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Domenico di Guzmán 1 Domenico di Guzmán San Domenico di Guzmán Beato Angelico, San Domenico Guzmán, affresco, particolare del Cristo deriso Presbitero e fondatore Nascita 1170 circa Morte 6 agosto 1221 Venerato da Chiesa cattolica Canonizzazione 2 luglio 1234 Ricorrenza 8 agosto Attributi stella in fronte, giglio, cane, libro Domenico (Domingo) di Guzmán (Calaroga, 1170 Bologna, 6 agosto 1221) fu il fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori ed è stato proclamato santo nel 1234. Origine Figlio di Felice di Guzmán e di Giovanna d'Aza, di famiglia agiata, anche se non esistono testimonianze certe che discenda dalla nobile famiglia dei Guzmàn. Gli anni giovanili Alla nascita venne battezzato con il nome del santo patrono dell'abbazia benedettina di San Domingo de Silos, situata a pochi chilometri a nord del suo paese natale. Inizialmente fu educato in famiglia, dallo zio materno, l'arciprete Gumiel de Izan, fu poi inviato, all'età di quattordici anni, a Palencia, dove frequentò corsi regolari di arti liberali e teologia, per dieci anni. Qui venne a contatto con le miserie causate dalle continue guerre e dalla carestia. Domenico che nella pietà popolare cattolica è conosciuto per avere avuto sentimenti di compassione, fin dall'età giovanile, per la sofferenza altrui, durante una di tali carestie, forse intorno al 1191, vendette quanto in suo possesso, incluse le sue preziose pergamene (un grande sacrificio in un'epoca in cui non era stata ancora inventata la stampa), per dare da mangiare ai poveri, affermando: « Come posso studiare su pelli morte, mentre tanti miei fratelli muoiono di fame? » (Domenico di Guzmán) Terminati gli studi, all'età di 24 anni seguì la sua vocazione ed entrò tra i canonici regolari della cattedrale di Osma. Qui venne consacrato sacerdote dal vescovo Martino di Bazan, che stava riformando il capitolo secondo la regola

Domenico di Guzmán - Misericordia di Vicchio di Guzmán 2 agostiniana, con l'aiuto di Diego Acevedo. Diego fu eletto vescovo nel 1201, e nominò Domenico sottopriore; e quando il

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Domenico di Guzmán 1

Domenico di Guzmán

San Domenico di Guzmán

Beato Angelico, San Domenico Guzmán, affresco, particolare del Cristo deriso

Presbitero e fondatore

Nascita 1170 circa

Morte 6 agosto 1221

Venerato da Chiesa cattolica

Canonizzazione 2 luglio 1234

Ricorrenza 8 agosto

Attributi stella in fronte, giglio, cane, libro

Domenico (Domingo) di Guzmán (Calaroga, 1170 – Bologna, 6 agosto 1221) fu il fondatore dell'Ordine dei FratiPredicatori ed è stato proclamato santo nel 1234.

OrigineFiglio di Felice di Guzmán e di Giovanna d'Aza, di famiglia agiata, anche se non esistono testimonianze certe chediscenda dalla nobile famiglia dei Guzmàn.

Gli anni giovaniliAlla nascita venne battezzato con il nome del santo patrono dell'abbazia benedettina di San Domingo de Silos,situata a pochi chilometri a nord del suo paese natale.Inizialmente fu educato in famiglia, dallo zio materno, l'arciprete Gumiel de Izan, fu poi inviato, all'età di quattordicianni, a Palencia, dove frequentò corsi regolari di arti liberali e teologia, per dieci anni. Qui venne a contatto con lemiserie causate dalle continue guerre e dalla carestia.Domenico che nella pietà popolare cattolica è conosciuto per avere avuto sentimenti di compassione, fin dall'etàgiovanile, per la sofferenza altrui, durante una di tali carestie, forse intorno al 1191, vendette quanto in suo possesso,incluse le sue preziose pergamene (un grande sacrificio in un'epoca in cui non era stata ancora inventata la stampa),per dare da mangiare ai poveri, affermando:

« Come posso studiare su pelli morte, mentre tanti miei fratelli muoiono di fame? »(Domenico di Guzmán)

Terminati gli studi, all'età di 24 anni seguì la sua vocazione ed entrò tra i canonici regolari della cattedrale di Osma. Qui venne consacrato sacerdote dal vescovo Martino di Bazan, che stava riformando il capitolo secondo la regola

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agostiniana, con l'aiuto di Diego Acevedo. Diego fu eletto vescovo nel 1201, e nominò Domenico sottopriore; e quando il vescovo Diego, nel 1203, fu inviatoin missione diplomatica in Danimarca dal re Alfonso VIII di Castiglia per prelevare ed accompagnare unaprincipessa promessa sposa di un principe di Spagna, il sottopriore Domenico fu invitato ad accompagnare ilvescovo Diego.Il contatto vivo con i fedeli della Francia meridionale, dove era diffusa l'eresia dei càtari e l'entusiasmo dellecristianità nordiche per le imprese missionarie verso l'Est, costituirono per Diego e Domenico una rivelazione. Diritorno da un secondo viaggio in Danimarca scesero a Roma (1206) e chiesero al papa Innocenzo III di potersidedicare all'evangelizzazione dei pagani. Ma Innocenzo III orientò il loro zelo missionario verso quella predicazionenella Francia meridionale, la regione dove erano più attivi i càtari, da lui ardentemente e autorevolmente promossafin dal 1203. I due accettarono e, nel 1206, Diego e Domenico furono inviati missionari in Linguadoca e Domenicocontinuò anche quando si dissolse la legazione pontificia e anche dopo l'improvvisa morte di Diego (30 dicembre1207).

La permanenza in Linguadoca

Tiziano, San Domenico di Guzmán, 1565 ca.

San Domenico rimase in Linguadoca, a Prouille, nel paese dei Catari,come missionario, per oltre dieci anni (1205-1216), collaborando colvescovo di Tolosa, Folchetto di Marsiglia e come legato papale cercòsempre di convertire gli eretici, con semplici riconciliazioni. Solo unavolta Domenico è citato tra coloro che assistevano al rogo deglieretici[1] .La sua attività di apostolato era imperniata su dibattiti pubblici,colloqui personali, trattative, predicazione, opera di persuasione,preghiera e penitenza[2] , appoggiato in questa sua opera da Folchetto,vescovo di Tolosa, che lo nominò predicatore della sua diocesi.San Domenico inoltre, si convinse immediatamente che bisognavaanche dare l'esempio e vivere in umiltà e povertà come gli albigesi, epian piano maturò anche l'idea di un ordine religioso[3] Iniziò conl'istituzione di una comunità femminile che accoglieva donne cheavevano abbandonato il catarismo e questa comunità di religiosedomenicane ancora oggi esiste[4] . A Domenico si avvicinavano ancheuomini, ma questi resistevano poco al rigoroso stile di vita da lui preteso per testimoniare con l'esempio la fedecattolica tra i càtari. Alla fine però riuscì a riunire un certo numero di uomini idonei e motivati che condividevano isuoi stessi ideali, istituendo un primo nucleo stabile ed organizzato di predicatori.

Nel 1209, in occasione dei massacri compiuti dai Crociati (particolarmente feroce fu quello compiuto dopo laconquista di Béziers), che non badarono all'età e al sesso e, nella loro furia, arrivarono a colpire perfino i cattolici,Domenico si distinse nel biasimare severamente tali azioni scellerate.

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L'apparizione della Madonna e la consegna del rosarioNel 1214, Domenico durante la sua permanenza a Tolosa, dal racconto del beato Alano della Rupe, ebbe una visionedella Vergine Maria e la consegna del rosario, come richiesta ad una sua preghiera per combattere l'eresia albigesesenza violenza. Da allora il rosario divenne la preghiera più diffusa per combattere le eresie e nel tempo una delle piùtradizionali preghiere cattoliche.In occasione di un viaggio a Roma, nell'ottobre 1215, per accompagnare il vescovo Folchetto, che dovevapartecipare al Concilio Laterano IV, Domenico avanzò la proposta a papa Innocenzo III di un nuovo ordinemonastico dedicato alla predicazione. Domenico trovò grande disponibilità nel papa che l'approvò.[5]

Nel 1215, Domenico, per i suoi seguaci, prima ricevette in dono la casa in Tolosa di Pietro Cellani, divenuto anchelui predicatore, poi ricevette da Simone IV di Montfort il castello di Cassanel.Pare che quando per la crociata le cose si misero male Domenico lasciasse la Linguadoca, nel 1216 e, seguendo ilconsiglio di Innocenzo III, di non fondare un nuovo ordine coi suoi sedici seguaci scelse la regola di Sant'Agostino.

Fondazione dell'ordine dei Frati Predicatori

Stuatua di san Domenico dal Palazzo dellaMercanzia di Bologna, opera di Pier Paolo delle

Masegne, XIV secolo

Il 22 dicembre 1216, papa Onorio III diede l'approvazione ufficiale edefinitiva, all'ordine fondato da Domenico. Ottenuto il riconoscimentoufficiale, l'ordine crebbe e, già dal 1217, fu in condizione di inviaremonaci un po' in tutt'Europa, soprattutto nella penisola iberica e neiprincipali centri universitari del tempo, a Parigi[6] e a Bologna, dove sirecò egli stesso.Subito incontrarono delle opposizioni da parte dei vescovi locali, chefurono superate dalla bolla papale dell'11 febbraio del 1218, cheordinava a tutti i prelati di dare assistenza ai domenicani.

A Bologna, l'eloquenza di Reginaldo d'Orléans a favore del nuovoordine, stimolò un notevole e vasto sostegno ai seguaci di DomenicoGuzmàn, che ricevettero notevoli donazioni; Reginaldo avrebbe volutoaccettare, ma Domenico le rifiutò, perché desiderava che i suoiconfratelli non avessero proprietà e vivessero di elemosina.

Nel 1220 e nel 1221 Domenico presiedette personalmente in Bolognaai primi due Capitoli Generali destinati a redigere la magna carta e aprecisare gli elementi fondamentali dell'ordine:

1. predicazione,2. studio,3. povertà mendicante,4. vita comune,5. legislazione,6. distribuzione geografica,7. spedizioni missionarie.Sfinito dal lavoro apostolico (stava preparando una missione in Cumania e per questo studiava la lingua di quelpopolo) ed estenuato dalle grandi penitenze, Domenico morì il 6 agosto 1221, nel suo amatissimo convento diBologna (Basilica di San Domenico), in una cella non sua, perché lui, il fondatore, non l'aveva, circondato dai suoifrati, a cui rivolgeva l'esortazione «ad avere carità, a custodire l'umiltà e a possedere una volontaria povertà».

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La sua cappella nella Basilica di San Domenico(Bologna)

Papa Gregorio IX canonizzò Domenico il 13 luglio 1234. Attualmentela sua festa è il giorno 8 agosto.

Il suo corpo dal 5 giugno 1267 è custodito in una preziosa arcamarmorea, presso l'omonima basilica in Bologna.

A Roma, nel chiostro del convento di Santa Sabina all'Aventino èpresente una pianta di arancio dolce che secondo la tradizionedomenicana, san Domenico portò dalla Spagna. La notorietà dellenumerose leggende miracolistiche legate alle sue intercessioni feceroaccorrere al suo sepolcro fedeli da ogni parte d'Italia e d'Europa,mentre i fedeli bolognesi lo proclamarono «Patrono e Difensoreperpetuo della città».Nel 1963, Soeur Sourire, la cantante monaca domenicana belga,raggiunse il primo posto nella classifica delle hit parade degli StatiUniti con la canzone su san Domenico, Dominique.

La leggenda nera

Pedro Berruguete, Autodafé

Il quadro commissionato da Tomás de Torquemada al pittore PedroBerruguete, intitolato San Domenico presiede un tribunaledell'Inquisizione che in seguito venne semplicemente denominatoAutodafé, è la rappresentazione quasi emblematica del ruolo che è statofalsamente attribuito a Domenico di Guzmán[7] . Egli infatti morì nel1221, ossia dodici anni prima che papa Gregorio IX nominasse, per laprima volta, dei frati domenicani a capo (giudici-delegati permanenti)dei tribunali dell'Inquisizione. Michel Roquebert nel suo libro SanDomenico, contro la leggenda nera scrive:

« Il male che ha fatto quest'opera all'immagine e alla memoria del fondatore dell'Ordine dei predicatori è incommensurabile.La "triste leggenda", la "leggenda nera" che ancora oggi denunciano gli storici domenicani, tanto più dolorosa in quanto èstata creata dagli stessi predicatori, all'epoca in cui ritenevano che essere nati per combattere l'eresia fosse motivo di gloria »(Michel Roquebert)

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Voci correlate• Ordine dei Frati Predicatori• Monache Domenicane• Catarismo• Simone IV di Montfort• Crociata albigese• Chiese dedicate a San Domenico di Guzmán

Bibliografia• Stefano Cordani, San Domenico, San Paolo, Alba 2005, pagg. 330.• A. S. Tuberville, Le eresie e l'Inquisizione nel medioevo: 1000-1305 ca., in «Storia del mondo medievale», vol. V,

1999, pp. 568-598• Dante, Domenico: Il tempo interrotto. Breve storia dei catari in Occidente, Palomar, Bari 2009.• A. G. Little, Gli ordini mendicanti, in «Storia del mondo medievale», vol. V, 1999, pp. 599-640• Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), in «Storia del mondo medievale», vol. V, 1999, pp. 865-896• Martínez Díez Felicísimo, Domenico di Guzman. Vangelo vivente, Città Nuova, 2006• Dyckhoff Peter, Pregare con il corpo. Alla scuola di San Domenico, Ancora, 2005• Roquebert Michel, San Domenico. Contro la leggenda nera, San Paolo Edizioni, 2005• Ravotti Jean-Pierre, San Domenico maestro di preghiera. Le nove maniere di pregare, ESD Edizioni Studio

Domenicano, 2004• Calò Pietro, La legenda di san Domenico, ESD Edizioni Studio Domenicano, 2003• Bouchet Jean-René, San Domenico. La passione dell'annuncio, Città Nuova, 1999• Spiazzi Raimondo, San Domenico di Guzman. Biografia documentata di un uomo riconosciuto dai suoi

contemporanei come «Tutto evangelico», ESD Edizioni Studio Domenicano, 1999• Lippini Pietro, S. Domenico visto dai suoi contemporanei. I più antichi documenti relativi al santo e alle origini

dell'Ordine domenicano, ESD Edizioni Studio Domenicano, 1998• Staid Ennio, San Domenico. Il fascino di un profeta attuale, San Paolo Edizioni, 1995• Bedouelle Guy, A immagine di san Domenico, Jaca Book, 1994• D'Amato Alfonso, Il progetto di san Domenico, ESD Edizioni Studio Domenicano, 1994• Spiazzi Raimondo, San Domenico e il monastero di San Sisto all'Appia, ESD Edizioni Studio Domenicano, 1994

- 448 pagine• Vicaire Humbert, Storia di san Domenico, San Paolo Edizioni, 1987• Ferrua Antonio, Vicaire M. Humbert, San Domenico e i suoi frati, Gribaudi,• Roberto Olivato, Sacrari, santi patroni e preghiere militari, Edizioni Messaggero, 2009

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Note[1] Circostanza in cui, secondo Teodorico di Apolda, Domenico salvò una delle vittime dalle fiamme.[2] Una penitenza, inventata da Domenico, consisteva nel contrassegnare il condannato di eresia, sia davanti che dietro, con delle croci od altri

emblemi color zafferano, esponendo così il penitente agli scherni e a volte alle violenze della folla.[3] che lo portò dieci anni dopo alla fondazione dell'Ordine dei Frati Predicatori.[4] Giordano di Sassonia, il successore di Domenico e suo primo biografo ci fa sapere che Domenico aveva una grande influenza sulle donne e

ne capiva i problemi (preferiva parlare con le giovani anziché con le vecchie) e fece delle suore domenicane, parte integrante dell'ordine deipredicatori, soggette al superiore come i frati.

[5] D'altra parte Innocenzo III si era da sempre mostrato molto sensibile ai problemi spirituali, tanto che fu autore di diversi trattatiteologico-ascetici come De contemptu mundi ("Del disprezzo del mondo"), ed in quegli anni approvò anche l'ordine francescano.

[6] Il 12 settembre 1217, guidati da Matteo di Francia, arrivarono a Parigi sette frati, che presero dimora in una casa dell'ospedale di Notre-Dame,poi, nell'agosto 1218, si trasferirono in una casa dell'università di Parigi, sotto il patronato di San Giacomo. Per questo in Francia i domenicanisono conosciuti col nome di giacobini.

[7] Non fu il primo inquisitore, né il pioniere dell'investigazione e del giudizio degli eretici, ma come tutti coloro che parteciparono alla crociatasi dovette interessare di questi problemi.

Fonti e autori delle voci 7

Fonti e autori delle vociDomenico di Guzmán  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=30080947  Autori:: Abaz, AltraStoria, AnjaManix, Ary29, Berto, Biopresto, Bizarria, Brum, Cialz, Cloj, Croberto68,Dg, Dm.insubre.82, Domenicano, DonPaolo, EH101, Elpìs, Elvezio, Fefemak, Fmulas, Ginosal, Gvnn, Homer, K.Weise, Lingtft, Loroli, Mappo, Mauro742, Maximix, Medan, Melos,Moloch981, Montemurro, Moroboshi, No2, Paris24, Ponci, Pvallari, R.gelforte, RaminusFalcon, Riccardo Riccioni, Roberto Mura, Roxy xxx, Sailko, Sbazzone, StefanoBarillà, Sunflower,Tango7174, Teodoro Amadò, Turgon, Vito Calise, Ylebru, 63 Modifiche anonime

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