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DOCUMENTO DI PIANO

ELENCO ELABORATI

F1-DDP Documento di Piano relazione e norme

T2-DDP Tavola delle previsioni di piano 10.000

T3-DDP Inquadramento territoriale 10.000

T4-DDP Stato di attuazione del PGT vigente 5.000

T5-DDP Indice del consumo di suolo 5.000

T6-DDP Carta del paesaggio 10.000

T7-DDP Analisi: formazione della città 5.000

T8-DDP Analisi: destinazioni d’uso 5.000

T9-DDP Analisi: altezza degli edifici 5.000

T10-DDP Analisi: stato di conservazione degli edifici 5.000

T11-DDP Analisi: superfici dei suoli 5.000

T12-DDP Analisi: uso dei suoli 5.000

T13-DDP Sensibilità paesistica 5.000

T14-DDP Vincoli 5.000

T15-DDP Aree agricole 5.000

T16-DDP Aree dismesse o in dismissione 10.000

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DOCUMENTO DI PIANO - INDICE

0. PREMESSA 5

0.1 Contenuti della Variante 5

0.2 Monitoraggio di attuazione del P.G.T. 12

0.3 Verifica di coerenza esterna con il P.T.C.P. 13

0.4 Incidenza sul sito di interesse comunitario 16 “Sorgenti della Muzzetta”

0.5 Piano di Indirizzo Forestale 16

Parte Prima – LO STATO DI FATTO

1. CENNI STORICI 19

2. I CARATTERI GENERALI DEL TERRITORIO 23

3. AMBIENTE FISICO E PAESAGGIO 25

4. CARATTERI MORFOLOGICI E DISTRIBUTIVI DEL COSTRUITO 27

5. AMBITI DI CRITICITA’ RESIDUI 29

6. CARATTERI SOCIO-ECONOMICI 30

7. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE 37

8. LE INDICAZIONI DEL P.T.C.P. 38

Parte Seconda – GLI OBIETTIVI DI PIANO

9. GLI OBIETTIVI GENERALI DI PIANO DEFINITI DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE 47

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10. IL NUCLEO STORICO 50

11. IL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO 52

12. GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE INTERNI ALL’AREA URBANIZZATA 54

13. GLI AMBITI ESTERNI DI TRASFORMAZIONE 54

14. LE AREE AGRICOLE 56

15. LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELL’AMBIENTE 57

16. LA MOBILITA’ 59

17. VERIFICA DI AMMISSIBILITÀ DELLE ESPANSIONI PREVISTE 60

Parte Terza – ASPETTI QUANTITATIVI E NORMATIVI

18. LO SVILUPPO RESIDENZIALE NELLE AREE DI TRASFORMAZIONE ESTERNE 63

19. PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO 64

20. AMBITI SOGGETTI A PEREQUAZIONE 67

21. LO SVILUPPO NON RESIDENZIALE 67

22. DIMENSIONAMENTO GENERALE DI PIANO 69

ALLEGATO

NORME DALLO STUDIO GEOLOGICO 71

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0. PREMESSA

L’Aggiornamento 2016 del Piano di Governo del Territorio, redatto

nei limiti definiti dall’art. 5, comma 4 della Legge Regionale 28 no-

vembre 2014, n. 31, introduce semplici ritocchi, sia nella cartografia

di piano che nella normativa, volti ad agevolare gli interventi, che il

monitoraggio effettuato sul quinquennio di validità del P.G.T. hanno

dimostrato essere gravati da pesanti difficoltà operative.

Il Documento di Piano riproduce pertanto integralmente nella ver-

sione approvata nel 2010 le parti relative allo stato di fatto, non es-

sendosi verificate modifiche di sorta, fatta eccezione della riduzione

del consumo di suolo previsto per l’ambito di trasformazione a de-

stinazione residenziale “A”.

Sono al contrario aggiornati i dati relativi alla situazione socio-eco-

nomica utilizzando gli esiti del nuovo censimento 2011, ed è verifi-

cata la coerenza esterna con il P.T.C.P. approvato nel 2013.

Sono infine aggiornati tutti gli elaborati cartografici per le parti che

sono state modificate nel Piano delle Regole e nel Piano dei Servizi

rispetto al primo P.G.T.

0.1 Contenuti della Variante

Nelle pagine seguenti sono riportati gli stralci degli azzonamenti

modificati dalla Variante, con il confronto fra la soluzione approvata

nel 2010 e quella nuova introdotta.

Le modifiche discendono dalle seguenti motivazioni:

- correzioni di errori materiali presenti negli elaborati di Piano,

- modifiche di destinazione d’uso funzionali alla valorizzazione

delle proprietà pubbliche,

- aggiornamento cartografico in relazione ad opere pubbliche ese-

guite nel periodo di validità del P.G.T.,

- modifiche nelle perimetrazioni dei piani attuativi funzionali ad

una più agevole attuazione,

- modifiche conseguenti ad istanze pervenute e ritenute meritevoli

di accogimento.

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MODIFICA 1 – adeguamento a Variante SUAP – negozio LIDL PGT vigente modifica

La modifica è stata adottata con del. C.C. 21 dicembre 2015, n. 37

ed è funzionale ad un modesto ampliamento del negozio esistente e

alla razionalizzazione delle superfici a parcheggio.

MODIFICA 2 – eliminazione di sede stradale PGT vigente modifica

Nella redazione originaria del P.G.T. era stata interpretata come se-

de stradale esistente il tracciato di una roggia dimessa, che è stata

riazzonata in conformità all’azzonamento adiacente, correggendo

l’errore materiale.

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MODIFICA 3 – Nuovo P.R. di Piazza Berlinguer PGT vigente modifica

Venuta meno l’utilità dell’area a servizio della scuola elementare

per la dismissione della stessa, la proprietà comunale è stata com-

presa in un nuovo P.R. che porti alla realizzazione di un nuovo

fondale a Piazza Berlinguer.

MODIFICA 4 – Incremento edificabilità del P.I.I. di Via Don Gnocchi PGT vigente modifica

La maggior volumetria è stata attribuita per omogeneizzare il P.I.I.

agli altri e per dare un incentivo alle possibilità di intervento.

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MODIFICA 5a – Nuovo Piano Attuativo in Via San Pedrino PGT vigente modifica

L’area parzialmente di proprietà comunale destinata ad un possi-

bile ampliamento del centro sportivo, essendo venuta meno una

programmazione in tal senso, è stata valorizzata con un nuovo

P.A. da comprendere nel piano delle alienazioni.

MODIFICA 5b – Riduzione dell’Ambito di Trasformazione A PGT vigente modifica

E’ l’unica modifica che riguarda il Documento di Piano: ancor-

chè la modifica 5a non comporti nuovo consumo di suolo, l’am-

bito di trasformazione residenziale A è stato ridotto, restituendo

a parte dell’area l’originaria destinazione agricola, con un bilan-

cio complessivo di mq. 5.000 circa di minor consumo.

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MODIFICA 6 – Area di Via Molaschi PGT vigente modifica

La cartografia è aggiornata con il nuovo centro scolastico di Via

Fleming; l’area di proprietà comunale di Via Molaschi, già az-

zonata a parcheggio è stata valorizzata con nuova edificabilità.

MODIFICA 7 – Piano di Recupero di Via Caprera PGT vigente modifica

E’ stato modificato il perimetro per rendere più agevola la circo-

lazione di Via Caprera eliminando una strettoia.

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MODIFICA 8– Polizia Locale e Scuola di Via D’Acquisto PGT vigente modifica

La sede della Polizia Locale, che verrà trasferita in altri edificio

comunale è stata compresa nel consolidato residenziale e si è

compensata l’area di pertinenza della Scuola di Via D’Acquisto.

MODIFICA 9 – Nuovo Asilo Nido PGT vigente modifica

Aggiornamento cartografico dell’area destinata al nuovo asilo

nido edificato successivamente all’approvazione del P.G.T.

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MODIFICA 10 – Ampliamento parcheggio cimitero e nuovi servizi cimiteriali

PGT vigente modifica

Il parcheggio esistente è stato ampliato a nord su aree già desti-

nate all’ampliamento del centro sportivo; è stata individuata una

piccola area per nuovi servizi cimiteriali (funeral home).

MODIFICA 11 – Rettifica nuova strada di accesso all’ambito

di trasformazione B PGT vigente modifica

Aggiornamento cartografico della posizione della nuova strada

di accesso all’ambito di trasformazione a destinazione produttiva

B, in conformità con quanto già realizzato da TEEM come opera

stradale integrativa.

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MODIFICA 12 – Eliminazione del Piano di Recupero di Conterico PGT vigente modifica

Il Piano di Recupero si presenta di improbabile attuazione, visto

il frazionamento delle proprietà; gli interventi di ristrutturazione

edilizia sono in ogni caso soggetti alla verifica di compatibilità

ambientale del Parco Sud Milano.

0.2 Monitoraggio di attuazione del P.G.T.

Il monitoraggio individuato dalla VAS del PGT 2010 si traduce, de-

corsi cinque anni dall’approvazione dei piano, nella seguente scheda

di valutazione:

Obiettivo PGT Indicatore descrittivo Unità di misura Volumi edilizi concessi / superficie urbanizzata mc.22360/mq.8930

Numero di edifici ad alta efficienza energetica N° 2

Produzione di energia da fonti rinnovabili 20%

Dotazione di servizi per la formazione (scuola

dell’obbligo) 34 mq/alunno

Scuola dell’infanzia N° 370 posti

Asili nido N° 110 posti

Percentuale di rifiuti destinati a raccolta differenziata 67 %

OB. 1 Migliorare la qualità urbana

Percentuale di rete fognaria realizzata con reti separate 0

OB. 2 Valorizzare lo spazio pubblico

Numero degli interventi di riqualificazione degli spazi

urbani N° 0

OB. 3 Numero di interventi di recupero del patrimonio edili- N° 0

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zio esistente Garantire nuove opportunità

insediative per la residenza Superficie di nuova urbanizzazione / superficie territo-

riale mq/mq 0

Superficie di nuova urbanizzazione / superficie territo-

riale mq/mq 0

OB. 4 Garantire nuove opportunità

insediative per il produttivo Addetti totali N° 0

Lunghezza piste ciclopedonali Km 2,5

Parcheggi attrezzati per biciclette N° 0

Km nuove piste ciclabili / km piste Km 0

OB. 5 Migliorare l’assetto viabilisti-

co e la ciclabilità

Km piste ciclabili / km strade comunali 0, 3 km/km

Numero di aziende ad agricoltura di biologica / numero

di aziende totali 2 / 6

Numero di prodotti contrassegnati dal marchio di qua-

lità N° 0

Numero di punti vendita dei prodotti locali N° 1

Numero di posti letto in esercizi di ricettività rurale N° 10

Aree bonificate / aree da bonificare mq/mq 0

OB. 6 Tutelare e valorizzare il territo-

rio e l’ambiente

Numero di eventi di promozione del territorio e valo-

rizzazione naturale – paesistica N° 8

Il monitoraggio dimostra la sostanziale staticità dell’assetto territoria-

le, per la grave crisi che ha colpito il settore immobiliare privato, per

le difficoltà delle aziende produttive, che lungi dall’essere soggette a

crescita hanno avuto in questi anni l’obiettivo di restare in attività e

per le difficili situazioni di bilancio che hanno sostanzialmente azzera-

to le possibilità di investimenti pubblici sul territorio, con la sola ecce-

zione dell’asilo nido, programmato da tempo, e del nuovo centro sco-

lastico, frutto di un programma integrato di intervento convenzionato

negli ultimi anni di andamento positivo del mercato.

Duole dover rimarcare che il solo evento significativo avvenuto a

Paullo nel quinquennio di validità del primo Documento di Piano è

consistito nella realizzazione della Tangenziale Est Esterna, contro la

quale il Comune di Paullo si era a lungo opposto e che ha determinato

la completa eliminazione di un corridoio ecologico secondario previ-

sto dal P.T.C.P. oltre a non aver certo migliorato la qualità paesaggi-

stica del territorio.

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0.3 Verifica di coerenza esterna con il P.T.C.P.

Si rinvia al successivo paragrafo 8 la verifica di coerenza esterna del

P.G.T., effettuata tavola per tavola, con le previsioni del nuovo

P.T.C.P. del 2013; in questa premessa si anticipa la semplice verifica

dell’assenza di nuovo consumo di suolo, requisito essenziale della Va-

riante ai sensi della L.R. 31/14.

Le modifiche, come sopra elencate, che hanno introdotto nuova edifi-

cabilità riguardano tutte aree di diversa destinazione d’uso rispetto

all’agricoltura e allo standard a verde.

Si verificano qui di seguito le diverse destinazioni d’origine, fatte sal-

ve per le modifiche che riguardano correzioni di errori, diverse moda-

lità attuative o che costituiscono un semplice aggiornamento della car-

tografia.

- modifica 1 = area a parcheggio – vedi Piano dei Servizi – tav. 2 –

Stato di fatto – area P22

- modifica 3 = area a servizi di interesse comune – PdS – area IC19

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- modifica 5a = area a servizi sportivi – vedi Piano dei Servizi – tav.

3 – Progetto – area V11

- modifica 6 = aree a parcheggio – PdS – aree P86 e P89

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- modifica 8 = area a servizi per l’istruzione e di interesse comune

– PdS – aree I1 e IC12,

Tutte le aree hanno pertanto una destinazione di origine che non com-

porta nuovo consumo di suolo; tuttavia quale atto di adesione agli in-

dirizzi introdotti dalla L.R. 31/14, la Variante a fronte della nuova edi-

ficazione prevista sulle aree attualmente libere, ovvero:

- modifica 3 – nuovo P.R. di Piazza Berlinguer = mq. 1.593

- modifica 5a – nuovo P.A. di Via San Pedrino = mq. 13.315

- modifica 6 – parcheggi P86 e P89 = mq. 2.999

per un totale di mq . 17.907, riduce l’ambito di trasformazione a desti-

nazione residenziale “A” previsto dal P.G.T. vigente per una superfi-

cie di mq. 18.245, con un bilancio pertanto positivo.

0.4 Incidenza sul sito di interesse comunitario “Sorgenti della Muzzetta”

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La distanza fra l’abi-

tato di Paullo e il SIC

(fra i quali si estendo-

no l’area industriale

di Settala e la frazione

di Calappio) e l’as-

senza di nuove previ-

sioni insediative nella

porzione nord del ter-

ritorio comunale por-

tano ad escludere

qualsiasi possibile in-

cidenza sul sito di in-

teresse comunitario,

non rendendosi per-

tanto necessarie ulte-

riori verifiche.

0.5 Piano di Indirizzo Forestale

La Variante adegua la tavola dei vincoli (DDP 14) e la tavola del pae-

saggio (DDP 6) alle previsioni del nuovo Piano di Indirizzo Forestale

adottato dalla Città Metropolitana il 2 luglio 2015.

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Parte Prima

LO STATO DI FATTO

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1. CENNI STORICI Anno dominice incarnacionis mileximo centeximo trigeximo tercio,

mense marcii, indicione undecima, ovvero l’11 marzo 1133, una signo-

ra milanese, Sigezia, vedova di Enrico, nel rispetto delle volontà del

marito, con atto nel notaio Otto donava i campi di sua proprietà nel ter-

ritorio di “Patule”, ovvero Paullo, alla chiesa di San Giorgio al Palazzo

(tuttora esistente, nella ricostruzione seicentesca, in Via Torino a Mila-

no)

Questo, secondo Lombardia – Beni Culturali, il portale regionale del

patrimonio culturale curato dalla Regione e dall’Università di Pavia, è

il primo documento scritto che testimonia l’esistenza di Paullo.

I vari reperti rinvenuti nelle campa-

gne (i resti di una casa del III secolo a

a Tribiano, una moneta di epoca im-

periale nei pressi del Santuario di

Santa Maria del Pratello) testimonia-

no della presenza romana in un terri-

torio che doveva apparire molto di-

verso dallo stato attuale, per le vaste zone paludose che si estendevano

fra l’Adda e il Serio, resti di quello che la tradizione locale chiama “La-

go Gerundo”, scomparso con le

opere di bonifica dell’alto me-

dioevo, grazie soprattutto alla

realizzazione del canale Muzza,

all’origine del reticolo idrogra-

fico attualmente esistente e

completato nel 1220.

Nei secoli successivi Paullo fu

prima feudo della famiglia Car-

cassola, presente anche nell’Al-

to Milanese, e poi, dopo la pace

di Cateau Cambresis, che segna

l’inizio dell’egemonia spagnola

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in Italia, ai principi Tassis, napoletani.

Non sono segnalati episodi storici significativi avvenuti a Paullo, che

per secoli fu caratterizzata dalla vita tranquilla di una piccola comunità

rurale, per sua fortuna defilata rispetto gli itinerari prevalenti utilizzati

dagli eserciti invasori.

La prima levata I.G.M. del 1888 individua l’abitato di Paullo, che dà il

nome alla tavoletta qui di seguito riportata.

Nell’ingrandimento alla pagina seguente, il nucleo di antica formazione

appare orientato in direzione nord-sud, lungo l’asse principale costitui-

to dall’attuale Via Matteotti, con un asse viario secondario posto orto-

gonalmente, rappresentato da Via Manzoni.

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22

Solo successivamente fu creata Via Milano, aprendo il fronte edificato

continuo sul lato ovest di Via Matteotti e privilegiando così il percorso

di attraversamento della direzione Milano – Crema.

La nuova viabilità determinò un fenome-

no raro e curioso, ovvero una radicale

modifica della “forma urbis”, che dal-

l’originale rettangolo si trasformò nel-

l’attuale ovale sviluppato lungo l’asse est

– ovest, evidenziato dall’estratto aerofo-

togrammetrico riportato a centro pagina.

In pratica, si sono avute negli ultimi cin-

quanta anni trasformazioni largamente

superiori a quelle manifestatesi nel millennio precedente: la popolazio-

ne, che al termine della seconda guerra mondiale era ancora attestata

sui 3.000, è arrivata a superare i 10.000 abitanti e il parallelo sviluppo

edificatorio ha visto allargare il territorio urbanizzato dai 10 ettari ori-

ginari agli attuali 195.

Il rinnovo dell’impianto urbano è coinciso con vari episodi di sostitu-

zione edilizia, che hanno determinato la cancellazione di significative

presenze monumentali: la sede dell’autorità giudiziaria, il Palazzo Pre-

torio, è andato distrutto da un incendio nel 1902, la chiesa di San Pe-

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drin, testimonianza della presenza dei monaci benedettini, protagonisti

• Nucleo di antica formazione; a confronto tavola IGM 1888 e

aerofotogrammetrico attuale: tracciati viari, corsi d’acqua e

sito della chiesa parrocchiale

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degli interventi medioevali di bonifica ambientale, è stata demolita, così

come la settecentesca chiesa parrocchiale dei Santi Quirico e Giulitta,

demolita nel 1965 per essere sostituita da un nuovo edificio.

Ne consegue che a Paullo non vi sono presenze monumentali significa-

tive e gli edifici di maggior rilievo risultano essere il Santuario di Santa

Maria in Pratello, del XVIII secolo, ma che risale all’XI secolo, e il Pa-

lazzo Municipale edificato nel 1908.

Sono inoltre da menzionare, quali presenze significative per la storia

della città, la Cascina Villambrera con l’Oratorio di Sant’Eusebio,

complesso rurale che si suppone di origine romana e certamente già e-

sistente nell’alto medioevo e la Casa dell’Acqua, in prossimità delle

chiuse del Muzza, sede del Consorzio che gestisce il canale.

2. I CARATTERI GENERALI DEL TERRITORIO Il Documento di Piano del primo P.G.T. così sintetizzava i connotati

distintivi del territorio comunale:

- la presenza di un nucleo antico caratterizzato più dalla morfologia

edilizia (che lascia intendere le proprie origini rurali), piuttosto che

dalla presenza di emergenze storiche e monumentali;

- la presenza di un tessuto residenziale a carattere prevalentemente

estensivo, che si è sviluppato quasi integralmente nella seconda me-

tà del secolo scorso in contiguità del nucleo antico;

- una buona dotazione di servizi pubblici e di aree di proprietà pub-

blica, espressione da un lato di una radicata cultura di buona am-

ministrazione e dall’altro di un sostanziale benessere sociale;

- l’esistenza di un tessuto produttivo prevalentemente concentrato ai

margini del territorio urbanizzato con modeste presenze artigianali

nel tessuto residenziale;

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- la positiva assenza – rispetto ad altri contesti analoghi – di una

frammentazione in frazioni dell’area urbanizzata e di episodi signi-

ficativi di aree industriali dismesse;

- un assetto viabilistico interno che non presenta condizioni di critici-

tà grave e che troverà nelle opere già programmate (la circonvalla-

zione nord e la riqualificazione della Paullese) soluzione agli attuali

problemi legati al traffico di attraversamento;

- la vasta porzione di territorio compresa nel Parco Agricolo Sud Mi-

lano, che rappresenta un contorno ambientale alla città di grande

pregio paesaggistico, impreziosita dall’abbondanza di corsi

d’acqua;

- per contro, la presenza della Cambrex Profarmaco, azienda a ri-

schio di incidente rilevante (livello medio), per la tossicità potenzia-

le delle lavorazioni eseguite, che rappresenta oggettivamente un neo

nella qualità ambientale del territorio.

Questi caratteri sono stati integralmente consevati nel quinquiennio di

validità del Documento di Piano: il territorio non presenta situazioni di

criticità grave e le problematiche urbanistiche più significative si circo-

scrivono all’opportunità di favorire processi di rilocalizzazione

nell’ambito del territorio comunale per alcune attività produttive adia-

centi a contesti a prevalente destinazione residenziale, e alla necessità

di interventi di riqualificazione edilizia per alcuni ambiti del tessuto

consolidato.

Il carattere maggiormente distintivo del territorio comunale, rappresen-

tato dall’uso agricolo prevalente è inoltre garantito dall’appartenenza al

Parco Agricolo Sud Milano, che ne determina la tutela senza la possibi-

lità (e la necessità) di interventi da parte della pianificazione locale:

come vedremo, solo poco più di 14 ettari, aree agricole esterne al par-

co, possono in parte costituire ambiti di trasformazione nel rispetto dei

limiti quantitativi imposti dal Piano Territoriale di Coordinamento della

Provincia di Milano.

L'elemento di novità è rappresentato dall'avvenuta realizzazione nel pe-

riodo della Tangenziale Est Esterna, che ha indubbiamente inciso sui

caratteri del territorio e sui suoi aspetti paesaggistici essendosi compiu-

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to un consumo di suolo con erosione di aree agricole per oltre 100 ettari.

Le valutazioni recentemente emerse sul sottoutilizzo della nuova infra-

struttura non può non fare riflettere sulla priorità attribuita a grandi o-

pere che non risultano poi corrispondere nella realtà ai reali bisogni del

territorio, mentre altre, ambientalmente meno invasive, ma che sicura-

mente inciderebbero notevolmente sulla qualità della vita dei cittadini,

quale il prolungamento della linea 3 della metropolitana, restano al palo

in attesa di tempi migliori.

3. AMBIENTE FISICO E PAESAGGIO

Dai dati emersi dal rapporto 2012 del Centro Ricerca sui Consumi di

Suolo, emerge che il comune di Paullo ha un indice di consumo del

suolo pari a 21,7% con una superficie urbanizzata di 1,95 km2.

Gli spazi edificati sono concentrati nella porzione centrale del territorio

comunale, senza fenomeni conurbativi con i comuni limitrofi (fatta sal-

va una minima contiguità di ambiti produttivi ai confini con Zelo Buon

Persico).

La compattezza della zona urbanizzata centrale valorizza ulteriormente

il paesaggio agricolo proprio della “bassa” lombarda, segnata dalla pre-

senza di cascine isolate, filari alberati, corsi d’acqua, vaste distese col-

tivate.

Non si hanno punti di eccellenza particolare, nessun sito di interesse

comunitario, nessun ambito soggetto a particolare tutela, ma il paesag-

gio del territorio paullese assume valori di grande qualità soprattutto

lungo il percorso della Muzza, percettivamente del tutto assimilabile ad

un percorso fluviale.

Il territorio è pianeggiante, minimamente degradante da nord a sud e da

ovest ad est, con quote massime di m. 99 sul livello del mare ai confini

con Settala e di m. 94 ai confini con Zelo Buon Persico.

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La tavola DDP6 - Carta del Paesaggio sintetizza i caratteri distintivi e le

emergenze del territorio, che risulta sostanzialmente spezzato in due dal

nucleo urbanizzato che costituisce una barriera paesaggistica continua

fra le due porzioni di campagna poste a nord e a sud.

Gli ambiti paesaggisticamente più sensibili sono nella porzione a nord

l’intorno del nucleo di Conterico,

dal confine comunale fino alla ca-

scina Bentivoglio e in quella a sud

l’ampio comprensorio che ha nella

cascina Villambrera il suo fulcro e

nel corso della Muzza la presenza

maggiormente distintiva. Costitui-

sce inoltre un angolo di eccellenza

il punto di ripartizione della Muzza

e dell’Addetta con le chiuse e la

Casa dell’acqua.

Di minor qualità paesistica sono le

aree agricole poste sul confine orientale a causa di un’articolazione più

sfrangiata dell’edificazione, per la presenza di linee elettriche di alta

tensione e per la minor dotazione di zone alberate, la qual cosa ha ridot-

to parzialmente il danno provocato dalla Tangenziale Est esterna e delle

opere di interscambio ad essa connesse, che hanno avuto sviluppo pre-

valentemente in questo contesto.

L’andamento pianeggiante del terreno e la presenza di numerosissimi

filari alberati, quasi sempre posti in corrispondenza dei corsi d’acqua,

riducono la percezione di profondità, ma danno vita ad un contesto pae-

sistico tranquillo e riposante, valorizzato dalla sostanziale assenza di

rumori (anche se già all’altezza della cascina Bentivoglio, per esempio,

è percepibile il ronzio del traffico sulla Paullese).

La campagna è di fatto integralmente coltivata e non si segnalano per-

tanto situazioni di abbandono o di degrado, né la presenza di rifiuti ab-

bandonati. Le cascine, tutte di vecchio impianto, sono generalmente in

buon stato di conservazione nelle porzioni a destinazione residenziale,

mentre di minor qualità edilizia e non sempre in buono stato sono gli

altri fabbricati destinati a magazzino, stalla o ricovero mezzi agricoli.

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Le uniche funzioni non agricole sono costituite dal ristorante “La Man-

giatoia” per il quale è stata trasformata parte della cascina Bentivoglio,

e il piccolo agriturismo di quattro camere gestito dalla proprietà della

cascina Sant’Antonio.

Emerge fra tutte la Cascina Vil-

lambrera, caratterizzata da una

corte interna amplissima e dalla

piccola cappella sul lato orientale

dell’insediamento: la contiguità

del complesso al letto della Muz-

za valorizza ulteriormente il con-

testo che ha accesso da una lunga

strada campestre alberata. E’ pre-

cisamente questo l’ambito territo-

riale in cui ha inciso più pesan-

temente l’impatto della nuova au-

tostrada, che ha separato Villambrera dal nucleo urbano, modificando

in negativo uno dei paesaggi di maggior qualità del territorio comunale.

4. CARATTERI MORFOLOGICI E DISTRIBUTIVI DEL COSTRUITO La trasformazione subita nel tempo dalla forma urbana ha sostanzial-

mente cancellato i caratteri del nucleo di antica formazione, che resta

percepibile in modo discontinuo per l’alternarsi della nuova edificazio-

ne con le residue preesistenze: in particolare Via Milano si è sostituita a

via Matteotti nel rappresentare la principale strada cittadina, conser-

vando una connotazione storica sul lato sud della tratta centrale segnata

da una cortina edilizia continua da piazza Pertini a piazza Marconi.

Il residuo ambiente fisico costruito, a prevalente destinazione residen-

ziale, è connotato da un’edificazione a carattere estensivo, sviluppatasi

intorno al nucleo, con la formazione di un reticolo stradale regolare e

ordinato; negli ambiti più periferici, soprattutto nella porzione più o-

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rientale dell’area urbanizzata, si attestano gli episodi più recenti, a ca-

rattere semintensivo, ma di maggior qualità insediativa e architettonica,

derivando tutti da piani attuativi approvati negli ultimi venti anni; la ta-

vola DDP 7 – Formazione della Città, individua l’evoluzione storica

dell’urbanizzazione, dal nucleo di antica formazione, all’espansione

avvenuta in assenza di pianificazione, alle porzioni più recenti formate-

si in attuazione prima del Programma di Fabbricazione e poi del Piano

Regolatore Generale.

Le aree produttive sono fortemente concentrate nella zona nord-ovest e

nella zona sud-est: quasi tutti gli insediamenti sono caratterizzati da una

modesta qualità edilizia e presentano alcuni episodi di dismissione; di

recente realizzazione è il nuovo centro logistico Number 1 del gruppo

Barilla che rappresenta il manufatto edilizio di maggior consistenza

dimensionale dell’intero territorio comunale.

Il tessuto edilizio si presenta complessivamente compatto, con una serie

di spazi pubblici a verde posti in aderenza al nucleo centrale: i giardini

San Tarcisio insieme ai giardini della residenza per anziani e della

scuola per l’infanzia a nord, il parco Muzza ad ovest, il campo sportivo

di via Gagarin e il parco fra le vie Ferrari e Don Gnocchi a sud, il gran-

de centro sportivo ad est.

Particolare cura è stata posta negli interventi più recenti alla formazione

di spazi pedonali urbani, che hanno dato vita a contesti di particolare

vivacità quali piazza Berlinguer, piazza Pertini e piazza Marconi, desti-

nati a consolidarsi e ad ampliarsi in futuro.

I due Documenti di Inquadramento per la programmazione urbanistica

approvati nel 2006 e nel 2008 hanno individuato una serie di interventi

destinati ad incidere notevolmente sull’assetto urbano che il Documen-

to di Piano del primo P.G.T. Ha integralmente confermato.

Va segnalato in particolare il programma integrato di intervento

dell’area dell’ex consorzio agrario e delle attuali scuole medie, la cui

attuazione prevede un nuovo insediamento residenziale, in parte reali-

zxzato nel corso del quinquiennio e che ha portato alla realizzazione

del nuovo polo scolastico di via Mazzarello, che costituisce la principa-

le opera pubblica realizzata negli ultimi decenni.

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30

Di non minore importanza è il complesso di iniziative di carattere terzia-

rio e commerciale previste fra la Paullese e via Mazzarello, che rappre-

senteranno la nuova porta d’ingresso in città, i cui contenuti sono tutto-

ra in fase di definizione e messa a punto da parte degli operatori in re-

lazione al completamento degli interventi di riqualificazione e poten-

ziamento della Paullese, che vedono proprio nella tratta interessante il

territorio di Paullo l'ultimo lotto in programma.

Complessivamente, Paullo offre l’immagine di un territorio funzional-

mente ben distribuito, con un nucleo centrale quasi esclusivamente re-

sidenziale e insediamenti periferici parzialmente di tipo produttivo,

come evidenziato dalla tavola di analisi (DDP 8) relativa alle destina-

zioni d’uso prevalenti dell’edificato, e un patrimonio edilizio omoge-

neo e complessivamente ben conservato (vedi DDP 9 e 10 – altezza e

stato di conservazione degli edifici e DDP 11 e 12 – sistemazione su-

perficiale e uso dei suoli pertinenziali).

5. AMBITI DI CRITICITA’ RESIDUI

Nel territorio comunale si evidenziano alcuni ambiti di criticità a cui il

Piano delle Regole deve porre rimedio con soluzioni che non siano pal-

liativi, ma portino al recupero di una morfologia urbana coerente con il

restante tessuto urbano.

Un primo gruppo di ambiti di criticità è rappresentato dai complessi e-

dilizi che necessitano di interventi di recupero: oltre all’ambito di via

Matteotti e ai nuclei esterni di Conterico, cascina Tombona e casa Geri

già individuati dal cessato P.R.G. e non ancora attuati, due ulteriori

complessi sono individuabili all’incrocio fra Via Mazzini e Via Matte-

otti (e va sottolineato come, al di là di dette aree, il territorio comunale,

nella sua parte urbanizzata, essendo costituito prevalentemente da tes-

suto di recente formazione, non presenta situazioni di particolare criti-

cità dovuta a condizioni di degrado del costruito).

Un secondo gruppo è rappresentato dagli insediamenti artigianali e in-

dustriali compresi nell’isolato fra le vie Sacco e Vanzetti, Leopardi e

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Don Gnocchi, che da un lato presentano condizioni edilizie non ottimali

con una dismissione di parte dei capannoni presenti e dall’altro costi-

tuiscono una localizzazione impropria per attività produttive, sia perché

inserita in un ambito residenziale, sia perché prive di qualsiasi possibi-

lità di crescita e di razionalizzazione delle attività presenti. L'ambito di

trasformazione a destinazione produttiva individuato dal primo P.G.T.

è precisamente orientato a consentire la rilocalizzazione delle attività

tuttora in esercizio e l’avvio di processi di trasformazione degli attuali

insediamenti.

Un terzo motivo di criticità è rappresentato infine dall’insediamento

produttivo della Cambrex Profarmaco e dal rischio di incidente rilevan-

te da essa rappresentato. Non essendo al momento prevedibile un tra-

sferimento degli impianti, l’Amministrazione e l’azienda hanno con-

cordato la costituzione di una commissione permanente per il controllo

dell’attività produttiva e il dirottamento degli scarichi industriali dalla

rete fognaria comunale direttamente al depuratore consortile.

6. CARATTERI SOCIO-ECONOMICI Anche a Paullo si è registrata una costante crescita della popolazione in

conformità con la crescita media nazionale.

• La popolazione di Paullo nei censimenti

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Più precisamente i 10.108 abitanti registrati nel censimento del 2001 han-

no raggiunto la quota di 11.014 residenti nel censimento del 2011, con

un incremento medio annuo di 90,6 abitanti.

Percentualmente tale incremento equivale all'8,96% e si discosta da

quello registrato nell'intera Provincia di Milano pari al 3,3%.

Si nota inoltre che la crescita demografica tra gli ultimi due censimenti

(2001 – 2011) equivale percentualmente al 50,36% rispetto a quella re-

gistrata tra i due immediatamente precedenti (1991-2001).

Sotto il profilo dell’età, il censimento della popolazione del 2011 di-

stribuiva gli 11.014 abitanti di Paullo secondo il grafico qui riportato,

rappresentante le classi di età decennali.

• La popolazione per classi di età nel censimento 2011

Mentre i dati del 2001 si discostavano sensibilmente dalla distribuzione

percentuale registrata in Provincia di Milano, con una maggior presenza

di popolazione giovane (17,4% di minorenni a fronte del 15,1% della

media provinciale) e un divario nella popolazione anziana (21,2% di ul-

trasessantenni rispetto al 25,1% dell’intera Provincia, dal censimento

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2011 emerge che il dato riferito alla popolazione giovanile è allineato

con quello provinciale (Paullo 17,69 %; Provincia 17,20 %) mentre

permane un minimo divario nella popolazione anziana (19.12% a fronte

del 21,23% provinciale).

Anche la struttura delle famiglie non diverge sostanzialmente dalla me-

dia, con 2,36 componenti per unità a fronte dei 2,2 della Provincia.

Gli unici dati comunali che si distaccano da quelli provinciali riguarda-

no il numero di componenti della famiglia (differenza negativa dell'

8,6% tra Paullo e Provincia di Milano per numero di famiglie formate

da 1 componente; differenza positiva di 3,8% tra Paullo e Provincia per

numero di famiglie formate da 3 componenti) e la percentuale delle

coppie con figli che sono il 60,4% a Paullo e il 57,02% nell’intera Pro-

vincia di Milano

I cittadini stranieri costituiscono una parte significativa della società

paullese: se nel 2001 erano l’1,6% della popolazione residente (164

persone), nel censimento 2011 erano 1.025 persone, pari al 10,7% del

totale della popolazione residente.

Ciò dimostra che il recente aumento della popolazione è dunque dovuto

prevalentemente al saldo migratorio, che rimane sempre positivo

nell’arco di tempo tra il 2001 e il 2011.

Fra gli stranieri il primo luogo di provenienza è ancora la Romania, se-

guono il Perù, il Marocco e l’Albania.

Le condizioni abitative sono quantitativamente soddisfacenti, essendo

state censite 4.521 abitazioni per un totale di 413.099 mq. di superficie

delle abitazioni, pari a un valore medio di superficie per occupante di

37,56 mq. ( dato leggermente inferiore a quello provinciale pari a 39,42

mq.).

Anche qualitativamente il censimento ha riportato dati apprezzabili ri-

spetto al numero di abitazioni valutato per numero di stanze: il valore

percentuale più alto, pari al 39,5%, è rappresentato da abitazioni forma-

te da quattro stanze, mentre solo il 2,2% registra abitazioni con solo

una stanza.

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La percentuale delle abitazioni dotate di allacciamento all’acquedotto, di

impianto di riscaldamento e di acqua calda sanitaria è prossimo al

100%.

I livelli di istruzione della popolazione sono lievemente inferiori a quel-

li provinciali, registrando le seguenti percentuali sul totale della popo-

lazione censita:

Livello Istruzione Paullo Provincia di Milano

Laurea 6,9 15,1

Altri Diplomi 0,3 0,5

Diploma S.S.Sup. 30,7 32,8

Diploma S.M.Inf. 32,6 28,2

Diploma Elem. 21,5 16,7

Nulla 7,5 6,2

Analfabeti 0,5 0,5

Se ne ricava l’immagine di un comune caratterizzato tuttora da una for-

te componente operaia, anche se gli occupati nell’industria sono stati

abbondantemente superati nell’ultimo censimento da quelli del terzia-

rio, come indicato nel grafico successivo.

76

1 440

2 283

1 059

AGRICOLTURA

INDUSTRIA

TERZIARIO

ALTRE ATTIVITA'

1. Distribuzione per tipo di attività dei 4.858 occupati

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35

All’epoca del censimento 2011 la situazione occupazionale era analoga

a quella provinciale; solo le percentuali relative ai giovani alla ricerca

della prima occupazione ed al numero di casalinghe erano leggermente

superiori alla media provinciale.

La tabella seguente descrive lo stato di occupazione della popolazione:

Condizione Paullo Provincia di Milano

Occupati 51,8 51,4

In cerca di occupazione 4,2 3,9

Studenti 6,6 6,4

Casalinghe 8,8 7,7

Pensionati 25,1 26,5

Altro 3,5 4,1

Paullo si trova oltre la metà classifica circa nella graduatoria dei redditi

in Provincia di Milano, con un reddito medio pro capite di €. 24.122,

che rappresenta al 79,9% della media provinciale, pari a €. 30.184; il

dato è tuttavia coerente con quello relativo al grado di istruzione della

popolazione, che lascia presumere condizioni lavorative con minori

presenze rispetto alla media dei livelli dirigenziali e intermedi.

Sul territorio comunale risultano insistere 655 unità locali di imprese at-

tive: 19 unità nel settore industriale, con 505 addetti, 151 nel settore

commerciale, con 307 addetti, 394 nel settore servizi con 1110 addetti,

e 1 nel settore agricoltura con 4 addetti.

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36

AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA

ATTIVITA' MANIFATTURIERE

COSTRUZIONI

COMMERCIO

TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO

SERVIZI DI ALLOGGIO E RISTORAZIONE

SERVIZI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

ATTIVITA' FINANZIARIE E ASSICURATIVE

ATTIVITA' IMMOBILIARI

ATTIVITA' PROFESSIONALI SCIENTIFICHE ETECNICHE

NOLEGGIO, AGENZIA VIAGGIO, SUPPORTOIMPRESE

ISTRUZIONE

SANITA' E ASSISTENZA SOCIALE

ATTIVITA' ARTISTICHE SPORTIVEINTRATTENIMENTO DIVERTIMENTO

ALTRE ATTIVITA'

• Distribuzione per tipo di attività delle 655 unità locali 2.

AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA

ATTIVITA' MANIFATTURIERE

COSTRUZIONI

COMMERCIO

TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO

SERVIZI DI ALLOGGIO E RISTORAZIONE

SERVIZI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

ATTIVITA' FINANZIARIE E ASSICURATIVE

ATTIVITA' IMMOBILIARI

ATTIVITA' PROFESSIONALI SCIENTIFICHE ETECNICHE

NOLEGGIO, AGENZIA VIAGGIO, SUPPORTOIMPRESE

ISTRUZIONE

SANITA' E ASSISTENZA SOCIALE

ATTIVITA' ARTISTICHE SPORTIVEINTRATTENIMENTO DIVERTIMENTO

ALTRE ATTIVITA'

• Distribuzione per tipo di attività dei 1.926 occupati

Si ha pertanto un totale di addetti nel territorio comunale pari a 1.926

lavoratori a fronte di una popolazione occupata di 4.858 unità, con un

significativo pendolarismo in uscita.

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37

Nel 2010 sono state infine censiste 10 aziende agricole, la maggior par-

te delle quali, il 90%, con conduzione diretta del coltivatore. Non risul-

tano essere presenti sul territorio comunale aziende inattive.

Delle 10 aziende agricole, 5 sono con allevamenti e coltivazioni; non

sono presenti attività di solo allevamento.

Su una superficie agricola totale pari a 505,51 ettari sono effettivamente

utilizzati 449,66 ettari (88,9% ). La parte non utilizzata corrisponde a

2,24 ettari (0,4 %) e quella destinata ad altre usi è pari a 31,83 ettari (

6.29 %).

Come riportato dal grafico seguente, sulla superficie agricola totale, i

seminativi sono la coltura largamente prevalente (412,93 ettari).

412,93

36,73

0,28

2,24

31,83

21,50

SEMINATIVI

PRATI E PASCOLI PERMANENTI

ARBORICOLTURA ANNESSA AZIENDE

BOSCHI ANNESSI AZIENDE

SUPERFICIE AGRICOLA NON UTILIZZATA

ALTRA SUPERFICIE

1. Utilizzazione del terreno delle aziende agricole

La crisi economica in corso ha determinato la chiusura di aziende locali

passando da 16 aziende agricole registrate nel censimento del 1990, a

11 aziende nel 2000 fino alle 10 aziende nel censimento del 2010.

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7. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE Il Programma di Fabbricazione fu il primo strumento urbanistico in vi-

gore, redatto dall’arch. Demetrio Costantino e approvato nel 1964, gra-

zie al quale è stata urbanizzata la maggior parte del territorio comunale.

Il P.d.F. fu sostituito nel 1985 dal primo Piano Regolatore Generale,

redatto dall’arch. Alfredo Viganò e approvato dalla Regione Lombardia

nell’ottobre 1990, strumento che ha condotto Paullo all’attuale stato di

fatto e i cui obiettivi principali erano così sintetizzabili:

- riqualificazione dell’ambiente urbanizzato, con particolare attenzio-

ne alle funzioni pubbliche e alla omogeneizzazione delle offerte di

standard sul territorio,

- moderato sviluppo insediativo, da attuarsi per il 50% con interventi

di edilizia economica e popolare,

- consolidamento delle attività produttive,

- tutela e mantenimento dell’attività agricola,

- razionalizzazione della viabilità interna.

Successivamente si è intervenuti con una prima variante parziale nel

1999, volta alla messa a punto delle previsione edificatorie per alcune

aree, all’individuazione di alcuni piani di recupero, alla sistemazione di

alcune previsioni viabilistiche e alla nuova redazione grafica su base

aerofotogrammetria.

Nel 2003, su progetto dell’arch. Maurizio Pierin si è intervenuto con

una ulteriore variante riguardante nuove messe a punto approvabili con

la procedura semplificata della Legge Regionale 23 giugno 1997, n. 23,

consistenti in particolare:

- nella razionalizzazione delle zone di espansione previste, con un in-

cremento della zona industriale, modifiche normative per l’at-

tuazione del P.L. commerciale di Viale Santa Maria Mazzarello e

l’individuazione di un nuovo P.L. commerciale lungo la via Salvato-

re D’Acquisto,

- nella sistemazione di alcune problematiche relative alla viabilità,

- nell’individuazione di nuovi piani di recupero,

- nella correzione delle capacità edificatorie di alcuni ambiti già edifi-

cabili,

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39

- nella ridefinizione azzonativa dei piani attuativi già attuati o conven-

zionati,

- nell’aggiornamento normativo delle attività commerciali ed equipa-

rate.

Successivamente è stato approvato il Piano dei Servizi, a cura

dell’architetto Marco Turati, con una conseguente messa a punto di a-

deguamento del P.R.G. redatta dall’arch. Pierin e approvata nel 2008.

L’evoluzione dell’urbanizzazione del territorio, a partire dal nucleo di

antica formazione e alla fase priva di pianificazione, per arrivare al

Programma di Fabbricazione e al P.R.G., come già citato, è riportato

dalla tav. DDP 7.

Il Piano di Governo del Territorio di cui la presente costituisce la prima

Variante è stato definitivamente approvato con deliberazione del Con-

siglio Comunale 25 gennaio 2011, n. 1 ed è entrato in vigore con la

pubblicazione sul B.U.R. Lombardia il 13 aprile 2011.

8. LE INDICAZIONI DEL P.T.C.P. Si esaminano qui di seguito le varie tavole del P.T.C.P. che rappresen-

tano una lettura del territorio alla grande scala e hanno da un lato la

funzione di evidenziare le criticità presenti e di prescrivere alcuni con-

tenuti volti soprattutto alla difesa del paesaggio e del patrimonio storico

e ambientale e dall’altro servono ad orientare la pianificazione comuna-

le soprattutto in relazione all’individuazione delle possibili aree di tra-

sformazione urbanistica, proprie del Documento di Piano e in quanto

tali soggette a verifica di compatibilità con il P.T.C.P. da parte della

Provincia.

La verifica è effettuata sul Piano Territoriale di Coordinamento Provin-

ciale approvato con delibera di Consiglio del 17 dicembre 2013, n. 93.

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40

• Le strategie di Piano

La tavola delle strategie di piano evidenzia come il territorio di

Paullo rappresenti uno dei poli esterni della città metropolitana,

posto all’incrocio di due grandi infrastrutture viabilistiche (la

Tangenziale Est Esterna e la Paullese con caratteristiche autostra-

dali e a capolinea futuro della linea 3 della metropolitana. Detta

previsione è ovviamente ribadita nella tavola delle infrastrutture.

• Le infrastrutture

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41

La tavola del paesaggio segnala che buona parte del territorio comunale

è di rilevanza paesistica, sia a carattere agricolo che per la presenza

della fascia di qualità ambientale della Muzza.

In particolare, quasi tutte le vecchie cascine sono qualificate come in-

sediamenti rurali di interesse storico.

• Il paesaggio

La tavola del degrado segnala la presenza dell’industria a rischio di

incidente rilevante rappresentata dalla Cambrex Profarmaco, mentre si

segnala la presenza di altre aziende a rischio nel contiguo comune di

Settala in prossimità del confine comunale.

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42

• Ambiti di degrado

La rete ecologica individua un corridoio secondario esattamente sul

tracciato della Tangenziale Est Esterna, che è di fatto andato perduto

per quanto si possa aver prodotto in tema di mitigazioni ambientali;

resta il grande corridoio fluviale della Muzza.

• La rete ecologica

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43

La tavola dei vincoli segnala gli ambiti alberati che fiancheggiano alcu-

ne rogge, la Muzza e il territorio compreso nel Parco Sud.

• Vincoli

Tutte le aree agricole del territorio comunale rientrano fra quelle qua-

lificate come strategiche dal P.T.C.P., essendo comprese nel Parco

Sud Milano.

• Ambiti agricoli strategici

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44

• La difesa del suolo

Nulla da segnalare relativamente a problematiche di difesa del suolo.

Le previsioni della carta della mobilità ciclabile sono infine oggetto di

aggiornamento della corrispondente tavola del Piano dei Servizi.

• La mobilità ciclabile

Quanto alle verifiche del consumo di suolo, si rinvia a quanto antici-

pato al precedente punto 0.3.

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45

Parte Seconda

GLI OBIETTIVI DI PIANO

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46

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47

9. GLI OBIETTIVI GENERALI DI PIANO DEFINITI DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Gli obiettivi generali del primo Piano di Governo del Territorio sono

integralmente confermati:

a) la qualità dell’abitare

nei limiti delle risorse disponibili e di qualche eredità del passato,

occorre garantire il livello massimo possibile di qualità

dell’abitare, a partire dalla valorizzazione del centro storico, dalla

distribuzione ordinata e coerente delle funzioni, dalla difesa

dell’ambiente naturale, che con il Parco Sud perimetra la città, e

dalla sua fruibilità, dalla sicurezza complessiva nell’uso degli

spazi urbani, con particolare riferimento agli ambiti pedonali e ai

tracciati ciclabili;

b) i luoghi della comunità

Paullo è dotata di un sistema di piazze che non determina un luo-

go avvertito in assoluto come centrale; può essere una componen-

te positiva della qualità urbana, se si ha la massima cura degli

spazi urbani primari, quelli disponibili lasciati dalla storia nel tes-

suto urbano, distribuiti nel tessuto edificato. Non è necessario in-

ventare spazi artificiali, che – nella quasi totalità dei casi – risul-

tano freddi e non percepiti dalla comunità come “suoi” luoghi; si

deve al contrario continuare nella programmazione di interventi

(già in parte attuati) per le aree circostanti i principali edifici pub-

blici, perché gli spazi siano accoglienti e siano in grado di tra-

sformarsi in luogo di ritrovo, per richiamare presenze e dare vita

alla città; in questa direzione può essere importante favorire

l’apertura di pubblici esercizi, che restano i punti di aggregazione

più efficaci;

c) una casa per tutti

il maggio incremento demografico registrato a Paullo fra il 2001 e

il 2011 rispetto alla media provinciale conferma la sua elevata ca-

pacità attrattiva; di fatto a partore dal 2008 la crisi economica ha

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sostanzialmente annullato la produzione egizia, con una vasto invendu-

to residuo e un forte abbassamento dei valori immobiliari.

Si presume che il superamento dell’attuale congiuntura conferme-

rà la tendenza insediativi da sempre registrata, destinata ad incre-

mentarsi ulteriormente qualora prendesse il via la realizzazione

della metropolitana.

Si confermano pertanto le previsioni del primo P.G.T., riducendo

l’ambito di trasformazione a favore dell’individuazione di un

nuovo Piano Attuativo del Piano delle Regole su aree in parte di

proprietà comunale e si confermano gli indirizzi generali indivi-

duati a suo tempo:

- la conferma delle aree già a destinazione residenziale rimaste

inattuate;

- l’applicazione della legge regionale per il recupero dei sottotet-

ti, che in una realtà a carattere prevalentemente estensivo quale

il territorio di Paullo si traduce essenzialmente nel migliora-

mento delle condizioni abitative (o nell’offerta abitativa per le

nuove generazioni già residenti);

- il recupero dei residui edifici degradati del nucleo storico, con

recupero ad uso residenziale dei rustici.

d) lavoro per tutti

perdurerà probabilmente anche nei prossimi anni un rallentamen-

to nei processi di insediamento di nuove realtà produttive, ma va

rilevato che Paullo, da un lato ha integralmente esaurito le possi-

bilità di espansione produttiva offerte dal vigente P.R.G., e

dall’altro necessita di nuove aree a destinazione produttiva per

consentire i trasferimenti interni e gli interventi di rinnovo urbano

segnalati. Il P.G.T. – ancorché in misura ridotta rispetto al passato

– deve pertanto individuare (ovviamente nei limiti definiti dal

P.T.C.P) nuove aree di espansione, per garantire il raggiungimen-

to degli obiettivi segnalati.

e) difesa della piccola distribuzione commerciale

le tendenze manifestate dal settore degli ultimi decenni e le ridot-

te dimensioni di Paullo non lasciano presumere possibilità di

un’evoluzione significativa della piccola distribuzione, ma quanto

esiste va difeso, perché componente primaria della qualità del-

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’abitare e fattore importante nel processo di riqualificazione del nu-

cleo storico.

f) miglioramento dell’assetto viabilistico e della ciclabilità

come verificato in sede di analisi, l’assetto viabilistico interno

non presenta criticità particolari, fatta salva l’opportunità di alcuni

completamenti a chiusura di anelli viari (con particolare riferi-

mento al prolungamento di Via Gagarin e il suo collegamento con

Via Sacco e Vanzetti); è confermato l’impegno al potenziamento

della rete ciclabile su tutto il territorio comunale e per la quale

l’obiettivo da porsi è costituito dall’assorbimento significativo

degli spostamenti interni e da un’alternativa parziale per i colle-

gamenti di breve distanza, sia all’interno del territorio comunale

che rispetto ai comuni contermini: fondamentale a questo propo-

sito è il raggiungimento delle necessarie condizioni di sicurezza

per l’utenza, con particolare riferimento alle utenze deboli, bam-

bini, anziani, portatori di handicap.

g) tutela dell’ambiente fisico e del paesaggio

è possibile ipotizzare una fase storica di consolidamento della

qualità ambientale basata su pochi, ma mirati indirizzi strategici:

- la conservazione della continuità territoriale delle aree libere,

ottenuta prevedendo gli ambiti di trasformazione in aderenza

delle aree già urbanizzate ed evitando episodi di urbanizzazio-

ne sparsa;

- la valorizzazione delle componenti paesaggisticamente signifi-

cative dell’ambiente agricolo, con la conservazione della ricca

dotazione di filari alberati e la valorizzazione dei percorsi in-

terpoderali da integrare con la rete ciclabile.

h) per un’edilizia ecocompatibile

Paullo ha aderito al Patto dei Sindaci promosso dall’Unione Eu-

ropea per lo sviluppo delle politiche energetiche, volte a ridurre di

oltre il 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche e

misure locali che aumentino il ricorso alle fonti di energia rinno-

vabile, che migliorino l’efficienza energetica e attuino programmi

ad hoc sul risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia. E’

pertanto nei programmi dell’Amministrazione un nuovo Regola-

mento Edilizio che tenga conto di questi obiettivi e di altri quali

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l’ecocompatibilità dei materiali utilizzati e le problematiche relative al

loro smaltimento futuro. Il P.G.T. conferma tale indirizzo, nella

consapevolezza che la difesa della qualità dell’ambiente trovi nel

modo di costruire una delle componenti più importanti.

i) l’opportunità della perequazione

l’opportunità offerta dalla Legge Urbanistica Regionale è fatta

propria dal P.G.T., che attribuisce alle aree residue del tessuto

consolidato preordinate all’espropriazione previste dal P.R.G.

un’edificabilità modesta, ma sufficiente per garantire alle proprie-

tà un equo ristoro nell’acquisizione delle aree da parte del Comu-

ne, mediata dagli operatori che rileveranno le volumetrie per un

loro trasferimento in altri ambiti.

10. IL NUCLEO STORICO Come già verificato al precedente paragrafo 1, il centro storico di

Paullo ha di fatto perduto la sua identità di borgo rurale, tuttora rin-

venibile in alcuni fabbricati sparsi all’interno di un tessuto urbano

che, a partire dall’immediato dopoguerra si è gradualmente rinnova-

to con singoli episodi di riedificazione.

I linguaggi architettonici utilizzati sono fra loro assai diversificati,

con una perdita complessiva dei caratteri morfologici originari,

frammentati in soluzioni tipologiche e figurative diverse (porzioni

porticate prive di continuità, rivestimenti ceramici di varia fattura,

alternanza di edifici dotati di spazi commerciali e di edifici unica-

mente residenziali).

Sono al contrario stati conservati, nella maggior parte dei casi, gli al-

lineamenti stradali originari e, in parte, le relative cortine edilizie,

grazie ai quali è ancora avvertibile una specificità delle vie centrali

rispetto al tessuto consolidato esterno, quasi integralmente realizzato

in serie aperta.

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La scelta operata è stata pertanto di identificare alcuni isolati interni al

perimetro della levata del 1888 ed altri nell’immediato intorno che –

al di là della loro effettiva appartenenza al nucleo più antico – ab-

biano caratteri morfologici e tipologici assimilabili e meritevoli di

essere conservati attraverso una specifica normativa di zona finaliz-

zata alla conservazione dei caratteri ambietali.

La radicale trasformazione nell’impianto urbano registratasi a Paullo

nel secondo dopoguerra ha portato in ogni caso ad una perdita so-

stanziale dell’identità storica originaria, che perdura più sull’am-

biente fisico (con i suoi corsi d’acqua e i suoi filari alberati) che sul

costruito.

Nel perimetro del nucleo storico resta un unico piano di recupero già

individuato dal cessato P.R.G. da attuare in Via Matteotti ed è possi-

bile individuare due ulteriori ambiti, all’incrocio di Via Roma e Via

Mazzini con Via Matteotti, che potranno contribuire alla valorizza-

zione della zona limitrofa al municipio, con la formazione di un’area

pedonale urbana che leghi Piazza Berlinguer e Piazza Libertà e la

determinazione di una Z.T.L. in Via Mazzini.

Costituiscono episodi a sé stanti i piani di recupero previsti nelle zo-

ne rurali esterne (Conterico, Cascina Cossaghetto e Casa Geri), an-

cora da attuare, mentre lo stato di parziale abbandono in cui versa la

Cascina Villambrera porta a individuare anche per questo insedia-

mento un piano di recupero che ne consenta il rilancio, valutata an-

che l’elevata qualità ambientale dell’intorno, gravemente minacciata

dal tracciato della Tangenziale Est esterna.

Un rilievo particolare va infine attribuito al piano di recupero della

Cascina Tombona, che l’Amministrazione Comunale intende acqui-

sire dall’Ospedale Maggiore per creare un nuovo centro di aggrega-

zione giovanile.

E’ auspicabile che i residui interventi di recupero siano posti in at-

tuazione in tempi brevi, non solo per porre fine a situazioni oggetti-

ve di degrado, ma anche per evitare la progressiva sostituzione dei

residenti originari con un tessuto sociale debole, che trova negli al-

loggi degradati l’unica offerta insediativa economicamente sosteni-

bile (al di là dei fenomeni di occupazione abusiva conseguenti

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all’abbandono degli spazi): a tale fine sarà opportuno studiare forme di

incentivazione per favorire l’iniziativa dei privati.

11. IL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO I caratteri del tessuto urbano consolidato non presentano problemati-

che particolari soprattutto nelle aree a prevalente destinazione resi-

denziale: la qualità edilizia è mediamente buona (anche se ad essa

non corrisponde un’analoga qualità architettonica) e non emergono

episodi significativi di degrado da risolvere.

Si può pertanto definire come obiettivo del Piano delle Regole rela-

tivamente al tessuto consolidato la conferma della disciplina dei suo-

li determinata a suo tempo dal P.R.G., con una omogeneizzazione

degli indici di edificabilità che portino all’individuazione di zone a

carattere estensivo (con indice 1,5 mc/mq) e di altre destinate a

maggiori densità edilizie (con indice 3,5 mq/mq); la stragrande

maggioranza degli ambiti consolidati è comunque uniformemente

caratterizzata da una sostanziale saturazione volumetrica.

E’ inoltre confermato l’unico piano attuativo tuttora non approvato

in prossimità di Cascina Cossaghetto e viene ritagliata una nuova

zona edificabile soggetta a piano attuativo su aree parzialmente di

proprietà comunale nel quartiere del centro sportivo.

L’attenzione del piano, con la conferma e l’aggiornamento del Piano

dei Servizi, è rivolta soprattutto alla valorizzazione degli spazi col-

lettivi della città, con l’individuazione delle aree pedonali urbane, il

miglioramento della rete ciclabile, l’attuazione del programma di

opere pubbliche avviato con il programma integrato di intervento di

Via Milano – Via Manzoni con la formazione del nuovo polo scola-

stico in Viale Santa Maria Mazzarello e il riuso delle scuole elemen-

tari di Via Mazzini.

Di diversa natura sono le problematiche legate alle zone a prevalente

carattere produttivo:

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- quella occupata dalla Cambrex Profarmaco nella zona nord-

occidentale del centro abitato è gravata dal rischio di incidente ri-

levante, il cui Piano di Emergenza Esterno disciplina le misure da

adottare per la tutela del territorio e dei suoi abitanti; l’ insedia-

mento in ogni caso non ha al momento possibilità di trasferimen-

to, per gli investimenti operati dall’azienda in relazione alle linee

di produzione e alle esigenze di sicurezza e necessita comunque

di interventi di riqualificazione dei manufatti edilizi e di riordino

dei piazzali;

- l’area occupata da una pluralità di capannoni nella zona sud-

orientale, in fregio a Via Sacco e Vanzetti, è caratterizzata da una

parziale dismissione delle attività e da una evidente incongruenza

azzonativa rispetto all’intorno residenziale: la prospettiva di piano

è comprendere dette aree negli ambiti di trasformazione interne e

prevedere la rilocalizzazione delle attività tuttora in essere.

E’ confermata anche la rete viaria, nella quale – rispetto ai contenuti

del P.R.G. – sono evidenziate con apposito retino le porzioni desti-

nate a parcheggio.

L’intero territorio urbanizzato è pertanto così strutturato per zone

omogenee:

- zone soggette a piano di recupero,

- zone prevalentemente residenziali (distinte fra estensive e semin-

tesive),

- zone soggette a piano attuativo (di nuova edificazione nella poro-

sità del tessuto o di trasformazione di insediamenti esistenti),

- zone prevalentemente produttive di tipo secondario e terziario;

- aree pubbliche disciplinate dal Piano dei Servizi.

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12. GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE INTERNI ALL’AREA URBANIZZATA

Il P.G.T. conferma i programmi integrati di intervento approvati con

il Documento di Inquadramento della programmazione urbanistica

del 2006 e del successivo aggiornamento 2008 e la normativa defini-

ta per la presentazione e l’approvazione dei P.I.I., che in parte sono

già stati oggetto di attuazione e sono in fase di completamento e in

parte devono essere ancora oggetto di pianificazione esecutiva (i

P.I.I. n. 5 e 7).

Sono tuttora inattuali i nuovi ambiti da attuare con programmi inte-

grati di intervento individuati dal P.G.T., tutti caratterizzati dalla tra-

sformazione in senso residenziale di aree industriali parzialmente di-

smesse: alle aree di Via Sacco e Vanzetti già citate (che per facilitare

gli interventi vengono frazionati in tre piani attuativi), si aggiunge

un’area all’angolo di Via Milano con Via San Giovanni Bosco, at-

tualmente utilizzata da un’attività produttiva e commerciale nel set-

tore dell’arredamento in via di trasferimento.

13. GLI AMBITI ESTERNI DI TRASFORMAZIONE

Gli ambiti esterni di trasformazione individuati dal primo P.G.T. ri-

sultano al momento entrambi non attuati, per cui vengono conferma-

ti dalla presente variante con una riduzione della superficie territo-

riale a destinazione residenziale.

La localizzazione delle aree è stata a suo tempo obbligata, basata

sulla continuità con il tessuto già urbanizzato e sulla coerenza fun-

zionale con l’esistente:

- una nuova area a destinazione residenziale (area A) contigua

all’ultimo ambito di piano attuativo del P.R.G. nella zona sud del

nucleo urbanizzato, originariamente estesa per mq. 33.401 e ridot-

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ta a meno della metà dalla Variante per una nuova St di mq. 15.156;

- una nuova area a destinazione produttiva a sud del complesso

“Number 1” in fregio al tracciato della futura autostrada (area B),

estesa per mq. 40.600 e confermata, in quanto necessaria per ga-

rantire il trasferimento delle aziende che si ritiene opportuno tra-

sferire dal tessuto urbano consolidato.

• Riduzione dell’ambito di trasformazione A a destinazione residenziale

Negli interventi di nuova edificazione i progetti dovranno porre at-

tenzione al rapporto con le contigue aree a destinazione agricola,

siano esse comprese o no nel Parco Sud, con l’obiettivo di una riqua-

lificazione e ricomposizione dei fronti urbani.

I criteri di inserimento paesistico, da considerarsi parte organica del

processo della pianificazione attuativa e della successiva progetta-

zione edilizia, dovranno essere mirati alla costituzione di un rappor-

to organico tra le aree agricole esterne e il nuovo urbanizzato al fine

di attribuire qualità urbana e configurazione riconoscibile ai nuovi

insediamenti e nel contempo garantire gradualità nel rapporto del

costruito con gli spazi aperti (creazione di fasce tampone verso gli

spazi aperti, inserimento paesistico-ambientale degli interventi, defi-

nizione di regole morfologiche e progettazione contestuale spazi a-

perti/spazi costruiti, anche in riferimento alle tipologie riportate nel

Repertorio "B", allegato al P.T.C.P.).

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14. LE AREE AGRICOLE La salvaguardia delle aree agricole, soprattutto in un contesto da

sempre caratterizzato in tal senso quale è il territorio di Paullo, è uno

dei fondamenti di una corretta politica di tutela dell’ambiente.

La nuova attenzione per l’agricoltura non proviene solo in via obbli-

gata per la presenza di nuovi strumenti di pianificazione orientati in

tal senso, ma in generale dalla cultura urbanistica e dalle istanze po-

litiche prevalenti ed è ormai consapevolezza diffusa nella stessa opi-

nione pubblica.

Per il raggiungimento di queste finalità, il P.G.T. ha messo a fuoco

gli indirizzi strategici sviluppati al punto g) del precedente paragrafo

10, nella consapevolezza che è l’appartenza delle aree al Parco Sud a

rappresentare in sé la massima formula di tutela dei loro caratteri.

Il successo degli obiettivi di pianificazione individuati dipende in

larga misura dall’iniziativa degli operatori agricoli; si possono tutta-

via ipotizzare interventi a carattere pubblico che fungano da cataliz-

zatore (per esempio, la rete ciclabile, la cura dei corsi d’acqua pre-

senti nel territorio, la vigilanza sulla conservazione del patrimonio

arboreo) per innescare interventi da parte dei privati nelle direzioni

sopra indicate e in generale una maggior attenzione e rispetto da par-

te di tutti nei confronti del bene comune rappresentato dall’ambien-

te.

Il Piano delle Regole favorisce forme di valorizzazione dell’atti-vità,

a partire dall’avvio di attività di agriturismo e di vendita diretta dei

prodotti, con l’obiettivo di migliorare la redditività economica delle

aziende.

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15. LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELL’AMBIENTE E DEL PAESAGGIO Il P.G.T. interpreta le finalità di tutela dell’ambiente del paesaggio

indicate dal P.T.C.P. con l’individuazione di ambiti di trasformazio-

ne localizzati in continuità al tessuto urbanizzato e con il controllo

della qualità paesistica degli interventi, in particolare per quelli pro-

posti nell’ambito delle aree agricole; è in ogni caso indispensabile

avviare forme di collaborazione con le aziende per il raggiungimento

degli obiettivi già indicati che solo parzialmente possono essere og-

getto di interventi diretti dell’Amministrazione.

L’obiettivo è innescare un meccanismo virtuoso, per il quale il raf-

forzamento dell’economia agricola porti alla ricerca di ulteriori li-

velli di qualità ambientale, riconosciuta come catalizzatore fonda-

mentale delle nuove attività agrituristiche e commerciali poste in es-

sere dalle aziende.

Il P.G.T. individua in particolare due corridoi ecologici a livello lo-

cale volti a garantire la continuità delle aree agricole in direzione

est-ovest a nord e a sud del centro abitato: il corridoio ecologico in

direzione nord-sud individuato dal P.T.C.P, è riportato dalla tav. 6

del Paesaggio come atto di testimonianza, nella consapevolezza del

suo prossimo venir meno, data la sua integrale coincidenza con il

tracciato della Tangenziale Est Esterna; quale forma di mitigazione

gestibile a livello locale, la Normativa del Piano delle Regole impo-

ne l’obbligatorietà di opere di deframmentazione faunistica per tutta

la grande viabilità interessante il territorio comunale.

E’ invece confermato nelle sue potenzialità il corridoio ecologico

fluviale rappresentato dal sistema Muzza-Addetta e in particolare il

P.G.T. fa propria la previsione di area protetta per quella immedia-

tamente circostante la ripartizione dei due corsi d’acqua, riportando

l’azzonamento del P.T.C. del Parco Sud relativo alla zona di prote-

zione delle pertinenze fluviali.

Quanto agli ambiti di trasformazione urbanistica individuati, al di là

del prevedibile ridotto impatto in relazione alla contiguità con il co-

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struito esistente, si prevedono forme di mitigazione con particolare ri-

ferimento alle aree di confine in affaccio sul Parco Sud.

La tav. 13 del Documento di Piano (duplicata come tav. 12 nel Piano

delle Regole) individua le classi di sensibilità paesistica ai sensi del-

la D.g.r. 8 novembre 2002, n. VII/11045, così ripartendo il territorio

comunale:

- classe 1 (sensibilità paesistica molto bassa), i nuclei centrali delle

zone industriali;

- classe 2 (sensibilità paesistica bassa), il tessuto urbano consolida-

to, fatte salve le porzioni comprese nelle classi successive;

- classe 3 (sensibilità paesistica media), gli ambiti soggetti a piani-

ficazione attuativa, i siti pubblici di maggior rilevanza, gli isolati

del nucleo antico che ne conservano sia pur parzialmente la me-

moria;

- classe 4 (sensibilità paesistica alta), tutte le aree agricole, le aree a

verde all’interno del tessuto urbanizzato;

- classe 5 (sensibilità paesistica molto alta), tutte le aree oggetto di

intervento per le opere infrastrutturali in programma (nuova Paul-

lese, Tangenziale Est esterna e linea 3 della metropolitana) e i

centri agricoli aziendali all’interno del Parco Sud.

L’attribuzione della classe di sensibilità massima alle grandi opere

pare essere l’unico modo possibile per il Comune di Paullo per eser-

citare un controllo reale sulle misure di mitigazione che verranno

previste.

Costituisce infine una componente importante nella prospettiva della

difesa dell’ambiente gli obiettivi programmatici relativi ad una pro-

duzione edilizia ecocompatibile, da rendere operativi con il nuovo

Regolamento Edilizio.

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16. LA MOBILITA’ Fatte salve le ridotte dimensioni delle vie del centro del nucleo stori-

co e comunque delle porzioni più antiche della città, che impongono

una circolazione automobilistica basata essenzialmente sui sensi u-

nici, la viabilità nelle zone urbanizzate non presenta particolari pro-

blematiche, al di là dell’opportunità di allargamento del calibro di

alcune sedi stradali da realizzare nel tempo in relazione al program-

ma delle opere pubbliche.

Il problema principale è rappresentato dalla necessità di una riduzio-

ne del traffico di attraversamento sull’asta di Via Milano / Via Pasu-

bio, che rappresenta un’alternativa alla Paullese nelle direzioni nord-

ovest / sud-est, ma che è opportuno limitare il più possibile al traffi-

co locale. A questo fine un contributo importante sarà garantito a

breve termine dalla realizzazione della connessione fra Via Aldo

Moro e la rotatoria terminale di Via Milano ai confini con Mediglia,

che sarà rafforzato a medio termine dall’alternativa a sud dell’abita-

to, costituita dalla connessione Via Gagarin – Via Sacco e Vanzetti.

Un secondo obiettivo da raggiungere (che trova coerenza con il pri-

mo, volto a ridurre i volumi di traffico della principale strada inter-

na) è costituito dalla riduzione della possibilità di circolazione nel

nucleo storico con il potenziamento della aree pedonali urbane. La

natura dei luoghi e la debolezza del sistema distributivo sembrano al

momento sconsigliare interventi di pedonalizzazione assoluta, op-

tando per l’istituzione di zone di traffico limitato (ZTL) nel quadro

degli interventi per la riqualificazione degli spazi pubblici, con nuo-

ve pavimentazioni e arredi urbani. A questo scopo il P.G.T. indivi-

dua l’area circostante il Municipio, per una connessione di Piazza

Libertà con Piazza Berlinguer e il sistema rappresentato da Piazza

Marconi, Via Santa Maria del Pratello e il passaggio fra Via Don

Gnocchi e Via Matteotti.

Al Piano dei Servizi è demandata la definizione della rete delle piste

ciclabili, attualmente costituita da tratte non connesse fra loro, che

tenga conto della programmazione a livello superiore (con particola-

re riferimento alla “greenway cicloturistica Adda - Muzza) per un

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maggior inserimento della rete locale nel sistema territoriale e degli o-

biettivi di riuso della rete interpoderale.

In un ambiente di pianura, e con un indice di piovosità modesta (i

giorni di pioggia rappresentano circa il 20% annuo) il potenziamento

della rete ciclabile può fornire un contributo fondamentale per la ri-

cerca di condizioni di maggior sostenibilità del traffico; l’obiettivo

da porsi può essere costituito da un assorbimento significativo degli

spostamenti interni e da un’alternativa parziale per i collegamenti di

breve distanza, sia all’interno del territorio comunale che rispetto ai

comuni contermini.

Il trasporto pubblico è al momento limitato alle sole linee su gomma,

otto complessivamente, che collegano Paullo con Milano, San Dona-

to, Melegnano, Gorgonzola, Crema e Lodi e che sono permanente-

mente penalizzati dagli elevati livelli di traffico soprattutto sulla SP

Paullese; ovviamente il vero salto di qualità sarà rappresentato dalla

Linea 3 della Metropolitana Milanese, che consentirà la connessione

al sistema ferroviario regionale.

17. VERIFICA DI AMMISSIBILITÀ DELLE ESPANSIONI PREVISTE (COMPATIBILITÀ CON IL P.T.C.P.)

La presente Variante non introduce nuovo consumo di suolo, ma al

contrario riduce quanto già previsto dal vigente P.G.T.

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Parte Terza

ASPETTI QUANTITATIVI E NORMATIVI

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18. LO SVILUPPO RESIDENZIALE NELL’AREA DI TRASFORMAZIONE ESTERNA L’unico ambito di trasformazione individuato dal Documento di Pi-

ano discende dall’obiettivo di rafforzare l’insediamento residenziale

nella porzione sud della città formatosi con i più recenti episodi di

pianificazione attuativa.

L’attuazione dell’ambito di trasformazione avviene attraverso un u-

nico o più piani attuativi, su proposta della parte privata, è ammessa

l’edificazione fino a 4 piani f.t. oltre ad un eventuale piano mansar-

dato, nel rispetto di un rapporto di copertura del lotto fondiario non

superiore al 40% e di una superficie drenante non inferiore al 30%,

calcolata sulla superficie territoriale del singolo piano attuativo.

La definizione planivolumetrica degli interventi sarà effettuata nel

rispetto dell’obiettivo di ottimizzare il rapporto fra il costruito e gli

spazi aperti di cui al precedente paragrafo 13.

Valgono inoltre le norme di legge e regolamentari vigenti, richiama-

te da specifiche norme tecniche di attuazione allegate ad ogni piano

attuativo, e le seguenti indicazioni dimensionali e qualitative:

Area di trasformazione urbanistica a destinazione residenziale A

- Superficie territoriale = mq. 15.156

- Destinazioni d’uso = residenza (principale) ed attività di com-

mercio al dettaglio, artigianato di servizio, studi professionali,

servizi e attività direzionali, agenzie bancarie, pubblici esercizi e

attività di interesse pubblico e collettivo (compatibili), nelle per-

centuali definite dai piani attuativi; sono escluse il produttivo

primario e secondario e terziario, limitatamente alla grande distri-

buzione commerciale

- Volumetria = mc. 33.400

- Parcheggi privati pertinenziali al piano interrato = mq. 5.000

- Superficie minima a verde e parcheggio pubblico in cessione o

asservimento = mq. 5.000 (è ammessa la cessione di aree esterne

al perimetro dell’ambito in misura maggiorata da negoziare)

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- Parcheggi privati di uso pubblico = 12% Slp residenziali e

120% Slp compatibili

- Superficie drenante = 30% della superficie territoriale

- Opere di mitigazione ambientale = i piani attuativi devono garan-

tire una fascia di rispetto alberata (compresa nello standard verde)

di profondità non inferiore a m. 8 da distribuire in fregio alle limi-

trofe aree comprese nel Parco Sud Milano.

L’attuazione con più piani attuativi comporta la distribuzione delle

volumetrie ammesse e delle relative dotazioni in modo proporziona-

le alla superficie territoriale impegnata dal singolo piano; in sede di

approvazione del piano attuativo è ammesso un premio volumetrico

del 10% nel caso di rinuncia della parte privata ad avvalersi della fa-

coltà prevista dall’art. 63, comma 4 della Legge Regionale 11 marzo

2005, n. 12 (recupero abitativo dei sottotetti decorso il quinquennio

dalla data di conseguimento dell’agibilità) e con l’individuazione di

uno standard qualitativo a favore della parte pubblica.

19. PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO

Le aree di trasformazione urbanistica interne al tessuto consolidato

sono normati dal Piano delle Regole e si attuano con programma in-

tegrato di intervento (P.I.I.).

E’ facoltà dei privati presentare proposte per interventi significativi

di rinnovo urbano su altre aree del tessuto consolidato non preventi-

vamente individuate dal P.G.T, da attuarsi con P.I.I..

Ai sensi dell’art. 87 della L.R. 11 marzo 2005, n. 12, i P.I.I. sono ca-

ratterizzati dalla presenza di almeno due dei seguenti elementi:

- previsione di una pluralità di destinazioni e di funzioni, comprese

quelle inerenti alle infrastrutture pubbliche e d'interesse pubblico,

alla riqualificazione ambientale naturalistica e paesaggistica;

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65

- compresenza di tipologie e modalità d'intervento integrate, anche con

riferimento alla realizzazione ed al potenziamento delle opere di

urbanizzazione primaria e secondaria;

- rilevanza territoriale tale da incidere sulla riorganizzazione del-

l'ambito urbano.

Inoltre i P.I.I. devono garantire le seguenti condizioni:

- si attuino la cessazione o il trasferimento di attività non più com-

patibili con l’intorno urbano e la localizzazione di nuovi servizi,

- si realizzi un reale miglioramento della qualità ambientale e urba-

na,

- si individuino standard qualitativi a vantaggio della comunità lo-

cale.

I progetti devono essere caratterizzati da particolare qualità sia

nell’impianto urbanistico che nelle soluzioni architettoniche; lo

standard qualitativo può anche tradursi nella realizzazione di alloggi

da cedere gratuitamente in proprietà all’Amministrazione Comunale

su aree messe a disposizione dalla stessa.

La procedura per l’approvazione dei P.I.I. prevede la presentazione

di una proposta iniziale consistente nello schema planivolumetrico

di massima, in una relazione illustrativa delle finalità del progetto, in

una relazione economica a verifica della fattibilità degli interventi;

l’Amministrazione Comunale esprime il proprio parere entro sessan-

ta giorni dalla presentazione della proposta.

In caso di parere favorevole, il progetto definitivo di P.I.I. deve esse-

re corredato dalla seguente documentazione minima:

- Estratto della Tavola delle previsioni di Piano,

- Estratto catastale,

- Rilievo stato di fatto dell’area con documentazione fotografica,

- Inquadramento urbano esteso ad un intorno di almeno m. 100 per

ogni lato dell’area interessata,

- Planivolumetria di progetto,

- Confronto demolizioni/nuove costruzioni,

- Sistemazioni esterne e pianta schematica del piano terreno degli

edifici,

- Piante schematiche dei piani tipo degli edifici,

- Profili e viste prospettiche,

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66

- Azzonamento e individuazione delle aree in cessione e/o in as-

servimento,

- Progetto di massima delle opere di urbanizzazione primaria e se-

condaria,

- Computo metrico estimativo di massima delle opere di urbanizza-

zione primaria e secondaria,

- Relazione di progetto, con evidenziate le eventuali problematiche

relative alla bonifica delle aree,

- Relazione economica sulla fattibilità del Programma,

- Programma temporale di attuazione degli interventi,

- Verifica degli effetti dell’intervento in relazione agli indicatori

previsti dal Rapporto Ambientale della V.A.S. per il monitoraggio

del P.G.T.,

- Schema di convenzione.

I P.I.I. sono soggetti a valutazione ambientale strategica ai sensi del-

la D.C.R. n. VIII/351 del 13 marzo 2007, a meno di analisi prelimi-

nare di sostenibilità, che verifichi l’esclusione dalla procedura di

V.A.S. (screening); nel caso, detta relazione di analisi costituisce e-

laborato obbligatorio in aggiunta a quanto sopra elencato.

L’istruttoria del progetto è effettuata dall’Amministrazione Comuna-

le nel termine di sessanta giorni dalla presentazione del progetto;

l’eventuale richiesta di documentazione integrativa o di modifiche

alle soluzioni di progetto determina la sospensione dei termini e la

loro riapertura dalla data di consegna.

Per l’approvazione del P.I.I. si attuano le procedure previste dall’art.

92 L.R. 12/2005 cit.

Per l’attuazione dei P.I.I., per le eventuali successive varianti e per le

ipotesi di decadenza si attuano le procedure previste dall’art. 93 L.R.

12/2005 cit.

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67

20. AMBITI SOGGETTI A PEREQUAZIONE La tav. PR 14 del Piano delle Regole individua le aree destinate a

servizi pubblici esterne al Parco Sud, alle quali è attribuita una vo-

lumetria trasferibile in altre aree del territorio Comunale, al fine di

determinare un azzeramento delle aree preordinate all’espropriazio-

ne e garantire alle proprietà una compensazione perequativa dei va-

lori immobiliari, sia pur per valori contenuti.

Di ogni ambito è indicata la superficie territoriale, l’identificazione

catastale, la volumetria attribuita, la destinazione finale della volu-

metria (per le quantità maggiori, esclusivamente in aree soggette a

piano attuativo, in qualsiasi porzione del tessuto consolidato negli

altri casi) e l’obbligo di una contestuale cessione gratuita della pro-

prietà dell’area all’Amministrazione Comunale (esclusa per le aree

di proprietà di enti ecclesiastici e del consorzio di gestione della

Muzza).

E’ inoltre identificata un’area a parcheggio adiacente ad un’area già

di proprietà comunale oggetto di recente asta pubblica, volta a con-

ferire a detta area le quantità volumetriche originarie.

21. LO SVILUPPO NON RESIDENZIALE La scelta effettuata dal P.G.T. di favorire il trasferimento di alcune

attività produttive attualmente insediate nel tessuto prevalentemente

residenziale e di garantire in ogni caso la possibilità di nuovi inse-

diamenti, in considerazione dell’assenza di nuove aree produttive nel

tessuto consolidato, ha portato all’individuazione di un’area di tra-

sformazione a destinazione produttiva nelle immediate adiacenze

della nuova zona industriale avviata con l’insediamento del Gruppo

Barilla in fregio al tracciato della futura autostrada.

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68

Anche per questo ambito di trasformazione si persegue un obiettivo di

massima flessibilità attuativa, attraverso un unico o più piani attuati-

vi, su proposta della parte privata o su iniziativa del-

l’Amministrazione Comunale attraverso lo strumento del Piano per

Insediamenti Produttivi (P.I.P.).

La definizione planivolumetrica degli interventi sarà effettuata nel

rispetto dell’obiettivo di ottimizzare il rapporto fra il costruito e gli

spazi aperti di cui al precedente paragrafo 13; in particolare per il

mantenimento di una minima funzionalità ecologica del corridoio

previsto dal P.T.C.P. e annullato di fatto dal progetto T.E.M., oltre

alle opere di mitigazione ambientale previste in fregio alle limitrofe

aree comprese nel Parco Sud (fascia alberata di almeno 8 mt), devo-

no essere definite opere di potenziamento arboreo-arbustivo nelle

aree inedificate limitrofe ai comparti produttivi, da realizzarsi a cura

e a spese dei privati attuatori, al fine di ricucire, anche se parzial-

mente, la continuità ecologica nord-sud.

Gli interventi devono rispettare le norme di legge e regolamentari

vigenti, richiamate da specifiche norme tecniche di attuazione alle-

gate ad ogni piano attuativo, e le seguenti indicazioni dimensionali e

qualitative:

Area di trasformazione urbanistica a destinazione produttiva B

- Superficie territoriale = mq. 40.600

- Destinazioni d’uso = industria, artigianato di produzione e di ser-

vizio, attività di supporto e di servizio, attività per il deposito ed il

magazzinaggio di prodotti in genere, attività di spedizionieri,

comprese le S.l.p. ad ufficio connesse alle attività insediate (prin-

cipale); commercio dei prodotti propri nel limite del 20% della

Slp e di prodotti diversi nel limite di mq. 300 (compresi in detta

percentuale) per ogni unità produttiva; residenza per esigenze di

custodia e servizio, nonché per la proprietà nei limiti di mq. 200

di Slp per ogni unità produttiva (compatibili); sono escluse il pro-

duttivo primario e terziario

- Superficie lorda di pavimento = mq. 40.600

- Parcheggi privati per il personale = mq. 8.000

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69

- Superficie minima a verde e parcheggio pubblico in cessione o as-

servimento = mq. 4.000

- Altezza massima dei fabbricati = m. 15

- Rapporto di copertura = 60% della superficie fondiaria

- Superficie drenante = 10% della superficie territoriale

- Opere di mitigazione ambientale = i piani attuativi devono garan-

tire una fascia di rispetto alberata (compresa nello standard verde)

di profondità non inferiore a m. 8 da distribuire in fregio alle limi-

trofe aree comprese nel Parco Sud Milano e devono definire ope-

re di potenziamento arboreo-arbustivo nell’area di interesse pub-

blico posta a nord e nell’area agricola posta ad ovest del comparto

produttivo esistente e nelle fasce di rispetto della TEM

- Parcheggi = le aree a parcheggio possono essere ricavate nella

fascia di rispetto della Tangenziale Est Esterna, sentito l’Ente ge-

store

- Premio volumetrico = l’attuazione da parte di aziende in trasfe-

rimento dagli ambiti di trasformazione interni delle Vie S. G. Bo-

sco, Carso e Don Gnocchi comporta un premio volumetrico del

25% da applicarsi alla Slp e al Rc.

L’attuazione con più piani attuativi comporta la distribuzione delle

superfici lorde di pavimento ammesse e delle relative dotazioni in

modo proporzionale alla superficie territoriale impegnata dal singolo

piano; le parti possono in ogni caso negoziare i contenuti delle indi-

cazioni sopra riportate con l’individuazione di uno standard qualita-

tivo a favore della parte pubblica.

22. DIMENSIONAMENTO GENERALE La tabella alla pagina seguente riassume i dati dimensionali com-

plessivi determinati dall’edificabilità già prevista dal PGT e confer-

mati dalla Variante.

I 2.146 abitanti teorici risultanti dal calcolo, parametrati con l’indice

di occupazione esistente, già rilevato in 0,64 abitanti/vano, verifica

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70

una insediabilità reale di 1.374 abitanti, di cui 143 derivanti dalle nuo-

ve volumetrie dell’ambito di trasformazione e i restanti 1.231 da in-

terventi nel tessuto urbano consolidato.

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71

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72

ALLEGATO

NORME DALLO STUDIO GEOLOGICO

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73

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE NORME RELATIVE ALLE CLASSI DI FATTIBILITÀ GEOLOGICA

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74

DESCRIZIONE GEOLOGIA GEOTECNICA IDROGEOLOGIA NORME SISMICHE ALTRE PRESCRIZIONICLASSE DI

FATTIBILITA'

GEOLOGICA

INTERVENTI

AMMISSIBILI

2 Fattibilità

con modeste

limitazioni

AMBITI DI

PIANURA

Depositi fluvio-glaciali e fluviali terrazzati quaternari, costituiti essenzialmente da sedimenti alluvionali sabbiosi, sabbioso-ghiaiosi e argillosi tardo pleistocenici

Area caratterizzata da presenza di terreni coerenti ed incoerenti a comportamento geomeccanico variabile.

Ridotta soggiacenza della falda superficiale; elevata vulnerabilità dell'acquifero

Non esistono incompatibilità con qualunque tipo di intervento, ad eccezione della realizzazione di vani interrati ad uso produttivo e/o per utilizzo o stoccaggio di sostanze insalubri o pericolose

Zona sismica 4 PSL Z2. Per gli edigici di cui al D.d.u.o. 19904 del 2003 definizione delle azioni sismiche di progetto mediante approfondimenti di 3° livello (All.5 alla D.G.R. 8/1566/05 o, in alternativa,applicazione dello spettro previsto dalla normativa nazionale per la zona sismica superiore. Verifica della suscettibilità alla liquefazione

Le indagini dovranno essere eseguite in ottemperanza al D.M.14 gennaio 2008 e Circolare 5 agosto 2009 “Nuove norme tecniche per le costruzioni”. In particolare si dovrà verificare la soggiacenza della falda in funzione delle esigenze progettuali

4a Fattibilità

con gravi

limitazioni

Corsi d’acqua

Muzza (reticolo

principale), Addetta

e Roggia Muzzetta

(reticolo idrico

minore di

competenza

comunale) iscritti

nell’elenco delle

acque pubbliche e

presenti nell’All.D

della D.G.R. del 1

agosto 2003 – N

7/13950.

Depositi fluvio-glaciali e fluviali terrazzati quaternari ed attuali, costituiti essenzialmente da sedimenti alluvionali sabbiosi, sabbioso-ghiaiosi e argillosi

Area caratterizzata da presenza di terreni coerenti ed incoerenti a comportamento geomeccanico variabile.

Falda subaffiorante; elevata vulnerabilità dell'acquifero

L’ampiezza delle fasce di

rispetto inedificabili potrà

essere ridotta con il

supporto di studi

idraulici e specifici che

ne confermino la

fattibilità nel rispetto

della normativa vigente

nei seguenti casi: 1)

nuove strade, in relazione

ad esigenze di tracciati; 2)

opere di pubblica utilità

non altrimenti ubicabili.

Zona sismica 4 PSL Z2. Per gli edigici di cui al D.d.u.o. 19904 del 2003 definizione delle azioni sismiche di progetto mediante approfondimenti di 3° livello (All.5 alla D.G.R. 8/1566/05 o, in alternativa,applicazione dello spettro previsto dalla normativa nazionale per la zona sismica superiore. Verifica della suscettibilità alla liquefazione

Fascia di rispetto inedificabile

di 10 metri a partire dalle

sponde. Per i tratti intubati vale

la stessa prescrizione

considerando come sponde i

segmenti ottenuti interpolando

le sponde immediatamente a

monte e a valle. Le indagini

per eventuali opere dovranno essere eseguite in ottemperanza al D.M.14 gennaio 2008 e Circolare 5 agosto 2009 “Nuove norme tecniche per le costruzioni”. In particolare si dovrà verificare la soggiacenza della falda in funzione delle esigenze progettuali

4b Fattibilità

con gravi

limitazioni

Corsi d’acqua

individuati come

reticolo idrico

minore

(competenza

Consorzio Muzza

Bassa Lodigiana

e Privata)

Depositi fluvio-glaciali e fluviali terrazzati quaternari ed attuali, costituiti essenzialmente da sedimenti alluvionali sabbiosi, sabbioso-ghiaiosi e argillosi

Area caratterizzata da presenza di terreni coerenti ed incoerenti a comportamento geomeccanico variabile.

Falda subaffiorante; elevata vulnerabilità dell'acquifero

Di norma inedificabili ad eccezione dei seguenti casi: 1) nuove strade, in relazione ad esigenze di tracciati; 2) opere di pubblica utilità non altrimenti ubicabili.

Zona sismica 4 PSL Z2. Per gli edigici di cui al D.d.u.o. 19904 del 2003 definizione delle azioni sismiche di progetto mediante approfondimenti di 3° livello (All.5 alla D.G.R. 8/1566/05 o, in alternativa,applicazione dello spettro previsto dalla normativa nazionale per la zona sismica superiore. Verifica della suscettibilità alla liquefazione

Le indagini per eventuali opere dovranno essere eseguite in ottemperanza al D.M.14 gennaio 2008 e Circolare 5 agosto 2009 “Nuove norme tecniche per le costruzioni”. In particolare si dovrà verificare la soggiacenza della falda in funzione delle esigenze progettuali

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75

ULTERIORI NORME

Disciplina delle zone di rispetto dei pozzi alimentanti l’acquedotto comunale

Gli interventi ammessi e vietati in tali aree sono normati e descritti nella D.G.R. 10 aprile

2003 n.7/12693 (BURL serie ordinaria n. 17 del 22 aprile 2003), alla quale si rimanda

per tutti i dettagli. Di seguito vengono comunque riportati alcuni stralci ritenuti significa-

tivi ai fini della pianificazione urbanistica (punto 3 della D.G.R.).

Realizzazione di fognature Per fognature si intendono i collettori di acque bianche, di acque nere e di acque miste,

nonché le opere d’arte connesse, sia pubbliche sia private.

I nuovi tratti di fognatura da situare nelle zone di rispetto devono:

- costituire un sistema a tenuta bidirezionale cioè dall’interno verso l’esterno e vicever-

sa, e recapitare esternamente all’area medesima

- essere realizzati evitando, ove possibile, la presenza di manufatti che possano costitui-

re elementi di discontinuità, quali sifoni ed opere di sollevamento

Ai fini della tenuta tali tratti potranno in particolare essere realizzati con tubazioni in cu-

nicolo interrato dotate di pareti impermeabilizzate, avente fondo inclinato verso l’esterno

della zona di rispetto, e corredato di pozzetti rompitratta i quali dovranno possedere ana-

loghe caratteristiche di tenuta ed essere ispezionabili, oggetto di possibili manutenzioni e

con idonea capacità di trattenimento.

In alternativa la tenuta deve essere garantita con l’impiego di manufatti di materiale ido-

neo e valutando le prestazioni nelle peggiori condizioni di esercizio, riferite nel caso spe-

cifico alla situazione di livello liquido all’intradosso dei chiusini delle opere d’arte.

Nella zona di rispetto della captazione di un acquifero non protetto:

- non è consentita la realizzazione di fosse settiche, pozzi perdenti, bacini di accumulo

di liquami e impianti di depurazione;

- è in generale opportuno evitare la dispersione di acque meteoriche,anche provenienti

da tetti, nel sottosuolo e la realizzazione di vasche di laminazione di prima pioggia.

Per tutte le fognature nuove (principali, secondarie, allacciamenti) insediate nella zona di

rispetto sono richieste le verifiche di collaudo.

I progetti e la realizzazione delle fognature devono essere conformi alle condizioni evi-

denziate e la messa in esercizio delle opere interessate è subordinata all’esito favorevole

del collaudo.

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76

Realizzazione di opere e infrastrutture di edilizia residenziale e relativa urbanizzazione

Al fine di proteggere le risorse idriche captate i Comuni, nei propri strumenti di pianifi-

cazione urbanistica, favoriscono la destinazione delle fasce di rispetto dei pozzi destinati

all’approvvigionamento potabile, a “verde pubblico”, ad aree agricole o ad usi residen-

ziali a bassa densità abitativa.

Nelle zone di rispetto:

- per la progettazione e la costruzione degli edifici e delle infrastrutture di pertinenza

non possono essere eseguiti sondaggi ed indagini di sottosuolo che comportino la cre-

azione di vie preferenziali di possibile inquinamento della falda;

- le nuove edificazioni possono prevedere volumi interrati che non dovranno interferire

con la falda captata, in particolare dovranno avere una distanza non inferiore a 5 metri

dalla superficie freatica, qualora l’acquifero freatico sia oggetto di captazione. Tale

distanza dovrà essere determinata tenendo conto delle oscillazioni piezometriche di

lungo periodo (indicativamente 50 anni).

In tali zone non è inoltre consentito:

- la realizzazione, a servizio delle nuove abitazioni, di depositi di materiali pericolosi

non gassosi,, anche in serbatoi di piccolo volume a tenuta, sia sul suolo, sia nel sotto-

suolo (stoccaggio di sostanze chimiche pericolose ai sensi dell’articolo 21 comma 5

lettera i del d.lgs.152/99)

- l’insediamento di condotte per il trasporto di sostanze pericolose non gassose

- l’utilizzo di diserbanti e fertilizzanti all’interno di parchi e giardini, a meno di non uti-

lizzare sostanze antiparassitarie che presentino una ridotta mobilità nei suoli.

Realizzazione di infrastrutture viarie, ferroviarie ed in genere infrastrutture di servizio Nelle zone di rispetto è consentito l’insediamento di nuove infrastrutture viarie e ferro-

viarie, fermo restando il rispetto delle prescrizioni di seguito specificate.

Le infrastrutture viarie ad elevata densità di traffico (autostrade, strade statali, provincia-

li, urbane a forte transito) devono essere progettate e realizzate in modo da garantire

condizioni di sicurezza dallo sversamento ed infiltrazione di sostanze pericolose in falda,

prevedendo allo scopo un manto stradale o un cassonetto di base impermeabili e un si-

stema per l’allontanamento delle acque di dilavamento che convogli gli scarichi al di

fuori della zona indicata o nella fognatura realizzata in ottemperanza alle condizioni in

precedenza riportate.

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77

Lungo tali infrastrutture non possono essere previsti piazzali per la sosta, per il lavag-

gio di mezzi di trasporto o per il deposito, sia sul suolo che nel sottosuolo, di sostanze

pericolose non gassose.

Lungo gli assi ferroviari non possono essere realizzati binari morti adibiti alla sosta di

convogli che trasportino sostanze pericolose.

E’ vietato, nei tratti viari o ferroviari che attraversano la zona di rispetto, il deposito e lo

spandimento di sostanze pericolose, quali fondenti stradali, prodotti antiparassitari ed er-

bicidi a meno di non utlizzare sostanze antiparassitarie che presentino una ridotta mobili-

tà nei suoli.

Per le opere viarie e ferroviarie da realizzare in sottosuolo deve essere garantita la perfet-

ta impermeabilizzazione delle strutture di rivestimento e le stesse non dovranno interferi-

re con l’acquifero captato, in particolare dovrà essere mantenuta una distanza non infe-

riore a 5 metri dalla superficie freatica, qualora l’acquifero freatico sia oggetto di capta-

zione. Tale distanza dovrà essere determinata tenendo conto delle oscillazioni piezome-

triche di lungo periodo (indicativamente 50 anni).

E’ opportuno favorire la costruzione di cunicoli multiuso per il posizionamento di varie

infrastrutture anche in tempi successivi, in modo da ricorrere solo in casi eccezionali ad

operazioni di scavo all’interno della zona di rispetto.

Pratiche agricole Nelle zone di rispetto sono consigliate coltivazioni biologiche, nonché bosco o prato sta-

bile, quale ulteriore contributo alla fitodepurazione.

E’ vietato lo spandimento di liquami e la stabulazione, come previsto dal regolamento

attuativo della legge regionale n. 37 del 15 dicembre 1993 “Norme per il trattamento la

maturazione e l’utilizzo dei reflui zootecnici”.

Per i nuovi insediamenti e per le aziende che necessitano di adeguamenti delle attrezzatu-

re di stoccaggio, tali strutture non potranno essere realizzate all’interno delle aree di ri-

spetto, così come dettato dall’Art. 9 punto 7 del regolamento attuativo della legge regio-

nale n. 37 del 15 dicembre 1993 “Norme per il trattamento la maturazione e l’utilizzo dei

reflui zootecnici”.

L’utilizzo di fertilizzanti di sintesi o di fanghi residui di origine urbana o industriale è

comunque vietato.

Inoltre l’utilizzo di antiparassitari è limitato a sostanze che presentino una ridotta mobili-

tà all’interno dei suoli.

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78

NORME DERIVANTI DALLO STUDIO SUL RETICOLO IDRICO MINORE

Fasce di rispetto dei corsi d’acqua iscritti nell’elenco delle acque pubbliche

I corsi d’acqua Muzza (reticolo principale), Addetta e Roggia Muzzetta (reticolo idrico

minore) sono iscritti nell’elenco delle acque pubbliche e sono presenti nell’All.D della

D.G.R. del 1 agosto 2003 – N 7/13950.

L’All. A della D.G.R. 1 ottobre 2008 n. 8/8127 (Modifica del reticolo idrico principale

determinato con la D.G.R. 7868/2002) sostituisce l’All. A della D.G.R. 1 agosto 2003 n.

7/13950. Nel Comune di Paullo, come già più volte ricordato, la Roggia Muzzetta e il

canale Addetta sono stati erroneamente inseriti nell’All.D della D.G.R. del 25 gennaio

2002 – N. 7/7868 e nell’elenco di cui alla D.G.R. 11 febbraio 2005 n.20552; pertanto

detti corsi d’acqua vengono stralciati dall’All. D citato e le loro competenze, erronea-

mente attribuite al Consorzio Muzza Bassa Lodigiana, vengono attribuite al Comune, in

quanto i corsi d’acqua fanno parte del reticolo idrico minore poiché non sono presenti

nell’elenco “individuazione del Reticolo idrico principale” della D.G.R. 1 ottobre 2008

n. 8/8127).

Per i corsi d’acqua iscritti nell’elenco delle acque pubbliche valgono i disposti del RE-

GIO DECRETO 25 luglio 1904, n. 523 “Testo Unico delle disposizioni di legge intorno

alle opere idrauliche delle diverse categorie”.

Capo VII - Polizia delle acque pubbliche 93. Nessuno può fare opere nell'alveo dei fiumi, torrenti, rivi, scolatoi pubblici e canali di

proprietà demaniale, cioè nello spazio compreso fra le sponde fisse dei medesimi, senza

il permesso dell'autorità amministrativa.

Formano parte degli alvei i rami o canali, o diversivi dei fiumi, torrenti, rivi e scolatoi

pubblici, ancorché in alcuni tempi dell'anno rimangono asciutti.

94. Nel caso di alvei a sponde variabili od incerte, la linea, o le linee, fino alle quali do-

vrà intendersi estesa la proibizione di cui all'articolo precedente, saranno determinate an-

che in caso di contestazione dal prefetto, sentiti gli interessati.

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79

95. Il diritto dei proprietari frontisti di munire le loro sponde nei casi previsti dall'art.

58, è subordinato alla condizione che le opere o le piantagioni non arrechino né altera-

zione al corso ordinario delle acque, né impedimento alla sua libertà, né danno alle pro-

prietà altrui, pubbliche o private, alla navigazione, alle derivazioni ed agli opifici legitti-

mamente stabiliti, ed in generale ai diritti dei terzi.

L'accertamento di queste condizioni è nelle attribuzioni del prefetto le facoltà attribuite ai

prefetti sono state deferite, per quanto riguarda i corsi d'acqua navigabili, al Ministero dei

Lavori Pubblici.

96. Sono lavori ed atti vietati in modo assoluto sulle acque pubbliche, loro alvei, sponde

e difese i seguenti:

a) la formazione di pescaie, chiuse, petraie ed altre opere per l'esercizio della pesca, con

le quali si alterasse il corso naturale delle acque. Sono eccettuate da questa disposizione

le consuetudini per l'esercizio di legittime ed innocue concessioni di pesca, quando in es-

se si osservino le cautele od imposte negli atti delle dette concessioni, o già prescritte

dall'autorità competente, o che questa potesse trovare conveniente di prescrivere;

b) le piantagioni che si inoltrino dentro gli alvei dei fiumi, torrenti, rivi e canali, a co-

stringerne la sezione normale e necessaria al libero deflusso delle acque;

c) lo sradicamento o l'abbruciamento dei ceppi degli alberi che sostengono le ripe dei

fiumi e dei torrenti per una distanza orizzontale non minore di nove metri dalla linea in

cui arrivano le acque ordinarie. Per i rivi, canali e scolatoi pubblici la stessa proibizione è

limitata ai piantamenti aderenti alle sponde;

d) la piantagione sulle alluvioni delle sponde dei fiumi e torrenti e loro isole a distanza

dalla opposta sponda minore di quella, nelle rispettive località, stabilita o determinata dal

prefetto, sentite le amministrazioni dei comuni interessati e l'ufficio del Genio civile;

e) le piantagioni di qualunque sorta di alberi ed arbusti sul piano e sulle scarpe degli ar-

gini, loro banche e sottobanche, lungo i fiumi, torrenti e canali navigabili;

f) le piantagioni di alberi e siepi, le fabbriche, gli scavi e lo smovimento del terreno a di-

stanza dal piede degli argini e loro accessori come sopra, minore di quella stabilita dalle

discipline vigenti nelle diverse località, ed in mancanza di tali discipline, a distanza mi-

nore di metri quattro per le piantagioni e smovimento del terreno e di metri dieci per le

fabbriche e per gli scavi;

g) qualunque opera o fatto che possa alterare lo stato, la forma, le dimensioni, la resi-

stenza e la convenienza all'uso, a cui sono destinati gli argini e loro accessori come so-

pra, e manufatti attinenti;

h) le variazioni ed alterazioni ai ripari di difesa delle sponde dei fiumi, torrenti, rivi, ca-

nali e scolatori pubblici, tanto arginati come non arginati, e ad ogni altra sorta di manu-

fatti attinenti;

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i) il pascolo e la permanenza dei bestiami sui ripari, sugli argini e loro dipendenze,

nonché sulle sponde, scarpe, o banchine dei pubblici canali e loro accessori;

k) l'apertura di cavi, fontanili e simili a distanza dai fiumi, torrenti e canali pubblici mi-

nori di quella voluta dai regolamenti e consuetudini locali, o di quella che dall'autorità

amministrativa provinciale sia riconosciuta necessaria per evitare il pericolo di diversioni

e indebite sottrazioni di acque;

l) qualunque opera nell'alveo o contro le sponde dei fiumi o canali navigabili, o sulle vie

alzaie, che possa nuocere alla libertà ed alla sicurezza della navigazione ed all'esercizio

dei porti natanti e ponti di barche;

m) i lavori od atti non autorizzati con cui venissero a ritardare od impedire le operazioni

del trasporto dei legnami a galla ai legittimi concessionari;

h) lo stabilimento di molini natanti (26).

97. Sono opere ed atti che non si possono eseguire se non con speciale permesso del pre-

fetto e sotto l'osservanza delle condizioni dal medesimo imposte, i seguenti:

a) la formazione di pennelli, chiuse ed altre simili opere nell'alveo dei fiumi e torrenti per

facilitare l'accesso e

l'esercizio dei porti natanti e ponti di barche;

b) la formazione di ripari a difesa delle sponde che si avanzano entro gli alvei oltre le li-

nee che fissano la loro larghezza normale;

c) i dissodamenti dei terreni boscati e cespugliati laterali ai fiumi e torrenti a distanza

minore di metri cento dalla linea a cui giungono le acque ordinarie, ferme le disposizioni

di cui all'art. 95, lettera c);

d) le piantagioni delle alluvioni a qualsivoglia distanza dalla opposta sponda, quando si

trovino di fronte di un abitato minacciato da corrosione, ovvero di un territorio esposto al

pericolo di disalveamenti;

e) la formazione di rilevati di salita o discesa dal corpo degli argini per lo stabilimento di

comunicazione ai beni, agli abbeveratoi, ai guadi ed ai passi dei fiumi e torrenti;

k) la ricostruzione, tuttoché senza variazioni di posizione e forma, delle chiuse stabili ed

incili delle derivazioni, di ponti, ponti canali, botti sotterranee e simili esistenti negli al-

vei dei fiumi, torrenti, rivi, scolatoi pubblici e canali demaniali;

l) il trasporto in altra posizione dei molini natanti stabiliti sia con chiuse, sia senza chiu-

se, fermo l'obbligo dell'intiera estirpazione delle chiuse abbandonate;

m) l'estrazione di ciottoli, ghiaia, sabbia ed altre materie dal letto dei fiumi, torrenti e ca-

nali pubblici, eccettuate quelle località ove, per invalsa consuetudine si suole praticare

senza speciale autorizzazione per usi pubblici e privati. Anche per queste località però

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l'autorità amministrativa limita o proibisce tali estrazioni ogniqualvolta riconosca po-

terne il regime delle acque e gl'interessi pubblici o privati esserne lesi;

n) l'occupazione delle spiagge dei laghi con opere stabili, gli scavamenti lungh'esse che

possano promuovere il deperimento o recar pregiudizio alle vie alzaie ove esistono, e fi-

nalmente la estrazione di ciottoli, ghiaie o sabbie, fatta eccezione, quanto a detta estra-

zione, per quelle località ove per consuetudine invalsa suolsi praticare senza speciale au-

torizzazione.

Fasce di rispetto dei corsi d’acqua

CANALE MUZZA: per le nuove edificazioni fascia di rispetto inedificabile di 10 metri a

partire dalle sponde.

ADDETTA: per le nuove edificazioni fascia di rispetto inedificabile di 10 metri a partire

dalle sponde .

ROGGIA MUZZETTA: per le nuove edificazioni fascia di rispetto inedificabile di 10

metri a partire dalle sponde. Per i tratti intubati vale la stessa prescrizione considerando

come sponde i segmenti ottenuti interpolando le sponde immediatamente a monte e a

valle.

Per tutti i corsi d’acqua sopracitati: l’ampiezza di tali fasce potrà essere ridotta con il

supporto di studi idraulici e specifici che ne confermino la fattibilità nel rispetto della

normativa vigente nei seguenti casi:

- nuove strade, in relazione ad esigenze di tracciati;

- opere di pubblica utilità non altrimenti ubicabili. NORME E CRITERI PER L’ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ DI POLIZIA IDRAULICA PER I CORSI D’ACQUA DI COMPETENZA COMUNALE

Attraversamenti dei corsi d’acqua minori di competenza comunale

Per gli attraversamenti sui corsi d’acqua minori di competenza comunale sul territorio di

Paullo (Addetta e Muzzetta) si osserveranno i disposti della Direttiva "Criteri per la valu-

tazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico

all’interno delle fasce A e B" Allegato alla deliberazione n. 2/99, in data 11 maggio 1999

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Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (Legge 18 Maggio 1989, n. 183 e successive modi-

fiche e integrazioni, art. 17 comma 6ter, approvato con D.P.C.M. 24 luglio 1998).

La direttiva fornisce tutti i criteri ed i contenuti che devono essere presenti nello studio e

nella progettazione per i manufatti di accesso e di attraversamento. Si richiamano tuttavia

alcuni stralci della Direttiva e del Piano Stralcio relativi ai manufatti di attraversamento

con luce complessiva superiore ai 6 metri:

- per le opere di attraversamento, stradale o ferroviario, e comunque delle infrastrutture

a rete, di cui al comma 3 dell’art. 15 citato (ponti e viadotti), la verifica idraulica deve

avere gli stessi contenuti dello studio e deve rispettare gli stessi criteri generali di

compatibilità definiti per tutte le infrastrutture.

- per tali opere sono inoltre definiti specifici criteri e prescrizioni di compatibilità in re-

lazione alle particolari caratteristiche delle stesse.

Secondo quanto indicato dalla normativa CNR – UNI 10007, si definisce come ponte o

viadotto un manufatto di attraversamento con luce netta complessiva superiore a m. 6.

Criteri di compatibilità idraulica per i ponti e i rilevati di accesso in progetto - prescrizioni

Il tempo di ritorno della piena di progetto per le verifiche idrauliche del ponte deve nor-

malmente rispettare i seguenti valori:

- per i corsi d’acqua interessati dalla delimitazione delle fasce fluviali, non inferiore a

quello assunto per la delimitazione della fascia B;

- per i corsi d’acqua non interessati dalla delimitazione delle fasce fluviali non inferiore

a 100 anni.

In casi eccezionali, quando si tratti di corsi d’acqua di piccole dimensioni e di infrastrut-

ture di importanza molto modesta, possono essere assunti tempi di ritorno inferiori in re-

lazione ad esigenze specifiche adeguatamente motivate; in tali situazioni è comunque ne-

cessario verificare che le opere non comportino un aggravamento delle condizioni di ri-

schio idraulico sul territorio circostante per la piena di 200 anni e definire il comporta-

mento dell’opera stessa in rapporto alla stessa piena.

Il minimo franco tra la quota idrometrica relativa alla piena di progetto e la quota di in-

tradosso del ponte deve essere non inferiore a 0.5 volte l’altezza cinetica della corrente e

comunque non inferiore a un 1.00 m; il valore del franco deve essere assicurato per al-

meno 2/3 della luce quando l’intradosso del ponte non sia rettilineo e comunque per al-

meno 40 m, nel caso di luci superiori a tale valore.

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Nel caso di corsi d’acqua arginati, la quota di intradosso del ponte deve essere superio-

re a quella della sommità arginale.

Il franco minimo tra la quota idrometrica relativa alla piena di progetto e la quota di

sommità del rilevato di accesso al ponte (piano viabile) deve essere non inferiore a 0.5

volte l’altezza cinetica della corrente e comunque non inferiore a 1.00 m.

Per gli attraversamenti con luce complessiva minore di 6 metri il Comune si riserva di

valutare se seguire in tutto o in parte la Direttiva citata, a seconda dell’importanza

dell’opera e della situazione idraulica valutata nell’ambito dello Studio di fattibilità.

Tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici

Valgono per i corsi d’acqua di competenza comunale valgono i disposti del Decreto legi-

slativo 3 aprile 2006, n. 152 - Norme in materia ambientale, in particolare si riporta l’art.

115 relativo alle aree demaniali:

Art.115. Tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici

1. Al fine di assicurare il mantenimento o il ripristino della vegetazione spontanea nella

fascia immediatamente adiacente i corpi idrici, con funzioni di filtro per i solidi sospesi e

gli inquinanti di origine diffusa, di stabilizzazione delle sponde e di conservazione della

biodiversità da contemperarsi con le esigenze di funzionalità dell'alveo, entro un anno

dalla data di entrata in vigore della parte terza del presente decreto le regioni disciplinano

gli interventi di trasformazione e di gestione del suolo e del soprassuolo previsti nella fa-

scia di almeno 10 metri dalla sponda di fiumi, laghi, stagni e lagune, comunque vietando

la copertura dei corsi d'acqua che non sia imposta da ragioni di tutela della pubblica inco-

lumità e la realizzazione di impianti di smaltimento dei rifiuti.

2. Gli interventi di cui al comma 1 sono comunque soggetti all'autorizzazione prevista

dal regio decreto 25 luglio 1904, n. 523, salvo quanto previsto per gli interventi a salva-

guardia della pubblica incolumità.

3. Per garantire le finalità di cui al comma 1, le aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei

laghi e delle altre acque possono essere date in concessione allo scopo di destinarle a ri-

serve naturali, a parchi fluviali o lacuali o comunque a interventi di ripristino e recupero

ambientale. Qualora le aree demaniali siano già comprese in aree naturali protette statali

o regionali inserite nell'elenco ufficiale previsto dalla vigente normativa, la concessione è

gratuita.

4. Le aree del demanio fluviale di nuova formazione ai sensi della legge 5 gennaio 1994,

n. 37, non possono essere oggetto di sdemanializzazione.

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Scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie

Vale quanto disposto dal REGOLAMENTO REGIONALE 24 MAGGIO 2006 N. 3 “Di-

sciplina e regime autorizzativo degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fogna-

rie, in attuazione dell’Art. 52, comma 1, lettera a) della L.R. 12 dicembre 2003 n. 26”

In particolare, per quanto riguarda le aree residenziali, vale quanto disposto dalla D.G.R.

del 1 agosto 2003 – N 7/13950 Allegato B, p.to 6:

Al Comune compete l’autorizzazione di scarichi nei corsi d’acqua dal punto di vista e-

sclusivamente quantitativo.

Dovrà essere verificata, da parte del richiedente, la capacità del corpo idrico di smaltire

le portate scaricate.

I limiti di accettabilità di scarico fissati dal Piano di Risanamento Regionale sono i se-

guenti:

- 20 l/s per ogni ettaro di superficie scolante impermeabile, nel caso di aree di amplia-

mento e di espansione residenziali e industriali,

- 40 l/s per ettaro di superficie scolante impermeabile, nel caso di aree già dotate di

pubblica fognatura.

Il manufatto di recapito dovrà essere realizzato in modo che lo scarico avvenga nella di-

rezione di deflusso dell’acqua nel corso d’acqua e prevedere accorgimenti tecnici (ad e-

sempio dissipatori di energia) per evitare l’innesco di fenomeni erosivi del corso

d’acqua.

Scarichi di acque di prima pioggia

Vale quanto disposto dal REGOLAMENTO REGIONALE 24 MAGGIO 2006 N. 4 “Di-

sciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia, in attuazione dell’Art. 52, com-

ma 1, lettera a) della L.R. 12 dicembre 2003 n. 26”

Autorizzazione paesistica

Si riporta l’Art. 80 – “Ripartizione delle funzioni amministrative” della L.R. 11 marzo

2005 , n. 12:

1. Le funzioni amministrative per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e

l’irrogazione delle sanzioni di cui, rispettivamente, agli articoli 146, 159 e 167 del D.Lgs.

42/2004 sono esercitate dai comuni, ad eccezione di quanto previsto dai commi 2, 3, 4 e 5.

Spetta, altresì, ai comuni l’espressione del parere di cui all’articolo 32 della legge 28 febbraio

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1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia, sanzioni, re-

cupero e sanatoria delle opere edilizie) .

2. Spetta alla Regione l’esercizio delle predette funzioni amministrative per l’esecuzione

di:

a) opere di competenza dello Stato, degli enti ed aziende statali, nonché opere di compe-

tenza regionale, ad eccezione di quelle relative agli interventi previsti dall’articolo 27,

comma 1, lettere a), b), c), d), ivi compresi gli ampliamenti, ma esclusa la demolizione

totale e la ricostruzione, e delle linee elettriche a tensione non superiore a quindicimila

volt, che spettano ai comuni competenti per territorio;

b) opere idrauliche realizzate dall’Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.PO.), non-

ché quelle relative ai canali indicati nell’allegato A della presente legge, da chiunque rea-

lizzate;

c) interventi riguardanti l’attività mineraria e interventi previsti dagli articoli 38 e 39 del-

la legge regionale 8 agosto 1998, n. 14 (Nuove norme per la disciplina della coltivazione di

sostanze minerali di cava);

d) interventi di deposito e smaltimento dei rifiuti di cui all’articolo 17 della L.R. 26/2003.

3. Spetta alla provincia competente per territorio l’esercizio delle predette funzioni am-

ministrative per l’esecuzione di:

a) attività estrattiva di cava e di smaltimento rifiuti ad eccezione di quanto previsto dal

comma 2;

b) opere di sistemazione montana di cui all’articolo 2, lettera d), della legge regionale 12 settem-

bre 1983, n. 70 (Norme sulla realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale);

c) strade di interesse provinciale;

d) interventi da realizzarsi nelle aree di demanio lacuale relativamente ai laghi indicati

nell’allegato A della presente legge;

e) interventi di trasformazione del bosco di cui all’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio

2001, n. 227 (Orientamento e modernizzazione del settore forestale, a norma dell’articolo 7

della legge 5 marzo 2001, n. 57), ad eccezione di quanto previsto dal comma 3 bis;(105)

e bis) linee elettriche a tensione superiore a quindicimila e fino a centocinquantamila

volt. (106)

3 bis. Nei territori compresi all’interno dei perimetri delle comunità montane, le funzioni

amministrative di cui al comma 1 inerenti ad interventi di trasformazione del bosco, di

cui all’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227 (Orientamento e modernizzazio-

ne del settore forestale, a norma dell’articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57), sono esercita-

te dalle comunità montane.(107)

4. Le funzioni amministrative di cui al comma 1 inerenti ad opere idrauliche realizzate

dagli enti locali, sono esercitate dagli enti locali stessi, sulla base di criteri approvati dal-

la Giunta regionale, con proprio provvedimento, entro sei mesi dall’entrata in vigore del-

la presente legge.

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5. Nei territori compresi all’interno dei perimetri dei parchi regionali, le funzioni auto-

rizzative, consultive e sanzionatorie di competenza dei comuni ai sensi dei commi 1 e 4,

sono esercitate dagli enti gestori dei parchi, ad eccezione dei territori assoggettati

all’esclusiva disciplina comunale dai piani territoriali di coordinamento dei parchi.

6. Le funzioni amministrative riguardanti i provvedimenti inibitori e di sospensione dei

lavori sono esercitate dagli enti di cui al presente articolo, secondo le rispettive compe-

tenze.

Canoni di polizia idraulica

Per i corsi d’acqua di competenza comunale vale quanto disposto dalla D.G.R. n. VIII /

5774 del 31 ottobre 2007 “Introduzione del canone ricognitorio per i fondi interclusi e

del canone per uso agricolo. Modifica alle DD.G.R. nn. 7868/2002 e 13950/2003 in ma-

teria di determinazione del reticolo idrico principale”.

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ANALISI DELLA PERICOLOSITA' SISMICA

Con l’introduzione dell’O.P.C.M. n. 3274 del 20 Marzo 2003 e succ. modif. sono stati

rivisti i criteri per l’individuazione delle zone sismiche sul territorio nazionale; tali criteri

sono stati poi ripresi nel D.M. LL.PP. Del 14.01.08 Nuove Norme tecniche sulle costru-

zioni.

Il territorio del comune di Paullo risulta in zona 4.

La metodologia di analisi tratta dalla D.G.R. 28 maggio 2008 n. 8/7374 prevede tre li-

velli di approfondimento in funzione della zona sismica di appartenenza e degli scenari

di pericolosità sismica locale. Tali livelli sono di seguito descritti:

1° livello: riconoscimento delle aree passibili di amplificazione sismica sulla base sia di

osservazioni geologiche (cartografia di inquadramento), sia da dati esistenti. Questo li-

vello, obbligatorio per tutti i Comuni, prevede la redazione della Carta della pericolosità

sismica locale, nella quale deve essere riportata la perimetrazione areale delle diverse si-

tuazioni tipo riportate nella Tab. 1 dell'All. 5, in grado di determinare gli effetti sismici

locali.

2° livello: caratterizzazione semi-quantitativa degli effetti di amplificazione attesi negli

scenari perimetrati nella Carta di pericolosità sismica locale, che fornisce la stima alla

risposta sismica dei terreni valore di fattore di amplificazione (Fa). Il secondo livello è

obbligatorio per i Comuni in zona sismica 2 e 3, neglib scenari PSL Z3 e Z4 interferenti

con l'urbanizzazione e/o con zone di espansione urbanistica.

3° livello: definizione degli effetti di amplificazioni tramite indagini e analisi più appro-

fondite. Tale livello si applica in fase progettuale nei seguenti casi: …. in presenza di a-

ree caratterizzate da effetti di instabilità, cedimenti e liquefazioni, in zona sismica 4 nel

caso di costruzioni di nuovi edifici strategici e rilevanti di cui al d.d.u.o. n. 19904 del 21

novembre 2003, ferma restando la possibilità dei Comuni di estenderlo anche ad altre ca-

tegorie di edifici.

Poiché il territorio comunale è stato inserito nella classe PSL Z2 per la totalità del territo-

rio, andranno eseguite le analisi di 3° livello nel caso di costruzioni di nuovi edifici stra-

tegici e rilevanti di cui al d.d.u.o. n. 19904 del 21 novembre 2003.