dicapitale regolamentare sia per limitare i rischi diliquidità derivanti dall’espansione degli impieghi.

È dunque possibile e auspicabile che, almenoper talune di queste regolamentazioni, il “timing”di applicazione venga opportunamente rivisto, inmodo da scongiurare il rischio che per ricercareuna soluzione di alcuni problemi non si vada indefinitiva a determinare il sorgere di situazioniancora più critiche».

E quali previsioni ci sono per favorire nuovacrescita nel nostro Paese e ridurre i rendimentidei Btp?«In qualche modo questi due temi hanno deipunti di connessione tra loro. Va senz’altro dettoche la crescita economica del nostro Paese di-pende in buona misura dai nuovi provvedimenti,di carattere strutturale, che il governo in carica stacercando di attuare con grande tempestività e inun contesto certamente non facile. Si tratta dun-que di riforme importanti, quale quella del la-voro, e di progetti ambiziosi per quanto riguardale infrastrutture. D’altra parte una condizione ne-cessaria affinché le iniziative per la ripresa eco-nomica trovino un suolo fertile, che favorisca laloro attuazione, è senz’altro quella che il nostrodebito pubblico possa trovare collocazione a tassi

Sopra,

Giuseppe Attanà,

presidente di

Assiom Forex

Il risparmio privato in Italia è moltorilevante e realmente in grado diconferire elevata sostenibilità aldebito pubblico, a differenza digran parte dei paesi dell’Eurozona

Page 40: Dossier Campania

60 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

più ragionevoli, compatibili con una sua gra-duale riduzione. Tale condizione dipende ormaiperaltro dalla manifestazione di una forte e ine-quivocabile volontà politica europea, che rendail progetto dell’Euroarea credibile, non limitatoa un’unica moneta, bensì a una politica fiscale edeconomica veramente unitaria».

Ha affermato che l’assenza del rischio di li-quidità associato alle banche italiane è total-mente cancellato, grazie alla garanzia delloStato. Quale futuro attende le aziende di cre-dito italiane?«Il sistema bancario internazionale, compresodunque quello italiano, necessita ancora di rile-vanti evoluzioni. La funzione dell’industria ban-caria, per sua stessa natura, svolge un ruolo cen-trale per quanto riguarda la ripresa economicanelle varie aree geografiche e nei vari compartieconomici e determina conseguentemente la so-stenibilità di tale ripresa nel tempo. Da un latodunque occorrerà ripensare in qualche misura alruolo che le banche svolgono all’interno di unasocietà in costante mutamento a livello globale,in modo da adeguare l’offerta di servizi e di cre-dito in base alle mutate esigenze. Da un altro lato

sarà ancora necessario razionaliz-zare sensibilmente i costi, in mododa compensare, almeno parzial-mente, i minori ricavi derivanti dauna situazione economica che siprospetta non facile per i prossimi

anni».Il prossimo congresso di Assiom Forex si

terrà in febbraio. Quali saranno i temi al cen-tro del dibattito?«Il momento dominante dell’evento è da semprerappresentato, come noto, dall’intervento delgovernatore della Banca d’Italia, che in questaedizione del nostro congresso coincide con laprima vera uscita mediatica di Ignazio Visco. Ildiscorso del governatore, tradizionalmente, spa-zia a 360 gradi sui temi di maggiore importanzae attualità, che vanno dall’andamento dell’eco-nomia internazionale e domestica, alle nuoveregolamentazioni, al sistema bancario e alla cre-scita economica. Su tutte queste materie nonsono mai mancati spunti di riflessione di elevatointeresse e suggerimenti concreti di grande rile-vanza per l’economia e per i mercati in generale.A fianco di questi argomenti verranno trattati,nel corso dei lavori dell’associazione, alcuni ar-gomenti specifici, di carattere tecnico, che ri-guardano la tassazione delle attività finanziarie ei mercati emergenti, nonché le aspettative circail futuro dell’euro, trattate da autorevoli espo-nenti del mondo bancario».

FINANZA

Page 41: Dossier Campania
Page 42: Dossier Campania

«Per i mercati finanziari, il 2011è stato un anno difficile, l’au-mento dell’avversione al ri-schio da parte degli investitori

internazionali ha comportato un progressivoalleggerimento delle esposizioni nei confrontidei paesi europei c.d. periferici». Stefano Ca-talano, direttore Finanza di Dexia Crediop,analizza l’andamento dei flussi stranieri suimercati italiani e le prospettive finanziariedel nostro Paese per l’anno 2012.

Quali ripercussioni si sono verificate sulmercato italiano? «Il Ftse Mib ha perso oltre il 25% nel corsodell’anno (tra i peggiori indici azionari mon-diali) e lo spread del Btp nei confronti delBund decennale ha raggiunto 528 bp. Certoche sull’andamento del rischio Italia pesa il ti-more di un sistema finanziario troppo espo-sto al debito, ma l’analisi dei fondamentalidovrebbe essere sempre fatta. In questo senso,

ad esempio, è utile fare un rapido paragonetra l’Italia e la Spagna: mentre l’Italia ha ri-spettato puntualmente gli obiettivi concor-dati con Bruxelles, la Spagna ha sforato diquasi due punti il deficit promesso. Inoltre,ad oggi, la Spagna deve dimostrare di saperintraprendere la strada del rigore come fattodall’Italia. Nonostante ciò, i mercati conti-nuano ad usare per Italia e Spagna due pesi edue misure e lo spread tra Btp e Bonos si è ad-dirittura allargato».

Come giudica invece il sistema istituzionaleitaliano nei titoli di stato?«Nel contesto attuale, il supporto del sistemaistituzionale all’offerta di titoli di Stato è limi-tato da una serie di fattori strutturali. La diffi-cile situazione sul fronte della liquidità nonagevola importanti campagne d’investimento.Le difficoltà delle banche italiane nell’accesso almercato dei capitali, e in ogni caso a costi difunding ben più alti dei rendimento dei titolidi Stato, rende non opportuno aumentare lapropria esposizione. In tema di rifinanziamentodel debito pubblico, la vera risorsa per l’Italiaè la ricchezza netta delle famiglie. Quest’ag-gregato, anche se in calo rispetto al recentepassato, sfiora i 9mila miliardi di euro a frontedi un debito pubblico di 1.900 miliardi dieuro. In via proporzionale, la ricchezza dete-nuta dalle famiglie italiane rappresenta 8,3volte il reddito disponibile. Tale rapporto èpari a 8 per l’Inghilterra, 7,5 per la Francia, 7per il Giappone, 5,5 per il Canada e 4,9 per gliStati Uniti».

Come vede le prospettive per il 2012?«La semplice considerazione che gli investi-

62 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

FINANZA

Alcuni segnali d’inversione di tendenza si sono già visti.

Come, nelle aste di dicembre, il vistoso crollo dei rendimenti

per i titoli a breve scadenza

Elisa Fiocchi

Nuove e interessanti occasionid’acquisto

Stefano Catalano,

direttore finanza di

Dexia Crediop Spa

Page 43: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 63

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxStefano Catalano

tori preferiscono, in mercati così volatili, lescadenze brevi dimostra una rinnovata fidu-cia nei confronti del debito sovrano italiano.Nel breve periodo è difficile attendersi lostesso trend. Molte cose dovranno accaderesia dal punto di vista delle riforme italiane siada quello europeo. Anche se investire su titoliitaliani è apparentemente più rischioso ri-spetto a sei mesi fa i rendimenti attuali of-frono delle interessanti occasioni d’acquisto:i Btp sulle scadenze medie e quelli legati al-l’inflazione, con la prospettiva di un cicloeconomico appesantito dalla recessione e conun’inflazione al 3%, continuano a essere unodei temi di maggiore interesse per i rispar-miatori italiani».

Qual è stato finora il ruolo della Bancacentrale europea nelle politiche di finanzia-mento?«Dexia Crediop è autonoma nella raccoltadei mezzi finanziari necessari alla propria at-tività. Il programma 2011 è stato completatosecondo le previsioni e nel periodo 2008-2011 la banca ha raccolto sui mercati, unaprovvista a medio e lungo termine di oltre 2miliardi di euro rispetto alle necessità com-merciali nello stesso periodo. La raccolta èstata realizzata anche attraverso un pro-

gramma di emissioni destinate direttamenteal pubblico degli investitori privati grazie alquale i risparmiatori italiani hanno avutoun’ampia scelta di durate e di cedole. Per ciòche riguarda la raccolta a breve termine, inuna difficile situazione di mercato per la li-quidità, l’accesso alle operazioni della Bancacentrale è una risorsa importante per DexiaCrediop come per le altre banche italiane.Inoltre, l’elevata qualità creditizia degli attiviin portafoglio rende la gran parte del bilan-cio della banca potenzialmente utilizzabile inoperazioni con la Banca centrale».

Nell’ambito della finanza pubblica e del-l’attività di project financing in quali dire-zioni si muove Dexia Crediop?«Nel project financing la banca ha organiz-zato il finanziamento di alcune delle piùimportanti operazioni a oggi realizzate inItalia: nel settore delle infrastrutture di tra-sporto, si ricordano la linea 5 della metro-politana di Milano e la Strada dei parchi;nel settore dell’edilizia pubblica strumen-tale, il nuovo ospedale di Legnano. DexiaCrediop è stata, inoltre, una delle primebanche a strutturare operazioni per il fi-nanziamento di progetti di energia eolica,fotovoltaica e derivante da rifiuti».

Page 44: Dossier Campania

Sotto, da sinistra,

il cancelliere tedesco

Angela Merkel,

il presidente della

Repubblica Francese

Nicolas Sarkozy

e il presidente

del Consiglio italiano

Mario Monti

64 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

L’Europa cresce poco e gli Stati sonoindebitati. Il problema però non èsolo la crisi economica, ma una se-rie di norme a livello centrale che

non incentivano la crescita. «Il più impor-tante fattore ostativo – spiega Alberto Gio-vannini, amministratore delegato di Unifor-tune – è la relativa ignoranza dei leadernazionali su come gestire un programma diriforma di dimensioni così vaste: quali prio-rità, quali best practices adottare, come ge-stire la transizione».

I problemi del debito sovrano europeo, in

FINANZA

Servono norme per la crescita

particolare quello italiano, sono riconduci-bili alla sfiducia dei mercati sulla sostenibi-lità della spesa pubblica oppure le ragionisono altre?«Il sentimento sull’Europa è in questo mo-mento molto negativo. La percezione è che ilnostro continente non riesca a generare cre-scita per via di una zavorra di norme chescoraggiano lo spirito di iniziativa econo-mica e il risk-taking. Questo difetto è moltoevidente per via del contrasto con la Cina,che macina cresce a ritmo del 10% all’annoed è diventata la seconda economia mon-

«La soluzione del problema dei debiti pubblici è diventata un elemento inestricabile del

generale piano di rinnovamento della società europea, che ormai anche l’opinione pubblica

ritiene improcrastinabile». Alberto Giovannini illustra gli scenari possibili

Nicolò Mulas Marcello

Page 45: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 65

chiare su questi problemi, le frange protezio-niste in ciascun paese sarebbero fortementeindebolite. Nel caso opposto, esse possonopresentare argomenti, convincenti per l’opi-nione pubblica, che fanno leva sulla relativaignoranza del governo. È importante notareche Mario Monti ha lavorato molto sul pro-blema della liberalizzazione volta a incorag-giare l’iniziativa economica, in occasione diuna rapporto presentato al presidente dellaCommissione europea Barroso».

Qual è il suo outlook per il 2012? Ci sonostrategie che saranno particolarmente profi-cue? E quali invece vivranno delle difficoltàpenalizzate da un minor ricorso alla leva fi-nanziaria tipica dell’industria?«L’uso della leva finanziaria da parte dei gestoriè funzionale al livello di rischio obiettivo e,come ormai tutti sanno, fortemente inferiorealla leva finanziaria delle banche. Inoltre, laleva finanziaria lascia inalterato il rapportorischio/rendimento: quindi eventuali minoriricorsi alla leva finanziaria non alterano, di perse, l’attrattiva relativa dei fondi d’investi-mento. Detto questo, nell’anno che è appenainiziato lo scenario di normalizzazione rende-rebbe attraenti quasi tutti comparti a rischio,in particolare high-yield, e azionario, mentrepenalizzerebbe significativamente quei settori,come i governativi tedeschi, l’oro e il francosvizzero, che hanno rappresentato un rifugioa fronte delle paure di collasso finanziario.Tuttavia mi aspetto ancora incertezza fino allametà dell’anno».

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxAlberto Giovannini

diale, e con gli Stati Uniti, che ora stannocrescendo circa al 3% e mantengono unaposizione di preminenza come luogo di ec-cellenza di imprenditorialità e di innovazionetecnologica. Il problema fiscale è purtroppoun retaggio del passato, e forse anche un ri-flesso di quell’approccio sbagliato che moltipaesi hanno avuto verso il mondo produt-tivo, accumulando come risultato i costi pub-blici, di un sempre crescente interventismostatale, che però non ha prodotto ricchezza.La soluzione del problema dei debiti pubblicidiventa quindi un elemento inestricabile delgenerale piano di rinnovamento della societàeuropea, che ormai anche l’opinione pub-blica ritiene improcrastinabile».

Parliamo della manovra Monti. Le misurefinora prese sono solo il primo passo per ge-stire questa difficile situazione. Ma quali mi-sure occorre adottare per non soccombere aimercati finanziari?«Le misure finora adottate sono state neces-sarie per mettere in sicurezza i conti pubblici,ma certo non sono disegnate per stimolare lacrescita. Rimane il fatto che l’attività econo-mica potrebbe aumentare se il risultato diqueste misure è quello di diminuire l’incer-tezza circa la sostenibilità dei conti pubblici.Idealmente, il governo potrebbe considerare,oltre a una riforma complessiva del nostroimpianto normativo volta a incoraggiare l’at-tività economica, anche operazioni in contocapitale per diminuire la dimensione dellostato patrimoniale del settore pubblico».

Molti sostengono che l’Europa dovrebbeessere il motore principale dal quale farscaturire le riforme economiche necessariea far sviluppare il sistema economico eu-ropeo e mondiale. Ma le frange protezio-niste all’interno di molti paesi europei im-pediscono questo sviluppo. Cosa occorrefare? «A mio parere il più importante fattore osta-tivo è la relativa ignoranza dei leader nazio-nali su come gestire un programma di ri-forma di dimensioni così vaste: quali priorità,quali “best practices” adottare, come gestirela transizione. Se i governi avessero idee ben

L'indice di crescitaannuale della Cina

CINA10%

La percentualedi crescita degli

Stati Unitinell'ultimo anno

STATI UNITI3%

Alberto Giovannini,

amministratore

delegato di Unifortune

Page 46: Dossier Campania
Page 47: Dossier Campania
Page 48: Dossier Campania

U na crescita costante che proseguedal 1947, quando l’azienda èstata fondata per rispondere alleesigenze degli operatori del set-

tore elettrico nel napoletano. Oggi la Majoranoè un’importante realtà del territorio che ha svi-luppato la sua attività in più direzioni, com-prendo integralmente la “filiera” dell’elettro-tecnica, dalla distribuzione di materiale, sonodecine di migliaia le referenze a magazzino,fino a un servizio personalizzato e adatto aogni esigenza. «Il contatto continuo e direttocon la clientela è fondamentale – spiega il pre-sidente Angelo Majorano – e proprio per que-sto abbiamo istituito un catalogo on-line ca-pace di offrire un servizio immediato».

È importante per voi l’attività di aggior-namento tecnico e normativo. Come la

portate avanti?«Appare evidente che il no-stro è un settore in cui questoaggiornamento è assoluta-mente indispensabile. Preci-sato ciò, ritengo opportunotracciare una distinzione frale attività di commercializza-zione e quelle relative all’am-bito industriale, in quanto gliapprocci attraverso i quali af-frontare questi due settorisono differenti. Nel primocaso infatti, sono i nostri par-

tner commerciali, le multinazionali del set-tore, ad aggiornarci su tutti gli aspetti tecnicie normativi dei prodotti e il nostro compitosi limita a mantenere sempre elevati la qua-lità e il livello del servizio offerto. Nel se-condo caso invece, dove siamo noi a essereproduttori – e faccio riferimento in partico-lare alla divisione produttiva TMS Cabine –, dobbiamo sempre tenere sotto controllotutti gli aspetti tecnici e normativi del pro-cesso e del prodotto».

Quali sono i settori in cui lavorate di piùe in cosa si differenziano in termini di pro-dotti e servizi?«A parte i comparti tradizionali come quellirelativi a cavi e cabine, il settore dell’illumi-nazione è quello in cui negli anni l’azienda haeffettuato i maggiori investimenti sia in ter-mini di strutture – sono ben otto i nostrishow room presenti sul territorio –, sia in ter-mini di risorse umane».

Com’è cambiato nel tempo il settore?«La progressiva riduzione del tessuto indu-striale del Centro-Sud d’Italia, in partico-lare della provincia di Napoli, ci ha costrettonegli anni a rivedere la composizione dellagamma offerta, puntando sempre di piùverso prodotti destinati alle applicazioni ci-vili e al settore terziario, come l’illuminotec-nica e il networking».

Qual è attualmente la situazione del vo-stro mercato di riferimento?

In basso

Angelo Majorano

presidente della TMS

Cabine Spa di Napoli

www.majorano.itwww.tmscabine.it

Innovazioni nella filieradell’elettrotecnicaUn servizio a trecentosessanta gradi che va dalla vendita di migliaia di prodotti di materiale

elettrico alla collaborazione con gli operatori per la fornitura di consulenze e servizi specifici.

Angelo Majorano descrive la sua strategia per il settore elettrico

Amedeo Longhi

INNOVAZIONE

Page 49: Dossier Campania

«Il settore del materiale elettrico non è statorisparmiato dalla crisi globale. Anzi, rispettoal passato si è assistito, come è avvenuto nel2009 e per la prima volta da decenni a que-sta parte, a un andamento del mercato che,rispetto al dato del PIL, ha fatto segnare va-lori inferiori rispetto a quelli nazionali. Nonconsola il fatto che la forte espansione della

nicchia legata alle energie rinnovabili ne ab-bia parzialmente risollevato le sorti, ancheperché l’andamento altalenante e transitoriodello stesso fa sì che il “sentimento” generalesia comunque gravato da una certa dose disfiducia già per l’anno che sta iniziando».

Può fornirci qualche notizia in più ri-guardo all’attività del ramo dedicato allaproduzione delle cabine, la TMS?«Questa nuova iniziativa imprenditoriale si èconcretizzata nella TMS Cabine Spa. Questaesperienza tiene conto delle interessanti pro-spettive di crescita nel settore delle energierinnovabili ed è nata da un’idea particolare:integrando le competenze edili e quelle elet-tromeccaniche, abbiamo ritenuto infatti checi fosse la possibilità di avviare una nuova ini-ziativa nella produzione di prefabbricati percabine elettriche. Le cabine, costruite, allestitee collaudate totalmente nel nuovo stabili-mento di Valle di Maddaloni (CE), grazie aimportanti investimenti a livello progettualee produttivo, all’elevato grado di competenzatecnica dei collaboratori e non ultimo a unarete vendita capillare e dinamica, hanno fattosì che in pochi anni la TMS si collocasse, sind’ora, tra le realtà più significative e innova-tive dell’intero scenario nazionale».

��

Il settore dell’illuminazione è quelloin cui negli anni l’azienda ha effettuatoi maggiori investimenti sia in terminidi strutture, sia in termini di risorse umane

Angelo Majorano

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 69

Page 50: Dossier Campania

70 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

L’ automazione industriale è ancoraun processo in divenire per molterealtà produttive. Introdurre nuovisistemi e impianti tecnologici in

processi finora basati sul controllo umano ri-chiede investimenti importanti, ma anche laconsulenza di specialisti in grado di individuarela soluzione migliore per le esigenze di progettoo specifiche richieste di computo metrico. «Lanostra società – spiega Domenico Prisco, sociodella New Tecno Sapri – è nata realizzando la-vori di impiantistica elettrica industriale, per poievolversi e specializzarsi nei sistemi di automa-zione. Abbiamo così iniziato a occuparci dellaprogrammazione dei più importanti Plc (Pro-grammable Logic Controller) richiesti dalleaziende, come Siemens e Allen-Bradley. Inoltre

sistemi di supervisione e monitoraggio Protoolper la realizzazione dei pannelli operatori».

Qual è il vostro core business?«Il nostro impegno è sempre stato quello di af-frontare le problematiche relative al settore del-l’impiantistica industriale e di essere costante-mente al passo con l’innovazione tecnologica nelsettore elettrico. Con particolare attenzione perl’automazione, i sistemi di controllo automa-tico, quelli di sicurezza e per le telecomunica-zioni. Oltre che progettare e realizzare nuovi im-pianti, offriamo anche i servizi ditrasformazione, ampliamento, modernizzazionee manutenzione, sia ordinaria che straordinariadegli impianti, oltre a essere in grado di trasfe-rire intere linee di produzione già esistenti».

Lavorate più con il settore pubblico o conquello privato?«Lavoriamo, per scelta, più con il settore privato.Al settore pubblico ci siamo affacciati in più oc-casioni, senza tuttavia trarne alcun vantaggio.Dal nostro punto di vista esistono delle differenzesostanziali fra queste due tipologie di commit-tenza, sia dal punto di vista tecnico che da quellocommerciale. Nelle gare d’appalto abbiamo as-sistito alla proposta di offerte molto basse – cheinevitabilmente si sono aggiudicate l’appalto –che per noi sono irraggiungibili. Evidentementeesistono imprese che riescono a fare questi prezzi,tagliando su costi – quali la specializzazione deitecnici e i costi fissi aziendali – che noi non pos-siamo tagliare a danno della professionalità».

Con quali tipologie di aziende lavorate

Affrontare le problematiche relative al settore dell’impiantistica industriale ed essere

costantemente al passo con l’innovazione tecnologica nel settore elettrico.

Domenico Prisco descrive la sua “via” verso l’automazione industriale

Manlio Teodoro

Da sinistra, Domenico,

Flora e Giovanni Prisco,

soci della New Tecno

Sapri Srl, Napoli

www.tecnosapri.it

L’automazione industrialee i suoi processi

TECNOLOGIE

Page 51: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 71

maggiormente?«Collaboriamo con aziende appartenenti a pa-recchi settori industriali. Dalle aziende side-rurgiche a quelle metallurgiche, oltre che conaziende che lavorano nell’indotto dell’ediliziaproducendo tonti in cemento armato. Abbiamocollaborato anche con aziende che lavorano peril comparto Fiat, sia locali – e facenti parte del-l’indotto dello stabilimento di Pomiglianod’Arco –, sia torinesi».

Avete ottenuto delle certificazioni?«Siamo certificati Uni En Iso 9001:2000, rico-noscimento ottenuto dall’ente indipendenteUniter, accreditato Sincert. Abbiamo inoltreadottato una politica per il raggiungimento diuna serie di obiettivi, come aumentare la com-petenza e la consapevolezza della mansione diogni singolo dipendente, soddisfare i requisiticontrattuali e le necessità della committenza,dando evidenza del raggiungimento degli stan-dard qualitativi di rilievo».

Il mondo dell’edilizia si trova in profondacrisi. Questa ha raggiunto anche voi tramite

le aziende partner?«Purtroppo sì. Negli ultimi due anni abbiamoassistito a un brusco calo nella richiesta dinuovi lavori e nella costruzione di nuovi im-pianti. Tuttavia la situazione di crisi, perquanto ci riguarda non è limitata al settoredelle costruzioni. Anche il settore automotiveè in uno stato di crisi e per di più la nostraazienda è ancora in attesa di riscuotere i creditiper l’esecuzione dei lavori svolti per l’indottoFiat. Riceviamo ancora richieste di interventoda un’azienda che lavora in appalto nell’im-pianto di Pomigliano, tuttavia siamo prudenti,non avendo ancora riscosso il compenso per ilavori precedenti».

Quali sono le strategie o gli interventi chepotrebbero sanare questa situazione?«Attualmente, intraprendere una strategia che sibasi solo sull’iniziativa delle aziende vorrebbedire rischiare molto e ottenere, probabilmente,pochissimo. Di fatto esistono aziende che avendoavuto buoni risultati negli anni scorsi, riesconoa sopravvivere con le proprie forze, autofinan-ziandosi nell’attesa che il mercato riprenda slan-cio. Altre però, per varie ragioni, non si trovanonella posizione di poter resistere e quindi sonocostrette a chiudere. Nel complesso tutte le pic-cole imprese si trovano in pericolo».

��

Ci siamo specializzati nellarealizzazione di sistemidi automazione e nellaprogrammazione dei Plc

Domenico Prisco

Page 52: Dossier Campania

MODELLI D’IMPRESA

S econdo un’indagine dall’Istituto SWGper la Confederazione Nazionale degliArtigiani il 78% delle piccole e medieimprese ritiene la stretta creditizia at-

tuale decisamente peggiore rispetto a quella giànera del 2008 e 2009. A dimostrarsi in appren-sione sono gli imprenditori di tutte le aree delpaese, con punte acute al Sud Italia (83%). È perquesto motivo che risulta particolarmente at-tuale il messaggio dell’ingegnere Giuseppe Scar-damaglia, titolare della Promec di Caivano. «Ciòche conta non è avviare un’attività, ma riuscire aportarla avanti con perseveranza», afferma Scar-damaglia. Questo il senso che anima un’aziendacome la Promec, realtà del napoletano che dall’86si è affermata nel settore aeronautico e successi-

vamente in quello ferroviario.Qual è il vostro settore di competenza?

«La PROMEC S.r.l. nasce nel 1986 conl’obiettivo di operare nel settore produt-tivo della meccanica di precisione e nelmercato della progettazione e realizza-zione di attrezzature speciali. Le produ-zioni di maggior rilievo sono quelle dellameccanica per rotabili ferroviari, con par-ticolare specializzazione nella costruzionedei carrelli ferroviari completi e progetta-zione di attrezzature di produzione e col-laudo. Il mercato di riferimento dei primianni è stato prevalentemente quello aero-nautico con clienti come Alenia, Alitalia,

Officine Aeronavali, Vulcanair. A seguire c’è statapoi l’apertura verso il settore ferroviario nata dal-l’occasione di progettare e realizzare linee di at-trezzature per la costruzione di carrelli ferroviari,in particolare quelle per i carrelli portanti e mo-tore dell’ETR500-Freccia Rossa nonché l’im-pianto di pressatura per il loro collaudo finale, perla SOFER di Pozzuoli prima e per AnsaldoBredapoi. Il mercato ferroviario, oggi è diventato il ri-ferimento principale della produzione e dei ser-vizi di ingegneria offerti dall’azienda. Esiste co-munque una stabile presenza nell’aeronautico enel petrolchimico. La carta vincente dell’aziendache ha caratterizzato i primi anni è risultata esserela capacità di governare e integrare tecnologiemeccaniche differenti, come idraulica, pneuma-tica, fino a sconfinare nell’elettronica e l’auto-mazione industriale».

Come ha affrontato Promec l’attuale crisi?«L’internazionalizzazione è stata la strategia su cuiabbiamo puntato. L’ulteriore elemento chiave, incui PROMEC ha creduto, è stato l’investimentoin sperimentazione e innovazione con il miratointento di raggiungere margini di competitivitàtecnologica su scala internazionale e potersi con-frontare con concorrenti leader mondiali nei set-tori come quello delle attrezzature speciali. I ri-sultati non sono mancati, siamo riusciti achiudere commesse di fornitura di attrezzaturespeciali di collaudo carrelli anche con paesi delFar East come TAIWAN».

Imporsi nel Meridione, contando sulle proprie forze e sulla professionalità.

Questa è la testimonianza che dal 1986 porta avanti Promec,

fornendo soluzioni meccaniche e supporto al mondo ferroviario e aeronautico.

L’esperienza di Giuseppe Scardamaglia

Marco Tedeschi

La meccanica napoletana si affaccia a nuovi mercati

72 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

L’ingegnere

Giuseppe Scardamaglia

è titolare della Promec

di Caivano (NA)

www.promecsrl.eu

Page 53: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 73

Giuseppe Scardamaglia

Come è strutturata oggi la Promec?«L’azienda si avvale di uno staff di 50 elementicomposto da ingegneri, tecnici e operatori al-tamente specializzati con consolidata espe-rienza nei settori della meccanica, idraulica,pneumatica, elettronica e dei sistemi di con-trollo. Puntiamo molto sulla tradizione inge-gneristica aziendale in grado di prendere incarico le esigenze di progettazione e produ-zione dei clienti; proprio dove i concorrentitendono a perdere terreno o cedono a fronte didifficoltà tecniche. Di solito preferiamo lavo-rare sui “problemi complessi” dei clienti e pre-diligiamo le commesse difficili. Ad oggi la rea-lizzazione dei carrelli ferroviari finiti, adesclusione dei soli trattamenti termici, avviene to-talmente all’interno dell’azienda. Tutte le fasi dilavorazione sono eseguite nello stabilimentoPROMEC dotato di reparti di taglio, saldatura,lavorazione meccanica, sabbiatura, verniciatura,allestimento, collaudo dimensionale, controllinon distruttivi, collaudo finale sotto pressa».

In tutti questi anni come è cambiato il mer-cato di riferimento dell’azienda?«Di anni ne sono trascorsi molti, l’azienda è cre-sciuta in infrastrutture, forza lavoro e compe-tenze, con un ritorno tangibile in termini diespansione del proprio mercato. Ciò che ha so-stenuto la crescita in questi anni, garantendocompetitività e stabilità, è stato il profondo credonelle capacità tecniche e nello sviluppo delle pro-

prie competenze, affiancando un mirato piano diinvestimenti in tecnologie ed attrezzature. Promecè stata la prima azienda al sud a dotarsi di mac-chine computerizzate DEA per il controllo tridi-mensionale della propria produzione meccanica.Sotto tali presupposti, negli anni trascorsi PRO-MEC si è affermata presso clienti di rilievo nel set-tore ferroviario nazionale, presso i vari stabili-menti Ansaldobreda in Italia, Keller e Firema. Aseguire c’è poi stata l’espansione vero le principaliaziende di trasporto ferroviario come TRENI-TALIA, per la quale siamo qualificati fornitori uf-ficiali e recentemente presso la nuova compagniadi trasporto ferroviario NTV S.p.A. di Monteze-molo, Punzo, Della Valle e Sciarrone , per la qualeabbiamo fornito innovativi sistemi di collaudo percarrelli. Il passo successivo è stato l’accesso al mer-cato internazionale con compagnie come Bom-bardier Transportation e ZF Germania».

�Abbiamouna commessaa Taiwanper la fornituradi due presseper il collaudodei carrelliferroviari

Page 54: Dossier Campania

74 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Nell’imprenditoria immobiliare l’in-tuizione e il dinamismo sono ca-ratteristiche che si possono rive-lare molto preziose, in particolar

modo in un’ottica di diversificazione produttivae gestionale delle opere realizzate. La situazioneattuale – pesantemente condizionata dalla gravecrisi economica – suggerisce prudenza e cautela,ma spesso i maggiori successi commerciali si ot-tengono reagendo in maniera energica e pro-positiva, puntando sugli investimenti e indivi-duando la sintesi perfetta fra la pianificazionerazionale degli stessi e l’istinto intuitivo tipicodell’imprenditoria italiana. Una valida sintesi ditutte queste caratteristiche è personificata inRaffaele Servillo, fondatore e titolare dell’omo-nimo gruppo immobiliare, operante nella pro-gettazione architettonica su grande scala. «Nellamia carriera di imprenditore ho sempre evitato– per quanto possibile – di ricorrere a finanzia-menti e aiuti pubblici. L’autonomia imprendi-toriale si è sempre rivelata una scelta vincente,assecondata anche da una saggia parsimonia eda una spiccata inclinazione agli investimenti».

Quali sono le caratteristiche del Gruppo

Servillo?«Il gruppo ha diversificato lesue prerogative commercialiin un’utile ottica di raziona-lizzazione. Esistono tre so-cietà, che hanno competenzagestionale per le principali at-tività del gruppo stesso, ov-vero lo svolgimento dell’attività immobiliarevera e propria, la conduzione dei supermer-cati di nostra costruzione e gestione e – infine– la direzione del prestigioso albergo RamaPalace Hotel, di proprietà del gruppo e atti-guo al ristorante Luna Rossa».

Quale percorso evolutivo hanno subito letre società del gruppo?«Differente per le diverse caratteristiche delle at-

Razionalizzare le competenze tramite la creazione di

un gruppo; un’organizzazione societaria funzionale

ma complessa, che può tuttavia rivelarsi compatibile

con una gestione familiare dell’impresa, come

dimostra la storia imprenditoriale di Raffaele Servillo

Lodovico Bevilacqua

La forza dell’imprenditoria partenopea

Raffaele Servillo,

fondatore del Gruppo

Servillo di Casalnuovo

di Napoli. Nelle altre

immagini, alcune opere

realizzate e gestite

dal Gruppo

www.servillo.it

MODELLI D’IMPRESA

Page 55: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 75

tività svolte, simile in merito alla mentalità chene ha condizionato la gestione, informata dallamia visione imprenditoriale. Si tratta di un’at-titudine all’impegno e alla dedizione, che puntamolto sull’apporto fresco ed energico dei mieisei figli, coinvolti in maniera sempre più attivae propositiva nel business familiare, garantendoentusiasmo, professionalità e competenze spe-cialistiche in progettazione architettonica e ne-gli ambiti commerciale e amministrativo. Que-sta sintesi generazionale, unita alla coesionefamiliare, hanno contribuito in larga misura aisuccessi commerciali più recenti».

Quali caratteristiche peculiari presenta lavostra attività?«Una su tutte: la gestione diretta delle opere cherealizziamo. Dall’individuazione dell’area di edi-ficazione alla gestione della struttura, passandonaturalmente per l’edificazione della stessa, il

nostro gruppo rimane protagonista. Con il van-taggio di informare le attività della nostra men-talità e attitudine imprenditoriale. I supermercatiServillo – anche per la natura del servizio che of-frono – hanno sempre avuto come principale eirrinunciabile obiettivo la soddisfazione delcliente, da perseguire tramite una politica dicompetitività e convenienza, sia a livello econo-mico che a livello di prodotti offerti. La grandeconcentrazione di ipermercati nell’area di Casal-nuovo ha reso questo segmento commercialeestremamente competitivo, ma l’ampiezza dellagamma dei nostri prodotti – con un grande pri-vilegio nei confronti della gastronomia locale –la convenienza dell’offerta e la professionalità ecortesia dello staff ci hanno consentito di racco-gliere la preferenza di tantissimi clienti, fidelizzatigrazie alla qualità del servizio proposto».

La poliedricità del vostro gruppo è tornatadunque utile nella gestione dell’albergo,un’attività certamente differente da quelladella distribuzione?«Senza dubbio sì. Esiste tuttavia un punto dicontatto fra le due attitudini gestionali, ov-vero la convenienza della proposta commer-ciale, dal momento che l’hotel è fonte attrattivaper i principali attori del sistema business chegravita intorno le numerose aziende presentinel territorio campano. Per quanto riguarda larealizzazione dell’albergo, il merito va desti-nato a Vanni e Giuseppe Servillo, rispettiva-mente architetto e geometra, ideatori delleavanguardistiche forme contemporanee che ca-ratterizzano gli arredi e le scelte architettonicheinnovative e sorprendenti».

Raffaele Servillo

Page 56: Dossier Campania
Page 57: Dossier Campania
Page 58: Dossier Campania

I l calo dei consumi generalizzato si è fattosentire anche sotto le feste natalizie. L’os-servatorio di Federconsumatori ha regi-strato cali consistenti per arredamento ed

elettrodomestici (–24%), abbigliamento e cal-zature (–18%), turismo (–8%), profumeria ecura personale (–7%). Un arretramento menovistoso, ma avvertito, ha investito la spesa per idoni per i più piccoli, infatti anche la vendita digiocattoli ha registrato un calo del –3%. AssuntaMenna, amministratore delegato della MennaSpa, società di distribuzione all’ingrosso di gio-cattoli, commenta così questo dato: «L’ultimo èstato certamente un Natale all’insegna del ri-sparmio, tuttavia non abbiamo registrato ilcrollo delle vendite che è stato riscontrato da al-tre categorie commerciali. Sicuramente le fa-

miglie hanno dato un taglio a molte spese vo-luttuarie, la sostanziale tenuta del settore dei gio-cattoli forse è stata una sorta di compensazione.Se si guarda qual è stato l’unico settore in attivo,quello dell’elettronica di consumo – quindicomputer e dispositivi mobili –, con un +1%,si può forse dire che la volontà di acquistare beninon di prima necessità ha resistito anche negliacquisti che premiano i bambini».Menna Giocattoli è passata, negli anni, da pic-cola società specializzata nella vendita all’in-grosso a essere uno dei principali distributoridella regione. «I nostri partner, all’inizio, eranoprincipalmente piccoli negozianti non specia-lizzati soltanto nella vendita di giocattoli, alcontrario si trattava di attività che si ponevanonei confronti del mercato come una sorta di ba-zar, in quanto nei loro punti vendita propone-vano un assortimento variegato di prodotti. Inquesta fase la nostra azienda era ancora situatanel centro urbano. Questo era un limite per ilnostro sviluppo, perché da una parte rallentavai tempi di consegna e l’erogazione dei servizicollegati, dall’altra non ci permetteva di avere adisposizione un’area sufficiente per la nostra at-tività. La redditività di un’impresa dipende stret-tamente dai metri quadri a disposizione, perquesto il trasferimento della nostra sede opera-tiva presso il Cis di Nola – polo commerciale delSud Italia –, con 2200 metri quadrati di capa-cità produttiva, ha apportato significative mo-difiche all’assetto commerciale e gestionale dellanostra impresa, consentendoci un vastissimo

La Menna Spa,

ha sede a Nola (NA)

www.mennagiocattoli.it

Nella vendita all’ingrosso la capacità produttiva dipende dallo spazio disponibile

per l’esposizione, ma anche da una riorganizzazione distributiva.

La parola ad Assunta Menna

Manlio Teodoro

Cambia l’assetto organizzativodella distribuzione dei giocattoli

78 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

IL MERCATO DEL GIOCO

Page 59: Dossier Campania

� �

Assunta Menna

assortimento di prodotto, ma anche e soprat-tutto un grande numero di servizi accessori chesolo grandi strutture perfettamente organizzatesono in grado di garantire. La precedente ti-pologia organizzativa era poco efficiente e im-poneva costi di gestione troppo alti in rap-porto anche all’utilità che tale organizzazioneapportava all’azienda. Abbiamo così adottatopolitiche innovative di pianificazione edespansione commerciale, decidendo di effet-tuare un ulteriore investimento per trasferirela distribuzione presso un capannone tre voltesuperiore rispetto al precedente (più di 6000mq), innovando il nostro modo di lavorarepuntando sull’aspetto informatico, logistico esull’introduzione del self service. Attraverso ilservizio logistico si garantisce ampiezza al-l’assortimento in quanto vi è un numero dicategorie di prodotti diversi. Ma la vera rivo-luzione è stata l’introduzione del selfservice,che ha eliminato le figure intermedie cheprima si interfacciavano con il nostro par-

tner. Il nostro cliente adesso sceglie la merce,esposta come in un grande supermercato delgiocattolo e procede direttamente all’acquistopresso le casse». Questi cambiamenti hannoalleggerito i costi di gestione e ridotto i tempidi distribuzione. «Una delle sfide che abbiamocercato di vincere in questi anni è stata quelladi decongestionare la concentrazione dellevendite nell’ultimo periodo dell’anno, ovveroabbiamo cercato di destagionalizzare le ven-dite. Il nostro calendario commerciale è oggiscandito in sei campagne di vendita: Carne-vale, Pasqua, tempo libero e giochi all’areaaperta, mare, scolastica, Natale ed Epifania». Il gruppo Menna, nell’affrontare le continuee nuove sfide che il mercato impone, ha ini-

ziato nel 1995 a diversificarela sua consolidata esperienzadistributiva a nuovi settorimerceologici. Infatti, in brevetempo, ha ottenuto degli ec-cellenti risultati nel settoredei casalinghi, fiori artificiali,articoli natalizi, gadeget e al-tro ancora, mettendo in ri-salto il know how della suastruttura organizzativa.L’evoluzione sotto il profilo

��

Il budget per le azionipubblicitarie è in aumento.A questo si affianca unastrategia di marketing mix

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 79

Page 60: Dossier Campania

della distribuzione agli eser-centi non è stata l’unico cam-biamento che la Menna Gio-cattoli ha apportato alsistema di business. «Pur con-servando la nostra posizionedi distributori all’ingrosso,abbiamo deciso di avviare una rete di puntivendita al dettaglio sotto l’insegna “8 Vo-lante”, oggi presente con tredici punti venditain tutta Italia. Questi negozi offrono un mixmerceologico che spazia dai giocattoli agliabiti di Carnevale, dagli addobbi natalizi agliarticoli per il mare e ai prodotti per la scuola.Abbiamo ottenuto eccellenti risultati conquesta catena e prevediamo di ampliarne ladiffusione attraverso il franchising, che cipermette di favorire lo sviluppo della rete eper operare in campo commerciale in ma-niera moderna e competitiva. Tutti i puntivendita lavorano in continuo collegamentocon l’azienda madre, che garantisce loro, inqualsiasi momento, il riassortimento imme-diato delle referenze che mancano». La rete di “8 Volante” è riuscita a raggiun-gere una posizione esclusiva in un mercatoaltamente selettivo. «Grazie alla sinergia av-viata con il gruppo di acquisto Fantastiko,all’importazione diretta e a rapporti privile-giati con i produttori, la catena può offrireai clienti una gamma ampia e profonda, a

prezzi assolutamente competitivi in tutte lefasce di prodotto, da quella alta e di marcaal gadget economico. La qualità del serviziopassa anche dalla garanzia sul prodotto –esclusivamente a norma Cee – all’assistenzasul punto vendita, dal servizio confezione re-galo in tutti i periodi dell’anno, all’organiz-zazione di corsi e attività di animazione in-store in collaborazione con le migliorimarche». Altrettanto determinante è la rapi-dità di reazione alle sollecitazioni del mercato,che consente alla catena di proporre semprenuovi prodotti in sintonia con le campagnepubblicitarie dei produttori e con una do-manda in rapida evoluzione. «È per questomotivo che il budget stanziato per le azionipubblicitarie è in costante aumento. A que-sto si affianca una strategia di marketing mixche abbina la diffusione del brand attraversomezzi istituzionali a campagne di comarke-ting, direct marketing, promozioni miratesul punto vendita e produzione di materialedi merchandising. Inoltre organizziamoeventi e manifestazioni che coinvolgono inmaniera diretta i principali consumatori deipunti vendita “8 Volante”: i bambini».

� �

Abbiamo innovatoil nostro modo di lavorarepuntando sull’aspettoinformativo, logisticoe sull’introduzionedel self-service

80 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

IL MERCATO DEL GIOCO

Page 61: Dossier Campania
Page 62: Dossier Campania

IL MERCATO DEL GIOCO

I n Italia, nel 2011, il gioco ha rappre-sentato quasi il 6% del Pil. Soltantol’anno scorso, gli italiani hanno inve-stito quasi 80 miliardi di euro nei pro-

dotti e servizi di questo settore, spostandoverso le casse dell’erario ben 8 miliardi di en-trate fiscali. Il 40% del giro d’affari è generatodagli apparecchi di intrattenimento elettro-nici, le cosiddette slot machine. Tali numeripermettono agli operatori del settore larghimargini di manovra per investimenti in in-novazione, tecnologia e diversificazione del-l’offerta. Sull’onda di questi riscontri di mer-cato, sta per nascere, dalla fusione di 21aziende del settore, quello che sarò il terzogruppo industriale, a livello italiano, per fat-turato e numero di apparecchi gestiti – ilprogetto vedrà confluire in Bet&Slot Spaaziende attive in comparti diversi – dalle slotmachine al gioco online e alle scommesse

sportive. Ne parliamo conVincenzo Sorrentino, diret-tore generale della GamesService, una delle aziendepromotrici dell’iniziativa.Su quali presupposti e con

quali prerogative vi statemuovendo nella costituzionedi questo nuovo soggetto?«Il presupposto è quello diunire le forze delle 21 aziendeche confluiranno nel pro-getto per raggiungere mi-gliori performance e posizio-narci fra le prime società delsettore. Stimiamo che con unparco macchine di circa6mila apparecchiature, laBet&Slot potrà raggiungere

un fatturato annuo di 150 milioni di eurol’anno, con un volume di affari di circa 400milioni. Ognuna delle 21 aziende, distribuitein tutta Italia, affiderà la gestione degli appa-recchi da intrattenimento alla nuova società,che si avvarrà di un sistema di gestione messoa punto da una delle aziende partecipanti alprogetto – la Sarda Giochi. Questo consentiràun controllo di tipo scientifico su un numerocosì alto di apparecchi e ne aumenterà la red-ditività e la qualità del servizio».

Bet&Slot aprirà la strada a investimentiin nuovi mercati e tipologie di gioco. Versoquali intendente orientarvi?«L’avanzamento tecnologico ha permesso losviluppo di molte e nuove tipologie di gioco,tutte, stimiamo, destinate a crescere nei pros-simi anni – in particolare mi riferisco algioco online. Questo comparto, per certiversi appena nato, ha enormi margini di cre-scita e sarà questo sicuramente uno degliobiettivi che andremo a colpire prossima-mente. Buona parte del futuro del gioco inItalia e in Europa passerà attraverso Internet.Inoltre, si stanno affacciando al nostro mer-cato le maggiori compagnie europee nel set-tore del gaming. Una delle ambizioni delprogetto è anche quella di candidarci comepartner di queste compagnie».

È corretto affermare che gli italiani ri-corrano al gioco soprattutto nei momenti

Vincenzo Sorrentino,

direttore generale

della Games Service Srl

di Napoli

www.gamesservice.it

Si uniscono i “leader”del settore gaming Gli italiani si confermano grandi

giocatori. Anche con la crisi, nel 2011,

il gioco ha generato un giro d’affari di 80

miliardi di euro. Il punto di Vincenzo

Sorrentino alla vigilia della costituzione

del terzo gruppo italiano del settore

Manlio Teodoro

82 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Page 63: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 83

di difficoltà economica?«Il nostro è un popolo con una forte propen-sione al gioco. Fra i ruoli di un operatore c’èanche quello di informare il giocatore infor-mazione affinché il gioco resti una parentesiludica e non un’aspettativa di cambiamentodella propria condizione di vita sociale edeconomica. Tuttavia, dobbiamo osservare chein un momento di crisi grave, la speranza le-gata alla vincita al gioco può influire in gene-rale aumentando una tendenza. Questo ri-guarda evidentemente quei giochi dove ilmontepremi potrebbe effettivamente cam-biare la condizione economica del vincitore.Ma questo non si può estendere certamenteagli apparecchi da intrattenimento, che of-frono una vincita limitata».

Attraverso quali norme il legislatore po-trebbe intervenire nel settore del gioco peruna maggiore tutela di esercenti, produt-tori e giocatori?«Manca ancora una legislazione organica. Per

esempio, a parità di fiscalità, nel Centronordla redditività per apparecchio e 2-3 volte su-periore alla nostra. Inoltre, nel nostro territo-rio c’è il problema della criminalità. Con l’as-sociazione di settore Assotrattenimentoabbiamo chiesto più volte una legge organicasul gioco. Infatti, se da una parte esiste un si-stema che riconosce soltanto il concessionariocome titolare della raccolta, dall’altra, abbiamol’indotto. Questo è formato da migliaia dipartite Iva che con investimenti e mezzi pro-pri lavorano sul campo. Una misura che cer-tamente contribuirebbe a inibire i fenomeni diillegalità potrebbe passare attraverso una ri-formulazione del calcolo per il prelievo fiscale.Concedendo una sorta di credito di imposta epermettendo così una più efficace program-mazione degli investimenti ai gestori degli ap-parecchi, questi ultimi, oltre a caricarsi dei ri-schi, ne assumerebbero anche la responsabilitàlegittima e legale e si disincentiverebbe cosìl’offerta di giochi illegali».

Vincenzo Sorrentino

��La tecnologia ha permesso lo sviluppo

di nuove tipologie di gioco, tuttedestinate a crescere, in particolarequelle del gioco online

Page 64: Dossier Campania

S e per molti settori merceologici parlaredi prodotti realizzati, importati o ideatinei paesi asiatici è sinonimo di scarsaqualità sia in termini di materiali che in

termini di processi produttivi, per altri ambiti delmercato, non c’è forza maggiore della capacità in-novativa e produttiva di Cina, Korea e Giappone.È il caso specifico del settore informatico, nelquale i paesi dell’Asia continuano a innovarecon articoli e sistemi d’avanguardia. Stringerepartnership e contatti con i produttori asiatici di-venta, quindi, una strategia essenziale per qual-siasi impresa del ramo informatico che miri a di-stinguersi dalle altre. Lo sa bene la società FoceldaSpa, sita a Napoli e specializzata nella distribu-zione di prodotti informatici a 360°. «Da oltrevent’anni, importiamo prodotti dalla Cina –spiega Michele Palmese, amministratore unicodell’attività – e così facendo riusciamo non soloa comprare a costi più bassi, ma anche a immet-tere sul mercato prezzi più aggressivi, andando acompetere direttamente con i produttori di arti-coli informatici. Oggi circa il 40% del nostro fat-turato e marginalità proviene dalle importazionie dai rapporti con la Cina».

La Focelda ha creato un apposito marchioper i prodotti importati dalla Cina: Adj. Qualisono le sue peculiarità principali?«Il marchio “Adj” distribuito oggi dalla Adj Inter-national Srl, è dinamico, giovane, al passo con itempi e riflette l’“italian style”. Offre un’ampiagamma di prodotti di accessoristica e una linea di

pc composta da quattro linee principali, home, of-fice, pro e server, e caratterizzata dall’unione di in-novazione tecnologica unita sempre ad una este-tica. Il marchio “Adj” è in grado di coprire a 360gradi tutte le varie fasce del mercato e segue unapolitica di visual merchandising che prevede unacolorazione diversa per ogni singola linea di pro-dotti. Gli articoli trattati sono rivolti tanto al mer-cato enterprise quanto a quello consumer».

In trent’ anni di esperienza, la Focelda si èresa distributrice di importanti aziende.Quali sono e che tipo di vantaggi nascono daqueste partnership?«In tanti anni di attività, abbiamo imparato ascegliere per l’azienda partner affidabili e com-petenti, sia tra i fornitori che tra i produttori,e oggi vantiamo rapporti diretti con societàquali Lg, HP, Canon, Samsung, Toshiba, Msi,Brother, Symantec, Nec, Netgear, Logitech,TP-Link, BenQ, Acer, Cooler Master e altri an-cora. Con loro stringiamo accordi diretti equesto ci permette di avere protezione suiprezzi per poi riposizionarli in caso di calo deicosti, di ottenere in anteprima tutte le novità di

INFORMATICA

Componenti informatici,la qualità arriva dalla Cina

84 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Michele Palmese,

amministratore unico

della Focelda Spa

di Napoli, tra i figli

Giovanni e Alessandra.

Nelle altre immagini,

esterno e un interno

della sede storica

di Napoli

www.focelda.it

Nel settore informatico, i paesi asiatici continuano a rappresentare

una delle maggiori forze in gioco per innovazione, prezzi e capacità produttiva.

Il commento di Michele Palmese

Emanuela Caruso

Page 65: Dossier Campania

mercato ed essere all’avanguardia con un ma-gazzino sempre innovativo».

Quali sono i problemi che affliggono il vo-stro settore e come la Focelda ha cercato difarvi fronte?«Gli ostacoli più duri da superare per un’aziendache si occupa del commercio di prodotti infor-matici sono rappresentati dalla concorrenza spie-tata e dalla bassa marginalità che ne deriva. Aquesti si aggiungono, poi, problemi di pagamento,il quasi impossibile accesso dei clienti al credito edi conseguenza la difficile individuazione di pos-sibili acquirenti. Per far fronte a tale situazione, inparticolare negli ultimi anni, ci siamo attrezzaticon servizi finanziari personalizzati che offriamoalla clientela, assicurazione del crediti per i pochifortunati e dilazioni di pagamenti».

Quale altro punto di forza contraddi-stingue l’attività?«Sicuramente, la cultura d’impresa con cui dasempre la famiglia Palmese gestisce e organizza illavoro, la filosofia aziendale che guida la FoceldaSpa si basa su alcuni importantissimi punti car-

dine, quali l’espansione continua, che ci ha per-messo di formare uno staff di circa 50 persone pre-parate, e l’apertura, oltre alla sede storica di Napoli,di filiali e Cash&Carry a Roma, Bari e Firenze di-venendo così la prima azienda del Centro-Sud.Servizi personalizzati, fidelizzazione della clien-tela, magazzino sempre rifornito, rapporto perso-nale con i clienti, consegne rapide e immediate,pagamenti puntuali ai fornitori, magazzini sempreattrezzati e un sito web sempre aggiornato da cuiricaviamo circa il 50% degli ordini complessivi:sono questi i nostri punti forza».

In qualità di esperto, qual è il suo parere sulnuovo regolamento stilato dall’AGCOM conl’avvento del Governo Monti in relazione allosviluppo delle reti del futuro, tra cui fibre ot-tiche, web e banda larga?«Questo nuovo regolamento non presentagrandi vantaggi per i piccoli imprenditori inquanto l’accesso al credito per grossi investi-menti è riservato solo alle grandi società. Laconseguenza? Noi dovremo accontentarcisolo delle briciole».

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 85

Michele Palmese

��

La nostra azienda distribuiscei prodotti importati dalla Cina attraversoil giovane e innovativo marchio Adj

È la percentualedi fatturato che laFocelda Spa deve

alla partnershipe al commercio

con la Cina

FATTURATO40%

Sono i prodottiin pronta consegna

di cui dispone laFocelda Spa

ARTICOLI

15mila

Page 66: Dossier Campania

INFORMATION AND COMMUNICATION TECHNOLOGY

F are impresa nel Mezzogiorno ita-liano è notoriamente più difficileche in altri territori. Il pregiudiziopesa anche più della realtà concreta,

che però si sta impoverendo anche a causadella fuga delle personalità e delle compe-tenze che potrebbero essere il primo passoverso un cambiamento di rotta. Infatti, se dauna parte il territorio meridionale offre sicu-ramente minori appigli di partenza, ha il van-taggio di essere una sorta di “low cost coun-try”, determinata da una forte disponibilità diingegneri e di giovani e brillanti tecnici, da unbasso turn over del personale e da un costodella vita inferiore rispetto ad altre città ita-liane come Roma e Milano.

È per queste ragioni che Giuseppe Mocerino,presidente di Netgroup, azienda di Informa-tion & Communication Technology di Ma-rigliano, oltre vent’anni fa ha scelto di nonuscire dalla propria regione, ma di puntaresulle competenze locali. «L’attività è stata av-viata, insieme ai soci Salvatore Gesuele e Mi-chelangelo Esposito, senza alcun contributopubblico, ma basandosi esclusivamente sulleproprie capacità professionali e imprendito-riali. Abbiamo creduto in noi stessi avviandoun piano di sviluppo che prevedeva la valo-rizzazione dei giovani talenti presenti sul ter-ritorio. Il mercato ci ha dato ragione e siamostati in Italia il secondo Isp (Internet ServiceProvider) in assoluto». Netgroup ha accumulato negli anni signifi-cative esperienze nell’ideazione, realizzazionee gestione di sistemi di comunicazione enella proposta di soluzioni informatiche in-novative per l’industria e la pubblica ammi-nistrazione. «Lavoriamo con aziende italianeed estere, fra le più importanti: Telecom Ita-lia, Finmeccanica, Alenia, Enel, Nato, UsNavy. Poi ci sono gli enti pubblici, tra cui laConsip (Concessionaria Servizi InformativiPubblici), ai quali è dedicata una nostra di-visione. In generale, le aree di interventospaziano dai sistemi per la difesa alle teleco-municazioni, dai trasporti all’infomobilità,dai sistemi per l’Information & Communi-cation Technology a quelli per l’ambiente.

“Low cost country”: la Campania ha le potenzialità e le risorse per essere competitiva nel mondo

per lo sviluppo di soluzioni ICT per le imprese e le pubbliche amministrazioni.

Il punto di Giuseppe Mocerino

Valerio Germanico

Un terreno fertileper lo sviluppo tecnologico

La Netgroup Srl,

ha sede a Marigliano (NA)

www.netgroup.it

86 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Page 67: Dossier Campania

Giuseppe Mocerino

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 87

Siamo partner certificati dei maggiori playermondiali del settore informatico, come Mi-crosoft, Oracle, Ibm, Sap. Inoltre i nostrispecialisti sono in possesso di abilitazioni ecertificazioni sulle principali piattaforme disicurezza informatica e di controllo dati. Of-friamo soluzioni di Crm (Customer Rela-tionship Management) orientate al supportotecnico, al commercio elettronico e alla ge-stione di reti commerciali o in franchising,soluzioni in ambito Srm (Supplier Relation-ship Management) per la gestione delle ri-chieste di approvvigionamento e web selfservice e inoltre soluzioni di Internet Colla-boration, come la gestione di cataloghi mul-timediali e document management». La competitività, sotto il profilo delle capacitàprofessionali e di “offerta architetturale”, maanche sotto quello dei costi e dei margini,consente oggi alla società campana di pre-sentarsi come un interlocutore qualificato intutti i settori dei servizi di telecomunicazioniinformatiche per il cittadino e le imprese.

«La nostra azienda è costantemente impe-gnata nella sperimentazione di nuove solu-zioni. Per questo stiamo definendo accordi trail nostro centro di ricerca e sviluppo internoe alcuni poli universitari italiani ed esteri.Crediamo che sia necessario rinsaldare il con-nubio tra università e mondo del lavoro, cisono straordinarie risorse all’interno del-l’università che vanno valorizzate – e allequali va data la possibilità di crescere senzadover per forza “fuggire” all’estero. Su questofronte, attualmente stiamo lavorando a diversiprogetti che riguardano l’applicazione dei si-stemi di tracciabilità a radiofrequenza (Rfid)in ambito aerospaziale, militare e nell’auto-motive. Stiamo anche sviluppando soluzionidi tracciabilità nel campo agroalimentare me-diante l’utilizzo di nanosensori, che stiamobrevettando a livello internazionale. Credoche nella nostra regione ci sia lo spazio persviluppare progetti a elevato valore aggiunto,catalizzando le tante energie positive presentinel Meridione d’Italia».

��

Lavoriamo con aziende italiane ed estere. Le aree di interventospaziano dai sistemi per la difesa alle telecomunicazioni,dai trasporti all’infomobilità

Page 68: Dossier Campania
Page 69: Dossier Campania
Page 70: Dossier Campania

XXXXXXXXXXXXXXXXX

90 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

IL MERCATO DELL’AUTO

Il mercato dell’automotive ha vissuto un 2011 particolarmente difficile. In negativo e a due cifre

la flessione delle immatricolazioni di nuove auto. Hanno registrato un lieve incremento solo le usate.

Antonio Padolecchia e Mario Fiore spiegano in che modo concessionari e case automobilistiche stanno

impostando la strategia di rilancio

Manlio Teodoro

Calano le vendite del nuovo, tiene l’usato

I l 2011 è stato un anno critico per lavendita di auto. Rispetto al 2010, leautomobili immatricolate sono calatedel –10,88%, con poco più di 1,7 mi-

lioni di nuove unità, un dato che riporta ilmercato a una situazione che non si regi-strava da oltre un ventennio. Nel dicembre2011 le vendite sono addirittura crollate a –15,3% rispetto allo stesso mese dell’annoprecedente (fonte ministero delle Infrastrut-ture e dei Trasporti). Le ragioni di questa si-tuazione vanno ricercate certamente nellacrisi economica, ma anche nei costi di ge-

stione sempre più alti. Fra questi, in testa siposiziona il prezzo dei carburanti, ma nonsono da sottovalutare le spese per assicura-zione e tasse. Come spiega Antonio Padolec-chia, responsabile di un gruppo di conces-sionarie, Amb, Selezione Auto e Minimax –che dirige insieme al socio Mario Fiore – giàlegale rappresentante di Mercedes-Benz Ita-lia a Napoli sino al 1994: «Anche le previ-sioni per il 2012 non sono incoraggianti. Ilmercato ideale, per l’Italia, dovrebbe proce-dere attorno ai 2,2 milioni di unità imma-tricolate ogni anno. Ma siamo lontani da

La Amb, Selezione

Auto e Minimax

ha sede a Napoli

www.mercedesnapoli.it

Page 71: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 91

Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx

questa quota. Il mercato dell’auto, in Italia,vale ancora una buona parte del prodottointerno lordo. Ma, fatta eccezione per la fa-scia delle auto di lusso, bisogna mettere inconto che la fetta più grossa dei consumatorisi orienterà sempre più verso l’usato. Già il2011 si è chiuso con 4,5 milioni di imma-tricolazioni di auto usate, registrando un au-mento, seppure contenuto (+0,6%) rispettoal 2010». Le concessionarie Amb e SelezioneAuto sono state le prime nel Sud Italia a es-sere selezionate dalla Mercedes-Benz per ini-ziare il lavoro di promozione del compartousato selezionato, programma di vendita de-nominato First Hand. «Il programma – diceMario Fiore – comprende vetture provenientiin prevalenza dal remarketing della Merce-des-Benz. Queste, dopo aver superato una se-rie di controlli severi e accurati, vengono po-ste in vendita con una garanzia sino a treanni. Le auto di First Hand rappresentano

quindi ottime occasioni per chi è interessatoa cambiare auto comprando una vettura pra-ticamente nuova e a un prezzo estremamenteconveniente. Nell’attuale situazione di mer-cato il programma si traduce in un conside-revole vantaggio anche per noi concessio-nari». Per venire ulteriormente incontro allasituazione del mercato, le concessionarie delgruppo hanno avviato una serie di pro-grammi per assistere l’automobilista nei ser-vizi assicurativi, nel leasing e nei finanzia-menti. «Il nostro programma assicurativo –spiega Antonio Padolecchia – comprendepolizze annuali e pluriennali di incendio efurto con compagnie vantaggiose. E inoltreoffriamo un programma di integrazione eprolungamento della garanzia del costrut-tore. Per l’acquisto esistono differenti for-mule di finanziamento, dal classico con ratemensili a tasso fisso, al finanziamento Bal-loon – con maxirata finale e mini rate men-sili –, fino al finanziamento plus. Un’altra op-portunità è quella del leasing, una soluzione“su misura” per chi vuole guidare una vetturaMercedes-Benz pagando solo un canonemensile che include diversi servizi. Il leasingè indicato soprattutto per professionisti,agenti di commercio e imprenditori, per ivantaggi economici e fiscali di cui questoprodotto finanziario è caratterizzato».Il gruppo affonda le proprie origini nel 1968,quando l’organizzazione Mercedes-Benz perNapoli era basata su una filiale diretta dell’im-portatore generale dell’Italia della Mercedes-Benz Autostar. «Negli anni Ottanta – raccontaAntonio Padolecchia – la casa madre ha rilevatola filiale e a questa si è affiancata la concessio-naria Selezione Auto. In seguito la filiale è statasostituita dalla concessionaria Amb. Entrambele due concessionarie assorbirono gran partedelle risorse umane della precedente organizza-zione. L’ultima concessionaria del gruppo a es-sere fondata è stata Minimax, lanciata in occa-sione dell’uscita del marchio Smart».

��

Bisogna mettere in conto chela fetta più grossa dei consumatori si orienterà sempre più verso il mercato dell’usato

Antonio Padolecchia e Mario Fiore

Page 72: Dossier Campania

AUTONOLEGGIO

R ispetto al trend in continuo ribassoche negli ultimi anni ha caratteriz-zato il mercato dell’auto – eviden-ziato, peraltro, dal forte calo delle

immatricolazioni di nuovi veicoli - il settoredell’autonoleggio continua a registrare volumidi mercato interessanti. In molti casi l’autono-leggio è diventato un servizio turistico a tutti glieffetti: la possibilità di noleggiare un mezzo ditrasporto, infatti, rappresenta un grande van-taggio per chi viaggia poiché garantisce una so-stanziale libertà di movimento tra una meta el’altra a prezzi abbordabili. È per questo motivoche molti operatori turistici hanno iniziato adallargare a questa attività il panel di servizi of-

ferti soprattutto alla clientela‘leisure’, con possibilità di cre-scita molto interessanti nellelocalità turistiche più getto-nate. Il caso dei fratelli DeRosa è emblematico: alberga-tori di Sorrento, nel 1992 de-cidono di investire anche nelsettore dell’autonoleggio conrisultati da subito apprezzabili.Nasce così la società Mi.ra,concessionaria del marchioHertz, che inizia la propria at-tività nelle sedi di Sorrento eSalerno. Nel corso degli anni,quella che sembrava un’attivitàturistica secondaria, diventauna realtà sempre più impe-

gnativa. Oggi, la Mi.ra è operativa su granparte del territorio campano con cinque sedi edispone di un parco auto di circa novantaunità. Ci dice tutto Rachele De Rosa, respon-sabile della Hertz Sorrento.

Quali sono i punti di forza della vostraattività? «Innanzitutto l’affiliazione al marchio Hertz,leader nel settore, che è sinonimo di garanzia edaffidabilità, senza contare la varietà e la costantemanutenzione del nostro parco auto, la flessi-bilità nel capire e soddisfare le aspettative dellaclientela, sempre più informata ed esigente».

Quali, invece, le criticità che il settore evi-denzia e come vengono affrontate? «Uno dei punti deboli di questo settore è la sta-gionalità del lavoro; in alcuni mesi si registranopicchi elevatissimi, mentre nei mesi invernali ilvolume di noleggi diminuisce notevolmente. Èimportante quindi una gestione programmatadella disponibilità di flotta, con formule di no-leggio presso terzi nei momenti di maggior bi-sogno e l’assunzione di personale stagionale».

E per quanto riguarda il territorio campano? «Bisogna considerare l’alta intensità di trafficosulle strade della costiera e la difficoltà nel tro-vare parcheggio che talvolta disincentiva il no-leggio dell’auto. Sono frequenti, purtroppo, icasi in cui clienti che hanno noleggiato pressoaltre stazioni Hertz, una volta arrivati nelle no-stre zone, preferiscono riconsegnare l’auto per-ché stressati dal traffico oppure a causa dell’ele-vato costo dei parcheggi».

Rachele De Rosa

della Hertz Autonoleggio

di Sorrento (NA)

www.hertzsorrento.com

Cresce il noleggio autonel settore turisticoLa flessione economica non scoraggia gli operatori turistici che sfruttano le nuove

opportunità del mercato differenziando l’attività in servizi complementari come il noleggio

di auto. Il caso della Hertz Sorrento illustrato da Rachele De Rosa

Erika Facciolla

92 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Page 73: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 93

In base alla vostra esperienza, si possonotracciare delle differenze tra il target stranieroe quello italiano? «Gli italiani, rispetto agli stranieri, sono menopropensi all’utilizzo del mezzo a noleggio. Ciò di-pende dal fatto che in Italia abbiamo un maggiornumero procapite di autovetture, mentre al-l’estero si usufruisce prevalentemente dei mezzipubblici. Inoltre, bisogna considerare che in Ita-lia, fino a pochi anni fa, vi è stata una scarsa ten-denza all’utilizzo della carta di credito, metodo dipagamento necessario per qualificare il cliente edavere una garanzia del pagamento».

Come sta evolvendo il mercato dell’au-tonoleggio nella realtà in cui opera la vo-stra azienda?«Negli ultimi anni abbiamo riscontrato un in-cremento dell’utilizzo di auto a noleggio da partedella clientela locale e soprattutto del noleggio“one –way”, cioè la possibilità di noleggiare la vet-tura in un posto e rilasciarla presso un’altra sedeHertz. Incremento dovuto anche al fatto della ca-

renza di collegamenti diretti tra Sorrento e legrandi infrastrutture internazionali».

Negli ultimi anni si è verificato un incre-mento del servizio di noleggio con autista,quale impatto ha sul vostro business? «Il servizio di noleggio con autista si rivolgead un target di clientela diverso, più esclu-sivo. Credo piuttosto che questo serviziopossa diventare un’attività complementarerispetto alla nostra, utile a raggiungere nuovefette di mercato sia nel segmento businessche leisure».

Quali sono i vostri obiettivi e gli investi-menti previsti per il nuovo anno?«Il clima di incertezza non consente di pro-grammare investimenti a lungo termine. Man-tenere il volume di business raggiunto nel 2011sarebbe già un traguardo significativo. Nonpotendo aumentare le tariffe, per rimanerecompetitivi sul mercato, uno dei nostri obiet-tivi primari è la riduzione dei costi e l’ottimiz-zazione dell’utilizzo della flotta».

��

È importante una gestioneprogrammata della disponibilità diflotta, con formule di noleggio pressoterzi nei momenti di maggior bisogno

Rachele De Rosa

Page 74: Dossier Campania

SERVIZI ALL’IMPRESA

L’ esigenza fondamentale di ogniazienda, soprattutto in un periododi flessione economica come quelloche stiamo attraversando, è proteg-

gere i propri crediti commerciali dal rischio di in-solvenza. Per tutelarsi le aziende sono sempre piùportate a rivolgersi a società che rappresentinouna risposta concreta al rischio di mancato pa-gamento ma che al tempo stesso, permettano disviluppare il fatturato in tutta serenità. Coface èuno dei leader nell’Assicurazione dei crediti.Con 6.600 dipendenti, è presente in 67 Paesi at-traverso sedi, filiali e succursali e fornisce servizia più di 135.000 imprese in oltre 100 nazioni an-che attraverso i partner del network CreditAl-liance. Dal 2006 Coface è controllata, dalgruppo bancario francese Natixis. In Italia è pre-sente con Coface Assicurazione e Coface Italia eopera su tutto il territorio nazionale in manieracapillare, grazie ad una rete di 63 agenti generali,proponendo una vasta gamma di soluzioni nel-l’Assicurazione dei crediti e delle Cauzioni.L’Agenzia Generale per la Campania di CofaceAssicurazioni è la società CMS – Credit Mana-gement Services. L’amministratore Carlo Bal-nelli, con trentennale esperienza nel settore del-l’assicurazione dei crediti commerciali, raccontala sua esperienza.

Come vede l’approccio delle impresecampane verso l’utilizzo dell’assicurazionedei crediti?«In generale le imprese sono stimolate versol’acquisizione del servizio di assicurazione dei

L’assicurazione dei crediti è fondamentale per un’azienda che vuole tutelarsi

e crescere. E le nuove generazioni di imprenditori se ne stanno rendendo conto.

Ne parliamo con Carlo Balnelli, amministratore della società CMS

Marco Tedeschi

Proteggere e gestire i crediti d’impresa

94 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Page 75: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 95

crediti, più da eventi negativi, come i mancatipagamenti, piuttosto che da una corretta ge-stione del credito. Spesso ci si imbatte inaziende, anche piuttosto grandi, dove la ge-stione del rischio credito è nulla o totalmenteinefficace. Devo dire però che le nuove gene-razioni di imprenditori sono molto più sensi-bili all’utilizzo di questi servizi».

Le aziende campane che utilizzano i vostriservizi di Assicurazione dei crediti in qualisettori operano?«La Campania ha diversi settori di attivitàmolto importanti, l’agro-alimentare, il con-serviero, il tessile, l’abbigliamento, il calzatu-riero, la concia, la tecno meccanica e tanti al-tri importanti anche se minori. Le principaliaziende di questi settori, così pure le mediopiccole imprese, sono nostri assicurati».

Ci potrebbe spiegare in breve in che con-siste il servizio di assicurazione dei crediticommerciali di Coface Assicurazioni?«Sono 3 i punti focali: la protezione del cre-dito in caso di mancati pagamenti, la ge-stione del credito, affidamenti e monitorag-gio della clientela e il back office e gestionedei sinistri in loco».

Potrebbe illustrarci meglio quest’ultimopunto?«A differenza di tutte le altre polizze, quella del-l’assicurazione credito, inizia quando si sotto-scrive. L’assicurato ha bisogno di essere formatonei minimi dettagli, necessita di assistenza im-mediata sulle valutazioni dei clienti sia italianiche esteri, e deve conoscere i dettagli delle insol-venze dei suoi clienti e il relativo risarcimento».

Quali altri servizi offre la compagnia?«Sono molto importanti le informazionicommerciali a livello locale e internazionale,il recupero del credito stragiudiziale e legalee i servizi di marketing. Possiamo dire che di-stinguiamo queste tre attività dando anche ri-

lievo al marketing. Quando parliamo di assi-curazione del credito significa che andiamoad assicurare una transazione tra un assicu-rato e un suo cliente. Prima di questo peròun’azienda deve cercare i clienti, quindi c’èsotto un marketing evoluto».

Cioè?«Siamo pronti a lanciare sul mercato un soft-ware che consentirà l’estrapolazione dei dati diaziende da siti importanti, che pubblicizzanodati aziendali. Oggi ad esempio tramite pagi-negialle.it o infoimprese.it, si cercano leaziende di una categoria e quei dati che ab-biamo ricercato e che ci servono dobbiamostamparli. Il nostro software consentirà di sal-vare questi dati in modalità digitale per essereusufruibili in maniera immediata sia per fareuna campagna mail che una campagna fax. Illancio del software è previsto ad Aprile».

E per quanto riguarda le informazionicommerciali?«Sono uno degli elementi indispensabili allabuona conoscenza dei clienti. Dato che Cofaceè presente in tutti i paesi, grazie alla nostra so-cietà è possibile ottenere informazioni com-merciali a livello mondiale».

L’altro aspetto riguarda invece il recuperodel credito.«Da sempre Coface è uno dei leader a livellomondiale in questo settore. Personalmente houna trentennale esperienza in questo campo e dadieci anni ricopro il ruolo di consigliere nel-l’A.N.C.I.C., ovvero l’Associazione che rag-gruppa le maggiori case di Informazioni Com-merciali e Recupero Credito in Italia».

Siamo pronti a lanciaresul mercato un softwareche consentiràl’estrapolazione dei datidi aziende da siti importanti

In apertura,

Carlo Balnelli,

amministratore

delegato della CMS,

Credit Management

Services, di Napoli

www.coface.it

Carlo Balnelli

Page 76: Dossier Campania

PRODOTTI ALIMENTARI

I l nostro paese è uno dei mercati europeipiù importanti per i prodotti ittici. Unafamiglia su due consuma pesce almenouna volta alla settimana, di queste un

55% preferisce il fresco, il 23% congelato e sur-gelato, il 18% conserve di pesce e il 4% pesce af-fumicato o secco (fonte Uniprom – Stoà). In tuttii casi, vengono preferiti pesci che richiedano mi-nime operazioni di pulitura. Dal Nord Europa,ogni anno, importiamo circa 3mila tonnellate distoccafisso e, fra salato ed essiccato, oltre 6milatonnellate di baccalà (fonte Norge). Questaenorme quantità di pesce è assorbita in realtà dapoche regioni, infatti i principali mercati italianisono la Calabria, la Campania, la Liguria, la Si-cilia e Veneto, oltre alle province di Ancona e Li-vorno. Nel territorio napoletano, una delle im-prese più antiche specializzate nell’importazionee nella trasformazione di baccalà e stoccafisso è la

Jolly Fish, giunta ormai alla quartagenerazione. Come spiega il tito-lare, Salvatore di Mauro: «Ab-biamo ormai una lunga tradizionedi lavoro artigianale per garantirel’individuazione delle miglioriqualità di pesce per consentire, almomento della trasformazione, lastessa qualità del prodotto fresco.Nel corso della storia della nostraimpresa, abbiamo visto cambiaretotalmente le tecniche di pesca.

Oggi esistono delle navi che possono congelare alloro interno il pescato o anche iniziare la lavora-zione a bordo. Per esempio, il pesce che noi trat-tiamo viene sempre sgolato a bordo, mentre le al-tre procedure iniziano a terra. Qui viene aperto,svuotato, decapitato e pulito. L’operazione dellosventramento richiede una certa accuratezza,dato che fegato, uova e interiora vengono ancoraoggi utilizzate». La profonda conoscenza e competenza nel settoree i consolidati rapporti con i produttori di pescecongelato e surgelato e delle produzioni interna-zionali – di stoccafisso, baccalà, acciughe e arin-ghe – hanno permesso alla Jolly Fish di affermarsitra le principali aziende del mercato ittico, ope-rando, in sinergia, con i più importanti attori delsettore e rispondendo alle esigenze di un mercatoin continua evoluzione. La nostra azienda, of-frendo le migliori qualità alle più vantaggiosecondizioni commerciali, si propone come validapartner per le moderne organizzazioni che ope-rano nei canali della Gdo e della ristorazionecommerciale e collettiva. Dallo scorso anno ab-biamo inserito nel nostro core business anche i

Migliaia di tonnellate di prodotti ittici essiccati e salati arrivano ogni anno nei mercati italiani.

Collocandosi, dopo la lavorazione, fra i banchi della grande distribuzione e le cucine

dei ristoranti. Salvatore di Mauro spiega com’è cambiata negli anni l’industria del pesce

e dove punterà in futuro

Manlio Teodoro

Nuove tecniche di pesca incrementano i consumi

Salvatore di Mauro,

titolare della

Jolly Fish Group,

Nola (NA)

Nelle altre immagini

momenti di lavoro

in azienda

www.jollyfish.it

96 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Page 77: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 97

surgelati, oltre ad aver attivato una partnershipcon uno dei leader tra i produttori nazionali diverdure, per completare la gamma dei prodotti ri-chiesti da un mercato altamente competitivo».Questa scelta è il frutto di una precisa strategia disistema, dato che pesce e verdure surgelate rap-presentano la fetta più importante dei prodottidel banco frigo. «I nostri impianti e le attrezza-ture per la lavorazione e trasformazione, il con-fezionamento e la conservazione dei prodotti it-tici sono certificati in base alle normative sullaqualità (Iso 9001:2000) e alle normative am-bientali (Iso 14001:1996). Abbiamo dedicatoparticolare attenzione alla logistica e alla conser-vazione di prodotti freschi il più a lungo possi-bile, nel rispetto della natura, con speciale at-tenzione alla salute del consumatore. I nostriresponsabili di produzione hanno adattato, svi-luppato e perfezionato tecnologie innovative perla conservazione del pesce e, oggi, è possibile of-frire prodotti con una durata di 15 giorni inconfezioni di peso variabile fra 200 g e 15 kg, che

garantiscono la massima genuinità e salubrità». In conclusione, Salvatore di Mauro riassumecosì gli obiettivi futuri per lo sviluppo del-l’impresa: «Nei prossimi anni avremo suc-cesso se realizzeremo modelli attuali di crea-zione, comunicazione e distribuzione deivalori attesi dai nostri mercati-obiettivo.Quindi, l’arma vincente per il futuro sarà ladisponibilità di informazione e la capacità digestire al meglio le esigenze dei nostri partner,offrendo sempre nuovi e rilevanti vantaggicommerciali. Investiremo su un’attività di co-municazione che avrà il compito di eviden-ziare i nostri vantaggi competitivi, valoriz-zando, in questo modo, i prodotti offerti nonsoltanto per il prezzo, ma per il valore ag-giunto di acquistare da un’azienda che basa lasua attività su un progetto di filiera. Per que-sto motivo abbiamo in progetto, già a partiredal 2012, la produzione di nuovi prodotti, peri quali abbiamo pianificato nuovi marchi e unnuovo packaging».

��

Oggi esistono navi che possonocongelare al loro interno il pescatoo anche iniziare la lavorazione a bordo

Salvatore di Mauro

Page 78: Dossier Campania
Page 79: Dossier Campania
Page 80: Dossier Campania

SHIPPING

100 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

L’associazione portiitaliani rappre-senta i maggioriporti nazionali e

tra i suoi scopi primari si pro-pone di contribuire all’affer-mazione di un’organica e ra-zionale politica portuale. Ilpresidente è Francesco Nerli. I porti italiani sono regolatida una legge di riforma cherisale al 1994 che ha intro-dotto la gestione privata delleoperazioni all’interno delloscalo, pur lasciando alle au-torità portuali i delicati e fondamentali com-piti di gestione delle concessioni delle aree, dicontrollo degli standard di sicurezza sul la-voro e sul naviglio, nonché la promozione deiservizi e dell’organizzazione. Facciamo ilpunto sullo stato attuale dei porti, sulla pia-nificazione degli interventi nel settore e sullaquestione della sicurezza.

Presidente, di cosa hanno bisogno oggi iporti italiani? «Nel corso del tempo sono stati eseguiti in-terventi programmatici che non possono es-sere considerati un piano strutturato di cui,invece, avremmo bisogno. Per consentire alleautorità portuali di svolgere pienamente illoro ruolo a supporto dello sviluppo del si-stema-paese, riteniamo necessario un quadrostrategico nazionale coerente con quello dellalogistica. Sono poche e semplici le misureche da tempo l’associazione richiede: l’avvio

di un’effettiva autonomia finanziaria per leautorità portuali e il rafforzamento del lororuolo; la semplificazione delle procedure, in-terventi finalizzati a favorire la competitivitàdelle imprese che operano in porto e che in-vestono nelle relative infrastrutture. Occorrepensare a importanti interventi come gliescavi; alle opere di difesa foranea; ai colle-gamenti ferroviari tra i terminal, le aree e iparchi di manovra portuali; alle connessionistradali e ferroviarie “di ultimo miglio”. Pergarantire, invece, opere di grande infrastrut-turazione (terminal, banchine, aree di depo-sito) che portano a investimenti commercialiè importante concretizzare iniziative di par-tnership pubblica-privata tali da generare unreddito che può ripagare l’investimento delcapitale e l’utilizzo del bene demaniale attra-verso il canone concessorio all’autorità por-tuale».

Archiviato il 2011, per Assoporti è tempo di bilanci. E il presidente Francesco Nerli fa

un quadro a tutto tondo del sistema italiano. Bene il Mezzogiorno, con Gioia Tauro in

testa, peggio fa il Nord, dove a guadagnarsi i primi posti della classifica sono i porti

liguri di Genova e La Spezia

Tiziana Bongiovanni

Trasporto merci, il Sud fa meglio

Sopra,

Francesco Nerli,

presidente di Assoporti

Page 81: Dossier Campania

Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 101

Come si distribuisce il trasporto merci epasseggeri nei porti italiani?«Non è superfluo fornire prima i numeri cheaiutano a capire cosa rappresenta, quantita-tivamente, il complesso dei porti che asso-ciamo: si tratta di 39 porti marittimi, distri-buiti sulle coste di ben 12 delle 15 regioniche si affacciano sul mare. Un’analisi del traf-fico merci e passeggeri riferito al 2010, mo-stra una ripresa rispetto all’anno precedentein tutti i segmenti di traffico merci, mentreil trend negativo permane solo per numerodei passeggeri trasportati, ad eccezione dellacrocieristica. Nel settore portuale nazionale,il volume totale dei traffici ha registrato unincremento pari al 9,9% con 388,8 milionidi tonnellate. In particolare, il traffico dellemerci solide (69,2 milioni di tonnellate mo-vimentate) ha registrato un aumento del16,9%, mentre meno decisi appaiono gli in-crementi registrati nelle merci liquide, il cuivolume di traffico (157,3 milioni di tonnel-

late) fa rilevare un 5% rispetto al 2009 e neiteu movimentati che con 9,7 milioni hannoconseguito un aumento del 2% rispetto al-l’anno precedente. Un moderato calo si os-serva anche nel movimento passeggeri conuna riduzione di circa il 3,4% rispetto al2009, per un totale di 42 milioni di unitàimbarcate e sbarcate negli scali italiani».

Da nord a sud dell’Italia, quali sono iporti che movimentano più merci?«Per movimentazione di teus, il Mezzo-giorno, con oltre 4,8 milioni di teus, rimanela macroarea in cui si concentra il più elevatotraffico di container nonostante una fles-sione del 6,6%, con Gioia Tauro che si con-ferma il principale hub italiano con oltre 2,8milioni di teus movimentati. Va segnalata,invece, la difficile situazione degli altri duehub, Cagliari (576.092) e Taranto (581.936)che hanno mostrato entrambi una flessionedel 22% rispetto al 2009. Di contro, il portodi Napoli con un incremento del 3% ha pre- � �

Francesco Nerli

Page 82: Dossier Campania

102 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

sentato una movimentazione di oltre 532milateus e, quindi, una performance analoga aquella di questi hub. Segue il Nord Ovestcon Genova e La Spezia che con un volumetotale di traffico rispettivamente di 1,7 e 1,2milioni di teus, si confermano secondo e terzoscalo nazionale in questo segmento. A di-stanza si trova il Nord Est in cui il traffico di855mila teus è distribuito nei porti di Ra-venna, Venezia e Trieste. L’analisi al 2010 deidati sul traffico dei teu mostra un mutamentodella geografia nazionale dei porti che realiz-zano la movimentazione dei container, chesalvo Gioia Tauro, si sta spostando lungol’arco alto tirrenico. Gli ultimi dati non uffi-ciali che si riescono a evincere da comunica-zioni e articoli di stampa ci dicono che i portiliguri di Genova e La Spezia hanno raggiuntocomplessivamente quota 3,16 milioni di teue che il movimento contenitori nel porto diVenezia, nel periodo gennaio-novembre2010, ha segnato un +16,9% rispetto al me-desimo periodo dell’anno precedente, supe-rando quota 415mila teus».

E per quanto riguarda il traffico passeg-geri?«Anche per il traffico passeggeri è maggiore laconcentrazione nella macroarea Mezzogiornoche, però, con poco più di 27 milioni di pas-seggeri trasportati ha registrato un calo del5,6% rispetto al 2009 particolarmente ac-centrato nel porto di Napoli (-14,5%). Se-guono poi il Centro, con Civitavecchia, chevanta un primato nel Mediterraneo, il NordOvest e il Nord Est che presentano un anda-mento sostanzialmente stabile rispetto al2009. Per quanto concerne le crociere il 2011è stato un anno positivo. Infatti, i movimenticrocieristi nei porti italiani sono stati circa 11milioni per una variazione annua superiore al16%».

L’Italia è un sistema-paese basato sul tra-sporto su gomma. Cosa pensa della possi-bilità, a suo tempo propugnata da Berlu-sconi, di creare la cosiddetta autostrada delmare?«L’ideazione delle autostrade del mare, per-corsi alternativi alle strade d’asfalto, rappre-

SHIPPING

Page 83: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 103

sentano una buona opportunità per un paesedalla particolare configurazione geograficacome l’Italia. Queste rotte, collegando i portipiù attrezzati e più importanti per il trafficomerci, decongestionerebbero le strade. Masicuramente le carenze infrastrutturali, so-prattutto di connessione ferroviaria e di “ul-timo miglio”, influiscono moltissimo sullaloro mancata realizzazione. A questo fine, sa-rebbe necessario rifinanziare l’Ecobonus, cosache non è stata fatta dal precedente governo».

Dopo la tragedia della Costa Concordiasi torna a parlare in generale di sicurezzadella navigazione. I porti sono sicuri?«I porti italiani si sono adeguati al nuovo sce-nario di security nato dopo i fatti terroristici

del 2001. Grazie a una spiccata capacità pro-gettuale sono stati realizzati diversi interventiin ambito telematico, nelle infrastrutture,nella comunicazione. Progetti da cui ripartireper disegnare una nuova fisionomia del si-stema e attraverso i quali si potranno attivareuna serie di processi virtuosi, che, attraversol’innovazione, daranno significativi risultati intermini di valore aggiunto, occupazione ecultura d’impresa. Un altro aspetto impor-tante è la safety, ovvero la sicurezza e la salutedei lavoratori, tema verso il quale il sistemadei porti italiani ha manifestato grande sen-sibilità, destinando risorse ed elaborando pro-tocolli d’intesa con tutti quei soggetti che sioccupano di questo aspetto sul territorio».

Francesco Nerli

Page 84: Dossier Campania

104 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Italia ai verticimondiali per qualitàe formazioneNonostante alcuni aspetti da migliorare, l’industria

della navigazione italiana vanta numeri di tutto

rispetto che pongono il nostro paese in testa alle

classifiche internazionali. Per Paolo D’amico,

presidente di Confitarma, il merito va agli

investimenti fatti dagli armatori

Tiziana Bongiovanni

Paolo D’Amico è presidente dellaConfederazione italiana armatori(Confitarma), che rappresenta l’in-dustria armatoriale italiana asso-

ciando circa 160 imprese, che operano attra-verso oltre 220 società di navigazione in tuttii settori del trasporto di merci e passeggeri,nonché nei servizi ausiliari del traffico. Unarealtà che quest’anno ha festeggiato i 110anni di storia e chi si conferma essere, oracome allora, al servizio della tutela e dello svi-luppo delle imprese mercantili italiane.

Presidente, in questo periodo il dram-matico caso della Costa Concordia naufra-gata di fronte all’Isola del Giglio rinviaprimariamente e inevitabilmente al temadella sicurezza in mare. Quali sono i mezziche adottate per evitare tali disgrazie?«In merito alla Costa Concordia le inchiestein corso chiariranno cosa sia accaduto e le re-lative responsabilità. Al momento non possofar altro che esprimere la mia più sentita so-lidarietà ai familiari delle vittime, nonchégrande apprezzamento per tutti coloro hannolavorato per le operazioni di soccorso. Mi

rendo conto che queste affermazioni potreb-bero sembrare retoriche, ma tengo a sottoli-neare che la sicurezza in campo navale è incontinuo sviluppo e le normative per tuttociò che concerne stabilità, standard costrut-tivi, equipaggiamenti, comunicazioni, for-mazione del personale e, naturalmente, mi-sure di contrasto alla pirateria sono numerose,sia a livello internazionale, che nazionale. La loro applicazione ha portato a standard disicurezza molto elevati anche in conseguenzadel fatto che le navi sono sottoposte a con-trolli continui. Non bisogna però dimenticarel’incidenza del fattore umano nella gestione diquesti processi».

Riguardo il problema della pirateria, puòessere più preciso? «L’Italia ha fatto di recente un importantepasso avanti per la difesa attiva dei nostriequipaggi e delle nostre navi grazie alla legge130 dell’agosto 2011 e al successivo proto-collo d’intesa con il Ministero della Difesa,che consente agli armatori italiani di imbar-care nuclei militari di protezione a bordodelle navi che operano nelle aree più a ri-

SHIPPING

Page 85: Dossier Campania

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxPaolo D’Amico

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 105

schio. Mancano ancora alcuni passaggi nor-mativi per completare il quadro di riferi-mento complessivo, ma stiamo lavorando intal senso».

Nel trasporto passeggeri c’è stato unboom delle navi da crociera. Però questotrend potrebbe sgonfiarsi. È così?«A dire il vero alla fine del 2011 sono staticirca 19 milioni nel mondo i turisti chehanno scelto la crociera come vacanza: sitratta di un aumento del 111%. In partico-lare, il traffico crocieristico vede i porti ita-liani ai primi posti in Europa con oltre 10 mi-lioni di movimenti di passeggeri l’anno. Tral’altro i porti della Campania - Napoli in pri-mis - si confermano tra le eccellenze nel set-

tore delle crociere sulle rotte del Mediterra-neo, con circa 1,3 milioni di passeggeri e siprevede che questo trend positivo continueràanche nei prossimi anni. Di fatto, nonostanteun momento così delicato, il settore testimo-nia una forte vitalità rispetto agli altri com-parti del turismo nazionale».

Ma più in generale, come si è evolutal’attività degli armatori negli ultimi anni?«Negli ultimi 13 anni gli armatori italianihanno rinnovato la flotta ordinando nuovenavi per un valore complessivo superiore ai 35miliardi di euro. Grazie a questi investimenti,oggi la marina italiana ha superato i 18 mi-lioni di tonnellate di stazza, collocandosi al-l’undicesimo posto nella graduatoria mon- � �

Page 86: Dossier Campania

106 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

diale; in particolare, in comparti come quellodei traghetti roll-on/roll-off merci, è da anniai vertici delle classifiche internazionali. Pos-siamo contare su una flotta giovane e al passocon i più elevati standard. Non solo, l’inno-vazione rappresenta un volano anche per laformazione, infatti, l’elevato livello tecnolo-gico e la grande specializzazione raggiuntadalle navi, ha imposto la presenza a bordo diprofessionisti altamente qualificati».

Ma qual è il punto di forza preciso dellacantieristica italiana? «Gli aspetti ambientali relativi alla costru-zione e alla gestione delle unità. Non po-tendo competere con il basso costo che ca-ratterizza la manodopera dei mercati asiatici,è necessario dare il via a politiche di sostegnoall’innovazione, uniche armi che possiamomettere in campo anche con il supporto diuna concreta strategia politica europea. Ilcaso Fincantieri è abbastanza indicativo».

Quali tipi di politiche di sostegno al-l’innovazione intende? «Innanzitutto è di vitale importanza mante-nere l’attuale architettura normativa del set-tore, che si basa sul registro internazionale,istituito nel 1998, per sostenere la competi-tività della bandiera nazionale e per salva-guardare l’occupazione dei marittimi italiani.Poi occorre lavorare per diminuire i costi de-rivanti da oneri burocratici inutili e quindidannosi per la competitività delle impresearmatoriali. Altra emergenza per il settore è,infatti, l’eccessiva burocrazia che rappresentaun determinante fattore di debolezza, so-prattutto in mercati che rispondono a logichesopranazionali. Però per quanto riguarda itraffici tra porti nazionali, purtroppo, da dueanni il mancato rinnovo degli sgravi contri-butivi al cabotaggio con le isole minori nonha consentito il mantenimento di questi be-nefici in capo agli operatori italiani in unmercato ormai liberalizzato formalmente a li-vello comunitario, ma comunque nella so-stanza esposto alla concorrenza di tutte le al-tre marinerie».

Poi c’è il nodo delle infrastrutture, chelei all’ultima assemblea di Confitarma ha

sottolineato.«Sì, noi stiamo un po’ ovviando a questamancanza di infrastrutture terrestri con si-stemi navali».

Comunque lo shipping italiano finora èstato in grado di fronteggiare bene la crisieconomica mondiale. «Sì, l’ha fatto con grande decisione, grazie an-che agli investimenti ed al rinnovamento dellaflotta effettuati nel periodo pre-crisi. La situa-zione economica internazionale sta attraver-sando una fase veramente complessa ed èmolto difficile fare previsioni. Di certo, si trattadi una crisi che riguarda anche il sistema poli-tico dell’Ue e la sua incapacità di reagire uni-tariamente agli attacchi della speculazione fi-nanziaria globale. Oggi ci muoviamo in uncontesto internazionale drasticamente mutatorispetto a quello precedente la crisi dei mutuiSubprime, basti pensare ai cosiddetti PaesiBric, sempre più forti e determinanti per tuttigli equilibri economici intercontinentali. Giàadesso la quota del commercio mondiale incapo a questi Paesi rappresenta circa il 13% deltotale, con un peso predominante della Cina,con circa l’8,5%».

E voi come vi muoverete?«Siamo pronti a raccogliere la sfida globale an-che in forza di una flotta che, dalle cisterne alleportarinfuse secche, dai traghetti di media/ele-vata capacità alle unità da crociera e a tutti glialtri tipi di navi, è stata quasi completamenterinnovata ed ha, per il 64%, meno di 10 anni.Credo che oggi, vista l’opera di consolida-mento e riorganizzazione svolta in questi anni,l’armamento italiano sia più attrezzato e com-petitivo che mai».

SHIPPING

Negli ultimi 13 anni gliarmatori italiani hannorinnovato la flotta ordinando nuove naviper un valore comples-sivo superiore ai 35 miliardi di euro

Page 87: Dossier Campania
Page 88: Dossier Campania

108 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Per uno dei settori economici più globalizzati si rende

necessaria una legislazione condivisa dalla maggior parte dei

Paesi. Ne è convinto Francesco Saverio Lauro, che lamenta

una giurisprudenza poco chiara in Italia e fa luce su incidenti

in mare e sicurezza sulle imbarcazioni

Tiziana Bongiovanni

Servono regole comuni

Francesco Saverio Lauro, già presidentedell’Autorità portuale di Napoli, è av-vocato esperto di diritto marittimo.Ogni anno il suo studio organizza la

conferenza “Shipping and the law” alla qualepartecipano i big dello shipping internazionale einsigni giuristi come Francesco Berlingieri, ilprofessore che ha avuto un ruolo fondamentalenell’uniformare la giurisprudenza marittima.

Avvocato, in generale, il diritto marittimoitaliano ci tutela o lascia a desiderare? «La nostra legislazione in merito, sotto alcunipunti di vista, è altalenante. Ad esempio le penein caso di inquinamento sono ridicole rispetto aquelle della Francia. Oltralpe le multe possono ar-rivare fino a 15 milioni di euro, da noi fino a80mila. Se si passa davanti alla costa francesenon va in mare neanche un litro di olio. Sul pro-blema delle immissioni di zolfo del combustibilenavale c’è una disparità anche esagerata fra paesi.In un porto si può utilizzare un certo combusti-bile, in un altro no, rendendo i costi di naviga-zione proibitivi».

Quindi di cosa ci sarebbe bisogno?«Per lo shipping, che è uno dei settori più inter-nazionalizzati del mondo, ci sarebbe bisogno diuniformità e chiarezza con organismi che fac-ciano valere regole comuni».

E ancora?«Puntare sullo short sea shipping, cioè sui tra-sporti marittimi di cabotaggio europeo. Il tra-sporto via mare è molto meno inquinante del tra-sporto su gomma, senza contare che toglieremmodalle strade un numero enorme di autocarri, di-minuendo significativamente traffico e inci-denti».

Dopo la tragedia avvenuta all’Isola del Gi-glio, è d’obbligo una domanda sulla questione. «Si tratta di un’imperdonabile serie di gravi colpedel comandante: dall’assurdo “inchino” al met-tersi in salvo durante le operazioni di abban-dono di passeggeri ed equipaggio ancora in corso,ma anche di atti dolosi, se è vero che Schettinoha nascosto per ore alla Capitaneria quanto stavaavvenendo. Sapremo la verità perché ogni cosa èregistrata nella scatola nera della nave: le conver-

SHIPPING

Page 89: Dossier Campania

Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 109

sazioni, la rotta, tutto». Il comandante si è giustificato dicendo che

lo scoglio su cui ha urtato la nave non era se-gnalato dalle carte. «Impossibile, non esistono scogli non segnalati.Potrebbero esistere relitti non segnalati, ma nonscogli».

La nave potrà essere recuperata?«Sì, in ogni caso dovrà essere rimossa. Nonostanteabbia subìto gravi danni, credo proprio che verrà“rigalleggiata” e riparata, visto che è assicurata perquasi mezzo miliardo di euro. Le preoccupazioniper l’ambiente sono in questo caso eccessive, nonsi tratta di una petroliera spezzata in due: quil’impatto ambientale potrà essere ridotto al mi-nimo. La tragedia è per le numerose vittime che,tuttavia, potevano essere assai di più se il co-mandante non fosse riuscito a incagliare la Con-cordia sugli scogli evitando che colasse a picco».

Questo apre uno squarcio sugli incidenti inmare.«È vero, però gli incidenti in mare stanno dimi-

nuendo di numero e gravità. Trent’anni fa,quando ho iniziato, la flotta italiana era molto piùanziana. Anche il settore mercantile si è rinnovatoperché il nostro paese ha introdotto una politicadi esenzioni fiscali per consentire agli armatori dicompetere con le bandiere estere».

Poi c’è un altro pericolo negli oceani: la pi-rateria. Recentemente sono state sequestratedue navi di due società napoletane, FratelliD’Amato e Perseveranza. Appena dopo ne èstata catturata una terza, l' Enrico Ievoli.«Dai nuclei militari che proteggeranno le nostrenavi ci aspettiamo un deterrente per evitare ul-teriori episodi di pirateria. La procedura però,non è ancora completa: mancano gli accordi congli Stati per consentire l’imbarco e lo sbarco deiteam di militari armati e urge definire apposite re-gole di ingaggio. È importante la convenzionecon la Marina in quanto i militari hanno anchefunzione di polizia giudiziaria e ciò assicura lamassima legalità nell’uso delle armi ed è efficacenell’assicurare i pirati alla giustizia».

In apertura,

Francesco Saverio

Lauro, avvocato

esperto di diritto

marittimo

Francesco Saverio Lauro

Page 90: Dossier Campania

SHIPPING

110 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Banca Imi, la banca d’investimento delgruppo Intesa Sanpaolo, è uno dei prin-cipali operatori finanziari italiani. Fede-rico Barlozzetti è attualmente responsa-

bile del desk di Shipping finance per la Divisionefinanza strutturata. Il desk svolge prevalentementeattività di finanziamento per la costruzione o ac-quisizione di navi, siano esse nuove o di secondamano, ristrutturazione di debito, servizi di advisory.Tra i principali clienti, le maggiori società amato-riali dell’area campana (Cafima, Rbd, BottiglieriNavigazione, D’Amato, Perseveranza, Grimaldi).

Qual è l’andamento del comparto nella fasestorica attuale?«La combinazione degli effetti derivanti da unmercato molto depresso, insieme a una ridotta li-quidità del sistema finanziario, impone criteri di se-lettività nella scelta dei progetti finanziabili. Dalpunto di vista degli armatori sembra che i valorinave non siano ancora arrivati a un livello tale dagiustificare nuovi investimenti, ancora di più allaluce dello scenario previsto per i prossimi anni. In-fatti, si assiste a una notevole e generalizzata ridu-zione di nuovi ordini presso i cantieri. Tale ridu-zione ha spinto in alto i prezzi delle navi e le societàche hanno continuato a ordinarle, seguendo iltrend di prezzo, oggi si trovano in difficoltà. Ancheil livello dei noli attuale, protrattisi a livelli bassi dacirca fine 2007, ha avuto un forte impatto sulle di-sponibilità finanziarie delle società. Questo effetto,abbinato a un mercato bancario molto prudente ea uno scenario macroeconomico incerto, ha frenatol’attività di compravendita, sia per le nuove navi cheper le second-hand».

Quindi la crisi ha inciso nei finanziamentiverso la cantieristica navale.«Sì, la crisi ha inciso profondamente».

La cantieristica napoletana ha difficoltà par-ticolari rispetto a quella italiana? «No, il mercato dello shipping è un settore globa-lizzato, nel quale le difficoltà che possono vivere gliimprenditori dell’area campana non sono diverse daquelle che sta sperimentando il settore in generale».

Avete messo in campo degli strumenti perandare incontro ai vostri clienti?«Oggi, viste le difficoltà in cui versa il comparto, lostrumento principale per andare incontro ai clientiè la flessibilità, che gli istituti di credito dovrebberomostrare nei confronti delle aziende in difficoltà. Lebanche italiane, diversamente da molti istituti stra-nieri che seguono un approccio molto pragmatico,tendono ad avere una relazione costruttiva e, lad-dove si possa comunque ravvisare una via di uscita,cercano di andare incontro alle esigenze delle societàcon problemi di liquidità».

Cosa distingue il servizio di shipping financedi Banca Imi rispetto a quello di altre banche?«Il servizio è gestito da professionisti che operanonel settore della finanza navale, in Italia e all’estero,da oltre 15 anni. Il settore navale è ciclico, con pe-riodi che tendenzialmente si ripetono ogni 4/6anni. È importante quindi avere una certa espe-rienza ed avere vissuto diverse fasi, siano esse posi-tive o negative, per potersi rendere conto delle di-namiche e dei meccanismi del settore stesso.Ritengo che l’esperienza sia una delle caratteristicheche maggiormente distingue Banca Imi nel settorenavale».

Criteri selettiviper i finanziamentiIn un settore che ha fortemente risentito della crisi dei mercati finanziari, anche il

credito ha ricalcato l’andamento negativo. In forte frenata le compravendite,

mentre le banche prestano molta attenzione ai progetti da finanziare

Tiziana Bongiovanni

Page 91: Dossier Campania
Page 92: Dossier Campania

SHIPPING

Una flotta di undici imbarcazioni. Navi bulk carriers che trasportano carbone, minerali di ferro

e cereali su rotte internazionali. Potendo contare su un’esperienza consolidata dal 1850. La

parola al comandante Michele Bottiglieri

Emanuela Caruso

Lo shipping è sempre più votato all’ambiente

«L a nostra atten-zione verso iltema dell’am-biente è stata

fin dall’inizio dell’attivitàmolto alta». Il comandanteMichele Bottiglieri, intro-duce quello che rappresentauno dei punti focali della Mi-chele Bottiglieri Armatori,società di navigazione fon-data nel 2008 dal coman-dante Michele Bottiglieri, ar-matore da più di trent’anni.«Per essere certi di garantireottima qualità tanto dalpunto di vista organizzativo e

gestionale quanto dal puntodi vista della tutela versol’ambiente, la nostra impresaha ottenuto la certificazioneIso 9001 e Iso 14001, finorala più importante in materiadi rispetto e sicurezza dei variambienti in cui ci troviamo aoperare».

L’esperienza della fami-glia Bottiglieri nel settorearmatoriale parte nel lon-tano 1850. In più di 150anni come si sono evolutel’attività e le tipologie diimbarcazioni utilizzate?«L’originaria impresa di fa-miglia fu avviata a Torre delGreco dal mio bisnonnoGiovanni, che iniziò a sol-care i mari con una piccolaflotta di imbarcazioni coral-line, ovvero di barche dedi-cate alla pesca del corallo.L’iscrizione della prima navedi proprietà nel registro Im-matricolazioni dell’AutoritàPortuale di Torre del Grecoavviene qualche anno dopola fondazione dell’attività e aessa seguono le acquisizionidi tre golette oceaniche e al-

cune navi a vapore. Successi-vamente, entrambe le guerremondiali mettono a duraprova la flotta Bottiglieri,che perde prima sette e poiotto navi. Si raggiunge unasvolta importante negli anni40, quando il principio for-dista della produzione in se-rie viene applicato all’inge-gneria navale, facendonascere le imbarcazioni datrasporto della categoria Li-berty, mezzi di notevolestazza, robusti, innovativi esoprattutto dotati di grandeautonomia, riuscivano infattiad attraversare l’Atlantico oil Pacifico senza dover farerifornimento. All’era delleLiberty è successa quella deipiroscafi, delle navi a vaporemoderne e delle motonavi.Nel corso degli anni, inoltre,l’azienda, di cui la base ope-rativa era stata spostata inGrecia, ad Atene, torna inItalia. Oggi, l’impresa di fa-miglia è giunta alla quintagenerazione di armatori».

Quante navi possiede laMichele Bottiglieri Arma-

112 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Il comandante Michele Bottiglieri è titolare

della Michele Bottiglieri Armatore Spa di Napoli

[email protected]

Page 93: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 113

tori e quali sono i mercati ele destinazioni seguite almomento?«Attualmente, la MicheleBottiglieri Armatori pos-siede cinque navi di pro-prietà di ultima generazionee sei navi a noleggio, per untotale flotta di undici im-barcazioni. Sono tutte navibulk carriers e trasportanocarbone, minerali di ferro ecereali Nel 2011 il totale dimerci trasportate è stato dicirca 6 milioni di tonnellate.Le rotte seguite sono inter-nazionali e toccano il suoloitaliano pochissime volte. Almomento, lavoriamo preva-lentemente con la Cina, l’In-dia, l’Australia, l’AmericaLatina e l’America Setten-

trionale. In questo periodola Cina effettua controllimolto rigidi sulle caratteri-stiche delle navi in entrata ein uscita dai suoi porti edanche per garantirci un po-sto su questi mercati cisiamo dotati di certificazioniche testimoniano il nostrorispetto nei confronti del-l’ambiente e il rispetto e lasicurezza nei vari ambientidi lavoro».

Quali prospettive preve-dete per il 2012 e, più ingenerale, per il futuro delvostro settore?«Il settore armatoriale, cosìcome quello dello shipping equello della cantieristica na-vale, è afflitto da una pro-fonda crisi economica e ge-

stionale che si protrae ormaidal 2009. Il mercato èfermo, lo Stato italiano nonprovvede a erogare né incen-tivi alla ripresa né tanto-meno agevolazioni e investi-menti, e la Fincantieri staattraversando un periodo digrande difficoltà: sono que-sti gli elementi che hannodisorientato e colpito dura-mente le società del nostrosettore. Per il 2012 e gli annia venire si prevede una si-tuazione uguale, che potràessere migliorata solo tra-mite finanziamenti, aiutieconomici, maggiore produ-zione di navi e, di conse-guenza, maggiori possibilitàper gli armatori di metterlein mare».

Michele Bottiglieri

��

Le nostre navi trasportano carbone,minerali di ferro e cereali in tutti ipaesi del mondo

Sono leimbarcazioni

che formano laflotta della MicheleBottiglieri Armatori

Spa. 5 le navi diproprietà di ultimagenerazione e 6quelle a noleggio

NAVI11

Page 94: Dossier Campania
Page 95: Dossier Campania
Page 96: Dossier Campania

Megayachtche rispettano l’ambiente

I l Rina, importante entedi classificazione, haassegnato nel 2011 ilriconoscimento Green

Star Plus Platino ai cantieriPalumbo di Napoli, per la rea-lizzazione del superyachtPrima. Il premio è stato rice-vuto da Antonio Palumbo,amministratore dell’omonimasocietà, a Montecarlo e con-segnato dalle mani del prin-cipe Alberto di Monaco e inpresenza del re Juan Carlos diSpagna. La targa riporta la de-signazione di “migliore barcaecologica” realizzata nel 2011.

Questo prestigioso ri-sultato, ottenuto grazieal lavoro e all’impegnodei progettisti e dellemaestranze che operanopresso il golfo parteno-peo, ha avuto come in-gredienti base la fanta-sia e la passione tipichedel made in Italy, che

permettono alle imprese na-zionali di mantenere ancorale vette nelle classifiche inter-nazionali dei prodotti dilusso. Antonio Palumbo illu-stra retroscena e progetti at-tuali e futuri della società dalui guidata.

Quali sono i segreti che vipermettono di valorizzare leeccellenze italiane in fattodi progettazione e realizza-zione di superyacht?«Per valorizzare le eccellenzepresenti nel nostro contestoterritoriale e insieme agevo-lare il rinnovamento e la crea-tività italiana, occorre nonavere paura della concorrenza.Anzi cercare di ottenere daquesta continue sfide, nuovistimoli per progetti innova-tivi che diano un ritorno an-che sul medio e lungo pe-riodo. I cantieri Palumbocercano di rinnovarsi anchecon l’apporto dei giovani, la

loro presenza in azienda riescea riportare in equilibrio lecondizioni attualmente criti-che in cui si trova l’industriain generale».

Quindi anche in tempi dicrisi il made in Italy riesce amantenere una specificità disuccesso.«Il made in Italy vince an-cora nel settore del lusso per-ché chi lo produce mantienevive la fantasia e la passioneche sono fondamentali peressere competitivi. Ovvia-mente a queste devono ag-giungersi gli investimenti, sianelle infrastrutture sia nellerisorse umane, creandoun’organizzazione capace diottimizzarsi ed eliminare ledisarmonie all’interno deiprocessi produttivi. Noi ab-biamo puntato su un teamdi giovani ingegneri e tecniciche stanno dando tanto al-l’azienda. La nostra espe-

Il made in Italy vince ancora nel settore del lusso. Nel 2011 il prestigioso premio Green Star

Plus Platino del Rina è stato assegnato al superyacht Prima realizzato in un cantiere navale

napoletano. La parola ad Antonio Palumbo, artefice del progetto

Valerio Germanico

116 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Antonio Palumbo,

amministratore unico

della Palumbo Spa,

Napoli

www.palumbo.it

Page 97: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 117

Antonio Palumbo

�rienza ci dice che questa è lastrada giusta per avere suc-cesso anche in un momentodi difficoltà economica comequesto».

Cosa ha significato per voiottenere il riconoscimentoGreen Star Plus Platino?«È stato il momento in cuigli sforzi compiuti in oltrequarant’anni di attivitàhanno trovato il loro coro-namento. Un’ulteriore emo-zione è stata quella di rice-vere il premio dal principeAlberto e dal re Juan Carlos.Entrambe le personalitàhanno anche visitato con at-tenzione lo yacht vincitore,Prima, interessate a cono-scere i dettagli tecnici delprogetto e della costruzione.La targa Rina Green StarPlus Platino si è aggiunta allaclassificazione Abs, che giàriconosceva il nostro impe-gno ecologico».

Sulla base di quali para-metri vi è stato assegnato ilriconoscimento?«La classe di notazione si basasu un indice di performanceambientale che copre tutti gliaspetti di impatto della navesull’ambiente, soprattutto leemissioni di carbonio. Per ot-tenere tale notazione occorreattenersi agli studi progettualiapprovati dal Rina e alla rea-lizzazione di impianti per l’eli-minazione degli inquinanti.Tale sistema sicuramente haportato un impatto di inno-vazione che attribuisce aun’imbarcazione un grandevalore aggiunto. Inoltre,Prima rappresenta il piùgrande megayacht in assolutomai costruito da un cantieredel Centrosud con questotipo di impianti tecnologici econ domotica avanzatissima.Lungo 54 metri e largo 10,Prima dispone complessiva-

mente di 13 cabine, i cui in-terni hanno uno stile di arre-damento particolarmente ele-gante e al tempo stessofunzionale e moderno».

Quali sono i prossimi pro-getti?«Stiamo costruendo uno yachtdi 60 metri e uno di 40 cherientrano nella linea di pro-gettazione Columbus Yacht –la stessa di Prima –, con scafiinteramente in acciaio e allu-minio. Entrambe gli yachtsono stati commissionati dauna società monegasca. Il suc-cesso di essere riusciti a por-tare il nostro lavoro a così altilivelli è la dimostrazione che aNapoli è possibile raggiungeretali traguardi e che le eccel-lenze ci sono e sono forti. Ilnostro orgoglio è anche quellodi aver fatto ritornare a lavo-rare qui molti artigiani che perlavorare si erano dovuti spo-stare al Nord».

Prima rappresenta il più grande megayacht mai costruito da un cantieredel Centrosud con impianti tecnologici e domotici avanzatissimi

Page 98: Dossier Campania
Page 99: Dossier Campania
Page 100: Dossier Campania
Page 101: Dossier Campania
Page 102: Dossier Campania

BANDA LARGA

122 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

La Regione Campaniaha svolto di recenteuna rilevazione pub-blica per individuare

i Comuni con deficit di rete abanda larga. «La popolazionenon servita si attesta tra l’8 e il9%, dato in linea con il qua-dro nazionale – commental’assessore ai Sistemi informa-tivi e informatica, GuidoTrombetti –. È una situazioneche stiamo monitorando. Pur-troppo è noto che tutta l’Italiaè in forte ritardo rispetto agliobiettivi dell’Agenda digitaleeuropea per quanto attienealla diffusione della bandalarga, come ha scritto l’Ag-com». La giunta regionale haprevisto tra i suoi obiettiviprioritari un investimento in-frastrutturale da 150 milionidi euro per la diffusione della

banda larga sul territorio, ap-provato solo di recente dallaCommissione europea. «Inprevisione dell’attuazione ditale progetto nel 2011 ab-biamo avviato la ricognizionedell’esistente e dei fabbisogni eabbiamo predisposto un pianodi interventi operativi che ri-guardano l’intero territorio –prosegue l’assessore –. Inoltre,ci stiamo coordinando contutti gli altri soggetti coinvoltinel processo di diffusione dellabanda larga, anche per evitareinutili duplicazioni. Que-st’azione di integrazione haprovocato dei lievi ritardi nellatabella di marcia prevista. Inparticolare è stata complessal’integrazione delle azioni re-gionali con il Piano strategiconazionale per lo sviluppo ru-rale 2007-2013. A questo

punto siamo pronti per par-tire».

Il ministero dello Sviluppoeconomico ha avviato, tra-mite la propria società inhouse Infratel, il quartobando di gara per la proget-tazione esecutiva e la realiz-zazione di infrastrutture co-stituite da impianti in fibraottica. Quali sono le vostreaspettative? «In Campania sono stati pre-visti 23 milioni di euro per leinfrastrutture di rete. L’inter-vento è stato concordato con ilMise, definendo 92 interventiper la realizzazione di 600 chi-lometri di nuove dorsali in fi-bra ottica. Saranno interessaticirca 80 comuni campani.L’intervento consentirà di ab-battere il gap di copertura ter-ritoriale in larga banda di 2,6

Al via la cablaturadel territorioLa Commissione europea ha appena dato il via libera ai fondi stanziati dalla

Regione per la diffusione della banda larga. I progetti sono pronti e le operazioni

prenderanno il via a breve. E per l’assessore Trombetti gli obiettivi restano quelli

fissati: «A interventi conclusi il gap si ridurrà dall’attuale 6,2% al 3,6%»

Michela Evangelisti

Guido Trombetti,

assessore regionale alla

Statistica, sistemi

informativi ed

informatica

Page 103: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 123

punti percentuali: passeremodall’attuale 6,2% al 3,6% aconclusione dell’intervento.Ma la stesura delle fibre dasola non basta. Occorre ade-guare le centrali di intercon-nessione, ma serve anche unmodello di gestione. E la Re-gione ha pronto il progettocon il quale non solo comple-tare la cablatura del territorio,ma anche rendere funzionantel’intera infrastruttura realiz-zata in modo integrato con unpiano di sostenibilità, preve-dendo servizi che faccianocomprendere il senso e il va-lore di un così importante in-tervento infrastrutturale».

Qualche mese fa aveva au-spicato una copertura del100% del territorio regio-nale entro i prossimi treanni: conferma questa pre-

visione?«Il trascorrere del tempo ci im-pone di operare a doppia ve-locità. Dobbiamo tener contodi due esigenze: quella di com-pletare la copertura del terri-torio regionale, favorendo l’in-tervento degli operatori nellearee a totale difetto di mer-cato, ma dobbiamo altresì pre-vedere un potenziamento in-frastrutturale che permettaun’adeguata diffusione dellaRete di nuova generazione(Ngn). Il grande progetto ap-provato in Commissione pre-vede entrambi gli interventi,con modelli applicativi diversi,che saranno completati entrogiugno 2015, data che cisiamo fissati come limite perl’utilizzo dei fondi europei2007/13. Bisogna considerarecomunque che con l’accordo

con il Mise per le aree rurali siotterrà un primo forte im-patto, valutato in una ridu-zione di circa il 40% del digi-tal divide».

Quali ricadute concretesulla qualità della vita deicittadini e sulle imprese siaspetta da questo sviluppo?«L’indagine della Banca mon-diale del 2009 ha mostratouna forte e significativa corre-lazione tra il tasso di crescita diuna Nazione e il tasso di pe-netrazione della banda larga. IlPiano di azione per la ricerca,lo sviluppo, l’innovazione el’Ict approvato dalla Regioneha fissato tra le sue prioritàproprio la banda larga, comevolano per il rilancio del terri-torio e sostegno a un insiemeintegrato di servizi rivolti a cit-tadini e imprese. Tra i servizi

Page 104: Dossier Campania

124 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

internet evoluti che possonofar crescere l’economia c’è ilcloud computing. Con essotutte le aziende, soprattutto lepiccole, anche quelle artigiane,potranno dotarsi di servizi in-formatici capaci di reggere lacompetizione senza enormiinvestimenti. Pochi, potenti,funzionanti ed ecocompatibilicentri di calcolo a servizio dimolti. A patto che esista un’in-frastruttura di rete internetadeguata e capace di offrire atutti le stesse opportunità.Analogo discorso per le pub-bliche amministrazioni».

Cosa intende?«Con il cloud computing tantiComuni potrebbero innalzareil loro livello di informatizza-zione senza dover investire intecnologie e risorse umanespecialistiche. Ma la rete è an-che la leva per politiche diforte cooperazione tra le am-ministrazioni, per condividereinformazioni e snellire i pro-cedimenti, promuovendo pro-

cessi di effettiva dematerializ-zazione capaci di semplificarela vita di tutti i giorni. Certi-ficazioni on line, fascicolo sa-nitario elettronico, ricetta elet-tronica, iscrizioni e concorsion line, fascicolo del fabbri-cato, catasto, sono solo alcunidegli esempi di servizi inte-grati da attuare».

La lotta al digital dividenon passa solo attraversol’implementazione delle in-frastrutture immateriali dicomunicazione. Quali altripassaggi sono fondamentali?Quali impegni devono assu-mere i destinatari degli in-terventi?«Lo sviluppo delle infrastrut-ture è una grande opportu-nità, ma solo se tutti saprannocoglierla nel modo giusto e sei processi saranno adeguata-mente governati. Gli inter-venti pianificati sulla sola largabanda vogliono principal-mente sostenere il settore delletelecomunicazioni in aree ter-

ritoriali a digital divide. Sa-ranno incoraggiati gli investi-menti da parte dei principalioperatori e gli operatori, daparte loro, dovranno investiresulla propria rete di trasportoper garantire nelle aree oggettodegli interventi lo stesso livellodi servizi di quelli presentinelle aree oggi già coperte.Parte dei costi connessi alcompletamento della rete in-ternet nelle aree individuatesarà sostenuta dalla Regione,per una più equa distribuzionedelle opportunità in tutto ilterritorio. Il piano regionale siaspetta, come ritorno per ilterritorio, che sarà garantita lafornitura di servizi di accesso ainternet nelle nuove aree aprezzi di mercato comparabilia quelli già applicati nelle areecoperte dalla banda larga. Masoprattutto si aspetta di averdato a tutti i cittadini e im-prese campani pari opportu-nità di accesso alla cittadi-nanza digitale regionale».

BANDA LARGA

Page 105: Dossier Campania

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxAntonio Pescape’

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 125

Sul piano del tasso dipenetrazione dellabanda larga l’Italianon fa bella figura in

Europa e nemmeno a livellomondiale. «Gli indicatori e glistudi sono molteplici, matutti concordano sul ritardoitaliano e sul fatto che negliultimi anni la situazione nonsolo non è migliorata, bensì èulteriormente peggiorata»commenta Antonio Pescape’,docente all’Università Fede-rico II di Napoli. Se la situa-zione economica mondiale hafatto la sua parte, in Italia in-cide anche il problema cultu-rale.

Quali sono ora i passi dacompiere?«Il primo e più importante èquello di considerare, defini-tivamente, le reti di comuni-cazione a banda larga come

delle infrastrutture fonda-mentali per lo sviluppo delPaese e quindi trattarle,non solo dal punto di vistadegli investimenti, ma an-che da quello della ge-stione, della pianificazionee dello sviluppo, allo stessomodo di altre infrastrutturecome quelle stradali o di di-stribuzione elettrica oidrica. Fatto questo, indi-pendentemente dal conte-sto politico e dalle relativepolitiche economiche e disviluppo, è indispensabiledefinire un’agenda digitalein cui la parte relativa allosviluppo delle infrastrutturesia punto focale. E non èun problema di finanzia-menti. Siamo un Paese cheha speso, e molto di più inpassato, su opere che sicu-ramente impattano molto

Digital divide,un ritardo da colmare

Molti bei progetti, ma pochi fatti. Si può sintetizzare così la situazione

italiana sulo sviluppo delle reti informatiche ad alta velocità.

Gap, che se superato, porterebbe vantaggi considerevoli soprattutto

alle imprese. Il punto del professor Antonio Pescape’

Michela Evangelisti

Page 106: Dossier Campania

126 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

meno sullo sviluppo dell’in-tera nazione».

Il piano nazionale bandalarga si pone l’obiettivo diazzerare il digital divide inItalia, consentendo l’accessoalla banda larga a tutta lapopolazione oggi esclusa.Crede si tratti di una svoltaimportante? «Sicuramente. É importantepoter contare su investimentiin infrastrutture a bandalarga, ma è altrettanto impor-tante poter contare su cifre etempi certi, nonché sulla con-tinuità di intenti e obiettivi.Lo sviluppo dell’infrastrutturadi rete è un processo com-plesso che necessita di conti-nuità e attenzione da parte dichi amministra un Paese mo-derno. Interventi spot nonservono, servono politiche dilungo periodo e una forte erinnovata attenzione verso latecnologia e l’innovazione».

Cosa prevede, dunque, peri prossimi anni?«Se dovessi formulare delleprevisioni guardando al pas-sato, più o meno recente, nonpotrei che essere cauto e direche, se non si adotteranno po-litiche decisamente diverse esoprattutto concrete, ri-schiamo di avere assistito aun’ulteriore bella promessa. Epoi non serve solo investire ininfrastruttura ma bisogna an-che investire nello sviluppo enella diffusione di servizi di-gitali, soprattutto relativi allapubblica amministrazione, inmodo da generare un effettovirtuoso servizi/infrastrutturain cui gli uni hanno bisognodell’altra».

Quali sono le peculiaritàdella situazione campana equali strategie specifiche sa-rebbero più utili? «In Campania da diversi annisi sta prestando un’attenzione

molto forte allo sviluppo del-l’infrastruttura a banda larga.Sono stati effettuati diversistudi e analisi legati, da unlato, alla definizione puntualedelle aree oggetto di inter-vento, dall’altro sui modellidi intervento. Con un ap-proccio aperto al territoriosono state fatte nel tempo di-verse consultazioni pubblicheper realizzare delle mappatureaccurate dei territori in digitaldivide e sono stati pubblicatii risultati. Insomma, è statofatto tutto il necessario perpartire. Ma ora è importantepartire».

Quale impatto concretopotrebbe avere la bandalarga sulla produttività el’innovazione del territorio?«L’impatto, sia della realizza-zione sia della messa in operadegli interventi, sarà enorme efondamentale per le aree pro-duttive e per i cittadini della

Antonio Pescape’,

docente del

Dipartimento di

informatica e

sistemistica

dell’Università

Federico II

di Napoli

BANDA LARGA

Page 107: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 127

Campania. Ma, a mio avviso,non partire e accumulare ul-teriori ritardi avrà effettimolto negativi per l’economiadi tutta la regione. Ritardi dif-ficilmente colmabili conside-rando il quadro di investi-menti attuali e prevedibili neiprossimi anni».

Si parla tanto di diffu-sione della banda larga mameno della sua qualità: ache punto siamo in Italia?Ci sono progetti di ricerca dirilievo?«Il punto relativo alla qualitàè di assoluta importanza. Pos-siamo fare un parallelo con leetichette nutrizionali dei pro-dotti che ogni giorno acqui-stiamo al supermercato: noitutti non siamo solo attenti altipo di prodotto da acqui-stare, ma vogliamo conoscerela tipologia e la qualità deglielementi componenti. Tant’èche le etichette nutrizionali el’indicazione sulla composi-zione dei prodotti sono ob-bligatorie. Nel caso delle con-nessioni a banda larga quindinon è solo importante la dif-fusione sul territorio ma an-che la qualità di tali connes-

sioni. Ci sono diversi progetti,di ricerca e non, che inten-dono fornire informazionisulla qualità delle connessioniche acquistiamo dai provider.Agcom, con il progetto “Mi-sura internet”, ha realizzatoun semplice applicativo chegli utenti possono scaricare einstallare sui propri pc per mi-surare la qualità della propriaconnessione. Anche il mondodella ricerca sta facendo moltoin questo contesto, sia in Ita-lia sia a livello internazionale.Con il mio gruppo abbiamosviluppato due progetti. Ilprimo si chiama “Hobbit” e,in maniera indipendente efornendo la possibilità di ag-giungere in modo semplicenuovi parametri da misurare,è simile al progetto di Agcom.Il secondo, in collaborazionecon il Georgia Tech diAtlanta, si chiama “Bismark”ed è relativo a un software damettere sui router adsl al finedi monitorare la qualità dellaconnessione».

Il digital divide, infine,non è solo un problema diinfrastrutture: quali altre“tipologie” di dd pesano

maggiormente in Italia ecome agire per superarle?«Esattamente: il digital divideinfrastrutturale non è l’unicodivario digitale da colmare. C’èun elevato numero di cittadinidel nostro Paese “fuori” dallarete e che non utilizzano pc,mentre utilizzano comune-mente un telefono cellulare e/oguardano regolarmente la tv.É arrivato il momento di recu-perare questa parte di popola-zione. Sia perché si tratta, amio avviso, di un obbligo diun Paese moderno: avere citta-dini non in grado di interagirecon la rete oggi significa avereuna parte della popolazionenon in grado di affrontare ilpresente ma soprattutto il fu-turo. Sia perché si creerebbe unmercato che non c’è, fatto diun elevato numero di utentinuovi. Immagino iniziative ingrado di alfabetizzare concreta-mente, ad esempio con pc econnessioni residenziali a ognifamiglia con giovani e attual-mente senza connessione. Nonè mai troppo tardi. Come ilnome della trasmissione tele-visiva che insegnò a leggere e ascrivere a migliaia di italiani».

Page 108: Dossier Campania
Page 109: Dossier Campania
Page 110: Dossier Campania

EDILIZIA

L e imprese campanesono state tra le piùcolpite dalla crisieconomica che ha

investito il mondo dell’ediliziain questi ultimi anni, anche acausa delle particolari caratte-ristiche del settore edile e dellecostruzioni locali. Problemiatavici come un diffuso ricorsoal lavoro nero o irregolare, lamancanza di una normativaadeguata atta a tutelare leaziende che operano nel ri-spetto delle leggi, e i ritardinei pagamenti da parte dellaPubblica Amministrazione

hanno messo a dura prova latenuta del sistema, come sot-tolinea il dottor Gennaro Mi-cillo, titolare della GeneralCostruzioni Srl, società di Na-poli, specializzata nella pro-gettazione, realizzazione e ge-stione di opere pubbliche eprivate. «Basti pensare che nel-l’ultimo biennio oltre duemilaaziende sono state cancellatedal Sistema Cassa Edile, condisastrose conseguenze ancheda un punto di vista occupa-zionale. Un altro punto che, amio parere, penalizza il settoreè rappresentato dal “nanismodimensionale” che affligge lenostre aziende, visto che circail 93% delle imprese edili pre-senti sul territorio conta menodi dieci dipendenti».

A questo proposito, in chemodo la crisi ha inciso sullevostre strategie gestionali,operative e commerciali?«La General Costruzioni na-sce e si caratterizza per una

matrice sostanzialmente “fa-miliare”, fortemente legata alterritorio di appartenenza. Lastruttura di vertice è costi-tuita dai noi fratelli Micillo,che partecipiamo quotidiana-mente e attivamente alla“vita” dell’azienda, occupan-doci degli aspetti ammini-strativi, gestionali e operatividei cantieri, affiancati da uncongruo numero di operai edi tecnici fidelizzati da oltreventi anni di esperienze vis-sute in comune. Per far frontealla difficile congiuntura eco-nomica abbiamo provvedutoal potenziamento del manage-ment e degli organici tecnici eamministrativi, e soprattuttoall’informatizzazione del si-stema gestionale, introdu-cendo un apposito softwareche permette di controllare iprincipali centri di costo».

Crede che la recessioneeconomica possa favorire an-che la penetrazione di inge-

130 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

L’edilizia campana prova a rimettersi in moto,

nell’attesa che possano essere sbloccate

quelle risorse a disposizione delle Amministrazioni

locali che potrebbero dare nuova linfa all’economia

regionale. Gennaro Micillo analizza criticità

e prospettive del settore

Guido Puopolo

Il settore edile campano,un sistema da ripensare

Gennaro Micillo, titolare della General Costruzioni Srl di Quarto (NA)

www.generalcostruzioni.org - [email protected]

Page 111: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 131

renze illegali o criminali neltessuto produttivo locale?«Purtroppo il problema delleinfiltrazioni illegali nei lavoripubblici è una caratteristicasin troppo pubblicizzata nellaregione Campania. A questoproposito il nostro Gruppo siè sempre distinto per posi-zioni nette di denuncia delfenomeno malavitoso, parte-cipando anche in maniera at-

tiva e propositiva all’attivitàdi un’associazione Antiracketlocale. È evidente che il li-vello di guardia oggi debbaessere ulteriormente alzato,anche perché, per la malavita,dotata di enormi disponibi-lità economiche, la scalata alleimprese in crisi è oggi ancorapiù semplice».

Quali sono, attualmente,le opere più importanti su

cui state lavorando?«Attualmente siamo impe-gnati nella realizzazione di im-portanti interventi nel settorestradale ed edilizio, che tradi-zionalmente rappresentano ilcore business dell’azienda.Stiamo ultimando il potenzia-mento del nuovo Tribunale diTorre Annunziata, che do-vrebbe essere consegnato nel-l’ultimo trimestre del 2012,mentre stiamo completandoun importante intervento sul-l’Autostrada A3 Napoli-Sa-lerno per conto della societàAutostrade Meridionali, rela-tivo alla realizzazione di unnuovo sistema di rampe in in-gresso e uscita dalla tratta au-tostradale per la zonaBarra/Ponticelli, del sistemadei cunicoli interrati per l’ac-cesso degli operatori ai caselli,del complesso degli edifici diservizio e dell’impiantistica disupporto, compresa quella disegnalazione e di controllo in

A tanto ammontail numero delle

imprese cancellatedal Sistema CassaEdile nel solo 2011

AZIENDE2000

��

Siamo un’azienda con una matricesostanzialmente familiare, fortemente legataal territorio di appartenenza

Gennaro Micillo

� �

Page 112: Dossier Campania

remoto dei sistemi automaticiTelepass. Abbiamo intrapresouna serie di interventi di risa-namento e di recupero di fab-bricati di edilizia popolare perconto dello Iacp della provin-cia di Napoli, in una zona for-temente degradata quale ilquartiere Scampia. Per contodel Comune di Napoli siamoin procinto di avviare i lavoriper la realizzazione di un im-portante collettore di grondanella zona alta della città, checontribuirà ad ammodernareed efficientare il sistema fo-gnario della città e a ridurrenotevolmente ataviche proble-matiche di allagamento e didissesto idrogeologico di unadelle zone di maggior prestigioe importanza urbanistica. Nel2012 daremo infine avvio allacostruzione del cimitero diNola, attraverso il meccani-smo del project finance».

A suo parere, su cosa oc-correrà fare leva per renderepiù agevole, sicuro e buro-craticamente più accessibile

il sistema legato all’appaltopubblico?«Questo è un tema complessoe non facilmente distinguibile,almeno per quanto riguardala Campania, da più generaliaspetti di policy regionale. Ilsistema “appalto pubblico”,per un’impresa come la Gene-ral Costruzioni, non può cheavere un interesse notevole epreponderante, a due condi-zioni: l’accesso al creditopresso il sistema bancario e ilrispetto dei tempi di paga-mento da parte della PubblicaAmministrazione. Purtroppotali prerogative sono dramma-ticamente venute a mancarenegli ultimi due anni. Se ilmancato rispetto della primacondizione può ricondursi allacrisi economica mondiale cheha interessato e posto addirit-tura in discussione il sistemabancario, per la seconda le ra-gioni reali sono da ricercarsinello sforamento del patto distabilità sul disavanzo regio-nale e nelle ferree implicazioni

La General Costruzioni srl, società del GruppoMicillo , nasce nel 1979, con lo scopo di realizzarelavori pubblici e privati nel settore edile.Da allora ha operato, con successo, nel campodell’edilizia residenziale, dell’edilizia civilee industriale e delle opere pubbliche attraversandoin maniera brillante i tanti cicli economicidel settore, grazie al know-how posseduto,alla consistente disponibilità di attrezzature,mezzi d’opera e macchinari d’avanguardia,alla operatività di maestranze altamentespecializzate, alla solidità finanziariae, soprattutto, all’estremo impegno sempreprofuso nel proprio operato. La GeneralCostruzioni Srl è oggi costituita da una holdinggestionale che detiene partecipazioni in diversesocietà del Gruppo, che individuano le principalidivisioni e iniziative di investimento effettuate.La struttura di gruppo consente all’azienda unelevato grado di articolazione e di efficienzaorganizzativa, grazie alla focalizzazione di ognipartecipata su specifici aspetti dell’attività.Al tempo stesso la presenza di una strutturadi vertice garantisce il coordinamento ottimalee lo sfruttamento delle sinergie interdivisionali.Le attività svolte sono supportate daun'organizzazione tecnica e gestionale strutturataper la realizzazione di opere di qualsiasi tipologia,natura e consistenza e di qualsiasi difficoltàoperativa ed esecutiva, facendo dell’azienda unpartner affidabile per i propri committenti, capacedi offrire un servizio completo sotto ogni aspetto.

Competenzae organizzazione

132 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

� �

Page 113: Dossier Campania

sull’attuazione dei programmidi spesa, a seguito delle qualisono sorti problemi in temadi dilazione dei tempi di de-cisione politica di confermadei fondi, di allungamentodelle procedure amministra-tive, di ripetuta messa in di-scussione del quadro pro-grammatico, di mancataindicazione delle effettive di-

sponibilità di cassa. Problemiche hanno interessato nellastragrande maggioranza deicasi appalti già in corso».

Quali soluzioni potreb-bero essere adottate per ov-viare a questa situazione?«Personalmente ritengo che la“leva” per superare lo stallocon cui anche le imprese piùorganizzate oggi devono con-

vivere, potrebbe essere ap-punto la revisione del Pattodi Stabilità economica impo-sto dall’Unione Europea, lad-dove esso determini un con-creto sblocco nella spesa dellerisorse già a disposizione delleAmministrazioni locali, cheammontano a circa 3 miliardidi euro per opere pubblicheimmediatamente cantierabili,come tratte ferroviarie, stradee autostrade, hub aeropor-tuali, messa in sicurezza dellescuole pubbliche, interventinell’edilizia residenziale pub-blica. Risorse che potrebberodare occupazione a 20.000 la-voratori, con una traduzionein salari di circa 450 milioni � �

��

Stiamo completando un importante interventosull’Autostrada A3 Napoli-Salerno per contodella società Autostrade Meridionali

Gennaro Micillo

Page 114: Dossier Campania

di euro che darebbe una grossaboccata di ossigeno a un’eco-nomia e a un settore che, dal2008, è rimasto sostanzial-mente immobile».

Quali prospettive ripo-nete, invece, sul fronte delleopere private? «Il settore delle opere privateè essenziale per la GeneralCostruzioni. Nel futuro do-vremo confrontarci con unnuovo mercato delle costru-zioni, direttamente legato aiprocessi di vita delle popola-zioni, influenzato dalla cre-scita delle popolazioni stra-niere, dalle trasformazioni deinuclei familiari, e dalle esi-genze dei single e delle gio-vani coppie. Ritengo inoltreche per “cavalcare” la crisi oc-corra sviluppare proprio queisettori che solitamente le fasidi grande sviluppo non pren-dono in considerazione.

Penso, ad esempio, a opere diriqualificazione e di rivaloriz-zazione delle periferie citta-dine, per rispondere alla cre-scente richiesta di spazi, perricomporre la frammenta-zione urbana, e restituire va-lore creando servizi, sistemiambientali e nuove forme diaggregazione sociale. Mi au-guro davvero di poter impie-gare e valorizzare le mie ri-sorse e le mie energieimprenditoriali in un efficacepiano di ristrutturazione delpatrimonio edilizio e nel re-cupero di residenze civili pub-bliche e di apparati industrialidismessi e inutilizzati».

Quale bilancio può trarre,anche in termini di fatturato,in seguito all’attività delGruppo nel corso del 2011? «Nonostante la situazione didifficoltà con cui siamo co-stretti a convivere siamo moltosoddisfatti dei risultati conse-guiti nell’ultimo anno, duranteil quale abbiamo raggiuntotutti gli obiettivi che ci eravamoprefissati, anche in termini difatturato, grazie soprattutto al-l’avvio di un processo di mi-glioramento e di efficienta-mento dell’intera strutturaaziendale sopra descritto».

Quali sfide attendono ilgruppo nel corso del 2012 edove si concentreranno i vo-

stri prossimi investimenti?«Crediamo molto nelle inno-vazioni, nell’ingegnerizzazionedei processi costruttivi e nel-l’ottimizzazione dei sistemi at-traverso l’uso della tecnologia,anche perché lo scenario che siprospetta per il futuro affidaruoli importanti ai servizi e al-l’alta tecnologia applicata. In-tendiamo investire anche nelsettore della bioedilizia, favo-rendo soluzioni abitative volteal risparmio energetico e allariduzione dell’inquinamento,senza tralasciare l’importanzadi modelli innovativi come ilfacility management e il globalservice, soluzioni che incre-menteranno e renderanno an-cor più interessanti, per ilmondo delle imprese, i com-parti delle manutenzioni edelle installazioni. Prevediamoinfine grossi investimentiverso i nuovi processi di par-tenariato pubblico-privato everso le nuove multiutilities emultiservices».

Nel futuro crede sia possi-bile ampliare ulteriormentela vostra Holding?«L’impegno e la prerogativa delgruppo è quella di “affrontare”il mercato a 360 gradi, incre-mentando ulteriormente il no-stro bagaglio di conoscenze e diesperienze. Riteniamo che legiuste sinergie vadano appuntoricercate nell’attuale strutturadi Holding, ma non per que-sto escludiamo possibili svi-luppi e ampliamenti dellaHolding in settori diversi daquelli attuali».

� �

��

Nel futuro dovremo confrontarci con un mercatodelle costruzioni legato ai processi di vitadelle popolazioni

134 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

EDILIZIA

Da sinistra, Franco,

Massimiliano, Gennaro

e Mario Micillo,

rispettivamente project

manager, commercial

director, finance

e administrator

manager e human

resources director

Page 115: Dossier Campania
Page 116: Dossier Campania

136 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

EDILIZIA

O rmai da qual-che anno, in al-cuni specificisettori, come

quello delle costruzioni e dellepavimentazioni stradali, si èdiffusa la tendenza ad allargaregli appalti pubblici a un grannumero di imprese, qualificatee non, facendo così aumen-tare tanto la concorrenzaquanto i ribassi sui costi. Adare la possibilità a qualsiasiazienda di proporsi in gara evincere l’appalto nonostantenon sia dotata delle giuste ca-ratteristiche è la legge, che connormative poco chiare e pocorigide sta contribuendo allastagnazione del mercato. Afronte di tale situazione, al-cune imprese hanno deciso dinon operare più nell’ambitopubblico e tra queste anche ilGruppo Rudit, che propriodel settore delle costruzioni epavimentazioni stradali hafatto il suo core business. «Sela legge – commenta Dome-

nico Di Palo, amministratoredella società – consentisse dipartecipare alle gare d’appaltosolo a chi dispone delle attrez-zature, degli impianti e delleattitudini tecniche specificheper una determinata opera, nelnostro ambito a competere sa-remmo solo sette o ottoaziende in tutto e a una realtàcome la nostra che producemateria prima, ma che soprat-tutto fornisce materiali, con-verrebbe provare a vincere l’ap-palto. Invece, data la situazionecorrente in cui si iscrivono allegare centinaia di imprese, dicui molte potrebbero avvalersidel nostro aiuto come forni-tori, allora al Gruppo Ruditnon conviene più tentare diconquistare la commessa, per-ché si giocherebbe la possibilitàdi offrire il servizio di forni-tura agli aggiudicatari». Il Gruppo Rudit, attivo da piùdi quarant’anni, è compostoda varie aziende, ognuna dellequali specializzata in un

campo produttivo particolare.«Grazie alle varie società delgruppo e alla sinergia tra esseoperiamo nel settore della pro-duzione di materiali da co-struzione, occupandoci sia del-l’estrazione che dell’effettiva

Il settore pubblico e le leggi vigenti permettono anche a impresenon qualificate di vincere gli appalti di opere particolari e ad altovalore tecnico come quelle del ramo stradale.Domenico Di Palo chiarisce i motivi per cui molte societàdel settore decidono di non operare più nel pubblicoEmanuela Caruso

Chi scegliedi non partecipare agli appalti

Il Gruppo Rudit ha sede

operativa a

Roccarainola (NA)

www.rudit.it

Page 117: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 137

Domenico Di Palo

realizzazione dei conglomerati;nel ramo dei trasporti; e nel-l’ambito dell’estrazione di ma-teriali calcarei, in quanto tito-lari della concessionenecessaria per questo tipo diattività». In tanti anni di la-voro e grazie a questa impor-tante diversificazione azien-dale, la Rudit ha assistito atutte le evoluzioni più impor-tanti del settore, adeguandosiai cambiamenti attraverso stra-tegie vincenti e intelligenti in-vestimenti. «L’ultimo investimento di unacerta rilevanza portato avantidall’impresa – spiega ancoraDomenico Di Palo – ha ri-guardato la produzione di ma-teriali bituminosi e ci ha por-tato ad adottare prodotti,quali ad esempio combustibili

a basso tenore dizolfo, in linea con lenuove normative sulleemissioni di polveri inatmosfera». E semprea dimostrazione diquanto la società ab-bia a cuore l’ecososte-nibilità e la tutela del-l’ambiente, il GruppoRudit è sostenitore deimateriali ecocompati-bili, che pian pianosostituiranno gli at-tuali. «Nonostante ra-gionare in termini ditutela dell’ambiente

sia ancora molto difficile perun settore come il nostro e inmerito non si ricevano diret-tive precise dalle amministra-zioni, è però ben chiaro il bi-sogno di trovare soluzionialternative ai conglomerati bi-tuminosi e cementizi, che de-

rivando dagli inerti estratti damontagne e colline del nostropaesaggio sono destinati aesaurirsi. Ecco allora che sonostate sviluppate apposite tec-nologie, come la rigenerazionein sito dei manti superficialistradali, per sfruttare materierinnovabili, tra le quali al mo-mento si annoverano i mate-riali di risulta e i materiali de-rivanti da manti ammalorati,ovvero dalle operazioni di de-molizione di una strada». In un mondo competitivocome quello in cui si trova aoperare il Gruppo Rudit, la so-cietà può contare su un impor-tante valore aggiunto capace difarle mantenere una buona po-sizione sul mercato e di garan-tirle continue commesse. «Ciòche ci consente di essere semprecompetitivi – continua il signorDi Palo – è l’attività di produ-zione di materia prima, ovverodi materiale calcareo, che nonsolo rappresenta la base dei con-glomerati bituminosi e cemen-tizi, ma che vede numerose ap-plicazioni in altri svariati settori,tra i quali quelli farmaceutico,della gomma e del vetro. Po-tendo offrire alla clientela anchegli inerti, che uniti ai leganticemento e bitume, formano ivari conglomerati, possiamoquindi vantare una marcia inpiù rispetto agli altri competi-tor». Tra le opere portate a ter-mine di recente dall’impresapossono essere citati i lavori dicollegamento della galleria traPozzano e Vico Equense, i lottidell’alta velocità nella tratta Na-poli-Salerno, e i collegamentidelle zone metropolitane dellacittà di Napoli.�

�Il Gruppo Rudit si occupasia della fornituradi conglomerati bituminosie cementizi che dellaproduzione di inerti calcarei

Page 118: Dossier Campania

I l tragico episodio delterremoto dell’Irpiniadel novembre 1980 se-gnò l’inizio di un cam-

mino di crescita tecnica e com-merciale per un’azienda delterritorio, la Tek.Sp.Ed., pro-prietaria del marchio “Bunker”che fornì il suo determinantecontributo. «Per operare incondizioni come quelle gene-rate dal sisma – spiega Gio-vanni Buonanno, responsabilecomunicazione e marketing –, occorrevano delle macchineparticolari, studiate apposita-mente per la riqualificazione eil consolidamento statico dellestrutture danneggiate. Il mac-chinario che proponemmo eche attualmente produciamo

fu la B1 una piccola pompamanuale per iniezioni di bo-iacche cementizie, idonea perconsolidare ed impermeabiliz-zare murature, iniettare mi-cropali, ecc.

Successivamente la gam-ma si è ampliata?Il successo della B1, l’espe-rienza, gli investimenti nellaricerca e sviluppo, sono ciòche hanno permesso alla bun-ker di raggiungere un signifi-cativo posizionamento nel set-tore della produzione disistemi di pompaggio perl’edilizia. Una vasta offerta diattrezzature, che comprendepompe miscelatrici a vite e pi-stoni per intonaci, malte e mi-scele cementizie fluide, pompe

a vite per calcestruzzo, im-pianti e macchine per spritz-beton, mescolatori-trasporta-tori di impasti per sottofondi.Ultimamente la gamma si èarricchita con nuovi prodottiper la produzione ed il pom-paggio di cemento cellulare esottofondi autolivellanti.

Può fare qualche esempiodi cantieri a cui avete parte-cipato?

Dove non arrivanoi mezzi tradizionaliCi sono molti cantieri, soprattutto nel settore delle costruzioni

e della riqualificazione edile, in cui i tradizionali mezzi d’opera

hanno difficoltà a lavorare. La soluzione è rappresentata

da macchinari progettati per specifiche esigenze di utilizzo.

Li descrive Giovanni Buonanno

Amedeo Longhi

138 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Giovanni Buonanno,

responsabile comunicazione e marketing

della Tek. Sp. Ed. di Casandrino (NA)

www.bunker-teksped.comwww.youtube.com/user/bunkerteksped

Page 119: Dossier Campania

Potrei citarne vari, dato ilcontesto quello della TorreEuroSky a Roma è sicura-mente uno dei più interes-santi. Un cantiere dove ab-biamo fornito le B100,piccole ma produttive pompeper calcestruzzo utilizzate perlo spritz beton applicato allepareti dello scavo che circon-dano l’ampia platea di fon-dazione. I lavori per la Torre– progetto all’avanguardia,che la porterà a essere una

delle più alte del Paese – sonoancora in corso e sono partitinaturalmente dalla realizza-zione delle fondamenta, percui le nostre macchine hannoprestato il loro contributo.In quell’occasione è stata uti-lizzata la B100, che rappre-senta in un certo senso il no-stro orgoglio dal momentoche è la più piccola pompaper calcestruzzo sul mercato esiamo i soli a produrla. Sitratta di una pompa in grado

di pompare calcestruzzo coninerti fino a 25 mm, la B100,è ideale nei cantieri di difficileaccesso in cui le grosse pompenon riescono ad accedere. Ècostituita da una pompa e dauna centrale idraulica e que-sto consente di spostarla emanovrarla agevolmente. LaB100 è stata recentementeimpiegata anche in un im-portante lavoro di restauro diun pregiato palazzo nel centrostorico di Salerno, un fabbri-cato alto più di ventisei metri;Un altro esempio interessanteè quello dei lavori di ripri-stino nel Porto di Napoli,agenti corrosivi della salsedinemarina hanno creato un fortedegrado alle strutture delledue pensiline del molo, cia-scuna di quattromila metriquadrati, per il risanamentoè stata utilizzata la nostra in-tonacatrice S8 EV, ideale perla spruzzatura della malta ce-mentizia tixotropica “Emacoformula tixo” pro-dotta dalla Basf.

��

Alcuni dei nostri modelli sono sviluppati per cantieriin cui gli spazi operativi sono ristretti e le tradizionali macchinenon sono in grado di lavorare

L’altezzaa cui la B100

è in gradodi pompare

il calcestruzzo

METRI20

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 139

Giovanni Buonanno

Page 120: Dossier Campania

EDILIZIA

Come evoluzione delservizio “chiavi inmano”, un numerocrescente di im-

prese di costruzioni sceglie l’at-tività di “general contractor”. Le ragioni sono innanzituttolegate ai cambiamenti del mer-cato, agli sviluppi normativisulla responsabilità d’impresa,alla concorrenza locale edestera, al gioco ai ribassi delleaziende che lavorano nel set-tore pubblico e alle oscillazionidei costi che un progettotroppo spesso subisce durante ilcorso della sua realizzazione. Perquesti e per altri motivi analiz-zati dal geometra Achille Fina-more, direttore tecnico e ge-stionale della FinamoreCostruzioni di Napoli, pro-porre la società come generalcontractor può contrastare iltrend negativo del settore del-l’edilizia sia in termini di ope-ratività che di redditività. So-prattutto quando l’attivitàprincipale dell’impresa, comenel caso della Finamore, è l’al-lestimento di filiali e sportellidel sistema bancario.

È previsto un approccioparticolare per questo tipo direalizzazioni?«Come per ogni tipo di pro-getto edilizio, anche nel casodell’allestimento di filiali e spor-telli bancari è necessario avva-lersi di staff tecnici specializzatiin architettura, ingegneria e im-piantistica. Così infatti la Fina-more è in grado di proporre aisuoi principali clienti un servi-

zio di progettazione, coordina-mento, esecuzione lavori e ma-nutenzione conforme alle com-plesse normative vigenti cheregolano la materia, garantendooltremodo la copertura opera-tiva su tutto il territorio nazio-nale. I principali clienti sonodifatti Intesa Sanpaolo, Credeme Cariparma. Ultimamente cisiamo specializzati anche nel-l’allestimento di sale da gioco digrosse dimensioni che utiliz-zano apparecchiature di ultimagenerazione quali le VLT (Vi-deolottery). In entrambi i set-tori ricopriamo il ruolo di ge-neral contractor, quindi siamointerlocutori unici della com-mittenza, garantendo qualità,tempi di realizzazione e costicerti».

Alla luce della riduzionedelle commesse pubbliche eprivate, come sta cambiandoil vostro mercato di riferi-mento? «Non abbiamo inteso proporciper il mercato pubblico inquanto, dopo la partecipazionea gare d’appalto in cui i ribassisuperano il 40%, rileviamo cheè praticamente impossibile rea-lizzare le attività se non attra-verso espedienti e/o manovreche non ci riguardano e chenon intendiamo adottare. Pur-troppo però anche il nostromercato di riferimento, ovveroquello privato, si sta adattandoall’allarmante situazione gene-rale del Paese e già si iniziano avedere sconti che fino a pochianni fa erano inimmaginabili».

Da destra, Achille, Giacomo e Antonio Finamore della Finamore Costruzioni Srl

di Napoli. Nelle altre immagini, alcuni recenti lavori portati a termine dall’impresa

www.finamorecostruzioni.it

Dinnanzi alla stagnazione del settore

privato delle costruzioni, per rimanere

a galla occorre trovare la giusta

strategia aziendale. Proporsi

nel ruolo di general contractor,

ad esempio. Achille Finamore descrive

le dinamiche del mercato partenopeo

Adriana Zuccaro

Il general contractor,una nuova viaper l’edilizia

140 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Page 121: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 141

Achille Finamore

Come la Finamore con-corre a rilanciare il settoredelle costruzioni e, quindi, ilvolume d’affari della società? «Ottimizzare è la nostra parolad’ordine, l’unica linea guida cheportiamo avanti. Ottimizziamotutti i processi lavorativi, verifi-chiamo punto per puntol’avanzamento del cantiere eognuna delle fasi di cantierizza-

zione, tenendo sotto controlloogni capitolo di spesa. Solo inquesto modo riusciamo a es-sere competitivi e a rimanerein un mercato che, nostromalgrado, sembra doversi de-finire “alla deriva”».

È possibile invertire untrend così negativo con l’in-novazione?«Assolutamente si. Ritengo in-fatti che sia deleterio rimanerelegati alle vecchie metodologiee abitudini, soprattutto in unmercato nazionale dove laconcorrenza è sempre più ag-gressiva, e dove anche nel set-tore dell’edilizia privata si in-travede l’arrivo di aziendestraniere. Innovare, stare alpasso con i tempi, migliorare iprocessi produttivi, ottimiz-zare le risorse umane attra-verso la formazione e pun-tando sulla crescitaprofessionale all’interno del-l’azienda, sono i percorsi pos-

sibili per migliorare il propriobusiness».

Il settore costruzioni hasempre costituito un seg-mento importante dell’eco-nomia italiana. Cosa rappre-senterebbe la sua ripresa nelmercato partenopeo?«Ritengo personalmente cheuna congrua riqualificazionedel territorio, da attuare conazioni congiunte tra imprese eistituzioni, potrebbe essere ilvolano di una forte ripresa oc-cupazionale, di tutto il com-parto dell’edilizia partenopea edel rilancio economico e so-ciale della città. Uno sboccooccupazionale e una ripresadel settore non può però nonpassare dal riassetto urbani-stico della zona di Fuorigrottacomprendente la ristruttura-zione completa dello stadioSan Paolo, oltre che da Ba-gnoli, da troppi anni ormai alcentro di accesi dibattiti».

��

Ottimizziamo tutti i processi lavorativi,verifichiamo punto per punto l’avanzamento delcantiere e ognuna delle fasi di cantierizzazione,tenendo sotto controllo ogni capitolo di spesa

Page 122: Dossier Campania
Page 123: Dossier Campania
Page 124: Dossier Campania

I n un paese dallo scon-finato patrimonio ar-tistico come l’Italia, latutela, la cura e la con-

servazione dello stesso de-vono costituire una priorità alivello normativo e richie-dono altresì un grado di pro-fessionalità e specializzazioneestremamente elevato. La ri-strutturazione di eleganti pa-lazzi e antichi monumentispesso costituisce una vera epropria urgenza e, al di là delrecupero di un importantepatrimonio storico e archi-tettonico, consente il riscattodi importanti spazi all’in-terno delle città, da destinaread utilità pubblica o privata. Spesso oppressa da un intri-cato dedalo di norme e con-suetudini burocratiche, l’at-

tività di restauro richiede unaduplice attitudine, comespiega Giuseppe Valentino,fondatore e titolare dellaomonima ditta. «La nostraprofessionalità si declina or-mai non solo nella compe-tenza esecutiva e operativache garantiamo nello svolgi-mento dei nostri lavori, maanche nella gestione del-l’aspetto amministrativo delrestauro stesso, aspetto chenon risparmia difficoltà econtrattempi». Una garanziadi qualità che è affidata inbuona parte all’esperienzamaturata sul campo, in unastoria aziendale ormai rile-vante. «La Valentino nascecome ditta individuale nel1972, mutando poi la suaforma costitutiva nel 1993 in

Tecniche di restauro classiche,

che si basano, più che sull’utilizzo

di macchinari, sulla manualità,

la professionalità e l’esperienza

di personale specializzato.

Giuseppe Valentino spiega come

restituire al paese il suo patrimonio

artistico

Lodovico Bevilacqua

Nuova vita agli immobili storici

144 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Page 125: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 145

Giuseppe Valentino

società a responsabilità limi-tata. Da sempre impegnatinell’ambito dei lavori pub-blici, ci siamo specializzatinel restauro dei monumenti ela qualità dei nostri lavori ciha permesso di guadagnarefiducia e riconoscimenti daparte di molti Enti pubblicicon cui abbiamo avuto mododi collaborare». Come sottolineato in prece-denza, un’attività del generesottende una grande padro-nanza di utilizzo dell’appa-rato normativo che regola leattività di restauro, recuperoe conservazione degli immo-bili di interesse storico sog-getti a tutela a norma delledisposizioni in materia dibeni culturali e ambientali.Afferente allo stesso ambito èla conoscenza dei parametrinecessari all’acquisizionedelle commesse per questi la-vori. «L’esecuzione delleopere di restauro viene de-cisa tramite l’istituzione digare d’appalto; è naturale che– per la nostra società – sitratti di una fase preliminaremolto importante, tanto dasuggerirci di creare un ufficioamministrativo dedicato, conla funzione di reperire e ge-stire i contratti e le gare diappalto stesse». Parte del-l’aspetto burocratico dell’at-

tività è costituito dalla ge-stione dei rapporti con le am-ministrazioni locali. Moltospesso si tratta di questionirelative all’adeguamento deimonumenti restaurati ai pa-rametri di abitabilità e sicu-rezza vigenti. «Si tratta di uncapitolo molto complesso edelicato, dovendo i monu-menti – in molti casi – ospi-tare un nutrito numero diutenti – solitamente turisti». Relativamente alla fase del re-stauro vero e proprio – mo-mento centrale dell’esecu-zione dell’opera – lecredenziali della Valentinosono ormai conosciute e ap-prezzate in tutto il Centro-sud. «La cura e l’attenzionecon cui allestiamo e gestiamoi nostri cantieri sono diven-tati una garanzia per gli entiappaltatori; la professionalitàdei nostri operai – dei veri epropri artigiani – deriva da

anni di esperienza nell’atti-vità di restauro manuale». Niente viene trascurato nel-l’arco dell’esecuzione diun’opera. «L’organizzazione el’efficienza sono le chiavi pereseguire lavori di qualità; ge-stire al meglio le differentifasi di un restauro, raziona-lizzando i tempi e garan-tendo quei parametri di com-petenza e sicurezza richiesti,sono le nostre prerogative».La Valentino si distingue an-che per la metodologia di in-tervento – oltre che per l’ef-ficacia. «Al contrario dimolte altre ditte del settore,utilizziamo tecniche di re-stauro classiche, che per ot-tenere il consolidamento e lariqualificazione della strut-tura si basano – più che sul-l’utilizzo di macchinari –sulla manualità, la professio-nalità e l’esperienza dei nostrioperai specializzati».

Geremia, Antonio e Giuseppe

Valentino della Valentino

Giuseppe Srl con sede

in Afragola (NA).

Nelle altre immagini, alcune fasi

di restauro monumenti

[email protected]

��

La professionalità dei nostri operai – dei verie propri artigiani – deriva da anni di esperienzanell’attività di restauro manuale

Page 126: Dossier Campania
Page 127: Dossier Campania
Page 128: Dossier Campania

ARREDI SACRI

A nche in un settorefortemente tradi-zionale comequello degli arredi

sacri, legato ad antiche tradi-zioni artigianali, tramandate dipadre in figlio, stanno assu-mendo un ruolo sempre piùimportante le nuove tecnolo-gie. Sia per quanto riguarda lapromozione di impresa – conl’impiego dei moderni supportiinformatici – che nella proget-tazione e realizzazione. Si è cosìinstaurato un binomio fra laconservazione delle tecnicheclassiche e l’utilizzo di nuovistrumenti. È questo, per esem-pio, il percorso che sta svol-gendo la Serpone, un opificioche dal 1820 realizza ricami ar-tistici, fusioni in bronzo, lavoriin marmo e legno per para-menti sacri, confezioni per ilclero e inoltre restauri di opered’arte e vetrate. «Il nostro labo-ratorio artigianale – spiega ildottor Ruggiero Serpone ,coa-diuvato dal padre Diego e dalfratello, il dottor Paolo– ha sem-pre cercato di mantenere vivol’artigianato sacro napoletano,che dal Settecento fino ai nostrigiorni, ha prodotto opere di no-tevole importanza, oggi collo-cate in tutto il mondo. Oggi, afianco di questo saper fare an-tico abbiamo unito il disegno

computerizzato, con il qualeprogettiamo collaborando conarchitetti e designer specializ-zati nella realizzazione di para-menti e arredi sacri». Negliscorsi decenni la spinta verso ilmodernismo si è orientata nonsolo a un rinnovamento deglistrumenti di lavoro, bensì anchea una progettazione di linee “in-novative” per i nuovi centri diculto che spesso hanno gene-rato una reazione di perplessitànei fedeli. «La nostra impresaha sempre puntato sul tradizio-nalismo della cultura artigiana esulla conservazione e tutela delpatrimonio artistico esistente. Ilrinnovamento estetico per noi èstato indirizzato semmai versouna maggiore presenza di statuee riferimenti iconografici legatialla vita di Cristo e della Ma-donna, in linea con l’orienta-mento attuale degli esperti delsettore, sia ecclesiastici che laici.Lo stesso papa è intervenuto suquesto argomento, promuo-vendo un ritorno all’uso di pa-ramenti tradizionali. In parec-chie nuove chiese, ancheprogettate secondo uno spiritomoderno – come quelle di Vai-rano Scalo, Mugnano di Na-poli e la cappella dell’ospedale diPisa, abbiamo cercato e trovatoun equilibrio fra arredi modernie classici, con l’utilizzo di mate-

La progettazione e realizzazione

di arredi e paramenti sacri fra

tradizione e innovazione tecnologica.

Cambiano gli strumenti e si

mantengono vive le forme classiche

dell’artigianato napoletano.

Ne parla Ruggiero Serpone, erede

di un laboratorio dalla storia secolare

Manlio Teodoro

Allestire i luoghi di cultorispettando il passato

Page 129: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 149

In alto, da sinistra,

restauro piviale (chiesa

San Nicola alla Carità,

Napoli); realizzazione

della chiesa nuova

di Vairano Scalo

www.serpone.com

riali tradizionali artigianali comemarmo, rame sbalzato a mano,legno e statue restaurate, qua-lora preesistenti, provenienti da-gli stessi edifici di culto nel casodi ristrutturazioni». Alla Ser-pone sono stati commissionatilavori sia in Italia, sia all’estero,anche in ambiti non religiosi.«Fra le nostre realizzazioni ri-cordiamo il restauro di dipintiin parecchie chiese italiane, i la-vori sull’organo a canne – risa-lente al Settecento – della chiesadella Nunziatella di Napoli, l’ar-redamento della cattedrale diAbidjan in Costa d’Avorio, delpaliotto in argento cesellato amano dell’arciconfraternita disan Giuseppe a Malta. Inoltre larealizzazione della stola donataai concelebranti da GiovanniPaolo II in occasione del suogiubileo sacerdotale e il restaurodegli arredi e dei dipinti dellachiesa della Sindone. In ambitolaico, l’arredamento della saladel trono della reggia di Caserta,l’arredo urbano della città diNapoli in occasione del sum-mit G7 e della conferenza Onu-mondiali di nuoto Roma ‘09».

Paradossalmente, anche questeattività sono state toccate dallacrisi economica. «La nostraazienda, benché impegnata inun’attività assolutamente parti-colare, è soggetta alle medesimelogiche cui sottostanno le altreimprese nazionali. E per questola crisi ha influito anche nel no-stro settore. Noi siamo soprat-tutto sfavoriti nell’esportazioneall’estero, poiché ci troviamo acompetere con una quotazionedell’euro sopravvaluta che frenal’export. Inoltre, gli istituti ban-cari hanno, a mio parere, malgestito la legge 488/92, creandomolteplici problemi occupazio-nali nelle imprese meridionali.Quella che doveva essere unagrande opportunità è divenutaun boomerang. Oggi non vieneassicurato un facile accesso alcredito, né tantomeno la rine-goziazione per ulteriori investi-menti. L’Istituto nazionale per ilcommercio estero non è strut-turato per favorire lo sviluppodelle Pmi, che invece potreb-

bero avere un ruolo fondamen-tale. Al contrario, le attività delleaziende italiane all’estero hannouna burocrazia elevatissima, chefavorisce soltanto le grandi im-prese. Le stesse associazioni dicategoria non tutelano gli inte-ressi dei propri iscritti perquanto riguarda lo sviluppo na-zionale e soprattutto interna-zionale delle piccole e medieimprese». Vale la pena sottoli-neare, poi, come l’azienda abbiascelto di investire sull’area diNapoli Est, al contrario di moltealtre realtà imprenditoriali. Inol-tre, ha sottoscritto una quotadella costituenda Banca Più Na-poli Est (BCC). «È importantedare un contributo affinchéquest’area possa avvicinarsi a unfuturo più produttivo, coinvoltonei piani di sviluppo del terri-torio. Abbiamo ridato lustro alleofficine Pattison dove fu co-struita la prima ferrovia in Eu-ropa Napoli –Portici». Per il2012, la Serpone si concentreràsoprattutto nella promozionecapillare dei “progetti Chiesa eLouvre”. «Grazie alla nostrapresenza sul territorio italiano eai nostri referenti all’estero,mettiamo a disposizione gra-tuitamente la nostra esperienzatecnica secolare, anche per tro-vare i fondi necessari alla ma-nutenzione del patrimonio ar-tistico e culturale».

Ruggiero Serpone

In apertura, udienza da Papa Benedetto XVI in occasione del 60° di sacerdozio. Le Casule indossate

dai Cardinali sono realizzate dalla Serpone. In questa pagina, Giovanni Paolo II per il 195° anno

dalla fondazione Serpone, da sinistra Paolo e Diego Serpone con la moglie Adriana di Stasio

e, ultimo a destra, Ruggiero Serpone

Page 130: Dossier Campania
Page 131: Dossier Campania
Page 132: Dossier Campania

TURISMO

152 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Esperienza di suc-cesso per la Campa-nia al World travelmarket di Londra,

uno degli appuntamenti fie-ristici più importanti almondo per il settore turistico.

«Nell’ambito del mercato tu-ristico inglese – precisa l’as-sessore regionale al TurismoGiuseppe De Mita – sono lerisorse naturali, termali, cul-turali, artistiche, archeologi-che - principalmente Pompei,Ercolano, area flegrea - edenogastronomiche dellaCampania a essere apprezzatee richieste. Quello inglese re-sta un mercato di grande in-teresse per l’Italia in generalee per la Campania nello spe-cifico. È quanto emerge an-che dai dati diffusi dall’Enit.Gli arrivi di turisti britannici,per il primo semestre 2011,sono risultati essere pari a1.078.000, facendo registrareun incremento del 3% ri-spetto allo stesso periodo del2010. Tra le destinazioni tu-ristiche, la Campania risultaessere al quinto posto dopoLombardia, Lazio, Veneto eToscana.

Secondo i dati di Bankita-lia nel primo semestre del-l’anno è proseguita la cre-scita dei flussi turistici inregione specie nella compo-nente internazionale. Come

giudica dunque lo stato disalute del turismo in re-gione e cosa dicono i datipiù recenti?«Seppur lentamente stiamouscendo dal cono d’ombradegli anni scorsi e da quellacondizione di galleggiamentoche pure abbiamo registrato.È vero che tiene molto lacomponente internazionale,probabilmente attirata da unapolitica di prezzi calmierati,soprattutto nell’alberghiero».

È sul terreno dell’organiz-zazione razionale e funzio-nale dei servizi di acco-glienza che ci si dovràimpegnare per il futuro? «I servizi dell’accoglienza rap-presentano la vera prioritànella strategia complessivamessa a punto dall’assessoratoal Turismo. È all’azione diimplementazione ed arricchi-mento della dotazione di ser-vizi dell’accoglienza, che èimprontato il disegno di leggedi riordino del turismo re-centemente approvato dallagiunta regionale su mia pro-posta. È così che avviamo difatto l’organizzazione dei si-

Campania, cresce l’interesse degli stranieri L’organizzazione razionale e funzionale dei servizi di accoglienza è,

secondo l’assessore regionale Giuseppe De Mita, la vera priorità per

un sistema turistico competitivo e maturo

Renata Gualtieri

Page 133: Dossier Campania

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxGiuseppe De Mita

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 153

stemi turistici locali in Cam-pania».

Si è deciso di puntarenuovamente sul turismoscolastico anche alla lucedei risultati più che lusin-ghieri registrati lo scorsoanno. Quale il contributoper gli istituti scolastici diprimo e secondo grado chescelgono il territorio regio-nale come meta dei propriviaggi d’istruzione e quali irisultati attesi?«Il contributo che eroghiamoè pari a un massimo di 3.000euro per gli istituti dellaCampania e di 3.500 per gliistituti delle altre regioni ita-liane e dei Paesi dell’Unioneeuropea. I risultati che ci at-tendiamo per il 2012, sullabase delle richieste che ab-biamo avuto, sono davveroimportanti. Contiamo diavere nel corso dell’anno circa60.000 studenti che parteci-peranno a un viaggio d’istru-zione in Campania».

Sono circa 30.000 i turistiche nei mesi di luglio e ago-sto hanno utilizzato le trelinee Cilento-Capri-Salerno che rientravano nelprogetto “Terre d’aMare.Come giudica l’operazioneanche in termini di costi? «Al di là dei numeri, che sonotra l’altro lusinghieri, il va-lore di questo progetto risiedenel suo carattere sperimen-tale. Per la prima volta inCampania si è immaginatoun programma di promo-zione turistica che mettesseinsieme il servizio di trasporticon le attività di valorizza-zione territoriale attraversoun dialogo costante tra costae aree interne in una dellezone emergenti del turismocampano, il Cilento. Da se-gnalare anche il costo conte-nuto dell’intera operazione.L’organizzazione razionale efunzionale dei servizi di ac-coglienza rappresenta la verapriorità per dare vita a un si-

stema turistico regionalecompetitivo e maturo».

Quali le manifestazionifieristiche a cui la Regioneparteciperà nel corso delprimo semestre del 2012 e aquali esigenze di promo-zione territoriale rispon-dono?«Di concerto con le organiz-zazioni di categoria e gli ope-ratori abbiamo individuato lemanifestazioni fieristiche allequali partecipare, rispon-dendo così alle esigenze dipromozione territoriale inmaniera mirata, secondoquelle che sono le necessitàdi mercato e con l’obiettivodi incrociare la domanda tu-ristica indirizzata alla Cam-pania e alle sue principali fi-liere turistiche. Puntiamomolto sul momento di ri-torno di ciascuna fiera attra-verso i fam trip e i press tour,avendo già riscontrato nelcorso del 2011 l’efficacia diquesti strumenti».

A sinistra,

Giuseppe De Mita,

assessore al Turismo

e vicepresidente della

Regione.

A destra, i Faraglioni

di Capri

��

Il valore del progetto Terred’aMare è nel suo caratteresperimentale

Page 134: Dossier Campania

154 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Acirca sei mesi dallasua elezione, il presi-dente Renzo Ioriopuò fare un bilancio

della sua attività rispetto al pro-gramma presentato. Tanti gliobiettivi su cui si è concentratala sua attenzione, tra questi ilprincipale è stato fare in modoche la Federazione non fosseuna rappresentanza di corpo-razioni, ma un organismo pro-positivo per il sistema Paese.«In questa direzione – precisa –sono andate anche le nostreproposte e i nostri suggerimenticirca il rilancio del settore». Hainoltre cercato di avviare lo svi-luppo di progetti trasversali conaltri settori di Confindustriapuntando in particolare sullavalorizzazione del patrimonioenogastronomico e storico-cul-turale. L’Expo del 2015 rappre-senta poi una grande opportu-nità per l’industria turistica eConfindustria sta dando il pro-prio contributo di idee e com-petenza con il progetto speciale“Expo 2015” guidato da DianaBracco, in cui il turismo e l’at-trattività dei territori hanno unruolo centrale. A questo pro-

posito è stato ad esempio dapoco lanciato “Lezioni diExpo”, un progetto pilota diconsolidamento della destina-zione Italia nell’ambito del tu-rismo scolastico, realizzato in-sieme al Touring club italiano,Federalimentare, Museimpresa,Fai e con la collaborazione diTrenitalia. «L’esigenza fonda-mentale resta tuttavia quella didare corpo al Piano nazionaledel turismo, che possa final-mente attirare l’attenzione delgoverno sul settore e consen-tire alle imprese di orientarecoerentemente i proprio inve-stimenti».

Bilancio negativo per il tu-rismo nel 2011. Cosa la pre-occupa di più?«La crisi finanziaria internazio-nale e la recessione economicahanno inciso sull’andamentodel mercato turistico in Italia nel 2011. Secondo l’indagine Ciset- FederturismoConfindustria, il comparto finoad aprile sarà sostenuto soprat-tutto dalla presenza straniera. Siprevedono, infatti, una stabilitàdegli arrivi dall’estero rispettoal semestre primaverile 2010-

2011 (+0,2%) e un aumentomodesto delle presenze(+0,5%). Il forte calo degli arrivie dei pernottamenti domestici(rispettivamente dell’1,5% edell’1,7%) sarà invece la causaprincipale della prevista contra-zione del fatturato totale (-1,6%), trainato dalla flessionedella domanda italiana e dellasua capacità di spesa. È quindinecessario agire subito per ri-lanciare in modo coordinato lapromozione turistica del Paese,oggi eccessivamente frammen-tata e delegata di fatto total-mente alle Regioni con unaspesa annua che si aggira in-torno ai 320 milioni e che po-trebbe essere limitata a 150 mi-lioni di euro, al pari di quantoinvestono annualmente i nostrimaggiori concorrenti diretti,Francia e Spagna».

Buone le performance diPuglia e Campania. Comevede il futuro turistico delMezzogiorno e cosa occorreper consolidare la crescita?«Negli ultimi anni i flussi turi-stici nel Mezzogiorno sono cre-sciuti più che nel resto del Paese,ma nonostante questo, la pre-

Serve un’offerta piùcompetitiva«È necessario agire subito per rilanciare in modo coordinato la

promozione turistica del Paese, oggi eccessivamente frammentata

e delegata di fatto totalmente alle Regioni». Così il presidente di

Federturismo, Renzo Iorio

Renata Gualtieri

Sopra,

Renzo Iorio,

presidente

Federturismo

Confindustria

TURISMO

Page 135: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 155

senza dei turisti stranieri è an-cora scarsa e la stagionalità èmolto elevata. Nell’ambito ter-ritoriale è la Puglia a registrare ilrisultato migliore. Nel 2011sono stati più di 13 milioni i tu-risti che hanno deciso di tra-scorrere una vacanza nella re-gione: in particolare tedeschi,ma anche olandesi, austriaci,svizzeri e spagnoli che in unanno sono cresciuti del 49%.Perché il Sud recuperi posizioniè necessario: una più forte inte-grazione tra i territori in cui lediverse motivazioni del viaggio(balneare, ambientale, termale,culturale, enogastronomico) la-vorino in sinergia realizzandoun’offerta della vacanza com-pleta e competitiva sottol’aspetto economico; una mag-giore capacità di attrazione de-gli investimenti; una promo-zione unitaria del territorio sulmercato internazionale».

Il turismo costituisce un as-set fondamentale per l’econo-mia del Paese sia in termini dicontributo al Pil (10%) sia diforza lavoro e occupazione.Quali le immediate misure dirilancio del settore?«Il turismo rappresenta oggi

uno dei rari settori maturi incui il nostro Paese può ancoraesprimere ampia crescita di va-lore aggiunto e occupazione. Perquesto è giunto il momento cheil governo torni a pensare allosviluppo varando subito riformevere e strutturali. Oltre alla pro-mozione serve, però, un pianostrategico nazionale del turismoche possa accompagnare lo svi-luppo del settore attraverso in-vestimenti pubblici e privati. Trale priorità su cui agire subito c’èl’ammodernamento delle infra-strutture, perché l’accessibilitàdi un’area contribuisce in mododeterminante alla qualificazionedell’offerta turistica, orientan-done i flussi. Serve equità fiscalee regole del gioco chiare e ri-spettate, che non penalizzino lacrescita e la dimensione indu-striale del settore».

Secondo lo studio Mckin-sey-Dag sulle potenzialità del-l’online, grazie a internet e alfortissimo impatto che esso haavuto sullo sviluppo dell’in-novazione, negli ultimi 15anni in Italia sono stati creati700.000 posti di lavoro “digi-tali”. Quanto incide oggi ilweb sull’organizzazione dei

viaggi e che ruolo rivestono letecnologie per lo sviluppo delsistema italiano? «Le tecnologie e i nuovi servizirivestono un ruolo fondamen-tale per la crescita e l’efficienzadel sistema turistico italiano.Negli ultimi anni le nuove tec-nologie hanno trasformato l’in-dustria del turismo, modifi-cando i comportamenti deiconsumatori e innovando la ca-tena del valore del settore,hanno cambiato l’interazionetra domanda e offerta dei servizituristici, imponendo anche aigrandi operatori una revisionedelle politiche dei prezzi. Per competere sui mercati in-ternazionali, gli operatori ita-liani devono compiere un saltotecnologico, dotandosi di infra-strutture e competenze, per poter offrire prodotti e ser-vizi secondo le modalità richie-ste dal mercato. La chiave di volta per rilanciare l’industriaturistica italiana è razionalizzarel’informazione, far viaggiare l’informazione nelle giuste dire-zioni, sfruttando le potenzialità del web, puntando allo sviluppo di un turismo interattivo».

Page 136: Dossier Campania

174 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

GESTIONE RIFIUTI

I l tema dei rifiuti e delloro corretto smalti-mento continua a mo-nopolizzare l’atten-

zione pubblica soprattutto invirtù di quel che sta acca-dendo in realtà difficili comequella napoletana, dovel’emergenza è tutt’altro cherientrata. Tanto in ambitodomestico quanto industriale,è fondamentale che l’opi-nione pubblica venga sensi-bilizzata e spronata all’ado-zione di comportamentiadeguati che non aggravinoil problema dell’inquina-mento ambientale e consen-tano di ridurre al mininol’impatto negativo chel’azione umana ha sul terri-torio. Ciò vuol dire incre-mentare la raccolta differen-ziata, potenziare i servizi diraccolta porta a porta ed evi-tare che scarti di varia naturae derivazione possano finirenelle falde acquifere. In par-ticolare, gli oli esausti e i ri-fiuti di origine vegetale e na-turale devono essereopportunamente trattati esmaltiti, sia dalle aziende pro-duttrici che dai singoli citta-dini. Basti pensare che in Ita-lia vengono utilizzati circa280 milioni di chilogrammidi olio vegetale che ogni

anno ‘restituiamo’ all’am-biente soprattutto sottoformadi residuo di fritture, quindiricchi di sostanze inquinanti epotenzialmente dannose perla flora, il sottosuolo, la faunae le acque (Fonte: Asagroup).Per non parlare degli oli diderivazione industriale, an-cora più nocivi e pericolosi, il

cui smaltimento è regolato darigidi protocolli e normativein continua evoluzione. Leaziende preposte alla gestionedi questi speciali rifiuti rive-stono, in tal senso, un ruolochiave: dal loro operato di-pende, infatti, la salute del-l’ambiente e di intere comu-nità. Un caso emblematico è

Gaetano Salerno,

presidente della Mi.So.

Srl di Caivano (NA)

www.misosrl.it

Proteggere l’ambiente, valorizzando i rifiuti

La corretta gestione dei rifiuti è fondamentale per preservare

la salute di ambiente e cittadini. La cultura della sostenibilità dilaga,

ma le criticità sono ancora tante, soprattutto in alcuni territori.

Gaetano Salerno fa il punto della situazione

Erika Facciolla

Page 137: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 175

fornito dalla Mi.So di Cai-vano, azienda partenopeaspecializzata nel recupero dirifiuti di origine animale evegetale, in particolare di oliesausti, grassi di cottura e sot-toprodotti animali. L’attivitàdella Mi.so prosegue da ge-nerazioni nel pieno rispettodelle normative vigenti, sem-pre incline ai cambiamenti ealle novità tecnologiche di-sponibili e particolarmenteattiva sul territorio con di-verse iniziative di sensibiliz-zazione pubblica. Nono-stante le difficoltà intrinsechedella realtà napoletana, lacrisi economica e l’incertezzapersistente dei mercati, il pre-sidente Gaetano Salerno ciparla con soddisfazione deirisultati ottenuti finora dallasua azienda.

Quali sono le innovazioni

tecnologiche e metodologi-che più recenti che hannoconsentito alla vostra aziendadi evolversi ulteriormente? «La nostra prerogativa è es-sere sempre attenti alle inno-vazioni tecnologiche che ilsettore propone e alle modi-fiche tecniche da apportare aimacchinari già esistenti. An-che l’investimento rivolto al-l’acquisizione di nuovi mac-chinari è notevole, il tuttocon l’obiettivo di migliorarela qualità del luogo di lavoro.È per anche per questo mo-tivo che siamo dotati di unlaboratorio interno dedicatoalla ricerca e sviluppo».

Trova che il mercato ita-liano debba compiere ulte-riori passi “culturali” relati-vamente alla gestione e alriutilizzo dei sottoprodottidi origine animale e degli oli

vegetali esausti? «In questo settore, relativa-mente alla situazione ita-liana, si è fatto tanto e tantosi deve ancora fare se si pensache moltissimi prodotti chelavoriamo fino a poco tempofa venivano abbandonati oetichettati come rifiuti nonriutilizzabili. La cultura delrecupero dei prodotti nel-l’ambito domestico, ad esem-pio, è una leva su cui stiamopuntando molto e che pre-senta ancora ampi margini disviluppo e miglioramento».

Nella vostra regione sononoti a tutti i problemi rela-tivi alla gestione dei rifiutie ai rapporti tra aziende delsettore e popolazione lo-cale. Avete trovato pro-blemi o reticenze da partedella comunità? «Effettivamente è sempre

Gaetano Salerno

��

Il prossimo settore da conquistareè quello della raccolta dell’olio vegetaleesausto derivante dalle utenzedomestiche

� �

Page 138: Dossier Campania

176 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

difficile parlare con la citta-dinanza del problema dellagestione dei rifiuti; visti ifatti di cronaca passati, lapreoccupazione e le riserveda parte della comunità sonotante e in un certo sensocomprensibili. Ma fortuna-tamente la situazione sta net-tamente cambiando e unprimo segnale in tal senso ègià stato lanciato dall’attiva-

zione della pubblica ammi-nistrazione rispetto al pro-blema della raccolta differen-ziata che sta iniziando afunzionare con ottimi risul-tati. È anche per questo mo-tivo che noi stessi siamo at-tivi nella promozione esensibilizzazione diretta del-l’opinione pubblica sullequestioni ambientali, soprat-tutto in ambito scolastico

dove raccogliamo moltissimeadesioni».

In particolare, quali sono igap, le criticità, le reticenzeche più vi sono di ostacolo? «Le maggiori difficoltà ven-gono soprattutto dal difficiledialogo con le amministra-zioni e dalla scarsa cono-scenza del settore. A nostroparere, inoltre, occorrerebbeun maggior numero di tec-nici preposti».

Dal punto di vista dellanormativa su quali aspettipotrebbe insistere maggior-mente il legislatore al fine diconsentire uno sviluppo piùampio ed ecologicamente so-stenibile del vostro settore? «Negli ultimi anni il legisla-tore ha effettivamente am-pliato la normativa, consen-tendo indirettamente unosviluppo dei prodotti e l’allar-gamento del mercato di uti-lizzo. Quello che auspichiamoè una maggiore presenza dellenostre associazioni in fase con-sultiva, cioè nel momentotesso in cui tali norme vengodiscusse e definite dalle istitu-zioni coinvolte».

Tornando all’operato diMi.So., quali sono le strate-gie che consentono uno svol-gimento eco-sostenibile dellavostra attività industriale? «Il nostro intero ciclo pro-duttivo è orientato all’ecoso-stenibilità: basti pensare chetutto ciò che produciamoviene immesso nuovamentenei cicli produttivi industrialie agricoli, con percentuali di

GESTIONE RIFIUTI

��

Seguiamo le innovazioni tecnologicheche il settore propone e le modifiche tecnicheda apportare ai macchinari già esistenti

� �

Page 139: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 177

recupero altissime». Quali settori industriali, in

particolare, investono sui vo-stri servizi? «Operiamo soprattutto neisettori industriali delle carni enell’alimentare in genere,come macelli, salumifici, cen-tri commerciali, salumerie, ri-storanti, pizzerie. alberghi».

Quali sono stati i risultatipiù importanti conseguitinel corso del 2011? «L’anno 2011 per il nostrosettore può ritenersi un buonanno, anche se ci aspetta unfuturo di instabilità ed incer-tezza visti gli scenari interna-zionali ancora indefiniti. Ciconforta il fatto che nel corsodel 2011 I risultati abbiamoconseguito ottimi risultati intermini di fatturato, con per-centuali in positivo, e realiz-zato un’ulteriore patrimonia-lizzazione della società grazie

alla diversificazione nel no-stro stesso settore in prodottiaffini ai nostri».

In quali direzioni orien-terete i vostri prossimi in-vestimenti? «Ci siamo già attivati percompletare la filiera logisticae produttiva per la trasforma-zione e produzione in energiaelettrica e termica. Sicura-mente contiamo di incre-mentare il ventaglio di serviziproposti e la raccolta di oliovegetale esausto soprattuttotramite il “porta a porta”».

Quali sono i mercati o itarget che intendete conqui-stare negli anni a venire? «Il prossimo settore da con-quistare – visto il trend diforte espansione a cui stiamoassistendo - è quello dellaraccolta dell’olio vegetaleesausto derivante dalle utenzedomestiche. Bisogna però

vincere la reticenza dellagente e convincerla a nonbuttare l’olio di frittura nellavello domestico (che poiequivale a gettarlo diretta-mente in mare) e sensibiliz-zare l’opinione pubblica inmaniera adeguata. Questa èla principale sfida che inten-diamo affrontare».

Alla luce di queste consi-derazioni, quali sono leaspettative che riponete nel2012? «L’aspettativa principale èconsolidare ciò che è statofatto nell’anno precedente.L’obiettivo è quello di cui ab-biamo già parlato, cioè pro-durre in maniera autonomaenergia elettrica e sensibiliz-zare le famiglie al problemadell’inquinamento dei mari,incentivandole ad assumerecomportamenti sempre piùvirtuosi e responsabili».

Gaetano Salerno

L’attività dell’azienda Mi.So. di Caivanoè articolata in due diverse direttrici: l’attivitàdi raccolta e quella di trasformazione dei rifiutidi origine animale e vegetale recuperati.Per quanto riguarda l’attività di recupero, l’aziendasi avvale di una rete capillare ed efficacee di un vasto parco mezzi attrezzati in mododa soddisfare tutte le esigenze per il ritiroe il trasporto di rifiuti speciali, siano essi solidio liquidi. Gli oli e i sottoprodotti vengonoclassificati, raccolti, stoccati e avviati agliimpianti per la fase di trattamento, riutilizzoo smaltimento a norma di legge. L’attivitàdi trasformazione di questi particolari rifiutisi avvale di un adeguato stabilimento nel qualesi procede allo stoccaggio e alla lavorazioneper la produzione di composti come farine, grassi,oli vegetali, oleine, strutto, sego colato.

Due direttrici

Page 140: Dossier Campania

P er superare le criticitàche gravitano intornoalla tutela ambientaleoccorre interpretare i

concetti fondamentali dello svi-luppo sostenibile e l’interdipen-denza tra ambiente, economia esocietà. L’atteggiamento ecolo-gista si fonda per questo su unospecifico presupposto: «La rea-lizzazione di opere concrete ditutela dell’ambiente passa im-

prescindibilmente dal re-cupero di materiale rici-clabile». La prerogativa delGruppo Di Gennaro SpaServizi Ecologici Integratiespressa nelle parole diGiuseppe Di Gennaro,funge da caposaldo al-l’esperienza e alla dedi-zione di ben quattro ge-

nerazioni che hanno condotto lasocietà da una pionieristica atti-vità di recupero della carta, al-l’attuale posizione di leader nelsettore del recupero di materialericiclabile: carta, cartone, pla-stica, metalli, legno e vetro, di-ventando principale piattaformacampana di riferimento per iconsorzi di filiera facenti capo alConai (Corepla, Comieco, Cial,Cna, Coreve, Rilegno), per ilconsorzio Polieco e per ilConapi.

Quali strategie occorre met-tere in atto per una maggioresensibilizzazione della co-scienza ecologica e la realiz-zazione di un progetto capil-lare fondato sulla riciclabilitàdei materiali?«L’utilizzo di canali mediatici e

imprenditoriali attenti al ma-crotema “ambiente”, ha dimo-strato che un’attenta strategia dicomunicazione può diffonderel’esigenza della tutela ambien-tale. È quindi cresciuta neltempo la consapevolezza collet-tiva secondo la quale il recuperodi materiale riciclabile è impre-scindibile. A testimonianza diciò una particolare attenzioneviene rivolta alle campagne disensibilizzazione dell’opinionepubblica e in particolar mododei bambini, allo scopo di edu-carne la coscienza ecologista».

Attraverso quali “partner-ship” culturali, istituzionali eoperative il Gruppo Di Gen-naro porta avanti le campa-gne di sensibilizzazione?«Affinché anche le giovani e gio-

I servizi ecologici integrati si fondano sul recupero dei materiali da riciclo.

Ma per concretizzare la tutela ambientale sono fondamentali anche

comunicazione e collaborazione. L’analisi di Giuseppe Di Gennaro

Adriana Zuccaro

Il recupero è la basedello sviluppo sostenibile

178 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Page 141: Dossier Campania

vanissime generazioni prendanocoscienza della responsabilitàche le lega alle attività di salva-guardia dell’ambiente, ilGruppo utilizza sinergie conimportanti realtà operanti nelpanorama della tutela ambien-tale come Legambiente, orga-nizzando anche visite guidateper le scolaresche affinché, visi-tando i nostri impianti, possanoverificare tangibilmente le lavo-razioni del riciclo».

Quali attività concor-rono al recupero dei mate-riali da riciclo?«Dovendo sintetizzare i princi-pali campi di attività possiamosenza dubbio scorrere un elencosufficientemente esaustivo cheha inizio con il recupero e lapreparazione per il riciclo di ri-fiuti solidi provenienti da lavo-razioni industriali, in partico-lare plastica e carta. Avviene

inoltre la gestione di rifiuti pro-venienti da raccolta differenziataquali carta, plastica, multimate-riale, rifiuti ingombranti, me-talli e vetro. Il ciclo operativopuò concludersi o deviare versoulteriori attività con il trasportoda e verso terzi di materiale inattesa di lavorazione. Nello spe-cifico, poi, per il recupero dellacarta, si può procedere con latriturazione e la distruzione didocumenti riservati ad esem-pio, per banche e assicurazioni,o con un dinamico processo dismistamento del materiale de-stinato al trading nazionale e/ointernazionale della carta».

Quali sono le attività in-tegrate del settore serviziecologici?«Partendo dalla selezione delmateriale raccolto che avvieneattraverso l’utilizzo di una tec-nologia avanzata nel nostro sta-

bilimento produttivo sito a Cai-vano, è stata realizzata l’integra-zione totale del circuito di riu-tilizzo. In questo modo raccolta,trasporto e selezione dei rifiutirecuperabili attraverso un unicooperatore, come ciò che rap-presenta e organizza il nostroGruppo societario, evita spre-chi e ottimizza i processi di la-vorazione, raggiungendo ancheun contenimento dei costi com-plessivi del servizio».

Come si relaziona il gruppocon i soggetti che commissio-nano un servizio? «L’azienda è in grado di offriresoluzioni specifiche e persona-lizzate per ogni tipo di esigenzaprogettando, laddove è necessa-rio, interventi ad hoc. Il gruppoè dotato, infatti, di un consi-stente parco di automezzi, au-tocompattarori, compattatori econtainer, che possono essereinstallati direttamente presso leunità locali in cui viene pro-dotto il materiale riciclabile. Inogni caso, l’obiettivo finale èsempre l’ottenimento di un“must” ambientale sintetizzatonella cultura del recupero».

�In apertura,

Giuseppe Di Gennaro,

amministratore delegato

del Gruppo Di Gennaro

Spa Servizi Ecologici

Integrati di Caivano (NA)

e una fase di selezione

di rifiuti in plastica.

Qui, altre fasi

di recupero rifiuti

www.digennarospa.it

�Raccolta, trasporto e selezione dei rifiutirecuperabili attraverso un unico operatore,evita sprechi e ottimizza i processi di lavorazione

Giuseppe Di Gennaro

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 179

Page 142: Dossier Campania
Page 143: Dossier Campania
Page 144: Dossier Campania

SISTEMA GIUDIZIARIO

182 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Fra le priorità del Governo Monti, c’èla riorganizzazione del sistema giu-diziario italiano. La riforma rivestegrande importanza dal punto di vi-

sta politico, tecnico e normativo, ma ancheda quello mediatico. Non sono pochi, in-fatti, gli aspetti oscuri che, secondo i rappre-sentanti degli operatori del settore, adom-brano il processo riformistico. Uno dei punti più dibattuti è quello relativoalla riorganizzazione delle professioni, tantoche il ministro Paola Severino ha ritenutoopportuno fornire chiarimenti: «Non è al-l’esame alcun provvedimento di abolizionedegli ordini, né degli esami di Stato», hadetto, aggiungendo che l’obiettivo è «una

Il difficile percorso di riformaLa dibattuta liberalizzazione delle professioni, l’introduzione della mediaconciliazione obbligatoria nel

processo civile per i contenziosi più corposi, l’attesa legge anticorruzione, il decreto legge “svuota

carceri” sono solo alcuni dei temi al centro del lavoro del ministro Paola Severino

Francesco Bevilacqua

migliore qualificazione dei professionisti: vo-gliamo la liberalizzazione delle professionima vogliamo professionisti di qualità». Fra irappresentanti che si sono confrontati con ilnuovo Guardasigilli, il presidente del Consi-glio nazionale forense, Guido Alpa, ha riba-dito che l’avvocatura «è disponibile a indivi-duare in tempi rapidi le soluzioni più efficaciper migliorare l’efficienza della giustizia eper varare la riforma della professione fo-rense, se queste siano tali da rafforzare e nonindebolire l’accesso alla giustizia e la tuteladei diritti dei cittadini. Allo stesso tempo,continuerà a opporsi al varo di provvedi-menti che rischiano di compromettere que-sto risultato». Fra le ultime proposte scaturite

Page 145: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 183

abuso di ufficio e imponga procedure traspa-renti, un percorso cadenzato con tempi certi,controllando che le regole vengano rispet-tate». Per tutelare la libera concorrenza e fa-vorire la ripresa economica - è questol’obiettivo di fondo di molte delle novitàproposte dalla riforma - Severino suggeriscedi introdurre «una fattispecie di reato pre-sente in molti altri ordinamenti europei, conla quale si punisce il comportamento del di-rigente d’impresa che si fa dare o prometteresomme di denaro per favorire fornitori ocontraenti della stessa impresa. Anche inquesto caso si viola il principio di libera eleale concorrenza». Proporre una soluzione aun altro annoso problema del sistema giudi-ziario italiano - quello del sovraffollamentodelle strutture carcerarie - è, infine, lo scopodel decreto “svuota carceri” proposto dalministro, che prevede l’estensione dell’uti-lizzo della detenzione domiciliare per i dete-nuti che hanno un residuo di pena di 18mesi e il fermo nelle camere di sicurezza deicommissariati per non oltre 48 ore per chideve essere processato per direttissima sonole due proposte principali del provvedi-mento.

dal confronto fra i rappresentanti di governoe l’avvocatura, la possibilità di svolgere il ti-rocinio in parte durante i corsi universitarie l’ampliamento dei posti da notaio, unita-mente a una revisione dei criteri e una ridu-zione dei tempi per la revisione delle pianteorganiche.Nell’ambito della riforma del processo civile,l’obiettivo prioritario di Severino è lo snel-limento della giustizia, in particolare rispettoai contenziosi più numerosi e farraginosi,come quelli relativi a liti condominiali e si-nistri stradali. Il ministro assicura che entromarzo la mediazione civile sarà resa obbliga-toria e l’attività dei tribunali guadagnerà intermini di efficienza. Non sono dello stessoparere gli avvocati italiani: il presidente del-l’Organismo unitario dell’avvocatura, Mau-rizio De Tilla, la definisce «inutile e unagrande speculazione a spese dei cittadini», ri-levando il sostanziale fallimento di questamisura a circa nove mesi dalla sua introdu-zione. Un altro punto a cui Paola Severinoattribuisce grande importanza è quello rela-tivo alla lotta alla corruzione, che si pro-pone di portare avanti attraverso un provve-dimento che «inasprisca le pene in materia di

Le proposte del governo

A destra, il ministro

Paola Severino

Lo scopo del decreto “svuotacarceri” proporre una soluzione a un altro annoso problema del sistema giudiziario italiano, quello del sovraffollamento dellestrutture carcerarie

Page 146: Dossier Campania

RIFORMA FORENSE

184 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Elementi di incostituzionalità nelle ultime disposizioni

del governo ed eccessivi rischi per la professione sono

alcune delle criticità che Maurizio De Tilla rileva,

avanzando delle proposte in merito, nella situazione

dell’avvocatura italiana

Francesco Bevilacqua

Una delegazione dell’Organismounitario dell’avvocatura è stataascoltata in audizione in Com-missione Giustizia del Senato,

dove ha ribadito la netta contrarietà a inter-venti sulla giustizia civile, nello specifico ildecreto legge 212 del dicembre 2011, che li-mitano l’accesso alla giustizia, comprimonoi diritti dei cittadini, violano la Costituzione.Il presidente dell’Oua entra nello specificoanalizzando i punti critici: «La norma cheprevede nella prima udienza l’applicazione daparte del giudice di una sanzione per la parteche non partecipa senza giustificato motivoalla mediaconciliazione obbligatoria è ille-gittima e incostituzionale. Basta considerareche la parte ha il diritto di non partecipare auna procedura di mediaconciliazione, comeè un diritto della parte convenuta non parte-cipare al processo. Come si può sanzionarel’esercizio di un diritto? Il menzionato d.l. n.212/2011 prevede altresì la presentazione diuna istanza per la trattazione delle cause pen-denti da oltre tre anni davanti alle Corti diappello e alla Corte di Cassazione. L’istanza,necessaria per impedire l’estinzione del pro-cesso per tacita rinunzia, deve essere sotto-scritta personalmente dalla parte. Anche quisi continua ad alimentare sospetti verso gliavvocati, disattendendo il rapporto fiducia-rio che imporrebbe la sottoscrizione del-l’istanza da parte del solo avvocato, al qualeè spesso affidato un mandato ampio checomprende la rinuncia e la conciliazione dellavertenza». Ma, secondo il presidente DeTilla, vi è di più in quanto ci sono i presup-posti di illegittimità del decreto legge. Inparticolare, punta il dito sull’articolo 12 che«viola palesemente gli articoli 3 e 24 dellaCostituzione. Con la nuova norma, per lecause fino a mille euro dinanzi al giudice dipace, non solo non si prevede la presenza

Maurizio De Tilla,

presidente dell’Organismo

Unitario dell'Avvocatura

necessaria di un avvocato, ma si limita ancheil rimborso delle spese di causa, per la partevittoriosa, al valore della domanda giudizia-ria. Si tenta così di “strozzare” i processi cheriguardano multe e sanzioni amministrativecostringendo i cittadini a subirne le conse-guenze. Il che non rientra nel principio diequità più volte sbandierato dal GovernoMonti».

Che valutazione può dare dello stru-mento della mediaconciliazione obbliga-toria? «Ribadisco che la mediaconciliazione obbliga-toria contravviene a principi elementari didiritto perché preclude l’immediato accessoalla giurisdizione e determina un notevoleaumento dei costi a carico del cittadino.L’errore è ritenere chei sistemi di risolu-zione alternativa dellecontroversie costitui-scano un’alternativaalla giurisdizione or-dinaria che non fun-ziona. L’obiettivo daperseguire dovrebbeessere quello di un“sistema plurale” ditutela dei diritti, al-l’interno del quale ilcittadino possa sce-gliere liberamente tra

Le rivendicazioni degli avvocati

Page 147: Dossier Campania

diversi metodi di risoluzione. L’Oua haindicato alcuni strumenti idonei per mi-gliorare l’efficienza della giustizia: piùconsistenti risorse economiche e materiali dagestire senza sprechi, assunzione di uno opiù manager per gestire l’azienda giustizianei grandi e medi uffici giudiziari; applica-zione generalizzata del metodo Barbuto cheha consentito “prassi virtuose” negli ufficigiudiziari dove è stato applicato, maggioreproduttività del lavoro giudiziario accompa-gnata da un numero maggiore di magistratitogati e della istituzione dell’assistente delgiudice, individuazione di una nuova figuradi giudice laico, diffusione su tutto il territo-rio nazionale del processo telematico e del-l’informatizzazione degli uffici giudiziari».

In che modo la crisi economica e politicasta gravando sul mondo dell’avvocatura? «Il capo dello Stato ha inviato un messaggioalla VII Conferenza nazionale dell’avvoca-tura, organizzata dall’Oua, rivolgendosi cosìagli avvocati: “Per l’individuazione e la realiz-zazione dei necessari interventi normativi eorganizzativi, secondo criteri ispirati solo al-l’interesse generale, il contributo dell’avvoca-tura è certamente essenziale in ragione del

Maurizio De Tilla

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 185

fondamentale ruolo di tutela dei diritti deicittadini che a essa affida la Costituzione,ruolo che impone anche la pronta defini-zione di un organico e condiviso progetto diriforma dell’ordinamento forense”. A tal pro-posito, va sottolineato che tutte le compo-nenti dell’avvocatura si sono impegnate acollaborare con il legislatore e l’esecutivo alloscopo di rendere la macchina giudiziaria piùefficiente, economica e agibile. L’avvocaturaè però molto preoccupata per l’attuazione dinorme già approvate che scardinano la fun-zione dell’avvocato, in particolare laddove sipreannunciano provvedimenti in evidentecontrasto con i principi della carta costituzio-nale, del Trattato di Lisbona e della Carta deidiritti dell’uomo, a tutela della libertà deicittadini e dell’indipendenza dell’avvocatura.Essa è disponibile a cooperare per il supera-mento della crisi economica, le cui causesono principalmente riferibili a quel “capita-lismo parassitario e speculativo” che affliggeda tempo i rapporti civili ed economici delnostro Paese».

��

L’errore è ritenere che i sistemi di risoluzione alternativa delle controversiecostituiscano un’alternativa allagiurisdizione ordinaria che non funziona

� �

Page 148: Dossier Campania

Ritiene che l’avvocato come figura pro-fessionale sia in pericolo alla luce di comesi sta evolvendo il percorso riformistico? «Le professioni vanno modernizzate ma noncon decreto, senza consultazione con le cate-gorie e senza dibattito parlamentare.L’articolo 10 della legge di stabilità dice chegli ordinamenti professionali saranno rifor-mati con regolamento governativo e decretopresidenziale, stravolgendo principi radicatinel nostro ordinamento giuridico. La riformadelle professioni non ha nulla a che vederecon le cause della crisi economica, l’assurdoè che più di due milioni di professionisti ven-gono individuati da una certa stampa comeappartenenti a una “casta di privilegiati”. Al-cuni editorialisti invocano “criteri comuni-tari” che non conoscono: l’Europa nonchiede di liberalizzare il mondo delle profes-sioni parametrandolo alla concezione anglo-sassone, si parla impropriamente di “elimina-zione degli ostacoli all’accesso e all’eserciziodella professione”. Ciò non può certamente

riguardare gli avvocati che giàsono fortemente liberalizzatie sono oltre 230mila».

Quali sono, quindi, pervoi i punti più critici? «Per contrastare interventi le-gislativi che si susseguonocon ritmi incalzanti l’Oua harivolto un appello a tutte leprofessioni. Il punto è che ilmeccanismo scelto per inno-vare gli ordinamenti è quello

della “delegificazione”, ammesso nel nostroordinamento ma con il limite insuperabileche un regolamento non può abrogare unalegge. È, quindi, completamente viziatol’articolo 10 della legge di stabilità, con lasuccessiva modifica, laddove stabilisce chealcune norme vigenti sugli ordinamenti pro-fessionali sono abrogate con effetto dell’en-trata in vigore del regolamento governativo.Alla palese incongruenza e irragionevolezza(art. 3 Cost.) si unisce il contrasto con gli ar-ticoli 24 e 32 della Costituzione per la com-promissione di diritti fondamentali ivi previ-sti. Non va, infine, trascurato il rilievo che lenovelle legislative in atto e “in fieri” sono af-fidate alla decretazione di urgenza e a leggidelega modificate con maxi emendamentiapprovati con la fiducia, senza consultazionee senza dibattito parlamentare. Sotto tale pro-filo risulta palese la violazione non solo del-l’iter ordinario di produzione legislativa, maanche di quello previsto per la decretazioned’urgenza».

RIFORMA FORENSE

186 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

� �

Page 149: Dossier Campania
Page 150: Dossier Campania

188 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

che tendono a marginalizzare il nostro fondamen-tale ruolo sociale. Inoltre, alle difficoltà insitenell’esercizio della nostra attività se ne sono ag-giunte altre che rischiano di mettere a repentaglioil senso stesso della professione forense».

A cosa si riferisce, in particolare?«L’avvocatura è stata bersagliata da misure in-giustamente punitive per l’attività professionale eper gli stessi diritti che siamo chiamati a difen-dere. Attraverso una campagna capziosa e tesa allatutela di centri di potere economico e finanziario,si sta cercando di proporre un’immagine negativadegli avvocati e degli ordini professionali, stravol-gendo la realtà e mettendo a repentaglio la tenutadi valori fondamentali dello Stato democratico,come quello dell’autonomia e indipendenza del-l’avvocatura. Queste difficoltà sono amplificatenel nostro territorio, dove dobbiamo misurarcicon una realtà in cui il tasso di legalità resta bassoe gli ostacoli per un’efficace tutela dei diritti sononotevoli. L’impegno mio e di tutto il Consiglio èstato intenso, totalizzante e purtroppo segnato damomenti di amarezza. Eppure, anche nelle diffi-coltà ho potuto ritrovare nei colleghi quello spi-rito di condivisione profonda, di lotta per la giu-stizia, di tensione civile, che da semprecontraddistinguono l’avvocatura napoletana, ol-tre alla grande dignità professionale e alla co-mune voglia di far fronte ai problemi senza cederea sentimenti di rassegnazione».

Quali sono le priorità su cui si dovrà concen-trare il nuovo presidente?«È difficile stabilire il piano delle priorità in unasituazione come questa. Perché, da un lato, c’è lanecessità di far fronte ai problemi più urgenti del-l’avvocatura e del mondo della giustizia; dall’al-

Mediaconciliazione, liberalizza-zione, modifiche apportate alladisciplina del processo civile.Queste misure, penalizzanti per

gli avvocati e per i diritti dei cittadini, si inne-stano in un contesto di generale crisi economicache ha coinvolto a pieno tutti i liberi professio-nisti. «In questa difficile fase per il nostro Paese,ci aspettavamo solidarietà e sostegno da partedella politica, dato il nostro impegno per la cre-scita della società e per la tutela dei diritti», con-fessa Francesco Caia, presidente dell’Ordine de-gli avvocati. «Speravamo di essere ascoltatialmeno nella nostra richiesta di poter vedere fi-nalmente approvata la legge per la riforma delnostro ordinamento professionale, ma i nostrisforzi sono stati vani».

In occasione dell’imminente rinnovo delconsiglio dell’Ordine, può fare un bilancio delmandato che si sta apprestando a concludere?

«È difficile tracciare un bilanciodell’attività svolta nel biennio ap-pena trascorso; lo faranno i colle-ghi che ho avuto il privilegio dirappresentare. Io posso solo dire diaver dedicato ogni minuto dellamia giornata a fronteggiare gli at-tacchi a un’avvocatura che, purcolpita, non è stata sconfitta ecombatterà per la difesa dei di-ritti, in primo luogo dei più de-boli. In coincidenza con il miomandato, l’avvocatura, non soloquella napoletana, ha vissuto e stavivendo un periodo critico, a causadell’adozione di misure normative

Bilancio di fine mandatoA giorni prenderanno il via le operazioni di rinnovo del consiglio

dell’Ordine degli avvocati di Napoli. Francesco Caia, presidente uscente,

fa il punto sulla situazione dell’avvocatura campana e nazionale, anche alla

luce delle recenti riforme

Amedeo Longhi

Francesco Caia,

presidente del Consiglio

dell'Ordine degli

Avvocati di Napoli

RIFORMA FORENSE

Page 151: Dossier Campania

Francesco Caia

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 189

tro, la prioritaria di cercare di garantire il normalee qualificato svolgimento della professione fo-rense. Oggi, non diventare, ma restare avvocatoin Italia è molto arduo. Coloro che rappresen-tano la classe forense sono chiamati a stare sem-pre in allerta, poiché gli attacchi provengonoanche da quelli che - se davvero si guardasse albene comune - dovrebbero essere gli “alleati”».

Quali misure ritiene importante adottareper far sì che il funzionamento del sistemagiudiziario non sia più un ostacolo allo svi-luppo del tessuto imprenditoriale napole-tano e, in generale, delle zone d’Italia criticheda questo punto di vista?«Da sempre abbiamo chiesto che la giustiziadel nostro territorio potesse funzionare inmodo ordinario, con un adeguato stanzia-mento di risorse. Non servono strumenti ec-cezionali ma, pur ragionando in termini di ot-timizzazione dei mezzi, bisogna considerare lagiurisdizione come uno dei valori prioritari edirrinunciabili del nostro Paese».

Qual è la situazione dell’avvocatura napo-letana? Attraverso quali iniziative si do-vrebbe promuovere o riqualificare la figuraprofessionale dell’avvocato, specialmentepresso i giovani che si apprestano a intra-prendere questa carriera?

«L’avvocatura napoletana vive in modo espo-nenziale la situazione critica in cui versa oggila classe forense. Il quadro che si presenta di-nanzi a un giovane che vuole intraprendere laprofessione non è idilliaco. Non so in base aquali parametri si tenda a presentarel’avvocatura come una casta: in realtà gli avvo-cati non hanno una posizione privilegiata. Lagavetta è lunga e difficile e il cammino di for-mazione, su cui noi molto lavoriamo, non ter-mina mai. Per intraprendere questa strada bi-sogna essere consapevoli e disposti a faresacrifici. Occorre puntare su studio e cultura.L’impegno formativo non si può esaurire conl’acquisizione di un sapere specialistico, madeve essere vissuto nella quotidiana praticadelle aule di giustizia e nella volontà di accre-scere il proprio bagaglio culturale, per giungerea una reale maturità giuridica e acquisire gliabiti di pensiero necessari per l’esercizio dellaprofessione. Questa non può essere una sceltadi ripiego, poiché richiede spirito dinamico,solida preparazione e profondo zelo. Eppure,anche oggi penso che un giovane non possaavere un sogno più bello e più grande di quellodi dedicare la propria vita alla difesa dei diritti.Non c’è un ideale più alto per cui valga lapena di lottare».

�L’impegno formativo non si puòesaurire con l’acquisizione di unsapere specialistico, ma deve esserevissuto nella quotidiana pratica delle aule di giustizia

Page 152: Dossier Campania
Page 153: Dossier Campania
Page 154: Dossier Campania

RICERCA SCIENTIFICA

200 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

L’efficienza, l’etica e la trasparenza sono, secondo il direttore generale dell’Int di

Napoli, Tonino Pedicini, i valori che rendono il Pascale uno dei centri di riferimento

per la cura e lo studio delle neoplasie nel nostro Paese

Renata Gualtieri

Il più grande istituto tumori del Mezzogiorno

L’Istituto nazionale tumori Fonda-zione Pascale di Napoli si è posizio-nato ai primi posti nella regioneCampania, per le migliori perfor-

mance in termini di contenimento dei costi,di efficacia gestionale e economica. «Ciò èstato reso possibile – sottolinea il direttoregenerale Tonino Pedicini – oltre che per lapresenza di eccellenze nell’ambito sanitario,anche per l’implementazione e il costante ri-spetto di processi e procedure aziendali tese alraggiungimento di equilibri economico-fi-nanziari-patrimoniali, che consentono il man-tenimento di elevati stadard di efficacia ed ef-ficienza gestionale ed economica. Gli utiliconseguiti negli anni 2007-2010 (per un to-

tale di circa15.300.000 di euro)hanno di fatto resopossibile il ricorso al-l’autofinanziamentoper il graduale rinnovotecnologico.

Per la prima voltain Campania unastruttura ospedalieradà conto ai cittadinidel suo operato e deirisultati conseguiticon l’uso delle risorsepubbliche. Cosa ècontenuto nel fal-

done di 90 pagine redatto dall’Istituto deitumori di Napoli? «L’Istituto dei tumori diNapoli descrive in maniera semplice e traspa-rente la sua attività, non limitandosi ai soliaspetti finanziari e contabili, ma anche agli ef-fetti del proprio operato sulle diverse catego-rie di persone che hanno un diritto ricono-sciuto, o interesse, a conoscere quali ricadute,o effetti, l’ente produce nei propri confronti.Che cos’è il Pascale, chi e come vi lavora,come spende i soldi elargiti da questo o quel-l’ente pubblico e privato».

Quale vuoto va a colmare questa attivitàdi rendicontazione e, possiamo dire, chequesto primo numero di bilancio sociale di-venterà la base per un lavoro più puntualenel prossimo anno?«Il processo di rendicontazione sociale av-viato dall’Istituto va a colmare quel vuoto de-rivante dalla lettura del solo bilancio di eser-cizio che potrebbe risultare di difficileinterpretazione per chi voglia individuare inmaniera più diretta, i collegamenti tra le ma-cro-attività dell’istituto, le risorse messe a di-sposizione e le ricadute in termini assistenziali.Questo primo numero di bilancio sociale di-venterà la base per un lavoro più puntuale nelprossimo anno. I valori forti dell’efficienza,dell’efficacia e dell’eticità, che hanno già resoil Pascale uno dei migliori istituti per la curadel cancro nel nostro Paese, ricevono dallatrasparenza un nuovo forte impulso che, sono

Tonino Pedicini,

direttore generale

dell’Istituto nazionale

tumori “Fondazione

Pascale” di Napoli

Page 155: Dossier Campania

Tonino Pedicini

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 201

un altissimo precisione nell’ irradiazione deitessuti, sostituendo, in alcuni casi, la terapiachirurgica tradizionale. La diagnostica perimmagini e la radiologia interventistica sa-ranno potenziate con una ulteriore Tac a 64strati ed un moderno angiografo digitale. Peri chirurghi sarà presto disponibile un apparec-chio per eseguire la chirurgia robotica checonsentirà un ulteriore sviluppo delle tecnichevideo endoscopiche permettendo approccichirurgici a bassissima invasività. Nel campodell’assistenza, tra gli obiettivi aziendali 2012sono stati inseriti: la revisione, l’attuazione eil monitoraggio di 7 percorsi clinico organiz-zativi e assistenziali relativi ai tumori a mag-giore frequenza di ricovero. Parallelamente a

questi obiettivi saranno sviluppati i sistemi in-formativi aziendali anche in un ottica di ridu-zione del rischio clinico e di supporto infor-matico agli utenti. Infine una forte attenzionesarà dedicata al miglioramento delle condi-zioni di accoglienza dei nostri utenti».

Dopo “Batti il cancro”, “I buoni bat-tono il cancro”, e “Una mano alla ricerca”promossa con Animu e 12 artisti napole-tani del teatro, dello spettacolo e della te-levisione. Quali le prossime collabora-zioni previste e quali gli obiettivi di questecampagne?«L’obiettivo di queste campagne è quello di farpassare due messaggi: la prevenzione e la so-lidarietà, attraverso gli slogan “Solo se lo co-nosci lo combatti il cancro”, una malattia dicui non bisogna avere paura, e “la ricerca puòandare avanti soltanto con il sostegno di tuttinoi”. Più che al ricavato della vendita del ca-lendario puntiamo a fare in modo che semprepiù gente devolva il proprio 5 per mille al Pa-scale. Quest’anno il primo a raccoglierel’invito a sostenere la ricerca è stato il maestropizzaiolo Gino Sorbillo, che ha inserito nelsuo menù la pizza Pascale. Chiunquel’acquista devolve un euro alla ricerca. In pri-mavera ha promesso che porterà un forno neiviali dell’istituto e distribuirà pizze agli amma-lati. Inoltre, stiamo cercando di organizzare alPascale un concerto degli Almamegretta».

Sarà attivato il ciberknife,sistema robotico utile nel trattamento dellepatologie oncologiche,che consentiràun’altissima precisionenell’irradiazione dei tessuti

sicuro, lo renderà ancora più amato e tutelatodai cittadini della Campania».

Quali le prossime sfide in termini organiz-zativi e clinici?«I programmi per il prossimo futuro sono im-perniati sull’ammodernamento delle tecnolo-gie e delle strutture, sul miglioramento dell’of-ferta clinco-assistenziale e sull’ulteriorequalificazione delle attività di ricerca applica-bile alle pratiche diagnostico terapeutiche. Neiprossimi mesi sarà installato e attivato il ciber-knife, sistema robotico utile nel trattamento dialcune patologie oncologiche che consentirà

Page 156: Dossier Campania

RICERCA SCIENTIFICA

«Strumentazioni d’avanguardia per la ricerca, diagnostica

e terapia». Nicola Mozzillo, direttore del Dipartimento

melanoma e tessuti molli dell’Istituto nazionale dei tumori

di Napoli, si sofferma sui punti di forza della struttura

Renata Gualtieri

Un centro d’eccellenzanel panorama nazionale

Il Dipartimento melanoma e tessutimolli dell’Istituto nazionale dei tumoridi Napoli “Fondazione Pascale” oggiopera alla frontiera delle più avanzate

acquisizioni nella diagnosi e nella terapia delmelanoma. «Sul fronte della diagnostica pre-coce – ricorda il direttore Nicola Mozzillo –ha dotato oltre 100 farmacie della regione diun sistema fotografico, in grado di trasmet-tere in tempo reale le immagini per la dia-gnosi di un neo sospetto al nostro Centro,che dispone oltre che della dermatoscopia

in epiluminescenza, an-che della microscopiacon focale, in grado difornire risultati sovrap-ponibili a un esame isto-logico». La terapia chirur-gica è uno dei punti diforza, che si fonda su unadelle maggiori casisticheeuropee e, tra le dotazionistrumentali di ultima ge-nerazione, impiegal’elettrochemioterapia. Laterapia medica utilizza lepiù aggiornate terapie abase di anticorpi mono-clonali e vaccini sulla

base di diagnosi geniche.Sono necessari investimenti in nuove tec-

nologie per migliorare la qualità dei serviziofferti ai pazienti?«In controtendenza rispetto alla generalescarsa dotazione tecnologica del sistema sani-tario, l’Istituto investe considerevolmentesulle tecnologie per il melanoma, che è unadelle patologie di punta della FondazionePascale. L’ultimo progetto riguardal’adroterapia per il trattamento del mela-noma oculare. Per il resto il Dipartimentomelanoma dispone di strumentazionid’avanguardia che coprono i campi della ri-cerca, della diagnostica più sofisticata e dellaterapia, potendo così offrire una rispostacompleta ad ogni esigenza».

Quali i progetti di ricerca sono attual-mente in corso presso l’Istituto per renderepossibile lo sviluppo di trattamenti inno-vativi?«Il Dipartimento è capofila di numerosi trialsmedici e chirurgici, in collaborazione con le

Nicola Mozzillo, direttore delDipartimento melanoma e tessutimolli e vicedirettorescientifico dell’ Istitutonazionale dei tumori di Napoli “ Fondazione Pascale”

202 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

Page 157: Dossier Campania

di una chirurgia a lungo temuta per i suoi ef-fetti devastanti sul fisico e sulla psiche».

Quali sono i punti di forza della strut-tura per quanto riguarda il melanoma?«Il Dipartimento per il melanoma è l’unicastruttura di tal genere nel panorama nazio-nale e raggiunge livelli d’eccellenza per lamonotematica implementazione di molte-plici specialità: dai ricercatori di base, ai ge-netisti, ai clinici, ai patologi, ai medici nu-cleari, ai radiologi, ai radioterapisti,realizzando una task force con un’unica mis-sione. Si viene a conseguire così quella massacritica di competenze che consente un conti-

nuo trasferimento d’innovazioni daibanchi della ricerca al letto del pa-ziente e di feedback inverso che ga-rantisce le proposte terapeutiche piùavanzate».

Ritiene che ci siano novitàinteressanti in campo nazionale enon in termini di nuove terapie erisultati raggiunti nel campo delladiagnosi e cura del melanoma?«Sul fronte della diagnosi, oggisiamo in grado di definire una le-

sione sospetta con la precisione del microsco-pio, senza necessariamente dover prima ope-rare. La terapia del melanoma ha fattoregistrare per oltre un trentennio una delu-dente stagnazione. Ma negli ultimi annistiamo assistendo a un’entusiasmante pro-gresso sia nelle conoscenze di genetica chenelle terapie che hanno abbandonato la pistadelle chemioterapie con i loro pesanti effetticollaterali, per imboccare la strada di filoni in-novativi sulla scorta delle nuove acquisizioni. Lachirurgia è diventata meno devastante ma piùragionata, efficace e rispettosa dell’immaginecorporea e della qualità della vita».

Nicola Mozzillo

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 203

più prestigiose istituzioni mondiali o da solo.Studi di genomica e d’immunologia pernuove terapie mediche, si affiancano a inve-stigazioni su nuove tecnologie chirurgiche.L’area medica è concentrata su indagini cheriguardano gli anticorpi immuni modulanti egli inibitori dei meccanismi della prolifera-zione tumorale. La chirurgia conduce ricercheintese a rendere l’intervento più efficace conil minor danno possibile; l’applicazione dinuove tecnologie come l’elettrochemioterapiae la revisione sperimentale di procedure chi-rurgiche, una volta ritenute irrinunciabili,stanno radicalmente modificando l’immagine

��

La terapia chirurgica si fonda su una dellemaggiori casistiche europee e, tra ledotazioni strumentali di ultima generazione,impiega l’elettrochemioterapia

Page 158: Dossier Campania
Page 159: Dossier Campania
Page 160: Dossier Campania

206 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

L a crisi economica in atto non ha ri-sparmiato neanche il settore farma-ceutico. Su scala nazionale sono in-fatti tantissime le aziende operanti in

questo campo che sono state costrette a chiu-dere i battenti, incapaci di rinnovarsi e di adat-tarsi alle mutate esigenze del mercato. Solo unapolitica lungimirante, fatta soprattutto di in-vestimenti nel campo della ricerca e dell’inno-vazione, ha infatti consentito alle imprese piùvirtuose di sopravvivere a questo particolaremomento storico, come dimostrato dall’espe-rienza della New Fa.Dem. Farmaceutici e Chi-mici Srl, storica realtà campana specializzatanella produzione di prodotti galenici, specialitàmedicinali, cosmetici, tinture, erbe ed estratti,ma anche nella produzione e nella distribu-zione di materie prime destinate al settore far-maceutico. «È vero», conferma Arturo De Meo,che insieme al fratello Pio oggi porta avanti l’at-tività avviata nel 1939 dal loro nonno, il fon-datore del Laboratorio Farmaceutico De Meo.

«Se in questi anni non avessimo puntato conforza sulla ricerca e sullo sviluppo tecnolo-gico, probabilmente non saremmo stati ingrado di proseguire in questa esperienza». Ilpunto di forza dell’azienda può essere infattiindividuato proprio nella continua ricerca dimaterie prime innovative, di origine naturalee quindi sicure dal punto di vista tossicologico,con un interesse sempre crescente verso pro-dotti salutari ed efficaci, atti a garantire il be-nessere fisico delle persone, come spiega PioDe Meo. «All’interno del nostro stabilimentodi Giugliano, in provincia di Napoli, dispo-niamo di laboratori dotati di attrezzature tec-nologiche d’avanguardia e di linee produttivemoderne, risponderti alle più stringenti nor-mative del settore, che ci permettono di offrireal consumatore finale un prodotto sicuro e dialtissima qualità. In particolare - sottolinea ildottor De Meo - con la prima autorizzazionecon Decreto Ministeriale del 2000 e con suc-cessivi rinnovi l’ultimo avvenuto nel 2010 De-creto Ministeriale N° 29/2010/V dell’8 Set-tembre 2010, abbiamo ottenutol’autorizzazione alla produzione di specialitàmedicinali rispettivamente per uso umano eper uso veterinario, un riconoscimento che ha

Arturo e Pio De Meo,

titolari

della New Fa.Dem.

L’azienda ha il suo

stabilimento produttivo

a Giugliano (NA)

www.newfadem.it

Il comparto farmaceutico cresce con la ricerca Una tradizione consolidata in campo

farmaceutico e una spiccata

propensione all’innovazione hanno

reso la New Fa.Dem una realtà capace

di affermarsi anche oltre i confini

regionali. Arturo e Pio De Meo

illustrano criticità e prospettive

del settore

Guido Puopolo

L’INDUSTRIA FARMACEUTICA

Page 161: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 207

dato un ulteriore impulso alla nostra attività». In questi anni sono diversi i prodotti chehanno contribuito a fare della New Fa.Dem unpunto di riferimento per il settore farmaceu-tico, come testimoniato dall’avvio di alcunepartnership di grande prestigio: «In particolarein campo cosmetico abbiamo introdotto unprodotto veramente rivoluzionario, denomi-nato Antrox, rivolto prevalentemente alledonne. L’Antrox, infatti, come dimostrato dadiversi studi clinici, è assolutamente efficace nelprevenire e attenuare la formazione delle rughe,grazie alla presenza, nella sua formulazione, diparticolari principi attivi che agiscono a livellodella cute, idratandola e donandole elasticità,in modo da eliminare le cosiddette “zampe digallina”. Antrox – ricorda Pio De Meo - è statolanciato sul mercato nel luglio del 2009 ed è at-tualmente distribuito da Bracco, leader inter-nazionale in campo farmaceutico, con la qualeabbiamo stretto un accordo di collaborazioneesclusiva. Lo stesso vale per un farmaco da noibrevettato per la cura delle emorroidi, distri-buito in Italia solo da Bracco, e che stiamo pro-ponendo anche al mercato estero, sulla base diaccordi con diversi Paesi europei ed extrauro-pei, tra cui Germania, Malta, Svezia, Porto-

gallo, Ucraina, Spagna, Francia, Russia, perun totale di oltre 40 nazioni. Ad arricchire il patrimonio di conoscenze del-l’azienda di Giugliano contribuiscono anche si-gnificative collaborazioni col mondo universi-tario e accademico, come evidenzia Arturo DeMeo: «Abbiamo istituito una joint venture conil Cnr di Napoli, l’Università di Salerno, l’Uni-versità di Messina e alcune aziende del NordItalia per la messa a punto di nuovi brevetti.Questo è per noi un progetto molto impegna-tivo, anche sotto il profilo economico, ma,come detto in precedenza, siamo convinti chequesta sia l’unica strada percorribile per conti-nuare a essere protagonisti in un mercato sem-pre più esigente e competitivo come quellofarmaceutico». Tutto ciò permette ai fratelliDe Meo di guardare al futuro con rinnovatoottimismo: «Come tutti anche noi abbiamo ri-sentito della negativa congiuntura che sta at-traversando la società. Per quel che ci riguardasiamo però riusciti a superare la fase più acutadella crisi in maniera brillante, ed è per questoche siamo motivati a continuare a lavorare perla messa a punto di prodotti sempre più inno-vativi ed efficaci per la salute, il benessere e labellezza delle persone».

��

Se in questi anni non avessimo puntato conforza sulla ricerca e sullo sviluppo tecnologico,probabilmente non saremmo stati in gradodi proseguire in questa esperienza

Arturo e Pio De Meo

Page 162: Dossier Campania

RIABILITAZIONE

I l ritardo nei pagamenti da parte dellaPubblica amministrazione continua adessere una piaga per migliaia di impreseitaliane. A rinnovare l’allarme è la Cgia di

Mestre, che ha recentemente quantificato ilmancato pagamento dei debiti delle Pa con uncosto per le imprese pari a circa 10 miliardi dieuro l’anno. E tra le Amministrazioni più ca-renti da questo punto di vista ci sono quelle delsettore sanitario. Basti pensare che, sempre se-condo questo studio, attualmente il debito con-tratto dalle Aziende Ospedaliere ammonta acirca 40 miliardi di euro, una cifra enorme, ac-cumulatasi negli anni proprio in seguito ai ri-tardi con i quali la sanità salda i propri fornitori.Una situazione con cui è costretta a confrontarsiquotidianamente la dottoressa Cristina Bianchi,amministratrice della Casa di Cura StazioneClimatica Bianchi, storica struttura sanitariafondata a Portici nel 1929 da suo nonno, ilprofessor Vincenzo Bianchi, e attualmente ri-conosciuta come un punto di riferimento per

tutto il Sud Italia nel campo della riabilitazioneneurologica. «Stiamo affrontando una vera epropria emergenza, con moltissime imprese che,soprattutto nel Mezzogiorno, sono in ginoc-chio a causa delle inadempienze della pubblicaamministrazione».

Quali ripercussioni ha una situazione delgenere nella vostra attività?«Noi imprenditori della sanità privata conven-zionata siamo ormai diventati i principali finan-ziatori della regione Campania. Una casa di curacome la nostra ha la responsabilità dei suoi pa-zienti, a cui deve garantire il vitto e soprattutto lecure adeguate e la somministrazione dei farmaci.Le multinazionali farmaceutiche, però, scaduto iltermine di tolleranza di 60/90 giorni, pretendonogiustamente di essere pagate. E così il mancato in-casso delle fatture costringe le aziende a ricorrerea prestiti bancari per poter continuare la loro at-tività, in un circolo vizioso che sta provocandouna vera e propria carneficina. Senza dimenticareche ciò finisce per favorire la criminalità orga-nizzata che, sfruttando anche il momento di crisigenerale, grazie alle enormi risorse economiche dicui dispone, può facilmente infiltrarsi nelle strut-ture sanitarie locali».

A suo parere, quali soluzioni potrebbero es-sere attuate per porre fine a questa situazione?«La soluzione a questo annoso problema è nellemani del Governo, che è chiamato a recepire intempi brevi la Direttiva Europea contro i ritardidei pagamenti della Pa. Questa prevede infattisanzioni, tanto per le imprese private quanto per

Le aziende campane, soprattutto quelle che operano nella sanità,

sono sull’orlo del fallimento, per le inadempienze della Pubblica amministrazione.

Il quadro della situazione tracciato dalla dottoressa Cristina Bianchi

Guido Puopolo

La dottoressa

Cristina Bianchi,

amministratrice

della Casa di Cura

Stazione Climatica

Bianchi di Portici

www.clinicabianchi.it

I ritardi della Pa mettono in ginocchio la sanità campana

Page 163: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 209

Cristina Bianchi

quelle pubbliche, che non adempiano ai loroobblighi entro 60 giorni dalla data di ricevi-mento della fattura. Attendiamo ora che alle pa-role l’esecutivo faccia seguire i fatti».

Per quel che riguarda la sua struttura, qualistrategie sono state adottare per riuscire asuperare questa congiuntura negativa?«Io sono una persona combattiva, e sono fer-mamente intenzionata a portare avanti questaesperienza, iniziata con mio nonno e prose-guita da mio padre. Da sempre tendiamo a pri-vilegiare la qualità del servizio rispetto alla quan-tità, perché per noi i pazienti non sono deisemplici numeri, ma persone che necessitano dicure e attenzioni adeguate».

Quali patologie, nello specifico, vengonotrattate all’interno della Casa di Cura Bianchi?«Siamo specializzati in attività di riabilita-zione neurologica, ortopedica, geriatrica epsichiatrica. La funzione complessiva dellaCasa di Cura è quindi basata su competenzemultidisciplinari, che hanno lo scopo di ri-solvere, per quanto possibile, i problemi che

le patologie trattate dovessero presen-tare sia sul piano diagnostico che suquello terapeutico o riabilitativo».

La tecnologia ricopre ormai un ruolo fon-damentale in campo medico. Siete dotati diparticolari strumentazioni all’interno dellavostra struttura?«Per formulare diagnosi appropriate è fon-damentale disporre di attrezzature idonee.Siamo dotati di attrezzature all’avanguardia,tra cui possiamo ricordare, ad esempio, unmacchinario per eseguire risonanze magneti-che da 1,5 tesla adatto ai pazienti con pato-logie vascolari, oltre che uno strumento ingrado di individuare tutti i tumori cerebrali.L’attrezzatura diagnostica è comunque pro-pedeutica all’operatore, in quanto ci vuolepoi personale istruito e qualificato che sia ingrado di gestire detti macchinari».

Quali sono, infine, le sue aspettative peril futuro?«Mi auguro che il quadro generale sopra de-scritto possa migliorare al più presto, in mododa poter continuare a garantire un servizio allacomunità che, da oltre ottant’anni, rappre-senta l’orgoglio della mia famiglia».

È l’ammontaredel mancatopagamentoalle imprese

da parte delle Pa

EURO

10mld

È il debitoaccumulato

dalle aziendesanitarie in seguito

ai ritardi neipagamenti delle Pa

EURO

40mld

��

Noi imprenditori della sanitàprivata convenzionata siamodiventati i principali finanziatoridella regione Campania

Page 164: Dossier Campania

210 • DOSSIER • CAMPANIA 2012

CASE DI CURA

R esta critica la situazione del settoreSanità in Campania. «Il Piano diRientro dal debito sanitario falli-mentare sta producendo un impo-

verimento dell’offerta e uno smantellamentoprogressivo dei servizi con ricadute assistenzialinegative sui cittadini». Lo affermano in unanota recente i segretari generali della Fp Cgil re-gionale e di Napoli, Antonio Crispi e SalvatoreMassimo. «La cartina di tornasole di questadrammatica situazione che espone i cittadini,ma anche i lavoratori, a rischi incommensura-bili - si legge - è rappresentata dalla condizionein cui versano i servizi di emergenza ospedalierie territoriali, in particolare il Pronto Soccorso eil 118». Crispi e Massimo denunciano che«l’impossibilità di visitare i pazienti giunti inPronto Soccorso su letti e barelle, perché non di-sponibili, la difficoltà a ricoverare i pazienti chestazionano per ore e per giorni in attesa di un ri-covero, l’indisponibilità di posti letto per acutie la presenza di barelle in Medicina di Urgenza,rappresentano da tempo un dato strutturale delsistema di emergenza sanitaria». Episodi sconfortanti, che dipingono un quadroestremamente critico del settore in Campania.D’altro canto, però, esistono anche situazionipositive, realtà ben strutturate che, nonostantele ataviche problematiche, ogni giorno si sfidanoe combattono per offrire un servizio adeguato,investono per migliorare i servizi, le tecniche, lemetodologie. La Casa di Cura Privata Villa dei Fiori, situata

ad Acerra, in provincia diNapoli, proprio in una pro-vincia dove negli ultimitempi si sono registrate no-tevoli difficoltà in variestrutture sanitarie, rappre-senta ad oggi un esempiopositivo. Una struttura mo-derna, estesa su 22.000 me-tri quadri di superficie di cui8.000 coperti, suddivisa indue unità assistenziali: l’area Medico Chirurgicae l’area Riabilitativa con complessivi 248 postiletto. «La struttura è nata nel 1962 dalla lungi-miranza di un gruppo di medici specialisti, na-poletani e locali, con l’intento di offrire all’in-terland napoletano interventi specialistici dichirurgia e ginecologia » afferma il Presidentedel Consiglio di Amministrazione, ingegnerFrancesco Ciccarelli. «In questi quasi cinquan-t’anni di lavoro - commenta - abbiamo fattomolti passi avanti, in tutti i sensi: clinici, strut-turali e organizzativi. Oggi, grazie a un processodi innovazione portato avanti costantementenel tempo e alimentato da nuove idee, meto-dologie e iniziative, siamo una struttura mo-derna e all’avanguardia nelle diverse prestazioniche forniamo».Il settore medico, seguito da personale ad altacompetenza professionale e accreditato con ilSsn, offre servizi di medicina generale, cardio-logia, angiologia e oncologia, terapia intensivacardiologica, rianimazione e un raggruppa-

Nelle immagini,

alcuni interni

della Casa di Cura Privata

Villa dei Fiori di Acerra (NA)

www.villadeifioriacerra.it

Un esempio positivonella realtà campanaDifficoltà e disagi rappresentano da tempo un dato strutturale del sistema

sanitario campano. Ma ci sono anche realtà in controtendenza.

Il caso della Casa di Cura Privata Villa dei Fiori nelle parole di Francesco Ciccarelli

Lucrezia Gennari

Page 165: Dossier Campania

CAMPANIA 2012 • DOSSIER • 211

mento di ostetricia e ginecologia con patologianeonatale e terapia intensiva neonatale. «In am-bito chirurgico – aggiunge Ciccarelli - ese-guiamo nelle nostre sei sale operatorie interventidi chirurgia generale, plastica, chirurgia car-diologica interventistica, chirurgia vascolare,urologica, oculistica, otorinolaringoiatrica, or-topedica e traumatologica». La struttura è for-nita di pronto soccorso, medico - chirurgico -

ginecologico con relativa astanteria con circa40.000 accessi l’anno. «Sin dal 2005 – sottoli-nea Ciccarelli - la struttura, insieme soltanto adun’altra in Campania, è stata regolarmente au-torizzata al “Pronto Soccorso”, e si è completatoin questi giorni tutto un iter che ha prodottol’inserimento della Villa dei Fiori Srl nel circuitopubblico dell’emergenza della Asl Na2 di ap-partenenza quale presidio di emergenza urgenzadi secondo livello». E i servizi? «Disponiamo di un avanzato labo-ratorio di analisi cliniche, di una diagnostica perimmagini con radiologia tradizionale, ecografia,Tac, Rmn che esplicano anche per esterno nu-merose prestazioni». A tutto ciò, si aggiunge unservizio di farmacia con UMACA (unità ma-nipolazione allestimento chemioterapia anti-blastica). Nell’ambito della riabilitazione, infine,la Casa di Cura Privata Villa dei Fiori offre ser-vizi ambulatoriali, domiciliari e in regime di ri-covero. «Disponiamo inoltre di due camere perla terapia iperbarica e gestiamo percorsi di ria-bilitazione cardiologica-respiratoria, neurolo-gica, ortopedica e uro-ginecologica ed ope-riamo anche nella psicomotricità, logopedia,terapia occupazionale, musicoterapica, psicote-rapia e fisiokinesiterapia». Il tutto è portatoavanti con notevoli sforzi, derivanti dalle in-numerevoli difficoltà causate dai ritardi nei pa-gamenti da parte della pubblica amministra-zione e dalla limitatezza di un budgetassolutamente al di sotto delle richieste che lastruttura dovendo assicurare pronto soccorso ètenuta in ogni caso a soddisfare.

Francesco Ciccarelli